CONTROCOPERTINA
CULTURA& SOCIETÀ
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DOMENICA 27 NOVEMBRE
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Bianco e nero. Due facce della stessa medaglia. La Locride che riceve i complimenti per la sua instancabile esaltazione della cultura, nella stessa settimana è costretta ad assistere all’ennesimo, assurdo, caso di cronaca. Meritevole dei complimenti e suo malgrado teatro di una storia assurda, questa volta, è Mammola, paese aspromontano in cui, all’impegno di Nick Spatari e Hiske Maas, fanno da contraltare dei volgari ladri di polli…
Mammola
dallestelleaipollai , a b a s u M
tà i n r e d o im d o l o i c c unbo dinodellastoria nelgiar
Preg.mo On. Presidente Sono un Rotariano facente parte del Distretto 2060, socio del Club Verona Sud Michele Sanmicheli. Ho aderito al Raduno nazionale organizzato egregiamente dal Club rotariano di Locri, cosi ho avuto l'opportunità di visitare e conoscere straordinari luoghi naturalistici, archeologici, museografici della vostra bellissima regione che non conoscevo affatto. Questa occasione mi ha favorevolmente impressionato e incuriosito e mi ha fatto desiderare di ritornare per conoscere altre bellezze e trascorrere una vacanza al mare. Però, quello che più mi ha affascinato è stata la visita al "Musaba", parco museo laboratorio a Santa Barbara a Mammola nel cuore antico della Locride. Ebbene, per me architetto, è stata una fantastica e inaspettata sorpresa, trovare tanta "modernità" in un luogo così antico e pregno di storia e civiltà. È la cultura che si rigenera continuamente ed è sorprendentemente moderna pur nell'evidente richiamarsi all'antichità. Credo che sia, per quanto ne so, un unico esempio in cui oggi si produce Arte e Conoscenza operando nel territorio in maniera armonica tra le varie discipline. Questi valori riscoperti e attualizzati sono gli stessi che furono alla base del nostro Rinascimento, con le botteghe degli artigiani, prima che artisti e, nel secolo scorso, con le scuole del Bauhaus a Weimar e a Dessau. Tutto questo patrimonio artistico, prima che sia troppo tardi, deve essere valorizzato, pubblicizzato, fatto conoscere a livello locale, regionale e nazionale. È un eccellente "unicum", portato avanti con grandi sacrifici, per decenni, da due instancabili artisti sognatori, il maestro nick Spatari e Hiske Maas, che merita un immediato riconoscimento mediante una programmazione che faccia riferimento a fondi regionali, nazionali e, soprattutto, europei. Tutto questo in funzione di una lungimiranza politica consapevole che tutto ciò che si investe in Cultura crea un ritorno di crescita sociale e conseguentemente anche di benessere economico con nuove attività e posti di lavoro. Signor Presidente, la ringrazio per l'attenzione che vorrà riservare a queste mie riflessioni, dettate dall'apprezzamento sincero per la vostra meravigliosa Calabria e dall'ammirazione per il coraggioso impegno creativo degli artisti che avete la fortuna e l'orgoglio di ospitare. Gilberto Barbesi
Ne è rimasto terribilmente affascinato. Per questo Gilberto Barbesi, architetto veronese, ha scritto una lettera al governatore Oliverio affinchè venga conferito un immediato riconoscimento al maestro Nick Spatari e alla moglie Hiske Maas, per l'opera grandiosa che hanno realizzato instancabilmente per decenni: il Musaba
Totò: Ladro? Ladro: Sì. Totò: Incensurato? Ladro: No. Signora derubata: Ah marescià, il pollo è mio. Dammi il pollo! Totò: Quello è il corpo del reato, non lo posso dare. Ha capito? - e guardando con aria minacciosa i due derubati: Mo vediamo se non 'nschiaffo a qualcuno dentro. Vediamo se in questo paese non faccio piazza pulita. Andiamo! prendendo a braccetto il ladro. Ladro: Marescià, ma che mi arresta? Totò: Nemmeno per sogno, mi arruolo. Ladro: Che? Totò: Mi arruollo! Anche nel paesino di Mammola da qualche settimana si sono registrati casi di "arruollati", ovvero ladri di polli, e non è un modo per indicare ladruncoli dediti a furti di poco conto. A Mammola si riaffacciano davvero sulla scena ladri interessati a questi poveri pennuti. Ladri "vintage" che si aggiungono a quelli di trattori, gioielli e armi. I furti hanno interessato sia il vasto territorio montano mammolese che il cuore del centro storico. In particolare ci è stato segnalato un caso in contrada "Castanea", dove ad essere presa di mira è stata una casa rurale in cui vengono custoditi attrezzi agricoli e in cui trovano ricovero, per l'appunto, polli e galline. La zona è abbastanza impervia e, quindi, non facilmente raggiungibile ma questo non è bastato a fermare i malviventi, i quali dimostrano di conoscere bene l'entroterra mammolese, che setacciano muniti di un mezzo per l'asporto della refurtiva. A questo episodio se ne aggiungono altri più recenti, che hanno destato grande preoccupazione, soprattutto tra gli anziani che vivono da soli in casa. Si tratta, in particolare, di due casi di furto con scasso. Il primo si è registrato nel cuore del borgo antico all'interno di un'abitazione nascosta tra i vicoli, una zona in cui vivono poche famiglie e a cui è difficile accedere in automobile. Al momento dell'intrusione il malcapitato, che vive in casa da solo, era fuori. Un episodio analogo si è registrato, poi, qualche giorno fa nelle vicinanze della Chiesa Matrice. A denunciarlo un uomo (anch'egli vive da solo) che, al suo ritorno dal
e n i l l a g i d Ladri Da "I due marescialli" (di Sergio Cobucci, con Totò e Vittorio De Sica) Signora derubata: Al ladro! Al ladro! Marescià, lui mi ha rubato Totò (nei panni di falso maresciallo ma in realtà ladro anche lui): Momento! Momento! Non cominciamo con le parole grosse! Si fa presto a dire ladro a un individuo. Ci vogliono le prove. Signore derubato: Ci sono le prove! Totò: Dove stanno le prove? Signore derubato: Sotto la giacca Totò: Sotto la giacca c'è la camicia. S.d.: No, no c'è il pollo mio. Totò: Dove sta? Fai vedè il pollo. Questo è il pollo? Lo riconosce lei? S.d.: Sì è proprio mio. Totò: Come si chiama? S.d.: Chi? Il pollo? Torquato. Totò: Ma che Torquato, non mi faccia ridere. Vieni qua te, come ti chiami? Ladro: Meninghetti Basilio.
lavoro, ha ritrovato la casa a soqquadro. I ladri, approfittando della sua assenza, avevano rubato oltre ad oggetti di scarso valore, anche fucili regolarmente detenuti dal proprietario. In entrambi i casi di furto i malviventi dimostrano, quindi, di conoscere le abitudini delle vittime. L'ultimo episodio in ordine di tempo si è verificato sempre nella parte alta della cittadina , lo scorso sabato sera: i ladri, approfittando di un black out dell'illuminazione pubblica, hanno provato a intrufolarsi in un'abitazione. A quanto pare, però, il tentativo di furto è stato sventato grazie al coraggio e alla determinazione di alcune donne del luogo che sono riuscite a metterli in fuga. Nonostante, quindi, un periodo di calma apparente, a Mammola ritorna nuovamente all'ordine del giorno il problema sicurezza. È per questa ragione che i cittadini mammolesi invocano l'Amministrazione Comunale affinché si provveda all'installazione di telecamere di videosorveglianza nel territorio, al fine di arginare questi atti delinquenziali che purtroppo scuotono i molti cittadini onesti e laboriosi. T.G.
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ATTUALITÀ
GIUDIZIARIA
Alle origini del narcotraffico Il Duemila ha segnato l’inizio di un nuovo millennio anche per il narcotraffico. In quel dato momento storico, che culminerà con l’avvento dell’euro altro passaggio “importante” per gli affari illeciti e il riciclaggio di denaro di dubbia provenienza, emergono una serie di alleanze tra gruppi criminosi dediti al traffico internazionale di sostanze stupefacenti. Una delle maggiori inchieste delle Direzioni distrettuali antimafia di Reggio Calabria e Palermo, che ha registrato il coordinamento della Direzione Nazionale Antimafia, ed eseguite dagli investigatori del Goa della Guardia di Finanza di Catanzaro e dalla Squadre Mobili di Palermo e Trapani, ha portato ad una serie di arresti e decine di indagati in quello che è stato considerata la prima “joint venture” della droga fra “Cosa Nostra” siciliana e “‘Ndrangheta” calabrese, in affari con i narcos colombiani. Anni di intercettazioni per scoprire “Che attraverso accordi organizzativi e la realizzazione di programmi operativi relativi, in particolare, al co-finanziamento delle partite di stupefacente da acquistare, la costituzione di una cassa comune per le spese da affrontare, il reperimento dei mediatori e di adeguati contatti con i fornitori, la comune predisposizione di mezzi, strutture e uomini” provvedono d’intesa “a curare tutte le fasi dirette all’acquisto di ingenti quantitativi di droga ed alla loro spedizione, esportazione-importazione, trasporto, consegna, cessione, distribuzione, vendita, offerta, commercializzazione in Italia ed in altri paesi europei”. In Sicilia i vertici delle famiglie di mafia hanno interesse a ritornare al centro dei traffici dopo la sconfitta della linea dura dei Corleonesi, che nuoce agli affari compreso il traffico di droga e, su questo versante viene strizzato l’occhio ai “cugini” del continente, quei calabresi che stanno prendendo piede sempre più nel mercato degli stupefacenti. In quel momento di passaggio si afferma la figura del “broker”, che sarà in grado di gestire i fiumi di denaro che vengono raccolti per essere investiti nell’acquisto della cocaina, che in breve andrà a superare gli interessi nel mercato dell’eroina. Sarà un personaggio d’origine romana, ma che trova una collocazione precisa in un paese della Locride, a trovare il punto di incontro tra siciliani e calabresi e ragionare in alberghi della capitale sull’importazione di centinaia di kg di cocaina da importare dalla Colombia. Ad un certo punto dell’inchiesta al broker “romano” un prossimo congiunto avrebbe parlato di un capitale a loro disposizione ammontante a circa dieci miliardi di vecchie lire. Lo snodo della maxi indagine saranno le intercettazioni telefoniche, quando gli investigatori registrano le telefonate partite da una cabina telefonica della Locride. Il chiamante compone numeri di telefono che portano in Spagna, dove ci sono “amici dei calabresi” a loro volta “in contatto con le cosche siciliane”. Tra alti e bassi, mentre i reparti investigativi registravano e ascoltavano le conversazioni che avvenivano tra i “soci”, si individuano rotte e modalità di trasporto della droga dal Sudamerica, fino a quando in Grecia si identifica e viene sequestrato un carico di oltre 200 kg di “ben occultata in mezzo al carico di copertura costituito da sacchi di riso, all’interno di un container in transito nel porto del Pireo”. Dopo alterne vicende, che porteranno all’estromissione dei siciliani dalla ripartizione degli utili, l’affare andò finalmente in porto, grazie ai “calabresi” e, per come all’epoca e a tutt’oggi, non si è ancora riusciti a rintracciare il quantitativo di droga successivamente ritirato da corrieri delle ’ndrine della Locride.
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SANITÀ
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ASP: impiegati fino alla morte Lo scorso fine settimana un documento intersindacale ha denunciato l’ennesimo scandalo relativo alla sanità Reggina: l’Azienda Sanitaria Provinciale, afflitto da un debito mai chiaramente quantificato, non starebbe versando da anni i contributi ai propri dipendenti, impedendo loro, di fatto, di andare in pensione. Brancati ha cercato di giustificare la propria posizione, ma la luce in fondo al tunnel è ancora ben lungi dal vedersi.
I sindacati pretendono di sapere quali e quante siano le posizioni previdenziali scoperte, i trattamenti in pensione operati dall’Azienda dal momento in cui è stato rilevato l’indebitamento e l’allineamento ai regolamenti pensionistici.
Brancati ha sottolineato che, alla data del suo insediamento, 1° giugno 2016, la situazione era già disastrosa e che, appena pochi giorni dopo essere entrato in carica ha dovuto pagare una multa di 70mila € per i contributi non versati e una per non aver pagato l’acqua.
Lo scorso fine settimana ha destato non poco scalpore il documento intersindacale che, inviato alle autorità competenti, denunciava l’omesso versamento dei contributi previdenziali degli impiegati dell’ASP di Reggio Calabria da parte dei suoi dirigenti. Questa bufera abbattutasi sull’Azienda Sanitaria Provinciale, ennesimo scandaloso risultato di un indebitamento così vertiginoso da impedire all’Ente lo svolgimento di qualunque sua funzione, troverebbe conferma nelle periodiche revoche delle procedure di pensionamento del personale dipendente, i cui contributi previdenziali non corrisponderebbero al periodo di servizio effettivo. Tale situazione di stallo, che costituisce una vera e propria tegola per chi pregustava il “meritato riposo” dopo decenni di onorato servizio, provoca naturalmente una situazione di “trattenimento forzato” del personale oltre i limiti imposti dalla legge italiana, rendendo fallace l’opera di recupero dell’Azienda intrapresa dai suoi responsabili. Giustamente, i sindacati che hanno sottoscritto il documento nel quale si denuncia questa assurda situazione, pretendono di sapere quali e quante siano le posizioni previdenziali scoperte, quali e quanti siano i trattamenti in pensione operati dall’Azienda dal momento in cui è stato rilevato l’indebitamento e l’ovvio allineamento ai regolamenti pensionistici degli istituti di previdenza sociale. La richiesta avanzata è, naturalmente, che gli organi di controllo interpellati possano effettuare le indagini di competenza
al fine di accertare e perseguire eventuali illeciti penali e amministrativi ma, ad oggi, risultati concreti ancora non se ne vedono. Una prima risposta, tuttavia, è stata data dal responsabile ASP Giacomo Brancati che, durante l’incontro con il Ministro per la Semplificazione Marianna Madia svoltosi all’Hotel President lunedì 21 novembre, ha approfittato dell’ampia platea e della presenza del Governatore Oliverio per cercare di spiegare (in verità poco efficacemente) la propria posizione. Brancati ha sottolineato che, alla data del suo insediamento, 1° giugno 2016, la situazione era già disastrosa e che, appena pochi giorni dopo essere entrato in carica, una delle prime pratiche che si è visto costretto ad affrontare è stato il pagamento di una sanzione di 70mila € per il mancato versamento dei contributi per il personale dipendente e una pratica che Equitalia aveva recapitato all’Azienda perché non erano state pagate le imposte relative al servizio idrico. «Ogni settimana, anzi, ogni giorno, facciamo un passo per il riconoscimento del bilancio» ha risposto Brancati a un’obiezione del sindaco di Siderno Pietro Fuda, eppure luce in fondo al tunnel continua a non vedersene e, anzi, questo gargantuesco debito nessuno si decide a quantificarlo, di modo che si possano (ci verrebbe da esclamare “Finalmente!”) avviare le pratiche di fallimento. Jacopo Giuca
Referendum: Viscomi spiegherà a Locri come potrebbe cambiare la Costituzione Il 2 dicembre 2016, alle ore 17:00, a Locri, presso la Tenuta il Palazzo (in contrada Moschetta), si terrà il dibattito pubblico La Riforma Costituzionale spiegata articolo per articolo, con il Vice Presidente della Giunta Regionale della Calabria, Antonio Viscomi. Un’occasione tecnica, di qualità, per approfondire e comprendere con chiarezza come potrebbe cambiare l’architettura costituzionale del Paese, analizzando le diverse tesi a confronto in modo semplice e divulgativo. A “interrogare” Viscomi saranno tre giornalisti: Paolo Pollichieni per Il Corriere della Calabria, Bruno Gemelli per Il Quotidiano del Sud e Pino Lombardo per La Gazzetta del Sud. L’incontro verrà condotto e moderato dalla giornalista Maria Teresa Criniti di Telemia e sarà diffuso sulla stessa emittente televisiva regionale. Un’opportunità unica di approfondimento per la cittadinanza della Locride, e non solo, alla quale occorre non mancare.
RIVIERA
Lacopertina
“Lo sviluppo dell’Aeroporto dello Stretto non potrà prescindere da una gestione manageriale improntata a criteri di economicità, efficienza ed efficacia e, soprattutto, dall’incentivazione di nuove compagnie aeree anche per rotte internazionali, imprescindibili per lo sviluppo turistico del territorio, nonché per la valorizzazione e fruizione del Museo archeologico nazionale della Magna Grecia”
Mamma ho perso l’ae n’iniziativa assolutamente apartitica, aperta a tutti i cittadini, la mobilitazione organizzata dal Comitato Pro-Aeroporto dello Stretto il 19 novembre scorso a Reggio Calabria. L’intento è stato quello di difendere e supportare l’importantissima e fondamentale infrastruttura costituita dall’Aeroporto dello Stretto “Tito Minniti”, con esplicito invito a tutte le Istituzioni dell’Area dello Stretto nella battaglia per questo bene comune così prezioso per lo sviluppo economico delle Città Metropolitane di Reggio Calabria e di Messina. “Il nostro comune obiettivo, propositivo e mai di contrasto o contrapposizione – scrive il Comitato – è quello di supportare lo sviluppo strategico e internazionale del nostro aeroporto, troppe volte mortificato e svuotato. Ricordiamo a noi stessi che l’aeroporto di Reggio Calabria è stato il primo Aeroporto della Regione Calabria, considerato di interesse strategico fino al 2015, e che ha enormi potenzialità in relazione al bacino di utenza dello Stretto e dell’area integrata della Città Metropolitana, purtroppo non sfruttate. Pertanto, non potrà e non dovrà essere considerato e gestito come un’appendice di quello di Lamezia Terme, magari in posizione di subalternità”. “Stiamo tentando di portare avanti l’idea che la nostra Città potrà avere una speranza di sviluppo solo se sugli aspetti strategici e fondamentali si opera congiuntamente, a prescindere dall’appartenenza politica dell’uno o dell’altro, e auspichiamo che tutti i soggetti interessati all’Area integrata dello Stretto – di centro, destra o sinistra – provino a dismettere i panni dell’ideologia politica e scendano in campo per difendere e promuovere il Tito Minniti”. “Dovrebbe essere evidente a tutta la Città che abbiamo scritto una bellissima pagina di cittadinanza attiva, la prima (almeno di queste dimensioni) organizzata da cittadini, così come sarà evidente che daremo l’ulteriore seguito in senso propositivo, coerente e costruttivo”. “Al Sindaco, che ha invitato a unire gli sforzi e a non creare divisioni, rispondiamo che la nostra volontà è proprio in questa direzione: non contrapposizioni, ma unità d’intenti. E non a caso, lo avevamo invitato a unirsi a noi nel nostro impegno a tutela e sviluppo dell’Aeroporto, insieme a tutti i suoi Colleghi delle Città metropolitane di Reggio Calabria e di Messina. L’unica presenza istituzionale è stata quella del Sindaco di Gioia Tauro. Poiché, il nostro spirito è propositivo e costruttivo, lo invitiamo ancora una volta ad incontrarci per richiedere tutti insieme con forza il tavolo tecnico interistituzionale nella nostra Città metropolitana e con una nostra rappresentanza”. “Infine, sempre nell’ottica propositiva, ribadiamo che lo sviluppo dell’Aeroporto dello Stretto non potrà prescindere da una gestione manageriale improntata a criteri di economicità, efficienza ed efficacia con investimenti pari a quelli effettuati in altri aeroporti calabresi, e segnatamente in quello di Lamezia e, soprattutto, dall’incentivazione di nuove compagnie aeree anche per rotte internazionali, imprescindibili per
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lo sviluppo turistico del territorio, nonché per la valorizzazione e fruizione del Museo archeologico nazionale della Magna Grecia”. Sulla manifestazione pubblica organizzata dal Comitato si è espresso il Presidente del Consiglio Comunale di Reggio Calabria, Demetrio Delfino: “Si tratta di una libera e democratica forma per affermare una esigenza fortemente avvertita”. “Il Sindaco Falcomatà, dopo il fallimento della “Sogas”, società che ha gestito l’aeroporto “Tito Minniti”, decretato dal Tribunale fallimentare, ha avuto continui contatti con il Governatore della Calabria, Mario Oliviero e il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Del Rio con il proposito di stabilire una concreta e operativa interlocuzione proprio per scongiurare che l’aeroporto dello stretto possa essere chiuso e cagionare alla città metropolitana grossi danni e svantaggi sotto il profilo della mobilità, dell’immagine, del turismo e dello sviluppo complessivo”. “L’obiettivo prioritario, adesso – continua Delfino – è quello di concentrare l’attenzione politica-istituzionale per recuperare e rivalutare l’attività volativa dell’aeroporto cittadino attraverso investimenti efficaci, efficienti e lungimiranti. Tuttavia, non si può ignorare che il fallimento della Società che ha gestito il “Tito Minniti” sia stato
ReggioCalabria
La Calabria dei campan Viviamo una realtà virtuale e quindi grande spazio hanno gli illusionisti: è stata annunciata una mobilitazione per l’aeroporto dello Stretto, che piuttosto che far decollare aerei brucia soldi pubblici. Inoltre, si pretende che un treno ad alta velocità diventi un intercity.
ILARIO AMMENDOLIA Il consiglio regionale della Calabria ha molto tempo da perdere e poco da fare se i consiglieri regionali hanno impiegato una parte della loro costosa quanto inutile presenza in aula per cambiare il nome del vecchio ospedale “Morelli” con quello di “Grande Ospedale Metropolitano”! Che colpo di genio! Già dal Sant’Orsola di Bologna e dal “Pini” si annunciano delegazioni di studiosi in partenza verso la città dello Stretto per capire come hanno fatto i nostri consiglieri regionali, con un solo colpo di penna, a creare un grande ospedale. Si potrebbe continuare cambiando il nome della struttura di Locri in “Grande Ospedale della Magna Grecia” e, a quel punto, la sanità sarà salva! Gli ammalati già si radunano festosi e ovunque, e si annunciano autentiche manifestazioni di giubilo per il grande evento metropolitano. Festeggeranno soprattutto le ditte che riscuotono più volte fatture già pagate e gli studi legali (sempre gli stessi) che sommano interessi a interessi, rivalutazioni a rivalutazioni e così muore la sanità pubblica calabre-
se. Però… i consiglieri regionali si occupano di cambiare il nome all’ex Morelli e intanto nella Locride, le aspettative di vita si abbassano ogni giorno per la pessima organizzazione della sanità sul territorio. ”Caballeros” era il titolo magico con cui il re di Spagna gratificava anche i più miseri, convinto com’era che un titolo nobiliare non si nega a nessuno. “Grande ospedale metropolitano” corrisponde a caballeros! Viviamo una realtà virtuale e quindi grande spazio hanno gli illusionisti e, infatti si annuncia una mobilitazione per l’aeroporto dello Stretto (anche se Messina non lo sa) che piuttosto che far decollare aerei brucia soldi pubblici. Nessuno ha la forza e il buon senso di dire: riconvertite Reggio e Crotone ma collegate la Calabria intera con il resto del mondo. La demagogia e il campanilismo sono stati la nostra sventura. La subalternità al potere la nostra dannazione. A me va benissimo partire da Lamezia. Si faccia diventare l’aeroporto della città lametina realmente capace di collegarci con l’Italia, con l’Europa e col mondo. Questo dovrebbe essere l’interesse della Locride, della Città, della Piana, e di tutte le province calabresi che dovrebbero
SETTIMANALE
“ ereo... e anche il treno DOMENICA 27 NOVEMBRE
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Dopo aver ridotto la Locride a una riserva di voti per politici avidi, ignoranti e inefficienti, a un sito malfamato tra i più“propagandati”del mondo; a uno dei posti più“impresentabili”dal punto di vista dell’igiene pubblica, al luogo più“bersagliato”dai media per fatti negativi, mancava solo l’isolamento o, meglio, il taglio dell’unica possibilità di collegamento veloce con la capitale e quindi col Nord del Paese. Ed è arrivato!
Rosarno
determinato da un management che ha dimostrato per anni un’evidente incapacità di gestione tenuto conto che l’attività volativa dello scalo reggino sia stata gestita dalla compagnia Alitalia in condizioni di autentico monopolio e con costi esorbitanti per gli utenti. L’aeroporto di Reggio Calabria possiede delle potenzialità di sviluppo notevoli poiché il suo bacino di utenza abbraccia e comprende non solo la fascia ionica della provincia di Reggio Calabria ma anche l’utenza della dirimpettaia città di Messina che ha sempre preferito invece orientarsi sull’aeroporto di Catania, nonostante la distanza notevole che non rende sicuramente agevoli gli spostamenti, per la semplice ragione che i servizi e i costi garantiti dallo scalo Etneo sono sempre stati molto più convenienti”. “L’amministrazione Comunale, guidata dal Sindaco Falcomatà – conclude Delfino – sta seguendo con molta attenzione i lavori della commissione nominata dall’Enac per l’individuazione di una nuova società di gestione e non lascerà nulla d'intentato per favorire lo sviluppo su larga scala del Tito Minniti poiché una efficace gestione dell’aeroporto cittadino rappresenta un’occasione indispensabile per garantire uno sviluppo complessivo alla città metropolitana”.
nili non regge più essere adeguatamente collegate all’aeroporto di Lamezia. Invece dalla Locride non parte un solo pullman di collegamento con l’aeroporto lametino perché ciò verrebbe considerata una grave offesa al Tito Minniti. Gli interessi dei viaggiatori sono secondari rispetto alle apparenze. L’ho già detto, questo modo di fare soddisfa le istanze della piccola borghesia frustrata ma spinge la Calabria nella morta gora dove nulla si muove. In Calabria tutto è verbalmente “grande” perché tutto è in realtà molto piccolo. La stessa logica caratterizza il dibattito sul treno di collegamento veloce con Roma in poco più di quattro ore. Figuratevi, io sarei felice qualora il treno ad alta velocità si fermasse a Rosarno, mi rendo conto però che non può diventare un intercity . La Calabria dei campanili non regge più! Serve solo alla casta che incapace di confrontarsi sui problemi reali della gente e del territorio è costretta a sventolare la bandiera del proprio campanile per sopravvivere. Meglio avere pochi ospedali ma che siano delle vere eccellenze e dei
centri di ricerca piuttosto che averne cento, tra pubblici e privati, che non valgono nulla e che spingono - chi può - a curarsi altrove. Meglio avere un solo aeroporto regionale che averne tre con vita grama e di nessuna utilità. Aggiungerei: meglio avere una sola autorevole università piuttosto che averne tre di basso livello. Occorre coraggio e senso di responsabilità verso le future generazioni, un tempo si diceva: bisogna operare in piccolo ma pensare in grande. La Calabria vince se sarà capace di lanciare una sfida a se stessa coinvolgendo su un grande progetto di riscatto la popolazione calabrese e isolando una classe dirigente di mezza tacca che imperversa ovunque e che tende ancora ad abbassarsi con “grillini” e via dicendo. Si può? Rispondo con un esempio: il progetto d’urto della Locride, impegnava i 42 comuni dell’area a realizzare tre soli aeree per i piani di insediamenti produttivi (pip). Tre macro-aree urbanizzate per concedere gratuitamente i lotti a industrie sane che avessero voluto investire nella zona Jonica. Su questo argomento ci siamo confrontati con la Regione,
con i parlamentari nazionali, con il ministro dell’interno. Era un modo di operare in piccolo ma pensare in grande, al di sopra dei campanili. I sindaci hanno smantellato il progetto d’urto e adesso si confrontano sul nulla. Si riuniscono aspettando Godot che mai arriverà. Concludo: Nei giorni scorsi molti, soprattutto appartenenti al ceto politico, hanno espresso la loro solidarietà all’on. Rosy Bindi aggredita verbalmente da Vincenzo De Luca. Hanno fatto bene! La politica dell’insulto - anche se a microfoni spenti - non ha mai giovato ad alcuno. Tuttavia noi calabresi siamo stati offesi dall’on Rosy Bindi, eletta in Calabria, che non ha rispettato nulla di quanto aveva pubblicamente promesso al momento del voto. Oggi capisco perché non l’hanno voluta candidare nella Toscana e l’hanno mandata in Calabria, evidentemente nella “sua” Regione era una “impresentabile” molto più di quanto non fosse De Luca in Campania. Ora gestisce il seggio parlamentare come se l’avesse ereditato dal proprio nonno! Considero tale atteggiamento una gravissima offesa e un oltraggio al popolo calabrese che si somma al suo discutibile viaggio a Polsi in elicottero. Nessuno appartenente al “ceto politico dominante” ci darà mai la propria solidarietà. Noi siamo popolo e non casta e quindi sulle offese nei nostri confronti si può tranquillamente soprassedere. In verità e per dirla tutta, la presidente della commissione parlamentare antimafia ha un solo alibi: in genere gli altri parlamentari calabresi non hanno fatto meglio di Lei e così non c’è da sorprendersi se la Calabria continua a essere l’ultima regione d’Italia.
i spogliano tutti i giorni dei nostri diritti, dei servizi sociali essenziali, della dignità di cittadini di questa nazione, e nessuno protesta! Dopo aver ridotto la Locride a una riserva di voti per politici avidi, ignoranti e inefficienti, a un sito malfamato tra i più “propagandati” del mondo; a uno dei posti più “impresentabili” dal punto di vista dell’igiene pubblica, al luogo più “bersagliato” dai media per fatti negativi, mancava solo l’isolamento o, meglio, il taglio dell’unica possibilità di collegamento veloce con la capitale e quindi col Nord del Paese. Ed è arrivato! I frequenti viaggi in Calabria del ministro delle infrastrutture non miravano, come qualcuno pensava, a migliorare le disastrose condizioni del Servizio Pubblico nella Regione, ma piuttosto a individuare qualcuno decente e peggiorarlo, anzi renderlo inaccettabile. Tutti sanno che nel corso degli ultimi decenni la Locride è stata sottoposta a un continuo stillicidio di tagli, esclusioni, ridimensionamenti e soppressioni. Si è fatto così con la Sanità pubblica e con i servizi essenziali: comunicazione stradale, ferroviaria, aerea, portuale; servizio postale, sopprimendo gli uffici dei piccoli centri, tanto utili agli anziani; manutenzione ordinaria delle strade statali, provinciali e comunali; la cura del territorio, forse il più esposto a disastri naturali di tutta l’Europa; la conservazione dei beni culturali; l’abbandono delle fiumare al proprio destino ecc. A partire dagli anni Novanta, con uno stillicidio annuale, è stato tagliato drasticamente il servizio ferroviario che collegava la Locride con le principali città della nazione e ridimensionato drasticamente anche il servizio locale.Ora arriva l’ultima stangata, che ha dell’incredibile: l’abolizione della fermata di Rosarno dell’unico treno veloce che univa la nostra zona al resto de mondo. L’incredibile è che la trovata “geniale“ dell’ex sindaco reggiano, è stata salutata dal Governatore Oliverio come una conquista, usando parole che definirei indecenti per un capo della Regione più “triste” e abbandonata della Penisola: “Desidero ringraziare chi ha contribuito a questo importante risultato, in primo luogo il Governo e il Ministro Del Rio… Allo stesso modo va ringraziata Trenitalia e l’A.D. Barbara Morgante… il Direttore della Divisione passeggeri Gianfranco Battisti per aver accolto la proposta da noi avanzata”. Quindi è la Regione che ha avanzato l’indecente proposta, che (sembra incredibile) per far partire 11 minuti dopo un treno da Reggio Calabria e farlo arrivare a Roma 12 minuti prima, si abolisce la fermata di Rosarno e si sacrifica un’intera zona popolosa della Calabria più sperduta, composta di 42 comuni e 140000 abitanti, che debbono così rinunciare al servizio; eliminando anche la fermata di Napoli Centrale, utile giornalmente a cittadini comuni, studenti, commercianti e professionisti. Se mi è consentito dalla redazione, c’è una sola parola per tutto ciò: Vergogna. Fortunato Nocera (ex ferroviere)
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L’ANGOLO DI PARRELLO
Com'è bello salire sul carro del vincitore.
Alla fine ha vinto Donald Trump, osannato da oltre duecento milioni di elettori. Importanti capi di Stato si sono congratulati con lui, mentre altri che avevano platealmente espresso delle perplessità sia sull'uomo che sul politico Trump, hanno subito cercato di recuperare terreno, affermando che collaboreranno per occuparsi e risolvere insieme i problemi dell'umanità. Salire sul carro del vincitore, evidentemente, è una moda che resiste ad ogni tipo di cambiamento. Il nuovo presidente ha dichiarato di sentirsi vicino alle persone più umili e di voler trascorrere quanto più tempo possibile con loro......Se son fiori, fioriranno...
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Caso Magalli: il sindaco Crinò non è ancora soddisfatto iene ancora banco (ahinoi) la triste vicenda della battutaccia che Giancarlo Magalli ha indirizzato agli abitanti di Casignana durante la trasmissione I Fatti Vostri. Al scoppiare dell’ovvia polemica sui giornali e sui social network, hanno in effetti fatto seguito le giustificazioni (perché non si è trattato propriamente di scuse) del conduttore televisivo attraverso la propria pagina Facebook, modalità che non è stata gradita dal primo cittadino di Casignana Vito Antonio Crinò. «Nonostante sia terribilmente dispiaciuto dagli insulti e addirittura dalle minacce che sono stati rivolti all’indirizzo di Magalli e Marcello Cirillo, ancora meno giustificate nella misura in cui è egli stesso originario della Locride e mi è sembrato palese stesse cercando di stemperare la tensione generata dalla battuta del collega, non posso che essere contrariato dal videomessaggio di scuse che è stato pubblicato in seguito allo scoppio della polemica - ci ha detto Crinò - Infatti, essendo stata l’offesa pronunciata in diretta, su un
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Vito Antonio Crinò sindaco di Casignana
canale per il quale io e i cittadini di Casignana paghiamo annualmente il canone, credo che il minimo che Magalli potesse fare fosse presentare le sue scuse nello stesso salotto televisivo dal quale la battuta è partita. Che poi mi sia sentito dire dal conduttore che starei cercando di sfruttare questa situazione per cercare di avere visibilità non può che sconcertarmi. La mia fama sono la Villa Romana e il Borgo Antico e sul motivo per il quale intendo portare avanti questa causa non è per un interesse personale, ma per salvaguardare i miei cittadini, che non meritano certo questa offesa gratuita da parte di una persona che non li conosce. «Magalli non deve rispondere delle sue azioni a me e non serviva nemmeno che mi coinvolgesse, ma se continuerà a mantenere questo atteggiamento e si ostinerà a non presentare delle scuse ufficiali come già abbiamo chiesto che faccia agli organi preposti non esiteremo a ricorrere a vie legali. «Se poi vorrà conoscere meglio i casignanesi siamo ben disposti a ospitarlo per fargli conoscere meglio il nostro bellissimo paese» ha concluso il primo cittadino.
Azione Nazionale ha presentato le sue ragioni del NO al Referendum Una sala gremita ha fatto da cornice all'incontro che Azione Nazionale ha tenuto a Siderno, presso l’aula del Consiglio Comunale, per esprimere le ragioni del No per il prossimo referendum. Presente in sala anche l'ex presidente della Giunta regionale Giuseppe Scopelliti. I lavori coordinati da Serenella Multari hanno avuto come relatore il Senatore Mimmo Nania, siciliano, già vicepresidente del Senato della Repubblica, che ha sottolineato l’importanza della sovranità popolare in contrasto con la direzione che il Governo Renzi ha espresso la volontà di percorrere. Francesco Paviglianiti, Grazia Gioè e Marco Cascarano hanno invece affrontato da diverse angolazioni le ragioni per votare No. Conclusioni affidate a Oreste Romeo, che nel riassumere l'andamento dei lavori ha anche espresso il convincimento che alla luce di quanto sta accadendo oggi la "questione meridionale" sta tornando di estrema attualità e la vera riscossa deve partire proprio dal nostro territorio.
Possibile confronta le ragioni del SÌ e del NOal referendum Siderno: anche in strada è campagna campagna referendaria In vista delle votazioni di domenica prossima per il Referendum Costituzionale, la febbre da scelta politica si fa sempre più alta: alle decine e decine di convegni organizzati da partiti e movimenti politici, infatti, questa settimana, a Siderno, si sono aggiunti dei veri e propri “chioschi di divulgazione elettorale” che, accolti i rappresentanti di differenti schieramenti politici, hanno egualmente promulgato il NO alla riforma promossa dal Governo Renzi. In prima linea: l’Assessore Lanzafame a rappresentanza del movimento Possibile e Aldo Caccamo con il suo banchetto forzista.
Il Comitato Costa dei Gelsomini Possibile ha programmato un incontro con Andrea Maestri, Deputato di Possibile al Parlamento per il 29 Novembre, nel quadro del Tour RiCostituente. Per questa occasione, per favorire uno scambio costruttivo di opinioni tra i sostenitori del SI e del NO alla Riforma Costituzionale a vantaggio dei cittadini di Siderno e della Locride, il Comitato ospiterà gli interessati presso il Cafè Manhattan, sito sul Lungomare delle Palme, a Siderno. L’incontro pubblico è fissato alle ore 11,00 del 29 Novembre 2016. Tema: “SI e NO a confronto. Come risponde un territorio complesso”. Intervengono: On. Andrea Maestri – Deputato di Possibile; Giuseppe Neri – Consigliere Regione Calabria – Democratici e Progressisti. Al confronto seguirà dibattito.
Le nostre IN BREVE radici Veneranda Legato vince stanno 38 mila euro ad Affari tuoi morendo
Che fine ha fatto il Museo della Civiltà Contadina di Benestare che, grazie ai "Catoja 2016", che lo hanno tenuto a battesimo nel Rione Timpa, (ex abitazione di Don Bruno, il prete) dovrebbe essere un punto di riferimento della nostra storia contadina per promuovere, in chiave cultural popolare e turistica, il nostro paese? Ma, come sempre, passato il santo, passa anche la festa e, con essa, un'altra occasione (persa, come il Teatro) per dire alla gente che esistiamo anche noi, culturalmente parlando. Franco Blefari
Che piacere stasera guardare su Rai uno la trasmissione di Flavio Insinna, Affari tuoi. Il piacere di vedere rappresentata la nostra regione dalla bella amica Veneranda Legato di Bova. Infatti sono anni che conosciamo Veneranda, vedendo lei ci è tornato in mente il nostro caro direttore Pasquino Crupi, paesano e amico di Veneranda, che spesso veniva a trovarlo in redazione. I
fatti, tornando a casa per la cena come al solito mia madre segue questo programma, vedo subito una faccia conosciuta, seguo tutta la puntata con attenzione. Alla fine Veneranda se ne torna in Calabria accettando l’offerta di 38 mila euro, quando era rimasta in finale con 50 centesimi e 100.000 euro nel suo pacco. Brava Veneranda
Due locresi al vertice della Camera Penale di Roma Il locrese Cesare Placanica è stato eletto, nella serata di giovedì, Presidente della Camera Penale di Roma. I soci della prestigiosa Associazione, che raccoglie tutti gli Avvocati penalisti della Capitale, hanno indicato l'avvocato di origini calabresi come proprio Presidente di seguito ad una elezione molto partecipata conclusa con una netta affermazione della lista capeggiata da Placanica. Ma la soddisfazione per la Calabria e per Locri non è finita qui: suo vicepresidente, infatti, sarà il conterraneo Vincenzo Comi.
COPERTINA
Babbo Renzi anticipa il Natale: sottol’alberodiDeLucaeOliverioregalid’oro MARIA GIOVANNA COGLIANDRO
orse è il primo caso in cui una controriforma va a spazzare via una riforma fatta dal medesimo governo. Era stato, infatti, il premier Renzi, nel 2014, a volere che i commissari alla sanità chiamati a sanare i buchi nelle varie regioni non potessero più essere i governatori ma tecnici provenienti da un’altra area. Questo per evitare che controllato e controllore coincidessero. Ma lo scorso mercoledì, la riforma voluta da Renzi viene mandata all’aria da... Renzi. Il premier rinnega se stesso. Prima che il gallo canti (leggasi prima del 4 dicembre) e la frittura di pesce sia dorata e croccante ti rinnegherai tre volte. E così la commissione Bilancio della Camera resetta la riforma di due anni fa: i presidenti di Regione potranno di nuovo ricoprire l’incarico di commissari della sanità quando si verifica un percorso di rientro dai conti in rosso. Cose che succedono in vista di un referendum il cui esito è stato presentato, da entrambe le parti, come il compiersi dell’Apocalisse. La norma è stata ribattezzata “pro De Luca” perché a beneficiarne in questo momento c’è soprattutto il presidente della Campania Vincenzo De Luca. “Ditelo in modo chiaro e schietto che i voti di De Luca in vista del referendum vi servono come il pane” - ha tuonato Silvia Giordano dei Cinquestelle. In effetti il premier Renzi deve rendere grazie al governatore De Luca per il suo Sì e come farlo se non consegnando nelle sue mani il settore della sanità, vale a dire oltre il 70% dei bilanci regionali! Il regalo reso con una manica larga, che più larga non si può, servirà a Renzi per ingraziarsi pure il nostro governatore perchè, così come la Campania, anche la Calabria è oggi commissariata dal governo. Due piccioni con una controriforma last minute. È così che si mettono a posto le cose in Italia: accomodamenti intrecciati di simulacri, viscose manipolazioni. Niente può realizzarsi se non si è disposti a negoziare: alla mano tesa dell’uno, deve corrispondere la mano tesa dell’altro. Non c’è alcuna fondata teoria dietro, nessuna riflessione cervellotica. Dietro quest’ennesima balordaggine, appesa in una incoerenza insopportabile, si deduce, con un’efficacia assai maggiore di qualsiasi analisi avanzata da olfatti fini, la corrosione profonda della politica. E così si riaffaccia lo spettro del clientelismo, che si era cercato di sbaragliare nel 2014 cancellando la figura dell’assessore regionale alla Sanità. Grandi praterie clientelari si spalancano all’orizzonte: direttori generali scelti direttamente dal governatore che potrà anche orientare appalti e convenzioni della sanità pubblica come di quella privata. In un colpo solo la cucuzza e tutto il cuccuzzaro. Questo scatto improvviso di generosità da parte del nostro premier sarà molto apprezzato dal vasto indotto della sanità sia in Campania che in Calabria. Quanto a chi sta fuori dall’indotto, si tratta dell’ennesima amputazione brutale e le amputazioni brutali, si sa, sono tremende: si rischia che il moncherino faccia male per tutta la vita.
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CALABRIA La commissione Bilancio della Camera resetta la riforma di due anni fa: i presidenti di Regione potranno di nuovo ricoprire l’incarico di commissari della sanità quando si verifica un percorso di rientro dai conti in rosso.
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DOMENICA 27 NOVEMBRE 11
Obesità e sovrappeso come combatterli Il Dr.Enzo Lamberto
Le persone attualmente trattate presso il nostro centro, stanno perdendo mediamente da 3 a 7 chilogrammi in 20 giorni. Il fatto sensazionale è, che con i nostri metodi i chili eliminati non si riprendono più, in quanto interveniamo direttamente sull’educazione alimentare, praticamente l’organismo viene abituato ad assimilare solo lo stretto necessario per la sopravvivenza, evitando tutto ciò che è in eccesso, senza particolari diete o ausilio di farmaci.
Uno dei problemi più comuni tra quelli correlati al moderno stile di vita è il sovrappeso. Il sovrappeso grave, o obesità, è uno dei maggiori fattori di rischio per lo sviluppo di molte patologie croniche quali: malattie cardiache e respiratorie, diabete mellito noninsulino dipendente o diabete di Tipo 2, ipertensione e alcune forme di cancro, come anche il rischio di morte precoce. Gli studi scientifici più recenti e i dati rilevati dalle compagnie di assicurazione sulla vita hanno dimostrato che i rischi per la salute provocati da un eccesso di grasso corporeo non sono solo legati ai gravi problemi dell’obesità, ma sono associati anche ad un aumento di peso relativamente ridotto. L’obesità e il sovrappeso sono problemi gravi che costituiscono un onere finanziario enorme e crescente per le risorse nazionali. Comunque, queste patologie sono ampiamente prevenibili con ragionevoli cambiamenti nel proprio stile di vita. 2. Che cos’è l’obesità e quando si può dire di essere obesi o in sovrappeso? L’obesità è spesso definita semplicemente come una situazione di accumulo anomalo o eccessivo di grasso nei tessuti adiposi del corpo che comporta rischi per la salute. La causa di fondo è un’eccedenza energetica che determina un aumento di peso; in altre parole le calorie introdotte sono superiori alle calorie bruciate. Per aiutare le persone a determinare il proprio peso-forma, il CENTRO POLIVALENTE DI SIDERNO utilizza una semplice misurazione del rapporto tra peso e altezza chiamata Indice di Massa Corporea (IMC). L’IMC costituisce un utile strumento, abitualmente utilizzato da medici e altri professionisti del settore sanitario, per classificare il livello di sottopeso, sovrappeso e obesità negli adulti. L’IMC si calcola prendendo il peso in chilogrammi diviso per altezza in metri al quadrato (kg/m2). Per esempio, un adulto che pesa 70 kg ed è alto 1,75 m avrà un IMC di 22,9. Rientrano nella classificazione di sovrappeso e obesità i soggetti con un valore IMC rispettivamente uguale o superiore a 25 e a 30. In generale, un IMC tra 18,5 e 24,9 classifica un soggetto “sano”, mentre un soggetto con un IMC tra 25 e 29,9 è un soggetto con un “aumentato rischio” di sviluppare disturbi associati. Infine, un soggetto con un IMC uguale o superiore a 30 corre un rischio “da moderato ad alto. Sovrappeso e obesità sono influenzati da molti fattori tra cui la predisposizione ereditaria, fattori ambientali e comportamentali, invecchiamento e gravidanze . È comunque assodato che non sempre l’obesità è semplicemente il risultato di un eccessivo indulgere a cibi particolarmente gradevoli al palato o della mancanza di attività fisica. Entrano in gioco anche fattori biologici (ormoni, genetica), stress, farmaci e invecchiamento. Tuttavia, alimentazione e attività fisica influenzano notevolmente l’equazione dell’equilibrio energetico e sono anche i fattori più modificabili. Sicuramente, una dieta ricca di grassi, ad alto contenuto calorico e lo stile di vita sedentario sono le caratteristiche più strettamente correlate alla crescente diffusione dell’obesità in tutto il mondo. Inversamente, la perdita di peso si verifica quando l’apporto energetico è inferiore al dispendio energetico, per un periodo di tempo prolungato. Una dieta ipocalorica abbinata ad un aumento dell’attività fisica è generalmente il consiglio fornito dai dietologi per una perdita di peso duratura . Le diete miracolose che limitano eccessivamente le calorie o escludono determinati gruppi di alimenti sono da evitare perché mancano spesso di nutrienti importanti e/o non possono essere seguite per periodi prolungati. Inoltre, non insegnano abitudini ali-
mentari corrette e possono provocare un effetto yo-yo (aumento e calo di peso ciclico dovuto all’alternarsi di periodi di sottoalimentazione e sovralimentazione). Questo tipo di comportamento alimentare se mantenuto a lungo termine può essere pericoloso per la salute fisica e mentale. In ogni caso, un soggetto non dovrebbe porsi come obiettivo di perdere più del 10% del suo peso iniziale, percentuale già utile ad avvertire un miglioramento dello stato di salute generale.
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Il metodo per dimagrire utilizzato dal CENTRO POLIVALENTE SIDERNO si divide in 3 fasi: I° fase, trattamento di Agopuntura Elettronica ( senza aghi) che serve per diminuire il senso di fame quindi eliminare la classica “ Fame Nervosa” si effettuano mediamente 3 sedute. 2° fase: grazie a speciali apparecchiature si interviene direttamente sulla massa grassa, trasformandola in liquido “ Acqua”. 3° fase: eliminazione naturale dell’acqua in eccesso. Le persone attualmente trattate presso il nostro centro, stanno perdendo mediamente da 3 a 7 chilogrammi in 20 giorni. Il fatto sensazionale è, che con i nostri metodi i chili eliminati non si riprendono più, in quanto interveniamo direttamente sull’educazione alimentare, praticamente l’organismo viene abituato ad assimilare solo lo stretto necessario per la sopravvivenza, evitando tutto ciò che è in eccesso, senza particolari diete o ausilio di farmaci. Le sedute previste per perdere fino a 20 chili sono da un minimo di 10, ad un massimo di 20, al costo di Euro 50,00 cadauna. Tempi di realizzazione peso forma da 2 a 3 mesi. Per prenotare una visita completamente gratuita che determina tutti i parametri di massa grassa. Massa muscolare e massa liquida, telefonare al numero: 0964-401508 per prenotare un appuntamento. Il centro Polivalente si trova a Siderno in Piazza Risorgimento. a cura del Dr.Enzo Lamberto
o r t n e C l i o s s Pre Polivalente è ttere possibile smeoli 20 s n i e r a m u f i d a l o s a n u n o c minuti o t s e u q r e p , a t sedu a i z n a r a g o m rilascia O I T T A F S I D D “ SO RIMBORSATI”
Per informazioni e aPPuntamenti ci trovate a Siderno in Piazza riSorgimento angolo via matteotti 64. tel. 0964-401508 Seguici Su faceBooK " centroPolivalente Siderno?
ATTUALITÀ
Trasporti metropolitani
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DOMENICA 27 NOVEMBRE 12
L’idea di un sistema di trasporto in sede fissa, la cosiddetta metropolitana di superficie, nasce nel 2009, quando l’allora assessore ai Trasporti, Demetrio Naccari Carlizzi, finanzia 120 milioni di euro per interventi sulla mobilità delle città calabresi. Soldi europei, come sempre. Grandi progetti, come sempre. Ma da allora tutto fermo. Questa sarà la volta buona?
100 milioni di euro per la Metropolitana di Reggio Calabria... come in un sogno! ANTONIO CORMACI La notizia sconvolge la città di Reggio Calabria: la Regione ha stanziato ben 100 milioni di euro per la realizzazione della tanto discussa metropolitana di Reggio Calabria, un progetto che, se realizzato, rappresenterebbe un passo in avanti nella mobilità della città dello Stretto, adeguandola alle già avviate reti di Catanzaro e Cosenza. “Si apre una prospettiva importante nella programmazione della mobilità nel territorio urbano della Città dello Stretto”, ha così chiuso il presidente della Giunta regionale Mario Oliviero. Sembra l’ennesimo slogan, l’ennesima bomba ad effetto. Perché di metropolitana a Reggio si parla da ormai tanti anni. L’idea di un sistema di trasporto in sede fissa, la cosiddetta metropolitana di superficie, nasce nel 2009, quando l’allora assessore ai Trasporti, Demetrio Naccari Carlizzi, finanzia 120 milioni di euro per interventi sulla mobilità delle città calabresi. Soldi europei, come sempre. Grandi progetti, come sempre. L’ultima data per appaltare le opere di mobilità fissa era il 31 dicembre 2015 pertanto le diverse amministrazioni di Reggio si sono ingegnate per superare l’ostacolo. Cosa ne è stato fatto di quei soldi? La giunta Scopelliti investe il denaro in altri tipi di interventi su strade e parcheggi mentre il sindaco Arena decide di tirar fuori dalla naftalina il progetto che tuttavia neanche con la sua amministrazione vede la luce. I commissari, invece, utilizzato un cospicuo anticipo regionale di 8 milioni di euro per pagare gli stipendi dei dipendenti dell’Amministrazione. Intanto, come leggera pioggia sul bagnato, il nucleo di valutazione regionale constata come nei lavori fatti dalla giunta Scopelliti non vi sia una effettiva coincidenza tra l’oggetto dei finanziamenti, ossia la metropolitana di superficie. Ciò è stata l’avvisaglia di un ulteriore fallimento.
La notizia sconvolge la città di Reggio Calabria: la Regione ha stanziato ben 100 milioni di euro per la realizzazione della tanto discussa metropolitana di Reggio Calabria, un progetto che, se realizzato, rappresenterebbe un passo in avanti nella mobilità della città dello Stretto, adeguandola alle già avviate reti di Catanzaro e Cosenza.
Il denaro c’è, insieme a quello derivante dai Patti per il Sud siglati tra Regione e Governo. Tuttavia è auspicabile che il nuovo progetto di mobilità urbana per la città di Reggio sia contestualizzato in un generale riassetto urbanistico più funzionale che non trascuri quegli elementi di mobilità elementare quale può essere finanche un marciapiede. Nel novembre del 2014 si insedia la Giunta Falcomatà, che trova davanti a sé una situazione a dir poco confusionaria, con sei interventi appaltabili con quelle somme e nessuno di questi che riguardi la famigerata metropolitana – si parla di interventi come le bretelle di S. Agata e il parcheggio del Palazzo di Giustizia. Il risultato di ciò è un definanziamento di circa 90 milioni di euro sui famosi 120 stanziati nel 2009. Il comune di Reggio, in sostanza, potrà beneficiare di una cifra stimata intorno ai 37 milioni, sempre in base alle valutazioni del Nucleo regionale. A fine agosto 2015 la Giunta Falcomatà approva il piano della mobilità e rimodula il macrointervento individuando i sub-interventi pronti ad andare a gara: Parcheggio del Palazzo di Giustizia 20,55 milioni di euro; Bretelle del S. Agata 6,6 milioni di euro; Ponte Calopinace 0,45 milioni di euro; Bus 4,2 milioni di euro; Studio di Fattibilità della Metropolitana 0,19 milioni di euro; Assistenza Tecnica 0,1 milioni di euro. Tutto per un totale di circa 32 milioni di euro con i quali, ad oggi, l’Amministrazione Falcomatà ha appaltato tre progetti. Tra questi, ovviamente, non figurava la metropolitana. Insomma, che gli slogan siano una costante della nostra Regione, non è una novità. Fu così nel 2009, adesso chi lo sa. Il denaro c’è, insieme a quello derivante dai Patti per il Sud siglati tra Regione e Governo. Tuttavia è auspicabile che il nuovo progetto di mobilità urbana per la città di Reggio sia contestualizzato in un generale riassetto urbanistico più funzionale che non trascuri quegli elementi di mobilità elementare quale può essere finanche un marciapiede.
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DOMENICA 27 NOVEMBRE
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Questa terra I colori di un sorriso è la nostra! Una risata, una bevuta, gli amici, quattro chiacchiere. Nessuno avrebbe voluto sapere il suo nome. Nessuno si sarebbe aspettato così tanto.
Vorrei con questa affermazione racchiudere il senso della battaglia che il Comitato a Difesa della Salute dei Cittadini Sidernesi sta conducendo nel Comune di Siderno a difesa dell'ambiente, della salute e della vita dei residenti, conscio che questa problematica è un problema che coinvolge tutta la Locride e l'intera regione. Questa frase è più significativa in un territorio suddiviso in zone controllate dai vari clan presenti in ogni provincia e che anche in modo scoperto "silenziano" le coscienze dei cittadini, ormai assuefatti da tanti anni a dover subire questo clima di sopraffazione. Sono uno degli aderenti al Comitato e partendo dalle problematiche sidernesi ci siamo sempre di più resi conto che dovremmo chiamarci Comitato a Difesa della Salute dei Cittadini, in quanto la stessa problematica coinvolge la Locride e la Calabria, ma per fortuna nella nostra regione ci sono tante altre associazioni che su queste questioni stanno lavorando e quindi non siamo gli unici. Questo sta a dimostrare che malgrado quello che si dice sui Calabresi non sempre è vero, ci sono cittadini e cittadini, ci sono quelli che sono costretti a subire e quelli che lottano per affermare che questa terra è di tutti e che occorre conservarla per noi e le generazioni future. Una regione che può essere l'Eldorado che si cercava ma che tanti hanno martoriata, ferita e offesa. Mi riferisco alla scoperta non dei tesori, ma dei veleni presenti nei due mari, nelle colline e anche nei terreni che infestano le acque e rendono quei mari e quelle terre bisognose di cure e di tanti soldi per la bonifica. Terre e mari venduti al miglior offerente, le grandi aziende del Nord che con il tacito accordo di chi doveva controllare questi traffici illegali, hanno smaltito per tanti anni i veleni prodotti a prezzo scontato. Africo, e non è il solo comune, è l'emblema di questo disastro, si muore e si aspetta che gli altri ti risolvano i tuoi problemi, quando la risposta devi cercartela tu, tra la tua gente, forse anche tra i tuoi parenti che hanno accolto a braccia aperte le schifezze che gli altri dovevano sbolognare a basso prezzo, piuttosto che affidarle alle aziende addette allo smaltimento delle sostanze tossiche. Si sa che i Calabresi hanno questa qualità di accogliere tutti a braccia aperte e aprire le proprie case a chi arriva, dall'antichità; questa non è accoglienza ma essere mercenari a disposizione dei "padroni" del Nord e non c'è nessuna giustificazione o alibi per potere essere assolti. Chi ha permesso ciò è un figlio degenere di questa terra, non ha diritto di reclamare la sua appartenenza a questa regione. Appartiene a un altro mondo, quello del malaffare, dei soldi, dell'economia dello scarto, dei rifiuti, della distruzione. In questo contesto si inserisce la questione ambientale di Siderno, punto iniziale da cui sono partito e con cui intendo chiudere queste riflessioni, parte essenziale e sul quale come Comitato a Difesa della Salute dei Cittadini Sidernesi lavoriamo da aprile in modo serrato e continuo. Partendo dalla problematica SIKA, abbiamo scoperto, grazie alla preoccupazione del Sindaco Fuda che la ex-BP era un mostro dormiente, una bomba ecologica "nascosta" al pubblico, ma nei soliti armadi della vergogna, come si usa dire. Ci siamo rapportati in primo luogo con l'Amministrazione Comunale e con il Sindaco Pietro Fuda, con i cittadini e con tutti i gruppi consiliari, in quanto unico interesse nostro è quello di libera-
re Siderno dal rischio chimico, non abbiamo altri interessi e vorremmo che come stabilito dalla Consiglio Comunale del 10 ottobre venisse, al più presto possibile, inserito nello Statuto del Comune che Siderno non accetta più nel suo territorio fabbriche chimiche. Questo passo a noi sembra il più semplice e per questo chiediamo che venga deliberato entro questo anno. Dopo il Consiglio Comunale, né noi, né il Sindaco siamo stati fermi e abbiamo continuato a interloquire e discutere come andare avanti. Nel frattempo, come richiesto in Consiglio Comunale, la consigliera del PD Maria Teresa Fragomeni si è attivata per chiedere incontro sia con il Presidente della Regione Mario Oliverio, sia con il Dipartimento Ambiente della Regione. Vi è stato un primo incontro poche settimane fa tra il Sindaco e Oliverio a Reggio Calabria, il quale si sta attivando per chiedere i soldi a Roma e un piccolo incontro in questi giorni, anche con noi del Comitato a Difesa della Salute. Siamo ancora in attesa della risposta del Dipartimento Ambiente della Regione. Per quanto riguarda la ex-BP, è stata inviata dal Comune tutta la documentazione agli enti interessati alla vicenda e in questo senso vogliamo informare su quali sono le questioni fondamentali che dobbiamo affrontare in questi incontri. Il Comitato per la Difesa della Salute dei Cittadini Sidernesi vuole ribadire che non è indifferibile affrontare il problema della salute dei cittadini a Siderno. In questi mesi abbiamo lavorato in sintonia con il Sindaco Pietro Fuda e l'Amministrazione, coscienti che un corretto rapporto tra la politica e i cittadini sia la base fondamentale per risolvere la grave situazione ambientale del nostro Comune. Ci riferiamo a tre diverse questioni, tutte ugualmente importanti: • lo smaltimento dei rifiuti tossici e la bonifica dell'area ex-BP • la presenza della SIKA a ridosso delle case dei residenti di Pantanizzi • le morti per leucemia e tumori nella cittadina. Per quanto riguarda la ex-BP, dopo la scoperta che l'inerzia amministrativa della Regione, ha nascosto per ben dodici anni una “bomba ecologica”, con fusti tossici corrosi e contenenti sostanze cancerogene, teratogene ed esplosive che mette a rischio la salute se non la vita dei residenti e dell'intero Comune, riteniamo improcrastinabile un'azione decisa e immediata che affronti, con la presenza di noi del Comitato, questi punti: 1. la verifica dello stato dei fusti e la messa immediata in sicurezza 2. la quantificazione delle sostanze ivi presenti 3. la classificazione secondo i codici CER 4. un piano immediato di smaltimento dei fusti messi in sicurezza 5. informazione ai residenti sui rischi connessi 6. la messa in sicurezza delle abitazioni e dei residenti prima delle operazioni 7. operazione di smaltimento 8. bonifica dell'area ed eventuale recupero da destinare ad attività sociali. Voglio concludere con un augurio che questa regione e questa zona possano essere liberi di gestire e decidere senza paure la propria vita, perché questa terra ha tante potenzialità, intelligenze, e con la sua storia, con i suoi paesaggi, con le sue coste, con i suoi monumenti può offrire un futuro ai suoi abitanti. Francesco Martino
Forse quella sera il fato aveva già gettato i suoi dadi. Quelli sbagliati. Perché qui per noi adesso è tutto sbagliato. È sbagliato andare via così, è sbagliato non poterti incontrare per strada, è sbagliato gettarci in faccia un dolore troppo grande da sopportare. È la rabbia a regnare su di noi. Abbiamo letto il tuo nome ed è stato il vuoto, siamo rimasti in silenzio, immobili come il mare in una sera di settembre. Non esistono parole e forse neanche servono. Ma rimangono i ricordi dolce Andrea, la tua immagine e i giochi e le compagnie. Chi ha avuto la grande fortuna di conoscerti, anche parlandoti una volta sola ha potuto subito percepire che il tuo è tra i sorrisi più belli e veri di questa terra. Grazie per aver condiviso con gli amici il tuo tempo, grazie per aver dato amore ai tuoi fratelli e grazie per aver regalato a mamma e papà la gioia più grande: grazie per essere stato figlio. Un bacio a te caro Andrea, che te lo porga il vento e che la brezza respirata ogni mattino accarezzi mamma Agata e le porti il tuo profumo insieme a quello del mare, perché ogni volta davanti al mare i colori e gli odori entrano dritti al petto, si installano nel cuore e nulla di ciò che pensiamo di aver perduto in realtà è mai andato via. M. Cristina Caminiti
Ottimi risultati raggiunti dagli atleti dell'Associazione Sportiva Dilettantisica Podisti Locri
Vincenzo Iennaro e Calogero Mendola hanno difatti partecipato, domenica 20 novembre, alla 15ª Maratona di Verona concludendo la competizione nell'ottimo tempo di 3h28' e 3h33', classificandosi rispettivamente 98° e 133° di categoria.
Gli atleti dell'Associazione Sportiva Dilettantisica Podisti Locri continuano a onorare l'intera Locride grazie agli splendidi risultati sportivi ottenuti sul territorio regionale e nazionale. Vincenzo Iennaro e Calogero Mendola hanno difatti partecipato, domenica 20 novembre, alla 15ª Maratona di Verona concludendo la competizione nell'ottimo tempo di 3h28' e 3h33', classificandosi rispettivamente 98° e 133° di categoria. Il 6 novembre si sono svolti a Reggio Calabria i campionati regionali di mezza maratona. La gara, Vª half marathon, ottimamente organizzata dall'Atletica Sciuto, ha visto oltre 300 atleti provenienti da tutta la Regione Calabria darsi battaglia sul lungomare di Reggio Calabria per conquistare il titolo regionale. Alla fine di una gara resa impegnativa dal caldo e dal vento di scirocco il titolo regionale è andato alla Libertas Lamezia con 312 punti davanti alla Hobby Marathon di Catanzaro (290 punti) e sul terzo gradino del podio gli atleti dell'ASD Podisti Locri (246 punti). Il risultato è stato ottenuto grazie ai seguenti atle-
ti: Loredana Scarano (che tra l'atro ha ottenuto anche uno splendido 3° posto di categoria nella gara femminile), Gianfranco Bertone, Roberto Bolognino, Alessandro Caccamo, Antonio Cavaleri, Fernando Gallo, Graziano Gelsomino, Salvatore Graneri, Giuseppe Lo Giudice, Calogero Mendola, Luigi Mollica, Salvatore Muscatello, Attilio Muscolo, Roland Panduri, Roberto Piccolo, Domenico Rossetti. Ai risultati sportivi si unisce l'impegno della società anche nel sociale e nel promuovere la pratica dell'atletica fin dall'età adolescenziale. In questo contesto si inserisce difatti l'organizzazione delle due manifestazioni sportive che hanno caratterizzato l'estate della locride: la Iª edizione della Bianco di Corsa voluta dal Sindaco di Bianco dott. Aldo Canturi e patrocinata dall'amministrazione comunale svoltasi sul lungomare di Bianco il 23 luglio e la Xª Corrinotte Città di Locri patrocinata dall'amministrazione comunale di Locri svoltasi il 6 agosto all'interno del centro storico della Città di Locri.
ATTUALITÀ
REFERENDUM
Mario Oliverio e MariaTeresa Fragomeni,ha fatto visita a Siderno per poter approfondire il tema del Referendum Costituzionale per il quale i cittadini saranno chiamati al voto la prossima settimana. Durante il convegno, che l’ha vista dialogare a lungo con il giornalista Pietro Melia, la Madia ha spiegato tutti gli aspetti positivi della riforma presentata dal Governo e elencato, infine, le“ragioni nascoste”per cui votare SÌ. Ma non ci ha convinto proprio fino in fondo. PIETRO MELIA, IL MINISTRO MADIA E MARIO OLIVERIO
Madia: “Nonsitrattadisceglie JACOPO GIUCA iunta a Siderno per presentare le “ragioni nascoste” del SÌ al Referendum Costituzionale del prossimo 4 dicembre, il Ministro della Pubblica Amministrazione e della Semplificazione Marianna Madia si è presentata, lunedì sera, nel salotto dell’Hotel President, in compagnia del Governatore Mario Oliverio e della Segretaria del Partito Democratico siderenese Maria Teresa Frgomeni. Politicamente lanciata da Walter Veltroni, la Madia ha sempre militato nel PD, con il quale ha intrattenuto un rapporto di amore odio fino alla presa di potere del premier Matteo Renzi che, con il suo programma politico le ha infuso definitiva e incondizionata fiducia nel partito. Divenuta Ministro il 22 febbraio del 2014, Marianna è stata tra i più strenui difensori della Riforma Costituzionale per la quale i cittadini saranno chiamati alle urne la prossima settimana, che ritiene un punto di partenza necessario per rilanciare politicamente e socialmente il nostro Paese. Durante l’incontro di lunedì sera, infatti, la Madia non ha fatto mistero di essere soddisfatta della strada intrapresa con il Referendum Costituzionale ma di non ritenere, al contempo, l’eventuale buon esito della votazione del 4 dicembre un punto di arrivo della riforma. Il Governo Renzi dovrà infatti farsi carico del cambiamento fino in fondo, seguendo attentamente la fase post legislativa soprattutto attraverso il coinvolgimento degli amministratori locali, dei dipendenti pubblici, degli imprenditori e, non da ultimo, della cittadinanza attiva. Mettendo da parte la cattiva abitudine della politica di proclamare cambiamenti che non siano effettivamente tangibili per i cittadini, il SÌ alla Riforma Costituzionale avrà come effetto immediato un iter burocratico più trasparente innanzitutto nel conferimento di incarichi ministeriali di 1ª fascia, che potranno finalmente essere ricoperti non soltanto da dirigenti “anziani” ma anche da personale giovane ritenuto adeguatamente qualificato. La riforma del Senato, inoltre, garantirà il sorgere di un “regionalismo operativo” che dovrebbe permettere ai singoli territori di far valere le proprie ragioni già in fase di discussione di un emendamento, evitando il ritorno a posteriori su una legge già approvata e superando definitivamente il bicameralismo paritario. A chi teme che questa nuova era del Senato possa essere segnata dalla mancanza del voto diretto da parte dei cittadini, la Madia risponde affermando che il procedimento stesso di elezione del Consiglio Regionale subirà una modifica fondamentale: oltre all’espressione di una
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preferenza relativa a chi debba essere consigliere, infatti, all’elettore verrà consegnata una seconda scheda con la quale potrà esprimere la propria preferenza in merito a quale consigliere debba entrare in Senato. La garanzia di validità di questa revisione, secondo il Ministro, è data dal fatto che sia parto diretto del Presidente del Consiglio, che ne ha elaborato il testo a partire da una proposta di due membri del PD a lungo ragionata. Lo snellimento della Costituzione figlio del SÌ al Referendum permetterà ai cittadini di esprimere il proprio voto solamente a livelli di governo immediatamente comprensibili, eliminando le complicazioni derivate dalla frammentaria distribuzione delle competenze tra Regioni, Provincie, Città Metropolitane e Aree Vaste. Anzi: la Madia garantisce che, con la riforma, la parola “provincia” scomparirà completamente dalla Costituzione, producendo un notevole snellimento delle pratiche elettorali e amministrative da molto tempo invocato eppure oggi temuto dagli oppositori del Governo Renzi. Seguendo la strada tracciata dalla Riforma Del Rio e dall’istituzione delle Città Metropolitane, la Riforma proseguirà nel trasferimento di competenze che ha garantito a 20mila lavoratori delle Province italiane di essere destinati a nuovo incarico senza perdere un solo giorno di lavoro, una mobilità colossale che, secondo il Ministro, è uno dei fiori all’occhiello di questa gestione governativa. Per evitare il complicarsi di questa situazione così delicata e nel tentativo di salvaguardare tutto ciò che di buono è contenuto oggi nella Costituzione, comunque, gli organi amministrativi efficienti manterranno invariati i propri oneri e onori, motivo alla base della mancata eliminazione delle Regioni a Statuto Speciale, la cui decadenza non avrebbe modificato l’assetto governativo in maniera significativa. Tutti questi aspetti della Riforma Costituzionale, ritiene la Madia, si sono resi in definitiva necessari per mantenere la promessa che il Governo fece a Giorgio Napolitano in occasione della sua rielezione a Presidente della Repubblica nel 2013. A suggello di una clausola che prevedeva il superamento di una impasse istituzionale con un procedimento non costituzionale, il PD promise infatti di portare a termine quelle riforme per le quali la destra di Silvio Berlusconi aveva gettato le basi, salvo poi tirarsi indietro all’ultimo per una decisione tattica. A dispetto del pregiudiziale NO del Movimento 5 Stelle e di quello tecnico del centrodestra, il PD starebbe insomma cercando semplicemente di essere coerente con sé stesso, approfittando di questa occasione per raggiungere la massima trasparenza legislativa con i propri cittadini. Proprio sulla trasparenza, infatti, si fondano le “ragioni nascoste” del SÌ di Marianna
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LA SOLIDARIETÀ ALLA SEGRETARIA DEL PD SIDERNESE
IL MINISTRO MADIA CON MARIATERESA FRAGOMENI
A tenere banco durante la prima parte dell’incontro all’Hotel President, naturalmente, è stato il disgustoso fatto di cronaca nera nel quale è rimasta suo malgrado coinvolta la segretaria del PD sidernese Maria Teresa Fragomeni. Il Ministro Madia, il cui viaggio a Siderno era già stato programmato per sviscerare il tema della Riforma Costituzionale, ha naturalmente colto l’occasione per esprimere anche lei la propria vicinanza a Maria Teresa, sottolineando come il no a questi atti vergognosi può essere urlato solamente da istituzioni in grado di fare fronte comune.
IL MINISTRO MADIA CON DINO POLVERARI, CAPO GABINETTO E SIDERNESE
eretraSÌeNOmatraSÌeMAI” Madia al Referendum Costituzionale. Questo voto che, secondo il Ministro, non sancirà la vittoria tra SÌ e NO ma, piuttosto, tra SÌ e MAI, cerca di sovvertire la tendenza dei cittadini all’allontanamento dalle istituzioni facendo del dialogo un principio costituzionale. L’obiettivo nascosto è avvicinare l’ordinamento italiano a quello anglosassone: i cittadini avranno infatti il diritto di sapere come come vengono affrontate le spese e prese le decisioni amministrative, superando l’interesse soggettivo. Chiunque voglia conoscere i particolari di un dato processo decisionale, insomma, indipendentemente dal suo diretto coinvolgimento nel processo stesso (dunque, differentemente a quanto accade oggi, in cui è permesso conoscere i particolari, ad esempio, di un concorso pubblico solo a chi a quel concorso ha preso parte), dovrà semplicemente rivolgersi al Ministero in maniera diretta o attraverso il sistema di identità digitale. Secondo il Ministro il raggiungimento di un tale traguardo risulterà prezioso principalmente al sud, in quanto qualunque spesa e decisione sarà costantemente monitorata riducendo così il rischio di illeciti e imprevisti. Altro motivo per dire SÌ, poi, risiede nel generale rafforzamento dei diritti dei cittadini. Abbassando il numero di firme da raccogliere per rendere valido un Refendum Abrogativo, infatti, la Madia ritiene che verrà finalmente data voce alla popolazione, che vedrà sempre discusse in Parlamento le tematiche per le quali sono state raccolte le firme. Il lungo e tutto sommato ben argomentato intervento del Ministro all’Hotel President, ha indubbiamente spiegato in maniera chiara e immediata i punti di forza della Riforma Costituzionale evidenziandone, al contempo, le debolezze più radicali. Ben venga la scelta di personale giovane nel rivestimento di incarichi ministeriali di 1ª fascia ma, relativamente a questa tematica, a nostro parere, il problema non è tanto l’anzianità (e, in maniera direttamente proporzionale l’esperienza) di chi ricopre gli incarichi, quanto i nomi. Il passaggio di competenze nella selezione dei candidati dal Ministero che deve selezionare il personale a una commissione esterna, infatti, non cancella il vizietto di favorire i figli di papà. La commissione che la Madia vuole spacciare come tecnica, di fatto, deve rispondere delle proprie decisioni direttamente al Governo cosicché, se prima era il fratello del dato deputato a ricoprire un ruolo istituzionale, dal 5 dicembre l’incarico potrà essere affidato direttamente al figlio. Per quanto riguarda, poi, l’elezione “indiretta” dei componenti del Senato, la Madia non chiarisce del tutto le modalità di selezione: che cosa accadrà, infatti, se un candidato che ha potenzialmente ottenuto i voti necessari a diventare senatore non avrà allo stes-
CLELIA BRUZZÌ, IL MINISTRO MADIA E PIETRO FUDA
Lunedi l’incontro al Marconi di Siderno Prima del convegno all’Hotel President si è svolto un incontro Ministro Madia ha fatto visita all’IIS Marconi di Siderno; presente anche il Sindaco di Siderno, on. Pietro Fuda. Come da programma, ad introdurre i lavori è stata la Dirigente Scolastica prof.ssa Clelia Bruzzì sottolineando che il tema oggetto dell’incontro, la Riforma della PA, è uno dei percorsi didattici di approfondimento curati dalla Commissione legalità all’interno dell’area Legalità e cittadinanza attiva del PTOF dell’Istituto, volutamente identificata “RispettiAMO”, e rivolto agli alunni delle quinte classi. La tematica, ha proseguito la Dirigente, ha consentito di mettere in luce, accanto a sentimenti di legittimo scoraggiamento, in maniera decisamente più preponderante – ed in questo realizzando il senso autentico di fare scuola – la concreta speranza che il sistema normativo vada ben oltre la sua formale pubblicazione e diventi stru-
mento di crescita economica e sociale. La possibilità per gli studenti di avere l’occasione di confrontarsi con Colei che ha dato impulso, con la “riforma delle riforme”, ad un cambiamento innovativo e incisivo delle Pubbliche Amministrazioni, ha reso l’iniziativa di ancora maggiore valenza didatticoformativa. L’intervento della Ministra, che ha apprezzato la sostanza del percorso seguito dagli alunni - guidati nel lavoro dai docenti M. Sciarrone, referente di area, A. Macrì, A. Mittica, A. Tropiano e K. Maddaloni come emerso dai quesiti posti, è stato informale, diretto e coinvolgente. Nello specifico on. Madia ha tracciato gli aspetti propedeutici, prodromici e attuativi del grande progetto di riforma che, pur nella sua complessità, consente agevolmente di individuare gli scopi che si prefigge e che pongono al centro il cittadino, le sue esigenze e i diritti. Katia Maddaloni
so tempo conquistato quelli utili a sedere in Consiglio Comunale? Inoltre non viene chiarita anche una questione pratica, ma da non sottovalutare: come dovrà dividersi il Consigliere/Senatore tra il proprio Comune e Palazzo Madama e, grazie alla “Riforma dei tagli alla politica”, come verranno gestiti i rimborsi spesa per gli spostamenti? La Madia ha inoltre affermato che la libertà decisionale del cittadino non sarà intaccata, ma ridotta a un solo livello di governo. Un tempo questa organizzazione governativa aveva un nome ben preciso: oligarchia, un termine con il quale antichi greci e romani indicavano l’affidamento del potere da parte del popolo a una classe (generalmente nobiliare) che prendeva tutte le decisioni per suo conto. In considerazione di ciò la “scusa” che il potere decisionale del popolo non venga intaccato in quanto il Parlamento, che prenderà queste “decisioni di secondo livello” verrà comunque eletto direttamente dai cittadini appare quantomai pretestuosa: quanto mai dovrà ragionare, l’elettore, sul candidato a cui dare la preferenza se gli toccherà immaginare quali scelte questi potrebbe prendere una volta divenuto parlamentare? Ci sarebbero da prendere in considerazione così tante variabili da trasformare l’elezione in un vero e proprio incubo fantozziano, dal quale uscire solo con decenni di terapia! Ugualmente pretestuoso ci sembra affermare poi che il governo Renzi abbia gestito la mobilità dei lavoratori della Provincia senza alcun problema. Proprio in Calabria abbiamo due esempi di come la faccenda sia stata molto più complicata di quanto non sia stato detto: Cosenza, in cui molti lavoratori sono rimasti a casa per mesi e Reggio Calabria, in cui ancora oggi, nonostante l’entrata a regime della Città Metropolitana, continuiamo a pagare lo stipendio del Presidente della Provincia. E non ci venissero a dire che si tratta di casi estremi o di zone con difficoltà economiche, perché comunque siamo dinanzi a eccezioni provocate da una disorganizzazione di fondo. Anche sulla questione della raccolta firme per i Referendum Abrogativi ci sarebbe da obiettare. Se è vero, infatti che, al raggiungimento di un dato numero di firme il Parlamento sarà costretto a discutere una proposta di legge avanzata dai cittadini e che il raggiungimento del quorum sarà più semplice, è al contempo vero che queste firme, contrariamente a quanto ci è stato fatto credere, sono aumentate di numero in maniera vertiginosa, così che la situazione rimarrà assolutamente identica a oggi, a meno che i promotori di una data proposta non trovino 800mila amici (tutti gli abitanti delle provincie di Reggio Calabria e Catanzaro, per intenderci) che siano pronti a perorare la propria causa. Un po’ eccessivo, no?
CULTURA
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Casale li Monaci conquista Napoli!
SIDERNO
Torna il premio“Armando LaTorre” Ad aggiudicarsi il primo premio per la Narrativa, la milanese Simona Vinci, con “La prima Verità”. A ricevere il primo premio, per la Saggistica, invece, il napoletano Francesco Barbagallo con “Napoli, Belle Époque”
Sabato 19 novembre, presso la sala dell’Istituto Tecnico Commerciale “Guglielmo Marconi” di Siderno, si è svolta, dopo tante peripezie, la XIII Edizione del Premio letterario Città di Siderno “Armando La Torre”, grazie all’impegno del suo presidente Aldo De Leo e alla tenacia di Aldo Caccamo. Molti i partecipanti da tutta Italia a questo ambitissimo premio che gode di ampi riconoscimenti nel mondo letterario nazionale. Ad aggiudicarsi il primo premio per la Narrativa, la milanese Simona Vinci, con “La prima Verità” edito da Einaudi, un romanzo classico e imprevedibile, visionario e struggente che nasce da una vicenda realmente accaduta e che ha come tema principale il disagio psichico, psicologico e psichiatrico. A premiare la Vinci (già vincitrice del premio Campiello) il presidente del premio letterario “Armando La Torre”, Aldo De Leo. A ricevere il primo premio, per la Saggistica, invece, il napoletano Francesco Barbagallo con “Napoli, Belle
A inizio settimana, a Napoli, si è svolto Gustus - l’Expo dei sapori mediterranei, manifestazione sostenuta dal Ministero delle Politiche agricole e pensata come aerea espositiva per le eccellenze gastronomiche del nostro amato Mezzogiorno. Dopo una prima edizione ricca di sorprese, quella del 2016 ha avuto indubbiamente un ospite d’eccezione: parliamo di Anthony Reale, produttore di vino canadese che ha scelto la Locride per imbottigliare il suo nettare targato Casale li Monaci, che non ha esitato a far degustare al primo cittadino di Napoli De Magistris grazie alla collaborazione del referente campano Errico Eliani.
Époque”, Editori Laterza. Dal libro, la Napoli del periodo che va dal 1860-1915 appare come metropoli europea moderna, una città dall’elevato livello culturale: la Belle Époque napoletana non era solo fatta di luminosi café chantant ma di iniziative economiche e progetti politici e delle prime originali forme della cultura di massa. A premiare Barbagallo, il sindaco di Siderno Pietro Fuda. Il secondo e terzo premio della sezione Narrativa è andato rispettivamente a Paola Bottero, premiata da Aldo Caccamo, e a Vincenzo De Angelis, premiato dall’assessore alla Cultura di Siderno, Ercole Macrì. Per la sezione Saggistica, invece, ad aggiudicarsi il premio sono stati Giuseppe Macrì premiato dal presidente del consiglio comunale di Siderno Paolo Fragomeni, e Paolo Antonio Magrì, premiato assessore con delega al Bilancio Giovanni Lanzafame. A moderare la serata la giornalista Ivana Criniti.
Sono calabrese e me ne vanto A Siderno Superiore il secondo Interclub La scorsa settimana ci siamo lasciati con Uluç Alì, gloria calabrese che, in seguito alle sue valorose imprese a capo della flotta ottomana, fu denominato “Spada dell’Islam”. Oggi, proseguendo l’appassionante racconto di Duccio Mallamaci, passiamo in rassegna due occasioni in cui i calabresi fecero scuola al resto del mondo.
“Il meridione d’Italia è stato innumerevoli volte un modello da imitare. Cromwell quando nel 1653 fondò l’unica repubblica che l’Inghilterra abbia conosciuto, si ispirò a Masaniello, il principale protagonista della rivolta napoletana contro il governo vicereale spagnolo. La notizia della ribellione guidata dal pescivendolo napoletano, infatti, varcò i confini del regno e attraversò l’intera Europa fino a giungere in Inghilterra alle orecchie di Oliver Cromwell. Un altro caso in cui i calabresi fecero scuola, va ricercato alla fine del secolo successivo. Nel 1799, il toscano Napoleone Bonaparte dopo il colpo di Stato del 18 brumaio (9 novembre) assunse il potere in Francia per poi diventare nel maggio del 1804 Imperatore dei francesi con il nome di Napoleone I. Lui, sul piano militare, ci sapeva fare. Sbaragliò gli austriaci, i prussiani, fece a pezzi i russi e persino gli inglesi, almeno via terra. La prima sconfitta Napoleone la incasserà in Calabria. Nel 1799 il cardinale calabrese Fabrizio Ruffo chiese ai Borbone di organizzare la riconquista del Regno e liberarsi dell’occupazione straniera. La riconquista del territorio sarebbe partita dalla Calabria. Annunciò, quindi, alla popolazione un proclama nel quale si proponeva di cacciare i francesi dal Regno di Napoli e di ristabilire la monarchia. Nonostante i sovrani non furono prodighi di mezzi per finanziare l’impresa, il cardinale Ruffo riuscì a radunare migliaia di volontari, soprattutto contadini, a Pizzo Calabro (furono già 17.000 al momento dell'arrivo del cardinale) e coniò la denominazione di «Armata Cristiana e Reale», ovvero l’Esercito della Santa Fede come tramandato dalla storiografia. Nella battaglia del 13 giugno 1799, l'Armata Cristiana e Reale espugnò Napoli. I volontari entrarono vittoriosi in città. L’esercito del cardinale Ruffo si rivelò una macchina bellica di tutto rispetto. L’Europa rimase a bocca aperta mentre la modernità massonica digrignava i denti. Nel 1806 i calabresi, sia pure con l’appoggio della flotta inglese, sbaragliarono i francesi a Maida. A Londra c’è un quartiere, Maida Vale, che ricorda quello scontro intenso combattuto tra i due eserciti più organizzati di allora. La prima vittoria che gli inglesi riportarono contro i francesi fu resa possibile grazie all’aiuto dei calabresi. A Maida, insieme ai suoi, Fabrizio Ruffo che, in pochi sanno, fu primo ministro dello Stato Pontificio e primo ministro del Regno delle Due Sicilie, insegnò delle tecniche di combattimento che il duca di Wellington fece sue e gli servirono per battere Napoleone a Waterloo. I calabresi nel corso della storia hanno, quindi, fatto anche scuola di guerra”.
organizzato dal Leo Club Luigi Mory Ai tempi di Carlo V gli fu attribuito il nome privilegio di Motta Sideroni e l’antico borgo di Siderno Superiore mantiene, ad oggi, un fascino senza tempo. Cornice ideale per ospitare il secondo Interclub dell’Area Calabria (il primo si è svolto a Lamezia), in agenda distrettuale per l’anno 2016-2017, un appuntamento importante per l’attività leoistica, organizzato in quest’occasione dal Leo Club “Luigi Mory”, presieduto da Mario Pasqualino. I lavori si sono svolti a Palazzo De Mojà. Da registrare le relazioni dei referenti dei temi operativi, delle macroaree distrettuali e gli interventi dei presidenti dei vari club sui service svolti e in calendario. Un momento molto proficuo è stato quello della formazione, a cura della team leader Maria Concetta Militano, rivolto principalmente a chi muove i primi passi nel mondo Leo, che ha nel motto “We serve” la sua ragion d’essere.Le iniziative sociali o culturali che esse siano, costituiscono, infatti, il vero e proprio motore di ogni Leo Club, un’associazione presente, peraltro, con 6000 club in 138 Paesi di tutto il mondo.
Donisi: si conferma un successo laFESTA DI SAN MARTINO
Si è rivelato un gran successo la 2ª edizione della Festa di San Martino di Donisi, svoltasi sabato 12 novembre di fronte all’ex ufficio postale della contrada di Siderno. Nonostante l’umidità della serata autunnale, in molti si sono lasciati tentare dalla Degustazione di prodotti tipici, castagne, vino e olio locali in attesa del concerto dei coraggiosi membri della Taranta Nova dello Stretto, che hanno regalato uno spettacolo coinvolgente nonostante la temperatura proibitiva.
CULTURA E SOCIETÀ
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DOMENICA 27 NOVEMBRE 21
I FRUTTI DIMENTICATI
A CURA DI ORLANDO SCULLI E ANTONINO SIGILLI
OlivoVarietà
Leucocarpa
Sua maestà il maiale
OLEA EUROPAEA L. FAM. OLEACEE
Nell’abituro grugnivi un giorno di contadini sotto il paglione, col muso immondo cercavi intorno barbe e cartocci, fave e cruscone. Or nel porcile grugnendo roco, ingolli tutto: sulla e topazio, patate marce, di tutto un poco, carrube e ceci; mai sei sazio. Tu della casa sei il tesoro: vieni curato, vieni ingrassato, la tua mole è peso d’oro, ma giunge il giorno a te segnato. Feroce il rito sacrificale: viene scannato in un macello, alti grugniti mandi, o maiale, versando il sangue in un mastello. Ai lamenti sì laceranti fan festa e ridon i semplicioni, come una torma di deliranti, e ne godono i buontemponi. Vieni sparato e tagliuzzato; cotto in caldaia, fritto, arrostito, ridotto a strutto, o triturato, provochi sempre buon appetito. Sei tutto sporco, tutto immondizia, sai tu di brago e di liquame, ma le tue carni sono delizia dalla pancetta al buon guanciale. Salute porco, re singolare! Tu la speranza della famiglia, tu la delizia del focolare, mentre un’amica rossa bottiglia di frizzantino calabro vino, rende squisite le soppressate, il capicollo, il cotechino, il salsicciotto, le tavolate. Per gli Ebrei, i Musulmani, quella suina è carne impura, non va mangiata, ma pei Romani, è un gran dono della natura. Il Calabrese, che tra porcelle nasce e tra capre, che destinaccio!, ti gusta al forno, fritto in padelle, mangia la ‘nduja, il sanguinaccio, ficatu e chippu, u buccularu, morza i caddara, frittuli e logna, pruppetti ardenti du focularu, filettu arrusto, eppure a brogna. Sempre le ghiande sogni, maiale; ma nel porcile l’uomo è beato, quando contempla il bel guanciale ed in vitello te trasformato. GIORGIO PAPALUCA
In tutta la Calabria si ritrovano ormai sempre più sporadicamente ulivi monumentali che rappresentano il retaggio di civiltà precedenti che hanno lasciato le proprie impronte attraverso di essi, ma anche attraverso le fasce (rasule) sorrette da muri a secco (armacere, armacie ecc., termini usate nella Calabria greca). Basti pensare che le zeppature di alcuni muri a secco in contrada Fischìa di Brancaleone sono costituite da frammenti di embrici ellenici, mentre tra le pietre dei muri a secco di Scilla sono stati rinvenuti frammenti di vasi punici. Specie nella parte della provincia di Reggio, gravitante sullo Jonio, che ospitava gli esemplari più antichi di ulivi, gli incendi hanno cancellato l’eredità preziosissima degli antenati, con la devastazione dei campi, tramite gli incendi, attribuiti prevalentemente ai pastori, non i soli responsabili di scempi colturali, oltre che culturali. Per avere un’idea, sopravvive per miracolo in contrada Fischìa di Brancaleone un ulivo della varietà Tonda, con il tronco dal diametro di 2,87 m, che esattamente quattro anni addietro, alla fine di luglio rischiò di scomparire, quando dei ragazzi per osceno divertimento appiccarono un incendio nella suddetta contrada, cospargendo di benzina un povero gatto, a cui diedero fuoco, liberandolo, tanto che prima di morire vagò tra gli sterpi secchi, non lontano dalla preziosissima pianta. A Ferruzzano un altro ulivo, della varietà Mussu i Corvu con il tronco dal diametro di 2,47 m due metri sopravvive pericolosamente, mentre non lontano viveva un altro esemplare con il tronco di quasi 3 m di diametro, distrutto da un incendio.
A Ferruzzano, a Bianco e a Mammola era stata individuata e salvata dallo scrivente la varietà detta del Krisma o Leucolea, che in parte si differenzia da quella qui presentata in quanto rimane sempre candida o color avorio fino alla fine. La varietà indicata dagli specialisti come Leucocarpa, sul territorio di Palizzi è presente in svariati esemplari, non numerosissimi, e di essi qualcuno è localizzato sul Capo della Lisa, non lontano dalla Torre Rotta, nella proprietà del barone Harimberg, mentre altri sono presenti negli orti o giardini sottostanti, attorno alle case. Le suindicate piante non sembrano eccessivamente antiche in quanto il diametro di nessuna di esse raggiunge i 50 cm e una signora che abita in una casa con giardino dotato di tre esemplari di tali ulivi, a sinistra della statale 106 all’entrata di Palizzi Marina in direzione di Reggio, ha fornito delle informazioni precise. Gli ulivi che abbelliscono il suo giardino furono piantati dal nonno, morto più di venti anni addietro ed ella non ha saputo dare altre informazioni, per cui non possiamo conoscere la provenienza. Secondo alcuni sarà stata introdotta dalla Sicilia e l’assimilano alla varietà Biancolilla, tipica della Sicilia appunto, però non sanno che quest’ultimo tipo non ha mai le drupe candide come la presente, ossia la Leucocarpa. Tirando le conclusioni tale varietà di Leucocarpa obbligatoriamente sarebbe stata introdotta in Calabria da altre regioni, dato che non è presente in altri paesi della stessa regione, ma intanto già nel 1994 il prof. Giuseppe Bova di Ardore accompagnò lo scrivente nel bel podere (allora) del defunto maestro Grenci ubicato non lontano
da Ardore Superiore, dove furono prelevati gli innesti di tale pianta e di quella della misteriosa Gonzales (la denominazione sembrerebbe spagnola, ma la dott.ssa Samanta Zelasco del Crea di Cosenza non ha trovato corrispondenze tra le varietà della Spagna) con cui furono innestati degli oleastri a Ferruzzano. Per confutare decisamente il contrario di quanto era stato argomentato sopra, giunse la notizia della presenza di un ulivo di tale tipo in un orto ai margini di Razzà, frazione di Brancaleone. La pianta di Brancaleone è quasi monumentale, in quanto il suo tronco ad un metro e trenta dal suolo lambisce il metro di diametro, e un ulivo per raggiungere tale dimensione impiega più di centocinquanta anni, quindi potremmo cominciare a pensare che esso potrebbe essere non proveniente da altre regioni d’Italia. La pianta è stata osservata per tre anni, dal 2013 al 2015, e le sue drupe sono state confrontate con quelle delle piante di Palizzi e con quelle ormai cresciute di Ferruzzano e sono risultate identiche, dalla pezzatura più grande della Geracese. Esse già alla fine di luglio cominciano a diventare bianche, poi alla fine di agosto diventano candide e mantengono il loro candore fino alla fine di novembre, ma poi all’improvviso ai primissimi giorni di dicembre, virano e diventano lilla scuro, quasi azzurrine. La foto rappresenta delle drupe riprese a Ferruzzano dall’architetto e fine disegnatore Reno Ammendolea di Laureana di Borrello, residente a Reggio Calabria.
RIVIERA
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L’Estremo saluto Giovanni Calabrese e Giuseppe Raffa posano insieme al Comune di Locri durante una delle ultime visite istituzionali del Presidente della Provincia, del quale è ormai in decadenza la carica.
Manifestazioni di vicinanza Il Ministro per la Semplificazione Marianna Madia, durante la propria visita a Siderno, ha voluto fare tappa, assieme alle donne del direttivo PD presso il circolo locale dove l’attendeva la segretaria Maria Teresa Fragomeni.
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Somiglianze inquietanti Partiti diversi, ideologie antistanti, eppure c’è chi su internet ha fatto della (facile?) ironia notando questa impressionante somiglianza non solo tra Silvio Berlusconi e Donald Trump, ma anche tra il neo eletto presidente USA e il nostro bianchissimo Aldo Canturi!
Ritorni tanto attesi È tornato al lavoro più sorridente che mai il sindaco di Caulonia Ninni Riccio che, dopo una brutta disavventura sanitaria, è pronto a riprendere le redini della propria città. Come tenerci sulle spine… Anthony Voice e Lele Nucera, pittorescamente abbigliati e alla costante ricerca di compagnie d’eccellenza, pare stiano preparando un grande festa a sorpresa in prossimità del Natale! La curiosità di sapere di che si tratta ci sta uccidendo…
Pasti veloci È stato costituito ufficialmente il Dipartimento Emergenze della Federazione Italiana Cuochi Calabria, un bellissimo gruppo pronto ad affrontare qualunque imprevisto grazie alla sapienza guida dello chef Cosimo Pasqualino.
La dura vita del corrispondente Anna Laura Tringali e Ilario Balì, dimentichi della stanchezza, assistono con attenzione a un convegno svoltosi in settimana nel nostro comprensorio.
Come nel film Giuliano Zucco e Ugo Mollica posano insieme prima del Premio Letterario La Torre. In questa elegantissima mise sembrano fratelli (quasi) gemelli!
Buongustai si cresce Di padre in figlio la famiglia Meleca dimostra di avere ottimo gusto preparandosi a gustare un’ottima Pinsa in quel di Siderno. SÌ cercasi Su un noto sito di compravendite online qualcuno ha pubblicato questo annuncio unico nel suo genere
Pronti al confronto Pietro Melia, da sempre diviso tra giornalismo e politica, si prepara psicologicamente all’intervista al Ministro per la Semplificazione Marianna Madia all’Hotel President di Siderno.
Frutti di un certo peso In questo bello scatto una combriccola di amici posa sotto un pompelmo gigante di proprietà della famiglia Correale a Siderno Superiore.