Riviera nº 07 del 11/02/2018

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Lo scopo stesso della mia candidatura alla Camera dei Deputati. Il mandato che ho ricevuto e che intendo onorare è di aprire le finestre del Partito Democratico, di far entrare aria fresca in una comunità che può dare ancora molto al Paese.

Per fare ciò è necessario assicurare una adeguata rappresentanza politica di questo territorio. A guardare con chiarezza le cose bisogna riconoscere che la Calabria è stata spesso assente dai luoghi che contano veramente: Roma non è solo Parlamento, non è solo politica o segreterie politiche; è anche, e forse soprattutto, istituzioni amministrative, nazionali ed europee.

Voglio aprire le finestre del partito per fare entrare aria fresca ono il figlio di un falegname emigrato, marito e padre di due ragazzi. Ho insegnato in Università Diritto del Lavoro - ho fatto la mia prima emozionante lezione agli studenti nel mese di gennaio del 1985 - e ho sempre cercato di mettere al servizio del mio territorio le poche competenze che possiedo con una passione politica che mi fa credere di poter fare la differenza. Nei miei anni di lavoro ho avuto modo di mettere le mani nella carne “viva” della società, tutelando i diritti dei lavoratori, promuovendo nuove condizioni di efficienza per le imprese, trasformando la solidarietà in modelli di welfare, sempre guardando alla Costituzione Italiana come bussola, la stessa che mi ha portato a trattare di immigrazione e diritti dei migranti quando ancora il tema non era per nulla attuale. Poi, negli ultimi anni, in qualità di Vicepresidente della Regione Calabria, ho maturato la consapevolezza delle differenze tra il nostro e altri territori del Paese. E su questo voglio lavorare. Bene, questo è da dove vengo e qui è fin dove sono arrivato. Ma dove vado da oggi in avanti per offrire il contributo che devo alla mia terra? Credo che la risposta non possa che essere una e che debba essere data anzitutto stando in mezzo alla gente, ascoltandone i bisogni, le incertezze, le paure, non per cavalcarle, ma per risolverle. Trasformare i bisogni in politiche sostenibili, coerenti, credibili: questa è la mia ambizione. E per questo credo sia necessario aprire le finestre di una politica spesso concentrata su se stessa e sulla propria mera sopravvivenza. Questo è lo scopo stesso della mia candidatura alla Camera dei Deputati. Il mandato che ho ricevuto e che intendo onorare è di aprire le finestre del Partito Democratico, di far entrare aria fresca in una comunità che può dare ancora molto al Paese. Intendo raggiungere questo obiettivo partendo dal confronto diretto con le ragazze e i ragazzi di questa terra, che non possono avere come unica alternativa l’emigrazione, ma devono riscoprire, nella propria realtà di appartenenza, nuove opportunità e una visione strategica per realizzare un sogno comune. Questa impo-

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stazione, a mio avviso, deve coincidere con il fine ultimo dell’arte della Politica: coltivare un progetto riformista che possa dare nuove speranze e prospettive alle future generazioni. Mi rendo conto che è un obiettivo ambizioso, ma è per questa ragione che abbiamo bisogno della carica e dell’amore di tutti. Politica è per me sinonimo di futuro: liberiamolo questo futuro! Per fare ciò è necessario assicurare una adeguata rappresentanza politica di questo territorio. A guardare con chiarezza le cose bisogna riconoscere che la Calabria è stata spesso assente dai luoghi che contano veramente: Roma non è solo Parlamento, non è solo politica o segreterie politiche; è anche, e forse soprattutto, istituzioni amministrative, nazionali ed europee, think tank, istituzioni finanziarie, sistema imprenditoriale e industriale e così via. È qui che dobbiamo essere presenti e capaci di farci ascoltare ed essere presi sul serio, creando reti e alleanze aperte nell’interesse della calabria. È questo il modo in cui intendo dare un senso alla mia candidatura: tradurre in azione politica, sostenendoli, i processi di cambiamento sociale e politico della nostra Calabria; costruire una cornice all’interno della quale si possa dipingere tutti insieme un quadro vero e concreto del domani. È per questo che ho deciso di sposare la causa del PD, un partito che non promette di fare miracoli ma che si è fatto carico senza esitazioni del Governo di un Paese allo sbando, agendo sul piano del lavoro, della sicurezza, del welfare, dell’attenzione ai bisognosi, dei diritti civili. Un partito fatto di rappresentanti che non si limitano a puntare il dito, che sfruttano il rancore o la rabbia della gente, un partito che ha lavorato sodo peccando, piuttosto, nella comunicazione e nel contatto con i cittadini, ultima ma non meno importante questione sulla quale spero, nel mio piccolo, di riuscire a dire la mia, affinché la sinistra torni ad avere un rapporto privilegiato con il popolo! Per questo credo che la differenza in politica consista oggi in due qualità che sono anche un impegno con gli elettori: parlare chiaro e guardare lontano. Antonio Viscomi


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la vetrina

L’EDITORIALE

DEL DIRETTORE Perchè Sanremo è Sanremo, ma noi no iamo terribilmente scontati. Abbiamo visto Sanremo per poter fare la telecronaca sui social. Succede ogni anno ma quest'anno con particolare vigore. Sarà perchè non potremo "esibirci" con i nostri commenti durante i mondiali. Sarà perchè il nostro protagonismo ci sta un po' sfuggendo di mano. Sarà perchè un "mi piace" ci fa andare a letto soddisfatti... forse l'Ego si rilassa se fa incetta di vacui riconoscimenti. Sarà perchè abbiamo una vita sentimentale che lascia a desiderare o un lavoro che ci riserva solo frustrazioni. Sarà perchè siamo un po' tutti alla frutta. Che poi alcuni commenti sono anche carini. Ne riporto qualcuno preso a caso scorrendo la home del mio profilo facebook: "Non se ne può più. Girano voci che all'una la conduzione passerà a Mentana per la maratona"; "Con questo Sanremo del 1985 mi sento davvero a casa", "Ma sta classifica? Manco la dichiarazione ISEE per quant'è complicata!","La canzone più bella fino ad ora è quella della pubblicità Crai", "Bravissimo Sting, ho tutti i suoi occhiali". "Che rottura di baglioni!". Ironia che piace, che quantomeno strappa un sorriso. Ma si può star lì, ossessivo-compulsivi, a commentare ogni singolo cambio di scena, di abito, di gaffe. "Ron facci sognare", "Scollatura troppo azzardata per la Hunziker", "Favini, questa te la potevi risparmiare". E poi i tifosi: "Devono vincere Moro e Meta", "Moro e Meta avete già vinto", "Moro e Meta, Sanremo siete voi". Non ho visto Sanremo se non attraverso facebook. Sono andata ad ascoltarmi la canzone di Moro e Meta, "Non mi avete fatto niente". Non mi ha provocato niente. Una tematica complessa come il terrorismo diventata un tema da terza elementare. Leggete queste strofe, invece: "Dei nostri sogni e dei progetti cos'è stato? Siamo solo due nomi di un altro attentato. Ormai la paura ogni giorno ci divora, siamo sul patibolo aspettando il boia. Non dovremmo perdere la speranza proprio ora ma sento che il mondo ci ingoia. Non hai perso la vita per un ideale, non c'è nessun Dio in tutto questo ma soltanto male. Non ho mai mostrato il dolore che ho provato, la mia mente resta incatenata nel passato. Forse sono state fragili le mie preghiere, neanche oggi sai torneremo a casa insieme. Abbiamo bisogno della luce di un faro, ora che il terrore uccide e non la polvere da sparo. Anche se la notte si fa sempre più scura, si sciolgono le tenebre, non abbiamo paura". È degli Shark&Groove. Hanno presentato un brano sul terrorismo anche loro per poter accedere alle selezioni di Sanremo Giovani. Non hanno passato nemmeno il turno dei 60. Oggi Shark&Groove, che sanno perdere, si complimentano con Moro e Meta per il loro capolavoro. Mentre due giovani ragazzi di Siderno perdono Sanremo a testa alta, ci insegnano come si vince nella vita. Ancora una volta.

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La Locride in silenzio crea ricchezza e posti di lavoro offrendo la possibilità ai giovani calabresi, e non solo, di avere le spalle coperte qualora decidessero di avviare un’attività imprenditoriale in franchising

Dalla Locride partono tre franchising di successo Tre format sperimentati e affermati del territorio hanno deciso di mettere a disposizione la loro formula vincente per conquistare nuove fette di mercato. Due di loro partono da Siderno e sono Hipster Store Italian Food e Pacàma, l’altro è Django Burger House di Marina di Gioiosa.

FEDERICA CARRATELLI PROPRIETARIA DI DJANGO A MARINA GIOIOSA.

MARIA GIOVANNA COGLIANDRO è una Locride che silenziosa si dà da fare, portando in giro per l’Italia e anche fuori dai confini nazionali idee imprenditoriali nate e cresciute sul territorio. È la Locride che ha deciso di entrare a far parte del meraviglioso mondo del franchising, un contratto mediante il quale un’azienda, franchisor, proprietaria di format già sperimentati e affermati, concede a una società o persona singola, franchisee, il diritto all’utilizzo della propria formula commerciale, ovvero un pacchetto rappresentato dal know-how, da un marchio, da un’immagine e da una serie di servizi di assistenza. A fronte delle prestazioni messe a disposizione dal franchisor, il franchisee è tenuto a pagare una quota d’ingresso nella rete di vendita, definita royalty. L’accordo di franchising presenta il vantaggio di realizzare in tempi brevi una rete di vendita in esclusiva, efficiente e dedicata senza impegnare rilevanti mezzi finanziari. Ma vediamo più da vicino chi sono i nostri franchisors. È di ritorno da Bucarest quando lo contatto al telefono. È infreddolito, lì ci sono -6 gradi. Francesco Venanzi ha aperto un nuovo punto del suo Hipster Store Italian Food anche nella popolosa capitale della Romania. È partito da Siderno dove ha creato il suo primo locale che negli

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FRANCESCO VENANZI AMMINISTRATORE DI HIPSTER STORE ITALIAN FOOD A SIDERNO

GIUSEPPE SANTACROCE IDEATORE DEL FORMAT PACAMA

anni ha riscosso grandi consensi. Così ha deciso di portare in alto la ristorazione italiana e il fast food fatto come si deve, niente a che vedere con il trito e ritrito fish and chips anglosassone. Presto aprirà un nuovo store a Reggio Calabria nei pressi del duomo. Quello di Francesco Venanzi è un format vincente: piatti semplici con prezzi accessibili anche ai ragazzi e piatti più elaborati per palati più esigenti. Ma a Bucarest Francesco ha fatto molto di più. All’interno dello stesso locale ha messo a disposizione tre possibilità di scelta: sala fast food, sala privé e ristorante gourmet. “Qui mi sono potuto sbizzarrire. A Bucarest va molto la sala privé dove viene servito champagne e ostriche. Come in Italia, anche qui piace molto apparire… la differenza è che almeno a Bucarest possono permetterselo! Il loro motto è: ho i soldi, devo fartelo sapere!”. Interesserà, invece, l’intera Calabria la catena di franchising Django Burger House lanciata a Marina di Gioiosa da Federica Carratelli, romana di origine, calabrese di adozione. Anche lei insieme al suo staff ha rivoluzionato il mondo del “fast food” prendendo le dovute distanze dal quel concetto di cibo spazzatura e avvicinandolo alle specificità del territorio. “Django – spiega Federica – rappresenta il tipico personaggio del West che frequenta i saloon, che vive in un mondo di tipicità, che noi vogliamo riproporre sotto l’aspetto culinario. Ci ispiriamo a quel mondo, dove la carne rappresenta una vera bontà”. I prodotti utilizzati provengono per l’80% dal territorio. “Per questo abbiamo deciso di offrire la possibilità innanzitutto ai giovani imprenditori calabresi di creare nuovi punti ristoro partendo dalla loro terra d’origine. È il nostro personale contributo alla rivalutazione del nostro territorio e lo facciamo utilizzando ingredienti a km zero e carne locale e mettendo a disposizione la nostra formula per aiutare i giovani a trovare la propria strada nel mondo del lavoro, rinunciando a emigrare”. Altro franchising assai promettente è quello di Giuseppe Santacroce, imprenditore sidernese, che da anni porta avanti un’affermata realtà locale legata al rito del caffe. Lui ha puntato a un format, Pacàma, nato per esaltare il contrasto “caldo/freddo”, ovvero il piacere di un ottimo caffè e la gioia di un cremoso gelato. “A seguito di un’accurata ricerca – racconta Giuseppe, - siamo giunti alla scelta di un nome che possa suscitare differenti sensazioni. Pacàma evoca per la sua tonda sonorità, un luogo di quiete, in cui degustare con calma e piacere prodotti di alta qualità. Proviene dalla lingua Esperanto è significa amante della pace”. Giuseppe ha già aperto un punto vendita a Soverato e a breve ne sorgerà un altro a Reggio Calabria. “Il franchising è il futuro dell’imprenditoria – prosegue Giuseppe Santacroce. - Offre numerosi vantaggi sia al franchisor che al franchisee, ammesso naturalmente che il piano di affiliazione commerciale sia ben studiato e il format che si propone sia stato sperimentato con buoni risultati sul mercato”.


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attualità www.larivieraonline.com

ZES: il sogno diventa realtà

Lo scorso 25 gennaio è finalmente arrivata la sottoscrizione del premier ai documenti che tracciano le linee guida per la costituzione delle ZES. La prima a vedere la luce sarà proprio quella di Gioia Tauro, già a fine febbraio.

La scorsa settimana è finalmente arrivata la firma del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri relativo alle Zone Economiche Speciali. La sottoscrizione di Paolo Gentiloni, annunciata via Twitter dal Ministro per la coesione territoriale Claudio De Vincenti, dà ufficialmente il via alla costituzione delle ZES, attuando concretamente le misure previste dal Decreto Sud nell’estate del 2017. Ricordiamo che lo scopo delle ZES è quello di creare condizioni economiche, finanziarie e amministrative che consentano lo sviluppo delle imprese già operanti e l'insediamento di nuove imprese. Il DPCM firmato lo scorso 25 gennaio, pertanto, disciplina anche nel nostro Paese le procedure e le condizioni per l’istituzione di Zone Economiche Speciali in aree geograficamente delimitate e chiaramente identificate, situate entro i confini dello Stato, costituite anche da superfici non territorialmente adiacenti purché presentino un nesso economico funzionale, e comprendenti almeno un'area di sistema portuale. L’obiettivo dell’azione di Governo intrapresa a la scorsa settimana è battezzare già entro la fine di febbraio le prime due Zone, quella di Napoli – Salerno e la nostra, a Gioia Tauro, una fretta probabilmente giustificata dal fatto che il loro avvio potrebbe essere inteso come segno tangibile dell’attenzione che l’attuale maggioranza sta dedicando al Mezzogiorno in vista delle Elezioni Politiche del 4 marzo. Grazie al DPCM è già stato stabilito che le ZES godranno di un credito d’imposta per investimenti potenziato fino a 50 milioni (quello usuale ha un tetto massimo di 15 milioni ed è dedicato esclusivamente alle grandi aziende), tempi dimezzati per autorizzazioni, procedure e oneri amministrativi per l’apertura di nuovi stabilimenti e la possibilità, per chi amministra le ZES, di chiedere al Governo di esercitare il potere sostitutivo. Le altre misure che dovrebbero attrarre gli investitori saranno invece riportate in altri DPCM in fase di elaborazione per le singole ZES in collaborazione con le Regioni coinvolte nel progetto, all’interno dei quali saranno indicati i requisiti che dovranno avere i piani di sviluppo strategico da presentare al Ministero della Coesione territoriale e i compiti del Comitato di indirizzo delle Zone, nei quali siederanno l’autorità portuale, la Regione, Palazzo Chigi e il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Intanto, per la Calabria, l’estensione massima della ZES di Gioia Tauro supererà i 2mila ettari, con una delimitazione cresciuta rispetto a quella prevista inizialmente e articolata anche con gli altri porti e gli aeroporti regionali. Francesco Russo, assessore regionale con delega al sistema della logistica, sistema portuale regionale e “sistema Gioia Tauro”, non ha esitato a definire la decisione come storica per l’imprenditoria nella nostra Regione, che potrebbe finalmente vivere quella svolta nell’ambito occupazionale e del sistema economico che da molti anni viene ricercata dai nostri enti locali. L’assessore ha assicurato che la Regione non si farà trovare impreparata e ha voluto sottolineare che, parlando di ZES, devono essere definitivamente messi da parte i campanilismi. «La zona non è di nessuno - ha dichiarato Russo ai colleghi di Zoomsud, - ma di tutta la Calabria e premia l’impegno, la coerenza, la serietà del lavoro che è stato fatto in questi mesi». Jacopo Giuca

YMCA SIDERNO

Nominate le nuove cariche sociali Lo scorso 28 gennaio l’assemblea dei soci della Young Men's Christian Association si Siderno si è riunita per eleggere il nuovo Consiglio direttivo, al quale sarà affidato il delicato compito di traghettare l’istituzione attraverso i prossimi tre anni. Dopo lo spoglio delle votazioni, i nuovi membri si sono ufficialmente insediati nella giornata di lunedì 5 febbraio per effettuare la nomina delle cariche sociali e dare così inizio al nuovo corso dell’YMCA. All’esito della selezione il nuovo presidente dell’YMCA Siderno è Vincenzo Lizzi, che sarà coadiuvato nel proprio lavoro dalla vicepresidente Carmela Condarcuri e dal tesoriere Claudia Antico. Il resto del direttivo sarà composto da Francesco Faletti, Peppe Galluzzo, Domenico Leonardo, Antonella Nocera, Claudio Reitano e Andrea Roberto.

MARINA DI GIOIOSA JONICA

confermare quanto poco prima accaduto e di condurre i due in carcere con l’accusa di danneggiamento aggravato e detenzione illegale di una pistola priva di matricola.

PLATÌ

In corso un attico alla democrazia?

Una notte di ordinaria follia Sabato 3 febbraio tre colpi di pistola sono stati esplosi contro la vetrina del Rumble’s Pub. Fortunatamente solo tanta paura per un gesto che rimane senza motivazione Poco prima delle 23 di sabato 3 febbraio sono stati esplosi tre colpi di pistola contro le vetrate del Rumble’s Pub (ex Rikaroka) di Corso Carlo Maria, a Marina di Gioiosa Ionica. Il locale era colmo di gente, tra la quale si è, per ovvie ragioni, diffuso il panico non appena si è realizzato quanto stava accadendo. È servito l’intervento dei Carabinieri e degli Agenti del Commissariato della Polizia di Stato di Siderno per riportare la calma tra i clienti e sgomberare i locali per iniziare le indagini. Nessun ferito, fortunatamente, ma tanto sconcerto e paura per un episodio che ha turbato ancora la volta la vita quotidiana del comprensorio. I responsabili, fermati in flagranza di reato dai Carabinieri, sarebbero un 25enne e un 18enne di Mammola, intercettati dalla forze dell’ordine mentre si davano alla fuga a bordo dell’autovettura dalla quale avevano appena sparato. Dopo circa un chilometro di inseguimento in direzione di Gioiosa le gazzelle sono infatti riuscite a bloccare la fuga dell’auto in via Giardini e di trovare all’interno del mezzo una pistola con la canna ancora calda e 18 cartucce calibro 9 avvolte in un fazzoletto di carta. L’acquisizione del sistema di videosorveglianza del pub ha poi consentito di

Il Comune di Platì è stato colpito da un vero e proprio terremoto che l’Ufficio stampa dell’Ente ha raccontato così: “Le dimissioni di due consiglieri e due assessori, tra cui il vicesindaco, che a distanza di un anno e mezzo seguono quelle in blocco del gruppo di minoranza, è da considerarsi come un susseguirsi di gravi situazioni che potrebbero avere non solo pesanti ripercussioni sulla continuità dell’ente e sul dialogo e confronto democratico che, sin dal suo insediamento, l’amministrazione ha cercato di divulgare e difendere. Dimissioni che arrivano come uno tsunami nel momento di maggiore splendore di un’amministrazione che grazie all’infaticabile Sindaco Rosario Sergi e alla sua intera squadra, ha incassato un susseguirsi di risultati positivi, che hanno contribuito non solo al risanamento delle casse comunali, ma in particolar modo all’approvazione di numerosi progetti che, nel giro di qualche anno, cambieranno il volto a una Platì sempre più innovativa e metropolitana. Platì e i suoi Cittadini non si meritano questa mortificazione, la Democrazia, la Carta Costituzione sono valori imprescindibili nei quali crediamo e per i quali ci siamo spesi affinché si innescasse quel meccanismo virtuoso dello sviluppo di un territorio, che ancora oggi con forza difendiamo”.



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Lo scandalo ASP deflagrato questa settimana in seguito a un servizio del TGR Calabria ha mobilitato la stampa nazionale, che ha puntato il dito su una presunta collusione con la ‘ndrangheta dietro la quale si nasconde qualcosa di diverso.

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Il timbro indelebile La capacità della ‘ndrangheta di essere ovunque e l’incapacità gestionale della sanità calabrese meritano ancora una volta l’onore delle cronache nazionali, che rimestano di buon grado nel torbido fatto emergere dal TG Regionale per 48 ore senza farsi mai venire la tentazione di verificare meglio la notizia

“L’Azienda Sanitaria di Reggio Calabria continua da anni a pagare lo stipendio a dipendenti che hanno subito condanne per mafia”. Con questo annuncio, lunedì, durante l’edizione delle 14, il TGR Calabria ha introdotto il servizio che illustrava per la prima volta lo scandalo che ha travolto questa settimana l’ASP reggina. “Facendo la ricognizione del personale - ha spiegato il Direttore Generale Giacomino Brancati, - abbiamo scoperto alcune anomalie sul trattamento economico di diversi dipendenti”, una dichiarazione alla quale è seguita quella, lapidaria, del collega Riccardo Giacoia: “Tradotto vuol dire: la ‘ndrangheta sul libro paga dell’ASP di Reggio Calabria”. Il servizio dell’inviato Rai proseguiva spiegando come l’elenco di questi dipendenti sia lungo, composto da medici, infermieri, fun-

zionari e impiegati spesso condannati persino all’ergastolo e che, per tale ragione, avrebbero dovuto essere interdetti in perpetuo dai pubblici uffici. È sempre Giacoia a sottolineare come, tra i nomi, ci sia anche quello di Alessandro Marcianò, “il caposala dell’ospedale di Locri condannato all’ergastolo perché considerato il mandante dell’omicidio dell’ex vicepresidente regionale Francesco Fortugno”. Immediata, naturalmente, la reazione della stampa nazionale che, fiutando l’odore di uno scandalo da testata nazionale, ha immediatamente sguinzagliato i suoi segugi della carta stampata, raccoltisi attorno all’ASP reggina come api attorno al miele. “Fece uccidere Fortugno ma la Provincia di Reggio gli paga lo stipendio” titola, ad esempio, Alessia Candito a pagina 16 della Repubblica del 6 febbraio, articolo all’inter-

"Mio fratello è morto ma non sappiamo perchè"

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Domenica scorsa ci ha lasciati Giuseppe Galea, insegnate sidernese che fino a un mese fa godeva di ottima salute

on ha ancora avvertito l'odore intenso della camomilla fumante preparata dalla madre novantenne, quando Carlo riceve una chiamata urgente dall'ospedale di Locri. Giuseppe, il fratello, si è aggravato. È la sera del 4 febbraio scorso. Giuseppe Galea, insegnante sidernese con una grande passione per la mountain bike, sta male da più di un mese. Il giorno di Santo Stefano accusa dolori intensi al torace accompagnati da una forte tosse e da difficoltà a respirare. Accompagnato immediatemente al Pronto Soccorso dell'Ospedale di Locri, gli viene diagnosticata una broncopolmonite. Prescritte le cure del caso, Giuseppe viene dimesso. La notte tra il 23 e il 24 gennaio, ha una ricaduta. Nuova corsa al Pronto Soccorso: questa volta gli vengono somministrate quattro flebo. Al termine della somministrazione della quarta flebo, intorno alle 8 del mattino, Giuseppe viene sottoposto a una radiografia al torace, da cui si evince che la tosse che lo infastidisce è causata da una polmonite vera e propria che richiede l'immediato ricovero in terapia semi-intensiva. Il 27 gennaio Giuseppe viene spostato in una stanza da letto singola, in quanto un medico del Reparto di Pneumologia riferisce ai parenti che avrebbe dovuto rimanere isolato perchè presenta i sintomi della tubercolosi. Per essere certi della diagnosi, muchi e sangue che Giuseppe perde dalla bocca sarebbero stati prelevati e inviati in un centro a Lamezia Terme, per sottoporli a esami specifici. "In quella circostanza - ci racconta Carlo - il medico ci ha pregati di non creare allarmismi e di far visita a Giuseppe uno per volta, muniti di mascherina. Qualche giorno dopo, però, visionando più approfonditamente la Tac, un nuovo medico del reparto di Pneumologia ci informa che mio fratello è affetto da alveolite polmonare". Viste le pressioni sempre più insistenti dei familiari circa i risultati che sarebbero dovuti giungere da Lamezia, un medico telefona presso il centro per conoscere l'esito degli esami specifici dei muchi e del sangue, e viene informato che i risultati del test sulla Tubercolosi sono negativi. Non viene, tuttavia, indicata una diagnosi esatta, in quanto erano richieste ulterori indagini. "Nonostante quanto comunicato da Lamezia, nei confronti di mio fratello veniva intrapresa una semplice cura antibiotica volta a debellare questa presunta alveolite polmonare. Inoltre, stando alle parole del medico, mio fratello sarebbe tornato a casa dopo circa 8-10 giorni e, potendosi trattare di alveolite, sarebbe potuto uscire dalla stanza tranquilla-

mente". La mattina di domenica 4 febbraio, Carlo, il fratello si reca in ospedale. Lo trova seduto su una sedia con una flebo attaccata al braccio. Giuseppe non riconosce Carlo e lo scambia per la moglie. Inoltre, dichiara di vedere nella stanza persone non presenti, tra cui il figlio che si trova a Torino. "Mio fratello mi chiedeva aiuto: sentiva che la somministazione di quelle flebo provocava in lui un gonfiore interno al petto". Carlo avverte il medico di turno che lo tranquillizza che a livello polmonare Giuseppe presenta dei miglioramenti aggiungendo che nel corso di 10 giorni il fratello si sarebbe ristabilito e sarebbe stato dimesso. "Ho implorato il medico di staccare le flebo e di ricorrere a un Elettrocardiogramma. La mia prima richiesta non è stata esaudita, però grazie alla mia insistenza sono riuscito a ottenere un elettrocardiogramma per mio fratello". Intorno alle 13 Carlo rientra a casa: l'esito dell'elettrocardiogramma avrebbe richiesto circa un'ora. Alle 16 Giuseppe viene trasferito d'urgenza in Rianimazione. Giunto di corsa in ospedale Carlo ritrova il fratello intubato in quanto il suo cuore si è ingrossato e la sua condizione cardiaca e polmonare è critica. "Alle 18 lo incontriamo e sembra stare meglio ma ci avvertono che sarebbero dovute trascorrere 48 ore per considerarlo fuori pericolo". Carlo rientra a casa. Ad attenderlo la madre, con la solita domanda martellante: - "Allora, come sta Giuseppe?". - "Lo tengono sotto controllo, mà, ha ancora un po' di febbre"- è la risposta di Carlo che in tutto questo tempo non ha trovato il coraggio di dire la verità alla madre. Poco prima delle 21, mentre è di fronte alla sua camomilla, Carlo riceve l'ultima chiamata dall'ospedale. Giunto insieme ad altri familiari, viene fatto accomodare nella studio di una dottoressa. Carlo con la coda dell'occhio guarda la stanza dove aveva lasciato il fratello e nota che la tendina attorno al letto è chiusa. Giuseppe non ce l'ha fatta. "Chiediamo chiarimenti ai medici di Rianimazione e ci sentiamo dire che dalla Tac effettuata il 26 gennaio era emerso che Giuseppe aveva un solo polmone, un'anomalia di cui non eravamo a conoscenza". Sebbene fosse ancora sotto shock, con l'ausilio dell'avvocato Antonio Ricupero, Carlo si rivolge alla Procura di Locri che immediatamente mette in moto la macchina delle indagini e pone sotto sequestro la cartella clinica di Giuseppe. L'accusa è di omicidio colposo. Maria Giovanna Cogliandro

no del quale sono raccolte anche le amare dichiarazioni di Maria Grazia Laganà, vedova Fortugno ed ex deputata PD, oggi in forza al Ministero della Salute. La capacità della ‘ndrangheta di essere ovunque e l’incapacità gestionale della sanità calabrese meritano ancora una volta l’onore delle cronache nazionali, che rimestano di buon grado nel torbido fatto emergere dal TG Regionale per 48 ore senza farsi mai venire la tentazione di verificare meglio la notizia, di sentire anche l’altra campana. Il rintocco della smentita, tuttavia, è arrivato lo stesso mercoledì, grazie alle dichiarazioni affidate da Pino Mammoliti, avvocato del foro di Locri e difensore di Marcianò, a un comunicato stampa al vetriolo fin dall’amaramente ironico titolo (“Le Balle spaziali di Giacomino e lo stupore inedito di Grazietta”). Nelle poche righe contenute


Campagne di diffamazione casareccia Alla più noiosa e bugiarda campagna elettorale della storia repubblicana, rispondiamo creando un “luogo” di incontro per affrontare e dibattere i problemi reali dei calabresi; partendo dal territorio della “città metropolitana” di Reggio Calabria. Non chiediamo il vostro voto ma la vostra intelligenza, la vostra passione, il vostro impegno. Non abbiamo nulla da offrirvi se non un lungo cammino per riscattare la nostra Terra e la nostra gente. Dimostriamo all’Italia intera, di cui ci sentiamo parte, di non essere una colonia, ne un deserto culturale. Abbiamo creato uno strumento che si organizza partendo dal basso e che non è una mera finzione per raccogliere qualche voto. Il successo dipende solo da ognuno di voi.

MANIFESTO

all’interno del documento, il legale denuncia la falsità di quanto dichiarato nelle ore precedenti praticamente in ogni testata giornalistica d’Italia, affermando che lo stupore e l’indignazione del denunciante Brancati e della stampa, che ne ha riportato con gli stessi toni le parole, avrebbero colpevolmente ignorato che Marcianò, considerata la costituzione di parte civile dell’ASP RC nell’ambito del processo Fortugno, non avrebbe mai potuto continuare a ricevere lo stipendio per almeno un decennio. Mammoliti, anzi, si sofferma sul fatto che una denuncia così tardiva della condizione effettivamente scandalosa in cui versa l’Azienda reggina è imputabile esclusivamente a un difetto di vigilanza da parte di Brancati, che non è dato sapere, piuttosto, se abbia avuto modo di accertare che la Laganà abbia restituito

all’ASP gli stipendi indebitamente percepiti ai tempi in cui il suo compito istituzionale non le permetteva di essere presente all’ospedale. “Ma io non ho mai fatto nomi”, ha risposto Brancati a Mammoliti alcune ore dopo, scaricando così, di fatto tutte le responsabilità di uno strano qui pro quo sull’inviato della Rai. Anzi, continua il DG dell’ASP, ciò che avrebbe riportato ai microfoni dei colleghi sarebbe stata la denuncia di una serie di problematiche interne al funzionamento dell’Azienda reggina di cui il pagamento dello stipendio per periodi più o meno lunghi di tempo a persone interdette dai pubblici uffici per varie ragioni sarebbe solo uno degli aspetti, e nemmeno dei più gravi. Insomma, stando alle nuove dichiarazioni di Brancati gli anonimi dipendenti inter-

detti dai pubblici uffici che continuano a recepire lo stipendio sarebbero solo in minima parte a libro paga della ‘ndrangheta e Marcianò avrebbe ricevuto solo assegni alimentari fin quando previsto dalla legge, ragion per cui i toni apocalittici del servizio di Giacoia non sarebbero del tutto giustificati, così come non lo sono i servizi indignati della stampa nazionale. Come sempre accade, tuttavia, pur essendo responsabile di aver alimentato una macchina del fango avviata sul nostro territorio, dubitiamo che le testate nazionali si premureranno di spiegare ai propri lettori che le cose non stavano proprio così come riportate… Jacopo Giuca

Nella Città Metropolitana meno tumori che nel resto d’Italia

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È la conclusione a cui è giunto il primo report annuale del Registro Tumori dell’ASP RC, presentato giovedì mattina da Giacomino Brancati e Michele Di Bari. Non c’è allarme, ma nella fascia ionica reggina ci sono più casi che nel resto della regione Calabria.

iovedì mattina l’Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria ha finalmente presentato, per la prima volta nella sua storia, il report del Registro Tumori. Tali registri sono strutture deputate alla raccolta attiva dei casi di tumore a livello provinciale o regionale e oggi, in Italia, ne sono accreditati 49 che vanno a coprire oltre il 62% della popolazione nazionale (con picchi del 90% proprio nelle regioni meridionali). Si tratta di strumenti di fondamentale importanza per comprendere lo stato di salute della popolazione, che consentono il confronto con altri territori e la verifica dell’evoluzione nel tempo delle patologie oncologiche, costituendo, di fatto, una delle pietre angolari su cui poggia la sanità pubblica per poter mettere in atto interventi mirati non solo in ambito di sorveglianza epidemiologica e prevenzione, ma anche per valutare l’efficacia delle misure terapeutiche e l’impatto degli screening. L’iter per l’attivazione del Registro nella provincia di Reggio Calabria è stato avviato nel 2013 e, espletate le procedure necessarie all’assegnazione di risorse strumentali e umane, ha garantito l’avvio delle attività di registrazione già nel 2014. In questi tre anni, l’ASP ha messo in campo enormi sforzi al fine di rendere tempestive le pubblicazioni dei dati, soddisfacendo così al meglio le richieste informative che provengono dal mondo scientifico, dagli Enti politici e dai cittadini. Il report presentato giovedì mattina costituisce dunque un punto di partenza che potrà fungere da strumento di confronto per ogni successiva misurazione. È relativo alla diagnosi di vare tipologie tumorali e ai casi di mortalità per tumore maligno nel triennio 2010-2012, costruendo così un trend temporale di incidenza e mortalità utile ad analizzare l’andamento della patologia tumorale nella nostra provincia ma anche di fare confronti geografici con le diverse macroregioni italiane. All’interno del report, per come riportato anche durante la conferenza stampa tenuta dal Direttore Generale dell’ASP RC Giacomino Brancati e dal Prefetto di Reggio Michele Di Bari, si afferma che nel lasso di tempo preso in esame sono stati diagnosticati 8.155 nuovi casi di tumore maligno (su una popolazione approssimativa di 552mila abitanti) dei quali il 55,2% tra gli uomini e il 44,8% tra le donne. A questi si aggiungerebbero 1.611 casi di persone affette da neoplasie (ovvero la produzione abnorme di

cellule derivata dall’entrata in contatto dell’organismo con alcune tipologie di batteri) la cui raccolta è ancora considerata opzionale secondo gli standard internazionali. I tumori più frequentemente diagnosticati nella nostra provincia nel lasso di tempo preso in esame sono il tumore alla prostata per gli uomini e quello alla mammella per le donne, con un 48,7% dei casi che si presentano in soggetti con oltre 70 anni. Il dato indubbiamente confortante è che, considerato il numero complessivo di tumori diagnosticati nella nostra provincia, il tasso di incidenza risulta significativamente inferiore rispetto a quelli della media nazionale (-15%) e perfino della media meridionale (-5% tra gli uomini e 4% tra le donne). Per ciò che concerne la mortalità, invece, i casi sono stati 3.868, dei quali il 59,8% tra gli uomini e il 40,2% tra le donne, mentre le patologie più mortali sono, in questo caso, il tumore del polmone per il genere maschile e sempre quello alla mammella per il genere femminile. Anche per i casi di mortalità, fortunatamente, il nostro territorio si pone statisticamente al di sotto sia della media nazionale (-12%) sia di quella meridionale (-8% tra gli uomini, -13% tra le donne). Ai dati confortanti relativi all’intero territorio fanno da contraltare quelli relativi alle micro aree. Quello ionico, infatti, è il terzo distretto per incidenza tumorale all’interno dell’ambito di competenza dell’ASP RC (con i suoi 315,5 casi ogni 100mila abitanti segue solo il distretto di Reggio Calabria e quello tirrenico), con un significativo eccesso di tumori del parenchima renale (+64% rispetto alla media territoriale) e della tiroide (+26%), dati che rendono la provincia di Reggio Calabria sede di alcune aree di eccesso di mortalità rispetto alla media regionale. La condizione evidenziata, conclude tuttavia il report, non descrive una condizione di allarme, considerato il rapporto per difetto che mantiene con la media italiana. Piuttosto le analisi suggeriscono la necessità di un monitoraggio continuativo e sistematico in modo tale da poter avere, con i report dei prossimi anni, dati attendibili relativi all’andamento tumorale nel nostro territorio, avviando così un programma di prevenzione mirato che si premuri di abbattere i dati relativi non solo alla mortalità, ma anche all’emergere tendenzialmente più frequente delle patologie neoplastiche che, fortunatamente non portano al decesso del paziente. Jacopo Giuca

La Calabria non è una regione normale: è una vera e propria polveriera sociale, non solo “criminale”, dagli effetti imprevedibili. La sua immagine si presenta sfigurata da una sistematica e mirata campagna di diffamazione mediatica, che trova in una “casareccia” antimafia foraggiata un amplificatore funzionale, e che, unitamente ai mali cronici della nostra regione ('ndrangheta, disoccupazione, sottosviluppo), la confina oltre ogni contesto civile, nazionale ed europeo. Ritenere la Calabria “un peso”, o peggio ancora “un vasto problema di ordine pubblico”, non solo non ha debellato la 'ndrangheta, ma, favorendone l'impoverimento demografico e produttivo, ha finito per rafforzarla. Alla fuga di “braccia” e di “cervelli” si è aggiunta una scellerata opera di desertificazione democratica, sociale, economica e di valori che ne ha consolidato il contesto criminogeno. La presenza di una criminalità organizzata pervasiva e predatoria ha fornito un comodo alibi al disimpegno delle forze tradizionali e dei governi di ogni colore verso una regione priva di progetti, idee e risorse economiche ed infrastrutturali indispensabili per il suo decollo. Senza diritti, senza servizi qualificati (sanità, scuola, trasporti etc), senza pari dignità, in libertà vigilata e posti all'indice, sentirsi liberi cittadini italiani, oggi europei, al pari degli altri, in Calabria appare un miraggio. Al di là del Pollino, il discredito della classe politica produce e rafforza indifferenza e distacco. In Calabria, da sempre “zona speciale”, cresce a vista d'occhio la sfiducia nello Stato, nel diritto e nella giustizia anche a causa di scioglimenti a catena di consigli comunali, interdittive alle imprese a cascata, indagini giudiziarie a strascico che coinvolgono centinaia di persone, per lo più in catene, spesso estranee ed innocenti. Al di là del Pollino, la crisi economica e finanziaria produce disoccupazione e crisi aziendali sanabili. In Calabria, le imprese vengono soffocate dalla 'ndrangheta oltre che da una burocrazia onnivora e dalla furia distruttrice di apparati antimafia non sempre all'altezza del gravoso compito. Ai disoccupati strutturali si aggiungono sacche di lavoratori espulsi dai processi economici e produttivi in quanto diffidati, sorvegliati, ex detenuti, parenti o frequentatori di soggetti contro-indicati. Una massa di reietti costretta ad ingrossare il mercato del lavoro nero o illegale. Una regione priva di peso e rappresentanza degna di questo nome, orfana, lacerata e divisa, alla mercé di un ceto politicoburocratico, tanto irrilevante e servile fuori, quanto arrogante ed autoreferenziale dentro i confini regionali, indaffarato nel mantenere statica la realtà economica e sociale, dipendente dalla spesa pubblica improduttiva da esso dispensata. La Calabria sembra destinata, secondo l'immagine preferita da governanti e media, ad un futuro senza speranza. Una mera questione di ordine pubblico da trattare con strumenti repressivi e misure speciali, inchieste giudiziarie sensazionali, interdittive a strascico, scioglimenti per mafia, protocolli e registri di legalità, codici etici, spesso inefficaci quando non controproducenti e dannosi. Una sorta di laboratorio su cui sperimentare nuove frontiere di controllo sociale, in barba allo Stato di diritto, alle regole democratiche, alle autonomie locali, alla libertà d'impresa. Dinanzi alle “2 Italie” – l'una sempre più distinta, distante e separata dall'altra – si staglia la miopia culturale e politica delle attuali classi dirigenti, aduse, in materia economica e sociale nonché istituzionale e giuridica, a comprimere i diritti fondamentali e di libertà delle popolazioni, specie meridionali. La stessa legge elettorale, frutto di un indecente compromesso politico laddove sostituisce il diritto di scelta degli elettori con le liste bloccate e la nomina dei parlamentari in ragione della fedeltà ad un capo partito, in danno della qualità e della rappresentanza territoriale specie delle regioni meridionali con meno elettori, infligge un colpo mortale alla democrazia ed alla sovranità parlamentare. Ogni aspirazione al cambiamento ed al riscatto sembra impraticabile e velleitaria senza una forte azione di rottura degli schemi attuali, in grado di scardinare la saldatura in essere tra malavita, malapolitica e malagiustizia che rappresentano il vero blocco di potere della società calabrese. Per queste ragioni primarie, partendo da alcune iniziative (Comitato Popolare Metropolitano DDL, Assemblea iscritti al Partito Radicale, Comitato 22 ottobre, Comitato imprenditori) sorte per dare voce ai cittadini su temi decisivi oscurati dall'informazione di regime, abbiamo deciso di sottoscrivere questo manifesto, ponendolo a base della costituzione di un unico soggetto giuridicamente riconosciuto in grado di raccogliere ed organizzare tutte le forze, i contributi e le energie disponibili per una battaglia di largo respiro per il ripristino dello Stato di diritto, l'attuazione della Costituzione, la Giustizia Giusta e la liberazione della Calabria dai poteri criminali, burocratici e malavitosi che la opprimono e le rubano il futuro. Ilario Ammendolia Gianpaolo Catanzariti Andrea Cuzzocrea Mimmo Gangemi Pierpaolo Zavettieri


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LA SETTIMANA

11 FEBBRAIO - 08

la storia www.larivieraonline.com

Il sindaco di Ferruzzano contesta al nostro giornale di aver trattato in maniera errata la vicenda giudiziaria che avrebbe spinto il Prefetto Michele Di Bari a chiederne la rimozione. “Non ero incandidabile”, afferma Pizzi, che attribuisce il qui pro quo a una erronea applicazione della Legge Severino.

GIORGIO LA PIRA

Nel 1946 viene eletto Deputato alla Costituente e formula con Moro, Dossetti, Calamandrei e Togliatti i principi fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana

Quando Giorgio La Pira aiutò una madre di Caulonia

Nel 1952 il parlamentare Giorgio La Pira rispose alla richiesta di aiuto di una madre di quattro figli, residente nella Locride, e col marito detenuto. Se fosse successo oggi, La Pira sarebbe imputato per “concorso esterno” in associazione mafiosa.

ILARIO AMMENDOLIA Giorgio La Pira - già parlamentare della Repubblica è l’unico politico italiano per cui è in corso la causa di santificazione. Se non sbaglio è già stato proclamato “Beato”! Oggi lo potrebbero accusare di concorso esterno in associazione mafiosa. Andiamo con ordine: giorni fa mentre (per mero diletto) conducevo alcune ricerche storiche su Caulonia mi sono imbattuto in una lettera dell’ex sindaco di Firenze. Che c’entra La Pira con Caulonia? Mistero subito risolto: si era interessato a una giovane madre che, presumo, gli avesse scritto per chiedere un aiuto per le condizioni di miseria in cui viveva. La lettera risale al 1952, tuttavia sono riuscito a individuare tre persone di nome Crisafi Maria. Una era appena una bambina. Ne restano due di cui una, morta da tempo, potrebbe essere la signora in questione. Era una madre di quattro figli e che nel momento in cui scriveva aveva il marito in carcere. Quindi senza alcun reddito. Giorgio La Pira, era un fine intellettuale e un politico di razza. Un autentico cattolico che aveva fatto un’impegnativa “scelta di vita”. Senza ipocrisia! Per esempio, è risaputo che durante la sua permanenza a Roma per svolgere le funzioni di parlamentare, si facesse ospitare negli istituti religiosi in cui si conduceva una vita autenticamente francescana. L’onorevole La Pira, pur essendo eletto in

Toscana, non è rimasto insensibile all’implorazione di aiuto da parte di una madre di famiglia residente in Calabria. Così si era fatto carico del problema nell’unico modo possibile: rivolgendosi al Comune di residenza della giovane madre. L’ECA (ente comunale di assistenza) di Caulonia deliberò di assegnare alla donna la somma di trecento lire. Non erano molti neanche allora, ma rappresentavano un sollievo in tanta miseria. Oggi, mio parere, nessun parlamentare soprattutto fra i “nominati calabresi”- avrebbe risposto a una donna sconosciuta. E se il parlamentare interessato avesse saputo del marito detenuto? Dio ci scansi e liberi! In questo mare di ipocrisia, sicuramente avrebbe rifiutato la lettera con sdegno. E se la vicenda si fosse svolta oggi e Giorgio La Pira avesse risposto come ha realmente fatto - alla richiesta di aiuto di una madre di quattro figli, residente nella Locride, e col marito detenuto? È lecito immaginare che - qualora la lettera dell’ex sindaco di Firenze fosse capitata nelle mani di qualche PM di assalto - il “Beato” La Pira piuttosto che essere sottoposto a un’istruttoria per la Santificazione sarebbe imputato per “concorso esterno” in associazione mafiosa! I tempi cambiano - e anche i parlamentari - e non sempre in meglio!

Dopo la consegna dei lavori di lunedì, mercoledì mattina sono ufficialmente iniziati i lavori di ripristino del Lungomare della Palme di Siderno che, per 330 giorni, impegneranno la ditta “Franco” di Roccella Ionica nel rifacimento del water front sidernese distrutto da una mareggiata esattamente 4 anni fa.

Si è tenuta il 6 febbraio la prima udienza del processo che dovrà decidere se sancire o meno la decadenza del sindaco di Sant’Ilario, Pasquale Brizzi. All’esito dell’assise, il collegio si è riservato in udienza e si è ancora in attesa della prima sentenza, che dovrebbe giungere nei prossimi giorni.

Mancavano pochi giorni all’apertura del nuovo Polo Museale di Locri, la cui apertura a Palazzo Nieddu del Rio era prevista per il prossimo 16 febbraio. Problemi di natura tecnico-amministrativi, tuttavia, hanno obbligato il Comune e il Polo Museale della Calabria a rimandare l’apertura a data da destinarsi.

IN BREVE

Il Comitato di Gestione dell’ATC cessa le sue funzioni

Per oltre due anni il professore Francesco Ferraro ha lottato per riportare a una condizione legalità l’Associazione Territoriale Caccia e pesca. Come si ricorderà, l’istituzione, oltre a promuovere le attività venatorie, si premura di salvaguardare l’ambiente attraverso un’azione mirata di reimmissione e ripopolamento della fauna locale ed è regolamentata da un dettagliato statuto che, stando alla documentazione raccolta da Ferraro, era stato violato non solo nella nomina dei membri del comitato di gestione, ma anche nella salvaguardia dei diritti dei soci. Constatate quelle che riteneva irregolarità, Ferraro non aveva esitato a intraprendere una battaglia lega-

le presentando una denuncia in seguito alla quale l’Amministrazione Provinciale si sarebbe premurata di notificare all’ATC RC2 che, qualora la situazione non fosse tornata alla liceità in maniera spontanea, si sarebbe provveduto a un ripristino coatto delle cariche e a un possibile commissariamento dell’attività. Nonostante sembrasse che la situazione fosse prossima a tornare alla normalità, tuttavia, con il trascorrere del tempo Ferraro si sarebbe visto sospendere dall’ATC con un provvedimento disciplinare e, a dispetto del coinvolgimento delle forze dell’ordine e delle reiterate denunce agli organi competenti, sarebbe stato oggetto persino di ritorsioni personali.

Con l’istituzione della Città Metropolitana di Reggio Calabria, il professore non ha esitato a coinvolgere il consigliere Caterina Belcastro che, portato in consiglio il suo caso, al termine dello scorso anno ha imposto all’ATC di reintegrare Ferraro nell’Associazione riportando quanto accaduto alla Corte dei Conti e al Prefetto di Reggio Calabria. Onde evitare grane, i componenti dell’ATC che aveva promosso comportamenti illegali si sono dimessi l’uno dopo l’altro, fino a far mancare il numero legale minimo per l’insediamento lo scorso 11 dicembre 2017, data in cui, in definitiva, il Comitato di Gestione ha ufficialmente cessato le proprie funzioni.



11 FEBBRAIO - 10

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Questo spazio è riservato a te. 1200 battute per lamentarti o complimentarti con noi, fare segnalazioni, raccontarci le tue esperienze, potrai inviarci foto degli scorci del tuo paese o video se hai un talento nascosto. Saremo lieti di risponderti pubblicamente, daremo voce al tuo pensiero e ti daremo visibilità sui nostri social. Sii parte integrante di questa realtà

ricordi

GIUSEPPE RISPOLI

Mi mancherai Pepè

E’ venuto a mancare oggi Giuseppe Rispoli, dottore in Biologia, aveva 59 anni era molto conosciuto a Siderno, fratello di Antonello e Francesco consigliere provinciale ed anche assessore nell’ultima giunta di centro destra. . A tutti i familiari le condoglianze della redazione. Di seguito il ricordo di un amico.

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O’BRIEN COMMISSO

O'Brien, una lady vissuta a Locri Manca a tutti la signora O’brien Commisso moglie di Francesco storico titolare dell’agenzia di viaggi Costa dei Gelsomini e assessore nella giunta Macrì, che molto fece per il rilancio della cultura di Locri e di tutta la Locride. Esprimiamo condoglianze a tutta la famiglia, e la vogliamo ricordare con un breve testo del defunto marito. L’amore è per me ancora più importante dell’aria che respiriamo. L’amore è tutto: è fons vitae. Io amo la vita e di conseguenza io amo tutto ciò che mi sta intorno: amo le persone, i luoghi, il mio mare, la campagna, Gerace, le nostre tradizioni, la nostra cultura. Io amo mia moglie, la mia famiglia, i miei figli, i miei nipoti. Amo la mia terra, amo Locri che mi ha dato i natali. Vivere a Locri è stato un atto d’amore, la presenza è un atto d’amore, perché amare non è ricevere o possedere, ma è dare, è avere rispetto delle persone o cose che si amano, è avere rispetto per quello che siamo. Mi congedo da tutti voi con una riflessione: Si dice solitamente che ogni rosa ha le sue spine. Proviamo a pensare che è proprio tra quelle spine che c’è la rosa. Francesco Commisso

Ciao Pepè Ci sono giorni che non dovrebbero venire mai, tu eri il fratello che non ho avuto mai. Siamo cresciuti in via dei Colli, tu sei sempre stato una guida per me, mi hai cresciuto, mi hai consigliato sempre per il meglio, hai sempre capito i miei momenti di difficolta, mi sei stato vicino. Ora non ci sei, ora sei in cielo vicino a mia mamma che ti voleva bene come un figlio, che diceva che la vita con te non è stata amorevole. In questi momenti mi vengono in mente le serate passate insieme, guardando le partite della nostra grande Inter, quando organizzavamo delle grandi mangiate con gli amici, anche con Pasquale, Pasquale che abbiamo pianto qualche giorno fa. La tua bontà non aveva limiti, volevi bene a tutti ed eri umile, sempre disponibile ad aiutare tutti, anche se la tua laurea non era in medicina spesso aiutavi le persone che stavano male con i giusti consigli. Ciao Pepè, mi manchi già. Domenico D’Agostino

Arrivederci Ciccillo Sabato 3 febbraio è venuto a mancare Ciccillo Gatto, fratello del mugnaio simbolo dell’antimafia Rocco Gatto. Personaggio di spicco della vita sociale e politica della Locride e di Gioiosa Ionica in particolare, Ciccillo viene ricordato da tutti come un maestro di vita e un esempio politico da seguire.

Ciao Antonello Antonello Catalano, di 52 anni è venuto a mancare questa settimana, la redazione esprime le proprie condoglianze e si stringe intorno alla famiglia. Cerchiamo di ricordare Antonello con un pensiero che ci ha inviato un amico. Un uomo buono.In punta di piedi e senza mai sconfinare in ormai comuni comportamenti, svolgeva il suo lavoro sempre con dignità ed educazione. Commosso conserverò nel mio studio un suo ricordo a memoria della sua preziosa amicizia. Un uomo buono!

L’addio commosso a Peppe Galea Peppe Galea ricordato dalle parole di tre persone che erano molto vicine al professore prematuramente scomparso la scorsa settimana in seguito al ricovero presso l’Ospedale di Locri. Grazie per tutti gli insegnamenti che ci avete dato, per averci dato la carica di continuare a migliorarci invece di accontentarci, per tutte le belle emozioni e esperienze che ci avete fatto vivere, per le rimproverate, per le risate, per tutte le cose belle che avete dato alla nostra scuola... ora fategli fare i progetti lassù e insegnategli come usare arduino... ciao prof Galea rimarrete per sempre nei nostri cuori. Alessia Guerrisi

"Violi, ma chi ti preoccupi ill'esami e du progetto, quandu torni u finisci, non ti perdiri stu stage". Grazie per avermi convinta a partecipare a quello stage nonostante gli esami in vista, grazie al vostro incoraggiamento a non mollare e a provarci sempre e grazie a tutto il tempo che dedicavate a noi... anche per interi pomeriggi nei progetti. Se non fosse stato per il vostro spirito di iniziativa che vi contraddistingueva, i vostri insegnamenti ma anche i vostri richiami non sarei

dove sono. Avete lasciato il segno in molti studenti e non possiamo fare altro che ringraziarvi. Rosa Violi Sei riuscito a trasmettermi quei valori scolastici e di vita come pochi, amavi scherzare Peppe, ma soprattutto amavi la scuola e quell'ITIS che hai domotizzato in poco tempo. Tante storie da raccontare, tanti bei ricordi, progetti di eccellenza, pon e tante altre cose. Ricordo ancora lo

stage nel tuo negozio, caro Peppe, la prima volta che ho smontato un telefono cellulare, tante cose ho imparato e tanti ricordi. Vedi Peppe, hai contribuito a far diventare grandi tanti ragazzi quando gli altri non ci avrebbero scommesso nemmeno un euro. Ora da vero biker continua lungo il viaggio in salita e veglia sulla tua famiglia e su tutti i tuoi alunni che non ti scorderanno mai. Ciao Peppe, ci mancherai ragazzo. Fabio



11 FEBBRAIO - 12

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elezioni www.larivieraonline.com

AFFRONTEREMO PER PRIMO IL PROBLEMA OCCUPAZIONALE, AMPLIFICATO DALLA CRISI ECONOMICA. AVVIEREMO UN PIANO PLURIENNALE PER DARE AL SUD LE CONDIZIONI INFRASTRUTTURALI, LOGISTICHE ED ECONOMICHE NECESSARIE ALLA CRESCITA

Voce ai “ candidati

TROVO CHE IL PROGRAMMA

DEL CENTRODESTRA SIA PIÙ CONCRETO PER QUANTO RIGUARDA LE PROPOSTE SOTTOPOSTE ALL’ELETTORATO. PER IL CENTROSINISTRA NON CONTA LA QUANTITÀ DELLE IDEE MA LA QUALITÀ E LA FATTIBILITÀ DELLA LORO ATTUAZIONE

Comincia questa settimana la nostra carrellata di candidati territoriali alle Elezioni Politiche 2018. Partiamo con cinque aspiranti senatori presenti nel Collegio plurinominale della Calabria per il Senato della Repubblica.

1

2

Qual è la vostra ricetta per fare ripartire in tempi brevi il nostro territorio?

Ha individuato un punto nel programma dei vostri avversari che trae in inganno gli elettori?

3

È sempre attuale il problema della distanza tra elettorato e politica. Come pensate di colmarla?

STO GIÀ PARLANDO CON I SINDACI, LE ASSOCIAZIONI E I CITTADINI DEL NOSTRO TERRITORIO PER AVERE UN QUADRO ANCORA PIÙ CHIARO E COMPLETO DI QUELLE CHE SIANO LE ESIGENZE PIÙ IMPELLENTI DELLA NOSTRA BELLISSIMA REGIONE.

NEL 2009 DICEVANO CHE ERAVAMO ILLUSI, MA OGGI È CHIARO A TUTTI QUALI SONO LE NOSTRE AMBIZIONI, IN CHE MODO VOGLIAMO CAMBIARE IL PAESE. ABBIAMO GIÀ COLMATO LA DISTANZA TRA NOI E GLI ELETTORI PERCHÉ ABBIAMO FATTO POLITICA IN MEZZO ALLA GENTE.

NON MI VOGLIO SOFFERMA-

RE SULLE FANTASIE DEGLI ALTRI. PENSO CHE I CITTADINI ABBIANO GIÀ AVUTO MODO DI VEDERE QUALI SIANO STATE LE LORO PROMESSE ELETTORALI E QUALE SIA STATO IL VALORE DEI LORO PROGRAMMI.


Alessandra Polimeno 1. Nel nostro territorio affronteremo per primo il problema occupazionale, amplificato dalla crisi economica. Avvieremo un Piano pluriennale per dare al Sud le condizioni infrastrutturali, logistiche ed economiche necessarie alla crescita, creando incentivi per le aziende del nord che vogliono investire da noi. Zero tasse per le imprese che operano nelle zone disagiate, al 10% per i pensionati italiani che spostano la residenza a sud Italia e investimenti che puntano sulla valorizzazione delle tipicità territoriali. Grande importanza, poi, per il settore turistico e per il patrimonio storico culturale, che avrà grande importanza soprattutto nella Locride, che vogliamo rendere una sorta di Zona Economica Speciale che riscatti l’occasione persa con la ZES istituzionale di Gioia Tauro.

2. Il programma del Movimento 5 Stelle, ad esempio, assume contorni grotteschi, a cominciare dalla misura d’inclusione a favore di disoccupati, inoccupati, occupati sottopagati e pensionati, una misura di welfare che non incentiva la ricerca di un impiego, con effetti sul mercato del lavoro che diventano un’incognita enorme in un Paese in cui, non dimentichiamolo, la Costituzione chiama lo Stato a promuovere il diritto al lavoro e le condizioni che lo rendono effettivo. 3. Il divario va colmato facendo politica tra la gente. Una buona politica si fonda sull’esigenza di relazionarsi, portando in Parlamento la voce del territorio senza avere paura del confronto. Ecco perché oggi conta la qualità degli eletti.

Clotilde Minasi 1. Credo che ciò che si vuole applicare al Paese tramite il programma elettorale possa rappresentare una marcia in più anche per il nostro territorio. Un sistema fiscale meno oppressivo e oneroso, la rottamazione delle cartelle sotto i 200mila euro, il miglioramento delle infrastrutture: tutti incentivi significativi alle piccole imprese, di cui la Calabria è ricca, per riuscire a produrre in serenità e mettere in moto l’economia interna. A ciò va unita una battaglia da parte dei rappresentanti territoriali affinché quel che esiste venga valorizzato: il porto di Gioia Tauro o l’aeroporto di Reggio, ad esempio. Inoltre non possiamo lasciare andare le opportunità offerte dalla ZES, volano eccezionale per l’intera Calabria. 2. Trovo che il programma del centrodestra sia più concreto

per quanto riguarda le proposte sottoposte all’elettorato. Rispetto al centrosinistra non conta la quantità delle idee ma la qualità e soprattutto la fattibilità della loro attuazione. Non sono d’accordo con il reddito di cittadinanza avanzato dal Movimento Cinque Stelle: il Paese non ha bisogno di assistenzialismo ma di iniziative che generino lavoro e opportunità, magari puntando sulle tante eccellenze per le quali siamo conosciuti in tutto il mondo. 3. Per quello che mi riguarda e per le esperienze passate posso garantire che il dialogo con il cittadino non è mai mancato né mancherà in caso di elezione. Credo che il modo migliore per azzerare questa distanza sia il confronto e il recepire le esigenze del Paese reale.

Maria Carmela Lanzetta 1. Sto già parlando con i Sindaci, le Associazioni e i Cittadini del nostro territorio per avere un quadro ancora più chiaro e completo di quello che ho avuto in qualità Sindaco e Ministro per gli Affari Regionali. Attraverso il Ministero, infatti, avevo intrapreso un percorso di salvaguardia e aiuto ai piccoli Comuni del Mezzogiorno, avviando un protocollo d’intesa con il Comune di Casal di Principe non appena vi si era insediato un Sindaco antimafia. Un protocollo che, coinvolgendo altri Ministeri, P.I., Cultura e Infrastrutture, avrebbe colmato e sanato i vuoti che si erano creati negli anni a causa delle continue crisi amministrative e infiltrazioni mafiose. È un modello che vorrei proporre al Parlamento per affrontare la questione scioglimento dei comuni, con lo scopo di prevenire le infiltrazioni mafiose. Sono fiduciosa che si

potrà lavorare bene in Calabria e, nello specifico, nel nostro territorio, perché partiamo dalla base costruttiva dei governi Renzi e Gentiloni, che hanno visto l’export calabrese crescere più di quanto non sia avvenuto nelle altre regioni meridionali. Risultato raggiunto anche attraverso gli investimenti previsti nel Patto Calabria, nella Città Metropolitana e nel progetto di riqualificazione della ferrovia ionica attuato dal Ministro del Rio. 2. La flat tax e il reddito di cittadinanza, che rischiano di creare illusioni. 3. Può essere colmata facendo seguire alle promesse fatti concreti, realizzati con un’azione politica attuata come servizio e in trasparenza.

Giuseppe Auddino 1. Il nostro territorio va difeso in relazione alla qualità che è in grado di esprimere, troppo spesso mortificata dalla malagestione e dal malaffare. Abbiamo prodotti di grande qualità, danneggiati da trattati europei che devono essere ridiscussi, perché danno la precedenza alle materie prime estere. Vogliamo difendere il territorio pensando alle sue vocazioni, difendendo la costa e le fiumare dalla cattiva gestione dei depuratori, attuando una politica che non trami nell’ombra ma si confronti con i cittadini. Dobbiamo portare avanti le politiche del territorio pensando alla sua tutela attraverso politiche già intraprese dai 5 Stelle e da trattare nelle sedi regionali, cercando di conseguire il bene dell’ambiente istituendo un registro tumori… Esempi di politica nuova che ci faranno andare lontano.

2. Lo individuo nel populismo del quale siamo accusati noi. Le coalizioni di destra e sinistra fanno promesse che dimenticano di non aver mantenuto quando sono state al governo in passato. Penso all’abolizione del bollo auto di Berlusconi o del Canone Rai di Renzi. Come possiamo continuare a fidarci di chi ha governato male e oggi vuole cancellare tutto? 3. Sento che l’abbiamo già colmata. Nel 2009 dicevano che eravamo illusi, ma oggi è chiaro a tutti quali sono le nostre ambizioni, in che modo vogliamo cambiare il Paese. Questo perché abbiamo fatto politica in mezzo alla gente e non attraverso i salotti televisivi, per i quali siamo evidentemente scomodi, considerato che non ci chiamano mai.

Claudio Belcastro 1. È imperativo valorizzare innanzitutto la vocazione turistica della nostra terra, ma non con la creazione di ecomostri come avvenuto in passato o come accade ancora oggi, bensì incentivando un tipo di turismo che non sia invasivo dei luoghi, siano essi a vocazione agricola, marina o montana. Per fare questo è necessario favorire la realizzazione di strutture ecosostenibili e avviare un progetto serio di ripopolazione dei borghi antichi attraverso la valorizzazione delle strutture e l’istituzione di alberghi diffusi che possano finalmente incentivare la riapertura dei laboratori artigianali tipici della nostra terra e tutte le attività commerciali limitrofe necessarie al loro buon funzionamento, instaurando, per incentivare l’avvio di tali attività, un regime fiscale privilegiato perduti gli imprenditori interessati al progetto.

2. Non mi voglio soffermare sulle fantasie degli altri. Penso che i cittadini abbiano già avuto modo di vedere quali siano state le loro promesse elettorali e quale sia stato il valore dei loro programmi all’esito dei periodi in cui hanno governato. 3. Colmare la distanza tra i cittadini e la politica è estremamente semplice, basta fare ciò che noi missini abbiamo sempre fatto: la politica tra la gente e per la gente, ascoltando ciò che i semplici cittadini hanno da dire e proporre, guardandoli negli occhi e non attraverso il mondo artefatto dei social network o, peggio, di piattaforme create solo per veicolare le problematiche più gradite sulla base dei sondaggi.


11 FEBBRAIO- 14

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LO ZIBALDONE

Aveva ragione Cicerone Sono stato colpito da ciò che è successo a Macerata, città già provata per l'orrenda fine della ragazza Pamela Mastropietro. Luca Traini ha sparato dall'interno della propria macchina e ha ferito degli esseri umani che avevano soltanto il “torto” di non essere italiani. Ma chi è Luca Traini? Un video lo ritrae sorridente accanto a Matteo Salvini nel giugno del 2017, in occasione di una manifestazione politica a sostegno della lista “Lega Nord Noi con Salvini”, per le amministrative di Corridonia, in cui era candidato. Senza ombra di dubbio, Salvini non conosceva il Traini, lo ha abbracciato come si usa con i candidati. Ma il candidato a sindaco non lo conosceva? Non aveva notato che sulla tempia destra ha tatuata una runa Wolfsangel, cioè un “dente di lupo”, antico simbolo germanico associato al nazismo? Considerato che Traini non ha riportato alcun voto di preferenza, perché l'ha candidato? Ha, forse, un idem sentire? Dopo la sparatoria, nella casa di Tolentino i carabinieri hanno trovato una copia del libro di Adolf Hitler, Mein Kampf, una bandiera con la croce celtica e parecchie riviste riconducibili al mondo dell’estrema destra. C’erano poi DVD e videocassette sulla storia del nazismo. È stato arrestato sulle gradinate del monumento ai caduti con una bandiera tricolore al collo, mentre faceva il saluto fascista. “Questa classe politica: destra, sinistra, centro come ha trattato il problema dei migranti? - ha chiesto il legale - Se questo è il risultato, allora Luca è la punta di un iceberg, la più eclatante e da condannare, ma la base è molto più vasta". Dicevo quasi tutti sono rimasti sdegnati perché sui social sono apparsi attestati di solidarietà e vicinanza. "Onore a Luca Traini", uno striscione choc a Ponte Milvio. “Ci vuole una pulizia di massa anche in Italia” ha detto Salvini. Secondo il leader della Lega Nord, occorre effettuare una pulizia “via per via, quartiere per quartiere e con le maniere forti se serve, perché ci sono interi pezzi d’Italia fuori controllo”. “Non vedo l’ora – ha, quindi, aggiunto – una volta al Governo, di controllare i confini come si faceva una volta e usare le navi della Marina Militare”. Ho letto in una rassegna stampa. Perché chiamare Luca Traini pazzo e non terrorista? Definendo il colpevole “pazzo” ci si sottrae al dover dare spiegazioni al suo gesto. Un pazzo colpisce in maniera ingiustificata, perché malato, un terrorista segue una logica, che per quanto assurda e deviata, ha alla base un ragionamento. Se un arabo avesse sparato a sei italiani bianchi dal finestrino di un’auto gridando “Allah akbar” tutti avrebbero titolato “terrorista”. Se un bianco fa lo stesso su sei immigrati gridando “Viva l’Italia” è un “pazzo”? Un giorno Cicerone disse ai suoi discepoli: “La società è gravemente malata!”. I discepoli preoccupati e stupiti dissero: “Dicci maestro quale malattia affligge il nostro popolo? Cicerone rispose: le malattie sono due, contagiose, epidermiche e funeste per la società: la prima è la diarrea verbale; la seconda è la stitichezza mentale”. Nonostante siano trascorsi oltre 2000 anni la gente continua a vomitare parole senza pensare o sapere di ciò che asserisce con fervente convinzione. Tonino Carneri

CALABRESE PER CASO

Alessio lascia la Calabria perchè invivibile

“Se sempre più giovani calabresi approdano ad altri lidi è colpa della mancanza di volontà di chi avrebbe dovuto guardare avanti e non solo fermarsi al comodo limite del proprio benessere o successo personale ottenuto in un deserto”

Essere connessi è certo una caratteristica dei nostri tempi e, in verità, anche una necessità dei nostri giovani i quali al fascino dell’immediatezza della trasmissione di sentimenti e ansie attraverso la semplificazione digitale sembrano non saper rinunciare. Comunicare, condividere, presentare, rappresentare diventano momenti di vita consumati in una tastiera mentre si sta decidendo cosa fare per il proprio futuro lasciando agli altri il compito di capire e riflettere. Leggere, così, all’ombra della stampa che conta su un webzine la lettera di Alessio quale addio di un giovane calabrese che lascia la sua terra giudicata “invivibile”, non è certo una novità. Forse lo sono i modi, ma neanche questi dovrebbero essere così particolari dal momento che mutano solo i mezzi e la rapidità di diffusione del pensiero, ma non il contenuto. Già, perché rileggendo la lettera di addio di qualche giorno fa ripercorriamo nelle nostre menti la lettere di quanti, tanti, troppi, nei decenni del Novecento e in questi ultimi anni hanno lasciato tracce di malinconia, di delusione e di rammarico per una terra ritenuta ingenerosa. Madre disattenta, se non assente, nel prendersi a cuore le sorti di generazioni di calabresi che hanno deciso di lasciarla per altre destinazioni e per ben altre terre non sempre così distanti dalla nostra. Eppure da questa ennesima, e forse emblematica nella sua manifestazione, dimostrazione di esilio volontario non ho visto o letto commenti sulle pagine dei giornali da parte di coloro che sono stati, di quelli che lo sono oggi quanto di coloro che vi si approssimano ad esserlo, responsabili della guida della regione. Non ho letto risposte, non ho percepito sussulti di dignità, non ho visto, se non nelle righe dei social, sentimenti che affermano principi

La disamina del Direttore Generale di Bankitalia sulla questione meridionale Provo a richiamare la vostra attenzione sul contenuto di un articolo apparso su “Il Foglio” del 20 settembre scorso. L’autore è Salvatore Rossi, attuale Direttore Generale della Banca d’Italia. L’articolo contiene una puntuale ed a tratti impietosa disamina delle principali differenze, economiche e sociali, che da sempre attanagliano il Sud se messo a confronto con il Nord del nostro Paese. Mai prima d’ora a mia memoria, ma può darsi che mi sbagli, un così alto esponente dell’Istituto, peraltro anch’egli meridionale , aveva così dichiaratamente manifestato il suo pensiero su un tema così delicato. Alcuni passaggi dello scritto aprono, a mio parere, una singolare finestra interpretativa sui mali che hanno sempre afflitto il nostro Meridione. Il lavoro di Rossi si ispira al Rapporto sul Mezzogiorno stilato nel 2000 dall’Ufficio Studi della Banca d’Italia, di cui lo stesso Rossi è stato per lungo tempo ai vertici. Spiccano, nel Rapporto, gli indici tra popolazione e pil prodotto nonché quelli riferiti alla disoccupazione ed alla povertà. Tutti gli indicatori hanno visto ed ahimè vedono il Sud in netto ritardo rispetto al Nord Italia ed alle medie nazionali. Quel Rapporto del 2OOO sottolineava inoltre come siano sempre esistiti flussi di redistribuzione del reddito da nord a sud, corrispondenti al differenziale tra le minori entrate tributarie del Sud (perchè minore è il reddito pro-capite) e la spesa pubblica che, spalmata in tutto il paese in modo uniforme a presc indere quindi dal gettito tributario, dà luogo, di fatto, a quel travaso di risorse pubbliche dal Nord al Sud Italia, quantificato nel 4 per cento del pil nazionale. Secondo Rossi, la gestione di quel travaso ha funzionato poco e male, a causa di una gestione dei servizi pubblici molto peggiore al Sud che al Nord, fattore questo che non ha fatto altro che perpetuare il divario tra le due parti del nostro paese. E per giunta anzi, quelle risorse aggiuntive si sono difatti trasformaste in macchine infernali per produrre ed incentivare corruzione e spreco. Quel Rapporto dell’Ufficio Studi auspicava, anziché il perpetuarsi del meccanismo di redistribuzione sommariamente sopra descritto, un utilizzo più efficace dei fondi strutturali europei, anche mediante l’applicazione di meccanismi di incentivo/disincentivo con l’obiettivo di

ridurre il deficit di efficacia tra Nord e Sud. L’assunto era ed è che se i servizi pubblici al Sud funzionano meglio, anche le imprese producono meglio. Salvatore Rossi reputa quel Rapporto valido ancora oggi e si chiede da cosa dipende quel differenziale di efficacia dei servizi generali tra Nord e Sud d’Italia. Individua tre settori nevralgici per la vita sociale di un Paese: l’istruzione scolastica, la sanità e la giustizia e rammenta che il confronto degli indicatori funzionali di dette aree evidenzia il netto svantaggio del Sud rispetto al Nord Italia . E ciò non dipende, in alcuna delle aree indicate, da penurie di carattere finanziario. A titolo esemplificativo, si pensi solo che in campo educativo, mentre al Sud a 10 docenti corrispondono 1OOO studenti, al nord lo stesso rapporto è di 9 docenti su 1OOO studenti. Per gli altri indicatori la storia non cambia. I “sociologi” attribuiscono quel “gap”, non già pertanto a carenze negli investimenti finanziari verso il Sud, bensì alla minore dotazione al Sud di “capitale sociale”, che ha principalmente a che fare con il senso civico dei cittadini, con la fiducia verso gli altri e con la partecipazione alla vita comunitaria. Ma la domanda che si pone Rossi al termine dell’amara disamina è “Ma il capitale sociale di una comunità può cambiare o è immutabile?”. Qualche spiraglio Rossi lo apre. Il “capitale sociale” di una comunità può cambiare anche se è maledettamente difficile. Rossi richiama la società meridionale al senso del dovere ed a compiere uno sforzo nel provare a realizzare quel cambiamento. Ma come? Intanto facendo leva sui segnali di cambiamento già avvenuti in alcune isole felici dove c’è buona impresa privata e buona amministrazione pubblica. Ma ovviamente devono poi entrare in gioco le politiche pubbliche. Perché è certo che se la qualità dei servizi pubblici migliora anche l’ambiente civico migliora. Il governo nazionale, quando disegna una politica generale, dovrà prevedere quindi incentivi per i singoli funzionari locali che fanno bene, e scoraggiare coloro che fanno male, utilizzando strumenti come le riduzioni delle retribuzioni nette, la penalizzazione nelle carriere e nello status sociale. L’efficacia di tali misure dipenderà tuttavia dalla continuità temporale, coerenza e vigore degli interventi. Rossi ricorda che però quelle misure

trovano un limite insuperabile nelle logiche elettorali. Gli incentivi (sussidi, bonus etc) fanno guadagnare voti, ma i disincentivi li fanno perdere. E non viene ovviamente colpito il furbetto dirigente che fa male, bensì il governo. Esiste difatti un retropensiero che ragiona in questi termini “Oggi è toccato a lui, ma domani potrebbe toccare a me”….. subire quel disincentivo. Considerazioni di tal genere, afferma Rossi, non possono essere sottaciute se si vuol essere realisti, anche se, al termine del ragionamento, non esclude la possibilità che venga raggiunta una soluzione di compromesso. Non lascia dubbi di interpretazione quando invece afferma che la lotta all’illegalità deve essere affrontata dalla politica con coraggio e determinazione. Al Sud, in particolare l’abusivismo e la corruzione sono molto più presenti che non al Nord e l’irrogazione di sanzioni serie e sistematiche, sia penali che civili, deve essere applicata con vigore. Rossi rammenta, tra le fconseguenze di quei mali, i boschi incendiati dolosamente nel corso delle stagioni calde o le morti causate da smottamenti o terremoti che non dovrebbero esserci. Il successo del Sud quindi, a parere di Rossi, non è solo di carattere economico, bensì politico, sociale e culturale. E conclude affermando che esistono da un lato le analisi serie, intrise anche di dubbi, che utilizzano però dati attendibili e che si servono di indagini statistiche ed altri strumenti scientifici inconfutabili. Dall’altro lato esistono i proclami e le urla urlate. Occorre liberarsi di questi ultimi, esclusivamente effimeri ed illusori. Le prime richiedono tempo, intelligenza ed atteggiamento critico. Solo puntando su di essi, il Sud potrà un giorno “sorgere”. Le considerazioni svolte da Salvatore Rossi non possono che essere condivise. Gli indicatori ripresi dal Rapporto dell’Ufficio Studi della Banca d’Italia riportano dati inconfutabili. Se si volesse tuttavia completare il quadro d’analisi, occorrerebbe discutere di altri fattori, che hanno ad esempio a che fare con la natura, anche antica, della gente di Calabria e/ o con i meccanismi di funzionamento che hanno prodotto l’attuale macchina burocratica e determinato la qualità dell’attuale dirigenza degli apparati pubblici. Ernesto Campiti

di solidarietà o che in tutta sincerità si riconoscano colpe per decidere di voltare definitivamente pagina. Ognuno guarda se stesso e, se soddisfatto della propria piccola fortuna, non condivide il disagio e le paure di chi abbandona una regione depauperandola man mano di intelligenze, di idee, di voglia di fare. Credo che a nulla servano pubblicità ben pagate sul turismo possibile, che poi si riduce ad un solo mese, o altre eccellenze che nulla dimostrano se non essere un argine, debole, alla deriva di una regione che si modella nella sua fragilità proprio nelle parole di coloro che l’abbandonano. D’altra parte, chi si è soffermato ad analizzare i flussi migratori dei nostri giovani in questi primi anni del nuovo secolo? Chi ne ha fatto oggetto di valutazione dei motivi, delle capacità potenziali perse, delle destinazioni raggiunte e dei motivi della loro scelta? Neanche le università hanno dedicato tempo ed idee non solo per comprendere il fenomeno quale oggetto di studio e di approfondimento, ma neanche nel capire il perché della stessa migrazione universitaria che, in fondo, per una regione con tre rettorati, sa molto di sconfitta. Io credo, come quei tanti, molti, che sono approdati ad altri lidi che non si tratti di invivibilità di una terra che, nella sua frugalità, non ha colpe. Quanto di mancanza di volontà - oggi sostenuta da alibi che non hanno più ragioni storiche da macinare a loro favore se non strumentali luoghi comuni – di chi avrebbe dovuto guardare avanti e non solo fermarsi al comodo limite del proprio benessere o successo personale ottenuto in un deserto. Il risultato, alla fine è uno solo. La decisa e continua fuga per sopravvivere come persone, come intelligenze e come …calabresi. Giuseppe Romeo

I BRIGANTI

Le pecorelle smarrite La divisione in classi è storia vecchia. Da sempre l’uomo si è arrogato il diritto di essere migliore di un altro, formando una società di pecorelle smarrite in cerca di padrone ed ergendosi quindi a capo branco per guidarle. Da sempre l’uomo è anche in cerca di una guida, perché da solo crede di non essere capace di avanzare. È una storia che si ripete da millenni, e pare non abbia fine. Chissà perché, mi chiedo. Forse perché a scuola ci insegnano le cose sbagliate, a mio avviso, tutte fondate sul consumismo, sulla globalizzazione, sul rispetto di regole che sempre l’uomo ha creato per regolare se stesso. Non si insegna invece come guidare se stessi, come elevarsi spiritualmente, come non soccombere ai brutti pensieri, come crearsi aspettative positive. Va tutto nel senso opposto alla vera natura dell’uomo, che è un essere prima di tutto spirituale. Lo spirito vive dentro un corpo di passaggio, che presto lascerà, dopo aver concluso questa esperienza che porta al miglioramento della coscienza. Non mi fido per niente di questa società occidentale, non mi fido delle bombe sante, né di quelle democratiche. Non mi fido di questo specchio per le allodole che ci siamo creati tutto intorno a noi. Siamo esattamente dove qualcuno si aspettava che fossimo: caduti nella rete, siamo in trappola. Siamo in trappola a casa nostra davanti a una tv che vomita oscenità, che divulga false credenze. Siamo convinti che se lo vediamo in tv o se lo leggiamo sul giornale allora bisogna crederci. Lasciamo che i bambini si “istruiscano” abbandonandoli davanti a una distruttiva tv. Creiamo pensieri negativi per poi chiedere aiuto al becchino. Non ci hanno insegnato a pensare da soli, a risolverci le nostre cose. Stiamo con la speranza che ogni 4 marzo ci salvino dal baratro. Ma chi può salvarci, se non noi stessi? Se smettessimo di guardare altrove e dirigessimo lo sguardo verso di noi per migliorarci, avremmo bisogno di questi burattini di turno? Ci serve solo silenzio e apertura del cuore. Se davvero c’è bisogno di un salvatore, allora dovremmo guardarci allo specchio, perché ognuno è artefice del proprio destino. Brigantessa Serena Iannopollo


GIUDIZIARIA

CONVERSANDO

Voti e “locali” di ‘ndrangheta in Lombardia del 416 bis

La Calabria in vetrina nella Città dei Fiori Una sfilata di eccellenze calabresi alla volta di Casa Sanremo Vitality’s, l’hospitality, giunta ormai alla sua undicesima edizione, realizzata da Gruppo Eventi e nata da un’idea di Vincenzo Russolillo e Mauro Marino. Otto giorni, da domenica 4 fino a sabato 10 febbraio 2018, di protagonismo e promozione per aziende, associazioni ed enti locali che hanno esibito, in un sunto di sapori, immagini e spettacoli, l’essenza della terra dei Bronzi e del Codex. Ma cosa ha inebriato le giornate a CasaSanremo? Sulle tavole della kermesse sanremese infatti non potevano mancare i capisaldi dell'enogastronomia calabrese: il vino e l'olio. Due elementi che richiamano le nostre forti radici magnogreche e che sono alla base della dieta calabrese. A consegnarle al palato la iGreco, storica azienda cariatese, certamente tra le realtà produttive più prestigiose che oggi esprime la nostra regione. Ma il Palafiori si è saturato miratamente di Calabria venerdì 9 Febbraio durante la giornata di protagonismo, con uno show cooking durante il quale sono stati preparati, dal master chef Pietro Tangari, in arte Pedro’s, la pizza a base di pancetta, mozzarella, patate e provola silane, con glassa di clementine, che si è potuta degustare con il rosato “Savù” delle cantine iGreco o anche con un particolare succo di clementine prodotto dall’azienda Clemì; e poi i filei, la pasta tipica calabrese, con gamberetti dello Jonio, carciofi locali, fonduta di provola silana e polvere di liquirizia, servito con un aromatico bianco “Filù” sempre della iGreco. Nell'eccelso contesto della settimana della musica e del Festival della canzone italiana le prelibatezze calabresi sono riuscite, anche stavolta, a far cantare le papille gustative della Città dei Fiori. Sonia Cogliandro

Nessuno vuole i voti delle ’ndrine. È ovvio. Quasi banale. I “voti” degli “uomini d’onore”, quelli che sono rifiutati “ a prescindere”, non si trovano solo nella “periferica” Calabria ma anche dove si vota per i candidati del Centro Nord Italia. Questa settimana ricordiamo ai lettori che le cosche della ’ndrangheta possono avere voti, e quindi sostenere candidati, in alcune località della “Lombardia”. Dagli esiti investigativi della Procura della Repubblica di Milano, Direzione Distrettuale Antimafia, confluiti nell’operazione “Infinito” si trova descritta la struttura 'ndranghetista come organizzata in un'autonoma associazione, denominata "La Lombardia", che provvede al coordinamento delle locali denominate Milano, Cormano, Bollate, Bresso, Corsico, Legnano, Limbiate, Solaro, Pioltello, Rho, Pavia, Canzo, Mariano Comense, Erba, Desio e Seregno; e, indipendentemente dalla partecipazione ad una singola locale, tutti gli Imputati di quel procedimento penale, gran parte definito in Cassazione, sono accusati di avere fatto parte dell'associazione di tipo 'ndranghetista denominata "La Lombardia". Sempre secondo l'ipotesi accusatoria tale asso-

I FRUTTI DIMENTICATI

Delicante di Ferruzzano VITIS DOMESTICA L. FAM. VITACEE el settembre del 2010 fui contattato da Sergio Guidi, dirigente dell’Arpa Emilia Romagna che aveva visitato un mio campo di salvataggio di viti della provincia di Reggio Calabria e mi propose di partecipare ad un’esposizione di frutti di piante in estinzione ,con quelli della Locride, che si sarebbe tenuta a Roma nel palazzo della Provincia, ospiti della giunta Zingaretti. Accettai e mi preparai alla partenza che fu non certo una passeggiata in quanto ero appesantito da due enormi scatoloni di cartone di circa trenta chili ognuno di peso e da una valigia con gli effetti personali. Guidi mi aveva pregato di farmi aiutare da qualche dirigente della provincia di Reggio che avrebbero potuto pagarmi un corriere veloce che avrebbe portato gli scatoloni pieni di frutti del germoplasma calabrese, in quanto essi avrebbero fatto pubblicità alla Calabria tutta. Mi recai alla provincia e feci le mie proposte a qualcuno, dopo ore di anticamera, che mi ascoltò con atteggiamento schifato , sentendo parlare di biodiversità , e mi ritenni fortunato quando mi allontanai a bocca asciutta , ma senza aver ricevuto dei calci nel fondo schiena. Il viaggio fu un calvario in quanto, partendo da Brancaleone dovetti cambiare treno prima a Reggio e poi a Villa S. Giovanni, dove salii faticosamente su un treno da cui scesi su un marciapiedi della stazione Termini a Roma. Non esisteva ormai più un servizio addetto ai bagagli per cui mi stavo preparando a trascinare i miei fino ai taxi, ma per mia fortuna comparve una donna rumena che faceva servizio abusivo con un suo carrellino personale e così risolsi il mio problema, per cui in poco tempo arrivai a Palazzo Valentini, sede della Provincia. Vi arrivai prima di Sergio Guidi e nell’attesa mi misi ad osservare con molta attenzione la colonna traiana che è situata nella parte opposto della facciata della sede della provincia, a ridosso per giunta. Essa era stata voluta dall’imperatore Traiano per esaltare la conquista della Dacia, attuale Romania, nelle dure campagne che costarono anni di guerre ( 101-106 d.C.) contro i valorosi Daci guidati dall’eroico Decebalo, che quando fu sconfitto preferì suicidarsi per non cadere nelle mani dei romani. Quando arrivò Guidi cominciammo ad allestire i tavoli per l’indomani, quando sarebbe stata aperta la mostra dei frutti, che sarebbe durata due giorni; fu un successo e fu prorogata di alcuni altri. Il tavolo più ammirato fu quello calabrese e fu visitato con attenzione da Vanna Forconi, presidente dell’ISPRA, la quale volle visitare la Calabria ed arrivò ai primi di dicembre ed il suo desiderio fu quello di visitare i “ giganti” di Pietra Cappa, ossia i castagni millenari piantati

N

nel periodo bizantino dai monaci basiliani, ricadenti nel comune di San Luca. Aveva nevicato abbondantemente ma nonostante ciò la dott. essa Forconi non rinunciò all’idea di visitare il bosco di castagni millenari e la guida fu Totò Pellegrino presidente ed animatore di “Gente in Aspromonte “ l’0rganizzazione che si occupa di evidenziare con gite guidate le caratteristiche più notevoli della montagna Calabrese. Visitammo i “giganti” con la neve che arrivava oltre i ginocchi e Vanna Forconi restò tanto estasiata che programmò per il Quaderno dell’Ispra 2012 la partecipazione congiunta della Calabria e del Trentino Alto Adige. Il Quaderno fu edito dall’ISPRA, con la partecipazione anche dell’ARPACAL , del prof. Giovanni Spampinato della Mediterranea di Reggio Calabria, dell’UNICAL ed addirittura, per la sezione Alto Adige anche del prestigioso Istituto Agrario di San Michele all’Adige e del Centro di Sperimentazione Agraria e Forestale Laimburg. I testi sui fruttiferi, per la sezione Calabria furono curati in prevalenza dalla Dott. esse Caloiero , Odoguardi e anche dal sottoscritto che si occupò anche delle notizie storiche riferite alla Calabria. Durante la visita in Calabria la dott. essa Forconi ebbe modo di visitare l’ulivo del Krisma nell’orto della palazzina dei ferrovieri a Ferruzzano e restò tanto stupita dalla fantasmagoria delle sue ulive candide che assieme al dirigente dell’ARPA Emilia Romagna Sergio Guigi organizzò la donazione di un ulivo del Krisma ai Giardini Vaticani che fu portato dalla Calabria al Vaticano appunto nel dicembre 2011 da me. Invece durante l’esposizione dei tavoli a Palazzo Valentini, i visitatori ammirarono i frutti dimenticati e l’ultimo giorno , gli ultimi, assaggiarono tutti i grappoli delle decine di varietà d’uve presentate, riducendoli in graspi. Fra gli altri c’era un grappolo della Delicante di Ferruzzano, qui rappresentata, che avevo recuperato in una vigna abbandonata alla fine degli anni 50 del 900 e la vite che lo aveva prodotto era stata allevata a pergola e per questo si era salvata dall’estinzione; di essa sopravvivono ormai solo dieci viti che sono collocati nel mio campo di salvataggio a Ferruzzano. Quando la viticoltura era florida a Ferruzzano, alcuni agricoltori avevano cura di piantare nelle proprie vigne molte viti di Delicante con cui avrebbero prodotto in purezza un vino particolare, molto delicato, morbido e fruttato ed il vitigno era stato denominato nei termini suddetti , oltre che per la delicatezza del vino ricavato, “femminello” ossia delicato come una donna, anche per quella dei grappoli, costituiti da acini radi, talvolta quasi sferici o subovali; i suoi graspi erano teneri e delicatissimi, quasi candidi. Antonino Sigilli Orlando Sculli

Non c’è niente da ridere, vi avviso. Il 31 gennaio scorso, Studio Aperto (il “tg” di Italia1), dà, tra le altre energizzanti notizie di cronaca nera, quella del ritrovamento del corpo di Pamela Mastropietro. Per le poche che non lo sapessero, la giovane è stata smembrata e i suoi resti chiusi in due trolley, abbandonati nelle campagne del maceratese dall’uomo che l’ha ammazzata, che per ironia del destino, di nome fa Innocent. A seguito dell’assassinio di Mastropietro, quel tal Luca Traini ha poi sparato su dei giovani neri a Macerata. Innocent che uccide, Traini che traina il carro del razzismo, a quanto pare ormai inarrestabile. Febbraio non è iniziato bene. Con piglio hitchcockiano, “Studio Aperto” mostra gli omini con le tute bianche della scientifica, tanto simili alle scene finali di “E.T.”, tirarsi dietro i due trolley. Due vali-

VERA DONOVAN SAYS

ciazione mantiene autonomia da quella che può essere definita la "casa madre" calabrese, pur in presenza di riconosciuti legami organici tra i soggetti operanti in territorio lombardo e quelli facenti capo a quest'ultima e pur postulandosi l'inserimento de "La Lombardia" in una struttura di riferimento, i cui organi provvedono al coordinamento delle attività complessive e degli assetti delle autonome articolazioni territoriali. Del resto, anche la Suprema Corte ha avuto occasione di soffermarsi su questo particolare fenomeno di organizzazione dell'associazione di cui all'art. 416 bis c.p., affermando che "la connotazione mafiosa o camorristica di un’associazione per delinquere inerisce al modo di esplicarsi dell'attività criminosa, e non già al luogo di origine del fenomeno criminale, sicché è irrilevante che, sia pure a fini strategici, la stessa possa avere dei collegamenti con la "casa madre" di riferimento, quali la mafia, la camorra o la "ndrangheta". Del resto l'associazione ex art. 416 bis c.p. può, invece, anche essere diretta a realizzare, sempre ricorrendo alla forza d'intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva, taluno degli altri obiettivi indicati dalla norma medesima, fra i quali anche quello, assai generico, costituito dalla realizzazione, di "profitti o vantaggi ingiusti per sé o per altri". E questo in Calabria come in Lombardia. E come in alcune indagini “calabresi” anche “giù” al nord si è registrato un pranzo "elettorale" che si è svolto presso un ristorante al fine di presentare e sostenere la candidatura di un soggetto alle elezioni comunali di Cologno Monzese. C’è stato anche un appartenente alla ’ndrangheta, tale M.V., quale elemento di vertice era legittimato a partecipare ai summit de “La Lombardia” nei quali si decidevano le strategie, gli equilibri relativi alle locali e si nomina il rappresentante generale; intrattenere rapporti con esponenti politici locali e che, “inoltre crea un movimento politico per partecipare alle elezioni amministrative del 2010 del comune di Bollate al fine di garantire a sé e ad altri associati commesse pubbliche nel settore edilizio”.

ge scure, con i bollini delle vacanze e gli adesivi con “I love Dubai”. Sì, ma non è “La finestra sul cortile”, e quel tizio non è un attore, è un assassino, anche se di nome fa Innocent. E questo non è un film di Hitchcock, ma è la realtà. In quelle due valige non c’era la signora Thorwald, ma una ragazza di appena diciott’anni. La vista delle due valige non è orrorifica di per sé: sono due valige. È ciò a cui è alluso, che non vediamo, a sollevare l’orrore (e Hitchcock lo sapeva bene). Non è stata una svista o una leggerezza: quelle due valige sono state mostrate per due secondi, ad arte, per far sgorgare un senso di naturale disgusto, dolore, orrore e sconvolgimento. La cronaca va bene. La cronaca nera va bene. L’orrore no. Il giornalismo non è “Criminal Minds”. A tal proposito la vostra Vera ha scritto all’Ordine dei Giornalisti, da cui è certa di non ricevere alcuna risposta.


11 FEBBRAIO - 16

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Attualità

TITolo lIbRo: TRACCE dI CuCInA dI CAlAbRIA AuToRE dEl lIbRo: PInuCCIo AlIA CATEgoRIA: CuCInA CAsA EdITRICE: CITTà dEl solE

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Con un una maglietta nera bucata e un po’ di bianco in faccia, un ragazzo travestito da “Corvo” era riuscito a battere tutti

Quando Carnevale era tutta un’altra storia C'è stato un tempo in cui con vecchi vestiti, forbicioni, varie pezze e macchina da cucire a pedale si sfornavano costumi di cavaliere errante, re, regina, fante, contadino, marajà, indiani d’America, e tutta una sequela di personaggi usciti dalle vecchie fiabe italiane e dai fumetti. E poi ci sono stati gli anni del cosplayerismo, quando il nostro immaginario collettivo si spostò da Calvino a Hollywood.

primo vestito confezionato per carnevale che ebbe mia madre fu di fatina. La nonna le diceva “È di regina, non di fatina”, ma dalla descrizione dell’abito non sono riuscita a isolare degli elementi che possano escludere l’una o l’altra ipotesi. In genere mia madre veniva vestita da suo padre con vestiti cuciti dallo zio Oreste, preside di un liceo, che pare cucisse i vestiti di carnevale a tutti i bambini di Nicotera. Con vecchi vestiti, forbicioni, varie pezze, tela indiana venduta da un mercante ebreo, chiamata “tela amara”, e l’ausilio di una macchina da cucire a pedale, lo zio Oreste sfornava costumi di cavaliere errante, di re, di regina, di fante, di contadino, di vecchio, di marajà, indiani d’America, pistoleri e sceriffi, e tutta una sequela di personaggi usciti dalle vecchie fiabe italiane e dai fumetti dell’epoca. I bambini venivano presi in mucchio e messi sui carri. Parliamo di carri di legno, con le ruote, trainati da quell’animale fantastico noto come “bue”. Maschi e femmine erano mescolati, e a seconda del personaggio principale del carro, il capocarro annunciava: “Il carro del marajà! Potete venire a prendere le caramelle, la frutta, i biscotti, la frutta!”. Era frutta vera, erano biscotti veri, non Mulino Bianco, che venivano dati a chi accompagnava il carro nella sua lenta marcia. Ogni bambino faceva qualcosa di particolare, ad esempio (testuali parole): “ ’ u figghiu di Ciccu ‘u Pupu suonava la fisarmonica”. Non mancavano mai il “carro della fioraia” e quello del pasticcere, e sia dolci che fiori venivano regalati largamente (senza licenza per la somministrazione di cibi e bevande). Il mondo rappresentato era variegato, comprendeva personaggi inventati, aristocrazia, clero, esponenti di varia nobiltà, del popolo e degli artigiani. Il corteo raggiungeva piazza Santa Caterina, i bambini scendevano, e iniziava una festa con musiche, recite, scenette da commedia d’arte. Il carnevale finiva con recite a casa del cugino di mia mamma, Mimmo Proto, il quale era proprietario del teatro di Nicotera. Mia mamma era già abbastanza grande quando le fu messo davanti il primo costume confezionato, e aveva abbastanza senso critico per non credere che fosse un vero costume di fatina, tanto più che la madre le diceva che era da regina. Se non c’era un assemblaggio di vecchie pezze e un trucco fatto con cerone e colori, mia mamma non riusciva a sospendere l’incredulità e a immaginarsi come una regina, una fatina o un marajà. Molti di noi, nati tra i Settanta e gli Ottanta, hanno foto che li immortalano travestiti da cose improbabili. Nella famiglia di mio padre erano leggendarie le maratone delle zie per comporre fantastici costumi per nipoti e figli. Luna, semaforo, cartello stradale. Si stava in piedi anche la notte per cucire e incollare, perché il costume non si rompesse e fosse

Il

abbastanza solido da resistere agli urti delle sfilate. Il costume più interessante che ricordo fu quello di un ragazzo che si era travestito da “Corvo”. Erano i Novanta, iniziava a diffondersi il cosplayerismo, il nostro immaginario collettivo si era decisamente spostato da Calvino a Hollywood. Però con un una maglietta nera bucata e un po’ di bianco in faccia, una camminata spavalda, quel ragazzo era riuscito a battere tutti in quanto a inventiva e “costo zero” dell’operazione. Quel giorno io avevo una tuta di Star Trek TNG, quella azzurra, del settore scientifico, per capirci (tanto lo so che non mi capite). Era costata centomila lire. Avevo anche un tricorder e un phaser edizione deluxe, con suoni e lucine. Altre centomila lire. E quel tipo con un lupetto bucato aveva stracciato tutti noi. Lidia Zitara

"Il senso di questo libro è mettere assieme l'amore per la cucina, per i luoghi, per le pietanze, per le primizie, per i prodotti della terra. Pensiamo ai pomodori di belmonte o alle patate della sila o alla cipolla di Tropea o allo spada dello stretto di cui Pinuccio ci racconta prima di una memorabile ricetta - la storia antica, anzi, antichissima. E c'è anche la Calabria che rischia di scomparire, che ricordiamo ma che a tratti resiste [...] sarà cucina antica, ma sarebbe un crimine perderla, dice Pinuccio. Ed è questo il senso del libro saporito che andrete a leggere. Anzi, a gustare!". (dalla Prefazione di Filippo veltri) TITolo lIbRo: l'InvEnzIonE

CRIsTIAnA dEllA lAICITà AuToRE dEl lIbRo: dARIo AnTIsE CATEgoRIA: sAggIsTICA CAsA EdITRICE: RubbETTIno PREzzo €12,00

la grecia ha passato all'Europa l'idea di razionalità come discussione critica. ma non fu la grecia a passare all'Europa i suoi dei. Il dio delle popolazioni europee è il dio della bibbia e del vangelo, è il dio che relativizza il potere politico e, insieme, desacralizza, "mortifica" la natura rendendola disponibile. la laicità dello stato, laico perché non più assoluto; e la secolarizzazione, con una natura non più sacra e una Terra abitata da uomini fallibili: sono due realtà strettamente connesse al messaggio della bibbia e del vangelo. Per questo non si può dare torto a Th. s. Eliot quando afferma che "se il Cristianesimo se ne va, se ne va tutta la nostra cultura. E allora si dovranno attraversare molti secoli di barbarie". TITolo lIbRo: lA sTRAdA CAmmInA Con mE

AuToRE dEl lIbRo: FERnAndo muRACA CATEgoRIA: sAggIsTICA CAsA EdITRICE: lARuFFA EdIToRE PREzzo €12,0o

Lidia Zitara travestita da coniglietta

Come un "artigiano creativo" Fernando muraca ha approfondito la ricerca culturale mettendola a confronto con la prassi del suo lavoro di regista, scrittore, pedagogo. Abbiamo deciso di pubblicare questo breve saggio come un dono ai giovani che, interrogandosi sul loro futuro, cercano di conferire alla personale ricerca artistica una direzione di valore. l'autore ci racconta i segreti del suo metodo e ci fa conoscere i privilegi e le sfide di chi tenta, con tutto il cuore, il cammino verso un'opera d'arte.

Il Carnevale travolge la provincia

Si respira forte l’aria di carnevale, nel nostro comprensorio. Dopo la manifestazione di giovedì pomeriggio che, a Canolo ha affiancato giochi, musica, balli, trucca bimbi e filastrocche a un ricco buffet di prodotti allegorici e la sfilata dei carri in programma nel pomeriggio di ieri a Locri, la grande festa continua tra i Comuni della Valle del Torbido dove, tra il pomeriggio di oggi e martedì grasso, Gioiosa Ionica e Grotteria si coloreranno di carri, maschere e vestiti contagiati dai balli travolgenti dei Gioiosa Dance, del gruppo Agesci e di tanti altri ancora. Anche Portigliola, dopo l’appuntamento “introduttivo” della scorsa settimana, propone questo pomeriggio, a partire dalle ore 15, una sfilata di carri allegorici che terminerà con lo spettacolo di Luca Lombardo, trasformista mago e Clown. Avete voglia di fare qualche chilometro in più per vedere qualcosa di diverso? Vi viene incontro il Comune di Cinquefrondi che, dopo il successo dello scorso anno, ripropone il Gran Carnevale Cinquefrondese che, a partire da questo pomeriggio, proporrà la sua personale versione della sfilata di carri allegorici, l’animazione offerta dai ragazzi del Servizio Civile e un concorso per premiare la maschera più originale in

attesa della rappresentazione tradizionale della “Morte del Carnevale”, prevista per la sera del 13 febbraio. Per chi si trova dalle parti di Reggio Calabria, invece, presso la stazione FS di Santa Caterina avrete la possibilità di trascorrere un carnevale “più acculturato” grazie alla mostra di Adele Canale “Carnevale: una storia, tanti colori”, organizzata nell’ambito della rassegna “Arte in Stazione”. Non pensate che la visita alla mostra sia esente da una sezione dell’iniziativa godereccia: questa sera, infatti, presso la Sala museo “Il Ferroviere”, si svolgerà un ciclo di iniziative imperniate sulla degustazione degli spaghetti di carnevale e dei dolci tipici della tradizione, a cominciare dalle chiacchiere castagnole offerte da una pasticceria reggina. Anche quest’anno, insomma, una settimana all’insegna dello svago e della spensieratezza dedicata non solo ai bambini, ma anche alle loro famiglie e, più in generale, a tutta la gente del nostro territorio, che potrà così godersi il frutto della collaborazione tra i comuni, ragazzi volenterosi e le associazioni territoriali. Buon carnevale a tutti! Jacopo Giuca


Il “Partito valore umano” è un movimento fondato da individui che entrano in contatto ogni giorno con le difficoltà della società civile e che, per questa ragione, più di altri sono a conoscenza delle reali necessità e istanze dei nostri territori.

nella foto in ordine Amato maria Concetta Aversa Francesca Curcio grazia Caruso Achille gianfranco sorbara Aversa giuseppe

“la nostra presenza nelle vostre vite 365 giorni l’anno ci rende degli ottimi rappresentanti”

Con la disaffezione alla politica alimentata negli ultimi anni dai partiti storici, circa 100mila persone operati nelle più importanti associazioni di volontariato hanno deciso di fondare il “Partito Valore Umano”, un movimento fondato da individui che entrano in contatto ogni giorno con le difficoltà della società civile e che, per questa ragione, più di altri sono a conoscenza delle reali necessità e istanze dei nostri territori. In qualità di presidente regionale dell’Associazione Nazionale di Azione Sociale e forte di un’esperienza politica ventennale mai tradotta in una candidatura a causa della distanza che ancora oggi intercorre tra i vecchi partiti e la politica, ho voluto aderire a questo progetto nazionale, accettando le cariche di vicepresidente nazionale del partito e di capolista del Collegio Calabria in vista delle elezioni del prossimo 4 marzo. Anche se ci affacciamo per la prima volta sul panorama della politica nazionale, non abbiamo i finanziamenti delle nostre controparti storiche e la simpatia dei mass media, oggi vi chiedo di dare fiducia a un progetto costituito da persone che vengono dalle vostre stesse realtà ter-

ritoriali e che, conoscendo i vostri bisogni e le vostre necessità, sapranno come indirizzare al meglio i propri sforzi affinché vi siano date risposte concrete. Non credete che il raggiungimento della soglia di sbarramento sia un ostacolo per noi. Studiando il “Rosatellum” meglio di come fatto dai grandi partiti, abbiamo realizzato di poter raggiungere il 3% con almeno 12mila voti in ognuno dei 63 collegi plurinominali, un risultato più che a portata soprattuto in relazione alla nostra presenza fisica sul territorio. La nostra capacità di stare al fianco dei bisognosi, di ascoltare quella parte di elettorato che non va a votare, che è scontenta o indecisa, rende infatti il nostro agire quotidiano il miglior salotto televisivo attraverso il quale promuovere la nostra azione sociale e partitica. La nostra presenza nelle vostre vite 365 giorni l’anno (e non soltanto una volta ogni 5 anni) a causa della natura sociale del nostro lavoro, ci rende la migliore espressione che i territori possano avere in Parlamento. Il mio senso di appartenenza alla Locride mi rende rende l’unico candidato del nostro comprensorio in grado di giocarsi davvero le elezioni, perché le mie controparti sono distanti dalla nostra terra centinaia di chilometri, elemento che le rende lontane non solo geograficamente, ma anche ideologicamente. Il 4 marzo potremo finalmente avere una rappresentanza che cammina unita per perseguire l’unico scopo di rappresentare i bisogni delle persone più disagiate. Avvieremo un lavoro sinergico che porterà avanti un programma innovativo, in grado di presentare idee rivoluzionarie grazie all’apporto di tanti esperti dei diversi settori economico-finanziari che hanno deciso di aderire al nostro programma. Abbiamo scelto di camminare da soli perché la costruzione di un domani migliore passa dalla rottura con il passato. Ma per realizzare questo progetto ci serve il tuo aiuto… Gianfranco Sorbara

Rappresenterò la locride nei Palazzi di potere Ho deciso di candidarmi perché sono figlio di questo territorio, lo amo da sempre e sento la necessità di rispondere alla sua aiuto. di richiesta L’importanza della mia candidatura risiede proprio nel mio essere espressione di questo comprensorio, che da troppo tempo non è rappresentato adeguatamente nei Palazzi di potere. Proprio perché nato e cresciuto nella Locride, vivo da sempre i suoi problemi in prima persona e, per questa ragione, conosco alla perfezione le richieste che i miei concittadini quotidianamente vorrebbero avanzare ai nostri rappresentanti. Credo che

attraverso l’ascolto e il confronto diretto con l’elettorato si possa finalmente intraprendere una strada che permetta di realizzare una volta per tutte le potenzialità inespresse del nostro territorio, motivo per il quale mi impegnerò con grandissima tenacia nell’esaltazione della legalità, della giustizia e della sicurezza che anche nella Locride possono essere espresse ad altissimi livelli. Se riusciremo a realizzare tutto questo daremo una volta per tutte ai nostri giovani la possibilità migliore di scegliere di crescere, vivere e lavorare nella propria terra. Ora dipende da te!


Il “Partito valore umano” è un movimento fondato da individui che entrano in contatto ogni giorno con le difficoltà della società civile e che, per questa ragione, più di altri sono a conoscenza delle reali necessità e istanze dei nostri territori.

nella foto in ordine Amato maria Concetta Aversa Francesca Curcio grazia Caruso Achille gianfranco sorbara Aversa giuseppe

“la nostra presenza nelle vostre vite 365 giorni l’anno ci rende degli ottimi rappresentanti”

Con la disaffezione alla politica alimentata negli ultimi anni dai partiti storici, circa 100mila persone operati nelle più importanti associazioni di volontariato hanno deciso di fondare il “Partito Valore Umano”, un movimento fondato da individui che entrano in contatto ogni giorno con le difficoltà della società civile e che, per questa ragione, più di altri sono a conoscenza delle reali necessità e istanze dei nostri territori. In qualità di presidente regionale dell’Associazione Nazionale di Azione Sociale e forte di un’esperienza politica ventennale mai tradotta in una candidatura a causa della distanza che ancora oggi intercorre tra i vecchi partiti e la politica, ho voluto aderire a questo progetto nazionale, accettando le cariche di vicepresidente nazionale del partito e di capolista del Collegio Calabria in vista delle elezioni del prossimo 4 marzo. Anche se ci affacciamo per la prima volta sul panorama della politica nazionale, non abbiamo i finanziamenti delle nostre controparti storiche e la simpatia dei mass media, oggi vi chiedo di dare fiducia a un progetto costituito da persone che vengono dalle vostre stesse realtà ter-

ritoriali e che, conoscendo i vostri bisogni e le vostre necessità, sapranno come indirizzare al meglio i propri sforzi affinché vi siano date risposte concrete. Non credete che il raggiungimento della soglia di sbarramento sia un ostacolo per noi. Studiando il “Rosatellum” meglio di come fatto dai grandi partiti, abbiamo realizzato di poter raggiungere il 3% con almeno 12mila voti in ognuno dei 63 collegi plurinominali, un risultato più che a portata soprattuto in relazione alla nostra presenza fisica sul territorio. La nostra capacità di stare al fianco dei bisognosi, di ascoltare quella parte di elettorato che non va a votare, che è scontenta o indecisa, rende infatti il nostro agire quotidiano il miglior salotto televisivo attraverso il quale promuovere la nostra azione sociale e partitica. La nostra presenza nelle vostre vite 365 giorni l’anno (e non soltanto una volta ogni 5 anni) a causa della natura sociale del nostro lavoro, ci rende la migliore espressione che i territori possano avere in Parlamento. Il mio senso di appartenenza alla Locride mi rende rende l’unico candidato del nostro comprensorio in grado di giocarsi davvero le elezioni, perché le mie controparti sono distanti dalla nostra terra centinaia di chilometri, elemento che le rende lontane non solo geograficamente, ma anche ideologicamente. Il 4 marzo potremo finalmente avere una rappresentanza che cammina unita per perseguire l’unico scopo di rappresentare i bisogni delle persone più disagiate. Avvieremo un lavoro sinergico che porterà avanti un programma innovativo, in grado di presentare idee rivoluzionarie grazie all’apporto di tanti esperti dei diversi settori economico-finanziari che hanno deciso di aderire al nostro programma. Abbiamo scelto di camminare da soli perché la costruzione di un domani migliore passa dalla rottura con il passato. Ma per realizzare questo progetto ci serve il tuo aiuto… Gianfranco Sorbara

Rappresenterò la locride nei Palazzi di potere Ho deciso di candidarmi perché sono figlio di questo territorio, lo amo da sempre e sento la necessità di rispondere alla sua aiuto. di richiesta L’importanza della mia candidatura risiede proprio nel mio essere espressione di questo comprensorio, che da troppo tempo non è rappresentato adeguatamente nei Palazzi di potere. Proprio perché nato e cresciuto nella Locride, vivo da sempre i suoi problemi in prima persona e, per questa ragione, conosco alla perfezione le richieste che i miei concittadini quotidianamente vorrebbero avanzare ai nostri rappresentanti. Credo che

attraverso l’ascolto e il confronto diretto con l’elettorato si possa finalmente intraprendere una strada che permetta di realizzare una volta per tutte le potenzialità inespresse del nostro territorio, motivo per il quale mi impegnerò con grandissima tenacia nell’esaltazione della legalità, della giustizia e della sicurezza che anche nella Locride possono essere espresse ad altissimi livelli. Se riusciremo a realizzare tutto questo daremo una volta per tutte ai nostri giovani la possibilità migliore di scegliere di crescere, vivere e lavorare nella propria terra. Ora dipende da te!


11 FEBBRAIO- 18

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cultura www.larivieraonline.com

Grazie a Origami, la piccola macchina elettronica inventata da Francesco Tassone, fare una casa è semplice come fare un caffè.

INTERVISTA A FRANCESCO TASSONE

La fabbrica tascabile calabrese che ha rivoluzionato il mondo dell'edilizia MARIA GIOVANNA COGLIANDRO n un paese con meno di 1000 abitanti, sul cucuzzolo dell’altopiano delle Serre vibonesi, Francesco Tassone, giovane ingegnere, e il fratello Luigi hanno fondato la Personal Factory. Qui è stata data alla luce una fabbrica tascabile che ha rivoluzionato il mondo delle costruzioni. Partendo dalla costatazione che i materiali per l’edilizia sono composti per il 98% da sostanze leganti e inerti come sabbia, cemento, calce prodotti reperibili ovunque - e per il 2% da reagenti chimici, Francesco Tassone ha creato una piccola macchina elettronica, Origami, che consente ai rivenditori di materiali edili di produrre malte al posto delle grandi fabbriche. In casa propria, a km zero. Dopo aver indicato al computer il prodotto di cui ha bisogno, il rivendi-

I

tore inserisce cemento e materiale inerte che trova in loco e aggiunge il 2% del composto chimico prodotto dai fratelli Tassone. In un’ora la macchina è in grado di sfornare una tonnellata di malta, ovvero quanto prodotto da una fabbrica di grandi dimensioni. Partendo dalla Calabria questo processo edilizio innovativo ha varcato i confini nazionali imponendosi con forza nei mercati africani, dove è in atto una crescita del settore dell’edilizia residenziale che deve, però, fare i conti con le difficoltà logistiche del territorio. Nel 2006 dà alla luce la sua creatura: Origami. Perchè le ha dato questo nome? La motivazione ufficiale è molto semplice: così come un origami parte da un foglio e può prendere innumerevoli forme, allo stesso modo il nostro impianto da poche materie prime può creare decine di prodotti. Il nome però ha altri vantaggi: è comprensibile senza fraintendi-

menti e difficoltà di pronuncia in quasi tutte le lingue ed è associato al concetto di perizia in un lavoro artigianale. Ha usufruito di finanziamenti regionali, statali o europei per avviare la sua attività? Il progetto per la sua complessità ha avuto una lunga gestazione. Il primo prototipo è stato realizzato con un mutuo decennale a tasso agevolato la cui ultima erogazione, tanto per constatare l’efficienza dei finanziamenti pubblici, è stata erogata lo scorso anno, dopo 10 anni. L’azienda Personal Factory è stata fondata nel 2009 con il primo investimento di fondi di Venture Capital nella storia del sud Italia. Ancora oggi penso che siamo solo in due in Calabria ad avere attratto investimenti in capitale di rischio. Nel 2013 abbiamo fatto un grosso progetto di ricerca finanziato con la programmazione PON insieme a ENEA e UNICAL, in cui abbiamo dimostra-

to la fattibilità di malte al 100% provenienti da materiali da riciclo. Come dimostratore tecnologico abbiamo anche realizzato una piccola imbarcazione in malta ad alte prestazioni che rimasta quasi un anno in mare. Sempre in ambito ricerca abbiamo fatto altri piccoli progetti con il Polo Materiale nel TECHNEST all’UNICAL, e oggi sempre con UNICAL stiamo realizzando un progetto molto avanzato sull’evoluzione dell’impianto (oggi riservato). Siamo stati destinatari di tre Seal of Excellence della commissione europea sullo SME2 e vincitori di una ventina di premi internazionali. L’ultimo dal global Tech Tour a Rotterdam. Dopo aver progettato il modello base per produrre malte cementizie, oggi la sua azienda ha creato dei robot in grado di sfornare materiale da design. Come funzionano? In realtà l’impianto è lo stesso, già dalle origini il siste-

“Il canto del mare” di Rosa Ponente: Scampoli di speranza nel buio Versi semplici ma di generosa musicalità, dettati dall’anima per descrivere le emozioni e i ricordi che bussano al cuore. È una poesia elegante, dolce, quella di Rosa Ponente, nata e cresciuta a Siderno, e che da poco ha dato alle stampe “Il canto del mare”. Eco fedele degli accenti della tristezza e della gioia attraversate nel corso della sua vita, la silloge è ben articolata e fa meditare nel suo traslucido cercare scampoli di speranza nel buio. Una poesia pacata, uno scorrere di sensazioni lento e

IN BREVE

Al via il Kaulonia Music Festival 2018 L'Amministrazione Comunale di Caulonia dà il via al Kaulonia Music Festival 2018, la prima stagione musicale realizzata nel nuovo Auditorium “Casa della Pace Angelo Frammartino” con la preziosa collaborazione dell’A.M.A. Calabria; associazione che da circa 40 anni opera nel campo della promozione e della ricerca musicale con competenza e professionalità sia dal punto di vista organizzativo che artistico-scientifico. I risultati conseguiti in questi anni le hanno consentito di ottenere il riconoscimento della personalità giuridica di diritto privato con decreto del Presidente della Regione Calabria n. 1581 del 17 novembre 1994 e l’accreditamento da parte del Ministero della Pubblica Istruzione, quale soggetto qualificato per la formazione del personale della scuola. Proprio l’attività di promozione e distribuzione concertistica, nonché scientifica e di ricerca sul patrimonio musicale con produzioni editoriali, discografiche e musicali, che hanno riscosso lusinghieri apprezzamenti nei più qualificati ambienti accademici nazionali e internazionali, hanno permes-

senza affanni, una danza beata tra sospiri malinconici e in cui par di sentire lieve il coraggio infuso dal canto del mare. mgc


ma è nato per produrre prodotti da design in polvere. Per avere un’idea: il Vanke Pavillion all’EXPO e la Nuvola di Fuksas sono stati realizzati con i nostri prodotti. Il motivo sta nelle basi del principio Personal Factory. Per fare un prodotto di design ho bisogno di una tecnologia che permetta la più bassa contaminazione tra processi, la più elevata qualità del materiale, in piccole quantità il più vicino possibile all’utilizzatore finale del bene. Un poco come succede quando compro una pittura colorata in un rivenditore o colorificio. L’idea è uguale solo che applicata al mondo “polveri” riguarda l’intero processo. Sta già pensando a nuove macchine da impiegare nella produzione di smalti per rivestimenti. Sarà possibile produrre rivestimenti sul posto grazie a una capsula, lo stesso principio delle macchinette del caffè. Ci spieghi meglio... È già così per tutti i nostri clienti. La Personal Factory è fornitrice di una soluzione integrata fatta di un impianto robotizzato - meccanica, elettronica e software - il tutto realizzato a Simbario e di una consumabile chimico, “le capsule”, che rappresenta circa il 2% del prodotto finito, che è sempre realizzato in un secondo stabilimento a Simbario. Il cliente si procura in loco le materie prime “povere”: sabbia, cemento, calce, gesso etc. Inizialmente si è posto la domanda se crescere o restare in Calabria. Crescere restando in Calabria non è possibile? Non è un’idea, è una costatazione. Comprovata da qualsiasi dato statistico. Noi non siamo né turismo, né agroalimentare ma produciamo alta tecnologia di pro-

L’azienda dei fratelli Tassone è stata fondata nel 2009 con il primo investimento nella storia del sud Italia di fondi di Venture Capital, ovvero grazie all'apporto di capitale di rischio da parte di un investitore che ha finanziato la crescita dell'attività perchè considerata ad elevato potenziale di sviluppo.

cesso - meno del 1% del nostro fatturato è realizzato in Calabria. Quindi non abbiamo nessun vantaggio “territoriale”. La crescita industriale, robusta, non è frutto della semplice capacità del singolo ma della competitività di un ecosistema. Fino a un certo punto si compensano queste mancanze con il lavoro individuale, oltre un certo punto c’è un tetto di cristallo. Se io oggi volessi assumere un disoccupato cronico, magari semianalfabeta, che già potrei pagare pochissimo, ho un ventaglio di agevolazioni fiscali enormi. Se voglio assumere managers di esperienza che servono a far crescere l’azienda devo prevedere almeno il 30% in più che in Brianza. Bisogna, poi, considerare che quelli bravi non si spostano con famiglia a seguito, dal momento che il pronto soccorso più vicino è l’aereoporto di Lamezia Terme. A che scuole mandano i loro figli? I territori competitivi hanno la capacità di attirare talenti. Hanno banche e infrastrutture che funzionano. Quali sono gli asset forti che oggi la Calabria ha per essere competitiva? Qualche anno fa in un’intervista a Repubblica ha dichiarato: “La Calabria è marcia a tutti i livelli, dal consiglio regionale all’usciere. È ancora di questa opinione? Il difetto delle democrazie è che nonostante tutto sono rappresentative. Per cui sono una fotografia, magari sbiadita e un poco distorta della società. Io ho il sospetto che siamo contro la raccomandazione, le ruberie, l’inciviltà del vicino di casa. Citando il mio presidente di Unindustria, Colacchio, accettiamo come se niente fosse che ci definiscano e ci definiamo grigi. Se una persona, un’azienda è onesta, lavora, paga tasse e contributi non si raccomanda, non corrompe è Bianca. Per questo ha dei diritti che devono essere rispettati in tempi certi e deve essere possibilmente premiata. Se non si è così, si è Neri e bisogna usare tutte le forze, l’intelligenza per perseguire ed espellere dalla società queste persone/aziende. Si tollera invece un’immagine della Calabria grigia, dove chi è bianco prende mazzate e non ha diritti, chi è nero può stare tranquillo. Siamo una società che non conosce più la differenza tra giusto e sbagliato e invece di fare una rivoluzione pretende che la faccia qualcun altro, sperando di salire poi sul carro del vincitore. La colpa è sempre di qualcun altro. Perchè allora è rimasto a Simbario? Quando si avvia un’azienda, si parte da dove si ha qualche risorsa, un nucleo familiare, i primi collaboratori, etc. L’azienda cresce piano piano non nasce grande e strutturata. Ogni start-up che si rispetti ha bisogno di un garage e il mio si trovava a Simbario. Poi io faccio parte di una minoranza della società estremamente privilegiata, faccio un lavoro gratificante per cui posso dire di vivere decentemente anche in Calabria. Ma sono cosciente che non si tratta di opportunità di cui tutti possono godere.

Il Futsal ritorna a Siderno

Si è proprio vero, la "Fantastic Five" torna alla palestra "Marconi" di Siderno! Con non poche difficoltà, dove in tutta la Calabria la situazione delle strutture è alquanto disastrosa, la nostra Società mette in sicurezza (a proprie spese) la palestra dell'I.T.S. Marconi facendo ritornare il futsal a Siderno. Con questo iniziamo a ringraziare la Città Metropolitana di Reggio Calabria che, almeno burocraticamente, ci ha indicato le linee guida da seguire facendoci ritornare a giocare al chiuso. Ringraziamo il "Circolo tennis di Roccella Jonica", il "365 Roccella Ionica Futsal" nella persona di mister Barba per la disponibilità dimostrata. I nostri ragazzi della prima squadra e della juniores che nonostante i problemi logistici e le difficoltà non sono mai mancati al loro impegno e per questo gli va il plauso di tutta la Società. Infine d'obbligo ringraziare i nostri sponsor che ci sono stati sempre molto vicini. Finiti i ringraziamenti bisogna raccogliere le nostre ultime forze per mantenere questa categoria e finire nel migliore dei modi questa stagione.

so di realizzare, in stretta sinergia con l’Amministrazione Comunale di Caulonia, una stagione concertistica interessante e coinvolgente. Caulonia è un paese dalla storica ed importante tradizione musicale e, la prima edizione del Kaulonia Music Festival 2018, è il miglior modo per dare un volto al nuovo Auditorium che continuerà a profondere soavi note -dopo i concerti di Fabio Macagnino, di Mimmo Cavallaro, degli Alfa Time e dell’Orchestra Sinfonica Giovanile della Calabria. L’obiettivo è quello di spalancare le porte alla cultura, con una significativa azione di promozione musicale ospitando e mettendo in risalto le eccellenti espressioni musicali del comprensorio (Arya Sextet, Sound Trip, Ensemble Frascà), regionali (Valentina Costa jazz noir trio, Ensemble e coro Torre Franca diretto dal Maestro Martin Palmeri) accanto a grandi nomi del panorama musicale italiano (Nello Salza, la tromba del cinema italiano). Si parte con una farsa carnevalesca in due atti messa in scena dall’Associazione teatrale Amici Felici, domenica 11 febbraio. Per favorire la diffusione della cultura musicale l’Amministrazione ha deciso di offrire questi appuntamenti ad un costo accessibile a tutti, rendendo piacevole trascorrere le serate nella Casa della Pace. Sarà l’inizio di una stagione nuova per Caulonia e per i caulonesi. Buona musica a tutti.

IN BREVE

A Siderno ritorna il teatro dopo vent’anni

EVENTI

Oggi l’inaugurazione di Forza Italia SIDERNO Questo pomeriggio, alle ore 17, presso i locali della sede di Via Cesare Battisti nº 100, si terrà la cerimonia di inaugurazione della nuova sede di Forza Italia Siderno, durante la quale saranno presenti diversi esponenti regionali e nazionali del partito.

I giovani e l’amore nel giorno di S. Valentino GIOIOSA IONICA Mercoledì 14 febbraio, alle ore 16:30, presso l’Ex Cenacolo Letterario di via Garibaldi 28/30, si terrà l’incontro “I giovani e l’amore: esperienze di vita”, durante il quale relazionerà il presidente dell’Associazione Nazionale Sociologi Dipartimento Calabria Francesco Rao.

Apre il Centro diurno per disabili GIOIOSA IONICA Venerdì 16 febbraio, alle ore 16, in contrada Madama Lena 39, si terrà l’inaugurazione dei Locali del Centro diurno per disabili, ai quali parteciperanno le associazioni di volontariato, il sindaco di Gioiosa Salvatore Fuda e il Prefetto di Reggio Calabria Michele Di Bari.

«QUASI QUASI M’AMMAZZO” ANDRÀ IN SCENA LUNEDÌ 12 AL CINENA NUOVO Ritorna dopo circa 20 anni la stagione teatrale a Siderno, al Cinema Nuovo, con tre spettacoli di nuova produzione. Si parte lunedì 12, alle ore 21 con la commedia “ Quasi quasi m’ammazzo”. Il 22 febbraio sarà la volta di “4 passi di Calabria” e il 26 marzo con “Prove aperte”. Il comune di Siderno e la Regione Calabria in collaborazione con Diteca ( Distribuzione Teatro Sud Calabria) e Officine Joniche Arti v’invitano a partecipare numerosi. Il costo del biglietto è di cinque euro.

L’esperienza femminile tra vissuto e narrato MARINA DI GIOIOSA IONICA Venerdì 16 febbraio, alle ore 17, presso la sede di Obiettivo Formazione, in via Nazionale, si terrà la presentazione del libro “Passa la bellezza - Spazio donna”, di Maria Teresa Cipri, che sarà presente per l’occasione.



11 FEBBRAIO - 21

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la ricetta www.larivieraonline.com

ANGOLO FOOD INGREDIENTI Per un vassoio di chiacchiere Farina tipo 00 200 gr Uova 2 intere Sambuca 2 cucchiai Lievito in polvere per dolci punta di un cucchiaino Zucchero bianco 2 cucchiai Olio di semi di girasole 1/2 cucchiaio Sale marino un pizzico Zucchero a velo q.b.

LA RICETTA: LASAGNE AI CARCIOFI E FUNGHI

Ingredienti per 6 persone: 12 ret-

tangoli di pasta all’uovo, 10 carciofi, 30 g di funghi secchi, 1 spicchio d’aglio, 1/2 cipolla, 40 g di parmigiano grattugiato, 250 ml di besciamella, 1 limone, olio, sale, pepe. In una ciotola d’acqua tiepida fate rinvenire i funghi secchi. Tagliate i carciofi a spicchi, metteteli a bagno in acqua e succo di limone. In un tegame scaldate due cucchiai d’olio con aglio e la cipolla tritati, unite i carciofi sgocciolati, fateli colorire, spruzzateli con acqua tiepida, salate e pepate. A metà cottura unite i funghi strizzati. Lessate al dente i rettangoli di pasta, scolateli. Imburrate una pirofila e, a strati alternati, disponetevi nell’ordine, besciamella, lasagne, carciofi e funghi fino a esaurimento degli ingredienti. Terminate con la besciamella e il parmigiano. Fate gratinare mezz’ora in forno caldo a 180°.

IL COCKTAIL: ANGELO AZZURRO Ingredienti per una persona: 6 parti di Gin, 3 parti di Cointreau, 1 parte di Blue Curaçao

PREPARAZIONE

Chiacchiere o Bugie sempre buone sono

Le chiacchiere, dolce da tempo immemore simbolo del Carnevale, appartengono al passato di tutti noi, al di là di ogni confine regionale. Sono chiamate Chiacchiere dal basso Lazio in giù, fino alla Sicilia, in Piemonte e Liguria sono le Bugie e in Toscana i famosissimi Cenci

Disponete la farina a fontana e mettete al centro le uova, il burro fuso, il sale, l'olio e gli altri ingredienti e mescolate con la forchetta partendo sempre dal centro. Impastate energicamente tutti gli ingredienti fino a creare un impasto morbido, sodo e liscio. Formate un panetto elastico, copritelo con un telo e fatelo riposare a temperatura ambiente per 30 minuti circa. Dividete il vostro impasto in quattro o più parti e stendete con un matterello una sfoglia sottilissima. Con la macchina per la pasta, invece, potete passare l'impasto più volte fino ad impostare il rullo al livello 5. Ottenuta una sfoglia liscia, sottile e dai bordi regolati, adagiate le sfoglie su un piano da lavoro infarinato e create delle strisce larghe e lunghe 8 cm da incidere al centro e, con una rotella dentata, ritagliate tante striscioline. Friggete una o due chiacchiere in una padella con abbondante olio di semi bollente. Scolate le chiacchiere con una schiumarola quando saranno dorate, adagiatele su un piatto ricoperto di carta assorbente e fatele raffreddare. Cospargetele con abbondante zucchero a velo quando saranno ben asciutte e servite subito.

Direttore responsabile:

MARIA GIOVANNA COGLIANDRO Direttore editoriale: ILARIO AMMENDOLIA COLLABORATORI: Jacopo Giuca, Lidia Zitara, Franco Parrello, Tonino Carneri, Mario Nirta, Giuseppe Romeo, Orlando Sculli, Nino Sigilli, Tonino Carneri, Sonia Cogliandro

STAMPA: Se.Sta srl: 73100 Lecce

INFO-MAIL REDAZIONE:

0964342198 larivieraonline@gmail.com www.larivieraonline.com

Registrata al Tribunale di Locri (RC) N° 1/14 EDITORE - No così srl via D.Correale, 5 - 89048 Siderno

Le COLLABORAZIONI non precedute dalla sottoscrizione di preventivi accordi tra l’editore e gli autori sono da intendersi gratuite. FOTOGRAFIE e ARTICOLI inviati alla redazione, anche se non pubblicati, non verranno restituiti. I SERVIZI sono coperti da copyright diritto esclusivo per tutto il territorio nazionale ed estero. GLI AUTORI delle rubriche in cui si esprimono giudizi o riflessioni personali, sono da ritenersi direttamente responsabili.

Potete preparare questo cocktail sia direttamente nel bicchiere che mediante lo shacker: versate prima del ghiaccio, poi il Gin, il Cointreau e la piccola parte di Blue Curaçao, miscelate bene e un Angelo Azzurro apparirà! Servite adornando il bicchiere con una bella, elegante e luccicante cannuccia di plastica nera, una fetta di kiwi sul bordo e una ciliegia rossa.

IL DOLCE:

MOUSSE DI YOGURT E FRUTTA

Ingredienti per 6 bicchierini da 125 gr: yogurt magro 240 gr, panna fresca liquida 160 gr, zucchero semolato 80 gr, colla di pesce 8 gr, 12 biscotti secchi (2 per bicchierino) muesli di cereali, pesche sciroppate. Metti in ammollo la colla di pesce in acqua a temperatura ambiente. Versa la panna in una ciotola e prelevane un paio di cucchiai: scalda al microonde questa piccola quantità e sciogli al suo interno la colla di pesce. Tienila da parte. Monta a crema la panna restante (non deve essere soda). In una ciotola mescola yogurt e zucchero. Unisci panna semi montata, yogurt con lo zucchero e il composto con la colla di pesce e trasferisci in una sac à poche. Sbriciola grossolanamente i biscotti sul fondo dei bicchierini, quindi riempi i bicchierini con la mousse allo yogurt e poni tutto a raffreddare in frigorifero per un paio di ore almeno. Poni il muesli di cereali in una ciotolina, taglia a cubetti le pesche sciroppate. Prima di servire aggiungi in superficie i cereali e le pesche.


11 FEBBRAIO - 22

R

the blob

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MUSICA

Macagnino questa sera a Siderno per presentare “Candalìa” ialogo in musica con Fabio Macagnino, questa sera, alle ore 18:00, alla libreria Calliope Mondadori (centro commerciale La Gru) di Siderno. L’amore, i sogni, le inquietudini dei nostri tempi nel nuovo album del musicista di Caulonia: Candalìa, il suo nuovo disco per Sveva Edizioni. Le radici culturali e musicali, l’evoluzione della sua ispirazione artistica, il lavoro sui testi: Fabio Macagnino si racconta attraverso la sua musica.

Un Alba color Bluette Durante le serate preparatorie al festival di Sanremo la nostra Bluette Catteno ha intercettato e prontamente intervistato Alba Parietti, aggiungendo un’ulteriore nota di colore alla città dei fiori.

D

Il gran ritorno di Mimì Dopo una lunga assenza dal suo regno, Mimì di Marina di Gioiosa Ionica è finalmente tornato, più forma che mai, all’opera!

Calciatori per passione Peppe Monteleone, Nino Piscioneri e Giorgio Barrese in un pre-partita del 1972, quando i calciatori avevano un cuore e un anima e non solo belle mogli e tanti soldi!

Il cambiamento inizia sulla soglia di casa Passeggiando per Siderno abbiamo notato come, delle volte, basti solo la buona volontà per migliorare il proprio. Dinanzi a due differenti negozi, infatti, abbiamo notato queste due diverse panchine: una curata e manutenuta e un’altra meno curata…


Le Volpi Ti faccio… verde! Gigi Sarroino, ormai ospite fisso del Festival di Sanremo, cerca di rendere verde (di rabbia, s’intende!) un noto leader politico italiano del quale non possiamo fare il nome per ragioni di par condicio, facendosi degli scatti provocanti con la fidanzata Isabella Isoardi.

Ma è più una diceria, figurarsi una persona, così dolce e a modo, poi nell’azione può andar per uva? Anche l’uva è buona, dolce, però bisogna riuscire a coglierla. Se si trova in alto, e non si arriva a ghermirla, e, forse già si sente il gusto…in bocca ecco allora comparir la volpe! No, non è buona! Non soddisfa, lascia a desiderare! Non si arrende, chiama le sue amiche

e su quel grappolo ne dice di cotte e di crude! Ora quel frutto è bandito dalle loro mense, i commensali, tronfi nei loro banchetti, son dimentichi degli accostamenti al sacro! Preferiscono il profano. Non s’avvedono, però, che il frutto, dal passaggio ai tini, darà gioia e vigor, per la sua bontà, nel lustro verrà sorbito e poi decantato. Brown Jo

PO O C S O L’OR RNEVALE DI CA Venere in Leone favorisce i rapporti amorosi; lasciatevi trasportare da quel sentimento puro e bellissimo che provate per il cane del vostro vicino e smettetela di guardare con occhio voluttuoso i telefilm di Rin Tin Tin.

Marte in Leone cerca di mettere un po’ di zizzania tra le vostre amicizie. Pino invece, vostro sedicente vicino di casa proprietario di un importexport di autoradio (le preleva dalle automobili in sosta e le rivende di nascosto), vuole mettere tutto fuorchè la zizzania tra le cosce di vostra sorella.

In domenica Stefania Loccisano, con il famoso DJ Ciccio Sax (al secolo Vincenzo Commisso) sono stati ospiti la scorsa settimana del programma Rai Domenica In, al termine delle riprese del quale hanno voluto farsi questo bello scatto con la conduttrice Cristina Parodi.

Mercurio in questo mese passa in Leone e pone fine alla lunga sosta nel vostro segno. Vostra sorella invece, passa dalla Circonvallazione alla Strada Provinciale e passa a Toro (cioè Mimmo lo sfregiato noto tutore del quartiere), e sosterà in quella zona per parecchio tempo. I piccoli guai famigliari non devono turbare il vostro equilibrio. Lasciate che i vostri figli si divertano a tirare sassi. Che importa se voi lo facevate lanciandoli in uno stagno e loro invece li gettano da un cavalcavia sopra l’autostrada. Un po’ di malumore serpeggia nel rapporto di coppia. Sarà dovuto forse, a quegli oggettini di gomma trovati nascosti in camera vostra. Forse serve per ravvivare il vostro menàge. In amore occorre pazienza e comprensione.

Avvocati iperattivi L’avvocato Eugenio Minniti, assiema al collega Gianpaolo Catanzariti, cercano di approfittare del tragitto da una tappa lavorativa all’altra per riposare un po’ in attesa del prossimo convegno.

Il nuovo sa di antico ma non di tappo Vittorio Micelotta fa i migliori auguri a Paolo Franco per aver aperto, proprio in questi giorni, una nuovissima enoteca a Responsabili a confronto Siderno, a dispetto del nome dell’attiI due responsabili FIGC della vità, che recita “1947”. Locride, i signori Papa e Filastro, incontrano il responsabile nazionale Fabbricini.

Avete davanti a voi un periodo di lunga riflessione e meditazione, contornati da un sacco di gente che controllerà il vostro stato fisico e mentale. La prossima volta però, evitate di spacciare di fronte alla caserma dei Carabinieri. Una nuova professione vi darà un sacco di soddisfazioni. Lavorerete in mezzo alla gente in una zona di grande passaggio e traffico. Tutti coloro che incontrerete per motivi professionali vi lasceranno laute mance e sui loro volti noterete evidenti i segni della soddisfazione e della raggiunta tranquillità.

Siete depressi perché pensate di essere soli al mondo, di non piacere a nessuno? Pensate che la vita non sia stata generosa con voi e vi sentite quasi inutili? Sì vero? Bè avete ragione.

Sotto una Luna magnifica e fortunata, troverete finalmente l’anima gemella.. Sappiate però, che il vostro futuro/a partner non vorrà avere rapporti prima del matrimonio.

Pensione che passione Ora potrai finalmente dedicar i alle tue passioni. Dopo 43 anni di onesto lavoro, te la sei davvero meritata questa pensione. Tanti auguri, papà!

Avevate bisogno di affetto e volevate comprarvi un animale da compagnia? Bene, ma quando vi hanno suggerito un pony, i vostri amici intendevano un piccolo cavallo da passeggio, non quel povero disgraziato che avete rapito dal motorino quando vi ha portato a casa un pacchetto…

Non è stato un bel gesto usare la dentiera dei vostri nonni per giocare a racchettoni in spiaggia. Quindi ora non lamentatevi se gli stessi vi hanno tolto dal loro testamento.

Siate buoni con voi stessi, non continuate a torturarvi. Innamorarsi in maniera morbosa non è un problema. Capita a moltissima gente in continuazione tutti i giorni.



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