La Vetrina di Venezia 1-10

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La Vetrina di Venezia

anno 4 | numero 1 primavera | estate 2010 distribuzione gratuita

ess e n t i a l b r e a th art

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biennale venice

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fashion

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energy

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interview

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events

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Incroci di uomini, vite, storie e culture. Ma cos’è Venezia? Un porto: arrivi, ti fermi, porti via qualcosa di lei e te ne vai. Forse per tornare. Un’isola: distante, lontana, incantata che galleggia e affonda. Devi saperla percorrere. Una vecchia signora: bella, seducente, conosce mille storie e te le racconta, se solo la interroghi nel modo giusto. Una città: si riempie e si svuota di persone, di eventi, di mode. Respira, è viva. La Vetrina di Venezia realizza un mosaico cangiante, con tutti i tasselli scintillanti che compongono questa città. Danza, moda, arte, teatro e musica. Prendi una boccata profonda, riempi i polmoni dell’aria nuova e goditi ogni momento, dal primo all’ultimo. Tutto d’un fiato.

La Vetrina di Venezia Crossing men, lives, stories, cultures. But what is Venice? A harbour: you arrive, stop, take something away from her and you go. Maybe to come back. An island: distant, far, enchanted in its floating and sinking. You have to know how to pass through her. An old lady: beautiful, seductive, that knows thousands of tales and narrate them only if you question her in the right way. A city: filled or empty of people, events, styles. She breathe, she is alive. La Vetrina di Venezia creates an iridescent mosaic, with all the plugs that compose this city. Dance, fashion, art, theatre and music. Take a deep breathe, fill your lungs with new air and enjoy every moment, from the first to the last. All in one go.


www.lavetrinadivenezia.com

im per tur ba bi le La Vetrina di Venezia


summary Sommario n.1 ı 2010 essential breath Ringraziamo per la preziosa collaborazione tutti gli amici che gentilmente hanno contribuito alla realizzazione di questo nuovo numero:

Anna Babini Stevie Boi Francesca Caira Emanuela Caldirola Orsola De Castro Luisa De Salvo Corrado Fasolato Luca Ferrari Marco Ferraris Ismael Ivo Guerrino Lovato Barbara Matteazzi Giovanni Pelizzato Rita Rodinò Massimo Sabbadin Davide Sanpaolesi Alice Santinelli Gioia Tiozzo Tania Tomaselli Delphine Trouillard

C’è qualche tematica che vorresti vedere trattata?

cultura e attualità 04

capturing emotions biennale di venezia Venice Biennale

06

intervista / interview ismael ivo cattura le emozioni capturing emotions

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Nike e (RED): Allaccia le scarpe Salverai delle vite Lace up - Save lives

40

don giovanni a venezia il seduttore Don Giovanni in Venice: the seducer

art 30

arte e dintorni archibottega querini stampalia Enel Contemporanea museo fortuny peggy Guggenheim palazzo franchetti museo correr MiBAC e Google per Google Books

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intervista / interview Start! L’opera parla a Punta della Dogana e a Palazzo Grassi

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intervista / interview guerrino lovato ti conosco mascherina drop the mask.

Style 15

moda / fashion

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intervista / interview Orsola de castro patchwork con stile Patchwork flair

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intervista / interview francesca caira trasformista dell’usato transform second-hand

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intervista / interview stevie boi outlook style

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intervista / interview massimo sabbadin Fashion rock… Spirit style

26

intervista / interview corrado fasolato presi per la gola take by the throat

events 42

Heineken Jammin Festival Venezia è Rock Venice is Rock

cinema 38

John Woo il Leone d’oro alla carriera 2010 to receive Golden Lion for Lifetime Achievement in 2010

Hai un articolo od un argomento che ritieni di particolare interesse? Segnalacelo mandando una mail a: info@lavetrinadivenezia.com

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capturing emotions 7. International Festival of Contemporary Dance of Venice Biennale


Dalle forti brezze dell’Australia a quelle più fredde e pungenti del Canada, con note di fiori di loto dal Giappone, a Venezia approdano 20 coreografi di fama mondiale che ci incanteranno con danze e suggestioni travolgenti. Capturing emotions, ovvero la 7. edizione del Festival Internazionale di Danza Contemporanea della Biennale di Venezia, diretto da Ismael Ivo, si svolgerà a Venezia dal 26 maggio al 12 giugno.

Ivo, realizzate con i ballerini dell’Arsenale della Danza provenienti da tutto il mondo. Il Festival si svolgerà negli ormai tradizionali spazi dell’Arsenale acquisiti dalla Biennale allo spettacolo dal vivo - Teatro Piccolo Arsenale, Teatro alle Tese, Tese delle Vergini – al Teatro Malibran e alle Sale Apollinee del Teatro La Fenice, ma coinvolgerà anche altri spazi della città come il Teatro Fondamenta Nuove e il Teatro Toniolo di Mestre.

Una ventata di ossigeno inaugurerà il Festival, Oxygen sarà lo spettacolo di apertura al Teatro delle Tese il 26 maggio, con coreografie inedite di Ismael

Il 5 giugno al Teatro Piccolo Arsenale verrà assegnato il Leone d’oro alla carriera al danzatore e coreografo americano di stanza a Francoforte William Forsythe

e per la prima volta a partire da quest’anno è stato istituito il Leone d’argento per i settori dello spettacolo dal vivo attribuito al P.A.R.T.S.. Durante la Marathon of the Unexpected, al Teatro Piccolo Arsenale il 12 giugno dalle ore 15:00 alle ore 22:00, verranno presentate in brevi flash di non più di 15 minuti l’uno, le nuove proposte della danza. Il 12 giugno alle Tese delle Vergini, ore 22.00, a conclusione del Festival, Go&Go Dance Party una grande festa aperta a tutti e a tutte le arti, per celebrare il vero spirito libero e divertente della danza, sotto le coreografie di Choreographic Collision.

From the stiff breezes of Australia to the Canada’s freezing and bitter ones, with a touch of lotus flowers from Japan, 20 internationally renowned choreographers will come to Venice and will enchant us with overwhelming suggestions. Capturing emotions, that is the 7th edition of the International Festival of Contemporary Dance of the Venice Biennale, directed by Ismael Ivo, will take place in Venice from May 26th to June 12th. A breath of oxygen will inaugurate the Festival: Oxygen will be the opening show at the Teatro delle Tese the 26th of May, with the fresh choreographies by Ismael Ivo, realized together with the dancers of the Arsenale della

Danza, coming from every corner of the world. The Festival will take place in the already traditional spaces of the Biennale at the live performance - Teatro Piccolo Arsenale, Teatro alle Tese, Tese delle Vergini – at the Malibran Theatre and at the Sale Apollinee of the Teatro La Fenice, but will also involve other spaces of the city such as the Teatro Fondamenta Nuove and the Teatro Toniolo in Mestre. On the 5th of June, at the Teatro Piccolo Arsenale, William Forsythe, the American dancer and choreographer living in Frankfurt, will be awarded the Golden Lion for Lifetime Achievement and for the first time starting from

this year has been established the Silver Lion for the fields of live performance, assigned to P.A.R.T.S.. During the Marathon of the Unexpected, at the Teatro Piccolo Arsenale on June 12th from 3 to 10 p.m the new dance projects will be presented, through a set of short flashes of not more than 15 minutes. On the 12th of June, at the Tese delle Vergini, at 10 p.m., to conclude the festival, there will be Go&Go Dance Party, a great event opened to everyone and to every form of art to celebrate the real free and entertaining spirit of dance, with choreographies by Choreographic Collision. 5


intervista / interview

ismael ivo

cattura le emozioni capturing emotions

Ismael Ivo

In occasione del settimo Festival Internazionale di Danza Contemporanea della Biennale di Venezia, in programma dal 26 maggio al 12 giugno, dal titolo Capturing emotions, incontriamo il suo direttore, Ismael Ivo. Personaggio eclettico e di fama mondiale, nato in Brasile e subito diventato un’istituzione nel panorama coreutico statunitense ed europeo, Ismael Ivo ci parlerà di Oxygen, la sua nuova coreografia. Ismael danza anche mentre racconta, crea ritmo, movimento. Ed è un poeta nel suo genere, che riesce a descrivere la bellezza, lo spazio e l’aria con espedienti comunicativi particolari, con metafore e descrizioni che lasciano senza parole. D: Signor Ismael, potrebbe raccontarci quali sono stati i suoi primi approcci con la danza? R: Ho iniziato da bambino. Ricordo solo che il movimento è sempre stato parte della mia vita e della mia infanzia, momento della crescita fondamentale per cominciare a percepire il proprio corpo. Ho quest’immagine di me bambino alla scoperta del movimento frenetico, in particolare in cui amavo 6

moltissimo girare su me stesso, cadendo in una sorta di trance. D: Quindi la danza ha sempre fatto parte della sua vita. Quanto è importante la predisposizione innata e quanto la tecnica e lo studio? R: Diciamo pure che dipende dal tipo di danza. È indubbio che il balletto classico necessiti di una particolare fisicità innata. La danza contemporanea rompe con questa tradizione di uguaglianza e si adegua alla forma dell’uomo contemporaneo, una forma fisica diversa, dalle misure moderne che nasce da incroci di etnie e culture differenti. D: È con queste premesse e su queste basi che ha costruito la sua coreografia Oxygen, che presenterà al festival. Quali sono i temi principali? R: Innanzi tutto Oxygen è molto legato al tema dell’intero festival dal titolo Capture Emotions, ovvero catturare emozioni. Riprendendo un po’ il concetto generale del mio precedente spettacolo Waste Land, Terra perduta, Oxygen parla proprio di questa lotta per la sopravvivenza del genere umano. Perché l’aria e

l’ossigeno sono l’essenza della vita umana dal primo urlo alla nascita, all’ultimo sospiro prima di morire. Inoltre voglio sottolineare con questa coreografia, l’importanza che do alla comunicazione e quanto al giorno d’oggi sia sottovalutata o addirittura svuotata di significato. D: Questi i temi che non sarebbero nulla senza la sua regia, il corpo di ballo e la scelta musicale. Come si sono formati i ragazzi e cosa l’ha spinta a tale scelta musicale? R: I ragazzi provengono tutti da scuole e formazioni molto solide e rinomate. Si sono ispirati sin dall’inizio al tema Oxygen e hanno sperimentato il movimento in questa chiave: come reagisce il corpo al respiro, come reagisce alla mancanza di aria? Riguardo alla musica, ci siamo lasciati condurre dalle composizioni quasi profetiche e religiose dell’estone Arvo Pärt che ricrea ambienti maestosi, come in una chiesa o in una basilica. Ambienti pieni di aria, di ossigeno e di spazio. D: Come può un giovane oggi cominciare un percorso di danza? R: Il nostro workshop si propone


di completare una preparazione già esistente. È un momento che permette alla danza di uscire dalle scuole e culminare in uno spettacolo che avvicina la gente alla danza, una maratona dell’inaspettato come il presidente Paolo Baratta ha tenuto ad organizzare. Prepariamo seminari e Open doors in giro per la regione, proprio per avvicinare la gente alla danza. D: Come si approcciano i giovani alla danza in questo periodo di programmi televisivi che imitano le accademie? R: Cerchiamo di mostrarci al pubblico e interagire con loro per smitizzare questa tendenza, per avvicinarli alla vera danza e alla vera scuola e per diffondere una chiave di lettura critica. Con un gruppo di ballerini e i ragazzi dello IUAV, abbiamo cercato di catturare l’essenza del movimento della città per riproporlo sotto forma di rappresentazione. Abbiamo improvvisato, studiato e infine riproposto due diversi momenti della vita quotidiana, il mercato di Rialto e il passaggio dal ponte di Calatrava, sotto forma di spettacolo a tutto tondo, un’esperienza sensoriale completa con istallazioni, suoni e rumori catturati in quelle due occasioni. D: I suoi balletti prendono sempre ispirazione dalla città in cui vive. Venezia la ispira molto? R: Adoro questa città, ora ci vivo per sette, otto mesi l’anno e mi sento completamente parte di

essa. I veneziani dopo un po’ ti adottano, ho creato con loro un rapporto di intimità, di muto rispetto e condivisione. Passeggiare per via Garibaldi mi ispira di continuo, con il suo movimento scomposto eppure così coreografico, i bambini che giocano, le persone anziane che salutano e si fermano a parlare. È una città molto intensa.

Perdere l’equilibrio mi dava un senso di libertà e di movimento. Quel lasciarmi andare mi rendeva felice

On the occasion of the seventh International Festival of Contemporary Dance of Venice Biennale, scheduled from May 26 to June 12 and called Capturing Emotions, we have met his director, Ismael Ivo. An eclectic personality with a worldwide reputation, Ismael Ivo is born in Brazil and soon became a reference model for the European and American choreographic stages and will tell us about Oxygen, his new choreography. He dances also during his talk, creating rhythm and movement. Ismael is a poet of its own type, that can describe the beauty, the space and air with particular communicative solutions, with

metaphors and descriptions that leave breathless. Q: Mr. Ismael, would you mind to tell us your first approach to dance? A: I started when I was a child. I only remember that movement has always been a part of my life and of my childhood, a key moment of growth to start to feel your own body. I have this memory about me as a child finding out frenzied movements and I used to love to turn around myself, falling in a kind of trance. Q: Then dance has always been a part of your life. To what extent is relevant the innate predisposition compared to technique and study? A: We can also say that it depends on the type of dance. Classic ballet certainly needs a particular and innate physicalness. Contemporary Dance breaks with this tradition and conform itself to the physical form of the contemporary man, a different one, made of modern sizes and born from crossed ethnic groups and different cultures. Q: Is with these assumptions and basis that you created your choreography, Oxygen, that you will present at the Festival. What are the main themes? A: First of all Oxygen is very linked to the theme of the entire Festival: Capturing Emotions. Taking back the main concept of my former show Waste Land, Oxygen deals, indeed, with this struggle for existence of the mankind. 7


Because air and oxygen are the essence human life from the Siamoof come icaro, first whimper at the birth the l’angelo caduto, fatoparte last breath before dying. Moreover, di un sogno antico, il with this choreography I want to nostrothesogno di andare highlight importance I attach to oltre la capacità communication and to fisica how much dell’uomo di volare and even today it is underestimated deprived of its meaning.

Q: These themes will be nothing without your direction, the corps de ballet and the musical choice. How did the group form and what did make you choose this music? A: All the guys came from strong and renowned schools and backgrounds. They have been influenced soon by the Oxygen theme and have experimented the movement in the following way: how does the body react to breathe or to the absence of air? Concerning music, we let ourselves get lead by the almost prophetical and religious compositions by the Estonian Arvo Pärt, that recreates magnificent atmospheres, giving the impression of being in a church or in a basilica. They are atmospheres filled with air, oxygen and space. Q: How can a young man begin the path of dance? A: The aim of our workshop is to complete an already existing preparation. It’s a moment that permit to dance to get out from the school and culminate in a show that gather people to dance, a marathon of the unexpected as the president Paolo Baratta wanted to organize. We arrange seminars and Open doors around the region, just to involve the people with dance.

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Q: How do the young people come closer to dance in an era in which TV programs copy the academies? A: We try to show ourselves to the public and interact with them in order to demythologize this tendency, to take them to the real dance and schools and to spread a key of critical analysis. With a group of dancers and the students of IUAV, we tried to catch the essence of movement of the city to put it forward again in the form of representation. We have improvised, studied and after all presented again two different moments of the everyday life in the form of an all-accomplished performance: the Rialto market and the way from the Calatrava bridge. It has been a total sensorial experience with installation, sounds and noises, captured in those two occasions. Q: Your ballets always take inspiration from the city where you live. Does Venice inspire you a lot? A: I love this city, in one year I live here for seven or eight moths and I feel like I am completely a member of it. After a while Venetians adopt you and I have created with them a relationship made of respect and sharing. Having a walk in via Garibaldi continuously inspire me, with its untidy but very choreographic movement and the children playing, the old people greeting each other and stopping to talk. It’s a really vibrant city.


capturing emotions 7. festival di danza contemporanea Directed by Ismael Ivo

Venezia, 26 may | 12 june 2010

26 > 27 May - 8 p.m. Teatro alle Tese - Arsenale Oxygen (2010) concept and choreography Ismael Ivo 26 > 27 May - 10 p.m. WEN WEI DANCE COMPANY (Canada) Teatro Piccolo Arsenale Unbound (2006, 65’) choreography Wen Wei Wang 27 > 28 May - 8 p.m., 29 May - 6 p.m. LES GRANDS BALLETS CANADIENS DE MONTREAL (Québec) Teatro Malibran Le Sacre du Printemps (2009, 33’) concept and choreography Stijn Celis Bella Figura (1995, 30’) concept and choreography JiríKylián

3 > 4 June - 10 p.m. ROS WARBY (Australia) Teatro Piccolo Arsenale Monumental (2006, 50’) concept and regia Ros Warby 3 > 4 June - 8 p.m. SYDNEY DANCE COMPANY (Australia) Teatro Malibran We Unfold (2009, 60’) concept and regia Rafael Bonachela 5 June - 6 p.m. Teatro Malibran 6 breaths (2010) concept Rafael Bonachela and Ezio Bosso Are we that we are (2010) concept and choreography Adam Linder 4 > 5 June - 9 p.m. SPLINTERGROUP (Australia) Teatro Toniolo (Mestre) roadkill (2007, 75’) choreography Gavin Webber, Grayson Millwood, Sarah-Jayne Howard 5 June - 4 p.m. LEONE D’ORO PER LA DANZA Teatro Piccolo Arsenale consegna del Leone d’oro alla carriera a William Forsythe a seguire N.N.N.N. with Gyril Balby, Amancio Gonzales, Tilman O’Donnell, Ander Zabala choreography William Forsythe 5 > 6 June - 8 p.m. MAU (Nuova Zelanda) Teatro alle Tese - Arsenale Tempest: without a body (2007, 90’) concept, choreography, stage sets and text Lemi Ponifasio

Six Dances (1986, 15’) concept and choreography JiríKylián 28 > 29 May - 9 p.m. COMPAGNIE MARIE CHOUINARD (Quebéc) Teatro Toniolo (Mestre) Le nombre d’or (LIVE) (2010, 80’) concept and choreography Marie Chouinard 28 > 29 May - 10 p.m. JOSÉ NAVAS / COMPAGNIE FLAK (Quebéc) Teatro Fondamenta Nuove Miniatures (2008, 60’) choreography and dance José Navas 30 May - 5 p.m. DANIEL LÉVEILLÉ DANSE (Québc) Teatro alle Tese – Arsenale Amour, acide et noix (2001, 60’) choreography Daniel Léveillé 31 May - 8 p.m. Teatro alle Tese – Arsenale Crépuscule des océans (2007, 60’) 30 May - 8 p.m. and 31 May - 10 p.m. KIDD PIVOT FRANKFURT RM (Canada) Teatro Piccolo Arsenale Dark Matters (2009, 120’) choreography Crystal Pite 31 May > 1 June - 9 p.m. MARIE CHOUINARD (Quebéc) Sale Apollinee del Teatro la Fenice Gloires du matin (2009, 60’) concept and choreography Marie Chouinard

5 > 6 June - 7 p.m. And - 10 p.m. CHUNKY MOVE (Australia) Tese delle Vergini Glow (2006, 30’) concept and choreography Gideon Obarzanek 9 June - 8 p.m. and 10 June - 10 p.m. CRISTINA CAPRIOLI / CCAP (Svezia/Italia) Tese delle Vergini cut-outs & trees (2010, 60’) choreography Cristina Caprioli 9 June - 10 p.m. and 10 June - 8 p.m. ADRIANA BORRIELLO / ALMATANZ (Italia) Teatro Fondamenta Nuove Di me in me (2010) concept and choreography Adriana Borriello 10 June - 8 p.m. and 11 June - 10 p.m. COMPAGNIA VIRGILIO SIENI (Italia) Teatro Piccolo Arsenale Tristi Tropici (2010, 60’) concept, choreography, stage sets and lighting Virgilio Sieni 11 > 12 June - 8 p.m. BILL T. JONES/ARNIE ZANE DANCE COMPANY (USA) Teatro alle Tese - Arsenale Another evening: Venice (2010) concept and choreography Bill T. Jones 12 June – 3 p.m. > 10 p.m. MARATHON OF THE UNEXPECTED Teatro Piccolo Arsenale 12 June - 10 p.m. GO&GO DANCE PARTY Tese delle Vergini 9


Nike e (RED):

Allaccia le scarpe Salverai delle vite Lace up - Save lives

AIDS. Una piaga che continua a fare mattanza di vite umane. Nella sola regione dell’Africa Sub-Sahariana, ogni giorno, fra uomini, donne e bambini, ne muoiono 3800, oltre alle seimila nuove infezioni quotidiane che colpiscono uomini e donne di età compresa fra i quindici e i ventiquattro anni. Londra, 30 novembre 2009. Il giorno prima della Giornata Mondiale dedicata alla lotta contro l’Aids, è stata annunciata una partnership fra la celeberrima azienda di calzature, abbigliamento, attrezzature ed accessori sportivi, NIKE, e (RED), per raccogliere fondi per sostenere i programmi di educazione, prevenzione e assistenza sul territorio africano, facendo leva sullo sport per mobilitare i giovani di tutto il mondo nella lotta 10

contro questa tragica malattia. È nata così Lace Up. Save Lives Allaccia le scarpe. Salverai delle vite, campagna cui hanno offerto il proprio supporto mediatico, il cantante degli U2, Bono, cofondatore di (RED), e alcuni fra i migliori calciatori del mondo come Didier Drogba (Chelsea), Joe Cole (Chelsea), Andrei Arshavin (Arsenal), Marco Materazzi (Inter), Denilson (Arsenal), Lucas Neill (Everton), Clint Dempsey (Fulham) e Seol Ki-Hyeon (Fulham). Acquistando un paio di lacci (NIKE) RED, il 100% dei profitti derivanti dalla vendita sarà egualmente ripartito fra il Fondo Mondiale per la Lotta contro l’AIDS, la Tubercolosi e la Malaria, che finanzia programmi contro l’AIDS e garantisce

medicinali alle persone colpite dall’HIV, e le iniziative legate al gioco del calcio rivolte alle comunità per aumentare l’educazione e la prevenzione all’HIV/AIDS. “La lotta contro l’AIDS in Africa”, ha commentato Susan Smith Ellis, CEO di (RED), “ha bisogno di brand importanti per aumentare la consapevolezza e un maggior impegno da parte di tutti. Nike è il partner ideale per unire l’educazione e lo sport, e aiutare in questo modo i cambiamenti sociali, la prevenzione e una migliore comprensione dell’HIV/ AIDS. Siamo molto contenti che Nike si unisca a noi”. (RED), il cui principale obiettivo è l’impegno nel settore privato per aumentare la consapevolezza


dell’opinione pubblica e gli stanziamenti per il Fondo Mondiale, e contribuire all’eliminazione dell’AIDS dall’Africa, ha creato così un modo sostenibile per coinvolgere le aziende nel finanziamento della lotta contro questa terribile piaga su larga scala, garantendo così finanziamenti per comprare medicinali che mantengono in vita le persone. “I lacci (RED) di Nike”, ha spiegato il Professor Michel D. Kazatchkine, Direttore Esecutivo del Fondo Mondiale, “possono rappresentare un bellissimo legame che unisce gli atleti di tutto il mondo alle persone che vivono con la minaccia dell’HIV in Africa. Indossare questi lacci (RED) è un segno di altruismo e ci dà la possibilità di proteggere milioni di persone che ogni giorno rischiano

di contrarre l’infezione e cura coloro che lottano contro le conseguenze dell’HIV”. Nel corso dei mesi, altre manifestazioni di sensibilizzazione della campagna si sono susseguite. Con l’avvicinarsi dei Mondiali in Sud Africa 2010, nella seconda domenica di marzo, è stato utilizzato lo speciale pallone NIKE(RED) T90 Ascente dal colore bianco/rosso su tutti i campi del campionato italiano (Serie A TIM), inglese (Barclays Premier League) e spagnolo (Liga BBVA). “Avere avuto il sostegno di tre delle più prestigiose leghe professionistiche a livello mondiale”, ha concluso Susan Smith Ellis, Amministratore Delegato di (RED), “è stato di fondamentale importanza per Nike e

(RED)™, per far crescere l’interesse e la consapevolezza, amplificando l’impatto sull’opinione pubblica e, cosa ancora più importante, aiutando concretamente coloro che sono stati colpiti dall’AIDS in Africa”. I lacci (NIKE)RED, al prezzo di 4 euro, sono disponibili presso i Nike Store e i principali rivenditori in tutto il mondo e online su www.nikefootball. com/RED e www.nikestore.com. Disponibili anche il pallone (NIKE)RED T90 Ascente (150 euro) e la (NIKE) RED Track Jacket Brasile N98 2010 (75 euro) indossata per la prima volta dai giocatori della nazionale verde-oro lo scorso 3 marzo, a Londra, in occasione dell’amichevole con l’Irlanda. Per info, www.joinred.com 11


Bono & Drogba

Aids. A curse that keeps making human victims. Everyday, in the region of Sub-Saharan Africa alone, among men, women and children, 3800 people die, besides the six thousand new daily infections that affect men and women between the age of fifteen and twenty-four. London, November 30, 2009. The day before the World Aids Day a partnership between NIKE, the wellknown firm of footwear, clothing, sport facilities and accessories, and (RED) has been announced in order to raise funds to be devolved to programs of education, prevention and assistance in the African territory, appealing to sports to provide the incentive for youth in the fight against this serious illness. That’s how “Lace Up. Save Lives “ is born. It’s a campaign that won the support of Bono, lead vocalist of U2 and founding member of (RED), as well as of some of the best soccer players such as Didier Drogba (Chelsea), Joe Cole (Chelsea), Andrei Arshavin (Arsenal), Marco Materazzi (Inter), Denilson (Arsenal), Lucas Neill (Everton), Clint Dempsey (Fulham) e Seol Ki-Hyeon (Fulham). When you buy a pair of shoestrings (NIKE)RED, 100% of the profits resulting from the sale will be equally divided between The Global Fund against Aids, tuberculosis and malaria, that promotes the programs against AIDS and assure medicinal products to HIV-positive people, and the projects linked to soccer 12

and addressed to the communities in order to enhance the level of the AIDS education and prevention efforts. “The fight against AIDS in Africa” commented Susan Smith Ellis, CEO of (RED), “needs to get the support of important firms in order to raise the awareness and the commitment from everybody. Nike is the ideal partner to link education to sport and to help the social development, the prevention and a better understanding of the issues related to HIV/AIDS. We are very happy that Nike join us”. (RED), whose principal goal is the commitment in the private sector in order to increase the awareness of the public opinion and the allocations dedicated to the Global Fund and to contribute to the elimination of AIDS in Africa, has created a sustainable way to involve companies in raising money to fight on large-scale this terrible curse, thus assuring loans disbursements to buy medicinals that keep the people alive. “Nike (RED) shoestrings” explained Professor Michel D. Kazatchkine, executive director of the World Fund, “can represent a beautiful connection that links the athletes all over the world with the people that live in Africa with the threat of HIV. Wearing these shoestrings is a sign of altruism and it gives us the possibility to defend millions of people that everyday risk to contract the infection and to help those who are struggling against the effects of HIV.

During the last months a rapid succession of other demonstrations for Aids awareness came one after the other. With the forthcoming World Cup in South Africa in 2010, on the second Sunday of March a special red and white ball (NIKE)RED T90 Ascente appeared in every football pitch of the Italian (Serie A TIM), English (Barclays Premier League) and Spanish (Liga BBVA) leagues. “The support of three of the most prestigious professional leagues worldwide” concluded Susan Smith Ellis, CEO of (RED) “has been very important for Nike and (RED) in order to involve more people and rise awareness, amplifying the impact on the public opinion and, above all, helping concretely those who has been affected by AIDS in Africa.” The (RED) Nike shoestrings are available at the price of 4 € each at the Nike Stores and at main branches all over the world and on-line at www.nikefootball.com/RED and www.nikestore.com It’s also available the ball (NIKE) RED T90 Ascente (150 €) and the (NIKE)RED Track Jacket Brazil N98 2010 (75) wore for the first time by the players of the Brazilian National Team on the third of March in London, during the test match with Ireland. For more information please visit www.joinred.com


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moda

fashion Grande fervore, grandi cambiamenti. L’estate duemiladieci alle porte si annuncia rivoluzionaria. Oltre all’ormai consueto vintage che dagli anni settanta riassume i capisaldi della moda e li ripropone magari customizzati, esplode il trend del bio fashion e della moda ecosostenibile. A dare il via sono i colossi come H&M e Zara che quest’anno riconfermano la loro produzione di cotone organico integrandola con altri materiali come lana, lino, poliammide e poliestere riciclati. Coin, da parte sua, ha promosso fino al 25 aprile l’iniziativa Be Natural esponendo nei suoi negozi ecomobili in cartone riciclabile, t-shirt in fibra di latte, vestiti e accessori in materiali ecologici e molto altro. Per più di un mese, inoltre, ha ridotto l’illuminazione non necessaria delle vetrine e ha finanziato l’iniziativa che prevede di piantare poco meno di 15.000 alberi nei pressi di Spessa Po (Pavia). Dall’altra parte ci sono gli stilisti e i designer che si reinventano e propongono soluzioni alternative per ridurre l’impatto ambientale degli scarti e per educare al consumo consapevole. Conosceremo due italiane, Francesca Caira e Orsola de Castro e un giovanissimo designer americano, in assoluta anteprima italiana, Stevie Boi. Con le loro creazioni di altissimo livello, già da qualche anno solcano il tracciato per una moda etica, di valore e incredibilmente all’avanguardia. Senza dimenticare chi del vintage ha fatto una filosofia e da decenni sostiene l’importanza di trascendere il diktat delle mode effimere e crearsi uno stile proprio e che rispetti l’ambiente.

speciale moda a cura di Alice Santinelli

Great fervour, big changes. The upcoming summer of 2010 is going to be revolutionary. Besides the vintage that from the 70s symbolizes the cornerstones of the fashion, the trend of the biological fashion burst out together with that of the ecological and sustainable fashion. The main actors are giants such as H&M and Zara, that this year reconfirm their production of organic cotton supplemented by other materials like wool, flax, recycled polyamide and polyester. Coin until the 25th of April has promoted the Be Natural initiative, displaying in its shops “ecomobili” in recycled cardboard, t-shirts made of milk fibre, clothes and accessories made out of ecological materials and much more. For more than a month it has reduced the unnecessary lighting of the shopwindows and has financed the initiative that counts on planting a bit less than 15000 trees. There are the stylists and the fashion designers that re-invent and suggest solutions to reduce the impact on the environment of the waste and to educate to the consumption awareness. We’ll meet two Italian women, Francesca Caira and Orsola de Castro and a young American designer, Stevie Boi, interviewed in a first-ever Italian preview. With their outstanding creations they have followed the trend for an ethical, valuable and incredibly cutting-edge fashion. We shouldn’t forget who made a philosophy out of vintage in the last decades and who considers the importance of transcending the diktat of the ephemeral fashion types and creating a peculiar style with an eye for the environment. 15


intervista / interview

Orsola de castro patchwork con stile Patchwork flair

su carta, print making e serigrafia. Vivevo a Londra da molti anni e lavorando sul tessile e sulla stampa, cominciai a rielaborare quello che mi passava sotto mano, dai golfini di mia nonna ai maglioni di cashmere. Così è nata l’idea e poi il progetto.

Orsola De Castro

In quest’intervista conosceremo Orsola de Castro, veneziana d’origine, inglese d’adozione che insieme a Filippo Ricci ha dato i natali alla più promettente e impegnata eco label del momento: From Somewhere. Nato nel 1997, questo brand si è imposto con notevoli riscontri sul panorama mondiale dell’ eco fashion. L’idea innovativa è recuperare scarti tessili industriali... e la tenacia premia. Ecco perché nel 2006 il British Fashion Council chiede loro di organizzare il primo spazio dedicato alla moda eco sostenibile durante la celebre 16

London Fashion Week. Nasce così Estethica che al giorno d’oggi annovera quasi 40 marchi ed è sponsorizzata da Monsoon e Marie Claire. Sempre nel 2006 nasce una collaborazione con la Cooperativa Rinascere COOPSHOP, sita nei pressi di Verona, che si occupa della riabilitazione e rinserimento di persone svantaggiate. D: Orsola, il tuo lavoro è sicuramente frutto di originalità e passione, com’è cominciata questa avventura? R: Ho frequentato la scuola internazionale di grafica a Venezia seguendo corsi di stampa, stampa

D: Infatti non ti sei limitata a ridar nuova vita agli abiti. R: No, infatti. Quella era la fase di customizing, rimaneggiamento dell’usato, rimessa a nuovo e quindi trasformazione del capo. Nel 2002 ci siamo accorti che il vero scarto non era l’usato ma il pre-consumer, cioè tutto il materiale che viene scartato dalle industrie. Anche le fasi di design sono diverse. Usiamo i cartamodelli, certo, ma sono un po’ diversi da quelli soliti perché ci troviamo a dover associare textures e materiali che altrimenti non vedreste mai accostati. D: Credi che Londra sia stata la città ideale dove iniziare questa esperienza? R: Londra è la capitale mondiale della moda etica e del supermarket fashion, la moda di qualità destinata alla grande distribuzione. Lavoriamo moltissimo con l’Italia e in


particolare con i materiali in disuso dei grandi designers del Triveneto. A Londra si svolge la parte creativa mentre la parte pratica si svolge in tutti quei paesi in cui c’è industria e possibilità di produrre. D: La parte più interessante del tuo lavoro? R: Sicuramente quella che si svolge in laboratorio e il fatto che si tratti un’operazione di design al contrario: non si tratta di cercare la stoffa per la collezione ma di adeguare una collezione alle stoffe che si trovano in quel momento. D: Due parole per concludere? R: La moda deve essere senza tempo. Come ho indossato gli abiti di mia nonna, spero che mia nipote indossi i miei. Perché l’abito è passione, nel farlo e nel portarlo, è desiderio e arte. In this interview we’ll meet Orsola de Castro, originally Venetian and English by adoption, that together with Filippo Ricci has created the most promising and committed ecological label at this time: From Somewhere. Born in 1997, this brand has stood out with numerous feedbacks by the ecological fashion world scene. The idea is innovative: to recover textile industrial waste. And tenacity recompenses. That’s why in 2006 the British Fashion Council asked them to organize the first space devoted to the sustainable and ecological fashion during the famous London Fashion Week. This is how Esthetica is born, including

at the present day almost 40 brands and sponsored by Monsoon and Marie Claire. In the same year a collaboration with the Cooperativa Rinascere COOPSHOP came into existence near Verona and since then takes care of rehabilitation and coming-back in the social contest of disadvantaged people. Q: Orsola, without any doubt your work is the result of originality and passion, how did this adventure begin? A: I’ve been attending the International Venice Graphic School, taking courses of printing, printout, print making and serigraphy. I have lived in London for many years and working on textiles and on printing, I started thinking to re-make what was on hand, from my grandmother’s jumpers to the cashmere sweaters. This is how the idea and the project are born. Q: In fact you didn’t restrict yourself to give new life to the clothes. A: Off course not. That was the phase of customizing, rejiging of the second-hand stuff, carrying over and then transforming the item. In 2002 we found out that the real scrap was not the second-hand clothes but the pre-consumer, that is all the material that is thrown away by the factories. The phases of design as well are different. We certainly use paper models, but they are a bit different from the usual ones because we find ourselves in having to associate textures and materials that otherwise you would never see together.

Q: Do you think that London has been the ideal city to start this experience? A: London is the worldwide capital of ethical fashion, of the fashion supermarket and of the high quality fashion appointed to the great distribution. We often work with Italy and particularly with the materials fallen into disuse of the great Triveneto designers. The creative part takes place in London, while the practical part is carried out in all those countries where there is an industrial and productive capability. Q: What is the most interesting part of your job? A: Definitely the one that is carried out in the workshop and the aspect by which is a design operation in reverse: it’s not important to find the fabric for the collection, but to adjust a collection to the fabrics that you can find in that particular occasion. Q: Do you want to say something to conclude the interview? A: Fashion has to be timeless. As I wore my grandmother’s clothes, I hope my granddaughter will wear mine. That’s because clothes represent passion and in making them and wearing them there is desire and art.

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intervista / interview

francesca caira

trasformista dell’usato transform second-hand

Dalla città dell’alta moda e della sua banalizzazione di massa, Milano, arriva una bella ventata di freschezza. Francesca Caira e il suo marchio Caira Design propongono la varietà di due linee estremamente interessanti. Caira Fashion, una produzione di abbigliamento donna, bjioux e accessori e Caira Unique che ci interessa approfondire perché incentrata sulla filosofia del recupero. È una linea di pezzi unici che la designer propone a coloro che considerano la moda come un mezzo di espressione personale e la vivono con un occhio di riguardo all’ambiente.

Francesca Caira

D: Francesca, ci ha colpito molto la tua linea Unique e la tua filosofia di recupero di materiali di alta qualità. Raccontaci in cosa consiste il tuo lavoro e qual è il processo creativo. R: Innanzi tutto Unique è una collezione di pezzi unici creati sia con capi usati sia con tessuti vintage e di recupero. L’abito nasce sul manichino, non amo particolarmente disegnare cartamodelli. Così 38 18

scompongo gli abiti che trovo, li smonto e li taglio. In seguito li assemblo secondi vari modelli, dandogli una seconda chance di costituire un abito. D: Hai frequentato l’Istituto Europeo di Design (IED). Quale altro percorso creativo parallelo ti ha portata ad arrivare qui? Se la scuola ti ha dato gli strumenti, dove hai trovato l’ispirazione? R: In effetti ho studiato Industrial Design ma alla lunga l’ho trovato un lavoro poco creativo quindi per qualche tempo mi sono dedicata alla produzione artigianale e artistica di vetrate, al decoro e alla realizzazione di oggetti di ceramica. Ho sempre avuto una passione e dell’interesse per la moda e la valorizzazione di vecchi abiti. Così mi sono rimboccata le maniche, per un anno ho studiato e progettato quest’attività e poi è nata Caira Design, il risultato della coesione di tutte le mie passioni e competenze artistiche. D: E’ stato difficile emergere con un idea così innovativa? R: A tutt’oggi siamo in pochi. All’inizio proponevo le mie creazioni ai negozi vintage che già annoveravano tra i loro pezzi degli abiti customizzati. Poi mi sono buttata e sono già tre collezioni che presento Unique, riscuotendo un successo di tutto rispetto. D: Credi che questo sia indizio di una coscienza critica che sta prendendo piede anche nel mondo della moda? R: Penso che pian piano stia

entrando nella mentalità delle persone. Infatti ho partecipato alla prima edizione di Critical Fashion, inedito in Italia e presente alla fiera di Milano Fa la Cosa Giusta. L’industria dell’abbigliamento crea parecchio rifiuto. Io recupero materiali e abiti di ottima qualità che altrimenti non verrebbero riutilizzati. D: Quindi la ricerca è il primo passo del tuo lavoro. Dove fai le tue scoperte? R: In Italia si trova moltissimo senza bisogno di andare all’estero. Giro senza sosta tra mercatini della domenica, bric-à-brac, privati e negozi di tessuti che liquidavano interi archivi di tessuti vintage. Si trova davvero di tutto. D: Quindi non tutti i materiali che usi sono propriamente vintage, che abbiano almeno vent’anni? R: Per quanto riguarda le stoffe uso quelle che hanno almeno vent’anni, che siamo di marca o di eccellente fattura. Ma il concetto principale è cercare di riutilizzare anche vestiti di seconda mano. D: Per conclude questa interessante entrevue, qual è la parte del tuo lavoro che preferisci? R: Sicuramente la creazione sul manichino, il recupero dei bottoni la ricerca di matrimoni tra stoffe e materiali, la commistione di trame e la possibilità di creare infinite combinazioni. È il sistema di lavoro che mi da più soddisfazioni, una commistione di artigianato e sartoria, fisico e creativo.


From the city of the high fashion and of its mass exploitation, Milan, arrives a nice breath of fresh air. Francesca Caira and her label Cara Design suggests the choice of two extremely interesting lines. Caira Fashion, a collection of ladies’ wear, costume jewellery and accessories and Cara Unique, in which we want to take a deeper look because its focus is on the idea of recovery. It’s a collection of unique pieces that the designer suggests to the people that consider fashion as a way of personal expression and live it with an eye for the environment. Q: Francesca your Unique line and your philosophy of recovering materials of hight quality stunned us. Tell us in what your job consists of and which is the creative process. A: First of all Unique is a collection of unique pieces created with both second-hand clothes and with vintage and recovered fabrics. The clothes is created on the dummy, I don’t like very much drawing patterns. This is how I break up the clothes that I find: I dismantle and cut them. Then I assemble them according to every model, giving them a second chance to make a cloth. Q: You have attended the European Institute of Design (IED). Which other creative path made you arrive here? If

the school provided you with the tools, where did you find the inspiration? A: In fact I’ve studied Industrial Design but after a while I thought it wasn’t a very creative job, so after some time I dedicated myself to the hand-crafted and artistic production of stained glass windows and to the decoration and realization of ceramics. I have always been fond of the fashion that increases the value of old clothes. Then I rolled up my sleeves and for one year I’ve studied and projected this activity. This is how Caira Design is born, it’s the result of the cohesion of all my passions and artistic skills. Q: Has it been difficult to stand up with such an innovative idea? A: We are few so far. At the beginning I proposed my creations to the vintage shops that already had their collection customized. Then I made a run and I have already presented three Unique collections, obtaining a respected success. Q: Do you think that this is the sign of a critical consciousness that is gaining ground also in the fashion world? A: I think that it is entering little by little in the mentality of the people. In fact I have participated to the first edition of Critical Fashion, new in Italia and present at the Fa la Cosa Giusta fair in Milan. The fashion industry creates quite a lot of rejection. I recovery

high-quality materials and clothes that otherwise wouldn’t being used at all. Q: That is why research is the first step of your job. Where do you make your discoveries? A: In Italy you can find a lot without the need to look abroad. I make a tour of the sundays corner markets, the bric-à-brac, in private and to the fabrics shops that get rid of entire archives of vintage fabrics. You can find everything. Q: Therefore not all the materials you use are properly vintage, do they have to be at least twenty years old? A: Concerning the fabrics, I use those that have at least twenty years, that are branded and have an excellent cut. However, the principal concept is to try to reuse second-hand clothes as well. Q: To conclude this interesting entrevue, what is the part of your job that you prefer? A: Certainly the creation on dummies, the recovery of buttons, the search for matches between the fabrics and the materials, the mix of patterns and the possibility to create infinite combinations. This is the way of working that gives me more satisfactions, a mix of handicraft and haute coture, it’s physical and creative.

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scoop in italy! intervista / interview

stevie boi

outlook style

Steven Cornellz, classe ’89, è innanzitutto un personaggio fuori dagli schemi. Molto estroverso, si definisce un riuscito mix di etnie e un artista che ama sorprendere. Nel 2007 Stevie Boi lancia la sua personalissima collezione, Toxic, di abiti e occhiali e da lì a poco acquista una sorprendente eco sul mercato americano. Molto disponibile e professionale, ci ha rilasciato questa intervista telefonica esclusiva in Italia, dove vorrebbe poter organizzare prossimamente una sfilata. Stevie Boi ha inoltre sfruttato al massimo tutti i canali possibili di pubblicità, dai social network come Facebook e Twitter, alla grafica accattivante e di ottima qualità del suo sito www.stevieboi.com 20 38

D: Innanzi tutto, vorremmo congratularci per la tua giovane età. Saremmo curiosi di sapere come hai cominciato, se hai frequentato qualche scuola di design o se hai fatto proprio tutto da solo. R: Nel 2007 ho lasciato College e lavoro e mi sono messo d’impegno per realizzare il mio sogno: creare il mio Brand personale di vestiti e occhiali e dare vita ad una collezione che mi permettesse di esprimere la mia creatività. Senza seguire corsi o frequentare scuole. Sono andato per tentativi e alla fine, da autodidatta, ho assimilato una tecnica. D: Da dove trai l’ispirazione? R Per via del lavoro dei miei genitori, quand’ero piccolo, ci siamo trasferiti per tre anni in Germania. Mia madre mi portava spesso a visitare castelli

bui e lugubri e questi ricordi spesso riaffiorano nei miei incubi. Mi sveglio, faccio uno schizzo e poi riprendo il disegno finché non sono del tutto soddisfatto. D: Parlaci dei materiali che prediligi e degli steps di produzione. R: Uso per lo più il metallo, per la sua stabilità e i suoi riflessi. E poi mi piace la sfida: non è molto facile da maneggiare e il risultato dà più soddisfazioni. Utilizzo molti materiali di recupero come graticole, alluminio e scarti vari. Riutilizzo vecchia bigiotteria. Insomma, cerco di non buttare via nulla dando però alle mie creazioni un aspetto innovativo e di alto livello. D: Prossimi obiettivi? R: Potrà sembrare strano ma non


ho obiettivi ben precisi. Le cose vanno molto bene, hanno superato le mie stesse aspettative. Non c’è limite a quello che un uomo può fare, se lo fa con passione. Quindi tutto è possibile. D: Dove si posso acquistare i tuoi prodotti? R: Sicuramente sul mio sito internet. Poi ho molti punti vendita in giro per il mondo. Sono diventati fan delle mie collezioni molti artisti come Teyanna Taylor, Lisa Raye, Meagan Good, Columbus Short, Ester Dean, B-Scott, Michelle Rodriguez, Rosa Acosta, Tila Tequila, solo per citarne qualcuno. Mi piacerebbe molto organizzare una sfilata in Italia e sto pensando di venire a Venezia quest’estate per fare un piccolo sopralluogo, oltre a visitare una delle città più belle del mondo. D: Dulcis in fundo? R: Con le mie creazioni non cerco di esprimere o trasmettere particolari emozioni. Racconto semplicemente di me. Del mio essere creativo, appassionato e unico.

Steven Cornellz, born in 1989, is, first of all, an unconventional character. Very extrovert, he defines himself as a successful mix of ethnic groups and an artist that loves to amaze the public. In 2007 Stevie Boi launched his personal collection of glasses and clothes, called Toxic, and in short time he caused a great stir in the American market. Very willing and professional, he gave us this exclusive telephonic interview in Italy, where soon he would like to arrange a fashion show. Steve Boi also took advantage at the most of any possible way of advertising, from the social networks such as Facebook and Twitter to the catchy high-quality graphic of his website www.stevieboi.com Q: First of all, we would like to pay our compliments to your young age. We’re curious to know how did you begin, if you have been

attending any design school or if you just did everything by yourself. A:: In 2007 I left the College and my job and I have applied myself in order to realize my dream: create my personal brand of clothes and glasses and give life to a collection that could express my creativity. Without taking courses or attending schools. I made my attempts, and at the end, as a selftaught artist, I have assimilated my own techniques. Q: Where do you get the inspiration? A: Because of my parents job, when I was a child we moved to Germany and lived there for three years. My mother used to take me to visit dark and gloomy castles and often these memories reappear in my nightmares. I wake up, I make a sketch and continue the draw until I’m totally satisfied with it. Q: Tell us about the materials that you prefer and about the productions steps A: I mostly use metal, for its stability and reflexes. I also enjoy the challenge: it is not easy to handle and the result is worth the effort. I use many recycled materials, such as grills, aluminium and different waste. I reuse old junk jewellery. In short, I try to throw away nothing, though giving to my creations an innovative and top-level aspect. Q: Next goals? A: It could seems strange but I don’t have clear goals. The things are going very well, they went beyond my own expectations. There’s no limit to what a man can do, if he does it with passion. Then everything is possible. Q: Where can we buy your products? A: Definitely on my website, but I also have many dealers all around the world. Many artists such as Teyanna Taylor, Lisa Raye, Meagan Good, Columbus Short, Ester Dean, B-Scott, Michelle Rodriguez, Rosa Acosta, Tila Tequila, only to mention some of them, have become fans of

my collections. I would like very much to make a fashion show in Italy and I’m thinking of coming to Venice this summer to make a little inspection and visit one of the most beautiful cities in the world. Q: Dulcis in fundo? A: With my creations I don’t want to express or transmit particular emotions. I just tell the people about me, of my being creative, passionated and unique.

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intervista / interview

massimo sabbadin

Aida Yespica & Massimo Sabbadin

Fashion rock… Spirit style

nei video Estranged e November Rain dei Guns N’ Roses, ndr). È ancora la città del rock. Respiri quell’aria underground cruda. Ogni volta che ci vado mi sento molto più a casa che non in Italia.

D: Qual è la band con lo stile più particolare? R: Senza dubbio i Foo Fighters. La scuola “grunge” ha ancora appeal, t-shirt, jeans e all-star. Indossano tutto con naturalezza. Un’eleganza trasandata.

D: Hai mai creato qualcosa ad hoc per qualche pezzo grosso del rock? R: Ho disegnato una t-shirt per i Metallica. Sono rimasti colpiti dal mio stile, e quando sono venuti in tour a Milano per suonare mi hanno contattato.

Nora Amile & Massimo Sabbadin

D: Cos’è Bad Spirit? R: È il mio life style. Compro t-shirt usate in giro per il mondo. Dopo averle sterilizzate e customizzate, vi applico veri gioielli Swarovski. Dimostro come anche la gente che non si comprerebbe mai la maglietta di Rob Zombie o degli AC/DC, si avvicina con estrema facilità se hanno un tocco più glamour.

Lars Ulrich & Massimo Sabbadin

D: Come lo hai ideato il tuo marchio? R: È una sorta di mio alter-ego visivo. Quando l’ho ideato, nel 1994, avevo i capelli corti con cresta e piercing. Le cinque stelle sopra il teschio significano il lusso, ecco perché realizzo sempre su tessuti di valore. Il tutto made in Veneto. Massimo Sabbadin, professione creativo a 360°. Nel giro di pochi anni le sue particolari creazioni conquistano il jet set milanese. Lontano dall’affollata metropoli italiana lo incontro una sera a Jesolo, al Morgan’s. Un piccolo locale che ha qualcosa di davvero speciale rispetto al monotono panorama nazionale. Qui si ascolta il rock. Massimo lo scolpisce il rock, lo orna, lo imprime sui tessuti.

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D: Massimo Sabbadin, qual è il tuo mestiere? R: Trasformo il fashion in streetwear e lo streetwear in fashion. Solamente con l’aiuto della musica, principalmente rock.

D: Come crei? R: Devo trovare la canzone giusta che poi non smetto più di ascoltare per settimane, finché non ho finito. Per una mia passata collezione, sono rimasto “intrappolato” da Long Nights di Eddie Vedder (cantante dei Pearl Jam, ndr). D: Perché sei così legato a Los Angeles? R: Ho cominciato ad andarci per cercare l’ispirazione. Venice Beach, Melrose, il Rainbow (storico locale, inquadrato anche

D: Altri personaggi che indossano le tue felpe/t-shirt? R: Moltissimi. Aida Yespica, Nina Moric, Francesca Fagella (Dj di Radio 105), Ceyenne, Kris Richter, Maurizio Solieri, la modella Nora, la Iena Yan Agusto, i ragazzi di X Factor, molti calciatori (con annesse consorti) fra cui Christian Abbiati, Massimo Oddo e anche il super fashion per eccellenza, l’inglese David Beckham.

Dio benedica il mondo, e gran parte della gente

“Satisfaction” dei Rolling Stone D: La tua ultima collezione che uscirà? R: Si chiama Indio dark, arriverà nei negozi a luglio/agosto e poi farà tutta la stagione invernale. Questa collezione nasce a L.A. dove ci sono tantissime grafiche dedicate agli Haida, i tatuaggi degli Indiani del Nord America. La canzone d’ispirazione è stata Revolution dei Judas Priest. Per info, Massimo Sabbadin: www.badspiritenterprise.com


Massimo Sabbadin. Activity: creative at 360°. In few years his particular creations won the Milan jet set. Away from the crowded Italian metropolis I met him one night in Jesolo, at the Morgan’s. A small haunt that has something of really special compared with the monotonous national scene. Here you can listen to rock. Massimo carves the rock, decorating and impressing it on the clothes.

God bless the world and most of the people in it

“Satisfaction” by Rolling Stone

Q: Massimo Sabbadin, what’s your job? A: I transform fashion in streetwear and the streetwear in fashion. Only with the help of music, mostly rock. Q: Which band has the most particular style? A: Definitely the Foo Fighters. The “grunge” school has still appeal: t-shirts, jeans and all-stars. They wear everything with naturalness. A shabby elegance. Q: What’s Bad Spirit? A: It’s my life style. I buy secondhand t-shirt around the world. After having them sterilized and customized, I put real Swarovski jewels. I demonstrate how people that would never buy a Rob Zombie or AC/DC t-shirt easily approaches to them if they have a more glamorous style. Q: How did you create your label ?

A: It’s a sort of my visual alterego. When I created it, in 1994, I had short hair with a topknot and piercings. The five stars above the skull mean luxury, that’s why I always create high-quality fabrics. All made in Veneto. Q: How do you create? A: I have to find the right song and then I can’t avoid listening to it for weeks, until I finish. For my past collection, I remained “trapped” by Long Nights by Eddie Vedder (singer of the Pearl Jam, ndr). Q: Why are you so tie up with Los Angeles ? A: I started going there to find inspiration. Venice Beach, Melrose, the Rainbow (memorable haunt, also framed in the videos Estranged and November Rain by Guns N’ Roses, ndr). It’s still the city of rock. You breath that raw underground air. Every time I go I feel at home much more than in Italy. Q: Have you ever created something ad hoc for any big rock artist? A: I designed a t-shirt for Metallica. They were impressed by my style and when they came in tour to Milan contacted me. Q: Are there other personalities who wear your sweatshirt/T-shirts? A: Many. Aida Yespica, Nina Moric, Francesca Fagella (Radio 105 Dj), Ceyenne, Kris Richter, Maurizio Solieri, the model Nora, the Iena Yan Agusto, the X Factor’s guys, many soccer players (with their wives), among them Christian Abbiati, Massimo Oddo and the super-stylish par excellence, the British David Beckham. L.F.: What about your last upcoming collection ? M.S.: Its name is Indio dark, it will arrive in the shops in July/ August, then will cover all the winter season. This collection is born in L.A., where there are many graphics dedicated to the Haida, the tattoos of the North American Indians. The inspiration song has been Revolution by Judas Priest. For information about Massimo Sabbadin please visit: www.badspiritenterprise.com

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Chronicon

Chronicon

Montepulciano d’Abruzzo

Trebbiano d’Abruzzo

Capsico Rosso

Montepulciano d’Abruzzo

Montepulciano Cerasuolo

Ibisco Bianco

Yamada

San Clemente San Clemente San Clemente

Plaisir

Plaisir

Clematis

Pecorino

Montepulciano d’Abruzzo Riserva

Chardonnay

Passito rosso

Passito bianco

Passito rosso

Il Bianco di Ciccio

Ibisco Rosa

Trebbiano d’Abruzzo

Myosotis

Olio Zaccagnini Extra vergine di oliva


intervista / interview

corrado fasolato presi per la gola take by the throat

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Dopo anni di silenzio sul fronte culinario, Venezia alza la voce con un solista d’eccezione sceso dai monti vicentini sino alla nostra laguna, lo chef Corrado Fasolato. Nello splendido giardino dell’hotel Metropole, Corrado ci ha raccontato la sua storia. Vive ormai a Venezia da 5 anni ed ha letteralmente creato dal nulla il Met Restaurant, guadagnando in breve tempo 2 stelle Michelin e sopratutto la fiducia dei veneziani che ormai sono diventati il suo fedelissimo pubblico.

sperimentazioni all’avanguardia.

D: Ci racconti cosa l’ha spinta a fare il mestiere di cuoco, è stata la passione? R: Direi di no, francamente ero troppo giovane per avere una propria e vera passione per la cucina. Amavo molto le moto, la meccanica e la velocità, ovvero il brivido del rischio. Questo si legge molto nel mio lavoro, porto i cibi al limite della lavorazione e sin da giovanissimo ho sperimentato accostamenti di sapori che al tempo erano inusuali.

D: Ci racconta un segreto dei suoi piatti? R: Tutti i miei piatti sono costruiti con la giusta dose di dolce, salato e acido. Amo giocare sul caldo freddo, per non parlare dei cromatismi. Faccio delle composizioni architettoniche, unisco un ingrediente nuovo ad uno vecchio. Per me il piatto deve quasi “stordirti”. Vado sempre oltre la semplice soluzione, talvolta sbagliando.

D: Cosa intende per inusuali? R: Anni fa io abbinavo la carne e il pesce, cosa che veniva considerata un sacrilegio, mentre ora sta cominciando ad essere apprezzata, in questo Ferran Adrià e Gualtiero Marchesi sono stati i miei grandi maestri, mi hanno insegnato le tecniche e le

D: Ci parli del suo ultimo successo: la conquista delle 2 stelle Michelin al Met Restaurant. R: È stata una vera sfida per me questa al Met Restaurant. La nostra filosofia, mia e di mia moglie Paola che è direttrice di sala, è far sentire la gente come a casa propria, come un’ospite. Un’altra cosa importante è stata la totale assenza di pubblicità, noi crediamo nel passaparola, che finora ha attraversato gli oceani.

D: Cosa intende per spingersi oltre? R: Quando le persone fanno fatica a comprendere i miei piatti, quando gli accostamenti che faccio sono arditi e i piatti mi tornano indietro. Ogni errore mi è servito per migliorare. D: Quando è a casa, nel suo

giorno libero, cosa si prepara da mangiare? R: Praticamente nulla! Cucina tutto mia moglie che è un’ottima cuoca. D: Quindi lo stereotipo che i grandi chef sono uomini ma a casa cucinano le donne, è vero! R: Sì ma solo perché questo è un lavoro troppo duro, si parla di 1416 ore di lavoro. Ci sono poi delle rinunce che le donne non possono fare, come per esempio avere dei figli. Anche se devo ammettere che sono migliori rispetto agli uomini per la capacità di riconoscere e distinguere i sapori contenuti in una portata.

D: Ci parli del suo ultimo progetto: il Sound chef. R: Per avere la “quasi” perfezione dei miei piatti mancava solo il suono, da questo nasce Soundchef, la musica associata al cibo. Ho sempre amato molto la musica, così ho fatto installare un sofisticatissimo impianto audio all’interno di una sala, per rendere l’esperienza al Met Restaurant più coinvolgente ed assuefante. 27 33


Una volta mi dissero che dovevo cambiare il nome del ristorante in “Centro benessere” poiché il cliente, quando si siede al tavolo e comincia ad assaporare i miei piatti, si allontana completamente dal “mondo reale” e si lascia cullare dalle sensazioni che i gusti e i profumi riescono a suscitare in lui.

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After years of silence on the culinary side,Venice raises its voice with an exceptional solo that comes down from the mountains of Vicenza to our lagoon, the chef Corrado Fasolato. In the wonderful garden of the Metropole hotel, Corrado told us his story. He has been in Venice for 5 years and he literally created from nothing the Met Restaurant, gaining in short time 2 Michelin starts and above all the trust of

the Venetians that are already his loyal public. Q: Tell us about the reason that made you a cook, it was the passion? A: I’d say no. Frankly I was too young to have a proper and real passion for cooking. I used to really love bikes, mechanics and speed, in other words the thrill of the risk. You can see a lot about this in my works, since I was very young I tested combinations of flavours that at the time were unusual. Q: What do you mean with ”unusual”? A: Years ago I had combined meat with fish and this was considered a sacrilege, while now it’s getting more and more appreciated. In this Ferran Adrià and Gualtiero Marchesi has been my great teachers, they taught me the techniques and the cutting edge experimentations. Q: Tell us about your last achievement: the 2 Michelin stars at the Met Restaurant A: Personally the Met Restaurant has been a real challenge. The idea, shared by me and my wife Paola, hall director, is to make people feel at home, like guests. Another important thing is the


absence of advertisement, we believe in the word of mouth, that crossed the oceans so far.

A: Practically nothing! My wife is an excellent cook and she prepare everything for me.

Q: Can you tell us a secret of your dishes? A: All my dishes are created with the right proportion of sweet, salty and bitter tastes. I like to play on the hot-cold effects, saying nothing about the chromaticism. I make architectural compositions, mixing a new and an old ingredient. In my opinion the dish has to “daze you”. I always go beyond the simple solution, sometimes making mistakes.

Q: So the stereotype by which the great chefs are men but at home the women cook is true! A: Yes, but only because this is a really hard job, I work 14-16 hours everyday. But I have to admit that women are better than men for their capacity to identify and differentiate the flavours contained in a dish. Q: Tell us about your last project: Sound chef. A: To achieve “almost” perfection in my dishes, only sound was missing and from this idea came out Soundchef , music linked to food. I’ve always loved music, so I had a very sophisticated system installed inside a room, to make the experience at the Met Restaurant one of the most involving and addictive.

Q: What do you mean with “pushing yourself further”? A: When the people have difficulty understanding my dishes and my bold combinations, my dishes are given back. Every mistake was useful to improve my skills. Q: When you are at home, in your day off, which meal you usually prepare?

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librai a venezia

La Toletta - Librerie Libreria Mondadori Venezia Libreria Mondadori Airport Studio LT2 - edizioni

Booksellers in venice I SEGRETI DEL CANAL GRANDE Misteri, aneddoti, curiosità, sulla più bella strada del mondo

rubrica a cura di Giovanni Pelizzato

di Alberto Toso Fei info@libreriatoletta.it www.libreriatoletta.it 041 52 32 034 info@libreriamondadorivenezia.it www.libreriamondadorivenezia.it 041 52 22 193

editore Studio LT2

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il libro

the book

Le leggende, i misteri, le curiosità, gli intrighi e le passioni della Serenissima raccontate attraverso una rapida “sbirciata” oltre le finestre dei palazzi sul Canal Grande, i più prestigiosi e importanti della città. Nelle loro stanze si è snodata, nei secoli, la storia millenaria della Repubblica di Venezia. Dalle loro finestre si sono affacciate le cortigiane più belle, i poeti più acclamati, gli ospiti più prestigiosi, i governanti più scaltri e accorti, che hanno reso leggendaria la città lagunare. I segreti del Canal Grande, l’ultima opera di Alberto Toso Fei, racconta tutto questo: è infatti percorrendo letterariamente le rive della “strada più bella del mondo”, così come la definì l’ambasciatore di Francia Philippe de Commynes oltre cinque secoli fa, in un doppio viaggio “de citra” e “de ultra”, ovvero su un lato o sull’altro della città (il Canal Grande non ha una riva destra e una riva sinistra poiché non è un fiume e quindi non ha un “verso” individuato dalla corrente…), che è possibile rivivere la storia della Serenissima attraverso le sue vicende, i suoi segreti o i semplici aneddoti, lasciandosi affascinare dalle voci del passato. Sono svelati così quegli aspetti sconosciuti, curiosi, leggendari sulla Repubblica che, attraverso una lettura divertente e coinvolgente, permettono di conoscere un po’ di più Venezia, la sua storia straordinaria e la civiltà che prese piede tra le isole della laguna.

The legends, mysteries, curiosities, intrigues and passions of the Serenissima narrated in a quick view through the windows of Canal Grande’s palaces, the most prestigious and important of the city. In their rooms, from age to age, snaked the thousand-year history of the Republic of Venice. The most beautiful courtesans, the most prestigious guests, the most astute and wise rulers, that made legendary the city of the lagoon, used to appeared at their windows. I segreti del Canal grande (“the Secrets of Canal Grande”) is the last work by Alberto Toso Fei and it tells everything about this: literary passing through the banks of the “most beautiful road of the world”, as more than five centuries ago the French Ambassador Philippe de Commynes defined it in a double visit “de citra” and “de utra”, in other words “on one side” and “on the other” of the city (the Canal Grande has not a left or a right bank, because it isn’t a river and it can’t be oriented by the stream), it is possible to live again the history of the Serenissima, with its events, secrets or simple anecdotes, getting charmed by the voices of the past. Now are unravelled the curious and legendary aspects about the Republic that, with an amusing and absorbing reading, allow to know a bit more about Venice, its incredible history and civilization that set foot on the islands of the lagoon.

Da giugno in libreria la traduzione in inglese! Prezzo Euro 18,50, pagine 200

From June is available the english version. Price 18,50 Euro, 200 pages

L’autore

the author

Alberto Toso Fei, 44 anni, è discendente di una antica famiglia di vetrai di Murano, ed è un esperto di storia veneziana. Ha al suo attivo tre libri sulla Venezia curiosa e del mistero: Leggende veneziane e storie di fantasmi (2000), Veneziaenigma (2004) e Misteri della laguna e racconti di streghe (2005), editi da Elzeviro. Ha scritto inoltre, con Shaul Bassi, Shakespeare in Venice (2007).

Alberto Toso Fei, 44 years old, is a direct descendant of an ancient family of glazier-masters in Murano and he is an expert of the History of Venice. Until now he has written three books about the secret and mysterious Venice: Leggende veneziane e storie di fantasmi (2000), Veneziaenigma (2004) and Misteri della laguna e racconti di streghe (2005), edited by Elzeviro. He has also collaborated with Shaul Bassi in the book Shakespeare in Venice (2007).


artE e dintorni Querini Stampalia E se lo facessimo strano? And if we do it in a weird way?

Enel Contemporanea diventa Award Enel Contemporanea becomes Award

archibottega

luca de bona paola ruzzon

architetti

venezia-milano

info@archibottega.it tel +39 0423 973125 fax +39 0423 973387

Parliamo della visita al museo, per scoprire la ricca collezione e gli ambienti della Fondazione Querini Stampalia. Le proposte offerte, che si alternano due volte alla settimana sino alla fine giugno, sono: W la tartaruga, tecniche di rilassamento e meditazione in Museo e Drops of Art, lezioni di inglese al Museo. Consigliata la prenotazione presso il Bookshop della Fondazione allo 041 2711487. Il biglietto di ingresso al Museo è di 10 euro; due biglietti in omaggio a chi partecipa all’intero ciclo. Per gli utenti della biblioteca e per chi è iscritto agli Amici della Fondazione biglietto ridotto 8 euro. We’re talking about visiting the museum to discover the Fondazione Querini Stampalia’s rich collection and atmosphere. The offerted propose, that alternate with each other twice a week until the end of June are the following: W la tartaruga, methods of relax and meditation at the Museum, and Drops of Art, English lessons at the museum. Archibottega è un contenitore di idee,una fucina creativa di progetti e realizzazioni in diversi ambiti. Nata dall’idea della bottega in senso rinascimentale, si affaccia alla contemporaneità proponendo chiavi di lettura d’avanguardia nei settori del Progetto architettonico, dell’ Interior Design,del Paesaggio e nella gestione dell‘immagine coordinata di enti. Offre un servizio completo che va dal concept alla direzione dei lavori . Archibottega è composta da un team di giovani professionisti che completano l’offerta in ogni settore progettuale.

Per la quarta edizione 2010 viene istituito il premio che, mai come quest’anno, è in linea con le idee che rispettano la natura. Vince il duo Bik Van der Pol (Liesbeth Bik e Jos Van der Pol) con il progetto “Are you really sure that a floor can’t also be a ceiling?” (Sei davvero sicuro che un pavimento non possa essere anche un soffitto?). Si tratta della rivisitazione della famosa casa di Mies Van der Rohe, “Farnsworth House”, che viene trasformata in una “riserva” per farfalle in via di estinzione, gli insetti più sensibili ai cambiamenti climatici. Potrete ammirarla nei nuovissimi spazi del MACRO - Museo d’Arte Contemporanea di Roma, dal prossimo autunno. For this fourth edition 2010 the award winner follows, the ideas of protecting nature more than last years with the project: “Are you really sure that a floor can’t also be a ceiling?” Bik Van der Pol (Liesbeth Bike and Jos Van der Pol) managed to win the award.

It is necessary to book at the Bookshop of the Fondazione at the number : 041 2711487 The admission ticket for the museum is 10 Euro; participating to the entire cycle entitles to 2 free pass For the users of the library and the members of the Amici della Fondazione reduced ticket 8 Euro.

The project consists in reinterpreting the famous “Farnsworth House” of Mies Van der Rohe, to be transformed in a reserve for endangered butterflies, very vulnerable to climate changes. You can admire them in the brandnew spaces of MACRO – Museum of Contemporary Art of Rome from next Autumn

Fondazione Querini Stampalia tel 041 2711411 | fax 041 2711445 fondazione@querinistampalia.org

www.enel.it/ext/enelcontemporanea2010

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artE e dintorni palazzo Fortuny francesco candeloro

UTOPIA MATTERS: DALLE CONFRATERNITE AL BAUHAUS

città delle città

UTOPIA MATTERS: FROM THE BROTHERHOODS TO BAUHAUS Venezia - Guggenheim 1 maggio–25 luglio 2010 may 1 – july 25, 2010 by Vivien Greene

Venezia - Museo Fortuny 27 marzo – 18 luglio 2010 27 march - 18th july 2010 Si snoda in tre mostre nella sede che fu abitazione di Mariano Fortuny: al piano terra Città delle città, un’installazione site specific di Francesco Candeloro, articolata in una serie di grandi opere, che sfiorano i temi dell’architettura, della città e dell’ambiente legati a fotografia, scultura e segno. Al primo piano Mariano Fortuny la seta e il velluto, serie di rari Delphos, i leggendari abiti plissé di Fortuny, completata da cappe, mantelli, costumi e accessori, provenienti dalle collezioni private americane. Al secondo piano Samurai, ovvero l’eccezionale nucleo di armature, elmi e accessori della collezione Koelliker di Milano. It is organized in three exhibitions inside the site that was the house of Mariano Fortuny: a specific installation site at the ground floor “Cities of cities”, by Francesco Candeloro, consisting of a set of great works, that concern the themes of architecture, of the urban and natural environments linked to photography, sculpture and sign. At the first floor Mariano Fortuny the silk and the velvet, a set of rare Delphos, legendary plissè dresses, accompanied by cloaks, costumes and accessories coming from the private American collections. At the second floor Samurai, that is the exceptional selection of armours, helmets and accessories of the collection Koelliker in Milan.

Partendo dall’analisi del pensiero e degli ideali utopici nelle pratiche artistiche tra gli inizi del 1800 e il 1933, vengono esposti gli studi principali dei movimenti di Les Barbus, William Morris and Arts and Crafts, la Cornish Colony, il Neo-Impressionismo, De Stijl, il Costruttivismo russo.

Evento Peggy in Venice. Photographed by Nino Migliori

Una raffinata quanto preziosa e dettagliata raccolta di fotografie, scattate da Nino Migliori attorno agli anni ‘60, ad una delle più influenti personalità dell’arte del dopoguerra: Peggy Guggenheim. Del fortunato incontro tra Peggy e Nino Migliori, fotografo che potremmo definire “espressionista astratto”, possiamo oggi ammirare i frutti, esposti nelle stesse stanze dove sono state scattate le fotografie 50 anni fa. Scopriamo Peggy nella sua intimità domestica, circondata dalle opere della sua collezione, non semplicemente appese alle pareti bensì parte integrante dell’arredamento, vivo e cangiante.

call center 848082000 SOLO per chi chiama dall’estero ++39 041 42730892 Palazzo Fortuny Tel. 041 5200995 | Fax. 041 5223088 info: info@fmcvenezia.it 32

Starting from an analysis of the thought and utopic ideals in the artistic performances between the first half of the 19th century and 1933, we can find exposed the principal studies regarding the artistic movement of Les Barbus, William Morris and Arts and Crafts, the Cornish Colony, the NeoImpressionism, De Stijl, the Russian Constructivism.

Peggy Guggenheim Collection tel: 041.2405.411 - fax: 041.520.6885 e-mail: info@guggenheim-venice.it www.guggenheim-venice.it

An elegant, unique and detailed photograph collection, realized by Nino Migliori during the 60s and portraying one of the most influential personality of the postwar artistic world: Peggy Guggenheim. Today we can admire the fruits of the lucky encounter between Peggy and Nino Migliori, a photographer who can be considered as an ”abstract expressionist”. The photographs are exposed in the same rooms where they have been taken 50 years ago, we can find Peggy absorbed in her household intimacy, surrounded by the works of her collection, not merely hung on the walls, but a necessary feature of the lively and colorful furniture.


artE e dintorni Le forme del moderno Scultura a Ca’ Pesaro The shapes of the modern Sculpture at Ca’ Pesaro

SAFET ZEC

IL POTERE DELLA PITTURA The power of painting

felice carena

Gli anni veneziani 1945-1966

Da Medardo Rosso a Viani, da Rodin ad Arturo Martini Ca’ Pesaro - Galleria Internazionale d’Arte Moderna, II piano 9 marzo - 18 luglio 2010 9th may - 18th july 2010 Una trentina di grandi sculture appartenenti alla celebre collezione plastica di Ca’ Pesaro, in un percorso completamente nuovo, che privilegia valori formali e accostamenti inediti. La mostra si snoda negli spazi sontuosi dell’androne longheniano al piano terra e del monumentale secondo piano recentemente restituiti a funzione museale. Gli spazi consentono, finalmente, di esporre opere per molto tempo non accessibili al pubblico. About thirty great sculptures belonging to the famous plastic collection of Ca’ Pesaro, a completely new journey, that privileges formal values and brand-new combinations. The exhibition occupies the sumptuous space of the longhenian entrance at the grounflooror and of the monumental second floor, recently restored to its function, that permit, finally to display for a long time works unavailable for the public.

MiBAC e Google per Google Books Definitivo l’accordo che consentirà a milioni di utenti in tutto il mondo di accedere liberamente a circa un milione di libri, non coperti da copyright, provenienti dalle biblioteche di Firenze e Roma. L’accordo tra il Ministero dei Beni e le Attività Culturali e Google prevede di digitalizzare nei prossimi 2 anni le opere di Dante, Petrarca, Leopardi e Manzoni, interamente a spese del motore di ricerca più popolare al mondo! It’s definitive the agreement that will permit to millions of users all over the world to access for free to around a million of books, not copyrighted, coming from the libraries of Florence and Rome The agreement between the Ministero dei Beni e le Attività Culturali and Google provide for digitalizing in the next 2 years works of Dante, Petrarca, Leopardi and Manzoni, with the cost completely covered by the most popular search engine in the world!

Venezia - Museo Correr, II piano 8 maggio – 18 luglio 2010 8th may - 18th july 2010 Dai dipinti traspare la forte indagine dello sperimentatore mai sazio, scandita dalle pennellate sicure di un grandissimo conoscitore della tecnica. La mostra presenta oltre centotrenta opere tra oli, tempere, disegni a matita, schizzi e studi preparatori, grandi dipinti e piccole tele; alcune mai esposte al pubblico fino ad ora e realizzate negli ultimi dieci anni di attività dell’artista bosniaco. A cura di Pascal Bonafoux e Giandomenico Romanelli, catalogo Skira. La mostra si realizza con il sostegno della Galerija SOL di Lubiana. From the paintings transpires a strong research of the innovator, never fulfilled, enjoyed by firm paints of a very great connoisseur of the technique. The exhibition shows more than one hundred and thirty works among oil paintings, tempera, drawings, sketches and preparatory studies, great pictures and little canvas, some of which have never been exposed to the public and realized in the last ten years of the Bosnian artist activity. Cured by Pascal Bonafoux and Giandomenico Romanelli, Skira catalogue. The exhibition is realized with the support of the Galerija SOL of Ljubljana.

Museo Correr call center 848082000 info@fmcvenezia.it

Venezia - Palazzo Franchetti, Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti 27 marzo - 18 luglio 2010 27th march - 18th july 2010 Venezia dedica una grande mostra a Felice Carena (Cumiana, Torino 1879 – Venezia,1966), protagonista indiscusso del Novecento italiano; un omaggio all’artista di origini piemontesi che scelse la Serenissima per trascorrere gli ultimi ma fecondi anni della sua carriera. Il percorso della mostra si presenta idealmente come una quadreria, che bene si inserisce nelle scenografiche sale di Palazzo Franchetti. Una scelta di capolavori e di opere esemplari in ordine cronologico illustra i diversi periodi della vicenda artistica di Felice Carena per cogliere infine l’originalità e la singolare qualità della pittura del periodo veneziano. Venice dedicates a great exhibition to Felice Carena (Cumiana, Torino 1879 – Venezia,1966), unquestioned protagonist of the Italian twentiethcentury. A tribute to the artist, originally from Piedmont, that selected Venice his last but prolific years of his career. The exhibition is laid out like a picture gallery, to which the scenic rooms of the Palazzo Franchetti are well suited. A selection of masterpieces and exemplary works in chronological order shows the different periods of Felice Carena’s career in order to demonstrate the originality and singular quality of the painting in his Venetian period. Palazzo Franchetti, Tel. 041 2407711 | Fax. 041 5210598 ivsla@istitutoveneto.it 33


intervista a / interview to

marco ferraris

Start! L’opera parla

Marco Ferraris

a Punta della Dogana e a Palazzo Grassi

abbiamo organizzato delle attività dedicate agli studenti universitari, l’Opera parla, e alle scuole, il progetto Start.

Marco Ferraris, responsabile dell’ufficio mostre di Palazzo Grassi e Punta della Dogana, è un veneziano d’adozione che, dopo gli studi all’Accademia di Belle Arti e varie esperienze come curatore in Italia e all’estero, ci parla dei nuovi progetti dedicati al pubblico che si svolgono nei nuovi contenitori espositivi della ricchissima collezione François Pinault, dove è in corso Mapping the Studio, la mostra curata da Alison Gingeras e Francesco Bonami. D: In cosa consistono le attività didattiche di Palazzo Grassi e Punta della Dogana? R: Parallelamente all’area espositiva dedicata alla collezione, 34

L’Opera parla consiste in una serie di incontri settimanali dedicati agli studenti dei tre atenei veneziani, durante i quali ogni mercoledì intervengono docenti dello IUAV di Venezia, di Ca’ Foscari e dell’Accademia di Belle Arti. Mentre il progetto Start consiste in un attività pensata appositamente per gli studenti di ogni ordine e grado e propone percorsi e laboratori didattici alla scoperta dell’arte contemporanea. D: Nello specifico cosa fanno gli studenti? R: Durante gli incontri l’Opera parla, l’analisi di un’opera d’arte diventa il punto di partenza per una riflessione e una discussione tra docenti, studenti ma anche pubblico generico. I ragazzi che partecipano al progetto Start seguono un percorso didattico che si concentra su una selezione di opere in mostra e vengono poi stimolati a riflettere sulle reazioni che scaturiscono e a elaborare dei lavori.

D: Al progetto Start, possono accedervi studenti e privati? R: Certo, le iniziative sono dedicate sia ai singoli privati che ai gruppi organizzati dalle scuole, l’area è studiata per fasce d’età differenti, così da poter parlare a tutti i ragazzi con un linguaggio appropriato. Il nostro intento è di coltivare un piccolo orto di futuri usufruitori e, magari, di futuri artisti. D: Ha riscontrato una buona affluenza di pubblico anche da parte dei Veneziani? R: Certamente, il mercoledì è ad ingresso gratuito per i Veneziani, che vengono a visitare Punta della Dogana e ad ammirare le opere esposte, attirati dalla curiosità di vedere uno spazio così importante, rimasto chiuso per quasi trent’anni. Ma la curiosità per la collezione, la piacevolezza del luogo e le diverse opportunità di attività fanno registrare un sensibile incremento di visitatori anche a Palazzo Grassi. D: Ci può dare qualche anticipazione a proposito della prossima mostra? R: La prossima mostra sarà inaugurata in primavera 2011, in concomitanza con l’apertura della Biennale Arte, per cui è un po’


presto per decidere come sarà impostata. La collezione Pinault è vastissima, in continua crescita e cambiamento, consideri che noi stiamo mostrando appena il 10% di tutte le opere che compongono quella che è sicuramente tra le più importanti collezioni private di arte contemporanea al mondo.

Marco Ferraris, manager of the exhibition office of Palazzo Grassi and Punta della Dogana is a Venetian by adoption who, after the studies at the Accademia di Belle Arti and several experiences as curator in Italy and abroad, tell us about the new projects devoted to the public and that take place in the new exhibition areas of the large François Pinault collection, where Mapping the Studio, an exhibition cured by Alison Gingeras and Francesco Bonami is underway. Q: What do the Palazzo Grassi and Punta Dogana’s activities involve? A: Together with the exhibition area devoted to the collection, we have organized activities, called l’Opera parla, involving university students and Start, regarding the schools. L’Opera parla consists of weekly meetings during involving the students of the three universities of Venice with active participation, every wednesday, of the professors of IUAV, Ca’ Foscari and of Accademia di Belle Arti, while the Start project is an expressly throught for the students of every order level and proposes educational paths and workshops to discover the contemporary art.

A: During the l’Opera Parla meetings,the analysis of any work of art becomes the starting point for consideration and discussion between professors and students, but also whith the normal audience. The students who take part in the project Start follow an educational path that is focuses on the selection of the displayed artworks and then are encouraged to reflect on the effects that arise and to work out projects. Q: Is the Start project opened to students and private citizens as well? A: Of course, They are dedicate to both the private people and the schools groups, the area is projected for different age groups, in order to use to every guy with an appropriate language. Our intent is to farm a little garden of future suers and, perhaps artists. Q: Have you also experienced a good confluence also Venetian people? A: Of course, on wednesday admission is free for the Venetians who come to visit Punta della Dogana and to admire the works displayed there, attracted by the desire to see such an important space, left closed for almost thirty years. But the curiosity for the collection, the pleasantness of the setting and the various opportunities of the activities are registering a significant increase of visitors to Palazzo Grassi. Q: Can you provide us with some previews about the next exhibition? A: The next exhibition will be inaugurated in the spring of 2011, in conjunction with the opening of the Biennale of Art, that’s why it’s still too early to decide how it will be arranged. The Pinault collection is enormous, it keeps growing and changing, considering that we mounted only the 10% of al the works that compose of one of the most important private collection in the world.

Q: In particular, what do the students do? 35


intervista / interview

guerrino lovato

ti conosco mascherina Drop the mask I primi passi per descrivere una città si fanno verso chi questa città la ama e ha provato a renderla più bella, nel significato più aulico che si possa intendere, ovvero arricchendola di arte e cultura. Noi abbiamo iniziato a cercare le persone che con il loro impegno hanno reso e stanno rendendo tutt’ora, prestigiosa Venezia in tutto il mondo oltre i luoghi comuni che spesso attirano la massa. Il maestro Guerrino Lovato, scultore e artigiano di maschere, ci ha raccontato la sua storia a Venezia in una piacevole chiacchierata. Non potrei mai raccontare “in breve” la vita di Guerrino: vicentino, come precisa orgogliosamente, vive ormai da oltre 30 anni a Venezia e la sua nascita artistica coincide con quella delle prime botteghe di maschere. Il suo talento si è manifestato in tutte le sfumature dell’arte, tra i suoi lavori più importanti per Venezia, ricordiamo le 4 sculture in vetroresina per la mostra di Salvador Dalì a Palazzo Grassi nel 2004, per un totale di 11 metri di lunghezza, e tutti i bassorilievi per il restauro del Gran Teatro la Fenice nel 2002, in seguito all’incendio del 1996. La sua bottega si affaccia in Rio Terà 36

Canal a Dorsoduro, vicino Campo Santa Margherita. D: Come mai ha deciso di cominciare un mestiere antico negli anni ‘80? R: In effetti la mia bottega non ha ancora compiuto 30 anni e in quel periodo, alla fine degli anni ‘70 cresceva l’interesse verso i mestieri e le tradizioni popolari. Con il recupero delle tradizioni, in particolare del Carnevale popolare, ci è venuta l’idea di produrre maschere che fossero piacevoli e ben fatte tanto da poter essere vendute. Io a quell’epoca frequentavo ancora l’Accademia di Belle Arti e con alcuni amici ho iniziato a lavorare in una bottega in Barbaria delle Tole a Castello, nel 1978 nasce il LAM - Laboratorio Artigiano Maschere, ossia il primo vero negozio aperto al pubblico. Pochi anni dopo, nel 1983, ho deciso di proseguire da solo e ho aperto la mia bottega qui a Dorsoduro. D: Che cambiamenti ha notato a Venezia in questi anni, soprattutto per quanto riguarda i mestieri di artigianato come il suo? R: Come molte città del dopoguerra, Venezia era molto diversa da quella che oggi conosciamo, non vi erano negozi ed esisteva il coprifuoco. Ma oltre alla città, anche i giovani come lo

ero io pensavano in modo diverso: ora un ragazzo di 18 anni che potrebbe iniziare un mestiere come il mio, ha altre cose per la testa che portano lontano da questi mestieri. D: Tramandare il mestiere e le tradizioni è importante, lei ha studenti che vengono qua per imparare? R: Sinceramente molto pochi ma del resto dev’essere la scuola ad insegnare il mestiere ai giovani, non il professionista, anche se in fondo continuo a credere nella volontà dei giovani che vengono qua a studiare. Il mestiere come il mio è molto ricercato ma nelle scuole si insegna sempre meno a fare e sempre più a pensare, quindi il divario tra le due si amplia. D: Ci può indicare un metodo per riconoscere le maschere originali artigianali dalle altre? R: L’unico consiglio concreto per distinguere i due prodotti è il sapere: se tu sai cosa vuoi sai anche dove trovarlo e non sbagli! Poi aggiungo che se ti piace una maschera evidentemente di plastica, sei liberissimo di acquistarla e essa per te avrà lo stesso valore di una maschera artigianale. D: Un’ultima piccola curiosità: ricorda


qualcosa di strano che le è stato commissionato? R: (ride) Sì, in effetti ho avuto molte proposte bizzarre, in tanti anni mi hanno chiesto di tutto, molte cose le ho dimenticate, ma ricordo ritratti con soggetti spinti, dei quali ho poi dovuto distruggere il calco per evitare la riproduzione. Le stesse maschere per il film di Kubrick ad esempio, furono molto particolari. Ancora le tigri per la mostra su Dalì a Palazzo Grassi, credo sia una delle cose più riuscite, la cosa migliore che ho fatto.

Venezia si deve scoprire a poco a poco, lentamente. Ci vuole una certa preparazione anche quando si entra in una città così particolare, come si faceva una volta prima che costruissero il ponte che la collega alla terraferma: con un viaggio in barca dall’isola di Torcello.

The first steps to describe a city are taken toward who loves it and tried to make it more beautiful, in the most noble meaning you can intend, that is to enrich it with art and culture. We started to look for people who, with their effort, have made and are still making Venice prestigious all over the world, besides the clichés that usually attract the mass. Master Guerrino Lovato, sculptor and mask craftsman, has told us his personal history in Venice in a delightful talk. I never could “shortly” describe Guerrino’s life: from Vicenza, as he proudly specifies, he has been in

Venice for more than 30 years and his artistic origin coincides with that of the first mask workshops. His talent is expressed in all the tones of art and, among his most important works for Venice, we are reminded of the 4 fibreglass sculptures for the exhibition of Salvador Dalì at Palazzo Grassi in 2004, with a grandtotal of 11 metres in length and the bass-relief for the restoration of the Gran Teatro la Fenice in 2002, after the conflagration in 1996. His workshop overlooks Rio Terà Canal in Dorsoduro, close to Campo Santa Margherita. Q: How did you decide to begin an ancient craft in the 80s? A: In fact, my workshop still hasn’t had its 30th birthday and in that period, at the end of the 70s, the interest toward old craft and popular tradition grew. With the recovery of the tradition, in particular the popular Carnival, we thought of to producing masks pleasant and well-done to be sold. At that time I was still attending the Accademia di Belle Arti and with some friends I started to work in a workshop in Barbaria delle Tole at Castello. In 1978 LAM - Laboratorio Artigiano Maschere (laboratory of masks-crafting) came to existence and it was the first real shop opened to the public. After a while, in 1983, I decided to continue by myself and I opened my own workshop here in Dorsoduro. Q: Which changes have you noticed in Venice in the last years and especially regarding the crafts activities like yours? A: As many cities in the postwar period, Venice was really different from the city that we know today: there were no shops and there was the curfew. But besides the city, also the young people had a different view of the world: now an 18 years old boy or girl who could begin an activity like mine, thinks about other things that take him away from these professions. Q: To hand down an activity and the tradition is important, do you have any student that come here to learn? A: Honestly they’re very few but anyway the school has to teach the students the profession, not the professional, even if after all I continue to believe in the will of the young people who come here to study. A

job like mine is really wanted but the schools teach more about the “thinking” than about the “doing”, so the gap between the two gets bigger & bigger. Q: Can you show us a method to distinguish between the original handcrafted masks and the others? A: The only concrete advice to distinguish two products is to know: if you know what you want you also know where to find it and you can’t be wrong! Then, I can also say that if you like a mask obviously made of plastic, you are free to buy it and it will have for you the same value of a hand-crafted one. Q: A final little curiosity: do you remember something weird you had been ordered? A: (he laughs) Yes, in fact I had a lot of weird proposes. In many years I have been asked for whatever. I forgot a lot of things, but I remember portrays with risqué subjects, of which I had to destroy the cast to avoid the replication. For instance, also the masks for the Kubrick’s film were very particular. Moreover, I think that the tigers for the Dalì’s exhibition at Palazzo Grassi are one of the most successful things I have made, maybe the best thing I have made. 37


John Woo

il Leone d’oro alla carriera 2010

John Woo

Early | John Woo

to receive Golden Lion for Lifetime Achievement in 2010 È stato attribuito al regista e produttore cinese John Woo (Guangzhou, 1 maggio 1946), uno tra i maggiori innovatori del linguaggio cinematografico contemporaneo, il Leone d’oro alla carriera della 67. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica (Lido di Venezia, 1-11 settembre 2010). Lo ha deciso il Cda della Biennale di Venezia presieduto da Paolo Baratta, su proposta del Direttore della Mostra Marco Müller. Il riconoscimento premia un cineasta che negli ultimi decenni, con la sua rivoluzionaria concezione della messa in scena e del montaggio, ha rinnovato dalle fondamenta, portandolo alla più estrema stilizzazione il film d’azione, tanto in Asia che a Hollywood. Nato in una famiglia poverissima, Wu Yusen (John Woo) si trasferisce a Hong Kong all’età di quattro anni. Il padre è malato di tubercolosi e la madre deve sobbarcarsi il sostentamento della 38

famiglia in una baraccopoli. Woo oggi dichiara di doverle tutto. Grazie anche all’aiuto di una famiglia americana che l’adotta a distanza cresce “cibandosi” di cinema occidentale: prima i musical, poi i film di Peckinpah, Melville, Truffaut, Leone, Scorsese, accanto all’amato Kurosawa. Seguendo questa sua irrefrenabile passione, approda in poco tempo alla corte di Zhang Che (Chang Cheh), maestro del cinema di arti marziali. Accanto al tirocinio sul campo come sceneggiatore e regista, crea nel 1967 un’associazione che, oltre a produrre film amatoriali, organizza seminari e gruppi di discussione. Esordisce nel 1973, a ventisei anni (è il più giovane regista di Hong Kong), con Farewell Buddy, film di arti marziali che la stilizzazione della violenza, subito sperimentata nelle forme più radicali, portata al parossismo, condanna a rimanere bloccato dalla censura per due anni (sarà sforbiciato e rimontato nel 1975 col titolo The Young Dragons).

Nei suoi capolavori gangsteristici e bellici, Woo ha saputo trasfigurare il movimento iperbolico (che sfida la forza di gravità) e la violenza esasperata, attraverso un’originalissima carica poetica e romantica, sostenuta da una tensione figurativa quanto mai personale ed energica, vicina all’allucinazione surreale. L’inconfondibile cinema di Woo mescola i generi e unisce il rispetto di valori classici, come l’amicizia virile e l’onore, ai ritmi vertiginosi e alle coreografie tipiche delle arti marziali. Regista, produttore (con la sua Lion Rock), autore di videogiochi e di romanzi a fumetti, John Woo è considerato uno dei maestri che hanno contribuito a cambiare il linguaggio del cinema contemporaneo: è quanto gli riconoscono diverse generazioni di cineasti. John Woo tornerà alla Mostra di Venezia per la quarta volta. Nel 2004 era stato il “padrino”


della Storia segreta del cinema asiatico. Nel 2006 era regista di uno degli episodi di All the Invisible Children, film fuori concorso alla 63. Mostra. Nel 2007 era produttore di Blood Brothers (Tiantang kou), lungometraggio d’esordio di Alexi Tan, film di chiusura della 64. Mostra.

Face-Off | John Woo

Asian and Hollywood director and producer John Woo (Guangzhou, May 1, 1946), an innovator of the contemporary language of cinema, has been awarded the Golden Lion for Lifetime Achievement of the 67th Venice International Film Festival (Venice Lido, September 1-11, 2010). The decision was made by the Board of Directors of the Biennale di Venezia, chaired by Paolo Baratta, at the recommendation of the Director of the Festival, Marco Müller. The acknowledgement recognizes a film maker who in recent decades, with his revolutionary conception of staging and editing, has renewed action films to the core, introducing an extreme stylization of the action movies, both in Asia and in Hollywood. Born in a very poor family, Wu Yusen (John Woo) moved to Hong Kong at the age of four. His father was affected by tuberculosis and his mother had to take the responsibility to maintain the family in a shanty town. Today Woo asserts that he owes everything to her. Moreover, thanks to the help of the American family that adopted him at distance he grew up feeding himself with the western cinema: first of all the musicals, then the films of

Peckinpah, Melville, Truffaut, Leone, Scorsese, together with the beloved Kurosawa. Following this overwhelming passion, soon he come to the court of Zhang Che (Chang Cheh), master of the martial arts films. Beside the training in the field as scriptwriter and director, he created in 1967 an association that produces amateur films and organize seminars and discussion groups. In 1973, at the age of 26 (he’s the youngest Honk Kong director) he debuted with Farewell Buddy, martial art movie that the stylized violence, immediately tested in its most radical forms and to the highest degree, condemned to be stopped by censorship for two years (it will be cut out and reassembled in 1975 with the title The Young Dragons). In his war and gangster film masterpieces, Woo has been capable of transfiguring hyperbolic motion (defying gravity) and exasperated violence with a highly original poetic and romantic infusion, sustained by an extremely personal and energetic figurative tension, similar to a surreal hallucination. The unmistakable cinema of Woo blends the genres and links the respect for traditional values, like the manly friendship and honour, with a dizzy cadence and the typical choreography of martial arts movies. A director, producer (with his Lion Rock), and author of videogames and graphic novels, John Woo is considered a master who has changed the language of contemporary film for generations of film makers. John Woo will return to the Venice International Film Festival for the fourth time. In 2004 he was the “godfather” of the Secret History of Asian Film. In 2006 he directed one of the episodes of All the Invisible Children, a film screened out of competition at the 63rd Festival. In 2007 he was the producer of Blood Brothers (Tiantang kou), the debut feature by Alexi Tan, the closing-film of the 64th Festival.

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don giovanni a venezia: il seduttore Don Giovanni in Venice: the seducer di Luisa De Salvo

La letteratura “dongiovannesca” nel mito e nella realtà si mischia dentro un caleidoscopio di interpretazioni, tutte giuste o tutte sbagliate. Don Giovanni era una bestia umana, un frenetico consumatore, un seduttore mascherato o un brillante libertino? A Venezia il Teatro La Fenice nel mese di maggio ci ha regalato un Don Giovanni firmato dalla regia di Damiano Michieletto e dalla bacchetta di Antonello Manacorda. Un team giovane, fresco, innovativo, pronto a dirigere orchestra e due cast d’eccezione, pezzi unici della lirica internazionale: Markus Werba e Simone Alberghini nel ruolo di Don Giovanni, Aleksandra Kurzak e Elena Monti in Donn’Anna, Carmela Remigio in Donna Elvira, Alex Esposito e Simone Del Savio in Leporello. Per divertirci un po’ abbiamo costretto Don Giovanni per la prima volta a fare qualcosa. Sarà lui infatti ad intervistare il regista e il direttore d’orchestra per capire di più e forse per stupirci di più. Don Giovanni: Mi condanni o mi assolvi? Ho sedotto anche te? Damiano Michieletto: Assolutamente ti assolvo, tanto da non farti neanche morire. Mi piaci e in fondo il tuo atteggiamento distruttivo piace un po’ a tutti. 40

Suscita invidia. Chi di noi non vorrebbe poter beffeggiare l’amata dicendo almeno una volta “lascia che io mangi e se ti piace mangia con me”. Sedotto? Da tanto tempo. Don Giovanni: Cosa ti manca del mio vissuto per migliorare la creazione del personaggio? Damiano Michieletto: Raccontami di tua madre e di tuo padre. Mi manca la tua infanzia. Don Giovanni: A cosa devo la mia fama? Damiano Michieletto: Sei famoso perché è come se fossi un recordman. Superi i limiti possibili, li abbatti. Tu rilanci sempre, come nel gioco del poker. Oltre te non c’è nulla, anzi c’è il vuoto.

Damiano Michieletto

In Google compaiono 10.400 video sotto la voce Don Giovanni. Da sempre per registi, direttori d’orchestra e cantanti è una sfida realizzare quest’opera composta da Mozart e scritta da Lorenzo Da Ponte, in modo impeccabile, tanto da passare alla storia della musica come “l’opera perfetta”.

Don Giovanni: Che domanda vorresti fare tu a me? Una lunga pausa… una di quelle che accompagnano il regista da sempre. Damiano Michieletto: Perché non lasci che Leporello vada via? Sembra che tu gli voglia bene, che il vostro rapporto rappresenti l’unico aspetto umano di una storia fatta di ambiguità, spregiudicatezza e vendetta. Si nota tra di voi una certa empatia… Poi vorrei chiederti come ti vedi da vecchio, quando il tuo fisico e i tuoi sensi saranno inariditi, quando non proverai più piacere nel far sesso...

Ora Don Giovanni si rivolge ad Antonello Manacorda. Don Giovanni: Come direttore d’orchestra non ti senti un po’ come me? Burattinaio che muove i fili della vita degli altri come quella degli strumenti? Antonello Manacorda: No, non mi sento un burattinaio, ma un musicista tra musicisti. Certo in orchestra ci sono delle gerarchie da rispettare, io non mi metto al di sopra degli altri ma insieme, cercando di comprendere e partecipare il più possibile per un buon unitario. I 15 anni di lavoro a fianco di un grande maestro come Claudio Abbado mi hanno insegnato ad andare oltre i propri limiti, aiutare senza disturbare. Un direttore non è quello che vuole, ma quello che fa. Don Giovanni: La musica cosa non è stata in grado di farmi dire? Antonello Manacorda: Nulla, perché da un punto di vista musicale e di scrittura l’opera è perfetta. Dopo aver diretto il Don Giovanni non si ha più voglia di fare altro. E’ un livello di massima espressione artistica. Don Giovanni: Che domanda vorresti fare tu a me? Antonello Manacorda: Sei un assoluto insaziabile. Dove prendi tutta l’energia che esprimi? La risposta la conosco. Grazie. If you search for Don Giovanni in Google around 10400 videos will appear. It has always been a challenge to realize this opera created by Mozart and impeccably written by Lorenzo Da Ponte to go down in history as “the perfect opera”. The “dongiovannesca” literature in the myth and reality get mixed in a kaleidoscope of interpretations, all right or wrong. Was Don Giovanni


Antonello Manacorda

an human beast, a frenzied consumer, a disguised seducer or a brilliant libertine? In Venice the Teatro La Fenice in the month of May offered us a Don Giovanni created by the direction of Damiano Michieletto and by the baton of Antonello Manacorda. A young, fresh and innovative team, ready to conduct the orchestra and two exceptional casts, unique pieces of the opera world scene: Markus Werba and Simone Alberghini in the role of Don Giovanni, Aleksandra Kurzak and Elena Monti in the role of Donn’Anna, Carmela Remigio in the role of Donna Elvira, Alex Esposito and Simone Del Savio in the role of Leporello. To have some fun we forced for the first time Don Giovanni to do something. He will be the one that will interview the director and the conductor to learn something more and maybe to amaze us.

Don Giovanni: Do you condemn me or do you want to absolve me? Did I seduce you as well? Damiano Michieletto:I absolutely absolve you, insomuch as I can’t let you die. I like you and after all your destructive behaviour give pleasure to almost everybody. It arouses envy. Among us who won’t be able to taunt his lover saying one time at least “let me eat alone and if you want eat with me” Seduced? In a month of Sundays. Don Giovanni: What do you want to know of my life to improve the representation of the character? Damiano Michieletto: Tell me about your mother and your father. I don’t know about your childhood. Don Giovanni: To what do I owe my success? Damiano Michieletto: You’re famous because you’re like a recordman. You go beyond the possible limits, you destroy them.

You always raise the bid, like in the game of poker. Besides you there’s nothing, or better... there’s the emptiness. Don Giovanni: Which question would you like to ask me? A long interruption... one of those that have always been with the director. Damiano Michieletto: Why don’t you let Leporello go away? It looks like you love him, that your relationship is the only human aspect of a plot that lacks of any scruple and is made of ambiguity and revenge I noticed a sort of empathy between you two. Then I’d like to ask you: how would you see yourself when you’ll be old, when your look and your senses will be dried up, when you won’t feel any pleasure in sex? Don Giovanni: As a conductor don’t you feel like me? A puppeteer who moves the threads of other people’s life as well as those of the instruments? Antonello Manacorda: No, I don’t consider myself a puppeteer, but a musician between other musicians. Certainly in the orchestra there are some hierarchies to observe, but I don’t put myself over the others, but at the same level, trying to understand and participate at the most for our unitary good. The fifteen years of work side by side with a great master like Claudio Abbado, have taught me to go beyond my own limits, to help without annoying. A conductor is not what he wants but what he does. Don Giovanni: What didn’t the music make me say? Antonello Manacorda: Nothing, because from a musical and writing point of view the opera is perfect. After having directed the Don Giovanni you don’t want to do anything else. It’s at the greatest level of artistic expression. Don Giovanni: Which question would you like to ask me? Antonello Manacorda: You’re an absolute insatiable man. Where do you get all the energy you convey? I already know the answer. Thank you. 41


Heineken Jammin Festival Venezia è Rock Venice is Rock

continueranno ad essere lanciate nell’etere e suonate da cover band di tutto il pianeta: Mama kin, Dream on, Sweet emotion, Cryin’, Livin’ on the edge, sono solo alcuni dei brani immortali che il loro immenso pubblico è pronto a intonare. Negli ultimi anni il rock ha sempre più conquistato il mondo femminile. Dopo la rivoluzione degli anni ’90 col movimento Riot grrrl, sempre più band con front(wo)man femminili hanno guadagnato attenzioni e venduto milioni di dischi. A metà anni ’90 emersero in particolare gli inglesi Skunk Anansie, decisamente più rock grazie alle doti feline della vocalist Skin, capace di rendere la sua voce tanto delicata quanto rabbiosa.

Aerosmith

Rock Venice, rock. Dopo l’edizione saltata del 2009, l’evento musicale più atteso dell’estate italiana, l’Heineken Jammin Festival, è tornato. Gli organizzatori hanno fatto le cose davvero in grande. Il main stage dell’edizione 2010 sarà così composto: Aerosmith, The Cranberries (3 luglio); Green day, 30 second to Mars, Rise against (4 luglio); The Black Eyed Peas, Massive Attack (5 luglio); Wolfmother, Skunk Anansie, Ben Harper & The Relentless, Pearl Jam (6 luglio). La musica è un veicolo meraviglioso di promozione del territorio, delle sue attività produttive e del suo turismo, ha commentato l’assessore provinciale alla cultura Raffaele Speranzon nel corso della conferenza stampa di presentazione dell’evento, “ed è significativo che ciò avvenga all’interno di una struttura, quale è San Giuliano, vista non solo come parco per passeggiare ma anche 42

come luogo di aggregazione per un’intera città. A titolo personale infine, non posso che essere felicissimo della presenza di Ben Harper, in assoluto il mio musicista preferito”. Fra i protagonisti più attesi, una delle band hard rock per eccellenza. Da Boston, gli Aerosmith del carismatico Steven Tyler e del sempre capellone chitarrista Joe Perry. Insieme agli altri tre membri Tom Hamilton (basso), Joey Kramer (batteria) e Brad Whitford (chitarra ritmica), hanno scritto canzoni che

Pearljam

Ad alternare il fitto panorama rock, ci sarà il pop rap dei californiani The Black Eyed Peas. Nati nel 1995 a Los Angeles, hanno già cinque album all’attivo. Nel 2001 arrivò una nuova cantante, la talentuosa e sensuale Stacy Ann Ferguson, in arte Fergie, che ha contribuito in modo determinante al successo della band. A chiudere l’Heineken Jammin Festival ci sarà una band come poche ce ne sono nel panorama mondiale. I Pearl Jam, diretti eredi della grande tradizione songwriter americana. Difficile trovare un fan che non li ami a 360°. Merito non solo della musica realizzata, ma anche della loro grande coerenza umana e professionale. Nel corso degli anni e dei loro nove album, ultimo dei quali Backspacer, il gruppo ha saputo sempre rinnovarsi non preparando mai ricette preconfezionate. Una band già matura fin dall’album di esordio, Ten (1992), sempre pronta a impegnarsi in lotte sociali con la musica e non.


Green Day

Rock Venice, rock. After the cancelled edition in 2009, the most awaited event of the Italian summer, the Heineken Jammin Festival, is back. The organizers decided to go whole dog. The main stage of the 2010 edition will be then composed of Aerosmith, The Cranberries (3rd of July); Green day, 30 second to Mars, Rise against (4th of July); The Black Eyed Peas, Massive Attack (5th of July); Wolfmother, Skunk Anansie, Ben Harper & The Relentless, Pearl Jam (6th of July). Music is an exceptional way to promote the territory, its productive activities and the tourism commented the provincial assessor to culture Raffaele Speranzon during the press conference of presentation of the event “and it is significant that this happens inside the San Giuliano park, that is seen not only as a place to have a walk but also as a gathering center for the entire city. Personally I couldn’t be more happy of the presence of Ben Harper, absolutely my favorite musician.”

Between the most awaited protagonists there is one of the hard rock bands par excellence. From Boston, the Aerosmith of the charismatic Steven Tayler and of the ever long-haired guitarist Joe Perry. Together with the other three members Tom Hamilton (bass), Joey Kramer (drums) e Brad Whitford (rhythmic guitar), he has written songs that will continue to be thrown up in the ether and be performed by cover bands all over the planet. Mama kin, Dream on, Sweet emotion, Cryin’, Livin’ on the edge, are only some of their immortal tunes that their immense public is ready to sing. In the last years rock has more and more won the hearts of the female audience. After the 90s revolution with the movement of the riot grrrl, more and more bands with female front(wo)man attracted attention and sold millions of records. During the first half of the 90s in particular the English band of the Skunk Anansie emerged, with a definitely rock style thanks to the feline skills of the vocalist Skin, able to make her voice as much

soft as enraged. To alter the closely rock panorama, there will be the pop rap of the Californian The Black Eyed Peas. Born in 1995 in Los Angeles they have realized 5 albums so far. In 2001 a new singer arrived, the sexy ans skillful Stacy Ann Ferguson, better known by her stage name Fergie, that has contributed decisively to the success of the band. The Heineken Jammin Festival will end with a band as few in the world scene. The Pearl Jam, direct heirs of the great tradition of the American songwriters. It is difficult to find a fan who does not love them at 360°. This is not only due to the realized music, but also to their great ethical and professional coherence. Troughougt the ages and with their nine albums, whose last one is called Backspacer, the group could always renovate itself, never presenting pre-packed receipts. A band already mature since the debut album, Ten (1992), and always ready to get involved in social fights not exclusively related to music. 43


curiosità in laguna curiosity in the lagoon Venezia Jazz Festival

riparte da Piazza S. Marco The Venice Jazz Festival starts up again from Piazza S. Marco

Pat Metheny, Norah Jones, Paco De Lucia sono le star delle terza edizione di Venezia Jazz Festival. In programma dal 23 luglio al 1 agosto, il calendario prevede un ricco carnet di eventi, con concerti, mostre, workshop, reading, ospitati nei luoghi più affascinanti della città. Campo dell’Erberia a Rialto, la Collezione Peggy Guggenheim e l’Isola di San Servolo sono le altre location del festival che ospiteranno maestri internazionali, talenti emergenti, proposte innovative della scena jazzistica, oltre ai numerosi appuntamenti in selezionati hotel e locali veneziani. Un festival da vivere di giorno e di notte, con molti eventi ad ingresso gratuito. Pat Metheny, Norah Jones, Paco De Lucia are the stars of the third edition of the Venice Jazz Festival. Scheduled from July 23th and the 1st of August, the program anticipates a crowded set of events, with concerts, exhibitions, workshops, readings, guested in the most charming places of the city: Campo dell’Erberia in Rialto, the Peggy Guggenheim Collection and in selected Venice hotels and haunts. It’s a Festival that you can enjoy by day and night, with a lot of free entrance events.

Prevendite / presales : Boxoffice | www.boxol.it | Tel. 041 2719090 Ticketone | www.ticketone.it Hello Venezia | call center +39 041 24 24 Info : Veneto Jazz | Tel. +39 0423 452069 mob. +39 348 3297915 jazz@venetojazz.com | www.venetojazz.com

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Celebrity IV Tennis & Solidarietà

Le auto più belle al Lido di Venezia

Forse non esattamente gli stessi colpi dei campionissimi del circuito professionistico ma non ha importanza, perché quando scatta l’ora del torneo “Celebrity”, chi scende in campo non lo fa per la gloria o per un ricco assegno. Chi calca la storica terra battuta del TC Venezia, lo fa per solidarietà. Per la quarta volta dunque, grazie all’impegno di Paolo Minchillo, presidente Tennis Club Venezia, dal 16 al 18 luglio 2010, i Big dello sport (calcio e non solo) si sfideranno a duello di racchetta per raccogliere fondi in favore di associazioni che operano nel sociale. Durante la tre giorni del torneo (e per tutto il mese di luglio), sarà possibile infatti acquistare i biglietti di una lotteria i cui proventi verranno poi devoluti alle realtà umanitarie. In questa nuova edizione, in concomitanza con la festa del Redentore, stampa e campioni torneranno a giocare per lo sport. Una festa nella festa dunque. Prima i colpi, e poi botti, col gran finale la domenica mattina sui campi più morbidi e sabbiosi del beach tennis nella spiaggia Excelsior.

Due incontri immancabili per gli appassionati di auto d’epoca, il primo a giugno con il raduno dedicato alle Ferrari e a seguire ad agosto con l’esposizione di 400 auto storiche provenienti da tutta Europa.

Celebrity IV Tennis and Solidarity

Maybe there won’t be the same smashes of the professional champions, but it doesn’t matter, because when it’s the time of the “Celebrity” tournament who takes the field doesn’t do that for the glory or a rich cheque. The people that tread on the historic hard court of the Venice TC do that for solidarity. For the fifth time, thus, thanks to the effort of Paolo Minchillo, president of the Venice Tennis Club, from the 16th to the 18th of July, 2010, the sport’s celebrities (soccer but not only) will challenge each other with the tennis rackets to raise funds in behalf of the associations that work in the social field. During the three-days tournament (and for all July), it will be possible to buy lottery tickets, whose profits will be be devolved to humanitarian efforts. In this new edition, in conjunction with the Festa del Redentore, the press and the champions will come back to play for the sport. Therefore a party inside the party. First the smashes, then the bangs, with the great conclusion on sunday morning in the softer and sandy beach tennis courts of the Excelsior beach.

Info : Segreteria Tennis Club Venezia (Marina o Monica). Tel. e fax 041.526.0335. www.tennisclubvenezia.com e- mail: tennisclubvenezia@libero.it

The most beautiful cars at Venice Lido

Two inevitable meetings for the fans of the vintage cars, the first in June with the one dedicated to Ferrari and later on, in August the exhibition with 400 classic cars coming from every corner of Europe.

Girolibero con “Vita Pugna”:

la vita è una battaglia! Girolibero with Vita Pugna: Life is a fight!

Ovvero un tour di otto giorni in bicicletta, da Mantova a Venezia, lungo il percorso del Mincio e del Po addentrandosi nelle zone ancora incontaminate del paesaggio rurale italiano, per concludersi nell’abbraccio della Laguna di Venezia. Le partenze sono alternate da Venezia o da Mantova, ogni sabato dal 27.03 al 23.10 2010. A tour of 8 days by bicycle from Mantova to Venice, that covers the distance of the Mincio and Po rivers, penetrating the still uncontaminated areas of the Italian rural landscape and that come to an end in the embracing Lagoon of Venice. The departures are alternated between Venice and Mantova, every Saturday from March, 27th to October, 23th 2010. Info : n. verde 800 190510 solo da fisso o numero 0444 323639 anche da cellulari e- mail: info@girolibero.it.


da venezia al web from venice to web

rubrica a cura di Gioia Tiozzo Volendo sintetizzare al massimo, si può dire che internet faciliti la comunicazione, veicoli contenuti archivi enormi quantità di dati. Molto più complesso spiegare come si possa ottimizzare l’uso di internet per sviluppare complessi progetti commerciali o iniziative a livello locale. Essere presenti nel web con un portale non equivale automaticamente ad un ritorno economico o ad una visibilità tale che permetta di avere un riconoscimento per contenuti magari meritevoli. Eppure c’è chi riesce, sia per capacità tecniche nel sviluppare nuovi applicativi, che per originalità dei contenuti. Venezia, in questo senso, propone interessanti iniziative.

Internet e turismo www.hostelsclub.com

Portale nato da una intuizione: gestire il booking on line delle piccole strutture alberghiere ed extra alberghiere che da sole non riescono a posizionarsi in internet. Inizialmente ( nel 1999) dedicato alle sole strutture di Venezia, adesso conta 22mila associati in tutto il mondo. Per gli albergatori vuol dire veder incrementare le loro prenotazioni. Nel 2009 l’attività è cresciuta del 15% con un aumento delle prenotazioni del 40% con 6 milioni di euro di fatturato annui. Gli ideatori di HostelsClub sono Andrea Mehanna e la moglie Silvia Baggio. Lui, di origine libanese, veneziano di adozione con una spiccata passione per internet, due lauree (in ingegneria e in architettura), ha puntato tutto sul turismo low budget. Venezia è stata un trampolino di lancio perché poi al suo portale si sono associate le strutture turistiche di Firenze, Milano, Roma. Poi le capitali europee e poi le città del mondo intero. Una scommessa vinta a tutti gli effetti. Parlando con loro si capisce che la bravura è stata quella di capire e soddisfare le esigenze degli utenti. Il primo “prototipo” di portale, nel tempo, si è arricchito di complesse funzioni e garanzie per mettere l’utente nelle condizioni di gestire in tutta sicurezza le prenotazioni della sua vacanza. Il cliente soddisfatto, torna sempre ad usare lo stesso strumento. Si chiama fidelizzazione e gioca un ruolo fondamentale nella vendita di servizi al pubblico. Notevole l’investimento fatto nel creare un’interfaccia chiara: grafica pulita e informazioni sulle strutture alberghiere gestite attraverso icone e geo referenziazione delle strutture. Il portale è tradotto in 29 lingue, segno dei tempi che cambiano. Inizialmente sembrava che l’inglese potesse bastare per comunicare con il mondo intero, adesso questa idea è stata completamente rivista. E siccome internet è in continua evoluzione, Andrea e Silvia hanno già messo in cantiere una nuova iniziativa: al portale si potranno associare anche gli esercizi commerciali. Così, per esempio, il turista passerà direttamente dall’albergo ai ristoranti proposti. Portal born with an intuition: to manage the on-line booking of little hotel facilities that are unable to promote themselves on Internet. The hotel managers gain profit in checking the booking status of their rooms and the creator keeps a percentage of very virtual transfer made with credit cards. His name is Andrè Mohanna, he comes from from Lebanon and is an adopted Venetian with a marked passion for Internet. With two bachelors (one in engineering and one in architecture) and a company whose current income amounts to millions of Euro and has 22 thousand partners all over the world. Venice has been the launch pad, considering that the portal subsequently got the partnership of hotel managers from Florence, Milan and Rome, followed by the major European capitals and the cities of every part of the globe. The adventure began in 1999 with Andrè, his wife Silvia and a personal computer. A bet that has been won to all intents and purposes. Talking with him we can understand that his skill has been of understanding and satisfying the needs of his users. The first “prototype” of portal, during the time, has been enriched with more elaborate functions and guarantees in order to enable the users to safely manage the bookings for their holidays. In this way the satisfied client always comes back to use the same tool. Its name is loyalty marketing and it has a significant role in selling service to the public. It’s very interesting the investment made in creating a clear interface: clean graphics and simple icons to manage the hotel facilities. The portal is translated in 29 languages, proof of the changing times. At the beginning it seemed that English alone could be enough to communicate with the whole world, but now this idea is completely revised. And because Internet is in constant evolution, Andrè Mohanna has developed another initiative: to permit other small business to get associated as well. Considering this, the tourist would be able to go from the hotel to the suggested restaurants.

If we want to summarize at the most, we can say that Internet let the people to be in touch with each other, it spreads information and contents and files huge amounts of data. The biggest problem is learning how to use such a powerful tool. It seems strange, but It is still being discussed if Internet is an under-way revolution or one that is to be about to happen. And while pages of newspapers are filled with articles about the subject and there is still who is sceptical in investing in new web applications in order to keep up with the times, others have already understood what to do with Internet. Without looking far, also Venice suggests interesting initiatives.

Internet e l’impegno sociale www.manontheriver.com

Un viaggio lungo 5200 km da Londra ad Istanbul, navigando sui fiumi che attraversano l’Europa (Tamigi, Reno, Danubio fino al Mar Nero) passando attraverso 15 Paesi. Tempo previsto in barca a vela con il solo uso dei remi: 6 mesi circa. Giacomo De Stefano,40 anni, è partito da Venezia il 15 aprile 2010 con il minimo indispensabile facendo fede alla sua filosofia di vita. «Si può vivere bene anche con poche cose»- dice lui – che nella vita abita su di una barca sulla laguna di Venezia e ha preferito arricchirsi con altre esperienze insolite ( www.unaltropo.com). Il suo viaggio è documentato giorno per giorno sul suo sito, in italiano e in inglese, dove racconta incontri ed esperienze. Da casa, collegandosi al sito, si può viaggiare assieme a lui. Budget di partenza: zero euro. Quando ha bisogno di qualcosa, lo scrive sul suo diario virtuale e chi vuole risponde e si fa partecipe di un’insolita avventura condivisa con i lettori della rete. Fino ad ora ha sempre funzionato. Alcuni strumenti di viaggio sono stati donati dagli sponsor. Per Giacomo De Stefano internet è uno strumento per veicolare la sua visione delle cose: « Cambiare si può, vivendo con meno cose, meno sprechi, più rispetto per l’ambiente che ci circonda e riavvicinandoci all’acqua, bene indispensabile alla vita». C’era però bisogno di dimostrare la fattibilità di un viaggio che unisce i principi del turismo sostenibile a una consapevolezza verso l’ambiente spesso messo in pericolo dalla sconsideratezza dell’uomo. Acquisire credibilità in internet ed essere seguiti non è cosa semplice. Tanti sono i blog in rete e altrettanto numerosi quelli che hanno poco seguito. Leggere il blog di Giacomo aiuta a capire come si fa ad avere un pubblico di lettori affezionati. A long travel of 5200 km from London to Istanbul, sailing in the rivers of Europe (Thames, Rhine, Danube as far as the Black Sea) crossing 15 countries. Only 6 months is the expected time in a sailing boat with the only use of oars. Giacomo De Stefano left Venice on the 15th of April, 2010 with the bare minimum, just to explain briefly his personal philosophy. “Even with few things, your lifestyle can be good” says our hero, that lives in a boat in the lagoon of Venice and preferred to make money with other unusual experiences ( www.unaltropo.com). His voyage is documented day by day on his website, in English and Italian, where he narrates his encounters and his experiences. Connecting to his website from home you can follow his travel. Starting budget: zero. When he needs something, he wrote it in his blog and who wants to reply participate in an unusual adventure shared by the Internet readers. Up till now it always worked. For instance some navigation devices were donated by the sponsors. According to Giacomo De Stefano Internet is a tool to spread his vision of the things. “Change is possible, if we understand that It’s possible to live with fewer things, less waste and more respect for the environment that surrounds us.” But there’s also the need to demonstrate it, not only limit ourselves to the simple words. Therefore travel was necessary. To get credibility in Internet and to be followed is not a simple thing, only few people succeed. Much as there are many blogs in the web there are also many that are unknown to most of the people. Reading the blog of Giacomo De Stefano we can understand how to have a public of devoted readers.

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curiosità hotel curiosity hotel

Dog Bark Park Inn

il cielo in una... boa! The sky in a... float!

per veri amanti dei cani For real dog lovers

“Io, anziché inventare dal nulla, riutilizzo ciò che già esiste perché sono pigro”, lui si chiama Denis Oudendijk, è olandese e viene chiamato “il progettista della spazzatura”. Più che pigra ci sembra un’ottima alternativa viaggiare su queste insolite “camere galleggianti”!

Dennis e Frances sono una coppia di artisti che dirigono orgogliosamente questo bed & breakfast dalle sembianze di due enormi cani Beagle: Toby e Sweet Willy. Quindi se vi dovesse capitare di passare nello stato dell’Idaho, U.S.A., non lasciatevi spaventare da questi due “cuccioloni”, non mordono!

Dove una volta si estraevano argento e piombo dalle cave di Sala in Svezia, ora ci sono delle camere, buie e umide ma molto suggestive, a 155 m di profondità. Vengono organizzate gite con guide specializzate in percorsi tortuosi tra vaste caverne e laghi “magici”.

“Instead of creating from nothing, I reuse what already exists, because I’m lazy”. His name is Denis Oudendijk, he’s Dutch and is nicknamed “the garbage designer”. More than lazy, travelling inside these unusual rooms seems an excellent alternative!

Dennis and Frances are a couple of artists who proudly direct this bed & breakfast with the appearance of two huge beagle dogs: Toby & Sweet Willy. Therefore, if you have the opportunity to visit the state of Idaho, in the U.S., don’t be scared by these big puppies, they don’t bite!

In the Sweden caves of Sala, when some time ago silver and lead was extracted, there are now dark and humid but very evocative rooms, 155 metres in depth. Trips with specialized guides are organized in the winding paths through enormous caves and magic lakes.

Per info: www.capsulehotel.info

Per info: www.dogbarkparkinn.com

Per info: www.salasilvergruva.se

Euromast TV Tower

Utter Inn

Magic Mountain Hotel

Hotel a 200 m d’altezza A 200 meters in height hotel

Stanze da letto sott’acqua Underwater bedrooms

una montagna-hotel A mountain-hotel

Si tratta di una vecchia torre televisiva, dalla quale 50 anni fa è stato ricavato un hotel! I suoi numeri sono 185 m, dai quali potrete rimirare tutta Rotterdam con una visuale di 360°, 112 m per dormire in camere lussuose e 96 m per pranzare all’altezza degli alberi.

Si tratta di un progetto artistico di Mikael Genberg, che offre una sistemazione subacquea per il pubblico. Vi si accede con dei gommoni dal porto di Vasteras e al di fuori appare come una tipica casetta rossa svedese. Straordinario andare a dormire mentre i pesci ti guardano!

Nel cuore della riserva naturale Huilo Huilo, a sud del Cile, questa particolare struttura si inserisce completamente nel contesto selvaggio della natura circostante. Con una sorta di cascata artificiale che scende lungo le pareti inclinate, vi sembrerà davvero di vivere in una montagna incantata!

It’s an artistic project by Mikaell Genberg, that offer an underwater accommodation for the public.. You can reach them with dinghies departing for the Vasteras harbour, in Sweden, and outside it appears like a typical red house. It’s awesome to go to sleep while the fishes are looking at you.

In the middle of the Huilo Huilo natural reserve, south of Cile, this particular building is completely placed in the wild contest of the surrounding nature. With a sort of waterfall that comes down the skewed walls, you will really feel to live in a skewed mountain.

Per info : www.privateislandsonline.com

Per info : www.allsouthernchile.com

It’s an old TV tower, in which 50 years ago has been built an hotel! His sizes are 185 meters, from which you can observe Rotterdam and with a view at 360°, 112 meters to sleep in luxurious rooms and 96 meters to have lunch at the same height of the trees. Per info : www.euromast.nl

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Sala Silvermine Underground suite

Capsule Hotel

dormire in una grotta Sleeping in a cave


curiosità ecologiche ecologic curiosity

WWF e la spesa WWW

wwf and the WWF shopping

Il pallone ricaricabile A rechargeable ball

La terza dimensione del bio The third dimension of bio

Fare la spesa è un gesto meccanico ma avete mai provato a pensare a quanto le vostre scelte alimentari influiscano sull’inquinamento globale? Il WWF ha messo in rete un sistema semplice e divertente, per calcolare quanto gas CO2 produciamo scegliendo un prodotto importato o con troppo imballaggio sul sito www.improntawwf.it/carrello

All’interno dei nuovi palloni Soccket, realizzati dall’università di Harvard per l’Africa, c’è una bobina che immagazzina l’energia generata dai calci e la trasforma in energia elettrica. In pratica, una sola ora di gioco tiene accesa una lampada LED per 12 ore, quindi si potranno sostituire via via le lampade a cherosene usate nelle abitazioni in Africa, causa principale degli incendi.

Il nuovo filone cinematografico che proietta in sala sempre più spesso film in 3D, ha iniziato a far crescere anche i dubbi sulle condizioni igieniche degli occhialini, quindi l’idea migliore pare sia di farli biodegradabili. In questo modo si evita di inquinare l’ambiente ma come faremo con il doppio dell’energia utilizzata per produrli?

Doing the shopping is a mechanic act, but have you ever tried to think about the influence that your choices about foodstuff have on global warming? The WWF put on the net a simple and enjoyable system to calculate how much CO2 gas we produce choosing an imported product or with too much package at www.improntawwf.it/carrello

Inside the new Socket balls, created by Harvard University for Africa, there’s a coil that accumulate the energy generated by kicks and transform it in electric energy. Concretely, only one hour of game keeps a LED electric lamp turned on for 12 hours, thus providing a substitute to kerosene oil lamps that are one of the principal causes for fire risk.

Il matrimonio in... verde!

iPhone con sfumature green

A green... wedding!

Iphone with green shades

lo stile veste ecologico the style is ecological

Verde come ecologia, cibo biologico e riciclo. Cercate il ristorante più vicino alla chiesa o al comune, puntate sul catering con cibo biologico della zona e per il vestito da sposa, provatene uno in carta di riso o magari quello che usò vostra mamma, ben contenta di vederlo ri-indossare dalla propria figlia!

Non potevano mancare le applicazioni ecologiche. Mentre fai shopping, GoodGuide ti avvisa sull’impatto ambientale di migliaia di prodotti; Ticketek Mobile Ticketing invece, evita di far stampare i biglietti ai concerti e ShopGreen, oltre ai consigli, ti da dei punti per ogni azione eco che fai!

Anche dal mondo Gio’Style, nascono idee come “Continua”, una bottiglietta riutilizzabile per l’acqua, in alluminio e caucciù, e BioStyle, la nuova linea di stoviglie monouso completamente biodegradabili che possono essere raccolte e smaltite insieme ai rifiuti organici.

Green as ecology, organic food and recycle. You can look for the nearest church or city hall, choose a catering of the organic food of the area and for the wedding dress you can try one made of rice paper or at least the one that your mother used for her wedding, she will be very happy to see her daughter wear it!

We can’t exclude the ecological applications. When you’re doing shopping, GoodGuide informs you about the environmental impact of thousands of products, while Ticketek Mobile Ticketing avoid to print tickets for the gigs and ShopGreen, besides giving advices, provide you with a score for every ecological action you do!

Also from the world of Gio’Style arise new ideas, like “Continua” (continue), a re-usable bottle, made of aluminium and rubber and Biostyle, the new line of disposable tableware completely biodegradable, that can be picked up and thrown away with the organic waste.

The new cinematographic vein that project more and more 3D pictures on at the theatre, started also to raise doubts about the hygienic conditions of the glasses and in this regard the best idea seems to be to make them biodegradable. In this way we can avoid to pollute the environment, but what about the redoubled energy we would comply with in the production process?

Eco’Style

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24•25•26 settembre 2010 LIDO DI VENEZIA AEROPORTO NICELLI

www.festivaldellaria.it

Salone del Volo Air Show Dimostrazioni velivoli esposti Voli in elicottero Convegni è un evento di

in collaborazione con

Per info: Expo Venice spa • info@festivaldellaria.it tel. 041.5334852 • fax 041.5334760

Possibilità di arrivo in volo per i visitatori


si ringraziano:

polo museale veneziano

La Vetrina di Venezia

contact: San Marco, 2586 - 30100 Venezia (Italy) Tel./Fax: [+39] 041 2777974 email: info@lavetrinadivenezia.com www.lavetrinadivenezia.com


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