Riviera nº 40 del 30/09/2018

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In seguito alla tragedia del Raganello, tante sono state le dita puntate contro sindaci e amministratori. Ma gestire un territorio non è la stessa cosa che occuparsi dell’organizzazione e dei regolamenti di una struttura chiusa o circoscritta. È impossibile sorvegliare un territorio esteso e frastagliato per caratteristiche fisiche e peculiarità ambientali. Fare i regolamenti non equivale a salvare vite umane. È Il rapporto tra individuo e natura che va cambiato.

APPELLO AI SINDACI, DOVE CI SONO

Blindare l’Aspromonte per poter dormire la notte

È impossibile tenere a bada lo sfrenato piacere del rischio: selfie sull’orlo di un burrone o mentre ci si tuffa senza avere scandagliato il fondo dello specchio d’acqua. Per tenere lontani gli sconsiderati bisognerebbe sbarrare i 641,5 kmq del Parco Nazionale dell’Aspromonte con filo spinato e rete elettrificata.

La vicenda che ha visto il Raganello protagonista della morte di 10 persone a causa di un’onda di piena che ha trascinato a valle acqua e detriti investendo tutto ciò che si trovava sul greto, ha sviluppato un dibattito che fiancheggia l’inchiesta giudiziaria della magistratura e amministrativa del Ministero dell’Ambiente. Nell’inchiesta giudiziaria vi sono indagati il presidente del Parco del Pollino, i tre sindaci di Civita, Cerchiara e San Lorenzo Bellizzi, il dirigente dell’ufficio Biodiversità dei Carabinieri Forestali più due guide, ciascuno per le proprie competenze e/o attribuzioni. La magistratura ha ordinato due perizie che dovranno accertare le eventuali responsabilità. La vicenda è stata da tutti definita tragedia che nel senso etimologico del termine significa “canto del capro”. In ogni caso, la tragedia prima di divenire il nobile dramma tragico intriso di lutto e di sventura reso immortale da Eschilo, da Sofocle e da Euripide, indicò originariamente l'aspetto di libidinosa selvaticità, di sfrenato piacere del cibo, tipici degli antichi riti dionisiaci. Io girovago ormai da molti anni in natura e incontro molte persone che si riversano, soprattutto la domenica, nelle discipline più disparate: bicicletta da strada e mountain bike, motociclismo da strada e fuoristrada, quad, bikers, trekking a piedi e a cavallo, climbing, rafting e canyoning finanche speleologia. La rete aiuta a lanciarsi nell’avventura perché tutto banalizza. L’ho visto in TV o l’ho letto su internet! Tanto basta per comprare tutta l’attrezzatura e lanciarsi nello sport eletto al momento. Spero che la croce non venga buttata addosso alle due guide e tantomeno ai tre sindaci e al presidente del Parco, né al Carabiniere Forestale perché non individualmente o in concorso possono avere colpe da incorrere nella giustizia penale, forse alcuni in quella amministrativa. Mi spiego. Gestire un territorio non è la stessa cosa che occuparsi dell’organizzazione e dei regolamenti di una struttura chiusa o circoscritta. I comuni non riescono neanche a far rispettare i divieti di sosta o i sensi unici, figuriamoci se possono sorvegliare un territorio esteso e frastagliato per caratteristiche fisiche e peculiarità ambientali. Fare i regolamenti non equivale a salvare vite umane. È il rap-

porto tra individuo e natura che è alla base del malinteso. Allo sfrenato piacere del cibo dei riti dionisiaci si è sostituito lo sfrenato piacere del rischio anche se non si è in grado di governarlo. Soprattutto per il piacere di mostrarsi, quanto vale un selfie sull’orlo di un burrone o lo scatto nel fare un tuffo senza avere scandagliato il fondo dello specchio d’acqua! Misurarsi senza avere la minima cognizione di ciò che si affronta né in termini mentali né tantomeno fisici con infantile spregiudicatezza. Di fronte a questo, a Stilo si dovrebbe sbarrare la via per il castello normanno, a Pazzano andrebbe chiuso Monte Stella, a Monasterace dovrebbero essere vietate le immersioni a Punta Stilo, a Bivongi dovrebbe essere chiusa la strada per le cascate di Marmarico. A Camini andrebbe vietato l’ingresso al centro storico e alla torre del XVI secolo oltre che alla fontana ‘e susu. A Stignano biso-

gnerebbe chiudere l’accesso al castelletto di San Fili e alla torre secentesca. A Riace basterebbe chiudere le porte urbiche e il santuario dei santi Cosma e Damiano e naturalmente i progetti SPRAR. Il Sindaco di Caulonia dovrebbe vietare l’accesso all’Allaro, quello di Roccella sbarrare la via per la torre Pizzofalcone, a Placanica bisognerebbe chiudere le gole Mazzuccheri e la grotta dei Re, a Gioiosa Jonica sbarrare la Fiumara Gallizzi e la strada per Monte Sant’Andrea. A Grotteria sbarrare il Caturello, a San Giovanni il Levadio, a Martone vietare la ‘Ntinna e sbarrare la strada per monte Gremi. A Marina di Gioiosa vietare l’accesso a Torre Galea, torre Spina e teatro greco-romano. A Mammola vietare la cascata del Salino e passo Sella, ad Agnana murare miniere e terme, a Canolo le gole del Colajero la grotta Zagaria e il vallone del Diavolo. Siderno dovrebbe chiudere l’accesso a monte Ginarra, Gerace sbarrare Passo di Ropolà e le gole del San Paolo, Antonimina alla fiumara Micò e Cortaglia, Ciminà al monte Tre Pizzi e alle cascate Caccamelle. Portigliola e Sant’Ilario dovrebbero sbarrare la strada per i Petti e alle numerose grotte, Ardore recintare l’area della Madonna della Grotta, Benestare le cave di gesso, Platì Aria di Vento, Bovalino il castello, Careri le Rocche di San Pietro, San Luca Pietra Cappa e tutta la vallate delle grandi pietre oltre, naturalmente, il santuario di Polsi. A Bianco bisognerebbe chiudere gli accessi al Zoparto e Pardesca vecchia e alla scogliera di Capo Zefirio, a Casignana le terme e monte Varet, a Sant’Agata lo schiccio e la piazzetta di Tibi e Tascia, a Caraffa la casetta sulla roccia, a Samo le gole La Verde e il borgo di Precacore oltre che tutti gli accessi alla montagna. Ad Africo il vecchio paese sarebbe off limits ma anche la cascata Palmarello e a Bruzzano Rocca Armenia e monte Scapparone. A Ferruzzano il Bosco di Rudina e l’antico borgo sono da interdire e a Brancaleone il paese vecchio e i ruderi di Capistrello. A Staiti sbarrato il passo per Santa Maria dell’Alica e rocca Giambatore, a Palizzi, dulcis in fundo, le fiumare di Palizzi e Pietrapennata e monte Cerasia. Il Parco Nazionale dell’Aspromonte con filo spinato e rete elettrificata dovrebbe recintare i 641,5 Kmq per tenere lontani gli sconsiderati. Una sala multimediale in 3D sopperirebbe a tutti gli inconvenienti e sogni d’oro agli amministratori. Arturo Rocca


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attualità www.larivieraonline.com

In Aspromonte arrivano le "cattedre volanti" Giuseppe Bombino, già presidente dell’Ente Parco Aspromonte, ha dato appuntamento per lo scorso venerdì a Canolo in “un Agri-asilo nella Riserva” per la prima lezione “con cattedra ambulante”. Tema dell’incontro: “L’Aspromonte raccontato ai bambini, natura e cultura di una montagna al centro del Mediterraneo”. Una battaglia per l'Aspromonte che Bombino sta conducendo insieme a un altro figlio prediletto di questa terra, lo scrittore Gioacchino Criaco che sul suo profilo facebook è tornato con forza sulla questione delle scuole chiuse in Aspromonte. “La prima lezione che possiamo dare ai nostri ragazzi è che le decisioni ingiuste non vanno rispettate. La prima lezio-

ne che dobbiamo dare a noi stessi è che il principio della responsabilità viene prima di ogni altro, e prima degli altri chi subisce l’ingiustizia è responsabile dell’ingiustizia. E usciamo tutti dall’ipocrisia, dal traccheggio. A schiena tesa e a testa alta, lo sappiamo tutti che chiudere le scuole dell’interno significa chiudere l’Aspromonte, cominciare a preparare le valigie. A questo bisogna opporsi, alla morte di un popolo e di una cultura millenaria che mantiene le ultime testimonianze greche in Calabria. E tutti fummo greci, ma pochi lo siamo ancora oggi, e ai greci oltre alla cultura non difettava il coraggio, e di coraggio si tratta oggi".

L’avanguardia made in Locride trova spazio su Repubblica Il quotidiano nazionale dedica spazio al seabean, dispositivo in grado di ripulire le acque dei porti che, dopo essere stato installato per la prima volta al Porto delle Grazie, si sta adesso diffondendo in maniera capillare nel resto d’Italia.

Il senatore calabrese Nicola Morra eletto presidente della Commissione Antimafia È Nicola Morra, senatore cosentino, il candidato della maggioranza di governo alla presidenza della Commissione parlamentare antimafia. Il parlamentare del M5S ha vinto la votazione interna a scrutinio segreto ottenendo 9 voti sui 17 disponibili e lasciandosi alle spalle Mario Michele Giarrusso e Marco Pellegrini, entrambi rappresentanti del Movimento Cinquestelle. L’accordo raggiunto all’interno della maggioranza prevede, infatti, che il candidato sostenuto dalla coalizione giallo-verde sia un esponente grillino e che arrivi dal Senato (questo perché nella passata legislatura era toccata a un deputato, Rosy Bindi). Non si tratta ancora dell’investitura ufficiale al timone della commissione bicamerale, ma dopo il voto di mercoledì Nicola Morra è certamente il favorito a guidare l’organismo che si occupa di indagare sull’evoluzione del fenomeno mafioso.

Il Porto delle Grazie di Roccella Jonica fa scuola e diffonde la “seabean mania”. Da nord a sud, infatti, si stanno moltiplicando, all’interno dei porti (soprattutto turistici) d’Italia i cestini inventati dai surfisti australiani Andrew Turton e Pete Ceglinski, che l’amministratore unico Giorgio Sotira aveva attenzionato e fatto installare già diversi mesi fa nelle acque dello scalo della Locride. Per chi ancora non ne avesse sentito parlare, il Seabean (cestino del mare) è un dispositivo destinato a fare da spazzino in un ambiente chiuso, come un porto appunto, dove i rifiuti si accumulano. Lavora 24 ore su 24, sette giorni su sette al costo dell’energia elettrica consumata per entrare in funzione (si parla di circa 1 Euro al giorno). Il suo orlo resta appena sotto la superficie dell’acqua che, entrando nel secchio, viene filtrata ed espulsa mediante una pompa elettrica mentre i rifiuti restano all'interno del contenitore, anche le

fibre più piccole: “Riesce a pompare fino a 25.000 litri d'acqua all’ora - ha dichiarato Enea Roveda, Amministratore delegato di LifeGate, che si sta occupando in Italia della distribuzione del dispositivo, - e la manutenzione è abbastanza semplice: va svuotato ogni due settimane circa e dai dati che abbiamo possiamo stimare che un solo bidone è in grado di raccogliere fino a 500 chili di plastica in un anno”. Certo non si tratta di un quantitativo che permetterà di risolvere l’inquinamento dei mari ma, grazie a una diffusione capillare, di cui Roccella si è fatta promotrice e capofila, nel giro di qualche anno il Mediterraneo potrebbe davvero acquistare un’aspetto più salubre, una prospettiva che, questa settimana, ha trovato l’interesse anche della stampa nazionale, che finalmente parla della Locride in termini positivi attraverso le colonne di Repubblica.



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la copertina

Lettera a Nicola Irto, Presidente del Consiglio Regionale della Calabria

Io cerco la sinistra, la cerco e non la trovo Il PD non si riunisce più, non discute, non rappresenta nessuno se non piccoli avidi giochi di potere. Questo è il grande peccato che si sta consumando a sinistra, tutti dicono di aprire le finestre ma non aprono le porte.

Caro Nicola Ti scrivo esortato dalla tua affermazione durante la Festa dell’Unità a Siderno. Premetto i complimenti a chi ha organizzato la festa e ci ha fatto rivivere atmosfere lontane nel tempo. Tu hai chiesto a chi organizza queste manifestazioni di iniziare ad ascoltare i cittadini per capire bene come stanno le cose, hai espresso una curiosità sullo stato della sinistra e su cosa pensa la base. Vero è che in questi incontri ormai i relatori sembrano parlare a se stessi mentre la gente, il popolo avrebbero detto molti anni fa, pensa altro. Bene, in questa lettera, “caro compagno”, cercherò di dirti la mia sulla sinistra (disperata) che cerco di trovare ma non trovo. Parto dalle parole ascoltate la mattina dal professore Viscomi che sottolineava che oggi alla sinistra e al PD servono entusiasmo e volontà di lavorare insieme. Questo cerco di scrivere anche io in qualche articolo: entusiamo e volontà mi sembrano due elementi importanti, perché questa terra non arrivi a un punto di non ritorno. Ma serve altro. Serve la verità. L’ultima sera i relatori, tra le più alte cariche del PD in provincia di Reggio Calabria, parlavano di personalismi e divisioni nel partito come male da superare. Noi da anni scriviamo a chi dirige il partito che la Locride è un raro esempio di dualismo del PD dove personalismi e divisioni la fanno da padrona. Ci sono in molti paesi due PD, due partiti divisi solo sul personalismo, in molti comuni le sfide elettorali sono stati tra due candidati del PD; per ultimo, in molti comuni tante sono le figure importanti che non hanno avuto la tessera del partito. Se poi vogliamo prendere come esempio Siderno, allora serve l’assistenza di Freud. Partiamo dalla vecchia guardia dei comunisti e socialisti che sono fuori dal partito. Uno dei padri fondatori del PD si è dimesso e ha costituito un movimento che ha eletto 3 consiglieri comunali; parlando poi di ex consiglieri nell’ultima legislatura, il presidente del consiglio e il vicesindaco eletti nel PD sono fuori dal partito, gli altri 2 ex consiglieri, Ruso e Pellegrino, che sono entrati nel PD dopo un’esperienza in SEL e cresciuti politicamente nella segreteria dell’ex consigliere Cosimo Cherubino non hanno partecipato alla festa del 23 e 24 settembre. Non bastasse questo coacervo di divisioni, in questi due giorni non ho visto nemme-

no la neo e già ex consigliera comunale Gabriella Boccuti, nemmeno l’ombra anche dell’ex assessore regionale Federica Roccisano, iscritta allo stesso circolo. Considera, poi, che molti di sinistra dichiarata e compagni storici sono ai margini di questo partito. Come vedi questo è quello che sta succedendo a questo partito, non solo a Siderno. Ora non mi interessa capire di chi sia la colpa oppure cosa sia successo in questi anni, ma dopo i discorsi dell’incontro in cui eri presente e alla luce di questo spaccato di un singolo paese, si evince il problema. Chi parla non vede a due metri dai suoi piedi. Perché le responsabilità comunque ci sono, e le risposte di un responsabile di partito come Puccio non possono essere quasi di accusa verso altri. Questo partito non si riunisce, non discute, non rappresenta nessuno se non piccoli avidi giochi di potere. Questo è il grande peccato che si sta consumando a sinistra, tutti dicono di aprire le finestre ma non aprono le porte, non danno le tessere e, la cosa peggiore, non aprono a nuovi tesseramenti, non svolgono dibattiti e soprattutto non fanno congressi. Questa è la situazione che in due giorni di festa molti hanno sfiorato ma nessuno ha detto, io la dico a te perché la leggano tutti. Bisogna avere il coraggio di dire la verità, io posso permettermelo, non ho interessi in politica, non sarò mai candidato con questo sistema dei partiti e, inoltre, sono uno dei pochi figli di parlamentare a non aver avuto mai un euro di stipendio pubblico, né un incarico, né missioni per conto del partito, anzi a suo tempo non ho preso nemmeno lo stipendio da portaborse quando ho accompagnato mio padre nell'esperienza senatoriale. Per cui scrivo questa amara verità, non cerco di colpire nessuno, ho solo una gran voglia di vedere di nuovo una sinistra che faccia cose di sinistra. Ora serve la verità, una visione, un'idea di sviluppo della Regione Calabria, una linea di apertura verso la gente, tornare nelle piazze e parlare con il cuore, appunto far tornare l’entusiasmo e la voglia di lavorare insieme. Chiudo, dicendoti che scrivo a te, ma non mi rivolgo solo a te, perché ti ho conosciuto molti anni fa e ricordo la vena pura che ti ispirava. Rosario Vladimir Condarcuri

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più che un uno stato d Il brontolamento della Locride è condito, lo sappiamo bene, dal vizio di tanti cittadini di voler risolvere in maniera forse nemmeno del tutto risolutiva i mille problemi del comprensorio. Si tratta di quello stato d'animo che nella Locride finisce con il giustificare (a torto) la discordanza tra credo politico e Comunicazione (sui media). Calabrese, ad esempio, mette a nudo la condizione pietosa della sanità del territorio: lo fa con un monitoraggio incompleto dei servizi… ma almeno lo fa.

icordate la famosa gaffe di Giovanni Trapattoni (una delle tante) in cui affermò: “Noi non compriamo uno qualunque per fare qualunquismo”? Con un “Care compagne e cari compagni” d'esordio, il sindaco di Benestare Rocca, nella prima serata a Siderno della Festa dell'Unità, ha tentato un’improbabile pedata al qualunquismo. C'è stato un solo applauso, spentosi dopo due secondi, di una signora seduta in prima fila e un diffuso sorriso dei presenti, non irriverente, più che altro di sorpresa: tutto qua. Un richiamo all'identità smarrita, un tentativo per nulla riuscito di scaldare i cuori della platea del Partito Democratico. Bisogna domandarsi per quanto tempo gli elettori che votavano PD e adesso votano 5 Stelle continueranno a farlo, posto che smetteranno di farlo. Il recupero di una forza democratica come il PD deve essere un processo reale di riavvicinamento ai cittadini, capendo che non bastano e non servono le prediche delle avanguardie della sinistra - settori di scuola, università, industria, giornali, ecc… - che “fanno comunque e sempre tredici”. Da quando è caduto il Governo Berlusconi (senza grandi risultati), nel 2011, i Democratici, direttamente o indirettamente, hanno sempre governato. Oliverio è all'ultimo anno di legislatura. Le urne stanno dando responsi chiari. Altrettanto e peggio per Forza Italia. E anche se il Governo di Salvini e Di Maio non funziona, le loro forze politiche hanno il favore degli italiani. Le opposizioni debbono aprire un confronto credibile sui temi. Del PD abbiamo detto, del centrodestra sappiamo che punta a prendersi altre Regioni, e il governo nazionale appena sarà pronto a farlo. Con quale politica non è dato saperlo. Il sindaco di Bianco Canturi, è noto, è più sgamato del suo collega. Lui, a una domanda posta nell’ambito dello stesso convegno sui diritti negati, ha risposto: “Includete pure il diritto all’iscrizione a un partito”. Oggi ostacolato dal fallimento di quelli che abbiamo in gran parte conosciuto, dalla sfiducia, dalla paura, dall'opportunismo, dalle dittature di maggioranza, come questa che stiamo vivendo, di Salvini e Di Maio. Non va bene! I partiti che funzionano, puliti, che sanno fare da tramite tra i cittadini e le istituzioni, servono eccome! Pier Paolo Pasolini l'aveva raccontata meglio di Trapattoni. “Prevedo (siamo nei primi anni 70) la spoliticizzazione completa dell'Italia: prevedo un gran corpo senza nervi, senza più riflessi”. Ci siamo arrivati, e qualcuno deve cominciare a lavorarci per ricostruire un sistema democratico. La Locride vive una stagione molto buia. Si registrano solo gli scossoni che dà il sindaco di Locri, Giovanni Calabrese. Prevalentemente sulla crisi profonda in sanità. Decise o confuse, schiette o contaminate, palesi o ambigue, le sue iniziative riempiono il vuoto dei partiti (di destra e di sinistra). Dicendo che la sanità non ha colore politico (ovvio), Calabrese si è aperto da solo un'assicurazione: denuncio tutti, invito tutti

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n sindaco, d’animo! alla mobilitazione, tutti quelli che debbono fare facciano. Ma le responsabilità sono di tutti e sono uguali per tutti? Le soluzioni proposte sono tutte sensate e promettono di garantire servizi efficienti? Calabrese più che un sindaco è uno “stato d’animo”. Della Locride che non cerca e non usa la forza istituzionale, che vuole la protesta e l'urlo di un giorno e il lamento, la recriminazione, il rammarico di ogni dì (per cui, questa volta va vista positivamente la sua iniziativa che prevede due e più giornate di confronto e di lotta per rivendicare gli obiettivi). Il brontolamento della Locride è condito anche, lo sappiamo bene, dal vizio di tanti cittadini di voler risolvere il proprio problema e non in modo risolutivo quello di tutti i pazienti. Quello stato d'animo che notiamo nella Locride giustifica (e fa male) la discordanza tra credo politico e Comunicazione (sui media). Calabrese mette a nudo la condizione pietosa della sanità del territorio: lo fa con un monitoraggio incompleto dei servizi, ma almeno lo fa. Politicamente, disegna un'asimmetria senza pudore tra la Reggio Calabria arida e distante dalla Locride e gli eletti di là, ma lui quelli almeno li scomoda. Calabrese sta attento a come si mettono le stagioni, ognuna diversa, ma non possiamo dire che rimanga chiuso in casa. Indifferente. Federico Lago

“ L’ennesimo tentativo di confronto sulle problematiche sofferte dall’ospedale di Locri intavolato lunedì pomeriggio da Giovanni Calabrese naufraga nel più grottesco degli show politici cui la Locride abbia assistito negli ultimi cinque anni. L’inedita morigeratezza del primo cittadino, infatti, nulla ha potuto contro la latitanza del PD, gli sterili rimandi al “Governo del Cambiamento” e le accuse di responsabilità politica che hanno fatto saltare qualche coronaria al commissario…

y a D à t i n a S Le solite promesse preannunciano la mobilitazione dei cittadini unedì pomeriggio si è svolto un tanto atteso nuovo capitolo del “Sanità Day”, attraverso il quale il sindaco di Locri, Giovanni Calabrese, ha voluto ritentare il confronto con le istituzioni al fine di far comprendere al meglio quali siano le problematiche che affliggono l’ospedale di Locri e perché di alcune di esse non si possa rimandare oltre la soluzione. L’incontro, resosi necessario anche alla luce del recente sollevamento dall’incarico di Direttore Generale dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria di Giacomino Brancati da parte del Commissario alla Sanità calabrese, ha preso l’abbrivio attraverso le parole dello stesso Massimo Scura, che ha rassicurato i presenti relativamente al livello d’attenzione dedicato al nosocomio comprensoriale. «Abbiamo già svolto i compiti preliminari - ha affermato il commissario ad acta - e adesso dobbiamo concretizzare assicurando i 258 posti letto di cui dovrebbe essere dotato l’ospedale Spoke, inserendo i primari e i direttori di struttura complessa e assumendo velocemente personale, a cominciare da ostetrici e Operatori Socio Sanitari, con inserimento diretto attraverso le graduatorie, senza indire concorsi che ci farebbero perdere tempo. Mi sono nominato soggetto attuatore anticipando la rimozione di Brancati da parte della Regione Calabria proprio per prendere le decisioni in tempi brevi e avere così la garanzia che non ci siano condizionamenti. Per questo - conclude Scura, posso garantire che in sei mesi vedremo già dei risultati e che in un anno sarà sistemato tutto. Ci sarà da attendere ancora, invece, per quanto riguarda gli investimenti, vincolati a lungaggini burocratiche che ci obbligheranno ad attendere di più per quanto riguarda l’acquisto di nuovi macchinari e per il miglioramento della struttura, ma sono sicuro che con il tempo supereremo tutte le difficoltà». Fin qui il nocciolo dell’intervento del Commissario, unica novità di un Sanità Day che, in seguito a questo preambolo e nonostante le dichiarazioni del padrone di casa, è stato di fatto condizionato a partire da quel momento dal dibattito politico. Non hanno potuto fare a meno di tirare in ballo i rispettivi partiti il senatore pentastellato Giuseppe Auddino e quello forzista Marco Siclari, ha sfruttato il proprio tesseramento con un discorso da vera e propria campagna elettorale il deputato Francesco Cannizzaro, reo di aver reso agli occhi del pubblico un’equilibrata dimostrazione di professionalità il delirio di onnipotenza di Massimo Scura. L’impalpabile Auddino, infatti, ha dimostrato un singolare scollamento dalla realtà quando ha preteso di sapere da Scura le appena elencate scadenze per la risoluzione delle criticità, paventando una stretta vigilanza sul suo operato da parte del Movimento 5 Stelle e della Ministra della Salute Giulia Grillo. Siclari, invece, forte del suo ruolo di membro della Commissione permanente Igiene e Sanità in Senato, che gli ha permesso di assistere alle audizioni del Presidente della Regione Mario Oliverio e dello stesso Scura recentemente svoltesi a Palazzo Madama, si è affacciato dal pulpito ritenendo di sapere contro chi puntare il dito per la situazione in cui versa il comparto sanitario. Fingendo che negli interventi precedenti non fossero state tirate in ballo le corresponsabilità dei vari Scopelliti,

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Loiero e Chiaravalloti, il senatore ha infatti attribuito colpa esclusiva della situazione corrente ai soli Oliverio e Scura, auspicando peraltro una (secondo lui probabilissima) rimozione del secondo di qui a breve. Ma ad aver incantato la platea con il più pirotecnico dei discorsi politici, come annunciavamo in precedenza, è stato Francesco Cannizzaro. Il deputato di Forza Italia, infatti, snocciolando un discorso propagandistico a braccio (dice lui) che tanto ha ricordato quelli che i più sagaci venditori di accessori per cucina intavolano nelle fiere di paese per mostrare ai potenziali clienti la bontà del prodotto propagandato, ha letto nell’assenza in sala di rappresentanti della Regione e della Città Metropolitana il fallimento dell’operato del Commissario e affermato che sarà solo grazie all’insistenza sua e di Giovanni Calabrese se, nelle prossime settimane, il sottosegretario alla Sanità Maurizio Fugatti, che gli avrebbe confidato la presenza di allarmanti criticità relative all’operato di Scura, sarà a Locri per toccare con mano le problematiche da tempo denunciate, adoperandosi frattanto nella rimozione di un tecnico che in tre anni non è stato in grado di produrre nulla. C’è da dire che la politica l’aveva tirata in ballo per primo proprio il commissario, che in un tentativo di stemperare la tensione riuscito goffo come una scoreggia durante un lutto, ha esordito domandandosi come, una volta che lui avrà risolto le problematicità dell’ospedale, il suo “amico” Giovanni Calabrese potrà continuare a fare campagne elettorali. Alla luce di questa affermazione, dunque, è forse da leggere come una rappresaglia quella messa in atto da Cannizzaro, che ha volutamente distorto le parole di Scura provocando in lui una violenta reazione iniziata con il furto del microfono a una sconcertata Maria Teresa Criniti e culminata con un movimento di labbra che ci ha dato l’impressione di essere un bel “vaffanculo”. Pungolato sulla sua professionalità, infatti, Scura si deve essere reso conto che farsi sbugiardare dal politico di turno non avrebbe giocato a favore del “one man show” che sta cercando da anni di mettere in scena sostenendo di essere l’unico ad aver compreso e denunciato le criticità della sanità calabrese, troppo condizionata da politica e criminalità per poter essere efficiente («Quando sono andato in Procura a denunciare mi è stato detto: “Lei ha capito tutto, ma qui c’è poco che noi possiamo fare”» ha affermato durante il suo intervento). Di questo Sanità Day, insomma, resta l’assordante assenza del Partito Democratico territoriale, riunito nella stesse ore a Siderno per la sua personalissima autocelebrazione, una platea povera, a riprova che la cittadinanza è sempre meno convinta che questi incontri possano produrre risultati concreti e le parole amareggiate del vescovo della diocesi di Locri-Gerace Francesco Oliva che, sperando in un atteggiamento propositivo da parte dei presenti si è trovato dinanzi all’ennesimo “abbassamento del livello etico della società”. Anche Giovanni Calabrese, pur considerando positive le dichiarazioni di Scura, se n’è andato dalla sala “stanco, avvilito, deluso e amareggiato”, convinto che quella manifestazione del 20 ottobre, se la popolazione sarà pronta a seguirlo, debba avere luogo. Perché quanto detto, in fondo, è solo la replica di affermazioni che la Locride si sente ripetere da tre lunghissimi anni. Jacopo Giuca


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Il Sanità Day di Locri e la Festa dell’Unità di Siderno sono state due manifestazioni diverse ma entrambe simbolo di una drammatica separatezza tra popolo e una “classe dirigente” inesistente e, appunto perché tale, sostituita artificiosamente dai comitati elettorali espressione di notabili regionali e provinciali che, a loro volta, altro non sono che proconsoli di Salvini, di Renzi, di Berlusconi, di Grillo.

L'urlo dell'impotenza IN BREVE

È amaro prevedere che nei prossimi anni la sanità (e non solo) in Calabria sarà a livelli ancora più scadenti rispetto a quelli attuali perché, mentre a Locri i “relatori” si agitano e urlano, mentre a Siderno vivacchiano e svendono gli ultimi scampoli di una eredità passata, in altre parti d’Italia avanza un disgraziato progetto politico che sacrificherà ulteriormente le Regioni meridionali e soprattutto la Calabria.

ILARIO AMMENDOLIA Lunedì scorso si è svolta a Locri un’iniziativa sulla sanità. Pur nel massimo rispetto dei promotori e dei relatori: utilità zero! Il livello del dibattito è stato da pessima campagna elettorale con un inutile agitare dei problemi senza dare alcuna risposta. Un vuoto che ha consentito finanche al commissario Scura, che pure ha un bilancio decisamente negativo alle spalle, di uscire se non da buon amministratore da persona corretta. In sala, un urlo che più che passione dimostrava impotenza. Qualche ridicola caduta di stile come quella di un senatore che si vantava di aver fatto aggiustare gli ascensori dell’ospedale di Locri durante l’estate non rendendosi conto dell’insulto all’intelligenza dei presenti e che continuamente rinviava alla conferenza stampa che avrebbe tenuto l’indomani come se più che un eletto fosse un oracolo o un Pm che annuncia una requisitoria. Negli stessi minuti a Siderno era in corso la festa dell’Unità promossa da tutti i circoli della Locride. Bastava dare una fugace occhiata al pubblico presente, pur composto da tante brave persone, per cadere nello sconforto. Un dibattito stanco, fiacco, artificioso, a volte declinante in recita e senza mai alcun punto di contatto con la realtà. Un sovrapporsi di parole vaganti e senza meta che dopo capriole in aria, cadevano ed evaporavano nel vuoto. Due manifestazioni diverse ma entrambe simbolo di una drammatica separatezza tra popolo e una “classe dirigente” inesistente e, appunto perché tale, sostituita artificiosamente dai comitati elettorali espressione

di notabili regionali e provinciali che, a loro volta, altro non sono che proconsoli di Salvini, di Renzi, di Berlusconi, di Grillo. Pessimi interpreti che recitano su un copione scritto ai piani alti e recitato senza arte né parte ai piani bassi. In questo caso in incontri promossi qua e là e che somigliano tanto a quei “certificati di esistenza di vita” che l’INPS chiede ai moribondi. Badate bene, non pongo un problema di carattere personale. I protagonisti dei due dibattiti sono persone intelligenti, simpatiche, straordinariamente abili ma - in questo momento storico - non hanno ruolo e non hanno idee. Sono tessitori del “nulla” politico e culturale che devasta la nostra Terra. Costretti ad avvitarsi su parole consunte con l’unico obiettivo di sopravvivere. Sono alla continua ricerca di un capro espiatorio da sacrificare e di un capo da esaltare. Intanto è amaro prevedere che nei prossimi anni la sanità (e non solo) in Calabria sarà a livelli ancora più scadenti rispetto a quelli attuali perché, mentre a Locri i “relatori” si agitano e urlano, mentre a Siderno vivacchiano e svendono gli ultimi scampoli di una eredità passata, in altre parti d’Italia avanza un disgraziato progetto politico che sacrificherà ulteriormente le Regioni meridionali e soprattutto la Calabria. Infatti in questi giorni la classe dirigente del Veneto e della Lombardia, avanzando con passo felpato sulla base dei risultati del referendum del 22 ottobre del 2017, sta ponendo il problema dell’autonomia che altro non è che la secessione dei ricchi. Un riordino istituzionale che farà saltare il servizio sanitario nazionale rendendo la funzione dello Stato del tutto secondaria e marginale.

In un tale contesto le condizioni dell’ospedale di Locri come l’intera sanità calabrese saranno da antica colonia rispetto a una potenza occupante. E non per cattiveria ma per la logica della ricchezza circolante. E le urla somiglieranno ai pianti delle sceneggiate napoletane. Se la secessione passerà, al Lombardo- Veneto si aggiungeranno tutte le Regioni del Nord. E tutto ciò sta avvenendo in silenzio. Lo stesso colpevole silenzio con cui in passato ci hanno fatto bere il Masterplan come un elisir di lunga vita pur sapendo che era solo cicuta e, ancor prima, hanno fatto pagare anche ai calabresi il debito delle banche francesi e tedesche oltre che italiane. Hanno speso i fondi “fas” per gli usi più impensati. Il tutto con una contrazione dell’occupazione di oltre 70.000 unità in dieci anni. Ribadisco: non è una questione di soldi ma di dignità e anche di rispetto della Carta Costituzionale. Proprio per questo appare come particolarmente grave il fatto che tale attacco al Sud e alla Calabria sia avvenuto come se gli eletti e la classe dirigente meridionale fossero evaporati. Politicamente lo sono, esistono sulla carta ma vivono come le nuvole di fumo senza alcuna consistenza politica. Questo è il problema e noi l’abbiamo posto in tutta la sua drammaticità il 22 ottobre dello scorso anno dinanzi a una diserzione di massa delle pseudo “classi dirigenti” in una battaglia fatale per i destini del Sud. Siamo stati e siamo inadeguati e troppo deboli. Uniti non lo saremmo ed è da questa consapevolezza che nasce il nostro continuo appellarci alla gente comune perché diventi protagonista e artefice del proprio destino.

Il tour “contro il regime” del Partito Radicale continua a raccogliere consensi Sabato scorso la Piazza Municipio di Siderno ha ospitato la Carovana del Partito Radicale e del “D.G.L. - Mezzogiorno in Movimento” che ha effettuato una raccolta firme sulle 8 proposte di legge “per lo Stato di diritto, contro il regime.” La Carovana, aperta con un’assemblea-dibattito avente per protagonisti Pietro Fuda, Isidoro Napoli, Pierpaolo Zavettieri, Andrea Cuzzocrea e Gianpaolo Catanzariti oltre ai componenti del Partito Radicale Sergio D'Elia, Elisabetta Zamparutti e Antonio Cerrone ha poi permesso ai cittadini di esprimersi in merito alla: 1. Modifica dell’articolo 79 della Costituzione in materia di concessione di amnistia e indulto. 2. Revisione del sistema delle misure di prevenzione e delle informazioni interdittive antimafia di cui al D.lgs. n. 159 del 6 settembre 2011. 3. Abolizione della possibilità di assunzione di incarichi extragiudiziari da parte dei magistrati. 4. Introduzione del sistema elettorale uninominale per l’elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica.

5. Disposizioni in materia di libertà e diritto di informazione e di servizio pubblico radiotelevisivo. 6. Revisione delle procedure di scioglimento dei Comuni per mafia previste dal T.U. delle leggi sull’ordinamento degli enti locali di cui al D.lgs. n.267/2000. 7. Riforma del sistema di ergastolo ostativo, del regime del 4 bis e abolizione dell’isolamento diurno. 8. Riforma del sistema elettorale per l’elezione dei membri italiani al Parlamento europeo. Il ricco programma di incontri ed eventi pubblici promossi dal Movimento, che sta accendendo i riflettori sui temi dello sviluppo che interessano da vicino il Sud e in particolare la Calabria, quali il lavoro, i diritti, le infrastrutture e la legalità, è continuato anche questa settimana a Gioia Tauro, Palmi, Bova Marina, Taurianova, Locri e Reggio Calabria dove sono stati aperti dibattiti non solo tra i promotori dell’evento ma anche con la cittadinanza e i simpatizzanti del Partito Radicale. Prossimo appuntamento mercoledì 3 ottobre, alle ore 15:30, presso L’Hotel Savant di Lamezia Terme.


Rredazionale

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“ L'acconciatura da dea di Francesco Falcometà

nche quest'anno l'hair stylist sidernese Francesco Falcometà è stato protagonista alla Milano Fashion Week. Titolare dei tre negozi di Bovalino, Siderno e Palmi, assieme a Franco Iemma sempre più presi d'assalto da chi ama mani sapienti tra i propri capelli, Francesco si è distinto per acconciature fresche e di raffinata eleganza. L'hair stylist sidernese ha curato la sfilata di Alberto Zambelli, che si è ispirato ad Antonio Canova e al neoclassicisimo, recuperando le più dolci e calde tonalità neutre con una collezione che ha reso omaggio a una natura incontaminata e pura. Ad accompagnare questa armoniosa femminiltà e l'ondeggiare di queste moderne “statue”, simili a dee, la maestria di Francesco Falcometà. Sulla nuca ha creato

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un movimento che tanto ricorda le scanalature delle colonne o le pieghe longitudinali degli abiti delle matrone greco romane, ottenuto separando i capelli in 5 o 6 piccole code fermate con un filo elastico bianco annodato e intrecciato, così da consentire alle code, nonostante siano fissate, di muoversi a ogni passo senza perdere il rigore e la geometria globale del look. Originali anche le acconciature realizzate per Exterior: pettinature moderne per una donna dinamica, sicura, attenta e dal carattere deciso. Curate da Francesco Falcometà pure le acconciature di Ultrachic, marchio con un grande contenuto artistico e una forte identità. Un look fresco e easy anche per questa maison che si è ispirata alle leggende del rock: Elvis, George, Freddie e Jimmy riuniti per un concerto da sogno tra le stelle.


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Decesso del sidernese Davide Fervorini in Spagna, le richieste dei familiari

Continua a rimanere avvolta nel mistero la vicenda di Davide Fervorini, 39enne di Genova originario di Siderno, scomparso lo scorso 11 settembre dal paese spagnolo presso il quale si era trasferito per lavoro e al quale sembrerebbe appartenere il cadavere ritrovato dalle autorità in un dirupo il 20 settembre. L’esito dell’autopsia disposta dalle autorità spagnole, infatti, non è stato ancora diffuso e, nella speranza di ridurre il più possibile le lungaggini burocratiche per l’accertamento dell’identità del cadavere e l’eventuale restituzione della salma alla famiglia, l’avvocato Giuseppe Maria Gallo ha rivolto al Giudice spagnolo competente una corposa memoria contenente una serie di domande con cui richiede la restituzione: dell’abitazione sotto sequestro, dell’automobile in affitto, del cane collocato in una struttura locale, nonché della somma di denaro ricavata dalla vendita dell’esercizio commerciale che il ragazzo gestiva in Spagna. È evidente che lo snodo centrale della vicenda si incentra proprio sulla questione relativa a tale denaro, avallando l’unica tesi plausibile, per l’avvocato Gallo e la famiglia, che la scomparsa di Davide, ove fosse avvenuta per ragioni omicidiarie, sarebbe imputabile unicamente a una rapina ordita ai danni del povero Davide. Il legale della famiglia esorta inoltre l’autorità giudiziaria spagnola e la polizia a indagare a a tutto campo, eventualmente coinvolgendo anche le collaterali forze di polizia italiane, per non trascurare alcun tipo di indizio, da ricercarsi ovunque, anche fra gli italiani residenti o dimoranti a Las Palmas e, più in generale, alle Canarie. La famiglia, dal canto suo, attraverso l’avvocato Gallo, si adopererà instancabilmente per agevolare l’indagine delle istituzioni spagnole, anche in una fase di momentanea incertezza come la presente, caratterizzata dalla limitata comunicazione connessa al segreto di indagine e alla circostanza sopra detta della mancanza del formale riconoscimento della salma che si presume di Davide Fervorini.

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La telenovela gioiosana Il 23 settembre scorso è accaduto un evento strano. Durante la celebrazione della messa, nella chiesa di San Rocco, Padre Giuseppe ha pronunciato queste parole: “E dopo una lunga telenovela durata tre mesi vi comunico che io resto a San Rocco, Junchi e a Prisdarello”

Sembra che per vedere misteri, suspence e colpi di scena non ci sia più bisogno di sintonizzarsi sui più importanti canali televisivi, ma basti recarsi in chiesa e assistere alla messa domenicale. Infatti, giorno 23 settembre, è accaduto un evento strano. Durante la celebrazione della messa, nella chiesa di San Rocco, Padre Giuseppe ha pronunciato queste parole: “E dopo una lunga telenovela durata tre mesi vi comunico che io resto a San Rocco, Junchi e a Prisdarello”. Il mistero si fa sempre più fitto da quando, dopo la morte di Padre Michele Ceravolo, avvenuta il 26 maggio scorso, nel paese si vociferava il trasferimento di tutti i parroci, ovvero di Padre Raffaele, Padre Giuseppe e Padre Michele. Inoltre il vescovo Oliva, in data 13 settembre, aveva annunciato la nomina di Don Francesco Passerelli, che da Monasterace sarebbe stato inviato a Gioiosa, nella Parrocchia del Rosario, mentre si attendevano i nomi per la chiesa di San Rocco e Matrice.

Cosa sarà successo dietro le quinte di questo scenario enigmatico? E, soprattutto, il vescovo darà qualche spiegazione? Sembra proprio che la storia sia fatta di corsi e di ricorsi, perché anche nel 2018 come nel lontano Medioevo, continuano a essere protagonisti, all’interno della cattolica chiesa, segreti, intrighi e pettegolezzi. Ma Gesù non predicava altro? Forse la Bibbia è cambiata? È opportuno rileggerla di nuovo? Ma soprattutto, i gioiosani arriveranno a scoprire cosa si nasconde dietro quella frase così sibillina? Non rimane che attendere, pazientemente, la prossima domenica, quando invece de “Il Signore sia con voi…”, chissà con quale frase si concluderà la Santa Messa. Gioiosani

Mimmo Agostini: il giornalista della memoria

IL RICORDO

Nel ricordo di Gino Trichilo

Alcune persone sono sempre presenti, perché hanno fatto della memoria uno stile di vita. Così è per Mimmo Agostini, venuto a mancare un anno fa, ma spesso presente nei nostri discorsi, nelle foto che sfogliamo su Facebook, negli articoli che rileggiamo. Mimmo è stato una persona che ha speso tutta la sua vita per la Locride, per la cultura, per il giornalismo e per la memoria. Tra le sigle che ricordano la sua partecipazione a progetti e lavori rivivi tutta una Locride che non c’è più. Da Tele Radio Sud a Siderno al Paese. Info a Bovalino, dalla biblioteca di Polistena a l’Unla, dal Quotidiano alla Riviera,

in tutte queste collaborazioni Mimmo manteneva sempre uno stile unico e discreto, mai invasivo, mai da prima donna. Aveva una splendida dizione, sembrava una voce da programma nazionale, comunque riconoscibile anche alla radio. Era, insomma un giornalista completo. Ricordo anche il premio che aveva organizzato negli ultimi anni di vita, a Bovalino, dove premiava le persone per la loro normalità, non cercava nomi famosi, ma nomi noti della nostra vita quotidiana. Io oggi lo voglio ricordare a chi lo ha conosciuto e a chi manca come manca a me. Vladimir

È già passato un anno da quando sei volato in cielo lasciando un vuoto immenso e incolmabile nelle persone che ti amavano e stimavano. Una quercia secolare è stata abbattuta dalle legge inesorabile della caducità delle umane cose! Come si può dimenticare il tuo sorriso solare e accattivante, la tua simpatia innata ma anche la tua severità, la tua ironia e il tuo sarcasmo sui tempi moderni che consideravi cambiati fin troppo in fretta e non come avresti voluto. Come si può dimenticare la tua generosità e il tuo attaccamento alla famiglia e al paese che amavi profondamente! Ricordiamo con un velo di tristezza e nostalgia, la tua fervida attività nella Pro-Loco, nei comitati organizzativi delle festività paesane (in onore della Madonna di Portosalvo e di San Francesco), nel comitato rionale sbarre, nella sagra del pesce e in tante altre attività

utili per il tuo paese nelle quali ti facevi con piacere coinvolgere quando non eri addirittura il promotore. Eri amato e stimato dai sidernesi ma, anche, da tante altre persone dei paesi vicini che vedevano il tuo negozio come un punto di riferimento e che ancora chiedono di te! Una persona come te non può morire mai. Resta nel ricordo perenne delle persone che lo hanno conosciuto, apprezzato e amato. Pochi giorni fa, è nato il piccolo Mattia, un altro tuo pronipote. Sembra che ti assomigli un po’. È la tua vita che continua, la tua essenza! Per uno come te, così amante della vita, ci piace concludere con una frase che ti si addice molto «Non si esclude il ritorno». È questa la nostra speranza e il nostro augurio. I tuoi cari





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rubriche

La chiamata alle armi del PD Ufficialmente è stata presentata come ‘sostegno spontaneo’ di un nutrito gruppo di sindaci calabresi promesso all’attuale presidente Oliverio per la sua ricandidatura alle prossime elezioni regionali della Calabria. Ma di fatto tutti sappiamo che invece, è una vera e propria ‘chiamata alle armi’. È un'altra di quelle scene teatrali patetiche e penose che richiamano vecchi metodi clientelari mai andati in disuso e che hanno infettato la politica fino a farla morire. Forse, nell’immaginario collettivo, si pensa ancora o si vuole far pensare che i sindaci possono disporre, come una volta, a loro piacimento del voto di chi li ha eletti a primi cittadini. Chissà, magari loro sono solo in cerca di visibilità per una fuga in avanti nella speranza di una prospettiva futura e quindi offrono soccorso solo a titolo personale. Però…qualcosa non torna. Se davvero Oliverio ha dato una svolta concreta alla Calabria, come vogliono far credere, quale bisogno c’è di schierare l’artiglieria, oppure perché a fronte di più o meno 250 sindaci sostenitori del PD, alle ultime politiche 2018 sono stati eletti solo tre candidati in Calabria, e poi perché, quasi a conclusione del suo mandato, la nostra amata terra, occupa ancora gli ultimi posti nelle classifiche della vivibilità. Di sicuro i mali della Calabria vengono da molto lontano, ma anche con questa gestione amministrativa, la realtà è sotto gli occhi di tutti: Sanità, viabilità, istruzione etc… Potrebbe essere, questa operazione, il tentativo estremo da parte dell’entourage, di salvarsi chiedendo appoggio agli amministratori in cambio di qualche spicciolo di finanziamento per qualche sagra di paese. Presumibilmente è una manovra contro gli avversari soprattutto interni al PD, visti i conflitti intestini. Non a caso, Oliverio è stato definito l’omologo di Renzi in Calabria, infatti entrambi hanno concorso ad affossare il PD. Comunque vada, circa 250 sindaci entrati in questo gioco, non è convincente. Potrebbe saltare tutto il banco del cucuzzaro perché la coperta sarebbe troppo corta per coprire tutti. Allora, quest’operazione è reale oppure è l’ennesimo grande inganno? E’ un segnale di insicurezza o è realmente uno schieramento e una scelta di campo da parte dei nostri? Di sicuro c’è che in Italia senza una ‘sinistra vera’ unita e anticapitalista, senza la classe operaia organizzata, senza politici Onesti e ‘Rivoluzionari’ e con un elettorato che ha smarrito tutti i punti di riferimento, il nuovo fascismo comincia a farsi sentire, mafia e massoneria la fanno sempre più da padrone consolidando il connubio con la politica, la corruzione è ormai sistema, mentre al sud tutto il bello che c’è stenta a venire fuori e… la Calabria non otterrà mai il suo riscatto. Pasquale Aiello

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CALABRESE PER CASO

Coerenza politica Il clima estivo sembra non essersi deciso ad archiviarsi nei prossimi mesi e non solo per le temperature che ne contraddistinguono le caratteristiche stagionali, ma per quelle che riscaldano le anime, soprattutto se si tratta di anime politiche. Sì perché, in realtà, le elezioni regionali sono già iniziate e la corsa alle alleanze, al consenso, alle manifestazioni di autorevole sostegno all’una o all’altra parte vengono elargite senza remore e senza ricordarsi, per alcuni, che alcune cariche per quanto assunte in chiave politica hanno poi un valore amministrativo oltre che etico se non morale. Un valore, quello amministrativo, verso il quale l’attenzione dovrebbe consigliare maggior cautela o ispirare un impegno ulteriore, magari personale e alternativo, se il cambiamento rappresenta la ragione del successo ottenuto piuttosto che allinearsi a una proposta di ieri. Nei giorni scorsi non sono mancate dimostrazioni di comprensibile sostegno da parte di molti sindaci alle possibilità di ricandidature alle regionali. Di sicuro scelte dettate da uno spirito di libera coscienza. Tuttavia in alcuni casi rimane aperto un dilemma da coerenza. Ovvero, se tale carattere sia un valore a cui ispirare la propria azione, una valutazione di opportunità politica o forse un mero dettaglio da circostanza. Credo, e sono convinto, che la scelta di aver voluto e dichiarato di voler cambiare il corso di un modello di governo locale in alcuni casi non sia stata una cosa semplice per due ragioni. La prima perché si deve essere certi di voler offrire un modello di governo originale, dettato da obiettivi prefissati e orientati a risultati misurabili, dove il legame con il passato può essere solo e soltanto un riferimento per superare ciò che non è stato ottenuto o per realizzare quanto era stato promesso. La seconda

dalla volontà, se esiste realmente, di disancorarsi a logiche partitocratiche che stentano a dissolversi e che difendono malcelate ambizioni, per dare dell’impegno politico una versione più partecipata, più condivisa, meno burocratica e altrettanto meno concentrata solo sulla persona. In realtà, guardando al modo con cui un certo consenso si stia costruendo in Calabria, come nella nostra Locride, sembra che questa giovinezza della politica stenti un po’ ad affermarsi. D’altra parte, anche essere giovani in politica può sembrare un quid pluris, di fatto, nel concreto tale esprit de jeunesse non sempre abbia un senso dal momento che non si tratta di guardare la carta di identità, ma di verificare le idee e il modo di scegliere il cammino che si vuole intraprendere e con chi. Ovvero, si può essere politicamente giovani anche a una certa età se le idee e lo spirito sono innovativi e indipendenti, e giovani ma politicamente vecchi se le logiche a cui poi ci si ispira solo quelle della partitocrazia di ieri, della fedeltà al leader di turno in nome di una possibile capitalizzazione futura della propria carriera. Se il gioco che si nasconde nelle pieghe delle diverse dichiarazioni di sostegno alle diverse ipotesi di ricandidatura, dovesse essere quest’ultimo, credo che ancora una volta quel valore a noi ancora estraneo come la coerenza, soprattutto di chi si assume la guida amministrativa di una comunità in termini innovativi, trovi difficoltà ad emergere. D’altra parte, la coerenza politicamente, lo sappiamo, non paga più di quanto non possa fare il riferirsi a un possibile vincente dimenticandosi, però, che ogni sindaco oltre a essere leader di se stesso è, soprattutto, parte della comunità che ha deciso liberamente di rappresentare. Giuseppe Romeo

LA RIFLESSIONE

Giustizia, verità e solidarietà… la triplice alleanza del riscatto

Ci sono 4 tipologie di locresi: quella dei retori, quella dei denigratori, quella degli ipocriti (la più ricca) e quella vera. Domenica 23 settembre u.s. in occasione dell’anniversario -il 14°- dalla tragica morte di Massimiliano Carbone, giovane forte e delicato, ucciso da mano debole e rozza, si è appalesata la parte migliore di un’intera società locridea: quella vera. Essa era composta dalle famiglie Carbone nella sua interezza, da amici di Massimiliano, da genitori, figli, fratelli che nel corso degli ultimi quindici anni hanno tragicamente perso per mano debole e rozza, un congiunto. Ma vi erano, in modo particolare i rappresentanti di due istituzioni fondamentali per la crescita, lo sviluppo ed il riscatto di questa terra: la Chiesa ed i Carabinieri. Sono stati i rappresentanti di questi due presidi fondamentali per la città a catturare la mia attenzione. Durante la sua omelia, Don Giuseppe Zurzolo, ha evidenziato sin troppo bene -perchè lo hanno compreso tutti, nessuno escluso- come la Chiesa per molto tempo sia stata timida e scodinzolante verso la prima e terza categoria di locresi, dimostrando totale indifferenza verso rappresentanti della comunità vera e verso gli “ultimi”, quelli cioè che vengono dopo quella vera ma sono degli invisibili agli occhi di tutti.

La Chiesa in buona sostanza si è limitata a garantire il minimo sindacale, distribuendo particole, bevendo vinsanto e recitando il rosario, a voce più alta dove vi era maggiore corresponsione di obolo. Domenica Don Giuseppe in un’ora ha tracciato le linee guida che tutti, fedeli laici ed eretici, vorrebbero sentire e vedere praticati dai rappresentanti di Cristo in terra. Quanti Don Giuseppe ci vorrebbero per limitare i Don Abbondio nella curia ionica!!!

Confido tanto nella “Perestroika” portata avanti da S.E. Mon. Oliva. Ruolo gemellare in quella triste ricorrenza lo hanno avuto i rappresentanti della benemerita -il Colonnello De Pascalis, il Maggiore Scotto De Cario ed i loro uomini presenti alla funzione religiosa. A mia memoria, è la prima volta in 14 anni di rinnovato dolore e di invocata speranza, che l’arma dei Carabinieri è presente ad un così importante appuntamento. I loro predecessori, non me ne vorranno, erano più sensibili alle

adunate organizzate con tanto di fanfara, paparazzi, fiaccole spente, telecamere accese, profittatori di regime vedi professionisti dell’antimafia- fanfaroni, magistrati, questori, prefetti, onorevoli ed ex onorevoli vari; e concentrati in questo sinedrio, trascuravano cose importanti. La presenza, senza invito, di questi uomini che, unitamente alle loro migliori unità, dall’attuale tenente sino all’ultimo militare in servizio, è stata la migliore rappresentazione della speranza. Giustizia e verità invoca la signora Liliana Esposito Carbone, che qui ancora voglio ringraziare per il ruolo di costruttrice di riscatto, libertà e soprattutto di dignità civile; ed è, insomma, il rapporto tra giustizia e verità il ruolo giusto di una esplorazione troppo rifiutata. Qui, credo, è l’ardua impresa di ciascuno, dal momento che non è percettibile la verità degli altri fuori dall’ammissione della propria. E qui è la prova, poiché la verità si può cercarla solo se si ha il coraggio di sopportarla. Le istanze di giustizia e verità, se soddisfatte così come auspicate, coordinate da una solidarietà umana ed istituzionale vera, che si è avvertita alla conclusione della cerimonia religiosa, faranno ritrovare il senso del vivere civile, indipendentemente da ruoli e/o posizioni sociali, sotto lo stesso cielo. Pino Mammoliti


GIUDIZIARIA

Il summit di Montalto

CONVERSANDO

La ginnastica del vignaiolo Scordatevi delle palestre corredate di macchinari di ultima generazione: in Franciacorta è possibile immergersi nel silenzio e nel verde della natura, guidati da un Personal Wine Trainer per ritrovare l’armonia di corpo e spirito. La nuova frontiera del fitness è tra i vigneti di una delle regioni vitivinicole più famose d’Italia. Ne sono convinti alla storica cantina Al Rocol di Ome, nel Bresciano, dov'è stata lanciata l'originale "Ginnastica del vignaiolo”. Proprio come in una normale seduta di fitness, gli allenamenti e gli esercizi avranno come obiettivo principale quello di stimolare e recuperare la mobilità e sconfiggere lo stress di fine estate; si tratta però di esercizi studiati ad hoc e che sono direttamente ispirati alle attività che si svolgono tra i vigneti, dalla zappatura alla raccolta dell’uva, e negli stessi luoghi vengono praticati. In un contesto estremamente naturale e rasserenante che rispetta i ritmi scanditi dalla natura, si ottiene non solo un allentamento delle tensioni muscolari, ma anche di quelle psicologiche ed emotive. La ginnastica si esegue in piccoli gruppi – da 6 a 10 persone – per essere seguiti attentamente, in giornate prestabilite durante il weekend o su richiesta anche durante la settimana. Il vino però non viene totalmente messo da parte: al termine di ogni sessione di allenamento è prevista la degustazione del Franciacorta, prodotto con l'uva della vigna/palestra per poi passare in cantina e scoprire il complesso, affascinante e meticoloso metodo con cui viene creato il Franciacorta, uno dei vini italiani più pregiati, prodotto con rifermentazione in bottiglia. Sonia Cogliandro

FRUTTI DIMENTICATI

Pero Cassità PIRUS COMMUNIS L. FAM. ROSACEE

Della ricerca ormai disperata e talvolta dissennata della biodiversità perduta fa parte anche questa varietà in assoluta estinzione che ebbi l’opportunità di mettere relativamente al sicuro, in quanto una ricerca non si può reggere su una singola persona, per giunta non qualificata dal punto di vista scientifico, che non ha modo di diffonderla opportunamente attraverso dei canali istituzionali. Infatti in riferimento ai fruttiferi nonostante sia stato portato a termine un lavoro eccezionale di tipo scientifico appunto, da parte dell’ARSAC (Azienda Regionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura Calabrese), allora ARSSA, con l’opera Varietà locali di fruttiferi in Calabria, Atlante della biodiversità, stampato a Rossano nel 2011, le stesse varietà evidenziate brillantemente non sono state messe in sicurezza in campi di conservazione, secondo le considerazioni amare di uno dei tredici autori dell’opera. Nella stessa opera si evidenzia che l’Italia nel suo assieme occupa il secondo posto per la biodiversità tra i paesi del Mediterraneo, che sono tra i più ricchi del mondo per specie e varietà di piante, dopo la Turchia, la più ricca in assoluto; all’Italia segue la Spagna e poi la Grecia. La Calabria è stata esplorata solo marginalmente nel tempo dovuto e mai per alcuni settori dell’agricoltura, ma ormai è troppo tardi in quanto i depositari del sapere, delle competenze e delle conoscenze non ci sono più, ossia le persone anziane o i vecchi che avevano vissuto pienamente la civiltà contadina. Infatti nei miei itinerari talvolta percorsi senza prospettive cerco di interrogare delle persone che giudico appropriati per il caso ed ottengo delle risposte vane o non li ottengo per niente in quanto le conoscenze non ci sono più. Infatti le competenze piene erano appannaggio solo di coloro che erano nati tra la fine dell’800 e i primi del 900; infatti solo essi avevano vissuto pienamente la civiltà contadina che era molto complessa e non semplice come potrebbe apparire a prima vista. Essa non era solo legata alla terra ma a tutti i settori della vita della società stessa e così l’edilizia essenziale qual era fino agli inizi degli anni 50 del 900, era legata oltre che ai muratori, specialmente ai mastri fornaciai, che in campagna, in ogni paese costruivano le fornaci per produrre tegole, mattoni pieni e calce. Bisognava conoscere le pietre adatte da cuocere per alcuni giorni nelle fornaci alimentate da centinaia di fasci di rami secchi e frondosi e solo quando il fumo che veniva fuori era azzurrino, le pietre erano adeguatamente cotte in quanto si erano trasformate in calce vergine in zolle; la fornace doveva essere alimentata adeguatamente e con sapienza per evitare che la calce venisse rovinata. I fornaciai erano capaci di produrre le enormi giare simili ai dolia romani, per contenere liquidi e solidi, ma la tecnica di costruzione era molto particolare, sia per la costruzione che per la cottura, che avveniva in ambienti aperti ricavate nei declivi dolci e non nelle fornaci. Collegati ai muratori erano anche i falegnami che dovevano preparare le travature per i tetti ed il legname per gli infissi e naturalmente anche l’occorrente per i mobili, che non era importato da altre parti d’Italia o dall’estero, ma prodotto nei vari territori.

I BRIGANTI

Martire io, martire pure tu

Essi si recavano sulle montagne e sceglievano gli alberi da abbattere in tempo dovuto e i tronchi venivano immessi per qualche tempo in acqua corrente e poi trasformati in tavole tagliate con seghe a mano e poi conservati in luoghi chiusi e non ventilati per evitare le crepature; particolarmente difficile era la stagionatura del tavolame derivante dalle querce, che talvolta bisognava seppellire per qualche anno nel letame derivante dallo sterco di mucca. Collegato al mondo dell’edilizia essenziale erano i fabbri che badavano a costruire i chiavistelli, le cerniere per gli infissi, le grate, mentre essi stessi predisponevano i ferri per gli zoccoli degli asini, dei muli e delle mucche utilizzate per l’aratura. Ancora al mondo contadino erano collegati i mastri bastai che dovevano costruire i basti per gli asini e per i muli; ogni mulattiere consumava ogni anno mediamente due basti. Collegato ancora al mondo contadino erano i fabbricanti di carri ed i più specializzati in provincia di Reggio erano i mastri di Cosoleto, nella Piana di Gioia. Al mondo contadino erano collegati ovviamente i mastri calzolai che costruivano su misura le scarpe grosse e chiodate che dovevano durare un anno, ma anche le eleganti scarpe fini per i signori e per le donne; costruivano inoltre i grembiuli in cuoio dei mietitori. Naturalmente il cuoio era ricavato dalle pelli degli animali macellati o morti e le concerie più importanti nella fascia ionica reggina erano ubicate a Canolo che esprimevano i migliori conciatori, che conciavano le pelli con l’ausilio di foglie di mirto che ogni anno raccoglievano con un’elaborata operazione dai boschi di mirto presenti nella foresta di Capo Bruzzano appartenente ai principi di Roccella. I sarti erano preposti a confezionare gli abiti in orbace tessuto in casa dalle donne ed era complicato confezionare il manto impermeabile o “ impeciato” che era costituito da tessuto di lana di pecore nere, opportunamente infeltrito dalle donne, che bagnavano il tessuto e lo pestavano con dei corti bastoni. Agli inizi degli anni sessanta, quando ormai la civiltà contadina era alla fine, mio padre aveva appena terminato di trebbiare il grano con le mucche in un’aia dove erano state radunate le biche (timogne) di una limitata area ed io la notte dormivo con lui, in una specie di palafitta con le pareti di felci. Ogni giorno andavo a visitare i peri per verificare i frutti maturi e ormai eravamo fuori dal periodo delle pere eccezionali, che maturavano a giugno e a luglio; era il periodo invece, ai primi di agosto, di maturazione dei frutti per le pere secche, utilissime in prospettiva per l’alimentazione animale. Mi madre mi indicò una pianta di pere che erano in fase di maturazione, dalla forma elegante, rotondeggiante, leggermente schiacciati ai poli, dal peduncolo molto lungo e dalla pezzatura media, che chiamò Cassità, che nel dialetto del territorio significava castità; era l’unica ormai che esistesse. Aspettai che maturassero completamente e poi assaggiai dei frutti e constatai che erano buoni in quanto avevano la polpa candida e fine dal sapore leggermente acidulo. Notai che la maturazione occupava tutto il mese di agosto con gradualità e che subivano attacchi limitati da parte della mosca della frutta. La varietà è stata riprodotta su quattro perastri. Orlando Sculli

“Martire è colui che testimonia la propria fede nonostante la persecuzione” (dal web). Martiri furono chiamati quelli di Gerace, che ogni anno qui vengono ricordati e osannati, anche se oltre la Calabria non li conosce quasi nessuno. Furono martiri perché avevano un ideale alto, cioè desideravano una costituzione in tempi in cui non c’era ancora, e morirono per quello. Speravano che unendo la penisola sotto al tricolore sarebbe arrivato il progresso, la novità culturale, la politica dell’uguaglianza. In pratica desideravano per la Calabria tutto ciò che vedevano ogni giorno a Napoli, essendosi formati lì, perché benestanti e se lo potevano permettere. E così si fecero coraggio e per 3 giorni, nel 1847, diedero del filo da torcere alle guardie reali al grido di “W l’Italia!” scorrazzando dall’Aspromonte fino a Roccella, dove finirono la loro breve “fujitina”. Ma oggi siamo sicuri che lo farebbero di nuovo? Se fossero nati in questi tempi avrebbero rischiato ancora la propria vita per questa Italia, con questi politici, vivendo questa non vita? I nostri martiri morirono allora che avevano appena compiuto 25

Quello di Montalto è considerato “il summit” per eccellenza che ha fatto scoprire l’esistenza e operatività della ’ndrangheta. Un summit ricordato, da quel momento in poi, in tutte le indagini dell’antimafia. Di seguito si riportano stralci della stesura autentica del rapporto di polizia giudiziaria al Procuratore della Repubblica. «La mattina di domenica 26 ottobre 1969 partirono da Reggio Calabria, con tre automezzi, sedici agenti e quattro sottufficiali di pubblica sicurezza nonché quattro militari dell'arma dei carabinieri di cui due sottufficiali, diretti alla zona di Montalto in Aspramente dove, secondo quanto risultava alla squadra mobile, in località da identificare si sarebbe tenuta un'assemblea degli esponenti della malavita della nostra provincia. I ventiquattro uomini al comando del maresciallo G. A., giunsero nella zona di Montalto verso le 10:15 e in un punto della strada lasciarono gli automezzi cominciando ad avanzare in direzione del casello forestale di Cono. Ben presto, all'improvviso, si trovarono in presenza di un gran numero di autovetture disposte disordinatamente nella boscaglia, ai margini della strada; continuarono ad avanzare con crescente cautela essendo convinti che quel concentramento di auto avesse un preciso significato: l'assemblea della malavita era in corso di svolgimento proprio nelle vicinanze. Notarono subito quattro uomini, fermi in prossimità di alcune macchine, che sembrava fossero stati collocati in quel punto con compiti di vedetta. Muovendosi silenziosamente piombarono su di loro e la sorpresa fu così perfetta che risultò del tutto vano l'accenno di fuga abbozzato da taluno di essi. I quattro subito identificati, risultarono essere: Antonio e Giovanni R. da Casignana, entrambi di 22 anni, Martino P. di 37 anni, nato a Taurianova e residente a Bianco e il ventenne Francesco S. da Campo Calabro: il primo manovale, il secondo e il terzo autisti, il quarto carpentiere. Nessuno di loro diede spiegazioni plausibili in ordine alle ragioni della propria presenza in quel luogo. Sebbene richiesti, non dissero dove si trovavano le persone che si erano allontanate dalla autovetture ivi lasciate». «…il sottufficiale ordinò il ritiro al luogo dove era fermo il camioncino; quivi giunti egli stava disponendo una ricognizione esplorativa quando, unitamente ai suoi uomini, percepii dei clamori seguiti da applausi. Tutti compresero che l'assemblea era in pieno svolgimento in un luogo non lontano e il giovane S. fu imbavagliato affinché non fosse in grado di dare l'allarme. Il maresciallo A. decise allora di agire con rapidità e immediatezza, disponendo e facendo muovere gli uomini in maniera da accerchiare l'intera assemblea. A tal fine una squadra di cinque uomini comandata dal brigadiere F. M. prese ad avanzare sulla destra, mentre un'altra squadra comandata dal brigadiere P. B. e composta da dieci uomini, avanzava frontalmente e sulla sinistra, rispetto al luogo dei clamori e degli applausi, mentre il comandante A. avanzava con lo S. imbavagliato tenendo una posizione di centro in maniera da poter coordinare i movimenti e le azioni dell'una e dell'altra squadra». «Il brigadiere M. e i suoi cinque uomini, attraversato un ruscello e un reticolato, avanzavano con la speranza e la prospettiva di sorprendere l'assemblea. Ad un tratto scorsero un centinaio di persone riunite in un'ampia radura, ma non poterono realizzare la sorpresa perché qualcuno diede l'allarme. Gli agenti si lanciarono al grido «fermi tutti... polizia» del brigadiere M., con le armi in pugno, determinando sbandamento e scompiglio in seno all'assemblea che si disintegrò istantaneamente e i partecipanti si diedero a fuggire in disordine. Alcune di essi, incalzati da vicino, reagirono sparando con fucili e pistole all'indirizzo degli agenti i quali furono costretti ad appiattarsi. Continuarono però a muoversi per aggirare alla destra la posizione; sparando si avvicinarono ai malviventi che per tal modo furono costretti ad arrendersi gettando le armi, mentre dalla sinistra sopraggiungevano gli uomini della squadra B.».

anni. Ve li immaginate adesso? Adesso non sarebbero nemmeno qui, perché sarebbero a Londra a fare i lavapiatti per pagarsi gli studi e le uscite in discoteca, come tutti gli italiani di 25 anni di oggi. Oppure sarebbero davanti allo schermo a fare una partita alla “nonna zombie”, protetti dalla mammina che porta loro il caffettino al letto. I nostri martiri non sarebbero più tali, ma giovani senza speranze future in patria. Come tutti. E chi vorrebbe oggi dare la propria vita per sanare un paese che è impossibile da sanare? Chi si farebbe sparare addosso, fiero e orgoglioso della sua terra di appartenenza? I martiri adesso sono quelli che sopravvivono, nonostante l’italia (minuscolo voluto)! I martiri siamo noi che non ci impicchiamo come invece vorrebbero indurci a fare i nostri governanti. E allora W i martiri che vivono, che sognano nonostante tutto, e che non abbassano la testa davanti a nessuno. W la vita, libera dalle catene mentali che cercano in tutti i modi di imporci. W gli uomini dal cuore libero. Brigantessa Serena Iannopollo


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attualità

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Tanti i giovani disposti a rimanere nella propria terra, avviare una propria azienda agricola e battere con l'ingegno la crisi. I fondi europei in questo caso sono spesso evocati come ultimo treno da prendere al volo per riuscire a realizzare i propri progetti. Ma non sempre le cose vanno come dovrebbero...

MARIA GIOVANNA COGLIANDRO a anni si sostiene la necessità del ricambio generazionale in agricoltura, per dare nuova forza a un settore che dall'innovazione ha tutto da guadagnare. Tanti i giovani disposti a rimanere in campagna e tanti quelli che vorrebbero lasciare la città per godere del verde, avviare una propria azienda agricola e battere con l'ingegno la crisi. I fondi europei in questo caso sono spesso evocati come ancora di salvezza, ultimo treno da prendere al volo per riuscire a realizzare i propri progetti. Ci si arma, quindi, di tanto coraggio ed estrema pazienza e si iniziano ad affrontare le procedure previste dai regolamenti dell’Unione europea: lunghi e tortuosi iter di approvazione, moltissimi documenti da compilare, intricati adempimenti amministrativi, molta burocrazia, controlli farraginosi e spesso più formali che sostanziali. Purtroppo, però, non basta superare questa prima prova, perchè può capitare che nonostante si sia riusciti egregiamente a decifrare il burocratese, si venga esclusi senza ragione. È quello che è successo a quindici giovani agricoltori calabresi, risultati tra i 150 esclusi dal Pacchetto Giovani 2016, misura con cui la Regione Calabria si impegna a sostenere l'insediamento dei giovani in agricoltura. E così subito dopo la pubblicazione dei non ammessi, avvenuta nel dicembre 2017, i quindici decidono di presentare ricorso al Tar. Il Tar rispedisce al mittente: la Regione ha torto. Non contenta, rifiuta e va avanti. Chiede la sospensione dell'efficacia della sentenza del Tar e a luglio di quest'anno la questione viene rimessa alle decisioni del Consiglio di Stato. Nel frattempo viene pubblicato il Pacchetto Giovani 2018 in cui, colpo di astuzia!, si precisa che chi deciderà di presentare una domanda di sostengo 2018, collegata alla domanda presentata al Pacchetto Giovani 2016, rinuncerà automaticamente all'eventuale domanda di riesame presentata in esito al bando 2016. Si cerca, quindi, di incoraggiare 15 giovani che di fatto avrebbero già diritto ad essere ammessi a un precedente bando, perchè così stabilito dal Tar, di prendere parte a una nuova selezione dalla quale potrebbero anche essere esclusi. Qualcuno forse ci sarebbe potuto anche cascare, visto il ricorso della Regione al Consiglio di Stato che riapriva di fatto i giochi. Ma chi ha architettato un simile inganno, ha fatto male i conti. La sentenza del Consiglio di Stato giunge prima del previsto, prima cioè della scadenza del bando 2018. Anche secondo il Consiglio di Stato la Regione ha torto. Seconda fragorosa bocciatura, dunque. I quindici giovani sono stati esclusi ingiustamente. La Regione Calabria, però, sembra proseguire per la propria arbitraria strada infischiandosene non di una, ma di ben due sentenze. "Abbiamo visto nel Piano Sviluppo Rurale un ottimo strumento a nostro favore per realizzare qualcosa di positivo - ci ha dichiarato uno dei 15 giovani esclusi. - Ci siamo illusi di poter rimanere nella nostra terra e invece ci siamo ritrovati con le mani legate: non possiamo partecipare al nuovo bando se non rinunciamo al ricorso presentato per essere ammessi a quello precedente, in cui di fatto abbiamo il diritto di rientrare così come stabilito dal Tar e dal Consiglio di Stato. Ci sentiamo raggirati e traditi dalle nostre istituzioni".

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Quindici giovani agricoltori calabresi, esclusi dal Pacchetto Giovani 2016, presentano ricorso al Tar. Il Tar boccia la Regione che si appella al Consiglio di Stato. Anche il Consiglio di Stato da ragione ai giovani agricoltori che restano, però, ancora in attesa che venga riconosciuto il loro diritto di essere ammessi.

La Regione Calabria tradisce i giovani agricoltori e ignora le sentenze



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cultura www.larivieraonline.com

Al GOEL il premio “Buone Notizie” del Corriere della Sera Costruire fiducia, un passo alla volta: all’impegno di “GOEL – Gruppo Cooperativo” il premio “Le economie della fiducia” di “Buone Notizie” del Corriere della Sera. Il comitato scientifico dell’inserto ha infatti deciso di assegnare il riconoscimento alla comunità di GOEL, fatta di cooperative, aziende e singole persone, che dal 2003 opera per il cambiamento e il riscatto della Calabria attraverso l’etica, l’innovazione e una ferma opposizione alle mafie. Dall’agricoltura biologica alla moda di fascia alta, dal turismo responsabile ai servizi sociali: sono tanti i settori in cui GOEL applica il proprio metodo, con l’obiettivo di dimostrare come l’etica non sia solo una scelta morale ma l’unica strada percorribile per uno sviluppo economico vero dei territori in cui viene praticata.

Un’etica efficace per un’economia umana che ha conquistato l’inserto del Corriere della Sera nato per raccontare l’energia, la professionalità e le soluzioni pratiche del Terzo Settore: il premio è stato assegnato lunedì scorso nell’UniCredit Pavillon di Milano, nel corso della festa per i primi 12 mesi dell’inserto, che sta riscuotendo grande successo a livello nazionale. “Questo premio, attraverso GOEL, è dedicato a tutti i Calabresi, singoli e associati, che non si arrendono” ha sottolineato il presidente Vincenzo Linarello durante la cerimonia. “Ai calabresi che lottano quotidianamente, che malgrado tutto non rinunciano al sogno di una Calabria innovativa, etica e solidale, una Calabria che vuole lasciarsi alle spalle il vecchiume della ‘ndrangheta, delle massonerie deviate e della politica corrotta.”

A Casali del Manco il raduno delle Associazioni Arbitri di Cosenza e Locri

SIDERNO SUPERIORE

Due nuovi murales per impreziosire Piazza Cavone

Il Comitato “Pro Piazza Cavone, presieduto da Aldo Caccamo, informa i cittadini che sono stati ultimati i due murales in Piazza Cavone a Siderno Superiore. Ringrazia l’amministrazione comunale, in modo particolare l’ex Sindaco Sen. Pietro Fuda, l’ex assessore alla cultura Ercole Macrì e l'ex Presidente del Consiglio Comunale Paolo Fragomeni. Il primo murales, che è di mq. 40, rappresenta un luogo simbolico sospeso nel quale convivono le varie culture nate sul territorio della Locride per auspicare una rinascita culturale armonica. L’opera raffigura San Pietro bambino sulla cresta del gallo, citazione tratta dall’opera “La città del Sole” di Tommaso Campanella, cinque aeroplanini di carta, in memoria della lotta per la libertà dei cinque Martiri dei Gerace che, volano verso il sole

circondato dall’emblema della città di Siderno (le tre stelle), inoltre, è riportata la storica chiesa di San Carlo Borromeo, l’unica chiesa della provincia di Reggio Calabria intitolata a San Carlo. Gli artisti sono: Rossana Bruzzese, Lucia Commisso, Serena Lullo e Manuela Scarfò. Il secondo murales, che è di mq. 10, raffigura i bambini che giocano. L’artista di questa opera è Carmen Ebanista.

Eletto il nuovo Consiglio Direttivo del "Vespa Club Siderno"

Si è svolto sabato e domenica scorsi, a Casali del Manco, il raduno congiunto delle Sezioni di Locri e Cosenza dell’Associazione Italiana Arbitri. È stato un raduno all'insegna della formazione e della socializzazione tra le due distanti sezioni, fortemente unite però dalla passione per il fischietto. Il programma è stato fitto di lezioni formative. Dopo i saluti istituzionali dei presidenti Scarcelli (per Cosenza) e Rispoli (per Locri) e i saluti di Gianpaolo Bianchi del CRA Calabria, i giovani arbitri hanno assistito a una lezione tecnica sul posizionamento e spostamento a cura dei due vicepresidenti Gervasi e Scaramuzzino. In serata Mimmo Archinà, del Settore Tecnico, ha sottoposto i giovani fischietti all'effettuazione dei quiz regolamentari. Domenica mattina tutti gli arbitri hanno avuto l'opportunità di ascoltare le lezioni magistrali di Perri sulla preparazione atletica e di Mario Sicilia sulla corretta nutrizione. Il tutto impreziosito dall'intervento di Mario Vigile, arbitro di Serie C, che ha raccontato la sua esperienza dentro e fuori il terreno di gioco. Grande entusiasmo per la lezione multimediale di Emanuele Franco, responsabile dell’Organo Tecnico Sezionale della Sezione di Locri, che ha intrattenuto i giovani associati proiettando loro video estrapolati da gare del settore giovanile dirette dai fischietti locresi e approfondendo così la casistica regolamentare. Dopo i saluti del delegato della Lega Nazionale Dilettanti di Cosenza, il vicepresidente della Sezione di Locri, Anselmo Scaramuzzino, ha concluso i lavori con un discorso motivazionale, lasciando quindi la parola al Presidente CRA Calabria Franco Longo per i saluti istituzionali. Le due sezioni si sono salutate dopo il pranzo domenicale pronte per la stagione sportiva ormai avviata. L'arrivederci è al prossimo anno nella Locride. Francesco Carbone

Il giorno giovedì 20 settembre 2018 si è tenuta presso la sede del “Vespa Club Siderno” sita in Siderno via G. Cimato n°32, la riunione assembleare del Vespa Club Siderno, per eleggere i membri del nuovo Consiglio Direttivo. Dopo una pacata discussione tra i soci presenti, per acclamazione è stato eletto il seguente Consiglio Direttivo: Presidente, Morabito Luciano; Vicepresidente, Gimondo Pietro; Segretario, Vitale Giuseppe; Tesoriere Verteramo Antonio; Revisore dei conti, Serafino Fabio; Consiglieri, Galluzzo Giuseppe, Garreffa Michele, Mulè Leonardo, Salvatore Cosimo e Trichilo Francesco. L'intero Consiglio Direttivo si propone di lavo-

rare alla valorizzazione turistico-culturale del territorio. Il nuovo Direttivo, infatti, è già al lavoro per programmare le attività del prossimo anno sociale, a cominciare dalla campagna tesseramenti anno sociale 2019 invitando chiunque possiede un amore per le due ruote di avvicinarsi al nostro gruppo. "Siamo onorati di far parte di questo bellissimo gruppo in quanto hanno proseguito il Presidente e il Segretario del Vespa Club Siderno siamo accomunati non solo dalla passione per la Vespa, fattore aggregante principale, ma anche da valori quali l'amicizia, lo spirito di gruppo, l'avventura e il gusto del viaggio su due ruote. Tutti insieme uniti faremo grandi cose, ne siamo certi".

PLACANICA

La via dei borghi attraversa il paese

Si è svolta domenica 23 settembre a Placanica la prima tappa della seconda parte del progetto "La via dei borghi" che proseguirà adesso con l’appuntamento del 14 ottobre tra Bovalino Superiore e Condojanni. Il progetto ideato dalle associazioni Il Giardino di Morgana e Kalabria Experience si è avvalso per questa tappa del patrocinio del comune di Placanica, della Città Metropolitana di Reggio e del Consiglio Regionale della Calabria. I tanti partecipanti sono stati accolti presso la Piazza del Municipio dal sindaco Antonio Condemi e dall’associazione Innovus con in testa il presidente Nicola Moschella. L'associazione, nuova realtà del borgo, attraverso le tante competenze e professionalità espresse dai giovani del luogo si occupa di promozione del territorio. Chiara Aiello, giovane socia di Innovus, ha accompagnato i curiosi giunti da ogni angolo della provincia attraverso i vicoli del borgo e le tante pagine di storia scolpite sui muri dei pregevoli monumenti di Placanica. I visitatori si sono fatti rapire dalle bellezze del convento domenicano e di quello fracescano, dal castello e dai paesaggi mozzafiato per poi raggiungere l’apice con lo splendido interno della chiesa di San Basilio Magno. Terminata l’escursione adesso saranno giorni decisivi per decidere il vincitore del contest fotografico sul social Instagram realizzato in collaborazione con Ig Calabria che permetterà di veicolare in rete le tante immagini che i fotografi presenti hanno deciso di immortalare.


Versace è stata venduta agli americani. L'Italia perde così un nuovo colosso della moda. Donatella Versace: “Nell’ultimo anno siamo stati avvicinati da tante persone, francesi, americane… ma nessun italiano”

Ettore Castagna torna il libreria nel nome di Massimeddu Palanca È approdato nelle librerie lo scorso 20 settembre “Tredici gol dalla bandierina”, nuova fatica letteraria di Ettore Castagna che racconta la storia del mitico Massimeddu (Massimo) Palanca, leggendaria ala sinistra del Catanzaro. Dopo la prima uscita ufficiale dello scorso 22 settembre, quando il romanzo è stato presentato sul palco del festival Sciabbaca di Soveria Mannelli, il tour di Castagna è proseguito venerdì con la tappa di Milano ed è pronto adesso a tornare in Calabria per la presentazione che si terrà sabato prossimo al Palazzo Gagliardi di Vibo Valentia. Tredici gol (veramente) segnati dalla bandierina fra il 1974 e il 1981 sono la metafora e la parabola di una giovinezza. Quella di un ragazzo che sogna vita, musica e rivoluzione rivolgendosi alla figura mitica di Palanca. Un’intera comunità, da sempre ai margini della vita nazionale, vive le gesta sportive del pro-

prio idolo come un momento di riscatto. Per molti Palanca diviene il piccolo Mao-TzeTung del tiro a effetto, l’ala sinistra di sinistra, il leader capace di far sognare. Con lui cerca un dialogo irreale Vito Librandi, il protagonista, parallelamente immerso nel grande movimento giovanile di quegli anni. È la Rivoluzione vista e sognata dalla provincia, in un misto di ironia e surrealtà. L’epoca in cui tutto si discute e si trasforma, in una luce irregolare e travolgente: l’amore, la politica, l’impegno civile, la libertà sessuale. Un’immagine inedita e molto contemporanea di un Sud spesso considerato solo periferia. Un racconto agrodolce sulle illusioni e le disillusioni di una generazione, nel quale la vita di alcuni compagni di liceo e gli eventi calcistici della loro squadra si fondono in un equilibrio bello e imperfetto. Che non potrà durare.

La Medusa calabrese, diventa a stelle e strisce Gianni Versace, uno dei simboli dell’industria della moda italiana, è diventata statunitense. Il gruppo americano Michael Kors Holding ha sborsato 1.83 miliardi di euro diventando principale azionista dell’azienda. Sono trascorsi 40 anni da quando Gianni Versace, stilista di origine calabrese, fondatore dell’omonima casa di moda, lanciò la sua prima linea di abbigliamento a Milano, dando lustro al Made in Italy. Nell’intervista concessa al Corriere della Sera, Donatella Versace si dichiara entusiasta dell’affare che definisce una nuova avventura per il gruppo con il simbolo della Medusa. «Sicuramente - dice a poche ora dalla comunicazione ufficiale - è un passo importantissimo per me e per un’azienda che finora è stata un’azienda di famiglia». Con l'entrata di Versace nella holding Michael Kors, il gruppo cambierà nome in Capri Holdings Limited. Ma la cosa importante è che i Versace – Donatella, la figlia Allegra e il fratello Santo Versace - reinvestono parte del ricavato nella stessa Capri Holdings

che, a operazioni finite, controllerà i tre brand, Michael Kors, Jimmy Choo e, appunto, Versace. Ma perché non fare questa operazione di crescita in Italia con un gruppo connazionale? «Perché nessuno me l’ha chiesto - ha risposto la stilista -. Nell’ultimo anno Versace è stata avvicinata da tante persone, francesi, americane… ma nessun italiano. Non siamo noi che abbiamo

ANTONIMINA

Il nuovo organigramma proietta le Terme verso un luminoso futuro

rifiutato di partecipare a un gruppo italiano». E così l'Italia perde un nuovo colosso della moda. La stessa sorte toccata negli anni ai suoi marchi migliori: Valentino, comprata dalla Holding Mayhoola Investiments del Qatar; Gucci, passata sotto il controllo della multinazionale francese Kering; d’oltralpe è anche l’azienda LVMH che ha comprato Bulgari e Fendi.

L’opera di Salvatore Filocamo incanta il pubblico di Siderno Superiore Ottimo riscontro di pubblico per “Quando nescisti tu”, rappresentazione portata in scena da Iolanda Filocamo a Palazzo De Mojà tratta dall’opera del padre.

Sabato scorso, presso la struttura del consorzio termale “Acque Sante” di Antonimina, si è tenuto l'incontro tra il nuovo management e i medici di base del territorio. Ugo Mollica ha condotto una serata di brevi relazioni e significativi interventi, sia degli organizzatori che del pubblico, il quale, esperto di sanità, ha saputo cogliere il senso e l’importanza di questo incontro. Il presidente dell’Assemblea del consorzio termale, Tommaso Raschellà, ha presentato il nuovo organigramma di gestione dell’azienda, soffermandosi anche sulle prospettive future del consorzio. Il Sindaco di Antonimina, Luciano Pelle, componente dell’Assemblea consortile, ha fatto cenno a un progetto di ristrutturazione dell’intero parco termale. A rappresentare l’amministrazione comunale di Locri è intervenuto il vicesindaco Raffaele Sainato, il quale ha voluto rimarcare la combinazione vincente creatasi con la nomina di quattro professionisti in grado di programmare la stagione ventura al meglio. Rinaldo Nicita, componente del Consiglio di Amministrazione, ha ricordato che il concetto di terme nel tempo si è trasformato, passando

dalla pura funzione terapeutica delle acque a una visione complessa e integrata, in cui il cliente chiede il benessere psicofisico ed estetico che rigeneri lo spirito e favorisca le sane abitudini. Rosalba Pedullà, altro componente del CdA, si è soffermata sulle problematiche amministrative e legali che hanno attanagliato nel tempo l’ente e ha evidenziato la compattezza con la quale si sta muovendo la nuova compagine. Il nuovo Presidente del CdA, Alberto Romano, dopo aver ringraziato i dipendenti e i volontari che collaborano con la struttura, ha analizzato le linee programmatiche su cui il management ha deciso di puntare per riqualificare la realtà e anticipato una serie di incontri che il nuovo CdA sta programmando, sottolineando la necessità di lavorare sinergicamente con tutti i rappresentanti istituzionali del territorio. Giuseppe Pezzimenti, sindaco di Gerace, nelle vesti di Direttore Sanitario, si è dunque soffermato sulla imminente costituzione di un comitato scientifico, rappresentativo delle migliori risorse umane medicoscientifiche del nostro territorio, in grado di verificare l’efficacia delle acque e sempre pronto alle nuove indicazioni della ricerca. Un

momento di grande emozione si è vissuto quando ha preso la parola una paziente che, dopo aver girato l’Italia alla ricerca di cure e aver sperimentato su se stessa vari medicinali, ha trovato beneficio nelle acque termali del consorzio fino alla quasi guarigione della propria fibromialgia, che l'aveva costretta ad una limitazione funzionale degli arti inferiori e superiori. Il dottor Schirripa, già primario dermatologo, ha presentato degli studi effettuati sulle Acque Sante, rimarcando gli effetti benefici sulle malattie dermatologiche. Franco Cuzzola, nella doppia veste di sindaco di Bruzzano Zeffirio e medico di Medicina Generale dello stesso centro aspromontano, ha invitato il CdA a coinvolgere tutti i comuni della Locride a offrire il loro contributo allo sviluppo dell’ente, che può rappresentare una grande risorsa medica, economica, sociale e culturale per tutta la Città Metropolitana di Reggio Calabria. A fronte di tante esigenze e attese, il management si è impegnato a non disattendere le speranze dei cittadini e dei pazienti, invertendo una tendenza che per troppo tempo non è stata esaltante.

Sabato scorso si è svolta nella suggestiva cornice di Palazzo de Mojà, a Siderno Superiore, la rappresentazione “Quando nescisti tu”, tratta dall’opera di Salvatore Filocamo. L’evento, organizzato e coordinato dalla figlia del compianto autore, Iolanda Filocamo, è stato occasione di effettuare in maniera originale un excursus sia sulla figura di Filocamo come uomo e poeta, che sulle tradizioni antiche legate al nostro meraviglioso comprensorio, un momento di svago e di riflessione che solo le grandi penne della Locride sono ancora oggi in grado di offrirci. Una serata ricca di contenuti etici che, grazie alla sapiente organizzazione di Maria Assunta Menniti, Claudio Figliomeni, Sandro de Luca, Gli Argagnari e Pino Rubino ha incantato e arricchito culturalmente i numerosi uditori presenti alla serata.



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Arte&co

LA RICETTA: RIGATONI CON PESTO DI PISTACCHI, MOZZARELLA E POMODORI SECCHI

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INGREDIENTI PER 4 PERSONE: 320 gr di rigatoni, 2 mozzarelle, 100 gr di pistacchi di Bronte, 15 gr di pinoli, 50 gr di rucola fresca, 8 pomodori secchi, olio extravergine d’oliva.

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PINO CORREALE

Il parrucchiere di Siderno richiestissimo dalle americane

Nonostante le soddisfazioni americane, nel cuore di Pino Correale c’è sempre Siderno. Cerca di continuo notizie su quel che succede nel suo paese e si rammarica quando legge qualcosa che non va.

Cosa prova un ragazzino di 13 anni quando si ritrova, davanti ai suoi occhi, l’immensità dell’Oceano Atlantico? Probabilmente stupore, meraviglia e adrenalina nei confronti di una nuova vita che lo sta attendendo. Quel giovane, che dalla prua della nave osservava il blu infinito dell’oceano, si chiama Pino Correale e nel 1960, insieme alla sua famiglia, salutò Siderno per avventurarsi verso una terra sconosciuta e lontana. A quell’età è doloroso lasciare il proprio paese, le proprie abitudini e gli amici. Pino trascorreva le sue giornate all’YMCA, giocando a calcio, sua grande passione, e percorrendo tutta la Calabria con i boy scout, senza trascurare mai lo studio, condotto dalle suore. Quando dopo nove giorni di viaggio salpò nel porto di Halifax (Nuova Scozia, Canada) rimase affascinato e divertito dalla quantità di neve presente e, insieme agli altri ragazzi, iniziarono a tirarsela addosso. In seguito, l’impatto con una grande città come Toronto, è stato grande, ma ben presto cominciò ad ambientarsi e a costruirsi la sua vita americana. A 16

anni lasciò la scuola, essendo il figlio maggiore, decise di contribuire economicamente al sostentamento della famiglia e intraprese il mestiere di parrucchiere. Tutto ciò lo portò a partecipare a stage, vincere concorsi, fino a quando all’età di 21 anni realizzò il suo sogno: aprire un negozio di parrucchiere per donne. Nel frattempo, nel 1967 ritornò a Siderno insieme a un amico. Viaggio significativo, perché in quell’occasione incontrò la donna della sua vita: Lina. All’epoca lui aveva 19 anni e lei 15, c’era la distanza tra di loro ma i due, convinti dei loro sentimenti, non si scoraggiarono e mantennero i contatti scrivendosi lunghe lettere. Lina attendeva ogni lunedì e venerdì che il postino De Leo le portasse le lettere di Pino; mentre quest’ultimo ritornava a casa, dal lavoro, con la speranza di trovare le missive della sua amata ad accoglierlo. Trascorsero così quattro anni senza vedersi, tranne in poche occasioni, ma solo sfiorandosi col pensiero, grazie all’intensità del loro amore. Nel 1971 fu celebrato il matrimonio, i festeggiamenti si svolsero presso l’Hotel President, aperto da poco: i coniugi Correale sono stati una delle prime coppie a far festa nel ristorante simbolo di Siderno. Dopo un mese, la giovane coppia partì alla volta dell’America, con la certezza che non sarebbero più stati lontani, e dalla loro unione sono nati due figli, Raffaele e Paolo. La loro storia è un insegnamento importante: una volta tutto era più difficile, non c’erano i mezzi di comunicazione di ora, ma i rapporti duravano perché alla base c’era un sentimento sincero. Un “ti amo” di allora era sentito dal profondo del cuore; oggi, il più delle volte, i sentimenti risultano superficiali per questo si sgretolano come castelli di sabbia, al primo soffio di vento. In questi anni Pino è diventato socio, insieme ai fratelli, del negozio, ha continuato a perfezionarsi con stage a Milano e a New York, tanto che è riuscito a crearsi un’ottima clientela: tutte apprezzano i suoi tagli alla moda e le sue acconciature. Si è dedicato anche a un’altra sua passione: lo sport. Nel 2004 ha partecipato alla maratona di Roma e quella nelle isole Hawaii, dedicando in quell’occasione la medaglia al cognato scomparso da poco. Nonostante le soddisfazioni americane, nel suo cuore c’è sempre Siderno. Cerca di continuo notizie su quel che succede nel suo paese e si rammarica quando legge qualcosa che non va. Il motto di Pino è: “Fare del bene, donarsi per gli altri; così facendo, l’anima conoscerà un’immensa gratificazione”. Per questo suo modo di vivere la vita, si è iscritto a diverse associazioni di volontariato, tra cui la “Calabrian Benevolent Association of Ontario”, che si occupa di assistere i malati di Alzheimer. Oggi è nonno di cinque nipoti, è legato alla sua Lina da 47 anni, si mantiene in forma camminando due ore al giorno, non riesce a lasciare il suo lavoro, dal momento che è difficile rinunciare a una passione. E poi… le sue clienti lo reclamano! Pino Correale è un altro esempio di come i calabresi all’estero riescono a farsi apprezzare per i valori, la bontà d’animo e il rispetto sia per le tradizioni che verso il prossimo. Siamo fieri dei nostri emigranti, dal momento che non solo sono riusciti a farsi accogliere in un Paese straniero per le loro tante qualità, ma nonostante le loro realizzazioni portano sempre nel cuore la Calabria, terra meravigliosa dalle mille sfaccettature. Rosalba Topini

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Direttore editoriale: ILARIO AMMENDOLIA COLLABORATORI: Jacopo Giuca, Lidia Zitara, Sara Leone, Giuseppe Romeo, Orlando Sculli, Sonia Cogliandro, Serena Iannopollo, Gaetano Marando, Rosalba Topini, Arturo Rocca, Franco Crinò, Giuseppe Gangemi. STAMPA: Se.Sta srl: 73100 Lecce

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ANGOLO FOOD

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Prendere un frullatore a immersione o un mortaio, versateci dentro i pistacchi, i pinoli e la rucola. Frullateli o pestateli, aggiungendoci a poco a poco l'olio extravergine d'oliva fino ad ottenere un pesto cremoso e omogeneo. Tagliate a listarelle sottili i pomodori secchi e riducete a dadini la mozzarella. Scolate la pasta e unite il pesto di pistacchi, i pomodori secchi e la mozzarella. Mescolate e servite.

IL COCKTAIL: COCKTAIL HUGO INGREDIENTI: 15 cl di prosecco, 2 cl di sciroppo di melissa, spruzzatina di soda, 2 foglie di menta, 1 spicchio di limone o lime. Raffreddate un calice/bicchiere, quindi mettete lo sciroppo di melissa e qualche cubetto di ghiaccio. Versate il vino, aggiungete la menta, allungate con acqua gassata e rimescolate delicatamente. Se non trovate lo sciroppo di melissa, sostituite con lo sciroppo di sambuco. Aggiungete un goccetto di succo di lime o limone.

IL DOLCE:

BROWNIES INGREDIENTI PER 6 PERSONE: 265 GR DI CIOCCOLATO FONDENTE, 135 GR DI BURRO, 1 PIZZICO DI SALE, 200 GR DI UOVA, 135 GR DI FARINA 00, 175 GR DI NOCCIOLE INTERE SPELLATE, 255 GR DI ZUCCHERO. Tritate il cioccolato e scioglietelo a bagnomaria. Quando sarà quasi fuso, aggiungete il burro a tocchetti e mescolate. Lasciatelo intiepidire mescolando di tanto in tanto. Tostate per 8 min le nocciole in forno a 180°, sfornatele e tritatele. Mettete le uova in una terrina e sbattetele con la frusta elettrica, unite lo zucchero e un pizzico di sale. Con le fruste, aggiungete a filo il composto di cioccolato e burro, la farina setacciata e le nocciole. Imburrate e foderate con carta da forno una teglia rettangolare di 35x27 cm e versatevi l’impasto. Cuocete in forno statico preriscaldato a 180° per 25 min. Realizzate i vostri cubotti praticando 5 tagli orizzontali e 5 verticali a uguale distanza per ottenere dei brownies dalle stesse dimensioni.


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O P O C S L’ORO

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Toro È arrivato il momento di guardare in faccia i problemi e provare ad affrontarli in coppia. La comunicazione col partner non sarà facile, ma martedì, mercoledì, sabato e domenica potreste riuscire a trovare la quadra grazie alla sua buona predisposizione.

Glorie antiche A Polsi abbiamo scoperto una delle più pittoresche incompiute calabresi: fortemente voluta dall’allora assessore Regionale Aurelio Misiti, questo ponte doveva collegare una nuova strada al centro di Polsi. L’abbiamo ribattezzato il “Ponte di Aurelio” a futura memoria. Interventi rapidi Questa settimana abbiamo sorpreso il musicista cauloniese Valerio Filippi intento a dimostrare attraverso un’originale battuta di pesca quale sia lo stato delle strade romane. E noi che ci lamentiamo di quelle della Locride!

Cambio di casacca? Durante il sanità Day svoltosi il 24 settembre a Locri, il padrone di casa Giovanni Calabrese accoglie l’onorevole Francesco Cannizzaro che, per l’occasione, è arrivato direttamente da Roma con questo splendido capo a righe di bertinottiana memoria.

Accomunati dallo scioglimento Geppo Femia, avvocato sciolto nella giunta Femia, Raffaele Gennaro, eletto ma non proclamato nella giunta Vestito, Sergio Salomone e Sisì Napoli, appena sciolti, si sono ritrovati sabato scorso a firmare la proposta per il cambio della legge sullo scioglimento avanzata dai Radicali.

Rievocazione politica Il presidente del Consiglio Regionale Nicola Irto posa durante la Festa dell’Unità svoltasi lo scorso fine settimana a Siderno con l’organizzatrice Barbara Panetta, cui vanno i nostri complimenti per aver permesso la rievocazione di momenti eccezionali ai vecchi compagni della Locride. Foto estoni Luigi Scaramuzzino ed Enzo Minervino non hanno resistito alla bellezza di questa ragazza Estone, ospite questa settimana a Gerace nell’ambito di uno scambio culturale e, superato l’imbarazzo le hanno chiesto questa foto ricordo per la quale è stata molto disponibile.

Assessoresse Le assessore di Locri Anna Baldessarro e Anna Sofia seguono con attenzione gli sviluppi del Sanità Day ma nonostante il loro impegno a rimanere defilate il nostro fotografo le ha pizzicate comunque!

Ariete Tenete duro: l’opposizione di Mercurio crea difficoltà nella comunicazione sia in famiglia sia sul lavoro. Cercate di non innervosirvi troppo. Giovedì e venerdì saranno giornate decisamente più tranquille, dedicatevi agli affetti nel fine settimana!

I 18 anni di Luana La famiglia di Luana Rauti celebra il suo traguardo dei 18 anni con un abbraccio figurato che le vuole ricordare quanto le vogliano bene e siano orgogliosi di lei!

Fratelli di Partito Il compagno Brancatisano, Aldo Canturi, Antonino Castorina, Marco Schirripa e Peppe Fortugno si prodigano in questo abbraccio di gruppo che ci ricorda quale sia l’unico comune denominatore di questo variegato gruppo: il tesseramento al PD.

Gemelli La settimana comincia alla grande: aspettatevi qualche bella notizia o qualche occasione da prendere al volo. Sul lavoro funzionate alla perfezione e i vostri meriti verranno riconosciuti. Tra sabato e domenica potrebbe nascere qualche incomprensione… Cancro Settimana decisamente fortunata dal punto di vista sentimentale. Non sarà altrettanto favorevole, invece, sotto il profilo lavorativo: Mercurio potrebbe creare qualche blocco. Puntate tutto sulle giornate di martedì e mercoledì. Fine settimana di passione. Leone Sarà una settimana piena di soddisfazioni sul lavoro: Mercurio favorevole vi regala conferme e successi. Non altrettanto favorite le questioni di cuore: Venere ostacola la vostra serenità di coppia… Cercate quindi di evitare il conflitto e di ascoltare. Vergine Lunedì piuttosto nervoso ma decisamente meglio tra martedì e mercoledì, quando potrebbe arrivare qualche bella notizia. Super-fortunate, invece, le giornate di sabato e domenica: l’amore vi darà grandi soddisfazioni, complice una Venere favorevole… Bilancia Mercurio nel segno aiuta a raggiungere traguardi importanti. Non perdete tempo e concentratevi sui vostri obiettivi: potresti ricevere ottime notizie già nella giornata di lunedì o in quelle di giovedì e venerdì, quando anche la luna agirà in vostro favore. Scorpione È il momento giusto per portare la vostra relazione al livello successivo. Venere in congiunzione rafforza i legami e Il fine settimana sarà particolarmente romantico e passionale, con la luna pronta a favorire il legame. Qualche nervosismo giovedì e venerdì. Sagittario La settimana comincia con un lunedì sfortunato. Non disperate, si tratta di rallentamenti e intoppi momentanei, e da martedì la situazione sarà più favorevole. Le giornate migliori, in cui potrebbe arrivare qualche bella notizia, sono giovedì e venerdì. Capricorno L’amore questa settimana sarà il vostro punto di forza: potrete contare sul partner nei momenti di difficoltà e lui sarà sempre pronto a sostenervi. Martedì e mercoledì saranno giornate pesanti: potrebbero verificarsi problemi e incomprensioni sul lavoro.

Acquario La tensione col partner sarà alle stelle, soprattutto nelle giornate di giovedì e venerdì, quando – a Venere sfavorevole – andrà ad aggiungersi la luna in opposizione. Per fortuna sul fronte lavorativo vi aspettano delle soddisfazioni: coglietele al volo! Pesci Venere favorevole in questo periodo vi regala tante soddisfazioni dal punto di vista affettivo, facendo crescere la vostra relazione. Le giornate migliori della settimana saranno quelle di martedì e mercoledì. Sabato e domenica, invece, potresti sentirvi giù.




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