Riviera n°46 del 13/11/2016

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CONTROCOPERTINA

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DOMENICA 13 NOVEMBRE

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SENZA UN REGOLAMENTO, LA GESTIONE DELVERDE È SOLO UN GIOCO A MAZZETTE E RUBAMAZZETTE

Il 21 novembre è la “Giornata nazionale degli Alberi” la cui mission è portare l’attenzione agli alberi in città. Spesso si conducono i bambini ad abbracciare gli alberi o a far visita ai brutti parchi cittadini, come se la scuola fosse davvero il luogo dove indottrinare alla civiltà i futuri adulti. La scuola è solo un deposito di umani piccoli che consente agli umani adulti di lavorare (e pagare bollette e zaini costosissimi). Che “andare nelle scuole” serva a qualcosa è una idea bislacca e un po’ piaciona, gradita ai politici. Di certo non ha senso quello che si fa di solito: raggruppare una tantum bambini di diverse classi in un camerone asfittico, dove chi è seduto in ultima fila non sente una parola, ammesso poi che da politici e indottrinatori di creature esca qualcosa differente da perdibile retorica. Che gli volete raccontare? La solita pappa sull’ossigeno e la fotosintesi clorofilliana, volete piantare qualche cipresso o altro albero di analoga bruttezza e inutilità regalato dalla Forestale? Ammonirli di non sporcare? Tutto questo dopo che un Comune, come quello di Siderno, ha acconsentito al taglio di querce di maestosa bellezza? E chi dovrebbe indottrinare i politici? Quis custodiet ipsos custodes? Chi controlla i custodi? Forse il 21 novembre si dovrebbe insegnare non tanto ai futuri adulti che bisogna piantate alberi, ma ricordare a quelli che adulti, autodeterminati e consapevoli lo sono già da un pezzo, che hanno delle responsabilità. Una di queste è – non dico lasciare un posto migliore ai propri figli – ma almeno non lasciarli in mezzo a un deserto. L’autorevolezza per i politici è ormai opzionale, ma certo che se un qualsiasi membro della Giunta comunale di Siderno facesse interventi a favore degli alberi, oggi suonerebbe francamente ridicolo.

Proporrei di evitare attività conferenziere e del tutto simboliche, che lasciano il tempo che trovano, e di aprire un tavolo di discussioni partecipate, per quella giornata e le settimane seguenti fino alla prossima primavera, per raccogliere le proposte di tutti i cittadini di ogni comune per la salvaguardia degli alberi esistenti e l’ampliamento di zone alberate. Creare zone alberate è molto meno complicato di quanto si creda, ed è solo l’ignoranza crassa, supina e pluristratificata, unita a inerzia colposa e dolosa, a mantenere questo status quo. Non avrà credibilità alcun assessoretto/a o sindachicchio/a se prima non sarà approvato nel suo comune il regolamento del verde pubblico e privato, senza il quale la gestione del verde è solo un gioco a mazzette e rubamazzette. Questo è un atto dovuto alla comunità, un obbligo, se non fosse chiaro, che non può essere rimandato. Seconda cosa: appoggiarsi a un gruppo di esperti, non a un singolo, per la scelta delle giuste alberature e il coraggio di eliminare quelle vecchie se malate o ridotte a monconi dalle scalve frequenti. Si scelgano alberi di modeste dimensioni, come gli agrumi, che qualsiasi giard… chiedo scusa, qualsiasi “impiegato comunale” sa potare. Gli agrumi sono piccoli, sempreverdi e fanno ombra, hanno un tronco sottile e non intralciano il passaggio. I nostri paeselli non sono Parigi, che può permettersi viali di platani, perciò cerchiamo di non farci venire manie di grandezza. L’illuminazione deve essere scelta di conseguenza, o si scelga l’albero in base a lampioni già presenti (chi ha voluto intendere intenda). Si rivedano, con il supporto continuativo di biologi specializzati in ambiente psammofilo, i lungomari e le linee costiere. Si abbia il coraggio di sostituire alberature fuori contesto con altre giovani e con certificato fitosanitario, sia pur con eradicazioni e ripiantumazioni. Si dedichino nelle zone più periferiche, che ognuno dei nostri paesi ha, delle aree con pochi alberi ma belli, scelti con cura. Si evitino come la peste le conifere e gli alberi donati dalla Forestale, che servono nei boschi e non certo nei paesi costieri, e che tra l’altro rendono amorfe e indifferentemente brutte le nostre città. In Italia non difettano i vivai in grado di soddisfare esigenze diversissime e per dirla tutta non credo che non esistano finanziamenti governativi o europei in grado di supportare attività urbanistiche di questo tipo. Se il 21 novembre sarà la classica giornata per fare la gitarella e mettere le foto su facebook mentre si abbraccia un tiglio, chiedo scusa, io mi do malata. Lidia Zitara

LA GIORNATA 21 NOVEMBRE

NAZIONALE

DELL’ALBERO SIGNOR SINDACO, SIGNORA ASSESSORA ALL’AMBIENTE, A NOVEMBRE NON RICORRONO SOLO I SANTI E I MORTI MA ANCHE GLI ALBERI Quando si deve affrontare un viaggio e si arriva in ritardo alla stazione e il treno è già passato si cerca un mezzo alternativo o si prende il prossimo treno. Se il viaggio è importante non si abbandona l’idea solo perché il treno è passato! Un paese che ha un progetto in materia ambientale e di verde pubblico non può e non deve rinunciare solo perché sono scaduti i termini del censimento previsto dal D. M. Politiche Agricole Alimentari e Forestali 23-10-2014 che all’art. 3 fissava il termine per censire gli alberi monumentali e la flora autoctona al 31-7-2015. Se l’esperienza vale a qualcosa, e riteniamo che nella vita di una comunità sia fondamentale, trasformiamo il tanto esecrato taglio delle querce di Via delle Querce in una opportunità. Fissiamo, allora, come in un’istantanea la situazione e adoperiamoci perché serva a tutelare ciò che resta invece che rimpiangere solo quello che è venuto meno. Facciamo si che il problema del verde pubblico e la tutela degli alberi e delle specie previste dalle norme statali e regionali salga ad uno dei primi posti della politica cittadina accanto alla necessaria ed urgente bonifica dei siti inquinati ed inquinanti. Parafrasando l’aforisma di Robert Anson Heinlein “Una generazione che ignora la storia non ha passato… né futuro” Un popolo senza memoria non avrà futuro! Ciò lo vogliamo evitare perché noi un futuro lo invochiamo fortemente per questo paese che ha avuto un passato ragguardevole. Gli alberi e le piante sono testimoni muti dell’umano divenire ed è un dovere sociale non solo tutelarli ma anche valorizzarli con apposite segnalazioni e cartelli esplicativi oltre che con interventi di decoro sulle aree. Soprattutto effettuare, anche ora, il censimento ed approfittare di quanto previsto dall’art. 5 della L.R. 7-12-2009, n. 47, che prevede l’aggiornamento biennale del

registro nell’ottica di evitare nuovi scempi e cogliere un’opportunità. Il cambio di passo potrebbe essere quello di pensare a una manifestazione in occasione della Giornata Nazionale degli Alberi che ricade il prossimo 21 novembre approfittando , oltre che di una mera celebrazione, per prendere impegni precisi in materia e cercare anche di mettere in atto i dettami della legge 29-1-1992, n. 113, che obbliga i comuni a mettere a dimora un albero per ogni neonato. Si potrebbe individuare un’area urbana o extraurbana dove farlo e dove in futuro si potranno portare i bambini e ragazzi, anche in occasione della ricorrenza del 21 novembre, a vedere gli alberi che sono stati piantati in occasione della loro nascita. Diventerebbe questo un legame tra l’uomo e le piante che concorrerebbe ad una coscienza civile ed ecologica più significativa in tema ambientale. Ogni scuola cittadina potrebbe assumersi l’onere di adottare l’area per un anno e programmare le attività in occasione della ricorrenza del 21 novembre. L’importante è che si capisca la necessità di scattare questa fotografia che ci consegnerebbe la memoria dei luoghi. Arturo Rocca – Presidente Osservatorio Ambientale Diritto per la Vita


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ATTUALITÀ

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LA RISPOSTA GIUDIZIARIA

L’intestazione fittizia dei beni L'istituto di cui all'art. 12 sexies del D.l. 306/92 ha introdotto una particolare ipotesi di confisca obbligatoria, che colpisce «e il denaro, i beni od altre utilità, di cui il condannato (per determinati reati tassativamente elencati) non possa giustificare la provenienza e di cui, anche per interposta persona fisica o giuridica, risulti essere titolare od avere la disponibilità a qualsiasi titolo in valore sproporzionato al proprio reddito, dichiarato ai fini delle imposte sul reddito od alla propria attività economica». La ratio di questo istituto è correlata all’esigenza di impedire l'infiltrazione massiccia nel circuito economico dei proventi di tipo mafioso, nonché di quelli derivanti da attività di enorme allarme sociale che, notoriamente, costituiscono una fonte di arricchimento illecito. La confisca di cui all'art. 12 sexies L. 356/92 vede come presupposto: 1. la condanna del soggetto per determinati delitti; 2. la titolarità o la disponibilità, anche per interposta persona fisica o giuridica, di denaro, beni od altre utilità; 3. la sproporzione del valore dei beni rispetto ai redditi dichiarati dal condannato in oggetto o alle attività economiche dal medesimo svolte; 4. la mancata giustificazione, da parte del condannato, della provenienza dei beni. I concetti giuridici "denaro, beni od altre utilità" sono da ricondursi a qualsivoglia elemento costitutivo del patrimonio suscettibile di valutazione economica, compresi, ad esempio, i diritti reali su cosa altrui, i diritti di garanzia, le quote societarie e le partecipazioni azionarie. Per quanto riguarda invece l’espressione "titolarità o disponibilità a qualsiasi titolo anche per interposta persona fisica o giuridica" lascia sottendere l'esigenza di colpire tutti i beni di cui il condannato abbia la titolarità giuridica o la mera disponibilità di fatto, ovunque si trovino ed a chiunque siano intestati. L'interposizione di una persona fisica o giuridica nella titolarità o disponibilità dei beni potrà essere, dunque, sia un'interposizione nel rapporto giuridico, in virtù della quale la persona interposta garantisca al soggetto il godimento della cosa e la libera; destinazione di essa, sia un'interposizione di fatto, in virtù della quale l'interposto, intestatario formale della cosa, garantisca al soggetto il pieno godimento e la libera destinazione di essa. In pratica: 1- L'interposizione nel rapporto giuridico si avrà quando il condannato abbia trasferito fittiziamente un proprio bene a una persona fisica o giuridica, mantenendo, però, la totale signoria sul medesimo; 2 - L'interposizione di fatto si avrà quando il condannato abbia acquisito la materiale disponibilità di un nuovo bene, rimasto, però, fittiziamente intestato ad altra persona fisica o giuridica. Nel caso particolare in cui il soggetto condannato abbia una partecipazione di maggioranza in una società, poi, non per ciò solo saranno suscettibili di confisca tutti i beni della società. Ciò potrà avvenire solo qualora si accerti che dietro la società ci sia solo il condannato e che gli altri azionisti o quotisti siano mere "teste di paglia". In caso diverso, la confisca potrà riguardare solo le quote o le azioni del condannato, così da salvaguardare i diritti degli azionisti o quotisti di minoranza. Non va equiparato al caso in cui i beni siano fittiziamente intestati al terzo, quello in cui i beni siano intestati fittiziamente al coniuge del soggetto condannato. I beni individuati, per essere confiscabili, devono, poi, risultare di valore sproporzionato rispetto al reddito dichiarato ai fini fiscali o rispetto all'attività economica espletata. A ciò va aggiunto che il termine "sproporzione" «viene testualmente riferita non al patrimonio come complesso unitario, ma alla somma dei singoli beni, con la conseguenza che i termini di raffronto dello squilibrio, oggetto di rigoroso accertamento nella stima dei valori in gioco, non vanno fissati nel reddito dichiarato o nelle attività al momento della misura rispetto a tutti i beni presenti, ma nel reddito e nelle attività nei momenti dei singoli acquisti, rispetto al valore dei beni volta a volta acquisiti...». Circa l'onere del condannato di giustificare la provenienza lecita dei beni, si può osservare che opera, nei confronti del prevenuto, una "presunzione di illecita accumulazione" che legittima la confisca dei beni: si tratta, però, di una presunzione "iuris tantum", che il soggetto può superare giustificando la provenienza lecita dei beni.

La Santelli disegna ombre con le dita Franco Crinò risponde all’articolo di copertina “Il pecoro nero” pubblicato la scorsa settimana

L’articolo della scorsa settimana di Riviera mi definisce “il pecoro nero” . Sono convinto che la definizione sia stata scelta per rendere “accattivante” il pezzo. A me, e non solo a me, ha procurato soddisfazione, visto che vengo ritenuto indisponibile al vivere in ginocchio o, peggio, prostrato, come fanno alcuni, al contrario, disponibile al confronto che si fa alla luce del sole e non nelle stanze chiuse, deciso a far valere le strette di mano che si danno, dopo aver condiviso le decisioni. Niente a che fare noi con il signor de Talleyrand che prestò tredici giuramenti, ma l'unico valido fu quello segreto, prestato a se stesso, di restare ad ogni costo in circolazione. Siamo impegnati per il riscatto della Locride e in Forza Italia non c'è bisogno di una Santelli faziosa, sempre a favore di pochi partigiani. Alla luce di questa lettura è vero, sono stato vittima di un colpo gobbo, ma non ero un'anima ambiziosa (come quelle delle pièce teatrali) ). Ho fatto tutto il cursus honorum nel partito (anche commissario provinciale nel Psi in anni importanti, tenendomi, come dovevo, super partes) e nelle Istituzioni (Consigliere regionale e Senatore con la Casa delle Libertà), perciò fare il referente di Forza Italia della Locride, territorio marginale e marginalizzato, per il quale devi dare la disponibilità per aiutarlo in qualunque ruolo, non mi poteva chiaramente procurare una particolare eccitazione. Qui, il futuro è sempre un’incognita, la politica, frequentemente, smorza il contorno netto delle cose, trascura i bisogni della gente, non usa, per la scelta dei dirigenti, il metro di valutazione fondato sui criteri di consenso/disapprovazione,

ATorino una targa ricorda Giuseppe Pisciuneri, ardorese vittima di terrorismo Giuseppe Pisciuneri, nato ad Ardore il 22 luglio 1950, al termine della scuola dell’obbligo inizia a prestare attività come muratore diventando in pochi anni un competente e stimato professionista del settore. All’età di diciotto anni, in coincidenza con lo svolgimento del servizio di leva obbligatoria, decide di fare domanda nell’Arma dei Carabinieri e viene destinato alla Caserma Cernaia di Torino prima e alla stazione di Moncalieri poi, dove presta servizio come Carabinieri Ausiliario continuando anche ad a eseguire lavori edilizi all’interno della caserma accanto alle mansioni del ruolo. Al termine dell’anno di leva, Giuseppe Decide di non presentare domanda di rafferma nell’Arma e nel 1971 viene assunto come metronotte nella società, da poco costituita, denominata Mondialpol, nella quale si distingue da subito per impegno, correttezza e serietà, guadagnandosi la stima dei suoi superiori e venendo promosso al grado di appuntato responsabile centro

scorta valori. Il 10 aprile 1980, alle 7:30 del mattino, Giuseppe Pisciuneri esce dalla sua abitazione per recarsi al lavoro come ogni giorno da nove anni quando, in via Ribet, due uomini lo assalgono alle spalle e gli sfilano la pistola di servizio. Nel corso della colluttazikone parte un colpo di pistola esplosa da uno dei due assassino con la sua stessa arma. Colpito al cuore dal proiettile l’agente muore all’età di 30 anni lasciando la moglie Rosario Binelli. Quello stesso pomeriggio l’omicidio viene rivendicato dall’organizzazione terroristica Ronde Proletarie. Giovedì scorso, in ricordo di questo nostro valoroso conterraneo, la sindaco di Torino, Chiara Appendino, coadiuvata dal Presidente del Consiglio Pisciuneri, ha dedicato a Giuseppe una targa commemorativa posta sulla facciata dello stabile di via Ribet 14 a Torino. La posa è stata richiesta fortemente dall’Associazione Italiana Vittime del Terrorismo, AIVITER

serietà/leggerezza, competenza/incompetenza. È una politica insieme cinica e spassosa che disegna ombre con le dita. Con “Insieme – il Centrodestra” non ho scommesso sulla "solita vecchiaia", su Francesco Macrì, anziché sul nuovo: ci siamo visti in decine di riunioni e di importanti incontri pubblici con persone dell'Ancien Regime del centrodestra (l'ex sindaco di Locri, Passafaro, Macrì, Angiò, Vozzo) e di autentico rinnovamento politico (Polimeno, Squillaci, Caruso, Greco, Saverino, Ieraci, tanti altri) e abbiamo deciso le attività politiche da sviluppare con impegno e con rigore, di non prevedere la “ricreazione”, di proporre i ruoli più adatti per ognuno. Dal "Programma",

concordato con tutti, alla fine si è smarcato soltanto Francesco Macrì (e lo abbiamo letto dai giornali): lui, per il suo carattere, senza fare ricreazione non ci sa stare. Non l'ha dovuto convincere nessuna maga Circe , è così di suo. Ora, comunque, noi stiamo di qua e lui di là, con la Santelli, Cannizzaro e Nicolò, gli stessi che in conferenza stampa ha definito "insopportabili". Al di là del titolo simpatico del giornalista una cosa è certa: quando rimani con la schiena diritta e fai quello che dici, hai conservato due pilastri formidabili per dare un contributo per costruire bene il futuro. Franco Crinò



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LACOPERTINA

Mercoledì scorso è andata in onda in prima serata su Canale 5 "Solo", la miniserie sulla 'ndrangheta girata a GioiaTauro che,ancora una volta, ha dimostrato che la‘ndrangheta è sì nelle teste leonine delle ville, ma ancora di più in un preconcetto che non ha risparmiato gli sceneggiatori di questa fiction.

“Solo”una fiction offensiva ...e noi dovremmo protestare La pellicola, girando, doveva macinarci la carne; il proiettore doveva sparare sul pubblico, sangue e perdizione. Ogni protagonista doveva avere la parola stretta e morta. Con quest’intenzione, ieri, ci hanno fatto rivedere i soliti paesaggi nel fango, le solite lamiere forate; i soliti bambini malconci: con un’evidente anima perduta. Dovevano farci vedere la solita cricca della delinquenza tirare sulla nostra vigliaccheria. E ci hanno fatto leggere l’omertà compatta, e le bocche di fuoco nella cintola, sotto giacca, sempre bene in vista. E ci hanno fatti immaginare senza alcun lume di speranza persi in un incubo scuro. Ma solo avessero capito la nostra forza, non si sarebbero avvicinati così maldestramente alla nostra dignità: affondata nella melma, da una visione incapace del reale. Non serve nasconderlo, io ho un groppo furibondo contro i miei conterranei: che non li hanno avvisati, di quanto diversa sia oggi la nostra vita; di come i cosiddetti malandrini siano da tempo isolati, denunciati; soppressi dalla nostra nuova e resistente mentalità. No, i miei conterranei si sono premuniti di selfie per la loro vanità. E hanno saltato nella gioia sperando che un film potesse portare un attimo di svago, di pettegolezzo. E i soliti pirla, nullafacenti, hanno anche imboccato con notizie superate dalla Storia, educato all’impostazione fisica gli attori. Così, tanto per darsi un valore e fare qualcosa. La ‘ndrangheta è anche sì nelle teste leonine delle ville, ma ancora di più in un preconcetto che non ha risparmiato gli sceneggiatori di questa fiction. La sopraffazione del nostro Onore, che

“Ho un groppo furibondo contro i miei conterranei: che non li hanno avvisati, di quanto diversa sia oggi la nostra vita; di come i cosiddetti malandrini siano da tempo isolati, denunciati; soppressi dalla nostra nuova e resistente mentalità”.

avvenga con il piombo o con i pregiudizi, è il male che subiamo. Anche da questi invasori che credono di costruire il nostro presente: la complicità la reticenza nei confronti dei delinquenti è imposta alla mia gente da una fantasia distorta, incompetente. Per loro, dobbiamo necessariamente essere muratori di scheletri nel cemento, manutengoli di questi quattro scassapagghjiari che ancora resistono. La Calabria, e così la piana di Gioia Tauro, si è stancata di vedere gli occhi secchi della morte, ormai da anni; si è stancata di vedersi superare dall’arroganza e dalla violenza del crimine. Si è affiancata alle istituzioni, non corrotte, in un piano di rinascita sociale e civile in atto da almeno dieci anni. Sarà per questo che abbiamo assistito alla transumanza delle bestie verso il nord: verso quel terreno molle, necessario per affermare una prepotenza. Dove possono ancora incutere timore. Noi non ci stiamo più nell’arena, non ci stiamo più a farci massacrare né dai maligni né dai finti angeli. Queste fiction di genere non hanno alcun significato, se non nella vanità degli ‘ndranghetisti, che pur si troveranno belli e ben rappresentati. Questa illusione filmica è roba di scarto, inutile per le coscienze sane. Lo ribadiamo, non intendiamo più farci devastare dalla disinformazione: come non ci stiamo più facendo abbattere da delinquenti comuni, che tentano di spacciare una loro impossibile appartenenza all’Onore. Noi siamo leali soltanto con l’Onestà “Solo” poi, è di una superficialità fastidiosa: sbagliati i dialetti, imbarazzanti gli attori. Esasperate le fotografie, le coreografie, le animalerie, le iconografie, le teorie. Mi auguro non ci siano dietro i soldi della Calabria Film Commission, sarebbe la beffa oltre il danno. Non c’è un solo motivo valido per guardare la prossima puntata. Faremmo un favore alla megalomania degli sceneggiatori e degli ‘ndranghestiti. Sopprimiamoli entrambi, con il telecomando, cambiando canale. Michele Caccamo


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ILARIO AMMENDOLIA on sarei stato entusiasta della Clinton ma ha vinto Trump che, secondo me, introduce seri dubbi sulla tenuta democratica degli Usa. Gli americani hanno scelto un “capo” che non fa discorsi articolati, non ha esposto progetti, e non guarda al mondo nella sua complessità. Gli è bastato esser straricco, razzista, sufficientemente antifemminista, uomo d’ordine (per gli altri), militarista, decisamente egoista. Con questi ingredienti ha risvegliato gli istinti dell’America profonda che vuole esentarsi dal faticoso impegno politico collettivo e si affida ciecamente nelle mani di un “Giustiziere” che parla contro “tutti” senza mettere in discussione il “sistema”. Probabilmente, alla fine della giostra, i ricchi saranno ancora più ricchi e i poveri ancora più poveri. Non siamo al fascismo e non ci saranno le “camicie brune”, né i manganelli. Non ce ne sarà alcun bisogno, basterà la ricchezza concentrata in poche mani di selezionati oligarchi, la “rete”, e una alienazione collettiva nel mito del “capo” per far retrocedere un popolo libero verso la servitù della gleba del secondo millennio. Vorrei sbagliarmi ma vedo all’orizzonte il triste autunno degli uomini liberi e la primavera dei “capi”. E quello che è successo in America potrebbe succedere ovunque. Sta già succedendo in Francia, in Austria, e, forse, già se ne intravedono i prodromi in Italia. Qualche giorno fa mi è sembrato di scorgere questa logica a Roccella, dove il dottor Gratteri e il professor Nicaso hanno presentato il loro ultimo lavoro “Padrini e Padroni”. La presentazione di un libro è un’occasione di incontro, di dibattito, di confronto. Al Convento dei Minimi si notava qualcosa di particolare iniziando da una debordante presenza di mezzi e uomini delle forze dell’ordine, di scorte, di autorevoli rappresentanti dello Stato. Tutto finalizzato a dimostrare la solennità dell’evento .

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“Padrini e padroni” è rimasto ai margini, quasi sullo sfondo, mentre il “Potere”, quello vero, ha dato sfoggio della propria forza e della propria “geometrica potenza”. Ne ha fatto le spese il parroco di Platì, assente, eppur verbalmente massacrato per aver dubitato della bontà e dell’efficacia del “Verbo” antimafia. Ormai isolato perché eretico in un paese in cui, dopo il consiglio comunale, si è sciolto il consiglio pastorale. Ovviamente la prossima mossa sarà sciogliere il talamo nuziale! Poi è toccato ad un ex vescovo di Locri, e quindi ad alcuni studiosi che sostengono la legalizzazione delle droghe leggere sui quali “non si sputa per non lavarli”. È stato un rito del pensiero unico. Il “dubbio” è stato messo “fuorilegge”! Era una loro iniziativa e ne avevano tutto il diritto. E infatti, il dottor Gratteri, rispondendo a una precisa domanda della giornalista Paola Bottero, ha affermato “io non conosco il grigio, per me tutto quello che non è bianco è nero”. Le parole ci ricordano la Santa Inquisizione, eppure non c’è neanche un briciolo della grandezza del “Grande Inquisitore” di Dostoevskij. Manca lo scontro tra bene e male che si fanno guerra nel cuore di ogni uomo. Nella manifestazione di Roccella tutto è scontato. Qualcuno si arroga il diritto di catalogare i “giusti” e collocarli nella casella bianca mentre i “cattivi” vengono scaricati nella casella nera accanto ai demoni. Non c’è spazio per riflettere, non c’è voglia per una pur minima riflessione autocritica. Per esempio non ci si domanda in quali caselle si dovrebbero collocare le tante persone incarcerate da innocenti e come tali riconosciuti dai tribunali in tutti i gradi di giudizio. Nè in quale posto dovrebbero esser collocati i magistrati responsabili di gravi o calcolati errori, di macroscopica e colpevole superficialità. La lotta alla ‘ndrangheta, da problema terribilmente serio anzi drammatico, si è trasformato negli anni in una fabbrica di “miti” rispetto ai quali noi possiamo solo conformarci. Ne hanno beneficiato in tanti, per questo la ‘ndrangheta è molto più forte di prima.

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Dal conformismo di massa e dall’alienazione diffusa nascono i Trump, i Le Pen o “Alba dorata”. Il potere del capo è costituito dalla somma di sovranità di cui si priva ogni singolo cittadino. Scaccia il confronto e celebra la marcia trionfale degli “eroi”, degli “uomini tutti di un pezzo”, di “capitani coraggiosi” che, come il mitico ispettore Rock, non sbagliano mai. In questo dibattito falsato, nessuno ha più interesse di mettere in discussione le ingiustizie sociali e le abissali disuguaglianze tra cittadini. Tutto è finalizzato a creare “miti”! Due anni fa “qualcuno” aveva individuato il dottor Gratteri come ministro della Repubblica. E questo stesso Parlamento, ridicolizzato nell’iniziativa di Roccella, avrebbe votato la fiducia senza batter ciglio! Io non ho alcun diritto di giudicare la bontà della scelta di un ministro, né ho titoli per valutare alcuno ma, mi sembra persino ovvio ribadirlo, non si nomina ministro della Repubblica una persona non congeniale al sistema vigente. Ed il Procuratore di Catanzaro a questo sistema è più che congeniale. E appunto in quanto tale Egli è il calabrese più presente sui giornali nazionali e negli studi televisivi. Infatti, la Calabria ad una sola dimensione quella “criminale” - fa comodo a molti, sicuramente alle classi dirigenti regionali e nazionali. Di riflesso, tutto il convegno è stato un inno alla “legalità” che è certamente un valore quando si coniuga ad altri valori costituzionali come la “pari dignità”, la libertà, una reale uguaglianza. Quando è solo un vessillo da sventolare occorre avere consapevolezza che per cento che battono le mani centomila si sentono estranei, si chiamano fuori. Trump è espressione di una democrazia agonizzante. In Calabria, il “trumpismo” si muove lungo altre strade ma porta allo stesso traguardo: la fine della democrazia! Personalmente intravedo la sconfitta e sogno che, in qualche angolo remoto, ci possa essere un’“ultima Legione” di “partigiani della Costituzione” disponibili a difendere la libertà, la sovranità popolare, la democrazia sostanziale, gli “ultimi” a cui nessuno volge lo sguardo. Ma… probabilmente il mio è solo un sogno!

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ATTUALITÀ

www.larivieraonline.com MARIA GIOVANNA COGLIANDRO randelli di carezze perdute nel letto, spettri di baci, larve di profumi e abitudini, il cadavere di un amore impantanato nel desiderio di possesso, scivolato il 18 agosto 2014 nell'orrore. Erano tutti lì, mercoledì scorso a fluttuare sanguinanti in quell'aula di tribunale, insieme alla parola "ergastolo" penzolante dalla scritta "la legge è uguale per tutti" (l'amore un po' meno), una parola che si sforza di dare giustizia alla morte di una donna, di una madre. Dicono che non può definirsi amore quello che si chiude con una pistola in bocca. Ma da Mary Cirillo e Giuseppe Pilato sono nati quattro figli. Non voglio e non vorrei mai che quelle quattro creature pensassero anche solo un istante di non essere frutto di amore. Fanno già tanta fatica ad andare avanti senza una madre e con un padre condannato all'ergastolo per aver impedito a quella madre e a se stesso di tirarli su. Perciò mi piacerebbe credere che quello tra Mary e Giuseppe, almeno inizialmente, fosse amore, poi diventato amore malato, totalizzante. E il passo dall'amore totalizzante al desiderio di possesso incondizionato che stritola le meningi è breve. L'amore totalizzante è ossessionato dalla gelosia, dalla paura di perdere l'altro. La paura piano piano può trasformarsi in violenza, a volte sminuita se non addirittura giustificata, dalla stessa vittima. Bisogna stare molto attenti a quel dito che indica la sottile incrinatura che da un momento all'altro può ridurre in frantumi lo specchio. La violenza, come un iceberg, sporge un pezzetto e te lo mostra, il resto - la parte più grossa - sta al di là del limite.

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che faccia da specchio a quella intrapresa nei decenni scorsi dalle femministe. A scendere in piazza devono essere gli uomini, devono essere loro a dire "Io sono diverso, io non sono un potenziale omicida". Perchè non lo fanno? Per una questione di menefreghismo stagnante che permette all'assurdo di permearci e ridestarci solo per qualche istante quando sentiamo echeggiare l'ennesimo pam. Non basta chiedersi cosa succeda a un uomo che, a volte in maniera premeditata, altre in un lampo di orrore invadente, si trasforma in un assassino. Bisogna anche chiedersi cosa succeda alle “persone normali” che gli stanno attorno: quelle che non sbagliano, quelle che sanno sempre cosa sia giusto o sbagliato, quelle che non si alzano la notte quando si accendono le luci nelle case degli altri e a un tratto si sente urlare. Quelle che non si interessano di cosa accade a chi vive nel loro stesso pianerottolo, che si limitano a dire “buongiorno, come sta?” e neanche ascoltano la risposta, quelle che dicono “l’ho visto ieri, stava benissimo”. Bisogna chiedersi cosa succeda a una società che ha permesso a un uomo di sprofondare nell’abisso e una donna di non avvertire alcun campanellino d'allarme. Stiamo sbagliando qualcosa, è evidente. Che senso ha esultare perchè finalmente le donne potranno dare ai figli il loro cognome, ben in vista in una scheda anagrafica? Cosa ce ne facciamo di quel cognome se, ancora oggi, quando mamma non lavora è normale, mentre se a rimanere a casa è papà è una vergogna? Cosa ce ne facciamo di quel cognome se abbiamo il coraggio di ammirare un presidente, il presidente più importante del mondo, che nella sua campagna elettorale ha catalizzato la rabbia più profonda contro il femmini-

L'amore non è uguale per tutti Ma fu così che affondò il Titanic. Mary come tante altre donne, probabilmente si era convinta che fosse possibile tenere sotto controllo quegli atomi impazziti di violenza. Purtroppo la violenza non si controlla: un improvviso slittamento di fianco mostra la realtà fino a un attimo prima immersa in un equivoco. Amore totalizzante, dicevamo. Non è solo quello ovviamente a sterminare ogni anno decine di donne. Dietro l'amore totalizzante continua a nascondersi una cultura dura a morire, quel nazismo maschile, incapace di confrontarsi con la libertà delle donne, che imperterrito dichiara il suo aut aut: "o mia o di nessun altro". E nulla può contro quell'aut aut il motto sbandierato nei decenni passati dalle donne "Io sono mia", un grido che ha ribaltato spavaldamente una tradizione millenaria. Un grido che oggi resta un pigolio che non fa presa più su nessuno. Svuotato completamente a furia di portarlo sulla scena così tante volte, per poi essere spedito con un calcio in culo dietro le quinte. Un grido rivoluzionario ridotto a un pigolio ridicolo. Perchè è così che si finisce quando in una società non vigono più principi assoluti. Una società liquida ma non per moda, per rinuncia. Un uomo può uccidere una donna posseduto dalla convinzione "se mi lasci non vali", senza di me non sei nulla, perchè non esistono esitazioni ideologiche. Non c'è nessuno pronto a mettere un bastone tra le ruote alla violenza. Non basta la psicologia a

rimettere ordine al caos mentale, così come non basteranno le maglie strette di una sentenza: la politica e la cultura devono intervenire per fermare la barbarie. Finchè la cultura e la politica si limiteranno a mettere pezze improvvisate per tamponare il sangue dell'ennesima vittima di un amore malato, gli uomini continueranno a soffocare, sgozzare, gettare giù dalle scale, infilzare con forchettoni da cucina, bastonare fino alla morte, uccidere con un colpo di pistola le donne. Dobbiamo prendere atto che esistono ancora uomini a cui non è mai stato spiegato che le donne non sono di loro proprietà. Il numero di femminicidi - 128 nel 2015 solo in Italia - è ormai così alto da rendersi necessaria una riflessione "di genere"

smo? Cosa se ne faranno un giorno i figli di una donna uccisa di quel cognome? Il 18 agosto 2014 Mary Cirillo ha lasciato quattro figli e una società più debole. La condanna all'ergastolo di Giuseppe Pilato ci mette di fronte a una parziale via d'uscita dal male, una via d'uscita che però non può essere anche d'entrata.

Ergastolo e isolamento diurno per tre mesi più maxi risarcimento per i figli e i familiari di Mary Cirillo. Questa la sentenza emessa a carico di Giuseppe Pilato dalla Corte d'Assise di Locri lo scorso mercoledì. Non basteranno le maglie strette di una sentenza a fermare la barbarie: la politica e la cultura devono intervenire perchè una condanna all'ergastolo ci mette di fronte a una parziale via d'uscita dal male, una via d'uscita che però non può essere anche d'entrata.



ATTUALITÀ

Sanità

Il Sanità Day non sembrava aver sortito effetti, ma persino un primo cittadino con l’atavica tendenza a ritenere il bicchiere mezzo vuoto come quello di Locri, dopo l’incontro con la Ministro Lorenzin, è più propenso a sognare per la Locride un settore sanitario differente.

Giovanni Calabrese:“Possiamo guardare al futuro con fiducia” Ministro Lorenzin risponde positivamente: istituito presso la Prefettura il “tavolo locride sanità. Risultato importantissimo. Ora è necessario guardare avanti senza dimenticare chi ha ridotto così l’Ospedale della Locride e quanto accaduto nel recente passato. Il Ministro alla Salute, Beatrice Lorenzin ha raccolto l’appello dei Sindaci della Locride e lunedì pomeriggio ha incontrato la delegazione di Sindaci composta oltre che dal sottoscritto, dal Sindaco di Siderno Pietro Fuda e dal Presidente dell’Assemblea dei Sindaci della Locride, Giorgio Imperitura. L’incontro, richiesto all’indomani della manifestazione dello scorso quindici ottobre, è servito per evidenziare alla più alta carica della sanità la grave situazione che si è venuta a creare per l’Ospedale della Locride, la promessa e mai realizzata apertura della Casa della Salute di Siderno e tutte le criticità che attanagliano il territorio per l’assenza di ulteriori presidi sanitari qualificati che facciano da filtro per l’Ospedale. Molto apprezzato il comportamento del Ministro Lorenzin la quale, dopo aver ascoltato con attenzione il disagio e la preoccupazione manifestata dai sindaci in modo chiaro e netto, ha ben compreso la gravità della situazione affermando che “non è corretto che i cittadini della locride siano gli ultimi degli ultimi” e che la problematica deve essere affrontata e risolta in modo serio e concreto e, soprattutto, con dei tempi certi. Qualche perplessità va evidenziata sul comportamento sempre più astruso del Commissario Scura invitato dal Ministro Lorenzin a rendicontare quanto fatto dallo stesso per l’Ospedale della Locride. Il Commissario, messo con le spalle al muro ed in evidente difficoltà, ha ammesso in modo chiaro e netto “che la drammatica situazione descritta dai sindaci corrispondeva a verità” e cercando, nel contempo, di arrampicarsi sugli specchi, ha prima elencato una serie di interventi “futuribili” e poi scaricato tutte le responsabilità sul Presidente Oliverio, reo di non aver nominato un Direttore generale dell’Asp e quindi di essere l’unico perseguibile per il disastro sanitario della locride. Giustificazione che però non ha convinto nessuno e, soprattutto, il titolare del dicastero alla salute che, con grande abilità, si è schierata dalla parte dei cittadini inchiodando ognuno alle proprie responsabilità. Il Ministro, con grande pragmatismo, ha infatti invitato il Signor Prefetto ad istituire un “tavolo” presieduto dallo stesso Prefetto con la partecipazione delle parti interessate e cioè Regione, Commissario, Asp e rappresentanza dei Sindaci con l’obiettivo di verificare le criticità ed effettuare un crono programma degli interventi per dare risposte chiare ai sindaci, ai cittadini ed ai dipendenti della sanità. Dell’istituzione del “tavolo sanità locride” il Ministro ha informato telefonicamente in diretta il Presidente Oliverio che ha dato immediata disponibilità. Personalmente, ma ritengo di interpretare l’idea dei colleghi sindaci del territorio, penso sia stato raggiunto un ottimo risultato. Si è stabilito un punto fermo: il Signor Prefetto è stato individuato dal Ministro quale interlocutore istituzionale chiamato a sovrintendere alla soluzione delle problematiche. Soluzioni che dovranno essere condivise da Commissario, Asp e Regione con i sin-

Il

daci della locride attraverso il “tavolo locride sanità”. Dichiarando soddisfazione per l’importante risultato ottenuto grazie alla sensibilità del Ministro e del signor Prefetto è necessario guardare avanti con quella fiducia che avevamo smarrito a causa delle tante problematiche denunciate in questi anni e mai affrontate con atti concreti da nessuno malgrado il forte sostegno del popolo della locride più volte manifestatoci. Non vi è dubbio che il Presidente Oliverio ed il Commissario Scura abbiano ereditato una situazione disastrosa voluta e creata da un demenziale accordo bipartisan dei precedenti governi regionali di centro sinistra e centro destra. Però, pur guardando avanti con fiducia come detto prima, non si può non ignorare quanto accaduto in particolar modo negli ultimi anni e rimanere perplessi per alcuni incomprensibili comportamenti degli attori istituzionali chiamati a risolvere la problematica. È evidente che il Commissario Scura, attore principale, non ha ben compreso la rabbia e l’indignazione dei Sindaci e dei cittadini della Locride impegnati a portare avanti un’importante battaglia di civiltà in difesa della collettività senza fare sconti a nessuna forza politica. Sindaci indignati davanti a pazienti e medici abbandonati, davanti a pazienti neurolesi trascurati, pazienti talassemici ignorati, solo per fare alcuni esempi. O ancora pazienti entrati vivi per banali patologie ed usciti a bordo di un carro funebre. Il Commissario Scura, nella sua analisi, quale causa di tutti i mali individua e denuncia un problema, definito dallo stesso di tipo “culturale”, cioè l’elevata presenza di personale in 104 e con astensioni autorizzate dal lavoro, però dimostra evidente incapacità nell’affrontare e risolvere tale problema con la conseguenza di non essere in grado di individuare adeguate soluzioni in particolar modo per l’Ospedale della Locride. In tutto ciò non si può, sempre guardando avanti, non ricordare che Il Commissario, da oltre un anno, continua a promettere attenzione e soluzioni, ma nel contempo assume

atti ed atteggiamenti che vanno in direzione opposta. Tali comportamenti portano quasi a pensare che il Commissario Scura abbia una sorta di doppia personalità. Infatti, mentre da un lato indossa i panni del dottor Jekyll e si presenta come esperto perbenista e salvatore della patria inviato in Calabria per risollevare le sorti della sanità calabrese e dell’Ospedale della Locride, dall’altra indossando i panni del signor Hyde, con arroganza ed incompetenza, sottoscrive decreti che vanno esattamente in direzione opposta. Mentre da una parte, il Commissario Scura, critica le scelte politiche e va allo scontro con il partito di maggioranza relativa regionale, che a sua volta continua ad evidenziare l’incapacità del commissario e a gran voce ne chiede la rimozione, contemporaneamente proprio dagli atti, sottoscritti “con orgoglio” dal Commissario, traspaiono accordi e compromessi con la politica calabrese e con gli alti referenti della stessa. Ciò si evince anche dal DCA 64, di cui tanto si vanta il Commissario Scura - “l’ho firmato io e ne vado fiero”-, che penalizza in particolar modo l’Ospedale della Locride grazie anche alla presenza della manina di qualche furbetto suggeritore che continua a tutelare l’interesse personale e di qualche compare a scapito dell’intera collettività. Purtroppo, le integrazioni al DC 64 volute dal Commissario Scura lo scorso luglio avranno oggi l’effetto della chiusura di ulteriori strutture sanitarie dell’Ospedale della Locride. Infatti, il Commissario ad acta, arrivato in Calabria dal piccolo comune abruzzese di Alfedena, di cui è anche sindaco, ha firmato il Decreto n. 64 avente ad oggetto la “riorganizzazione delle reti assistenziali”, andando a modificare il decreto n.30 del precedente 30 marzo firmato sempre dall’esperto Commissario ad acta. Con tale articolato decreto le conseguenze, per l’unico presidio ospedaliero della Locride, sono nefaste. Scompaiono di fatto i posti letto in Day hospital ed in Day surgery che avrebbero consentito la “sopravvivenza”

di importanti e qualificate strutture quali Oculistica, Otorino, Angiologia, Gastroenterologia e Nefrologia fino ad oggi importante riferimento sanitario per la vasta utenza del territorio della Locride. Tale decisione, unita alla riduzione di unità di personale, è irrazionale, illogica, soprattutto, punitiva nei confronti del presidio ospedaliero di qualche professionista “non allineato” e dell’intera collettività. Inoltre, lo stesso decreto sembrerebbe affossare la possibilità che l’elisoccorso possa essere utilizzato nelle ore notturne in quanto prevede solo per gli “ospedali Hub la presenza di eli superfici h 24 e di h 12 diurne per gli ospedali Spoke”. Unica eccezione prevista per la Casa della Salute di Praia a mare (terra baciata dalla fortuna per essere vicina al Comune di Diamante che ha dato i natali al Principe Magorno) alla quale viene concessa la “deroga con eli superficie attiva h 24”. Pertanto, della pista notturna rimarrà solo il ricordo di un’inaugurazione fatta in pompa magna, circa tre anni addietro, con la sola finalità di prendere in giro cittadini ed istituzioni locali. Altro dato importante contenuto nell’incriminato decreto del quale va fiero il Commissario Scura la definizione di Ospedale Spoke nel quale per numero di utenti e distanza dall’ospedale Hub più vicini rientra l’ospedale di Locri. Appare evidente la forzatura che tiene conto della configurazione orografica della regione Calabria di cui però non si tiene invece conto per istituire la più necessaria ed importante assistenza di elisoccorso h 24 e, soprattutto, non si evince da quali studi scientifici sia emersa nella Locride “l’incidenza di patologie dell’apparato respiratorio”, considerato che invece tutti conoscono le reali motivazione politiche “dell’invenzione” di tale reparto a scapito di altri. Infatti, tutto il personale delle “strutture soppresse” è stato assegnato alla Pneumologia. Così è stato anche per la soppressa “Medicina d’Urgenza” il cui personale è finito in Pneumologia e non al Pronto soccorso, per come logica avrebbe voluto. Stessa sorte è toccata al personale del reparto di

Geriatria di Locri, reparto che è stato “soppresso” non tenendo conto del disagio e della situazione orografica della Locride, mentre invece è stata concessa deroga all’Ospedale spoke di Crotone dove invece la Geriatria e tutt’ora esistente. Quanto suddetto è la drammatica conferma della doppia personalità del Commissario Scura la cui azione manageriale ha prodotto guasti superiori a quelli prodotti dalla precedente gestione politica. Oggi però non può non essere il Commissario Scura l’imputato principale della drammatica condizione della nostra struttura sanitaria non avendo lo stesso prodotto atti tali invertire la rotta per come richiesto dalla collettività, e non essere stato in grado di potenziare l’Ospedale con adeguati investimenti in personale qualificato ed attrezzature. Anche se è avvilente ed estenuante dover lottare con chi continua a non voler comprendere il disagio patito da un’intera comunità, si dovrà continuare con maggiore tenacia e convinzione la giusta e sacrosanta battaglia a difesa del territorio. Purtroppo l’unica certezza che oggi è davanti agli occhi di tutti è che il Commissario Scura continua a manifestare buoni propositi di giorno, mentre di notte agisce per demolire l’Ospedale della Locride con grave pregiudizio per la popolazione della locride che ha visto la sanità, prima, preda dei “politici/tecnici” ed oggi invece affossata definitivamente da “tecnici/politici”. Questo è quanto accaduto in un passato non molto lontano. Oggi vogliamo riporre la nostra fiducia nel Ministro Lorenzin e nel Prefetto di Reggio Calabria, Michele di Bari. Vogliamo credere che il tavolo prefettizio “ sanità Locride” presieduto dal Prefetto possa essere lo strumento concreto per stimolare Commissario, Asp e Regione a creare sintonia e sinergia finalizzate ad indicare le soluzioni per l’Ospedale della Locride. Vogliamo immaginare che entro breve verrà data stabilità e continuità alle cure necessarie per i pazienti talassemici. Vogliamo immaginare che entro breve verrà rivisto il DCA 64 e verranno ripristinati i posti in day hospital e day sargery necessari per evitare la soppressione di importanti strutture quali Nefrologia, Angiologia, Oculistica, Otorino e Gastroenterologia. Vogliamo immaginare che venga fatta chiarezza sul ruolo e sui requisiti del Direttore dipartimentale. Vogliamo immaginare che venga data pari dignità a tutte le strutture. Vogliamo immaginare che verranno sbloccate tutte le procedure per l’assunzione dei primari e del personale necessario dai medici agli OSS. Vogliamo immaginare che venga acquistata una risonanza magnetica non superata ma tecnologicamente adeguata. Vogliamo immaginare che presto si arrivi a realizzare la già promessa “Casa della Salute”; vogliamo immaginare che si creino dei poli sanitari sul territorio in grado di dare prestazioni sanitarie adeguante evitando così di ingolfare la struttura ospedaliera; Mentre immaginiamo ed auspichiamo tutto quanto sopra detto parteciperemo con convinzione al “tavolo sanità locride” con l’esclusivo obiettivo di dare il nostro contributo per la giusta difesa dei diritti dei cittadini della locride. W la Locride che non si arrende!!! Giovanni Calabrese


REDAZIONALE

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DOMENICA 13 NOVEMBRE 11

L’evento Lo scorso 5 novembre, approfittando di una giornata quasi estiva, si è svolta la 4ª edizione di Mondolio, la manifestazione che l’Oleificio Capogrecoorganizza per far conoscere ai nostri bambini i segreti dell’alimento più sfruttato della dieta Mediterranea: l’olio d’oliva.

nche quest’anno l’Oleificio di Giuseppe Capogreco ha aperto le proprie porte agli studenti. Grazie alla collaborazione con Coldiretti, l’eccellenza imprenditoriale di Moschetta, sabato 5 novembre, ha accolto per la quarta volta i bambini dell’istituto Maria SS. Assunta di Locri e i ragazzi dell’associazione “Don Milani” di Marina di Gioiosa, per dedicare loro una giornata durante la quale illustrare tutti i passaggi necessari alla produzione di uno degli alimenti più utilizzati dalla dieta mediterranea: l’olio d’oliva. Il successo delle prime tre edizioni di Mondolio ha convinto Capogreco e la sua famiglia a riproporre la stessa formula degli anni precedenti: accogliere i bambini in azienda per illustrare insieme al Vescovo Oliva e a Don Giuseppe Albanese le basi di una buona dieta mediterranea prima di passare alla dimostrazione pratica di come l’olio venga prodotto. La raccolta diretta delle olive dagli alberi, indubbiamente la fase più stimolante per i giovanissimi studenti, si è trasformato nel divertente mezzo utile a informare e sensibilizzare i bambini sull’importanza del rapporto con la natura, elemento indispensabile per una corretta alimentazione e per non far abbandonare questa terra alle future generazioni, secondo Capogreco. «Questo genere di iniziative assume grande importanza nella misura in cui fa conoscere alle future generazioni il mondo agricolo - ci ha spiegato il titolare dell’oleificio - Far comprendere ai bambini l’importanza dei prodotti genuini e quali solo i loro valori nutrizionali è fondamentale». Ma l’importanza di Mondolio non risiede soltanto nell’informazione che offre: «Coldiretti sta conducendo un’importantissima

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campagna nazionale per sponsorizzare i prodotti a chilometro zero e sensibilizzare alle possibilità di fare impresa in Calabria nel settore primario. Una giornata come questa cerca di dimostrare, tuttavia, che investire nell’agricoltura, negli agriturismi e nelle fattorie didattiche richiede grande impegno e, forse, più sacrifici e professionalità di quanti non ne siano richiesti in altri settori. Stiamo attraversando un periodo in cui il settore della raccolta delle olive è in crisi e spesso mi viene fatto notare che io avrei la fortuna di possedere alberi che continuano a produrle. Io rispondo sempre che la mia non è fortuna, ma il frutto di sforzi che conduco da anni e della convinzione che gli alberi richiedano le stesse cure che si dedicherebbero a un familiare». Anche per Giovanni Calabrese, primo cittadino di Locri, l’iniziativa dimostra quanto sia importante investire nel territorio: «Il fatto che l’evento si svolga grazie alla disponibilità di una solida impresa come l’Oleificio Capogreco dimostra che si può investire anche nella Locride e, soprattutto, che si può eccellere anche in un settore con grandi ritardi - ha spiegato il sindaco - In qualità di amministratore locale mi auguro che l’iniziativa di oggi contribuisca a sensibilizzare altri imprenditori sulle possibilità che offre intraprendere questo percorso e sull’importanza ricoperta da un comparto fondamentale per la Calabria e per la Locride come l’agricoltura, sul quale si dovrebbe investire in maniera più concreta di quanto sia stato fatto fino a oggi. Auspico, inoltre, che al settore agricolo si dedichi maggiore spazio nel PSR Regionale e nelle risorse comunitarie dedicate al nostro territorio, perché solo mettendo insieme aziende e istituzioni si creerà sviluppo e si darà lavoro ai nostri giovani». Mondolio, dunque, strizza l’occhio al futuro: «Anche se gli alunni presenti oggi sono ancora piccoli - ci spiega Calabrese - il proget-

to cerca di formare degli adulti che possano comprendere quanto sia importante vivere la campagna e il territorio e conoscere il percorso con il quale il cibo arriva in tavola. Grazie anche al clima ancora mite offertoci dal nostro territorio, abbiamo l’opportunità di coinvolgere le scuole in un’iniziativa formativa molto importante, che può spronare alla creazione di imprese di questo tipo in futuro». «Daremo un seguito a questo percorso formativo non solo con l’iniziativa di oggi, che riproporremo sicuramente il prossimo anno - aggiunge Capogreco - ma anche affiancando a questo evento manifestazioni e iniziative di diversa natura, oltre a una fattoria didattica dedicata agli alunni delle scuole primarie e secondarie». Questi progetti troveranno adesso nuovo vigore con l’attivazione del GAL Locride: «Il partenariato - continua il titolare dell’oleificio - apre adesso tante nuove opportunità: in un territorio come il nostro i GAL sono fondamentali per la crescita del settore pubblico come di quello privato, per non parlare delle possibilità di finanziamento provenienti dalla Comunità Europea e filtrate da Regione Calabria e partenariato. Anche la vecchia esperienza del GAL mi ha dimostrato che i “microprogetti” da 50 o 100mila euro sono più funzionali dei grandi afflussi di denaro per le piccole aziende del territorio: sono progetti più facilmente realizzabili e i cui fondi si possono ottenere con maggiore semplicità, considerata la spinosa questione che vede le banche non sempre ben disposte a concedere prestiti e il sistema finanziario nazionale oggi carente. «Sono progetti come il GAL che costituiscono la linfa vitale delle nostre aziende e, per questo motivo, non posso che ringraziare chi si è fatto portavoce di questo progetto e lo ha reso reale». Jacopo Giuca

Mondolio

Anche in Calabria fare impresa è possibile


“Turismofuoristagione:

POLITICA

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Scommettere sui prodotti della nostra terra può essere la strada per assegnare davvero al nostro territorio una destinazione turistica

la sfida dei borghi antichi E sistono piccoli gioielli sparsi sul nostro territorio, preziosi quanto le nostre vite: si tratta dei borghi antichi, veri e propri scrigni di storia. Mantenerli intatti deve diventare un impegno serio così da preservarne tutto il loro potenziale sia nel settore agroalimentare che in quello artigianale, culturale e ambientale. Tutelare questo patrimonio significa davvero assegnare al nostro territorio una destinazione turistica. Ed è al rilancio del turismo, della cultura e più in generale del territorio che continuano a puntare le amministrazioni di Siderno e Mammola: entrambe hanno posto la massima attenzione alla rivalutazione dei borghi, organizzando eventi “fuori stagione” che hanno visto come protagonisti indiscussi i prodotti della nostra terra. Stiamo parlando dell’Ottobrata Sidernese e della Festa del Fungo di Mammola. Abbiamo incontrato gli ideatori di questi due importanti eventi: il consigliere sidernese Giuseppe Figliomeni e l’assessore con delega alla Forestazione, all’Agricoltura e alle Attività Produttive del comune di Mammola, Cosimo Romeo. Ad entrambi abbiamo posto un’unica domanda: valorizzare i borghi puntando ai prodotti della terra può essere la strada per rilanciare il turismo fuori stagione? Ecco cosa ci hanno risposto.

GIUSEPPE FIGLIOMENI Ottobrata è stata senz’altro una sfida. Organizzare una manifestazione autunnale non è semplice come organizzarne una estiva. La seconda edizione ha dimostrato che il successo della prima non è stato un colpo di fortuna. Se c’è impegno e volontà è possibile puntare anche al turismo fuori stagione. La buona riuscita della manifestazione, con un pizzico di presunzione, è legata all’intuizione di unire in un unico evento cultura, gastronomia e divertimento. In questo modo si è riusciti ad attirare più fasce di pubblico. L’ingrediente culturale è quello che merita il voto più alto: in due giorni si sono tenuti tre interessanti dibattiti sulle numerose potenzialità del nostro territorio, sia dal punto di vista culturale che sociale, in cui sono intervenuti professori universitari e delegati regionali. L’Ottobrata è stata, poi, l’occasione per gustare i prodotti della nostra terra, in particolare quelli autunnali che a mio avviso sono i più buoni di tutto l’anno; basti pensare al vino novello, all’olio nuovo, al melograno, alle lumache. Se usassimo un pizzico di intelligenza capiremmo che la Calabria può andare avanti provando finalmente a puntare su questi prodotti. Far risorgere Siderno Superiore è stata sin da subito una prerogativa della nostra amministrazione, anzi prima di subito! Siamo fermamente convinti che sia un borgo che merita la massima attenzione e che può darci grandi soddisfazioni. L’Ottobrata ne è un esempio sebbene non sia l’unico. La nota positiva di questa manifestazione è l’essere riusciti a far parlare del borgo di Siderno Superiore dopo anni di buio; la nota dolente è l’aver scoperto che molti sidernesi non conoscevano il borgo, non avevano mai visitato Palazzo De Mojà. Questa scoperta ha per me un retrogusto amaro, è una sconfitta venire a conoscenza che i propri concittadini non hanno avuto interesse ad approfondire la propria cultura. Il mio quadernino è pieno di errori. Quest’anno si è provato a correggere quelli dello scorso anno, l’anno prossimo correggeremo quelli riscontrati in questa seconda edizione. Per l’Ottobrata 2017 sarà prevista un’offerta musicale più variegata e itinerante, più artisti di strada e sarà dato ancora più spazio alla cultura. Inoltre, contiamo di allargare il percorso con nuovi punti di ristoro e di divertimento per le vie del borgo.

COSIMO ROMEO ammola ha acceso i riflettori sui

L’

M

ARTISTI DI STRADA ALL’OTTOBRATA SIDERNESE

prodotti della nostra terra da quasi un ventennio. Due volte l’anno viene organizzata la “Festa del Fungo e dei Prodotti della Montagna”. Le due manifestazioni si svolgono ad ottobre nel periodo che coincide con la raccolta dei funghi e ad agosto per allietare il soggiorno dei nostri turisti ed emigranti. La sagra autunnale, generalmente organizzata l’ultima domenica di ottobre, è giunta alla sua XVIII edizione, quella estiva, che quest’anno si è svolta il 12 e 13 agosto, alla XII. Si tratta di due occasioni imperdibili per riscoprire i sapori unici e genuini di questo angolo di Calabria, rivivere la tradizione con canti e balli popolari, ma anche per visitare lo splendido santuario di San Nicodemo e il caratteristico borgo medievale e, perché no, per regalarsi un’escursione in mezzo al Parco Nazionale dell’Aspromonte. Grazie ai nostri prodotti gastronomici di assoluta qualità ed eccellenza, Mammola è conosciuta in tutta Italia. Oltre alla Festa dei funghi, ricordo che a Mammola viene organizzata la Festa della Ricotta affumicata e la Sagra dello Stocco, altri due prodotti su cui praticamente si basa l’economia mammolese. Esistono, infatti, a Mammola aziende a conduzione familiare che, sposando tradizione e innovazione, trasformano i prodotti tipici della nostra terra, con l’intento di farli conoscere fuori dai confini regionali e di offrire prospettive future di lavoro per le giovani generazioni. I prodotti della nostra terra, pertanto, sono un tesoro su cui dobbiamo convincerci di scommettere per dare nuovo vigore all’economia del territorio. È una sfida più semplice di quel che sembra qualora venga presa sul serio. servizio a cura Maria Giovanna Cogliandro

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ANFITEATRO SIDERNO SUPERIORE

Signor Sindaco, blocchi quella mostruosità ambientale e urbana Da Portigliola a Norcia per aiutare i terremotati Egr sig. Sindaco On ing. Pietro Fuda Caro amico Pietro, Salvaguardando la stima che ho sempre nutrito per la Tua persona, per le Tue capacità operative e amministrative; tutelando l’amicizia e il buon rapporto che mi lega e a cui ho sempre tenuto; esprimendo grande considerazione e apprezzamento per il difficile impegno amministrativo e politico da Te assunto quale sindaco di questa città in un periodo storico disagevole e in condizioni di estrema precarietà; e ricordando, infine, le Tue dichiarazioni programmatiche nel voler puntare sulla rinascita di Siderno Superiore quale investimento culturale ed economico, consentimi di rivolgerti un accorato appello. Non posso astenermi dall’esternare amarezza e tristezza nel prendere atto della pubblicazione del “BANDO DI GARA MEDIANTE PROCEDURA APERTA DEI LAVORI PER IL COMPLETAMENTO DELL’ANFITEATRO DI SIDERNO SUPERIORE”. Come cittadino attivo e presente di questa città; come originario di Siderno Superiore ove custodisco tutti i ricordi della mia infanzia e della mia adolescenza, ho sempre prodigato il mio impegno umano e professionale e tutta la mia collaborazione per una rinascita di quel borgo: sia sul piano sociale e culturale, come su quello di un auspicato recupero edilizio e urbano. Più volte avevo già manifestato le mie perplessità per un progetto del tutto estraneo alla realtà e al contesto urbano e storico di Siderno Superiore. Più volte avevo avanzato la proposta di far riconsiderare quell’impostazione progettuale, mai da alcuno esaminata e valutata alla luce di più opportuni caratteri ambientali e architettonici. Più volte avevo finanche sollevato commenti all’impropria definizione di “anfiteatro” volgarmente attribuita alla lettura di quella naturale sistemazione urbana, e riportata tale perfino sulle indicazioni turistiche stradali, a sfoggio di ignoranza linguistica e architettonica. E non posso fare a meno di definire quell’opera che si vuol mandare oggi in appalto “una mostruosità ambientale ed urbana”. Per questo mi chiedo quale volontà amministrativa o civica, provocatoriamente offensiva per quel centro storico, possa con determinazione deturpare la naturalità e la spontaneità di uno scenario urbano che da oltre quattro secoli si affaccia con grazia e imponenza verso le vallate verdi e verso il mare. Caro sindaco, caro amico Pietro: io Ti scongiuro di bloccare, finché si è in tempo, questo annoso iter procedurale dell’appalto e della costruzione di un’opera inopportuna a invadente, affinché non si debbano provocare risentimenti e critiche che certamente emergeranno, con ragione ma solo col senno di poi. Ti invito calorosamente a porre fede in chi ama quel paesello sulla collina, perché da esso trae origine e in esso ripone affetti e speranze; perché quegli edifici e quei balconi, e quelle Chiese ridotte a ruderi dove si celebra una Messa a cielo aperto, raccontano tutta la nostra storia e le nostre tradizioni. Concludo richiamando le parole di Leonardo

Sciascia, quando, soggiornando qui a Siderno per un breve periodo negli anni ‘50, da acuto osservatore e sociologo, ebbe a scrivere: “Economicamente e psicologicamente Siderno è divisa in due paesi, uno di montagna e uno di mare: uno aperto intraprendente e

vivace; l’altro chiuso e povero, tagliato fuori dalle vie di comunicazione. La riunione in un solo Comune di due centri che hanno problemi diversi e naturali contrasti, è cosa priva di senso comune”. Raffaele Macry Correale

Nei giorni scorsi una splendida coppia di imprenditori di Portigliola, il signor Antonio e la signora Pina Murdaca della Murdaca Viaggi, si è prodigata a raccogliere prodotti alimentari e beni di prima necessità, donati a vario titolo da commercianti e privati cittadini della zona. Lunedì scorso i coniugi Murdaca sono partiti alla volta delle aree colpite dal sisma e hanno consegnato il tutto alla protezione civile di Norcia. Il responsabile dei soccorsi si è complimentato con i signori Murdaca, ringraziando tutta la comunità della Locride per aver contribuito a questo gesto di grande generosità e altruismo.

SIDERNO

“Gioventù bruciata”

Purtroppo dopo aver distrutto tutto dentro la villa comunale di SIderno, dalle panchine alle luci, sradicato alberi e piante, siamo arrivati al culmine. D’altronde al peggio non c’è mai fine. Pazzesco quello che ho visto l’altro giorno… le sbarre dell’inferriata che somigliano tanto alle lance dei legionari romani sono state strappate e infilzate negli alberi per gioco. La villa grazie a questi delinquenti poveri di intelletto e ignoranti come capre, non esiste più. Prima che distruggano l’ultimo albero, a chiunque capiti di beccarli consiglio, anzi raccomando, di chiamare le autorità senza paura. Giuseppe Belligerante


DOMENICA 13 NOVEMBRE

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SAGRA DELLO STOCCO A CORSICO:

Le precisazioni dell’avvocato della ditta Alagna ella mia qualità di legale di fiducia (da oltre 20 anni) dell’azienda che produce e vende stoccafisso in Mammola ed in tutta Italia, nella persona del suo amministratore Alagna Domenico che con me firma la presente: Piccola premessa Il 22 e 23 ottobre u.s. doveva tenersi una manifestazione per le strade di Corsico, una sagra o meglio “il primo festival dello stocco, con degustazione di piatti tipici calabresi dalla famosa città di Mammola e dello stocco, dove l’azienda Alagna forniva lo stocco e patrocinava economicamente la manifestazione assieme al consorzio dello stocco di Mammola”. Tutto era pronto, l’amministrazione comunale aveva concesso il suo patrocinio in maniera assolutamente gratuita con delibera n.156, mancavano alcuni dettagli per iniziare e tutti insieme passare due giorni in maniera gioiosa e felice e principalmente pubblicizzare il prodotto tipico di Mammola e della ditta Alagna. Qualche giorno prima della manifestazione il “Corriere” usciva fuori con un comunica-

LARISPOSTA

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to stampa sostenendo che la manifestazione prima detta era rappresentata da un soggetto che aveva una panetteria in Corsico, e che aveva “parenti” legati con alcuni “mafiosi” calabresi, sollecitando così il Sindaco a revocare la delibera. Qualche giorno dopo la pubblicazione dell’articolo e prima della manifestazione il Sindaco e la Giunta Comunale di Corsico revocavano la delibera e sospendevano la manifestazione. Questa in sintesi la premessa. Al di là del danno all’immagine dell’azienda Alagna ed a tutta la Calabria è giusto fare alcune considerazioni in merito a quanto è accaduto. Intanto vi è da sottolineare che è vero che l’azienda Alagna si serviva del signor Musitano, che gestisce una panetteria in Corsico, per la vendita del suo prodotto, anche quest’ultimo di origine calabrese. Questo avveniva ormai da tempo, e il signor Musitano è stato sempre e comunque serio nel vendere lo stocco e puntuale nei pagamenti, non c’è stato mai un disguido e mai una contestazione.

I rapporti fra la azienda Alagna e il signor Musitano erano improntati su quelli commerciali e chiaramente valutata la serietà del Musitano non vi era problema alcuno. Nella manifestazione compariva il nome del signor Musitano più per pubblicizzare la rivendita dello stocco nel suo negozio che altro, anche perché tutto era stato organizzato dal mio cliente con il relativo consorzio di Mammola da una parte e il Comune di Corsico dall’altra. Manifestazioni in questo senso sono state organizzate in svariati comuni in tutta Italia e ormai per l’azienda Alagna e il consorzio era una routine se vogliamo collaudata. La cosa che offende di più di questa storia è la pochezza di sensibilità dimostrata da alcuni organi di stampa, (non tutte) persone comuni e personaggi noti che hanno reso questa storia come una delle infime e deleterie, disegnando dietro un innocente festival dello stocco in Corsico trame oscure, organizzazioni delittuose, complotti e ideazioni mafiose!! A questi signori, che restano ignoranti della materia (non trovo altro aggettivo) e che

non capiscono quello che dicono, la ditta Alagna risponde con i fattiLa ditta Alagna è conosciuta in tutto il nostro paese e con grandi sacrifici e con grande solidarietà di tutta l’intera famiglia sta portando avanti un concetto di commercializzazione di un prodotto tipicamente Calabrese che fa onore alla nostra Calabria sana e pulita. Non è permesso a nessuno fare deduzioni o ancor peggio illazioni nei confronti della ditta Alagna che resta prima in materia nel territorio Calabrese e che si vanta di esserlo nel bene e nel male. Il suo stocco lo si vende ormai in tutta Italia con grande soddisfazione e se la famiglia Alagna è riuscita a coronare un sogno è solo il frutto di molteplici sacrifici a cui tutta la famiglia era ed è sottoposta. Non è stata mai una famiglia mafiosa, non ha avuto mai a che fare con ambienti mafiosi e inviterei chiunque di quegli ignoranti che hanno parlato senza sapere ad incontrare un qualsiasi componente della famiglia Alagna a visitare l’azienda che gestiscono tutti i giorni e così si accorgeranno che già

alle prime luci dell’alba sono già al lavoro fino a tarda sera con grande dignità e senso del dovere. Ai mercenari della parola e a quelli che dettano sentenze assurde, come agli ignoranti, la famiglia Alagna risponde che continuerà ad avere rapporti commerciali con il signor Musitano residente in Corsico, ma che non organizzarà mai più la sagra nella città di Corsico già fissata perchè non ne vale la pena, viste le mentalità ottuse di alcuni soggetti. Ho ricevuto mandato difensivo di tutelare nelle sedi più appropriate la mia assistita e altresì di procedere al relativo risarcimento del danno di quanto cagionato all’immagine della ditta. La ditta da me rappresentata è così trasparente che accetterà comunque esso sia il confronto sul punto, anche con coloro che si sentono i paladini di tutta Italia che non riesce ad alzare la testa e forse per questo i fatti accaduti in Corsico ne sono una testimonianza. Avv. Antonio Cimino Domenico Alagna

Pubblicare le precisazioni dell’avvocato Cimino e del signor Alagna in merito all’oscura vicenda del Festival dello stocco di Corsico (di cui avevamo riportato i particolari a pagina 4 di Riviera n° 43/2016) ci è sembrato un atto dovuto. Altrettanto dovuto, tuttavia, ci è sembrato scrivere queste righe in seguito alla presa visione della missiva del legale, che giustamente difende l’azienda definendo (meno giustamente) con veri e propri insulti me e gli altri colleghi che hanno trattato la vicenda. Nel nostro caso, poi, tali epiteti non hanno ragion d’essere per un duplice motivo: rilegga con attenzione e maggiore lucidità l’articolo che ha trattato la questione sul nostro giornale, caro avvocato Cimino, e noti come non solo dei suoi clienti non viene mai fatto il nome (del loro malaugurato coinvolgimento in questa faccenda, personalmente, ne vengo a conoscenza solo oggi!) ma, addirittura, che oggetto della nostra critica era il primo cittadino Errante, entusiasta sostenitore del festival trasformatosi in sabotatore una volta scoperti alcuni legami di parentela del signor Musitano. Che gli Alagna non avessero a che fare nulla con la ‘ndrangheta, avvocato, noi non l’abbiamo mai pensato, così come ancora oggi siamo convinti che anche l’intero festival non fosse macchiato dalla presenza della criminalità organizzata… (Jacopo Giuca)

LA POESIA

L’asino

L’ANGOLO DI PARRELLO

Mitico disonor della natura, della stupidità eterna icona, sei tu la spiacente creatura che la gente sprezza, irride, bastona. Orecchi d’asino? Vale testone, nella società, che mentire suole. Ti ingiuria nella favola il leone come il liberto Fedro scrive e vuole. Del tuo corpo si fa la mortadella, o nei circhi ti sbranano le belve. La sorte, sventurato, è sempre fella: offeso nelle strade e nelle selve. Nel Medio Evo, in chiesa portato, dell’asino celebravan la festa, e ad esso, da vescovo truccato, col baston fracassavano la testa. D’indifferenza al progresso campione, tu bruchi attonito cardi ed erbetta, intento ad impinzare il bel pancione, a bere l’acqua pura senza fretta. Ma, onore a te, di pazienza pieno, prezioso ai carbonai, ai contadini; con un pugno ti pagano di fieno, poveri e ricchi, spilorci, meschini. T’onorarono Egizi ed Ebrei, e nella Bibbia più volte citato, amico di re, magnati e plebei, per la bontà tua sempre elogiato. Poeti, cantanti e grandi scrittori, - Apuleio, Cervantes, Nietzsche e Bruno Hugo, Stevenson - pittori, scultori, t’hanno eternato senza dubbio alcuno. Scaldasti nella greppia il Redentore, in groppa a te se ne fuggì Maria, e cavalcando un’asina il Signore, nell’urbe entrò e diventò Messia. Giorgio Papaluca

Il Terremoto una punizione divina?

È stato incredibile leggere che, per un viceministro israeliano, il recente terremoto che ha devastato l'Italia Centrale è un fenomeno da attribuire ad una punizione divina !!! Un'affermazione gravissima che ci umilia ed allo stesso tempo ci lascia sconcertati. Attaccare proprio il nostro Paese che certo non si risparmia nell'aiutare, senza alcuna distinzione né di razza né di religione, chi è in difficoltà è qualcosa che non possiamo accettare. Pazienza, l'ignoranza non ha davvero limiti se si arriva al punto di mescolare il Divino con le leggi della natura… Franco Parrello


ATTUALITĂ€

Elezioni USA: un Trump... olino di lancio per la satira

Com'era prevedibile, dopo l'elezione di Donald Trump, il primo presidente arancione, il web si è scatenato. E dai social network ecco calda calda di forno una satira farcita di ironia, sarcasmo ma anche preoccupazione. Abbiamo raccolto alcuni tweet e post divertenti, sbirciando soprattutto tra le pagine facebook di satira calabrese.


www.larivieraonline.com DOMENICA 13 NOVEMBRE 17

Quale sarà l’impatto del terremoto USA sul Referendum del 4 dicembre? ROSARIO ROCCA el cuore della notte le prime proiezioni a favore dell’uomo dalla bizzarra chioma sembravano quasi un dato fisiologico. Un margine minimo: insignificante e parziale. Destinato ad un’inversione che inevitabilmente, già prima dell’alba, avrebbe assunto una portata decisamente più netta a favore di Hillary. La predestinata first lady di Bill nonché Segretaria di Stato nel secondo mandato di Barack finalmente si accinge a sfondare il soffitto di cristallo della Casa Bianca. Dopo Margaret e Angela sarebbe toccato a lei. E non un solo giornale, né alcun sondaggio avevano osato ipotizzare il contrario. Tanto che anche quelli malati di politica, quelli delle maratone elettorali notturne, si erano lasciati prendere dal sonno in un piacevole dormiveglia quando, alle tre del mattino di un 9 novembre, anche la voce di Mentana può sembrare una dolce nenia. Poi i primi commenti su facebook, le prime analisi e una parola che ora dopo ora inizia ad entrare, di prepotenza, nel lessico politico comune: establishment. Sconfitto sonoramente. Ma cosa? La compagine del potere. Il partito del governo? No, si tratta di un qualcosa ancora più ampio: i poteri economici e bancari, insieme ad altri grup-

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pi di potere. E poi non ci sono solo i democratici, ma anche i repubblicani. Il volto sconfitto è complesso da capire e identificare. Battuto incredibilmente da uno come Trump, fenomeno mediatico – e noi italiani ne sappiamo qualcosa politico anomalo che ha saputo parlare all’America incazzata, frustrata, dimenticata, nazionalista. Spesso, tragicamente e inconsapevolmente razzista. Come, qui da noi, quelli che scrivono sui social non sono razzista ma pensiamo prima agli italiani. Anche Clint Eastwood, il buono, ha votato il tycoon newyorchese perché non ne può più, a suo dire, delle facce del pollitically correct. E figuriamoci allora se l’America dei brutti e dei cattivi votava per Hillary. A torto o a ragione, il popolo delle periferie rurali, tipo quelli della casa nella prateria, ha deciso di votare contro. Contro l’establishment appunto. Che inaspettatamente perdere. Perde il sistema, democratico e repubblicano insieme, dove Bush dichiara di votare per la Clinton, a differenza del popolo di Bernie Sanders che, tradito, rimane a casa. Come l’America delle minoranze di colore delle contee di Milwaukee e Cleveland che Obama aveva saputo mobilitare massicciamente. Già dalle prime ore dall’irruzione del fenomeno Trump, da noi, più che degli effetti sui mercati finanziari,

ogni analisi sembra concentrarsi sull’impatto che il terremoto a stelle e strisce avrà sul referendum del 4 dicembre. Da più parti si ritiene che il voto di protesta americano finirà per irrobustire la corsa del no, già forte nel Paese. Ma sondaggi e ragionamenti sui massimi sistemi a parte, è veramente difficile interpretare l’intenzione di voto del popolo invisibile: quello che non si esprime né dal panettiere, né su facebook. Certo è che voterà contro l’establishment. A prescindere dal merito del quesito. Ma l’incognita rimane: chi il Paese reale individuerà come il poterebersaglio da colpire. L’asse (della Nazione) Renzi-Boschi-Alfano? O il fronte Grillo-D’Alema-Salvini? E gli esperti, da Mannaheimer a Piepoli, potrebbero ancora non azzeccarci.

LA MARCIA CHE NONTI ASPETTI

Questa settimana si è tenuta la Marcia per l’Amnistia, un’evento che è stato in grado di unire Radicali e politica trasversale, ANCI e cappellani delle tante carceri italiane, giornalisti e accademici, laici e religiosi. Insomma, la marcia, organizzata da Gianpaolo Catanzariti, con l’inaspettato successo raccolto tra le sezioni frange più disparate della popolazione, ha dimostrato che credere nei progetti di chi non ti aspetti, a volte, concede maggiori soddisfazioni che ripore fiducia nelle facce dei soliti noti, come i qui ritratti Arturo Bova e Piero Sansonetti…

Azione Nazionale a Siderno per dire NO al Referendum

Che fine ha fatto Anna Rita Leonardi? Era balzata agli onori della cronoca locale e nazionale per la sua candidatura a sindaco di Platì durante la Leopolda 2015. Poi, per Anna Rita Leonardi, un lungo periodo di prime pagine tra dichiarazioni di intenti e tentativi di formare una squadra di governo credibile sono terminati con il “grande tonfo” del ritiro dalle elezioni comunali per la pessima aria (politica) che si respirava in quel del paese locrideo. Da allora, la Leonardi ha fatto perdere le sue tracce, dimostrando di essere viva solo grazie a sporadiche apparizioni sui social network dedicate ai suoi amici più intimi. A un anno di distanza da quell’abbraccio fraterno con Matteo Renzi, tuttavia, Anna Rita si ripresenta proprio a quella Leopolda che l’aveva lanciata, per scattare un selfie che esclama “Io sono ancora qua!”.

Ci avviciniamo a grandi passi all'appuntamento con il referendum, che potrà e dovrà essere quella leva grazie alla quale riuscire a scalzare questo governo abusivo che oggi occupa senza titolo alcuno palazzo Chigi. Questo referendum in realtà non è per una modifica costituzionale, ma è per lo stravolgimento della carta costituzionale. Se vincesse il si, infatti, sarebbero ben 47 articoli su 139, ad essere modificati. Provocando gravi ripercussioni sull'assetto politico e sul funzionamento stesso delle istituzioni. Sostituire il Senato nella composizione e nelle funzioni ed eleggere la camera con questa legge elettorale, significa rimettere nelle mani del segretario del partito di maggioranza le redini dell'intero paese. Si tratta di un Presidenzialismo spinto, che mi potrebbe pure trovare d'accordo, ma con l'elezione diretta, senza premi, con le preferenze, senza sotterfugi insomma. Ma questi non sono gli unici effetti di questa riforma demolitiva della costituzione, la riforma contiene anche una serie di nuove limitazioni alla sovranità nazionale, a vantaggio della comunità europea, ed ancora un riaccentramento dello Stato sulle regioni che comprometterebbe ulteriormente l'economia già asfittica del Sud. • Accentramento dei poteri al premier • Limitazioni alla sovranità nazionale • Penalizzazione del Sud Attraverso l'introduzione della 'spesa standard'. Sono queste, insieme a tante altre, le ragioni che ci spingono a dire con forza no! Venerdì 18 novembre alle ore 18 - Aula consiliare Comune di Siderno Saranno presenti gli esponenti reggini di Azione Nazionale Serenella Multari, Oreste Romeo. Concluderà i lavori il Senatore Mimmo Nania.


CULTURA

Oggi, a Siderno Superiore, la Giornata di raccolta sangue

L’Associazione Donatori Volontari Sangue per Talassemici organizza per oggi, domenica 13 novembre 2016, tra le ore 7:00 e le ore 11:30, presso Piazza Cavone di Siderno Superiore, la Giornata di raccolta sangue con autoemoteca. Chi fosse interessato a donare o ad avere informazioni, potrà presentarsi presso la postazione dell’unità mobile negli orati indicati. I cittadini sono invitati a partecipare.

Francesco Fusca... Una stella cometa sulla cui scia ci stiamo tutti! Che la morte sia un “passaggio obbligato” è stato già detto tante volte. Hemingway diceva che: "quando senti il suono di una campana non chiederti mai per chi essa suona, essa suona anche per te", volendo significare che, essendoci dentro di noi tutta l'umanità, quando muore qualcuno muore anche una parte di noi. È questa sicuramente una grande riflessione che, anche se non coinvolge tutti, ci porta in un ambito emozionale, che trascende ogni banalità, facendoci entrare nel grande mistero della nostra breve esistenza. La continuazione è comunque necessaria: la spe-

cie umana deve sopravvivere e continuare a evolversi a tutti i costi. Tramandare, lasciare agli altri tutto il nostro patrimonio culturale diventa quindi una necessità a cui nessuno dovrebbe sottrarsi. In questi ambiti e con questo pensiero costante è vissuto Francesco Fusca, Ispettore Emerito del M.I.U.R. poeta, scrittore, filosofo, pensatore, intellettuale e più di ogni altra cosa un uomo vero. L'Accademia Città di Roma, con la sua Presidente Concettina Audino, responsabile della sezione di Bovalino, ha organizzato il 29/10/2016 presso l'Aula Magna del Liceo Scientifico

Nella Locride il primo corso di degustazione di birra

Ancora una volta Locri si affaccia al mondo della birra. Dopo la grande riuscita di BeerLocri, rassegna di birre artigianali svoltasi a Locri il 5 e il 6 agosto scorso, la Fondazione italiana Sommelier, delegazione della Provincia di Reggio Calabria, ha deciso di dar luogo al corso di degustatore birra che avrà inizio da metà gennaio.

“Zaleuco” di Locri, un doveroso momento commemorativo, per questo grande personaggio, che sicuramente ha lasciato in chi lo ha conosciuto, una traccia indelebile di "grande bellezza". Io sono stato un fortunato nel conoscerlo e come me tanti altri: ogni qualvolta che ci si riuniva in ambiti culturali, affrontando tematiche diverse, si inseguiva sempre un unico obiettivo: stimolare in noi la consapevolezza di chi siamo, di ciò che dobbiamo fare per migliorare noi stessi e quindi migliorare gli altri. Alla fine di ogni incontro spesso si proseguiva la serata in un "convivio" dove si continuava a cibare il corpo e l'anima. Uomini come lui non muoiono mai: con le loro opere, con i loro scritti, con il vissuto della loro stessa vita, lasciano tracce indelebili, per indicare, come stelle comete, la strada da seguire, alla ricerca di una continua rinascita nel nome della pace e dell'amore. Questi uomini continuano a vivere sino a quando qualcuno li ricorderà inseguendo nel proprio vissuto quella scia luminosa che ci indicherà sempre la strada da percorrere. Parlare in questi termini in un momento in cui il pianeta Terra attraversa crisi di ogni genere è difficile: ma non possiamo farci travolgere da fatti e avvenimenti la cui gravità è spesso immane. Francesco Fusca ha navigato in que-

Celiachia, un corso per operatori del settore. Il SIAN apre le aule di formazione. Riccardo Ritorto: “Iscriversi è gratuito. Focus su sicurezza alimentare” Dipartimento Tutela della Salute e Politiche Sanitarie del Servizio Sanitario Regionale e la Regione Calabria, attraverso l’Azienda Sanitaria Provinciale Reggio Calabria, in collaborazione con il Dipartimento Prevenzione e il Servizio di Igiene degli Alimenti e della Nutrizione di Locri (SIAN), diretto dal Responsabile Dott. Riccardo Ritorto, avvia il “Corso di informazione sull’alimentazione senza glutine”, dedicato agli operatori del settore alimentare. La sessione formativa, la cui iscrizione è gratuita (ndr, si rimanda a pié di pagina per le informazioni di contatto) vedrà l’alternarsi degli interventi autorevoli dei relatori, nella fattispecie il Dott. Riccardo Ritorto per il SIAN Locri ed il Responsabile Antonio Cantaffa dell’Associazione Italiana Celiachia (AiC Calabria Onlus). Il Dott. Ritorto relazionerà in materia di patogenesi della malattia celiaca, l’aspetto epidemiologico della stessa e la sintomatologia legata alla comparsa della malattia, cui seguirà un approfondimento sul’attuale quadro legislativo in Italia, in materia di tutele per i soggetti malati di celiachia. Di seguito un’anticipazione del Responsabile Dott. Riccardo Ritorto a due giorni dalla data fissata del corso, martedì 15 novembre, ore 15.30-18.30, Uffici SIAN Ambito di Locri, piazza O. Sorace (ex Ospedale) Siderno – 1° piano. “La celiachia è una condizione definitiva che si cura ma da cui non si guarisce e pertanto dura tutta la vita – chiarisce il Dott. Ritorto – è dovere delle Autorità sanitarie preposte al controllo in materia di corretta prassi igienico-sanitaria, formare ed istruire gli operatori del settore alimentare, i quali, a loro volta, dovranno essere capaci di mettere in campo gli strumenti di prevenzione e conoscere le fondamentali

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regole di preparazione per una corretta somministrazione di prodotti senza glutine”. Al contempo, il Responsabile del SIAN Dott. Ritorto si dichiara “entusiasta dell’iter didattico avviato in sinergia con il Servizio Sanitario Regionale. Il Dipartimento di Prevenzione SIAN Locri è al servizio dei cittadini per ogni dubbio o chiarimento in materia di Prevenzione ed Igiene degli Alimenti. L’occasione didattica, avvicina il cittadino all’Istituzione e permette loro di parlare lo stesso linguaggio conclude il Dott. Ritorto – e comunicare il codice della sicurezza alimentare”. Per informazioni e prenotazioni: Referente AFC AiC Calabria Onlus Antonio Cantaffa 338.6772608; Segreteria AiC Calabria Onlus, tel. 0965/45767 – email segreteria@aiccalabria.it


www.larivieraonline.com Dopo la rassegna estiva, quindi, continua, attraverso la Fondazione Italiana Sommelier, il cammino intrapreso dal bisogno e dall’esigenza dell’educazione al bere promossa da BeerLocri, per arrivare alla conoscenza del gusto tramite prodotti di qualità. Il corso è dedicato a tutti coloro che vogliono muovere i primi passi nell’affascinante mondo della degustazione della birra. Obiettivo è quello di fornire i fondamentali per avvicinarsi con maggiore consapevolezza alla degustazione: apprendere le tecniche per centellinare in modo corretto, nozioni riguardanti la storia, conoscere il processo produttivo e le materie prime utilizzate (anche attraverso visite presso i birrifici), conoscere le principali tipologie birraie. Ogni lezione si esplica in una parte teorica scandita dalla degustazione di 3 birre selezionate in base all’argomento trattato. Gli interessati possono scrivere a beerlocri@gmail.com o telefonare ai numeri 329.2150442 – 320.3757975.

sto mare burrascoso, consapevole dell'importante ruolo che aveva nel sociale, mettendoci dentro il coraggio nell'inseguire sempre e comunque la verità. Questa spesso viene uccisa per strada, o bypassata dai più in modo ipocrita e insano, eludendo quei principi di correttezza e giustizia necessari alla convivenza umana. Qualcuno ha detto: "Se uno solo crederà in me sono nel vero…" Fusca ha avuto non uno solo, ma molti che hanno creduto in lui, e molti ancora cammineranno sulle sue tracce, portandoselo dentro l'anima, il luogo deputato ad accogliere ogni segnale di rinascita continua, perché solo questo può ripristinare quella dignità umana spesse volte frantumata dalla stoltezza e dalla cattiveria. Cultura quindi nella mente e nell'anima, se vogliamo andare lontano... Questo ha detto Lui, Francesco Fusca, il grande Maestro con la barba bianca e con gli occhi che guardavano "oltre". Ciao Francesco, mentre ti saluto mi scende una lacrima... questa lacrima sei tu che a modo tuo mi accarezzi il volto rassicurandomi che tutto andrà bene... Me lo auguro anch'io! Ciao, e non addio, perché sicuramente ci rincontreremo in un'altra vita… ! Giuliano Zucco

14 novembre p.v. si celebra in tutto il mondo la Giornata Mondiale del Diabete, un evento voluto dall’Organizzazione mondiale della Sanità e dall’ONU allo scopo di sensibilizzare e informare l’opinione pubblica sulla malattia diabetica, una condizione che, considerato il numero delle persone coinvolte, rappresenta ormai una vera e propria epidemia. L'Associazione Giovani con diabete della Locride ed il Centro di Diabetologia pediatrica dell' Ospedale di Locri, dell' Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria, di cui è responsabile la dott.ssa Mariella Bruzzese, si sono fatti promotori di una serie di iniziative che nella settimana dal 7 al 14 novembre vedranno impegnato in questa azione il nostro territorio. Il diabete mellito tipo 2, spesso associato a sovrappeso ed obesità, è da considerarsi ormai una vera pandemia per il continuo aumento delle persone che ne sono affette e per le ingenti risorse che la malattia assorbe in termini di costi diretti ed indiretti, con ripercussione anche sulla qualità di vita delle persone affette e delle loro famiglie. In età pediatrica la forma di diabete più comune, ma anche molto più complessa da gestire, è il diabe-

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Sonocalabreseemenevanto La scorsa settimana ci siamo lasciati con Federico II di Svevia, lo stupor mundi che si formò nella Magna Grecia. Oggi, proseguendo l’appassionante racconto di Duccio Mallamaci, incontreremo quattro “briscole” che la Calabria tirò fuori tra il 1400 e il 1500.

IL CALABRESE LUIGI LILIO

del sovrappeso e dell'obesità dilagante tra i nostri ragazzi, si verifica ormai anche in età pediatrica e che può essere prevenuto con una corretta campagna sugli stili di vita. Corretta alimentazione, lotta alla sedentarietà e regolare attività fisica sono in grado, infatti, di modificare da soli la storia naturale di questa condizione. Per il 2016 la Giornata mondiale del diabete ha come slogan "Occhi sul diabete" e i messaggi chiave che guidano la campagna di informazione e sensibilizzazione sono la diagnosi precoce del diabete tipo 1 e lo screening del diabete tipo 2 per modificare il suo corso e ridurre il rischio di complicanze. In quest' ottica sono previste a livello locale una serie di iniziative : - domenica 13 novembre , dalle ore 09.00 alle ore 13.00 , in collaborazione con l'Amministrazione di Caulonia, si svolgerà in piazza Bottari a Caulonia Marina "Diabete in Piazza" una manifestazione dedicata all'informazione e alla sensibilizzazione su questa malattia. Sarà possibile effettuare la misurazione gratuita della glicemia con la compilazione di un questionario di autovalutazione del rischio diabete e la consegna di opuscoli informativi dedicati alla prevenzione e alla corretta gestione del diabete. A cura della Asd Calabria Fitwalking , con partenza alle ore 9.00 sempre da Piazza Bottari, si svolgerà la 2° Tappa del circuito il Lungo Cammino che, al ritorno, verso le ore 12.00, vedrà il coinvolgimento anche dei ragazzi con diabete e delle loro famiglie e di tutti coloro che avranno voglia di aggregarsi ad una breve salutare passeggiata. Il gruppo dei Clown di Emiliana Flamingo allieterà la mattinata. - lunedì 14 novembre, alle ore 16.30, in collaborazione con l'Amministrazione di Gioiosa Jonica, nell' Auditorium Comunale di Gioiosa Jonica, è stato organizzato un incontro scientifico che avrà per tema "Il bambino con diabete in famiglia, a scuola, nella comunità". Relatori la dott.ssa Mariella Bruzzese ed il dott. Francesco Mammì. Numerosi sono poi i Comuni della Locride che hanno aderito all'iniziativa simbolica dal titolo “Light up the skyline”, che viene realizzata in numerosi Paesi di tutto il mondo, e che vedrà, nella settimana dal 07 al 14 novembre, illuminati di blu alcuni edifici e monumenti del nostro territorio. Hanno già dato la loro adesione Ardore, Ciminà, Bovalino, Brancaleone, Bruzzano, Ferruzzano, Gerace, Gioiosa Jonica, Grotteria, Locri, Mammola, Platì, S. Agata, S. Ilario, Roccella Jonica, Siderno, Staiti e altri ancora. Grazie alla Sovrintendenza del Museo Archeologico Nazionale di Locri Epizefiri anche il "Tempio di Marasà" brillerà di luce blu. Questa iniziativa, attraverso la raccolta del materiale fotografico prodotto

Giornata Mondiale del diabete 2016 te di tipo 1, una malattia cronica autoimmune, di cui ancora non sono conosciute le cause che la determinano. A dicembre 2015 si contavano di questa forma di diabete circa 500.000 casi nel mondo, con un incremento medio del 3-4% nei bambini più piccoli di età inferiore ai 4 anni. In Calabria si verificano ogni anno circa cinquanta nuovi casi di questa forma di diabete e la nostra regione è, a parte la Sardegna , tra quelle in cui si registra il più alto tasso di incidenza di malattia. Purtroppo ancora oggi, non è possibile prevenire il diabete tipo 1, ma con il riconoscimento precoce dei sintomi è possibile evitare che si verifichi un grave scompenso metabolico che può mettere a rischio la vita dei bambini. In genere, come ci ha tenuto a evidenziare la dott.ssa Bruzzese, il bambino comincia a bere e urinare molto, ha sempre fame e tende progressivamente a dimagrire. Si tratta di segni che possono essere facilmente colti se si ha in mente che " anche i bambini possono avere il diabete ". Lo possono fare i genitori a casa o anche gli insegnanti a scuola, dove il bambino trascorre molte ore del suo tempo, e queste modifiche del comportamento possono essere colte con facilità. Diversa è invece la situazione per il diabete tipo 2, la forma di diabete tipica dell'adulto che, in considerazione

DOMENICA 13 NOVEMBRE

18 febbraio 1475 a Reggio Calabria viene stampato il Pentateuco in caratteri mobili, il primo libro al mondo in ebraico. Questo dimostra come allora in Calabria ci fosse un ambiente molto vivace sia sul piano delle notizie che delle realizzazioni tecniche. La Calabria è una miniera di memorie e tracce che hanno segnato la storia mondiale. Nel 1416 partorirà San Francesco di Paola, un intellettuale di così alto livello che persino a Parigi c’è una chiesa a lui dedicata. Nel 1568 sarà la volta di Tommaso Campanella, il nostro filosofo, teologo, poeta, citato da Gorbaciov in un articolo pubblicato su L’Avanti! Ma quello di Gorbaciov non è l’unico

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CHE RIFORMÒ IL CALENDARIO

GIULIANO

caso in cui un grande politico cita un nostro intellettuale. Obama, infatti, in un suo discorso per le elezioni del 2009 per ben tre volte fa riferimento a Gioacchino da Fiore chiamandolo “maestro della civiltà contemporanea” e “ispiratore di un mondo più giusto” in grado di indicare la via della pace e del dialogo. L’abate calabrese, che Dante nel XII canto del Paradiso definisce “di spirito profetico dotato”, è stato citato da Obama nel rilanciare il suo sogno americano. Pur di farsi eleggere va a pescare dei riferimenti culturali di altissimo livello. Altro personaggio calabrese importante che si colloca alla fine del 1500 fu Luigi Lilio. Nato da una modesta famiglia cosentina, Lilio fu un eminente matematico e astrologo, il migliore in circolazione. Fu lui a dare una risposta agli errori del Calendario Giuliano, sfasato di circa 4 mesi tanto che non si capiva più cosa e quando seminare. Il Papa Gregorio XIII accolse la proposta di Luigi Lilio che, però, morì prima di poterla presentare alla Commissione. Per fortuna i suoi studi non andarono perduti: a renderli noti ci pensò il fratello Antonio. Dalla Calabria il mondo ha avuto il calendario che adesso adotta. C’è un sigillo calabrese anche sul tempo. Alla fine del 1500 in Calabria nasce, inoltre, Gioacchino Greco, un famoso scacchista che nel 1619 pubblica in francese il “Trattato del gioco degli scacchi”, un manuale che, ancora oggi, continua ad essere stampato in Italia, mentre centinaia di opere di altri autori dormono polverose nelle biblioteche. Gioacchino Greco si guadagnò da vivere giocando a scacchi. Si recò alla corte del re di Spagna e vinse sbaragliando i campioni di scacchi del re di Spagna. Sulla strada del ritorno passò dalla Francia e vinse clamorosamente anche i campioni che si disputavano lo scettro degli scacchi in Francia e il cui nome non è stato custodito dalla storia come quello di Gioacchino Greco.



CULTURA E SOCIETÀ

Quel brutto vizio di declassare la Calabria

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DOMENICA 13 NOVEMBRE 21

I FRUTTI DIMENTICATI

A CURA DI ORLANDO SCULLI E ANTONINO SIGILLI

Fico di luglio

Leggendo gli articoli sul Museo della Mongiana si prova un senso di tristezza. È triste vedere come, pur passando gli anni, non riusciamo ancora a guarire da una particolare forma di dipendenza psicologica, che vede in negativo qualsiasi cosa venga dal nostro passato, e assolva totalmente chi invece fu invasore e colonizzatore. "MONGIANA, la fabbrica dove i Borboni sterminavano i calabresi". Mi chiedo, cosa succederebbe se, in un articolo in cui si parla dell’ILVA di La varietà qui evidenziata è rappresentata da una Taranto, il titolo fosse stato: ILVA, la fabbrica sola pianta localizzata nel territorio di Tiriolo in dove, con la negligenza della Repubblica Italiana, provincia di Catanzaro, nell’orto di casa nella frasi sterminano i Pugliesi? […] UNO. Che ci sia zione Pratora, del bravissimo fotografo Antonio bisogno di ricostruire in maniera più precisa posRenda, di cui è anche la foto che mostra i frutti in sibile la storia, la nostra storia, siamo tutti d’accorpiena maturazione a luglio. do; che il revisionismo in atto negli ultimi decenNel passato recente era presente, anche se rarani sia classificato come “cascame ideologico delle mente su tutto il territorio del comune e anche pulsioni neoborboniche e regressive” è una confuori di esso, ma al momento non si ha notizia clusione a dir poco singolare. Se nei libri che della sua esistenza in altri siti; ciò lascia perplessi hanno studiato la storia del Sud ci sono state delle in quanto i suoi frutti sono eccellenti, molto dolci esagerazioni da parte di qualcuno, non possiamo e presentano una polpa rosea al suo interno e dimenticare come, nelle centinaia di migliaia di risultano molto belli da vedere. pagine (la maggior parte pagate con soldi pubbliNello stesso tempo si ricorda che il periodo di ci) che descrivono l’afflato risorgimentale di esamaturazione comincia agli inizi della seconda gerazioni ce ne siano a bizzeffe, e sarebbe impordecade di luglio e si collega dal punto di vista tante anche qui ricacciare indietro il “cascame temporale con la fine della produzione dei fiorosavoiardo” che vorrebbe far passare tutto come ni (gotti) di altre varietà bifare (ossia che produuna bellissima cavalcata con il popolo del Sud a cono due volte all’anno) di fichi, ad esempio il osannare i liberatori. Per quanto riguarda la Lega fico Melenzana. Nord, considerata rozza e con “apparati ideologiL’altro vantaggio che offre in un campo la presenci costruiti contro il Mezzogiorno”, ha avuto un te varietà è costituito dal fatto che i suoi frutti trattamento, nella Repubblica Italiana, che gli ha durano fino a quando non cominciano quelli consentito di ricoprire le più alte cariche dello della varietà Dottato o fico bianco, il più diffuso stato, permettendosi con suoi ministri di considein tutta la Calabria che dava nel passato la produrare il Tricolore come qualcosa da usare quando zione più abbondante di fichi secchi, che costituisi hanno bisogni corporali. DUE. Le fabbriche vano un aiuto significativo nella soddisfazione dei della Mongiana sono descritte dal Dottor Varano bisogni alimentari dei poveri fino ai primi anni 50 come dei LAGER ante litteram, dove quasi per re ossia producono due volte all’anno, ossia i fiodel 900. puro piacere i Borbone si divertivano ad ammazProbabilmente il motivo della mancata diffusio- roni prima e i forniti, ossia i fichi, dopo. L’altro zare i Calabresi. Non mi risulta che al Nord le ne, sta nel fatto che questo biotipo non produce elemento che ha giocato a suo sfavore è stata fabbriche allora esistenti avessero ferie pagate, fichifiori o fioroni che di solito cominciano a anche la non propensione all’essiccazione dei tredicesima e condizione di vita migliore; credo maturare alla fine di giugno, quindi produce una suoi frutti, per cui bisogna consumarli freschi. che, come sento citare quando conviene, analizIl colore di fondo può essere verde o marrone e sola volta all’anno. zare il “contesto” debba valere sempre. TRE. Le Buona parte delle altre varietà di fichi sono bifa- talvolta i due colori convivono in uno stesso frutfabbriche della Mongiana “erano mattatoi per calabresi poveri dove si produceva in condizioni di terribile arretratezza (anche rispetto a quel tempo storico)”. Anche qui piacerebbe sapere rispetto a quale parte dell’Italia si considerano peggiori le condizioni dei Calabresi rispetto ad esempio ai morti di pellagra della pianura padana, e a una vita media lontanissima dai settanta anni citati dal GALANTI, che svolse il suo studio nel 1792. Come cita lo stesso Galanti, per lui, il associazione culturale Polis, costituita nel logi italiani. Più ascoltavano e più il loro interesse per popolo avrebbe dovuto essere più “facinoroso” marzo 2003, spesso pone la sua attenzione, Trump il vincitore, che avevano identificato come il visto come viveva, ma così non era, si ha invece la oltre che alle tematiche dello sviluppo eco- candidato meno favorito e che nel loro immaginario sensazione, leggendo la relazione del Galanti, di nomico anche al rapporto tra Cittadini e rappresentava i più deboli, diminuisce, tanto da conun senso di lealtà, da parte delle classi popolari, Politica. Come presidente dell’ associazio- venire entrambi che la politica non gli piace e mai si verso il proprio Re. In nessuna parte dell’Italia ne, è mio convincimento, che questo rapporto è sarebbero cimentati in una competizione elettorale. Savoiarda esistevano condizioni medie di vita logoro. Basta guardare alle elezioni presidenziali Il più piccolo, osservatore più arguto, sentenzia: ma migliori che nel Sud. La Sardegna, parte inteAmericane: nella società contemporanea gli elettori in fondo Trump nel suo discorso ha detto che sarà il grante del Regno sabaudo dal 1720, aveva un arrivano al voto disorientati e influenzati in maniera presidente di tutti gli americani e anche Hillary si è analfabetismo altissimo e un regime feudale abnorme rispetto ai temi concreti che riguardano la pronunciata insieme ad Obama per la collaboraziomolto radicato, che spinse la popolazione a diverpolitica. Appresa la notizia che ormai Trump sareb- ne nel segno dell’unità americana. Parole molto se rivolte. E la vita media nel Regno di Sardegna be stato il 45° presidente degli Stati Uniti, il mio semplici quelle dei bambini, che ci fanno ancora una non era certo maggiore che in quella del Regno primo pensiero è andato ai miei figli. Loro facevano volta capire come ci riempiamo tutti la bocca, delle di Napoli e poi del regno delle Due Sicilie. il tifo per Trump. Dall’inizio hanno focalizzato l’at- parole Democrazia e Politica. Soprattutto nelle Galanti scrive a proposito degli operai della fertenzione su una sua possibile rimonta nei confronti nostre comunità siamo tutti contro tutti. Non abbiariera addetti alla fusione: “La gente addetta a della sfidante Hillary. Lo trovavano stravagante e, mo capito che la democrazia si fonda su concetti questi lavori ha corta vita: muoiono ordinariamostrato dai mass media più debole in termini di molto semplici: il rispetto di chi la pensa in maniera mente o ciechi o paralitici circa di 40 anni. Questo voti, speravano nella sua vittoria. Si identificavano diversa; accettare con serenità d’animo il risultato. scritto, preso dagli appunti del Galanti, non si con una persona che era meno forte e quindi hanno Ogni giorno, invece, da destra a sinistra assistiamo a riferisce alla totalità dei lavoratori della ferriera, associato la debolezza di Trump con quella parte del una lotta fra bande e non fra correnti che si rispettama ai lavoratori addetti alla fusione e separaziopopolo americano più povera. Ad ogni modo, più no all’interno di un partito, così in Forza Italia come ne del metallo. Questo non toglie nulla alle coninteressava sapere ad entrambi perché il Presidente nel PD; ognuno pensa che la sua fortuna politica dizioni di vita di questi lavoratori, ma erano, ripeAmericano ha più potere di quello italiano, perché inizi dove comincia il declino dell’avversario o dell’ato, condizioni di vita diffuse in tutta la penisola. venisse eletto dai delegati di ogni Stato e come mai mico di partito. Pensiamo solo a delegittimare l'avInoltre occorre sottolineare come, negli appunti in America esistono due soli grandi partiti. Siamo versario. E intanto il tempo passa e il cittadino del Galanti, la visita alla ferriera occupa poche arrivati così al giorno in cui Trump ha vinto la sfida: comune si allontana dalla politica, ormai una grande ore, visto che, come lui stesso scrupolosamente "Papà - mio figlio il grande - ha vinto Trump, sono Babilonia. I problemi rimangono, le criticità delle annota, la visita alla ferriera, programmata per il felice, lo davano per perdente, mi sembrava un po’ nostre comunità sono sempre più frequenti, gli enti 7 maggio 1792, con partenza alle ore 9 da Serra pazzo, invece, ho ascoltato il suo primo discorso e locali allo sbando, solo passerelle politiche ma la (San Bruno) viene posticipata alle ore 15:00 non è poi così male!” Mio figlio il piccolo, 5° elemen- sostanza dov’è di questi illuminati politici della causa maltempo. Dopo la visita il Galanti rispettare, resta colpito dalla frase lapidaria di Obama: Seconda Repubblica, se ancora oggi qualcuno rimta il programma iniziale e arriva in serata a "Qualunque sia l’esito delle elezioni, domani negli piange quella precedente? Soltanto se si ritorna a Soriano. La visita alla Ferriera è durata poche Stati Uniti il sole sorgerà lo stesso!". Ormai si capiva una dimensione più umana e rispettosa, per chi ogni ore. […] Credo che le conclusioni del Placanica che la sconfitta della democratica Hillary era que- giorno nel quotidiano ci sta accanto e la pensa in debbano tenere conto, come riporta il Galanti, stione di poche ore. Passano le ore e l’attenzione dei maniera diversa da noi, potremo tornare ad essere dei gravissimi danni causati dai devastanti terremiei figli verso queste elezioni americane si affievo- d’esempio per i bambini, non rubargli il loro futuro, moti che colpirono la Calabria. Non si può non lisce in maniera direttamente proporzionale ai giudi- farli sognare un mondo diverso e migliore. ricordare quel terremoto, anzi, quei terremoti (5) zi che sentivano esprimere in televisione dai politoRosario Macrì che nell’arco di due anni (1783/1785) rasero al suolo Reggio e Messina e si spostarono successivamente verso il nord della Calabria; terremoti che provocarono circa 60.000 morti e sconvolgimenti enormi anche nella vita civile, sociale e amministrativa. Il viaggio del Galanti è del 1792, e ancora segnala, nella sua visita, scosse di assestamento del terremoto del 1783. Il finire del secolo vedrà poi l’invasione dei francesi che priverà il Sud e la Calabria di un governo praticamente fino al 1815. QUATTRO. Visto che si citano gli scritti del Placanica, credo importante ricordare quello che lo stesso scrive nel libro citato dal Dottor Varano, sulla situazione della Calabria dopo l’unificazione. […] Dovunque nel mondo democratico, si ripensa alla propria storia e si riconoscono gli errori fatti, perché riconoscendo gli errori commessi magari non si ripetono “L’arretratezza del Sud non fu una condizione dell’industrializzazione del Nord”. Si stava affermando il Capitalismo, che prevedeva per lo sviluppo l’impiego di ingenti capitali. La decisione del Regno d’Italia, dove il potere era in mano al Nord, fu di investire al Nord. Il Sud fu drenato da tutti i suoi capitali, sia economici che umani (F. S. NITTI bene lo spiega nei suoi scritti) e questi furono investiti al Nord. Poi possiamo pensarla come vogliamo, che quella era l’unica scelta, che non si poteva fare altrimenti, la posizione geografica del Nord era migliore etc. etc. , ma questo è successo. CINQUE. Tutte le fabbriche italiane erano arretrate, vennero chiuse, ma furono riaperte solo al nord. Le condizioni di vita, nelle fabbriche del nord da lei citate, non erano così eccezionali come sembra di capire leggendo il suo articolo; la fabbrica di Mongiana era come tante altre fabbriche, e le condizioni di lavoro erano del 1800. Lei invece sembra voler dimostrare che Mongiana era una specie di lager, mentre in toscana, in Lombardia e al nord in generale le altre ferriere erano paradisi dove gli operai stavano benissimo. E in quelle regioni trova musei, libri, mostre che, pur sottolineando le pessime condizioni di lavoro, decantano quelle fabbriche e quel passato, mentre lei vorrebbe che noi ci vergognassimo, e magari ci inchinassimo a chi venne con la forza e con l’inganno ad invaderci, ringraziandolo di aver contribuito a creare quella “questione meridionale” che al momento, pur mai risolta, è stata completamente derubricata da qualsiasi agenda, politica e storica. Se vogliamo veramente che questo paese diventi uno, smettiamola di commettere gli errori che continuiamo a commettere da 155 anni.

FICUS CARICA L. / FAM. MORACEE

to. Il precedente proprietario, padre dell’attuale proprietario dell’orto, Antonio Renda, ha 88 anni e non si ricorda chi sia stato a piantare la presente pianta, unica al momento conosciuta, il cui tronco, a un metro e trenta dal suolo, misura 75 cm di diametro e si stima abbia almeno 90 anni di età.

Trump Presidente, l'ennesima occasione per giudicare e sentenziare

L’

Emilio Zangari, Repubblicano (a scanso di equivoci) Presidente associazione calabresi Lecco

Cieca natura Stormi impazziti tagliano il cielo, solo di gelsi un odore nell’aria, un rombo di tuono arriva improvviso come folata in una placida notte senza più sogni e di morte intrisa. Sobbalza la terra, oscilla ogni cosa, come di foglie un tremulo al vento, crollano case, alberi e ponti, nera è la polvere nel buio più nero. Un eco lontana tra le ombre del nulla porta un silenzio che l’aria dirada, dei loro cuori nemmeno un battito, solo le grida e del sangue il sapore. Cieca natura che tutti colpisce, senza riguardo, senza distinguo, come l’ecclissi che un velo dispiega e di nero colora peccati e virtù. Sorte irrequieta che mai s’accontenta guarda dall’alto e ghigna sprezzante, spegne ogni luce, smorza i sorrisi mentre una lacrima dal cielo scende. Torna il silenzio, sempre assordante, come campane che suonano a morto, penso alle grida, alle vite stroncate, sento una corda che il cuore stringe. L’alba riappare sopra Amatrice, ma i suoi colori nessuno li vede, fra quelle pietre è sepolto un poeta che una farfalla mai più rivedrà. Gaetano Catalani


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Sorrisi d’ottobre Anche Federica Roccisano e Franco Crinò, inusuali compagni di banco in questo bello scatto, erano insieme domenica scorsa a Siderno Superiore come nella nostra copertina.

Aria d’autunno Aria d’autunno in via Correale e, nel rispetto delle tradizioni, Nicola (Carbonella) improvvisa una cottura di Castagne sul bordo del marciapiede.

Supervisione locale Il Comitato “Pro Piazza Cavone” si mostra in tutta la sua completezza fiero del gran lavoro che sta compiendo in questi mesi per la salvaguardia delle bellezze di Siderno Superiore. Indicazioni confuse A Siderno sopravvive ancora, nella sua stortezza, questo sbagliatissimo cartello direzionale per Catanzaro. Non osiamo immaginare il numero di viaggiatori smarritisi per aver riposto eccessiva fiducia in questa indicazione!

SABATO 13 NOVEMBRE

Eccellenze culturali Durante la presentazione del suo ultimo libro, Bruno Gemelli si è fatto sostenere moralmente e culturalmente da Mimmo Bova.

Il ritorno di Micu u Tibbiolu Che emozione rivedere a Martone "'a lapa i Micu u Tibbiolu", che se ne stava lì seduto, con la gamba di fuori. Questa bella fotografia si è rivista a Martone in occasione della sagra della castagna.

Fitwalking culturale Nel proprio eterno girovagare, il nutrito e allegro gruppo del Fitwalking, questa settimana, ha fatto tappa nientemeno che a Mammola! Tappa obbligata della gita: il Musaba di Nick Spatari! 18 anni d’eccellenza Mille di questi giorni a Mariagrazia Franco per il suo 18esimo compleanno. Qui assieme ai genitori, il suo ragazzo Francesco e Famiglia e il carissimo amico Giovanni Saccà.

100 di questi auguri! L’Assessore Bianca Gerace festeggia il 100esimo compleanno di Vincenza Cutela. Un traguardo che auguriamo possa rappresentare una nuova primavera per la signora!

Viaggio istituzionale Il sindaco di San Giovanni di Gerace Pino Vumbaca, onnipresente sui social posa assieme ad altri primi cittadini durante una recente visita in senato.

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