Relazione finale T3

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Facoltà di Scienze della Formazione Corso di Laurea Magistrale in Scienze della Formazione Primaria RELAZIONE DI FINE ANNO DI TIROCINIO T3

Tutor universitario: Molinari Anno Accademico 2021-2022

Cognome e Nome: Babolin Laura Matricola N° 4913110

UNIVERSITÀ CATTOLICA DEL SACRO CUORE DI MILANO

Indice

1. La lancetta dell’orologio è arrivata al T3……………………................1 1.1Il bullismo e il cyberbullismo”: la mia micro-progettazione……………1 2.Formarsi per Formare………………………………………………….2 2.1 Sport si può…………………………………………………………………………………….3 2.2 Leggixme…………………………………………………………………………………………3 2.3 Le esperienze che ti arricchiscono………………………………………………….4 2.4 Apprendimento collaborativo: interazione tra pari………………………..4 3.Conclusione……………………………………….....................................................5

1.La lancetta dell’orologio è arrivata al T3

“È il tempo che hai perduto per la tua rosa che ha reso la tua rosa così importante” Antoine de Saint-Exupéry1

L’anno accademico e terminato, ma io mi sento gia pronta ad iniziare quello nuovo a far ripartire le lancette del mio orologio, tra i moltissimi impegni di laboratori, tirocinio diretto, esami e giornate dell’esperienza: tutto questo mi spaventa, ma allo stesso tempo mi rende orgogliosa del mio percorso, perche so che il mio bagaglio culturale e professionale andra sempre piu ad arricchirsi.

Quest’anno mi aspetto che tre parole come INNOVAZIONE, TECNOLOGIA, SVILUPPO facciano da sfondo al mio cammino, un cammino che ho intrapreso ormai da tre anni; sicuramente all’inizio non sapevo cosa mi aspettasse e molte volte, anche durante quest’anno, mi sono chiesta chi me lo avesse fatto fare e perche.

Ebbene, la risposta e proprio dentro di me: amo osservare, ascoltare, comprendere quei piccoli sguardi che ti catturano perche sono curiosi e ti fanno vedere mondo da una differente prospettiva. Quest’anno ho avuto la fortuna di cambiare scuola e anche classe e proprio qui inizia il mio tirocinio diretto e il mio lavoro: sono maestra di sostegno alla scuola Vittorino da Feltre nella classe 4 B. 1.1. Il bullismo e il cyberbullismo”: la mia micro-progettazione

All’inizio di quest’anno scolastico, mi sono ritrovata ad affrontare momenti difficili. Dopo un periodo di osservazione e di studio del contesto scolastico, dei miei alunni, e delle mie colleghe, ho notato come ogni bambino porta dentro di se un grande bagaglio di sogni e paure, e mi sono resa conto di quanta voglia i piccoli hanno di dar voce a quelle emozioni che vivono tutti i giorni al di fuori della scuola. Mi sono scontrata con una realta di cui sentivo solo parlare, ma viverla e tutta un’altra cosa. La scuola si trova in un quartiere di Saronno medio basso e questo disagio lo si percepisce tantissimo anche tra il corpo docente. Ho osservato, purtroppo, come in questa classe la tecnologia sia usata veramente pochissimo. Infatti, quando ho pensato e ideato la mia micro-progettazione, ho proprio intenzionalmente voluto usare la tecnologia come supporto e i miei alunni hanno accolto questa novita con grandissimo entusiasmo. Ho scelto come titolo “Il bullismo e il cyberbullismo” proprio in

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Antoine De Saint-Exupéry, Il Piccolo Principe, Bompiani. Il grande libro pop-up. Ediz. Integrale,2015.

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seguito al verificarsi di eventi spiacevoli avvenuti all’interno del gruppo classe. La mia progettazione si struttura su sette sessioni di lavoro ciascuna basata su metodo EAS (anticipare, produrre e riflettere); e risultato un argomento molto attuale che li ha coinvolti anche in prima persona riuscendo a far emergere da ciascuno di loro le diverse esperienze positive e negative e insieme ne abbiamo discusso. Questo percorso mi ha portata a migliorare la gestione della classe e delle diverse attivita pensate per la stessa. Inoltre, osservarli mi ha portata a comprendere le loro peculiarita e a lavorare su quelle che erano le loro fragilita. Mi hanno pian piano aperto il loro mondo dopo un inizio in cui loro non mi riconoscevano come maestra di classe, mi percepivano solo come colei che aiutava i bambini “speciali”. Dopo molta pazienza e creando una relazione di fiducia e di dialogo, abbiamo iniziato a conoscerci. Un’esperienza simile l’ho provata frequentando il laboratorio di drammaturgia che ha stravolto completamente il mio atteggiamento. Dopo avere manifestato un atteggiamento di totale chiusura nei confronti della proposta didattica e della conduttrice, grazie alla sua bravura nel farci sentire dei partecipanti attivi nel laboratorio e dandoci la possibilita di sentirci liberi di esprimerci, mi ha coinvolto sempre in prima persona e così ha favorito la creazione di una bellissima sinergia e solidarieta con il gruppo. Anche nella vita reale siamo chiamati a improvvisare, ad inciampare, a metterci in gioco. Quindi la pianificazione delle azioni non e sufficiente per gestire gli alunni, ma serve anche una grande capacita d’improvvisazione e della gestione dei sentimenti. Ecco, e questo che ho imparato: il bisogno di aprirsi agli altri, ascoltare, farci aiutare dalle nostre emozioni e sensazioni per creare qualcosa di spettacolare, per essere unici nel trasmettere un sapere che catturi l’attenzione, la voglia di crescere e di apprendere. Come ci fanno presente i cognitivisti2, “per apprendere bisogna fornire al bambino gli strumenti per elaborare in modo personale e originale” ma, come ci dice Vygotskij, tutto cio avviene tramite l’interazione sociale.

2.Formarsi per Formare

Attraverso il tirocinio e alcuni laboratori ho potuto acquisire le nuove competenze del framework. La prima competenza sicuramente che ho sviluppato e quella di CURARE LA FORMAZIONE CONTINUA: sono stata veramente contenta di avere avuto la possibilita di partecipare virtualmente ad una giornata d’aula in cui e stato presentato il modello della “Scuola senza zaino” assaporando un momento di vita quotidiana. Questa uscita per me e stata molto importante sia professionalmente che per la mia vita privata. Sono mamma di una

2 M.B. Ligorio, S. Cacciamani, Psicologia dell’educazione, Carocci editore, 2018

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bimba di sette anni e ho deciso di abbracciare un modello di scuola che si basa su tre principi: l’ospitalita, l’autonomia e la responsabilita. A causa della crisi pandemica, pero, non ho mai potuto vedere e visitare la classe di mia figlia e proprio per questo motivo ho accolto con entusiasmo la possibilita, se pur da remoto, di entrare in classe. Infatti, quel giorno ero piena di aspettative e di domande che sono state tutte prontamente soddisfate. Questa visita e avvenuta venerdì 11 marzo 2022 presso la Scuola Primaria di via Brunacci. Essendo una scuola pensata come comunita, la collaborazione dei genitori e uno dei fattori caratterizzanti di questo metodo; infatti, essi vengono coinvolti nella vita quotidiana della classe e nelle attivita, per esempio nel montaggio dei mobili se necessario, nell’organizzazione di feste, nella raccolta fondi, ma anche utilizzando le loro competenze per il bene della comunita. (es. un genitore medico puo spiegare una parte di scienze, uno psicologo puo parlare di affettivita e così via).

2.1 Sport si può

Altra competenza che in quest’anno sono riuscita a sviluppare e FAVORIRE E

PROMUOVERE

PROCESSI INCLUSIVI: essendo maestra di sostegno ho partecipato al progetto nuoto che si chiama “Sport si può” che vede coinvolti ragazzi disabili che frequentano la scuola primaria e secondaria di primo grado. Si tratta di uno strumento utile al raggiungimento di una condizione di equilibrio fisico, psichico e sensoriale dei ragazzi coinvolti. Questo progetto ha permesso ai bambini di raggiungere degli obiettivi didattici che riguardano le aree affettiva, emotiva, sociale e cognitiva.

La frequenza di un'attivita didattico - motoria determina, per l'alunno, la possibilita di confrontarsi con una serie di nuove esperienze basate su rapporti che si instaurano con regole comportamentali, contesti, persone e risoluzione dei problemi. Da tutta questa quantita di "nuove esperienze" ho notato che gli alunni sono maturati nell’ autonomia, nel rispettare le regole e anche la loro socialita e migliorata. Infatti, per rendere partecipi anche i compagni abbiamo fatto dei video da mostrare in classe.

2.2 Leggixme

Inoltre, quest’anno, sono riuscita a dare il mio contributo all’ “INNOVAZIONE” della scuola promuovendo un applicativo utilizzato durante il laboratorio sui DSA che e il LEGGIXME; durante il mio tirocinio diretto nella classe 4B in cui e presente un alunno DSA, ho notato che nessuna insegnante per vari motivi utilizza dei programmi innovativi per aiutare e supportare nello studio sia il bambino che tutta la classe. Le insegnanti con cui quest’anno ho avuto l’opportunita di svolgere il tirocinio non sono favorevoli e aperte all’innovazione tecnologica.

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Quindi il mio ruolo e stato anche quello di proporre e di riuscire a stimolare in loro la voglia d’innovazione e così durante una riunione d’interclasse ho comunicato alle altre insegnanti la possibilita di scaricare il programma LeggiXme, conosciuto e usato durante il laboratorio DSA. LeggiXme e un programma che supporta nello studio, con l'aiuto della sintesi vocale, alunni e studenti con DSA. Sicuramente non avro colto l’attenzione di tutte pero ho smosso la curiosita e spero che questo invogli a conoscere cose nuove per il bene dei bambini.

2.3 Le esperienze che ti arricchiscono

Durante il corso di “didattica e tecnologie dell’istruzione” abbiamo partecipato alla settimana dell’esperienza che mi ha portato ad approcciarmi ad uno strumento, che non conoscevo, il CPIA, esso favorisce l’acquisizione di competenze grazie alle quali si puo migliorare il proprio status sociale. Questa esperienza mi ha riportato alla memoria un film del 1946 che per me identifica la realta del CPIA: “Non è mai troppo tardi” 3che rese celebre Alberto Manzi. Il film e ambientato nelle carceri e si incentra proprio sulla capacita di un docente di usare l’empatia, la creativita per stimolare gli studenti ad essere motivati e interessati ad apprendere. Questa settimana dell’esperienza mi ha fatto uscire dalla mia confort-zone portandomi a capire quanto sia importante la relazione insegnante-alunno e come le emozioni giochino un ruolo fondamentale nell’apprendimento. A questo proposito cito anche l’esperienza di metodo: GLI ALBERI DI MUNARI e riporto la frase di apertura che hanno utilizzato per il metodo basandosi su un atteggiamento fondato sulla ricerca e sperimentazione espressa nella cit. di Munari: “(…)Alcuni esperti potrebbero, analizzando le varie tecniche delle opere d’arte di ogni epoca, ricavarne tutti quegli elementi da fornire ad esperti di stimolazione della creatività, perché li trasformino in giochi, cosi che i bambini imparino giocando, che è il migliore dei modi”. 4 Mi piacerebbe sperimentarlo in prima persona per osservare la creativita di tutti i bambini perche l'arte e un linguaggio universale e, anche a distanza, puo dare frutti insperati. Trovo che queste esperienze che l’universita mette a nostra disposizione siano molto arricchenti per la mia FORMAZIONE professionale facendomi conoscere nuove realta e nuove strategie.

2.4 Apprendimento collaborativo: interazioni tra pari Molto importante in questo mio percorso universitario e la competenza di LAVORARE IN GRUPPO, mai come quest’anno e stata così fondamentale nella mia vita. Tramite il gruppo sono riuscita a portare a termine tutte le richieste a cui ho dovuto far fronte in quest’anno così impegnativo. C’e stato pero un momento in particolare che e risultato a questo proposito

3 Giacomo Campiotti, Non è mai troppo tardi, Genere Biografico-Italia,2014.

4 Alberto Munari, Disegnare un ’albero, Corraini 2004

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molto significativo: dopo la terza giornata d’aula del tirocinio indiretto, siamo stati abbinati casualmente ad un nostro collega di corso per condividere il nostro e-portfolio. Anche se all’inizio io non ero così propensa a mostrare questo documento per una mia riservatezza personale, successivamente, sono stata invece contentissima di averlo fatto, perche mi ha dato la possibilita di conoscere anche la storia di una mia collega. Con mia grande sorpresa il mio eportfolio e diventato uno strumento di aiuto per lei. Quindi e proprio vero che condividere vuol dire offrire del proprio agli altri ed e anche quello che un’insegnante dovrebbe riuscire a trasmettere.

Quando gli uomini condividono il pane condividono la loro amicizia. (Jean Cardonnel).5

3.Conclusione

Giunta ormai a questo altro traguardo, oggi mi vedo diversa rispetto all’inizio dell’anno accademico, per alcuni aspetti migliorata. Tutto cio che ho vissuto in questo intenso anno mi ha arricchito. Essendo un’insegnante in formazione penso di avere ancora molto da imparare, il viaggio e lungo e forse non finira mai. La scrittura dell’e-portfolio ed i vari momenti di tirocinio mi fanno capire su cosa devo focalizzarmi e su cosa ancora devo esercitarmi. Guardando in prospettiva devo migliorare sicuramente ancora la mia capacita organizzativa per quello che concerne i tempi, i materiali da utilizzare ad esempio per le lezioni. Con maggiore consapevolezza, con una valigia sempre piu pesante, attendo l’ultimo inizio di un bellissimo e tortuoso percorso.

Vorrei concludere con una massima di Eugenio Barba che racchiude il mio pensiero dell’amore che nutro per questo impegnativo lavoro: “Nel mio viaggio attraverso le culture è cresciuta una sensorialità, e si è acuito uno stare all’erta che mi hanno guidato nella professione. Il teatro mi permette di non appartenere a nessun luogo, di non essere ancorato a una sola prospettiva, di rimanere in transizione. Col passare degli anni, provo dolore alle ginocchia e dolce tepore artigiano di un mestiere che, nel momento in cui si compie, scompare”.6

5 Jean Cardonnel, Dio si compromette, p. 12 In internet https://le-citazioni.it/frasi/188022jean-cardonnel-quando-gli-uomini-condividono-il-pane-condividono/

P.C.Rivoltella, P.G.Rossi, Tecnologie per l’educazione, Pearson,2019

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Quando si entra in classe, proprio come l’attore, anche l’insegnante entra in contatto con piu occhi diversi tra loro. Ed e proprio su questo che ciascun docente deve puntare per avere un futuro migliore.

BIBLIOGRAFIA

Alberto Munari, Disegnare un ’albero, Corraini 2004

Antoine De Saint-Exupéry, Il Piccolo Principe, Bompiani. Il grande libro pop-up. Ediz. Integrale,2015.

Giacomo Campiotti, Non è mai troppo tardi, Genere Biografico-Italia,2014. M.B. Ligorio, S. Cacciamani, Psicologia dell’educazione, Carocci editore, 2018 P.C.Rivoltella, P.G.Rossi, Tecnologie per l’educazione, Pearson,2019

SITOGRAFIAJean Cardonnel, Dio si compromette, p. 12. In internet https://le-citazioni.it/frasi/188022-jean-cardonnel-quando-gli-uomini-condividono-il-panecondividono/

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