Riviera nº 51 del 16/12/2018

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Che sia un Natale luminoso

DICEMBRE

L'albero di Natale è già in bella mostra in salotto. Il presepe è ogni anno più bello. Alla radio passa "Last Christmas". Il maglione con le renne ce l'abbiamo e qualcuno avrà anche il coraggio di indossarlo durante il pranzo di Natale alla presenza di tutti i parenti. Sembra che sia tutto pronto. Mancano solo i nostri auguri!La redazione di Riviera e la Pigreco Communication augurano a tutti i lettori e agli inserzionisti un Natale luminoso e ricco di serenità! Che sotto l'albero possiate trovare tutto cio che più desiderate, che oltre ad aprire i vostri regali apriate i vostri cuori e che riusciate a conservare sempre il vostro spirito fanciullesco: non esiste niente di più triste che svegliarsi il giorno di Natale e pensare di non essere più bambino.

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buone nuove www.larivieraonline.com

MARINA DI GIOIOSA JONICA

La buona amministrazione non passa per forza dalla politica

Questa settimana, attraversando il corso di Marina di Gioiosa Jonica, abbiamo notato con piacere che la maggior parte degli esercizi commerciali hanno utilizzato la medesima impostazione di addobbo natalizio, una scelta semplice eppure in grado di trasmettere un messaggio di armonia e bellezza. Questa scelta, che ci ha quasi fatto sorgere il dubbio che l’amministrazione comunale guidata da Domenico Vestito non sia stata commissariata circa un anno fa, ci ha convinto a domandare a un commerciante quale sia stata l’organizzazione che ha permesso loro di adottare questa scelta decorativa. Abbiamo scoperto che ha Gioiosa Marina esiste un’associazione locale dei commercianti che agisce nella convinzione che questo genere di organizzazione permetta loro di essere maggiormente prodottivi e di attirare più clientela invogliata a fare acquisti. Già nel mese di ottobre, infatti, durante una riunione dell’assemblea, i commercianti di via Montezemolo avrebbero concordato l’acquisto della stessa tipologia di luminarie, venendo per di più ben presto imitati anche da titolari di attività di altre zone della città. Il risultato è che, passeggiando per le strade di Marina di Gioiosa Jonica, si respira davvero aria di festa e, cosa a nostro parere più importante, si lancia il messaggio che la buona gestione della res publica possa essere effettuata anche senza politica. Davvero complimenti.

LOCRI

Arriva il Direttore dei Servizi Generali al Liceo Zaleuco

Come messo in evidenza in svariate occasioni, il Liceo Scientifico Zaleuco dall’inizio dell’anno scolastico si è trovato in una situazione di disagio a causa dell’assenza del Direttore dei Servizi Generali e Amministrativi (DSGA). La mancanza di questa figura, preposta alla gestione della contabilità della scuola, ha comportato una serie di ritardi nell’emissione di fatture e nell’acquisizione di finanziamenti per progettazioni di vario tipo. A lungo andare quest’assenza avrebbe significativamente condizionato la didattica e penalizzato gli studenti, in maggior modo quelli del quinto anno impegnati nell’Esame di Stato che, non potendo accumulare punteggio di credito con la progettazione extra-curriculare, sarebbero stato limitati, considerando che questi valgono il 40% del voto complessivo. Inoltre gli studenti non avrebbero potuto usufruire di viaggi di istruzione e l’Offerta Formativa proposta alle famiglie sarebbe stata notevolmente ridotta e non garantita. Il tutto per

una questione burocratica. Successivamente alle mobilitazioni degli studenti, dei genitori e del Dirigente Scolastico e al coinvolgimento della stampa, che ha supportato il Liceo Zaleuco e veicolato la sua protesta, ad uno sciopero e al sostegno dell’Amministrazione Comunale della Città di Locri la figura del DSGA è oggi presente a scuola e svolge regolarmente le proprie funzioni, seppur per soli tre giorni la settimana.

SIDERNO

La pulizia dell’arenile tra immobilismo e strumentalizzazioni La scorsa settimana l’Osservatorio Cittadino Rifiuti di Siderno ha lanciato la bella iniziativa della pulizia dell’arenile, invaso dai rifiuti sia per l’inciviltà di certe persone sia per le recenti fortissime mareggiate che si sono infrante sulla nostra costa. L’iniziativa dell’Osservatorio, che ha raccolto l’adesione di molti volenterosi cittadini, ha permesso di riconsegnare a Siderno una spiaggia pulita e ordinata e di dimostrare l’interesse che (almeno una) parte della popolazione ha nei confronti della propria città indipendentemente dall’immobilismo della gestione commissariale. Immobilismo che, sottolineato dall’Osservatorio stesso nel proprio comunicato, è stato purtroppo

censurato da parte della stampa locale, mentre l’ampio servizio fotografico a corredo dell’iniziativa è diventato ben presto oggetto di promozione personale sui social da parte di alcuni soggetti che hanno così dimostrato di aver la buona volontà di compiere un importante gesto civico ma non l’intelligenza di comprendere quale fosse il vero spirito dell’iniziativa. Ci auguriamo, nella speranza di vedere presto organizzate nuove iniziative di questo tipo, di assistere in futuro a maggiore spirito collaborativo da parte della terna commissariale e, soprattutto, di vedere collaborare persone che lavorino con vero senso civico e non per ottenere qualche facile like sui social…

SOCHI

Mondiali di hair stylist: Italia al 4º posto con una monasteracese Era partita alla volta della Russia con tante speranze e l’unica certezza di avere dalla sua talento, esperienza e passione. Ora, l’hair stylist Oriana Santa Nadile, per tutti Santina, è tornata nella sua Monasterace alla quale ha regalato l’orgoglio di vedere la loro compaesana classificata tra i primissimi posti della prestigiosa competizione “G. Kot Festival”, tenutasi nei giorni scorsi ad Adler, Sochi. Mesi fa la rossa acconciatrice era stata selezionata dallo stilista di fama internazionale Luigi Serrone, noto nel settore come “Mister Serrone”, per entrare a far parte della “Nazionale Italiana

CAMINI

Acconciatori Moda Sposa” proprio in vista di ciò che è da molti considerato come un vero e proprio Campionato Mondiale di hairdress, make-up e nail service. A presiedere la giuria del contest Georgy Kot, artista conosciuto ed ammirato in tutto il mondo per i suoi hair design estremi e le sue pettinature scultoree. Assieme a Santina, dal bel paese sono partiti altri 13 professionisti. L’Italia ha infatti guadagnato un ambitissimo 4º posto, preceduta solo da Iran (3º classificato) e Russia, alla quale sono andati il secondo ed il primo posto (2º Kira Gonchar, 1º G-Kot).

Giovani da tutto il mondo arrivano a Camini per arricchire il comune A Camini, da qualche anno, diversi giovani provenienti da ogni parte del mondo, offrono il loro tempo e le loro energie per aiutare gli altri, assistendo anche e soprattutto gli extracomunitari accolti nel Comune amministrato dal sindaco Pino Alfarano. È il caso, apprendiamo da un post pubblicato su Facebook dallo stesso primo cittadino, di Ana Rosa Louis, che con le sue capacità umane, artistiche e professionali non si risparmia quo-

tidianamente a dare il suo contributo anche alla comunità caminese. “Mi sento onorato della presenza di questi giovani volontari - ha scritto Alfarano - e, oggi voglio pubblicamente ringraziare Ana Rosa per lo straordinario ricordo che ci lascerà. La scrittrice Emanuela Breda diceva: ‘Lasciare un buon ricordo di sé è come vivere una vita sottratta al dominio del tempo’. Noi ti diciamo oggi grazie e ci ricorderemo del tuo passaggio a Camini”.



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copertina www.larivieraonline.com

MIMMO LUCANO E PIETRO FUDA STANNO GIOCANDO - SIA PURE SU TAVOLI DIVERSI - UNA TRESETTE CON IL “MORTO”. E IN QUESTI CASI LA PAROLA “MORTO” STA PER "VOLTI" E "POTERI" OCCULTI LA CUI FORZA È INVERSAMENTE PROPORZIONALE ALLA DEBOLEZZA DELLA SOCIETÀ. POTERI CHE CONTANO - E QUANTO CONTANO - MA CHE NESSUNO ELEGGE, NESSUNO CONTROLLA, NESSUNO CENSURA IN CASO DI GRAVISSIMI ERRORI. È LECITO ED È LEGALE QUANTO STA AVVENENDO? PER AIUTARCI A CAPIRLO BISOGNEREBBE ISTITUIRE UN “TRIBUNALE RUSSELL” DI ALTISSIMO PROFILO PER FAR PESARE LA SOCIETÀ CIVILE E CON IL COMPITO DI ESAMINARE ALCUNE GRAVI CRITICITÀ.

Un tribunale “Russell” per la Giustizia e la Libertà ILARIO AMMENDOLIA

Mimmo Lucano, sindaco di Riace, s’è fatto pagare per oltre un anno le rate di fitto per la figlia? Sarebbe un fatto grave! Se così non fosse il fatto sarebbe molto più grave perché significa che da qualche parte si nasconde un'organizzazione criminale capace di fabbricare “prove” false pur di raggiungere lo scopo! Il livello non lo sappiamo, ma avremmo la certezza della sua esistenza. Paolo Fragomeni, già presidente del consiglio comunale di Siderno, sarebbe il politico di raccordo tra la amministrazione cittadina e la 'ndrangheta? Anche in questo caso, se così fosse sarebbe un segnale inquietante di inquinamento politico ma se così non è mi sembra grave e criminale che qualcuno - a livelli alti - possa dirlo impune-

COS'È IL TRIBUNALE RUSSELL?

IL TRIBUNALE RUSSELL, CHIAMATO ORIGINARIAMENTE ANCHE TRIBUNALE INTERNAZIONALE CONTRO I CRIMINI DI GUERRA, È UN ORGANISMO INDIPENDENTE NON GIURISDIZIONALE FONDATO DA BERTRAND RUSSELL E JEAN-PAUL SARTRE NEL NOVEMBRE 1966, CON LO SCOPO INIZIALE DI INDAGARE I CRIMINI COMMESSI DALL'ESERCITO STATUNITENSE DURANTE LE OPERAZIONI MILITARI IN GIRO PER IL MONDO, IN PARTICOLARE QUELLE PORTATA AVANTI IN VIETNAM E IN SUD AMERICA. mente. Il “Caso Lucano” mi ricorda molto da vicino quello dell’ingegnere nucleare Felice Ippolito, presidente del CNEN, che venne arrestato, tenuto in carcere e condannato con una serie di accuse false. Come nel “caso Riace” si iniziò con lo stillicidio di indiscrezioni di stampa, tutte sapientemente costruite. Il loro compito era quello di creare il dubbio sull’onestà dell’uomo che dava fastidio alla “sette sorelle” che controllavano le fonti energetiche mondiali. Enrico Mattei venne fermato con una bomba messa sull’aereo, Ippolito con un mandato di cattura. Mezzi classici usati dalle forze oscure. La “legge” come arma per uccidere le persone e le esperienze scomode. Più tardi Ippolito verrà riabilitato riotte-

nendo la cattedra all’Università e l’onore perduto. Il PCI (che l’aveva ingiustamente accusato) lo elesse per ben due volte al Parlamento Europeo. Ma era tardi. Lo spirito dell’ex presidente del CNEN era stato schiantato dalle calunnie e dal carcere e l’Italia aveva perso il primato europeo sulle fonti di energia alternativa al petrolio. Il popolo italiano, colpevole di aver gridato all’untore senza prove, ancora paga una pesantissima bolletta elettrica, avendo consentito il sacrificio di uno scienziato di chiara fama sull’altare di un disegno criminale. Oggi il nome di Felice Ippolito non dice niente perché la “storia” la fanno i “forti" e cancellano le esperienze per loro imbarazzanti. A Riace è in corso la fase della delegittimazione del sindaco e l’insinuazione distillata come il veleno, goccia a goccia, ha il compito di creare il dubbio. Si tenta di distruggere un Uomo e un simbolo prima ancora di celebrare un serio processo, mentre attraverso un sapiente uso del “copia” e “incolla” si costruiscono percorsi falsi che non hanno alcun riscontro nella realtà. La storia dei Gracchi è sempre attuale. A Siderno il caso è molto diverso. Le interrogazioni parlamentari sulla vicenda tendono a dimostrare che la commissione di accesso ha utilizzato argomenti palesemente falsi per mandare a casa un consiglio comunale democraticamente eletto. L’amministrazione “Fuda” può piacere o meno ma la posta in gioco è molto - ma molto - più importante del destino di una singola amministrazione comunale. Mimmo Lucano e Pietro Fuda (come altri prima di loro) stanno giocando - sia pure su tavoli diversi - una tresette con il “morto”. E in questi casi la parola “morto” sta per "volti" e "poteri" occulti la cui forza è inversamente proporzionale alla debolezza della società. Poteri che contano - e quanto contano - ma che nessuno elegge, nessuno controlla, nessuno censura in caso di gravissimi “errori”. Spesso nessuno fisicamente conosce. Poteri onnipotenti che rispondono ad altri ancora più forti che stanno alle loro spalle. Riflettete un momento. Può un comune cittadino usare un documento falso per ottenere un

suo scopo? Oppure può calunniare una persona perbene pur di raggiungere l’obiettivo? A Riace e a Siderno potrebbe essere stata fatta l’una e l’altra cosa. È lecito ed è “legale” quanto sta avvenendo? È giusto il nostro silenzio oppure è viltà? Non ho molto altro da dire se non fare una proposta: istituire u n “Tribunale Ru s s e l l ” (potrebbe benissimo avere altro nome) di altissimo profilo per far

pesare la società civile e con il compito di esaminare alcune gravi “criticità” partendo da Riace e passando per Siderno. Scoprire se il “diritto” tutela o minaccia la società. Verificare l’esistenza di un potere criminale e oscuro che tiene sotto scacco il popolo calabrese; che ha ucciso sulle pubbliche strade di Locri e usa con spregiudicatezza pistole e manette pur di raggiungere i propri scopi. Ovviamente il “Tribunale Russell” dovrebbe essere un organismo trasparente che operi senza interferire mai con l’attività della magistratura o della Prefettura. Un “Tribunale” composto da persone di alta caratura professionale e morale, penso a magistrati in pensione, a bravi avvocati, esperti di economia, giornalisti, filosofi, intellettuali, gente comune. Ci sono, basta cercarli! Il verdetto della “Corte” ovviamente non avrebbe alcun valore legale ma ci potrebbe dire se siamo in piena dittatura (come io penso) oppure se l’azione delle “autorità” (o - molto più probabilmente - di coloro che a queste hanno teso, di volta in volta, la trappola) è giusta e legittima. Nel caso in cui prevalesse la seconda ipotesi, staremmo tutti più tranquilli ma nel caso in cui prevalesse la prima supposizione avremmo il dovere politico e morale di organizzare la Resistenza.



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attualità

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PER MOLTI ANNI, DOPO DIVERSE OPERAZIONI DI

POLIZIA SI È AVUTA LA SENSAZIONE CHE FOSSE PIÙ FUMO E MENO ARROSTO. CON L’OPERAZIONE DELLA SCORSA SETTIMANA, DENOMINATA “EUROPEAN ‘NDRANGHETA CONNECTION”, GUIDATA DAL PROCURATORE BOMBARDIERI, SEMBRA CHE FINALMENTE L’ARIA STIA CAMBIANDO.

Il mondo è ingiusto, ma alcune volte i giusti riescono a trionfare

NOI CALABRESI

SIAMO UN POPOLO STRANO MA SICURAMENTE ABBIAMO BISOGNO DI COSE GIUSTE, DI GIUSTIZIA, DI VERITÀ. E OGGI NON POSSIAMO CHE PLAUDIRE ALLA STRADA CHE STA PORTANDO AVANTI IL PROCURATORE BOMBARDIERI.

Ci sono episodi, eventi, fatti che alcune volte ti fanno pensare di essere in un paese giusto. Giusto, giustizia sono temini poco usati da chi invece si riempe la bocca di legalità, termine ormai super abusato. Noi calabresi siamo un popolo strano ma sicuramnete abbiamo bisogno di cose giuste, di giustizia, di verità. Le grandi bugie che hanno accompagnato la storia della nostra regione ci hanno condizionati in negativo verso questi termini, dopo aver saputo da grandi che la storia che abbiamo studiato a scuola, dall’Unità d’Italia a Garibaldi, era tutta una clamorosa balla. Una storia negata quella meridionale che influisce in quel rapporto di fiducia con chi governa, mai sincero, sempre dubbioso. Per chi ha avuto la fortuna di ascoltare la storia raccontata da Nicola Zitara è fin troppo chiara la menzogna che ci hanno raccontato. Ma voglio tornare al concetto di legalità. Una persona che stimo molto mi dice sempre: “la legalità va praticata e non predicata”. Tenere a mente questo monito mi fa capire facilmente da che parte sta chi nomina, e sono molti, la parola legalità a sproposito. Faccio un esempio: questa mattina ho sentito parlare al Tg3 di “Musica contro le mafie, il festival a Cosenza: gli artisti italiani uniti per la legalità”. Non capisco cosa significhi la musica della legalità, forse che la musica debba dividere i cantanti in legali e illegali? Tornando alla voglia di giusto e di verità che sento adosso, mi addentro in un ragionamento molto complicato ma utile per capire se c’è un rinascimento di questa terra, come io penso ci sia.

Un fatto che in questi giorni mi sta facendo riflettere è stata l’operazione di polizia, denominata “European ‘ndrangheta connection”, che ha portato in carcere circa 90 persone. Avevo scritto qualche anno addietro che non capivo le operazioni dove non c’erano fatti, ma solo gente che si associava senza capire nemmeno per fare cosa, mentre mi è chiara questa operazione dove si vede il fatto, si entra nel merito, si arrestano persone che per vivere fanno i trafficanti di droga, gente che riesce a muovere enormi quantità di cocaina dal Sudamerica, verso il resto del mondo con guadagni enormi. Miracolo! Sono veramente sbalordito, perché dopo una stagione di grandi parate, di operazioni con arresti di centinaia di persone, che uscivano dal carcere dopo poco tempo, senza l’oggetto, senza parlare di reati, nel contempo la ‘ndrangheta era la mafia più potente perché gestiva questo

traffico. Per onesta intellettuale devo anche ripetere che nella Locride da Crimine in poi c’è stata una consapevolezza diversa, molte operazioni hanno comunque portato dei risultati. In questo periodo ritengo che sia lavorato bene ma non sempre, non in tutti i casi, alcune volte si aveva la sensazione che fosse più fumo e meno arrosto. Ma allo stesso tempo, il più famoso broker del mondo, l’uomo che riusciva a garantire presso i Colombiani di Pablo Escobar la ‘ndrangheta, la Camorra e la Mafia Siciliana, veniva arrestato due volte, nel 1994, e nel 2004, ma riusciva a evadere tutte e due le volte dalla stessa clinica privata, si dice di sua proprietà, ed è stato arrestato la terza, forse definitiva nel 2013, solo dopo aver compiuto il sessantacinquesimo anno di età. Questa stroia mi fa ritenere che siano delle stranezze della nostra storia e della guerra alla ‘ndrangheta, averle superate ti

fanno dire che è una cosa giusta. Complimenti al procuratore Bombardieri, alla Polizia, alla Guardia di Finanza oltre un gruppo di varie polizie internazionali, che vanno estesi anche verso chi ha operato negli anni in cui è partita l’inchiesta. Questo vuole la gente, la gente perbene della Calabria, la gente perbene della Locride non è stupida, capisce molto bene chi è lo Stato e chi non l’ho è. Ma non decide tra stato e antistato, ma decide tra quello che è giusto e quello che non è giusto. Se finalmente dalla procura più importante in questa lotta arriva questo messaggio, non possiamo che plaudirlo e incoraggiare a continuare su questa strada. Attaccare i grossi ricavi illeciti è fondamentale, è giusto. Anche se qualcuno ci ha accusato in passato di aver criticato alcune operazioni, confermo le critiche che abbiamo scritto perché le ho condivise, ma con la stessa lealtà voglio far notare ai nostri lettori che bisogna plaudire questa operazione e questa strada che porta avanti il procuratore Bombardieri. Chi sta al nostro posto deve sapere che bisogna raccontare la storia, soprattutto per chi ci ha inseganto questo mestiere senza pregiudizi, senza interessi ma sempre raccontando i fatti, sempre con schiettezza. Ricordo in ultimo una grande lezione che ho ricevuto. Quando un parlamentare, che era stato spesso criticato, fu assolto in un processo, il mio direttore mi disse: "bisogna essere sempre garantisti". E scrisse un bellissimo pezzo per affermare la verità di un'assoluzione anche se la persona era stata da noi spesso criticata. Rosario Vladimir Condarcuri



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Questo spazio è riservato a te. 1200 battute per lamentarti o complimentarti con noi, fare segnalazioni, raccontarci le tue esperienze, potrai inviarci foto degli scorci del tuo paese o video se hai un talento nascosto. Saremo lieti di risponderti pubblicamente, daremo voce al tuo pensiero e ti daremo visibilità sui nostri social. Sii parte integrante di questa realtà

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scrivici

Caru Dialettu meu Cu stu dialettu ti pregu o Signuri Ca cchjiu vicinu sugnu cu ttia Cuntu penzeri , speranzi, doluri ....I fatticegli da vita mia Dialettu i na vota , di pochi parratu Ricordi luntani du tempu passatu Nu fari forisi ,vucabuli strani Cumbertazioni i perzuni anziani Patruni i l’artu,non penzu che veru Sta parra antica cchiu’ prestu t’arriva Porta cud’iglja nu diri sinceru Rihjiata ancora,è na lingua viva Sta lingua risisti n’to cori da genti È pani ed ogghjiu e na licia salata Avundi si si ti preji ma senti Cumpagna fidili di tutta a jiornata Tutta a curtura du mundu scumpari Tu amicu dialettu ancora m’impari Ti ricanusciu ,tu si’ magaria Tu si l’adduri da casa mia . Martin

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Le parole d’ordine Il principale notista politico del quotidiano più diffuso in Calabria mi ha chiesto se il ministro socialista che citavo nel pezzo della settimana scorsa, che segnalava l'utilità di “disaggregare per riaggregare”, di scomporre, cioè, le alleanze politiche che non funzionano per pensarne di nuove e più coerenti, non fosse Gianni De Michelis. Indovinato! L'articolo ha anche osservato un suo collega - assomiglia alla traduzione di una versione dal greco antico, “il soggetto e il verbo del periodo alla base del ragionamento sono alla fine”. Appunto: smontare i pezzi per rimontarli nell’ordine giusto. Gli editorialisti dei “giornaloni”, come vengono chiamati, sono durissimi, specie con i grillini, con il loro pensiero (?), il loro agire, il loro italiano. Pure nel pezzo precedente era presente un concetto di quel personaggio politico: “Chi non sa comportarsi bene fuori da casa sua non lo sa fare neppure tra le mura domestiche”. Chi non sa operare in politica estera, cioè, non ne è capace neppure nel proprio Paese. Lo scontro del governo Salvini-Di Maio con l’Europa ce lo ha rammentato. Ci sono, in questo periodo, nuove pregevoli pubblicazioni che si richiamano al Mare Nostrum: a tal proposito De Michelis aveva elaborato

una politica per la “Regione Euromediterranea”, sottolineando la posizione cerniera che dovrebbe avere l’Italia tra Medio Oriente, Africa del Nord ed Europa e, come fattore economico di sviluppo nel nostro sud, gli itinerari turistico - culturali. Era stato anche antesignano nel parlare di “Giacimenti Culturali”. La “eredità che ci può salvare”, chiama Mimmo Nunnari il Mediterraneo, lo fa per dire che non parliamo solo di geografia indicandolo, ma di un richiamo preciso alla civiltà, all’integrazione, a un patrimonio che può salvarci da un mondo in caduta, da un rimedio del quale non si capisce la rotta. Tra “viaggi” che già si presentano avventurosi e la paura di non avere una guida che conosce il mestiere della navigazione, i timori aumentano. I valori e la bussola di questo governo rimane difficile usarli. Sono le stesse parole d’ordine a essere sbagliate, a imbruttirne le proposte, che pure vanno valutate, discusse, perché sono espresse da forze politiche che hanno consenso. Ecco perché tante parole d'ordine giuste, tanti progetti importanti di un altro periodo ci sono tornati alla mente. Federico Lago

I bambini della M.Bello cantano durante l’accensione dell’albero di Piazza Portosalvo

Durante l’accensione dell’albero di natale di piazza Portosalvo, a Siderno, sabato 8 dicembre, i bambini delle classi 4ª A e C del plesso “Michele Bello”, si sono esibiti in una performance canora diretta dall’insegnante Mary Sgrò, conosciuta e apprezzata musicista del comprensorio. I bambini, accompagnati dagli insegnanti Iole Macrì, Marilena Romeo e Gianni Spanò, hanno presentato un repertorio di canzoni sui valori della pace, della solidarietà e dell’amicizia e, al momento dell’accensione, con il caratteristico canto “Abete di Natale”.

Omicidio di un sidernese in Spagna: fermati cinque sospettati Arrivano importanti sviluppi in merito alla morte di Davide Fervorini, 39enne di Genova originario di Siderno ritrovato cadavere nella zona di Tarifa a Gran Canaria, in Spagna, dove si trovava per motivi di lavoro, otto giorni dopo essere scomparso dalla sua abitazione. L’avvocato Giuseppe Maria Gallo, del foro di Genova, difensore della famiglia Fervorini, ha infatti annunciato sabato scorso il fermo da parte della autorità locali di cinque persone che potrebbero essere responsabili o comunque implicate nella morte dell’uomo. La natura cautelare del fermo non ha permesso la dif-

fusione immediata delle generalità dei sospettati alle autorità spagnole, che hanno comunque subito confermato che si trattava di quattro uomini e una donna. Non hanno trovato conferma le notizie informali trapelate la scorsa settimana relativamente al fermo di tre italiani per lo stesso caso di omicidio, ma sembra confermata la pista secondo la quale l’omicidio dell’uomo, impegnato nel commercio di hashish legale, sarebbe da ricondurre a una rapina in seguito alla quale il suo corpo sarebbe stato abbandonato in un luogo isolato.



Redazionale

Blue Bay Winter per una pizza a regola d'arte anche d'inverno C'è chi sceglie di lasciare, chi di raddoppiare. Da oggi il Blue Bay di Siderno ha due anime, ma un solo obiettivo: soddisfare la tua voglia di buono. Nasce, infatti, Blue Bay Winter la nuova pizzeria di Giovanni Rinaldis e Antonio Romeo, due giovani imprenditori poco più che trentenni, che hanno deciso di continuare a investire nel settore della ristorazione con grande serietà e professionalità, dando continuità al Blue Bay, che da 3 anni, durante la stagione estiva, rappresenta nella Locride un punto di riferimento per il relax e il buon cibo. Blue Bay Winter è innanzitutto una pizzeria con forno a legna, rifugio di tutti gli appassionati della vera pizza napoletana. L’impasto è morbido e altamente digeribile grazie a una lievitazione lenta di 48-72 ore, la cottura garantisce la giusta croccantezza mentre i condimenti sono freschi, genuini e danno alle pizze un gusto inconfondibile. E poi c'è un elemento in più che garantisce il pieno rispetto della tradizione campana: il pizzaiolo è napoletano. Non c’è vostro desiderio che il pizzaiolo di Blue Bay Winter non possa esaudire, non c’è variante che non possa soddisfare. Il menu delle pizze comprende davvero ogni tipo di specialità, dalle pizze più classiche a quelle più ricercate. Blue Bay Winter è anche un ristorante che offre sfiziosi antipasti, grigliate, raffinati primi piatti e secondi piatti a base dei più pregiati tagli di carne, da quella argentina a quella brasiliana, tutti preparati con grande passione e utilizzando solo prodotti di prima scelta e selezionati accuratamente. Blue Bay Winter dispone, inoltre, di una cantina con etichette selezionate tra i migliori produttori di vini nazionali ma anche una vasta scelta di birre tradizionali e artigianali. Questo perché Giovanni e Antonio desiderano che abbiate sempre la facoltà di accompagnare le vostre scelte con il calice o il boccale che meglio le valorizza. Darvi il benvenuto a tavola, in un'atmosfera calda e accogliente, leggere nei vostri occhi la gioia che il buon cibo e la buona compagnia sanno trasmettere, è la fonte di ispirazione quotidiana del Blue Bay Winter. SIDERNO - STRADA STATALE 106 - 42 B


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rubriche

GIUDIZIARIA

Il “tempus commisi delicti”

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FRUTTI DIMENTICATI

Bova - Olea europaea L. Gghjastràrica

In Calabria l’ulivo ha da sempre rivestito una funzione sacrale, probabilmente dal periodo magno-greco, e si è guardato a esso sempre con rispetto reverenziale. Ottimo è considerato il legname da esso ricavato in seguito alla potatura, che veniva usato, oltre che per necessità domestiche, anche per creare oggetti artistici (statuine, giocattoli) e utensili per la casa e per le donne (cucchiai, forchette, stecche per i busti ecc). Il salume doveva essere affumicato con legna ricavato dagli ulivi o con rami di sambuco, che non lasciavano tracce sgradevoli su di esso. Il prodotto che deriva dalle sue drupe, ossia l’olio, ha rivestito anche funzioni religiose e non; con esso si dava l’estrema unzione, si toglieva il malocchio, si alimentavano gli stoppini delle lampade per illuminare le case, si preparavano unguenti per eliminare il mal di schiena e per guarire le distorsioni, mentre con le sue foglie, consacrate la domenica delle Palme, si credeva di spezzare il vento e le tempeste, buttandole sulle strade, oppure si stabilizzava la pressione sanguigna con dei decotti. In riferimento al malocchio, la litania necessaria non veniva recitata, ma pensata dall’officiante che conduceva l’operazione tenendo un piatto in mano contenente acqua e alla fine delle operazioni con l’indice della mano destra, che veniva intinto nell’olio venivano versate delle gocce che se scomparivano significava che il soggetto era stato “sdocchiatu” ossia gli era stato

tolto il malocchio; altrimenti, quando l’occhio era “ncarpinatu”, ovvero pericolosamente assorbito dal soggetto stesso, bisognava buttare fuori il contenuto del piatto e ricominciare con l’operatrice che pensava le preghiere muovendo le labbra e colpendosi il petto con una mano aperta. Le preghiere rituali dovevano essere trasmesse a chi avesse voluto apprenderle, solo nelle notte di Natale e lontano da orecchi indiscreti. Per una necessità improvvisa in campagna, in mancanza d’olio, veniva tolto il malocchio con gli sbadigli ossia il soggetto veniva privato del malocchio appunto, con l’operatrice che pensava le preghiere e sbadigliava non volutamente, ma spontaneamente. Il soggetto era ritenuto “guarito” quando l’officiante non sbadigliava più, pensando le preghiere. L’ulivo dunque aveva una funzione egemone nel mondo contadino, senza parlare poi dei suoi frutti, ossia le olive, preparate in decine di modi, capaci di soddisfare le esigenze anche dei palati più pretenziosi. In Calabria l’ulivo era l’albero più amato e più rispettato e in tutto il territorio di tale regione, si calcola che esistano circa 400 biotipi. Per quanto riguarda la varietà qui presa in considerazione, essa era diffusa nel comune di Palizzi e di Bova e derivava il suo nome dalle particolari drupe minute e simili a quelle dell’oleastro. Dai poveri esse erano apprezzate in quanto si trasformavano a un certo punto in “olive morte”, ossia appassite e dolci, e potevano diventare un ottimo compana-

tico; mentre le signore aristocratiche, appartenenti alle famiglie dei De Blasio e Nesci a Palizzi e dei Marzano e dei Nesci a Bova, nel passato imponevano ai loro coloni di cogliere a mano per loro solo le olive della Gghjastràrica, in quanto da essa veniva fuori un olio insuperabile e denso di profumi, disprezzato dai poveri in quanto per loro l’olio buono era quello che si “sentiva” nella gola, per cui bastavano poco gocce a condire il loro cibo. Infatti per i poveri contava la quantità che derivava dalle olive non fresche che venivano lasciate per molti giorni nei frantoi prima di esseri molite che rendevano di più, ma con risultati disastrosi per l’olio che veniva prodotto. Dalle foglie di tale varietà e dalla Sinopolese o Chianota specialmente, per la domenica delle Palme, venivano preparate, intrecciando foglia dopo foglia, le “Pupazze” o “Persefoni” di Bova che dopo la processione venivano smembrate e offerte ai compartecipanti. Nell’esplorazione del territorio è emerso che ormai di tale varietà, solo poche piante sopravvivono, in quanto in quasi tutte le contrade il fuoco le ha distrutte. Solo a Bricha, contrada nel comune di Bova, nel podere del Dott. Bruno Traclò esistono degli esemplari messi a dimora dal suo defunto genitore, nel secondo dopoguerra. E proprio a Bricha, con l’ausilio di Bruno, l’indagine è stata portata avanti. Rischio d’erosione genetica: altissimo Orlando Sculli

L’OPINIONE

La carta d’identità

Mi capitò, tempo addietro, di dovermi recare all’estero, by jet, ma, arrivato all’aeroporto, nel salire sull’aereo, non riuscii a trovare la carta d’identità! Non mi fecero salire, persi il volo! Un piccolo rettangolo di cartoncino, con la foto, e tutti i dati che identificano una persona. Oggi si è arrivati a poter avere la carta d’identità elettronica, una scheda simile alla patente di guida, quindi molto più pratica da portare in tasca, peccato però che per averla bisogna attendere del tempo e poi c’è da pagare una certa somma che non è uguale per tutti i cittadini italiani! Due miliardi e cinquecento milioni di persone sono identificate nel mondo come Cristiani. Sono sparsi su tutta la terra, hanno dappertutto le stesse tradizioni, ricordano e manifestano gli eventi che caratterizzano il fondatore di questa religione festeggiando o anche dolendosi dei momenti cruciali della vita di Cristo. Da secoli, da quando S. Francesco d’Assisi riprodusse, con mezzi poveri, la storia della nascita di nostro Signore, l’idea piacque a tutti i cristiani nel mondo, in particolare in Italia, e ogni anno si festeggia la ricorrenza della natività realizzando il presepe. Diventò così un elemento identificativo e tradizionale del popolo italiano, in maggioranza Cristiano! In tutte le chiese e luoghi pubblici, insieme al suono delle

ciaramelle, in questo periodo si ricorda l’avvenimento! Anche in tutte le famiglie, o quasi, si preparano i dolci tradizionali. Tutto questo non ha niente a che vedere con il governo, il nostro è uno stato democratico, il cui credo religioso, come quello politico, è libero. Ogni cittadino può manifestare liberamente le proprie idee. Se nel campo politico un’idea accomuna la maggioranza dei cittadini ecco che, allora, il governo viene formato secondo quest’idea politica! Se in campo religioso la maggioranza dei cittadini professa la stessa religione, tutte le tradizioni secolari, identificative, devono essere rispettate, non offese in nome di una democrazia o in rispetto degli ultimi arrivati, ospiti in Italia, che assolutamente non hanno niente da condividere con tutto ciò che trovano nella nazione ospitante! Nessuno degli Italiani pensa di intervenire nelle credenze religiose dei nuovi arrivati, addirittura in nome della nostra democrazia costruiscono le loro le moschee. Sono le nostre tradizioni di ospitalità e la nostra religione che ci portano all’amore verso il prossimo e ci fanno accogliere stranieri senza la carta d’identità! Abolire elementi fondamentali della nostra società democratica significherebbe diventare nessuno. Alcuni strombazzano in tv, facendo voce forte, credendosi grandi professori interpreti delle regole democratiche. Democrazia non significa

La vicenda della nota marca di dolciumi Meleg(r)atti, anzi, non la vicenda in sé ma la propaganda ridondante in merito a ciò che è accaduto, è qualcosa di assurdo e fantasmagorico, nonchè fortissimamente voluto. Certissimamente lodi e tanti elogi ai due operai che hanno mantenuto attivo il lievito per fare in modo di salvare il Natale, ovvero la produzione natalizia di panettoni. Ma parliamo di un’azienda grossa, mica cotiche. Parliamo anche di un’azienda del nord, che spedisce i suoi prodotti principalmente verso una direzione: il sud. E se fallisce la Meleg(r)atti, che cosa metteranno mai sotto l’albero i terroni? Non sia mai che per una volta si acquistino dolciumi fatti dal pasticcere sotto casa, il quale lavora 20 ore al giorno per mantenere aperta la sua azienda esclusivamente per pagare le tasse e i suoi operai, che si spaccano oltremodo a loro volta in quanto hanno famiglia, e non possono lamentarsi molto, come invece possono beatamente fare gli operai tutelati delle aziende del nord. “Senza obbligo e stipendio hanno salvato il lie-

sacrificare le proprie tradizioni religiose a vantaggio di immigrati senza documenti e quindi senza origini note! Ultimamente qualcuno, intelligentemente, ha confermato le nostre secolari usanze, dando possibilità di continuare a fare il Presepe a scuola!Quelli che si auguravano l’abbandono della nostra identità, forse perché avrebbero voluto accogliere altre abitudini di genti diverse, devono arrendersi. Il rispetto degli altri non significa cancellare i nostri cenni identificativi ed annullarsi. L’altro politico, che strombazza integrazione, ha mai chiesto ai cittadini italiani se accettano di integrare? O dovrebbero accettare il fatto compiuto, per comando di autorità superiori! In questi giorni si parla di uno sgombero e del problema della sistemazione degli ex occupanti: veramente bisogna tenere a mente che questi individui arrivano da luoghi ameni, pieni di foreste, aria pulita e altro, ambiente ecologicamente salubre! Qui da noi impera l’inquinamento, scarichi di automobili, fumi di fabbriche, incendi vari di rifiuti ecc. In certi momenti è impossibile respirare! Come mai, sorprendentemente, la nostra età arriva in molti casi a superare gli ottant’anni, mentre in altri posti trent’anni è il limite? L’albatros

Meleg(r)atti vito, fateli cavalieri del lavoro”, questo è uno dei tanti titoloni in tal proposito. Loro hanno salvato il lievito, ma attenzione: senza obbligo e senza stipendio! Mica nespole. Nessuno li obbligava. Esattamente come nessuno obbliga un lavoratore qualsiasi calabrese di alzarsi al mattino e lavorare per un turno di 10/12 ore, messo in regola 3 ore (se va bene 4) per 700 euro mensili. “Scusa, lavoratore, tu mica sei obbligato a farlo? Se non ti sta bene puoi anche cambiare aria. Alla fine sei tu che sei venuto a chiedere lavoro, e qui soldi non ne girano, quindi di più non si può”. Questa non è una discussione surreale ma

Secondo un principio giurisprudenziale che può ritenersi pacifico, la rettificazione in ordine al tempus commisi delicti non sempre comporta una alterazione avente incidenza sull’identità sostanziale e sull’identificazione dell’addebito, atteso che, a seconda dei casi, l’esatta collocazione temporale di un fatto delittuoso può assumere o meno rilevanza decisiva, condizionando le possibilità di difesa dell’imputato (cfr., ex multis, Cass. Sez. 3, Sentenza n. 22146 del 31/01/2017, Rv. 270506, nonché Cass. Sez. 5, n. 10196 del 31/01/2013, Rv. 254658). E’ stato infatti sostenuto che la precisazione della data di commissione del reato non costituisce modifica del capo di imputazione quando non tocca il nucleo sostanziale dell’addebito, così da non incidere sulla possibilità di individuazione del fatto da parte dell’imputato e sul conseguente esercizio del diritto di difesa (Cass. Sez. 5, n. 48727 del 13/10/2014, Rv. 261229). Al di là delle questioni formali legate all’utilizzo della terminologia linguistica (“accertato” in luogo di “commesso”), appare perfettamente coerente e collimante con la modifica dell’imputazione quanto rappresentato nella parte descrittiva della imputazione e - soprattutto - quanto emerso dal coacervo di elementi probatori in atti, ovvero che la formazione e l’operatività della associazione segreta descritta nel capo i) dell’imputazione si collochino in un periodo certamente coevo alla data indicata (in sede di modifica dell’imputazione) quale momento di accertamento del fatto-reato (a partire dal 31.12.2008). Sul punto interviene una recente sentenza dei giudici di Reggio Calabria che evidenziano come la descrizione della fattispecie concreta (rectius dell’associazione segreta operante attraverso il decisivo apporto della carismatica figura di R.P.) a delineare un “fatto” associativo la cui costituzione ed operatività è certamente successiva agli anni 20082009, per come agevolmente ricavabile anche dagli espliciti riferimenti alla “precedente legislatura” della Regione Calabria (anni 2010-2015). Del resto, anche gli accertamenti compendiati nell’informativa principale del proc. pen. n. 65/2013 R.G.N.R. D.D.A. (informativa della Guardia di Finanza del 21.04.2016, c.d. operazione “Fata Morgana”) hanno ad oggetto vicende e fatti relativi ai medesimi anni, ed in particolare agli anni successivi al 2013. Ad analogo contesto temporale fa riferimento, poi, l’investigazione oggetto del proc. pen. n. 7013/2013 R.G.N.R. D.D.A. (denominato operazione “Reghion”), la cui informativa principale (a cura del R.O.N.I. Carabinieri Comando Provinciale di Reggio Calabria del 21.04.2016), ha ad oggetto fatti verificatisi tra il 2013 ed il 2016. A non dissimili risultati conduce, poi, la lettura della informativa della Squadra Mobile, Sezione Criminalità Organizzata, della Questura di Reggio Calabria del 5 settembre 2014, relativa al proc. pen. n. 2478/2007 R.G.N.R. D.D.A. (c.d. operazione “Posidonia”), che compendia gli elementi probatori acquisiti in un arco temporale esattamente coincidente con il primo periodo di operatività di un Circolo (con particolare attenzione a vicende verificatisi nel corso dell’anno 2011). Ritiene il magistrato che anche alla luce di tali considerazioni, deve quindi ritenersi del tutto in conferente l’argomento utilizzato per “retrodatare” l’imputazione, argomento che poggia sulla sussistenza, tra i numerosi atti di indagine, di elementi probatori indicativi della operatività di un gruppo organizzato addirittura a partire dagli anni 7080. In altri termini, la componente soggettiva di ispirazione massonica e, in particolare, l’utilizzo di un “metodo” segreto volto a stabilire e mantenere relazioni tra i vari membri dell’associazione e tra questi e componenti soggettive esterne all’associazione di cui al capo i) della rubrica, sono profili che non assumono carattere preponderante ai fini della valutazione dell’esistenza e dell’operatività del sodalizio criminale investigato, trattandosi, semmai, di aspetti che restano, per così dire, sullo sfondo, contribuendo cioè a delineare il profilo dinamico dell’associazione, talora assumendo rilievo in relazione alla singola condotta di “interferenza”, la quale, come è noto, costituisce un post factum (eventualmente autonomamente punibile) rispetto al fatto di associarsi svolgendo “attività diretta ad interferire”.

avviene ogni giorno in Calabria. Chi non può andarsene subisce e cerca di non lamentarsi, magari si sfoga in famiglia così in azienza l’energia rimane positiva, mentre un familiare si beccherà una nevrosi e un altro la depressione. Tanto poi alla fine si vede sempre la luce in fondo al tunnel. Quando? Quando la pasticceria nostrana chiude i battenti e te ne vai a lavorare alla Meleg(r)atti, o in altra azienda, sempre al nord. Arrivato lì ti senti tutelato, e ti metti a cercare di salvare il lavoro, perchè sei diventato una brava persona. Mica come quelli lì, scansafatiche terroni, che nessuno se li fila. In realtà nessuno se li fila perchè la loro voce non grida così forte da spaccare i timpani romani, ma solo tanto quanto basta per spaccare il muro di casa a furia di pugni, perchè anche quest’anno tutto è rimandato all’anno prossimo. E questo grazie ai bravi politicanti nostrani che fanno finta di tutelarci. Il problema è non-esistenziale: non esiste la mafia, non esiste lo stato. Il sud non esiste. Buon Natale Meleg(r)atti! Brigantessa Serena Iannopollo



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GIOVANNI CALABRESE CHIEDE E GIULIA GRILLO RISPONDE: LA PREGHIERA DI RIMUOVERE MASSIMO SCURA DAL SUO INCARICO DI COMMISSARIO DELLA SANITÀ È STATA ESAUDITA. AL SUO POSTO UN EX GENERALE DELL’ARMA E L’EX DG DELL’AZIENDA SANITARIA ALTO ADIGE. LEGALITÀ ED EFFICIENTAMENTO LE PAROLE ALL’ORDINE DEL GIORNO, MA I NUOVI COMMISSARI DOVRANNO VEDERSELA CON UN CONVITATO DI PIETRA DI TUTTO RISPETTO: ECCO PERCHÉ MARIO OLIVERIO, I SINDACI DELLA LOCRIDE E PASQUALE MESITI POTREBBERO NON ESSERE CONTENTI…

CALABRESE PER CASO

Se le aquile, dopo le rondini, non fanno primavera

Babbo Natale, la legalità e i dubbi che cambieranno la sanità calabrese

Il “Governo del Cambiamento” ha nominato due commissari che potrebbero essere perfetti per sistemare la sanità regionale, ma dovranno vedersela con un convitato di pietra di tutto rispetto…

“Auspichiamo che Babbo Natale ci porti come gradito regalo un nuovo Commissario per la Sanità calabrese”. È la considerazione con la quale il sindaco di Locri, Giovanni Calabrese, ha chiuso la sua caustica riflessione in merito alle promesse non mantenute dal soggetto attuatore Massimo Scura lo scorso 6 dicembre. Ebbene, quest’anno, il primo cittadino della città di Nosside potrà dire di essere stato più che accontentato, perché Babbo Natale, sotto le spoglie del Ministro della Salute Giulia Grillo, è arrivato con largo anticipo, confermando la tanto sussurrata nomina del generale Saverio Cotticelli a commissario ad acta della sanità regionale nientemeno che nel giorno dell’Immacolata. È stato proprio l’8 dicembre, infatti, a poche ore dall’invettiva del sindaco contro la presunta richiesta di protezione da parte di Scura ai pentastellati, che il governo del cambiamento ha finalmente estratto la questione sanità dal limbo nel quale era stata relegata, nominando per la Calabria e per il Molise commissari che saranno portavoce di legalità e trasparenza. Come non fidarsi, infatti, di un ex generale dell’arma che ha ricoperto incarichi illustri al vertice della Legione Carabinieri del Lazio o come capo del Consiglio Centrale di Rappresentanza Militare? Un uomo integerrimo che, campano di origini e per tanti anni impiegato in Sicilia, ha dalla sua parte il valore aggiunto di sapere alla perfezione con quali logiche si gestiscono certi affari al meridione? Se questi elementi ci assicurano di essere nelle mani di una persona in grado di fare davvero luce anche nei più bui anfratti della sanità calabrese, tuttavia, vi starete certamente domandando come un

benaccetto pilastro della legalità, che non ha però pregresse esperienze nel settore sanitario, possa occuparsi con la medesima attenzione anche delle carenze tecniche sofferte dal nostro comparto. Una domanda alla quale il Ministero ha risposto nominando sub commissario Thomas Schael, ex Direttore Generale dell’Azienda Sanitaria Alto Adige che, giusto per la cronaca, è quella con i migliori livelli di performance della nostra bella Italia anche per meriti dell’ingegnere germanico. Schael, in verità, ha chiuso in maniera piuttosto rocambolesca il proprio incarico con un anno e mezzo d’anticipo rispetto alla naturale scadenza del 2020. L’ex DG, infatti, sarebbe stato poco gentilmente silurato dalla Giunta altoatesina per malcelati dissidi politici con l’organo regionale, che gli ha corrisposto per l’interruzione anticipata del contratto circa 185mila € di buona uscita. L’evenienza che permette oggi a Schael di rilevare l’incarico di subcommissario alla sanità calabrese sarebbe (il condizionale è d’obbligo, perché la questione non è mai stata chiarita da nessuna delle parti coinvolte) da ricercarsi nel mancato rinnovo delle assicurazioni al personale dell’Azienda Sanitaria: la Giunta, infatti, avrebbe voluto effettuarlo attraverso il bilancio dell’Azienda con conseguente aumento della tassazione per i contribuenti, mentre l’ex DG decurtarlo direttamente dal fatturato dei professionisti, difendendo gli interessi di chi paga le tasse. Sulla carta, insomma, due uomini giusti al posto giusto che, adesso, dovranno iniziare un’articolatissima interlocuzione con gli operatori del territorio, a cominciare da un più che mai battagliero presidente della Regione Calabria.

Mario Oliverio, infatti, improvvisamente risvegliatosi dalla singolare letargia che lo ha afflitto nell’ultimo anno, ha accolto la notizia con feroce indignazione, scagliandosi contro l’irresponsabilità pentastellata che obbliga la sanità calabrese a rimanere strozzata dal commissariamento. Un atteggiamento comprensibile e un’indignazione sacrosanta se solo la gestione Scura avesse effettuato anche solo piccoli passi avanti per uscire dalla sempiterna crisi del comparto regionale e, soprattutto, se lo stesso governatore avesse strepitato allo stesso modo (come aveva peraltro promesso!) quando il rinnovo del commissariamento era stato deciso dal suo partito. Invece, di interlocuzioni con Roma nemmeno l’ombra e di incatenamenti davanti al Ministero manco a parlarne. Ultimo baluardo della sanità locale, infatti, come noi della Locride ben sappiamo, sono rimasti i sindaci, sul cui piano di azione, adesso, sorge più di un dubbio. Dopo la protesta e gli incontri di ottobre, infatti, si era parlato di interlocuzione con il Governo per avere risposte precise in materia sanitaria e, benché i nuovi incarichi commissariali possano essere considerati un segnale, i nostri primi cittadini non ci hanno più tenuti aggiornati sulle proprie mosse né tantomeno sappiamo nulla del millantato sciopero generale della Locride che si dovrebbe svolgere in questi giorni. In effetti, se da un lato avrebbe senso farlo comunque per tenere alta l’attenzione sul disastrato stato dell’Ospedale di Locri e presentare la piattaforma sottoscritta dai cittadini ai nuovi commissari, dall’altro sarebbe forse più opportuno lasciar a Cotticelli e Schael il tempo di insediarsi e di illustrare le proprie intenzioni prima di porsi fin da subito sul piede di guerra come sta facendo il Presidente della Regione. Sullo stato stesso dell’Ospedale di Locri, anzi, si sentono notizie contrastanti: alla disperata rabbia di Calabrese, al permeante silenzio dei suoi colleghi dell’Assemblea dei sindaci e allo sconcerto dei sindacati, infatti, si contrappone l’ottimismo del direttore sanitario Pasquale Mesiti, l’unico a esprimersi ufficialmente in merito al nosocomio comprensoriale mostrando vivo apprezzamento per le ultime scelte effettuate dell’ex commissario Scura, artefice della nomina di sei nuovi primari che, stando a voci sempre più insistenti, così nuovi (e così certi di rimanere) poi, non sarebbero… Proprio Mesiti, anzi, in un’intervista rilasciata al nostro settimanale, aveva affermato che, al netto dei tanti problemi, Scura fosse la più concreta possibilità di veder risorgere la sanità calabrese. In virtù di questa sua affermazione, come avrà accolto la notizia della sua rimozione il DS? Jacopo Giuca

E’ una frase nota, e come tutti sappiamo non così recente, da entrare nell’uso quotidiano per parafrasare che i cambiamenti non sono sempre il risultato di semplici provvidenze. Una hirundo non facit ver dettava già in passato le regole per allargare il campo della realtà rispetto agli specchi del possibile o del, diremmo oggi, politicamente corretto, trovando soluzioni estemporanee per accomodare precarietà di varia natura, se non vere e proprie crisi di amministrazione o di gestione della res publica. Ovviamente, noi in Calabria non siamo diversi nel ricorrere a soluzioni immediate. Soluzioni che, nella loro appariscente veste di prodotto di un’autorità ritrovata o ricollocata, avrebbero il compito di risolvere con competenza quanto chi li ha nominati, che nella nomina ammette di non aver saputo scegliere o gestire senza farsi commissariare, avrebbe dovuto saper fare in materia di politiche ambientali o della salute. Ora, che si tratti di Calabria Verde o della Sanità ciò ha significato nella misura in cui il ricorso al commissariamento rappresenta in sé la fragilità di una governance complessiva dal momento che si affidano servizi e proposte, semmai ve ne siano state e se ve ne saranno, all’idea di un’immagine di presunta capacità, quest’ultima desunta solo da un grado rivestito o dall’altisonanza di un ruolo. Se è vero che per Aristotele nella sua Etica Nicomachea […] come una rondine non fa primavera, né la fa un solo giorno di sole, così un solo giorno o un breve spazio di tempo non fanno felice nessuno […], direi che nessun commissariamento si risolve in una panacea visto che non vi sono ricette che non potevano essere seguite in passato se vi fossero state chiare, sincere e concrete idee di programma. Sul come fare politica ambientale qualificandone le risorse, e attribuendo loro compiti precisi e ambiti altrettanto definiti di esercizio, o così come risolvere una realtà sanitaria in debito di ossigeno a causa di una interpretazione troppo politica, di partito se non personale, sulle scelte e sulle possibilità di offrire servizi e diagnostiche adeguate secondo piani sanitari che mettessero al centro il cittadino e il territorio. Scelte che, in sanità come nelle politiche ambientali, ma alle quali si potrebbero aggiungere altri target, avrebbero potuto da tempo recuperare ampi margini di efficienza evitando, per quanto riguarda la sanità ad esempio, sovrapposizioni di reparti o duplicazioni di nosocomi senza offrire, di converso, una diffusa e irrinunciabile medicina d’urgenza o lasciando, discettando di ambiente, che il “verde” si rimargini dalle ferite quotidiane dell’incuria se non dell’abbandono. In questa primavera “invernale” che sceglie di autolegittimare se stessa attraverso scelte di cambiamento che si rifugiano in uno specchio di autorevolezza di una uniforme passata, ci dimentichiamo però che altre aquile avevano sorvolato ambiti amministrativi e gestionali, in materia sanitaria in particolare, da Reggio Calabria alla stessa Locri e nonostante tutto non sembra, ri-commissariando la sanità, che rispetto al passato sia cambiato molto. Così come, passeggiando per i comuni, per monti e colline o ammirando torrenti e fiumane, non sembra che la qualità ambientale sia oggi diversa. E, altrettanto, non sembra che, dalle aiuole al verde cittadino, vi siano anticipi di primavera a cui poter guardare come ad una normalità del bello, del pulito, dell’efficiente, del nostro orgoglio di avere servizi e ambiente adeguati ad una terra senza anima. La ricerca di legittimazione può essere compresa, soprattutto nel gioco politico del consenso ed è, ovviamente, anche un motivo di qualificazione se si vuole delle risorse a cui si affida la ricostruzione di un modello di governance ambientale o sanitaria. Tuttavia, legittimarsi attraverso terzi può essere interpretato anche come una sorta di provvidenziale, se non necessario, disimpegno credendo, o facendo credere che nel riconoscere, attribuire e far esercitare competenze complesse sia sufficiente la presunzione della capacità potenziale, commisurata al grado rivestito in passato, a fare la differenza. Giuseppe Romeo



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LA NOTTE TRA IL 7 E L’8 DICEMBRE SCORSI

CINQUE ADOLESCENTI E UNA MADRE SONO MORTI SCHIACCIATI DALLA CALCA MENTRE TENTAVANO DI FUGGIRE DA UNA DISCOTECA A CORINALDO, PROBABILMENTE DOPO CHE QUALCUNO HA SCATENATO IL PANICO CON UNO SPRAY URTICANTE.

Lo spray al peperoncino l’abbiamo spruzzato anche noi

All’indomani della tragedia di Corinaldo abbiamo iniziato a spruzzarci a vicenda spray negli occhi, proprio come quello utilizzato la notte dell’Immacolata alla Lanterna Azzurra. Spray urticante e affatto immacolato.

MARIA GIOVANNA COGLIANDRO Il mio pensiero non appena sono iniziate a circolare le prime notizie sulla strage di Corinaldo è stato: “Adesso se la prenderanno con il cantante, la sua carriera è stroncata”. Mi sento in colpa per non aver pensato per prima cosa alle vittime e al dolore delle loro famiglie ma a volte questa maledetta deformazione professionale ti risucchia e smetti di pensare da essere umano. Mi sono lasciata trascinare da quello che sarebbe stato il possibile sviluppo della notizia e dopo poche ore ci sono rimasta avvinghiata dentro anch’io, dimenticando completamente che quella era la lettura sbagliata della tragedia. Questo perché sui social hanno iniziato a riversarsi in maniera convulsa i testi delle canzoni di Sfera Ebbasta. Ostentazione della ricchezza e del consumismo, disprezzo per i perdenti, cultura della droga e del narcisismo e una buona dose di misoginia. Questi i messaggi delle sue canzoni, temi da me lontani anni luce, e per questo il rifiuto e la condanna sono scattati immediati. Finisco così anch’io in quel vortice che insinua e accusa e che nella foga di insinuare e accusare perde di vista il colpevole. Ci siamo spruzzati a vicenda spray negli occhi, come quello utilizzato la notte dell’Immacolata alla Lanterna Azzurra. Urticante anche il nostro e affatto immacolato. Spray al peperoncino contro il cantante che neppure era presente al momento della tragedia; spray al peperoncino contro i nostri ragazzi che sarebbero destinati inevitabilmente alla perdizione; spray al peperoncino contro la coppia che ha deciso di accompagnare la figlia Gemma di 11 anni ad ascoltare un tizio che, bardato di oro come un santo alla festa patronale, inneggia allo sballo e alla dissipazione. Ammetto con vergogna di aver puntato anch’io il dito contro questi genitori. Poi una bambina di 7 anni mi ha aperto gli occhi. È una delle

Nelle stesse ore della tragedia di Corinaldo, a Reggio Emilia una coppia è morta nel fuoco Ci riguarda poco rispetto al disastro della discoteca delle Marche. Lo comprendo bene. Ho due figli che ascoltano e amano #Sferaebbasta. Spesso li accompagno a concerti trap. Quella discoteca inquieta il mio sonno. Nelle stesse ore è andato a fuoco un palazzo a Reggio Emilia. Città ex comunista. A via Turri, orrendi palazzoni tipo Varsavia, avevano programmato di far abitare ceto medio in mezzo al verde. Le cazzate di certa pianificazione territoriale progressista. A via Turri vive oggi la miseria più nera. I Reggiani fittano a stranieri. Chi non ha soldi occupa abusivamente scantinati. Sono morti intossicati nelle scale due marocchini, marito e moglie. Ho cercato i loro nomi sui media e non sono citati. Lasciano tre figli, intossicati dal fumo con altri 34 inquilini del palazzo di via Turri nell’Emilia paranoica orfana dei Cccp. Brevi di cronaca. News di pochi secondi. Nessun approfondimento. Neanche un gilet giallo a protestare per i troppi neri o per le poverta’ di periferia. Nemmeno Salvini con la giubba dei Vigili del fuoco. “Fotteniente” a nessuno di tre orfani e di una coppia morta nel fuoco? Paride Leporace

sorelline di Gemma, rimaste a casa con la nonna. Nella bara della madre, morta schiacciata dal peso di altra carne, ha voluto riporre un biglietto “così – ha detto - mamma lo leggerà per sempre”. Un biglietto che ha dentro tutto il candore di cui solo i bambini sono capaci: “Cara mamma mi dispiace che sei morta. Sei la mamma migliore di tutte e mi manchi tanto”. Mentre noi adulti ci azzuffavamo nelle tribune dei media e dei social atteggiandoci chi a genitori modello, chi a figli impeccabili, chi a entrambi e chi a critici musicali, una bambina di 7 anni ci ha intimato un “alt” grande quanto la nostra voglia di ritagliarci a ogni costo uno spazio per proclamarci migliori. Una giovane mamma di 39 anni non c’è più. Quattro bambini e il loro papà stanno soffrendo e quella madre che noi abbiamo giudicato incosciente e sconsiderata è la migliore mamma di tutte. Ha fatto da scudo a Gemma per proteggerla, come lei stessa ha raccontato al papà e agli psicologi, e poi, quando ha capito che non sarebbe bastato, l’ha spinta lontana da sé, donandole la vita una seconda volta. Gemma e i suoi fratellini dovranno crescere senza la loro mamma, dovranno fare i conti con il dolore e la rabbia. E poi ci saranno i sensi di colpa di una ragazzina di 11 anni, sensi di colpa certamente sbagliati e ingiustificati ma che purtroppo come fantasmi tormenteranno la sua vita. Presi dalla mania di dover dire indispensabilmente la nostra, ci siamo dimenticati il rispetto per il lutto. Ci siamo dimenticati di chi stava facendo a cazzotti con il dolore. Alla sofferenza di Gemma e della sua famiglia, si aggiunge la disperazione di quei padri e di quelle madri che dovranno cercare di andare avanti senza più i loro ragazzi, morti tra l’assurdo. Un assurdo in cui dentro c’è la spinta implacabile al profitto, fattore principe che ha portato al sovraffollamento della discoteca provocando la tragedia. Quella corsa disperata al profitto, però, ci tocca un po’ tutti. Il corteo di moralizzatori che ha puntato il dito contro i titolari dei locali che hanno fatto entrare troppi ragazzi rispetto alla disponibilità degli spazi, contro il rapper che ha programmato due eventi nella stessa serata alla stessa ora, contro i suoi manager che lo hanno mal consigliato, si sente indenne da questa corsa a un guadagno facile o dalla tendenza a ingannare il prossimo? Chi ha criticato i testi di Sfera Ebbasta ha capito che purtroppo quanto da lui cantato è una fotografia spietata di quello che vivono alcuni dei nostri ragazzi? Ci siamo chiesti perché agli adolescenti di oggi piacciano i messaggi lanciati da Sfera e da altri trapper? Messaggi di una desolazione che fa male al cuore. Sessisti, maschilisti eppure apprezzati dalle ragazze. Perché? Non ci saranno forse radici profonde nella società che anche gli eruditi adulti che ascoltavano i Led Zeppelin e i Rolling Stones hanno contribuito a far attecchire? Quegli adulti che quando Sfera è andato al concertone del Primo Maggio in onda su Rai1 e ha cantato “Sciroppo”, anziché concentrarsi sul lean, ovvero lo sciroppo per la tosse contenente codeina che se mescolato a bevande gassate produce effetti psicoattivi proprio come l’MD, ossia l’ecstasy, ci si è indignati per i due Rolex che portava al polso e per l’outfit Gucci. Adesso si accorgono che le canzoni di Sfera inneggiano allo sballo. Adesso, quando serviva rispetto per i morti.

Non è solo musica TRAP La Musica batte dove ti porta la strada in questo tempo senza luci abbaglianti, senza colori e senza ideali in questo tempo che sembra non avere futuro - il futuro sono loro sono loro “i Poeti di Oggi”. Ci cantano i loro racconti fatti di parole fredde e pesanti come questo presente, dove non c'è retorica, dove non c'è finzione, dove c'è molto di più, di diverso e di nuovo. “I Poeti di Oggi”. Nessuno rinnega le nostre solite (vecchie o nuove, odiate o amate) buone canzoni – loro sono la colonna sonora della nostra vita, sono dei pezzi di storie, sono i ricordi che abbiamo vissuto. Ma noi siamo stanchi e ora è diverso. Il cielo anche per noi è cambiato e non ha lo stesso colore. Il giorno che viene è di questi ragazzi che fanno il futuro non è solo una moda che passa e che vola. È una nuova stagione che viene cantando come un vento di primavera. “I Poeti di Oggi” dove non c'è retorica, dove non c'è finzione, dove c'è molto più di quel che sembra, è un linguaggio diverso, nuovo. Io continuerò ad ascoltare Mozart e Skrillex, Chopin e i Led Zeppelin, Jacques Brel e Prince., Dionne Warwick e Amy Winehouse. Continuerò a farlo con passione, con emozione, con devozione, ma io non sputo su questi ragazzi e non chiedo loro di far finta di essere quel che non sono e non potranno mai essere. Cercherò di capire ed essere vicino. Paolo Dossena CNI Compagnia Nuove Indye




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Siderno: il Cinema Nuovo riapre ospitando la presentazione di un dicembre progetto culturale

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Dopo diversi mesi di chiusura per lavori di ristrutturazione, il Cinema Nuovo di Siderno viene finalmente restituito ai cittadini con la cerimonia inaugurale di un progetto culturale di primaria importanza. Parliamo di “Cantiere Cultura”, che sarà presentato domani, lunedì 17 dicembre, alle ore 19, presso la rinnovata sede del cinema, e che sarà presentato dal giornalista Aristide Bava, dall’architetto Pasquale Giurleo e dal Regista Bernardo Migliaccio Spina. Ospite d’onore sarà l’attore e responsabile dell’Accademia Nazionale cinematografica della Calabria Lele Nucera. Seguirà spettacolo del cantastorie Nino Racco.

Siderno: venerdì la presentazione del libro di Tommaso Labate Venerdì 21 dicembre, alle ore 18:00, presso la libreria Mondadori di Siderno, sarà presentato il libro “i Rassegnati” di Tommaso Labate, edito da Rizzoli. Dialoga con l’autore Maria Teresa D’Agostino. Letture a cura di Rossella Scherl

Bovalino: Tutto pronto per la 2ª edizione del Premio dicembre Letterario La Cava Sabato 22 dicembre presso il Caffè Letterario Mario La Cava di Bovalino, si Svolgerà la 2ª edizione del “Premio Letterario Mario La Cava - Narrazioni dai margini dei luoghi e dell’esistenza”. Durante la cerimonia di premiazione sarà consegnato il premio speciale “La Melagrana” a Raffaele La Capria e sarà ospite d’onore Goffredo Fofi. Scopriremo dunque chi, tra Maria Pia Ammirati, Mauto Covacich, Filippo De Matteis, Carmen Pellegrino e Sonia Serrazzi conquisterà il premio di quest’anno.

Questo pomeriggio, alle ore 17:30, presso la libreria Mondadori di Siderno, sarà presentato il libro “Coraìsime” di Bernardo Migliaccio Spina, edito da Rubbettino. Dialogheranno con l’autore Maria Teresa D’Agostino e Luigi Franco.

Siderno: oggi la presentazione dell’opera prima di Bernardo Migliaccio Spina

Locri: poche ore al concerto di beneficienza “Artisti Uniti per la Ricerca” Mancano davvero pochissime ore al Concerto di Beneficenza degli Artisti Uniti per la Ricerca, un grande evento che unisce musica, spettacolo, divertimento e solidarietà. Sulla scia dei grandi progetti Live Aid e USA for Africa, i migliori artisti della Locride, si sono riuniti per dare il meglio del loro repertorio a favore dell’Associazione Angela Serra Sezione Locride per la ricerca contro il cancro. Una serata unica e da non perdere, che avrà inizio alle ore 20:30 presso il Locri on Ice sito in PIazza dei Martiri, a Locri. Apertura del botteghino alle ore 19:00 inizio concerto. Non mancate!

Roccella: un concerto per ricordare Sisinio Zito Questo pomeriggio, alle ore 18:30, presso il Convento dei Minimi di Roccella Jonica, l’associazione Culturale Eureka di Marina di Gioiosa Ionica presenta un Concerto dedicato al compianto Sisinio Zito, nel quale sarà impegnato il Coro Polifonico “Bernardo Vincenzo Modaro”, diretto dal direttore Ferdinando Curinga.

La via dei borghi fa tappa a Bovalino e Condojanni Torna oggi, domenica 16 dicembre, il progetto “La via dei borghi”, ideato dalle associazioni Il giardino di Morgana e Kalabria Experience con il recupero della tappa, rinviata per maltempo, nei centri di Bovalino e Condojanni. Patrocinato dal Consiglio regionale della Calabria, dalla Città Metropolitana di Reggio e dai comuni di Bovalino e di Sant’Ilario, l’evento vedrà anche la collaborazione della Pro Loco di Bovalino. Il percorso prevede una visita ai ruderi del castello di Bovalino Superiore, durante la quale gli escursionisti saranno accompagnati da Filippo Musitano e Pasquale Blefari, giovani membri della giunta comunale di Bovalino e dell' Arciconfraternita dell’Immacolata. Ci si sposterà dunque a Condojanni, frazione di Sant'Ilario dello Jonio, dove sarà Renato Mollica ad accompagnare i visitatori.



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intervista

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Nell'ultima manifestazione della Lega a Piazza del Popolo, sono risuonate le note di "Ma il cielo è sempre più blu". La classica goccia che ha fatto traboccare il vaso e scatenare la reazione di Anna Gaetano, la sorella di Rino, e di suo figlio Alessandro.

Il nipote di Rino Gaetano contro i politici: “Basta usare le canzoni di mio zio”

L’8 dicembre la Lega si è riunita in Piazza del Popolo a Roma. Il leader, Matteo Salvini, dopo aver fatto il suo ingresso in scena sulle note dell’aria pucciniana “Nessun Dorma”, ha scandito i vari interventi con una playlist che non è stata affatto lasciata al caso. Tra i vari artisti, Povia con “I bambini fanno oh”, Vasco Rossi con “Un mondo migliore”, i Lunapop di Cesare Cremonini con “Un giorno migliore”, Andrea Bocelli con il brano “Con te partirò” e Rino Gaetano con “Ma il cielo è sempre più blu”. È attorno a quest’ultimo brano che si è scatenata la polemica perché la sorella del cantautore calabrese, Anna, e il nipote, Alessandro, si sono detti stufi di vedere associate le opere di Rino a qualsivoglia manifestazione politica. Abbiamo intervistato per voi Alessandro Gaetano. Ancora una volta tuo zio viene utilizzato dalla politica per veicolare messaggi che con la sua musica hanno poco a che fare. Qualche tempo fa il suo volto finì sui manifesti di Casapound. Anche in quel caso vi arrabbiaste? Siamo rimasti male, certo, la musica di Rino non deve essere usata per scopi politici, che si tratti di una campagna di destra o di sinistra. Vorrei precisare, però, che, diversamente da quanto riportato da qualche giornale, nessuno è mai stato diffidato da noi per aver utilizzato le canzoni di Rino. Rino non è né di destra né di sinistra. Eppure i suoi concerti più volte sono stati gli eventi di punta in occasione della Festa dell’Unità… Non è che Rino non simpatizzasse per alcun partito, siamo consapevoli che Rino fosse tesserato e non mi va di dire a quale partito. In ogni caso, anche se il suo partito avesse agito in maniera disonesta rispetto al popolo, lui l’avrebbe bacchettato perché Rino aveva a cuore il popolo. Perché Salvini ha scelto quel pezzo, secondo te? Molti pensano che trasmetta un messaggio positivo, di libertà. Ma un conto è farlo ascoltare alla fine di una serata che non ha a che fare con la politica, un conto è dare un messaggio politico poco prima. Perché le canzoni di tuo zio sono riuscite a superare brillantemente la prova dei cambi generazionali? Perché sono fresche. Sono canzoni che raccontano la crisi del lavoro, il dramma degli ospedali, le costruzioni realizzate in modo approssimativo, tutte denunce ancora attuali. E poi Rino parlava del rispetto dell’essere umano, un valore intramontabile. Un ricordo che hai di tuo zio? Voglio raccontarti un episodio simpatico. Di fronte casa nostra c’era un ristorante.

Quando ci trovavamo lì c’era un signore poco più alto di me, io allora avevo 6 anni. Tutte le volte che lo vedevo rimanevo un po’ basito perché capivo che non era un bambino pur essendo alto più o meno quanto me. Un giorno Rino mi mise la mano sulla spalla e mi disse: Alessandro, sai chi è questo signore? Questo signore è uno dei sette nani. Io per qualche mese ci ho creduto! Per tutti gli orfani di Rino Gaetano insieme ad altri musicisti hai fondato la Rino Gaetano Band. Come nasce il progetto? Il progetto nasce nel 1999 da un’idea di mia madre. La formazione attuale compie 4 anni a marzo. Quanto la tua scelta di diventare musicista è stata influenzata da tuo zio? Prima di sapere di essere il nipote di un grande cantautore io ascoltavo tanta musica. Penso che si tratti di un fatto di geni. Non ho mai smesso di ascoltare musica: sono passato dal mangiadischi al walkman, dal lettore cd al minidisc fino all’mp3 e poi allo smartphone. Cosa pensi dei gusti musicali delle nuove generazioni? Mi riferisco in modo particolare al trap che sembra sia diventato il nuovo rock. Penso che ognuno per esprimersi possa utilizzare il linguaggio che più preferisce. Se si riesce a comunicare alla massa con il trap e non è un messaggio di guerra ben venga. Il trap non rientra comunque tra i miei gusti, non è un suono che mi piace, preferisco suoni più tranquilli o anche più rock. Rino è riuscito a rinnovare con genialità il panorama musicale anticipando tendenze che si sarebbero poi sviluppate negli anni successivi. Pensi che il trap sia la nuova avanguardia? Per niente, è solo una moda passeggera, le sbandate capitano a tutti! Che opinione ti sei fatto della tragedia di Corinaldo? Bisogna ancora fare luce su come siano davvero andati i fatti. Quello che mi chiedo adesso è: le persone che hanno perso i propri cari come stanno? Il pensiero di aver perso un figlio o una madre per così poco non ti dà pace. Quei ragazzi volevano divertirsi, perché andare via in questo modo? Pensi che oggi Rino sia ricordato a dovere? Non sono rare le manifestazioni o i tributi a teatro o i libri che ricordano Rino. Purtroppo, però, non tutto viene filtrato da noi familiari. Sono stati scritti libri dove vengono raccontati fatti completamente inventati su Rino. E questo modo di utilizzare l’immagine di Rino per trarre profitti non ci piace. Maria Giovanna Cogliandro






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l’intervista www.larivieraonline.com

Originaria di Laureana di Borrello, Annalisa Insardà ha recitato a teatro, cinema e in fiction di successo. Sin da quando aveva quattro anni sapeva di “dover”fare l’attrice.

Annalisa Insardà: “Il limite della Calabria è credere di non essere abbastanza” C’è l’idea che la Calabria non riesca a procedere a causa della malavita organizzata, considerando la malavita organizzata come la causa del disavanzo. Ma se invece della causa fosse il risultato?

Annalisa Insardà nata a Trafiletto: Polistena (RC) e cresciuta a Laureana di Borrello, si forma artisticamente presso l’Accademia d’Arte Drammatica della Calabria di Palmi e l’Accademia Nazionale di Varsavia. Le sue prime esperienze professionali sono all’estero: partecipa al Festival Internazionale del Teatro di Amsterdam e al centenario di Bertold Brecht in Germania. Recita a teatro, cinema e in fiction di successo come “Carabinieri”, “Un caso di coscienza”, “Questo è il mio paese”, “Lea” e, recentemente, ne “I nostri figli” accanto a Vanessa Incontrada e Giorgio Pasotti. Annalisa, come ti descrivi? Una possibilista illuminata alla ricerca di un necessario equilibrio tra la pochezza spirituale e la dismisura, ironica per vocazione, dissacrante per necessità. Quando hai sentito che il tuo desiderio era quello di fare l’attrice? I miei genitori mi ricordano che parlavo di “dover” fare l’attrice già a quattro anni. Ho una vaga memoria di quell’età, ma ho la granitica certezza di non aver mai pensato ad altre soluzioni per la mia vita. Già allora, totalmente priva di qualunque strumento cognitivo rispetto a quest’arte, mi dedicavo alla costruzione di teatri rudimentali con i cartoni che raccoglievo davanti al minimarket del mio paese. Questa cosa di costruire teatri, spesso, mi fa pensare che forse non volevo fare l’attrice, ma il muratore. Mi sa che devo riflettere meglio… Da Laureana di Borrello al mondo del cinema, del teatro e della TV, qual è stato l’ostacolo più grande da superare? Gli ostacoli sono stati davvero tanti. Alcuni ancora resistono. Il paese dell’entroterra del Sud Italia degli anni Novanta non offriva soluzioni culturali e di approfondimento. Non avevo idea, fino all’ingresso in Accademia, di cosa fosse il teatro o il cinema. Nessuno strumento, nessun esempio da seguire, nessun maestro a cui ispirarsi. Quando sai quello che vuoi fare, ma non sai da dove iniziare è frustrante. La strada verso la realizzazione si presenta in costante salita, soprattutto perché ti mancano riferimenti e codici per capire come puoi muoverti. Tutto questo rallenta di molto la possibilità di dare fondo a una passione, a un’esigenza, a un’urgenza. Comunque non mi sono ancora calata nel mondo dello spettacolo, non sono mondana, ma vivo di passeggiate, conversazioni e di poesia. E quando qualcuno volta lo sguardo su di me, ancora sento l’imbarazzo di chi è cresciuto più nel suo mondo interiore che in un determinato contesto sociale. Qualcuno mi disse, una volta: “Sembra che tu venga dal Settecento”, oppure: “Sei un guerriero medievale”. Ecco mi sembrano tutte epoche possibili per il mio modo di pensare. Quali sono i ricordi più belli che conservi del tuo

paese? Gli anziani. L’odore dei camini accesi che riempivano l’aria di legna bruciata. È un’immagine piena di malinconia, ma è la malinconia a conservare il ricordo e la memoria. Da calabrese quale credi che sia il male di questa Terra; quali invece i suoi punti di forza? La Calabria è una terra di conquista, il popolo calabrese un popolo di conquistati. Il vero limite della Calabria è non credere in sé, proprio per questa atavica convinzione di non essere abbastanza e di essere eterna sottomessa. Il punto di forza, su cui mai nessuno si sofferma, lo esemplifico nel seguente modo: la sola città di Roma conta circa tre milioni e mezzo di abitanti; l’intera Calabria neanche due milioni. Pertanto siamo talmente pochi che dovremmo conoscerci tutti e, dentro le urne, il parere di ognuno di noi dovrebbe avere un peso specifico pari a quello di un macigno. Il cambiamento è davvero alla nostra portata. Tuttavia continuiamo a vivere come se non fossimo organizzati in società, non riusciamo a essere un popolo coeso che si autosostiene. Questo, in realtà, riguarda un po’ l’uomo in generale, che vive molto per se stesso e i propri privilegi, invece che in un contesto più vasto di umanità. Dimentichiamo la più democratica caratteristica umana: il carattere transeunte delle nostre vite, dunque agiamo come se non dovessimo morire mai, senza empatia, senza generosità. Sistemato il nostro piatto a tavola, il resto non ci riguarda (non è mia intenzione generalizzare, ma soffermarmi su uno degli aspetti meno nobili dell’animo umano). C’è poi l’idea che la Calabria e più in generale il Sud, non riesca a procedere a causa della malavita organizzata, considerando la malavita organizzata come la causa del disavanzo. Ma se invece della causa fosse il risultato? Se non si cambia punto di vista, non si potrà mai pensare diversamente da come si è fatto finora. Secondo la tua prospettiva, come giudichi il mondo in cui viviamo? Troppo rumoroso e veloce, ma non veloce verso una soluzione di qualità, veloce verso una ferocissima forma di approssimazione e indeterminatezza. Quando Bauman parlava di società liquida, aveva capito perfettamente l’inconsi-

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stenza verso cui stiamo marciando a testa bassa. Ma essendo io un’inguaribile romantica e ottimista, resto del parere che si possa sempre rallentare, fare un passo indietro e cambiare direzione. Sei una persona empatica? Se sì, come ti proteggi dal vortice di sentimenti che inonda chi possiede questa qualità? Non mi proteggo. Mi lascio attraversare da tutto. È vero che questo espone a sofferenze atroci ma consente, quando si incontrano anime elette che si riconoscono, a non avere remore nel concedere loro l’ingresso nella parte migliore di sé. Ritornando al tuo lavoro, ti riguardi durante la messa in onda dei tuoi film? Sì, mi riguardo sia per vedere la resa del mio lavoro, sia per capire come il mio lavoro sia stato incastrato con quello di tutti gli altri. Il cinema e la televisione sono delle macchine enormi, con molti professionisti, vedermi incastonata dentro un progetto di qualità mi inorgoglisce. L’osservazione critica, che invece faccio sul mio lavoro, mi trova generalmente insoddisfatta, perché riguardandomi ho sempre la consapevolezza che avrei potuto fare meglio. Perché, chi fa questo lavoro, non dovrebbe mai montarsi la testa? Perché è un lavoro esposto a troppe variabili. Perché essere selezionati dipende dal gusto di altre persone, o anche da scelte editoriali che sono comunque soggettive e non assolute. Perché dipende dalle raccomandazioni degli uomini di potere o dall’umore dell’idea che un regista o un produttore hanno in quel momento, ma che può cambiare. Montarsi la testa è da idioti, poiché nel mondo dello spettacolo così come si nasce si muore. Con grande cinismo, senza se e senza ma. Un’altra tua passione è stato il calcio. Quali sono stati i pro e i contro di questa attività sportiva? Il calcio mi ha insegnato il senso della squadra, come il sudore di ognuno porti alla vittoria di tutti, a esultare e piangere per risultati condivisi. Mi ha insegnato che correre sola è meno divertente. Purtroppo questa idea, un po’ troppo romantica, per il calcio di oggi, ha lasciato spazio all’interesse, al guadagno, all’egocentrismo. Ma il mio spirito di squadra è rimasto inalterato. I tuoi prossimi progetti? In questo momento mi sto dedicando alla scrittura del mio prossimo spettacolo dal titolo “Manipolazione Indolore”, che parlerà della mistificazione e manomissione dei fatti. A breve, sarò impegnata nella ripresa di “Reality shock”, il mio precedente spettacolo, che parla di privazione di libertà e debutterà ad Amsterdam il 26 gennaio prossimo. Contestualmente sto componendo un altro spettacolo, scritto a quattro mani, con una delle più grandi scrittrici italiane: Dora Albanese, dal titolo “La mia malapelle”, che userà l’argomento lebbra per parlare di discriminazione, diversità, pregiudizio e oblio. Rosalba Topini

Direttore responsabile:

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COLLABORATORI: Jacopo Giuca, Lidia Zitara, Giuseppe Romeo, Orlando Sculli, Sonia Cogliandro, Serena Iannopollo, Gaetano Marando, Rosalba Topini, Arturo Rocca, Franco Crinò, Giuseppe Gangemi. STAMPA: Se.Sta srl: 73100 Lecce

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Ariete La settimana comincia con un lunedì fortunato, in cui la luna in congiunzione ti regalerà sorprese. Ottime notizie sul fronte lavorativo: Mercurio ti aiuta a stabilire contatti con persone interessanti e i tuoi progetti potrebbero fare balzi in avanti.

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Musicisti fumati Gabriele Albanese si prepara alle performance natalizie della novena con l’armamentario tipico della tradizione. Questa foto incriminante dimostra inoltre inequivocabilmente che, nonostante neghino sempre, gli artisti, le canne, se le fanno eccome!

Nuovi presidenti Vito Crea fa i migliori auguri di Buon lavoro al nuovo Presidente del Consiglio del “Istituto Comprensivo” di Bovalino Bruno Squillaci. La sua competenza e professionalità sarà un valore aggiunto per una Scuola Trasparente e sinergica con il territorio.

Incontri illustri I gemelli Agostino, dalla ridente Marina di Gioiosa Ionica, posano assieme all’avvenente attrice Maria Grazia Cucinotta, incontrata per caso in un negozio di abbigliamento durante i frenetici acquisti per le feste Natalizie.

Coppia mammolese Finalmente abbiamo pizzicato la bravissima Paola, barwoman del nostro amato Bar Aquila di Siderno, in compagnia del suo sindaco, Stefano Raschellà, che pubblichiamo in questo numero per farle un (gradito, speriamo!) regalo di Natale.

Da Siderno è tutto Maria Teresa D’Agostino posa alla Libreria Mondadori di Siderno insieme a Roberto Emanuelli durante la presentazione del suo ultimo libro “Buonanotte a te”. Non possiamo che constatare con piacere come l’autore abbia apprezzato il nostro settimanale.

Gemelli Una bella luna favorevole ti aiuterà a mitigare l’opposizione di Mercurio: se nell’ultimo periodo sembra che non ne vada una giusta, adesso potrai tirare un piccolo sospiro di sollievo e aspettarti qualche bella notizia, soprattutto giovedì e venerdì. Cancro L’amore vi regalerà tante belle soddisfazioni. L’intesa col partner sarà alle stelle e Venere accrescerà la passione. Sarà soprattutto il fine settimana a scatenare emozioni a non finire. I single stiano in guardia: potrebbero fare l’incontro della vita! Leone Questa settimana dovrai fare i conti con lo sfavore di Venere, che porterà litigi e discussioni nella vita di coppia. Le giornate migliori saranno giovedì e venerdì, in cui avrai la luna a proteggerti, mentre martedì e mercoledì tensione alle stelle! Vergine L’opposizione di Marte ti rende stanco e giù di corda: in ambito lavorativo avvertirai lo stress, anche per via di un Mercurio sfavorevole che renderà più complicati i rapporti con capi e colleghi. Per fortuna ci sarà Venere pronta a consolarti! Bilancia La settimana sembrerà non cominciare per il meglio: la luna opposta nella giornata di lunedì potrebbe mettere qualche ostacolo sul tuo percorso e farti sentire parecchio nervoso… Non preoccupartene: hai Mercurio pronto ad aiutarti a risolvere i problemi.

Lavoro e futuro Katia, Marianna e Sabrina del Gi Group durante la cena di Natale di Confindustria ci hanno parlato a lungo di lavoro e di prospettive di crescita del nostro territorio, facendoci ben sperare per l’anno che verrà.

Il 21 dicembre Angelo Famao nella Locride L’Associazione Arte e Musica di Gioiosa Ionica invita a partecipare al concerto del cantautore neomelodico Angelo Famao, che si terrà venerdì 21 dicembre, Greci dal passato alle ore 22:00, presso il Teatro di In questa foto di ormai tanti anni fa vediamo esiGioiosa Ionica, in piazza Vittorio birsi un bellissimo gruppo di greci, all’epoca ospi- Veneto. I biglietti saranno dispote dell’Associazione “Amicizia è Pace” dinanzi a nibili al botteghino del teatro a un’affollatissima sala conferenze dell’Hotel partire dalle ore 19:30. President. Coordinamenti Decio Tortora e Mariarosaria Tino coordinano i lavori di pulizia dell’arenile si Siderno, svoltosi la scorsa settimana grazie a un nutrito e volenteroso gruppo di cittadini sidernesi.

Toro Con Venere in opposizione non è facile riuscire a vivere la tua relazione in serenità. Col partner i conflitti sono all’ordine del giorno e qualcuno potrebbe mettere in discussione la tua love story… Punta tutto sulle giornate di martedì e mercoledì.

Scorpione L’amore ti fa battere il cuore fortissimo questa settimana: quanta passione e quante emozioni ti regalerà questa splendida Venere in congiunzione, soprattutto nelle giornate super-fortunate di sabato e domenica! Qualche problema in ambito professionale. Sagittario Mercurio in congiunzione ti regala un successo dopo l’altro: sei al centro dell’attenzione, sia in ambito professionale che familiare, e le conferme e dimostrazioni di affetto e stima non tarderanno ad arrivare. Attenzione alla luna in opposizione. Capricorno Venere e Marte ti rendono combattivo e determinato, specie nelle faccende di cuore: sai bene cosa vuoi e non hai paura di chiederlo! Attenzione però a non tirare troppo la corda nelle giornate di sabato e domenica, con la luna pronta a giocare scherzi.

Acquario Sembra che la tua vita professionale vada al massimo, mentre quella sentimentale a picco… non preoccuparti: presto riuscirai a ritrovare l’equilibrio perduto. Intanto sfrutta più che puoi le giornate di luna fortunata e fai attenzione a martedì e mercoledì. Pesci Non ti ferma nessuno: sei pieno di energia e voglia di fare. Nonostante questo, però, sul lavoro potresti trovare qualche ostacolo in più. In amore, invece, Venere ti aiuta a fare conquiste o, se sei già in coppia, a vivere al meglio la relazione.




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