Riviera n° 04 del 26-01-2014

Page 1

L’omofobia nella Locride è viva, vegeta e tagliente. Non inganni la pacifica convivenza di persone che – outing o meno – tra Monasterace a Palizzi coesistono più o meno serenamente col resto della società in apparenza eterosessuale.

Un’ala scura, a volte minacciosa e certamente soffocante, impedisce tutt’oggi la libertà dell’universo di lesbiche, gay, bisessuali e transgender (Lgbt) di vivere pienamente amalgamato con l’habitat locrideo. (pag.16/17)



www.larivieraonline.com DOMENICA 26 GENNAIO

CONTROCOPERTINA

19 gennaio 2014 Cassano dello Jonio

Hanno spezzato

le ali

3

Nicola (questo il suo nome) a solo tre anni aveva conosciuto il carcere vivendo insieme alla madre, in un cella umida tanto da ammalarsi di bronchite cronica. Gli altri bambini giocavano, lui era in cella per reati mai commessi. Uscito fuori del carcere è costretto a “con-vivere” col nonno, trafficante di droga, impegnato in guerre per il controllo del mercato. Nessuno si ricorda di questo bambino, se non quando i sicari lo uccideranno senza pietà. Uccidere un coniglio o un gallo per la stragrande maggioranza delle persone sarebbe un trauma. Per uccidere una persona bisogna superare una serie infinita di sbarramenti che la natura ha messo dentro ciascuno uomo a tutela della specie. Uccidere un bambino è un’impresa impossibile se non per persone che hanno già ucciso la loro umanità. Persone che provano disprezzo e odio per se stesse, e vedono in qualunque essere umano l’immagine riflessa della loro bruttura. Il dramma ci tocca da vicino, è successo da noi, in Calabria, in mezzo a noi. Il piccolo Nicola è nostro. Non possiamo restare indifferenti, né invocare la tortura o la pena di morte. Sarebbe inutile. Dovremmo invece dichiarare una guerra senza quartiere agli ambienti malsani e brutali che spengono ogni moto della coscienza, ogni lume di civiltà. I “bruti” crescono e vivono in mezzo a noi e noi ce ne accorgiamo solo quando presentano il loro triste conto di sangue e di morte. Mai più bambini in carcere, mai più bambini abbandonati. Questo dovrebbe essere il grido unanime delle nostre coscienze. In Svezia o in Norvegia ci può pur essere un grave fatto di cronaca nera ma sarebbe impossibile che la società lasciasse un bambino al suo triste destino, senza muovere un dito, come è successo in Calabria.

ad un

Bambino

Uccidere un bambino è un’impresa impossibile se non per persone che hanno già ucciso la loro umanità. Persone che provano disprezzo e odio per se stesse, e vedono in qualunque essere umano l’immagine riflessa della loro bruttura.

ILARIO AMMNEDOLIA «Uomini nella truce ora dei lupi…» con questi versi il Pascoli intendeva indicare la regressione degli esseri umani verso la bestialità; però (e che però) i lupi non uccidono i cuccioli della loro specie. Invece a Cassano qualcuno si è disumanizzato a tal punto da sparare contro un bambino di appena tre anni e bruciare il cadavere. La storia di questo bambino è un atto di accusa contro la nostra società.

In questo senso pesanti sono le responsabilità dello “Stato” e di quella parte della società che osserva supina, indifferente e silente quanto avviene intorno ad essa. Non è uno Stato civile quello che consente rendite parassitarie imponenti ai pochi e lesina i fondi per salvare la vita di una creatura, che lo rinchiude in carcere, che ne perde la tracce. In questo caso la cattura degli assassini non può essere lasciata solo alle forze di polizia. Il crimine ha ferito gravemente ognuno di noi e nessuno dovrebbe sentirsi estraneo a questa battaglia.Se non avessi paura di essere frainteso arriverei a dire: non so se ancora sopravvive qualche “uomo di onore” ed in che misura questi siano stati tali, ma se qualche “seme” è rimasto si dovrebbe sentire impegnato in questa guerra contro gli assassini del piccolo Nicola. C’è un bel film di Pietro Germi “In nome della legge” La trama è tratta dal racconto autobiografico di un magistrato di provincia, parla di un vecchio capomafia che non esita un secondo nel dare la caccia e consegnare i carabinieri un mafioso resosi responsabile dell’omicidio di un ragazzo. Infine il carcere. Non ci può essere lo stesso carcere per il responsabile di un’azione così orrenda e chi sé reso responsabile di una truffa, di un furto e neanche di reati più gravi. Non propongo torture e sevizie, ma percorsi di recupero non semplici e non scontati e la certezza che persone responsabili di tali crimini non possano essere rimesse a contatto con la società se non alla termine di un lungo percorso di recupero. Domani ricorre la giornata della Shoah. Uomini di divisa comandati da feroci tiranni concepirono il più grande sterminio di bambini della storia.«Se questo è un uomo…» scriveva Primo Levi guardando gli internati nei campi di concentramento. Certo erano ancora meno uomini gli aguzzini e i carcerieri dei rinchiusi nei lager. Goffredo Buccini sul “Corriere” si rifugia nella risposta classica: rafforzare le forze armate. Inutile. Se il bruto esiste, il bruto colpirà. Meglio, molto meglio, prosciugare con urgenza la pozzanghera stagnante e nauseabonda dove costoro crescono e si moltiplicano ed estirpare il cancro prima che generi metastasi.


RIVIERA

PRIMO PIANO

L’unione fa la forza www.larivieraonline.com DOMENICA 26 GENNAIO

4

VALLATA DEL TORBIDO

Appuntamento al Museo del Bergamotto per un week end a“tutto tondo”

GAETANO RAO: PER L’AGRICOLTURA SERVE STRATEGIA La Provincia di Reggio Calabria continua l'opera di promozione e valorizzazione delle eccellenze agroalimentari reggine. Appena concluso il week end del clementine che ha registrato la partecipazione di esponenti politici provinciali e regionali, delle Organizzazioni professionali agricole, degli stessi produttori, dell'Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali provinciali e, di esperti qualificati, provenienti dal campo della bio nutrizione e della ristorazione di qualità, si continua con il Week End del Bergamotto dal 25 al 26 gennaio a Reggio Calabria presso il Museo del Bergamotto. Un talk show dal titolo "Bergamotto a tutto tondo", farà giungere, nel capoluogo reggino, una nutrita rappresentanza di categoria ed esperti conoscitori delle proprietà organolettiche attribuite al rinomato agrume. Presente il Presidente della Provincia di Reggio Calabria Giuseppe Raffa assieme all'Assessore provinciale all'Agricoltura Gaetano Rao per testimoniare l'ulteriore iniziativa di marketing territoriale, avviata dall'Ente di Piazza Italia, finalizzata alla divulgazione, approfondimento e potenziamento delle risorse agroalimentari del comparto agricolo reggino. Se l'agricoltura è l'unico settore trainante dell'economia nazionale, allora, non possiamo più essere penalizzati dalla mancanza di strategie di pianificazione, e penso, ad un Piano Agricolo Provinciale che non è chimera ma uno strumento di sostegno nel percorso di sviluppo e di affermazione sui mercati”.

“L’unione fa la forza”. Questo adagio quasi banale sembra cucito apposta su quanto sta succedendo nella Vallata del Torbido. Sei comuni e cioè Marina di Gioiosa, Gioiosa Jonica, Grotteria, Mammola, Martone e San Giovanni di Gerace, hanno ripreso un cammino iniziato più di quarant’anni fa, nel lontano 1973 e come tante cose che denotano l’indolenza calabrese e locridea, abbandonato o disatteso o ricominciato. Comunque, si tratta dell’Unione di questi comuni in un ente autonomo. Il primo incontro al quale hanno partecipato i sindaci, i membri delle giunte e i presidenti dei consigli comunali, si è tenuto sabato 18 gennaio al Palazzo Amaduri di Gioiosa Jonica con la partecipazione di Arturo

Bianco della Coim Idea che dovrebbe gestire la costituzione dell’ente autonomo, un organismo che non intaccherà la singolarità dei sei comuni, ma ne regolerà per statuto le competenze ed il coordinamento in materia di funzioni e di servizi da rendere alla comunità. Intanto è stato dato l'incarico di predisporre un’analisi in tal senso sui sei comuni per verificare in concreto quali incombenze possono essere trasferite da subito alla competenza dell’Unione. È una decisione che probabilmente dopo un secondo incontro ufficiale dei consigli comunali alla presenza dei relativi segretari che si terrà questa volta al teatro di Gioiosa Jonica, dovrà varare la stesura dello statuto e ricevere l’approvazione dei consigli, ma che

vede già un’attuazione bonaria e informale nel momento in cui due comuni come Marina di Gioiosa e Gioiosa Jonica si scambiano il mezzo meccanico per la pulizia delle strade l’uno e il deposito della sabbia raccolta l’altro. Tutto ciò significa che le amministrazioni comunali e le popolazioni si sono sensibilizzate sufficientemente ma, come si diceva, sotto la spinta di necessità di fatto che rendono più evidente e probante l’unione, la solidarietà e il principio della programmazione ponendo in essere provvedimenti soprattutto di natura economica, i quali danno impulso ai servizi, all’efficienza e allo sviluppo in cambio di ciò che i buoni cittadini non evasori versano all’erario comunale, regionale e statale. Andrea Quattrone

RISPONDE GIANNI GERACE PRESIDENTE DI LOCRIDE AMBIENTE SPA

La differenziata partirà presto Il presidente di Locride Ambiente, Giovanni Gerace, risponde con alcune brevi precisazioni all’articolo apparso sullo scorso numero della “Riviera” in cui abbiamo criticato la disinformazione in cui sta nascendo il progetto di raccolta differenziata nella Locride, nel pezzo dal titolo La differenziata per nove comuni è partita, me nessuno lo sa. «La differenziata è parzialmente in atto dall’anno scorso. È stata eseguita spontaneamente dall’azienda con i contenitori disponibili nel comune di Siderno e nei paesi limitrofi dov’erano allocati e sono anche stati organizzati dei centri di raccolta per carta ed ingombranti con la collaborazione delle principali associazioni cittadine. C’è stato una grande adesione da parte della comunità. Ma questa raccolta non rientra nell’avvio del progetto dei nove comuni, sul quale il presidente si riserva di tornare in modo più ampio e descrittivo avviando anche una campagna d’informazione sulle modalità di esecuzione della differenziata». Rispetto ai ritardi nella partenza della raccolta, sull’arrivo dei cassonetti e delle compostiere e della mancata campagna di sensibilizzazione e informazione Gerace sostiene «la data utile

ritengo possa essere la prima decade di febbraio, se i competenti uffici di Siderno, Locri e di altri piccoli centri provvederanno a indicare alla società Locride Ambiente i punti di raccolta e di collocazione dei nuovi contenitori». Il presidente inoltre ringrazia i cittadini della Locride e ne approfitta per motivarli a eseguire la differenziata come adempimento inevitabile per evitare il blocco delle discariche e quindi l’ammasso di rifiuti per le strade dei paesi. Si impegna, una volta avviata la raccolta, a migliorare di continuo il servizio attingendo alle più moderne tecnologie. «Per fare questo – sottolinea Gerace – non è sufficiente l’impegno della Locride Ambiente e dei comuni, ma è necessaria una sinergia con la cittadinanza che, correttamente informata, dovrà seguire scrupolosamente le metodiche di conferimento differenziata, permettendo così di dare soluzione definitiva alle problematiche dei rifiuti nella Locride».



ELEONORA ARAGONA

«

Un gratta e vinci». «Un euro». Una monetina in una mano, nell’altra il biglietto che si spera cambierà la vita. Si inizia a raschiare la patina grigia con la monetina, è un sussulto ogni movimento. Gli occhi attenti seguono le figure e i numeri che si scoprono piano piano. L’adrenalina sale. Questa è ormai la routine di migliaia di persone nella Locride. Anche in questa fetta di provincia, anzi forse soprattutto in questo triste angolo di mondo sono sempre di più quelli che si lanciano in un’illusione per cercare di sfuggire ai problemi e al disagio economico. È un tentativo disperato di risolvere i propri problemi con il colpaccio. Spendere un euro e vincerne un milione. Potersi svegliare senza il pensiero di non avere abbastanza soldi per arrivare a fine mese. Nessuno crede di poter essere lui il prossimo a diventare dipendente dal gioco d’azzardo (Gap). E invece il rischio è proprio lì dietro l’angolo, pronto a trascinarlo in un baratro da cui è difficile uscire. Il Sert territoriale ha lanciato una ricerca a campione per tentare di capire quale sia la portata del fenomeno in zona e si sono trovati in mano dati preoccupanti. Su migliaia di giocatori solo il 6/7 % dei giocatori si è rivolto a questa struttura per la cura delle dipendenze. Il gioco si è impossessato della Locride, ma in pochi stanno tentando di venirne fuori. «La gente non vuole esporsi. È una questione legata ai nostri retaggi, al timore del danno d’immagine e delle dicerie paesane». Il Gap sta mietendo vittime in tutta la Locride, non fa differenze di sesso, religione e razza. Uomini e donne, giovani e anziani, professionisti e disoccupati. Anche se ci sono sempre più donne tra i giocatori incalliti. Ma tutte le categorie sono colpite da questa malattia. Un caso emblematico è quello di un giovane della zona accompagnato dai genitori allo sportello del Sert per ricevere aiuto psicologico. Quelli che si presentano spontaneamente sono delle mosche bianche, forse si contano sulle dita di una mano. Nel caso di questo ragazzo sono stati i parenti a costringerlo a chiedere aiuto. Una serie di acquisti inspiegabili e di sparizioni di oggetti di valore hanno insospettito i genitori del giovane. In casa apparivano capi d’abbigliamento e oggetti tecnologici che non potevano essere comprati con la paghetta. E poi il volatilizzarsi di piccoli oggetti e gioielli, o dei soldi lasciati in giro per casa. A quel punto i genitori hanno capito che loro figlio aveva un problema e che era necessario un intervento di forza.

Questo ragazzo però è stato “fortunato”. La presenza dei genitori e la loro attenzione li hanno portati ad agire tempestivamente. Spesso invece ad essere colpiti dalla ludopatia, così è chiamata la malattia del gioco d’azzardo, sono persone adulte e indipendenti, cui difficilmente i genitori controllano i conti correnti. Come nel caso di un operaio che guadagnava 900 euro al mese e ne spendeva quasi il doppio tra slot e tavoli verdi. Lui non aveva qualcuno che si rendesse conto del suo stato di dipendenza, era solo e non si realizzava di avere un problema. Pensava solo che la fortuna prima o poi avrebbe iniziato a girare dalla sua. Le carte sono diventate la sua ossessione. Il panno verde e le fiches i suoi unici amici. La sua rovina. Stessa sorte per l’ingegnere convinto di poter vincere studiando sistemi e statistiche. Notti passate a studiare numeri e giocate nel tentativo di rendere prevedibile e matematico il caso. Il professionista invece ha dilapidato stipendi su stipendi tentando di battere il caso. E ancora il caso anziani. Ormai non si contano più i pensionati e le pensionate che non appena ricevono quei miseri 400/450 euro alle macchinette disseminate nei tabacchini, nelle sale gioco e nelle sale slot dei bar. Un vecchietto prende la pensione all’inizio del mese e già sa che non gli


www.larivieraonline.com DOMENICA 26 GENNAIO

basterà fino al primo del mese successivo, ma va comunque a giocare anche quei pochi euro per tentare di cambiare la propria vita. Magari per tutta la sua esistenza ha lavorato, è riuscito a far studiare i figli, a farli diventare professionisti. Eppure la vergogna per non riuscire più ad autosostenersi è stata troppa grande per chiedere aiuto. La prima volta ha giocato, in fondo non c’è niente di male a sognare. Anzi ad illudersi. Gli anziani sono i più deboli in questo momento, sono i più esposti e vulnerabili anche perché la loro capacità di controllo è più precaria. Ma come abbiamo anticipato il Gap non risparmia nessuno. Neanche i matrimoni. Donne e uomini stanno dilapidando patrimoni, si stanno giocando case e convivenze e alcuni anche il futuro dei propri figli in quelle macchinette mangia soldi e nei gratta e vinci che promettono vite da pascià. «La maggior parte delle persone che chiede aiuto – ci racconta Francesco De Matteis, direttore del Sert – sono spinte a disintossicarsi propri dal compagno o dalla compagna. Sono quasi tutti spinti dalla minaccia di un divorzio. Sono sempre più frequenti anche le manifestazioni di violenza tra i partner. Uno esasperato fa domande, controlla e cerca giustificazioni sulle spese folli, sui conti prosciugati e l’altro può scoppiare in attacchi d’ira». De Matteis spiega come quella del gioco compulsivo sia una vera e propria piaga della Locride, come del resto d’Italia. Una tragedia sociale ed economica che sta assumendo delle dimensioni preoccupanti e drammatiche. «Non si può stilare un profilo dei giocatori d’azzardo, possono essere di qualsiasi età ed estrazione sociale. Questa è una malattia che colpisce chiunque ed è soprattutto un disturbo da curare a livello psicologico perché influenza il nostro cervello, ne attiva il lato automatico e ci spinge a ripetere senza riflettere lo stesso gesto per molte volte». La prevenzione è l’unica possibilità per contenere in minima parte questo fenomeno sociale. Curare chi ha questo problema significa offrirgli un supporto psicologico e psicoterapeutico, ma come per ogni dipendenza è fondamentale che la persona malata prenda coscienza del proprio problema e si astenga dal gioco e dalle situazioni che possano indurlo in tentazione. Un altro dramma che va di pari passo a quello del gioco d’azzardo è quello dell’usura. Secondo De Matteis: «I cravattari nelle grandi città si appostano davanti alle sale slot. Qui da noi invece la cosa è più discreta. In fondo tutti conoscono i vizi degli altri. I due fenomeni sono sicuramente collegati però e si autoalimentano».

7


www.larivieraonline.com DOMENICA 26 GENNAIO

PRIMO PIANO

A

ANTONIO TASSONE nticipiamo ai nostri lettori che “Riviera” per domenica 9 febbraio, alle ore 10,00, intenderà organizzare una manifestazione pubblica nei saloni dell’Ymca dove si discuterà dei problemi che attualmente riguardano la città di Siderno e su come eventualmente cercare di risolverli. I temi da trattare saranno tanti. Inviteremo “in primis” i componenti della triade commissariale che attualmente amministrano la città, sperando che gli stessi decideranno di partecipare. Sarebbe un atto dovuto, a nostro avviso, perché la cittadinanza ha diritto di essere informata su quanto è stato fatto sino ad oggi dal momento del loro insediamento. Quindi si aprirà il dibattito con i cittadini e con i suoi rappresentanti politici, sia attuali che del passato, anche per cercare di discutere democraticamente su come venire fuori da questa delicata situazione che in poco tempo ha portato prima allo scioglimento del consiglio comunale e successivamente, dopo l’avvento dei commissari di governo, alla dichiarazione di dissesto economico. Ancora non sappiamo se si ritornerà a votare ad ottobre di quest’anno (ipotesi che taluni definiscono fantasiosa) oppure si ritornerà alle urne nella primavera del 2015 (ipotesi che molti considerano invece più realista) fatto sta che noi della Riviera non vogliamo assistere impassibili allo “sgretolamento” civile, sociale e culturale della nostra città che si è sempre contraddistinta per la capacità e validità della sua classe politica e per la laboriosità ed onestà della maggioranza dei suoi cittadini. Pertanto, invitiamo tutti i nostri lettori, sidernesi e non, a partecipare a questo importante incontro pubblico che dovrà sfociare nella stesura di un documento unitario che successivamente verrà portato all’attenzione degli attuali amministratori che, ovviamente, non potranno che prendere atto delle richieste fatte dai cittadini in tale nell’occasione. Intanto proviamo ad aggiornare tutti sulla situazione relativa ad alcune importanti opere pubbliche, ringraziando tutta l’area tecnica comunale che ci ha fornito alcuni opportuni chiarimenti: LUNGOMARE I commissari straordinari vorrebbero dare luogo prima possibile ai necessari interventi di ristrutturazione e riparazione dei danni subiti dal lungomare in occasione delle violente mareggiate del dicembre scorso ed è per questo che li hanno inseriti nel piano di priorità dei lavori pubblici. Nei giorni scorsi una rappresentanza della commissione straordinaria si e’ incontrata, a Catanzaro, presso l’Assessorato Regionale ai Lavori Pubblici, con il Direttore Generale dell’importante struttura. L’incontro è servito a fare il punto della situazione. Il Comune, allo stato attuale e considerate le gravi difficoltà economiche, non può provvedere da solo ad eseguire i lavori. A seguito della mareggiata buona parte della ringhiera delimitante la parte lato mare è caduta giù così come è caduto giù anche il marciapiede. Anche la darsena è stata completamente distrutta così come ingenti danni hanno subito quasi tutti gli stabilimenti balneari esistenti sul litorale. Servirebbero almeno 700-800 mila euro per ripristinare l’agibilità del lungomare. Nel corso del vertice di Catanzaro si è, peraltro, preso atto dell’immediata adozione, da parte della Commissione straordinaria di Siderno, della delibera afferente la richiesta dello stato di emergenza, con l’allegata relazione tecnica e fotografica realizzata dal Comune proprio nell’ottica della richiesta dei finanziamenti occorrenti per riparare il lungomare. Si è anche parlato di un possibile interessamento della Provincia di Reggio Calabria e del presidente Giuseppe Raffa che nei prossimi giorni dovrebbe recarsi a Siderno per verificare personalmente la situazione. In ogni caso i commissari straordinari hanno voluto precisare che “la situazione sarà costantemente seguita senza cali di attenzione” e che verrà fatto tutto per reperire le risorse necessarie. TEATRO Il teatro comunale doveva essere inaugurato più di cinque anni or sono. È una di

Il lungomare di Siderno devastato da Nettuno, il palazzetto dello sport, le luminarie, il teatro mai aperto e le buche nelle strade

Riviera chiama a raccolta tutti i cittadini

L’INCONTRO DI SIDERNO

Ancora non si conosce la data per il ritorno alle urne. Forse ad ottobre di quest’anno ( ipotesi che taluni definiscono fantasiosa) oppure nella primavera del 2015 (ipotesi che molti considerano invece più realista) fatto sta che noi della Riviera non vogliamo assistere impassibili allo “sgretolamento”civile, sociale e culturale della nostra città.

quelle incompiute che pesa enormemente sull’immagine della città. Ubicata in una delle zone residenziali della città (via Amendola) su un terreno donato all’epoca al Comune dalla famiglia Falleti, ad un prezzo simbolico di 10 euro, con il solo impegno politico e vincolante per le amministrazioni seguenti di intitolare quell’area al capostipite dei Falleti, l’opera attualmen-

te è stata letteralmente abbandonata. Si tratta di una struttura unica nel suo genere, concepita da alcuni autorevoli professore universitari come l’architetto Purini, la prof. Termes e l’arch. Morabito. Secondo alcuni non esisterebbe attualmente, da Reggio Calabria a Catanzaro, altra struttura con caratteristiche simili. L’opera è stata concepita con alcune caratteristiche tecni-

8

che pregnanti. Una struttura su tre piani con 528 posti a sedere e con spazi polifunzionali circostanti, dotate di poltrone climatizzate anche molto costose e di tutti i comfort. Un’opera per la quale sono già stati spesi quattro miliardi delle vecchie lire. L’ufficio tecnico comunale ha avanzato richiesta per tre milioni di euro (e non di tre milioni e mezzo, tengono a precisare dagli uffici ) perché è stata” stralciata” la sistemazione della piazza antistante il teatro. La richiesta è stata avanzata da molto tempo alla Regione Calabria. Lo ha fatto prima la dottoressa Scialla, poi il Sindaco Ritorto, quindi il Commissario prefettizio Luca Rotondi ed ora nuovamente la triade commissariale. È chiaro che in questa situazione di difficoltà economiche sarà difficile che la Regione possa farsi carico della somma necessaria al completamento dell’opera ed allora bisognerà chiedere ai commissari se l’opera riuscirà ad essere completata oppure se resterà un’altra delle grandi incompiute. PALAZZETTO DELLO SPORT L’area su cui dovrebbe sorgere il palazzetto dello sport, nella zona di Piazza Europa, è costata al Comune quasi 500 mila euro. L’aggiudicazione dei lavori era già stata effettuata e, come ci hanno detto, considerato che per lavori sopra un certo importo serviva un apposito certificato, lo stesso è stato richiesto agli organi competenti. Nel frattempo, la ditta aggiudicatrice dei lavori ha provveduto a cambiare denominazione sociale ed il Comune, alla luce di ciò, è stato obbligato a rifare nuovamente tutti gli atti e la relativa procedura con l’inevitabile dilatazione dei tempi tecnici. Adesso si è in attesa dei riscontri della Prefettura per l’apposita certificazione. Appena 10 giorni fa sono stati inviati in segreteria le delibere che sono propedeutiche per la stipula del contratto dove il l’ente si riserva di arrivare alla risoluzione dello stesso in caso dovessero sorgere dei problemi con la ditta aggiudicatrice. Ricordiamo che dalla data di stipula del contratto decorrono trenta giorni per la presentazione del progetto esecutivo. In un paio di mesi, così, almeno si spera, gli oltre due milioni erogati dalla Provincia di Reggio Calabria per la realizzazione del Palazzetto dello Sport, potranno trovare concreta utilizzazione. ILLUMINAZIONE I lavori di illuminazione sul lungomare dovevano iniziare lo scorso settembre . La ditta che ha partecipato ed ha vinto il bando nella sua offerta aveva dichiarato che avrebbe inteso affidare i lavori in subappalto. C’è quindi voluta l’autorizzazione comunale per consentire questa procedura. Nei giorni scorsi sono state presentate le nuove lampade che si caratterizzano per alcune importanti caratteristiche tecniche tra cui quelle relative al basso consumo. Le stesse lampade sono state visionate dal direttore dei lavori, geom Fragomeni, dall’ing. Logozzo, dall’ing.Errigo e dall’elettricista comunale. La lanterna presentata possedeva i requisiti previsti dal capitolato. Il vero problema, alla luce dell’ultima normativa in materia,è che attualmente in zona non c’è nessun tecnico abilitato alla sicurezza sui luoghi di lavoro per cui bisogna dare luogo ad una manifestazione d’interesse per affidare questo delicato incarico. Si pensa che la consegna dei lavori avverrà prima di quest’ estate. Ricordiamo che il comune di Siderno deve sborsare circa ottocento mila euro l’anno per pagare bollette relative al consumo di energia elettrica STRADE CITTADINE L’ing. Logozzo ha stabilito un piano della priorità per la bitumazione delle strade cittadine ed a tal fine sono stati impegnati circa centosessantamila euro. Vista la situazione d’emergenza sono state stralciate alcune vie della popolosa contrada di Donisi che verranno bitumate prima delle altre. È opportuno precisare che la ditta Astaldi, contrariamente a quanto si dice, si è sempre interessata per cercare di provvedere a tamponare la situazione. Ogni giorno i tecnici comunali contattano l’Astaldi per verificare si si produce bitume e tutti gli interventi che sinora sono stati fatti sulle strade cittadine sono stati resi possibili proprio grazie alla disponibilità manifestata da tale azienda.



Roberto “Bebé” Pannunzi sarà processato a Locri per narcotraffico

www.larivieraonline.com DOMENICA 26 GENNAIO

PRIMO PIANO

GIUDIZIARIA

La prima udienza dovrebbe essere fissata per fine marzo, si discuteranno gli esiti dell’indagine Igres del 2003

Roberto “Bebé” Pannunzi sarà processato a Locri per narcotraffico. Il dottore Nicola Gratteri ha chiesto il rinvio a giudizio del presunto broker di origini romane ma sidernese d'adozione. Il procuratore aggiunto della Dda reggina è voluto intervenire personalmente all'udienza preliminare, forse anche per dimostrare che non si trattava di un imputato qualunque ma di uno dei maggiori esponenti del traffico internazionale di droga che più volte è riuscito a sfuggire dalle maglie della giustizia, per ultimo una rocambolesca fuga da una clinica di Roma, dove si trovava ricoverato per motivi di salute, per essere arrestato a distanza di anni all'interno di un supermarket in Colombia nel luglio scorso e fatto rientrare in Italia su un aereo di linea sul quale, come allora si disse, viaggiava anche Raffaella Carrà. Per Bebé Pannunzi ci sarà un nuovo processo, che inizierà a fine marzo, davanti al tribunale di Locri, dove l'accusa si richiamerà agli esiti dell'indagine “Igres”, del 2003. Un'operazione

antidroga, una delle prime, che ha segnato il passo nei rapporti tra mafia e 'ndrangheta nel traffico internazionale di sostanze stupefacenti. I siciliani, nonostante fossero protago-

nisti di una stagione di accumulazione di ingenti capitali, non riuscirono a portare a conclusione un acquisto di cocaina dal Sud America, provocando la rottura nei rapporti con i narcos

colombiani, che da quel momento hanno preferito parlare di affari solo ed esclusivamente con i calabresi, e sin da allora si è ipotizzato che il primo e forse insuperabile broker fosse Bebè Pannunzi. Nel fermo di indiziato del maggio 2003 dell'operazione Igres c'è un passaggio in cui un mafioso siciliano dialogando con un sodale raccontando quanto accaduto nel corso di una riunione avvenuta a Roma: “Senza offesa per noi presenti … di questo mestiere a noi ci possono insegnare” tali soggetti, successivamente identificati nei Pannunzi, sarebbero, a detta del M. abituati a trattare ingenti quantitativi di droga: “Gliene arrivano 2000 chili, 3000 chili, loro lo sanno, se tu un giorno vuoi comprare 'roba' te la faccio comprare io a 48, 50 milioni, però ne devi prendere 100 chili alla volta pura”; tanto da poterne acquistare anche per due miliardi pagando in contanti: “Salvuccio hai capito il discorso di Roma? se dici due miliardi! sopra il tavolo!”.

Lo spostamento della sede comunale segnalato al ministero dell’Interno

MONASTERACE

a deputata Vincenza Bruno Bossio ha scritto al Ministro dell'interno per protestare contro lo spostamento del comune di Monasterace dalla sede storica in una nuova struttura. Riportiamo stralci del suo intervento: «il comune di Monasterace, istituito con regio-decreto 4 maggio 1811, si trova in provincia di Reggio Calabria ed è collocato ad una altezza di 150 metri dal livello del mare sviluppandosi attorno ad un castello medievale rappresentato nello stemma ufficiale del comune - giusto decreto del Presidente della Repubblica n. 33 del 13 dicembre 1979; [...] la comunità si è storicamente formata attorno al borgo medievale caratterizzato dalle sue quattro chiese e dal municipio; qui sono natele scuole elementari, l'asilo comunale, l'ufficio di collocamento, la stazione dei carabinieri e l'ufficio postale; nel corso degli ultimi decenni anche Monasterace, come gran parte dei paesi della costa ionica reggina, ha conosciuto un fenomeno migratorio in direzione del mare, [...]; questo processo di svuotamento ha anche innescato una forte rivalità tra gli abitanti della frazione e del centro storico; anche al fine di evitare ulteriori lacerazioni nella comunità, tutte le amministrazioni comunali succedutesi negli ultimi anni, avevano

L

inteso mantenere la sede del municipio nel centro storico; il commissario prefettizio, dottoressa Maria Luisa Tripodi, nominata in seguito alle dimissioni della sindaco Maria Carmela Lanzetta, contravvenendo al principio secondo il quale la gestione commissariale di un comune deve limitarsi esclusivamente alla gestione dell'ordinaria amministrazione, ha disposto con propria deliberazione n. 20 del 2013 il trasferimento degli uffici comunali da Monasterace Superiore a Monasterace Marina; tale deliberazione adduceva quale motivazione una presunta inidoneità dei locali, motivazione che appare assolutamente infondata se si considera che nel medesimo stabile è allocato al piano terra un punto Telecom, nei confronti del quale non è stato adottato alcun provvedimento analogo di trasferimento; nella relazione del tecnico comunale richiamata in delibera si faceva riferimento ad infiltrazioni d'acqua di cui non si era finora, venuti a conoscenza; la suddetta delibera veniva adottata nonostante tutti i residenti, con apposita sottoscrizione di una petizione acquisita al protocollo comunale, chiedessero al commissario prefettizio di soprassedere rispetto ad una decisione dai caratteri evidentemente «politici»; [...]; inoltre, né dal sopralluogo dei vigili del fuoco, né dalla

relazione dell'ufficiale sanitario, né dalla relazione del tecnico comunale del 10 ottobre 2013 prot. n. 6403 veniva attestata o certificata l'inagibilità dell'attuale palazzo comunale o con rilievi tali da poter giustificare, in qualche modo, il provvedimento di trasferimento; contestualmente gli stessi cittadini proponevano lo spostamento temporaneo degli uffici comunali presso uno stabile disponibile denominato «casa gialla» ubicata in via Calvario [...]; il commissario prefettizio non dava alcun riscontro alla petizione ed alla istanza di annullamento in autotutela della citata delibera, chiudendo gli uffici al pubblico ed anzi accelerando le operazioni di trasloco nei locali destinati a caserma dei vigili del fuoco nella frazione Marina, realizzata con fondi del Ministero dell'interno per questa specifica destinazione d'uso; in ragione di ciò i cittadini presentavano formale ricorso al TAR competente per l'annullamento della delibera in questione; nel complesso tale vicenda ha creato forte disagio tra i residenti, ha rinfocolato vecchie e mai sopite rivalità, ha suscitato clamorose proteste culminate nella raccolta delle tessere elettorali al fine di consegnarle, in segno di protesta, al prefetto di Reggio Calabria; la decisione del commissario prefettizio è apparsa a molti cittadini di Monasterace contraria ai

principi di terzietà [...]; quali siano stati e quanto siano costati i lavori di adeguamento della caserma dei vigili del fuoco alla nuova destinazione d'uso, comprese le spese di allacciamento delle utenze telefoniche e della rete internet; se sia possibile utilizzare un locale realizzato dal Ministero dell'interno con la specifica destinazione d'uso di caserma dei vigili del fuoco per allocarvi uffici comunali; se sia noto per quali ragioni il commissario prefettizio non abbia inteso valutare il trasferimento degli uffici comunali presso la cosiddetta «casa gialla», dotata di locali già pronti e disponili all'uso, con tutte le utenze allacciate e l'impianto di riscaldamento funzionante, che non avrebbe comportato altre spese se non quelle derivanti dal trasloco del solo mobilio tra due stabili posti uno di fronte all'altro; per quali ragioni il commissario prefettizio non abbia inteso dare alcuna risposta alle istanze dei cittadini, fatta eccezione per una generica assicurazione sulla «temporaneità» del provvedimento; se non si rilevino nel comportamento assunto dal commissario prefettizio in questa vicenda elementi che travalichino la corretta gestione dell'ordinaria amministrazione in un comune in attesa della celebrazione di nuove elezioni».

10

APPUNTAMENTI

Borboni e i francesi nella Locride

a deputazione di storia patria e la L pro-loco di Locri hanno organizzato martedì 28 gennaio 2014 alle 17,

nella sala ex sede caritas diocesana a Locri, un ciclo d’incontri su “La Calabria borbonica e napoleonica” dal nome La Locride tra periodo borbonico e decennio francese. Relazioneranno Fabio Mammoliti, in qualità di presidente della pro-loco, Giuseppe Caridi, presidente della deputazione di storia patria, e Vincenzo Cataldo, docente dell’università di Messina.

Ricordo della Shoah a Siderno

unedì 27 gennaio nella scuola L secondaria Pascoli-Alvaro di Siderno sarà allestita una mostra

fotografica, con scatti realizzati da Domenico Scali, dal titolo Auschwitz... solo andata. Viaggio fotografico all’inferno. Il 30 inoltre avrà luogo una manifestazione per commemorare il genocidio del popolo degli ebrei.

Il memoriale di prigionia nei lager nazisti

unedì 27 gennaio alle ore 18,00 L nella Sala Consiliare del Municipio di Siderno, per onorare

degnamente la ricorrenza internazionale della “Giornata della Memoria”, sarà presentata la pubblicazione postuma di Nicodemo Agostino:Memoriale di prigionia nei lager nazisti. Introduce - Pina Armocida Borzomì - Presidente della Sez. FIDAPA di Siderno. Coordina - Vito Pirruccio - Dirigente Scolastico. Relaziona - Giovanni Pittari.



NOTE E SCHERMAGLIE BRUZZANO

Cuzzolarisponde allaMarrapodi

Ho letto l'articolo a firma Rosa Marrapodi sul n. della Riviera del L2/O1/2014 e mi corre I'obbligo di rispondere per ripristinare la verità storica e smentire tutte le menzogne divulgate in quello scritto, da persona animata da sentimenti di odio e di vendetta nei confronti di chi, ogni volta che è sceso in campo in prima persona, è riuscito tanta è la stima che gode tra i cittadini, ad avere un grande consenso popolare non solo, nelle ultime due competizioni elettorali comunali, regolarmente svolte (2005-2010), ma anche nel passato. Ricordo nel 1990 quando, candidato alla provincia, ebbi l'80% dei suffragi nel mio paese e fui eletto consigliere provinciale con la più alta percentuale in campo nazionale nel mio partito (Psi). Prima di entrare nel merito della mia recente attività amministrativa, intendo ricordare alla Signora ex sindaco che nel 1996 non ha surrogato i 6 consiglieri, come lei dice, ma sono stati 6 "attenti"consiglieri comunali a mandare a casa un sindaco che agiva spesso in modo prevaricatore e non avendo il minimo rispetto per la classe burocratica, cose queste che determinavano uno stato di tensione all'interno della vita dell'Ente paralizzando ogni attività amministrativa. Il Comune, in questi 9 anni sotto la mia guida, non si è trasformato in un Ente scassato finanziariamente, come vorrebbe far credere gratuitamente l'ex sindaco: - i dipendenti hanno ricevuto sempre regolarmente e puntualmente lo stipendio; - i servizi non sono mai venuti meno e sono stati sempre efficienti; - i creditorifornitori sono stati sempre puntualmente pagati; grazie alla nostra responsabilità e all'eliminazione di tutti gli sprechi, le casse comunali sono floride tanto da avere chiuso il 2013 con un saldo positivo di cassa di 111.048,32 come si evince dal Documento Contabile di Verifica di Cassa. ALTRO CHE DISSESTO! A proposito di minoranza "fittizia" colgo I'occasione per ringraziare il gruppo di opposizione, democraticamente e legittimamente letto, per il lavoro svolto in seno al Consiglio Comunale, grazie alla presenza qualificata di giovani professionisti, consapevoli che l'unità e la condivisione permettono di raggiungere buoni livelli di amministrazione. Come mai, dopo 9 lunghi anni di silenzio e quasi allo scadere della mia seconda legislatura, la signora ex sindaco è uscita dal letargo, cercando con quanto pubblicato di infangare con tanto odio persone perbene e validi amministratore del passato e del presente? Sono certo che tutto questo scaturisce dal provvedimento adottato dalla mia amministrazione in seguito alla sentenza n.266/L2 del Tribunale di Locri con la quale la Signora Rosa Marrapodi (ex sindaco) veniva condannata a restituire al Comune la somma di 18.074,85 comprensiva di interessi e rivalutazione, somma della quale l'ex sindaco si era indebitamente appropriata facendo si liquidare, durante il suo mandato, le spese di una sua parcella legale illegittima. Altro che gestione allegra quella della signora! Questo si che è scempio di denaro pubblico! L'amministrazione da me presieduta in tutti questi anni ha sempre avuto come obiettivo I'interess Generale del paese e non ha mai adottato provvedimenti che esentano alcuna struttura dal pagamento di qualsiasi tributo, né ha mai liquidato alcuna somma sotto forma di retta o altro ad alcuno. A proposito della famosa strada "attigua" bisogna precisare che il mutuo concesso all'Ente nel novembre 2001 ammonta precisamente a 165.266,21 come risulta dagli atti ufficiali del Comune e non a 320.000,00 come asserisce l'ex sindaco. Anche se artefice della costruzione di quella strada non è stata I'amministrazione da me guidata, ne riconosco l' importanza poiché è servita e serve a migliorare il sistema viario nella frazione Marinella, prova che gli amministratori di questo centro si sono sempre impegnati per cercare di soddisfare le esigenze dei cittadini e non a liquidare parcelle. lo come Sindaco di questo paese, sono orgoglioso della presenza nel territorio comunale di una casa di cura, non solo perché quella struttura rappresenta il principale sostanziale contribuente del comune ma principalmente perché in quella struttura lavorano 16 cittadini nati e residenti in Bruzzano. Concludo ricordando all'ex sindaco che noi non siamo degli" abusivi", non avendo mai ricevuto un ordine di sfratto da parte di nessuno, invece lei per ben due volte, essendo realmente abusiva in quanto priva di maggioranza, è stata sfrattata dal Prefetto. Franco Cuzzola

Mr. Joe Ciao

La redazione esprime vive condoglianze alla famiglia Agostino per la perdita del caro Joe. Mente lucida e lungimirante nel capire la vocazione della sua terra, dove rientrato a svolto un ruolo di primo piano nel campo del turismo costruendo e poi gestendo una delle migliori strutture della locride. la redazione

Questa è una foto che ben esprime la persona che sei, sempre sorridente con tutti. Mi risuona nella mente i tuo inconfondibile timbro di voce e le tue parole. E con questa cartolina in mano sembra che ci stai salutando pronto x un lungo viaggio... Il Paradiso!!! Sarai sempre con noi... Questo lo so!!!! Ciao mr joe r.t.

Tanta vita nei cent’anni di Domenico (Mico) Oliva ROSA MARRAPODI Come si arriva a cent’anni di età? “Con il lavoro onesto e la buona coscienza“ – risponde il centenario di Bruzzano Zeffirio, Domenico Oliva, lucido quanto un quindicenne, vigile e sereno tra le sue pareti domestiche. Una vita lunga ed intensa, quella di Mico. Terzogenito di tredici figli, ha incominciato a lavorare a quattordici anni, da minore, come allora facevano tutti per “aiutare la baracca“, anche se la sua era una famiglia con un’attività di trasporto in proprio. Suo padre, don Ciccio Oliva, era un pezzo forte dell’economia paesana. Infatti, col suo carro, trainato da una pariglia di buoi, forniva al paese il servizio dei trasporti dell’epoca. Varia era la merce con cui si lavorava: grano, olio, sansa, pietre, mattoni di terracotta provenienti da una locale fornace (a carcara), generi alimentari acquistati dai pic-

coli commercianti della zona a Brancaleone, nel negozio del grossista Apicella, napoletano di origine. “Io – dice Domenico – da bambino stavo seduto sul carro accanto a mio padre. Ricordo che portavamo fino alla stazione di Brancaleone grandi botti di essenza di bergamotto, che mettevamo sul treno merci in partenza. Gli anni ‘30 lo hanno visto lavorare in importanti opere pubbliche paesane: l’argine di contenimento della fiumara Bruzzano, la strada provinciale per Motticella. “Ero tanto piccolo che mi avevano messo a lavorare con le donne, con cui raccoglievo pietre sul greto della fiumara, lungo il quale, in determinati giorni, effettuavo anche le esercitazioni paramilitari con altri miei coetanei.” Quanta storia paesana e nazionale nella sua mente cristallina! A vent’anni, con il servizio di leva, compie il suo primo viaggio oltre il paese, alla fine del quale

ritorna alle sue radici per fare il meccanico dei motori a scoppio di gran parte degli impianti d’irrigazione delle aziende agricole di bergamotto prima e di gelsomini dopo, fiorenti in tutta la fascia ionica locridea. Fu in Africa, a

Tripoli, poco prima dello scoppio della guerra, durante la quale, richiamato dalla Libia in patria, peregrinò da nord a sud per tutta l’Italia, eseguendo gli ordini militari. Finita la guerra, emigrò in Argentina, dove si fermo per ben quarant’anni, al termine dei quali, seguendo i comandi del cuore, rientrò definitivamente a Bruzzano dalla donna della sua vita, un grande amore contrastato, nato prima della sua partenza per l’America latina, e dall’adorato figlio avuto da lei. Una storia avvincente, un suggestivo caleidoscopio, la sua lunga vita. Una bella sceneggiatura per un film di costume la sua interessante esistenza, in cui “a vincere – con un sorriso soddisfatto sulle labbra di Mico, festeggiato e circondato da cari e fedeli amici – è stata la perseveranza nei sentimenti più belli, l’amicizia, la gratitudine, l’amore.” Auguri, Domenico!

CARTOLINE MERIDIONALI Antonio Calabrò

Il più bel chilometro d’Italia La Via Marina di Reggio è un luogo incantevole, tra piante esotiche e il mare dello Stretto, bella ugualmente d’Estate e d’Inverno e dedicata al miglior sindaco che la città abbia mai avuto, Italo Falcomatà. Racchiude le suggestioni più romantiche, e i ricordi di migliaia d’innamorati. Il più bel chilometro d’Italia, certo: ma questa frase non l’ha detta D’Annunzio. D’Annunzio non è mai stato a Reggio. Questa frase l’ha pronunciata Nando Martellini, che era molto più poeta del Rapagnetta, ed anche più sincero.

BRIGANTI di Brigantessa Serena Iannopollo

ACalabria Tornau a esseri Itaglia! Ecco, compatrioti, a notizia chi tutti aspettàvamu: a Calabria è territoriu itaglianu. A vui non vi parìa pecchì cca non avi presenza du statu, cca non avimu strati, non avimu treni, non avimu scoli, ndavimu sulu tassi e oneri. Ebbene vi

E comu mi sentu itagliana mo! Viditi ca prima o poi 'ndavìanu mu ammettunu ca a Calabria esisti?

sbagghiàuvu! Pemmu transita a navi cchiù pericolosa da storia i l'armi chimiche si scigghìu nu portu calabrisi: Gioia Tauro, compatrioti! E comu mi sentu itagliana mo! Viditi ca prima o poi 'ndavìanu mu ammettunu ca a Calabria esisti? Certu, po' smaltimentu i l'armi siriani esistìmu eccome! A Sardegna già sa' 'ndavia scardatu ca non era n'affari di bboni e u governaturi Cappellacci dissi ca non si poti mentìri a repentagliu a vita di sardi. A vita di calabrisi è natta cosa! Nui potimu tuttu! Chi voliti ca sunnu 60 containers d'armi chimiche? Simu già abituati e' barili i' scorie tossiche 'nta l'Aspromonte, simu abituati all'acqua 'mbelenata, simu abituati e' navi di veleni affondati attornu a nui 'nta costa

nostra, comu a Rigel, a Latvia, a Jolly Rosso (non 'ndi scordamu u capitanu De Grazia ca si dici ca fu 'mbelenatu pecchì sapìa troppi cosi supa sti navi!). Secundu mia simu già 'mbelenati pecchì u ficiru chianu chianu 'nta tutti sti anni, e mo mancu i veleni ndi fannu cchiù nenti. Non è così? Sinnò pecchì scigghìanu propriu u portu i Gioia Tauro? Na domanda mi nasci spontanea: ma pecchì sta navi non sa' lèvanu 'nta nu portu du nord? Secundu mia glià sarrìanu cchiù onorati u partecipanu a stu smaltimentu d'armi. Veru? Nossignuri, sa' spàgnanu assai! Chi 'ndavimu mi volimu o' nord, 'nta na terra sviluppata e progredita, cu' periculu da' vita nostra? Megghiu u sud, megghiu ancora nu portu calabrisi, ca è na terra chi non

servi a nenti, e si succedi nu dannu… poi u chiamamu “incidente” e tuttu finìu. A nui 'ndi resta u dannu e a beffa, e' politici itagliani si resta a gratitudini mondiali da' partecipazioni a sta pericolosa e delicata operazioni! A cosa cchiù scandalosa è ca nui calabrisi 'ndi stacimu a casa nostra pensandu ca non 'ndi succedi nenti. Però si surda l'ura 'ndavarrìa u capita na disgrazia cu l'armi chimiche… jamu i menzu nui e i figghi nostri, jamu a finiri peju da centrali nucleari giapponesi. 'Ndi 'mpararu ca non valìmu nenti e mu 'ndi stamu ccitti, è ura u 'ndi arzamu e u 'ndi decidìmu ca amamu sta terra, ca è nostra e non dì politici chi governanu e venunu pe' cca sulu pe' voti. A Calabria è di' calabrisi.


Il “signor” assessore al Lavoro e le comiche dei sindaci www.larivieraonline.com DOMENICA 26 GENNAIO

13

LA LETTERA DI ISIDORO NAPOLI

una nave proveniente dalla Siria carica di rifiuti tossici. Magari dimenticandosi di avvertire il Presidente della Regione Calabria. Bene, bravi, tutti contenti, arrivederci a fra tre anni. Sennonché questa storia non assomiglia affatto alla vicenda delle "quote latte" che misero in ginocchio i bilanci del Paese, o al salvataggio dell'Alitalia. No qui parliamo di una categoria (non classe) di persone in carne ed ossa la cui unica certezza sta nella certa precarietà e che nel tempo,sono diventate indispensabili,per tenere in piedi la pubblica amministrazione calabrese. Lo sanno bene i sindaci, magari storcendo il naso. Ma se per una sciagurata ipotesi, venissero di colpo a mancare queste energie, i comuni potrebbero chiudere. E non metaforicamente. Il signor assessore al "Lavoro" ha infine chiesto a tutti gli attori della vicenda, di fare ognuno la propria parte. Traducendo: ha chiesto ai sindaci di provvedere a strutturare questi lavoratori, con i bilanci dei rispettivi Comuni. E saremmo alle comiche, se non stessimo parlando di uomini e donne in carne ed ossa e del dramma che ogni giorno, da 18 anni stanno vivendo. Il signor assessore Regionale al "Lavoro" con un’enfasi degna di miglior causa ha più volte affermato, nel corso della sua esposizione che la Regione Calabria ha il primato di avere immediatamente preso atto dell'accordo, cosicché le risorse economiche sono immediatamente disponibili, per proseguire, questi tre anni ad aspettare Godot. Il signor assessore al "Lavoro" ha accuratamente omesso di ricordare che in questi stessi 18 anni la Regione Calabria ha vinto un altro primato, triste. È stata la regione italiana che ha restituito, senza averle utilizzate, le più alte percentuali di Fondi Strutturali Europei, nell'ordi-

ne del 80% , a causa della mancata presentazione di progetti finanziabili. Ed è terribile che, sempre il signor assessore Regionale al "Lavoro", non abbia sentito il bisogno di comunicare, quanti progetti, l'assessorato di cui è responsabile, ha nel cassetto pronti per essere inviati a Bruxelles, per il finanziamento. Con il quale finanziamento, è bene sottolinearlo, molti di questi precari, potrebbero trovare una occupazione. Se è vero che "il lavoro viene prima di tutto", è pur vero che la Calabria ha avuto, ed ha a disposizione molte opportunità derivanti appunto dal corretto utilizzo di questo fiume di danaro, che si badi bene, nessuno ci regala, perché sono soldi nostri. Ma noi abbiamo espresso solo la capacità di restituirli, perché poi li utilizzino al meglio la Polonia, l'Irlanda, l'Estonia, etc, etc. Do atto che in questi giorni è stato pubblicato un progetto, curato dal consigliere regionale on. Crinò e dall'ex sindaco di Gerace Galluzzo, stroncato dalla Riviera come fosse carta straccia. Non so giudicare nel merito il progetto, ma in una condizione nella quale regna il "nulla", questo lavoro, mi pare meriti un minimo di serena valutazione, prima di essere bocciato

LA RISPOSTA

Carissimo Ilario, Leggo il tuo articolo di oggi, e mi trovo ancora, entusiasticamente, ben rappresentato dalle tue opinioni. Poi, però, ricordo, con fastidio, l'Assemblea dei sindaci della Locride, convocata tre giorni fa, per sentire il rapporto dell'assessore regionale al "Lavoro", on. Salerno. La sala del Consiglio Comunale di Siderno, grande, gremita. Ventisei comuni rappresentati su 44, dal sindaco o, come nel caso del Comune di Marina di Gioiosa, dal suo vice. Osservavo questa sala, nella quale si respirava la disperazione del tantissimi LPU-LSU, della Locride, in rappresentanza dei circa ottomila (8.000) distribuiti in tutta la Regione Calabria. Essi sono il frutto di, scellerate, politiche per l'occupazione (?), sviluppate negli ultimi venti anni dai vari Governi succedutisi, con la complicità della classe politica calabrese. La scarpa destra, prima delle elezioni, e poi, se tutto va bene, quella sinistra (di Lauirina memoria). Nel nostro caso, una situazione di precarietà permanente, sottocosto e soprattutto senza diritti. Mi veniva da ridere amaramente pensando al nuovo leader del PD che riparla dell'articolo 18 dello statuto dei lavoratori. Questi lavoratori, ovviamente, non sono tutelati,. Il signor assessore al "Lavoro" della Regione Calabria, insieme al Presidente della stessa Regione, e, a suo dire, da tutte le forze politiche regionali, hanno surrogato l'articolo 18, e a Roma, nell'incontro avuto con i rappresentanti del Governo, sono riusciti ad ottenere,un rifinanziamento che consente di garantire,a questa massa di Padri e Madri di Famiglia, lo "stipendio" (sic!) per i prossimi tre anni. Più di così non si è riusciti ad ottenere. La crisi, sapete. Il Governo è impegnato col patto di stabilità a non sforare i tetti previsti. Lo stesso Governo che autorizzava lo stoccaggio a Gioia Tauro di

senza neanche essere stato processato. Dire queste cose, significa denigrare la Calabria e le sue genti. Affermare che quando si parla di danaro, tanto danaro, gli artigli della criminalità organizzata si vedono spuntare dietro ogni bando, come per altro accade a Milano, (vedi appalti per L'Expo) o L'Aquila del terremoto. Gli esempi del malaffare e della mala politica non mancano a nessuna latitudine. Ma a noi tocca denunciare e combattere i nostri. Ci tocca fare i conti con le nostre criticità e le nostre debolezze. Ed anche, se posso permettermelo con i punti di forza. Gli esempi in positivo non mancano. Nuove energie, giovani e fresche, vengono emergendo con idee e comportamenti nuovi. Nella Vallata del Torbido, all'esperienza di Amministratori con qualche anno sulle spalle, si sono aggiunti nuovi innesti che fanno ben sperare per l'avvenire. È un fatto, ormai, la costituzione dell'Unione dei Comuni della Vallata del Torbido, un nuovo Ente Locale che ha grandi potenzialità. Una riunione delle sei Giunte con i rispettivi Sindaci e capigruppo consiliari Sabato scorso a Gioiosa Ionica, in Presenza del Arturo Bianco di COIM IDEA, a sancito l'avvio concreto di questa nuova esperienza con la convocazione dei

sei Consigli Comunali che, congiuntamente delibereranno ,a giorni, la adesione alla Unione. I sindaci faranno bene a spendere al meglio la forza ed il meritato prestigio di cui godono, rifiutandosi di iscriversi o farsi iscrivere d'ufficio nel comitato elettorale di tizio o caio, e rivendicando il diritto di scrivere in prima persona, insieme alle loro comunità, l'agenda politico amministrativa del territorio che governano, e sulla base di questa agenda costruire le classi dirigenti che dovranno caricarsi il compito di rappresentarla nelle varie assemblee elettive. Voglio concludere questa mia lettera con un elenco, sommario, e sicuramente insufficiente dei capitoli, da riempire di contenuti, di cui dovrebbe comporsi l'Agenda Politica. Scuola ed Istruzione, Trasporti, Salute, Giustizia, Turismo legato al recupero dello sfruttamento dei, residui terreni agricoli, e ultimo ma che tutti raccoglie, il Lavoro, che dà dignità a tutto il resto. Niente di nuovo, dirà qualche astuto analista. Dimenticando che queste sono questioni, per noi è le nostre genti, mai divenuti vecchi, perché mai affrontati. Con immutata stima Isidoro Napoli

Caro Sisì, condivido gran parte della tua lettera ma non entro nel merito del “piano” presentato da Pietro Crinò ed altri. Ognuno è libero di presentare ciò che vuole.. Rispetto il documento anche se non ne condivido né il merito, né il metodo. La stessa libertà deve essere riconosciuta ad un giornalista di valore come Ercole Macrì ed ad un giornale libero da ogni condizionamento quale io ritengo debba e voglia essere “Riviera”. Mi limito ad osservare che negli ultimi quaranta anni gli archivi della Locride e della Calabria si sono riempiti di “piani” di nessuna utilità. Senza alcun riferimento particolare debbo constatare che i “piani” presentati a freddo sono sempre qualcosa di stantio destinati ad ammuffire negli archivi senza che nessuna ne legga mai un solo rigo. Altra cosa è poi il fatto che si dica che detto piano, secondo i firmatari, verrà presentato al presidente Scopelliti. Siamo al 2014. Tra pochissimi mesi saremo in campagna elettorale per le regionali. E’ tempo di bilanci e non di presentazione di “piani” che possono contenere di tutto anche la metropolitana e l’aeroporto della Locride . La realtà purtroppo è molto diversa. Con stima Ilario


PRIMO PIANO

www.larivieraonline.com DOMENICA 26 GENNAIO

NUOVA SS 106

LAMENO

PRATICATA D’ITALIA

UNAMACCHINA OGNI 48,75 SECONDI Dalle 15 e 43 alle 16 e 09 sono transitate 32 macchine. Ovvero, hanno realizzato un grattacielo di 100 piani per una sola famiglia.

C

14

ERCOLE MACRÌ he le strade non risolvano i problemi di sviluppo di comprensori in forte ritardo finora non è stato compreso solo dai calabresi, ma i danni di mentalità provocati a questa regione dalla Cassa “cemento e asfalto” del Mezzogiorno richiederebbero una costituzione di parte civile per ritardo mentale, amnesie comportamentali e involuzione pilotata di un intero popolo. Cetto la Qualunque è solo una caricatura scadente di una sindrome cronica. Addirittura rarissima. Una roba cervellotica che porta la Calabria, nell’era dello Smartphone, dei Mozart con gli occhi a mandorla e delle capitali giardino, a investire, arraccando, nei giubbotti di Happy Days e la Locride nel chiodo di Fonzie. Una deriva. Con Eleonora Aragona il settimanale “la Riviera” annunziò lo scorso primo novembre il miracolo, premiando giustamente l’efficienza di una ditta locale (di Roccella). Quest’ultima avrebbe consegnato (parola mantenuta) prima del previsto i lavori che gli erano stati subappaltati per mancanza d’affidabilità e serietà di quelle imprese del nord che, dopo aver lasciato macerie e povertà nel nostro territorio, hanno gettato la spugna, concimato debiti e rovinato decine di famiglie. A due mesi esatti dall’inaugurazione, dopo aver serpeggiato per otto chilometri, mi sono fermato in un piazzale di sosta con in canna cronometro, penna e foglio. Superdotato, a tre chilometri dallo svincolo Locri/Merici, per registrare eventuali congestioni di traffico lungo questa nuova giungla d’asfalto. Ore 15, 43 minuti e 13 secondi, avverto il deserto alle mie spalle. Una distesa magrebina, senza cammelli. Una roba siberiana. Start. Il mio Crono/Swatch spacca il secondo, mentre una vecchia certezza mi assale: sempre loro, le lobby del cemento nel paese che sta crescendo di meno in Europa, comandano sempre loro, quelli che meditatamente polverizzano ogni boccone, quelli degli sprechi senza benefici per la comunità. In alto a destra scorgo Gerace, in fondo, leggermente a sinistra, Locri. E ancora, quasi sotto di me, in primo piano, un capannone prefabbricato della 488 (altra bella storia), alla mia sinistra, poco sopra la carreggiata per Gioiosa, un Cat, di media stazza, appiana gli smottamenti dello svincolo sidernese di San Leo. Allungo lo sguardo fino allo Jonio, sul tratto di mare tra Siderno e Locri. A meno di un chilometro vedo la strada che unisce queste due città, più giù la vecchia 106, poco dopo la ferrovia. Qualcuno vorrebbe costruire anche il lungomare unico e la pista ciclabile. Calcolo in modo approssimativo e concludo tra me e me: «Neppure un abitante di Pechino vanta un coefficiente così alto di asfalto e cemento a propria disposizione». Dopo 1 minuto e 50 secondi dallo start spunta una Cinquecento color crema che distanzia di soli 10 secondi una Punto. Da subito la Fiat è patrona sulla ss 106. Passano altre dieci macchine fino alle ore 15 e 51 che registrano anche il rombo di una Golf. Quest’ultima mi spolvera a 140km/h destinandomi un vuoto d’aria che colpisce in pieno la fiancata della mia utilitaria. Il primo mezzo pesante taglia il traguardo alle ore 15,56. Il suo è il sedicesimo posto, al diciassettesimo un fuoristrada della Nissan color ciano molto metallizzato. Poi ancora deserto. Due minuti di silenzio assoluto, solo una littorina in fondo, come un lento treno per Tozeur, viene ingoiata dalla frazione locrese di Basilea; intanto un verdone volteggia sopra un mandorlo al nono mese. Poche altre macchine nel frattempo. Alle 16 precise il miracolo: un filotto di cinque. Apre una Stilo, chiude il gruppo una Panda fluo: la Locride è sempre più una filiale della Fiat. C’è anche, subito dopo, una Lancia Thema ultimo tipo, di quelle ministeriali, a spese nostre (Tan 0% Taeg 0,81 % salvo approvazioni Sava) con optional da salotto e fari obbligatori. Sembra scandagliare, con i suoi colletti bianchi, l’ultimazione dei lavori di una strada strapazzata da molte deviazioni stile vecchia Salerno-Reggio. Non ci resta che piangere. Un fiorino. Ore 16,07. Anch’esso della Fiat, proprio in coda, praticamente attaccato, al di dietro di un autocarro con ceppi asciutti di pioppo da dodici euro al quintale. Alle ore 16,08, un mezzo pesante lascia una scia poco gradevole. Credo si tratti di residui di buccia e nocciolo d’olive pronte per spremiture di seconda. Per confenzioni scadenti. Sansa e strade di campagna. Rimango nel piazzale fino alle 16,09. Totale: 32 mezzi in venticinque minuti. Uno ogni 48,75 secondi. Un’eternità. Ovvero, hanno realizzato un grattacielo di cento piani per una sola famiglia.



La copertina Turismo omosessuale

L’

omofobia nella Locride è viva, vegeta e tagliente. Non inganni la pacifica convivenza di persone che – outing o meno – tra Monasterace a Palizzi coesistono più o meno serenamente col resto della società in apparenza eterosessuale. Un’ala scura, a volte minacciosa e certamente soffocante, impedisce tutt’oggi la libertà dell’universo di lesbiche, gay, bisessuali e transgender (Lgbt) di vivere pienamente amalgamato con l’habitat locrideo. Con un’iperbole possiamo definirle “Le fate ignoranti” del celebre film. Quelle “fate” invisibili, vittime di un guasto della modernità che ha un respiro nazionale ma che forse – anzi di certo – da queste parti raggiunge livelli di parossismo. Eppur qualcosa si muove. Lo dimostrano il matrimonio gay tra Nicola Iervasi (intervistato nell’agosto 2013), 38enne coreografo e di Roccella Jonica, unitosi negli Stati Uniti a Kevin Albert, un qualificato regista e attore americano, con il quale Nicola lavora da dodici

NESSUNA LIBERTÀ

Le “fate invisibili”

Nella Locride lesbiche, gay, bisessuali e transgender vivono ancora sotto un’ala scura Un’esistenza parallela, costretti a frequentarsi solo in luoghi segreti anni. Lo dimostra anche la storia di Greta, transessuale che, in seguito a una specifica operazione, da uomo ha coronato il proprio sogno di poter essere donna, come si era sempre sentita. Anche a Greta la redazione diede spazio con un’illuminante intervista del giugno 2010. Nonostante questi esempi, le domande che affluiscono al cervello sono diverse. Due le più insistenti: come siamo messi a omofobia, la diffusissima – e non certo solo calabrese – ostilità, finanche ripugnanza, nei confronti degli omosessuali? E, di conseguenza, quanto è ineluttabile il ricorso di queste persone all’“invisibilità”, all’obbligo di nascondere la propria identità? Eclissarsi al resto della collettività è una possibilità che ha dei limiti. Nelle piccole cittadine e nei paesi della Locride gli omosessuali dichiarati – uomini in particolare - e le lesbiche sono conosciuti e sono quelli che vivono meglio e che psicologicamente “hanno saltato l’ostacolo”. Coloro, invece, su cui grava un’esistenza fatta d’inganni e stratagemmi, sono i tantissimi sposati e conviventi, moglie o marito e dei figli, magari una vita in apparenza serena ma di certo un’omosessualità mozzata. Viene di nuovo in mente il suddetto film del regista turco Ferzan Ozpetek, nel quale una donna cui muore il marito all’improvviso, per un caso fortuito

scopre la vita parallela del suo compagno, che da anni era l’amante di un uomo e frequentava un appartamento in cui gay, travestiti e transgender formavano una “famiglia allargata” grazie alla quale filtrare le limitazioni della quotidianità. «Quando vivi nell’ombra la tua omosessualità, rispondi a delle convenzioni del mondo gay, come quella di incontrarsi in certi posti della città, la sera tardi», dichiarò in una nostra esaudiente intervista del 2010 ad Andrea Misiano, l’allora presidente dell’Arcigay “I due mari” (oggi retto da Lucio Dattola) di Reggio Calabria. «Vivi dei fugaci amori clandestini. Ma è un modo incompleto di condurre la tua esistenza», concludeva Misiano. Tutto ciò succede nella terra che fu Magna Grecia, quella che ereditava rapporti “omosessuali ‘omerici’. Anche se non contenenti alcun riferimento esplicito a questi amori, i poemi dell’autore dell’Iliade e dell’Odissea raccontano d’amicizie tra uomini, affettivamente così intense da lasciare quantomeno il dubbio che si tratti di rapporti di tipo amoroso: come vale a dimostrare, in particolare, lo strettissimo e discusso rapporto tra Achille e Patroclo, considerato del resto amoroso sia da Eschilo sia da Platone” (fonte Studenti.it). (st.mar.)

ANTON

frontier

Perché no A

STEFANO MARZETTI ntonimina e le sue terme come frontiera gay. Perché no? Un’idea che può divenire realtà. Perché da sempre terme e centri benessere, sono luoghi prediletti dalle persone che vivono una sessualità diversa. E che venendo in questa parte della Calabria potrebbero dar vita a un nuovo tipo di turismo e trasformare lo stabilimento di Antonimina in un volano per lo sviluppo economico di tutta la zona. Non com’è successo per il “motel degli omosessuali” che doveva sorgere a Locri ed essere un punto di riferimento per tutto il sud dell’Italia. Francesco Macrì, ai tempi in cui fu sindaco di Locri, parlò con Anna Paola Concia (già parlamentare del Partito democratico, portavoce e membro del direttivo nazionale di Gayleft, la consulta Lgbt - lesbiche, gay, bisessuali e transgender - dei Democratici di sinistra e oggi portavoce del tavolo nazionale Lgbt del Pd). Con lei, che nel 2008 da deputata, insieme ai parlamentari democrat Barbara Pollastrini e Giovanni

Dopo il naufragio del“villaggio”del Faro a Portigliola, oggi le terme della Locride potrebbero essere volano di sviluppo


www.larivieraonline.com DOMENICA 26 GENNAIO

NIMINA

era gay

o?

RETROGADI

IMMAGINI

Nella foto a sinistra un gruppo di omosessuali durante una manifestazione. A pagina 16 un fermo immagine del film “Le fate ignoranti”. A destra il sociologo Nunzio Gentiluomo. Al centro più in basso Nicola Iervasi al suo matrimonio e una veduta delle terme di Antonimina

Cuperlo presentò la proposta di legge “Misure contro gli atti persecutori e contro la discriminazione e la violenza determinate dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere” (bocciata), il barone collaborò all’idea di creare un motel-isola felice per omosessuali, che coprisse l’area più a sud dell’Italia. La struttura era già stata individuata: il “Motel Faro”, lungo la statale 116, a due passi da Locri in direzione Reggio Calabria, più o meno all’altezza del comune di Portigliola. Lì si voleva creare un villaggio, nel quale l’albergo già esistente - ma da riammodernare - avrebbe offerto gli alloggi, mentre il litorale jonico antistante sarebbe stato l’area balneare riservata. Un qualcosa di molto simile a Torre del Lago (Viareggio - Toscana), zona famosa per essere prediletta dal turismo omosessuale. Ma per quanto riguarda il “Motel Faro” il progetto naufragò e la struttura fu poi realizzata in Puglia. «I gay stanno bene dove possono vivere in compagnia e rilassatezza la loro sessualità, tendono a colonizzare. Cercano un posto tutto loro – ma non

certo un ghetto - dove si sentano accettati e rispettati», sostiene una delle persone che in questo momento di “fermo” della stagione si occupano in particolare del marketing delle Terme di Antonimina. Senza generalizzare o cadere negli stereotipi, sono moltissimi i gay che prestano particolare attenzione alla cura del proprio corpo. Sono così, come detto, assidui frequentatori di stabilimenti termali, centri benessere e Spa (dal latino salus per aquam, la salute attraverso l’acqua ma più concretamente termine che deriva dalla città Belga di Spa, nota dal XVI secolo per le proprietà minerali delle sue acque). Luoghi in cui, appunto, gli omosessuali, soprattutto uomini, trovano un’opportunità di aggregazione e di libertà per esprimere del tutto se stessi. Antonimina e le sue terme sembrano essere lì pronte ad attenderli. Secolari quanto Locri Epizephiri, l’antica città della Magna Grecia, con le loro acque che rigenerano la pelle e la fanno tornare simile a quella di un bambino, oggi sono una struttura che ispira l’inflazionatissima metafora di “cattedrale nel deserto”, efficace però a descrivere la realtà attuale dello stabilimento che sorge alla destra dalla fiumara di Gerace, poco sopra Locri. Complesso in fase di “lavori in corso” con l’obiettivo di essere pronto ad aprile, all’inizio della stagione. Con un grosso limite da superare: essere conosciuto in Italia e nel mondo. E, paradossalmente, anche in tutta la Calabria. Le persone che ad Antonimina vivono questa sorta di countdown, confermano che i villeggianti omosessuali potrebbero giocare un ruolo fondamentale nel far girare per il mondo il nome delle terme “locridee”. E magari contribuire a portarle ai livelli di siti illustri come Salsomaggiore, Lignano Sabbia d’Oro, Tempio Pausania, Montecatini, Fiuggi, Tivoli, Sirmione, Aqui, San Gemini, Abano, solo per citare i più modaioli. Ma quella di Antonimina «non sarà una struttura riservata ai gay», tiene a sottolineare lo stesso Francesco Macrì, oggi presidente delle terme. «Lo stabilimento sarà rilanciato per tutti, in particolare rivolto a una clientela femminile. Ciò non toglie – precisa il barone – che potremmo organizzare eventi particolari, settimane di benessere dedicate solo a ospiti omosessuali. In questo diamo la massima disponibilità». Quindi nessuna discriminazione? «Non esiste un problema di accettazione – assicura il presidente – Al contrario sono spesso i gay a mostrare una certa diffidenza». Utile potrebbe essere organizzare degli eventi specifici, che pubblicizzino le terme di Antonimina verso quella tipologia di turista. «Per organizzare eventi – fa presente Macrì – ci vorrebbe un ente già funzionante» mentre, come detto, ad Antonimina si prega almeno di partire con la giusta marcia.

17

« Nella Locride il machismo è imperante» Parla il sociologo della sessualità, Annunziato Gentiluomo: «Più che in altre parti d’Italia e del mondo, in Calabria non si è fatto nessun passo avanti»

U

na Locride ancora impregnata di omofobia. Qui «il concetto di maschio dominante», maschio dominatore che non ammette la diversità sessuale del suo simile, «è ancora imperante». Lo dice senza esitazione Annunziato Gentiluomo, sociologo della salute e giornalista originario proprio della Locride – trapiantato a Torino - specializzato in tematiche inerenti alla sessualità e alla salute, impegnato sulle questioni di genere con l’associazione “Zephyria” di cui è presidente. «In Calabria – aggiunge – sono molto radicate le differenze di genere e si registra la presenza ancora forte di stereotipi legati all’uomo e alla donna: l’uomo è quello che comanda e gestisce il denaro, la donna è colei che si occupa principalmente della famiglia e della casa. Questa mentalità è più radicata al Sud rispetto al resto d’Italia e rispetto agli anni Settanta e Ottanta, sono stati fatti passi indietro». C’è stato un momento storico in cui la Calabria – e la Locride in particolare – ha mostrato la possibilità di un cambiamento? «Direi proprio di no – risponde il sociologo - è una zona reticente alla trasformazione. Qualcosa nel sud dell’Italia si è mosso, in Sicilia per esempio ed è incredibile, se si pensa a quanto le due regioni siano vicine. Eppure, soprattutto nella provincia di Messina e Catania esiste maggiore libertà. La stessa comunità gay di Reggio Calabria si sposta verso la Sicilia, dove è presente una buona offerta di luoghi di aggregazione e socializzazione per omosessuali. Così come miglioramenti vi sono stati in Puglia, grazie all’impegno del governatore Nichi Vendola e dove località come Gallipoli offrono l’opportunità di una serena libertà di espressione della propria sessualità». La Locride invece, come detto, «si nasconde ancora dietro al machismo» anche se, in particolare a Siderno, negli ultimi anni ci sono state eccezioni non indifferenti, come il caso di Greta, transessuale che non ha avuto timore di uscire allo scoperto, appoggiata in modo sensibile dalla sua famiglia e che vive senza problemi nella sua città. Ma perlopiù l’omosessualità è vissuta «nella clandestinità», testimonia Gentiluomo. La tecnologia oggi favorisce questo fenomeno. «Gli incontri avvengono soprattutto attraverso specifiche applicazioni per i telefoni cellulari», così come grazie ad altri social network e chat a tematica. «C’è un primo contatto a distanza e poi il vero e proprio incontro. Nella Locride esistono almeno tre spiagge, tra Ardore e Riace, dove c’è la possibilità di abbordare. In uno di questi posti è possibile anche praticare il nudismo. Dicerie riportano che tempo fa vi è stato visto anche un sacerdote». Le persone omosessuali, quindi, abbandonano la loro terra con la scusa degli studi e del lavoro. Ma esiste la possibilità di creare luoghi di ritrovo e aggregazione della comunità gay, come le terme e i centri benessere? «È uno stereotipo – spiega ancora il sociologo - e quando ciò si verifica rappresenta un modo di vivere la propria realtà attraverso la sponsorizzazione di lobby gay. Un sistema deleterio di difendersi perché esiste la paura del confronto oggettivo. Qualsiasi soluzione vada in questo senso è un atto politico che non gioca a favore della valorizzazione della diversità sessuale», conclude Gentiluomo. Insomma, bisogna accogliere l’altro senza timore, ascoltarlo quando racconta storie di vita omosessuale, che sono realmente ricche di spunti di riflessione, anche perché poi, l’amore, lo viviamo tutti allo stesso modo. (marzo)


Nicola Iervasi torna in Italia con il suo The Wave Whitin « CULTURA E SOCIETÀ

Voce, danza e un sorriso, un percorso complesso e completo quello studiato e proposto dal ballerino roccellese ai performer italiani.

Esprimersi con il corpo, superare le proprie inibizioni e paure questi gli scopi del metodo di studio che Nicola Iervasi, ballerino roccellese trasferitosi a New York dal 98, sta portando in giro per l'Italia. Un training a metà strada tra l'esperienza teatrale e la danza, un percorso che aiuta a superare i blocchi che accompagnano ogni performer ecco cos'è il metodo the wave whitin, Iervasi ha costruito questo metodo che mette insieme esercizi e teorie di vari studi, per metterlo a punto si è ispirato a Michele Abbondanza e Giorgio

www.larivieraonline.com DOMENICA 26 GENNAIO Rossi, con cui ha fatto degli intensivi al festival jazz di Roccella Ionica e a Daniela Boensch. Quelle due esperienza sono state per il maestro e coreografo due momenti di formazione importante. Da Abbondanza e Rossi lo hanno portato a cercare nuovi modi di esprimersi oltre la danza, gli hanno aperto la strada di ricerca dell'essere scenico. Con la Boensch invece ha avuto l'opportunità di usare il suo essere artistico completo, non solo come ballerino ma anche come attore. Voce, teatro, danza. Uno dei corsi organizzati da Iervasi è stato il Laboratorio all'università di Cosenza al DAM (Dipartimento Autogestito multimediale), sede dell'associazione Entropia di cui Daniela Ielasi è la coordinatrice. Il laboratorio è stato presentato già nel 2008 e adesso si è ripetuto con un intensivo di 25 ore in 4 giorni valido per un credito universitario e si sta pensando di farlo divenire un evento periodico annuale o semestrale. Le altre regioni in cui ha portato la sua onda e le sue emozioni sono state la Toscana, la Puglia, le Marche. Nelle sue classi lavora con ballerini, attori, performer, ma anche con bambini e con persone che non hanno niente a che vedere con il mondo dello spettacolo. Ad esempio in passato anche un'educatrice ha seguito una delle sue master class. Questa “non esclusività” dimostra come questo percorso aiuti a lavorare sull'introspezione e sulla persona e sia quindi adatto anche ai non addetti ai lavori. Come aiuti anche persone non legate strettamente al mondo della danza ad entrare in contatto con se stesse. È in qualche modo un breve ma intenso percorso emotivo. È una sorta di terapia d'urto per affrontare la nostra paura di mostrarci al mondo.

La Calabria non ama i suoi artisti KORALIRA : TRA MUSICA E TEATRO

È

storia nota a tutti questa della Calabria come luogo da cui si parte. Il luogo dell’inizio, il grembo materno, la radice. Partenza drammatica di tanti che prendono le distanze da una madre non amorevole bensì arida di affetto, indifferente; così che la radice, lungi dall’essere fonte per il nutrimento vitale, si trasforma in catena che impedisce la crescita, l’affermazione di sé, catena da spezzare e gettar via. “L’etichetta di musica etnica non ci interessa” dice Francesco Speziale, chitarra e anima musicale dei Koralira. “Ti mettono quel marchio e poi sei condannato a suonare soltanto tarantelle. Questo fatto della musica popolare non ci ha aiutato affatto, semmai ci ha danneggiato” in Calabria, però, soltanto in Calabria. Perché al di fuori di questa regione i Koralira raccolgono riconoscimenti e premi importanti di qua e di là dall’Alpe e nessuno si lamenta per il fatto che non hanno portato sul palco l’organetto. Che i Koralira siano bravi lo sanno tutti nel settore. I vari componenti, da Enzo De Masi, batterista, a Pasquale Caracciolo, chitarrista, al giovane Tato Barresi, percussionista, sono gente di talento. Per non parlare della collaborazione appena avviata con Pino Mangano, bassista eccelso. Sebbene rimangano sostanzialmente assenti dai numerosi festival dedicati alle musiche dei sud di ogni mondo che ormai si organizzano dappertutto nella provincia. Una madre troppo severa la Calabria, che cerca e trova sempre difetti: se non sei scarso tecnicamente allora non sei abbastanza creativo, e se invece sei anche quello allora sei antipatico. Giunti al secondo lavoro in studio, Metro Line S, dopo l’album d’esordio del 2009, Apri battenti, i Koralira puntano in alto. Musiche e suoni del mondo si incontrano dando vita ad un impasto sonoro vario e frizzante, tecnicamente evoluto senza diventare cervellotico. Si canta in dialetto calabrese, ma anche in italiano, in francese. Domenica Rita Buda, autrice dei testi (e

voce del gruppo) fa viaggiare insieme il vecchio proverbio popolare con il mito greco e il risultato è un lavoro che si confronta più con la canzone d’autore che non con la filastrocca “Cummari ndaviti palumbi”. Il cd esce in contemporanea con un eventospettacolo, un viaggio sulla scena teatrale attraverso i brani del disco, con coro gospel, corpo di ballo e i componenti della band. Un progetto ambizioso, certo. E d’altronde perché no, chi dice che in Calabria si debbano realizzare solo piccole cose? La prima di Metro Line S si è tenuta al Teatro Cilea di Reggio Calabria l’11 gennaio, una serata il cui ricavato è stato devoluto in beneficenza al reparto di oncologia del presidio di Scilla. Teatro gremito, dunque ottimo debutto. Resta da vedere se e quando avremo ancora la possibilità di veder rappresentato lo spettacolo in qualche altro teatro della nostra provincia o della nostra regione. O magari dovremo andare a vederlo in un teatro di Roma o Bologna. Daniele Mangiola

18

ARTE & DINTORNI... di Domenico Spanò

Restyling urbano: nuova veste per piazza Duomo a Reggio Calabria La proposta di intervento di riqualificazione urbana di Piazza Duomo (Reggio Calabria) si presenta come una nuova opportunità tecnico-architettonica per ridare lustro alla piazza antistante il duomo. Attualmente l'area si presenta come un comune parcheggio incastonato tra due vie carrabili adiacenti i portici, spesso paralizzate dal traffico. Il restyling prevede l'ampliamento della piazza in tutta la sua ampiezza, con la realizzazione di un unico basamento in pietra locale chiara/scura che va a congiungere le due aree dei portici, quindi le eliminazioni delle strade carrabili laterali fronte al duomo e dei marciapiedi. Solo la Via T. Campanella rimarrà percorribile alle autovetture, la restante area sarà a totale carattere pedonale per donare un nuovo spazio libero e fruibile per intero alla cittadinanza. L'intervento permetterà di consegnare anche la giusta cornice all'imponenza del duomo, dedicando l'area antistante l'ingresso a spazio del sagrato in occasione delle festività religiose. L'idea base del progetto è quella di unificare e allo stesso tempo distinguere gli spazi relativi sia all'uso per il tempo libero (costituiti essenzialmente dall'ampliamento della zona dei portici e caratterizzati dalla pavimentazione a stralci in pietra scura, dal susseguirsi dalle panche, aiuole e alberi); che lo spazio centrale in corrispondenza dell'ingresso del duomo (adibito a sagrato e contraddistinto da una pavimentazione più compatta e di colore chiara). Questo progetto nasce dunque dall'esigenza e dalla consapevolezza di dover creare uno spazio nuovo, fruibile, funzionale, per una nuova importante polarità urbana della città. Di particolare enfasi e attrazione cromatica sarà la piazza di notte, in quanto concepita per essere vissuta ad ogni ora. L'illuminazione è prevista attraverso la successione di particolari luci omogenee incassate nel pavimento. Da un lato evidenziano il sistema dei portici laterali in un gioco di luci e ombre e linee parallele; mentre centralmente sottolineano la spazialità della nuova piazza in direzione con la scalinata centrale del duomo. L'intero sistema di illuminazione sarà sostituito con un nuovo impianto che prevede l'utilizzo di pali in acciaio con innovative lanterne a risparmio energetico per dare un tocco di tecnologico ed eco-sostenibile all'intero intervento, insieme a postazioni di ricarica di bici elettriche e all'area wi-fi libre per la connessione internet all'aperto. A coronamento del tutto un sobrio arredo urbano, con panche e sedute concentriche in corrispondenza dei filari degli alberi. Un luogo interamente pensato per la spazialità recuperata, lo svago, il relax all'area aperta, davanti una suggestiva quinta architettonica di notevole pregio artistico quale il duomo. Il tutto va a riqualificare il tessuto urbano dando valore ai percorsi pedonali che si dislocano e ben si sposano in corrispondenza del Corso Garibaldi adiacente, mantenendo una peculiarità architettonica efficiente e di continuità con la giusta scelta di materiali, colori, arredo urbano. Una continuità stilistica d'insieme di notevole peso artistico-architettonico. La proposta progettuale è opera di un gruppo di progettisti : arch. I.Tassone, ing. A.Taverriti, arch. M. Lo Curzo, ing. A. Toscano, insieme ad altri collaboratori e consulenti specializzati atti a trovare la migliore soluzione progettuale.


CON IL PATROCINIO DELLA PROVINCIA DI REGGIO CALABRIA

L’associazione pagliacci clandestini organizza

Il

gruppo Pagliacci Clandestini Nasce a Reggio Calabria e svolge le sue attività di denuncia e sostegno in tutto il territorio della città e della provincia reggina. Il nome Pagliacci ClanDestini riassume la mission del gruppo. Scomponendo la parola ClanDestini si hanno altri due significati: la parola “Clan” pensando al contesto calabrese indica l’appartenenza a gruppi malavitosi in questo caso si vuole dare un significato positivo, dando un nuova memoria al termine. L’altra parola è “Destini” che rappresenta la magia dell’incontro che si trasforma in un percorso di vita. L’Associazione realizza spettacolo teatrali, corsi per clown sociale, e laboratori pedagogici presso strutture della città di Reggio Calabria e provincia, comunità per disabili, centri anziani etc. che a vario titolo si occupano di cura, accoglienza, recupero e prevenzione, di fasce deboli. Attività di prevenzione e di educativa di strada nelle strade dei quartieri periferici del comune e della Provincia di Reggio Calabria. Inoltre svolge attività di clown terapia presso il reparto pediatrico dell’Azienda Ospedaliera “Bianchi-MorelliMelacrinò” di Reggio Calabria.

IL CORSO

L’Associazione di Promozione Sociale Pagliacci Clandestini Freckles di Reggio Calabria promuove il bando di partecipazione al corso “Pagliacci in ospedale”. L’idea di un corso, percorso rivolto a persone che vogliono avvicinarsi al poetico mondo del clown, nasce dal desiderio di fornire ai partecipanti un cammino personale, una crescita, la ricerca del loro sorriso interiore per poi donarlo agli altri. Un lavoro di interiorizzazione con l’obiettivo di conoscere prima se stessi e poi gli altri passando da giochi di fiducia a giochi di comunicazione, da momenti in cui si vivono forti emozioni a improvvisazioni teatrali, momenti di interiorizzazione, e poi ancora tecniche di clownerie, gag, ecc. Inoltre il laboratorio mette al centro di tutto la persona in quanto tale e la accompagna verso la pratica del vivere quotidianamente in modo da poter assaporare l’essenza della via.

Il progetto verterà su una parte teorica e una pratica sui seguenti argomenti: Il Clown e la sua storia; Il Clown in ospedale; Vivere il reparto; Costruzione di un personaggio clown; Il trucco del clown; Uso dello spazio scenico; Giochi di fiducia; Giochi di comunicazione; Preparazione di una performance. CONDIZIONI E REQUISITI: Verranno selezionate 40 persone, di età compresa tra i 16 e 40 anni, sia occupate che disoccupate, principianti o provenienti dai più diversi ambiti dello spettacolo (teatro, circo, commedia, artisti di strada, musicisti, ballerini, teatro di burattini ecc), con eventuale esperienza di lavoro con bambini di varie fasce di età. Saranno riservati cinque posti per persone over 40. CERTIFICAZIONE FINALE: Saranno rilasciati due attestati: Attestato di partecipazione al percorso formativo e di partecipazione alla fase di tirocinio riservati a coloro i quali hanno frequentato almeno il 90% del monte ore di entrambi.

PAGLIACCI IN OSPEDALE

Corso di formazione gratuito

Le selezioni si svolgeranno presso il Centro Culturale Nuvola Rossa di Villa San Giovanni il 22 e 23 febbraio 2014. Una volta superata la fase selettiva la frequenza a tutte le fasi del corso sarà a titolo gratuito.

Per informazioni e chiarimenti scrivere a info@pagliacciclandestini.it oppure chiamare il 3207042460. Le domande, corredate degli allegati, dovranno pervenire entro il 18 febbraio 2014 - via email all’indirizzo: info@pagliacciclandestini.it; - via posta ordinaria presso la sede legale: Associazione di Promozione Sociale Pagliacci Clandestini Freckles, via Frà G. Melacrinò n. 52. 89125 Reggio Calabria



Sesso, l'uomo casalingo ne fa di più del macho

www.larivieraonline.com DOMENICA 19 GENNAIO

BENESSERE E SALUTE

Dipendenza da pc, come affrontarla Dipendenza da computer: un rischio concreto, grave e sempre più diffuso. Sono sempre più frequenti i fatti di cronaca che raccontano di ragazzi in crisi da eccesso di uso del pc. I genitori devono porre dei limiti Come comportarsi di fronte a situazioni simili? Cosa deve fare un genitore per evitare che si arrivi a situazioni come questa? I genitori dovrebbero fissare delle regole per limitare l´uso dei computer da parte dei loro figli: è il consiglio di Anna Oliviero Ferraris, docente di psicologia dell´età evolutiva all´Università La Sapienza di Roma: “Bisogna dire ai figli che il computer si usa a tal ora, e in ogni caso non più di un certo tempo. I campanelli di allarme della dipendenza da pc Secondo la psicologa, la dipendenza dal computer dei ragazzi si manifesta con aggressività quando si tenta di interrompere la loro attività, e con la mancata partecipazione ad esempio ad attività come pranzi o cene. Ma perché alcuni ragazzi arrivano a vivere una “simbiosi” con il pc tanto, come nel caso specifico, da dover richiedere l´intervento della polizia per staccarli dal computer? “Per molti il pc è una vera e propria droga”, afferma Ferraris, “in cui si rifugiano perchè ad esempio hanno problemi di relazione con i loro compagni. È il caso di chi non solo cerca nuovi amici sulla rete, ma partecipa a giochi di ruolo che li assorbono talmente tanto da voler rimanere svegli tutta la notte perché l´allontanamento dal pc, in questi giochi, comporta la perdita di punti”. I consigli della psicologa Il fenomeno, ha ricordato Ferraris, è molto diffuso in Giappone, dove è stato anche battezzato con il nome “Hikikomori”, una sindrome che colpisce centinaia di migliaia di ragazzi tra i 15 ed i 30 anni. Ai ragazzi La psicologa dà il consiglio di “restare sempre in guardia, la tecnologia è una cosa utilissima, ma può assorbire molto e non può far perdere il contatto con la realtà”.

cara

Milana

Amo il mio lavoro ma odio quasi tutti i miei colleghi.Ènormale?

SETTIMANALE

Altro che "macho". Con buona pace di quelli che pensano che il maschio duro, quello che non deve chiedere mai, quello che tratta la donna come un'ancella, sia vincente in amore, la verità sarebbe l'esatto opposto. Il vero uomo, sotto le lenzuola, è quello che si prende cura della casa come un perfetto casalingo. E più provvede alle faccende domestiche, più la sua compagna è soddisfatta dal punto di vista sessuale. Perché sotto le lenzuola si rivela formidabile.

21

Musica Il tè verde altera gli effetti della pillola per la pressione Il tè verde è buono e fa bene. Le mille proprietà di questa bevanda di origine orientale e ormai ampiamente diffusa anche in Occidente, sono più che conosciute: antietà, depurativo, disintossicante. A fronte di tutti questi vantaggi per la salute, tuttavia, si scopre ora che il tè verde porta con sé anche una controindicazione non da poco per l'organismo: un'interazione con i farmaci anti ipertensione, in particolare con un principio attivo chiamato nadololo. Lo hanno scoperto i ricercatori giapponesi autori di un piccolo studio sull'uomo pubblicato sulla rivista scientifica "Clinical Pharmacology & Therapeutics". Lo studio: I test su 10 volontari hanno mostrato che l'efficacia del medicinale è ridotta in chi assumeva tè verde in concomitanza con il farmaco. Un meccanismo confermato anche da studi di laboratorio. Bastano 2 tazze per l'interazione: Dunque i ricercatori sottolineano l'importanza di tener conto di questa interazione. Come per altri medicinali, il foglietto illustrativo che accompagna il nadololo avverte che alcuni farmaci, tra cui i rimedi a base di erbe, possono interagire con l'azione dell'antipertensivo. Ebbene, tra questi occorrerebbe inserire anche il tè verde. Secondo gli scienziati, un paio di tazze di questa bevanda sarebbero sufficienti per ottenere l'effetto messo in luce dalla ricerca.

Tanto tempo fa il filosofo Thomas Hobbes rifletteva sul concetto latino dell’homo homini lupus. Secondo me si riferiva a qualche litigata di lavoro. A volte tra colleghi c’è un odio fortissimo e si ha l’impressione che tutti vadano in giro armati fino ai denti, pronti a ficcare un coltello nella schiena di qualcuno. Il libero mercato sarà anche una cosa positiva, ma la competizione uccide l’amicizia. Cerchiamo di scavalcare gli altri per ottenere più successo, anche a costo di passare sul cadavere dei nostri avversari. Non bisogna chiamarsi don Vito Corleone per comportarsi così, basta essere un uomo che desidera uno stipendio migliore. Nel giornale dove ho lavorato a lungo c’era un malessere costante tra caporedattori e redattori. L’odio non è un sentimento nutriente: toglie forza e creatività ed è dannoso per l’ambiente. Coltivarlo è un po’ come impegnarsi con tutte le proprie forze per far crescere la gramigna. Meglio concentrarsi sulla bontà, la tolleranza e l’amicizia. Ovviamente questi sentimenti spesso non trovano spazio in ufficio. Ma non dovremmo mai cadere nella trappola di odiare tutte le facce odiose che incrociamo nei corridoi. Ammetto, non è facile. Un trucco, però, è ricordarsi che anche i colleghi odiosi un tempo sono stati bambini piccoli e dolci. Provate anche voi. Invece del signore delle tenebre, diventate quello della luce.

quella pop aiuta la memoria dopo un trauma Gli effetti positivi della musica dal punto di vista psichico e fisico sono noti da tempo. Se ne continuano tuttavia a scoprire di nuovi, alcuni dei quali dalle notevoli potenzialità terapeutiche. L'ultimo in ordine di tempo si deve al lavoro congiunto di due team di ricercatori australiani e francesi: dalla musica pop potrebbe arrivare un aiuto a recuperare la memoria per chi ha avuto grossi traumi cerebrali. A dimostrarlo, uno studio dell'Università di Newcastle, in Australia, e dell'Università di Lille, in Francia, pubblicato sulla rivista scientifica "Neuropsychological Rehabilitation". LO STUDIO Gli studiosi hanno esaminato cinque persone con traumi cerebrali e cinque che erano sane. A entrambi i gruppi sono state proposte delle canzoni scelte tra quelle che avevano ascoltato di più

nella loro vita ed è stato chiesto se le associavano a dei ricordi. Risultato: con l'eccezione di un solo caso, chi aveva subito un trauma cerebrale riusciva a richiamare alla mente gli stessi ricordi di chi era perfettamente sano. I RISULTATI In generale i partecipanti allo studio riferivano di aver associato le canzoni al ricordo di una persona o di un periodo specifico della loro vita, insomma a frammenti della propria storia personale. "I risultati di questo studio dimostrano che la musica pop risulta uno stimolo efficace per recuperare una memoria autobiografica ed è quindi uno strumento efficace per la riabilitazione di chi soffre di amnesie conseguenti a traumi cerebrali" spiega Amee Baird, che ha condotto la ricerca.

Pillole

Naturopatiche

A cura di: Patrizia Pellegrini Naturopata Bioterapia Nutrizionale® Presidente Associazione Culturale Tone www.associazione-tone.it associazione.tone@gmail.com

Entriamo nel mondo dei fiori di E. Bach Star of Bethlehem (Stella di Betlemme) è un fiore che sta solo, non fa parte di nessun gruppo. La sua qualità è: superamento del trauma. E’ il fiore più consolatore esistente, cura tutti i traumi esistenti, cura le ferite dell’anima, ripara le fratture dello spirito. Per il parto, per incidenti subiti o eventi traumatici inaspettati. La frase tipica è: “da quando è successo...io sto male!”. Alla nascita è ottimo per il neonato. A volte i sintomi sopravvengono in corrispondenza del trauma e sono facilmente spiegabili, a volte a distanza di tempo. La gravità o la frequenza dell’effetto traumatico può strutturare una caratteriologia tipica. Malattie psicosomatiche dovute ad episodi traumatici; echi di esperienze sentimentali passate. Ottimo ausilio nei lavori di regressione. Il sintomo che si avverte è tensione alla gola (traumi rimasti in gola). Con questo fiore si fa chiarezza mentale, si assume forza interiore, è il risveglio dal dormiveglia. Elimina i blocchi energetici e i residui. Rimette in moto il processo di autoguarigione. E’ chiamato il rimedio consolatore dell’anima. Allevia i dolori. E’ il “sarto” che ricuce tutto. Walnut (Juglans regia-noce), fiore del gruppo degli anarchici; la sua qualità è: cambiamento, protezione. Questi soggetti hanno difficoltà nei cambiamenti, sentono forte l’influenza di circostanze esterne. E’ il fiore della protezione. Sono come spugne che assorbono la negatività. Ottimo per le donne in gravidanza, per i bambini

che vivono in famiglie dove si litiga, protezione per i terapisti, protezione contro i batteri. Adatto ai cambiamenti di vita e fisiologici. E’ il fiore della vita, e la vita è un cambiamento continuo. Dopo divorzi, separazioni, perdita di persone care. Inizio dell’età pensionabile e inizio di viaggi. Ottimo nel periodo della dentizione, pubertà, menopausa e gravidanza. La coscienza delle proprie finalità è chiara, ma la separazione dal passato o da vecchie abitudini è dolorosa. Condizionati fortemente da circostanze esterne, pericolo di condizionamento energetico dall’ambiente in cui si lavora. Con Walnut si avrà la liberazione dai legami del passato, libertà di volare verso i nuovi orizzonti senza essere influenzati dalle circostanze esterne. Disinvoltura e apertura verso le cose nuove, ottimo ausilio quando si viaggia, e per coloro che si sentono perseguitati da fatture, malocchi e forze occulte. Larch (larix decidua-larice), ultimo fiore del gruppo degli anarchici; la sua qualità è: autostima. “Non sono capace” è la frase tipica, sfiducia in sé stessi, paura del fallimento. E’ il fiore per tutte le prove e le prestazioni di qualsiasi genere. Si dà agli uomini in caso d’impotenza. Sindrome del complesso d’inferiorità e d’impotenza. Ancorati ad esperienze negative del passato, si è convinti di non riuscire, di essere incapaci nel fare qualsiasi cosa. Non si tenta neppure. Spesso è un’ovvia convinzione, non suffragata dalla presenza di incapacità reali. La mancanza di

tentativi crea fallimento e creazione di un circolo vizioso. Incapacità di accettare e di approfittare di eventuali miglioramenti. Falsa modestia. Buon ausilio prima degli esami, concorsi e interrogazioni. I bambini a scuola si sentono falliti, mandano sempre avanti la mamma “fai tu che sei capace!”. Con Larch utilizzo delle proprie possibilità, valutazione oggettiva delle possibilità e delle situazioni, fiducia e tenacia. Umiltà più consona alla realtà.


RIVIERA

L’ANGOLO DI PARRELLO

Un’insegnante a

Matera

È così una collega, Antonella, ha perso la vita nel crollo della palazzina dove abitava, a Matera. Un' edificio che aveva profonde crepe nei muri, ma nonostante ciò i sopralluoghi effettuati da tecnici avevano escluso qualsiasi pericolo. Ma com'è possibile tutto questo? Noi italiani, a volte, sembra che ci affidiamo quasi alla casualità. Se tutto va bene, il destino é benevolo, altrimenti é ingrato e crudele. Noi vogliamo ora ricordare la maestra Antonella che a soli 31 anni ha lasciato la vita terrena, certamente non per sue responsabilità. Franco Parrello

BLOB

POLAROID

1

L’OROSCOPONE diGiuditta

DI TWITTER

2

ARIETE #ANOS: traffico in congestione tra Largo La Gamba e Piazza della Panza Piena . Senso unico alternato verso lo svincolo per San Culo Fuori le Mura, possibili code nella parte posteriore di via Della Strettoia. #ANOSunaStradaPerOgniCosa

3

1- L’on. Giovanni Nucera gongola pensando alle bufale ed alle ormai rinomate “patacche a macchia di leopardo” della locride 2- Il grande sindaco di Portigliola Rocco Luglio con la bella consigliera regionale Tilde Minasi in un momento di pausa dei lavori 3- Complimenti agli amici Rosario Previtera e Luigi Rubino che sono stati splendidi organizzatori del “clementine day”

TORO #coglioneNO? CoglioneSÌ

GEMELLI #LoSapeviGiàChe gli uomini usano l'amore per fare sesso e le donne usano il sesso per ricevere amore? Tutti usano i coupon per ottenere i panini del @MacDrive

CANCRO TuttoCalcio via @giuditta http://www.giuditta.html quindi il presidente dell'Inter ha appena deciso che il miglior centrocampista dell'Inter è forte perché l'ha letto su Twitter. Andiamo bene

LEONE Margherita Margheriti: "Nella Bibbia c'è molta ironia. Isacco è un uomo contemporaneo" Amen ecossìssia @EffatàEditrice #ScrittoriDiScrittura #BracciaRubateAll'Agricoltura

VERGINE [FOTO] Maldive, una spiaggia che sembra un cielo stellato - Il fotografo Pe Pi Pong ha catturato queste immagini mozzafiato #infartoFulminante @dateglil'ossigeno... http://ow.ly/2D8jfT

Gerenza Registrata al Tribunale di Locri (RC) N° 1/14

Direttore responsabile: ANTONIO TASSONE Direttore editoriale: ILARIO AMMENDOLIA In redazione: ELEONORA ARAGONA, DOMENICO

BILANCIA Watch now live on NASA TV for the latest updates on the #TDRS launch set for Thursday, 1/23: http://www.nasa.gov/ntv @machicazzosenefotte? Riepilogo_ Risposta_ Retweet_ Aggiungi ai preferiti_Altro #chémeglio

SCORPIONE @unGrilloInParlamento via Ansa News Agency _@ansa_topnews 26 min Grillo giovedì a Roma alla stampa estera: Conferenza trasmessa in streaming. Forse Grillo in Parlamento ? http://bit.ly/1cR04oD. Un grillo in parlamento è un Grillo Parlante?

MACRÌ, STEFANO MARZETTI. COLLABORATORI: Ercole Macrì, Angelo Letizia, Franco Parrello, Daniele Mangiola, Franco Blefari, Lidia Zitara, Patrizia Pellegrini, Walter Scerbo, Filomena Cataldo, Daniela Ferraro, Domenico Spanò, Andrea Quattrone. Per richieste di pubblicità rivolgersi a: PI GRECO Comunication srl - Via Gramsci, 72/A info 0964383251 GLI INSERZIONISTI sono responsabili dei marchi e dei loghi pubblicitari nei loro spazi, l’Editore non risponde per eventuali dichiarazioni, violazioni di diritti, malintesi, ecc... Tutti i marchi riportati sono registrati dai legittimi proprietari. STAMPA: Master Printing S.r.l. - Modugno (BA) DIFFUSIONE S.P. servizi - Gioiosa J. EDITORE - No così srl - via D.Correale, 5 - 89048 Siderno (RC)

Le COLLABORAZIONI non precedute dalla sottoscrizione di preventivi accordi tra l’editore e gli autori sono da intendersi gratuite. FOTOGRAFIE e ARTICOLI inviati alla redazione, anche se non pubblicati, non verranno restituiti. I SERVIZI sono coperti da copyright diritto esclusivo per tutto il territorio nazionale ed estero. GLI AUTORI delle rubriche in cui si esprimono giudizi o riflessioni personali, sono da ritenersi direttamente responsabili.

SAGITTARIO Il Prosciutto San Daniele Dop si presenta in Usa: non sapeva parlare l'Inglese ed è stato fatto a fette. Via Avaaz Campagna per potenziare export, su mercato estero 13% nel 2013. Ecco perché al market non lo trovo mai #pregaSanDaniele

ACQUARIO @diceILsaggio : premio di maggioranza con spareggio e monocameralismo son buone cose imho - no voto preferenza però mi pare politicamente insostenibile, no? #nonlosappiamomanconoi

CAPRICORNO via @Apiarium - Il Riso e l'Orchidea Bagnodoccia - blogs di cosmetici e bellezza http://wp.me/p3EFwt-1qz #comeAvremmoPotutoVivereSenza?

PESCI aforismi via @il Delicato: #Vaffanculo non è un insulto, è una direzione. Un percorso. Un viaggio. Forse l'inizio di una storia. Chissà. Voi iniziate ad andare, intanto.


Ebrea

Ti ho visto stamane col tuo pigiamino a strisce, un po' sporco e sui piedi abbondante ho rotto le file per starti vicino ma un fischio -e sul capo un colpoassordante.

VANESSA RIITANO

Ignoravo che fosse per l'ultima volta e ingenua ho sentito dentro il mio cuore tra angoscia, dolore e disperazione

Una mamma

un barlume di luce, di speme un bagliore. La pioggia sul vetro è ben poco rumore se paragonata al fragore nel petto ora che apprendo il significato del fumo denso che aleggia sul tetto. Non sento le gambe, non sento il respiro non sono null'altro che un tatuaggio vorrei, ma non posso, strapparmi i

capelli non ho dignità, la vita è un miraggio.

SETTIMANALE

Da oggi una stella avrà il tuo bel nome da oggi ogni nube sarà un tuo giochino da oggi so solo che il cielo è più grande respiro più forte e così sopravvivo. Vanessa Riitano

BLOB WEEK

www.larivieraonline.com DOMENICA 26 GENNAIO

OF

LA NATUROPATA E IL MAITRE La nostra naturopata e collaboratrice Patrizia Pellegrini assieme al maitre Francesco Sculli e una produttrice di deliziose marmellate di “clementine”. L’occasione si è rivelata propizia per uno scatto d’autore .

WEEK

The

23

MOMENTI DELLA SETTIMANA

1

2 LA SBARRA DI SIDERNO ANNI 60 Per i nostri affezionati lettori un’inedita e bellissima immagine della Via Jonio (A sbarra) di Siderno negli anni 60. Già da allora le strade erano trafficate...di biciclette...

3 GIORNALISTI IN AZIONE

ANCORA ROSSO

Momenti di confronto e di progetti futuri. I nostri amici stanno cercando di trovare la quadratura del cerchio in vista dei loro prossimi impegni professionali.

Per chi ancora crede che non esistano i nostalgici del “comunismo” ecco a voi il signor Gatto da Gioiosa Jonica

PROMIS SIO B ONI VIRI EST OBLIGATIO

L'avevo promesso ai fantastici ragazzi del Roccella se avessimo vinto a Corigliano mi sarei buttato con il solo costume sulla neve. Contento di aver mantenuto la mia parola. Raffaele

A NEW CAR ALLA GRU

Il signor Albanese fotografato alla Gru in occasione della presentazione dei nuovi modelli Hyundai

Il vizio della memoria LOQUIESPROLOQUI

Ogni persona dovrebbe averlo, il vizio della memoria, intendo. Non soltanto perché il ricordo riempie la mente nei suoi spazi vuoti, ma perché esso è capace di costruire importanti barriere di difesa. Difesa dalla violenza, dalla millanteria, dal revisionismo casuale o voluto, dalle discussioni sterili e dalle interpretazioni un po’ troppo libere. La memoria si costruisce con la ricerca storica e la formazione di studenti ed insegnanti. Partiamo dalle scuole ed edifichiamo un laboratorio di memoria perché – come sosteneva Primo Levi - << ogni uomo civile è tenuto a sapere che Auschwitz è esistito. Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario>>. Non si tratta di parole dovute in prossimità del 27 gennaio ma di un’urgenza

di Filomena Cataldo

educativa, una possibile via di fuga all’ormai dilagante refrattarietà. L’Olocausto di ieri non è affrancato

dall’olocausto di oggi, laddove in unico filone di scelleratezza prende forma la malformazione del male nell’uomo. Gli immigrati di Lampedusa nudi sotto gelide docce, il bambino di tre anni massacrato e poi bruciato nella macchina con il nonno a Cassano allo Jonio, la mattanza umana delle terre dilaniate dalle faide ... non si tratta forse, ancora, di olocausto? Certamente si. E dunque, qui c’è l’urgenza della memoria. Raccontiamo ai nostri ragazzi che a Ferramonti di Tarsia, a Cosenza è esistito uno dei campi di concentramento più importanti, il più atipico perché in esso si considerava, nel limite del possibile, l’uomo. Raccontiamo che questo accadeva in Calabria. Alimentiamo in loro la curiosità della conoscenza. Il vizio della memoria.

1- Enzo Cannatà e Nino Sigilli, due amici che, quando s’incontrano, trovano sempre il modo di discutere piacevolmente confrontandosi sulle grandi questioni culinarie meridionali 2- Il nostro amico editore de “L’Eco del Chiaro “Stefano Raschellà e il prete di Mammola don Nicola 3- Non tutti sanno che Maurizio Bonetti è un artista completo. Suona quasi tutti gli strumenti musicali ed inoltre ha anche scoperto di possedere poteri magici. Il mago Gandalf con la sua “sfera di cristallo” riesce sempre a prevedere il futuro.

Lastellaaseipuntedi Open day Davidsimboloebraico per iscrizioni

Era una fredda mattina di Novembre. Il sole si intravedeva a malapena fra le nuvole e lungo la strada, nella nebbia avanzava pian piano un'automobile scura imbrattata di scritte. Ad un tratto si arrestò e ne scese un uomo distinto e piuttosto alto, che aveva(e questo mi parve alquanto strano) un simbolo cucito sulla parte sinistra del suo cappotto:era una stella, quella a sei punte, la stella di David, simbolo della religione ebraica. “Ebraico” un aggettivo da sottolineare. Quell'uomo si avviava verso il suo negozio ma lo aspettava una brutta sorpresa. Appena si avvicinò per aprire, come ogni mattina, la sua attività, quella di sarto, si accorse che la vetrina era rovinata a terra in mille pezzi e dentro vi era la confusione

più totale. In particolare poi una scritta compariva sul muro:”Giudeo, la vacanza a Mauthausen, ti aspetta! L'uomo, con le lacrime agli occhi, aveva intuito che era stata la teppaglia nazista a compiere quell'atto vandalico e inquietante. Così salì nuovamente sull'auto e si avviò verso casa, alla periferia di Vienna. Ad aspettarlo c'erano la moglie e i suoi due figli, rimasti a casa, per via dei tafferugli che si susseguivano di continuo per le strade e per le aggressioni di cui erano oggetto gli ebrei . La moglie Miriam , aveva un carattere chiuso, piuttosto timido, sembrava fosse sempre impaurita. Maria Luisa Mazzaferro L’articolo completo su www.rivieraweb.it

Scuola dell'infanzia Scuola primaria Casanova Anno scolastico 2014/2015 Mercoledì 29 gennaio 2014 Dalle ore 15.00 alle ore 16.00



Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.