Riviera n°5 del 02-02-2014

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CONTROCOPERTINA

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Una vendetta crudele? Con la crocifissione di un gabbiano sul lungomare di Siderno hanno voluto vendicare una delle due colombe liberate da Papa Francesco durante l'Angelus? Ora ci dobbiamo aspettare la decapitazione esemplare di una cornacchia?

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n gesto blasfemo. La crocifissione di un gabbiano nelle maglie di una rete di recinzione nella parte nord del lungomare sidernese, è un atto di una crudeltà micidiale. Perché? Chi ha commesso l'atrocità contro il più importante simbolo di libertà nel pianeta? Sono state le solite mosche vendicative di Satana, invasati dalla morra, o una crociata bigotta, da tre pellegrinaggi l'anno? In entrambi i casi qualcuno sta increspando le tenebre a tal punto che, in entrambi i casi, sarebbe utile un esorcista. Sta di fatto, però, che la scorsa settimana due colombi liberati da Papa Francesco dalla finestra del Palazzo Apostolico durante l'Angelus sono stati attaccati e poi uccisi da un gabbiano e da una cornacchia. Un movente che porterebbe, data la natura simbolica dell'uccisione, a pensare a un gesto estremo di matrice religiosa. Un movente questo, che potrebbe essere confermato nei giorni a seguire da una vendetta contro qualche malcapitata cornacchia, ma quest'ultima è molto rara nella Locride, specie a confronto delle popolazioni di gabbiani che covano lungo le fiumare dello Jonio. Per completezza bisogna aggiungere che tre anni fa sulla spiaggia più a sud di Siderno è stata crocifissa una Caretta Caretta. In quel caso i fondamentalisti cristiani non c'entravano nulla. Allora la missione esemplare fu opera delle mosche di Belzebù. (J.B)

Siderno: prospettive future INCONTRO DIBATTITO

Per discutere dei problemi e del futuro di Siderno“Riviera” chiama a raccolta ed invita tutti i cittadini alla partecipazione

DOMENICA 9 FEBBRAIO 2014, ORE 10.00, PRESSO SALA YMCA (LUNGOMARE DELLE PALME- SIDERNO)


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PRIMO PIANO

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No alla legge truffa L’OPINIONE

Al Parlamento europeo la richiesta di Sergio Silvestris (Forza Italia-Ppe): «Lo smantellamento della Costa Concordia impiegherebbe trecento nuovi occupati, almeno due anni di lavoro e un valore delle operazioni complessive di 500 milioni di euro» NON SOLO ARMI CHIMICHE

A GIOIA TAURO ANCHE IL DISARMO DELLA COSTA CONCORDIA Non solo le armi siriane pericolose al porto calabrese di Gioia Tauro. Ma, per esempio, anche il disarmo della Costa Concordia. È il nocciolo della richiesta avanzata al Parlamento europeo da Sergio Silvestris (Forza ItaliaPpe). «Le operazioni di disarmo della nave Costa Concordia siano effettuate presso il porto di Gioia Tauro. Lo smantellamento della Costa Concordia impiegherebbe trecento nuovi occupati, almeno due anni di lavoro e un valore delle operazioni complessive di 500 milioni di euro. In questo modo il Governo dimostrerebbe seria e concreta attenzione all'occupazione del Mezzogiorno e alle potenzialità della portualità meridionali, potenzialità che non possono essere ricordate solo quando c'è da localizzare operazioni delicate rifiutate da altri porti». Affinché questa richiesta fosse ascoltata ai vertici della politica italiana e in particolare dal presidente del Consiglio, Enrico Letta, il parlamentare europeo forzista nel proprio appello sottoscritto da altri quindici colleghi a Bruxelles sollecita l’Esecutivo a esercitare «ogni pressione e svolga opportuna azione». «Sono soddisfatto – ha affermato Silvestris - della risposta del presidente Letta, che ha invitato il porto di Gioia Tauro a candidarsi per il

ILARIO AMMENDOLIA

disarmo della Costa Concordia. Attendiamo di verificare gli effetti dell'azione del Governo perché Gioia Tauro diventi un porto capace di attrarre nuovi investimenti e creare nuova occupazione per la Calabria e per il Sud». Ma pare essere proprio una parte della Calabria a non voler sfruttare quella che apparirebbe come un’opportunità da non lasciarsi sfuggire. Di traverso si mette la Cgil regionale che con il segretario generale Michele Gravano e il segretario generale comprensoriale Nino Costantino, fa sapere che la vicenda del trasbordo delle armi siriane a Gioia Tauro «stia facendo perdere la lucidità a pezzi della politica. Abbiamo assistito dapprima a prese di posizione irrazionali, poi ad affermazioni prive di qualsiasi fondo di verità. Adesso si arriva persino al paradosso. Da una parte ci sono 15 europarlamentari del centrodestra che chiedono a Letta di portare la Concordia a Gioia Tauro per farla smontare nel porto. Vorremmo ricordare agli europarlamentari che Gioia non è un cantiere navale ma un porto di transhipment (trasferimento di carico da una nave all'altra, ndr) che in questa vocazione va rafforzato, collegandolo alla logistica e all’insediamento industriale nel retro porto».(s.m.)

Si scopron le tombe si levano i morti… Se solo per un momento i martiri morti per la libertà e la democrazia in Italia si potessero alzare, avrebbero un moto di sdegno e di orrore per la dittatura mascherata che si sta imponendo al popolo italiano. Certamente si ritirerebbero nelle loro tombe inorriditi per il nostro silenzio e la nostra viltà. Stanno smontando pezzo dopo pezzo la Costituzione, stanno umiliando la democrazia e mortificando la libertà Un giorno i nostri figli ce ne chiederanno conto. La legge elettorale è l'ultimo tassello per un percorso che parte da lontano e rappresenta la testa di ariete per colpire al cuore la sovranità popolare sacralizzata nella nostra Costituzione. La legge Acerbo voluta da Mussolini non era arrivata a tanto, infatti fu eletto Antonio Gramsci pur avendo preso i comunisti meno del 4% dei voti e fu eletto Giacomo Matteotti, socialista e martire della libertà. Con la legge che stanno per approvare entrambi sarebbero rimasti fuori del Parlamento. L'alibi della legge truffa si basa su due pilastri: la stabilità e la governabilità. Pilastri falsi. La verità è

L'alibi di questa legge si basa su due pilastri: la stabilità e la governabilità. Pilastri falsi. La verità è che vogliono mettere il bavaglio al popolo italiano che vogliono mettere il bavaglio al popolo italiano. La soglia di sbarramento al 12% serve per non rendere impossibile un ricambio reale di classe dirigente e far in modo che la casta cambi nei volti ma non nella sostanza. Il “premio di maggioranza” è concepito da partiti che sanno di essere incapaci di ottenere la fiducia e ripiegano su una legge truffa per cui con il 25% dei voti si potrebbe ottenere la maggioranza assoluta dei seggi in Parlamento. Le liste bloccate servono a togliere al popolo la residua libertà di scel-

ta per attribuirla agli oligarchi. Molti giornali e reti televisive, forze occulte remano tutte in una stessa direzione. Noi continueremo a vedere i “pacchi” e il “festival di S. Remo” a parlare di gossip ma intanto il capitale finanziario e i suoi alleati diventano sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. Piero Calamandrei ci ha ammonito: “Oggi e sempre Resistenza”. Resistere è un dovere di ogni uomo libero perché guardando i suoi figli negli occhi, un giorno, non debba vergognarsi.


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ELEONORA ARAGONA volte il mestiere del giornalista è ingrato, ma questo non è uno di quei casi. Anche se quando in riunione mi hanno affidato questo servizio ancora non lo sapevo. Il mio compito: contattare sei tra i migliori ristoranti della Locride e chiedergli di regalare ai nostri lettori una ricetta per cucinare il maiale. Questo per me significava contattare tutti i ristoranti, mettermi d’accordo con ciascun cuoco, andare a fare le fotografie dei piatti. Ma soprattutto e quel che era peggio, assaggiare. Proprio a me doveva capitare, a me che per la carne di maiale avevo un’avversione viscerale. Cosa non si fa per campare e cosa non si fa per servire i propri lettori. Mi sono armata di pazienza e ho iniziato a telefonare. In quattro giorni ho mangiato più carne di maiale che nei precedenti 27 anni di vita. E con mia sorpresa mi è piaciuta, anzi l’ho gustata. Dalle tradizionali polpette del Gallo d’oro, alla rivisitazione di puree del Minuetto, passando per lo Stecco di liquirizia dello chef stellato del Gambero Rosso. E poi ancora le guanciotte stracotte nel vino rosso del Sans Souci, il filetto con miele di bergamotto della Cascina e il filetto alla cannella della Vecchia Botte. Una rivoluzione. Le mie papille gustative hanno ringraziato. Io e il maiale ci siamo scoperti e innamorati. Le ricette che vi stiamo regalando grazie a Michelangelo (Minuetto), Mario (Sans Souci), Riccardo (Gambero Rosso), Edmondo (La Cascina), Franco (La Vecchia Botte) sono state una rivelazione. Mentre Franco (Gallo d’oro) mi ha cullato con la sicurezza delle antiche ricette. È stata una scoperta continua, di sapori, ma anche di tradizioni sconosciute e di ricordi legati alla maialata. Un mondo si è spalancato davanti ai miei occhi, un universo fatto di riti e di antiche usanze. Dall’affilamento dei coltelli, che un tempo avveniva anche venti gironi prima del giorno dell’uccisione del maiale, alla diatriba tra chi ritiene più umano sparare il maiale e chi persevera nello sgozzamento (chissà il maiale cosa ne pensa). E poi tutto il lavoro di pulitura dell’animale e quello di preparazione di insaccati e sanguinaccio. La “cardara”. Otto ore intorno ad un pentolone, di quelli che usavano le nonne, neri come la notte apromontana; un grande mestolo di legno con cui si girano le carni magre e la cotenna. Il tutto per ottenere i “micciulli” con cui si condiranno gli spaghetti per parenti e amici. Perché c’è anche questo aspetto legato alla maialata in Calabria. Una riunione, un momento di condivisione assoluta e unica. Dall’altro lato le innovazioni culinarie, fatte di contrasti forti e sapori mai provati. I cuochi che abbiamo contattato sono stati da subito disponibili, hanno dimostrato un entusiasmo inaspettato. Un maestro della tradizione e cinque professionisti che stanno portando la cucina della Locride a toccare vette insperate. La stella Michelin ottenuta a Marina di Gioiosa è il culmine di quest’ascesa. Cuochi con decenni di esperienza alle spalle che si sono cimentati in questa gara gastronomica, una sfida con loro stessi e con la tradizione del maiale. Vedere questi chef mentre impiattavano e mi mostravano con orgoglio le loro creazioni. Sentire con che passione fanno il loro mestiere. Questa è stata l’ennesima scoperta di quest’esperienza. Sono motivati i 6 chef a continuare a far crescere la cucina della Locride, a creare un polo d’eccellenza. Un marchio fatto di qualità dei prodotti e cooperazione. Una sinergia tra loro. Ma anche con i produttori delle materie prime, indispensabili per la buona riuscita dei piatti. Confrontarsi, stimolarsi, unirsi e lavorare insieme per continuare a crescere e migliorare. Per poter arrivare a raggiungere traguardi importanti. L’estro e la qualità dei piatti che questi chef hanno studiato per voi sono la dimostrazione della loro voglia di mettersi in gioco. Le ricette che vi proponiamo in queste pagine saranno nei menu dei sei locali per un mese intero. Buon appetito.


RIVIERA

SAPORI prima puntata

Dalle tradizionali polpette del Gallo d’oro, alla rivisitazione di puree del Minuetto, passando per lo Stecco di liquirizia dello chef stellato del Gambero Rosso. E poi ancora le guanciotte stracotte nel vino rosso del Sans Souci, il filetto con miele di bergamotto della Cascina e il filetto alla cannella della Vecchia Botte. MAIALINO NERO ALLA CANNELLA

RISTORANTE

LA CASCINA CHEF

PREPARAZIONE 40 MINUTI

EDMONDO REALE

STECCO DI MAIALINO DA LATTE ALLA LIQUIRIZIA PREPARAZIONE

4 ORE

RISTORANTE

GAMBERO ROSSO

RISTORANTE

CHEF

LA VECCHIA BOTTE

RICCARDO SCULLI

CHEF

FRANCO FIGLIOMENI

LA RICETTA Ingredienti per 4 persone: Filetto gr. 700 Olio d’oliva q.b. Pepe q.b. sale q.b. vino 300 gr. Limoni: scorza grattugiata Scalogno: piccolo Rosmarino: un rametto Patate 400 gr. Iniziate preparando la riduzione di vino rosso. Pulite, lavate e tritate fine lo scalogno, prendete un pentolino e versateci il vino rosso, aggiungete lo scalogno tritato, la buccia di limone grattugiata e un rametto di rosmarino, in questo modo la salsa al vino acquisterà sapore. Portate ad ebollizione, fate cuocere circa 10 minuti, filtrate la salsa ottenuta con un colino a maglie strette e mettetela da parte. Continuate il contorno del filetto di maiale; sbucciate le patate precedentemente bollite, schiacciandoli usando uno schiaccia patate e li aggiustate di sale e aromatizzate con la cannella, aiutandosi con due cucchiai formate le chenelle. Preparate ora il filetto, in una padella scaldate un filo d’olio, aromatizzate il fondo con del rosmarino, e fate cuocere il filetto in entrambi i lati. Appena sarà dorato, aggiungete qualche grano di pepe e proseguite la cottura. A cottura ultimata servite il filetto con la riduzione di vino e le chenelle di patate ben caldo. Vino: Gaglioppo, cantina Statti

FILETTO DI E SUINO AL MIEL O DI BERGAMOTT PREPARAZIONE 1 ORA E 40 MINUTI

LA RICETTA Ingredienti per 4 presone: un filetto di maialino nero da 800 gr 1 kg di carciofi 1 lt di brodo vegetale 150 gr di pancetta 100 gr di mostaccioli 75 gr di miele di bergamotto aglio qb sale qb rosmarino Mettete in una busta sottovuoto il filetto di maiale con rosmarino, olio extra vergine d'oliva e pepe nero in grani, sale e cucinare in forno ventilato per 1 ora e mezza a 65°. Aprite il sottovuoto e spalmare il filetto di maiale con il miele di bergamotto e rosolare in padella con la pancetta del maiale e aggiungere il liquido di cottura del sotto vuoto. Tagliate i carciofi a spicchi e saltarli in padella con aglio intero, aggiungere brodo vegetale, portare a cottura per 20 minuti e salare. Composizione: tagliare il filetto di maiale e sbriciolare sopra i mostaccioli. Adagiare i carciofi rosolati e glassare il tutto con la salsa di cottura. Vino: un rosso della cantina Lavorata

LA RICETTA Ingredienti per 4: 800 grammi di noce di maialino 4 radici di liquirizia 4 scamponi Timo, pepe rosa olio e sale a scaglie q.b. Pareggiare la noce di maialino a modo di involtino (leggermente più spessa). Inserire all’interno una radice di liquirizia e avvolgere la carne in modo che il bastoncino della liquirizia rimanga al centro ; chiudere il tutto in un sacchetto sottovuoto per cottura e far cuocere la carne a 55°c per circa 5 ore , nell’attesa della cottura sgusciare lo scampo e usare la testa con la carcassa per preparare un fondo che faremmo ridurre per 2 ore circa. A cottura ultimata del maialino scottare leggermente lo scampo con del timo e del pepe rosa e sporzionare il tutto con la stecca di maialino al centro del piatto lo scampo in abbinamento e la salsa di crostacei . Nb : vi consiglio dopo aver degustato il piatto di terminare con assaporare la radice di liquirizia che emanerà un piacevolissimo sapore…!!!! Vino: un buon Gaglioppo


RIVIERA

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Un maestro della tradizione e cinque professionisti che stanno portando la cucina della Locride a toccare vette insperate. La stella Michelin ottenuta a Marina di Gioiosa è il culmine di quest’ascesa. Gli chef si sono cimentati in questa gara gastronomica, una sfida con loro stessi e con la tradizione del maiale con un entusiasmo inaspettato.

LA FRUTTA CHE PIACE AL MAIALE RISTORANTE

MARIO MIGLIACCI SPINA

GALLO D’ORO CHEF

FRANCO FUTIA

SANS SOUCI CHEF

RISTORANTE

PREPARAZIONE 1 ORA E 10 MINUTI

RISTORANTE

MINUETTO CHEF

PASTA DI CASA CON POLPETTE PREPARAZIONE 60 MINUTI

MICHELANGELO CARICARI

LA RICETTA

GUANCETTE DI MAIALE NERO AL VINO ROSSO PREPARAZIONE

2 ORE E 30 MINUTI

LA RICETTA Per 4 persone 4 guance di maiale 400 gr circa Trito di sedano carote cipolla di Tropea. Timo selvatico, alloro, rosmarino, zenzero grattugiato, vino rosso di ottima qualità 1/2 litro, brodo vegetale 1/2 litro. In una pentola mettere il trito di verdure e le erbe aromatiche e olio evo fate rosolare le guance di maiale fino a sigillarle da tutte le parti. Insaporire per 5 min. Versare il vino, coprire e fare andare il tutto a fuoco basso per 1 ora circa. Aggiungere il brodo vegetale coprire e cuocere per 1 ora e 1/2 circa. ìInfilare uno spaghetto nella guancia se non fa resistenza e non si spezza la guancia e pronta ! Toglierlo dal fuoco stringere i sughetto fino a formare una glassa. Scaloppare le guance e irrorare con la glassa. Vino rosso: Cartago, tenuta Il Palazzo

LA RICETTA Ingredienti per 4 persone: 2 Filetti di maialino nero d'Aspromonte 100 gr di guanciale tagliato sottile 2 Patate 2 Mele Annurche 150 gr prugne secche Sale q.b., pepe q.b. Olio extra vergine di oliva vino bianco per sfumare erbe aromatiche per guarnire Lardellate i filetti di maialino avvolgendoli con il guanciale. Scottateli in una padella di ferro. Finite la cottura in forno a 150-160°(fino a portare la temperatura del cuore del filetto a 69°). Per i contorni ispirati ai condimenti rinascimentali occorre fare tre puree: uno di mele annurche, uno di prugne e uno di patate silane. Preparazione puree: Pelate la frutta e snocciolatela, tagliatela a pezzetti, quindi metteteli in due casseruole con un goccio d’acqua a fuoco lento, così che si “sciolgano” bene. A questo punto, usando un frullatore ad immersione, sminuzzare i pezzi rimasti, aggiungereun bicchiere di vino, alzate la fiamma per far evaporare l’alcol e creare così una salsina omogenea. Vino da abbinare: Vurgadà di Santa Venere

Pasta per 4 persone: 400gr di farina di semola 100gr Farina 00 200ml acqua Fate una “fontana”di farina sul piano e versateci dentro le uova, già leggermente sbattute, il sale e l’olio. Poi con le dita, sbattete le uova con dolcezza e a poco a poco cominciate ad incorporare la farina dai lati della fontana. Continuate in questo modo fino a che l’impasto diventi omogeneo e non abbia completamente assorbito le uova. Impastate la pasta su un piano leggermente infarinato. Tiratelo e allungatelo fino a che il composto non risulti sufficientemente soffice ed elastico, potrebbero volerci dai 5 ai 10 minuti di lavoro. Fate una palla con l’impasto e lasciatelo riposare in un recipiente coperto (questo evita che si secchi) per almeno un’ora prima di stenderlo e tagliarlo Polpette per quattro persone: 300 gr di manzo macinato 300 gr di maiale macinato 3 uova intere pecorino macinato a piacere sale (q.b.) 200 gr pane raffermo messo a bagno in acqua un pizzico di prezzemolo o basilico aglio a piacere impastare il tutto e lasciare riposare per una mezz'ora. Vino: Montalcino


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SVILUPPO

PAOLA D’ORSA Domenica scorsa il primo vento freddo da nord ovest ha trasportato voglia di cambiamento e fiducia in se stessi. A Canolo, una delle tre capitali d’Aspromonte (Madonna di Polsi permettendo), raffiche di ponente a 70 km/h hanno spazzato via tutto il resto, soprattutto i brutti esempi di quelle marine, a pochi chilometri più a valle, che negli ultimi decenni si erano convinte di andare veloce, senza andare da nessuna parte. Addirittura molto avanti, micidialmente a vuoto, con chiacchiere e patacche. Assolute protagoniste dell’incontro, organizzato dal settimanale Riviera, dal sindaco di Canolo, Rosita Femia, e dal Parco nazionale d’Aspromonte, sono state le donne di Canolo. «Al posto del cuore monta un turbo speciale, quando corre lui vola, come corre l’amore». Così Enzo Iannacci sintetizzava un purosangue che di nome faceva Varenne. Le donne di Canolo sono cavalli di razza (come lo sono state quelle di Bagnara) che amano e abbracciano quotidianamente madre montagna, che credono nella qualità delle materie prime e delle antiche pratiche dell’alimentazione sana e che, soprattutto, hanno in progetto un’“officina” di prodotti strepitosi da tramandare in eredità ai propri figli. E quest’ultimi, a testa bassa, ringraziano mamme speciali, indispensabili per il loro tragitto: saporito, sano e garantito. Un assaggio abbondante, che ha fatto piangere di gioia, è stato servito agli invitati nel sorprendente salone di Palazzo D’Agostino a Canolo, detenuto da mille verdi nella roccia e con il mare all’orizzonte. Poco prima di pranzo, tra l’una e le due del pomeriggio, in una giornata che ha presentato una colazione con pane caldo, ricotta di montagna e latte di capra in piazza XXV Aprile di Canolo Nuovo, la

Canolo PRESENTI: VARACALLI (GERACE), IMPERITURA (MARTONE), BOMBINO (ENTE PARCO), PRINCIPATO (STAITI), CONDELLI (ANTONIMINA), POLIFRONI (CIMINÀ), LONGO (MAMMOLA), E LE PADRONE DI CASA

limits

Aspromonte

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visita al salumificio Stilo, al panificio della Nonna per la degustazione del pane Iermano, all’azienda dell’origano Zovaianni, a quelle dei Sapori dell’orto e dei produttori di formaggio Petrufinio, prima di pranzo – dicevo – l’intervento di chi non mai fatto differenza tra la montagna e la mamma. Il giovane giusto, nel paradiso. Lui, Giuseppe Bombino, nuovo presidente del Parco Nazionale d’Aspromonte, la pensa così: «Le nostre montagne sono degli scrigni che conservano tesori preziosi. Le tradizioni, i sapori e gli odori che l’Aspromonte ci regala sono delle rarità che se ben sfruttate possono fare la differenza. Possono portare sviluppo a questo territorio, una crescita nella tradizione. Un progresso che non comprometta il passato e le usanze della nostra terra, com’è avvenuto invece nei paesi della costa, purtroppo». La sindaca acconsente, sui limiti e vincoli carica, infine dà totale fiducia a Bombino. Il resto è una roba sublime tra le sedute attorno a balle di fieno e i pensieri sparsi in onore del grande assente, del suo senso dell’appartenenza, inteso come identificazione con la sua terra, una completa fusione, definita dal presidente Bombino empatia. Pasquino Crupi però c’era, e chi ha voluto guardare, l’ha visto. Il resoconto finale? Dilettanti eccellenti operano lungo e attorno questa montagna, gente da 12 ore di fatica al giorno che rifiuta per fede di tenere il passo con la modernità La loro ricetta vincente è l’ambiente pulito e il lavoro. Canolo insieme a pochi altri centri aspromontani sono la vetrine che stanno ridando dignità a una Locride indegna e a quella costa massacrata da rifiuti, depuratori malati, e ancora da fallimenti che si sono ripetuti con orripilante frequenza. Per colpa di ascari senza peli, ma pieni di vizi.


L'amore per lo sport e per il benessere del corpo è una questione di famiglia per i Fragomeni Sono vent'anni e due generazioni che questa famiglia sidernese vi aiuta a prendervi cura di voi stessi. Paolo e sua moglie hanno aperto la piccola associazione sportiva, FitClub, esattamente due decadi fa. E i figli li stanno seguendo in questa loro avventura, Paola e Giuseppe infatti hanno affiancato il papà nella gestione dei corsi. Passato il periodo delle feste e la maialata adesso è ora di rimettersi in forma in vista dell'estate. E cosa c'è di meglio per recuperare la linea che iscriversi a un corso di pilates o yoga. Due discipline che vi aiuteranno anche a scaricare le tensioni e lo stress che accumulate durante le vostre giornate. Sono ottimi anche per chi non abbia mai svolto attività sportiva e aiutano a tonificare i muscoli di tutto il corpo. A condurvi in questo percorso composto da allenamento, rilassamento e respirazione sarà Giuseppe. Lui e Paola sono praticamente cresciuti in palestra, hanno imparato ad amare questo lavoro e a dedicarsi ai soci della loro associazione. L'ambiente del FitClub è molto raccolto e permette quindi di seguire agevolmente tutti gli iscritti. È un vantaggio non da poco, ogni socio viene seguito individualmente e costantemente. Si studia il percorso migliore secondo le caratteristiche di ciascuno.I corsi attivi al momento sono di ginnastica correttiva, corsi per e post parto, ginnastica svedese, corpo libero, ginnastica dolce per anziani. Inoltre si tengono anche dei corsi individuali per sportivi. A breve ripartiranno le lezioni di yoga e anche un corso specifico per i più piccoli. Inoltre a disposizione dei soci c'è anche un'attrezzatissima sala pesi e per body building.


RIVIERA

Dialoghi di ‘ndrangheta

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SPAZIO AI LETTORI

GIUDIZIARIA

C’è un dialogo definito dagli inquirenti “illuminante” intercettato nel corso dell’indagine “Crimine” e confluito nell’operazione “Falsa politica”, dove si discute della “pidocchia”, espressione con cui in gergo ‘ndranghetistico viene indicata l’organizzazione. “A: Allora in questa America la pidocchia funziona bene?”. “B: (risata). . . eh!. funziona Pe’! funziona come qua, ma..”- “A: No, e che qua inc.” “B: Non è come una volta, anzi.”. “A: C’è troppa marmaglia..” “B: Quelli che ci vediamo, ci vediamo sempre quasi, quelli che non vogliamo vedere, stiamo alla larga” “A: E’ logico..”. Dopo un passaggio irrilevante l’uomo indicato con la lettera A prosegue sottolineando : “E’ il più grande territorio qua a Siderno … è il più grande della provincia … ha novantasei locali … è tutto il crimine …”. “B: Novantasei ?”. “A: Novantasei locali!”. “B : A

Toronto nove siamo in tutto”. “A: Novantasei locali perché alcune volte non si può parlare di queste cose..” “B: Eh lo so”. “A: Che io gli rompo le corna … sai com’è? Te ne vai in una stanza in due ed entra un locale alla volta e risponde …”. “B: Per il locale …”. “A: E diversamente con tutti questi locali come si fa? .. Li prendono …”. “B: Li prendono a tutti ?...”. “A:

Hanno fatto macelli qua da noi, qua da noi no si può più parlare”. I due conversanti successivamente affrontano temi d’interesse e si comunicano informazioni su alcune delle cariche locali che si riconoscono appartenenti ad un unico organismo e fra le quali la circolazione delle informazioni ai livelli superiori è indispensabile proprio in considerazione della

sua unitarietà. “B: Di quella taglia eravamo . ..(inc.). . . c’è il fratello du crapa, non so li ho visti ieri sera e dice che ieri sono arrivati lui ed un giovanotto che abbiamo piazzato là che è amico di Vito”. “A: Cosa è Vito nella Minore ?”. “B: Vito è nella Maggiore ma il figlio è nella Minore … e lì quei catechisti .. chi sono là ?”. “A: Capo giovane è il figlio di Cosimino. Il picciotto di giornata è il figlio di Pierino o di Pepparello”. “B: Si, si ..”. “A: Il puntaiolo è il figlio di Antonio …”. L’uomo indicato con la lettera A prosegue indicando altre doti e ruoli all’interno della società: “Questo della Maggiore se lo deve chiamare il Mastro di giornata, e poi c’è il Capo società, e poi c’è il Contabile”. Al di sopra della società e dei locali il soggetto A dice all’interlocutore che c’è “il crimine” che si elegge a Polsi i cui componenti vengono “dichiarati” quando finisce la festa.

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APPUNTAMENTI

Franco Oppini a Gioiosa jonica rriva anche a Gioiosa Jonica (sabato prossimo, 8 febbraio 2014 alle ore 21) il musical “Mi ritorni in mente” che sta riscuotendo un grande successo in tutta Italia. Scritto e diretto da Renato Giordano, lo spettacolo ha come protagonista Franco Oppini (lo spilungone magro dei “Gatti di Vicolo Miracoli”), sul palco insieme allo stesso autore. Il quasi 64enne cabarettista e attore di Quistello (Mantova, Lombardia), si esibirà in un live show dai ritmi trascinanti, ricco di quegli intramontabili brani musicali anni '60 e '70. Sul palco, quindi, si ammirerà la «facciata rockettara» di Oppini, come l'ha lui stesso definita in un'intervista su Leggo.it. Una scommessa fatta proprio in un momento storico in cui quegli anni stanno affascinando le nuove generazioni. Appuntamento al “Teatro Gioiosa”.

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A Ryanair piace volare in Calabria

Lamezia Terme, ma anche Reggio, sono i due aeroporti sui quali la compagnia irlandese sembra decisa a investire con nuove rotte. Appare concretizzarsi la possibilità che quello dello Stretto diventi il secondo scalo calabrese per la compagnia di O’Leary.

CARTOLINE MERIDIONALI Antonio Calabrò

Calabria riflessa Soltanto una è quella vera : entrambe belle, dai colori vivi come l'Estate, l'azzurro di speranze mai dome che sovrasta paesaggi con colline placide e treni lucenti e operosi; eppure in contrasto, opposte, ribaltate, inverse, come la duplice realtà di questa terra amara, da un lato dolce e serena e poi capovolta e sottosopra e perduta in un riflesso di lago. Saline Jonica, allegoria dell'illusione.

RIVIERA

Sembra non esserci più dubbio. A Ryanair piace volare in Calabria e dalla Calabria. Lamezia Terme – primo scalo regionale – e Reggio (più complicato il discorso per quanto riguarda Crotone) sono i due aeroporti sui quali la compagnia irlandese sembra decisa a investire con nuove rotte, 9 per l’esattezza. E vediamole subito per quanto riguarda Lamezia, dove il progetto sembra più vicino a rendersi concreto: Bologna (4 voli al giorno), Bruxelles Charleroi (6 alla settimana), Francoforte (4 alla settimana), Dusseldorf Weeze (4 alla settimana), Londra Stansted (10 alla settimana), Milano-Bergamo (6 al giorno), Pisa (2 voli al giorno) Fiumicino (4 al giorno), Venezia-Treviso (2 al giorno). Un piano che nel giro di due anni potrebbe raddoppiare il numero di

passeggeri in transito a Lamezia, annunciato dal presidente di Ryanair, Michael O'Leary, il quale ha voluto rilevare che rispetto alle attuali tariffe di Alitalia sarà possibile «risparmiare 116 milioni di euro all'anno per chi si metterà in viaggio». O'Leary ha anche annunciato una promozione che metterà a disposizione posti a partire da 14,99 euro per viaggiare a febbraio e marzo 2014, disponibili per la prenotazione entro la mezzanotte di giovedì 30 gennaio (giovedì scorso).

«Qui a Lamezia lavoriamo bene – ha spiegato il numero

uno della flotta - è uno scalo che ci dà soddisfazione e si trova proprio nel cuore della Calabria». L’aeroporto lametino, con un investimento da più di 90 milioni all'anno, è diventato la quattordicesima base in Italia per la compagnia low cost. E secondo le stime, con il nuovo piano dello scalo transiteranno 1,1 milioni di viaggiatori in più rispetto ai numeri attuali che sono di poco superiori ai due milioni considerando tutte le compagnie. L'incremento sarebbe quindi del 50 percento in dodici mesi, ma si raddoppierebbe alla fine dell'anno successivo, quando solo

Ryanair conta di far passare da

Lamezia 2,2 milioni di passeggeri. Ma, come suddetto, Ryanair strizza l’occhio anche a Reggio Calabria e a Crotone. Per quest’ultimo l’intoppo potrebbe essere rappresentato dalla pista che richiederebbe interventi tecnici e quindi costi non programmati. Assai più alte le possibilità che quello dello Stretto divenga il secondo scalo calabrese della compagnia di O'Leary. Il quale dimostra di essere attento anche alle sorti di Alitalia: «Non vogliamo interferire - ha detto - ma siamo disponibili a gestire eventuali problemi che si dovessero presentare» per l'ex compagnia di bandiera. A buon intenditor. (sm)



SAN VALENTINO

Il 14 in piazza Municipio lo spettacolo“l’amuri vena doppu”

A Sideno si prepara un San Valentino alla grande Arriva San Valentino, il santo più femminista dell'anno. Una festività un poco d'antan, d'altri tempi, ammettiamolo, non me ne vorrà l'ex gentil sesso. 'Sta roba dei cioccolatini e dei pucci pucci amore mio mantiene la sua forza più per lo stress che provoca al maschio più o meno innamorato, che per il moto di tenerezza che suscita nella femmina, lievemente inacidita dalla scoperta di quanto potere si espliciti in un tanga suggerito sotto il leggin finto-coprente. Ma tant'è, ce lo sorbiamo San Valentino, aspettando che passi senza grosse litigate. Tanto poi i cioccolatini li mangia il maschio, che la femmina non può, la cellulite trasparirebbe troppo. Il processo di mascolinizzazione della donna non è ancora giunto a compimento e perciò il regalino è ancora d'obbligo e la festa pure. Succede, ma lontanissimo dalle nostre latitudini, che sia la femmina a regalare il cioccolatino a cuore, che sia lei a dichiarare il suo amore ad un maschio sinceramente (lui sì) perplesso e intimorito. Non qui, non ancora. Per adesso la femmina nostrana, emancipata, certo, non mette le mani avanti (la mano, quella sinistra, con l'anulare teso), si concede

al libero e spensierato amore. Ma lo fa con calcolo, con la mano sinistra nascosta dietro la schiena. Subdola, meschina ricattatrice. Molto più saggi una volta, senza tutte 'ste menate sull'amore. Il matrimonio era uno schietto contratto d'affari tra famiglie. Do ut des. Di questa saggezza ci parla lo spettacolo dell'associazione teatrale Amici Felici. “L'amuri vena doppu”, è il titolo, di una commedia ambientata in uno studio notarile di fine Settecento dove due famiglie si incontrano per stipulare un contratto matrimoniale. L'amore, se verrà (ma verrà, a quanto pare), verrà dopo. Teatro in vernacolo, come sullo stile delle altre sceneggiature originali di Cosimina Leuzzi, di Stignano, fondatrice dell'associazione teatrale e regista. Già quest'estate il suo “A mutua” ha riscosso un buon successo di pubblico. Una compagnia composta da giovani attori dei paesi vicini, da Roccella a Monasterace. Lo spettacolo avrà luogo il fatidico 14 febbraio, in Piazza Municipio, Siderno, h 21, meteo permettendo. Altrimenti il santo aspetterà per la sera successiva, stessa ora, stesso luogo. Daniele Mangiola


RIVIERA

www.larivieraonline.com DOMENICA 2 FEBBRAIO

SPAZIO AI LETTORI

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«La mia denuncia brucia» I Fiumicinu MARRAPODI REPLICA A CUZZOLLA

Dall’articolo di domenica scorsa, scritto dal dott. Cuzzola, sindaco di Bruzzano Zeffirio per due volte consecutive, grazie allo stratagemma della lista civetta e al “forzato” isolamento della scrivente, si è già capito, ma lo ribadisco, che “il nondum matura est” della favola di Fedro è più che mai attuale. Sono sempre stata, infatti, irraggiungibile per il novello “Re Sole” di Bruzzano. Io, “avventuriera della politica”, come ebbe a definirmi, non sapevo ancora che a Bruzzano operassero politici dello spessore di Luigi XIV: “L’état c’est lui!”. Era questo, in effetti, che voleva Cuzzola: che io stessi fuori del Comune. Obbiettivo raggiunto! Un “delitto perfetto”, metaforicamente parlando! Si soccombe combattendo con dignità, nella vita come nella politica, non per vili congiure di palazzo ad opera d’interessati cospiratori! Il comune non è in debito? E allora perché ha aumentato l’aliquota Imu sulla prima casa? Per gioco o per punire quei 500-600 cittadini, che, non avendolo votato (tanto bene gli volevano) non gli hanno consentito di essere eletto alla Regione? Di questo avrebbe dovuto parlare il Re Sole! Invece, si è solo autocelebrato da artista della mistificazione. La delibera

«Il Comune di Bruzzano Zeffirio non è in debito? E allora perché ha aumentato l’aliquota Imu sulla prima casa?»

BRIGANTI

della Corte dei Conti 183/2012 non parla di “superamento di 3 parametri su 10 ai fini dell’accertamento della condizione di Ente strutturalmente deficitario? Di ricorso ad anticipazioni di tesoreria per 45 giorni? Di scoperto per anticipazioni? Di grave irregolarità contabile e violazione dll’art.222 del D.L.vo n. 267/2000?”. E sempre la Corte dei Conti non dice forse che “esistono condizioni di personale in eccedenza”? E ora che cosa vuole il dottore Cuzzola, che siano i cittadini a pagare per i suoi impegni e i suoi progetti? Sono sedici i cittadini “sistemati” a Villa Salus? Siamo felici per loro! E quelli che sono stati costretti ad andare via, quanti sono i poveri sventurati? Medici, infermieri, inservienti, non li ha contati il dottore? Ed ecco la verità storica paesana ed elettorale! Tu, Franco Cuzzola, puoi prendere anche il 99% dei voti degli elettori grazie alla lista civetta, ma ogni volta che io sono scesa in campo ti ho sempre battuto, e con te capolista e con tua moglie in lista. E non dimenticare che ho ereditato e risanato il comune con miliardi di debiti fatti dalle allegre gestioni di cui tu, palese od occulto,sei sempre stato il capo; che ho condonato e pagato centinaia di milioni di debiti con l’Inps, con l’Inail; solo all’Enel un miliardo e 333 milioni di ex lire! E non ti permettere, pro-

prio tu, di farmi apparire come ladra, facendo credere agli ignari elettori che mi sono “indebitamente appropriata” di una certa somma. “In mal punto il dicesti”, disse Tancredi a Clorinda, che si vantava di essere “uno di quei”che avevano incendiato le torri. Il tuo vanto, infatti, mi spinge a dire cose che non avrei voluto dire, ma che devo, affinché si capisca la verità. La delibera di cui parli non è stata adottata da me, che, intanto, sono seguita da un legale per azione non conclusasi. Hai l’ardire di distorcere la verità a tuo vantaggio, denigrando la mia opera di risanamento e la mia provata onestà! Giù le mani dalla mia persona! Mi hai potuto prendere il comune, non la pulizia morale! Non sapresti cosa fartene! La certezza dell’impunità, nel delirio del potere assoluto, fa fare brutti scherzi a chi non accetta le sconfitte democratiche! E’così, grazie a questa modo di agire, che il dottore ci ha fatto dono di una perquisizione in casa, passare per il Tribunale della libertà, finire in quello di Locri, da cui, vivaddio, siamo stati assolti. Ora la mia denuncia di rimando brucia al dottore, eccome! Pensava che per paura non l’avrei fatta? È per questo che strepita, non per altro! Rosa Marrapodi

«Dieta mediterranea a Mosca» LA LETTERA

Riceviamo da Ilario Dimasi, ex amministratore della Jonica Agrumi, una lettera rivolta agli organizzatori del “Week-end del Clementine” che si è svolto il 17/18/19 gennaio a Rosarno di cui riportiamo i tratti essenziali “Il Week-end del Clementine” tenuto presso “Scopelliti-Green”, con la presenza degli allievi della medesima scuola e del dottore Giuseppe Raffa, Gaetano Rao e Patrizia Pellegrini; è stato caratterizzato da un tour, e una visita guidata lungo la filiera del clementine e in seguito nel Palazzetto dello Sport ci sarà una mostra sulle qualità di clementine e dei giochi per bambini. Io, a dire la verità, ho pure piacere che fate la festa ai ragazzini di Rosarno con le mandarini clementine. Io sono meravigliato del coinvolgimento del Presidente della Provincia di Reggio Calabria e delle associazioni culturali della Calabria… Se volevate divulgare le mandarini veramente, dovevate fare una cosa ben diversa… e invece che a Rosarno, a Mosca e S. Pietroburgo perché le arance e i mandarini di Rosarno in Calabria e compreso pure l’olio extravergine d’ oliva fanno parte della dieta mediterranea. La Russia ha bisogno dei prodotti della nostra Dieta Mediterranea che

è composta da cereali, legumi, frutta come arance, limoni e mandarini, uova, latticini, pasta e pane. Noi, in Italia, siamo i numeri 1, in particolare la Calabria, per la produzione di OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA, e i numeri 2 per la produzione di ARANCE E MANDARINI. Molto importante è stato per noi la presenza del dottore Ancel Keys, il quale ha vissuto 100 anni e gli ultimi 40 anni a Pioppi, il paesino che divenne famoso per la Dieta Mediterranea. Con la guida del Prof. Jeremiah Stamler (cardiologo americano, collaboratore di Ancel Keys), a 40 anni dalla pubblicazione dei risultati delle ricerche del “Seven Countries Study” (settembre 1969), è stata fondata a Pioppi “l’Associazione per la Dieta Mediterranea: alimentazione e stile di vita” .. E allora lo stesso convegno promosso a Rosarno che non serve a niente bisognava farlo a Mosca e S. Pietroburgo, e di andare pure con l’Unesco che siamo riconosciuti patrimonio come dieta mediterranea. Abbiamo olio extravergine di oliva, arance, mandarini e limoni. Perciò come vedete per fare convegni ci potevamo spostare inRussia che ha un mercato immenso per tutti questi prodotti della dieta mediterranea. Arance, mandarini ,limoni,

tutta la nostra produzione si può vendere li in 20 giorni. Logicamente tutto quello che dico va studiato però questa è la strada….. Così si ottiene un contratto tra la Calabria e la Russia per vendere questa ricchezza La Calabria ha mille chilometri di coste tra Jonio e Tirreno, e i calabresi stessi potrebbero trasformare la Calabria in una zona di grande turismo di massa che potrebbe diventare la Florida d’Europa. Però deve cambiare qualcosa, i suoi prodotti, l’olio e agrumi che sono oltre 20 miliardi all’anno vanno completamente perduti come pure gli agrumi stessi e l’olio che costa come l’acqua minerale…. Ecco la mia proposta : andare a Mosca, ad andare ad aprire un ufficio come Dieta Mediterranea con le arance e l’olio, tenendo conto pure che la Calabria è la regione più povera d’Italia e con questo reddito di 20 miliardi di agrumi e olio distribuiti in tutto il territorio calabrese ci sarebbe una ricchezza più distribuita, maggiori posti di lavoro quasi totali e di conseguenza si abbasserebbe di molto la criminalità che ci sarebbe più benessere. Le mie idee sono grezze ma devono essere raffinati per arrivare ad un risultato migliore. Cordiali Saluti Ilario Dimasi ex amministratore della Joniagrumi Spa

pe Lamezia comu ‘nta nu carru bestiame! BRIGANTESSA SERENA IANNOPOLLO

Cari compatrioti, bona dominica. A domanda i oji è chista: vi capitàu mai u pigghiati l’aereu i Roma Fiumicinu pe’ Lamezia o Riggiu? A mmia mi capitau u jornu 24 gennaiu, pe’ sfortuna mia, e criju ca mai cchiù mi vaji a capitari. U fattu è ca tornava i Barcellona, e all’andata non mi capitàu nenti i stranu. Dicimu puru ca jìu tuttu troppu bonu finu o’ rientru, finu a quandu non ‘ndi ficiru sentiri natta vota “a casa”, comu si prima èramu ‘nta nattu universu. Stava caminandu ‘nta l’aeroportu cercandu l’uscita pemmu pigghiu l’aereu pe’ Lamezia, e mi girava e mi votava, éranu tutti voli belli organizzati, tutti in fila, senza stress, tuttu ordinatu, cu nu bellu spaziu intornu… ‘nzomma non ti pisava u spetti in fila. I voli eranu pe’ Milanu, Venezia, Bologna, Dusseldorf, Berlino… u meu no’ trovava. Poi n’indicazioni dicìa u scindìmu na scala pe’ sutta, e jìa. Nta nu momentu mi trovai ‘nta nattu mundu! Non scherzu si dicu ca ‘nta n’area piccolissima eramu accalcati armenu 4000 cristiani (ovviamenti non tutti cristiani, ma è pe’ diri!). Mi pigghiàu improvvisamenti na carfunìa infinita e ‘ncignai a sudari friddu, ma ‘ndavìa u resistu senza perdiri a calma. Mi dissi: chi sfortuna! Non potìamu capitari o’ pianu i supa? E a curiosità mi portau u mi chiedu l’atti voli vicinu a mia aundi jìanu… e tuttu tornau. Ma certu! Arretu i mia c’era u volu pe’ Riggiu Calabria, cchù avanti c’era u Bari, poi Palermu, Catania, Napoli, ecc. ‘Ndavìa capisciutu. Poi mi dicu ca sugnu ieu a mala penzanti, e ‘mbeci no, pecchì ‘ndaju raggiuni: ‘ndi trattanu comu besti, e puru peju! Eramu tutti in fila unu supa all’attu ca sentìamu puru u fiatu ‘nto collu, e puru si distinguìa unu chi ‘ndavìanu mangiatu, e non ti potivi lamentari né spostari, sinnò perdivi u postu! A nu certu puntu unu gridau: “e vabbò ca simu du sud, però…!” Cioè si capiscìa benissimu ca chillu trattamentu era riservatu pa’ genti chi jìa o sud, s’accorgiru tutti. Ieu pensai ca nui, popolu du sud, simu i sempi viaggiaturi (beh, no i sempi, du 1861, ca prima non emigrava nugliu!) e vistu ca ‘ndavi sempi na marea i genti nostra chi scindi potarrìanu riservari pe’ nui n’area cchiù rrandi, senza u morimu ‘mpiccicati. E ‘mbeci pari ca non vaji accussì: cchiù simu e cchiù ‘ndi trattanu comu besti. Non mi criditi? Fativi nu viaggicegliu e poi vidimu! Quandu dicu ca ped’igli nui simu bboni sulu pe’ voti e pemmu accattamu o’ supermercatu a rroba marcia du nord, u dicu cu raggiuni. Cca esti na colonia interna, simu sfruttati, derubati e pigghiati ‘ngiru, e ‘ndi fannu cridìri ca ennu igli chi mantènunu a nui. Volarrìa u viju si nugliu vai cchù u vota chi fini fannu i politici cari, e si non accattamu cchiù nenti du nord comu chiudunu tutti i fabbrichetti chi ‘ndannu! Volarrìa u viju…


SERVIZIO DI INFORMAZIONE PER I CITTADINI, numero verde:

INDIRIZZO

“ CALABRIA & Europa”

www.eurokomonline.eu Aperta la consultazione pubblica su Interreg Europa “Interreg Europa”, il programma di cooperazione interregionale 2014-2020, è attualmente in preparazione. Il programma sostiene le regioni dell’UE nello scambio di esperienze, conoscenze e buone pratiche per consentire un’elaborazione e un’attuazione più efficaci delle politiche e dei programmi regionali. Interreg Europa si occupa in particolare dei programmi dei fondi strutturali e di investimento per la crescita e l’occupazione e, se del caso, per la cooperazione territoriale europea (CTE). Per tenere conto delle esigenze e delle opinioni delle parti interessate, gli Stati partner di Interreg Europa hanno lanciato una consultazione pubblica rivolta agli enti locali, regionali e nazionali, alle parti sociali ed economiche come pure agli organi che rappresentano raggruppamenti tematici e alla società civile, compresi i partner ambientali, le organizzazioni non governative, ecc. I risultati della consultazione contribuiranno a migliorare la definizione del futuro programma e a garantirne la corretta attuazione. Il sondaggio è aperto dal 10 gennaio al 21 marzo 2014. Per rispondere alla consultazione :http://www.interreg4c.eu/interreg-europe/public-consultation/ Contesto Il programma Interreg Europa affronterà quattro obiettivi tematici: rafforzare la ricerca, lo sviluppo tecnologico e l’innovazione; accrescere la competitività delle PMI; sostenere la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio in tutti i settori; proteggere l’ambiente e promuovere l’uso efficiente delle risorse. Il programma finanzierà progetti di cooperazione interregionale nell’ambito dei quattro obiettivi di cui sopra. Inoltre, assisterà tutte le regioni europee tramite piattaforme di apprendimento delle politiche incentrate su tali obiettivi. Il programma, che copre l’intero territorio dell’Unione europea, la Norvegia e la Svizzera, è cofinanziato dal Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) con una dotazione di 359 milioni di euro per il periodo 2014-2020.

800 678 910 11

Tutti i bandi sono disponibili sul sito dell’Unione Europea e della Commissione Europea Rappresentanza in Italia: www.europa.eu.int www.europa.eu.in/italia - Per maggiori informazioni è possibile contattare i nostri uffici: Centro di informazione dell’UE - Europe Direct “Calabria&Europa”

info: Palazzo Ameduri, piazza dei Martiri 89046 Gioiosa Ionica

Tel: 00 39 0964 412400 - fax 0964 342022 email associazioneeurokom@tiscali. it

Il 5 e 6 Febbraio a Roma la riunione nazionale delle reti di Informazione della Commissione Europea Anche la Europe Direct Calabria&Europa di Gioiosa Jonica parteciperà alla riunione nazionale delle reti di informazione della Commissione Europea a Roma i prossimi 5 e 6 febbraio. Tra le tematiche prioritarie su cui la rete di informazione della UE si confronterà le future elezioni del Parlamento Europeo di Maggio con il punto sui Dibattiti sul futuro dell’Unione”, trattato da Alessandro Giordani, Capo del Settore “Comunicazione, informazione e reti”, Rappresentanza in Italia della Commissione europea. Quindi le Priorità del Semestre di Presidenza Italiana dell’Unione Europea, saranno delineate da Alberto Cutillo, Ministero degli Affari Esteri. A seguire il punto su Erasmus +: approfondimento – sarà definito da Valentina Riboldi dell’Agenzia Nazionale Erasmus+ Indire, cui seguirà Erasmus +: azioni a sostegno della gioventù, esaminato da Silvia Strada dell’Agenzia Nazionale per i Giovani.

Il Vicepresidente della Commissione Tajani: “La modernizzazione delle imprese alla base dello sviluppo” La Commissione invita il Consiglio e il Parlamento ad adottare proposte in materia di energia, trasporti, spazio e reti di comunicazione digitali, nonché ad attuare e ad applicare la legislazione sul completamento del mercato interno. L’obiettivo della modernizzazione industriale va inoltre perseguito investendo in innovazione, efficienza delle risorse, nuove tecnologie, competenze e accesso ai finanziamenti, e l’utilizzo dei fondi dell’UE dedicati consentirà di accelerare questo processo. La comunicazione promuove un’Europa più favorevole alle imprese attraverso azioni volte a semplificare il quadro legislativo e a migliorare l’efficienza della pubblica amministrazione a livello dell’UE, nazionale e regionale. Altri aspetti fondamentali sono: l’accesso ai mercati dei paesi terzi, che va agevolato tramite l’armonizzazione delle norme internazionali, gli appalti pubblici aperti, la tutela dei brevetti e la diplomazia economica. Antonio Tajani, Vicepresidente della Commissione europea e Commissario responsabile per l’Industria e l’imprenditoria, ha dichiarato: “L’Europa è ancora lontana dall’obiettivo di un contributo dell’industria al PIL dell’UE del 20% entro il 2020. Per questo motivo la competitività industriale deve essere al centro dell’agenda politica del Consiglio europeo del marzo 2014. Con l’iniziativa odierna, la Commissione invia un segnale chiaro che per creare nuovi posti di lavoro sono indispensabili una reindustrializzazione e una modernizzazione urgenti della nostra economia. Abbiamo bisogno di un forte impegno a livello di UE e nazionale per garantire la coerenza e la messa in ordine di priorità di tutti gli strumenti a nostra disposizione. Una strategia industriale deve includere una serie di altri settori, alla luce della loro crescente interconnessione e del loro notevole impatto sul successo dell’industria. L’UE emerge dalla recessione più lunga che abbia mia sperimentato, che ha sottolineato l’importanza di un settore industriale forte per consentire all’economia di resistere. Il ruolo dell’industria in Europa si estende ben oltre l’attività manifatturiera e abbraccia le materie prime e l’energia, i servizi alle imprese (come la logistica), i servizi ai consumatori (come i servizi post-vendita per i beni durevoli) o il turismo. L’industria è all’origine di oltre l’80% delle esportazioni europee e delle attività di ricerca e innovazione; dati che sottolineano che la sua importanza è molto maggiore di quella suggerita dalla sua quota del PIL. Circa un posto di lavoro su quattro nel settore privato appartiene all’industria e si tratta spesso di posti di lavoro altamente qualificati; inoltre, ogni nuovo posto di lavoro creato nell’industria manifatturiera è all’origine di 0,5-2 posti di lavoro in altri settori. La quota delle attività manifatturiere rispetto al PIL dell’UE è tuttavia

Il 6 febbraio l’analisi toccherà le tematiche prioritarie per la nuova programmazione dei Fondi europei 2020, in prima mattinata la relazione su “Fondi di coesione 2014-2020, gestione in Italia, il ruolo del nuova Agenzia per la coesione territoriale”, di Sabina De Luca del Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Economica. Subito a seguire la presentazione del “sito www.finanziamentidiretti.eu e la nuova programmazione dei fondi diretti”, trattata dall’Arch. Romano Albertini, Dipartimento Politiche Europee, Ufficio Cittadinanza Europea, mercato Interno ed Affari generali. A chiudere la tornata della due giorni delle reti europee il focus su Garanzia per i giovani, trattato dal Ministero del Lavoro e il punto su “Orizzonte 2020”, con Mara Gualandi, di APRE.

ulteriormente scesa, attestandosi al 15,1% nell’estate del 2013, ed è molto lontana dall’obiettivo del 20% nel 2020, fissato dalla Commissione nel 2012. Un’industria competitiva è una priorità dell’agenda europea L’importanza delle sfide che si prospettano all’Europa del futuro richiede attenzione e indirizzo strategico al livello politico più elevato, vale a dire in sede di Consiglio europeo. Ciò è essenziale per assicurare la coerenza e la messa in ordine di priorità di tutti gli strumenti a disposizione dell’UE. La Commissione europea invita gli Stati membri a riconoscere l’importanza centrale dell’industria per dare impulso alla competitività e alla crescita sostenibile in Europa e a inserire più sistematicamente le tematiche legate alla competitività in tutti gli ambiti politici. Tra le priorità a sostegno della competitività dell’industria europea emergono: integrare ulteriormente la competitività industriale in tutti gli ambiti politici, considerata l’importanza del contributo della competitività industriale alla resa competitiva generale dell’UE; massimizzare il potenziale del mercato interno sviluppando le necessarie infrastrutture, offrendo un quadro normativo stabile, semplificato e prevedibile, atto a incoraggiare l’imprenditoria e l’innovazione, integrare i mercati dei capitali, migliorare le possibilità di formazione e di mobilità per i cittadini e completare il mercato interno dei servizi quale importante fattore della competitività industriale; adottare misure nel mercato interno e a livello internazionale per garantire l’accesso all’energia e alle materie prime a prezzi abbordabili che rispecchino le condizioni internazionali; mobilitare e attuare strumenti di finanziamento europei basati su combinazioni efficaci di COSME, Orizzonte 2020, fondi strutturali (fondi regionali almeno 100 miliardi di euro) e fondi nazionali per favorire l’innovazione, gli investimenti e la reindustrializzazione; tornare a finanziare l’economia reale. La Banca europea per gli investimenti dovrebbe svolgere un ruolo più strategico in materia di erogazione dei prestiti, privilegiando l’innovazione e i progetti industriali. L’UE dovrebbe eliminare le strozzature rimanenti originate dalla frammentazione dei mercati finanziari e creare le condizioni per lo sviluppo di fonti di finanziamento alternative; agevolare l’integrazione progressiva delle imprese dell’UE e in particolare delle PMI nelle catene di valore globali per promuoverne la competitività e assicurarne l’accesso ai mercati globali a condizioni competitive più favorevoli; migliorare la competitività industriale è fondamentale per rilanciare la crescita e l’occupazione al fine di portare il contributo dell’industria fino al PIL al 20% entro il 2020

Bandi in scadenza: “ISEC - Prevention of and Fight against Crime – dead line: 19 Marzo 2014 Tutte le proposte devono rientrare nell’ambito di una delle seguenti priorità: -Codice di priorità EPSD:”Supporto all’implementazione del Patto Europeo contro le Droghe Sintetiche, con un focus specifico sulle nuove sostanze psicoattive (NSP), attraverso il miglioramento delle conoscenze relative alla catena di fornitura delle droghe (anche tramite internet), lo sviluppo di strumenti forensi per l’analisi delle NSP, la cooperazione fra le autorità competenti coinvolte, il supporto all’identificazione e la valutazione dei rischi derivanti dall’assunzione delle sostanze e lo scambio di migliori pratiche tra forze dell’ordine nella gestione di casi relativi alle NSP”; -Codice di priorità TRN:”Programmi congiunti di formazione per autorità delle forze dell’ordine al fine di migliorare la capacità di colpire il traffico delle droghe, compreso quello al di fuori dei confini dell’Unione Europea”; -Codice di priorità PLAT:”Creazione di e supporto a piattaforme di cooperazione che facilitino lo scambio di informazioni operative e assistenza tecnica al fine di prevenire e arrestare il crimine legato alle droghe”; -Codice di priorità DISM:”Smantellamento di impianti di produzione e stoccaggio per la sintesi delle droghe e l’estrazione secondaria della cocaina”; -Codice di priorità EPDT:”Supporto all’implementazione del Patto Europeo sul traffico internazionale delle droghe”. Le proposte devono identificare chiaramente a quale delle priorità sopra elencate fa riferimento il progetto. I destinari dei progetti sono:”Agenzie di forze dell’ordine, altri attori e istituzioni pubblici e/o privati comprese autorità locali, regionali, nazionali, partner sociali, università, uffici statistici, organizzazioni non governative, partenariati pubblici/privati e altri organismi internazionali del settore”. Beneficiari: Possono presentare proposte progettuali tutti gli organismi e organizzazioni stabilite negli Stati membri dell’Unione europea dotati di personalità giuridica. Le domande presentate da persone fisiche non sono ammissibili. Organismi le organizzazioni a scopo di lucro possono presentare progetti soltanto in associazione con organizzazioni senza scopo di lucro o statali. Le organizzazioni internazionali e gli organismi istituiti dall’Unione europea che rientrano nell’ambito dell’articolo 208 del Regolamento Finanziario non sono ammissibili al finanziamento e non possono presentare le domande. Possono partecipare in qualità di “associati”, ma i loro costi non saranno cofinanziati. I soggetti che presentano la proposta devono risiedere in uno stato membro UE. Ogni persona giuridica può presentare diverse proposte, sia in qualità di coordinatore sia in qualità di partner, purché abbiano come oggetto progetti diversi. I progetti possono essere transnazionali o nazionali. Per i primi il partenariato deve essere composto da almeno due persone giuridiche pubbliche o private provenienti da almeno due diversi Stati Membri. I progetti nazionali all’interno di un unico Stato Membro devono rispondere ai seguenti requisiti: -Essere preparatori rispetto ad un futuro progetto transnazionale o ad azioni dell’Unione, oppure -Essere complementari ad un progetto transnazionale o ad azioni dell’Unione, oppure -Contribuire a sviluppare tecnologie e/o metodi innovativi che abbiano un potenziale di trasferibilità a livello europeo o ad altri Stati Membri o Paesi candidati all’adesione. Stanziamento: La cifra massima disponibile è di 5.000,000 di Euro. Finanziamento: Il contributo comunitario copre fino al 90% dei costi totali ammissibili. Il contributo comunitario richiesto non deve essere inferiore a 100.000,00 Euro. I costi per i subcontratti non devono superare il 30% del budget totale. I progetti devono avere una durata massima di 24 mesi.


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ILARIO AMMENDOLIA Nella Locride è guerra di sindaci ma la luce è spenta. Tutto si svolge su un palcoscenico con una opinione pubblica disinteressata e distratta . IL 7 aprile del 2011 si svolgeva, sempre a Locri, un incontro tra il ministro dell’Interno, on. Cancellieri, ed i sindaci della Locride. Quanto riportiamo sintetizza la posizione unitaria dei sindaci espressa in quella occasione. Non ha importanza chi ha pronunciato l’intervento ma il fatto che i sindaci si muovessero uniti su una strategia: “… Noi abbiamo il senso delle Istituzioni, sentiamo l’onore ed il peso delle fasce tricolori che noi non cingiamo solo in occasione delle feste nazionali. Proprio per questo chiediamo al governo che Lei rappresenta ancor prima che fondi attenzione. Noi abbiamo messo in campo un progetto d’urto per la Locride ed un protocollo per la legalità. Non chiediamo semplicemente più fondi, ma che questi vengano programmati attraverso un progetto coordinato con la Regione Calabria che ci faccia fuoriuscire dalla stato di crisi in cui ci troviamo….Chiediamo un tavolo di concertazione permanente al Ministero degli Interni su interventi di carattere strategico sul nostro territorio… Noi sindaci della Locride, cittadini di questa terra a cui abbiamo fatto la scelta di unirci da un legame forte ed indissolubile, non abbasseremo la testa . Nel nome della nostra gente, resisteremo con una volontà ferrea di rappresentare lo Stato che poggia sulla Costituzione repubblicana che noi vogliamo attuata in ogni sua parte... Signor Ministro, porti a Roma il nostro messaggio, dica che Lei non ha incontrato sindaci intimiditi ed impauriti, bensì uomini con la schiena dritta, determinati a battersi per riscattare la propria terra.” Questa strategia si è andata dispiegando con tutta la sua forza in maniera unitaria e in tutta la zona Jonica, nel tentativo di superare il solco che divide l’opinione pubblica dalle Istituzioni, spesso screditate da una classe politica mediocre, e con la decisa volontà di porre la “questione Locride” come questione nazionale. Sono passati tre anni, una strategia politica è stata rimossa preferendo la calma piatta, la navigazione senza bussola. Il tavolo di concertazione su cui era stato preso formale impegno è stato archiviato. La Regione ha dimenticato questo territorio e gli impegni presi sono diventati chiacchiere senza che nessuno abbia il coraggio di difendere questa terra. La Provincia è in via di estinzione, continua così un sonno comatoso che dura da anni. La Locride non fa più notizia se non per fatti collegati alla ‘ndrangheta. Non sarebbe utile trovare capri espiatori e non mettiamo nessuno sul banco degli imputati ma il clima che si respira è quello della restaurazione e del grigiore quotidiano. Già nel 2006 all’indomani del feroce delitto dell’onorevole Fortugno la Locride fu proiettata al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica nazionale. La visita del presidente Ciampi e la rivolta dei ragazzi delle scuole avevano giustamente tolto quella morte alla cronaca nera per consegnarla alla politica. La classe “dirigente” della zona e la politica regionale non furono pronte a raccogliere quella sfida e nel giro di poco tempo le luci si spensero senza lasciare traccia. Anche oggi le luci sono spente e nessuno parla di Locride. Anzi ci sono stati servizi e libri feroci nei confronti della nostra Terra. Un territorio criminalizzato diventa rassegnato e perde la speranza. Eppure ognuno fa finta di non vedere mentre la “Jonica” viene massacrata da più parti. L’attuale scontro tra sindaci è scoppiato sulle nomine a “Locride ambiente”, un consorzio che avrebbe enormi potenzialità, mai espresse. Il territorio ha bisogno di più Politica ma che sia tale. Occorre fuoriuscire da vecchi schemi, superare il notabilato di paese, le reti clientelari e la marginalità culturale. I politici di zona non siano i valvassini di un nuovo feudalesimo. Comprendano i sindaci che siamo sul Titanic e le antiche furbizie non impediranno alla nave di andare a fondo, anzi la prua è già sott’acqua Lo comprendano e ne traggano le conseguenze prima che sia troppo tardi.

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STEFANO MARZETTI eciso a realizzare un fuoricampo storico, rivoluzionario, ha impugnato la mazza da baseball e ha colpito in pieno la palla moscia che gli ha lanciato l'inutile e paralizzata Assemblea dei sindaci della Locride e nello specifico dal Consorzio Locride Ambiente. Così Giovanni Calabrese, sindaco di Locri, si è trasformato in attaccante spietato, come il Roy Hobbs interpretato da Robert Redford nel magnifico film “Il migliore”, storia di un battitore capace con le sue randellate di frantumare i riflettori dello stadio. Le lampade che Calabrese vuole sbriciolare sono quelle che propagano luce ormai debole su un organismo che da anni avrebbe dovuto lavorare sodo (sviluppo, ambiente, viabilità, sanità e così via) e distribuire una spolverata di benessere su un'area depressa che comprende ben 42 comuni. Forse l'area più depressa d'Italia, che ha bisogno di

polso e di palle - restando nella metafora dello sport nazionale made in Usa - e che di tutta risposta, ultimamente, è stata mortificata dalla gestione dannosa di questa struttura. Per onestà va detto che quanto scriviamo è in parte frutto delle testimonianze raccolte da cittadini, amministratori (innanzitutto lo stesso Calabrese che ci ha convinto nelle sue motivazioni) e colleghi di quest'area della Calabria. Ma abbiamo steso l'articolo anche sulla base di quanto - pur giunti da poco da queste partiti - verifichiamo di persona, giorno dopo giorno. IL SINDACO SCATENATO A scatenare il primo cittadino della città di Zaleuco - che a questo punto chiede lo scioglimento di Assocomuni e minaccia di sfilarsene - è stata l'ultima dimostrazione d'immobilismo del Consorzio Locride Ambiente che, nel corso dell'ultima riunione, ha respinto la proposta di Calabrese: vale a dire, affidare la gestione del Consorzio di funzioni a giovani

professionisti di settore, attraverso una procedura concorrenziale e limpida, prevista fra l'altro dallo statuto. Nominare, insomma, soggetti esterni, esperti dello sviluppo territoriale, con comprovati titoli di studio. Un cambio generazionale. Un rinnovamento al posto dell'inamovibile e appisolata compagnia di «sindaci in scadenza di mandato che cercano di conservare un posto al sole», come ha sentenziato lo stesso Calabrese. La cui idea è stata condivisa da quattro primi cittadini di comuni non ingessati: Giuseppe Certomà (Roccella), Antonio Scordino (Bianco), Domenico Vestito (Marina di Gioiosa) e Pino Varacalli (Gerace). IL FALLIMENTO Il Consorzio Locride Ambiente ha fatto le proverbiali orecchie da mercante, proceduto alle nomine del consiglio d'amministrazione e confermato alla presidenza Vincenzo Loiero. Quando si dice la politica delle solite facce. Quelle


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Siderno, Locri e le due Gioiosa 50mila abitanti, una tangenziale, un sindaco: ora o mai più ERCOLE MACRÌ

che danno un unico volto al fallimento del piano strategico. E pensare che la Regione (assessorato all'Urbanistica) aveva impegnato 268mila euro a beneficio del Consorzio che di questi soldi ha speso solo 85mila euro, mentre tiene in un cassetto già versati dalla regione Calabria 150mila euro. Un danno economico enorme, se si pensa che se documenti e risoluzioni fossero stati concretizzati avrebbero potuto fruttare circa 43 milioni di investimento globale. Una delle pochissime cose fatte, invece, è stato il sito internet www.locride2015.it. Un portale “del nulla” - lo battezziamo - sul quale è appena visibile l'impostazione iniziale della piattaforma cms, meglio conosciuta come Word Press. Ciò verificato, divinatoria fu una dichiarazione del presidente Giorgio Imperitura - risalente al suo insediamento al comando dell'Assemblea dei sindaci (al posto di Pietro Crinò) il 19 giugno 2012 - che

non può essere dimenticata per la sua natura gaffista: «Puntiamo al massimo per ottenere il minimo».

zione”, tanto che questo non ne fece parola né con Assocomuni, né con la Regione.

NON FARE NULLA Detto fatto, è il caso di dire. In un anno e mezzo le poche idee sono rimaste in uno stato di galleggiamento spirituale. Testimonianza della gestione rovinosa di un'istituzione ipertrofica, che accresce la distanza della politica dal territorio, popolato da cittadini che percepiscono il suo malfunzionamento. Ma tornando a Locride Ambiente va ricordato anche lo snobismo di Loiero - già nel lontano maggio 2011 - nei confronti dell'iniziativa Urban Center di Locri, una tre-giorni di workshop impreziosita dalla presenza dell'antropologa di fama mondiale Marianella Sclavi, collaboratrice del Mit (Massachussetts Institute of Technology) di Boston, super esperta in progettazione partecipata, ascolto attivo e building consensus. Termini forse poco comprensibili per il “consor-

TRE RIUNIONI IN 16 MESI E di nuovo tornando, per finire, all'Assemblea dei sindaci, tre riunioni in 16 mesi - ci riferiamo al tempo trascorso dalla salita sul trono di Imperitura sono davvero poche, o meglio ridicole o, ancor meglio, una vergogna. Perché in conseguenza di ciò la domanda - diceva tanti anni fa Antonio Lubrano - nasce spontanea: come si fa a decidere e a combinare qualcosa di buono se ci si incontra, a quanto pare, quando proprio non si ha di meglio da fare? Siamo disponibilissimi ad ascoltare una risposta, il famoso diritto di replica. Che sia, si spera, supportato da fatti e non solo da indignazione, come quella manifestata anche di recente, nel corso della settimana appena terminata, incendiata dalla dichiarazione di guerra di Giovanni Calabrese.

Uno dei punti trattati nell’ultimo consiglio comunale di Locri è stato il dissesto di Siderno. Nelle parole del sindaco di Locri Giovanni Calabrese una svolta epocale: «Bisogna evitare che Siderno fallisca, e si può evitare». La politica della Locride negli ultimi decenni è stata vittima di un progetto politico alienante; la Locride è ancora prigioniera, drogata, dalla strategia dell’Associazione dei sindaci: 42 comuni, un’unica città. Una premessa sbagliata. Siderno e Sant’Ilario, Locri e Grotteria, Manatthan e il Nebraska, tutti, senza contrappesi e bilance, forzatamente, sullo stesso piano. Orizzontali, stesi dalla spartizione di finanziamenti a pioggia. Stop. Con tutto il rispetto per il Nebraska. 142.000 abitanti con lo stesso battito, ma senza testa: un’idea infantile, insostenibile, che ha contribuito in modo robusto, producendo incarichi, pettegolezzi e divisioni, accontentando singoli bisogni e cestinando nuovi progetti, alla regressione civile e alla fuga di risorse umane da questo territorio. Se ne facciano una ragione Zito e Imperitura, Loiero e Crinò, che come maturi salmoni lasciano il mare e risalgono i ruscelli per deporre le uova. Impediamoglielo: diventiamo orsi per evitare ulteriori ritardi e conseguenze micidiali. Grazie a Dio la nuova faraonica e poco praticata statale 106, tra i tanti demeriti, un merito ce l’ha: ha spazzato via l’idea balorda dei sindaci, degli immortali. Gli undici serpeggianti chilometri (costati 40 milioni a pezzo) di quella che faremmo bene a definire la Tangenziale Est, ha unito il baricentro della Locride. Oramai Gioiosa Superiore, Gioiosa Marina, Siderno e Locri sono un unico blocco, la città futura: 50mila abitanti governati da un’unica giunta. Gioiosa turismo, Siderno commercio, Locri sanità e giustizia. Se ne faccia una ragione anche l’assessore gioiosano Sisi Napoli che continua a turbinare nel Torbido, alla ricerca di una unione inutile dei comuni della sua Vallata. Sia innocuo, evitando di gironzolare con sorrisi ospitali intorno ai progetti dei capi azienda e sia birichino, intelligente. S’impegni con l’abnegazione che l’ha sempre contraddistinto per ricostruire un territorio in rovina: una grande città dotata di tutto, che finalmente pretenderà polpa senza accontentarsi degli ossi lanciati da Reggio. Sarà un bene per tutti i 42 comuni della Locride.


RIVIERA

« Pascoli- Gesù, aiutami tu...» Ritrovata una lettera di Giuseppe M. Pellicano a Giovanni Pascoli

Nel marzo del 1900, lo scrittore di Gioiosa Ionica si appellò al celebre Poeta per farsi raccomandare presso due riviste letterarie

Il

to nel Carducci più dalla sua avvenenza che dai suoi versi… Come dicono anche oggi i giovani scrittori respinti, Pellicano si lamentava che «l’arte è divenuta il monopolio di pochi. Le riviste, gli editori, non stampano se non opere di autori di fama assicurata». Fa sorridere che, per conquistare la benevolenza del «maestro» Pascoli, egli l’avesse equiparato addirittura al «divino Gesù», e si fosse dichiarato con finale ridondanza: «Affezionatissimo Devotissimo e Obbligatissimo». Ciò dimostra comunque l’indole innocente e il presentimento di inadeguatezza dell’ansioso Pellicano, che gli avrebbero precluso l’audacia necessaria a situarsi con piglio originale nelle correnti d’avanguardia del primo Novecento.

FRANCESCO D. CARIDI novelliere Giuseppe Maria Pellicano (1876 – 1935) cercò invano un riconoscimento del proprio talento fuori dei confini localistici: infatti, otterrà soltanto il compenso postumo dell’intestazione a suo nome della Biblioteca comunale di Gioiosa Ionica, legataria della sua raccolta di libri, e qualche scarna citazione nei compendi della letteratura calabrese. Nel marzo del 1900 il giovane Pellicano si rivolse a Giovanni Pascoli (che aveva incontrato occasionalmente nel 1898 all’Università di Messina, dove il Poeta insegnò letteratura latina dal 1898 al 1903) per farsi presentare a due rinomate pubblicazioni letterarie del tempo, l’istituzionale Rivista d’Italia, edita a Roma dalla Società Dante Alighieri, e l’innovativo foglio fiorentino Il Marzocco. Pellicano certamente sapeva che nella redazione del Marzocco, dove con spirito selettivo si segnalavano promettenti autori, Pascoli era molto apprezzato, e quindi immaginava che un suo biglietto di raccomandazione sarebbe valso a spalancargli le porte. Quando scrisse la patetica lettera, conservata nell’Archivio della Casa-Museo Pascoli a Castelvecchio di Barga (LU), Pellicano aveva 24 anni e ardeva del “sacro fuoco” della letteratura, tanto da improvvisarsi anche saggista, critico e conferenziere. Chissà se alla eventuale risposta di cortesia del «professor Pascoli» fosse conseguito un reale interessamento presso le due riviste, magari riscontrabile in qualche carta lasciata dal Pellicano. Del resto, Pascoli come Giosuè Carducci, numi tutelari, erano destinatari di continue preghiere di intercessione da ogni parte d’Italia: ma era difficile che capitasse a tutti gli imploranti la stessa fortuna editoriale arrisa alla giovane poetessa Annie Vivanti grazie però all’amore suscita-

La fantascienza italiana ora ha il suo Tolkien

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CULTURA E SOCIETÀ

Di seguito la trascrizione integrale della lettera di Giuseppe Maria Pellicano a Giovanni Pascoli. Gioiosa Ionica Marina 18 marzo 1900 Maestro! Si ricorda di me? Mi sono presentato a Messina, nel 1898, or sono due anni, mandandole il resoconto che un giornale faceva di una mia conferenza su “La poesia di Giovanni Pascoli.” Ricorda? Dopo, tante vicende mi dispersero per i paesi d’Italia, e non ebbi più occasione di rivederla… Ma in cuore, mi creda, ci ò sempre la sua figura buona e dolce, mio illustre maestro. Oggi, dopo tanto, ricorro a lei per un favore ! Me lo farà? Sì, sì,

me lo farà – non è vero? Sa negare Lei, maestro? Io non so imaginarlo, questo… In Lei, ne la persona e ne la parola (nel cuore, poi…) c’è qualcosa del divino Gesù… Ma già mi sento dire: - “Su, su, figliuolo… Che cosa vuoi?” Ecco professore… Oggi l’arte è divenuta il monopolio di pochi, non è vero? Le riviste, gli editori, non stampano se non opere di autori di fama assicurata… Io ho pronti alcuni lavorucci che non le mando perché il suo tempo è oro… Vorrei però che mi mandasse due biglietti di visita, in ciascuno dei quali direbbe che le sta a cuore che

mi si usino le facilitazioni possibili, per la stampa di alcuni lavori, se questi lo meritano. Uno dei due biglietti è destinato alla ”Rivista d’Italia”; l’altro al “Marzocco” di Firenze. Mi risponda, maestro, per carità! Creda che le sarò obbligato del mio a venire! Con tutta la stima e l’affetto che merita, mi ricordo alla sua benevolenza e considerazione l’Aff.mo Dev.mo e Obb.mo Giuseppe Maria Pellicano Diriga: Giuseppe Maria Pellicano Gioiosa Ionica Marina (Calabria)

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Mechardionica di Dario Tonani

Di Dario Tonani si può solo parlare male. Dirne bene è un luogo comune, un dejà vu letterario che rimbalza da un luogo all’altro della rete. Si parla bene di un autore emergente, che ha bisogno di essere incoraggiato, si parla bene dell’amico che ha scritto il suo primo romanzo. Non si parla bene dei “mostri sacri”, quelli sono solo da demolire. Ormai per commentare Mondo9 bisogna scomodare i grandi e scomodarli davvero, togliergli un po’ di poltrona da sotto al sedere. E chi avrebbe immaginato che la fantascienza avesse ancora qualcosa da dire? Per la mia generazione, cresciuta con basi lunari e viaggi interplanetari, trovarsi nel 2014 con una manciata di polvere marziana in una mano e un Motorola nell’altra, è stata una sconfitta epocale. Dal piccolo episodio Cardanica, il ciclo di Mondo9 ha conquistato una sua coerenza, una fisionomia letteraria che sulle prime non avremmo immaginato. Ad ogni episodio il puzzle si arricchiva di nuovi tasselli, e per molti quella Dario Tonani è stata la firma che ha segnato il passaggio a un nuovo modo di leggere e di pubblicare libri. È grande il merito che va attribuito a Tonani: l’aver portato “numeri” all’editoria digitale. E che questo passaggio sia avvenuto con dei racconti di fantascienza per me non è casuale. Se con Cardanica e i suoi seguiti, Tonani ha spesso lasciato l’amaro in bocca per la brevità dello scritto, con Mechardionica conferma i suoi pregi e azzera i difetti delle pubblicazioni precedenti: un’eccessiva serializzazione e un costo elevato.

Arrotonda i personaggi, espande la visuale, allude a ipotesi, imposta conflitti. Le domande che prima erano nebulose (cosa, ma cosa, come, dove?) ora diventano più specifiche (qualcuno sfuggirà mai agli ingranaggi degli pneumosnodi? L’“Afritania” è davvero immortale? Ci sarà un conflitto aperto tra “interni” ed “esterni”? Gli umani si coalizzeranno contro i mechardionici?). I personaggi si interlacciano tra loro, pur non riuscendo ad acquisire fisionomia dettagliata. Ma ciò che conta, ciò che appassiona, è la vivace creazione di un mondo originale, ricco di fatti, creature, abitudini, minacce, di paesaggi immensi, poiché immenso è ciò che non si conosce di Mondo9. Ecco perché una mappa – ipotesi ventilata tramite i social network – equivarrebbe a distruggere lo splendore di una creazione ancora pubescente, a portare la primavera sulla soglia dell’autunno. Attendiamo con ansia ogni nuova pubblicazione che si preannuncia come un sostanziale arricchimento della fisionomia di Mondo9. Lidia Zitara




SETTIMANALE

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BENESSERE E SALUTE

Cibo e sesso, il merluzzo è il top Partiamo da un presupposto: seppur non dimostrata scientificamente fino in fondo (esistono diverse correnti di pensiero in proposito), l'efficacia dei cibi afrodisiaci, quegli alimenti che sarebbero cioè capaci di alimentare il desiderio sessuale, è da millenni al centro di un notevole interesse. Per evidenti motivi. Nella lunga lista di questi preziosi alleati del sesso e dell'eros a tavola, ce n'è uno di cui quasi certamente nessuno ha mai sentito parlare, almeno in questa chiave: il merluzzo. Favorisce l'erezione Avete letto bene. Considerato un pesce meno nobile per la tavola, eccolo diventare cibo afrodisiaco per antonomasia. Perché uno dei pesci simbolo dei mari artici sembrerebbe possedere ottime capacità di favorire l’eros. Lo dimostrano alcuni recenti studi: merluzzo e derivati sono ricchissimi di arginina, una sostanza naturale che migliora le proprietà erettili dell'uomo perché contribuisce a dilatare i vasi sanguigni e quindi facilita il riempimento dei corpi cavernosi. Dall´arginina deriva infatti il Nitrossido: una sostanza gassosa, scoperta negli Anni 80, vera responsabile dell'erezione maschile (la scoperta ha fruttato il Nobel ai tre ricercatori coinvolti). Come un Viagra naturale “Il merluzzo ne contiene circa 1,8 grammi per 100 grammi”, conferma Andrea Poli, della Nutrition Foundation of Italy. “La tecnica di essiccazione del merluzzo che serve per ottenere lo stoccafisso permette alla carne di questo pesce di conservare intatta non solo la sua ricca risorsa di arginina, ma anche le altre proprietà benefiche del merluzzo appena pescato, ancor più che se il pesce venisse congelato". Insomma, una specie di vero "Viagra naturale" che si va ad aggiungere ad altri cibi insospettabili quali sedano, carciofi, avena, miele e barbabietole ed agli ormai ben consolidati (e inflazionati) cioccolato, ostriche, peperoncino e caffè.

cara

Milana

Ho 20 anni e il desiderio irrefrenabile di provare cose nuove, anche gli stupefacenti. Ènormaleoppure ho un problema?

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DROGA Tradimento: la donna perdona, l'uomo no Quella che si prova di fronte a un tradimento è un'emozione forte, a volte anche distruttiva. Nonostante la gelosia dipenda dai caratteri e dalle esperienze, esiste una sostanziale differenza tra le donne e gli uomini. In caso di infedeltà, infatti, l'uomo ha maggiori difficoltà a perdonare mentre le donne sono più indulgenti. Queste le conclusioni di uno studio condotto da un gruppo di ricercatori della Pennsylvania State University Lo studio I ricercatori hanno scoperto che quando una donna scopre l'infedeltà di un uomo non è tanto sconvolta dal fatto che il suo partner ha avuto un rapporto sessuale con un'altra donna, ma che avrebbe potuto innamorarsi dell'altra mettendo in pericolo la loro relazione. La rabbia femminile, infatti, consiste più nella paura di perdere il rapporto che garantisce sicurezza a lei e ai suoi figli. Ma quando è un uomo a scoprire l´infedeltà della propria partner il rapporto sessuale clandestino lo sconvolge letteralmente. Le diverse preoccupazioni di lui e di lei "L'uomo ha imparato negli anni hanno detto i ricercatori - a essere ipervigile sul sesso perché non potrà mai essere assolutamente certo di essere il padre di un bambino, mentre le donne sono più preoccupate di aver un partner impegnato a crescere un´altra famiglia".

gnuno di noi ha voglia di provare cose diverse, anche quelle che hanno una brutta fama. I nostri bisnonni andavano di nascosto nei bordelli e provavano l’assenzio. Oggi è tutto a portata di mano: cose belle e cose brutte, che ci condannano alla maledizione eterna di essere dei morti viventi. Non dei vampiri ma dei drogati: cos’altro è un drogato se non un morto vivente? Non incoraggerei nessuno a provare la droga, conosco troppe persone che si sono rovinate la vita. Certo, gli sciamani prendevano funghi velenosi per raggiungere mondi paralleli, ma non li invidio per quell’esperienza di abbandono totale del corpo: che succede se poi non riesci più a tornare indietro da quello stato? Mi dispiace ma credo che questo tuo desiderio non porterà nulla di buono, solo il rischio di finire male. Se non riesci a rinunciare a questa pericolosa curiosità, allora che sia almeno una volta sola. E se dovesse piacerti? Se per colpa di quell’istinto diventassi dipendente dagli stupefacenti? È un rischio enorme. Trova qualcosa di meglio da fare: un bel viaggio, nuove amicizie e interessi. Sei in una età in cui solo il cielo ti fa da frontiera. Dimenticati della droga, perché con lei voli per finta, ma quando cadi ti fai male sul serio.

O

Smart drugs Le droghe "naturali" sono sostanze psicoattive di origine sia naturale che sintetica, presenti in commercio sotto forma di bevande, pillole, gocce. Si tratta di prodotti contenenti un'alta varietà di sostanze: caffeinici contenenti: caffeina, taurina, guaranà, thè, cola; efedrinici (a base di efedrina) spesso commercializzati come integratori alimentari per perdere peso o migliorare le prestazioni atletiche; afrodisiaci contenenti estratti vegetali, quali ad esempio la damiana; eco-drugs: sostanze psicoattive di origine naturale, tra cui la più nota è la Salvia divinorum. GLI EFFETTI DELLE SMART DRUGS I prodotti caffeinici, efedrinici e afrodisia-

ci hanno pericolosi effetti per lo più stimolanti sul tuo sistema nervoso producendo stimolazioni anomale; le ecodraugs hanno invece, effetti principalmente di distorsione della percezione della realtà e del pericolo anche con allucinazioni. Gli effetti negativi più comuni sono: nausea, vomito, ansia, palpitazioni. I DANNI DELLE SMART DRUGS L'uso di questi principi psicoattivi comporta conseguenze negative ed effetti nocivi a breve e a lungo termine, talvolta imprevedibili. Sono state segnalate: crisi epilettiche, episodi psicotici, sintomi da astinenza, problemi cardiovascolari con rischio di ictus cerebrale e infarto cardiaco. E' inoltre, ormai appurata la loro capacità di indurre dipendenza.

Pillole

Naturopatiche

A cura di: Patrizia Pellegrini Naturopata Bioterapia Nutrizionale® Presidente Associazione Culturale Tone www.associazione-tone.it associazione.tone@gmail.com

Continua la nostra passeggiata nel giardino dei fiori di Bach passando dall’albero autunnale del frutto delle castagne ai primi colorati fiori di primavera Impatiens (impatiensglandulifera-balsamina) la sua qualità è la pazienza. E’ un soggetto impaziente perché ha timore di non riuscire a fare tutto in tempo. Fa tantissime cose insieme ad una velocità impressionante, funziona come un computer. Parla, pensa, comprende e si muove velocemente. Preferisce lavorare da solo perché non sopporta la lentezza degli altri e si irrita. Non sanno aspettare, spesso finiscono i lavori e i discorsi degli altri, incitandoli ad andare più in fretta. Si arrabbiano velocemente e velocemente gli passa. Hanno un ritmo interiore molto veloce che gli fa sembrare tutto ciò che li circonda “rallentato”. E’ capacissimo di innamorarsi velocemente e di farsela passare velocemente. Eiaculazione precoce, manifestazioni veloci delle malattie. Cambiano velocemente umore. I soggetti Impatiens hanno fretta di guarire. Frequenti incidenti dovuti alla fretta. I bambini non sanno stare né fermi né seduti. I sintomi più ricorrenti sono: forti tensioni muscolari, specie al collo, pruriti improvvisi, eruzioni cutanee, insonnia, disturbi digestivi, crampi, movimenti impazienti delle mani e del corpo, tachicardia, aritmie, extrasistole, contratture generalizzate; spesso sono balbuzienti. Con l’assunzione di Impatiens si potrà non agire e lasciare andare le cose, si faranno molte cose ugualmente ma con meno ansia, comprensione per la diversità dei propri simili. Il rallentamento della mente farà sentire il tempo che va più veloce. Red Chestnut (aesculus carnea-ippocastano rosso).

E’ il nome del penultimo ansiolitico di Bach. La sua qualità è: amore sereno per il prossimo. Ansia e preoccupazione eccessiva per gli altri, per i quali temono sempre il peggio, in tutte le situazioni. Si immedesimano a tal punto nelle altre persone e nei possibili pericoli da vivere in uno stato di continua apprensione, che poi si proietta inevitabilmente su chi sta loro vicino. Ci si preoccupa esageratamente per gli altri, ma per se stessi non si ha paura di nulla. Si vive la vita degli altri. Anche se poi va tutto bene si pena sempre a ciò che sarebbe potuto accadere e ai pericoli che si potevano presentare. Riempiono i loro cari di continue raccomandazioni. Inconsciamente si utilizza il prossimo per proiettare le proprie paure e insicurezze. Nello stesso tempo si coarta la libertà delle persone amate. Utilissimo a volte per i terapisti. Insonnia ed ansia sono i disturbi ricorrenti. Con questo fiore sarà possibile l’emanazione di pensieri di sicurezza, salute e benessere; atteggiamento pronto e deciso in casi di emergenza; partecipazione armoniosa con gli altri. Ottimo nella fase di crescita del neonato, e nella fase di svezzamento. White Chestnut (aesculus hippocastanum-ippocastano bianco),è il nome del quarto ansiolitico di Bach. La sua qualità è il controllo della mente. Preoccupazione e lavoro mentale esagerato e incessante. La loro frase tipica è: “Non riesco a

staccare la spina..!”. Spesso anticipa il fallimento, pensa e riflette molto prima di muoversi, pensa a cosa si sarebbe potuto dire o fare.., parla solo, pensieri e immagini si inseriscono continuamente, senza essere richiesti,nella testa dei soggetti white c.. Dominano la loro vita con i pensieri, fanno tutto col cervello, anche l’amore. I sintomi fisici più ricorrenti sono: cefalea frontale, insonnia perché i pensieri impediscono di dormire, difficoltà di concentrazione. Con l’assunzione di White C. Si andrà a ripristinare la calma mentale, dominio dei pensieri inutili, capacità di dirigere il pensiero, si focalizzano le cose presenti, a linea comune da seguire, si lavora con la propria capacità efficientemente, le risposte “vengono da sole”.


RIVIERA

BLOB

POLAROID

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L’OROSCOPONE diGiuditta

DELLE DONNE

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(gli uomini la prossima settimana, pazientate) ARIETE si protrae un comodo aspetto della Luna, infatti sarete sempre stravaccate davanti alla tv a mangiare dolcetti e cioccolata. Mercurio in opposizione vi farà notare che i jeans dell’anno scorso vi vanno stretti. Cyclette tutti i giorni, niente pane, poca pasta. E se questo vi sembra duro è perché non vedete “Teenagers in crisi di peso”

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1- In quel di Canolo, tra una portata e l’altra, sono arrivati in ritardo Walter Scerbo e Vincenzo Crupi. 2- “Gli occhiali da sole di Ercole, stile Kevin Kostner, hanno lasciato di stucco anche il presidente Bombino che stava ammirando la “pioggia nel pineto” di Canolo Nuovo 3-Il tandem Ficarra e Picone insieme alla ormai onnipresente Tilde Minasi. Quando satira e politica vanno a braccetto.

Gerenza Registrata al Tribunale di Locri (RC) N° 1/14

Direttore responsabile: ANTONIO TASSONE Direttore editoriale: ILARIO AMMENDOLIA In redazione: ELEONORA ARAGONA, DOMENICO MACRÌ, STEFANO MARZETTI. COLLABORATORI: Ercole Macrì, Angelo Letizia, Franco Parrello, Daniele Mangiola, Franco Blefari, Lidia Zitara, Patrizia Pellegrini, Walter Scerbo, Filomena Cataldo, Daniela Ferraro, Domenico Spanò, Andrea Quattrone. Per richieste di pubblicità rivolgersi a: PI GRECO Comunication srl - Via Gramsci, 72/A info 0964383251 GLI INSERZIONISTI sono responsabili dei marchi e dei loghi pubblicitari nei loro spazi, l’Editore non risponde per eventuali dichiarazioni, violazioni di diritti, malintesi, ecc... Tutti i marchi riportati sono registrati dai legittimi proprietari. STAMPA: Master Printing S.r.l. - Modugno (BA) DIFFUSIONE S.P. servizi - Gioiosa J. EDITORE - No così srl - via D.Correale, 5 - 89048 Siderno (RC)

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TORO il vostro pianeta è nella terza casa astrologica. Riceverete una visita di Monti che vi chiederà IMU, TARES, Mini-IMU e doppia tassa sulla terza casa. Per recuperare la situazione direte che la casa appartiene a vostro marito da cui siete divorziate. Monti però non abboccherà e vi manderà Equitalia. Ci avete provato.

GEMELLI la luce del pianerottolo si è rotta e voi non arrivate a cambiare la lampadina neanche con la sedia perché siete basse. Chiederete a tutti i coinquilini di aiutarvi a cambiare la lampadina, ma visto che i maschi sono tutti zozzoni, e voi siete delle racchie, non otterrete nessun aiuto. Infine metterete un punto luce rosso e riceverete molte visite durante la notte.

CANCRO i bambini hanno tutti la febbre, i cani il cimurro e i gatti la diarrea. Vostro marito è fuori per lavoro (?), ma tanto anche se ci fosse non vi sarebbe di nessun aiuto. Alla fine della settimana sarete così stanche che metterete i cani nella lavastoviglie, darete la scatoletta di tonno ai vostri figli, e la tachipirina ai gatti. Coricatevi, almeno non farete danni

LEONE il vostro capufficio continua incessante la sua opera di stalking. Per metterlo definitivamente a tacere organizzerete il seguente piano: fate finta di accettare un invito e portatelo a casa vostra, con la scusa di preparare una cena, cacciate fuori dal freezer una coscia di tacchino surgelata e dategliele di santa ragione. Una volta messo a posto il capufficio, potrete farvi il tacchino con patate.

VERGINE le vostre due figlie ormai quasi cinquantenni, che vivono alle vostre spalle e dilapidano la pensione in sigarette e pillole dimagranti, hanno deciso di cucinare una cena per gli amici, una banda di ex-hippy sessantottini puzzolenti e scoreggioni. L’assegno di accompagno volerà per primo, per comprare cibarie beveraggi, poi toccherà alla vostra reversibilità che dovrà coprire i danni alla casa fatti dalla ciurma di cannati cocainomani.

BILANCIA per riposarvi dalla fatica della vacanza a Cortina, organizzerete una vacanzina di un mesetto tra le spiagge delle Isole Andamane, tra colibrì e farfalle esotiche. Purtroppo la tragedia si abbatterà su di voi: vi spezzerete un unghia annodandovi il pareo a motivi giavanesi in batik originale. Il dramma è che a Mayabunder non esiste un french-nail-stylist . Correte all’aeroporto e prendete il primo volo per Parigi! SAGITTARIO i vostri tentativi di farvi notare dal maestro di tennis vanno sempre a carte quarantotto. Il gonnellino Gucci che avete ritirato da Amazon non funziona, e siete passate al golfino Lacoste e alla brassiére Dolce e Gabbana. Saranno forse le vostre gambe un po’ tozze? Il mento sporgente o gli occhi strabici? Più ci pensate e più vi convincete che il maestro di tennis è gay. ACQUARIO periodo di fiacca con Marte in opposizione e Venere in stato comatoso. Andate a un cinema, ma il film era pessimo. Provate a tirarvi su con un gelato, ma d’inverno i bar chiudono presto. Non c’è un cane per strada e rischiate di incontrare una banda di stupratori. Per dare luce alla serata provate a mandare in fiamme un paio di automobili o un cassonetto, tanto così, per fare.

SCORPIONE la vostra ninfomania è in stato di forte peggioramento, ormai vi basta solo vedere “Fratelli in Affari” per andare fuori di testa. Colte da raptus scapperete via di casa per andare a Las Vegas a vedere gli spettacoli di nudo di Jonathan Scott, ma la vostra carta di credito è al collasso e l’unico biglietto che riuscirete a d acquistare sarà per le Terme di Antonimina. Portate pazienza. CAPRICORNO il bucato viene sbiadito, un indizio che i disegni astrali sono evanescenti. Vi chiedete: ma io distinguo bianchi e colorati, e faccio il bucato a parte per lingerie e intimo. Per quanto possiate sforzarvi i vostri progetti tessili andranno a monte: sì, verso Delianuova.

PESCI nel tentativo di smettere di fumare a causa della vostra sindrome da dispnea respiratoria, inizierete a consumare quantità epiche di caramelle, prendendo chili su chili e causandovi un’occlusione del canale dentario del premolare sinistro. Il dentista vi devitalizzerà il dente e il portafoglio, ma l’alito vi rimarrà puzzolente per tutta la settimana.


SETTIMANALE

BLOB WEEK

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OF

LA STRATEGIA DELL’YMCA Alfredo Vitale ascolta Carlo Sgarlato che parla con coach Costa, metabolizza la tattica, poi li blocca e spiega loro la strategia vincente per mettere in ginocchio e mandare battuta a casa l’avversario.

WEEK

The

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MOMENTI DELLA SETTIMANA

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2 IL PROFESSORE ANGILETTA Ricordo d’autore tra amici, colleghi e studenti tanto cari al professore Domenico Angilletta, prezioso collaboratore di “Riviera” nonchè eccellente ospite della tavolata.

UN CARO RICORDO

LE CLEMENTINE

In questa foto l’indimenticato magazziniere del Siderno Pasquale Sinopoli, l’ex tecnico Mario Magagnotti, il custode del campo Vincenzo Pasqualino e la sua “Zara”.

“O mia cara, o mia cara, o mia cara “clementina”testo e musica del nostro grande amico Oreste Romeo che per le sue lotte ha bisogno di vitamine

EMIGRATO ARGENTINO CON EMIGRATO CALABRO Questo nostro amico argentino quasi “naturalizzato” italiano , l’ “Internazionale Pupi” Javier Zanetti, ci ha spedito questa foto con la star Paolone noto calabrese a Milano.

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U VINU DU ZI GIANNI

A Canolo ci ha pensato u Zi Gianni a deliziare i presenti con dell’ottimo vino e tanta, tanta simpatia. Davvero una persona d’altri tempi.

1- Le ragazze del Magistrale di Locri che hanno partecipato all’incontro “un’ idea per la tua città” organizzato da ItaliaCamp, una foto di gruppo che testimonia la compattezza ed il clima sereno che si respira in quell’istituto 2- Non conosciamo il nome, ma il viso di questo nonno di Canolo ci ha davvero colpiti per la sua espressività. Un saluto da tutta la redazione di “Riviera” 3- Fabrizio ha colpito ancora, la sua ultima “conquista fotografica” è stata la cantante veronese Ivana Spagna che, sembra, non invecchi mai.

C’erano una volta le certezze

MESSAGGINELTEMPO di Daniela Ferraro

C'erano una volta le certezze. E c'era Colui a cui fare preciso riferimento all'interno dell'affermazione insolubile dell'”Ipse dixit” e c'era il Poeta-vate dalle pompose e rassicuranti asserzioni dall'alto del podio di una poesia che tutto conosce e tutto elargisce. C'era l'Italia del benessere sfavillante di luci di sicuro possesso, il pur anche piccolo conto in banca che ti assicurava il tacchino per le feste e le allegre vacanze nei giorni di ferie lavorative. Eh, si…c'era anche il lavoro al quale accedere una volta completati gli studi e dalla cui irremovibile poltrona poter sempre fare sereni progetti per il futuro. Muto è adesso Aristotele, piangono i poeti l'impossibilità di elargire risposte mentre l'Italia del benessere dei pochi schiaccia satolla le illusioni dei più. Rimane pur sempre una sola, sconfortante certezza: quella di non averne più neanche una.



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