IL SUBDOLO
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Gaetano Boldrini Come il “subdolo” abbia attraversato la vita dell’uomo sin dal Neolitico è risaputo. Chiamato dai greci “sostanza divina” e dai latini “oro bianco”, ha iniziato il suo viaggio dalle origini della civiltà attraversando oceani e unendo continenti. Approfittando della naturale propensione dell’uomo al buon cibo, è arrivato zitto zitto sulle nostre tavole: marino integrale, iodato, iposodico, fior di sale della Camargue, affumicato o di rame della Danimarca, rosso delle Hawaii, nero di Cipro, viola dell’India (Kala Namak), grigio della Bretagna, blu di Persia, rosa del Perù, verde delle Hawaii, Maldom dell’Inghilterra, Murray River dell’Australia, Halen Mon Salt del Galles. Ma ancor prima che come condimento, era usato come medicina dai Maya, come salario (appunto) per pagare i legionari, per la conservazione della carne e addirittura delle mummie, nei sacrifici dai greci e dai romani. Ha assunto anche numerosi significati simbolici a seconda delle culture e dei tempi: sinonimo di patto eterno tra Dio e Israele, della fedeltà delle truppe indiane agli inglesi, di longevità e durata, ma anche di verità e di saggezza. Quello che non si sa, o che abbiamo ignorato, è che qualcuno abbia cercato di metterci in guardia da lui. Ci ha ricordato, per esempio, che farlo cadere per terra sarebbe stato fonte di grande disgrazia; nel galateo medievale addirittura non lo si poteva toccare con le mani, al massimo con la punta del coltello. Ci sarà stato un motivo? Ma noi sordi… Recita la formuletta: Il sale in chimica è un composto elettronicamente neutro. Falso, non è neutro per niente: quando decide di romperti le scatole, lo fa in maniera monumentale, e non c’è modo di fermarlo. E poi è Diapiro Khoorab, salita alla grotta Last Cave
infido: si insinua nella tua esistenza in maniera subdola e, quando te ne accorgi, è troppo tardi... ha già fatto dei danni inenarrabili. Cric crac, ti scricchiola sotto gli scarponi. Cric crac, cric crac, ti piace pure camminare per ore e ore sopra questi fiumi bianchi e sotto un sole martellante che non ti molla mai. Ti fanno quasi tenerezza... i simpatici cristallini; ti senti anche in colpa quando li distruggi, senza comprendere che a loro non interessa, perché loro hanno già deciso. Cammini ignaro pensando di averli fregati solo perché sei stato un minimo previdente e ti
Salendo sul diapiro Namak
sei portato gli occhiali da sole. Senza, con tutto quel bianco e il sole h24, ti giochi in fretta gli occhi. Ma a questo eravamo preparati, questo si sapeva. Quello che non sapevamo è che lui, il sale, ti ha preparato il trappolone: ha smesso di essere neutro e ti ha eletto sua vittima sacrificale. Lentamente, ma inesorabilmente, il placido fiume bianco aumenta la sua pendenza, “sale” inerpicandosi e, man mano che arranchi con lui, sopra di lui sul diapiro, l’infido si trasforma, muta, e ti accorgi