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IL RICHIAMO DEL RIO LA VENTA Tullio Bernabei Le nostre spedizioni esplorative in Chiapas, Messico, sono nate assieme all’associazione all’inizio degli anni ‘90. Non erano le prime, bensì il frutto di varie missioni realizzate negli anni ‘80 dal Circolo Speleologico Romano. Nel gennaio 1981 arrivammo a conoscere le parti a valle del canyon scavato dal Rio la Venta, risalendone le acque: in quelle lunghe giornate trascorse in una grotta affacciata sul fiume, in attesa di una barca che venisse a prenderci per tornare nella civiltà, con ritardi “messicani”, nacque il desiderio di esplorare la meraviglia geografica di cui stavamo conoscendo solo la parte finale. A monte ci aspettavano circa 80 km di canyon di cui non si sapeva nulla, se non quello che mostravano sbiadite foto aeree: una sorta di lungo serpente, a volte strettissimo, che si snodava attraverso foreste carsiche altrettanto sconosciute. Dovemmo attendere nove anni per realizzare quel sogno, che poi ne innescò molti altri e che ancora oggi continua a far sognare, noi come i nuovi esploratori che seguono lo stesso percorso. Nonostante questa attività decennale, il Messico rimane lontano e gli obiettivi speleologici per la nostra associazione sono tanti, sparsi per il mondo: così il potenziale esplorativo del canyon è andato poco a poco sfumando

Trasporto materiali lungo la Piccola Frana, Canyon del Rio La Venta

nel corso dell’ultimo decennio e le discese complete sono state poche. Per questo nel marzo 2018 abbiamo deciso di ripercorrere il Rio la Venta con occhi vecchi e nuovi, alla ricerca di grotte inesplorate. In realtà trovare nuove grotte non era un’impresa difficile, perché i buchi che occhieggiano sulle due pareti per un totale di 160 km di muraglia calcarea, sono sempre stati un’infinità: ma ormai da tempo avevamo smesso di cercarli, ubicarli e valutarli in funzione di una nuova esplorazione. Questo, assieme all’individuazione e descrizione di tutte le sorgenti che portano acqua al canyon dai due versanti, è stato l’obiettivo della discesa realizzata dal 13 al 18 marzo 2018 con un numeroso gruppo di speleologi italiani e messicani. Molti non conoscevano il Rio la Venta ed è stata quindi per loro un’esperienza importante. La discesa, come sempre, avviene con tecniche diverse in funzione della percorribilità e del livello dell’acqua: a piedi trasportando il materiale in spalla, nuotando o, dove possibile, navigando a bordo di kayak gonfiabili. Sono stati individuati almeno 5 imbocchi molto interessanti, alcuni di grandi dimensioni, il cui raggiungimento sarà l’obiettivo di una spedizione prevista nel marzo 2020.


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