Riviera n°34 del 23/08/2015

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EVENTI

Agosto

Ardore: Ristorante “La Torretta”, ore 20:00, Apericena di Solidarietà Gioiosa Jonica: Palazzo Amaduri, ore 21:30, IX edizione “Gioiosani Illustri” Marina di Gioiosa Jonica: Teatro Romano, ore 21:30, Mystia Festival: “Racconto di un viaggio”, dalla Gabbianella e il Gatto… Cursus…; Marina di Gioiosa Jonica: Camoncelli, Festa di San Giuseppe; Marina di Gioiosa Jonica: Teatro Romano, ore 21:30, Festival Nazionale Teatro Magna Grecia “Giocasta Edipo” Roccella Jonica: Lungomare, ore 19:00, Notte Verde Siderno: Lungomare Centro, Evento Cinofilo Stilo: Piazza Vittorio Emanuele, ore 21:30, “La Donna nel Mondo”, un magico viaggio in treno ideato dall’artista Bruno Lelli

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Agosto

Bianco: Piazza Cinque Martiri, ore 21:00, convegno “Un fazzoletto di terra dell’Aspromonte Jonico: quattro grandi scrittori del novecento” Gioiosa Jonica: Palazzo Amaduri, fino al 31/08 dal lunedì al venerdì ore 8:30 - 13:00, 15:00 - 20:00, sabato ore 16:00 - 20:00, Mostra: “L’Armata di Mare del Regno delle Due Sicilie”; Gioiosa Jonica: Piazza Plebiscito e vie del Centro Storico, fino al 25/08, ore 21:00, “Gustando il Borgo”, Festival Internazionale di Artisti di Strada Monasterace: Piazza Portosalvo, fino al 29/08 dalle ore 20:00 alle ore 21:30, Distribuzione gratuita di prodotti biologici calabresi Portigliola: Parco Archeologico Locri Epizephiri, ore 21:00, Teatro Greco Romano “Odi et Amo” Riace: ore 19:00, Presentazione del libro: “Ti ho vista che ridevi” di Lou Palanca Roccella Jonica: ex Convento dei minimi, ore 19:00, Caffè Letterari: “Persone Viste Da Vicino”, testimonianze del secolo breve, di Giulio Papandrea San Luca: ore 21:00 “Serata astronomica”: Osservazione del Cielo a occhio nudo, con i telescopi a cura dello Staff del Planetario Pythagoras di Reggio Calabria Siderno Superiore: Borgo Medievale, fino al 25/08 dalle ore 18:00, Biennale Internazionale “La Ruota della Memoria”

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Ardore: Via Lungomare, fino al 26/08 dalle ore 17:00 alle ore 00:00 Artigianato &…Dintorni Samo: Piazza Municipio, dalle ore 18:30 Degustazione dei Prodotti Tipici Locali e della Porchetta; Samo: Piazza Municipio, dalle ore 20:30 Presentazione del libro: “Realismo Meridiano” scritto da Gianfranco Cordì; Samo: ore 21:00, “Serata astronomica”: Osservazione del Cielo a occhio nudo, con i telescopi a cura dello Staff del Planetario Pythagoras di Reggio Calabria; Samo: Piazza Municipio, dalle ore 22.00, Gara di Organetto e Tamburello, a seguire esibizione del Maestro Attilio Nucera

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Gioiosa Jonica: Palazzo Amaduri, ore 18:00 Apertura Festival – Convegno: “Il suono di San Rocco”; Gioiosa Jonica: Area Concerti, ore 22:00 “Tamburello Cafè, i Tamburellisti di Torrepaduli”

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Agosto Gioiosa Jonica: Palazzo Amaduri, ore 17:00 Percussion Contest: “Premio Franco Lucà”; Gioiosa Jonica: Area Concerti, ore 22:00 Premiazione Percussion Contest: “Skunchiuruti Band” Locri: Lungomare Lato Nord, fino al 29/08, ore 21:00, Beer Village – Locridexpo 2015 Portigliola: Parco Archeologico Locri Epizephiri, ore 21:00, Teatro Greco Romano”Clitennestra o del Crimine”

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Agosto

Gerace: ore 19:30, Laboratorio del gusto: “I dolci della tradizione aspromontana” Gioiosa Jonica: Area Concerti, ore 22:00, I Tamburi di Luca Scorziello, Special Guest Badara Seck Mammola: raduno Largo Magenta, ore 06:00, Pellegrinaggio al Santuario di S. Nicodemo

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Agosto Gioiosa Jonica: Piazza Plebiscito, ore 21.00 Esibizione Complesso Bandistico: “Città di Ailano” Monasterace: Area del Museo, ore 21.30 Teatro: “Racconto di un viaggio”, dalla Gabbianella e il Gatto… Cursus… Samo: Festa di S. Giovanni Battista


RIVIERA

ATTUALITÀ GIUDIZIARIA

La“mafizzazione” dell’Umbria

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el contesto di un’indagine condotta dalla Sezione Anticrimine Ros Carabinieri di Perugia si è registrata un’alleanza tra dei soggetti campani legati al c.d. “clan dei casalesi” che ha intessuto rapporti criminosi con un gruppo ritenuto vicino alla ‘ndrangheta. Nella prima fase investigativa si è delineato l’esistenza in territorio umbro di un sodalizio criminoso di tipo mafioso costituito da soggetti campani legati al c.d. “clan dei casalesi” e insediatosi nel territorio regionale dove, pur mantenendo strutturali legami con l’organizzazione madre, opera autonomamente e in sinergia con settori della criminalità locale, stringe rapporti e alleanze con soggetti calabresi e albanesi residenti in territorio umbro. Il gruppo campano stabilisce collusioni criminose al fine di controllare e orientare molteplici aspetti della realtà produttiva e imprenditoriale della regione (prima fra tutte quella edilizia, senza peraltro trascurare quella del commercio di autovetture e degli investimenti immobiliari), opera con metodologia tipicamente mafiosa attraverso ripetute estorsioni e minacce rivolte sia nei confronti dei sodali che della popolazione, giungendo così attraverso l’intimidazione reiterata a imporre l’omertà anche in un territorio quale l’Umbria, non caratterizzato storicamente dalla presenza di organizzazioni criminali mafiose radicate sul territorio. Il fenomeno si inquadra in una progressiva “mafizzazione” di territori, quali l’Umbria, generalmente considerati a bassa “densità mafiosa” ma considerati “terra di conquista” dalle organizzazioni criminali sia italiane che straniere (elevatissimo è ad esempio in grado di infiltrazione della criminalità albanese e nigeriana sia nel settore degli stupefacenti che dello sfruttamento della prostituzione) che stanno procedendo a una vera e propria colonizzazione criminale della regione. La seconda fase investigativa, di ben più elevato spessore (tenuto conto della personalità criminale dei soggetti coinvolti, degli elevatissimi interessi economici sottesi nonché della evidenziata capacità di infiltrazione e corruzione di alcuni apparati dello stato) trae origine dallo sviluppo degli ulteriori rapporti criminali intessuti dai “campani” con dei “calabresi” ritenuti legati a consorterie della ‘ndrangheta calabrese. Da quel momento assumono rilievo gravemente indiziante delle nuove strategie delle organizzazioni di tipo ‘ndranghetista volte a spostare dagli storici territori di appartenenza l’attività soprattutto economica delle famiglie, tendendo nel contempo a instaurare accordi fra più famiglie e una condizione di sostanziale pax mafiosa, al fine di gestire gli interessi illeciti senza attirare l’attenzione delle forze dell’ordine.

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Siderno sede della festa nazionale del CD, segno di un vento che sta cambiando L’ultimo week end di settembre, a Siderno, sarà dedicato completamente alla politica del Centro Democratico. 25, 26 e 27 settembre, infatti, il Centro Polifunzionale sito in via Francesco Macrì sarà il teatro di un ciclo di incontri che avranno come argomento principale il Mezzogiorno e i suoi problemi. Il CD, che afferma di avere sempre avuto un sincero interesse programmatico per il meridione, ha preso parte attiva ai suoi problemi soprattutto con le elezioni del 31 maggio in Calabria, Campania e Puglia, cui mancano da decenni uomini di rilievo nazionali in grado di riscattare il suo settore economico-commerciale. Dopo il successo della prima festa nazionale svoltasi a Torre del Greco, la scelta di approdare Siderno è stata dettata dalla schiacciante vittoria alle ultime amministrative di Pietro Fuda, candidatosi con il partito e indubbiamente suo elemento cardine. Il piano organizzativo, oltre a essere coordinato dall’esecutivo regionale, è gestito dal segretario locale Luigi Fraietta.

Cartelli contro la 'ndrangheta: a Reggio è iniziata la fuga di boss e capibastone

Si consiglia il sindaco di riempire la città di Reggio con cartelli contro topi e scarafaggi per provare a debellare così il fenomeno. Mentre per i padroni dei cani che insudiciano la città si suggerisce il cartello “Comune vietato all’inciviltà”

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cco cos'era quella strana sensazione di vuoto che ha assalito i pochi reggini partiti per qualche giorno di ferie e rientrati in città dopo Ferragosto. Girando per le strade si sono resi immediatamente conto che qualcosa di strano era accaduto durante la loro assenza: in tanti mancavano all'appello, ma non ne conoscevano il motivo. Esausti del tran tran quotidiano avevano deciso, durante il periodo di vacanza, di non consultare compulsivamente tablet e smartphone: il modo migliore per non essere investiti dal consueto flusso di notizie. Dunque, nulla sapevano, neanche per sommi capi, di cosa fosse successo di tanto epocale. Enorme è stato lo stupore quando sono venuti a conoscenza che coloro che mancavano all'appello, nella fattispecie boss e capibastone della 'ndrangheta, se l'erano data a gambe. Con il terrore negli occhi sono scappati nottetempo perché sì, potevano sfuggire alle retate delle forze dell'ordine, ma certo niente avrebbero potuto di fronte alla mossa del cavallo decisa con un improvviso lampo di genio dal sindaco Giuseppe Falcomatà: piazzare, da qui a un paio di settimane, lungo le strade della città cartelli anti 'ndrangheta. Mai avrebbero potuto resistere alla forza devastante di frasi dirompenti come "Comune vietato alla 'ndrangheta" o, addirittura, venendo meno ai precetti dell'accoglienza tipicamente meridionale, l'ardita asserzione: "Qui le cosche mafiose non sono benvenute". Pagato il giusto pegno al gusto dell'ironia, siamo consapevoli che questa scelta ci costerà l'accusa di essere facili prede di "demagogia e populismo", ma purtroppo per i nostri eventuali critici, siamo ben convinti del contrario: che siano cioè gesti di questa natura ad avere le caratteristiche tipiche della facile propaganda. Immagine a costo zero, la ricetta migliore per individuare scorciatoie semplici da battere, ma che non conducono da nessuna parte, come inse-

gna in tanti, troppi casi, la storia recente. Se i risultati della guerra alla criminalità organizzata calabrese fossero proporzionali alla quantità di amenità simili partorite negli anni, al numero di targhe affisse all'ingresso degli edifici istituzionali, oggi parleremmo della 'ndrangheta come di un fenomeno appartenente ad antichi retaggi buoni solo per riempire pagine e pagine di libri di storia. Di fronte ai sorrisi e al sarcasmo dei tanti che sui social network hanno commentato in queste ore la decisione del Primo Cittadino, è sceso in campo l'assessore alla Legalità Giovanni Muraca, il quale ha spiegato con pazienza a noi ingenui e sprovveduti che: "Quello dei cartelli non può certamente rappresentare l’unico strumento per combattere le mafie. Ma essi rappresentano un “simbolo”, uno stimolo al dibattito e allo smuovere le coscienze". E il nodo vero della questione sta proprio in questa motivazione a cui si è appigliato l'esponente della Giunta comunale presieduta da Falcomatà: la ricerca, costante e ossessiva di 'simboli' vuoti di efficacia, con un deficit strutturale di forza reale e buoni solo, appunto, per "stimolare dibattiti". Ci sarebbe da preoccuparsi se nel 2015, dopo decenni impegnati inutilmente a "smuovere le coscienze",

qualcuno fosse ancora convinto della bontà, anche minima, di questo genere di operazioni. Iniziative tutte concepite nel solco della sempre più perniciosa antimafia sterile che ormai è un filone capace di spaziare senza costrutto dalla politica alla letteratura, dall'associazionismo all'imprenditoria. E di scarso significato è anche la considerazione fatta dallo stesso Muraca che ha sostenuto trattarsi di un'idea partorita dall'ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) a cui Palazzo San Giorgio ha aderito con entusiasmo. Sfortunatamente per i tanti "esperti" dell'ultima ora, che affollano convegni e talk show, radio e televisioni, sebbene gli interessi della 'ndrangheta si siano spostati a migliaia di chilometri dalla culla d'origine, la mafiosità dei comportamenti non ha ancora pervaso il tessuto culturale che connette le relazioni sociali in Lombardia o in Veneto. Sposare, quindi, visioni a effetto che possono avere un senso, sia pur residuale, a Pordenone, oltrepassano abbondantemente i confini del ridicolo se realizzate in Calabria. Raccogliendo l'invito di chi, su Facebook, ha con una lucida provocazione consigliato il sindaco di riempire la città di Reggio con cartelli contro topi e scarafaggi per provare a debellare così il fenomeno, ci permettiamo anche noi di suggerire che, in assenza dei drastici provvedimenti indispensabili a frenare l'inciviltà di un numero enorme di padroni di cani che insozzano con i loro animali le vie del centro e della periferia, un paio di insegne potrebbero essere destinate a obiettivi concreti e più facilmente perseguibili dall'Amministrazione: "Comune vietato all'inciviltà", "Qui i padroni dei cani che insudiciano la città non sono benvenuti". Magari, un passo alla volta, riportiamo la città sui binari della normalità, al momento non rintracciabile nemmeno negli anfratti più nascosti dei sogni. Nicola Martino, pubblicato su il Redattore.it



RIVIERA

Attualità

Copertina La contro-inchiesta

Alcuni PM hanno assunto atteggiamenti da ayatollah islamici consentendo a costoro atteggiamenti da pasdaran. Hanno sostituito la legge con una loro personale“sharia”.

PINETA CON AREA PIC-NIC

Ilfruttoavvelenato dell’antimafia marciantee svolazzante. Q

L’esperienza ci insegna che, il più delle volte, alcune associazioni antindrangheta hanno fatto da scudo ad avventurieri in cerca di fama, denaro, privilegi, incarichi ben remunerati, nomine, prebende.

ILARIO AMMENDOLIA

ualche anno fa il dottor Claudio La Camera, presidente del museo della ‘ndrangheta, in una dichiarazione all’Espresso, mi indicava come appartenente alla “zona grigia”. Quasi un invito a darmi la caccia per punire un eretico, e silenziare una voce fuori dal coro. La mia colpa? Aver criticato alcuni magistrati per l’uso smodato, arbitrario e inutile della carcerazione preventiva. Posizione che confermo! Oggi il dottor La Camera è sotto indagine per le spesse pazze di quasi un milione di euro impiegati per fare antindrangheta. La sua è stata una “militanza” antindrangheta costosa, svolazzante, variopinta e inutile, ma noi siamo seriamente garantisti e siamo sicuri che nessuno – proprio nessuno – abbia rubato un solo centesimo. Altra cosa è lo sperpero. Questo ci sembra evidente, così come ci appare grave il fatto che le sigle antimafia abbiano scialacquato milioni di euro sottraendoli alla prevenzione, alla povertà, all’emarginazione e ai giovani a rischio di devianza criminale. Ma questo, come vedremo, è stato il danno minore che costoro hanno fatto. In Calabria “eroi” e associazioni antimafia nascono come funghi. Le costosissime scorte, a spese del contribuente, saranno centinaia ma i morti si contano sempre tra le persone normali. L’esperienza ci insegna che, il più delle volte, alcune di queste associazioni hanno fatto da scudo ad avventurieri in cerca di fama,

denaro, privilegi, incarichi ben remunerati, nomine, prebende. Oggi molti guardano con sospetto alle varie associazioni antimafia. Qualche magistrato invita a non dar loro soldi. Ha pienamente ragione anche se con notevole ritardo, ma non basta! Molti “eroi” sono falsi e molte associazioni hanno contribuito solo a ferire la democrazia, la Giustizia, la Costituzione ma sono nate dal nulla. Hanno avuto origine da comportamenti anomali e pericolosi di una parte della magistratura. Alcuni PM hanno assunto atteggiamenti da ayatollah islamici consentendo a costoro atteggiamenti da pasdaran. Hanno sostituito la legge con una loro personale “sharia”. Si sono autoproclamati custodi del “Bene” e del “Giusto”, diffondendo una “dottrina” che è un concentrato di disprezzo per i diritti della persona umana, di demagogia, di superficialità. Un magistrato è una persona umana! Un dipendente dello Stato. Tuttavia il suo ruolo è così delicato che avrebbe bisogno di lavorare nella discrezione e nel silenzio perché la verità - e solo questa - dovrebbe essere il fine del suo lavoro. Invece molti PM hanno avuto atteggiamenti da “Guida Suprema” che in nome della incontaminata purezza, di un impegno missionario, di un disegno politico, si sono arrogati il diritto di collocarsi al di sopra della legge e della Costituzione. Per far questo hanno oggettivamente incoraggiato i pasdaran dell’antimafia parolaia e vociante ad assumere posizioni ruffianesche e servili. Costoro a ogni arresto emettono un poderoso “olè” come se stessero assistendo a una

corrida. A ogni “retata” manifestano una goduria senza fine, quasi un tifo da stadio. Giubilano perché qualcuno, spesso innocente, viene gettato nelle prigioni di Stato. Vanno in visibilio quando si criminalizza un intero paese con lo scioglimento di un consiglio comunale o agitando un “inchino”. Non hanno pudore a gioire quando una persona umana viene esposta alla pubblica gogna. Innocente o colpevole non ha nessuna importanza. L’importante è gridare all’altrui “crucifiggi”! Ho detto che hanno ferito la Giustizia e la Costituzione ma, contemporaneamente, hanno contribuito a criminalizzare la nostra Terra e a trasformare la “questione meridionale” in una mera questione criminale. Il loro compito è stato quello di gridare all’untore e di diffondere la paura della “peste”. La paura paralizza la ragione ed è ciò che si vuole. Quando la ragione dorme il fanatismo si diffonde. Intanto però la ‘ndrangheta è cresciuta in maniera esponenziale e non c’è da meravigliarsi. È il frutto avvelenato delle cose che abbiamo appena detto! Concludiamo con le parole che il grande Brecht mette in bocca a Galileo che aveva appena subito una vergognosa condanna dal Tribunale del Sant’Uffizio: “Beati i popoli che non hanno bisogno di eroi”. A distanza di secoli questo grido di dolore ci appare ancora come uno squarcio di verità tra tanto interessato fanatismo e tanta teatralità. Se ne sente veramente un gran bisogno!

I nemic e il lage MARIA GIOVANNA COGLIANDRO i avrebbero usciti in terrazza per sfuggire al tanfo che alberga nelle stanze. In realtà su quei divani Shawesh e i suoi amici la sera si stendevano per guardare le stelle. Shawesh e gli altri avrebbero potuto esprimere i loro desideri nelle notti di mezz'agosto su quei divani. Invece qualcuno, con artificio e inganno, vi ha gettato sopra dei piumoni e distribuito degrado in scaglie. È stato piazzato un cestino a mo' di comodino con sopra una pentola a cui scappa da ridere per il ruolo forzato che le è stato chiesto di recitare. "Non so cosa stia succedendo ultimamente dichiara l'educatrice che ci ha accompagnate nella visita dell'orfanotrofio-lager. - Hanno aspettato che andassi in ferie per distruggere in un attimo tutti i miei sacrifici". Manca la porta del ripostiglio dove ci sono arredi e accessori in disuso. Li hanno presi e sparpagliati in giro perchè regnasse il caos. Nessuno sa chi è stato. Nemmeno i ragazzi. Qualcuno ha creato una scena del "crimine" degna dei più grandi registi, per poter scattare foto che dessero l'impressione di un luogo che avrebbero potuto battezzare Lager. Per darlo in pasto alla stampa nazionale. Perchè vuoi che non crei un cortocircuito semantico da restarne stecchiti la parola "lager" affiancata a "curia"? Capita che manchi il cibo e l'acqua calda - riporta Alessia Candito su l'Espresso - i ragazzi sono stipati nelle stanze. L'ho visto con i miei occhi: il cibo avanza e la caldaia funziona perfettamente. Non ci sono celle alveare o purè di letti ma camere ampie e luminose con tre, massimo quattro letti,

L

IL CIBO C’È

E AVANZA


SETTIMANALE

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DOMENICA 23 AGOSTO

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Martedì mattina ho ricevuto un messaggio da parte di Antonio Marziale: "Chiamami con urgenza!". Era preoccupato per i bambini dell'Unitas Catholica, la stampa nazionale con un articolo a firma di una giornalista calabrese ha scritto che la loro casa è un Lager. Dopo essere andato di persona a verificare che i bambini stessero bene, mi ha invitato a fare altrettanto e "giudicare serenamente con i miei occhi". Così ho fatto.

SALA GIOCHI

PER BIMBI

REFETTORIO (UNO

PER OGNI COMUNITÀ)

CUCINA ATTREZZATA E

ci della Calabria er della cattiveria e la maggior parte dispone anche di bagno privato. I piatti non vengono lavati nelle vasche da bagno, ci sono cucine lucenti come scarafaggi. È vero, gli infissi sono "zoppi" e servirebbe qualche lavoretto di manutenzione, come servirebbe rimettere a nuovo le ali chiuse da anni per lavori di adeguamento mai portati a termine perchè mancano i fondi. È la Regione che si fa carico di pagare le rette dell'Unitas Catholica con cui si mantengono i ragazzi e si pagano gli stipendi degli operatori. Ma è in ritardo Dalla terrazza con i pagamenti e vista panoramica da 39 mesi educasu Reggio trici, mediatori Calabria. culturali e assistenti sociali non percepiscono lo stipendio. Per Foto apparsa su questo ci sono l’Espresso in cui è state dimissioni di stato costruito il massa. Eppure qualdegrado cuno è rimasto, nonostante tutto. "Per passione, questo è" - dichiara l'educatrice. Si prova ad andare avanti per i ragazzi che grazie al cielo possono fare affidamento su qualche provvida donazione e sulla generosità di medici che risolvono gratuitamente fastidi alle orecchie - spesso dovuti all'umidità dopo giorni di arrischiate traversate in mare regalano visite oculistiche e dentistiche. Grazie al buon cuore, l'Unitas Catholica tenta di rimanda-

re il peggio. E per i poveri mezzi di cui dispone ci sta riuscendo egregiamente. Le celle frigorifere funzionano. Dentro ci sono cassette di verdura fresca e le teglie con la cena suddivisa per comunità - egiziana, maliana, gambiana e italiana - preparata dal mattino, perchè per adesso le cuoche sono in ferie e lavorano mezza giornata. Saranno le educatrici a scaldarla la sera. "Appena arrivati molti di questi ragazzi aspettavano che aprissimo la cella frigorifera per potersi lanciare sulle cassette di cipolle e pomodori e divorarli a morsi. Non sapevano cosa significasse mangiare seduti in maniera composta a un tavolo. Consumavano i pasti sdraiati a terra. Serve tanta pazienza per abituarli alle nostre regole. Ma quanta soddisfazione quando ci riesci!". Shawesh e i suoi amici si rivedono nei racconti della loro educatrice e ridono divertiti. Probabilmente e per fortuna non avranno vite da bambole di porcellana sul comò e servizi da tè Limoges, e probabilmente nel loro futuro come nel loro passato ci saranno le spine, in buona parte conficcate dal pregiudizio, ma anche i cactus sono tempestati di spine, eppure sono capaci di fiori bellissimi. Per l'intero pomeriggio Shawesh e i suoi ci hanno seguiti con simpatia e disciplina. E nessuno su di loro ha usato "due nerbi di gomma, quello pieno e quello vuoto per mantenerla", come scriveva Primo Levi nella sua descrizione del Lager di Monowitz. "Cosa fate stasera?" - chiedo. "Niscimu" - risponde Shawesh che conosce bene anche il dialetto reggino - "Me l'hanno insegnato i miei compagni di scuola" dice fiero mostrando un sorriso a forma di barca egiziana. Quest'anno si è diplomato insieme ad altri otto ragazzi che vivono all'Unitas Catholica.

MENÙ

Ma questo non lo dicono i nemici della Calabria. Non dicono nemmeno che due dei suoi amici nonostante siano stati trasferiti in un altro centro, ogni giorno tornano nella loro vecchia casa perchè qui hanno trovato amore, dispensatore di essere, che ha tolto ai loro giorni il cattivo sapore di vuoto. All'Unitas Catholica gli amici di Shawesh stanno bene. Come stanno bene i tre fratellini di Gioia Tauro Armando, Sabrino e Rossana. "Stasera andiamo al circo", trionfa Armando, il più piccolo, con la felicità posata sulla guancia. Bisogna mettersi una mano sulla coscienza e aiutare Don Antonello Foderaro, da due anni amministratore delegato, a fare luce su cosa sia andato storto prima che lui arrivasse. L'Unitas Catholica non può e non deve chiudere battenti. Da più di 60 anni dalla sua fondazione, fortemente voluta da suor Maria Grazia, ha salvato vite di ragazzi divenute carte da gioco nelle mani di un cartaio mostruoso che non ama i bambini. Ha accolto i figli della 'ndrangheta: qui famiglie di Platì e San Luca hanno mandato i loro pargoli per salvarli da botte e fame negli angoli, per salvarli dalla lupara bianca. E per 60 anni l'Unitas Catholica ha dispensato speranza affinchè facesse da scudo al futuro di centinaia di ragazzi. Quella speranza l'ho vista negli occhi di Shawesh e dei suoi amici, negli occhi di Armando e dei suoi fratelli. E quasi quasi la prendo in prestito un po' della loro speranza per immaginare un giorno in cui inizieranno a fare cilecca i fiammiferi con cui i nemici della Calabria tentano di dare fuoco a questa terra, e venga sbaragliato il lager della loro cattiveria.

CHE TIENE CONTO DEI GUSTI DI TUTTI

SPLENDENTE

L’editoriale di Antonio Marziale* Quando mi è giunta la telefonata di Ilaria Raffaele, del Tg3 Calabria, che mi invitava a visitare con una troupe la Fondazione Unitas Cattolica di Reggio Calabria, non ero ancora al corrente del servizio del settimanale l’Espresso che la descriveva, con tanto di foto, alla stregua di un lager. Ho risposto “si!” perentoriamente e così, all’indomani, ci siamo ritrovati sul luogo con l’aggiunta dell’amico giornalista ed editore di Approdonews.it, Luigi Longo. La realtà che si è parata ai nostri occhi è stata certamente quella di una struttura che abbisogna di trattamenti, ma non un lager. Le stanzette dove i bimbi dormono, descritte come un ammasso di lettini, erano tutt’altro che indecorose, pulite e ornate da gioiosi disegnini fatti dai piccoli ospiti. Bagni igienicamente puliti e odoranti, cucine ordinate con tanto di celle frigorifere e deposito degli alimenti a regola. Tra i meandri, uno stuolo di signore indaffarate e “non pagate” ci ha riferito il direttore Mons. Antonello Foderaro, “perché la Regione non versa le rette dovute e l’ultimo sollecito risale a un anno fa, antecedente all’insediamento dell’attuale governo”. Con il sacerdote, l’avv. Aurelio Chizzoniti, che ci porge un dossier con elencate tutte le denunce del sacerdote, rimaste inascoltate e una nota spese dettagliata. “Perché questa distorsione della visone reale?” abbiamo chiesto. “Perché quando mi sono insediato ho preteso un rigore gestionale che prima non esisteva”: è stato chiaro don Antonello. E poi i bambini, incontrati con due educatrici al seguito, anch’esse deluse, amareggiate: “Già non ci pagano e adesso anche questo fango addosso”. I piccolini erano gioiosi, provenienti da storie drammatiche e quando hanno visto arrivare la Polizia, “ci è battuto forte il cuore per la paura” ha detto una di loro. Gli inquirenti hanno sequestrato quelle stanzette – quattro su decine – già bandite all’utilizzo e “artatamente alterate, finanche con pentole vicine ad un water, che guarda caso non si trovavano da qualche giorno al loro posto”, ci dice una signora attempata ma elegante e lucida. Lasciamo che la Giustizia compia il proprio decorso in tutta serenità, ma resta il fatto che mentre pochi ogni giorno lavorano per vedere “cosa poter fare” per i bambini, altri remano al contrario. Perché? *Sociologo, giornalista, presidente dell’Osservatorio sui Diritti dei Minori

SHAWESH

IN CAMERA SUA


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ATTUALITÀ

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L’intervista

parla il sindaco di Siderno

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Trascorsi ormai due mesi di amministrazione intensa, abbiamo raggiunto il sindaco Pietro Fuda per fare il punto della situazione. Abbiamo parlato degli indicatori di Siderno, e fatto un bilancio del lavoro al Comune, passando attraverso i progetti di sviluppo della città e dell’intero comprensorio.

Fuda:«Sidernohabisognodeisidernesi» La mia lunga carriera politica mi ha permesso indubbiamente di imparare moltissimi meccanismi che voglio adesso mettere al servizio della città, perché questo è un centro urbano che ha indubbiamente bisogno di sfruttare fino all’osso le proprie risorse È già stato pianificato l’inizio della raccolta differenziata porta a porta, un servizio con il quale vorremmo riuscire a trasformare i rifiuti in risorsa. La chiave per il risparmio energetico e l’abbattimento delle tasse, infatti, risiede nel riciclaggio

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he cosa l’ha spinta davvero a fare il sindaco? Le motivazioni da me elencate in campagna elettorale sono sempre state sincere. In ogni caso, al di là della risaputa affermazione relativa al mio intento di ridare a Siderno la dignità sottrattale con la forza da questi anni di commissariamento, le motivazioni sono da ricercarsi nel bisogno che la città aveva di avere una guida esperta. La mia lunga carriera politica mi ha permesso indubbiamente di imparare moltissimi meccanismi che voglio adesso mettere al servizio della città, perché questo è un centro urbano che ha indubbiamente bisogno di sfruttare fino all’osso le proprie risorse e che può risorgere a partire innanzitutto da ciò che possiede. Per il resto, vista la mia età, non ho certo il desiderio o il bisogno di parlare di Siderno come di una mia conquista, errore nel quale spesso cadono gli amministratori giovani. Non ho alcun intento di ricandidarmi, alla prossima tornata elettorale, ma voglio istruire qualcuno che possa prendere il mio posto conseguendo risultati almeno pari a quelli che conto di ottenere io. Gli indicatori di Siderno e della Locride sono tutti negativi Quali sono le proposte per risollevare la città? Come dicevo prima è necessario innanzitutto sfruttare intensivamente le risorse che abbiamo a disposizione, che non sono poche. In campagna elettorale ho spesso parlato di otto milioni non utilizzati che si sarebbero potuti sfruttare per sanare il lungomare o cominciare la riparazione delle strade. Ebbene, io stesso sono rimasto sorpreso di sapere che quei milioni erano dieci e, con un corretto dialogo con Regione e Provincia potrei farli crescere in tempi brevissimi. Non meno importante è cercare di ricreare le condizioni ideali per un’espansione economica grazie a progetti di sviluppo finanziati dalla Comunità Europea nel tentativo di far restare i giovani che oggi sono tentati dalle opportunità che offre il nord Italia o l’estero o, meglio ancora, far tornare chi se n’è andato. Credo poi indispensabile spingere affinché la ZES che si vorrebbe istituire nell’area del Porto di Gioia Tauro venisse ampliata anche su questo versante della

costa. Se rimanesse davvero confinata al porto e a Rosarno, infatti, la ZES avrebbe poco senso per lo sviluppo della regione e finirebbe addirittura per costituire un danno per la fascia jonica e le zone limitrofe, che necessitano invece di quelle condizioni peculiari che lo Zona Economica Speciale potrebbe donare loro, diventando così un viatico per lo sviluppo. In questo ambito, crede che potrebbe servire avere aiuti e suggerimenti proprio da quelle eccellenze che sono scappate via dal territorio? I consigli sono sempre ben accetti, dunque certamente sì. Le esperienze professionali dei nostri concittadini che si sono ritrovati costretti a lavorare fuori dal proprio territorio d’origine testimoniano che le nostre scuole danno un’eccellente preparazione che, purtroppo, continua a fornire dirigenti all’estero. avere delle consulenze da queste persone, che sono riuscite ad ottenere un successo professionale che sarebbe bene cominciare a osservare anche all’interno del territorio, sicuramente potrebbe dare all’amministrazione degli spunti interessanti per snellire il sistema burocratico. Per quanto riguarda gli aiuti concreti, invece, ritengo che i tempi non siano ancora maturi per chiedere a queste persone di investire nel proprio territorio d’origine. Si sta procedendo a pianificare il territorio, servono idee ed anche occhi diversi da chi lo vive, per cui chi vuole può inviare idee e proposte scrivendo a segreteriafuda@gmail.com. Ambiente e rifiuti. Quali soluzioni intende attuare?

Esattamente quelle già pianificate in campagna elettorale. A tale proposito, è già stato pianificato l’inizio della raccolta differenziata porta a porta, un servizio con il quale, progressivamente, vorremmo riuscire a trasformare i rifiuti in risorsa. La chiave per il risparmio energetico e per il contestuale abbattimento delle tasse, infatti, risiede proprio nel riciclaggio che garantisce, dall’umido, di ricavare grosse quantità di compost in grado di dare energia pulita e veramente alternativa, senza limitarsi all’eolico o al solare, che sono incredibilmente costosi e garantiscono un risparmio effettivo solo sul lunghissimo termine. Oggi, in Calabria, l’umido viene raccolto per produrre già questo compost e trattarlo come un qualunque scarto da abbandonare in discarica. Se, invece, con un trattamento corretto, questo diventasse una fonte di energia non si dovrebbe più essere dipendenti dalle società pubbliche, si potrebbero svuotare le discariche, e persino l’intasamento odierno degli impianti di depurazione potrebbe venire gradualmente risolto. Naturalmente questo puo essere risolto solo a livello consortile con i comuni vicini. È entrato a gamba tesa nelle vicende del PD. Pensa che si potrà appianare la situazione? Per quanto mi riguarda la situazione non è mai stata così tesa come è stato fatto intendere dai giornali. Certo, non posso negare che ci sia stata qualche discrepanza di vedute, ma generata non credo tanto da un mio tentativo di imporre al Partito Democratico di scegliere un candidato che mi facesse comodo, quanto da una presa di

posizione da parte dei vertici del partito locale. In definitiva, comunque, ritengo che da parte mia non vi sia stato torto nei confronti del partito senza il quale certamente la vittoria elettorale non sarebbe stata così scontata. Al contempo, siccome l’interesse principale di tutti è quello di fare il bene di Siderno e della sua comunità, grazie a un dialogo costruttivo siamo riusciti a mettere immediatamente da parte le difficoltà iniziali e continueremo certamente a comportarci in questo modo, considerato che riteniamo tutti che la strada che abbiamo cominciato a percorrere sia quella corretta. Visto il largo numero di consensi, è pressoché certo che la ‘ndrangheta abbia votato per lei. Come pensa di affrontare questa nota dolente del territorio? Non credo che il voto della ‘ndrangheta sia andato a me esclusivamente per il largo consenso elettorale ottenuto. La storia ci insegna che la criminalità organizzata, anche quando si sale al Comune con una maggioranza risicata, si schiera comunque dalla parte del vincitore, indipendentemente da chi abbia votato in precedenza. Detto ciò, il problema indubbiamente c’è, non bisogna assolutamente farne mistero ed è scontato che un sindaco di questo comprensorio debba farvi fronte, prima o poi. Il modo migliore per farlo, a mio parere, è utilizzare un metro equo in ogni situazione nel pieno rispetto della legalità, riservando a tutti i cittadini lo stesso trattamento senza alcun tipo di favoritismo. La bilancia dovrà essere sempre in perfetto equilibrio perché è quando comincia a pendere anche solo di pochi millimetri da un lato piuttosto che dall’altro che cominciano i guai. Qual è il bilancio dei suoi primi due mesi da sindaco? Indubbiamente positivo. Sono contento di essere al servizio di una comunità che merita sicuramente più del già grande impegno che tutta l’amministrazione sta mettendo nell’amministrare e, benché le cose non vadano spedite come vorremmo, credo che abbiamo raggiunto già ottimi risultati che costituiscono solo la base per il futuro della città. Ilario Ammendolia



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IN COPERTINA

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INTERVISTA A BENIAMINO CORDOVA

I Beni Culturali come idea di sviluppo per la nuova della Città Metropolitana Indispensabili alla metamorfosi metropolitana il Pon Metro, che porterà a Reggio Calabria dagli 80 ai 100 milioni di euro, e una Smart Governance, garanzia di efficienza e trasparenza.

Città Metropolitana, questa sconosciuta. Insieme a Beniamino Cordova, autore di Metropolitan Metamorphosis, una sorta di prontuario, di manuale per gli addetti e non addetti ai lavori, abbiamo discusso di questo nuovo percorso che Reggio Calabria più altri 96 comuni della provincia si accingono a intraprendere. Affinchè l’Ente metropolitano sia il frutto di un processo di coesione, quali sono, secondo lei, i criteri ipotizzabili? La legge Delrio prevede l’istituzione delle zone omogenee che, sebbene siano facoltative, sono fondamentali per un’area come Reggio Calabria in quanto aiutano a compensare lo squilibrio economico che porterebbe inevitabilmente a uno squilibrio territoriale. Le zone omogenee aggregano sulla base di modelli di sviluppo, e su questo Torino sta facendo scuola. Non possiamo azzardare a criteri di divisione privi di senso, come quello di chi suggerisce di rispettare il perimetro dei colleggi provinciali o addirittura il perimetro delle Asl. Nell’individuazione delle zone omogenee si potrebbe fare riferimento a una suddivisione in Aree in ritardo di sviluppo, Aree in transizione e Aree più sviluppate, che avranno rispettivamente come priorità il potenziamento, il riequilibrio e la razionalizzazione. Così facendo, le risorse verranno destinate in base al grado di arretratezza: più sarà alto, più risorse necessiterà. Le Unioni dei Comuni possono costituire una base di dialogo? Certamente, le Unioni dei Comuni e l’organizzazione in base a zone omogenee rappresentano l’ossatura della Legge Delrio. Le Unioni dei Comuni prevedono la gestione di funzioni e servizi in forma associata; le zone omogenee sono indispensabili per veicolare gli investimenti. Tutti i Comuni con popolazione inferiore a 5000 abitanti devono associarsi obbligatoriamente per la gestione dei servizi entro il 2016. Visti gli obblighi di legge, sarebbe auspicabile che le Unioni dei Comuni corrispondessero o fossero interne alla medesima zona omogenea così da coniugare e rendere funzionale la gestione associata alla capacità di investimento. Quali strategie suggerisce per la metamorfosi metropolitana? Nel ciclo di programmazione 2014-2020 la Commissione Europea ha dato grande enfasi al ruolo delle città nella gestione diretta delle risorse. Attraverso il Programma Operativo Nazionale Città Metropolitane 2014-2020 (“PON Metro”), nato nel contesto dell’Agenda urbana europea per le politiche di coesione, si punta a rafforzare il ruolo delle grandi città e dei loro territori. Il programma si articola in cinque assi: Agenda digitale, Sostenibilità urbana, Servizi per l’inclusione sociale,

Merici:i lavori della provincia impediscono ai residenti di tornare a casa

Infrastrutture per l’inclusione sociale, Assistenza tecnica. In base a questo programma a Reggio Calabria, che rientra tra le Città Metropolitane delle Regioni meno sviluppate, andranno dagli 80 ai 100 milioni di euro. Al PON Metro occorrerà affiancare politiche di Smart Governance strettamente legate alla creazione di un vero sistema di cittadinanza digitale, garanzia di efficienza e trasparenza. Quale potrebbe essere un elemento aggregante per la nuova Città Metropolitana? Una forza trainante per lo sviluppo strategico dell’area metropolitana di Reggio Calabria è senz’altro la valorizzazione dei beni culturali. Un’esperienza importante in questo campo è stata sviluppata dalla Regione Calabria attraverso un progetto con cui è stato realizzato l’Atlante digitale dei Beni culturali suddiviso in quattro sezioni: Musei, Castelli, Edifici Storici, Strutture di Archeologia Industriale della Calabria.

Sono cominciati da oltre due mesi i lavori di messa in sicurezza di una strada sterrata che collega alcune abitazioni private alla strada statale che da Merici giunge fino ad Antonimina. La strada, secondo la Provincia di Reggio Calabria insicura a seguito di una frana, non solo ha visto la propria carreggiata ristretta, ma è stata completamente chiusa al traffico da entrambi i lati, rendendola completamente inaccessibile. Ciò che è stato totalmente ignorato, tuttavia, è che la chiusura di questo collegamento obbliga i residenti delle suddette abitazioni o chi necessita di recarsi al vicino gommista, a compiere un lungo giro di oltre un chilometro verso Antonimina prima di poter riprendere lo svincolo che torna indietro e permette loro di raggiungere la propria meta. Se a questo si aggiunge che, dopo l’apposizione delle delimitazioni di cantiere nessun operaio si è fatto vivo per sistemare il manto stradale che, benché dissestato sarebbe comunque praticabile, è facile immaginare la rabbia e la frustrazione degli abitanti, completamente ignari di quando potranno tornare alla normalità.

Maria Giovanna Cogliandro

L’INTERVISTA IMMAGINARIA DI LIDIA ZITARA

Una meridiana per Plauto - Egregio dottor Plauto, grazie del suo tempo… - Tempo, tempo! Ancora il tempo! Basta, non ne posso più! - Ma perché, cosa è successo? - Non lo sai? Hanno appena inventato un terribile marchingegno, un aggeggio che calcola il tempo! - E cosa sarebbe? - Una meridiana! Una vera e propria diavoleria moderna! - aaaah… una meridiana, eh? Modernissima, dottò. - È terribile, non riesco più a vivere, a dormire, a fare nulla! Prima avevo un solo orologio: il mio stomaco. Ora devo mangiare quando non ho fame oppure aspettare ore prima di potermi sedere a tavola. Non posso andare a dormire se ho sonno e non posso uscire per fare una passeggiata, se prima non me l’ha ordinato la meridiana! - Scusi, dottò, ma la sua meridiana li manda gli sms? - I che? - Ce l’ha il wi-fi? - Il “guai fai”? Che guaio vuoi fare?

- WhatsApp ce l’ha, la meridiana? - Scusa, ma non parlo il greco… - Insomma, dottò, la sua meridiana conta il tempo? - Sì. - Solo di giorno, immagino. - Sì.

- Di notte si sta bene, non si suda, come diceva Neruda? - Io questo Neruda non lo conosco, te l’ho detto che il greco non lo parlo. Comunque di notte non funziona, è ovvio. - E la meridiana non le manda il messaggio con la foto dell’hamburger perché è ora di pranzo, no? - No. - La chiama mentre è in seduta plenaria? - No! - Vibra? - Che cosa? - Fischia? - Ma no! - Zufola, canta, suona, gorgheggia, cicaleggia, sbrilluccica, soffia, o parla con la voce di sua moglie? - No, no, certo che no! - Dottò, sa che le dico? - Cosa? - Di aspettare altri duemila anni a lamentarsi davvero di quanto scassano le palle le meridiane.

“SEL ha fallito”. Il sindaco di Benestare lascia il partito Aveva Aderito all’ideologia vendoliana di Sinistra, Ecologia & Libertà con grandissimo entusiasmo, Rosario Rocca, Sindaco di Benestare. Il suo sogno meridionalista, ne era convinto, poteva avverarsi grazie all’impegno di una classe politica che superasse le vecchie logiche partitiche e riuscisse a trovare la chiave di lettura per una ripresa che non si limitasse alla Puglia, ma abbracciasse tutto il Mezzogliorno. Venerdì pomeriggio, tuttavia, Rocca, dopo aver fatto un’analisi attenta di ciò che il partito ha effettivamente ottenuto in questi anni, ha deciso di fare un passo indietro e di dimettersi dall’Assemblea Regionale senza rinnovare la tessera del partito. Le motivazioni di questa seclta da lui definita difficile e dolorosa, sono da ricercarsi nel fallimento delle aspirazioni con cui SEL era nato e in un futuro che il sindaco vede più oscuro di quanto non si voglia faccia credere.



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ECCELLENZE

Il giro d’Italia a nuotoper urlare che il diabete non conosce limiti Il giorno di Ferragosto MONICA PRIORE, grande campionessa di nuoto che dall’età di 5 anni convive con il diabete, ha nuotato nella zona di mare antistante ilLungomareNuovoBelvederediRoccellaJonica. del Discovery SUP di Soverato, il nuovo sport acquatico della tavola con la pagaia da poco sbarcato in Italia. Monica nella sua nuotata è stata accompagnata dai ragazzi e dagli istruttori della Piscina KSC di Ardore. Sulla barca di appoggio, guidata da Tonino Strangio, sono saliti la dott.ssa Mariella Bruzzese ed il dott. Pierdomenico Mammì pronti ad intervenire in caso di necessità. Tutto si è svolto con regolarità e la ritmica bracciata di Monica, in un mare calmo e tranquillo, è stata applaudita lungo tutto il percorso. All’arrivo grande entusiasmo e soddisfazione per la bellissima prestazione. Un risultato che premia l’impegno di quanti hanno concorso alla riuscita della manifestazione.

Una giornata di sport, di divertimento e soprattutto condivisione di piacevoli emozioni per un’atleta che con il suo progetto “Volando sulle onde della vita” ha toccato a nuoto, in venti tappe, località di mare e di lago di tutta Italia per portare in giro il messaggio forte che nessun traguardo è precluso alle persone che devono convivere con il diabete. Un tour faticoso che partito a giugno da Gallipoli in Puglia si è concluso a Meta di Sorrento il 21 Agosto. La tappa calabrese di Roccella Jonica è stata organizzata localmente in collaborazione con il Centro di Diabetologia Pediatrica dell’Ospedale di Locri e l’Associazione Giovani con Diabete della Locride. Importante è stato anche il supporto che ha dato l’Amministrazione della Citta’ di Roccella Jonica che, con grande entusiasmo, ha aderito all’iniziativa.

MONICA PRIORE ROCCELLA J. 15 AGOSTO

IL DIABETE OGGI SI PUO’ CURARE BENE Alla presentazione dell’iniziativa che si è tenuta a Siderno, presso la Sala Mondadori, il dott. Franco Mammì e la dott.ssa Mariella Bruzzese hanno illustrato l’attività assistenziale della Rete diabetologica pediatrica calabrese e dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria con il Centro dell’ Ospedale di Locri e i Servizi di diabetologia pediatrica dei Distretti di Siderno, Palmi e Reggio Calabria. Un modello organizzativo che, da quando è stato attivato nel 2009, ha consentito a tutti i ragazzi e giovani con diabete calabresi di potersi curare nei territori di residenza, evitando così la migrazione sanitaria verso altre regioni o presso centri di diabetologia dell’adulto. I dati epidemiologici, raccolti nel registro regionale di patologia la cui gestione è affidata al Centro di Locri, documentano che il diabete di tipo 1 in Calabria ha un tasso di incidenza tra i più elevati rispetto alle restanti regioni italiane, esclusa la Sardegna. In Italia ci sono circa 20.000 bambini, ragazzi e giovani con diabete di tipo 1 in età pediatrica, una malattia complessa la cui gestione si basa sulla terapia con insulina, sulla corretta alimentazione e sulla regolare attività fisica, oltre all’impegno per l’autogestione. In Calabria, ogni anno, si verificano circa 50 nuovi casi di diabete tipo 1 nella fascia di età 0-14 anni. Ma il dato più preoccupante riguarda il fatto che l’età di esordio della malattia si sta abbassando sempre di più ed i nuovi casi nella fascia di età tra 1-5 anni mostrano un incremento annuo del 3 % circa. Anche se la causa della malattia rimane ancora non nota, i progressi che negli ultimi anni sono stati fatti nel trattamento sono notevoli e questo , soprattutto, all’utilizzo di nuovi strumenti sia per l’automonitoraggio che per la som-

ministrazione dell’insulina. La dott.ssa Bruzzese ha fatto vedere nel corso dell’incontro gli strumenti più innovativi, già in uso presso il Centro di Locri ed i Servizi distrettuali dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria, con i quali i bambini ed i giovani con diabete possono essere curati in maniera ottimale e che consentono di personalizzare al massimo il trattamento. La gamma di questi strumenti è molto ampia: autoiniettori d’insulina, microinfusori tradizionali e con funzioni avanzate, microinfusori senza filo, i-port per la terapia ad iniezioni multiple, sensori glicemici integrati, holter glicemici ed il nuovissimo glucometro che consente di determinare il valore della glicemia senza necessità di dover pungere il dito per prelevare una goccia di sangue capillare. Tecnologie in continua e rapida evoluzione che a breve promettono di arrivare al micro pancreas artificiale, già in fase avanzata di sperimentazione anche in soggetti in età pediatrica. A tal proposito, molto interessante è stato l’intervento della dott.ssa M. Novella Luciani, Direttore dell’ Ufficio Ricerca Sanitaria e Biomedica del Ministero della Salute. Compiacimento è stato espresso dal Presidente del Consiglio Regionale, Arch. Nicola Irto, presente all’ incontro, per i risultati che la “Rete” e il Centro di Diabetologia pediatrica dell’ASP di Reggio Calabria hanno raggiunto in questo settore. Il Presidente ha colto l’occasione per ribadire il suo impegno, già preso ancor prima della sua nomina alla massima carica regionale, a far sì che i centri della rete possano continuare a effettuare i soggiorni educativi-terapeutici, i

cosiddetti Campi scuola, che in Calabria si svolgono dal 2012 e che sono ormai da tutti riconosciuti come parte integrante della cura. Soddisfazione è stata espressa anche dal Sindaco di Siderno, On. Pietro Fuda e dal suo Vice-sindaco Anna Maria Romeo, dal Vice-sindaco di Roccella Jonica, Vittorio Zito. Tra i Politici e i Rappresentanti istituzionali presenti anche l’On. Mimmo Bova, l’ On. Giuseppe Lombardo e Peppe Panetta, il Consigliere Regionale Sebi Romeo e Maria Teresa Fragomeni.

VOLANDO NEL MARE DI ROCCELLA JONICA Ventisei minuti il tempo impiegato da Monica Priore per percorrere la distanza di circa 1,3 km nel mare di Roccella Jonica e tornare al punto di partenza in una splendida cornice organizzata dalla Associazione Giovani con Diabete della Locride e dall’ Amministrazione Comunale di Roccella Jonica. Puntuali, alle ore 10.00 di Ferragosto, si sono ritrovati sul Lungomare Nuovo Belevedere grandi e piccoli per dare tutto il sostegno possibile a Monica Priore, grande campionessa di nuoto, conosciuta dalle cronache nazionali per aver attraversato a nuoto lo Stretto di Messina e percorso il tratto di mare nel Golfo di Napoli che separa Capri da Meta. In acqua i mezzi della Capitaneria di Porto che, grazie al Comandante T.V. Massimiliano Mastrodirocco e ai suoi collaboratori, hanno garantito la sicurezza per tutto il percorso. A fare da cornice ragazzi e istruttori

La prima tappa Calabra è terminata, anche qui ho incontrato delle persone eccezionali, dal Dott. Mammì alla Dott.ssa Bruzzese che dedicano veramente anima e corpo al loro lavoro, riuscendo ad instaurare con i loro piccoli pazienti e con le loro famiglie dei rapporti di vera amicizia e collaborazione, agli associati dell’AGD Locride che sono riusciti a creare una grande famiglia supportandosi a vicenda e lavorando per il bene dei propri figli. Grazie anche a Fausto Certomà e al suo entusiasmo, per aver messo a disposizione della collettività la sua esperienza professionale inducendo la gente a praticare regolarmente attività fisica e per aver realizzato una passeggiata di fitwalking in mio onore, alla quale ho partecipato simbolicamente solo per un piccolissimo tratto. Grazie anche all’osteopata del ROI Giuseppe Brindisi che nonostante la festività di ferragosto mi ha messo a disposizione la sua professionalità. Gente semplice, con un gran cuore che mi ha accolta a braccia aperte nella terra Calabra, è stato come se li conoscessi da una vita, eppure per me fino a poco tempo prima erano dei perfetti sconosciuti, mi sono sentita come a casa, tenendo conto che da casa mia sono assente dal 28 di Giugno sentendone decisamente la mancanza. Sono arrivata al sud indubbiamente, lo si constata da cene e pranzi impegnativi quasi interminabili, che fanno ricordare le vecchie abitudini. Nonostante fosse il 15 Agosto, c’è stata molta partecipazione all’evento sportivo, solo 1,3 km in 26 min, una mini tappa considerando che oggi ne ho un altra sempre in Calabria ma questa volta su Crotone. Monica Priore (dal suo sito web “Volando sulle onde della vita”)


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TELEVISIONE

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Lo chef del Gambero Rosso di Marina di Gioiosa Jonica porta con successo i sapori della Locride a Mezzogiorno Italiano, la trasmissione della televisione pubblica che indaga i sapori della nostra terra.

Riccardo Sculli porta la Locridesu Rai 1 ezzogiorno Italiano è un programma che sta andando in onda dallo scorso giugno su Rai Uno nella tarda mattinata. Lo scopo della trasmissione, condotta da Arianna Ciampoli, è parlare di Expo e, soprattutto, far conoscere i vari territori del nostro magnifico Paese grazie alla partecipazione di chef provenienti da tutte le regioni d’Italia. Mercoledì scorso è toccato al nostro Riccardo Sculli, chef del Gambero Rosso di Marina di Gioiosa Jonica, portare i sapori della Locride nella seguitissima trasmissione Rai. «Sono stato contattato davvero a sorpresa dalla produzione pochi giorni prima della diretta, tanto che non sono state poche le difficoltà organizzative, considerata la stagione estiva. Dato che l’occasione era davvero irripetibile, tuttavia, pur di essere a Roma alle 11.30, per l’inizio del programma, ho viaggiato la notte, con un borsone di prodotti tipici della nostra terra che mi sarebbero stati utili per presentare un piatto tipico durante la trasmissione. «Mi era stato chiesto, infatti, di preparare un piatto semplice ma originale, che potesse essere facilmente replicato dai telespettatori che, ovviamente, quasi mai sono chef professionisti. Ecco dunque che, dopo aver presentato la materia prima tipica della Locride (ho portato ricotta di Mammola e Caciocavallo di Ciminà), ho creato un piatto con prodotti che fossero veramente a km 0. «Per rappresentare bene la Locride, ho pensato di portare la Cernia di fondale, un pesce che si riesce a trovare solo in mari profondi, come lo Jonio, e di prepararla con una semplice doppia cottura prima di avvolgerla in un croccante con crumble salato ai gusti mediterranei (pomodoro, capperi e basilico) per poi condirla con una salsa ai profumi mediterranei (datterini, olive nere e rosmarino). «Nonostante la stanchezza, si è trattato davvero di una bellissima esperienza, che mi ha fatto incontrare le persone splendide che compongono la produzione. Mi sono inoltre stati fatti i complimenti da tutti e, benché non possa sapere quale sia stata la reazione del pubblico alla preparazione del mio piatto, credo che la cosa più importante sia stata proprio quella di poter mettere in una vetrina così importante Marina di Gioiosa Jonica, la Locride e, in generale, tutta la Calabria, riuscendo a catturare l’attenzione degli spettatori anche senza inserire degli sponsor». La soddisfazione di Riccardo non è certo vana. A noi il suo piatto è piaciuto davvero moltissimo e non vediamo l’ora di replicarlo per proporlo a parenti e amici. Jacopo Giuca

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Mezzogiornexit: il salto quantico verso la morte del Sud

Dove va la mia Roccella Ma dove va la mia Roccella con queste estati così abbondanti, così gravide di note musicali svolazzanti, dove in ogni luogo, in ogni piazza, slargo o angolo urbano partoriscono suoni ed emozioni acustiche che t’avvolgono e riecheggiano lievi e originali melodie jazz. Roccella è come una cassa acustica; eppure siamo nati, vissuti, qui, per anni e non sapevamo fino in fondo di vivere in un contesto urbano inzuppato di questo genere musicale che penetra senza aggredire e che sembra fatto apposta per questa ambiziosa città. Siamo cresciuti qui, attorno a queste mura e a questa roccia che pare essere imbibita di note musicali e melodie che imprigionate per anni, secoli, sono ad un certo punto esplose invadendo i nostri animi ed arricchendo le nostre coscienze; chi mai poteva immaginare che questa era, o sarebbe diventata, anzi è, anche la nostra vera Roccella? Non sapevamo di questa straordinaria e intrisa identità musicale. Come in una sorta di vaso di Pandora bisognava che qualcuno o qualcosa disostruisse il percorso e liberasse le note dal pentagramma idealmente disegnato nei nostri vicoli e nelle nostre piazze. Ma, in fondo in fondo, la musicalità, se ci si pensa un po’, è già qui, è nel nome stesso della città: Ro-cce-lla (Roc-cel-la), sentite com’è musicale! Sin da giovanissimo, e anche ora quando viaggio e mi trovo fuori e devo dichiarare a qualcuno la mia provenienza, senza esitare, con un vezzo d’orgoglio, dico: sono di Roccella! Perché già so che la musicalità del nome incuriosisce e si memorizza facilmente nella mente d’ognuno. Dove va la mia Roccella, con la sua bella passeggiata panoramica, così paesaggistica, che cinge e adorna la vecchia rupe, con i suoi straordinari silenzi ai piedi delle mura del Castello, dove i suoni della città giungono a te e ti basta chiudere gli occhi e sentire che ogni suono lentamente s’avvicina verso di te, e tu sei al centro di uno spazio senza tempo, e ciò ti crea una quiete profonda dell’anima. Comprendi, quindi, la consapevolezza che in verità non sono i luoghi ad infondere il silenzio, giacché questo è già dentro di te, nel centro della tua anima, poiché è esso stesso il silenzio, proprio

perché il centro è silenzio assoluto, privo d’ogni rumore, è capace di cogliere i suoni che ti giungono, che ti penetrano dentro, che ti avvolgono: suoni di jazz, che dal tuo silenzio ti fanno sentire al centro del mondo e del tuo tempo. Dove va la mia Roccella dunque, con i suoi teatri e le sue chiese, con le sue piazze e le sue marine, con le sue manifestazioni e la sua bella gente, la mia gente; Roccella a questo punto, come nelle descrizioni delle “Città Invisibili” di Calvino, non so se va verso le città felici o quelle infelici, perché, oltre a non aver senso dividere in queste due specie le città, occorre piuttosto ragionare sull’oggi, sulle reali prospettive di sviluppo economico-occupazionale di una comunità; del resto un antico detto orientale dice: “l’uomo non pensa attraverso la testa ma con la pancia”. Certo è che il “diritto alla felicità” dei roccellesi non può essere misurato solo con il positivo dinamismo culturale, arricchito in questi ultimi anni dalla costruzione e recupero di ottime location distribuite in tutto il centro urbano. Ciò appare positivo ma, forse, non sufficiente per soddisfare bisogni primari e per creare nuove occasioni di sviluppo e di crescita economica se non con il varo di una sana progettualità occupazionale. Le potenzialità e possibilità del territorio nel suo complesso rimangono ancora sostanzialmente “presupposte”, come nelle “Affinità elettive” di Goethe, senza tradursi in vere capacità e certezze per le giovani generazioni che, in definitiva, restano inespresse soprattutto per colpa di un “contesto ambientale”, quello meridionale e calabrese in particolare, sempre più distante dal resto del Paese ed incapace di offrire occasioni per la libera e indipendente formazione dell’uomo-cittadino. Roccella, per questa via, rimane, come peraltro già sottolineato pubblicamente da molti, un caso a se, una positiva eccezione, una bella città-isola contornata dal poco e talvolta dal nulla, fisicamente lontana dai circuiti nazionali, dove la sua bella gioventù continua ad andar via, questa volta senza rimpia nti e senza ritorno. Vincenzo Asprea, architetto in Roccella Jonica

Ecco, ora la parola c’è: Mezzogiornexit. È anche brutta, suona male, si scrive con difficoltà. Ma senza questa parola l’Italia non poteva ancora annientarci. Ora che c’è, state tranquilli, è solo una questione di tempo. Possiamo fare armi e bagagli, signori: il Sud è finito e non c’è più niente che si possa fare. L’invenzione di questa stupida e cacofonica parola ha scatenato le potenze della Fisica Quantistica e della Storia: non c’è più possibilità che l’elettrone che ci teneva vivi, incollati con lo sputo, come il gatto nella scatola di Schrödinger, si sposti da dove è stato collocato. La trappola si è azionata, il veleno è fuoriuscito dall’ampolla, il gatto è morto. Non siamo sul punto di cadere, siamo già caduti. La terra ci manca da sotto i piedi, l’attimo in cui potevamo ancora aggrapparci a una radice sporgente dal dirupo, è trascorso, inghiottito dalla freccia unidirezionale del Tempo. Ora la velocità aumenterà con una accelerazione uniforme fino a portarci al momento più buio della nostra storia: qualcosa che oggi solo i più pessimisti tra gli autori di distopie riescono a immaginare. Ciò che è sempre mancato agli studiosi di storia è la capacità di ipotizzare un futuro. Non è un luogo comune che gli storici siano dotti e noiosi, categorici e tanto tetragoni quanto un bieco professore di algebra. La lettura di fantascienza dovrebbe essere obbligatoria dei corsi universitari di Storia e in particolare somministrata come terapia d’urto ai membri della Deputazione di Storia Patria, in cannula giugulare aperta. Se Marx, Gramsci e Zitara avessero letto fantascienza, forse oggi una speranza ci sarebbe. Ma non è stato così e i giochi sono fatti. Il rapporto Svimez non è una terribile sirena d’allarme che segnala

un pericolo imminente: è una marcia funebre a un cadavere in stato di putrefazione. Il Sud è morto nel 1861, e solo dopo 150 e più anni, qualcuno ha deciso di cantarci la messa. Berlusconi, la Lega, il federalismo fiscale, D’Alema, l’euro, sono stati solo metastasi di un cancro incurabile. Saviano contro Renzi, Flora Sculco su Saviano contro Renzi, Falasca dalle pagine di Italia Oggi, Neoborbonici incazzati, Duosiciliani agguerriti, Separatisti in fermento. Sono tutte balle. Chiudete tutto, preparatevi i bunker, fate scorta di farmaci, antibiotici, acqua demineralizzata e di scatolette a lunga scadenza. Fate fuggire i vostri figli, metteteli in salvo, non insegnategli il dialetto, non fategli amare questa terra. Cantategli l’inno di Mameli per farli addormentare, insegnategli il tedesco in culla, inculcategli l’anglofilia e fategli lezioni di legalità. Nient’altro che seguire il vento potrà salvare qualcuno di noi, quelli più fortunati, che hanno spirito e giovinezza per andarsi a cercare una salvezza altrove. Qui morirà tutto. E non ci vuole H.G. Wells per un facile pronostico. Il coraggio di una rivoluzione non l’abbiamo, è inutile che stiamo a raccontarci frottole, nessuno metterà i sacchi di sabbia sulla Salerno-Reggio Calabria per fermare il camioncino Galbani. Renzi è un fascista, Saviano un coglione, Sculco una burocrate, Falasca un giornalista prezzolato. Volete una ricetta per la salvezza? Il protocollo di salvataggio del Mezzogiorno dal default? Be’, non c’è. Chi dice il contrario lo fa per convenienza. Lidia Zitara

Foto ricordo 2 raduno studenti I.T.C. Marconi aa.ss. 1974/1979 presso il ristor. Piatto Matto di Siderno la sera del 19/08 allietata dalla presenza di due insegnanti. In senso orario:Muia' Franco -prof Calauti Brullo Letizia- prof Loschiavo Vittorio - Longo Barbara - Sainato Aldo - Zelferino Beatrice- Pacecca Annamaria - Larosa Caterina - Sgambellone Leonardo - Macri Maria Conc - Spagnolo Anna T - Mittica Antonio - Repaci Costantino - Romeo Giancarlo Filocamo Vincenzo - Rubinace Davide - Leoncini Salvatore - Gennaro Rocco - Pasqualino Carlo - Benzone Fausto (non compare)..

La pineta che parla e si esprime ad alta voce Nei mesi estivi, grazie al nostro illustre paesano Bruno D'Agostino che annualmente, da Milano, torna nella sua Siderno, la Pineta che per tutto l'inverno rimane muta, finalmente si rianima. Lui, Bruno D'Agostino riesce in questo periodo ad attirare con la sua presenza persone di ogni età e di ogni ceto formando ogni anno un bel gruppo misto( di cui Lui stesso è stato eletto Presidente) ed appartenenti anche a partiti diversi. Si parla un po' di tutto dalla politica alla storia, da Renzi a Manzoni, di problemi Nazionali e locali come il dissesto del nostro Comune , del lungomare, di conseguenza si parla molto bene anche del nostro Sindaco Fuda che ce la sta mettendo veramente tutta per riportare Siderno ai valori di una volta. Però, è severamente vietato parlare di lutti... (il Presidente non lo consente). Il pregio dei pinetari è quello che spesso si fanno sentire a distanza e le discussioni sono

cosi animate ma così animate che fanno eco contro le pareti del Municipio e tornando indietro vanno a sbattere pure contro le pareti della Carime almeno per tre quattro volte, E' TUTTU 'NU RIBEGLIU! AVUNDI LAMPA E AVUNDI TRONA" diversi impiegati del Comune si affacciano dalle finestre e sorridono, i passanti impressionati dalle grida di qualche componente si fermano anche loro, e però, poi gioiscono molto divertiti nel sentire le animate discussioni dei pinetari che a tutto volume si esibiscono nei loro discorsi. Il Presidente Bruno cerca di mettere un po' d'ordine...e di tanto in tanto ci riesce. Il divertimento, però, è assicurato. Chi vuole rilassarsi venga alla Pineta, le porte sono aperte a tutti ma...attenzione ...bisogna avere una bella voce e soprattutto non bisogna mai parlare di malattie e di lutti( Il Presidente è severo). Evviva la Pineta e il suo ideatore Bruno D'Agostino. Mimmo Massara


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La nostalgia “Mondadori” H del tuo

o conosciuto Pasquino nel 1977, avevo 9 anni e mio padre aveva organizzato una delle tante cene tra amici. Ricordo ancora il suo arrivo a casa mia in macchina con l'autista, e ricordo solo che dopo cena vidi tutti scomparire per andare in cantina mentre io dovevo salire per andare a letto. Crescendo l’ho rivisto solo in qualche occasione legata al partito, e quando fu candidato alla presidenza della Regione. Quando ho intrapreso l’impresa de la Riviera iniziarono a collaborare in molti, da Rocco Ritorto a Paolo Catalano, più avanti Nicola Zitara e Totò Delfino, mentre Pasquino faceva il prezioso. Dopo la morte di mio padre, lui mi fu vicino e volle organizzare una giornata in ricordo. Da quel giorno iniziò a collaborare con il giornale, prima con articoli politici e successivamente con una rubrica dal nome simbolico “Il fesso della settimana”, inutile spiegare il senso. In occasione del matrimonio di una figlia di Fortunato Nocera abbiamo avuto modo di ritrovarci al tavolo. Io raccontavo che Nicola Zitara mi aveva chiamato per dirmi che gli rimanevano pochi mesi di vita e che voleva morire come direttore de la Riviera. Prima che finissi Pasquino guardò mia madre e mi disse: “Dopo Zitara, il direttore lo faccio io”. Da quel momento la nostra collaborazione divenne intensa, l’ho vissuta giorno dopo giorno fino al 19 agosto del 2013. È stata una bellissima esperienza, porterò sempre nel cuore la bontà di Pasquino, terrò sempre in mente alcuni suoi insegnamenti. Due cose spero che di Pasquino rimangano: la sua umiltà giornalistica - per lui non esistevano differenze tra le persone - e l'onesta intellettuale. Il Professore aveva il vezzo di chiamare tutti con nomi particolari o soprannomi: il mio era “Mondadori” che voleva dire tante cose, e usava chiamarmi così anche al telefono o per email; addirittura se prendeva appuntamento diceva “vengo con Mondadori”. Dopo 4 anni vissuti intensamente ora faccio i conti con la sua assenza, che si manifesta in varie forme, sicuramente nell’analisi delle notizie del giorno, che lui riusciva a capire prima degli altri. La sua presenza ci rendeva più forti, perché con Pasquino alle spalle non temevamo nessun attacco, anzi erano gli altri a doversi preoccupare della sua penna. Come ultimi allievi ci rimane l’obbligo di portare avanti le sue battaglie, giornalistiche e politiche. Concludo riportando di seguito la chiusura del suo editoriale di saluto come nuovo direttore de “la Riviera”: La linea del settimanale, se una linea c’è, rimane immutata. Io scriverò da giornalista tra i tanti giovani giornalisti, che in questi anni hanno lavorato e continuano a lavorare a «la Riviera» con entusiasmo, coraggio, senza irretimento nelle verità ufficiali e nelle veline. Libero ognuno di correre secondo le proprie inclinazioni. Ma c’è un punto che deve unirci: operare «a nome del meridionalismo, o, quanto meno, di ideologie che in esso s’incentrano», come ammoniva Guido Dorso. È questo il «memento» che il grande meridionalista avellinese ci ha lasciato. E «memento» – conclude Crupi – non significa solo ricordare, ma più precisamente: assolvere un dovere. Il nostro dovere – c’è bisogno di dirlo? – da assolvere è quello che ci obbliga alla difesa dialettica della Calabria come uomini e come giornalisti”. Rosario Vladimir Condarcuri

“Porterò sempre nel cuore la bontà di Pasquino, terrò sempre in mente alcuni suoi insegnamenti.Due cose spero che rimangano di lui: la sua umiltà giornalistica e l’onestà intellettuale”.


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ATTUALITÀ

Ettore Fioravanti incanta i sidernesi e rimane

affascinato da Siderno DEDICATI A MIMMO MAREMMANO e Piero Cusato I concerti di questa sera a Siderno sono dedicati al Prof. Edoardo “Mimmo” Maremmano, per molti anni collaboratore dell’Associazione Culturale Jonica, dell’ISMEZ (Istituto Nazionale per lo Sviluppo Musicale del Mezzogiorno) e del Roccella Jazz Festival. Mimmo si è spento 10 mesi fa (a soli 50 anni) mentre svolgeva alcuni lavori domestici insieme ai suoi familiari. Una scomparsa improvvisa che ha lasciato un vuoto incolmabile in tutti quelli che lo conoscevano e gli erano affezionati. La sua scomparsa presenta alcune analogie con quella di un altro sidernese, il suo amico e collega Piero Cusato (anch’egli prematuramente stroncato da un infarto quattro anni fa) con il quale aveva condiviso l’esperienza della “Jonica Ensemble” (diretta da Giancarlo Schiaffini) che negli anni ottanta è stata una delle formazioni concertistiche più prestigiose della Locride. Con la Jonica Ensemble, oltre a suonare nell’ambito del Roccella Jazz Festival, entrambi avevano partecipato al Festival Internazionale della Gioventù di Marrakesh in Marocco e ad alcune tournée in Spagna e in Grecia promosse dall’ISMEZ e dall’associazione Culturale Jonica-ONLUS. Mimmo era conosciuto da tutti come persona creativa, generosa e leale. Era un lavoratore instancabile. Ultimamente si dedicava principalmente alla sua attività di docente di musica e nella scuola dove lavorava aveva messo su un laboratorio musicale molto attrezzato e sofisticato di cui andava molto orgoglioso. Precedentemente, per alcuni decenni, Mimmo (così come Piero) aveva ricoperto diversi ruoli nell’ambito delle attività musicali, didattiche e culturali promosse dall’associazione Culturale Jonica e dall’ISMEZ. Era stato, infatti, per molto tempo docente dei corsi di musica organizzati dall’Associazione Culturale Jonica nelle scuole della Locride e, poiché aveva grandi doti anche nel campo degli allestimenti, era stato per molti anni responsabile di tale settore nell’organizzazione del Roccella Jazz Festival, quando la manifestazione era ancora ospitata dal “mitico” cortile delle scuole elementari di Roccella Jonica, uno spazio spoglio e veramente difficile da gestire. Ringraziandolo ancora per quanto ha fatto per Festival, Il Presidente, la Direzione Artistica e lo Staff con la dedica di questa sera intendono onorare la sua memoria e rinnovare i più forti sentimenti di affetto e vicinanza alle persone a lui care.

lasse 1958, Ettore Fioravanti la musica ce l’ha nel sangue fin dalla più tenera età. Ha solamente 15 anni quando comincia a percuotere la batteria sotto la guida di un maestro sapiente, che gli insegna le basi e lo instrada verso un successo indiscutibile, considerato il suo talento innato. A partire da quel momento, infatti, la sua carriera, che ascende in maniera quasi verticale, gli garantisce la partecipazione a festival del jazz di grande prestigio e che lo portano a girare davvero tutto il mondo. Avere un nome come il suo all’interno del palinsesto della 35ª edizione del Roccella Jazz Festival era da considerarsi una grande vittoria, per gli organizzatori, sicuri che il suo sound melodico e originale, completato dall’eguale bravura dei suoi accompagnatori Marcello Alluli, Francesco Poeti e Riccardo Gola, avrebbe incantato il pubblico della Locride. Oggi, che quel concerto tanto atteso si è svolto a Siderno assieme a quello particolarissimo dei Biogroove di Nino Errera e Vito Amato con un successo oltre ogni più rosea aspettativa, nell’ambito della manifestazione “Orti Urbani”, che si sta tenendo alla Villa Comunale, è tempo di bilanci. Bilanci che possono essere fatti non soltanto grazie alle espressioni estasiate ed entusiaste del pubblico, ma anche attraverso le parole dell’Ettore Fioravanti Quartet che, affascinato dalla cornice che è stata riservata alla sua performance, non ha esitato a ringraziare gli organizzatori e la città affermando di aver suonato in uno dei posti più incantevoli che abbia mai visto. E un’affermazione del genere, fatta con sicura sincerità, non può che riempire d’orgoglio i sidernesi che ancora credono nelle potenzialità della propria città e, soprattutto, l’Amministrazione Comunale che, con grande impegno e una spesa ridotta all’osso, è riuscita a sviluppare un’idea dell’Assessore alla Cultura Ercole Macrì realizzando una delle manifestazioni di maggior successo dell’estate.

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Roccella Dance Festival, la vittoria della danza e il trionfo dell'amicizia Non c'è stata sfida, non c'è stato antagonismo ma solo il dolce vortice della danza che volteggiando ha dato vita a una giostra di emozioni. Un vero successo quello della II edizione del Roccella Dance Festival che, nella suggestiva cornice del teatro al castello di Roccella Jonica, il 9 agosto scorso ha visto esibirsi una commistione di generi artistici, dal classico al contemporaneo, dal tango all'hip hop ai balli caraibici e latino americani. La manifestazione, ideata e fortemente voluta da insegnanti di altissimo livello e pluripremiati come Lidia Strangio della Tersicoree di Roccella Jonica, Ivana Sanci della Dyonisos di Siderno, e Natale Nucera della A.Jo.D. di Bianco, ha visto la partecipazione di numerose scuole di danza: New Exedra di Janaina De Oliveria, Soverato; ASD Oriental Ballet di Valentina Montoro, Roccella; Body

Center di Silvana Calautti, Marina di Gioiosa; Associazione Danza in Movimento di Stefano Infusini, Siderno; Kines Sporting Club di Mary Varacalli, Ardore; Dance Time di Sergio

Frangipane, Reggio Calabria; Gioiosa Dance di Francesca Rigitano, Gioiosa Jonica; Note Danzanti di Marianna Agostino, Gioiosa Jonica; Free Life di Katya Sotira, Gioiosa Jonica, e tante altre.

Colori, evoluzioni, giravolte, sensazioni hanno contribuito alla vittoria della danza, che è riuscita nel suo intento più nobile: diventare modello di sociabilità grazie alla sua capicità di unire, tessere e fondere rapporti di sincera condivisione e amicizia. Tra le novità di quest'anno il matrimonio tra danza e fitness grazie al Welldance, nuovo metodo di allenamento ideato da Annarosa Petri, rimasta abbagliata dalla bellezza del posto, e Raffaele Paganini. Anche quest'anno il Roccella Dance Festival è riuscito a stupire gli appassionati di danza e il pubblico intero favorendo l'incontro del talento di grandi professionisti che hanno espresso il meglio di quest'arte e contribuito a portare in alto il nome delle eccellenze calabresi. Adesso si chiede a gran voce un bis per quest'inverno.


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IL 26 AGOSTO ALLE 17:00 PRESSO L’EX CONVENTO DEI MINIMI DI ROCCELLA SI TERRÀ IL CONVEGNO

Nuovi appalti pubblici, anche la Locride si mette in cammino per le trasformazioni necessarie La disciplina degli appalti pubblici è spesso al centro di discussioni e polemiche. Tutte le volte in cui emergono episodi di malcostume e corruzione si riaccende il dibattito sull'adeguatezza delle norme che regolano l'affidamento e l'esecuzione delle opere pubbliche. Oggi il tema è reso ancora più attuale dal prossimo recepimento, nel nostro ordinamento, delle nuove direttive comunitarie. L’occasione è stata interpretata dal Governo, dal Parlamento e dai principali attori economici e sociali, come una favorevole opportunità di cambiamento e di soluzione dei nodi critici del sistema degli appalti e delle concessioni in Italia. Offerte anormalmente basse, varianti in corso d’opera con conseguente lievitazione del costo finale dell’opera, scarsa attenzione al valore del progetto e nell’esecuzione dei lavori hanno alimentato opacità e sprechi. Si tratta di difficoltà e limiti derivanti anche dal confronto quotidiano di professionisti e pubbliche amministrazioni con disposizioni complesse e procedure elaborate in continua evoluzione. Le nuove direttive europee puntano ad un uso strategico degli appalti per assicurare una spesa pubblica di qualità in lavori, forniture e servizi, nel contesto di una ridotta disponibilità di risorse. Una spesa non fine a se stessa ma capace di promuovere una crescita sostenibile, intelligente e inclusiva. Da Bruxelles arriva lo stimolo a considerare le commesse pubbliche come strumen-

to forte di sviluppo, a percepire il sapere tecnico delle imprese come una straordinaria risorsa anche per la pubblica amministrazione, a colmare le distanze tra il sistema degli appalti pubblici e il mondo imprenditoriale privato, a semplificare, eliminando gli ostacoli al libero e corretto gioco dei legittimi interessi nel mer-

cato delle opere pubbliche, dei servizi e delle forniture. Ma anche l’invito agli Stati a qualificare sempre di più le proprie stazioni appaltanti rendendole trasparenti, competenti, capaci di spendere bene e di dialogare e negoziare alla luce del sole con le imprese. Il testo della legge delega, ora all’esame della Camera

dei deputati, è stato approvato dal Senato il 18 giugno 2015, con un voto a larga maggioranza, sulla base del testo incardinato dal relatore Sen. Stefano Esposito. Mentre la legge delega è in corso di approvazione nell’altro ramo del Parlamento, la Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Ministero delle Infrastrutture hanno istituito una commissione di esperti di cui è componente il prof. Pierluigi Mantini, per la scrittura dei decreti delegati. La disciplina degli appalti pubblici costituisce un aspetto assai rilevante per i progettisti, perché sulle regole che normano i bandi di gara per i servizi di architettura e ingegneria si gioca la possibilità stessa per la maggior parte dei professionisti di potervi accedere. Per tale ragione, in questo lungo processo che ha visto tutte le componenti del mondo delle costruzioni proporre le migliori soluzioni per questa importante opera di riforma anche il mondo degli architetti ha fatto la sua parte. Oggi la Calabria, con le sue forze migliori, vuole offrire un contributo eccellente al cambiamento: il rilancio della politica infrastrutturale è infatti un settore strategico per costruire una Regione moderna, competitiva, più inclusiva, in grado di salvaguardare il proprio territorio e di garantire qualità della vita ai cittadini. I comuni della Locride si mettono in cammino per gestire insieme i processi di trasformazione necessari.

Il nuovo direttivo del Rotaract di Locri Lo scorso 10 agosto a Siderno, presso il Grand Hotel President, i giovani soci del Rotaract di Locri hanno rinnovato la presidenza e proclamato il nuovo direttivo. Alla cerimonia hanno partecipato il governatore del distretto 2100 Rotary, ing. Giorgio Botta, il presidente del Rotary club di Locri, dott. Sergio Hyeraci, il rappresentante distrettuale Rotaract, dr. Stefano Scarpa, i rotaractiani provenienti dalla Campania e dalla Calabria, molti rotariani, rotaractiani, Sua Eccellenza il Vescovo Mons. Francesco Oliva, i rappresentanti del Corsecom prof. Mario Diano e l’ing. Edmondo Crupi, i soci del club e simpatizzanti. Il nuovo presidente del Rotaract di Locri è il giovane Giuseppe Pelle di Antonimina, studente in farmacia all’Università della Calabria. L’intervento del Vescovo Oliva, incoraggiante e affettuoso, con parole dirette ed efficaci ha espresso l’importanza di affiancare i giovani, aiutandoli a diventare protagonisti, permettendogli di usare il loro entusiasmo per migliorare le sorti del territorio. Dopo il simbolico scambio del collare, Giuseppe Pelle ha ringraziato i presenti, in particolare Sua Eccellenza e ha espresso l’orgoglio del club per l’elevato incarico di governatore del distretto 2100 ricoperto da un membro del Rotary di Locri, l’ing. Giorgio Botta e il profondo riconoscimento per l’eccellente lavoro svolto dalla dr.ssa Annamaria Crupi. Il presidente Pelle ha poi individuato nel connubio continuità-cambiamento la fonte di indirizzo del suo prossimo operato, preannunciando che il Rotaract di Locri sarà parte integrante e attiva di un tavolo di concertazione per lo sviluppo turistico della Locride, che si sta istituendo e a cui parteciperanno i rappresentanti delle amministrazioni pubbliche locali, provinciali, regionali, esperti, operatori privati e altri enti. Infine ha ringraziato, per avergli fornito questa occasione, il prof. Mario Diano, presidente del Corsecom. Ma soprattutto il neopresidente ha posto l’accento sulla speranza che questa iniziativa faccia emergere nei giovani la responsabilità di operare, senza molti piagnistei, per questo territorio. Non è una sfida facile, ma va intrapresa e vinta. La serata è proseguita a Gioiosa Ionica con una raccolta di fondi destinata all’acquisto di un defibrillatore da donare al Tennis Club di Siderno.

A mia sorella Questa mia ultima composizione a mia sorella, voglio dedicare. È lei che me ne dà l’ispirazione senza neppur doverla ricercare.

Tanti i miei carmi scritti sinora, quarantanove le sue primavere. Preludio di un inizio perché ancora, fulgidi esempi ci farà vedere!

Sembra ieri: bambina capricciosa e poi serena e brava adolescente. Giovane fidanzata, dopo sposa, professoressa e madre intraprendente. Ma il purosangue sai! quello di razza si distingue rispetto ad un ronzino nelle difficoltà: l’uno ci sguazza, mentre l’altro v’annaspa, poverino!

Così Rosanna; le virtù migliori nelle ore più tristi, nere e amare, tu sei sempre riuscita a tirar fuori, qualunque esame fosse da affrontare.

Se; anche patologie e giorni duri, t'imposero di portare un gran fardello, proprio allora compresi, in quei dì oscuri, il privilegio d’esser tuo fratello! Buon Compleanno Giuseppe Lupis


RIVIERA

CULTURA E SOCIETA’

TEATRO INVERNACOLO

Il primo atto di un successo che fa sognare Siderno Grotteria: l’orgoglio dell’appartenenza n uno dei magistrali punti della Filosofia della storia il filosofo G.F.W. Hegel, dopo aver esposto le categorie che caratterizzano gli accadimenti umani tra cui quella del mutamento , scrive: “Il lato negativo dell’idea di mutamento ci arreca dolore.” E questo dolore è causato dal fatto che la vita più bella, la formazione più ricca trovino nella storia il loro tramonto. Tutto è caduco dunque, tutto è transeunte e a distruggere questa pienezza sono state le passioni, gli interessi. “Chi – continua il filosofo – avrebbe potuto fermarsi tra le rovine di Cartagine, Palmira, Persepoli, Roma, senza essere mosso a considerazioni sulla caducità dei regni umani e degli uomini a forte rimpianto per la ricca e forte vita di un tempo?”. Credo che queste considerazioni non siano solo calzanti per il sottoscritto che prova un profondo senso di malinconia ogni volta che si trova a Grotteria e che in quelle case aggrappate l’una sull’altra, con in cima l’alto torrione del castello, in quei monasteri e chiese a cui è stata cambiata la fisionomia originaria o che sono addirittura scomparsi, affonda le sue millenarie radici, ma siano sentimenti che ogni viaggiatore prova e sente ogni volta che la vede. È vero: evito sempre di passare da quel centro medievale, di fermarmi, di accettare il caffè che i miei concittadini rimasti mi offrono per denotare la loro attestazione di stima; evito di partecipare ad attività ricreative e anche culturali a cui non mi dovrei sottrarre; evito di recarmi nel centro e quando lo faccio, lo faccio perché qualche “dovere” me lo impone: il decesso di persone che conosco da sempre oppure dei loro familiari, il matrimonio o qualche avvenimento simile, l’acqua di Cridone, il mio parrucchiere Pasquale, le passeggiate nei boschi. Evito persino di andare a rivendicare i miei diritti alla Casa Comunale, come per esempio il fatto di chiedere di mettere una nuova lampadina nel lampione di casa mia in contrada Ablacì perché quella precedente si è ful-

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minata da ben tre anni. Evito soprattutto di vedere questo centro medievale, non secondo a nessuno, che non molto tempo sprizzava vita e gioia da tutti i pori. Non so a chi tributare la colpa di tale degrado e francamente non è giusto neanche attribuirlo solo alla “politica” e alla pessima amministrazione. Pur tuttavia conoscendo bene queste mie “debolezze” l’altra sera, come per i funerali di cui sopra, non mi sono potuto sottrarre di andarci e di sera per giunta. Pensavo di stare male invece è stato bellissimo. Vedere il borgo illuminato, popolato di gente, soprattutto giovani, per un momento mi è sembrato che il passato non esistesse e che esistesse solo il presente, quel presente meraviglioso che mi ha coinvolto facendomi dimenticare di avere i capelli bianchi. È vero c’era anche una inutile e insignificante rappresentanza politica di cui non si capisce il ruolo e il significato, ma transeat la bellezza dell’indimenticabile serata è stata quella marea di gente che tracimava da piazza Palermo e la magistrale interpretazione degli attori: Raffaele Cagliuso, Chiara Femia, Mariella Bruzzese in Femia, Domenico Femia, il giovane Condorelli, Marrapodi, la Jannizzi e di tutto il gruppo Teatro che lavora dietro le quinte e spesso non compare mai al pubblico. Complimenti per il programma che avete offerto. Complimenti perché avete saputo proporre tematiche come i diritti civili riuscendo a coinvolgere l’intera platea. Ebbene sì, a Grotteria, in provincia di Reggio Calabria, si è parlato di discriminazione razziale, sessuale, di violenze domestiche, di emigrazione, di diritti, di ambiente e senza essere a Copenhagen oppure ad Amsterdam! Grazie Gruppo Teatro. Domenico Angilletta Una distrazione imperdonabile: ho tralasciato nell’incipit un’altra categoria: Verjugung= ringiovanimento. Che Grotteria stia ringiovanendo?

La manifestazione del teatro in vernacolo, che si è svolta a Siderno all’inizio del mese sotto la direzione artistica di Vincenzo Muià, è l’occasione perfetta per tornare a parlare del teatro e del futuro artistico culturale del nostro comprensorio.

Si è riusciti a compiere una vera e propria operazione di restauro di un’intera comunità che si è rivelata amante del teatro oltre ogni aspettativa”

«Oh Vi, ‘ndavimu u facimu u teatro in vernacolo. ‘ta senti?» «Sì, che ci vuole?» «Allura ta vidi tu». Così è iniziata l’avventura organizzativa che ha portato alla nascita della prima e si spera non ultima rassegna teatrale in vernacolo della città di Siderno, con un brevissimo botta e risposta telefonico tra l’Assessore alla cultura Ercole Macrì e Vincenzo Muià, diventato poi direttore artistico di questa meravigliosa rassegna. Ecco che dal 4 al 7 agosto si sono avvicendate sul palco allestito in Piazza Portosalvo compagnie provenienti da Reggio Calabria, Melito di Porto Salvo, Vibo Valentia e Barcellona Pozzo di Gotto, «quest’ultima - ci confessa Muià, che ha trascorso tanti anni al Ministero della Giustizia - finalmente conosciuta non solo per il tribunale ma anche per un teatro amatoriale dalle notevoli capacità. «Nonostante le vicissitudini - continua il teatrante - si è riusciti a compiere una vera e propria operazione di restauro di un’intera comunità che si è rivelata amante del teatro oltre ogni più rosea aspettativa. Dal primo all’ultimo gior-

no l’affluenza e l’interesse sono stati davvero eccezionali. «Ampio merito va dato al regista Nino Denaro che ha fatto da tramite per l’arrivo a Siderno delle compagnie Luna Gialla, la melitese La Fucina e l’amatoriale de “I Commedianti di Soveria Mannelli”. Altro ringraziamento va a Sabina Bruzzese, scenografa dell’associazione artistico culturale Ettore Petrolini di Barcellona Pozzo di Gotto originaria di Siderno, nonché a Tonino Pasqualino e Vincenzo D’Agostino, i cui locali hanno sponsorizzato la promozione dell’evento. «Attraverso l’uso del dialetto sono state messe in scena tematiche di assoluta contemporaneità, dal fenomeno Facebook alle testimonianze reticenti passando attraverso le dinamiche socio-familiari, il tutto condito da simpatia e partecipazione di pubblico». Il direttore artistico della rassegna, impegnato ormai da tre anni presso “Locri Teatro” in qualità di insegnante, ritiene che se in poche settimane, con l’attuale stato delle cose dal punto di vista amministrativo, si è potuti giungere a un tale risultato, sia possibile, attraverso l’impegno e la volontà di tutti, cominciare a ragionare sull’utilizzo del teatro come effettivo elemento legante di una comunità fino a qualche mese fa disgregata. «In ciascun calabrese - continua il direttore risiede un’anima recitante. Ne è prova la qualità delle farse di un tempo, ormai perse. Che si tratti di teatro contemporaneo o di farsa, si parla sempre della possibilità di dare qualche cosa di sé al di fuori di sé, con la voglia di raccontare quelle che sono le storie del passato e le storie di oggi. Che tu sia un bravo attore o meno, l’importante è che tu faccia succedere qualcosa, così iniziano tutti i racconti. È anche per questo che in questi giorni si sta parlando di un laboratorio permanente di teatro che possa lavorare su nuovi spettacoli sia in vernacolo che in lingua italiana anche in città, per essere pronti ad accogliere la prossima rassegna magari con una produzione locale. Un’altra storia, che si vorrebbe vedere attuata al più presto, è quella di un luogo aperto a tutti, rispettato da tutti, dove tutti possano comunicare le proprie idee e le possano vedere messe in pratica. Che si chiami “Casa della Cultura” o “Teatro di Siderno” ha poca importanza, deve essere esclusivamente un luogo dove tornare a sognare insieme». Che questo sogno abbracci tutta Siderno, permettendo al teatro in vernacolo di non fermarsi al suo primo atto. Jacopo Giuca

27 agosto nuovo appuntamento con la musica di altissima qualità al Ombligo de la Luna.

Unica data in Calabria per DELLERA.

DELLERA, è autore, cantante e polistrumentista. Inglese d’adozione, respira per oltre 10 anni la scena musicale inglese e internazionale. Ritornato in Italia nel 2006 diventa membro degli Afterhours con i quali realizza tre Tour americani, compone e registra l’album “I Milanesi ammazzano il Sabato” e vince al Festival di Sanremo il premio della critica nel 2008. A settembre 2010, dopo un bellissimo concerto al MArteLive Festival, l’incontro con Giuseppe Casa e pochi mesi dopo la firma di un contratto di management con l’omonima etichetta discografica MArteLabel, con cui nell’ottobre nell’ottobre del 2011 pubblica l’album “Colonna Sonora Originale”. . Nel mese di marzo DELLERA registra “Effetto Notte” un film studio Live dell’album al quale prendono parte il meglio dello scenario Indie italiano con artisti quali: Giovanni Gulino (Marta sui Tubi), Diego Mancino, Dente, Calibro35, Rodrigo d’Erasmo, Enzo Moretto (A Toys Orchestra), Gianluca de Rubertis (Il Genio).

Nel mese di aprile 2012 DELLERA, insieme agli Afterhours pubblica il nuovo disco “Padania”. Nel mese di maggio 2012 DELLERA si aggiudica il premio Miglior Voce 2012 KeepOn . Sempre nel mese di maggio 2012 esce il secondo singolo “Le Parole” che immediatamente entra nella Top Ten della Indie Music Like. Nel mese di settembre 2012 “Colonna Sonora Originale “ viene votato dalla giuria del Premio Tenco come finalista per la migliore opera prima dell’anno. A settembre 2014 esce il primo singolo “Ogni cosa una volta” ; il brano, contenuto nella colonna sonora del nuovo film di Pierfrancesco Favino, "Senza nessuna Pietà", viene presentato al Festival di Venezia. Il 15 Gennaio 2015 esce in tutti gli store digitali “Stare bene è pericoloso”. Nel mese di Febbraio Torna a ricoprire il ruolo di Bassista nel tour Teatrale degli “Afterhours” Il 6 Aprile inizia “Stare bene è pericoloso Tour” Partendo dalla Città di Taranto.


RIVIERA

LA ROSA DEIVENTI QUANDO ANCHE LE TELLE PIANGONO

La morte di un genio : Beethoven Quelle mani che volavano sulla tastiera di un pianoforte ,quelle note che riempivano cieli e mari e procuravano emozioni straordinarie agli uomini di tutti i tempi ,ora erano lì , abbandonate su un lettuccio fra le cui lenzuola circolano delle cimici come sulle pareti di una stanza fredda ,in un freddo marzo del 1827

; gli occhi perduti nel vuoto , in un vuoto assurdo , senza suoni , senza musica .Solo .Col niente intorno .Un amico guarda quel genio e scriverà : “ l’ispida testa grigia appare spenta , un mucchio di arida cenere sul guanciale “. Beethoven è ormai lontano , molto lontano . Non ha mai sentito una sola nota , un solo applauso .Niente . Perché la vita gli ha negato il dono dell’udito . Neppure quell “Inno alla gioia ,, che ha sfidato e sfiderà i secoli fino a che ci saranno orecchie umane ad ascoltarlo, potrà dare gioia al suo cuore la soddisfazione di mani che applaudono . Beethoven si sta spegnendo . Non ha ancora compiuto 57 anni . Lascia all’umanità , per sempre , il dono più grande , l’eredità più grande , l’armonia di cui era colma l’ anima sua . Quella che sentiva soltanto lui dentro di sé e mentre vola verso l’infinito, quell’inno impregnerà di sé l’umanità sotto tutti i cieli e in tutte le epoche e sventolerà come una bandiera di vittoria su ogni male e su ogni circostanza avversa .

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Festa delTurista, una ventata di fresche suggestioni La lingua della memoria, il dialetto, si è fusa con l’arte teatrale in un connubio ironico e frizzante, rivelatore di emozioni, espressioni e valori della nostra realtà territoriale e capace di tenere alta l’attenzione di adulti e bambini.

Ancora una volta un grande successo per la Festa del Turista, organizzata dalla Pro Loco di Siderno, con il patrocinio del comune e della provincia di Reggio Calabria. L’evento giunto alla sua XVIII edizione ha visto la partecipazione di un pubblico nutrito e attento dall’inizio alla fine della serata. In apertura, Agostino Santacroce e Antonella Scabellone, il presidente e la segretaria della Pro Loco, hanno salutato il numerosissimo pubblico e ringraziato l’amministrazione comunale, rappresentata tra il pubblico, dal vice sindaco Anna Romeo e dall’assessore alla cultura Ercole Macrì. È stata espressa gratitudine anche al Vespa Club di Siderno, il quale ha esposto le coloratissime e leggendarie vespe; ai pittori Rosanna Trimboli e Alessandro Allegra, presenti in piazza a mettere in mostra le proprie opere. Inoltre sono state ringraziate le aziende “Il Podere dei Leoni”, “I Sapori dell’Orto” di Caterina Caruso, quest’ultima, ha esibito i suoi prodotti, facendo degustare le tipiche pannocchie arrostite, il “Consorzio dei Produttori del Caciocavallo” di Ciminà, il caseificio “Monti del Chiaro”, il “Mammola Funghi”, “Silvia Scali”, “Antico Forno”, “Santa Barbara”, tutti di Mammola, infine la Pro Loco di Ciminà e di Mammola, le quali hanno collaborato alla buona riuscita dell’evento. In seguito, come da programma, è andata in scena la commedia brillante in vernacolo calabrese “NU GIRU ‘NTA TELEVISIONI” in tre atti dai titoli: “C’è Posta per Te”, “Il Turista” e “La Prova del Cuoco”, diretta da Cosimina Leuzzi, dell’Associazione Amici Felici, compagnia teatrale di Stignano che dal 2008, con i suoi lavori, ci permette di conoscere uno spaccato della nostra

cultura locale. La lingua della memoria, il dialetto, si è fusa con l’arte teatrale in un connubio ironico e frizzante, rivelatore di emozioni, espressioni e valori della nostra realtà territoriale e capace di tenere alta l’attenzione di adulti e bambini. Da evidenziare anche, che, negli intervalli dei tre atti dell’opera teatrale si sono esibiti tre ballerini della scuola di danza “Dancing for you” di Riace che per bravura e coreografie hanno entusiasmato tutti i presenti. Siamo quindi arrivati al momento clou della serata, tra il secondo e il terzo tempo della commedia, sono stati consegnati i Premi Fedeltà. I turisti selezionati, quali vincitori del premio Fedeltà 2015 sono stati: Lidia Mittoro e Diego Savastano provenienti da Saronno (VA) e ospiti di Siderno da 25 anni, Ornella Galuppi e Fancesco Boraso da Vigliano Biellese (BI), turisti sidernesi da 45 anni e Francesca Lombardo e Mario Lombardo da Grugliasco (TO), anche loro affezionati turisti sidernesi da oltre 40 anni. I vincitori hanno ricevuto una pergamena ricordo e dei graditissimi cesti di prodotti tipici del nostro territorio; consegnati loro dal vice sindanco Anna Romeo, dall’assessore al turismo e alla cultura Ercole Macrì e dal presidente della Pro Loco Agostino Santacroce. Il vice presidente della Pro Loco Giuseppe Badia insieme a Mariagrazia Barbieri, Angelica Terrioti e Giuseppe Vitale anch’essi componenti dell’organigramma della Pro Loco e la volontaria Tiziana Panetta hanno attivamente partecipato alla realizzazione della serata.

Al Castello medievale di Ardore si parla russo Il suggestivo scenario del Castello medievale di Ardore Superiore ha fatto da cornice, nei giorni scorsi ad una importante quanto singolare serata culturale nel corso della quale è stato presentato l’ultimo libro di Giuseppe Varacalli dal titolo “Viaggio attraverso la poesia russa- il romanticismo e oltre”. Un’opera decisamente singolare che ripropone, con la traduzione in italiano, una serie di poesie scritte dai piu’ popolari poeti sovietici e si sofferma anche sull’influenza che ebbe la letteratura europea sugli autori di quel Paese. Un’opera decisamente singolare frutto della passione di Varacalli , già cultore di letteratura e linguistica, per la lingua russa che iniziò a studiare e approfondire nel 2004, con varie puntate a San Pietroburgo città alla quale ha dedicato la sua prima opera “ Quando l’autunno”. La serata culturale introdotta e coordinata da Aristide Bava ha avuto per protagonisti oltre allo stesso Giuseppe Varacalli, professionista di Ardore trapiantato a Roma ( è ingegnere) che, appunto, ha scoperto la sua passione per la lingua russa e per la scrittura in tarda età, il sindaco di Ardore Giuseppe Grenci che dopo i saluti istituzionali si è soffermato, aiu-

tato da appositi video, in alcuni apprezzati interventi e la docente Beatrice Bumbaca che ha sviluppato una attenta relazione sull’opera di Varacalli che comprende non solo una raccolta di liriche tradotte in versi italiani ma anche un’ampia introduzione letteraria dal romanticismo al futurismo. Nel corso della serata sono state anche declamate alcune delle poesie contenute nel volume da Franco Nicita e da Ugo Mollica particolarmente apprezzate dal pubblico che ha segui-

to con interesse anche le interessanti “emozioni” che hanno accompagnato la strada letteraria di Giuseppe Varacalli dopo l’esplosione della sua passione per la lingua russa. Varacalli oltre alle due opere già citate ha scritto anche “Autunno”, raccolta di versi anch’essa bilingue. Tra l’altro nel 2008 con la sua prima opera ha ottenuto a Roma il premio della giuria al Concorso nazionale Orient Express.

DOMENICA 23 AGOSTO

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RIVIERA

Davide Ruso e Mario Spataro, i protagonisti dell’estate della Locride si incontrano a Caulonia e ci concedono un selfie d’autore!

Orti Urbani pigliatutto Nemmeno Luigi Errigo e Francesco D’Agostino hanno resistito al fascino naturalistico di “Orti Urbani”, l’evento che ha portato Siderno alla Villa Comunale!

Direttori artistici a confront I direttori artistici del Roccella Jazz Festival, Paola Pinchera e Vincenzo Staiano, approfittano un momento di relax per parlare dell’arte nella Locride.

Minuetto itinerante Eufemia Valeri ed Enzo Scarfò si prendono una serata di pausa dalle cucine del Minuetto per farsi una passeggiata e parlare (animatamente) con gli amici… Un’estate da sogno Abbiamo pizzicato Antonio Ceraudo (detto Plis) e Raffaele Salerno a passeggiare serenamente lungo corso della Repubblica, a Siderno. Ah, quant’è bella l’estate!

Sidernesi di ritorno Mariateresa e, sullo sfondo, Agnese, due nostre conterranee che da tanti anni vivono e lavorano a New York, posano con Carmelina al KukuMerla, a Siderno.

Il Barone passeggia per Siderno Anche Bruno Venuto, meglio conosciuto come il Barone di Siderno, non può resistere a un’estiva passeggiata mattutina lungo corso della Repubblica.

Gioia FanciullescaFranco Galluzzo vive un momento di gioia fanciullesca. In compagnia di un palloncino, mostra la serenità di un uomo a cui però manca la fanciullezza.

Platì viene a Siderno Il commissario di Platì Luca Rotondi torna a Siderno per capire che cosa offre l’estate culturale della Locride. In questa foto con Mimmo Panetta.


SETTIMANALE

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DOMENICA 23 LUGLIO 23

Carmelo Scarfò, Peppe Figliomeni, Giuseppe Belcastro, Stefano Palmanova e, in primo piano, Cosimo Tropiano e il laureato Francesco Simone

Una bianca notte magica Pino Carella e Maria Teresa Criniti ricordano la bianca notte magica di Roccella con uno scatto che li proietta verso l’infinito del cielo stellato.

Il Loccisano battente La “Chitarra Battente" Francesco Loccisano, una volta tanto senza chitarra, si gode una bella serata estiva assieme alla sua ragazza Ilenia Caccamo.

Funghi di Calabria Enzo del Manhattan e il suo amico di Canolo ci mostrano i meravigliosi funghi raccolti nei boschi del nostro Aspromonte. Locreide: che terra fantastica!

I tre del Clubino Jimmy Calabrese, Vito Lacopo e Alessandro Origlia costituiscono un terzetto delle meraviglie, che si diverte e fa divertire: sono “I tre del Clubino”!

Latin Lover (quasi) in pensione Vincenzo Archinà approfitta di una sdraio per rilassare le sue stanche membra prima di riprendere l’attività di latin lover. Perde il pelo ma non il vizio!

Una passeggiata serale Elio Pezzano e la sua bella moglie siedono su una panchina durante la sosta da una passeggiata serale, fatta di incontri con gli amici e di aria fresca.

La Provincia in mostra Roy Biasi, Pasquale Brizzi, il presidente della Provincia Raffa, Vincenzo Loiero e Pier Paolo Zavettieri costituiscono i vertici dell’ultima (geograficamente) Provincia del Paese.

Filcar, auto dal futuro Pietro Filippone e Francesco Prochilo posano ai lati all’avveniristica auto esposta da Filcar fuori dalla Villa Comunale di Siderno durante Orti Urbani.

Tirare il fiato e ricominciare a lavorare Pino Albanese e Giuseppe Giarmoleo si prendono una pausa dal frenetico lavoro che si svolge quotidianamente a Siderno. Inspirare, ripartire!



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