Riviera n° 36 del 06/09/2015

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SERVIZIO DI INFORMAZIONE PER I CITTADINI, numero verde:

INDIRIZZO

“ CALABRIA & Europa”

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800 678 910 11

Tutti i bandi sono disponibili sul sito dell’Unione Europea e della Commissione Europea Rappresentanza in Italia: www.europa.eu.int www.europa.eu.in/italia - Per maggiori informazioni è possibile contattare i nostri uffici: Centro di informazione dell’UE - Europe Direct “Calabria&Europa”

info: Palazzo Ameduri, piazza dei Martiri 89046 Gioiosa Ionica

Tel: 00 39 0964 412400 - fax 0964 342022 email associazioneeurokom@tiscali. it

RESI NOTI I DATI DI EUROSTAT SULLA SITUAZIONE DEMOGRAFICA DELL’EUROPA

Entro il 2060 l’Europa sarebbe destinata a perdere ben il 2% della sua popolazione Oggi, Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione europea, ha rilasciato l’ultima edizione della pubblicazione “L’Europa nel mondo “, che fornisce un ritratto della UE, considerata come una singola entità, in relazione con le altre principali economie mondiali. La popolazione, le condizioni, la salute, l’istruzione e la formazione, il mercato del lavoro, l’economia e finanza, il commercio, l’industria soggiorno e servizi, la ricerca e comunicazione, i trasporti, l’agricoltura, l’ambiente e l’energia: l’edizione 2015 della Pubblicazione di Eurostat “L’UE nel mondo” mette a confronto l’Unione europea con i 15 G-20 paesi extracomunitari considerando tredici settori statistici ed utilizzando una serie di statistiche europee e internazionali. Il G-20 comprende le principali economie avanzate ed emergenti del mondo. Abbraccia l’Unione europea, quattro Stati membri dell’UE

(Germania, Francia, Italia e Regno Unito) e 15 paesi del resto del mondo (Argentina, Australia, Brasile, Canada, Cina, India, Indonesia, Giappone, Messico, Russia, Arabia Saudita, Sud Africa, Corea del Sud, Turchia e Stati Uniti). Insieme, i membri del G-20 coprono oltre il 61% delle terre emerse del globo, il 64% della popolazione mondiale e generano l’85% del PIL mondiale nel 2013. Il rapporto Eurostat evidenzia come il 7% della popolazione mondiale viva in Europa. Con 506 milioni di abitanti nel 2013, l’UE rappresenta poco più del 7% della popolazione mondiale (7,1 miliardi abitanti). Solo la Cina (1.357 milioni di abitanti con il 19,1% della popolazione mondiale) e l’India (1 252 milioni di euro con il 17,6%) sono più popolose, mentre gli Stati Uniti (316 milioni di euro il 4,4%), Indonesia (250 milioni di euro il 3,5%) e il Brasile (200 milioni di euro il 2,8%) hanno

una quota più bassa della popolazione mondiale rispetto all’UE. Le proiezioni demografiche indicano inoltre che la popolazione mondiale potrebbe aumentare di quasi 3 miliardi di persone nei prossimi decenni, da 7,1 miliardi di individui nel 2013 a quasi 10,0 miliardi nel 2060. A quel tempo, l’India (1.644 milioni di abitanti il 16,5% della popolazione mondiale) dovrebbe essere il paese più popoloso del mondo, davanti alla Cina (1 313 milioni di persone il 13,2%). Da 2060, la maggior parte dei membri del G-20 saranno tenuti a vedere la loro quota di popolazione mondiale in diminuzione. In totale, la quota dei membri dei G 20 scenderebbe a poco più della metà (52,3%) della popolazione mondiale nel 2060, rispetto a quasi due terzi (64,3%) nel 2013. Inoltre la quota dell’UE di popolazione dovrebbe diminuire in futuro, da 7,1% nel 2013 al 5,3% nel 2060.

Appuntamento da non perdere all’Expo per il turismo enogastronomico In occasione di Expo Milano 2015, dal 28 - al 30 settembre 2015 la Commissione europea riunirà per la prima volta tutti i principali attori del settore turistico (rappresentanti dell’industria, organizzazioni internazionali, ONG, opinion leader, piccole imprese, e autorità nazionali e regionali) per discutere il futuro del turismo gastronomico. L’evento conferma come la gastronomia sia parte del patrimonio culturale intangibile dell’Europa. Grazie all’interesse continuo e crescente che riscuote e all’eccezionale diversità delle tradizioni alimentari europee questa iniziativa rappresenta una grande opportunità per le industrie turistica e alimentare. La diversità gastronomica europea, le tradizioni alimentari e l’alta qualità dei cibo prodotti, legati ai territori ed alle tradizioni locali, sono strumenti essenziali dell’industria turistica e rendono l’UE una destinazione turistica d’eccellenza a livello mondiale. La kermesse inizierà il 28 settembre al Palazzo delle Stelline con al mattino la conferenza sul turismo gastronomico, articolata in tre panel dedicati a: turismo gastronomico, turismo come driver per promuovere la gastronomia e la produzione alimentare locale ed infine al confronto sui modi in cui la gastronomia può migliorare la reputazione delle destinazioni; il pomeriggio proseguirà con un incontro B2B tra aziende europee ed extra-europee. Il 29 settembre gli eventi avranno luogo ad EXPO: al mattino ci sarà un seminario sulla via del cioccolato. Il pomeriggio si proseguirà invece con la presentazione del premio Regione europea della gastronomia e relativa piattaforma; l’edizione del 2017 è appena stata vinta dalla Regione Lombardia Orientale. Il 30 settembre si svolgerà infine la XIII edizione di Euromeeting presso il Padiglione UE a EXPO; appuntamento annuale organizzato dalla Regione Toscana per conto della rete NECSTouR, rete di regioni europee per lo sviluppo sostenibile e competitivo del turismo. Un altro incontro di Euromeeting è previsto il 29 settembre, al Palazzo delle Stelline. Per partecipare agli eventi è necessaria la registrazione. Info per registrazioni: http://www.euexpo2015-foodtourism.talkb2b.net/

A Gioia Tauro il convegno “Europa 2020 Opportunità per l’agricoltura calabrese” Si terrà il prossimo 24 settembre dalle ore 17.00 presso la Sala Fallara, in P.zza

Municipio a Gioia Tauro, il convegno “Europa 2020 - Opportunità per l’agricoltura calabrese”, evento che si realizzerà grazie alla collaborazione tra l’Associazione Eurokom sede ospitante l’EDIC Calabria&Europa e l’Associazione Un ponte per l’Europa di Palmi. L’evento registra l’attiva partecipazione di Acli terra Calabria, che presenterà il Portale Parco Agricolo Calabria e dell’Ordine degli Agronomi della provincia di Reggio Calabria che riconoscerà i crediti professionali per la formazione continua ai partecipanti iscritti all’Ordine. Prenderà parte all’iniziativa l’Autorità di Gestione del PSR Calabria dott. Alessandro Zanfino, che presenterà interessanti anticipazioni sulla strategia di sviluppo del nuovo PSR 2014 – 2020 per la nostra regione. Tra i relatori coinvolti i rappresentanti delle maggiori confederazioni sindacali e di categoria del comparto agricolo che potranno intavolare dibattiti e presentare proposte sulla futura programmazione interagendo direttamente con l’AD della Regione Calabria. Tra gli interventi di apertura è previsto anche quello dell’Edic Calabria&Europa che presenterà le opportunità offerte dalla nuova Pac 2014 2020 per il settore agricolo in ambito comunitario. Snodo fondamentale dell’evento sarà la promozione del nuovo Portale “Parco Agricolo Calabria” che intende favorire le tipicità dei prodotti agricoli ed artigianali, che nascono dalle Aziende del territorio regionale al fine di valorizzare le aziende agricole e gli agriturismi del territorio.

Bandi e Programmi in scadenza Programma EASI, Occupazione e Innovazione Sociale - Asse Progress Scadrà il 16 Novembre 2015 il termine ultimo per la presentazione delle proposte progettuali per l’Avviso: “Innovazioni Sociali per Sostenere le Riforme dei Servizi Sociali”, reso pubblico nell’ambito del Programma EASI, Occupazione e Innovazione Sociale - Asse Progress. Compito dello stesso sarà quello di promuovere la politica dell’innovazione nell’organizzazione e nella fornitura di servizi sociali finalizzati all’integrazione degli utenti dei servizi del mercato del lavoro. Stanziamento: La cifra massima disponibile, per il seguente Invito, è pari a 10.800.000,00 Euro e il finanziamento richiesto dai progetti potrà attestarsi tra i 750.000,00 Euro ed i 2.000.000,00 di Euro. Info: Link: http://ec.europa.eu/social/main.jsp?catId=108 1&langId=en http://ec.europa.eu/social/main.jsp?catId=629 &langId=en&callId=462&furtherCalls=yes Sottoprogramma Cultura - “Sostegno a favore di progetti di cooperazione europei” - Europa Creativa, Scadrà il 7 Ottobre 2015 l’Invito a presentare proposte per il “Sostegno a favore di progetti di cooperazione europei”, reso pubblico nel-

l’ambito del Programma Europa Creativa 2014-2020, ed in particolare nel Sottoprogramma Cultura. Lo stesso avrà le seguenti priorità: Rafforzare lo sviluppo del pubblico come strumento per stimolare l’interesse nei confronti delle opere culturali e creative europee e del patrimonio culturale europeo materiale e immateriale, nonché migliorare l’accesso agli stessi; Promuovere la mobilità transnazionale di artisti e professionisti, al fine di consentire loro di cooperare a livello internazionale e di internazionalizzare la loro carriera e le loro attività nell’Unione e nel mondo; Incentivare la creatività, approcci innovativi alla creazione e nuove modalità per garantire effetti di propagazione ad altri settori. Beneficiari: Potranno parteciparvi tutti gli operatori culturali e creativi attivi nei settori di riferimento (ovvero culturale e creativo), che siano stabiliti in uno dei Paesi partecipanti al Sottoprogramma Cultura. Stanziamento: La cifra massima disponibile, per l’Avviso, è pari a 457,8 milioni di Euro per il periodo 2014-2020. Il totale degli stanziamenti per il 2016 ammonterà a circa 35.000.000,00 di Euro. Per Info http://ec.europa.eu/culture/index_en.htm http://eacea.ec.europa.eu/creative-europe_en http://eacea.ec.europa.eu/creativeeurope/funding/support-european-cooperation-projects-2016_en


LA CONTROCOPERTINA

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RELIGIOSITÀ POPOLARE AITEMPI DI INTERNET

Raffaella, la liceale che ama la tarantella LA SCORSA DOMENICA DURANTE LA FESTA DI SAN ROCCO A GIOIOSA JONICA, RAFFAELLA JIRITANO,15 ANNI, HA BALLATO 12 ORE ININTERROTTAMENTE INSIEME CON LE AMICHE giovani del nuovo millennio e il passato da conoscere, per un presente migliore e un futuro sereno. Perché il bene trionfi sul male. Sempre. In questo contesto ha un posto rilevante anche la religiosità popolare. Tradizioni e fede nell’espressione più alta. I giovani devono essere protagonisti. Veramente. Partecipazione attiva per costruire un mondo migliore. Emergono esempi positivi nella Calabria che vuole crescere grazie a ragazze e ragazzi di buona volontà, che traggono dagli insegnamenti dei nonni elementi utili per andare avanti con determinazione.Tutto diventa utile. Ben vengano anche gli strumenti e i suoni con i quali ci si divertiva un tempo e che venivano utilizzati per accompagnare i santi durante le processioni dell’Ottocento e fino alla prima metà del Novecento. Nell’epoca di internet, dei cellulari e dei tablet, antichi suoni e strumenti sono magicamente capaci di attrarre ed entusiasmare le nuove generazioni. E creano armonia. Voglia di stare assieme. “Solo a sentire il suono degli organetti e dei tamburelli, le gambe e il corpo iniziano a ballare da soli”. Raffaella Jiritano ha 15 anni. Domenica scorsa era tra le migliaia di persone che a Gioiosa Jonica hanno partecipato all’ultracentenario ballo votivo per San Rocco. “Delle numerose feste che si svolgono in tutto il Mezzogiorno d’Italia in onore di San Rocco, quella di Gioiosa Jonica (celebrata l’ultima domenica di agosto) è certamente una delle più significative” - ha scritto l’antropologo Vito Teti nel suo ultimo libro “Terra inquieta”, edito da Rubettino”. Raffaella è una bella e spigliata liceale del nuovo Millennio. Vuole fare l’avvocato. Ha idee moderne ma saldamente legate alla cultura popolare. “Sin da piccola coltivo la passione per la tarantella che mi è stata trasmessa dalla mia famiglia... Da quando avevo poco più di dieci anni partecipo al ballo votivo di San Rocco. Ballare la tarantella mi rende molto felice, ma mi rende ancora più felice e contenta ballare per San Rocco. La felicità di esserci, la devozione per San Rocco. Ballo in questa favolosa festa per ore ed ore”. E infatti durante la processione l’avevamo vista fin dalla mattinata ballare con tante altre ragazze, poi nel pomeriggio, infine la sera, quando San Rocco è rientrato in chiesa, poco prima delle 20:30. Un bagno di folla. Presenze record. Suoni di tamburi, balli continui, preghiere, canti, tutti insieme, uniti nel segno di San Rocco. Non ci si stanca mai. La grande calura, la fatica, il sacrificio diventano gioia.“Perché è bello stare assieme. Domenica ho ballato per più di 12 ore”, ci dice Raffaella. Alla fine stanca e felice. Ha invocato la protezione di San Rocco ed ha vissuto intensamente i momenti di partecipazione alla grande festa, che resta unica, nonostante tutto. “È un’esperienza di straordinaria emotività. Non si può capire se non si vive dal di dentro,

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con la gente, tra la gente. Confesso che ogni anno provo sempre più emozioni”. Scrive ancora Vito Teti: “Per i giovani l’orgoglio di essere protagonisti di una delle ‘più belle feste della Calabria’, il bisogno di affermare una nuova identità di gruppo, sociale, culturale si trasformano nella scelta di far ‘durare il più a lungo possibile la festa’. È come se volessero ritardare il ritorno di una quotidianità in cui cessa il loro protagonismo”. Vito Teti negli anni Ottanta è stato a Gioiosa Jonica e ha osservato attentamente questa grande festa. Per la Rai ha realizzato preziosi documentari che purtroppo non sono stati mai montati per la scellerata decisione dell’azienda di Stato di chiudere le Strutture di Programmazione Regionale. Oltre ai filmati su pellicola riferiti alla festa di San Rocco, Teti ha seguito la preparazione e la rappresentazione della storica Farsa di Carnevale”, nonché la processione del Venerdì Santo. Prezioso materiale che giace negli archivi della Rai e che sarebbe opportuno salvare, prima che vada perduto per sempre. Recupero indispensabile del quale ne abbiamo nuovamente parlato nel corso dell’interessante convegno storico, sociale e culturale sui “Tamburi di San Rocco” voluto dall’amministrazione comunale. Si è tenuto nel

ANTICHI SUONI SONO MAGICAMENTE CAPACI DI ATTRARRE I GIOVANI E CREARE ARMONIA PARLA UNA QUINDICENNE :VUOLE FARE L’AVVOCATO E HA LA PASSIONE PER LATARANTELLA

palazzo Amaduri e tra gli altri partecipanti c’erano lo stesso Vito Teti e il vescovo di Locri, mons. Francesco Oliva. Dobbiamo sottolineare la disponibilità del sindaco Salvatore Fuda e del vescovo mons. Oliva per il recupero del materiale raccolto dal grande antropologo e scrittore calabrese. Teti nel suo libro ricorda che la tarantella, grande passione di Raffaella Jiritano, era il ritmo che fino alla metà degli anni Sessanta aveva accompagnato San Rocco “durante la festa che si svolgeva secondo le modalità già fissate tra fine Ottocento e inizio Novecento. La lunga e lenta processione (durava oltre due ore e mezzo) era caratterizzata dalla presenza di alcuni devoti, uomini e donne, che danzavano davanti alla statua del santo per una grazia ricevuta o per domandare la guarigione da qualche malattia. Il ballo votivo avveniva al ritmo di tarantella eseguita da suonatori (in genere fino a sei-sette elementi) dei paesi vicini con diversi strumenti musicali: tamburi, cassa, rullante, triangolo e piatti tradizionali, zampogna a chiave e "a paru", pipite, organetti con o senza tamburello. Nonostante una significativa presenza di devoti dei paesi vicini, il culto e la festa riguardavano essenzialmente gli abitanti di Gioiosa”. Seguiamo ancora l’autorevole ricostruzione storica dell’antropologo calabrese sui cambia-

menti della festa di San Rocco che avvengono “a partire dalla fine degli anni Sessanta, per una molteplicità di ragioni e per una serie di grandi trasformazioni socio-culturali, che si verificano a livello generale e a livello locale (si pensi a fenomeni come l'erosione della cultura folklorica tradizionale , il diffondersi della cultura di massa: il grande esodo degli anni Cinquanta; il fenomeno del folk-revival e un diffuso interesse per le culture tradizionali; l'individuazione della religione popolare come luogo per affermare nuovi bisogni), la processione di San Rocco e il ballo votivo conoscono profondi cambiamenti morfologici e di significato. "Santu Roccu" diventa a partire da quegli anni il fondatore e il garante della nuova identità di nuovi strati sociali, degli emigrati che ritornano. L'invenzione di "nuove tradizioni" pur legate fortemente al passato coinvolge anche le migliaia di turisti che d'estate convergono nella zona, oltre che i numerosi visitatori che accorrono con motivazioni diverse rispetto a prima”. Quando comincia la mia osservazione della festa, a metà degli anni Ottanta, essa ha ormai, come mi raccontano numerose persone del luogo, caratteristiche profondamente diverse dal passato”. Raffaella Jiritano riflette sulla religiosità popolare: “Il ballo davanti al Santo al ritmo dei tamburi, le invocazioni dialettali e le varie preghiere che vengono dette durante la lunga precessione, le persone che chiedono con aiuto al Santo Patrono, mi fanno sempre commuovere. Così come mi commuovo nel vedere le immagini delle processioni del passato”. In ogni tempo è stato forte il legame dei gioiosani con San Rocco. La statua viene portata in processione nelle vie principali del paese con soste nella chiesa Matrice (ha celebrato la messa il vescovo mons. Francesco Oliva, che ha annunciato l’ordinazione sacerdotale il 7 ottobre nella Cattedrale di Gerace di Rocco Agostino di Gioiosa Jonica e Antonio Magnoli di Mammola) e quest’anno anche nella chiesa del Rosario. “Un culto, una devozione, un rito che, pure con molte trasformazioni e innovazioni, restano fortemente ancorati alla tradizione” - ha scritto Vito Teti nel capitolo “Gioiosa Ionica: il ballo di Santu Roccu” del suo interessantissimo libro. Concludendo così: “La nuova tradizione con cui vengono accolti e ospitati forestieri e turisti rappresenta un elemento costitutivo di una nuova identità della comunità di Gioiosa. Questa festa di San Rocco, con i suoi legami con la tradizione, con gli elementi del mondo esterno che alla tradizione si combinano in mille modi, incrociando aspetti religiosi, teatrali, musicali e spettacolari, con l’incontro tra devoti del luogo, emigrati, turisti mi sembra metafora ed emblema di una Calabria antica e moderna, con un forte sentimento dei luoghi e dell’appartenenza, aperta verso l’esterno e il nuovo”. Domenico Logozzo


ATTUALITÀ

GIUDIZIARIA

Processi contro scafisti

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ietro agli sbarchi di immigrati clandestini, secondo gli investigatori, ci sarebbero delle organizzazioni criminose. Negli ultimi anni si sono registrati numerosi processi contro presunti scafisti, individuati grazie alle testimonianze dei viaggiatori, che hanno trovato la forza di denunciarli, anche se spesso dopo vicende delittuose. È il caso di uno sbarco che si è registrato nell’ottobre del 2007 quando una motonave, con a bordo circa 130 cittadini di nazionalità egiziana, a causa delle proibitive condizioni meteo-marine, naufragava davanti il litorale di Roccella Jonica. Quel viaggio della speranza si è trasformato in una tragedia, perché a causa delle avverse condizioni meteorologiche, il motopeschereccio in legno si è spezzato in tre tronconi provocando la morte di undici clandestini, sette dei quali, d’età compresa tra i 18 e i 27 anni. La mente dell’organizzazione in quel caso veniva individuata in un cittadino egiziano, che esercitava la professione di ambulante e gestiva anche due macellerie nell’hinterland di Milano, che è stato condannato con sentenza definitiva ad oltre dieci anni di reclusione e al pagamento di una multa milionaria per l’accusa di “favoreggiamento, a fini di lucro,

di immigrazione clandestina, di naufragio colposo e della morte di undici persone”. Un testimone ha dichiarato che l’organizzazione pretendeva un pagamento compreso tra 3 e 5 mila euro, metà in anticipo, il residuo a conclusione della traversata e l’arrivo alla meta prestabilita. Un altro testimone ha riferito di aver riconosciuto il presunto motorista del motopeschereccio dopo averlo notato dalle immagini televisive trasmesse da una tv locale e di averlo identificato nel fascicolo fotografico esibito dagli investigatori. Purtroppo la certezza di aver individuato uno degli scafisti è giunta quando il soggetto era stato trasferito a Foggia da dove è riuscito a scappare prima dell’arrivo del fax con il quale si chiedeva di sottoporlo a fermo. Contro quel fuggitivo, allo stato ricercato, è stato celebrato un processo davanti alla Corte d’assise di Locri e poi l’appello a Reggio Calabria, che ha portato alla condanna del presunto motorista a oltre 20 anni di reclusione e al pagamento di milioni di euro di multa. Negli anni il tribunale di Locri ha registrato altri processi contro presunti scafisti, con diverse condanne e qualche assoluzione. In gran parte dei procedimenti penali gli imputati, spesso detenuti, si sono avvalsi del gratuito patrocinio, previsto in caso di redditi minimi o nulli. In quei casi il costo è caduto sulle tasche dei cittadini italiani.

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La giungla degli appalti pubblici e l’imprenditore vittima e colluso allo stesso tempo Il Convegno dell’Ordine degli Architetti ha messo in evidenza che il male dell’edilizia italiana è una burocrazia intricata e poco comprensibile, per la quale bisogna correre ai ripari. Tanto più che genera paradossi come quello di Lorenzo La Rosa…

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a selva oscura dell’edilizia italiana necessita di un cambiamento radicale, di una riforma istituzionale che garantisca trasparenza e, soprattutto, aderenza alle normative europee, obiettivo che il nostro Paese sarà obbligato a raggiungere entro il prossimo aprile. Sono queste, in sostanza, le conclusioni del convegno organizzato dall’Ordine degli Architetti a Roccella Jonica, la scorsa settimana, di cui vi abbiamo dato conto a pagina dieci dell’ultimo numero di Riviera. L’argomento, trattato in maniera esaustiva dai relatori e analizzato nei minimi dettagli sia sotto l’aspetto tecnico sia sotto quello giuridico, ha visto snocciolare numeri da capogiro, come quello relativo alla presenza di oltre 20mila stazioni appaltanti sul nostro territorio. Ancora una volta, l’Italia si propone come il Paese degli eccessi e delle lungaggini burocratiche, un dato evidenziato dalla non meglio precisata mancanza di adeguamento alla normativa europea vigente, alla quale saremo costretti ad aderire con decenni di ritardo e le difficoltà che ne deriveranno. Procedure differenti da regione a regione, finanziamenti bancari, accordi politici, approvazioni giuridiche e normative derogatorie, creano anfratti nei quali per la criminalità è semplice nascondersi, tanto che, una volta di più, si può affermare senza tema di smentita che il migliore alleato dell’illecito è proprio lo Stato che cerca di combatterlo. Seguire il filo di un gomitolo così aggrovigliato è compito complesso, il cui svolgimento potrebbe ben presto far demordere anche i più tenaci e, soprattutto, potrebbe confondere anche gli osservatori più attenti. La cosa drammatica, purtroppo, è che l’analisi di questo ammasso da due angolazioni differenti crea paradossi in grado di fare impallidire quello di Achille e la tartaruga. Proprio questa settimana ne abbiamo avuto un esempio concreto: Lorenzo La Rosa, imprenditore Calabrese residente a Torino e socio al 10% di una società che si occupa di manutenzione all’Expo, è stato dichiarato vittima di estorsione a stampo mafioso dalla Procura di Torino e al contempo colluso dalla Prefettura di Milano. Il risultato è che La Rosa si è visto consegnare un’interdittiva antimafia per il legame che avrebbe avuto con alcuni indagati dell’inchiesta “San Michele”. La società di La Rosa, ovviamente, ha presentato contro l’interdittiva le carte che dimostrerebbero che egli è invece parte offesa di un’estorsione condotta da que-

Procedure diverse, finanziamenti, accordi politici, approvazioni giuridiche e deroghe, creano anfratti nei quali per la criminalità è semplice nascondersi

gli stessi Adolfo Crea e Giacomo Lo Surdo già condannati per l’inchiesta “Minotauro”. I due, con l’intermediazione di Luigino Greco, avrebbero per mesi costretto La Rosa a cedere gratuitamente biglietti per concerti o il ricavato della loro vendita per aiutare le famiglie di sodali in cella, secondo la Procura di Torino. Queste conclusioni, però, non appaiono sufficienti al Prefetto milanese, che contesta a La Rosa il fatto di non aver sporto denuncia e ritiene il legame di comparaggio comprovato dal fatto che la “aspirante vittima” sarebbe il padrino di battesimo del figlio di Greco. Come si possa risolvere questa situazione davvero non riusciamo a immaginarlo, né possiamo dire con certezza se le cose, nel 2016 e con la riduzione del numero delle stazioni appaltanti, si risolveranno. Di una cosa siamo certi: se non si pensa a un radicale cambiamento dell’assetto burocratico (che vada, possibilmente, nella direzione opposta rispetto a quello attuato da Renzi per la richiesta dell’ISEE) i discorsi sul riscatto dell’Italia resteranno parole al vento… Jacopo Giuca

A 96 anni muoreil padrinoAntonio Nirta È morto nei giorni della festa per la Madonna di Polsi Antonio Nirta, una ricorrenza che per San Luca, e non solo, è una commistione di fede e leggenda. Antonio Nirta non era un boss, ma un padrino, uno che, secondo le ricostruzioni storiche e giudiziarie, aveva scelto “Il Crimine” perché credeva nella forma associativa della criminalità. Di Antonio Nirta si sa tutto e niente, la sua era una sorta di onnipresenza celata, dal sequestro di Paul Getty, alle elucubrazioni sul sequestro Moro, il suo nome spunta sempre fuori, fino al ruolo di mediatore per la seconda guerra di ‘ndrangheta di Reggio Calabria che tra il 1985 ed il 1991 contò più di mille morti. Nirta in quella contesa, e forse è una delle poche vicende provate anche giudiziariamente, divenne protagonista di una tregua tra gli Imerti-Condello e i De Stefano. E non perché Antonio Nirta avesse a cuore le sorti delle due famiglie e di Reggio Calabria, ma perché tra San Luca, Natile e Platì era difficile fare affari con la droga e investire i soldi dei sequestri finché la ‘ndrangheta reggina stava sotto i riflettori, finché le Forze dell’Ordine presidiavano il territorio perché a

Reggio Calabria si sparava. Antonio Nirta, da padrino, aveva capito che stare in silenzio e sotto traccia era più utile che sbandierare potenza di fuoco e arroganza. Il suo nome sta nelle grandi inchieste antimafia che negli anni ’90 avevano capito già quello che oggi ci romanzano con l’operazione “Crimine”. Indagini come “Armonia” e “Aspromonte” erano, e sono, capisaldi dello smascheramento di un sistema, la ‘ndrangheta, di cui oggi tutti parlano perché fa moda ma che esiste, anche al Nord, da oltre 50 anni. Antonio Nirta probabilmente era uno degli ideatori, dei creatori del sistema ‘ndrangheta. Negli anni ’80 il suo nome e quello della sua famiglia voleva dire potenza criminale. Si è spento, da uomo libero, a 96 anni e per i suoi trascorsi lo Stato ha deciso di vietare i funerali pubblici. Una usanza tutta italiana e incivile che serve a lavare le coscienze senza risolvere il problema. Se Nirta, come Casamonica, era un boss, perché era libero e non stava in galera? Perché si vietano i funerali a uomini senza pendenze con la giustizia? Se uno è un delinquente, lo Stato lo deve arrestare non vietare l’umana pietà di una benedizione.



Attualità

Polsi:destini inghiottiti, maschere “ nere e un vescovo 2.0

Nel grande frullatore di anime che è il Santuario della Madonnadella Montagna la fede non basta da sola a spiegare il forte richiamo che tale luogo esercita nella tradizionale festa solenne del due settembre ANTONIO MILICIA

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e suggestioni del mondo virtuale mi portano a pensare che il web abbia vischiosamente trasfigurato il concetto di “essere” e che non conti più tanto il chi sei, quanto il dove sei. Il poter dire e testimoniare con immagini edulcorate dai nuovi dispositivi “io mi trovo qui” (e magari tu no) rappresenta un agente discriminante tra i più perseguiti, anche perché con la irriguardosa spinta pervasiva dei social network tutti oggi arrivano a conoscere e far conoscere accidenti e amenità di tutti. Se dunque più che l’essere conta ormai il dove essere, allora credo che il senso dell’esistenza si stia sedimentando nei luoghi e in ciò che essi rappresentano, come stiamo imparando dalla tragica lezione patita dai moderni migranti, che per conquistare un dove diverso dal loro impegnano la vita stessa. Credo pure che esistano dei luoghi speciali, nei quali il senso dell’essere si condensa fino a toccare i significati più profondi, specialmente se vi risiede un potente fattore coagulante, in grado di livellare la moltitudine eterogenea di individui che riescono a richiamare. Nel grande frullatore di anime che è il Santuario della Madonna di Polsi il fattore coagulante della fede forse non basta da solo a spiegare il forte richiamo che tale luogo esercita nella tradizionale festa solenne del due settembre. Grande parte del suo fascino magnetico infatti se la prende la montagna, e che montagna! Una montagna aspra e a tratti impenetrabile, dal cuore selvaggio e brigante, che ti succhia il respiro mentre ti bacia e ti ubriaca di vento. Solo la fede in una Madonna

così speciale e generosa poteva infondere nell’uomo il coraggio incosciente necessario per sfidare il poderoso gigante Aspromonte, fino a pensare di annidarne il tempio in un remoto alveolo del suo titanico polmone verde. Polsi è un posto unico al mondo, che unisce il fascino oscuro della montagna al misticismo della fede, un luogo in cui l’orografia detta impietosa le sue leggi e obbliga il pellegrino a piegarsi in un viaggio che racchiude nel suo tormentato sentiero il senso profondo del sacrificio e della devozione. Ma nessun luogo è lontano, e può forse una distanza materiale separarci davvero dagli amici? Se desideri essere accanto a qualcuno che ami, non ci sei forse già? Le parole di Richard Bach si adattano allo spirito guardiano che accompagna la fede nella Madonna della Montagna, quello che spinge molti devoti ad attraversare il pianeta per non mancare all’appuntamento del due settembre con la Madre della terra. Polsi rappresenta un grande patrimonio dell’umanità, e come tale riesce a incarnare le diverse facce contraddittorie della natura umana, facce sulle quali si poggiano tante maschere, anche quelle nere di chi con la fede non dovrebbe mai interferire, perché Polsi è anche questo. Per il secondo anno la celebrazione del due settembre si carica di un valore aggiunto: quello del nostro vescovo Francesco Oliva, che, con il “prete portiere” don Pino Strangio, dall’altare si rivolge senza intermediari ai criminali, esortandoli a cambiare vita, e poi chiede l’intercessione di Maria perché giunga il perdono ai suoi tanti figli inghiottiti dal destino. Il vescovo Oliva conferma di essere un grande testimone di fede e di impegno sociale, dopo che dallo stesso altare l’anno scorso aveva chiesto a Maria di liberare la Calabria dalla negatività di una immagine infelicemente distorta dagli stereotipi. È un vescovo che comunica dinamicamente, che si porta l’Ipad ai tanti appuntamenti socio-culturali che gonfiano la sua agenda, che non si tira indietro neanche di fronte alle insidie di un incontro in diretta sulle adozioni per le coppie di fatto; è un vescovo con un profilo da 5.000 amici su Facebook, che si fa un selfie a spaccasorriso abbracciato a ‘U Priuri (visitare la sua pagina per credere), che non ha paura di tirare un calcio di rigore e di sbagliarlo. È un vescovo coccoloso e attento, che ti riesce subito simpatico con la sua figura minuta e il viso sanguigno, ma che sa alzare la voce quando si tratta di censurare il malaffare e la criminalità. Un chiaro segnale di questa rinnovata attenzione verso la sua gente il vescovo lo ha dato qualche giorno fa, facendo trovare sui banchi della chiesa di Polsi un accorato messaggio con il quale ha invitato i fedeli e i pellegrini ad affrontare “sentieri irti e scoscesi, dritti e tortuosi” per incontrare la Madonna della montagna, donna del “sì”, Madre di Misericordia che ama e accoglie i devoti nel suo cuore materno, alla vigilia del Giubileo straordinario della misericordia, fortemente voluto e indetto da Papa Francesco, che inizierà il prossimo 8 dicembre. È quindi nel segno di questo imminente Giubileo, di questa tiepida ventata di misericordia, ma anche di questo piccolo grande Vescovo, che si chiude quest’anno il consueto bagno di fede di balli e di canti a Polsi, così lontano dai sudati e asfittici balli ottenebranti della movida estiva, contrappuntati da ipnotici scatti essenziali, testimoni di un dove che, ahimè, conquista sempre più spazio nel vuoto che gira intorno.


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La dichiarazione di Raffa La mia presenza a Polsi nel segno della fede, della devozione alla Madonna e della tradizione sociale e religiosa del popolo Mariano di Reggio e di altre regioni del Mezzogiorno. Anche quest'anno è stato un grande momento di partecipazione. Giuseppe Raffa

La Madonna della Montagna “gettata”in una discarica A

Ogni angolo della vallata di Polsi, anche dell’area sacra, è lordato da involucri di cibi, di giocattoli, di cicche e soprattutto di bottiglie di birra ma anche di piatti, bicchieri e stoviglie di plastica.

pochi giorni dalla Giornata Mondiale di Preghiera per la cura del Creato, istituita quest’anno dal Papa, nel cuore dell’Aspromonte, a Polsi, si è svolta il 2 settembre l’annuale festa della Madonna della Montagna. Poteva essere l’occasione per dimostrare che l’enciclica Laudato sì ha prodotto frutti almeno nei luoghi di culto e che la denuncia del Papa era stata almeno letta. “Molti sforzi per cercare soluzioni concrete alla crisi ambientale sono spesso frustrati non solo dal rifiuto dei potenti ma anche dal disinteresse degli altri. Gli atteggiamenti che ostacolano le vie di soluzione, anche tra i credenti, vanno dalla negazione del problema all’indifferenza, alla rassegnazione comoda”. Appunto! La splendida vallata di Polsi ridotta a una discarica; ogni angolo, anche dell’area sacra, lordato da involucri di cibi, di giocattoli, di cicche e soprattutto di bottiglie di birra ma anche di piatti, bicchieri e stoviglie di plastica. Rari i bidoni per i rifiuti, non un avviso, non un controllo ma neanche addetti al decoro. I forestali impiegati per la sistemazio-

ne delle strade fanno quel che possono… A due passi dalla piattaforma dell’elisoccorso accanto alla strada un ricettacolo di immondizie e la fossa per la combustione. Nessun obbligo ai venditori di riportarsi in paese i vuoti delle merci, neanche un consiglio nonostante le casette fossero state un dono del Parco; nel giro di pochi anni quelle strutture in legno sono state lasciate marcire e prontamente sostituite da baracche multi materiale di recupero. Meno male che l’area sacra è stata sgombrata dalle bancarelle! L’area dei bagni indecentemente sporca, l’edificio del vecchio e glorioso generatore idraulico ormai ricettacolo d’immondizia, ma anche le case delle comunità presenti rasentano l’indecenza. Pure il vecchio castagno, accanto all’ex museo del Paesaggio Aspomontano (ora chiuso), non ha resistito ed è morto, non di vecchiaia. Lo spiazzo davanti al casello Cano disseminato di rifiuti mentre suonano beffarde le prescrizioni dei cartelli del Parco in zona A. La pineta presenta un vasto manto di spazzatura in parte non degradabile di bottiglie e plastica. La maestosità del luogo violato dai con-

sumatori. La via è stata tracciata dai rappresentanti delle istituzioni che hanno voluto ridicolizzare la strada foderandone i muri con pietra da spacco dell’estremo nord italia, malmessa e malferma, e poi si presentano il giorno della festa per essere riveriti. Il vallone della Madonna è di una bellezza struggente, come tutta la vallata, ma vi si riversano suppellettili in esubero, mentre dovrebbe essere salvaguardata come un angolo di paradiso. Spesso si sente dire che il problema di Polsi sono le malelingue ma io credo che sia il degrado quello peggiore e, se non ci fosse, anche le malelingue non avrebbero appigli. Bisognerebbe invitare i procuratori a far raccogliere i rifiuti dei compaesani oltre che le offerte. E poi possibile che un opulento Santuario non possa permettersi in proprio la salvaguardia della sacralità del posto senza aspettare che provvedano gli altri? Solo un timido invito del Vescovo il giorno della festa su suggerimento di un forestale, come egli stesso ha ammesso, a rispettare la montagna. Arturo Rocca Presidente Osservatorio Ambientale


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Negli ultimi mesi si è affacciato alla ribalta un nuovoNicola Gratteri, un Pm che non esita ad attaccare a viso aperto gli avventurieri e i carrieristi dell’antimafia e arriva finanche a definirsi“perdente”

Forza dottor Gratteri, ancora un passo verso la Libertà... ILARIO AMMENDOLIA

Tanti anni fa, quando scrivendo su «La Riviera» mi sono permesso di muovere i primi rilievi critici all’operato dottor Nicola Gratteri è stato come sfidare il Moloch dell’antimafia. Nonostante le mie critiche non siano ma state di natura personale, ma sempre e soltanto rilievi di carattere culturale e politico, per alcuni sono diventato subito un appestato, un fiancheggiatore della mafia solo perché abbiamo difeso, molto prima che diventasse di moda, i cittadini di Platì e messo in dubbio la pretesa di esercitare la “pesca”con le reti a strascico catturando contemporaneamente colpevoli e innocenti. Ho criticato l’uso smodato e certamente illegittimo della carcerazione preventiva e messo sotto accusa la pericolosa saldatura tra alcune Procure antimafia e il movimento da operetta che ha utilizzato la mafia a fini di carriera di guadagni. Il “metodo” Gratteri” non mi ha mai convinto. Riconfermo tutte le mie critiche, ma prendo atto che negli ultimi mesi si è affacciato alla ribalta un nuovo Nicola Gratteri. Un Pm che non esita ad attaccare a viso aperto gli avventurieri e i carrieristi dell’antimafia, che invita i cittadini e le istituzioni a non dare un soldo alle variopinte associazioni che pretendono con la loro teatralità di lottare la ‘ndrangheta. Chiede ai dirigenti scolastici di programmare lezioni regolari nelle scuole, senza prestarsi alla inutile perdita di tempo messa quotidianamente in campo dai nullafacenti dell’antimafia. In questi giorni Gratteri non ha esitato ad alzare l’indice accusatorio contro il CSM, indicandolo come un centro di potere. Tuttavia, la “rivelazione” in assoluto più clamorosa sta nel fatto che Gratteri abbia dichiarato di considerarsi un “perdente”. Cosa intende dire? Nicola Gratteri è una persona che ha sfiorato l’incarico di ministro della Giustizia, viene corteggiato da schiere di giornalisti e di ammiratori che lo considerano un vate, è invitato in mille convegni e premiato in tutta Italia. Allora, perché si dovrebbe considerare un “perdente”? Voglio pensare che non si riferisca al fatto di non esser stato nominato procuratore della Repubblica. Sarebbe poca cosa! Sarebbe avvilente e non solo per Lui. Un autentico combattente non si autodefinisce “perdente” perché non è stato promosso generale ma solo se perde la guerra. Gli uomini della Resistenza non avevano né i gradi dell’esercito regolare, né divise, né medaglie o piume sui cappelli ma il premio agognato per cui rischiavano la vita era la Libertà. Hanno vinto solo perché l’Italia ha riconquistato la libertà perduta. Gratteri potrebbe essere considerato un “vincente” sui tempi effimeri del presente ma non c’è alcun dubbio che abbia perso la sua guerra. È un “perdente”! Lui ha vista lunga e probabilmente riesce a vedere oltre lo stuolo vociante di cortigiani che hanno sempre bisogno di un simbolo per non vedere la realtà… Se si guardasse intorno potrebbe vedere la Calabria ridotta a un cumulo di macerie non solo materiali e certo per responsabilità molteplici; un Sud in cui la fiducia nello Stato è stata fatta a pezzi mentre la ‘ndrangheta è diventata più forte… Il dottor Gratteri ha tutti gli strumenti per comprendere che l’antimafia messa in campo in questi anni è la perfetta continuazione della legge “Pica” utilizzata dai Savoia per inchiodare il Sud alla sua croce. Sì, concordiamo ma non siamo affatto felici: Gratteri è un “perdente” perché la vittoria non sta nella fama, non sta nel potere ma sta nella certezza di aver combattuto una battaglia giusta. Se Lui questa certezza avesse perso, potremmo solo auguragli “forza Gratteri, ancora un passo verso la libertà”. Dica senza indugi che la presunta lotta alla ndrangheta si è conclusa con una inevitabile sconfitta perché ha confuso gli effetti con le cause. Perché ha preteso di sconfiggere le “forze armate” della ‘ndrangheta lasciando intatta la linfa da cui i criminali succhiano la vita, perché ha sacrificato tante vittime innocenti. Perché l’obiettivo delle classi dirigenti non era la sconfitta della ‘ndrangheta ma piegare ogni resistenza popolare nel Sud. Spesso la corazza che rende famosi e potenti può trasformarsi in un tormento per l’Uomo che la indossa. Se Gratteri troverà la forza dell’autocritica e della motivata critica ai responsabili del disastro, probabilmente non diventerà ministro, e neanche procuratore della Repubblica ma questo non avrà alcuna importanza. In fondo Sandro Pertini diceva di aver vinto la battaglia più importante della sua vita nelle galere fasciste, nel momento in cui ha avuto la forza di dissociarsi dalla domanda di grazia presentata dalla madre. Rispetto a quella vittoria, l’elezione al Quirinale la considerava poca cosa.

“La ‘pesca a strascico’ dell’antimafia ha catturato contemporaneamente colpevoli e innocenti. La fiducia nello Stato è stata fatta a pezzi mentrtae la ‘ndrangheta è diventa più forte”

“Dica senza indugi che la presunta lotta alla ‘ndrangheta si è conclusa con una inevitabile sconfitta perché ha confuso gli effetti con le cause. Perché ha preteso di sconfiggere le“forze armate”della‘ndrangheta lasciando intatta la linfa da cui i criminali succhiano la vita”



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LA PROTESTA

Una catena umana contro lo smantellamentodellaferrovia SABATO SCORSO, AMMINISTRATORI E MANIFESTANTI CIVILI SI SONO STRETTI IN UNA PROTESTA CHE HA RIGUARDATO TUTTI I CENTRI DELLA COSTA JONICA INTERESSATI DAL MINACCIATO SMANTELLAMENTO DELLA NOSTRA FERROVIA La ferrovia jonica non s’ha da chiudere. Negli ultimi mesi il tema dello smantellamento lento ma progressivo della nostra linea ferrata è stato indubbiamente uno dei temi caldi affrontati nella Locride e, più in generale, in tutta la costa est della Calabria. Convegni, dibattiti e proteste si sono succeduti a ritmo serrato facendo esprimere le persone più disparate relativamente all’azione di una burocrazia cieca ed egoista che, sono tutti d’accordo, con questo atto “banalmente malvagio” metterà definitivamente fine alla storia del trasporto pubblico in tutta la zona. Come se non bastasse, per molti cittadini lo smantellamento della ferrovia jonica ha anche un significato più profondo: una sorta di disprezzo che le istituzioni dimostrerebbero di provare nei confronti di quei calabresi (non importa se onesti o incalliti criminali, civili o incivili, contribuenti puntuali o evasori totali) che hanno deciso di restare nella propria terra. Cercando di combattere questa convinzione, un passaparola favo-

rito dai social network e da un volantinaggio serrato ha annunciato in settimana una nuova iniziativa di protesta, unica nel suo genere, nei confronti di questo atto di abbandono. Tutti i residenti nei 500 chilometri di costa interessati dallo smantellamento sono stati infatti invitati a prendere parte a una catena umana che si è svolta sabato scorso alle ore 11:00. Con ritrovo in quelle stazioni che presto potrebbero diventare solo il vuoto esempio di una rimpianta architettura novecentesca, decine e decine di manifestanti e amministratori comunali hanno gridato al mondo il loro no al tentativo delle istituzioni di rinchiuderci nel dimenticatoio, sottolinenando che un servizio a singhiozzo e obsoleto, all’attuale stato di cose, è certamente meglio dell’isolamento totale. Ora che una volta di più il popolo ha parlato, è tempo che i nostri sindaci si facciano sentire con ancora più forza e che il governo centrale si decida ad ascoltare le nostre esigenze. Siamo più di un numero. Jacopo Giuca

Per molti il taglio alla ferrovia rappresenta il disprezzo che le istituzioni provano per quei calabresi che hanno deciso di restare in Calabria

ERRATA CORRIGE

Novella accusato di furto, IDe Mojà tornano a Siderno Superiore ma non al comune Lo scorso 14 giugno nel numero 24 del settimanale Riviera abbiamo pubblicato una notizia inesatta di cui ci scusiamo con l'interessato e con i lettori. Vincenzo Novella, 54 anni, originario di Bovalino e domiciliato a Gaggi, nel comune di Taormina, nella notte tra il 10 e l’11 giugno, è stato sorpreso, insieme ad altre tre persone di nazionalità romena, a trafugare materiale edile dal cantiere in cui si sta edificando il nuovo Municipio, trasferendolo verso alcune stalle poco distanti. Vincenzo Novella non è stato fermato perchè colto dai carabinieri mentre faceva irruzione all'interno del comune di Gaggi con l'intento di allegerire le casse comunali, come abbiamo erroneamente riportato. L’operazione era partita da un pattugliamento dei Carabinieri della Stazione di Graniti che avevano chiuso il cantiere già interessato da furti.

L’INTERVISTA IMMAGINARIA DI LIDIA ZITARA

Imu, Tasi, Ires e Irpef - Egregie dottoresse tasse… eh, ma quante siete! - Siamo tante, milioni di milioni. - Milioni di euro che escono dalle nostre tasche! - Dalle tue, dalle sue, a noi non interessa, ci troviamo bene con tutti: uomini, donne, bambini, vecchi, giovani. Pure coi morti andiamo d’accordo. - Avete un temperamento sessuale un po’ promiscuo, scusate se lo dico. I morti potreste lasciarli in pace, ad esempio. Non potreste dirmi una cosa simpatica su di voi? - Amiamo molto la musica! - Ah sì, e quali gruppi ascoltate? - I “Ricchi e Poveri”! - Me lo dovevo immaginare… cambiamo argomento: il premier Renzi ha detto che vi abolirà tutte: Imu e Tasi dal prossimo anno e Ires e Irpef entro il 2018. L’avete sentito? - Sì, sì!

- E non siete preoccupate? - Noooooo, e perché mai? - Come? Non avete paura? - E di cosa? Al massimo cambieremo il nome! Sai che ci vuole? Un timbro su una carta intestata. La vedi la Tasi qui? - Sì, la vedo (purtroppo). - Be’, ha cambiato nome un sacco di volte, è passata dallo Stato ai comuni e viceversa una sacco di volte, ma è sempre esistita. - Sì (risponde la Tasi), esisto da sempre. Sin da quando esiste l’Universo, credo che se faccio uno sforzo di memoria mi ricordo dei primi tre minuti dopo il Big Bang, prima che si formassero i primi atomi di idrogeno. Ah, che gran caos! Allora sì che ci si divertiva: era tutto esplosivo! Il mio pros-

simo nome vorrei che ricordasse qualcosa di cosmico, apocalittico, come “The day after tax”. Tanto ci hanno già detto che ci daranno dei nomi inglesi, così sembra che sono tasse imposte dall’Europa. - …ma… ma… allora state dicendo che cambierete nome, ma rimarrete sempre voi? - Ma certo, che ti credi? Siamo come la fenice, come Highlander l’ultimo immortale, come Terminator, come Die Hard, come Wolverine. Non ci ammazza mai nessuno! - E io che avevo portato un vassoio di dolci per salutare la vostra dipartita! - Grazie, sei stata molto carina. I dolci li accettiamo. Ehm, a proposito… - Cosa? - Lo scontrino ce l’hai, vero?

Una nuova aiuola farà da guardia al Pascoli ell'intento comune di dare N il proprio contributo per la salvaguardia e la cura del verde pubblico della città, l'Azienda Vinicola Tramontana e dall'Oleificio Perrone, entrambi di Reggio Calabria, hanno inaugurato l'aiuola che circonda la stele dedicata a Pascoli, situata sul lungomare Falcomatà, aderendo congiuntamente alla campagna di sensibilizzazione "Adotta il Verde" e avviato i lavori di valorizzazione dell'area verde. omenica 30 Agosto, dopo quasi 50 anni, Giuseppe De Mojà, un erede della nobile famiglia spagnola, ha deciso di venire a Siderno per rivedere e far conoscere ai membri della sua famiglia l’omonimo Palazzo, una delle dimore più prestigiose di Siderno Superiore. Nonno Giuseppe De Mojà, 92 anni portati magnificamente nel corpo, nella mente e nello spirito, con la moglie, Sig.ra Flavia Marrapodi, con figlio Lino e consorte Caterina Rechichi e rispettivi figlia e nipote, Gilda e Adriano Amaddeo De Mojà, sono arrivati a Siderno Superiore verso le ore 17:30 e sono stati accolti dall’assessore Ercole Macrì, dalla consigliera Rita Commisso e dall’ingegnere Raffaele Macrì Correale . Il Signor Giuseppe , ripercorrendo le sale e ammirando lo stupendo panorama dai balconcini in ferro battuto, ha raccontato, ricordando con piacevole entusiasmo misto a velata nostalgia , aneddoti legati alla vita nel Palazzo e nella Siderno Superiore di un tempo che fu. Il figlio Carmelo, tramite una mail inviata il giorno dopo alla consigliera, ha ringraziato l’Amministrazione Comunale.

D

Gent.ma Prof.ssa Commisso, è stato un vero piacere trascorrere qualche ora insieme a Lei, all'Assessore e alle persone che ci hanno accompagnato nella visita al palazzo. Siamo tutti stati colpiti dall'entusiasmo e dalla volontà di fare che caratterizza tutto il gruppo. Certi che l'antico borgo di Siderno possa rinascere per essere centro di una ospitalità culturalmente attenta alle radici storiche ma anche pronta ad accogliere quelle novità di cui Vi farete promotori come Amministratori, ringraziando ancora per la cortese ospitalità con la quale ci avete accolti. Cordiali saluti, Lino De Mojà e famiglia



SOCIETÀ

Classifica

esta te 2015

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NUOVE BUSSOLE DEL DIVERTIMENTO E DELLA CULTURA SI ILLUMINANO

Gioiosa la grande sorpresa, Roccella e Locri non mollano, Siderno fuori concorso, delude Gerace Archiviati gli anni di magra, l’estate 2015 sulla Riviera dei Gelsomini sembra non aver pagato alcun dazio alla crisi. Locali pieni, parcheggi nemmeno in divieto di sosta, spiagge da tutto esaurito. Era ora!

2) ROCCELLA

Non più regina ma senz’altro principessa dell’estate della Locride. Oltre le note del Roccella Jazz Festival, che a dire il vero ha conosciuto edizioni più riuscite, l’estate roccellese ha riproposto le sue notti a colori: rosa, verde e bianca. Quest’ultima si è confermata la manifestazione di punta del cartellone di Roccella Estate con 25.000 presenze, e i numeri hanno sempre ragione. Una Roccella che anche quest’anno ha fatto suo l’adagio mens sana in corpore sano alternando lezioni di filosofia allo sport, il tutto condito da seminari di yoga.

Voto 9 3) CAULONIA

Anche quest’anno migliaia di giovani della Locride, e non solo, hanno aspettato l’alba scatenandosi nelle notti della movida cauloniese. Notti magiche anche quelle trascorse nel cuore del borgo antico che da diciassette anni rende omaggio alla nostra tarantella, una musica che ha attraversato i secoli per raccontarci quello che siamo. Un festival da cuore nello stomaco seppur con qualche fischio di troppo…

Voto 9,5 Voto 9 2) LOCRI

Si conferma al secondo posto. Oltre le notti da Formentera che hanno fatto della Locride la capitale dell’EDM, un successo al di là di ogni aspettativa è stato il “Grande Agosto Locrese”, nonostante una fantomatica sparatoria poi rivelatasi una brillante operazione di polizia. C’è sempre chi sente odore di marijuana anche lì dove stanno cucinando gulash!

1) GIOIOSA IONICA.

Le prove tecniche degli anni passati hanno dato i loro frutti: la città ha distribuito sorrisi per tutta l’estate. Un’amministrazione giovane supportata da giovani che, arrotolata una corda alla vita della loro Gioiosa, zac, l’hanno lanciata e fatta girare come una trottola, trasformandola in un magnifico borgo degustatore di stupori e nostalgie. I complimenti vanno al sindaco Salvatore Fuda ma anche al presidente della pro loco Nicodemo Vitetta e a un instancabile divulgatore, Domenico Logozzo, che fa spola tra l’Abruzzo e la Calabria per non perdersi nessuna delle iniziative promosse nella sua Gioiosa.

Voto 9,5

Roccella Ionica

2

Mantiene il suo terzo posto anche con il nuovo sindaco, Aldo Canturi, che ha rafforzato l’offerta culturale, chiusa nei giorni scorsi con un importante convegno di letteratura. Fiore all’occhiello i fuochi di Ferragosto, quest’anno ancora più interminabilmente spettacolari.

Voto 8,5

Voto 8 5) MARINA DI GIOIOSA

Ti guarda fisso negli occhi per dirti “Vorrei ma non posso”. È bella ma non balla. Le spiagge sono arroventate di turisti ma oltre il mare (il più pulito dell’intera costa, nonostante la bandiera blu le sia stata sfilata di mano) e qualche timida, seppur apprezzabile, iniziativa culturale, tutto tace. Pare che l’intento sia di preservarla come una terra vergine evitando ogni contaminazione. Scelte che possono anche attrarre chi ama le vacanze da sdraio e cocktail shakerato di pace, ma estate significa osare non riposare.

Voto 7,5 6) STIGNANO

È stata protagonista di una favola moderna grazie alla Festa dei Vicoli, che ha avuto come scenario le sue viuzze meravigliose addobbate di magia. Chi l’ha detto che il circo migliore si muove sotto un tendone e che il teatro più alto scalpita dietro un sipario? Stignano ha dimostrato che è la strada il palcoscenico migliore per spettacoli da occhi sbarrati e bocche sintonizzate su un’unica vocale: OOOH!

Voto 7,5

9,5 8 7 7- 6 9 7,5 7 6+ 6-

ESTATE 2014

1

Voto 8,5 3) BIANCO

4) PORTIGLIOLA

Con due appuntamenti di assoluto prestigio, la rassegna del cinema archeologico e quella del teatro classico, Portigliola ha fatto scuola di Cultura. Un bis per questo inverno, magari sotto Natale, non sarebbe male.

Locri /Caulonia

3

Bianco

4

Stignano

5

Gioiosa Jonica Siderno

6

Bivongi/ stilo /Bovlino

7

9

Mammola Sant’Agata Portigliola

Agnana Sant’Ilario Martone

Canolo Ciminà

Gerace

8

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6) BIVONGI

Anche quest’anno ha riproposto un tuffo nel passato grazie al suo Mercato della Badia, che regala percorsi enogastronomici dal dolce retrogusto di Magna Grecia mentre ci si gode passeggiate alla scoperta di antichi mestieri, lasciandosi affascinare dagli artisti di strada e dondolare dalla musica etnica. Ma Bivongi è bella anche di giorno: la cascata del Marmarico ha attratto e tonificato i glutei di centinaia di turisti!

Voto 7 7) CIMINÀ

Con il suo prezioso gioiello, il caciocavallo, è riuscita ad approdare all’Expo. Ad Agnana ha furoreggiato indomito il meridionalismo di Zitara, mentre Stilo continua a far vibrare gli animi con la sua solenne rievocazione storica del Palio di Ribusa.

Voto 6,5 8) SANT’ILARIO

come Benestare non stupiscono ma nemmeno deludono. A Martone quest’anno è stato negato il piacere della baldoria. Un’estate davvero sottotono che non ha potuto contare neppure sulla salutare visita del Festival Jazz. Unico momento di svago, la festa della ‘Ntinna. Un sole blando anche per l’estate di Mammola che oltre a puntare sui peccati di gola ha mostrato ben poco.

2

vacanza e non ne vuole sapere di far divertire. Tuttavia degne di nota le attività estive del “Caffè Letterario Mario La Cava”.

3

4

Voto 610) GERACE

Dopo la prima edizione del Borgo Insaccato, nel suo cartellone estivo ha inserito la manifestazione “Calici di stelle”… in effetti cosa c’è di meglio di un buon bicchiere di vino per dimenticare?

Voto 5,5 NON CLASSIFICATO) SIDERNO

La nuova amministrazione di Siderno ha regalato all’estate gli “Orti Urbani” e il “Festival Jazz”, ma siamo obbligati ad astenerci da qualsiasi forma di giudizio dal momento che il nuovo assessore alla Cultura, Ercole Macrì, è stato una delle firme più pregevoli e geniali del nostro settimanale. Anche se si è respirata aria di rinnovamento, cari lettori, in merito all’estate sidernese, giudicate voi!

6

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Voto 6 9) BOVALINO

Prosegue la sua caduta interminabile nell’immobilità. Bovalino in estate va in

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8

9

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GERENZA

Le COLLABORAZIONI non precedute dalla sottoscrizione di preventivi accordi tra l’editore e gli autori sono da intendersi gratuite. FOTOGRAFIE e ARTICOLI inviati alla redazione, anche se non pubblicati, non verranno restituiti. I SERVIZI sono coperti da copyright diritto esclusivo per tutto il territorio nazionale ed estero. GLI AUTORI delle rubriche in cui si esprimono giudizi o riflessioni personali, sono da ritenersi direttamente responsabili.

Registrata al Tribunale di Locri (RC) N° 1/14

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Direttore responsabile: MARIA GIOVANNA COGLIANDRO Editorialista: ILARIO AMMENDOLIA COLLABORATORI: Jacopo Giuca, Lidia Zitara, Cristina Caminiti, Eleonora Aragona, Franco Parrello, Domenico Spanò, Sara Leone, Sara Jacopetta, Katia Candido.

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Locri: alberi abbattuti, perchè? Secondo il sindaco Giovanni Calabrese erano “indecorose”le condizioni del marciapiede antistante il plesso scolastico

“Nel corso dello scorso inverno abbiamo avuto lamentele piuttosto forti e continue da parte di genitori e insegnanti del plesso ‘Pascoli’, di fronte al quale erano gli alberi di Ficus pumila ora abbattuti. Il cordolo era un ostacolo per ragazzi e adulti, senza contare che la conca formata si riempiva d’acqua in inverno, rendendo le condizioni del marciapiede impraticabili. Piastrelle e mattoni, e parte dei cordoli, erano stati sollevati a causa dell’invadenza dell’apparato radicale degli alberi, che dai tagli hanno evidenziato delle patologie in atto” così Giovanni Calabrese spiega le motivazioni del drastico taglio che ha scontentato molti cittadini e messo in allarme i locresi. “Io non sono un tagliatore d’alberi: ho lottato per i venti platani in contrada San Cono, figuriamoci se non mi sarebbe piaciuto conservare questi!” Eppure un bravo architetto del paesaggio avrebbe saputo ovviare. L’ottica da costruttori edili ha biecamente cancellato la capacità di creare bellezza e ricavarne laddove ci siano ostacoli. Ma questo non viene recepito dalla mentalità burocratica. La buona notizia comunque c’è: saranno piantati degli alberi con apparato radicale non invasivo, e a quanto promesso dal sindaco, alberi da fiore, che renderanno allegre e forse un po’ vintage le entrate in classe in primavera. Ma i problemi ci sono, e Calabrese non li nasconde: “Ci troviamo con una pesante eredità riguardo alla gestione del verde pubblico: abbiamo effettuato tagli a scalva –assolutamente antiestetici e fuori periodo- per consentire all’illuminazione presente di raggiungere la strada, poiché quando gli alberi sono in pieno rigoglio, via Matteotti è al buio. Tanto che abbiamo richiesto all’azienda Neri, che ha impiantato l’illuminazione, se si possano effettuare delle modifiche poco costose per renderla funzionale in rapporto agli alberi. Siamo in regime di ristrettezze economiche e cerchiamo di fare il meglio”. Ma quando si parla di decisioni partecipate, Calabrese non ha mezze parole: “L’associazionismo non ha mai funzionato, chiedono stanze per riunirsi senza poi fare nulla! Abbiamo persino un regolamento sul volontariato, ma noi non abbiamo mai visto nessuno presentarsi!”. Eppure il sollevarsi di opinioni riguardo a questa vicenda, che se vogliamo è abbastanza marginale, è stato tale da far capire che Locri è pronta per fare il salto del leone, per organizzare un’associazione forte e con grande seguito, che possa fungere da motore ispiratore per la vita cittadina, un po’ come è successo a Siderno. Locri sarà da meno? Sembra che le persone ci siano, bisognerebbe che si riunissero per ottenere un ascolto meno frazionato e un orecchio un po’ più attento alle proteste. Lidia Zitara

Errata Corrige Nel numero 35 di Riviera del 31 agosto 2015 la persona a cui è stata dedicata la poesia che aveva come titolo “Te ne sei andata”, apparsa a pagina 14, si chiamava Maria Carmela Ruggia e non Ruggio com’è stato erroneamente pubblicato. Ci scusiamo con gli autori della poesia, Pepè e Rosetta.

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LETTERA AL DIRETTORE

Ci scrivono dal carcere di Spoleto Egregio direttore, da poco ricevo il suo settimanale e mi creda leggerlo è stata una bella esperienza per me che vivo un particolare momento della mia esistenza. Sono particolarmente interessato a ogni cosa che in esso viene “ripreso”. Credo che un paese (…forse oggi più una “cittadella”!) come Siderno – sempre più proiettato verso il nuovo, verso la crescita culturale – avesse bisogno di “ritrovare” qualcuno che riesca ad unire, oltre alla creatività e senso critico, amore verso le origini. Vorrei ancora continuare a parlarLe del Suo giornale, ma forse è meglio che mi presenti! …Salve! Sono Domenico e Siderno è il luogo della mia infanzia oltre che l’attuale residenza della mia famiglia. Mi trovo nel luogo che tutti cercano di evitare. Il carcere. Si! Quella parola che tutti fanno fatica persino a pronunciare. Sono a Spoleto da molti anni e da poco ho avuto la gioia di “vivere” Siderno attraverso le pagine del Suo giornale. Forse mi prenderà per matto, ma leggo anche gli annunci pubblicitari (…la comunicazione e il marketing sono la mia passione e da sempre mi affascinano, e quindi ecco che il focus cade proprio su quello sono i miei interessi!), ma forse la cosa che mi attira di più è l’angolo della cultura. Sa, leggo molto perché credo fermamente che chi legge alla fine non sbagli mai e proprio attraverso la lettura e la crescita culturale sono riuscito a ritrovare la libertà interiore…si! Proprio quella libertà che molti non hanno da liberi e che riesce a donarmi magiche sensazioni. Come non affascinarsi alle storie dei grandi avventurieri che dal nulla sono riusciti ad inventarsi storie magnifiche. Bellissime. Affascinanti. Tanto che spesso i loro racconti mi consentono di “volare” verso sentieri di passione; e soprattutto verso le cose in cui credo. Amore. Pace. Serenità. Armonia. Ma anche verso la legittimità a un percorso di trasformazione e di riscatto, un riconoscimento di sentirsi uomo. Uomo vivo. Uomo libero. Uomo diverso. E dall’altra parte c’è qualcuno, concretamente presente nell’ascolto, attento alle parole, alle ombreggiature, ai chiaroscuri che, sa, affiorano. E nella circonferenza morbida della tenerezza del cuore scivola schietta partecipazione; umana comprensione, intersecata con lucidità di analisi, con semplicità e chiarezza ai grandi temi di ogni tempo; filosofici, esistenziali, etici. Pensieri che andrebbero assimilati da tutti, perché pungolano il pensiero e la riflessione. Fanno riflettere sul senso della vita non solo fra le quattro mura di una cella, ma anche nelle condizioni “normali” del vivere libero sovente imprigionato dalle mode, dall’appiattimento del pensiero, dall’ignoranza, dal subdolo condizionamento di una cultura che spinge al nichilismo, alla laica cancellazione dei valori, alla rassegnazione, alla perdi-

zione. Alla fine. Vede Direttore, nelle carceri italiane la maggioranza dei detenuti sono del Sud. E molti oltre ad essere carcerati sono prigionieri della loro ignoranza, ma molti altri sono riusciti, grazie alla cultura, a sprigionizzarsi. Alcuni si sono laureati e qualcuno scrive libri. Come non parlarLe di Giambattista Scarfone (è di Caraffa del Bianco e ha all’attivo tantissimi libri); una vera forza della natura che meriterebbe un posto di rilievo nel panorama della cultura internazionale. Uno scrittore completo oltre ad essere una persona di spiccate doti umane. Egli ha voluto dedicare una filastrocca alla Madonna di Porto Salvo che mi permetto di inviarLe e che mi piacerebbe trovasse spazio sul Suo giornale. Per concludere il messaggio che intendo veicolare è che anche nel luogo più ostico che l’uomo abbia potuto inventare, ovvero il carcere, ci sono persone che non hanno mai smesso di credere e sperare in un mondo diverso, dove finalmente il bene possa trionfare sul male e, dunque, consentirci di svegliarci dal torpore dell’indifferenza a cui la nostra quotidianità ci ha abituati, così che l’indifferenza possa cedere il passo all’indignazione coraggiosa di chi non riesce più a far finta di niente, ritrovando il senso della libertà. È proprio su questo concetto mi permetto di citarLe un breve pensiero di un calabrese che ha reso onore alla nostra terra: “…nessuna libertà esiste quando non esiste una libertà interiore dell’individuo” (Corrado Alvaro). Chiedo venia per il disturbo e mi lasci porgerLe distinti saluti e vivi complimenti per il giornale Cordialità Domenico Barranca Casa Reclusione Spoleto PG, 21 agosto 2015

Tra Sacro e Profano

Sei viva e presente con un battito eterno Madre e Patrona della città di Siderno. L’otto settembre culmina la tua giornata S. Maria di Portosalvo per sempre Incoronata. È un conforto costante saperti tra noi incorporea e pura per i figli tuoi. Di anno in anno il ciclo si rinnova e tutto si ripete se c’è il sole o se piova.

Il giro in barca evoca un rito molto antico per placare le acque e sentire il mare amico, e il riscontro tangibile dopo il cerimoniale è la sensazione di pace che libera il male.

Vi è anche un altro aspetto meno religioso per la gioia dei bimbi e il loro mondo giocoso: uomini sui trampoli che sembrano giganti, attrazione irresistibile per irrequieti esultanti.

Pagana è la fiera con le innumerevoli bancarelle con stravaganti mercanzie e caratteristiche ciambelle. È figlia del costume questa consolidata evidenza, ma sacro e profano non turbano la coscienza. Un altro rituale di memorabile attrattiva sono i fuochi pirotecnici con una scenografia incisiva, da ammirare mentre si riflettono sulle acque calme seduti sulle panchine del Lungomare delle Palme. Questo e molto altro si vive in quei giorni e siete tutti invitati a visitarne i dintorni, ma sappiate che ogni cosa ruota intorno alla Patrona che protegge e illumina con la splendida corona.

Giambattista Scarfone

DaToronto all’Olanda, da San Francisco a Genova… vecchi amici a Siderno per una rimpatriata Questa è una rimpatriata tra amici di infanzia: ci siamo riuniti nonostante il lavoro e la vita ci abbiano allontanati, perchè ci vogliamo bene come allora e anche di più, e sono sicuro di non sbagliarmi. La nostra è amicizia fraterna; tanti abbiamo perso i genitori e oggi quasi tutti ci ritroviamo in un mondo che, almeno io, per molte sfaccettature, stento ad accettare. Era molto diverso il mondo di un tempo da quello di oggi. È cambiato tanto soprattutto per quanto riguarda i valori, in particolare il rispetto e l’amore disinteressato verso i genitori. Noi, nonostante i problemi e le responsabilità, siamo felici e orgogliosi di rimanere quelli delle palazzine semplici e sorridenti e spero di conservare questa gioia in ogni nostro futuro incontro. Quella sera fra noi mancavano due ragazzi eccezionali, Enzo Crupi, detto Vandereycken, e Franco Lombardo, di cui non ci siamo dimenticati e non ci dimenticheremo mai! Auguro a tutti voi, amici, una vita di salute, gioia e serenità. C’è chi tra noi tornerà al Nord per lavoro, chi all’estero, chi resterà, ma col pensiero saremo sempre vicini. Giuseppe Belligerante


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Eventi in Riviera 6-7 Settembre

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10-11

Siderno: Piazza Portosalvo, ore 22:00, Concerto: “Antonio Maggio”

Mammola: Festa di San Nicodemo; Mammola: Piazza Ferrari, ore 22:00, Mimmo Cavallaro, Cosimo Papandrea & TaranProject in Concerto Tour 2015 Siderno: Piazza Portosalvo, ore 21:30, Shark & Groove, ore 22:30 I Carboidrati Siderno: Piazza Portosalvo, ore 22:30, Concerto: “Centonove Tribute Rino Gaetano”

Settembre

Settembre Siderno: Mirto, ore

21:00, spettacolo: “Sgegliere? Si può!” Gerace: ore 19:30, Laboratorio del gusto – Olive e Olio extravergine da Cultivar Geracese

Siderno: la città che si emoziona con la Festa di Portosalvo Nessun altro evento è atteso quanto la Festa di Portosalvo, che riesce a concorrere con la prestigiosa fiera di Reggio. La cittadinanza è impaziente!

20-25

Grotteria: Festa del SS. Crocifisso

Settembre

Ciminà: ore 21:00 Concerto: “Hantura” San Giovanni di Gerace: Festa di Maria Santissima delle Grazie Riace: fino al 27 settembre, Festa dei Santi Cosma e Damiano

TRADIZIONI

A Riace la festa dei Santi Anargiri Cosma e Damiano

ELIA FIORENZA Anche quest’anno, fedele a un’antica tradizione, la città di Riace si appresta a celebrare, il 26 e 27 di settembre, i solenni festeggiamenti in onore dei santi patroni, Cosma e Damiano. Una data in cui la devozione popolare diviene forza evocativa e momento di religiosità autentica, dove a un’incessante preghiera di supplica si saldano atti votivi che rivelano quanto l’essere umano sia provato dall’afflizione e dalla sofferenza, ma anche sostenuto dalla fede e dalla sete di un Dio misericordioso. Quella stessa misericordia che Papa Francesco ha scelto come simbolo di questo nuovo Anno Santo. In questo squarcio di Calabria, gesti e segni generano domande sull’esistenza, sull’umanità alla ricerca di un senso. Lo sguardo si posa sui piedi nudi dei pellegrini che giungono nella città simbolo dell’accoglienza: piedi consumati, contusi che istoriano nella realtà il viaggio della vita. E poi i canti, le implorazioni, i panegirici, le testimonianze appaiono densi di interesse, di un tempo che sfugge a ogni distanza per favorire l’animo alle promesse di una fervida Speranza. C’è un passaggio dovuto nella vita del credente: il momento della condivisione, dell’incontro, della diversità. E qui, per le stradine del borgo, echeggiano gli organetti, i tamburelli, le grida, accanto ai colori variopinti che varcano la soglia dell’abitudine per cogliere invece l’essenzialità. Ogni angolo di Riace diventa spazio di condivisione di varie generazioni che manifestano insieme il culto ai Santi medici con suoni balli e giaculatorie. Una folla di persone in cammino, in movimento, in esultanza. È la presenza singolare e calorosa degli zingari, rom e sinti, che caratterizza con questa festosità l’atmosfera di Riace. I loro costumi, il loro status vivendi così peculiare e insolito, e quelle loro entusiasmate piroettate folkloristiche. La loro danza cattura l’energia in ogni soffio d’aria nell’asimmetria dei loro movimenti, veri svolgimenti di un’armonia afferrata nelle leggi di gravità. Tutto in quei giorni a Riace si colora di festa e di supplica incessante. Gli occhi del cuore inseguono gli Anargiri aspettando l’attesa grazia. Di questi due testimoni della fede, con certezza storica, si sa soltanto che furono martirizzati in Siria. A partire dal V secolo s’invocarono come patroni dei medici in quanto praticarono la medicina senza fini di lucro da qui l’appellativo greco di “Anargiri”. Si racconta pure che fossero gemelli tanto da indurre, alcuni studiosi in approfondite ricerche, a ritenere che fossero facilmente la trasposizione cristianizzata dei pagani Castore e Polluce, detti Dioscuri in quanto “Figli di Zeus”. I festeggiamenti nel santuario di Riace risalgono al 1669, quando alcuni frammenti delle reliquie di S. Cosma furono portate da Roma, ma Cosimo e Damiano furono istituiti santi patroni di Riace nel 1734. Un tratto del loro culto, inoltre, era adattamento della pratica pagana detta “incubatio”: ieri come oggi, infatti, si faceva dormire l’ammalato nella chiesa ai piedi dei simulacri, sperando in un sogno che avrebbe condotto alla sua guarigione. Nell’alta Locride il culto è attestato sin dalla feconda età bizantina.


RIVIERA

ATTUALITÀ

Nella Locride l'Estate 2015fa bo

È DEL 6% L'INCREMENTO DELLE PRESENZE RISPETTO ALLA MARIA GIOVANNA COGLIANDRO avevano (ri)dato per morto. Quell'antipatico ricognitore Svimez, che ha sciolto la lingua ai più, aveva annunciato per l'ennesima volta la fine del Sud. Una punta dello stivale in cancrena irreversibile, tanto che qualcuno ne consigliava l'amputazione immediata per scongiurare il rischio che l'infezione risalisse e corrodesse tutto il resto. E, invece, coup de theatre durante il falò di fine vacanze: l'estate 2015 ha visto approdare sulla punta dello stivale una caterva di turisti. Se i negozi di abbigliamento hanno sprangato le saracinesche, l'edilizia e il manifatturiero cadono a picco, e nei cimiteri di fabbriche e industrie ci si stringe negli ossari, le bellezze naturali e culturali si rivelano un provvidenziale asso nella manica. Il trend positivo si conferma anche nella Locride. È del 6% l'incremento delle presenze rispetto alla scorsa estate, in particolare nei mesi di luglio e agosto. Questo quanto rivelato dai dati forniti dal Consorzio di Operatori turistici della Locride, Jonica Holidays. Circa il 12% di turisti in più si è registrato nel solo mese di Agosto. Facendo un giro nei vari bar della Riviera dei Gelsomini

L'

la soddisfazione si taglia a fette e viene servita col caffè! "Stiamo facendo un sondaggio su com'è andata la stagione estiva..." - "Bene!!!" risponde pronto Riccardo Fazzolari del bar Golosia di Marina di Gioiosa, con uno scatto tipico di chi urla "Stellone" prima che si finisca di dire "Un, due e tre stella!". "Se negli anni passati - prosegue Riccardo - l'ondata turistica era limitata alle prime due settimane di agosto, quest'anno si è prolungata fino alla fine del mese". Dello stesso parere Elisa Mancini del bar Tesori di Sicilia di Siderno: "Non aspettavamo altro che essere subissati dai turisti. Purtroppo questo non è accaduto tutti i giorni, però, ad esempio ho notato che durante la serata della Shopping Night a Siderno abbiamo avuto un afflusso pari a quello della Festa di Portosalvo dello scorso anno". Sono soprattutto del Nord Italia ma anche francesi, inglesi e tedeschi i turisti che hanno scelto di trascorrere le loro vacanze nella Locride. Questo è quanto ci è stato riferito da Stefano del bar Fratelli Canturi di Bianco e anche da Davide del bar Riviera di Locri che confermano quanto dichiarato dai colleghi: è stato un agosto lunghissimo! Riccardo Fazzolari ha provato a spiegarsi il perchè: "Nei primi giorni di agosto il

meteo non è stato clemente, quindi c'è chi si è trovato costretto a prolungare le ferie per godersi un po' di mare. Inoltre in molti hanno ripiegato sul Sud Italia dopo che i recenti fatti di cronaca hanno visto le principali mete del turismo divenire bersagli dei terroristi. Il Mediterraneo da meta ideale del turismo mondiale si è trasformato in luogo di terrore". Ma è solo colpa dell'Isis se quest'anno operatori turistici, commerciali e della ristorazione hanno potuto tirare una boccata d'ossigeno? In realtà, come si dice, eravamo ricchi e non lo sapevamo. E anche se lo sapevamo ce ne infischiavamo. Stiliamo da anni pseudo-progetti per il rilancio del turismo, ma puntualmente quando sembra che siamo lì a un palmo di naso dall'aver tutto chiaro, rimaniamo fermi sull'orlo a fare melina, a voltare e rivoltare le etichette, fermandoci al prospetto. Purtroppo siamo di quelli a cui la vertigine impedisce di scalare la montagna. Sosteniamo che non ci forniscano i mezzi e imputridiamo nell'attesa che spuntino di soppiatto da qualche parte. Lo scorso agosto Telecom ha annunciato che sono in arrivo al Sud 750 milioni per la banda larga. Ma a cosa ci serve se non abbiamo idea delle potenzialità del web? Prendiamo, ad esempio, un sito che si

Roma, la Città Eterna retta dai criminali, non si scioglie La capitale sarebbe stretta in una morsa mafiosa, da un patto scellerato tra i clan degli“zingari”, gli eredi della“banda della Magliana”, i clan di‘ndrangheta, i criminali neri di Carminati, i tentacoli della mafia e della camorra. ILARIO AMMENDOLIA Ho sempre considerato la legge che regola lo scioglimento dei consigli comunali per infiltrazione mafiosa, uno strumento concepito per colpire la sovranità popolare in particolare in Calabria. Una legge per umiliarci e per intimorirci in quanto meridionali. È la storia a dimostrarci, senza ombra di dubbio, che in tutti i paesi in cui la legge è stata applicata, la mafia non solo non è arretrata di un solo millimetro ma si è sostanzialmente rafforzata. Il fine della legge non è il giusto contrasto alla ‘ndrangheta bensì l’attribuzione di una facoltà discrezionale al Potere esecutivo tendente a umiliare la democrazia. Inoltre, le recenti vicende legate al Comune di Roma,

dimostrano l’assoluto arbitrio nell’applicazione della legge. Il mancato scioglimento del consiglio comunale capitolino equivale a un colpo di cannone caricato di spudorata arroganza e sparato in faccia alle popolazioni meridionali. Roma non si scioglie, Reggio Calabria sì! E con Reggio decine di consigli comunali della Locride hanno conosciuto l’onta dello scioglimento. Sciogliere Roma sarebbe stato uno “sfregio” per l’Italia intera! Lo hanno gridato forte in questi giorni - e senza pudore - il fior fiore dei politici antimafia. Lo hanno ripetuto magistrati, “statisti”, funzionari dello Stato, intellettuali, giornalisti. La migliore schiatta dell’antimafia marciante e parlante. Cerchiamo di capire più da vicino l’inchiesta “mafia-

capitale” avvertendo che molti la considerano una bolla mediatica concepita in modo da delegittimare una “politica” certamente già screditata di suo, per tenerla sotto schiaffo, e dare un’assoluta centralità alla Procura della Repubblica. Saranno i processi a dimostrare la solidità dell’intero impianto accusatorio e la consistenza delle prove a carico dei singoli imputati. Noi, per un momento e solo per comodità di discorso, diamo per vere le tesi dalla Procura per come riportate dai giornali. Roma sarebbe stretta in una morsa mafiosa, da un patto scellerato tra i clan degli “zingari”, gli eredi della “banda della Magliana”, i clan di ‘ndrangheta, i criminali neri di Carminati, i tentacoli della mafia e della camorra. Costoro controllerebbero anche il respiro della Città Eterna.

Le organizzazioni criminali avrebbero eletto consiglieri comunali di maggioranza e di opposizione, condizionato la nomina di assessori e dello stesso presidente del consiglio comunale, truccato gli appalti, occupato immobili di proprietà del Comune con la complicità degli amministratori, inquinato pesantemente la burocrazia municipale, influenzato la vita politica e amministrativa della Capitale. Ci sono migliaia di pagine di registrazioni, di cui riportiamo solo qualche frase: “con Marino semo coperti, con Alemanno semo coperti” oppure “...finanzio giornali, finanzio eventi, pago cene, pago manifesti” e infine “…con il mio amico capogruppo se magnamo Roma”. Poche parole ma autentiche “perle” che la Procura ha messo ben in evidenza. Nonostante tutto ciò, il consiglio comunale di Roma non


SETTIMANALE

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DOMENICA 6 SETTEMBRE

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ottino di turisti, colpa dell'Isis? SCORSA ESTATE, IL 12% IN PIÙ NEL SOLO MESE DI AGOSTO. vanta di essere riferimento del turismo in Calabria. Non voglio fare nomi, ma vi assicuro che è disponibile solo in lingua italiana. L'Emilia Romagna promuove il suo mare "stagno" anche in inglese, francese, tedesco e russo. Basta questo confronto per inchiodare la nostra incapacità di creare turismo. Inoltre, non si può pretendere di vendere la propria immagine facendo affidamento su siti web confusionari e graficamente superati, con rinvii continui da caccia al tesoro. Se già facciamo fatica con la promozione a parole, ancora più drammatica è la conversione in fatti. Il turista che approda in Calabria deve fare i conti con trasporti terzomondisti, infrastrutture emmental, assoluta mancanza di rispetto verso l'ambiente... Quali danni fa il rimbalzo sui social network di certi viaggi "immondizia coast to coast "? Quali danni il far sapere al mondo puntualmente ogni tre o quattro mesi che l'aeroporto di Reggio Calabria e di Crotone sono due malati terminali e non ci si è preoccupati di trovare una cura in tempo? Quali danni mostrarci al mondo come il paese del "non finito"? Quali danni l'aver permesso che per anni venissimo descritti come la palla al piede dell'Italia? Poltroni, incapaci, criminali.

Biologicamente inferiori, semibarbari o barbari completi. Questo il nostro identikit, questi i postulati di sabbia da cui ci siamo lasciati convincere noi per primi. Mentecatti. Avremmo dovuto allenare la nostra coscienza così da non lasciarci ingannare. E, invece, abbiamo permesso che qualcuno vegliasse su di noi per non lasciarci avanzare troppo nella via del dubbio intelligente. Adesso siamo fermi al palo, incapaci di reagire, di raccontare la nostra vera storia che ha tanto della Bellezza e tantissimo della Cultura. Incapaci di sfruttare un luogo pieno di ricchezze. Sulla Sila si trova l’aria più pulita d’Europa; l'altopiano è stato candidato a Patrimonio dell’Umanità e di recente eletto Riserva della Biosfera italiana nella Rete Mondiale dei siti di eccellenza dell’UNESCO ma a nessuno o quasi è saltato in mente di investirci un soldo per creare turismo, lavoro, ricchezza. Siamo ricchi e non lo sappiamo e non lo vogliamo sapere. E come se non bastasse ci tiriamo mazzate da

soli: la maggioranza di Palazzo San Giorgio la vigilia di Ferragosto ha avuto la brillante idea di istituire la tassa turistica, un contributo di soggiorno per ogni notte trascorsa nelle strutture della città. Insomma l'astuto e irreprensibile Falcomatà ha fornito i barbiturici per il suicidio del settore turistico reggino. Una decisione presa senza convocare un tavolo tecnico in cui

SERVE UN PROGETTO CAPACE DI CAVALCARE L'ONDA E CHETENGA ALLA LARGA LE MENTI DA ANTIQUARIATO E I PALLONI GONFIATI.

Le organizzazioni criminali avrebbero eletto consiglieri comunali, condizionato la nomina di assessori e dello stesso presidente del consiglio comunale, truccato gli appalti, occupato immobili di proprietà del Comune con la complicità degli amministratori.

avere il buon gusto e il buon senso di ascoltare Confcommercio, Unione Consumatori e Federalberghi. Possiamo stilare tutti i progetti che ci pare ma bisogna prima di tutto cambiare questa mentalità circoscritta e impregnata di malsana presunzione: solo così potremo andare a braccetto col grande mondo.

sarà sciolto. Ribadisco, sono garantista e ostile a ogni legge sommaria, ma, Buon Dio, se non sciogliete Roma come fate a sciogliere Reggio? Come fate a sciogliere Siderno per una telefonata? Come potete sciogliere Africo, Casignana, Bovalino, o Sant’Ilario? Si dice Marino è una persona onesta! Giusto! Ma fino a prova contraria lo sono anche Peppe Campisi, Pietro Crinò, Masino Mittica, Riccardo Ritorto, Pasquale Brizzi e tantissimi altri! Ve lo diciamo noi. Perché siamo in Calabria! Perché siamo in una Terra dove la Politica è morta, il diritto è stato ucciso, le garanzie costituzionali sono state massacrate. Siamo in Calabria dove la democrazia è una chimera, il popolo è senza guida, i poteri forti - tra cui la ‘ndrangheta - fanno da padroni. Il consiglio comunale di Roma si è salvato perché protetto da un robusto cordone degno del miglior “concorso esterno” saldamente collocato nel “mondo di sopra”. La Calabria da tempo è stata consegnata al “braccio secolare” e pronta per essere divorata dalle fiamme purificatrici della vuota “legalità”! Lotta alla mafia? Ma mi faccia il piacere…


RIVIERA

CULTURA E SOCIETA’

È stata archiviata con successo la prima edizione di Miss Riviera, concorso di bellezza che ha raccolto in Piazza Portosalvo quattordici aspiranti reginette provenienti da ogni angolo della Locride

Il Federiciano 2015 a Daniela Ferraro, l’Usignolo della Locride Mallarmè sosteneva che la poesia si fa con le parole. Ma le parole da sole non bastano, hanno bisogno di un poeta che si metta al loro servizio. Daniela Ferraro, conosciuta come "l'Usignolo della Locride", con le parole crea l'incanto. Lo scorso 29 agosto, mentre si trovava a Camigliatello, ospite di una delle giornate dedicate alla cultura calabrese, sezione "La luce del poeta", veniva insignita a sua insaputa del prestigioso premio "Il Federiciano 2015" a Rocca Imperiale, con la poesia inedita "Settembre 1939", incisa su una stele, ai piedi del Castello Svevo. Il Festival, giunto alla sua VII edizione, è stato organizzato dalla casa editrice Aletti di Roma con il patrocinio del comune di Rocca Imperiale. Lo scorso anno Daniela Ferraro ha dato alle stampe una nuova silloge di poesie, "Piume di cobalto". Già dal titolo è possibile intravedere il tema su cui verte la poesia della Ferraro: versi leggeri come una piuma, anche perchè musicali, ma che recano in sè la pesan-

Siderno riscopre la“g bellezza”: ecco a voi M Ideata da Carmelo Scarfò, la serata, condotta da Pino Gaiano e Chiara Carnevale, ha intervallato i momenti del concorso con le esibizioni degli ospiti.

tezza della vita ( il cobalto), una ricerca affannosa quindi che, dal presente, si sposta sul passato per meglio comprendere il primo e poterlo, così, meglio affrontare.

Il Burraco sbarca a Locri

Quale futuro per la biblioteca di Siderno?

L’ALB incontra il sindaco Fuda Si fa più cogente l’attività dell’ALB (Amici del Libro e della Biblioteca) data l’entrata in carica del sindaco, tanto atteso dalla cittadinanza. Una ristretta delegazione di membri dell’Associazione ha potuto finalmente conferire con Pietro Fuda, per illustrare le necessità della biblioteca e definire assieme i passi necessari per portarla dallo stato attuale ad una piena funzionalità. Prima d’ogni cosa è stato stabilita una separazione fisica tra biblioteca e l’androne della scuola tramite una parete. Il sindaco ha espresso la sua più ferma determinazione a portare la biblioteca a pieno regime entro tempi strettissimi. Considerato che i lavori di ripristino della scuola media “Pedullà” necessiteranno di mesi, e aggiungendo i tempi tecnici del trasporto e riorganizzazione del patrimonio librario, non dobbiamo però immaginare che la cosa si risolva da un giorno all’altro. Le richieste dell’ALB sono le seguenti: assunzione di un direttore (eventualità per ora esclusa dall’amministrazione), formazione del

personale, rinnovo dello Statuto e del Regolamento, rinnovo del Comitato di Gestione, con ampia discrezionalità, annullamento della delibera della Commissione Straordinaria per quanto riguarda la nomina del Comitato di Gestione. Predisposizione di una sala multimediale e di una sala convegni con almeno 100 posti a sedere, catalogazione digitale di tutti i libri con inclusione nel Sistema Bibliotecario Nazionale (SBN). Dedicare una sala alla gipsoteca del Maestro Correale, e un’altra ad un archivio su Siderno. Il sindaco ha –per parte sua- invitato i membri dell’ALB a fornire indicazioni dettagliate sulla sistemazione dei locali e sulle altre necessità della biblioteca, proponendo una collaborazione dell’associazione alla creazione di manifestazioni per rendere viva la stessa. Ciò che è sicuro è che almeno i locali della “Lorenzini” dove sono alloggiati i libri, verranno messi in sicurezza. La Redazione

Nel corso degli anni il Burraco si è confermato come gioco complesso e ricco di regole e varianti, e l’appellativo “amatoriale” non coincide affatto con “elementare”. Anzi, l’esatto opposto. Locri ha indetto un torneo che si è tenuto il 29 agosto alla Corte del Palazzo Municipale, patrocinato dall’Amministrazione. Responsabile di gara Francesco Ruso (arbitroFi.bur), direttore conti e computer Luca Barbara, arbitra di circolo Rosalba Abrigata. Indiscusso vincitore della serata Tommaso Trapasso, che ha fatto incetta di premi. La famiglia Trapasso ha, in generale, ottenuto moltissimi premi durante tutti i gironi del torneo. Grande isfazione del sindaco, Giovanni Calabrese, che ha voluto onorare così la fine della stagione estiva. A presto nuove edizioni!


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LA ROSA DEIVENTI

Queste donne, dopo grandi sacrifici e fatiche immani, nell’acqua a piedi nudi per giorni e giorni e per molte ore, arrivarono a fare uno sciopero affinché la loro giornata lavorativa fosse di otto ore. Era il 1906.

GRANDI LOTTE PER GRANDI TRAGUARDI

LA DICHIARAZIONE DEI DIRITTI DELL’UOMO 1789

Nel dicembre del 1877 il Senato approva la legge che abolisce l’arresto per debiti e la legge che ammette la testimonianza delle donne negli atti pubblici.

Art.11: La libera comunicazione dei pensieri e delle opinioni è uno dei più preziosi diritti dell’uomo. Ogni cittadino può dunque parlare, scrivere e pubblicare liberamente; salvo a rispondere dell’abuso di questa libertà nei casi contemplati dalla legge . Maria Verdiglione

Le risaie italiane patria delle mondine.

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grande Miss Riviera! Il tocco magico di un’Amministrazione Comunale scelta dai cittadini dopo tanti anni di commissariamento, ha fatto sì che la parola d’ordine dell’estate sidernese fosse “bellezza”. La città si è finalmente risvegliata dal torpore di un letargo coatto, e si è riversata nelle strade per riassaporare il gusto deciso delle notti estive della Locride. Un programma ricco di eventi, spesso sperimentali ma comunque riuscitissimi, ha permesso alla bellezza di issarsi sugli alberi, di dare più luce ai lampioni, di riempire l’aria di musica e aprire i negozi in orario notturno, di limare i contorni frastagliati di un lungomare ancora ferito, ma nuovamente apprezzato. La bellezza dell’estate sidernese, comunque, non è stata solo quella della città, di una riscoperta Villa Comunale o, più in generale, degli eventi, ma anche quella delle ragazze che, il 28 agosto, hanno sfilato in Piazza Portosalvo per contendersi la corona di Miss Riviera. Da Punta Stilo a Capo Spartivento, quattordici ragazze selezionate precedentemente nei locali della Pro Loco, che fin dall’inizio ha dato piena disponibilità a supportare l’organizzazione del concorso, sono state giudicate dalla giuria presieduta da Antonio Tallura e composta da Pino Albanese, Giuseppe Badia, Rita Commisso, Rosario Condarcuri, Francesco Correale, Vincenzo De Leo, Giuseppe Figliomeni, Gianluca Leonardo, Vincenzo Meleca, Antonio Muià, Giuseppe Oppedisano, Rosario Rocca, Anna Maria Romeo, Giorgio Ruso, Pietro Sgarlato e Antonio Tassone. Ideata da Carmelo Scarfò e realizzata grazie alla preziosa collaborazione di Eliana Minici, dell’Assemblea dei Sindaci della Locride, di Riviera, di Telemia e di Studio 54 Network, oltre che con il patrocinio del Comune di Siderno concesso da Ercole Macrì e Giuseppe Figliomeni, la serata è stata condotta da Pino Gaiano e Chiara Carnevale, che hanno saputo intervallare con professionalità i momenti del concorso con le coreografie della scuola di danza di Anna di Pana e le esibizioni liriche del baritono Salvatore Trifiletti.

Al termine della manifestazione è risultata vincitrice per bellezza fisica e portamento Caterina Tedesco, di Grotteria, che si è così aggiudicata un gioiello messo in palio da Carmelo Scarfò e una crociera per due alle Isole Eolie. Seconda e terza classificata sono invece risultate la calabro-ucraina Elisabeth Shkaberda, di Siderno, e la calabro-argentina Camila Giselle Veron, di Caulonia. Siderno ritrova bellezza e la Locride ha una sua miss. Cos’altro pretendere da questa estate? Dopo la proclamazione di Miss Riviera, a scaldare ulteriormente la piazza di Portosalvo di Siderno la macchina giamaicana dei Marvanza, senza dubbio una delle realtà di riferimento della nuova scena della musica reggae calabrese. Jacopo Giuca

GLI ORGANIZZATORI RINGRAZIANO: La Gioielleria Scarfò, che ha fornito il gioiello in premio e la Dafne Turismo e Congressi, che ha pianificato invece il viaggio alle Isole Eolie per la vincitrice; Tiziana Giuntini di TG Hair Style e la truccatrice Veronica Sainato, che hanno preparato le ragazze; il centro moda “New Look”, che ha fornito gli abiti da cerimonia per la sfilata; Crisis Bar, che ha fornito gli addobbi floreali, gli sponsor La Bussola, Chipsland Siderno, F2 Franco Primo, Bar Helios, Hyundai Siderno, Irish Pub, Punto Caldo, Lo Spuntino, Gelateria Strati, Terranova Moda, Tesori di Sicilia, Zio Franco Pizzeria e l’agenzia Publicon Advertising Solutions.

Grazie a una partita di calcio i "Vavalaci" hanno potuI "Vavalaci" to devolvere 500 euro all'associazione "Camminando che si occupa prevalentemente di persone scendono in Insieme" svantaggiate. Merito principale dell'iniziativa è stato di Commiso, Michele Staibano, Martino campo per una Antonio Michelizzi, oltre che dell'amministrazione comunale di Siderno, del presidente regionale della sezione arbipartita trale Stefano Archinà e del presidente dell'Ymca Leonardo che ha concesso l'uso delle di beneficenza Domenico strutture sportive della sua associazione.

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RIVIERA

CULTURA

L’intervista a Pasquale Muià

Abbiamo discusso con il giornalista della Locride trapiantato a Genova del passato e del futuro intellettuale del nostro territorio. Ecco i suoi pensieri tra Casa della Cultura, recupero delle biblioteche e un ricordo anticonvenzionale di Pasquino Crupi.

Pane, giornalismo e cultura: la ricetta per far rinascere Siderno

“ Pasquale Muià, per anni corrispondente del Corriere della Sera e della Gazzetta del Sud. Spera di pensionarsi presto e tornare nella sua Siderno

Pasquino Crupi, splendido insegnante, era amatissismo dai suoi allievi. Sui muri delle aule c’erano le scritte “Pasquino ti amo”

Siderno è già stata quella fucina di idee che dovrebbe tornare a essere. Non posso dimenticare, la grande cultura che scaturiva dalla Libreria Gentile

Il nostro territorio ha dato i natali a moltissimi intellettuali conosciuti in tutto il Paese, se non nel mondo. Tra essi, anche Pasquale Muià, rinomato professionista e corrispondente per anni del «Corriere della Sera» e della «Gazzetta del Sud» da Genova, con il quale abbiamo parlato di giornalismo, cultura e società nella Locride. «Ho iniziato la mia avventura giornalistica a Siderno - ci ha raccontato - Avrei sognato che i miei studi mi portassero nella città di Dante, ma non mi fu possibile e mi ritrovai all’Università di Messina. A vent’anni, grazie ad Aristide Bava che, assieme a Luigi Malafarina e Franco Bruno crearono, (grazie a) Mimmo Archinà, Teleradio Sud “La Cometa”, ebbi l’occasione di avvicinarmi al mondo del giornalismo relazionando le quattro edizioni giornaliere del radiogiornale. Sotto l’occhio attento di Aristide, che mi indicò la strada per comprendere che cosa dovessi fare per coltivare l’emergente passione per il giornalismo, cominciai a studiare questa disciplina, comprendendo quale fatica comportasse fare una rassegna stampa. «Dopo la laurea ho continuato a percorrere questa strada, ma era un periodo in cui per i laureati non c’erano speranze. Benché potessi continuare a fare radio, mi resi conto che non si trattava di un lavoro che mi avrebbe permesso di vivere dignitosamente, dunque mi costrinsi ad andarmene. ( Per questo ho dovuto lottare non poco contro i miei principi. Ma dovetti subire la realtà di un territorio abbandonato a se stesso, dove lo Stato era assente. Approdai ad Arcore, dirimpetto alla famigerata villa di Silvio Berlusconi. «Mi iscrissi alla facoltà di giornalismo presso l’Università La Cattolica a Milano, dove mi sarei specializzato, e vinsi due borse di studio del Corriere della Sera nel periodo in cui era direttore Alberto Cavallari e Paolo Mieli. Siccome ero al contempo insegnante e corrispondente per una televisione locale facevo una vita miserevole: sposato da pochi mesi, mi trasferii a Genova, ma questo comportava svegliarmi alle cinque, andare a Milano, raggiungere Legnano, fare le ore di docenza e poi correre in via Solferino, al giornale. Staccavo alle sette la sera per arrivare alle undici a casa, dove mi ingozzavo e mi buttavo sul letto. “Nel frattempo avevo superato il concorso a cattedre per l’insegnamento di materie letterarie così, vinte la borsa di studio e parlato con Cavallari, ottenni di diventare corrispondente da Genova. A Milano avevo avuto la fortuna di conoscere il capo ufficio stampa della Lega Nazionale Calcio Michele Tigani, figura che ricorderò sempre con moltissimo affetto per tutto quello che mi ha insegnato. Mi disse che la Gazzetta del Sud cercava un corrispondente per lo sport dalla Liguria. Nonostante avessi già tre giornali con cui collaborare, accettai con piacere di lavorare per un giornale del mio territorio. «A tanti anni di distanza, spero di andare in pensione il più tardi possibile e tornare a Siderno, dove credo che esista una grande capacità creativa in grado di farci impegnare in progetti puliti, dando la spinta decisiva per aiutare il territorio a uscire dalla crisi. «L’elemento che mi dà maggiore speranza è il fatto che Siderno sia già stata quella fucina di idee che dovrebbe tornare a essere. Non posso dimenticare, ad esempio, la grande cultura che scaturiva dalla Libreria Gentile dove, intorno alle cinque del pomeriggio, si incontravano Cosimo Iannopollo e suo fratello, Mimmo Gentile, Rocco Ritorto, il professore Vento, Nicola Zitara e tanti altri che discutevano tra di loro di società, politica e cultura. «Siderno ha nuovamente bisogno di queste realtà, motivo per il quale credo che il progetto della Casa della cultura sia una necessità, considerato che le nuove generazioni hanno attorno il deserto in quanto a strumenti, se escludiamo le nuove forme di comunicazione. La cultura informatica è completamente diversa dalla cultura vera e propria, non permette ai ragazzi di avere luoghi dove incontrarsi. È necessario avere un luogo di ritrovo che non serva solo alle attività ludiche ma permetta ai giovani di confrontarsi guardando negli occhi i propri interlocutori, unico modo di comprendere fino in fondo le sfumature del significato delle parole. Oggi parliamo tutti, ma usiamo troppo spesso termini che non esprimono il significato effettivo di ciò che veramente pensiamo. I ragazzi di oggi discutono tra loro non perché possiedono una base culturale, ma perché si confrontano con le pagine web, utili per la multiculturalità, ma non in grado di approfondire la cultura del luogo, che a Siderno per troppi anni è mancata e, temo, continuerà a mancare per ancora molto tempo. Iniziative come quelle promosse dall’associazione Amici del Libro e della Biblioteca sono bellissime e potrebbero aiutare a uscire da questo isolamento. Si tratta di falsarighe, di quanto accadeva in America quarant’anni fa: in quel caso si leggeva un libro e lo si lasciava sul muretto di una strada creando un giro non solo di testi, ma di idee, perché in questi volumi venivano lasciati dei commenti. In Italia si è provato a fare esperimenti di questo tipo, ma sono sempre durati pochissimo, anche se si tratta di una delle forme di scambio culturale più belle che esistano. «Quando ero giovane io, invece, nella biblioteca dell’ex ospedaletto, vicino al rione Sbarre, si trascorrevano intere giornate e non era raro vedersi regalare un libro o un giornale. Compiere un gesto così semplice credo che sia ancora la cosa più bella del mondo. «La cosa più curiosa, comunque, è che tutti i personaggi che hanno segnato la storia culturale di Siderno, negli anni del fervore intellettuale e politico, erano docenti che possedevano la capacità didattica di esternare il proprio sapere e portarlo all’individuo nella maniera più semplice, evitando agli interlocutori le difficoltà di comprendere ciò di cui si stava parlando. «Pasquino Crupi era una di queste persone, per questo lo ricordo con grande affetto in qualità di mio insegnante. Insegnava alle magistrali di Locri, e tutte le ragazze erano innamorate di lui. Sui muri delle aule ci si imbatteva spesso in scritte che recitavano “Pasquino ti amo”. Per anni è stato il vero e proprio pupillo dell’Istituto Magistrale di Locri e già scalava le posizioni, sotto l’aspetto culturale, della nuova generazione e del nuovo indirizzo politico della Locride». Jacopo Giuca

Coloro che hanno segnato la storia culturale di Siderno erano docenti che possedevano la capacità didattica trasmettere con semplicità il proprio sapere.


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L’irsutismo Il vello è il pelo sottile, liscio, non pigmentato diffuso su tutta la superficie corporea presente prima della pubertà. Il pelo terminale, invece, è grosso, ruvido, pigmentato, che, prima della pubertà, è presente solo a livello del cuoio capelluto e delle sopracciglia. Nella donna lo sviluppo puberale coincide con un aumento della produzione di ormoni maschili, androgeni, che nelle regioni a più elevata sensibilità androgenica (pube, ascelle, arti) determinano la trasformazione del vello in pelo terminale. L’irsutismo è una condizione caratterizzata dall’anomala presenza di pelo terminale in sedi dove esso è normalmente assente, ed è causato da un’aumentata azione degli androgeni sui tessuti bersaglio. Questo può avvenire per due motivi: (i) aumento della produzione di androgeni (ii) maggior sensibilità dei tessuti periferici agli androgeni. Nel primo caso, l’iperandrogenismo può avere origine dalle ovaie (sindrome dell’ovaio policistico, ipertecosi, tumori ovarici), o dai surreni (sindrome adreno-genitale, sindrome di Cushing, tumori surrenalici). Nel secondo caso, invece, i livelli degli androgeni possono esser anche normali ma, data la maggior sensibilità dei peli agli androgeni si osserva irsutismo e acne.

A cura di: Drssa Anna Perri / Dr Rocco Valeriano

studioperrivaleriano@libero.it Specialisti in EndocrinologiaUniversità degli Studi di Pisa

DOMENICA 6 SETTEMBRE

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L’intervento della Psicologa Floriana Masdea

Cos’è la Depressione La depressione è un disturbo dell’umore molto diffuso. Ne soffrono circa 15 persone su 100. Si calcola che su 6 neonati, almeno uno soffrirà di depressione durante la sua vita. Il disturbo depressivo può colpire chiunque a qualunque età, ma è più frequente tra i 25 e i 44 anni di età ed è due volte più comune nelle donne adolescenti e adulte, mentre le bambine e i bambini sembrano soffrirne in egual misura. Tutti quanti abbiamo l’esperienza di una giornata storta, in cui siamo giù di corda, tristi, più irritabili del solito e “ci sentiamo un po’ depressi”. Molto probabilmente non si tratta di un disturbo depressivo, ma di un calo d’umore passeggero. La depressione clinica invece presenta molti altri sintomi e si prolunga nel tempo. Chi ne soffre ha un umore depresso per tutta la giornata per più giorni di seguito e non riesce più a provare interesse e piacere nelle attività che prima lo interessavano e lo facevano stare bene. Si sente sempre giù e/o irritabile, si sente stanco, ha pensieri negativi, e spesso sente la vita come dolorosa e senza senso (“dolore del vivere”). L’episodio depressivo costituisce una delle esperienze peggiori che si possono avere nella vita. Ci si sente senza speranza, senza poteri né risorse, completamente impotenti difronte alla vita e alle persone. Mancano le energie per fare qualsiasi attività, fisica e mentale. E del resto niente sembra interessare più né in grado di dare piacere. Si guarda la propria vita e tutto appare un fallimento, un susseguirsi di perdite di cui spesso ci si sente colpevoli. Oppure si è convinti che la colpa sia degli altri, della vita, della sfortuna e ci si sente arrabbiati con tutto e tutti e si arriva a farsi terra bruciata intorno. L’isolamento è cercato e sofferto, e appare inevitabile.

Come si cura la Depressione La Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale (TCC) ha mostrato scientificamente una buona efficacia sia sui sintomi acuti che sulla ricorrenza. A volte è necessario associare la TCC ai farmaci antidepressivi o ai regolatori dell’umore, soprattutto nelle forme moderate-gravi. L’associazioni della Terapia CognitivoComportamentale e i farmaci aumentano l’efficacia della cura. Nel corso della Psicoterapia CognitivoComportamentale la persona viene aiutata a prendere consapevolezza dei circoli viziosi che mantengono e aggravano la malattia e a liberarsene gradualmente attraverso la riattivarsi del comportamento e l’acquisizione di modalità di pensiero e di comportamento più funzionali.

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Grandi progetti Vincenzo Lizzi e Davide Ruso si fanno pizzicare dal nostro fotografo con il loro sguardo più soddisfatto. Quali saranno i progetti che hanno in serbo per la prossima estate, dopo i successi del 2015?

Siderno express Rocco Lionetti detto “pompa” estende il comparato fino in Cina con il grande Fabio Zeng. Il suo urlo riuscirà a terrorizzare tutta Siderno?

Bova marina Il cristallino mare dell’Area Grecanica occhieggia le prime alture di Bova. Una passeggiata corroborante e ricca di splendide suggestioni!

La grande Gioiosa I sindaci Salvatore Fuda e Domenico Vestito abbracciano il fulcro di una Gioiosa grande, bella e dalla tradizione immortale: eccoli con Mimmo Logozzo

Foto vintage Vincenzo Vitale (Tomba), Mario Diano e Ciccio Ferraro hanno fatto una scorpacciata di “cancioffoli”. Molti “cancioffoli”, ma anche molti anni fa! Recite e privè L’attore Antonio Tallura, dopo le belle fatiche dei suoi ultimi spettacoli, si concede una visita al Manhattan e una foto con il suo proprietario Enzo...

Nuovo ordine ferroviario Alla stazione di Siderno, durante la catena umana per evitare la chiusura della ferrovia jonica, non poteva mancare Nino Tarzia, qui con Francesca Diano. Per il futuro del territorio! Agostino Baggetta e Peppe Oppedisano hanno detto no alla chiusura della ferrovia jonica, sì ai collegamenti efficenti e a una ripresa che passi dal turismo!

Complimenti all’amministrazione comunale di Stilo! Questo trenino entrerà presto in funzione per portare i turisti sul monte Consolino a visitare il castello Normanno.

Separati alla nascita Avvistato a Marina di Gioiosa Jonica il cantante Christian con lo chef Pino Pino Barillà... Non ci sono dubbi: nuovo caso di separazione alla nascita confermato!


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Un ballo magico Roccco, Rocco, Rocco, evviva Santo Rocco! Se non avesse avuto il fiatone sarebbe stato questo l’urlo con il quale Antonio ‘Plis’ avrebbe accompagnato la sua danza!

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Un tricolore unico Tre amici si rendono disponibili per una bella foto patriottica: insieme Lizzi, Alvaro e Vumbaca fanno il tricolore! Ma la maglietta di Vumbaca non è del colore sbagliato?!

Artisti di strada Da Siderno a Gioiosa l’arte dell’intrattatenimento è naturale! Ecco il mago Bonetti e il criminologo Giovanni Sfara, grandi artisti di strada della Locride!

Monsignore e il protettore Anche Monsignor Oliva, domenica scorsa, era a Gioiosa Jonica per S. Rocco. Eccolo al limitare della piazza in compagnia del giornalista Ilario Cameriere!

Se la matematica non è un’opinione Un sindaco vale due ex-sindaci. Sandro Autolitano, ex sindaco di Palizzi, Rocco Luglio, sindaco di Portigliola, e a destra l’ex sindaco di Locri, Barone Francesco Macrì

Successo succulento! “Siamo felicissimi per lo straordinario successo della Prima Sagra della Porchetta con prodotti tipici samesi”. L’ entusiasmo della Pro Loco in un solo scatto!

Suona per S. Rocco Il ritmo travolgente dei tamburi che accompagnano la discesa di San Rocco, a Gioiosa Jonica, è come un furore che pervade l’anima e scatena il corpo!

Auguri Raffaele e Valeria! Per voi inizia un radioso cammino insieme!

Breve ma intenso Anton Francesco Milicia, grazie al suo talento, ottiene un altro importante riconoscimento conquistando il secondo posto al Premio “La Quara” per short stories al Borgo Val di Taro.

La spada di Damocle Anche Damocle Argirò fa cadere la sua protesta sul taglio della ferrovia Ionica, ovviamente indossando un cappello di colore rosso!


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di Scozia nel centro della Locride Da The Scotsman Pub di Locri riscoprite tutti i sapori della vecchia affascinante Edimburgo. In perfetto stile scozzese, il nostro #nonèilsolitopub. Qui troverete oltre alle immancabili birre Tennent's, Weiss e alla straordinaria birra alla ciliegia, anche 16 birre artigianali provenienti da tutto il mondo. Ma The Scotsman Pub non è solo il simposio della birra, è anche il regno degli autentici sapori calabresi: ben quattro portate di antipasti tipici della nostra cucina vi saranno serviti per il pieno godimento dei vostri palati. Si va dai succulenti salumi, alle deliziose ricotte, dai funghi e carciofini sott'olio alle fagiolate che riprendono passo passo le ricette della nonna. E dalla montagna, le vostre papille gustative si tufferanno in un mare prelibato grazie alle portate di pesce freschissimo, accompagnate da coloratissime e sfiziose verdure. E poi panini simili a palazzi, con strati uno più appetitoso dell'altro. Una bontà a cui non avrete mai il coraggio di dire "Basta!". Da noi sarete viziati, coccolati, stupiti. La nostra più grande missione è leggere la meraviglia nei vostri occhi e lasciarvi a bocca aperta in attesa di nuove prelibatezze da addentare! Da The Scotsman Pub vi sarà servita la Calabria nel piatto ma nello stesso tempo respirerete la Scozia avvolti da un'atmosfera suggestiva. E da lontano vi sembrerà di scorgere le due gobbe del mostro di Loch Ness che emerge dalle acque per urlarvi a gran voce #venividichitipigghi!

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