LA CONTROCOPERTINA
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La grande paura il ritorno dei boss
DOMENICA 30 AGOSTO
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Reggio è divenuta la nuova Atlantide: sommersa dai debiti e dalla vergogna, dalla politica e dalla mafia. Dopo il fallimento del Modello Scopelliti, i veri boss sono pronti a varcare la soglia della loro città per l’ennesimo gioco a perdere
I De Stefanoe la fragile municipalità di Reggio MARIA GIOVANNA COGLIANDRO on più in una cella dall’anima fredda a fissare il soffitto. Una chiave dall’eccitante sapore di libertà ha girato nella toppa e per Orazio e Giovanni De Stefano il conto con la giustizia è stato saldato. A ottobre toccherà a Paolo Rosario, figlio di don Giorgio, dire addio alle sbarre e tra due anni a Carmine, mentre il fratello di quest’ultimo, Giuseppe, dovrà attendere ancora: nel 2003 è stato condannato a 18 anni per traffico di droga e 30 per associazione mafiosa. Ma questo non gli ha impedito di raggiungere i ranghi più alti della ‘ndrangheta: “capo crimine” l’hanno fatto e l’investitura è avvenuta all’interno del carcere stesso, niente di più gratificante per un boss. Che Giuseppe avesse la stoffa del vero ‘ndranghetista nessuno l’ha mai messo in dubbio. A 17 anni sparò il suo primo colpo mortale e da lì fu una escalation di colpi in più parti d’Italia, tanto che fu scelto come punto di riferimento del clan al fratello più grande, Carmine, che non uccise mai nessuno se non per errore. Peppe col suo savoir faire ha stuzzicato le voglie dei colletti bianchi. ‘Ndranghetisti, politici, imprenditori e massoni tutti incolonnati nella stessa somma, tutti a bollire nello stesso pentolone mentre la schiuma della minestra cresceva lentamente fino a sbordare spegnendo la fiamma. Colpa di quel Fiume in piena che ha iniziato a mormorare come il Piave. Se non fosse stato per lui, i De Stefano sarebbero ancora i capi indiscussi di Reggio. E pensare che Antonio Fiume era un fratello per Peppe e il padre, Don Paolino De Stefano, gli aveva persino dato in sposa la sua unica figlia Giorgia. Un Fiume ingrato che come tutti gli altri ha
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provato ad arginarla questa ‘ndrangheta! Che avrà mai fatto di male?! Ma finalmente l’incubo è passato: sono pronti a varcare la soglia della loro città i De Stefano, uno alla volta. E se - immaginiamo per assurdo tornassero loro a reggere la fragile municipalità di Reggio e, perché no, il proscenio della Regione? Se ci fosse un picciotto per ogni ganglio ipersensibile dell’amministrazione potremmo finalmente dire addio a corruzione ed eccessi! La ‘ndrangheta ha un senso così adamantino della giustizia! Servirebbe un’infornata di ‘ndranghetisti con l’apostrofo maiuscolo nei palazzi del potere. Basta amici degli amici, si crea solo confusione e non si sa più chi ringraziare quando si riceve un favore. Va assunta la ‘ndrangheta in persona! Lei saprebbe come solcare questo mare in tempesta. Perché è di segni concreti che ha bisogno la città. Che cosa se ne faranno le futu-
re generazioni di selfie che accompagnano ogni taglio di nastro o hashtag, geroglifici digitali che chissà se mai comprenderanno? La ‘ndrangheta è formidabile perché riesce a comandare all’interno di uno stato occulto. Burattinai di ombre che giudicano senza appello, puniscono senza pietà e colpiscono senza fallire. Lavorano sodo e non si lamentano. Non hanno bisogno di “Mi piace” per assicurarsi di aver fatto un buon lavoro. I De Stefano sono gente navigata: insieme ai Libri e ai Tegano hanno inventato la ‘ndrangheta moderna. Si sono scagliati contro la vecchia onorata società e hanno iniziato a fare affari col mondo. La loro non è una ‘ndrangheta tamarra ma da salotto, da Parioli. Sanno stare, senza strafare, altro che Reggio bene! Don Paolo, buonanima, era “uno di quei boss dalle scarpe lucide”, come lo dipinse Pantaleone Sergi su Repubblica nel
lontano 1985, all’indomani della sua eliminazione “plateale perché avvenuta nel suo regno”. Il re di Archi era in grado di spalancare porte dove non riusciva a entrare nemmeno il Presidente della Repubblica. “Spregiudicato quanto diplomatico – prosegue Sergi – violento e guardingo assieme, era il punto di riferimento delle mafie internazionali per il traffico di droga, armi e diamanti che ha portato miliardi nei forzieri delle cosche”. Insieme ai Libri e ai Tegano, i De Stefano si sono infiltrati ovunque: nella società Betuniq sequestrata a Malta lo scorso luglio c’erano loro. Qui come in Svizzera e Cipro hanno dirottato i loro investimenti, altro che vacanze studio di Scopelliti! Il buon Peppino voleva risollevare le sorti della sua città puntando sul turismo… ma quale Alpitour, ahi ahi ahi! Sono andati via i capibastone e Reggio è divenuta la nuova Atlantide: sommersa dai debiti e dalla vergogna. Il Parco Caserta
langue, la Perla dello Stretto, dopo anni di terapia intensiva, solo adesso sembra dare segnali di miglioria, le officine Omeca hanno oggi gli occhi a mandorla: da marzo scorso sono finite nelle mani dei giapponesi di Hitachi insieme con tutto il gruppo Ansaldo. E pensare che quando furono arrestati i De Stefano, Agazio Loiero, allora presidente della Calabria, parlò di “momento liberatorio”. Ma quale liberazione? Senza i De Stefano non esiste futuro per Reggio! È gente preparata: a Paolo Rosario, oggi punto di riferimento delle attività criminali del clan, le sbarre hanno consegnato una corona d’alloro. Seduto su quel lettino dalle lenzuola consunte è riuscito a laurearsi in giurisprudenza e nel suo libretto sfila un trenino di 30 e 30 e lode. Grazie a quella laurea Paolo Rosario ha potuto beneficiare della liberazione anticipata. E poi mi vengono a dire che la laurea non serve a nulla! Anche Giuseppe, che nella sua ultima uscita in pubblico indossava occhialini da professore, si è istruito. Si è diplomato al Liceo classico di Locri, da esterno e prendendosela comoda, ma conosce abbastanza il latino per leggere Catullo tra le sbarre e dedicare quell’Odi et amo alla sua adorata società. Sono pronti a riconquistare la loro Reggio i De Stefano, metteranno fine a questo sfacelo, diranno stop ai sequestri a tappeto di marijuana che in un’estate hanno mandato miliardi di euro in fumo… nel modo sbagliato! Faranno tornare in patria Mafia Capitale. Come prima, più di prima. Reggio sarà riconsegnata in mano alla ‘ndrangheta e in molti dovranno ritirarsi di buon ordine. Qualora questo dovesse accadere sul serio, ci vuole un gigantesco sforzo di fantasia per immaginare che possa andare peggio di così.
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ATTUALITÀ GIUDIZIARIA
Il trasporto della cocaina dal Sudamerica
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ra alcuni modi per importare droga dal Sudamerica uno dei più ingegnosi è quello di inserirla nelle “pietre”. Con l’operazione “Decollo” la Dda ha scoperto che la cocaina veniva trasportata in blocchi di marmo, per un valore di centinaia di migliaia di euro che hanno attraversato l’oceano Atlantico alla volta dei porti italiani. Una delle ultime operazioni antidroga, eseguita dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma, coadiuvati dai militari dei comandi Arma territorialmente competenti, ha visto il coinvolgimento di presunte cosche della ’ndrangheta della Locride con riferimento alla presunta importazione dal Sud America di carichi di cocaina occultati all’interno dei container utilizzati per lo stoccaggio e per il trasporto in Italia, a bordo di navi cargo, di pietra reperita in Nicaragua e utilizzata presso i cantieri di una ditta compiacente del Lazio. Il presunto gruppo criminale era suddiviso, secondo gli inquirenti, in quello “romano” con a capo un soggetto che si proponeva sul mercato quale fornitore di una piattaforma logistica e di servizi, capace di garantire le importazioni di narcotico in favore di altri gruppi criminali. La droga quindi, occultata nei container introdotti in Italia, talvolta tramite il porto di Civitavecchia, talvolta tramite quello di Salerno, veniva portata nel cantiere del “romano” dove veniva estratta dalle pietre in cui era stata precedentemente occultata in Nicaragua e veniva quindi consegnata alle organizzazioni criminali committenti che ne curavano il trasporto e lo smercio in altre località italiane. Nel corso dell’indagine è stato accertato che il gruppo “romano”, che comunque distribuiva in proprio quantitativi di narcotico nella zona dei castelli, forniva il proprio servizio di importazione di cocaina a due gruppi criminali, uno operante in Puglia nella zona di Andria e Ruvo di Puglia, e uno operante nella Locride composto da soggetti collegati da vincolo di parentela con elementi apicali di una delle più potenti ‘ndrine di Platì. Tra le importazioni contestate agli indagati figurano 58 kg. di cocaina, sequestrati nel porto di Gioia Tauro nell’agosto 2012, nonché numerose importazioni risultanti dalle intercettazioni ambientali riferibili al periodo 2010/2013. Nel frattempo, dopo le pietre, i narcos hanno utilizzato il legno per importare droga, che veniva estratta con particolari tecniche in Italia, sempre sotto la regia della cosche della Locride. Negli ultimi periodi si è ritornati ai tentativi di superare i controlli nei porti collocando la droga in container di frutta. Ma nulla hanno a che vedere con i tentativi di far giungere in Italia la droga attraverso delle motonavi veloci, quali la fantomatica “Mirage II”, protagonista dell’indagine “Igres”, sparita nel nulla con a bordo di presume ben 4 tonnellate di cocaina diretta in Italia. La nave, ancorata al largo di Panama, era stata acquistata tramite una prestanome dall’armatore greco al fine di effettuare il colossale carico pianificato dalle cosche calabresi e siciliane, in collaborazione con i cartelli colombiani, nel corso di una riunione tenutasi in Grecia nel febbraio del 2001. Da ultimo il presunto broker Domenico Trimboli ha riferito dell’ipotesi di far giungere lo stupefacente con un sommergibile.
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Quando i“cravattari” sono le banche Dal 2001 al 2010sono 18 i miliardi finiti nelle casse delle banche grazie
all’anatocismo
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embra il nome di una malattia, o di un corso alla Facoltà di Medicina, ma è una pratica tanto vecchia da quando esiste il prestito a interesse, tanto che il termine è di origine greca, e significa “soprausura”. Una specie di iper-usura, di usura maggiorata, di usura al cubo, di usura all’ennesima potenza. Solo che per l’usura si finisce in manette (a volte), per l’anatocismo si prende una multa (quasi mai). L’anatocismo è – in parole molto povere – quando la banca vi chiede gli interessi sugli interessi del vostro mutuo. Vi siete lasciati indietro un paio di rate? L’ente creditizio ci calcola sopra gli interessi e li ricapitalizza, cioè li somma alla cifra totale da restituire. Non solo, su quella cifra vi fa ancora pagare gli interessi. Una “capitalizzazione composta”: così suona la terminologia specializzata. La terminologia comune è “cravattari”, “strozzini”, “sanguisughe”, “scortichini”. Attenti, perché quando ci si mette sull’anatocismo le cose sono così confuse che il calcolo della fisica quantistica vi sembrerà uno scherzo. Diciamo che in linea generale l’anatocismo è vietato in Italia dall’articolo 1283 del Codice Civile, scritto nel 1942, l’anno in cui Glenn Miller ha preso il suo primo disco d’oro, per capirci. Tuttavia quest’articolo prevede tre eccezioni: 1)in caso di una domanda giudiziale (non avete pagato un debito su cui sono maturati interessi? La cifra che dovrete
pagare è il debito iniziale + gli interessi. Su questa cifra, considerata capitale originario, vengono di nuovo calcolati gli interessi). 2)Rate scadute di un mutuo 3)mancanza di “usi contrari”. Questa in particolare è la norma che ha dato la possibilità all’ABI di ricapitalizzare ogni tre mesi (mentre al privato la ricapitalizzazione degli interessi maturati su una somma ceduta in prestito viene concessa solo annualmente). Insomma, l’articolo è confuso ed è sempre stato applicato alla sinfasò. Nel 1999, nel famoso “decreto salvabanche”, Massimino D’Alema, sedicente politico di sinistra, attraverso una norma transitoria vieta l’anatocismo,
sanando però tutti i furti bancari precedenti. Ma la norma viene dichiarata illegittima, perciò si rende obbligatorio da parte del governo Amato nel 2000, e poi quello Letta nel 2013, esplicitare meglio l’illegalità dell’anatocismo in qualsiasi forma esso si presenti. Ma nell’Italietta dei presidenti del Consiglio a raffica, a Letta subentra Renzi, che ripristina l’anatocismo. Tutti puntano il dito verso gli altri, Bankitalia e ministra Guidi in primis. Si richiede l’intervento del Cicr (Comitato interministeriale per il credito e il risparmio), ma sta di fatto che i membri del Cicr sono tutti esponenti delle banche e dei ministeri nullafacenti. Il risultato è che l’anatocismo sarebbe vietato, sì, ma non per le banche, che comunque continuano ad applicarlo ogni tre mesi. Un giochetto che gli frutta 2 miliardi di euro l’anno, che vengono dritti dritti dalle nostre tasche. Il trend è fisso: dal 2001 al 2010 sono conteggiati 18 miliardi, e se tanto mi dà tanto, negli ultimi cinque anni ci sono altri 10 miliardi. Perciò farebbero 28 miliardi di euro, dal 2001 al 2015, letteralmente regalati alle banche. E ancora ci si chiede chi governa il mondo, o ci si illude che esistano schieramenti politici. Esiste un solo partito: quello della pagnotta. Ma siccome la pagnotta è anche un po’ da contadini, diremo che esiste il partito della frittura di gamberoni freschi. Lidia Zitara
RIVIERA
Attualità
Davvero crediamo che i
Casamonic siano Mafia C SITRATTA DI ROBETTADAFOLKLORECHE SE UNO STATO SERIO LOVOLESSE DAVVERO, POTREBBE SRADICARE IN UN SOL GIORNO.
'Nu rre,'nu maggistrato,'nu grand'ommo, trasenno stu canciello ha fatt'o punto c'ha perzo tutto,'a vita e pure 'o nomme: tu nu t'hè fatto ancora chistu cunto? Perciò, stamme a ssenti...nun fa' 'o restivo, suppuorteme vicino-che te 'mporta? Sti ppagliacciate 'e ffanno sulo 'e vive: nuje simmo serie... appartenimmo à morte!"
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lecito proibire un funerale? Secondo me, quando non esistono pericoli alla pubblica incolumità, assolutamente no! Non mi è piaciuto il corteo funebre di Vittorio Casamonica ma decisamente più che il funerale, mi scandalizza l’indegna gazzarra che la schiuma dei moralisti e legalitari di ogni risma ha scatenato sulla sua bara. C’è un antico adagio calabrese che riporto in forma ingentilita: “Chi ha soldi e amicizia, se ne fotte della giustizia”. Il “re” dei sinti della “giustizia” se ne è fottuto alla grande per un’intera esistenza. Ha comprato protezioni e complicità. È diventato ricco in maniera sostanzialmen-
te indisturbata e, con la ricchezza, è diventato potente e rispettato. Un intoccabile! Ora i custodi della “legge”, dell’“ordine”, della “sicurezza”, della “pubblica Morale”, della “politica” devono gridare forte per coprire con la vuota violenza verbale la loro sostanziale complicità o la loro incapacità. Un’operazione sostanzialmente ben fatta. Dopo esser stati “compari” del Casamonica quando era vivo, o innocui osservatori delle sue gesta, mettono in campo una strategia per “fottere” l’opinione pubblica. Si dà in pasto una bara per far passare sotto silenzio il vero problema che non possono, né vogliono affrontare.
Lo “sdegno” così tanto ostentato non si trasformerà mai in una seria legge sulla tracciabilità dei patrimoni. Mai in una legge sulla trasparenza dei depositi bancari. Non avremo mai una rigorosa, equa e seria patrimoniale sulle persone fisiche. Solo avanzare tali proposte sarebbe considerato un gesto provocatorio, una bestemmia contro la sacralità della ricchezza e del “libero mercato”. Roba da comunisti, o peggio ancora, degna di monsignor Galantino o di Papa Francesco. Allora dai! Rimuoviamo il parroco, ritiriamo la licenza di volo all’elicotterista. Magari ammoniamo qualche vigile urba-
SETTIMANALE
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SI DÀ IN PASTO
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Come è possibile che una famiglia di nomadi sia riuscita a stabilirsi nella città più presidiata d’Italia e raggiungere livelli di potere di tutto rispetto?
UNA BARA PER FAR PASSARE SOTTO SILENZIO IL VERO PROBLEMA CHE NON SI PUÒ, NÉ SI VUOLE AFFRONTARE.
Il Cartello e la Foglia Capitale? C no o qualche netturbino. Accumuliamo montagne di carta, facciamo inchieste, relazioni, riunioni, dicendo di voler “punire” i responsabili di cotanto delitto. Si organizzi qualche retata di uomini della bassa manovalanza del crimine con grande clamore mediatico. Troviamo a essa un bel nome, magari “operazione re di Roma” per colpire la fantasia degli ingenui. Quindi, facciamo passare i giorni, poi i mesi e poi gli anni e “tutto” resterà come prima! Non si può punire l’accumulo di ricchezza perché a “Roma”, (non mi riferisco ovviamente alla Città) “così fan tutti.” Le ricchezze e il potere vengono accumulati a piene mani da politici, questori, cardinali, magistrati, militari, giornalisti, alti burocrati oppure intorno alla Cassazione, al Consiglio di Stato, negli alti comandi, nelle vicinanze del Parlamento o di Palazzo Chigi. È questo il vero, grande scandalo! Solo gli sciocchi possono credere che “mafia capitale” possa essere ricondotta soltanto ai Buzzi, ai Carminati, ai Casamonica. Costoro sono i più esposti, certamente i più fragili, perché nel loro mondo la selezione è più difficile. Uno sbaglio, una debolezza può costare loro la vita. Una campagna di stampa: la libertà! I Casamonica hanno voluto i cavalli neri perché così han visto fare alle case
regnanti, agli aristocratici. Hanno voluto le roll royce perché è la macchina usata dai potenti. Loro hanno cercato solo di imitarli. Siamo sinceri, in fondo tra Vittorio Emanuele di Savoia e Vittorio Casamonica, non c’è alcun dubbio che - nei rispettivi ruoli - abbia più “meriti” il secondo. In verità, i Casamonica son poca cosa. Robetta da folklore che se uno Stato serio lo volesse davvero, potrebbe sradicare in un sol giorno. Dalle mie parti si diceva che nel mondo ci sono “berretti e cappelli”. Non li ha creati Dio. Sono il prodotto di questa società. Vittorio Casamonica è nato tra i “berretti” e si è illuso di morire tra i “cappelli”. Per i “cappelli” veri questo è inaccettabile, un’offesa alla “pubblica morale”. Un attentato alla “sacra” immagine delle vere caste. Ecco perché indicano come colpa grave, come macchia indelebile, quel funerale, sorvolando su come uno zingaro, malgrado il più poderoso apparato repressivo dell’Europa Occidentale, sia diventato un “re”di Roma. Posso anche capire l’onta. La Casta è casta! Però…prendiamone atto senza accanirci su quella bara pacchiana ma che pur sempre porta dentro un povero morto. Ilario Ammendolia
onvinto che le parole, almeno in alcune circostanze, siano "pietre", non escludo che mettere all'ingresso degli Enti pubblici cartelli contro le mafie possa avere un valore. Il cartello può divenire un simbolo di una volontà, di una scelta di campo, di un' azione amministrativa corretta e tesa alla ricerca del bene comune; ma può anche essere un foglia di fico: il gattopardismo italiota cambia tutto per non cambiare nulla! Diverse inchieste giudiziarie hanno messo in evidenza la capacità delle cosche di indossare i panni dell'antimafia, proseguendo nei loro affari e aggirando inchieste, arresti, sequestri di beni e cortei di condanna. Inoltre, la questione cartelli rischia di assumere aspetti tipici dell'autoritarismo politico: devi mettere il cartello altrimenti sei mafioso e devi essere commissariato. L'autoritarismo non contempla dibattiti né punti di vista diversi né una vera ricerca di verità e giustizia: ha l'obiettivo di imporre il suo potere, togliendo possibilità di scelte, attraverso l'imposizione di idee e comportamenti. Siamo alle soglie di un governo autoritario con le forme della democrazia? Un governo che usa la "lotta alla mafia", come altri fenomeni, per mettere fuori gioco gli oppositori? Il nuovo volto dell'autoritarismo sa anche di "razzismo" quando chiede, soprattutto ai sindaci del Sud, sospetti mafiosi per via della residenza, determinati passaggi? L'impressione che si ricava da questa vicenda è la stessa che si ha quando si ragiona su come si affrontano tutti gli altri problemi che segnano la vita dei cittadini italiani: non si cercano soluzioni, ma si accusa l'avversario politico, si devia la discussione; sul problema facciamo accademia, discutiamo, analizziamo, ma nell'obiettivo di usare il problema per colpire qualcuno, come se
non fossimo, o non volessimo essere, nelle condizioni di risolvere la questione, limitandoci, al più, a contrastarlo. Prima di decidere il valore e il senso di un cartello, dovremmo capire molte altre cose del fenomeno che stiamo considerando, cominciando a fare qualche domanda che diventa traccia per comprendere nella prospettiva di risolvere. La vicenda dei funerali del "capocosca" dei romani Casamonica, con tutto quello che ne è seguito, è l'icona di come va l'Italia: è stato detto di tutto, tutta l'indignazione possibile, ma anche la difesa di un funerale che, ci ha spiegato Alexian Santino Spinelli, rom italiano, musicista e docente universitario, è perfettamente "normale" per la loro etnia, anche se il defunto in questione non era rom, ma sinti. Ma la domanda cruciale, a mio avviso, è: come è possibile che una famiglia di nomadi, senza particolari legami, sia riuscita a stabilirsi in una città e, nel giro di pochi anni, raggiungere livelli di potere di tutto rispetto? Come è stato possibile che il processo di crescita criminale di un gruppo familiare, all'inizio poco numeroso, possa essere avvenuto nel tempo senza subire particolari contrasti? Come è possibile che ciò sia avvenuto nella città più presidiata d'Italia, sede dei vertici delle forze dell'ordine, nella Capitale di uno
Stato fondatore dell'Unione Europea? A quanto raccontano i media, questi signori non hanno mai avuto necessità di uccidere nessuno, è sempre bastata la minaccia, hanno costruito ville abusive senza che nessuno si accorgesse di nulla, hanno sviluppato i loro affari, sono stati interlocutori anche per uomini delle istituzioni, nel recente passato hanno ricevuto l'attenzione dei media senza che chi di dovere "vigilasse" in modo adeguato neanche in occasione dei funerali. Ma a Roma, e nel resto del Paese, alle mafie "tradizionali" si sono affiancati gruppi criminali di diverse etnie: albanesi, nigeriani, cinesi, latinoamericani, giusto per citare una rappresentanza per continente. Gli affari vanno bene, il territorio è marcato, il confine tra legale e illegale è spesso incerto, anche l'indegno mercato della prostituzione, cioè la pratica della schiavitù, è tollerato anche se non sembra lontana una legge che legalizzi persino questo commercio. È evidente che la responsabilità di tutto questo non è di singoli o di qualche partito: siamo davanti a un problema strutturale dello Stato. Un'altra domanda per concludere: di recente anche il nostro governo ha deciso di considerare nel PIL, indicatore della ricchezza prodotta che incide sugli interessi che paghiamo quando finanziamo il debito pubblico, anche la "ricchezza" prodotta dalle mafie; i conti pubblici ne hanno beneficiato, rendendo più facile sbandierare una presunta ripresa economica. Ma può uno Stato, peraltro in un momento così difficile, combattere una realtà che contribuisce alla ricchezza nazionale? Forse prima di decidere se ha un senso mettere un "cartello antimafia", dovremmo rispondere a qualche domanda, altrimenti andiamo a mettere solo una foglia di fico. Giuseppe Giarmoleo
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L’incontro di domenica sera a Roccella Jonica, avente come tema la cura dell’ambiente e l’avvio della raccolta differenziata nella Locride ha messo in evidenza alcune criticità sulle quali sarà bene riflettere con la massima attenzione prima di agire.
Ambiente
“Notte verde”: riciclaresì,manonsenzapensare na Calabria bella e sostenibile. È questo il sogno che ogni amante della nostra terra vorrebbe vedere realizzato in un futuro imminente e questo è il sogno che, da ormai molto tempo, cercano di realizzare i nostri ammini-
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stratori. L’idea di una Locride pulita, che viva di riciclaggio ed energie rinnovabili come auspicato da Pietro Fuda sulle pagine del nostro giornale la scorsa settimana, è indubbiamente così allettante da pretendere che i progetti relativi a questa prospettiva possano essere avviati da qui alla fine dell’anno. Come tutti i grandi progetti, tuttavia, anche questo richiede di non tralasciare nemmeno i più minimi dettagli, di dialogare con le istituzioni, avere pazienza e tanta forza di volontà. È quanto è emerso dall’incontro tenutosi domenica scorsa, a Roccella Jonica, nell’ambito della “Notte verde”. La serata promossa dall’Amministrazione Comunale su iniziativa dell’Assessorato all’Ambiante ha infatti dato spazio alle riflessioni di Pietro Fuda, Salvatore Fuda, Nicola Tucci, e Vittorio Zito, evidenziando che il conferimento, il riciclaggio e il riutilizzo dei nostri scarti, necessitino di tanta pianificazione per assicurarsi che vadano di pari passo con l’abbassamento delle tariffe. Nello specifico, l’Assessore alle Politiche Ambientali di Roccella Jonica ha spiegato come, ignorando la neces-
sità che le nostre strutture di conferimento dei rifiuti diventino più efficienti, l’avvio della raccolta differenziata in tutti i comuni della Locride, per quanto efficace, porterebbe al collasso dell’impianto di compostaggio cui il territorio fa riferimento, a Vazzano. E la questione tariffe? Un’altra nota dolente. All’attuale
stato delle cose, lo smaltimento dell’umido costa ancora sensibilmente meno rispetto a quello degli altri materiali, 90 euro a tonnellata contro i 120 di plastica, carta, vetro e alluminio, tariffe calcolate escludendo i prezzi di trasporto. La soluzione allora sembra essere una politica che si
concentri su un’unica parola: sostenibilità. Secondo Nicola Tucci, infatti, i nostri amministratori dovrebbero promuovere innanzitutto politiche che riducano il consumo dei rifiuti, che si concentrino sul riutilizzo pensando alla differenziata porta a porta solo dopo aver dialogato sulle sue possibili messe in pratica con la Regione. Dopo aver cercato di elevare la qualità del servizio già presente, infatti, ci si potrà permettere di lucrare sui rifiuti, trasformandoli in quel compost, energia o biogas che possano far vivere di rendita la Locride e che, magari, pur non abbattendo direttamente le tariffe della spazzatura, garantiscano comunque un sensibile risparmio sulle bollette. Come ottenere risultati così straordinari? Attraverso una pianificazione attenta, la partecipazione attiva di una cittadinanza che si è dimostrata in più occasioni sensibile all’argomento e la messa in rete degli impianti a noi più vicini (Siderno, Reggio Calabria, Gioia Tauro) riuscendo a equilibrare gli impegni, a organizzarsi in maniera flessibile e, perché no, a creare posti di lavoro. Se non si prenderanno provvedimento di questo genere, esperienze positive come quella di Roccella Jonica rimarranno casi a se stanti, in grado di migliorare la qualità della vita di un singolo centro urbano (o, peggio ancora, di solo una minima parte di esso) limitandosi così ad agire come un cane che si morde la coda. Jacopo Giuca
Siderno verso un censimento delle alberature comunali? Possibile l’approvazione del “Regolamento sul Verde Pubblico e Privato”
Nell’ambito della manifestazione “orti urbani”, si è tenuta mercoledì 19 agosto, una conferenza sulla possibilità di approvare, anche a Siderno, uno strumento di pianificazione piuttosto noto: il “Regolamento sul Verde Pubblico e Privato” di cui quasi ogni comune d’Italia s’è da anni dotato. La Calabria registra un pericoloso ritardo e Siderno (come molte città viciniori) non fa differenza. Senza cantar vittoria, si può dire che ci sono finalmente i presupposti perché qualcosa cambi. Che poi il cambiamento ci sia, è tutto da vedere. Il Regolamento è uno strumento di pianificazione urbanistica che molte città hanno adottato, per completare le leggi attualmente in vigore e gli articoli costituzionali. L’agronomo Gian Carlo Fiorenza, membro del team che si sta occupando del Piano Strategico Comunale, nonché relatore alla conferenza,
ha dichiarato la sua totale disponibilità nel proporlo alla Giunta e ai colleghi. Nel suo excursus, Fiorenza ha messo in evidenza l’importanza del censimento delle alberature comunali, senza il quale procedere sarebbe come menare colpi alla cieca. Bisogna non solo contare gli alberi e i grandi cespugli, ma valutarne le dimensioni, lo stato di salute, il pregio estetico e naturalistico, eventuali scorrettezze del tronco o delle branche, difetti o pericoli potenziali. Di seguito occorre decidere se e quali alberature eliminare, quali sottoporre a vincoli, quali rimpiazzare ed eseguire un’accurata scelta di generi adatti al clima e all’habitat cittadino. Si tratta di un insieme molto complesso da gestire, che richiederebbe molti mesi di studio. Il Regolamento non è solo efficace nel pianificare la spesa per il verde urbano, anche sul lungo o lunghissimo periodo, ma soprattutto per evitare quei brutali tagli detti scalve o capitozzature a cui gli operai comunali ci hanno da
tempo abituati. L’interesse da parte della nuova amministrazione sembra esserci, ci dispiacerebbe a questo punto venire delusi, viste le lotte e le battaglie che molti privati hanno sostenuto nel corso di questi anni in cui gli alberi sono stati lasciati alla mercé di personale in maniera molto evidente non qualificato: il risultato lo abbiamo sotto gli occhi facendo una passeggiata per le vie del paese. Nei giorni successivi sono stati tenuti degli incontri-dibattito sulla fitodepurazione con Diego Arcidiacono, sul sinergico con Riccardo Lamberto, e sui sistemi di rinverdimento verticali con Pasquale Giurleo. Gli incontri sono tutti volti a fornire alla neo amministrazione comunale delle valide indicazioni per avviare Siderno sulla strada della sostenibilità ecologica. Lidia Zitara
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Roccella, successo per il convegno sulnuovocodicedegliappaltiorganizzato dall'Ordine degli Architetti Il nuovo codice degli appalti al centro del Convegno organizzato dall'Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Reggio Calabria, giovedì scorso a Roccella Ionica. La normativa, in corso di approvazione al Parlamento, consentirà uno snellimento delle procedure con le quali oggi sono gestiti i lavori pubblici. All'ex Convento dei Minimi, uno dei primi appuntamenti di riflessione sul testo delegato, alla presenza di un parterre di eccezione. Iniziando da Pierluigi Mantini, docente di diritto al Politecnico di Milano e membro della Commissione di Studio del Governo sul recepimento delle Direttive europee. «Il nuovo codice degli appalti contiene elementi importanti per consentire maggiore trasparenza e partecipazione alla concorrenza nelle gare delle commesse pubbliche - ha dichiarato. Consentendo l'accesso a un mercato aperto e concorrenziale anche alle piccole e medie imprese. In Italia c'è l'esigenza di una forte semplificazione normativa, in un settore che è considerato un'enigmistica giuridica e rispetto al quale l'Italia deve adeguarsi, entro aprile 2016, all'Europa». Per il Presidente dell'ordine degli Architetti della Provincia di Reggio, Paolo Malara «la nuova legge sugli appalti è l’occasione per un’inversione di tendenza per ridare alla realizzazione delle opere pubbliche una visione strategica di trasformazioni di qualità della città e del territorio. Il testo introduce il Concorso di progettazione per le opere d’architettura, l’offerta più vantaggiosa in sostituzione del massimo ribasso per la scelta dei professionisti ai quali affidare un incarico e la limitazione dell’appalto integrato ai soli casi nei quali la componente tecnologica ha una prevalenza superiore al 70%. Inoltre va ripristinato il fondo di rotazione per la progettazione, indispensabile alle pubbliche amministrazioni per programmare la propria attività».
Designato il segretario titolare del Comune di Siderno Il Presidente del Consiglio Regionale della Calabria, Nicola Irto, non ha alcun dubbio: «La Calabria deve essere un modello di applicazione e di sperimentazione, con incontri e dibattiti pubblici, della normativa che a breve sarà varata dal Governo. Questo di Roccella è tra le prime occasioni di presentazione della Legge delega e noi dobbiamo essere pronti, come assemblea regionale, ad adeguare la legge per essere da subito pronti con l'utilizzo del Codice. In una regione in cui il malaffare impera e proprio nel settore dell'edilizia, segna le maggiori irregolarità. Senza contare che siamo il territorio con le più numerose opere infrastrutturali rimaste incompiute e rispetto alle quali serve una risposta tempestiva e certa anche da parte della politica». Per il Procuratore Giuseppe Lombardo, da tempo alla guida di importanti indagini nel settore gli appalti pubblici: «Le irregolarità riscontrate negli appalti si evi-
Primerano e il dubbio su quale ruolo ricopra“Agave”a Bovalino È stata diffusa di recente una nota stampa, a firma di Sebastiano Primerano, che si domanda quale ruolo abbia il movimento politico - culturale Agave che, dopo anni di silenzio corrispondenti al periodo di regolare amministrazione, a seguito del commissariamento si è fatto portavoce di problematiche sociali a Bovalino. Secondo Primerano, la fumosità di movimenti di questo genere non è la risposta per risolvere le problematiche del paese, che necessita invece dell’impegno della politica vera.
denziano più nella fase di esecuzione dei lavori e non nella fase di gara. Tra gli aspetti positivi della nuova legge la nomina pubblica del direttore dei lavori, oltre a una serie di criteri oggettivi che limiteranno la corruzione». Ospite anche il relatore del testo al Parlamento, il Senatore Paolo Esposito (PD) che ha ribadito le inefficienze, in termini di consegna dei lavori e di dispendio di denaro pubblico, inevitabili con l'attuale legislazione. Un problema che si è reso evidente per la Maddalena, l'Expo e la ricostruzione dell'Aquila. L'iniziativa, che ha riscontrato un enorme successo di presenze, è stata salutata positivamente sia dal Sindaco di Roccella, Certomà, che da Giorgio Imperitura, presidente dell'Associazione Comuni della Locride che si sono fatti promotori di altre iniziative in grado di potenziare il turismo culturale del territorio.
Bianco: bilancio ed eventi estivi innescano una polemica tra Canturi e la giunta che lo ha preceduto
Al telefono con Miss Scuntittizza sotto casa! - Ma se tu abiti al Dromo! - Eh, non si sa mai! Si prenderanno tutte le strade parallele al lungomare, e non si potrà camminare. Il corso di sopra sarà un incubo. Ma secondo te è mai possibile che durante questa ca*** di festa devono funzionare solo due strade, e che la via Marina è l’unica che porta a nord? - C’è anche la circonvallazione, veramente… - Sì, con tutte quelle buche! Le mie povere ossa! Già la notte non si dorme con tutto questo casino che fanno sul lungomare, che si sente in tutto il paese. Poi il caldo, le zanzare… Quando mi alzo sono già uno straccio. Il condizionatore si è rotto, e la manutenzione non ha pezzi di ricambio. Volevo comprarne un altro ma sono finiti, in paese non trovo neanche più un ventilatore. Sembra di vivere coi razionamenti, l’unica cosa che
La vecchia amministrazione di Bianco ha risposto in settimana al manifesto diffuso di recente dal sindaco Aldo Canturi con una lettera che ribatte, stando a quanto vi si trova scritto, ad affermazioni discutibili del primo cittadino. La polemica, vertente su una questione delicatissima come solo il bilancio di un paese del nostro comprensorio può essere, nasce dal presunto “gonfiaggio” dei debiti del comune da parte del sindaco, che non terrebbe conto, secondo la precedente Giunta Comunale, di un disavanzo tecnico che dovrebbe presto rientrare nelle casse cittadine. Come se non bastasse, il sindaco sarebbe stato reo di aver sottovalutato l’organizzazione di eventi come la “Corribianco” e “Calici di stelle”, declassati da manifestazioni nazionali a popolari. L’intento della lettera, corredata di cifre e date, è prevenire la possibilità che l’attuale amministrazione, in evidente affanno, secondo i suoi autori, possa attribuire a chi l’ha preceduta le responsabilità di fallimenti già evidenti.
L’ANGOLO DI PARRELLO
L’INTERVISTA IMMAGINARIA DI LIDIA ZITARA
- Pronto, Maria? - Anna, che c’è? È morto qualcuno? - No, nessuno! - E perché mi chiami a quest’ora? - Devo andare dal medico, mi accompagni? - Ma perché, Ciccio non ti accompagna lui? - No, Ciccio dice che durante la Fiera di Portosalvo la macchina non la prende! - Eh, tutti i torti non li ha. Ma se pure io ti vengo a prendere, poi troviamo parcheggio davanti al medico? - Sì, mi tiene il posto una signora amica mia, basta che le dico l’orario. Mamma mia, non vedo l’ora che questa festa sia finita, non la sopporto! - A chi lo dici! Vorrei addormentarmi e svegliarmi il 9 settembre! - Ma hai visto quest’anno come hanno iniziato a mettere i pali presto? E che faranno, ce la fanno arrivare
È stata decretata la nomina dell’avvocato Umberto Nucara a segretario titolare del Comune di Siderno. Come stabilito dalla Legge, il sindaco Pietro Fuda ha scelto non oltre i centoventi giorni dalla data del suo insediamento l’avvocato Nucara, a seguito della consultazione dei candidati tra gli iscritti all’Albo Nazionale dei Segretari Comunali, previa richiesta dello stesso al Ministero dell’Intero, ex Agenzia Autonoma per la Gestione dell’Albo dei Segretari Comunali e Provinciali. Con la pubblicazione del decreto da parte dell’Amministrazione Comunale, si comunica che Nucara, già incaricato dalla Prefettura di Catanzaro della supplenza di questo Comune con decorrenza al 6 luglio scorso, ha già preso servizio de facto e che formale dichiarazione dell’accettazione della nomina verrà immediatamente trasmessa al Ministero dell’Interno e alla Prefettura UTG di Catanzaro.
abbonda sono le chiacchiere e i panini con salsiccia. - Ma vai a mare e riposati! - Sì, al mare! Sporco com’è, con tutta quest’orda di bambini selvaggi che tirano pallonate a destra e a manca, e di genitori indifferenti! E poi per arrivare al mare devi sempre prendere l’auto, e non si trova mai parcheggio. E quando arrivi, non trovi neanche una doccia pubblica. Tanto vale andare a Caulonia o Bovalino, almeno lì un morzo di spiaggia libera c’è. Ma la benzina che se ne va! - Ma la sera, qualche teatro all’aperto? - La sera sono così stanca e fiaccata che non ho proprio la pazienza di sentire declamare stron**** . Odio questo periodo. - C’è qualcosa che ti farebbe contenta? - Sì, l’autunno.
Ho incontrato la sabbia Cammino, pensieroso come spesso mi capita, quasi in riva al mare quando sento una voce che mi chiama: mi volto, è la sabbia. “Ciao Franco, come stai?”- “Discretamente, faccio le cure e vado avanti, e tu?”- “ Anche per me passano gli anni; fino a qualche tempo fa i giovani e i meno giovani si sedevano su di me e scrivevano bellissime frasi d’amore, anche se poi con la fine dell’estate spesso tutto veniva dimenticato...”- “ Hai ragione cara sabbia, per te tutto questo è quasi completamente finito, resta solo “un dolce ricordo”… Franco Parrello
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Vucumprà:
chespiaggesarebberosenzadiloro? Sovraccarichi, vendono gli articoli più disparati. A Siderno persino libri. Libri di favole, di cucina africana, romanzi e gialli. E gli autori tutti rigorosamente africani.
Protagonisti delle nostre estati non sono solo le discoteche, il divertimento, la tintarella e le vacanze. Ebbene no. C'è qualcuno, anzi più di uno. Diciamo meglio, ci sono alcune persone che fanno un certo "lavoro", e quando cominciano a "lavorare", tutti noi possiamo finalmente affermare a gran voce che l'estate è ufficialmente arrivata! Sono alti, di colore e si coprono tutto il corpo con pantalone lungo e camicia perché sotto i 40 gradi estivi rischiano davvero il collasso. Sono i tanto famosi venditori ambulanti, conosciuti anche con il nome di "vucumprà". "Occhiali, occhiali! Bracciali belli! Borse, borse firmate! Collane, collane!"- vanno così animando le spiagge della Locride, talvolta le percorrono tutte, più volte al giorno. Capita la giornata fortunata in cui riescono a vendere qualcosa agli adolescenti o alla signorona in vacanza che è rimasta affascinata dal luccichio dei colori indiani. Capita quel giorno in cui l'unica cosa che hanno guadagnato è una sauna gratis con effetto dimagrante. Bisogna dire la verità, le nostre spiagge non sarebbero le stesse senza di loro. Talvolta ci regalano anche dei momenti di scambio culturale: si fermano a un ombrellone qualsiasi, perché magari qualcuno della combriccola gli ha ispirato simpatia, e cominciano a raccontare della loro vita, delle difficoltà nel loro paese. E allora si crea un'empatia che culmina quasi sempre nel donare una bottiglietta di acqua e una merendina a chi nella vita è stato meno fortunato di noi. Altre volte sono insistenti, tanto insistenti. Ma basta assumere un'espressione decisa dicendo "no, grazie", e loro continueranno rassegnati la loro lunghissima passeggiata. Lo scorso anno, evidentemente, gli affari sono calati, quindi questi venditori ambulanti hanno capito che per "tirare a campare" avrebbero dovuto ingegnarsi e sorprendere i probabili acquirenti. In una delle spiagge calabresi, precisamente a Tropea, il giorno di Ferragosto, mentre
SONDAGGIO SOTTO L’OMBRELLONE
Cosa ti è piaciuto e cosa cambiereste dell'estate appena trascorsa?
la spiaggia era stracolma di gente, un giovane indiano si preparava a uno spettacolo del tutto inusuale. Pensando di dover partecipare al Guinness World Record, si è caricato sulle spalle un banco di legno con tanto di ombrellone gigante per coprirsi dal sole, e ha dato vita alla prima bancarella itinerante nella storia dei vucumprà. Cosa vendeva il campione indiano? Costumi da bagno, di ogni fantasia e per ogni taglia, parei e quant'altro avesse a che fare con la spiaggia. E quante donne sono accorse! È stata una vera novità. Un altro ragazzo nigeriano andava per la spiaggia intonando una canzone rivisitata
da lui stesso, con cui invitava la gente in spiaggia a gustare il cocco fresco che aveva nella borsa frigo. Se non altro, ha regalato sorrisi. E pure tanti. A Siderno, invece, domenica pomeriggio, un ragazzo africano si è avvicinato all'ombrellone di mia madre facendole vedere la merce che aveva a disposizione. Erano libri. Libri di favole, di cucina africana, romanzi e gialli. E gli autori erano tutti rigorosamente africani. Insomma, tanto le è piaciuta questa innovazione, che mia madre un romanzo l'ha anche comprato. Però, bella come idea! Al posto delle soli-
te cose viste e straviste, anche i vucumprà hanno capito l'importanza della propria cultura. E quando, come ora, negli ultimi giorni di Agosto o di inizio Settembre, capita di scendere in spiaggia e non vederli, si realizza che l'estate è davvero finita, e che loro... si stanno preparando per la fiera di Portosalvo! Chissà che quest'anno, accanto agli oggetti etnici e alla bigiotteria, non vedremo una bancarella con i libri di autori indiani, senegalesi, nigeriani, cinesi e marocchini! Sarebbe una bella cosa, non credete? Sara Leone
Con settembre ormai alle porte e i turisti in partenza, il sondaggio di oggi è quantomeno doveroso. Abbiamo fatto la nostra solita passeggiata in spiaggia interrogando i turisti su cosa hanno apprezzato e su cosa, invece, cambierebbero di questa estate trascorsa nella Locride. Il 70 % di loro risponde che il posto è molto bello e tranquillo, i luoghi suggestivi, ci sono locali notturni dove potersi divertire, persone molto ospitali e cordiali. Insomma tutto positivo ma con un difetto profondo: le chiacchiere. Ebbene sì, sembrerebbe che noi della Locride avremmo una certa propensione al pettegolezzo. E dai... diciamocelo... siamo tutti un po’ pettegoli, impiccioni e allocchi! Quante volte abbiamo ascoltato delle "dicerie", che molto spesso si sono rivelate leggende, ma che abbiamo riportato come una catena di S. Antonio? Storie stranissime che, guarda caso, capitano sempre agli altri; per esempio, si dice che in una tal casa abbiano abitato dei fantasmi, noi non li abbiamo mai visti, ma proseguiamo la catena raccontando la favola ai nostri posteri. Ben diverso è il pettegolezzo, una "chiacchiera sociale" con un fondo di verità non sempre verificabile e che non lascia limiti alla fantasia. Nascendo da una chiacchiera sociale, il pettegolezzo è un dubbio sull'immagine che una persona vuole dare di sé e rappresenta dunque un rimprovero implicito. La lingua, le chiacchiere, il pettegolezzo sono armi che ogni giorno insidiano la comunità umana, seminando invidia, gelosia e bramosia del potere. Perciò, miei cari conterranei, tiriamo il freno alla lingua e non roviniamo tutto con le chiacchiere! Katia Candido
GERENZA
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Direttore responsabile: MARIA GIOVANNA COGLIANDRO Editorialista: ILARIO AMMENDOLIA COLLABORATORI: Jacopo Giuca, Cristina Caminiti, Eleonora Aragona, Franco Parrello, Lidia Zitara, Domenico Spanò, Sara Leone, Sara Jacopetta, Katia Candido.
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Bartolo Iamonte ha avuto giustizia Ha scritto di lui lo scorso marzo il nostro editorialista Ilario Ammendolia. Bartolo Iamonte era stato arrestato nel 1993 con l'accusa di essere 'ndranghetista. Ha scontato la sua pena ma alla cooperativa "Rinascita", dove ha sempre lavorato, la sua presenza diventa ingombrante. Si teme che la prefettura neghi il certificato antimafia e così gli si intima il licenziamento. Qualche settimana fa la Corte d'Appello di Reggio Calabria ha dichiarato illegittimo il lincenziamento a Bartolo Iamonte che ottiene finalmente giustizia della sua ingiusta persecuzione (discriminazione non riconosciuta) giudiziaria-lavorativa.
La poesia
Te ne sei andata Te ne sei andata… hai lasciato nei miei occhi il tuo sorriso e il resto nei cuori di chi ti ha amato. Te ne sei andata, si sono spenti i tuoi occhi che hanno visto il sole e i suoi colori e hanno pianto, e hanno riso, di dolore e di gioia e come il vento sei volata via, lontana e sola, lasciando un ricordo nella mia memoria e un doloroso stupore dentro la mia vita. Ti sento nel silenzio della sera mi culli nel sogno della notte, ma sei aria, e come l’aria non ti posso più toccare. Te ne sei andata, e non hai potuto nulla per restare e al tuo posto c’è solo un vuoto pieno di parole, rimaste lì bagnate di lacrime, piene di dolore, c’è solo il nero della notte, e il tuo sorriso ancorato per sempre nel mio cuore. I tuoi figli Pepè e Rosetta (dedicata a Maria Carmela Ruggio, venuta a mancare un mese fa)
Errata corrige
Nell'articolo apparso la scorsa settimana e relativo al Roccella Dance Festival sono state erroneamente omesse alcune delle scuole partecipanti. In totale hanno preso parte al Roccella Dance Festival 12 scuole provenienti prevalentemente dalla provincia di Reggio Calabria. Da Roccella Jonica Asd Tersicoree di Lidia Strangio, Asd Oriental Ballet Valentina Montoro; da Marina di Gioiosa Jonica Asd Primo Passo di Anna Di Pane, Body Center di Silvana Calautti; da Gioiosa Jonica tre giovani realtà del ballo: Asd Gioiosa Dance di Francesca Rigitano, Free Life con Katya Sotira, Asd Note Danzanti di Marianna Agostino. Le due scuole di Siderno Asd Danza in Movimento di Stefano Infusini e Asd Dionysos Ivana Sanci si sono alternate alla A.JO.D di Natale Nucera da Bianco, alla Kines Sporting club Mary Varacalli da Ardore e all'unica realtà fuori provincia, la Compagnia Dance Vibo Dance di Enrica Candela da Vibo Valentia.
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In ricordo del dottore Morgante È morto il dottor Francesco Morgante! Molti lo ricorderanno come un eccellente chirurgo, un ottimo primario quando l’ospedale di Locri era diverso da come oggi è! Io l’ho conosciuto come “avversario” politico, entrambi eletti consiglieri provinciali, lui nella DC e io nel PCI. Erano tempi di forte contrapposizione ideologica, ma ho imparato sin da subito ad apprezzare i suoi interventi in consiglio sempre lucidi, argomentati, puntuali. Siamo diventati subito amici, ed è iniziata una frequentazione che è finita solo con la sua morte. Era un uomo concreto. Lui è stato una vittima autentica della ‘ndrangheta, arrivando a subire un odioso sequestro della sua persona. Ma non si è mai atteggiato a tale! Ricordo le parole che ci disse appena lo liberarono: «Non si risolverà la questione criminale se non si affronterà la questione sociale». Erano parole profetiche ma non fu ascoltato neanche nel suo partito. La sua concretezza, in molte occasioni, lacerava la sciocca corazza ideologica che avevo indossato in gioventù. Ricevetti da lui grandi lezioni di vita! Morgante fu un protagonista nella Locride dei tempi passati e allora, per essere protagonisti, si richiedevano delle qualità che oggi sono andate smarrite. Personalmente, oggi perdo un fraterno amico. Credo però che a ogni semina segua un raccolto. Francesco Morgante ha seminato molto e intorno alla sua bara ci sono state moltissime persone che gli hanno voluto bene e che non lo dimenticheranno! Ilario Ammendolia
Monsignor Oliva:
"Ho imparato in questo anno che insieme si può osare di più" Nella suggestiva cattedrale di Gerace, nel mese di luglio c.a., Mons. Francesco Oliva circondato dai presbiteri, religiosi e da numerosi fedeli, ha celebrato la Liturgia nel suo primo anniversario di servizio episcopale. Di seguito uno stralcio dell'omelia.
"In questo primo anno ho avuto conferma della chiamata del Signore: tanti volti incrociati sul cammino, in questa terra, che ho scoperto nella sua bellezza. Ne conoscevo i misfatti, ma non la generosità e affettuosità, i riferimenti storici dell’antichità, ma non le sue sofferenze e povertà. Ho imparato in questo anno ad amare questa chiesa. Mi sono chiesto tante volte: ce la farò? Ho capito che la missione da portare avanti non era mia. E così lo scoraggiamento non ha mai prevalso. Ho avuto concreta certezza che questa Chiesa mi era stata affidata e sono andato avanti. Colui che mi ha eletto, scelto e inviato, mi ha incoraggiato a continuare. Ho avuto certezza che non mi appartengo più, che la chiamata del Signore mi aveva espropriato e mi chiamava ogni gior-
no a rinunciare al mio egoismo, ad ogni ricerca di interesse personale o ad ogni altra di compensazione affettiva. Ho avvertito, in alcuni momenti più che in altri, la preghiera del mio popolo, la vostra preghiera. Ho capito che solo questo sostegno mi avrebbe dato la forza di continuare. Qualche volta sembrava non potercela fare. Eppure Lui ha continuato a farmi sentire la sua vicinanza. Il legame quotidiano col Signore e la vicinanza di tanti confratelli mi hanno dato tanto coraggio. Sono stato aiutato a capire che insieme si può osare di più". Silvana Staltari Per leggere la versione integrale dell'articolo, fotografate con il vostro smartphone il QR code qui accanto
Non cacciate il cacciatore L’apertura della caccia è un momento tanto atteso che nulla o nessuno dovrebbe poter rovinare con biasimevoli interventi, che poi così a beneficio degli animali certo non si mostrano. È arrivata anche quest’apertura, ne ho fatte tante, e tutte sono rappresentate da metodiche costanti. Una diffusa insofferenza “venato-fobia”, cioè l’irrazionale paura e avversione nei confronti dei cacciatori, che sgomenta letteralmente l’opinione pubblica, citando numeri e dati in maniera “acritica”, ghigliottinando la verità con deliranti attacchi e populistici discorsi, senza un brandello di contraddittorio. La caccia da qualche tempo si crede essere una perversione o un vizio da celare, pure a parenti e amici, anziché una passione sana, autorevole, genuina. Non è un’innovazione, essendo l’odierna scala dei valori deformata, se non ribaltata, rispetto a poche decine d’anni fa. Un tempo raffigurata in opere d’arte o tratteggiata da sublimi scrittori, fu manifestazione popolare e cultura; ma ora c’è chi la vorrebbe ridurre a
rango di una semplice ricreazione per bruti o incolti sparatori, figli del disagio tipico di quei popoli che hanno smarrito la giusta strada della civiltà e convivenza, sostando in una paurosa dicotomia dal mondo reale. E invece no, noi lo sappiamo e ce lo raccontiamo spesso: “La caccia è ben altro!”. Cacciare è storia dei popoli, cerimoniale, letteratura, dipinto, arte della cucina, architettura, scultura e ogni nostra città o sperduto borgo è rigurgitante di testimonianze che lo certificano. Testimonianze vecchie però, se non antiche! A volte ci si sente a un passo dal cielo, con una corona di gemme preziose, scorgendo negli occhi sgranati di qualche attempato cacciatore, la memore gioia di un tempo che fu. Eppure oggi, gli aridi conoscitori dell’effimero vorrebbero cacciarlo via. Giuseppe Lupis Pres. F.I.D.C. Agnana Calabra
Eventi in Riviera 30
Agosto
Caulonia: Largo San Nicolello, ore 22:00, Rappresentazione Teatrale: “Amore Ineffabile” Gerace: ore 9:30, Escursione naturalistica, Scialata, San Giovanni di Gerace Gioiosa Jonica: Festa di San Rocco; ore 21:00 Concerto dei Tiromancino Siderno: Ymca Siderno ore 18:00, “Vavalaci per Siderno” quadrangolare a scopo benefico
01
05 04 03
San Luca: fino al 3 settembre, Località Polsi, “Festa della Madonna della Montagna”
Settembre
Settembre
Gerace: ore 19:30, Laboratorio riciclo del cibo: “Avanzi di Gusto” • Siderno: fino all’8 settembre, “Festa patronale Maria SS. di Portosalvo” e “Fiera di Portosalvo”
Settembre
Mammola: Piazza Ferrari, ore 18:00, 2ª Edizione Maratonina di Fitwalking: “CamminiAMO per il bene Comune”
Settembre
Gerace: ore 19:30, Laboratorio riciclo del cibo: “Avanzi di Gusto” Siderno: fino all’8 settembre, “Festa patronale Maria SS. di Portosalvo” e “Fiera di Portosalvo”
Siderno: pochi giorni all’inizio della grande festa di Portosalvo Caulonia: Largo San Nicolello, ore 22:00, Rappresentazione Teatrale: “Amore Ineffabile” Gerace: ore 9:30, Escursione naturalistica, Scialata, San Giovanni di Gerace Gioiosa Jonica: Festa di San Rocco; ore 21:00 Concerto dei Tiromancino Siderno: Ymca Siderno ore 18:00, “Vavalaci per Siderno” quadrangolare a scopo benefico
Anche questa estate volge ormai al termine, ma qualche comune riserva ancora delle sorprese per questo settembre. A Siderno, inoltre, è il momento di servire il piatto forte!
È stato finalmente rilasciato dai componenti Comitato Feste (GIUSEPPE BAGGETTA, ALDO CACCAMO, VINCENZO CARICARI, RAFFAELE CASTAGNA, CARLO CHERUBINO, DOMENICO COMMISSO, COSIMO LIZZI, LUIGI MARINI, DOMENICO MARITATO, LEONARDO PARISI, PLACIDO PASQUALONE, DAMIANO VERTERAMO,) il programma dettagliato delle celebrazioni patronali per Maria SS. di Portosalvo. Anche quest’anno Siderno si unirà nei festeggiamenti religiosi e civili per la propria patrona con il consueto entusiasmo e una rinnovata speranza, come auspicato da Monsignor Cornelio Femia in un suo diffuso la scorsa settimana, e avrà la possibilità di vivere momenti di sincera gioia grazie alla grande festa che coinvolgerà tutta la comunità. Le celebrazioni liturgiche del Novenario sono già cominciate ieri pomeriggio e culmineranno nelle processioni della Madonna a Mare di lunedì 7 settembre e in quelle che si svolgeranno nelle vie della città l’8 mattina e sera. Accanto alle celebrazioni religiose, come di consueto, ci sarà anche un ricco programma di manifestazioni civili che, dopo lo spettacolo inaugurale di fuochi d’artificio svoltosi sabato 29 agosto, in concomitanza con l’inizio della Novena, inizierà ufficialmente con la Fiera di Portosalvo, che aprirà i battenti al pubblico venerdì prossimo per rimanere aperta fino alla sera dell’8 settembre. Ampio anche il programma di spettacoli che faranno da cornice all’evento principale: inaugureranno il “Portosalvo musicale” I Carboidrati, che si impossesseranno del palco il 6 settembre, alle ore 22:30. Doppio appuntamento, invece, il 7 sera quando, a partire dalle ore 21:30, si esibiranno gli attesissimi Shark & Groove e i Centonove Tribute Rino Gaetano. Chiusura in grande stile grazie al concerto dell’ospite d’onore Antonio Maggio che, l’8 sera, a partire dalle 22:00, intratterrà il pubblico in attesa del consueto spettacolo di fuochi d’artificio che chiuderà i festeggiamenti.
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ATTUALITÀ
Per la XXXV edizione di Rumori Mediterranei trionfo finale per Daniele Sepe C Wadada Leo Smith e Marockin’Brass Brand. Bravi anche Marcocci, Genovese e Murgia. L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI SIDERNO E L’ASSOCIAZIONE CULTURALE JONICA VOGLIONO RINGRAZIARE I GESTORI DEI LOCALI (MANHATTAN, KUKUMERLA, L’ANGOLETTO E LO SPUNTINO) CHE HANNO AIUTATO A RENDERE MIGLIORE L’OSPITALITÀ AGLI ARTISTI DEL FESTIVAL JAZZ.
on gli applauditissimi concerti di Wadada Leo Smith e Marokin Brass Brand si è chiusa la trentacinquesima edizione di Rumori Mediterranei Jazz, una fra le più riuscite fra quelle recenti grazie alla consapevolezza dei direttori artistici Paola Pinchera e Vincenzo Staiano, che hanno scelto di puntare la loro ricerca sul jazz afro-europeo, una forma espressiva non ancora ben delineata nel nostro paese, ma ben sviluppata in altre aree d’Europa, oltre a rappresentare un elemento di continuità nella tradizione del festival. Smith è stato autore dell’ennesima prova maiuscola di questa rassegna: temi ben definiti, larghi spazi per le improvvisazioni distribuite con generosità tra tutti i membri del quartetto che hanno trovato in Davis, Lindberg ed Aklaff un apporto perfetto, atmosfere libere ma non caotiche, prevalenza di "moods" meditativi irrorati dalla visionarietà collettiva di una formazione interessantissima, fra le migliori mai ascoltate al festival. Smith, che sta preparando un ambizioso progetto per tromba sola intorno a Thelonious Monk, sul palco è ieratico quanto efficace. Lo stesso termine che può facilmente estendersi alla Marockin’ Brass (al loro debutto assoluto in Italia), ovvero la sezione di ottoni dell’Orchestra Filarmonica Belga, che ha molto ben sublimato l’ardente commistione fra la gnawa africana e il jazz più aperto di tipo avanguardista. Il suo organico, fatto di musicisti di nazionalità diversa, è stato molto ben condotto dal sopranista Luc Mishall che ha riservato ampi spazi ai furenti guizzi del trombettista inglese Byron Wallen, con una platea molto attenta e partecipativa. Altri bagliori erano provenuti nel pomeriggio dal concerto dedicato a Totò da parte del sassofonista e compositore napoletano Daniele Sepe che ha chiuso la sua esibizione con un irresistibile medley che ha abbinato Charlie Mingus a Tom Jobim, mentre in precedenza aveva suscitato grande attenzione anche il quintetto del contrabbassista Francesco Marcocci, anche grazie all’ottimo equilibrio dei suoi musicisti, fra i quali ulteriore menzione meritano il pianista Leo Genovese e l’obliquo per quanto abrasivo talento di Godwin Louis ai fiati. Legittima la soddisfazione di Pinchera e Staiano, che rimarcando l’originalità delle loro scelte, confermano l’appuntamento per la
fine dell’anno, con la seconda edizione di Jazzy Christmas, sempre a Roccella Jonica: “Contenti di tutto, a partire da African Noises, il tema principale molto bene interpretato dai musicisti che abbiamo invitato. Siamo già al lavoro per l’appendice invernale, che contrariamente alo scorso anno per i noti problemi non dipendenti dalla nostra volontà, rappresenterà il risultato di una scelta programmatica che qualificherà il programma dei concerti anche con seminari, mostre, convegni e lezioni-concerto nelle scuole. Un ringraziamento particolare al Comune di Roccella, per tutti gli sforzi realizzati per il corretto svolgimento di questa edizione estiva”.
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DOMENICA 30 AGOSTO
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Il ballo magico del
Kaulonia Sono stati cinque giorni in cui la musica e i balli tradizionali hanno animato le stradine e le piazze del borgo, richiamando come sempre numerosi appassionati, semplici curiosi e turisti.
TarantellaTestival al 18 al 22 agosto si è svolto nel borgo medioevale di Caulonia il Kaulonia Tarantella Festival, giunto quest’anno alla XVII edizione, dal titolo “Il ballo magico”. Quello che stupisce maggiormente del Kaulonia Tarantella Festival 2015 è il successo della manifestazione, il cui cast era stato annunciato solo due settimane prima. Come scrive iCompany – The Music System, organizzatore dell’evento, sulla propria fan page facebook: “Organizzare un festival in due settimane è una sfida che richiede una concentrazione
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altissima. Organizzare il Kaulonia è un'impresa che richiede grande responsabilità perché di fronte c'è una "Piazza" esigente, che si aspetta di avere, come sempre, il massimo.” L’impegno profuso dall’organizzazione e dall’amministrazione del Comune di Caulonia, ente promotore dell’evento, è stato, infatti, ripagato dal consenso del pubblico che ha animato la suggestiva piazza Mese e le vie del centro. Sono stati, infatti, cinque giorni in cui la musica e i balli tradizionali hanno animato le stradine e le piazze del borgo, richiamando come sempre numerosi appassionati,
semplici curiosi e turisti. La serata del 18 agosto è iniziata con Hosteria di Giò, gruppo vincitore del contest Kaulonia Tarantella Future, ed è proseguita con i ritmi indiani di Rashmi V.Bhatt e Mimmo Cavallaro, che hanno portato sul palco un interessante progetto che vede la musica calabrese contaminata con quella indiana. La serata è stata conclusa dai Rione Junno, gruppo composto da giovani musicisti, che innova nell’ambito della tradizione pugliese, e da Antonio Infantino, storico esponente della musica popolare lucana, accompagnato dai Tarantati Rotanti, che con la loro musica ipnotica sono riusciti ad incantare e coinvolgere la piazza. Il 19 agosto sono saliti sul palco Villa Zuk e i Musicanti del Vento, entrambe due realtà cosentine, che appartengono alla categoria del cantautorato popolare e che spaziano dalla tradizione al pop, e la Med Free Orkestra, ensemble multi-etnico tra i più rappresentativi della world music oggi in Italia. L’orchestra ha realizzato durante il festival uno spettacolo pieno di ritmi e colori, che spaziava dalla musica africana a quella mediterranea con le sonorità del Sud-Italia, dei Balcani e della Grecia, insieme a Marina Mulopulos. La serata del 20 è stata caratterizzata dal grande cantautorato dialettale di Peppe Voltarelli, artista calabrese, apprezzato anche all’estero, e delle Malmaritate, gruppo siciliano, composto da sole donne, che affrontano importanti tematiche sociali, il cui
ultimo disco è stato prodotto dalla “Cantantessa” Carmen Consoli. La serata è stata conclusa dal gruppo Officina Kalabra. L’esibizione di Peppe Voltarelli ha richiamato a Caulonia un pubblico molto eterogeno, composto sia da amanti della tradizione sia da chi apprezza la canzone d’autore italiana. L’artista ha eseguito brani tratti dal suo ultimo disco “Lamentarsi come ipotesi”, Marinai, pezzo tratto dall’album “Ultima notte a Malà Strana” con il quale ha vinto il premio Tenco nel 2010 come miglior album in dialetto, e quelli storici come Onda Calabra. Le ultime due serate hanno registrato la maggiore presenza di pubblico. Sul palco due grandi della musica world italiana e importanti presenze del panorama musicale del sud: Eugenio Bennato e il direttore artistico Mimmo Cavallaro con i Taranproject e Cosimo Papandrea, che hanno fatto ballare la piazza fino a notte fonda. Nella serata del 21 si sono esibiti anche i Taranta Nova, mentre il 22 i Re Niliu e i Sabatum Quartet. Il Kaulonia Tarantella Festival non è solo composto dai concerti in Piazza Mese, ma anche dai corsi di ballo e strumenti tradizionali, tenuti da giovani e talentuosi Maestri calabresi e pugliesi, e dai seminari di Rashmi V. Batt sulla musica indiana e “L’Agorà del Cantastorie”, progetto di Fulvio Cama, che raccontava le storie e le leggende della nostra Calabria in musica. Carmen Sergi
RIVIERA
CULTURA E SOCIETA’
Profumo di ulivi e chiaro di luna: ilTeatro Greco Romano di Portigliola consegnato a nuova vita
ARTISTISUPERBIINCASELLATINELLAPERFETTACORNICEDELLA LOCRIDEESTIVA: È QUESTA LA SEMPLICE RICETTA DELLA PRIMA EDIZIONE DEL TEATRO CLASSICO A PORTIGLIOLA, UNA PROMESSA CHE ROCCO LUGLIO CI AVEVA FATTO, MA ALLA QUALE NON AVEVAMO CREDUTO FINO IN FONDO profumo degli ulivi penetra nelle narici in maniera insistente ma delicata. La notte rischiarata dalla luna crescente e da decine di fiaccole che segnano il perimetro del teatro di Portigliola simboleggiando il greco pubblico dei tempi che furono crea un’atmosfera unica e sensazionale. Rocco Luglio ce l’ha fatta. Dopo la Rassegna del Cinema Archeologico del mese scorso, il sindaco aveva affermato dalle pagine del nostro giornale che il recupero del Teatro Greco Romano sarebbe passato attraverso l’inserimento dello stesso nel Circuito Nazionale dei Teatri di Pietra e che l’amministrazione avrebbe cominciato immediatamente a lavorare per portare in loco compagnie teatrali che potessero mettere in scena
Il
opere classiche. A meno di un mese di distanza, il sogno si è realizzato. Certo, il programma, costituito da due sole serate, potrebbe apparire scarno e l’organizzazione, comunque ottima, avrebbe bisogno di qualche aggiustatura, ma la qualità indiscutibile degli spettacoli portati in scena, unitamente al panorama evocativo e mozzafiato, possono solo fare attendere con ansia una seconda edizione, più ricca e pianificata. Il teatro è stato dunque inaugurato lunedì sera dal bello e spassoso Odi et Amo L’amore al tempo degli dei, uno spettacolo che prevedeva la lettura di celebri brani di Euripide, Aristofane, Virgilio, Catullo e Marziale, grazie alla presenza e alle superbe voci di Edoardo Siravo, Antonio
Tallura, Gabriella Casali e Silvana Luppino. La lettura dei brani, recitati dagli attori con arguzia e sapiente sarcasmo, non ha avuto alcun tempo morto né è risultata pesante come sarebbe potuto apparire in un primo momento. Gli intervalli di ironica attualità del maestro Siravo hanno saputo come intrattenere il pubblico e le note dolci del piano di Pino Procopio hanno costituito il sottofondo perfetto per completare un’atmosfera unica. Giovedì è stata invece la volta di Clitennestra o del Crimine, una pièce liberamente ispirata a un testo di Marguerite Yourcenar di e con Paolo Cutili, messa in scena da quella stessa Compagnia Dracma che ha meritato il “Premio Parodos” 2014 per miglior spettacolo e
miglior interprete al Tindari Teatro Festival. La bravura impressionante di questo giovanissimo ragazzo di Polistena, ha garantito al pubblico di assistere a uno spettacolo davvero unico nel suo genere: impersonando in modo anticonvenzionale una Clitennestra a giudizio presso il tribunale, Cutili ha recitato con il solo ausilio di tre trolley che rappresentavano Egisto, Agamennone e l’amante del condottiero di ritorno da Troia, mettendo in scena il disagio fisico e mentale di una donna gelosa del suo uomo fino alla pazzia. La gioia e l’emozione del sindaco nel salire sul palco al termine degli spettacoli sono state un segnale ulteriore della buona riuscita di due serate perfette, in grado di emozionare persino gli attori,
esperti e di sicuro abituati a spettacoli di maggior prestigio e partecipazione. «Ho recitato, anni fa, al teatro greco di Siracusa - ha affermato Siravo prima di congedarsi - e anche da lì, come da qui, si vedeva il mare. Oggi, dal teatro di Siracusa, il mare non si vede più, voi fate in modo di continuare a vederlo, di continuare ad assistere a questi spettacoli come, a suo tempo, avranno fatto Euripide, Aristofane o Marziale. «Avete una storia straordinaria. Celebratela!» Il veliero del Teatro Greco Romano di Portigliola ha levato l’ancora e sta navigando a gonfie vele verso una notorietà che vorremmo vedere ampliarsi anno dopo anno. Jacopo Giuca
Oltre la pelle sono parte di tutto, "Hearsharing" un progetto di
Francesco Misuraca
Una mostra per ricordare Giuseppe Correale Ci sono modi, sensazioni, sentimenti e percezioni. Ci sono luoghi, viaggi, persone. Essere dappertutto e in nessun luogo, sentire fisicamente o metaforicamente quanto di bello o brutto, di vero, c'è nel mondo. Un invito a restare vigili, vivi nell'universo, perché il non sentire rende ottusi. Il mezzo è l'orecchio, un orecchio destro che altro non è che il calco dell'artista. Hearsharing, il nuovo progetto di Francesco Misuraca, racchiude la volontà di superare i confini, i limiti che la fisicità impone. Oltrepassare gli schermi in cui la moderna società è intrappolata, attraversare le città, i luoghi più remoti come quelli più caotici, fare un giro negli animi delle persone, uscire dalle ansie. Da Roccella Jonica a Milano, da Buenos Aires ad Amsterdam, l'orecchio sente ma non ascolta, perché il sentire presuppone la volontà di percepire attivamente le vibrazioni e non recepirle in forma passiva. Abbiamo bisogno di riscoprire la bellezza che abbiamo intorno e dentro di noi, di soffermarci a sentire la Poesia, emozionarci sotto un cielo stellato, sentire i silenzi, ritornare ad essere un po' più originali e meno conformati. Questo progetto insegue proprio questa necessità. Sentirsi vivi, oltre la pelle.
ono trascorsi già tre anni dalla scomparsa di Giuseppe Correale, lo scultore di Siderno che ha fatto dell’arte religiosa e figurativa il suo marchio di fabbrica. Autodidatta, e proprio per questo di una bravura indiscutibile, Correale ha vissuto una vita riservata, lontana dagli onori della cronaca e da una ricerca della celebrità che non si sarebbe sposata con il suo carattere schivo. Anche a causa di questo, pur ricevendo gli elogi della critica non è stato certo un artista conosciuto come avrebbe meritato, ragione per la quale ricordarlo in una mostra che esponesse le sue opere al pubblico nei luoghi in cui è vissuto è sembrato il modo migliore per consegnare alla sua memoria un po’ della fama che merita. È con questa idea che l’Associazione Culturale
S
Giuseppe Correale ha organizzato, all’interno della Chiesta di San Francesco di Assisi, a Gerace, una mostra svoltasi tra il 13 e il 22 agosto. Interamente dedicata al rapporto che Correale aveva con la figura femminile, la mostra, dall’evocativo titolo “Forme di donna”, è stata caratterizzata dall’esposizione di sculture e quadri ben presentati al pubblico da pannelli esplicativi e brochure. Correale ha certamente segnato un capitolo importante e spesso dimenticato della nostra storia. Mostre come questa non possono che essere un toccasana per la sua memoria e per la Locride tutta. Di questa mostra non possiamo che sperare di poter presto vedere una nuova edizione, magari nella Siderno che ha dato al maestro i natali.
RIVIERA
LA ROSA DEIVENTI Sapete chi sperimentò prima di ogni altro il vaccino contro il vaiolo? Lady Montagu, una femminista del 700!
Certo è che noi donne non finiamo mai di stupire: siamo davvero geniali! Ebbene, ben trentadue anni prima di Edoardo Jenner, cui si deve la scoperta del vaccino vero e proprio contro il vaiolo, una nobildonna inglese azzardò a inoculare il germe di questa tremenda malattia addi-
rittura sui propri figli. Chi era questa Lady? Era la moglie dell’ambasciatore inglese in Turchia, Edward Wortley. Fu anche poetessa e scrittrice oltre a essere molto bella. Da femminista ha precorso i tempi. La differenza tra Mary e Jenner consiste nel fatto che mentre lui usava germi da vacche infette, lei li prelevava da un malato infetto. Ed eravamo in Turchia, dove le donne usavano già questa “terapia” con successo. Lady Montagu viaggiò molto e amava in modo particolare l’Italia. Nel nostro Bel Paese soggiornò per circa tre anni. La sua vita fu, a dir poco tumultuosa e anche molto sfortunata. Era nata nel 1689 e morì in Inghilterra nel 1762 sola e in miseria, colpita da un tumore maligno. In sua memoria si trova un monumento sepolcrale nella cattedrale di Lichfield ed è ricordata come la prima donna che introdusse in Inghilterra la cura del vaiolo.
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GIOIOSA JONICA
Un borgo spennelato di festa
Con "Gustando il borgo" i ragazzi dell'associazione Carpe Diem di Gioiosa Jonica hanno dato vita a una manifestazione impeccabile rispolverando un passato di sapori, sensazioni e squisita accoglienza.
Hanno realizzato qualcosa di veramente grande i ragazzi dell'associazione Carpe Diem. La meraviglia e la disciplina, il senso di pace e lo stupore, la tradizione e l'universale hanno girato dolcemente nel turbinio della perfezione. "Gustando il borgo" è opera di quei ragazzi con le magliette fucsia che come trottole si muovevano da cima a fondo per assicurarsi che tutto filasse liscio. A presiedere sul buio indorato del borgo di Gioiosa un trionfo di ventagli colorati, in fila uno accanto all'altro, per lanciare un messaggio: il vento del cambiamento non può spirare dal nulla, i ventagli hanno bisogno di mani che li agitino e ne guidino la direzione. Con "Gustando il borgo" i ragazzi di Carpe Diem hanno rispolverato un passato di sapori, sensazioni e squisita accoglienza. I prodotti tipici erano schierati come tanti soldatini: il miele reggeva lo scudo, le melenzane sott'olio impugnavano il fucile, una ricca varietà di sottaceti sfoderava la spada, il tutto sovrastato dai peperoncini lanciabombe. C'erano i formaggi e i salumi più genuini che mai, i liquori e le marmellate confezionati seguendo le antiche ricette, la salsiccia e la pancetta trionfanti di gusto, i fichi secchi con le mandorle e il vino che sa di Calabria. E ancora le scalpitanti bancarelle di artigianato a cui era impossibile resistere e la straordinaria creatività dei "madonnari" che ha dato vita a uno spettacolo d'arte di rara bellezza. E poi gli artisti di strada in un recinto umano che li avvolgeva inghiottendoli per poter far propria quella magia. È lì che vedevi centrifugare presente e passato lieti di restituire i panni di un futuro pulito. C'erano i mangiafuoco, le ballerine del ventre, gli equilibristi, i giocolieri e i rapper; i loro spettacoli erano dislocati in diversi angoli del borgo, e non appena finiva uno ne iniziava subito un altro, tutto ben coordinato perchè non si accavallassero tra loro. E mentre ti tuffavi in quel fiume di gente sentivi il richiamo all'ordine dei tamburi, quel battito che di anno in anno bussa, scava, risveglia. I ragazzi di Carpe Diem hanno spennellato il borgo di Gioiosa di festa. La festa, quella vera, dove la comunità si muove a briglia sciolte, si ri-crea. La festa intesa come livella, dove non ci sono avvocati e operai, professori e contadini perchè nel divertimento non esistono ruoli. Nello scalpitio e nella polvere alzata dall'euforia rivivono i ricordi di tutti e la comunità si rinsalda. Nella festa, quella vera, la vita è messa a macerare per farle perdere durezza ed estrarne l'essenziale. Questo è quello che i ragazzi di Carpe Diem sono riusciti a realizzare per due magiche sere nell'incantevole borgo di Gioiosa Jonica. Maria Giovanna Cogliandro
Il suono di San Rocco analizzato dagli esperti “La settimana di San Rocco entra nel vivo, con un convegno di estrema importanza poiché ci troviamo in un momento in cui si riflette poco e si corre moltissimo” queste sono state le prime parole del giornalista Domenico Logozzo che ha introdotto a una tematica importante ovvero l’origine di questa festa e del peculiare ballo che la caratterizza. Alla conferenza "Il suono di san Rocco" erano presenti oltre il sindaco Salvatore Fuda e Monsignor Francesco Oliva, vari personaggi illustri tra cui l’antropologo Vito Teti, due psicologi Francesco Rosa ed Eleonora Bilotta e due maestri della musica, Pierpaolo De Giorgi e Francesco Loccisano. Dopo i saluti del Sindaco, è intervenuto Vito Teti che ha condiviso con i presenti la sua approfondita ricerca sul ballo votivo. Ha specificato, inoltre, che da sempre la festa viene vissuta come un momento di convivialità riuscendo a rafforzare la dimensione comunitaria e facendo rivivere
le relazioni e le tradizioni in modo significativo. Festa era ed è sinonimo di rinnovamento e rinascita. I docenti universitari Eleonora Bilotta e Francesco Rosa, invece, hanno delineato a ritroso la vita di San Rocco giunto a Gioiosa Ionica intorno al 1583 liberando il popolo dalla peste e divenendo Patrono del luogo nel 1743. Hanno analizzato il linguaggio verbale e non verbale del ballo votivo caratterizzato da intense emozioni e da una forte passione strettamente legata alla Fede. Ha concluso la serata Monsignor Francesco Oliva il quale ha affermato che sebbene i tempi siano in continua evoluzione bisogna difendere l'humus, la tradizione popolare più profonda adeguando il linguaggio alle trasformazioni in atto. Katia Candido
DOMENICA 30 AGOSTO
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Siderno, comunità e integrazione: il successo della Festa dell’emigrante
RIVIERA
Grazie all’impegno della Pro Loco di Siderno e in collaborazione con il Comitato per Donisi, il Club Sidernesi Thunder Bay e la Comunità di Toronto, il 22 agosto 2015 il rione Donisi di Siderno ha ospitato la Festa dell’Emigrante, un’occasione di festa e socializzazione che si è sviluppata attraverso un programma ricco di eventi. Oltre alla degustazione di prodotti tipici di culture diverse dalla nostra, che ha avuto inizio alle ore 20:00, in Piazza dell’Emigrante, c’è stato un breve intervento di saluto da parte dell’Amministrazione Comunale prima di lasciare spazio alla rappresentazione “Il Cantastorie: La storia di Turi Giuliano” e al concerto dei Suddanza. Alle 23:30, dunque, il gran finale di serata con l’Estrazione Riffa e la Premiazione del Tornei di Briscola e di Tressette, che si sono svolti, in qualità di vero e proprio preludio alla festa, sempre in Piazza dell’Emigrante, alle ore 20:00, nelle serate del 20 e del 21 agosto.
CULTURA
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DOMENICA 30 AGOSTO
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Siderno cura la crisi con la Far ripartire l’economia del centro commerciale della Locride grazie a una nottata dedicata allo shopping: con questo intento i negozi di corso della Repubblica hanno aperto le porte per un evento di successo, ma il cui potenziale è ancora da scoprire.
“Shopping Night” andamento dei mercati internazionali e l’intervento dei commissari hanno costituito il freno sociale e intellettuale per la locomotiva della Locride e spinto Siderno dall'orlo del baratro sul quale si manteneva in precario equilibrio. Il ritorno alle urne dello scorso 31 maggio è stato acclamato, non senza esagerazione, come la vera e propria rinascita della città, una definizione che non appare per nulla esagerata anche solo paragonando le manifestazioni organizzate quest’estate con quelle dello scorso anno. Un’amministrazione volenterosa, unitamente al senso civico e organizzativo delle associazioni, delle scuole di musica e danza e, più in generale, di tutta la cittadinanza, ha permesso lo svolgersi di manifestazioni interessanti, con un programma ricco e dedicato ai cittadini di ogni genere ed età. Tra esse certo non poteva fare eccezione la “Shopping Night” di mercoledì 19 agosto, un evento davvero unico nel suo genere, grazie al quale tutte le attività commerciali di corso della Repubblica hanno avuto la possibilità di aprire le proprie porte ai cittadini in cerca di un affare, presentando loro offerte esclusive per l’intera serata. Claudio Vitetta, uno dei nomi ai quali dire grazie per la manifestazione assieme a quelli di Agostino
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Santacroce ed Ercole Macrì, ci ha parlato di un’organizzazione dell’ultimo minuto che, fortunatamente, non ha pregiudicato la buona riuscita di una serata della quale si è tuttavia notata qualche pecca. Forse non adeguatamente informati o preparati all’evento, infatti, non tutti i commercianti hanno deciso di aderire all’iniziativa e sicuramente non tutta la clientela che avrebbe voluto prendervi parte l’ha fatto. La serata del 19 agosto, tuttavia, ha dimostrato senza ombra di dubbio che il potenziale dell’iniziativa c’è e che, con una pianificazione più attenta, potrebbe rappresentare un successo impressionante. Non resta che sperare nella convocazione, ove possibile, di qualche artista più conosciuto, far capire ai commercianti che quella della Shopping Night costituisce un’occasione davvero unica per i loro affari e avvisare con maggiore anticipo la cittadinanza e gli organi di stampa affinché il pienone sia assicurato. Intanto si attende con ansia la conferma che questo sia stato solo il primo di una serie di eventi simili che, come annunciato dal Comune di Siderno, dovrebbero svolgersi in altre contrade e quartieri. Perché una città a vocazione commerciale come Siderno ha bisogno di iniziative dedicate per uscire dalla crisi. Jacopo Giuca
NOBLESSE OBLIGE L’altra sera a Mammola, mercoledì 19 agosto, è stato presentato il libro di Domenico Angilletta, Il Profumo dei tigli. Per rispettare tale evento, il sindaco in carica Antonio Longo, si dice al suo ultimo mandato, ha dovuto anticipare il consiglio comunale, poiché su richiesta straordinaria il Prefetto aveva ordinato una riunione straordinaria e proprio a quell’ora. Il programma è stato comunque rispettato e alle 19 in punto il relatore G. Pittari, dopo i saluti del Sindaco ha parlato dei contenuti del romanzo di Angilletta: il tempo, la felicità, l’amore. Ottima presentazione se il relatore a volte non fosse stato prolisso. A leggere alcune pagine del romanzo è stata invece Chiara Femia e come al solito questa attrice non si smentisce mai: bravissima La platea era piena, prevalentemente ex-compagni di scuola, amici con cui l’autore ha condiviso tanti momenti della sua adolescenza, ex-alunni
ormai divenuti apprezzati professionisti e anche conoscenti di lunga data e mentre chiedevano la dedica e si accingevano a pagare il libro - una sciocchezza ad onor del vero (10 euro) - l’autore ha detto che il libro era omaggio all’Amministrazione spiegandone le ragioni. La prima era quella che trattandosi di ex-alunni non poteva farlo, perché lui sino ad oggi ha sempre vissuto di insegnamento. La seconda era che l’amministrazione Longo, già a suo tempo era stata molto generosa con lui acquistando diversi volumi del libro, Castelli Chiese ed Abbazie, libro tra l’altro finalista al premio “A. La Torre” nell’edizione del 2009, proprio nella nostra città, Siderno, mentre la sua città di origine non ne ha comperata una e l’altra cittadina che si fregia di essere uno dei borghi più belli d’Italia gli ha addirittura, nella figura del primo cittadino dell’epoca, non pagato, trenta copie (il libro notoriamente costa 24 euro). Va ribadito, pur tuttavia, che non per questo l’autore ha perso l’amore per quel borgo e non per questo egli si risparmia di visitarlo ogni volta che se ne presenti l’occasione, e non per questo a smesso di stimare delle belle dignitose persone che ne hanno dato e ancora dànno lustro, come il Sen. G. Fimognari e gli Scaglione, anzi. La terza e la più valida era la nonna paterna dell’autore, Maria Concetta Ferraro, moglie di suo nonno Rocco Raffaele, era nata e cresciuta a Mammola e apparteneva a un nobile casato di antica data: i Capitanello, l’autore di quel côtè ne è molto orgoglioso. È proprio il caso di dire: noblesse oblige. Romualdo Salerno
RIVIERA
GRAZIE, MIMMO!
E' calato il sipario su "Favuriti Poeti - 2015" , il recital annuale organizzato dal poeta dialettale Mimmo Fabiano nella sua San Nicola d'Ardore, nella mitica Piazzetta del borgo incantato per una notte e immerso sotto una coltre di stelle lucenti. La crema della poesia in vernacolo calabrese si è data appuntamento nel paese che fu di Mario Careri, dopo la parentesi commnissariale al Comune, che ne aveva abolito l'edizione dell'anno scorso. Con le musiche del mitico complesso "Argagnari" di Gerace di Franco Stefanelli, il folto e attento pubblico ha avuto modo di riscoprire le proprie radici squisitamente contadine.Un grazie, dunque a Mimmo Fabiano, che, con questa edizione da lui curata nei minimi particolari, ha detto a chiare lettere che la Locride ha bisogno di riscoprire la propria identità per programmare il suo futuro, che la classe politica centrale e periferica, da alcuni anni, ha ormai perso di vista. Alla fine della serata non c'era alcuna fascia per la Miss, ma una caldaia di pasta 'i casa col sugo di pancetta e pomodoro, pepata quanto basti per tracannare più di due o tre bicchieri di vino fatto in casa.
Daniela ed Elide indicano con disgustato stupore le scarpe uniche del famoso attore Alessandro Lombardo, che trova un modo nuovo di far parlare di sé!
Un lavoro ben fatto L’architetto Pasquale Giurleo valuta il posizionamento delle decorazioni utilizzate per la manifestazione Orti Urbani.
Antonella e l’asino Antonella Bombardieri abbraccia questo bellissimo asinello in uno scatto d’autore di Caterina Niutta.
Stanchi ma felici Estate tempo di eventi e di sorrisi, di lavoro duro e pure di spensieratezza. Ecco dunque la stanca felicità di due proprietari di un famoso bar di Caulonia.
I primi 50 anni di Argentino Argentino Cappelleri ha festeggiato in grande stile il suo compleanno in spiaggia. Per chi volesse sapere quanti anni ha compiuto, basta guardarlo.
Una famiglia che sa d’estate Ecco la bellissima famiglia Migliaccio Spina, che sorride radiosa alla fotocamera mostrandoci la gioia semplice di una giornata estiva.
Fratelli diversi I fratelli Crupi, Michele e Alberto, colti in un momento di svago all’aria aperta. Essendo uno dentista l’altro proprietario di una palestra, questo è uno dei rari momenti in cui si riesce a pizzicarli insieme! Orizzonte evocativo Rocco Luglio guarda rapito l’orizzonte in compagnia dell’ex sindaco di Palizzi Sandro Autolitano. Non sappiamo ancora se guardano al futuro o ricordino il passato.
Un Bata dalla vita semplice Claudio Reitano, detto “Bata”, si fa ritrarre con un misterioso amico dallo splendido cappello e dagli ipnotici occhiali in quel di Le Club. Come recita la maglietta che indossa, lui sì che sa come non complicarsi la vita!
Mescolanza etnica e di suoni La nostra cara amica Laura si fa ritrarre al Roccella Jazz Festival in compagnia di uno degli artisti (inglese, a discapito del colore della pelle) che hanno incantato la Locride!
SETTIMANALE
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DOMENICA 30 AGOSTO 23
Soul per la Villa Comunale Foto di gruppo per gli straordinari Camera Soul, che hanno attirato il pubblico delle grandi occasioni alla Villa Comunale di Siderno.
Una cena di stile chiude il RJF Chiusura del Roccella Jazz Festival in grande stile con lo spettacolo di Paolo Hendel e Sergio Staino ma, soprattutto, cena in grande stile per Rosario con i due grandi artisti! Suoni ipnotici Lo straordinario Peppe Voltarelli suona all’ingresso del salone di Ciccio il barbiere. Intrattiene un amico, incanta un rione!
Incontriamoci all’Osteria Non c’è niente di meglio di coronare una bella giornata di lavoro con una cena tra amici. Dopo aver servito i clienti, lo staff della Vecchia Osteria brinda alla salute del locale!
Un battesimo meraviglioso “Caro Piccolo Marco, ti auguriamo che il Signore ti protegga sempre! Auguri dalla madrina (Zia Concetta) e nonna Maria per il tuo battesimo!”
Siderno nera Lo scrittore Gioacchino Criaco non ha saputo resistere al fascino della bella estate sidernese. Eccolo mentre posa per noi in compagnia di Salvatore Ferraro!
In libera uscita Stefano Zirilli e Gesualdo Bova si godono l’aria aperta e sorridono al nostro fotografo pronti a giurare di aver vissuto un’altra bella giornata.
Ma parliamo di Assocomuni… Pietro Fuda, Giuseppe Imperitura e Domenico Vestito discutono animatamente del futuro dell’Assocomuni. Dalla stessa altezza, uno affronta l’argomento con verve, gli altri con spensieratez-
Auguri, Joe! “Buon compleanno a Joe Terranova! I tuoi zii, cugini e tutti i tuoi amici di Siderno”.
I Fedelissimi Lavaggio e tosatura per i nostri amici a 4 zampe a Siderno, in corso Garibaldi 11, prima del Centro Commerciale i Portici.