Riviera nº 52 del 23/12/2018

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vetrina

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A volte in politica, e non solo, le parentele possono diventare pericolose per te e per chi ti sta attorno, diventando l’alibi per farti fuori.

Chi trova un parente PERDE UN TESORO ROSARIO VLADIMIR CONDARCURI

ettimana dura quella appena trascorsa, la Locride si prepara al Natale ed è tutto un organizzare manifestazioni come se entro la fine dell’anno tutti debbano riuscire per forza a dimostrare quanto realizzato. Ma per quale ragione? Non si sa, questa sembra un interrogativo da non considerare. La Locride e la Calabria sono un territorio particolare, strano, molto strano. Così per noi il lavoro aumenta, e diventa difficile riuscire a seguire tutto e anche raccontarlo. Parto da un incontro che c’è stato a Siderno. Domenica si è tenuto un incontro per aprire ufficialmente il circolo della Lega di Siderno. Il commissario provinciale Michele Gullace ci ha comunicato che Michele Vitale è il primo coordinatore cittadino. Auguri a Michele che, anche se cambia casacca dopo molti anni passati alla guida di Forza Italia, ci confessa che per lui oggi il cambiamento è rappresentato da Salvini. Nel corso dell’incontro, dopo una serie di domande anche per sapere dove va la Lega alle prossime elezioni regionali, domande che non hanno ricevuto risposte certe, ho voluto ragionare con il coordinatore Gullace, dichiarando subito la mia solidarietà verso il deputato leghista calabrese Domenico Furgiuele. Il fatto: il deputato ha subito l’attacco dalla trasmissione televisiva Report, ove veniva accusato di ‘ndrangheta perché al suocero, Armando Mazzei, hanno sequestrato dei beni per associazione mafiosa. Furgiuele si è difeso dichiarando che l’unica sua colpa è essersi innamorato di sua moglie. Questo è il reato che, in fondo, gli si attribuisce. E nei confronti di chi si è macchiato di reato d’amore non posso che essere solidale, così come lo è lo stesso Gullace, al quale chiedo: così come è solidale con Furgiuele, lo è anche con il comune di Siderno? Vorrei ricordare, infatti, che nel decreto di scioglimento del consiglio comunale, firmato dal ministro degli Interni Matteo Salvini, non ci sono persone arrestate, nessun inquisi-

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to, nemmeno un avviso di garanzia. Il caso più eclatante riportato è quello di Paolo Fragomeni, consigliere comunale per ben sette legislature, in sei delle quali è filato tutto liscio, non ci sono stati problemi e non è stato mai citato; alla settima, invece, Paolo Fragomeni si trasforma tutt’a un tratto in mafioso, perché la sorella, più di 45 anni fa, ha sposato un uomo - tra l’altro assolto nell’unico processo in cui è stato coinvolto - che è fratello di Cosimino Commisso, il quale, dopo l’operazione Siderno Group, era considerato il capo dell’omonima cosca, nel 1990. Ora, se Furgiuele è innocente, come sostenuto dalla Lega e anche da noi, sicuramente è molto meno colpevole Paolo Fragomeni e ancor meno la città di Siderno che ha visto interrotto il sogno

Se Paolo Fragomeni piange, Domenico Furgiuele non ride. E l’avvocato Gaetano Callipo?

di rinascita con lo scioglimento. Mi aspetto, dunque, da lei delucidazioni a riguardo, signor Gullace, dal momento che ora rappresenta il partito del ministro degli Interni che ha modificato proprio in questi giorni la legge sullo scioglimento nel decreto sicurezza, lasciandone, però, tutte le storture intatte. Nel frattempo mi sono preso la briga di cercare in giro possibili parentele pericolose, iniziando proprio da me. Sono andato a cercare tra tutti i miei parenti, e al momento non ho trovato nessuno nemmeno tra il cugino di terzo e quarto grado. Qualche giorno fa ero al comune e ho ascoltato delle strane grida nei corridoi; non ho riconosciuto le voci che venivano dal piano superiore, ma mi è rimasto impresso

un cognome: Callipo. Qualcuno stava nominando l’avvocato Gaetano Callipo. Curioso come sono, sono andato a cercare chi fosse, e ho scoperto subito il motivo delle urla. Trovo subito un comunicato di Forza Italia di Siderno che inizia così: Ci risiamo!!! Con delibera n. 15 del 24.09.2018 la Commissione Straordinaria che amministra il Comune di Siderno ha conferito incarico all’avv. Gaetano Callipo, del Foro di Palmi, di adire il TAR di Reggio Calabria al fine di proporre n. 3 giudizi di “ incidente di ottemperanza” per la “modica” cifra di euro 5.125,60. Quindi faccio i complimenti agli attenti Sgarlato e De Leo. Ancora più curioso ho cercato di capire cosa avesse di speciale questo avvocato e perché la commissione non avesse dato questo incarico agli avvocati del comune che, tra l’altro, sono già pagati per questo e perché i quattro avvocati che compongono il collegio legale hanno taciuto. Cercando ancora trovo un fratello e lo stesso avvocato in un’indagine della Questura di Reggio Calabria del 2008. Cosa dice? Pagina 20: inserito nella ‘ndrina Piromalli unitamente a Callipo Domenico. Callipo Domenico, è fratello dell’avvocato Callipo Gaetano nominato consulente del Comune di Gioia Tauro, con un compenso annuo di euro 27.900,00 con delibera della giunta comunale del 20/06/2006. Ricordiamo che questa inchiesta poi portò all’arresto di persone coinvolte tra Gioia Tauro e Rosarno. Inoltre, trovo questo nome anche in un’interrogazione parlamentare a risposta scritta 4-10839 presentata da Danila Nesci il 21 ottobre 2015 nella seduta n. 507. Maledette parentele, sempre presenti in Calabria. Andiamo avanti perché, dopo aver rivolto la mia solidarietà a questo avvocato, lo stesso lo troviamo con degli incarichi, sempre in via diretta, in molti altri comuni con la S come Siderno che hanno in comune pure il fatto di essere stati sciolti per mafia e, ancora più curioso, sono stati amministrati dagli stessi commissari… ops, gli stessi commissari? Certo che quando uno fa il suo lavoro, i risultati arrivano, anche i più aspettati.


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attualità

Locri: arrivano finalmente i reperti per il Museo di Palazzo Nieddu

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Con un trionfante post su Facebook, il sindaco di Locri, Giovanni Calabrese, ha commentato mercoledì sera l’arrivo dei reperti che andranno a completare la collezione di Palazzo Nieddu del Rio, ottenuti dopo la vittoria di un lungo contenzioso con il direttore del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria Carmelo Malacrino. Riportiamo di seguito il post di Calabrese: “Un'altra battaglia vinta!!!!! I nostri reperti archeologici, che senza motivo venivano "tenuti in ostaggio" presso il Museo di Reggio Calabria, sono stati finalmente "liberati" e sono stati consegnati, oggi pomeriggio, alla città di Locri. Da domani, gli importanti e inediti reperti, saranno esposti presso il Museo di Palazzo Nieddu, in quelle vetrine fino ad oggi rimaste vuote senza un plausibile motivo. È stato un percorso lungo e faticoso, ma abbiamo lottato, con convinzione e determinazione, per riprenderci ciò che la storia ci aveva lasciato. Per quel che ci riguarda non è finita qui. Continueremo la nostra lotta per riprenderci tutto ciò che appartiene alla storia della nostra città.

I sindaci al fianco degli ex Lsu/Lpu chiedono chiarezza al Governo del cambiamento La mancanza di risposte sulla delicata vertenza dei lavoratori precari calabresi continua a preoccupare i sindacati. La discussione in Commissione bilancio al Senato sull’emendamento “salva precari” non ha fatto i passi avanti sperati e la possibilità che potrebbe essere offerta agli enti locali calabresi di derogare alle norme statali e procedere a un prolungamento del rapporto lavorativo con i precari presenti in pianta organica non può bastare. Questi 4500 lavoratori, che hanno investito per oltre venti anni la loro vita in un’esperienza lavorativa al

servizio dei cittadini calabresi rischiano di ritrovarsi in stato di povertà assoluta ed è chiedendo dignità e lavoro che, durante tutta la settimana, hanno protestato in tutta la Calabria trovando il supporto di diversi primi cittadini della nostra Regione, tra cui, proveniente dalla nostra Locride, il sindaco di Benestare Rosario Rocca (in foto). Tale protesta, tuttavia, non permette di comprendere ancora quale sia il contributo che il governo gialloverde possa dare al tanto agognato cambiamento di rotta che serve alla nostra martoriata regione.

Il commissario Gullì mantiene la promessa: due nuovi campi da calcio per San Luca Il campo sportivo inaugurato a San Luca nell'aprile 2017 era soltanto l’inizio di un percorso che è proseguito in nome dei ragazzi di questo territorio e che ha consentito di ultimare, in questi giorni, i lavori di realizzazione dei due nuovi campi da calcio a 5, promessi dal commissario straordinario Salvatore Gullì, pronti ad accogliere i ragazzi di San Luca e a fare dello sport e del calcio un importante mezzo per educare alla legalità e al rispetto reciproco.

Giudice di Locri condanna l’INPS a un rimborso nei confronti di un disabile La scorsa settimana, accogliendo il ricorso presentato dal legale Meri Pizzata, il giudice del tribunale di Locri, sezione civile controversie di lavoro e previdenza sociale, ha condannato l’INPS al pagamento in favore dell’indennità di frequenza nei confronti di Y.E., residente a Locride. L’indennità di frequenza è la prestazione economica erogata dall’INPS finalizzata all’inserimento scolastico e sociale dei minori con disabilità fino al compimento della maggiore età che l’istituto di previdenza sociale si era rifiutato di corrispondere nonostante non vi fossero state contestazioni nella fase accertamento sanitario. Nella sentenza si legge infatti che, non essendo state avanzate contestazione nel lasso di tempo concesso dalla legge, sarebbe stato del tutto illogico presentare adesso un rifiuto al rimborso oggetto di contesa, tanto più che gli accertamenti sanitari oggetto di contesa, ratificati ormai con opportuno decreto di omologa, non possono per legge essere ritirati in un secondo momento. Una sentenza tecnica destinata a fare scuola e in grado di creare un precedente nei confronti dell’INPS.



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la copertina

Strade, terre e cuori desolati GIUSEPPE ROMEO Credo che il Natale alle porte ci abbia regalato l’ennesima prima pagina e, forse, quella che alla fine rimarrà la più letta rispetto a tante altre già sfogliate nel corso degli anni. Guardando alla Calabria, alla storia di una regione dalle tante contraddizioni storiche, siano esse sociali piuttosto che politiche, ma anche dei tanti temi altrettanto contraddittori che si sono svolti e si svolgono quotidianamente, credo che si sia giunti a un punto di rendez-vous. Una sorta di luogo nel quale tutto alla fine si sovrappone: illeciti, indagini, pensieri, commenti, delusioni e speranze. Tutto sembra coesistere senza distinzioni di valore in una sorta di magma la cui vischiosità non sembra risparmiare nessuno dei protagonisti e per un motivo: perché tutto accade in una terra dove sembra che il futuro, la crescita, non solo economica ma sociale per non dire civile, sia affidata a una lotta costante tra politica e magistratura, tra la ricerca del potere, la difesa del suo mantenimento e le indagini da copertina, al di là di qualunque ipotesi di reato possibile e, necessariamente, perseguibile. Se fossimo ancora una volta noi stessi, abituati a una sorta di rassegnazione di comodo - rinunciando a qualunque versione attiva di una cittadinanza che si muove lenta e vivace solo se affascinata dal reddito di cittadinanza o da altre formule di assistenzialismo di ritorno - probabilmente potremmo riconoscerci nel nichilismo di un Jack Keruouac. Autore di un indimenticabile On The Road, negando ogni verità oggettiva per la quale, e al di là di tutto e di ogni tegola che sovrasta le nostre teste […] Tutto andrà per il meglio, la desolazione è desolazione dappertutto e la desolazione è tutto ciò che abbiamo e la desolazione non è poi così male […], sembra disegnare una condizione che ci appartiene. Tuttavia, credo che un atteggiamento simile, in fondo già parte di un background a cui sembra non si voglia rinunciare, sia inaccettabilmente arrendevole. Se percorriamo da decenni strade e terre desolate, se accettiamo una condizione di rovina, di abbandono, di squallore senza apparente possibilità di ripresa, o se ci fermiamo ai facili se non ai comodi alibi di afflizione o di solitudine senza conforto - convinti che essere vittime sia un modo per aggirare l’impegno civile - allora la desolazione, quella vera prima o poi, seppur lentamente ma inesorabilmente, prenderà il sopravvento e non ci basterà avere la certezza che non entrerà nelle nostre case e che sia sempre un problema del vicino. La desolazione del cuore, infatti, sarà l’epilogo di ogni contraddizione e la caduta della fiducia, sia nella politica che nell’impresa e sia di chi nel controllare, giustamente e obbligatoriamente il corso e le azioni, non guarda però al domani fermandosi alle lusinghe mediatiche. Tutto questo sarà così l’ennesimo irreparabile risultato che ci condannerà senza appello alla definitiva marginalità storica. In questo gioco al massacro, che non prevede campi neutri, chiunque può trovarsi a dover rispondere di se stesso per conto di terzi, così come chiunque può credere che vi siano ancora strade di impunità percorribili inebriato dalla velleità dell’onnipotenza politica. La verità è che in una terra nella quale sanità, trasporti, servizi agli anziani, formazione e sviluppo di impresa stentano a collocarsi su livelli di accettabile qualità, perdono tutti, vittime e carnefici, politica e istituzioni dal momento che non sarà l’ennesima prima pagina a mutarne il corso. Sovrapporre la cultura della legalità a quella del sospetto, quanto la presunzione di colpevolezza su quella di innocenza - che si afferma andando oltre il dettato costituzionale, diventando un principio fondamentale dell’agire e del giudicare - rappresentano le convinzioni che si producono negli animi. Così come, d’altra parte e specularmente, se non vi sono parti della politica che si discostano da modelli personalistici e prossimi a illeciti, ancorché dimostrabili e misurabili, allora tutti, indistintamente, rischiamo di perdere la bussola navigando verso un orizzonte di tenebre e non di luce. Tutti viaggiatori in un tunnel senza uscita, dove alla politica velleitaria dell’impunità possibile si aggiunge anche quell’ergastolo processuale nei ritardi della giustizia o l’ergastolo mediatico di un processo già celebrato al di fuori di ogni aula. In questo loop prenatalizio, ancora una volta, sembra che non vi siano altri argomenti su cui soffermarsi e che il crollo diffuso della fiducia, il rischio che nessuno vorrà impegnarsi in politica o fare impresa in Calabria, siano aspetti del tutto trascurabili. Crimini, corruzione, compiacenze e zone grigie a varie tonalità, sembra che in Calabria non vi sia altro che possa far andare verso il positivo. Sembra che ogni speranza di un’equa e consapevole politica istituzionale, oltre che amministrativa, sia ormai pronta a cadere senza corde nel dirupo dell’indifferenza di gente schiacciata tra criminalità, politica senza anima e indagini da scoop. Un destino, se fosse, triste e aberrante per ogni calabrese. Buon Natale

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Se fare politica diventa reato

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MARIA GIOVANNA COGLIANDRO

Il governatore Mario Oliverio è stato accusato di abuso di ufficio e obbligato alla residenza coatta a San Giovanni in Fiore. La sua colpa? Aver pregiudicato sul piano politico-elettorale il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto.

an mano che cadono nelle grinfie del drago a sette teste si ridestano e invocano giustizia. Ma giustizia a chi se a farti cadere è chi dovrebbe garantirla? Questa volta è successo al governatore della Calabria. Mario Oliverio è stato accusato di abuso di ufficio e obbligato alla residenza coatta a San Giovanni in Fiore. Stando alle indagini della procura di Catanzaro, il governatore della Calabria, che non era in carica quando i lavori sono stati appaltati, avrebbe favorito la realizzazione dell'impianto sciistico di Lorica, cui era interessato come presidente della regione, a discapito di quelli per il rifacimento di piazza Bilotti a Cosenza, che invece interessavano al sindaco di centrodestra, Mario Occhiuto. Pregiudicare sul piano politico-elettorale Occhiuto, questo sarebbe stato l'intento di Oliverio. Ci sono, è chiaro, i segnali di una contesa politica in cui si gioca sporco, senza dubbio deprecabile sul piano morale, ma dove sta il reato? Che il presidente di una regione voglia far bella figura agli occhi dei propri elettori a danno di un avversario politico, che ad oggi risulta l'unico candidato di Centrodestra alle prossime elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale, non costituisce di certo reato, così come non lo è impiegare un'azienda che durante un'altra amministrazione si è aggiudicata una gara d'appalto. Perchè, se così fosse, ogni mossa prettamente politica sarebbe da considerare abusiva e la politica stessa diventerebbe, a priori, illecita. Ciò che dovrebbe preoccuparci, piuttosto, è come sia possibile che si sia alzato un polverone - perchè di questo si tratta - su un impianto sciistico completato interloquendo con l'amministratore giudiziario, delegato dalla stessa procura che ha effettuato le indagini. L'amministratore giudiziario è subentrato nel 2017, quando l'impresa aggiudicatrice è stata raggiunta da interdittiva, e allora furono proprio Oliverio e i suoi a recarsi in procura per concordare il commissariamento dei lavori. Pertanto Oliverio denuncia alla procura di Catanzaro per poi essere a sua volta denunciato dalla stessa.

C'è qualcosa che non quadra. Intanto la procura di Catanzaro avrebbe l'obbligo di esibire gli indizi di reato. Perchè, stando a quanto è emerso finora, qui siamo di fronte a una mera censura moralistica che non rientra nelle competenze di una procura. Perciò, mi chiedo e vi chiedo, quali sono le reali intenzioni di questa inchiesta? Sono forse politiche? Diceva Gladstone, Primo ministro del Regno Unito nella seconda meta dell'800, che quando la giustizia mette gli occhiali della politica incespica e cade. Luigi Einaudi, un po' di anni dopo, gli fece in qualche modo eco sostenendo che quando per la porta della magistratura entra la politica, la giustizia esce dalla finestra. Nessuno sembra rendersene conto, se non dopo averlo provato sulla propria pelle, che uno dei più grandi problemi che attanagliano quest’ormai Bruttopaese che è diventato la Calabria è l’impossibilità di mettere un freno al dilagante potere della magistratura. "Si sollevano polveroni - ha dichiarato Oliverio in un'intervista al Dubbio - perché i polveroni sono i migliori alleati della vera mafia che utilizza tutti i poteri, e dico tutti, per affossare chi la combatte". Poi aggiunge che nelle procure non ci sono poteri divini ma uomini in carne e ossa. Certo, queste dichiarazioni del governatore calabrese sono forti, ma avrebbero assunto un valore diverso se le avesse fatte prima di finire nella morsa del drago, come dicevamo all'inizio. Noi lo ribadiamo da un po' che lo scalpore mediatico di certe inchieste, alimentato dalla retorica particolarmente enfatica del procuratore capo di Catanzaro - che in questo caso ha paragonato la Calabria all'Africa del Nord - desta non pochi sospetti. Piano piano se ne stanno accorgendo di nuovi, ma per la nostra terra si sta facendo sempre più tardi. E mentre il tempo passa inesorabile, dal parterre giuridico si sollevano le solite obiezioni: anziché dare più mezzi ai giudici per combattere il crimine si ostacola la magistratura. Sarebbero obiezioni accoglibili in un altro contesto. Qui in Calabria suonano come fanfaronate di cartapesta al servizio di un sistema mostruoso che risulta tanto chiuso a vere riforme (una tra tutte la separazione delle carriere tra pm e giudici) quanto di manica larga con i suoi araldi, in ogni caso premiati, sia che le loro azioni siano assennate, sia che non lo siano affatto. E qui subentrano le responsabilità gravissime degli intellettuali, veri o presunti, che continuano a inerpicarsi su terreni sempre più scivolosi pur di fornire fragili muri concettuali a difesa di uno status quo che si dovrebbe piuttosto trovare il coraggio di non difendere di fronte ai casi sempre più frequenti di scottanti inchieste poi evaporate nel nulla, uno status quo che anche il solo semplice buonsenso considera insostenibile in una società democratica e libera. Ma gli intellettuali sembrano infischiarsene. Nel frattempo la funzione d’inchiesta rischia di ritrasformarsi sempre più in una liturgia inquisitoriale. E grazie a molte procure che fanno da tramite, la magistratura continua a estendere il proprio dominio in qualsiasi ambito, politica compresa. Nessuno nega che vi siano abusi gravi e anche gravissimi nel mondo della politica. Ma avere la pretesa che a risolvere questo problema sia il governo dei giudici è una dissennatezza che pagheremo molto cara.


RUTTOPAESE Lande desolate, un osso da masticare per una Calabria arrabbiata In una terra impotente e frustrata come la nostra, la gente pretende un “colpevole” e abborrisce ogni analisi che vada oltre gli slogan. Chi è in grado di fornire il colpevole diventa un eroe.

C’è in Italia un vuoto di potere e una assenza di politica che nella nostra Regione è diventato un “buco nero” spaziale e ha ingoiato ogni simulacro di democrazia.

ILARIO AMMENDOLIA Il 2018 si chiude con un provvedimento di domicilio coatto per il presidente della Regione Calabria Mario Oliverio. Il dottor Gratteri, procuratore di Catanzaro, aveva chiesto gli arresti domiciliari e non saprei dire perché sia stata richiesta una misura così severa. Sinceramente, ho difficoltà a immaginare Oliverio con la barba finta e in fuga tra i boschi della Sila. Ma pensateci bene - senza il coinvolgimento di Oliverio, l’eco dell’inchiesta “lande desolate” non sarebbe andato oltre le mura della “cittadella”. Personalmente ho appreso la notizia con lo stesso stato d’animo con cui ho seguito la vicenda di Sekene giustiziato nel lager di Rosarno o di un ragazzo di San Luca tenuto in carcere più di un anno per errore di persona. Oppure con la stessa sofferenza con cui ho scritto la storia di Ilario P. che si rifugia in carcere perché si sente respinto dalla società. C’è in Italia un vuoto di potere e una assenza di politica che nella nostra Regione è diventato un “buco nero” spaziale e ha ingoiato ogni simulacro di democrazia. Il popolo non conta più nulla nonostante si sfoghi scrivendo insulti e parolacce sulla “rete”. Esiste in Calabria un diffuso sentimento di impotenza, di rabbia e di frustrazione: nei supermercati, si lavora (?) per poche centinaia di euro e si è già fortunati; tanti ragazzi vivono con la pensione dei nonni perché manca il “lavoro” e senza lavoro non c’è dignità! In questo clima, la gente pretende un “colpevole” e abborrisce ogni analisi che vada oltre gli slogan e così è lo stesso “potere” a gettare nelle ganasce dell’opinione pubblica “arrabbiata” un osso da masticare. Chi lo fa diventa un “eroe” . Quindi giustizia sommaria per tutti ! Oggi è toccato a Oliverio ma

un grido plebeo di “Crucifiggi! Crucifiggi” si alza dalle piazze virtuali nei confronti di chiunque venga sfiorato dal clima di interessato sospetto. I “giustizieri” dotati del “giusto” fiuto si rivolgono direttamente all’opinione pubblica. Mostrano attraverso le televisioni e i giornali la testa del “decapitato” come un trofeo sanguinante e la “bestia” ritorna a casa soddisfatta e in attesa di altro sangue! La cosiddetta “Sinistra” porta sulle spalle responsabilità enormi, imperdonabili e irredimibili in questa tragedia . I luoghi della “politica” si sono spostati dalle strade ad alcune procure e alle stanze sigillate del potere. E anche in questa occasione, il dottor Gratteri ha costruito una conferenza stampa con una scenografia magistrale. “Invidio” le sue certezze nonostante in molte sue inchieste gli innocenti “sacrificati” siano stati molti ma molti di più rispetto ai colpevoli condannati e “invidio”, ancor di più, la sua agilità. Il giorno dopo “lande desolate” ha trovato il modo di dichiarare che la ndrangheta è la terza industria del paese dopo Finmeccanica (peccato che quest’ultima sia al 16° posto) e manda in estasi fior di “politici” come il senatore Morra. In questi anni, la “Sinistra” è stata parte di un mondo “politico” informe, clonato, pavido e ruffiano che ha solo applaudito. È giusto che oggi Oliverio rivendichi la sua innocenza (di cui personalmente ne sono convinto) ma non è sufficiente anche perché l’innocentismo legittima sempre il colpevolismo. Il problema è più complesso ed è politico nel senso più nobile del termine. In Calabria - lo diciamo da 40 anni - è stato commesso un delitto: è stato ucciso lo Stato di diritto e migliaia sono le vittime innocenti che sono state gettate nella fornace ardente della giustizia sommaria. Non è stata una cattiveria ma una “necessità”… per “loro”. Finché riusciranno a spacciare la drammatica “questione calabrese” per mera questione criminale il problema politico della Calabria sarà rimosso. Ripeterò sino all’ultimo respiro che gli arresti e le retate nella nostra Regione hanno avuto il compito di criminalizzare la Calabria senza sconfiggere i criminali. Quello che solleviamo è un problema immenso perché tende alla riforma radicale dello “Stato” in senso democratico e contemporaneamente a liberare la “Giustizia” restituendola alla “Legge” e sottraendola al folkore, al clamore mediatico, alla pubblicità. Non abbiamo la forza senza ricorrere alla mobilitazione degli “esclusi” che sono una parte consistente della popolazione calabrese che oggi non viene rappresentata da alcuno. È necessario aggiornare la strategia di quella che fu la “Sinistra” alla nuova realtà. Comprendere che in mancanza degli storici soggetti politici e sociali del passato bisogna contrappore all’Union sacrée dei perbenisti, dei sazi e dei “giusti”, il fronte degli “scarti“ e degli emarginati. Il mondo del lavoro e gli intellettuali organici a questa parte della società. Ci vuole coraggio. Un coraggio che non vedo in molti dei mediocri politicanti che oggi occupano la scena e ancor meno nei cortigiani che sostano in servizio permanente nelle anticamere del potere. Altra strada non esiste se non quella di piegare il capo parafrasando il Manzoni: al “novo signore si aggiunge l’antico; e l’uno e l’altro sul collo ci sta!”

NOI, CRIMINALI IPOTETICI ROSARIO ROCCA Fare politica, in Calabria, è un fatto di lotta. E questo l'avevamo messo in conto. Del resto, il quadro in cui si opera è ampiamente noto: malaffare, 'ndrangheta, autoreferenzialità burocratica, scarso senso del bene comune, dello Stato e via dicendo. Io, personalmente, non avevo preventivato la scala dei grigi che, qui da noi, viene utilizzata per assegnare categorie a contesti, paesi, persone. Per convenzione accorderemo che il nero è sinonimo di negatività e il bianco l'esatto contrario. Pertanto, semplificando: mafiosi, disonesti, criminali e simili stanno da una parte e antimafiosi, onesti, vittime e oppressi dall'altra. In uno stato di diritto, tra il nero e il bianco ci dovrebbe essere una scala di tonalità decrescenti d'intensità, con propensione (e presunzione) verso il bianco. In altri termini i "forse bianchi" dovrebbero essere molti di più dei potenziali neri. E qui casca l'asino. In Calabria si è deciso - e sul "quando" sarebbe utile un approfondimento - che la platea dei bianchi dovesse essere estremamente assottigliata. Tanto da dare spazio solo a poche personalità della magistratura, uomini dello Stato, notabili, borghesi, qualche vescovo e qualche testimone di giustizia. Mentre i neri, quelli storicizzati, sono un numero significativo di esponenti e affiliati delle famiglie di 'ndrangheta. Una quantità sicuramente inferiore rispetto a tutti i criminali potenziali che, di fatto, lo sono, ma ancora senza un riscontro giudiziario definitivo. In Calabria, tra il bianco e il nero c'è invece un grigio anomalo. In tinta uniforme e senza sfumature. Lì ci stanno i criminali potenziali di cui abbiamo già detto, insieme alla quasi totalità della classe politica, e a strati trasversali di popolazione. Io, in quanto Sindaco, sono stato collocato in quest'area grigia. Una sorta di cerchio di dantesca memoria in cui stanno insieme criminali potenziali e criminali ipotetici. I primi sono considerati nelle piene capacità e facoltà di aderire concretamente ad un disegno criminale. Gli altri, invece, semplicemente suscettibili di criminalizzazione, in base ad una determinata condizione preliminare. Ovvero la formula antimeridionale secondo cui "la questione meridionale è una questione criminale". Non essendoci basi scientifiche o fatti verificabili su cui tale formula possa reggersi, si fa ricorso all'esercizio delle ipotesi. Pertanto la 'ndrangheta controlla il consenso e ogni eletto è un criminale ipotetico. Non sapevo di esserlo. E mai, stupidamente, l'avrei immaginato. Ero convinto che solo Dio fosse al di sopra della Costituzione. Ma era un altro tempo, di stupidi e infantili ideali.


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intervista www.larivieraonline.com

Tramontana:

ESATTAMENTE DUE ANNI FA ANTONINO TRAMONTANA È SUBENTRATO A LUCIO DATTOLA NELLA PRESIDENZA DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI REGGIO CALABRIA. IN QUESTO LASSO DI TEMPO, TRAMONTANA HA DOVUTO AFFRONTARE DIVERSE SFIDE, TRA CUI LA RIORGANIZZAZIONE DELL’ENTE, LA PIANIFICAZIONE DI AIUTI ALLE IMPRESE IN UN PERIODO DI CRISI ECONOMICA, LA RELAZIONE CON IL NEONATO ORGANO DELLA CITTÀ METROPOLITANA. MA COSA DOBBIAMO ASPETTARCI DAL FUTURO SOCIOECONOMICO DEL REGGINO? NE ABBIAMO PARLATO DIRETTAMENTE CON LUI…

LA CAMERA DI COMMERCIO PUÒ SENZ’ALTRO DARE UN CONTRIBUTO IMPORTANTE ALLA CRESCITA DEL TESSUTO IMPRENDITORIALE REGGINO.

“Indicheremo la via per uno sviluppo virtuoso del reggino”

Il 12 dicembre ha festeggiato il suo secondo anno da presidente della Camera di Commercio di Reggio Calabria. Quale bilancio sente di fare di questo periodo della sua vita? Un bilancio senz’altro positivo sia dal punto di vista umano che professionale. Non è stato facile gestire tempo ed energie per non trascurare la mia attività imprenditoriale e, nel contempo, svolgere con il massimo impegno e dedizione il mio ruolo “super partes” di Presidente della Camera di Commercio. Ma ho cercato di trasfondere nel ruolo di Presidente le mie esperienze imprenditoriali e, viceversa, sto facendo tesoro di tutto quello che sto imparando sul campo da Presidente della Camera. Scopo delle Camere di Commercio è quello di tutelare gli interessi delle imprese del territorio e offrire loro opportunità di sviluppo e servizi. Ma come devono essere rimodulati questi obiettivi in un periodo di crisi economica come quello in cui ci troviamo? Nonostante le difficoltà economiche e le molteplici criticità del nostro territorio, è necessario un salto tecnologico, in termini di innovazione e digitalizzazione. Le imprese non possono farsi trovare impreparate di fronte alle sfide della competitività. Ed è per questo che come Camera stiamo intensificando gli sforzi per offrire alle imprese servizi di assistenza anche personalizzata e interventi formativi mirati, volti a qualificare le competenze delle imprese e ad aiutarle a superare gap informativi e di conoscenza non solo sui temi dell’innovazione e della digitalizzazione ma in generale su tutte le tematiche di interesse per le imprese. Nonostante la giovane età, che ha fatto immediatamente sognare ai suoi sostenitori un’aria di rinnovamento, vanta importanti incarichi in Coldiretti, Confindustria e Unindustria. Come l’hanno preparata queste esperienze alla sfida della Presidenza della Camera di Commercio? Come dicevo prima, cerco sempre di fare tesoro di tutte le esperienze. Sicuramente gli incarichi che ho ricoperto mi hanno aiutato a perfezionare le competenze relazionali e le capacità di gestione amministrativa ed economica di enti diversi rispetto all’impresa. Si dice che lo stato di salute dell’economia e del commercio calabrese in generale e reggino in particolare sia pessimo. Che ha da dire, in proposito, un addetto ai lavori? È innegabile che le condizioni del mercato del lavoro e la qualità dei rapporti tra banche e imprese non siano propriamente favorevoli, ma i dati sulle dinamiche imprenditoriali evidenziano segnali concreti e positivi di una ripresa in atto e di un rinnovato clima di fiducia nel fare impresa. Certo, il sistema territoriale è fragile ed è caratterizzato da un’econo-

mia legata ai settori più tradizionali, oltre che essere indebolito da fenomeni di illegalità; ma ci sono importanti segnali di vitalità se, ad esempio, in un contesto scarsamente vocato all’export, stiamo registrando negli ultimi tempi un’incoraggiante espansione sui mercati esteri da parte delle imprese reggine. L’area metropolitana di Reggio Calabria, complice anche una forte confusione amministrativa, necessita di importanti correttivi per poter imboccare la strada dello sviluppo. Che ruolo può avere la Camera di Commercio in questo processo, quali iniziative ha già avviato e quali crede di dover intraprendere in futuro in qualità di Presidente? La Camera di Commercio, in quanto ente pubblico che svolge funzioni di interesse generale per il sistema delle imprese e cura lo sviluppo delle stesse nell’ambito delle economie locali, può senz’altro dare un contributo importante alla Città Metropolitana per promuovere le opportunità di crescita del tessuto imprenditoriale e in generale per favorire lo sviluppo culturale, sociale e sostenibile del territorio metropolitano. Lo Statuto della Città Metropolitana prevede espressamente che le azioni e gli interventi preordinati allo sviluppo economico e sociale del territorio siano svolti in sinergia con la Camera di Commercio e con tutti gli altri attori istituzionali all’uopo preposti; ma, indipendentemente dalla previsione statutaria, la Camera di Commercio di Reggio Calabria ritiene fondamentale che la progettazione e la definizione delle strategie per lo sviluppo socioeconomico del territorio siano attuate in modo condiviso, integrato e partecipato. Non a caso, siamo stati i fautori del Coordinamento istituzionale per la promozione e lo sviluppo turistico della Città Metropolitana di Reggio Calabria, e continueremo a portare avanti le nostre iniziative attraverso il coinvolgimento degli stakeholder e delle imprese. Nonostante le decine di provvedimenti socioeconomici adottati negli anni dai partiti, i dati sull’occupazione nel nostro territorio restano drammatici. Su cosa scommetterebbe per sbloccare la situazione? Bisogna puntare sui settori economici che possono fare da leve per lo sviluppo economico del territorio. A mio avviso, questi settori sono il turismo e l’agroalimentare. L’impegno che come Camera di Commercio stiamo portando avanti è quello di delineare un percorso virtuoso di sviluppo del territorio che promuova la conoscenza del territorio e delle sue risorse ambientali e culturali, che valorizzi l’offerta di tipicità agroalimentare, che contribuisca a fare emergere le identità locali indissolubilmente legate alla tradizione enogastronomica, affiancando ad azioni per la valorizzazione, l’identificazione e la tutela delle produzioni tipiche di qualità, azioni volte a sostenere e diffondere i servizi di ospitalità di qualità. Jacopo Giuca



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Questo spazio è riservato a te. 1200 battute per lamentarti o complimentarti con noi, fare segnalazioni, raccontarci le tue esperienze, potrai inviarci foto degli scorci del tuo paese o video se hai un talento nascosto. Saremo lieti di risponderti pubblicamente, daremo voce al tuo pensiero e ti daremo visibilità sui nostri social. Sii parte integrante di questa realtà.

scrivici www.larivieraonline.com

Correnti fredde Il termine “corrente” viene inteso in tanti modi: corrente elettrica, alternata, del golfo, letteraria, artistica… e se volessimo spiegarlo meglio… quando parliamo di “cosa corrente” intendiamo qualcosa che è in corso, che alimenta e aiuta. In tempi di congresso del Partito Democratico o di Forza Italia che sperimenta l'ennesimo delfino del Capo (o sardina, poi Berlusconi ci dirà), Tajani, delle diverse anime grilline, o di Salvini che sa di dover tenere conto dei diktat delle regioni forti, questo termine lo utilizziamo per intendere ciò che conduce ai confronti, palesi o nascosti, interni ai partiti. Nel Partito Socialista, per esempio, con Craxi, si impone la figura del leader forte, criticato ma copiato (di più, altri addirittura metteranno il proprio nome sul simbolo di partito), eppure non in grado di sottrarsi nemmeno lui al gioco delle correnti. Imperava nel partito con la sua corrente (e le sottocorrenti), ma non poteva cancellare le altre. In una condizione che oggi chiameremmo “tripolare”, il Segretario si alleava con un'altra corrente per mettere sotto la terza (Craxi + De Michelis battevano Signorile… che governava comunque un pezzo di partito e di istituzioni). La “spartizione” era tuttavia ammantata di politica, elaborazioni, letture, disegni. C'erano padri nobili, Nenni, Lombardi, De Martino, Mancini… riunioni, pro-

poste, riviste, attività che si traducevano anche in “arricchimenti culturali”. Gli anni di adesso sono poveri di visioni politiche e, allora, su cosa si segnano le differenze? Se è vero che nessuno tra Zingaretti e Martina vuole aprire un dialogo con i grillini, su cosa faranno affidamento nel PD? Se Berlusconi non insisterà a parlare diversamente da come ha sempre fatto di (certa) Magistratura, di spread, di Europa, su cosa faranno affidamento in Forza Italia? Se Di Maio è compassato e Di Battista irruento, questo fa una differenza politica? Se Salvini ha cosi tanto fidelizzato la Lega, chi può dire che vuole distinguersi per “questione politica”

(fatta salva la pressione dell'imprenditoria leghista del nord che punta al sodo e non si perde in chiacchiere con il capo politico dei grillini)? Scendendo giù, verso quei due puntini blu nel campo tutto giallo del meridione al voto, li abbiamo visti i due parlamentari reggini di Forza Italia, Cannizzaro e Siclari, organizzare due iniziative separate e in due giorni consecutivi. Per fare cosa? Il deputato doveva legittimamente dimostrare che si guadagna lo stipendio con le iniziative sull'aeroporto dello Stretto e la mobilità (anche se poi sono i voti delle maggioranze ad approvare emendamenti e leggi) e il senatore scrivendo di tutto, soprattutto di sanità? Se è per questo hanno fatto bene. Se volevano mostrare le “armate” di cui dispongono, si comprende. Se volevano spiegare ai loro colleghi come si fa a vincere in quella maniera in cui hanno fatto loro, con un voto che persino FI disconosceva, si è visto. Ma per carità, non vengano battezzati, così freschi dei primi successi (di visibilità), come dei capicorrente, che fanno nascere idee e progetti politici nuovi. La concorrenza tra i due la vedono soltanto i giornali e i tifosi sfegatati. Non può esistere per il motivo di base che abbiamo detto: dovrebbero proporre politiche diverse. Dove le vedete? Federico Lago

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L’IPA si incontra a Siderno per il tradizionale scambio di auguri

In occasione delle festività natalizie i rappresentanti dell’IPA (International Police Association) della Calabria, organizzato dal Comitato Locale Locride avente sede nella città di Siderno, presieduto da Giuseppe Cusumano, sostituto commissario in quiescenza della Polizia di Stato, con la collaborazione del vice presidente Michele Galluzzo, della polizia locale di Siderno, si sono incontrati in occasione del pranzo sociale per lo scambio degli auguri in un noto locale della città. Anche quest’anno la partecipazione è stata numerosa per la presenza di soci provenienti da tutte le provincie calabresi e anche da Messina. Per la XVIII° delegazione Calabria il presidente Carlo Figliomeni e gli altri componenti il direttivo, il presidente onorario Vincenzo Severino, Rosario Messone e il direttivo del comitato locale Lamezia/Catanzaro. Nell’occasione è stato consegnato al socio Antonio Surace Zarzaca, vigile urbano in pensione della città, attestato di fedeltà ventennale all’IPA. Il presidente Cusumano nel salutare tutti i convenuti, ha fatto presente che da quest’anno, come stabilito nell’ultimo congresso nazionale tenutosi a Muggia (TS), lo scorso mese di giugno, potranno iscriversi all’associazione i cosiddetti soci simpatizzanti, persone non appartenenti alle forze dell’ordine. L’International Police Association, associazione presente in tutti e cinque i continenti, fonda le sue radici sul sentimento dell’amicizia il cui motto, in lingua esperanto è “Servo Per Amikeco”. Vi possono aderire tutti gli appartenenti alle forze dell’ordine. È nelle intenzioni del Comitato Locale IPA organizzare nella Locride un Consiglio Nazionale dell’Associazione.

IN MEMORIA DI ANTONIO PANZARELLA

Aiutaci da lassù a ritrovare un po’ di pace e serenità Caro papà, sembra ieri ma è già trascorso un anno da quando quel 19 dicembre sei volato in cielo. Una data difficile da dimenticare, che rimarrà per sempre scolpita nel nostro cuore. Per te ha segnato l’inizio di una nuova vita, ove spero che regni tanta pace, serenità e felicità, circondato dalle persone che ti hanno sempre amato; mentre per noi ha segnato l’inizio di una vita piena di dolore, priva di stimoli ma piena di ricordi… Sì, papà, ora per sentirti vicino e tenere viva la tua memoria non ci rimane altro che aggrapparci ai bellissimi ricordi… che, seppur con difficoltà, ci permettono di andare avanti. Molto spesso io devo chiudere gli occhi e immaginare che tu sia accanto a me, che mi riempi di baci e abbracci, e non solo… ogni tanto, di nascosto, apro l’armadio, dove abbiamo lasciato tutto com’era per annusare il profumo che hai lasciato sui tuoi abiti preferiti; abiti che abbiamo custodito gelosamente. Dicono che il tempo è la medicina che cura ogni male, ma per noi questa medicina ancora non ha fatto effetto. Credo che non ci si abitui mai all’assenza di un genitore, ma a conviverci con tanta amarezza nel cuore. Sì papa, perché da quando te ne sei andato, niente è più come prima. Ci manchi tantissimo, aiutaci tu da lassù a ritrovare un po’ di pace e serenità. Con infinito amore, i tuoi cari.



Avere cura delle nostre tradizioni non significa soltanto recuperare e rimettere in commercio i nostri prodotti più rappresentativi, ma anche avere la lungimiranza di presentarli in modo inedito e innovativo. È seguendo questa filosofia che La Cascina 1899 ha ideato “Nero Di Vino”, un prodotto destinato a deliziare i palati e abbellire le vostre case.

Nel corso della sua storia lunga oltre un secolo, La Cascina 1899 ha trattato la tradizione enogastronomica calabrese come un vero e proprio patrimonio da salvaguardare. Ma avere cura delle nostre tradizioni non significa soltanto recuperare e rimettere in commercio i nostri prodotti più rappresentativi, ma anche avere la lungimiranza di presentarli in modo inedito e innovativo, rendendoli così accattivanti per il moderno mercato globale. È grazie a questa filosofia di commercio che, nel corso degli anni, abbiamo visto La Cascina 1899 esportare sempre più prodotti all’estero, dando lustro ai prodotti più rappresentativi della nostra terra, come avvenuto con il “Bergotto”, o presentando in una veste inedita i più simbolici alimenti della nostra tradizione, come fatto invece con “NdujaUp”. È seguendo questa filosofia che Salvatore Agostino ha ideato per La Cascina 1899 “Nero Di Vino”, un prodotto destinato non solo a deliziare i palati più esigenti, ma anche ad abbellire le vostre case con un packaging esclusi-

vo che strizza l’occhio alla nostra splendida tradizione. Uno dei più antichi metodi di conservazione del capocollo, infatti, consisteva nella marinatura del celebre insaccato in anfore piene di prelibato vino rosso, in grado di insaporire e rendere unico il sapore già straordinario del salume. Documentandosi proprio su questo peculiare processo di conservazione del capocollo, di cui ci parlano testimonianze scritte risalenti addirittura al Iº secolo d.C., Salvatore Agostino ha deciso di proporre al grande pubblico un capocollo di maialino nero immerso in una soluzione a base di vino Cirò e di ricercatissimi aromi, destinata a rendere ancora più prelibato questo straordinario prodotto. Ma siccome tale lavoro di recupero dell’antica tradizione gastronomica magno greca non poteva essere presentato in una semplice confezione, La Cascina 1899 ha deciso di affidare ai talenti della Pigreco Communication la realizzazione di un packaging che potesse sottolineare la sua esclusività e richiamare una volta di più la gloriosa storia

antica della nostra splendida regione. Ecco dunque che, grazie alla collaborazione con artigiani del territorio, il capocollo “Nero Di Vino” sarà venduto in un’anfora di terracotta alta ben 33 cm e del diametro di 18 cm, sigillata con un pregiato coperchio di legno di pioppo. Ogni anfora sarà decorata con disegni in stile greco antico, raffiguranti meravigliose scene di caccia al maialino nero o di raccolta dell’uva, una decorazione esclusiva che renderà ogni anfora unica. All’interno di queste piccole, grandi opere d’arte, il cui coperchio in legno di pioppo fa da naturale repellente per le termiti, troverete due capicolli del peso complessivo di 1,5 kg, che vi consigliamo di conservare a una temperatura compresa tra i 4° e i 6° C e di consumare entro tre mesi dall’apertura della confezione. Un prodotto destinato a deliziare i vostri palati in grado di assicurarvi un vero e proprio pezzo da collezione, perfetto per abbellire ogni angolo della vostra casa una volta consumato il prodotto alimentare.

La Cascina 1899 - Strada Statale 106 – 89047 Roccella Jonica (RC)- Tel./Fax: +39 0964 86 66 75 - info@lacascina1899.it


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Il capocollo “Nero Di Vino” sarà venduto in un’anfora di terracotta alta ben 33 cm e del diametro di 18 cm, sigillata con un pregiato coperchio di legno di pioppo e decorata con disegni in stile greco antico.


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GIUDIZIARIA

GIURISPRUDENZA SULL’INTERCETTAZIONI

rubriche

INFORMATICHE

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I BRIGANTI

In arrivo il Natale per finta

“A Natale non frequentare gli ipermercati ma i boschi. Lì è sempre Natale!”. È una bellissima frase che ho trovato in rete, che racchiude in poche parole il senso di ciò che avviene ai giorni nostri. Ormai le feste sono alle porte, e ognuno sta facendo finanziarie varie ed eventuali per poter fare regali senza pensieri, che poi si paga piano piano. Un pensiero di meno ma anche uno di più. Ma questo non è il Natale: queste sono semplicemente feste. Il Natale non è in paese, non è in città, non è dentro ai supermercati. Ammettiamolo: non sappiamo di cosa parliamo. Qualcuno, ovviamente in tv, ci consiglia di fare una donazione, che a Natale siamo tutti più buoni. E non la fai una donazione di 2 euro che ogni pensiero porta via? Donazione fatta, e ora la coscienza è a posto. In Calabria che vuoi fare? Le cene con i parenti di 3 generazioni, tornati al paesello per 3 giorni, e poi via di nuovo altrove. A fine cena si corre in chiesa che a mezzanotte nasce Gesù. Gesù intanto è appena nato, e non sa dell’abbuffata fatta in suo onore, e nemmeno di quella che ci sarà il giorno dopo a pranzo. Gesù non conosce il bicarbonato che aiuta la digestione e illude di aver alleggerito un peso enorme per uno stomaco umano. Ma a Natale non siamo umani, diventiamo ultraterreni, ingurgitiamo di tutto e ci scoliamo litri di vino che tanto non moriremo mai, e poi a gennaio inizia la dieta. In Calabria poi è tradizione tenere sotto l’albero i panettoni spazzatura con sede legale al nord, che tanto fanno male alla nostra economia. E pure lo zampone è made in nord, di maiali schiattati in allevamenti intensivi che neanche immaginiamo cosa siano. A Natale non si va nei boschi, dove è sempre Natale. Eppure si potrebbe provare una volta tanto a pensarla diversamente, che a essere omologati siamo bravi tutti. Ci manca la targhettina come ai maiali, oppure il microchip, e poi saremmo esattamente il prodotto voluto, nato, cresciuto e controllato come da catena di montaggio. Non è fantascienza, già queste fantasie sono state espresse, con timore. Ci vuole un’illuminazione. Ci manca l’umanità. Pensateci, al cenone, tra poco. Brigantessa Serena Iannopollo

FRUTTI DIMENTICATI

Solita di Mammola PHASEOLUS VULGARIS FAM. FABACEAE

Il mondo dei fagioli fu letteralmente sconvolto dopo la scoperta dell’America, da cui a partire dai primi del 500, cominciarono ad arrivare in Europa varietà numerose e diverse, provenienti dall’America centrale e meridionale, specie dall’area delle Ande. L’idea che i fagioli siano d’origine americana, è talmente radicata, nelle persone che hanno una mediocre informazione sull’argomento, che neppure sospettano che prima dell’evento sopraindicato, fossero coltivati dei fagioli in Europa. Naturalmente essi erano alla base dell’alimentazione dei poveri e gli aristocratici e i ricchi li disdegnavano, qualora non fossero ghiotti, puntando in prevalenza sulle carni, specie quelle derivanti da selvaggina o da altri alimenti più rari, che non erano poi tanto numerosi, impreziositi dalle spezie. Naturalmente gli aristocratici mangiavano talvolta anche i cibi dei poveri, tra cui i cavoli, di cui era ghiottissimo Ferdinando IV di Borbone re di Napoli ed il suo confessore. Fino agli inizi degli anni cinquanta del 900, a distanza di quasi cento anni dalla fine del Regno delle Due Sicilie, il mito dei reali di Napoli sopravviveva ancora tra i vecchi, che raccontavano degli aneddoti tramandati dai loro padri sulla famiglia reale borbonica. Veniva raccontato sempre da un mio parente molto avanti negli anni in una sala da barbiere, che Carolina d’Austria, la delicata figlia della grande Maria Teresa , non era entusiasta di sposare Ferdinando IV di Borbone che considerava poco fine, ma nonostante ciò dopo il matrimonio il re la tradiva in continuazione. Il confessore del re era afflitto da tale fatto in quanto la delicata regina si lamentava con lui, ed egli trovava spesso l’occasione di rimproverare Ferdinando, che lo invitò un giorno a pranzo e gli fece cucinare in maniera deliziosa un piatto di cavoli. Il confessore restò estasiato, ma lo fu di meno al secondo invito a base di cavoli e poi al terzo e al quarto, caratterizzato dallo stesso menù, ma al quinto invito non ne poté più ed educatamente si lamentò: “e sempre cavoli!” e di rimando il re gli replicò “e sempre Carolina!”. E da allora in poi il religioso non lo rimproverò

più. Quando arrivarono i fagioli dall’America anche per gli aristocratici furono una novità e cominciarono a usarli, mentre i poveri continuarono a usare quelli di origine africana che da millenni circolavano tra i paesi del Mediterraneo, in Europa ed in Asia. Pertanto si arrivò all’uso contemporaneamente sia dei fagioli americani che di quelli di origine africana, studiati nel corso del XVVII secolo dal botanico Domenico Vigna di Pisa e pertanto chiamati anche fagioli Vigna. Il più usato risultò il Fagiolo dell’occhio che fra l’altro è diffuso in tutt’Italia, tanto che gli abitanti di alcune regioni, tra cui la Puglia, la Toscana e il Veneto lo considerano loro. Buona parte dei fagioli di origina africana, da millenni in uso anche in Europa, hanno forma allungata per cui sono chiamati dolici (dal greco dolicon, allungato), per cui uno dei modi per riconoscere un tipo di fagiolo dall’altro, è quello di verificare la forma. Quattro anni addietro un signore di Mammola, un tale Nicodemo Macrì che usava curare un orto sulla destra idrografica della fiumara Torbido, mi diede tre varietà di fagioli, di cui aveva una piccola quantità in una casupola dentro il suo appezzamento di terra. I semi separatamente me li avvolse in dei pezzi di carta e in uno notai un seme diverso dagli altri e io allora gli chiese come si chiamasse e seppi che era del tipo Solita di Mammola; era assieme ai semi della Rossa di Mammola. Quest’anno misi a dimora separatamente, talvolta a distanza di cento metri, per evitare l’ibridazione, alcune varietà di fagioli, tra cui la Rossa di Mammola e nello stesso solco l’unico seme che avessi della Solita di cui non conoscevo la forma del baccello. Quando spuntò la piantina da quell’unico seme, fui naturalmente fui molto soddisfatto ed in seguito molto di più quando vidi nascere dei baccelli che erano allungati in quanto capii che si trattava di una varietà di fagiolo appartenente ai dolici. Somigliavano abbastanza a quelli del Fagiolo dell’occhio ed ancor di più a quelli della Solita di Gerace, però aprendo un baccello quando fu adeguatamente essiccato, notai la diversità; infatti i semi della Solita di Mammola sono di colore avana. Orlando Sculli

C’è un virus che si potrebbe aggirare nei pc: quello delle intercettazioni informatiche. La nuova frontiera delle investigazioni, che ancora una volta prevede un vaglio successivo sui contenuti captati. Il 28 aprile ultimo scorso la Corte di Cassazione a Sezioni Unite interviene sulle intercettazioni telematiche, la sentenza viene depositata il primo luglio, e in sintesi stabilisce che: “Limitatamente ai procedimenti per delitti di criminalità organizzata, è consentita l'intercettazione di conversazioni o comunicazioni tra presenti mediante l'installazione di un captatore informatico in dispositivi elettronici portatili (ad es., personal computer, tablet, smartphone, ecc.) - anche nei luoghi di privata dimora ex art. 614 c.p., pure non singolarmente individuati e anche se ivi non si stia svolgendo l'attività criminosa". "Per reati di criminalità organizzata devono intendersi non solo quelli elencati nell'art. 51 c.p.p., commi 3-bis e 3-quater, ma anche quelli comunque facenti capo a un'associazione per delinquere, ex art. 416 c.p., correlata alle attività criminose più diverse, con esclusione del mero concorso di persone nel reato”. Per quanto riguarda le caratteristiche tecniche e informatiche del mezzo investigativo in argomento, si legge nella sentenza che: “Le intercettazioni vengono effettuate mediante un software, del tipo definito simbolicamente trojan horse, che è chiamato, nelle prime sentenze che si sono confrontate con esso "captatore Informatico" (Sez. 5, n. 16556 del 14/10/2009, dep. 2010, Virruso, Rv. 246954) o "agente intrusore" (Sez. 6, n. 27100 del 26/05/2015, Musumeci, Rv. 265654)”. Tale programma informatico: “viene installato in un dispositivo del tipo target (un computer, un tablet o uno smartphone), di norma a distanza e in modo occulto, per mezzo del suo invio con una mail, un sms o un'applicazione di aggiornamento. Il software è costituito da due moduli principali: il primo (server) è un programma di piccole dimensioni che infetta il dispositivo bersaglio; il secondo (client) è l'applicativo che il virus usa per controllare detto dispositivo”. E ancora oltre: “Uno strumento tecnologico di questo tipo consente lo svolgimento di varie attività e precisamente: di captare tutto il traffico dati in arrivo o in partenza dal dispositivo "infettato" (navigazione e posta elettronica, sia web mail, che outlook); di attivare il microfono e, dunque, di apprendere per tale via i colloqui che si svolgono nello spazio che circonda il soggetto che ha la disponibilità materiale del dispositivo, ovunque egli si trovi; di mettere in funzione la web camera, permettendo di carpire le immagini; di perquisire lo hard disk e di fare copia, totale o parziale, delle unità di memoria del sistema informatico preso di mira; di decifrare tutto ciò che viene digitato sulla tastiera collegata al sistema (keylogger) e visualizzare ciò che appare sullo schermo del dispositivo bersaglio (screenshot); di sfuggire agli antivirus in commercio”. Con riferimento ai dati raccolti, questi: “sono trasmessi, per mezzo della rete internet, in tempo reale o ad intervalli prestabiliti ad altro sistema informatico in uso agli investigatori. Il sistema descritto, come è agevolmente comprensibile, è molto utile per lo svolgimento delle indagini per le quali apre notevoli prospettive. In questo momento storico, la comunicazione a distanza frequentemente si svolge per mezzo di strumenti informatici, più economici e con maggiori potenzialità rispetto alla rete telefonica. Utilizzando il programma informatico sopra descritto - inoculato su un telefono cellulare, un tablet o un PC portatile - è possibile, come detto, anche cogliere i dialoghi tra presenti, ed in tal caso le intercettazioni diventano "ambientali". Il telefono cellulare, il tablet ed anche un notebook, infatti, sono divenuti oggetti che accompagnano ogni nostro movimento e ci seguono in ogni luogo, sicché il loro uso come mezzi di intercettazione permette di sottoporre l'individuo ad un penetrante controllo della sua vita: questa sorveglianza si estende, necessariamente, ai soggetti che stanno vicino alla persona intercettata”. “Il mezzo tecnologico in esame, pertanto, impone un difficile bilanciamento delle esigenze investigative, che suggeriscono di fare ricorso a questo strumento dalle potenzialità forse ancora non pienamente esplorate, con la garanzia dei diritti individuali, che possono subire gravi lesioni. Al riguardo, è stato affermato in dottrina che "i diritti fondamentali sono oggetto di tutela "progressiva" non solo nel senso di un loro opportuno adeguamento all'evoluzione tecnologica e alle sfide del tempo, ma altresì per il fatto di trovarsi in rapporto di costante tensione con l'esigenza - anch'essa di rango costituzionale - di un efficace perseguimento dei reati".

Inquinamento al quartiere Sbarre di Siderno. Trenitalia colpevole. Intervenga l’Osservatorio Bollino rosso: gli abitanti del quartiere Sbarre di Siderno sono bombardati quotidianamente dai gas di scarico d’autovetture nell’attesa interminabile del passaggio dei treni. Trenitalia se ne frega del binario più indecente d’Europa, dei veleni pericolosi, dell’inquinamento acustico, della gente. Il passaggio a livello in questione registra una situazione assurda tra fumi e rumori, rumori, fumi, bestemmie, litigi e nervosismo. Senza sosta dalle sette del mattino alle dieci della sera. A differenza degli altri due passaggi che

insistono sulla città, quello del quartiere Sbarre, si abbassa quando il treno parte da Ardore. Quattordici minuti d’attesa per decine di autovetture e passanti che increduli, di fronte al terzo mondo dei trasporti su linea ferrata e all’inefficienza dolosa di Trenitalia, attendono un piccolo vagone che ospita, spesso, al massimo dieci passeggeri; duecento persone a terra, dieci nella migliore delle ipotesi, sulla littorina; rumori continui di clacson e marmitte che sputano fumi tossici e danneggiano i polmoni; un disagio causato dal menefreghi-

smo, un disagio pericoloso di cui l’attento e capace Osservatorio Ambientale, certamente si farà carico e con determinazione e competenza stimolerà il colpevole sul pesante problema che incide ormai da tempo sulla salute dei cittadini. Quattordici minuti d’attesa per dieci volte al giorno solo per i treni “vuoti” provenienti da sud che, conti alla mano, costringono a tre ore di serio inquinamento il popoloso quartiere sidernese che in estate raddoppia le presenze. Tra l’altro il passaggio a livello in questione è l’unico che permette l’ac-

cesso di mezzi di grossa dimensione al lungomare; un lungomare, quello di Siderno, che da più mesi è un cantiere. Un autocarro betoniera fermo per venti minuti tra le case senza spegnere il motore è una bomba ecologica di non poco conto. E ancora i tir, ruspe su altri camion, caterpillar e marmitte, e catrame a tonnellate; catrame e gas di scarico, per tre ore al giorno, per dodici mesi tondi tondi, portano dritti dritti nel Padiglione Cancro. Silvana Sciarasciat


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Babbo Natale fa tappa da Full Travel Consegnati fantastici doni per le tue prossime vacanze

A Siderno Babbo Natale è già arrivato con la sua fantastica slitta ricca di doni con cui omaggiare tutti i clienti di Full Travel. Per chi deciderà di prenotare il suo prossimo viaggio entro il 12 gennaio, cinque fantastiche promozioni l'aspettano! Da Full Travel puoi vivere in anteprima la tua prossima crociera MSC grazie a Oculus, uno strumento che ti permette di sperimentare un viaggio virtuale all'interno della nave ma anche nelle varie destinazioni. Se il virtualtour ti convince e sei pronto a partire avrai uno sconto del 5% su una cabina a scelta. Se decidi, invece, di viaggiare con Costa Crociere, scegliendo Super All

Inclusive riceverai in regalo il bellissimo Kit Costa Crociere che comprende un elegante portabiglietti, un set di etichette per le tue valigie, uno telo mare se deciderai di partire durante la stagione estiva o un kway se sceglierai la stagione fredda. Inoltre, per te fino a 150 euro di sconto su una cabina a scelta. Ma le sorprese non finiscono qui. È arrivata l'ora della tua luna di miele? Scegli tra le tantissime proposte di viaggi combinati, tour individuali o tour guidati e riceverai fino a 150 euro di sconto sul prezzo finale che si andrà ad aggiungere al classico sconto nozze. In più in regalo riceverai un originale set di valigie Travel World.

Non è ancora arrivato il momento del viaggio di nozze ma vuoi staccare la spina dalla solita routine? Trascorri due giorni di benessere e ottima cucina a pochi passi da casa al prezzo esclusivo di 250 euro a coppia in mezza pensione con percorso di benessere incluso. Infine, se sei già stanco dell'inverno, prenota un soggiorno nel mar dei Caraibi o nell'Oceano Indiano e avrai 150 euro di sconto sul prezzo finale. Cosa aspetti? Approfitta di queste imperdibili offerte entro il 12 gennaio e fatti il regalo che meriti. Un Felice Natale da Full Travel e... non rimandate: il mondo va scoperto adesso!


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Una giornalista calabrese “scopre” Coraìsime: un romanzo il libro invisibile che apre al gotico calabrese di Pietro Citati

È racchiuso tra le colonne di piombo degli articoli scritti, nell'ultimo cinquantennio, per il Corriere della Sera e la Repubblica, il libro che non c’è che Pietro Citati, scrittore e critico letterario, ha dedicato a Fedor Dostoevskij. Lo ha scoperto la giornalista Chiara Fera, autrice del saggio “Il libro invisibile di Pietro Citati - Racconto di un’analisi”, in libreria per i tipi di Rubbettino. Indagine intorno a un libro fantasma si potrebbe parafrasare per presentare il volume, fresco di stampa, frutto dei numerosi incontri, ottenuti non senza un'iniziale difficoltà, che la giovane giornalista calabrese ha avuto con il quasi novantenne scrittore, schivo e riservato, custode di “sconfinati mondi narrativi”. Un “libro-non libro”, che Chiara Fera ha scovato e reso evidente seguendo il filo rosso esistente tra i numerosi articoli dedicati da Citati a Dostoevskij nell'arco della sua lunga carriera. In quegli scritti, quasi una sfida all'usa e getta della stampa quotidiana, si è sedimentata l'inedita monografia e il tormentato parallelo tra Dostoevskij e i personaggi dei suoi romanzi. Ma nel saggio, corroborato da un certosino lavoro di scavo negli archivi dei due maggiori quotidiani italiani, c'è anche una minuziosa disamina della produzione giornalistica di Citati, a partire dalla quale l'autrice ha ricostruito una interessantissima storia della letteratura. Dal libro di Chiara Fera emerge poi con forza la sublimazione dell'incontro tra giornalismo e letteratura con Citati che

Il romanzo ha soprattutto una fantasia al femminile, spiega l’autore, “basata sui racconti delle sue nonne”che hanno ampliato la sua fantasia prima di adolescente e poi da uomo adulto, capace di emanare immagini, tramite l’arte della parola. ammette, in queste pagine, di avere vissuto tutta la vita scrivendo sui quotidiani. E sul lavoro giornalistico di una vita aggiunge: “quello che io faccio è il racconto di un'analisi. Credo che la critica si faccia sempre così: non a caso, i critici che amo maggiormente sono Proust e Flaubert, ovvero scrittori che parlano di scrittori”. Roderigo De Castiglia

Coraìsime è un romanzo originale, visionario, ricco di segni che si trasformano in metafore che scavano in profondità nei cunicoli più nascosti della Calabria. È stato presentato, domenica 16 dicembre, alla Mondadori di Siderno, scritto da Bernardo Migliaccio Spina, regista, attore e direttore della scuola di recitazione Locri-Teatro, alla presenza della giornalista Maria Teresa D’Agostino, del direttore editoriale di Rubbettino Luigi Franco e un gran numero di lettori appassionati. Il romanzo è introdotto dalla prefazione di Gioacchino Criaco, autore di capolavori come “Anime Nere” e “La Maligredi”: “Pensieri, parole, odori, spigoli di muro a lama di coltello, più che raccontare, Bernardo ci costringe a raccontarci, ci porta nel buio indefinito per ripercorrere ogni secondo della nostra vita, breve o lunga che sia stata; breve o lunga che sarà. Chi può saperlo cosa ci accadrà, fra un attimo, un’ora, un giorno? È una storia, questa, che non leggiamo, navighiamo convulsi nella piana di una fiumara che sta a Sud, non sappiamo nemmeno dove, in una sponda qualunque di un Mediterraneo antico. Tutto ciò che ci circonda è l’incerto, il fatuo, gli eventi reali sono strappi continui che ci riportano a terra a ogni giro di giostra, per farci poi volare ancora fino a scoprire perché siamo finiti dentro a una storia che muterà ogni cosa”. Per mezzo di una scrittura secca e dettagliata, sono raccontate le paure nascoste dei protagonisti che li porta a far del male, involontariamente, alle persone più vicine. Tutti i cittadini, di questo paese sconosciuto, si ritrovano sotto il giogo del male; c’è una cattiva modernità che corrompe e rompe gli equilibri. I paesani continuano, però, a rimanere legati alle loro tradizioni. In particolare fuori dalle case, appese ad un laccio nero, pendolano delle vecchie bambole mutilate

U tempu i tandu

Silenzio, complice Non si può restare in silenzio, non è proprio immaginabile assistere al ritorno in patria del giovane, partito un dì, pieno di speranze, con gli occhi sorridenti, luminosi, illuminanti, un volto giovane, sereno. Ora rientra, per Lui hanno fornito l’aereo di Stato! Molti lo aspettano, ma manca qualcosa, manca tutto quello che lo accompagnava alla partenza, la gioia di aver raggiunto la meta! Andava a lavorare, in Europa, ma è vero? Veramente quella pallottola lo ha colpito! No, forse è un brutto sogno, altro non si può pensare, una giovane vita spenta con un clic, dietro al quale l’odio tremendo,fo lle di tutto un popolo cova contro la pace! Cova in compagnia dell’invidia, contro l’occidente, senza valido motivo! Oggi è toccato a lui, domani a un altro, poi a un altro ancora… Chi asciugherà le lacrime della madre, o di tutte le madri i cui figli sono stati barbaramente uccisi? L’albatros

che, col vento, danzano davanti alle porte: si chiamano coraìsime e tengono lontano il maligno. Sono legati al ricordo della bidella Rosa, dell’unica scuola media presente nel territorio, che tratta tutti gli alunni come figli suoi; oppure la consuetudine vuole che in autunno, col primo olio si accendono le griglie e si abbrustolisce il pane, mentre le contadine, con il fazzoletto in testa, tagliuzzano le olive. Ma accanto a questa semplicità e apparente tranquillità si celano misteri e inquietudine. Tutto ciò si manifesta piano piano attraverso le parole, ma anche con le immagini, realizzate da Nazareno Migliaccio Spina. In particolare, con la ragazza in copertina che, seduta sul bordo del letto, guarda fisso un punto, in attesa di qualcosa, che non si sa cosa sia. I suoi occhi scuri sembrano dire tanto, ma allo stesso tempo niente, perché sono indecifrabili. Il romanzo ha soprattutto una fantasia al femminile, spiega l’autore, “basata sui racconti delle sue nonne”che hanno ampliato la sua fantasia prima di adolescente e poi da uomo adulto, capace di emanare immagini, tramite l’arte della parola. Bernardo Migliaccio Spina inaugura un nuovo filone letterario, quello del gotico calabrese, dove immagini e parole si mescolano creando ambiguità e tensione. Per queste sue caratteristiche, secondo Luigi Franco, “Coraìsime” si può avvicinare a romanzi come “Io non ho paura” di Niccolò Ammaniti. In questo libro, il lettore è scaraventato dentro gli incavi più nascosti dell’anima dei protagonisti e lui stesso, attraverso di loro, avrà la possibilità di osservare le vie profonde del suo io, perché la scrittura più forte è quella che ci costringe a guardarci dentro, senza nessuna barriera. Rosalba Topini

(il tempo di una volta)

Carmelo Consoli vince il premio “Città di Siderno”

Carmelo Consoli con “Ritorno a Lachea” ha vinto il premio del concorso internazionale di poesia “Città di Siderno”. Secondo posto per “Preghiera a mia madre” di Valerio Di Paolo e terzo classificato “Non crediate che i poeti” di Maria Natalia Iriti. Cinque poesie hanno ricevuto la menzione speciale e sono i “Sapori dell’alba e della sera” di Benito Galilea, “Io resto qui” di Giancarlo Interlandi, “Davanti a un altare vuoto” di Stefano Peressini, “Ti cerco ancora” di Rita Muscardin, “Elegia per Amina” di Giovanni Caso. La cerimonia di premiazione del premio poetico organizzato dall’associazione civica e culturale “Il Volo” presieduta dalla presidente Emma Serafino si è svolta all’interno dell’aula Magna dell’Istituto Marconi e la giuria composta da Marisa Provenzano, Cristina Briguglio, Pina Cappelleri, Domenica Valenzise, Silvana Policheni e da Giuseppe Giarmoleo, ha scelto i vincitori tra oltre ottocento opere poetiche lavorando ininterrottamente per alcuni mesi (“una grande fatica piacevole – ha commentato Marisa Provenzano”) e scegliendo tre opere con contenuti in versi di alto livello. All’evento hanno par-

tecipato l’ex sindaco di Siderno Pietro Fuda e l’ex sinsdaco di marina di Gioiosa Jonica Domenico Vestito, rappresentanti dell’Arma dei carabinieri, il vice presidente del Kiwanis club Magna Grecia Giuseppe Cherubino, il presidente del Lion club Roccella Domenico Leonardo, Nicodemo Vitetta della Pro Loco club Unesco di Gioiosa Jonica, Sidus Club e Corsecom. La serata, è stata condotta da Maria Teresa D’Agostino ed è stata allietata dalla soprano Eleonora Pisano accompagnata da Maria Antonietta Barbieri al pianoforte e da Antonella Gallo alla viola. “Una serata ricca di emozioni dai toni forti, quindi – detto Giuseppe Caruso presidente onorario del Voloche si ripeterà il prossimo anno. Tutta l’associazione, ha aggiunto - è già all’opera per preparare la seconda edizione. Caruso ha poi ricordato che “la cultura è forse l’unico strumento di evoluzione della società e la poesia può essere il congegno per il progresso sociale che può ridare speranza al nostro territorio”. In chiusura è intervenuta Emma Serafino che ringraziato per la partecipazione ed ha commentato positivamente le opere presentate.

O Sidernu mia scumpariscisti, comu nu latru, i notti a notti ta ...fujisti I megghju cosi prestu prestu m’baliciasti Senz’arti e senza parti n’di dassasti...

Nu jiornu speru u pozzu rividiri Vinegli, strati e rughi i meravigghja Restaru arretu,su sulu nte penzeri A quandu u Paisi era na famigghjia. N’di cunchiudimma a ppedi a mmenzu a strata Ed arrancamu stanchi nta nchjanata ...Na nustargia n’dannaca lenta lenta Ca volarria u n’di basta, ... u n’di accuntenta. Martin



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Da “Rosso Calabria” un messaggio di unità e appartenenza

La saga dei Bava … continua! La fabbrica dei mattoni era chiusa da tempo, come ormai tutte le fornaci, e non solo, di Siderno; i locridei erano ormai rassegnati alla perdita di questo pezzo di storia sidernese. Tanto al cinema ci vanno solo pochi cinefili, tutto si può vedere in casa tra le varie TV a canone e/o commerciali. Invece il nostro adagio dialettale “u sangu non è acqua” ha prodotto uno scatto d’orgoglio. Il Cinema Teatro Nuovo di Siderno non passerà ad altra vita ma riprenderà la sua corsa di progresso; questo ha pensato e ha fatto Luigi Bava, figlio di Aristide, nonostante sia impegnato altrove e su altri fronti non ha voluto che 50 anni di storia familiare finissero nel nulla o divenissero solo memoria. Certo non si è nascosta le difficoltà la famiglia Bava nell’intraprendere questa avventura. Le difficoltà enormi che, l’ormai promessa mantenuta del cinema, Bernardo Migliaccio Spina, ha tradotto in immagini accostandole a quelle mostrateci dal regista Herzog nel celebre film Fitzcarraldo del 1982. Oggi fare impresa, specie nella cultura, è quasi impossibile ma vi sono segnali positivi che sicuramente Luigi Bava ha avvertito associandoli al desiderio di mantenere in piedi un’impresa di famiglia e la cosa si è concretizzata. Chi è entrato, lunedì sera, per la prima volta dopo tanti anni nella sala resa elegante, ma non sfarzosa, dal rosso delle tende al bianco dei balconcini delle logge sapiente-

mente miscelati, dal gusto dell’architetto Pasquale Giurleo, ha respirato una sensazione di calda accoglienza anche prima che si facessero avanti gli anfitrioni della serata. Ha pretese il nuovo progetto, presentato nel corso della serata, a cominciare dal nome “Cantiere Cultura” ed è proprio l’Architetto Giurleo a riassumerlo iniziando con lo spiegare gli spazi e il loro possibile utilizzo. Gli ideatori non hanno pensato a una sala da cinema o a un teatro nel senso classico dei termini ma a spazi da vivere e utilizzare per esperienze culturali aperte alla contaminazione tra i vari generi. Spazi aperti per la discussione e per la sperimentazione artistica e sociale, luogo di incontri di cultura e di culture che costruiscono ponti e non muri. Questo ha pensato la squadra ben assortita tra proprietà e progettisti, questo ha percepito il folto pubblico di amici e cittadini di tutta la Locride che ha affollato la sala per un evento in controtendenza; un luogo pubblico che si apre e che non è un centro commerciale ma che si candida a essere un punto di riferimento per il comprensorio. A legittimare questa idea la presenza di Lele Nucera, responsabile dell’Accademia cinematografica della Calabria, e di Nino Racco attore e cantastorie che ha animato la seconda parte della serata. Ad maiora! Arturo Rocca

"Intorno a Rosso Calabria la nostra regione si è ritrovata coesa in una dimensione identitaria sinergica, di cui essere fieri". È quanto ha dichiarato il Presidente della Regione Mario Oliverio a proposito degli eventi svoltisi il 15 Dicembre in contemporanea nei cinque capoluoghi delle provincie calabresi. Dai Musei di Cosenza, di Reggio Calabria, di Crotone, dalle Grotte del San Giovanni di Catanzaro e al Limen Vibo Valentia è partito un messaggio identitario a cui i cittadini, che hanno chiaramente compreso il valore intrinseco all'iniziativa, hanno risposto con una larga partecipazione nonostante il tempo non sia stato ovunque clemente. Un'occasione per ritrovarsi nei luoghi cardine del nostro patrimonio culturale, con le imprese artigiane, un buon calice di vino per scambiarsi gli auguri per le feste. All'evento hanno preso parte anche Federico Quaranta, conduttore di Linea Verde, Massimo Proietto anchorman e corrispondente della Vita in Diretta di Rai Uno e Luca Sardella di Mediaset che hanno dato il proprio contributo alla promozione del made in Calabria.

Due Locridei tra i finalisti del premio “Salva la tua lingua locale” I dialetti raccontano la storia, custodiscono la memoria, rappresentano l’identità stessa dei singoli territori. I dialetti sono la lingua della famiglia, delle emozioni e della vita reale a partire dalle parole d’amore e di rabbia. La qualità e varietà delle opere pervenute anche in questa edizione, ne testimoniano l’assoluta vivacità”. Lo ha affermato il presidente dell’Unione Nazionale delle Pro Loco d’Italia Antonino La Spina, nel corso della cerimonia di premiazione della 6ª edizione del concorso letterario nazionale “Salva la tua lingua locale”. L’iniziativa si è svolta giovedì 14 dicembre, nella sala della Protomoteca in Campidoglio a Roma, ed è stata presentata da Massimo Giletti e Veronica Gatto, con la partecipazione straordinaria del gruppo, I Tenores di Bitti “Remunnu ‘e Loche”. Il premio è stato istituito dall’Unione Nazionale delle Pro Loco e da Legautonomie Lazio ed è organizzato in collaborazione con il Centro Internazionale Eugenio Montale e l’Ong “EipScuola Strumento di Pace”. Nel corso dell’evento sono stati assegnati i riconoscimenti e premiati i vincitori delle cinque sezioni previste, tutte a tema libero: poesia (edita ed inedita), prosa (edita ed inedita), musica. A ricevere un riconoscimento in qualità di finalisti nella sezione della poesia inedita, anche due nostri conterranei: Caterina Mammola (in foto), con un componimento dialettale mammolese e Ugo Mollica, che ha invece partecipato con una poesia in sidernese.

Il “Christmas Tour” di Giovanni Allevi fa tappa a Cittanova

Questa sera, alle ore 21, farà tappa presso il Teatro Gentile di Cittanova il “Equilibrium - Christmas Tour” del pianista e compositore Giovanni Allevi. Durante l’evento il maestro sarà accompagnato dall’Orchestra Sinfonica Italiana.

“Artisti Uniti per la Ricerca” fa riscoprire alla Locride il valore della beneficenza Bilancio assolutamente positivo per il concerto di beneficenza “Artisti Uniti per la ricerca”, svoltosi domenica scorsa in PIazza Martiri, nell’ambito del Locri On Ice. L’evento ha visto la partecipazione di grandi artisti provenienti da tutta la Calabria per realizzare una raccolta fondi a favore dell’Associazione Angela Serra Sezione Locride, che si occupa di ricerca sul cancro e offre servizi di assistenza gratuita sul territorio. Mimmo Cavallaro, Mario Muscolo, Paolo Sofia, Gigi Talotta, Nino Tarzia, Manuela Cricelli, Peppe Platani, Maria Teresa D’Agostino, Vincenzo Tropepe, Vincenzo Oppedisano, Gabriele Albanese, Andrea Simonetta, Salvatore Gullace, ed Enzo De Liguoro hanno unito i propri talenti e le proprie professionalità per aiutare il progetto “No Viaggi”, con il quale la “Angela Serra” cerca di ridurre la migrazione del paziente oncologico e fa sì che ci si possa curare nel proprio territorio evitando i cosiddetti viaggi della speranza. I soldi ricavati dalla vendita dei biglietti d’ingresso all’evento, che hanno potuto dimostrare la sensibilità della popolazione locridea dinanzi a un tema delicato come quello della beneficenza, verranno utilizzati per potenziare i servizi sanitari del nostro comprensorio, un vantaggio che potrà presto essere toccato con

mano, in una terra dove si è assolutamente consapevoli dell’inefficienza del servizio sanitario pubblico e in cui una realtà come l’Angela Serra è, più che altrove, davvero indispensabile. In pochi mesi, infatti, l’associazione ha portato avanti numerose iniziative. Agli screening effettuati durante l’Ottobre Rosa e all’attivazione di due ambulatori gratuiti di psicologia oncologica e di nutrizione e stile di vita, si aggiungerà presto l’ambulatorio di estetica oncologica rivolto principalmente alle donne, senza considerare le opportunità concesse dalla raccolta fondi della scorsa settimana. «Voglio ringraziare - ha affermato Carmelo Scarfò parlando a nome di tutta l’associazione, - coloro che ci hanno sostenuto, in particolar modo l’Amministrazione Comunale di Locri, che è stata impeccabile e ha voluto donare il 5 x 1000, gli artisti che ci hanno regalato un grande spettacolo a titolo gratuito, e tutti coloro che hanno voluto sostenere la nostra causa con l’acquisto del biglietto d’ingresso. Tutto ciò che la sezione può offrire è rivolto a tutti noi e ci aiuterà a costruire un futuro migliore per la nostra bellissima terra. «Di queste iniziative spero sempre ce ne siano tantissime. Ce n’è davvero bisogno in questa terra abbandonata».

A Gioiosa torna l’appuntamento con il Gran Concerto di Natale Il 25 dicembre, alle ore 21:30, presso il Teatro di Gioiosa Ionica, si terrà il tradizionale Gran Concerto di Natale, eseguito dall’Orchestra Sinfonica Internazionale diretta da Leonardo Quadrini.

Sabato a Locri un convegno su Gabriele D’Annunzio

Sabato 29 dicembre, alle ore 18:30, presso la Biblioteca Comunale di Palazzo Nieddu Del Rio, a Locri, si terrà il convegno “Gabriele D’Annunzio – L’oltre uomo italiano”, una sintesi e dibattitto sulla volontà di potenza, durante il quale relazioneranno Luca Marturano, lo scrittore Gabriele Marconi e docente di filosofia Giuseppe Giarmoleo. Modera Matteo Mangone.


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In ricordo di Antonio Magalizzi, giornalista, europeista, giovane del mondo L’omelia del Vescovo di Trento saluta il giovane calabrese ucciso dalla furia insensata della litta fratricida tra Occidente ed Oriente

«Una violenza cieca e assurda, ancora una volta, ha decapitato una giovane vita, colpito al cuore per sempre una famiglia, tramortita una comunità. “Le grandi acque non possono spegnere l’amore”(Ct 8, 7), ci ha ricordato il testo del Cantico. La vita di Antonio lo conferma con forza. In tanti stanno testimoniando da giorni le sue doti di umanità, intelligenza, simpatia, generosità e altruismo non comuni. Figlio della terra italiana, in lui riunita, non solo idealmente, dalla Calabria al Trentino, dal Sud al Nord della Nazione, egli si è formato in questa città, alla quale la Storia ha consegnato la vocazione ad essere “ponte” con l’Europa. Nella terra che ha dato i natali a uno dei Padri fondatori del sogno europeo, Antonio ha immaginato con grande libertà ed entusiasmo, ma anche con profondo realismo, un’Europa senza confini e senza pregiudizi, alla quale non vedeva alternative. Egli ne è stato testimone anche all’interno della comunità accademica, dove germogliano straordinarie risorse d’innovazione e cambiamento, che hanno nei giovani i veri protagonisti. Tutto

Bandi in scadenza

"Invito a presentare proposte 2019 – le scadenze per il Corpo europeo di Solidarietà" Finalità: Scadranno il 1° Ottobre 2019, le possibilità di presentare proposte di progetto nell'ambito dell’Invito a presentare proposte 2019 EAC/A05/2018 per progetti di ‘Partenariati di Volontariato’ del Corpo europeo di Solidarietà. Lo stesso includerà le seguenti iniziative: Progetti di volontariato; Partenariati di volontariato (accordi specifici per il 2019 nell’ambito dell’Accordo Quadro di partenariato 20182020);Gruppi di volontariato in settori ad alta priorità; Tirocini e lavori; Progetti di solidarietà; Etichetta di qualità. Beneficiari: Qualsiasi organismo pubblico o privato potrà presentare una domanda di finanziamento nell’ambito del Corpo europeo di Solidarietà. I gruppi di giovani registrati nel portale del Corpo europeo di Solidarietà potranno inoltre presentare una domanda di finanziamento per progetti di solidarietà. Per saperne di più: https://eur-lex.europa.eu/legalcontent/IT/TXT/PDF/?uri=OJ:JOC_2018_444_R _0009&from=IT; https://ec.europa.eu/youth/solidarity-corps; https://ec.europa.eu/youth/annual-work-programmes_it

questo non cancella il dramma che avvolge questa morte. Il dolore di Annamaria, Domenico, Federica e Luana toglie il fiato e domanda silenzio. L’accorata confessione di Gesù ai discepoli “L’anima mia è turbata, Padre salvami da quest’ora” (Gv 12,27) racconta un Dio che si fa compagno del dolore dell’uomo, della sua paura e angoscia. Gesù di Nazareth, che sei passato nel guado della morte, prendi per mano questa famiglia, e apri un varco nell’oscurità di quest’ora! L’intensità dell’amore che avvolge il vostro dolore possa divenire rassicurazione che Antonio vive nelle braccia del Padre. Il Padre stesso “lo onorerà”. Possiate sperimentare che Antonio continua ad accompagnarvi, a sostenervi, ad amarvi. Il Vangelo di Giovanni, sorprendentemente, chiama “gloria” il morire di Gesù. Quel morire non è tomba, ma grembo carico di vita, come il chicco di grano che cade in terra, muore, e porta molto frutto. Questa “gloria”, il Dio di Nazareth l’ha regalata agli uomini. Per questo Egli è venuto. Gloria di Dio è la straordinaria lezione di questa famiglia che

oggi è qui, in preda al dolore più atroce, ma con il cuore libero dall’odio. Gloria di Dio sono le commoventi e profetiche parole di Antonio: “Il tempo è troppo prezioso per passarlo da soli. La vita troppo breve per non donarla a chi ami. Il cielo troppo azzurro per guardarlo senza nessuno a fianco. Nulla muore e tutto dura in eterno”. In Gesù parola e vita coincidono. Non c’è distanza, vita e parola si identificano. In quest’epoca in cui le parole rischiano di non essere abitate, di essere svuotate, o addirittura utilizzate per trame di morte e per immettere nel cuore degli uomini odio e rancore, ti diciamo grazie, Antonio. Grazie per aver creduto nella forza della parola che s’interroga, si pone domande e rinuncia a facili risposte. La parola che non s’impossessa di un microfono, ma offre voce agli altri e gode della loro ricchezza. Un pezzo di cielo è sceso in terra e ora vi fa ritorno. Per tutto e per sempre, grazie Antonio!».

L’Edic “Calabria&Europa” di Gioiosa Jonica saluta il 2018 e invita a partecipare per costruire l’Europa del futuro Si chiude il 2018, e come ogni anno si cerca di fare un bilancio del proprio lavoro indicando naturalmente i futuri traguardi. L’Edic “Calabria&Europa” di Gioiosa Jonica, ospitato dall’Associazione Eurokom, lo fa con la fierezza di essere un ufficio della Commissione Europea pienamente attivo nella comunicazione delle politiche e delle opportunità offerte dall’UE per i cittadini, i giovani e le istituzioni. Lo fa conscio di essere al fianco della propria terra e i tutti coloro che credono nella crescita dal basso dei territori e che sono convinti che nell’unione si genera la forza e il futuro, come è proprio del sogno europeo. Ma lo fa anche perché vuole ricordare ai giovani della Locride e della Calabria intera che il mondo non finisce in una chat o con uno scambio di gift sui social; né si completa nel chiuso delle proprie camerette. Il mondo è fatto di avventura, di viaggi, di amore per l’altro, rispetto delle differenze, socialità, battaglie, sogni condivisi, traguardi raggiunti… tutto questo e molto altro ancora. Ma soprattutto il mondo è solidarietà, giustizia, rispetto dei diritti, amore per le differenze che sono l’anima stessa della società. Per raggiungere questi tra-

guardi, sempre più difficili e ambiziosi, oggi è fondamentale credere che oltre il nostro piccolo universo si può osare, si deve osare! Il sogno europeo è il sogno di Antonio, ucciso a Strasburgo dove era andato a svolgere il lavoro più bello del mondo. E l’Europa unita è anche il nostro sogno, e, secondo noi, è una valida guida che rende possibile a milioni di cittadini il sentirsi uniti oltre le differenze ed oltre i confini della politica, oltre le dogane e i blocchi economici. Ripartire dai valori fondanti dell’Unione Europea “Uniti nelle diversità” è possibile! L’anno che verrà chiamerà i propri cittadini ad esprimere il proprio consenso verso le istituzioni europee, pur nella necessità di un cambiamento e di un rafforzamento radicale delle stesse; saremo chiamati ad eleggere l’assemblea più rappresentativa oggi operante che agisce in nome di oltre 500 milioni di individui: l’Europarlamento, la voce dei territori e degli europei. Un corpo rappresentativo che solo dotato di vera rappresentatività politica potrà esperire al meglio i propri ruoli a difesa dell’entità più democratica attualmente operante l’UE nata dal sogno antifascista e pacifista di VANTO-

TENE. Un’Unione oggi dotata di poteri reali da incentivare e che ad esempio garantisce il diritto di passare del tempo con la propria famiglia… tramite la direttiva sull'orario di lavoro che intende assicurare a tutti noi il diritto di avere tempo da trascorrere con la nostra famiglia. Per salvaguardare questi traguardi l’EDic “Calabria&Europa” vuole salutare il 2018 ricordando che: Stavolta non basta sperare in un futuro migliore: dobbiamo assumerci la responsabilità delle nostre scelte. Per questo stavolta non ti chiediamo solo di votare, ma di convincere le persone intorno a te ad andare a votare. Se votiamo tutti, vinciamo tutti…Elezioni europee 23-26 maggio 2019. Partecipiamo direttamente alla campagna elettorale per le prossime europee, partecipiamo scoprendo le possibilità offerte da Sta volta voto collegandoci a https://www.stavoltavoto.eu/ o contattando l’Ufficio del Parlamento europeo più vicino, proponendo dibattiti e confronti agli sportelli della Commissione ed alle reti attive al fianco dei territori. Noi ci siamo aspettiamo le vostre proposte…Un Buon Anno a tutti noi!



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arte&co

Il Natale è quel periodo dell’anno in cui anche le persone più disilluse riescono a vedere le cose da una diversa angolazione. Ma non c’è nulla di più genuino della visione dei bambini per riscoprire quanto speciale dovrebbe essere questo periodo dell’anno…

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Il Natale spiegato dai ragazzi Ci sono giorni, periodi, momenti in cui occorre osservare la vita sotto un’altra angolazione. Il Natale è la festa più adatta per chiudere con la solita routine e guardarsi dentro, soprattutto per quanto riguarda gli adulti. In questo periodo i ragazzi con la loro spontaneità e innocenza, sono in grado di riportare indietro la vera magia del Natale e ci insegnano che la vita è bella solo se vissuta col cuore. Ecco, quindi, cosa scrivono i giovani studenti della scuola media Coluccio-Filocamo, di Roccella Jonica. “Vi siete mai chiesti perché il Natale mette allegria in tutti i cuori? Il motivo è semplice: tutti gli addobbi, la compagnia, lo spirito natalizio nell’aria, l’arrivo di Babbo Natale, scartare i regali intorno all’albero, sono piccoli gesti che rendono questa festa ricca di emozione. Noi riduciamo il Natale, semplicemente, allo scartare regali o all’attesa di averli. Molte persone rivedono i propri cari, solo e unicamente, in questo giorno speciale. Per me, il Natale è un’occasione per tutti, qualcosa di magico”. Sara “Per me, il Natale significa felicità e amore”. Eva “So che il Natale è soprattutto una festa commerciale, come tutte le altre, ma si distingue dalle altre, per la sua magia che coinvolge tutti in un grande amore. Anche se, ormai, i regali sono in primo piano, ci sarà sempre il rispetto e l’amore che ognuno conserva nel proprio cuore”. Vincenzo “Secondo me, il Natale rappresenta la nascita di Gesù, che rinasce nei nostri cuori, rendendoci più buoni”. Michela “Il Natale è un giorno magico, pieno di gioia e di allegria. È una festa che porta speranza e un sorriso sul volto di tutti”. Lorenzo B. “Il Natale, non rappresenta solo regali, ma l’amore che condividiamo con la nostra famiglia. Esprimiamo i sentimenti che provengono dal nostro cuore”. Pietro “Il Natale: luci e festoni per le strade, un via vai nei negozi per comprare il regalo più bello e costoso. Ma il Natale è la festa di Gesù, che porta gioia e amore, soprattutto nel volto dei poveri che hanno più bisogno del nostro aiuto”. Matteo “Per me, il Natale è la festa più bella di tutte, perché si sta tutti insieme, circondati dalla felicità”. Francesco “Il Natale è stare in compagnia dei propri cari. È un momento di gioia, pace e tranquillità”. Syria “Il Natale è la festa in cui si festeggia la nascita di Gesù. Si celebra il 25 dicembre, però già un mese prima tutto il paese è in festa. Io, come quasi tutte le famiglie, pre-

…ecco, quindi, cosa scrivono i giovani studenti della scuola media Coluccio-Filocamo, di Roccella Jonica, per descrivere il loro personalissimo Natale…

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paro l’albero e il presepe; mentre i balconi delle case e le strade si riempiono di luci luminose e colorate. Anche se a Natale sono molto importanti i regali, non dovremmo dimenticare le persone più povere che hanno bisogno di aiuto, perché Gesù è nato in una semplice capanna”. Alessandro I. “Il Natale è essere felici, aprire i nostri cuori, stare insieme alle persone che ami. Per questo il Natale non è solo regali, ma è la festa dedicata all’amore”. Alessia “Per me, il Natale è un’emozione che ti da speranza, ti fa credere di fare cose che non penseresti di riuscire. È un’emozione che ti riscalda il cuore e ti fa stare bene con te stesso”. Giuseppe M. “Il Natale è una festa in cui si sta insieme alle persone più care. La maggior parte delle persone pensa che il Natale significhi regali; in realtà è una festa dedicata ai poveri”. Simone “Il Natale significa stare in famiglia, perché durante questa festa tutti i litigi non ci sono più”. Davide “A Natale mi piace pensare a Gesù bambino dentro la mangiatoia, perché mi fa tenerezza l’immagine di un bambino, appena nato, con il papà, la mamma, l’asino, il bue e la pecora”. Danilo “Per me, il Natale è speciale, i regali non sono importanti ma lo sono: l’amore, la famiglia e gli amici. È la festa di tutti, non si può essere tristi, ma solo felici. È divertente ridere con la famiglia e insieme agli amici. Io adoro il Natale, ci sono persone sempre col sorriso in volto. Il Natale è nel cuore di tutti”. Greta “Secondo me, il Natale è qualcosa di astratto che puoi sentire solo con il cuore. Ti senti buono e hai tanta voglia di aiutare le persone in difficoltà. Questo è il Natale: sentirsi migliori, riuscendo a capire veramente i valori della vita”. Giuseppe P. “Non importa quanto saranno brutti i regali che farai o riceverai, perché l’importante è trascorrere il giorno di Natale con le persone che ami di più”. Lorenzo R. “Per me, il Natale non è solo regali, giochi, cibo… ma è molto di più. Significa pace, amore, famiglia, gioia e serenità, è prima di ogni cosa stare bene con se stessi e con il mondo che ci circonda, perché se manca questa armonia, non vivi neanche bene. Il Natale è qualcosa di concreto se si guarda con gli occhi; astratto se lo si vede con il cuore”. Francesca R. “Penso che il Natale sia un momento di felicità e di riunione con la propria famiglia”. Alessandro S. “Il Natale è una festa in cui è bello stare insieme con le persone che si amano ed essere generosi con tutti, soprattutto con chi ne ha più bisogno. A Natale occorre lasciare andare tutte le malinconie, i rancori e fare la pace con tutti, perché è la festa dell’amore”. Antonio “La mia festa preferita è il Natale, non per i regali, ma perché è la festa di Gesù. È bello stare insieme con la propria famiglia, ma quello che più adoro è il calore di chi mi vuole bene veramente. Io amo quando vedo un sorriso, perché la felicità mi fa stare bene. Il mio Natale è fatto di gioia, allegria, pace e amore”. Chiara “Per me, il Natale è festeggiare il compleanno di Gesù Bambino al quale, come dono, offriamo il nostro amore e le nostre preghiere”. Francesca V. “Il Natale non è solo regali, ma è un momento per stare con le persone che ami veramente. È importante che il Natale lo si viva in serenità e gioia”. Morena Rosalba Topini

Direttore responsabile:

MARIA GIOVANNA COGLIANDRO

Direttore editoriale: ILARIO AMMENDOLIA

COLLABORATORI: Jacopo Giuca, Lidia Zitara, Giuseppe Romeo, Orlando Sculli, Sonia Cogliandro, Serena Iannopollo, Gaetano Marando, Rosalba Topini, Arturo Rocca, Franco Crinò, Giuseppe Gangemi. STAMPA: Se.Sta srl: 73100 Lecce

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Caffè nero bollente L’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano, in versione sempre più superstar in questa foto accoglie con un bellissimo abbraccio il sostegno della cantante Fiorella Mannoia e del mitico giornalista, scrittore e del mitico conduttore televisivo Gianni Minà a Roma.

Flash al quadrato Il simpaticissimo Babbo Natale, approdato nella Locride per raccogliere le letterine dei bambini buoni, abbraccia due dei fotografi storici del nostro giornale, Peppe Flash Macrì, di Roccella Jonica e Gigi Fotoreporter Romano di Locri.

Politici d’altri tempi L’assessore regionale sidernese Mariateresa Fragomeni abbraccia il compagno Pinone Morabito, storico leader della sezione reggina del Partito Comunista e presidente della Provincia di Reggio Calabria.

Ariete Non sarà difficile trovare alleati e complici, sia nelle questioni professionali che in quelle private. Le giornate migliori saranno martedì e mercoledì: passerai un Natale pieno di gioia! Ma attenzione al fine settimana: tra sabato e domenica sarai nervoso.

Auguri da Cosenza Il sempre più probabile candidato del centrodestra a governatore della Calabria, Mario Occhiuto, invia gli auguri di buon Natale a tutti i lettori della “Riviera” tramite il nostro amico Fabio Laganà, che posa in questa foto con lui.

I denti di Calopresti Il regista Mimmo Calopresti, tornato a Roma dopo l’estenuante sessione di riprese del film “Fuga dall’Aspromonte” svoltasi nelle scorse settimane a Ferruzzano, ritrova la Calabria dal suo dentista di fiducia, Giorgio Calvi, martonese DOC.

Gemelli La settimana di Natale dovrebbe essere rilassante per tutti, ma non per te! Con Marte sfavorevole e Mercurio in opposizione ti sentirai parecchio stanco, pieno di cose da fare e con poca voglia di farle. Le giornate più pesanti saranno giovedì e venerdì.

Cancro Preparati a una Super-Vigilia di Natale! La luna splenderà nel tuo segno e ti regalerà una giornata piena di gioia e divertimento. Venere è pronta a donarti emozioni e sentimenti, mentre Marte ti darà tutta l’energia che ti serve per goderti le feste. Leone Riuscirai a mettere da parte i brutti pensieri e a dimenticare tensioni che si stanno facendo sempre più forti… La luna splenderà in congiunzione nel tuo segno nelle giornate di martedì e mercoledì e riuscirai a sentirti amato e circondato di affetto. Vergine La stanchezza si farà sentire, ma riuscirai a lasciarti trascinare dal clima festivo e a vivere momenti di serenità, soprattutto in ambito famigliare. Venere protegge la tua relazione e ti regala complicità col partner, ma attento alle tensioni sul lavoro. Bilancia La Vigilia rischia di essere un po’ nervosa per il tuo segno a causa dello sfavore passeggero della luna, che già da Natale tornerà a sorriderti, regalandoti una settimana serena. Saranno soprattutto sabato e domenica a garantirti relax e divertimento!

Gli M60 Luciano Bolognino, Felice Saccà, Giovanni Longo, Nando Castellano e Franco Fragomeni, compongono lo storico gruppo del panorama musicale sidernese: gli M60, che hanno scelto questo nome perché innamorati della musica anni ’60.

Scorpione Natale e Santo Stefano ti vedranno un po’ malinconico per via di una luna sfavorevole. Con Venere in congiunzione potrai contare sul sostegno di un partner presente e innamorato che saprà come risollevarti il morale. Giovedì e venerdì giornate fortunate. Sagittario Natale sarà una vera festa! Sarai circondato da amici e parenti, inondato di affetto e sempre pronto a brindare! Natale e Santo Stefano in particolare saranno super-divertenti, con una bella luna pronta a farti sorridere (e vincere a tombola). Approfittane!

Congratulazioni, dottore Siamo felici di festeggiare la laurea di Giorgio Condino, in questa foto assiema agli amici Bruno Strangio e Paolo Catalano. Complimenti estesi anche al papà Tonino e un ricorda affettuoso per mamma Antonietta, che sarebbe stata orgogliosa di questo grandioso traguardo. Uno Mattina Il nostro amico Emanuele Procopio ha partecipato questa settimana a una puntata del celebre programma di RaiUno Uno Mattina. In questa foto posa con il conduttore Franco di Mare, Benedetta Rinaldi e Caterina Villirillo.

Toro Le giornate di Natale e Santo Stefano rischiano di essere tese. Venere in opposizione renderà tutta la settimana nervosa dal punto di vista sentimentale, ma Marte ti regala tutta la forza che ti serve per fronteggiare ogni difficoltà, garantendoti serenità!

Capricorno La Vigilia potrebbe essere nervosa per il tuo segno, a causa di una brutta luna in opposizione. Non temere: hai dalla tua parte sia Venere che Marte, pronti a regalarti il sostegno di una persona speciale. Punta tutto sulle giornate di giovedì e venerdì.

Rosso Calabria Durante la manifestazione “Rosso Calabria” organizzata dalla Regione Calabria, il museo di Reggio si è trasformato in una grande enoteca con musica e brindisi, durante i quali vere mattatrice della giornata sono state Debora e Ylenia, impegnate nel duro lavoro di documentare tutto.

Acquario Natale e Santo Stefano la luna sarà in opposizione al tuo segno. Niente di grave, ma l’umore non sarà al massimo e potrebbero verificarsi situazioni che rischiano di farti innervosire, soprattutto in ambito sentimentale. Per fortuna Mercurio è favorevole! Pesci Il Natale sarà all’insegna della passione e del sentimento! Venere favorevole ti regala tante belle emozioni e Marte in congiunzione ti dà una marcia in più. Purtroppo lo sfavore di Mercurio rischia di generare qualche incomprensione sul lavoro o in famiglia.




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