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Anno LVI - N. 1
Domenica, 20 gennaio 2013
LA Jonio VOCE 1,00
Spedizione in a.p. 45% Autorizz. Dir. Prov. P.T. CT.
I 25 anni del Sir
www.vdj.it lavovedelljonio@hotmail.it
Periodico cattolico fondato da Orazio Vecchio
INTERNET
Fedeli a Dio, all’uomo alla Chiesa e alla Città
“Vorremmo, per quanto ci riguarda, essere giudicati e verificati sull’obiettività, sul rigore del linguaggio, sulla documentazione, sull’attenzione alle cause e ai risvolti dell’avvenimento religioso piuttosto che sulla sua strumentale, brillante ed effimera utilizzazione per la curiosità del momento...”. È un passo dell’editoriale del primo numero del Sir, Servizio Informazione Religiosa, pubblicato il 13 gennaio 1989. Da allora, considerando il tempo della progettazione e delle prove, sono trascorsi 25 anni. Un quarto di secolo. Il pensiero e l’impegno di questa Agenzia, radicata nella storia e nella vita delle quasi 190 testate del territorio riunite nella Federazione italiana settimanali cattolici, si sono snodati nel tempo con la volontà professionale di cogliere le molte sfide che, a volte con impeto, si sono presentate sia sul terreno dei contenuti sia su quello delle tecnologie: non a caso il Sir è stato, alla fine del 1994, tra i primi media cattolici a entrare in Internet. L’intuizione iniziale, diventata stile permanente, di mettere in comunicazione la testimonianza e la responsabilità delle Chiese locali con la testimonianza e la responsabilità di sintesi della Conferenza episcopale italiana, ha consentito e consente di offrire un’informazione originale e in grado di mostrare la bellezza e la grandezza dell’unità nella diversità. Sir ha camminato con la volontà di ascoltare, pensare e raccontare una Chiesa che ha scelto di stare con amore e con il suo contributo specifico di pensiero dentro la storia del territorio e, insieme, dentro la storia dell’Europa e di tutto il mondo. Un percorso professionale laico nel soffio del Concilio. Così non è mai mancata in questa esperienza una costante attenzione ai media non cattolici: l’invito di Benedetto XVI a “costruire ponti di comunicazione e comprensione tra la realtà ecclesiale e l’opinione pubblica” è stato letto a questo riguardo anche come conferma della bontà di una scelta e di uno stile critico-dialogico. Dopo 25 anni “senza presunzione, con realistico senso dei nostri limiti ma con concreta determinazione, il Sir - arricchito da nuovi servizi tra i quali Sir Quotidiano e Sir Europa e rafforzato da una crescente presenza nel digitale - vuole dare il suo contributo concreto a spogliare l’informazione religiosa da quei modelli riduttivi che la selezionano, la divulgano, la interpretano con un’ottica esclusivamente ideologica, politica e partitica”. Non c’è bisogno di scrivere quanto sia impegnativo il compito indicato nell’editoriale del primo numero ma più che mai se ne avverte l’importanza e l’urgenza. Se ne avverte anche il fascino grazie all’immagine del Cortile dei gentili dove fede e ragione si confrontano nel comune e appassionato desiderio, scritto nella coscienza di ogni uomo e di ogni donna, di cercare e d’incontrare la verità. Sir è arrivato al 25° anno, lo attendono altre mete. Resta chiaro e fermo il “punto di partenza”, cioè una fedeltà pensata e pensante. Una fedeltà, declinata con rigore professionale, a Dio e all’Uomo, alla Chiesa e alla Città. Paolo Bustaffa
dell’
SEMINARIO
Opportuno educare e formare soprattutto ragazzi e famiglie a utilizzare la Rete Maria Pia Risa
INTERVISTA
Con il nuoovo sito si entra direttamente dentro la vita della comunità
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GRQ $O¿R 3ULYLWHUD
Suor Rosalba della Tenda di Cristo “Con la musica salviamo tanti ragazzi e ragazze”
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Salvo Cifalinò
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San Cosmo e la sua Chiesa
Grazie all’8x100 presto completata la costruzione del sacro edificio
Abbiamo incontrato don Mario Arezzi un sabato pomeriggio, era circondato da un gruppo di ragazzi, i ministranti dal volto sorridente che lo ascoltavano attentamente. Un clima di familiarità si respira qui nei locali dell’oratorio e i ragazzi, finito il loro incontro, corrono a giocare nel campetto di calcio. Don Mario è parroco nella chiesa dei SS. Cosma e Damiano di Acireale dal 1995. Laura Pugliatti (continua a pag. 6)
PASTORALE Il significato della presenza del Movimento degli scout adulti all’inaugurazione della nuova moschea di Catania
Accoglienza, integrazione e amicizia Accoglienza, integrazione, amicizia, Pace, questo il filo conduttore della settimana antecedente al Natale per gli adulti scout della Comunità MASCI (Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani) di Acireale. Culmine di questo percorso, impegnativo ma esaltante, la serata di fraternità domenica 16 Dicembre, che ha visto insieme da un lato il MASCI, dall’altro un gruppo di extracomunitari di religione musulmana. I contatti sono cominciati oltre un anno addietro. L’occasione è stata creata dall’arrivo della “Luce della Pace” proveniente da Betlemme. Il desiderio del MASCI era quello di potere instaurare rapporti di amicizia con
chi per motivi contingenti ha dovuto lasciare la propria terra, la propria casa, gli affetti familiari per cercare un posto dove potere vi-
AFRICA
ACIREALE
Rientra Ciccio dalla Tanzania tornano in Guinea Genco e i suoi N. De Maria e R. Naty
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vere in pace. Proprio la “Pace” è stata la scintilla che ha consentito la nascita di leali rapporti di convivenza e collaborazione. Certo loro, gli immigrati, chiedono Pace, ma anche lavoro ed integrazione. Non spetta al MASCI creare le condizioni giuridico-legali per arrivare alla integrazione dei rispettivi popoli, sempre che esista la leale volontà di integrarsi, di rispetto delle regole, degli usi e costumi italiani e non una integrazione osmotica nella cultura e religione musulmana. Pippo Sorrentino
(continua a pag. 2)
DIOCESI
Parte tra le polemiche il Carnevale 2013 dedicato al maestro carrista Giovanni Coco Pippo Sorrentino
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Tra piazza e campanile incontri sul territorio per pensare e vivere la formazione cristiana Pippo Sorrentino
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VERSO LE ELEZIONI Ecco i candidati certi che correranno per Camera e Senato, 77 le poltrone riservate ai siciliani
Folta pattuglia di acesi in corsa per il Parlamento: tre in pole In 77 partiranno dalla Sicilia per sedere sugli scranni dei due rami del Parlamento nazionale, 25 senatori e 52 deputati. Molto più consistente, ovviamente, il numero degli aspiranti e, in questo senso, il territorio acese sembra un tantino avaro. Tra indiscrezioni e conferme, sul fronte delle candidature “indigene” fatichiamo ad arrivare ad una decina. E, alla luce dei singoli posizionamenti, v’è da ritenere che la pattuglia acese destinata ad affermarsi possa comprendere al massimo quattro parlamentari, cinque nella migliore delle ipotesi. Pronto a tagliare il nastro della terza legislatura Basilio Catanoso; per lui un posto sicuro nella lista del Pdl alla Camera. Blindato anche Fausto Raciti, due volte eletto segretario nazionale dei Giovani democratici con percentuali che a confronto i bulgari sono dilettanti: nel 2008 con il 77 %, nel 2012 con l’83,2%. Numeri da autentica corazzata che sono valsi al buon Fausto il quinto posto nella lista del Pd per la Sicilia orientale. Ed in questo
contesto, ma con la targa della lista Monti, staccherà di certo il “biglietto” Andrea Vecchio, già assessore di Raffaele Lombardo con il quale, però, alla fine non ha fatto solo a pugni; per il resto è accaduto di tutto tra i due ed il “nostro” Vecchio, nativo di Santa Venerina ma abitante ad Acireale, nella frazione di Santa Maria Ammalati, è stato “arruolato” dai montiani che gli hanno riservato il posto migliore. Altro “papabile” è Adolfo Urso che l’anagrafe indica come nato a Padova ma, in effetti, acese con lunghi trascorsi, ormai, nella capitale. L’ex vice-ministro, come è noto, ha un canale diretto con Silvio Berlusconi e per questa ragione non si può escludere un paracadute parlamentare, probabilmente non in Sicilia. Chi, invece, dovrà partire dalla Trinacria ed “attaccarsi le scarpe strette” è Angelo Nicotra, in corsa per il Movimento 5 stelle. Gaetano Rizzo (continua a pag. 2)
EX TERME REGIONALI
A Sciacca si va avanti e ad Acireale si scrive Ritarda la pubblicazione del bando per la privatizzazione delle Terme di Acireale. L’ex assessore Armao, sul finire del mandato e in piena campagna elettorale, a metà ottobre aveva annunciato ai sindaci di Sciacca e di Acireale che le procedure per la selezione delle manifestazioni di interesse per gli stabilimenti termali delle due città sarebbero state presto pubblicate in Gazzetta Ufficiale. Saro Faraci
(continua a pag. 2)
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In Seconda
20 gennaio 2013
RADICI E TRADIZIONI - 2 Rubrica di cucina, detti, proverbi, preghiere, feste e storia ...
Il Carnevale acese dalle arance ai carri Questa immagine esprime il messaggio che si vuole trasmettere con tale pagina: i resti di un tempio greco con accanto l’albero di mandorlo in fiore rappresentano l’antico che fiorisce nella novità del presente…Così è della tradizione e della cultura di ogni popolo…tradizione e cultura che ne rappresentano le radici e come tali meritano di essere rivalutate e conosciute. E’bellissimo andare in giro alla ricerca di anziani che ti raccontano il passato…come si pregava…cucinava…giocava…lavorava…i loro volti s’illuminano nel ricordo…mentre il loro dire in siciliano…diventa una dolce melodia per chi li ascolta… Letizia Franzone Proverbio del mese L’amuri è comu lu sciumi di muntagna ca si nun si movi e s’arimina agghiaccia… Morale: L’amore per sua natura è una realtà dinamica non statica. Come realtà in continuo divenire ha bisogno per vivere di donarsi ad un tu che lo accolga ed allo stesso tempo diventi a sua volta colui che lo ridona… Dono e accoglienza in tal senso diventano le caratteristiche ontologiche dell’Amore, senza le quali cesserebbe di essrci. Come il fiume che nasce da una sorgente e naturalmente si porta verso il mare per immergersi e vivere in esso, l’amore scaturendo dall’Amore naturalmente si orienta verso quel tu che ne diventa il luogo dell’accoglienza e del nuovo dono, in quella reciprocità essernziale e vitale. Preghiera prima della S. Comunione Ostia janca di pani si Tu, aprimi u pettu ca trasi Gesù. Preghiera dopo la S Comunione
Cala cala Ostia pia sangu e latti di Maria, quannu vidu ca veni Diu batti e trema lu cori miu. Oh chi cibbu priziusu, mi l’ha datu lu mo spusu, mi l’ha datu stu mumentu nostru Dio ’nto Sacramentu, m l’ha datu sta jurnata S. Ostia cunsacrata, mi l’ha datu stamatina S. Ostia divina. Origini del Carnevale acese Il carnevale di Acireale ha delle origini molto antiche che, si presume, risalgono alla festa del Compatrono S. Sebastiano innaugurata nel XVII secolo, in pieno dominio aragonese, e che diventò ben presto un’occasione di festa pubblica con giochi, mascherate e spettacoli vari ( la cosiddetta “ ammascarata”, rappresentazione configuranti in costume di argomenti relativi alla vita del santo Martire Da qui l’origine del detto tipicamente acese “ Ppi san Mastianu, maschira n’chianu…”). Il primo documento storico più antico riguardante il carnevale acese, risale al 1594 ( mandati di pagamento, vol.II, 1586 – 1595, libro 6, foglio 72 ).Un documento del 1612 prova addirittura che durante il carnevale vi era l’abitudine di giocare a lanciarsi arance e limoni ( tradizione che si è mantenuta nel carnevale di Ivrea ). Nel 1693 a seguito dei disastrosi eventi sismici che rasero al suolo molte città dell’isola e colpirono duramente anche Acireale, venne proibita ogni manifestazione carnascialesca. Nel 700 il carnevale riprese, ma con forme ben diverse da quelle che lo avevano caratterizzato nel passato. Il secolo XIX è stao il secolo della “ cassariata”, sfilata di carozze dalle quali i nobili del tempo lanciavano confetti al popolo convenuto. Nel 1880 si costruiscono i primi carri in
cartapesta ( tradizione questa ben presente da tempi antichi nella nostra città, ma sfruttata solo per la realizzazione di opere d’arte statuaria sacra e non ). Dal 1929 si perde il carattere di spontaneità della manifestazione che viene per la prima volta organizzata da un ente culturale: l’Azienda Autonoma della stazione di cura di Acireale. Nel 1930 fanno la loro prima comparsa delle vetture adornate di fiori. E’il primo passo verso la realizzazione di quelle strutture che sarebbero diventate i “ carri infiorati” peculiarità del carnevale acese. Opere di altissima qualità artistica, tanto da rivaleggiare in bellezza e maestosità con i più noti carri allegorici. Dal 1970 al 1995 il carnevale va strutturandosi fino a raggiungere ai nostri giorni, quelle elevatissime caratteristiche artistiche che lo collocano fra le principali manifestazioni carnascialesche in Italia e nel mondo. Ricetta del mese: “Le chiacchere”. Tipico dolce di carnevale. Ingredienti: 450 gr. Di farina, 100 gr di zucchero, 50 gr di burro, 50 gr di latte, mezzo bicchierino di limoncello o di liquore strega, un uovo, olio di semi di arachide, una bustina di vanillina, una busta di zucchero vanigliato, sale. Preparazione: Unire in una terrina aiutandosi con una frusta lo zucchero e l’uovo intero. Unire il burro fuso intiepidito ed il latte freddo, mescolando poco alla volta, un pizzico di sale, la vanillina ed il limoncello. Infine aggiungere 400 gr di farina. Lavorare l’impasto fino a che sia liscio ed elastico. Continuare a lavorare su piano infarinato fino a quando non formerà delle bollicine. Con il mattarello stirare la pasta in una sfoglia sottile. Tagliarla a strisce e poi a losanghe. Friggere in abbondante olio bollente. Appena saranno dorate scolarle su carta assorbente e cospargerle di zucchero a velo.
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L’ILEF” ripropone il progetto sturziano Nella nuova costellazione di partiti e movimenti che rinnovano il panorama politico della Nazione sta prendendo sempre più consistenza il movimento ILEF – Italiani Liberi e forti -, il quale adottando come motto il messaggio di Luigi Sturzo manifesta la sua matrice cristiana e valoriale che si distanzia dagli altri movimenti che danno prevalenza alla contestazione e alla rivoluzione. Nella provincia di Catania il movimento si sta aggregando attorno ad un nucleo promozionale di professionisti, coordinato dal prof. Benedetto Torrisi, docente di Statistica all’Università di Catania Il 3 gennaio il presidente nazionale Gaspare Sturzo ha incontrato gli amici di Catania, Acireale, Giarre, Caltagirone, Enna ed ha illustrato il panorama nazionale del Movimento che potrà diventare una forza se anche le altre associazioni e movimenti cattolici (Acli, Azione Cattolica, Comunione e Liberazione, Focolarini e CEB) si aggregano in unità di intenti, mettendo alla ribalta forze nuove e genuine, persone pulite e non contaminate da precedenti esperienze di coinvolgimenti politici. Se il cambiamento non deve restare solo un pio desiderio, occorre dare ad esso consistenza e forza per affermarsi. La non ben delineata linea politica nazionale che si indirizza su tre grandi aggregazioni non deve far perdere di vista l’opportunità di poter incidere sul territorio e sulla Città in vista delle prossime elezioni comunali, occasione da non perdere per far sentire la voce dei
L’associazione “Sileo” si muove ancora per beneficenza Mentre molti, nella città barocca di Acireale, sembrano analizzare la situazione socio economica contemporanea imputando la catastrofe alla fuga di giovani e turisti verso mete limitrofe, ecco nascere l’associazione Sileo, uscita “allo scoperto” il 19 febbraio del 2012. In quell’occasione, i volontari dell’associazione, organizzarono una pesca di beneficenza durante l’ultima domenica di carnevale con oggetti ottenuti in regalo da alcuni commercianti acesi; il ricavato fu devoluto al reparto di pediatria del nosocomio acese. Abbiamo deciso di scendere nel dettaglio incontrando il presidente dell’associazione Sileo, Riccardo Massimino il quale ha voluto sottolineare che il nome dell’associazione è stato scelto proprio per il suo significato latino ovvero “nuovo inizio”. Nelle sue parole e nei suoi occhi si leggono entusiasmo e voglia di vivere la propria città. “Abbiamo deciso di fondare l’associazione Sileo per contrastare il costante decadimento di Acireale, ormai quasi orfana di una movida giovanile troppo spesso attirata da altri centri apparentemente più dinamici e con maggiori luoghi di svago.” Sileo è molto attiva sul territorio ed è anche nota per aver organizzato un incontro fra cittadini, istituzioni e tecnici in merito all’entrata in vigore dell’I.M.U. nel maggio del 2012, appuntamento molto partecipato. “Stiamo cercando di coinvolgere sempre più ragazzi – continua Riccardo Massimino - e devo dire che, in meno di un anno, abbiamo raddoppiato il numero degli associati riuscendo ad organizzare attività interessanti e che sicuramente riproporremo in seguito, come Red Chri-
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stmas.” Quest’ultima iniziativa, pubblicizzata solo attraverso i social network più diffusi ed andata in scena a cavallo fra Natale e Capodanno, ha coinvolto una nota attività ristorativa acese, punto di ritrovo per i nostri giovani; Red Christmas consisteva nell’animazione gestita da alcune ragazze travestite da Babbo Natale e nella distribuzione di buoni sconto, regolati in base alle consumazioni già acquistate. Anche in quest’occasione, circa trecento giovani, hanno chiarito che il nostro territorio è ancora vivo e desideroso di luoghi ludici, spazi organizzati per lo svago giovanile e non solo. “I risultati di quest’ultima iniziativa dovrebbero arrivare sia alle istituzioni che dovrebbero caldeggiare l’avvento di imprenditori e sia agli imprenditori che vorrebbero avviare un’attività nel nostro comune ma che temono un errato investimento – conclude il presidente Massimino -. La nostra risposta ad entrambe i casi è stata data con i fatti.” Già in cantiere la prossima iniziativa, cioè la replica della pesca di beneficenza carnascialesca, ma questa volta organizzata per essere gestita in più giorni ed in più punti del circuito cittadino. Dario Liotta
cristiani per una città da rinnovare. Catania semper resurgens , ancora una volta è chiamata a risorgere e a mettere in campo i suoi figli migliori per scrivere il segno del progresso e dello sviluppo dell’economia di una Milano del Sud che necessita di lavoro, di economia, di commercio, di industria. Le numerose botteghe chiuse ed i locali commerciali con banconi vuoti sono l’icona di una città sofferente, quasi in agonia che attende la ripresa e lo sviluppo. I tanti progetti della Catania moderna che si apre all’Europa spesso rimangono soltanto faldoni impolverati negli scaffali degli uffici. Rianimare e rilanciare il turismo, risorsa naturale della nostra Città, è un dovere ed un impegno morale. Sviluppare la cultura di impresa e sostenere i giovani per incentivare nuove attività e nuovi servizi, dovrebbe diventare un reale impegno di quanti hanno le possibilità di sostenere e stimolare le innovazioni. Il condottiero
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Direttore responsabile Giuseppe Vecchio Editore Associazione La Voce dell’Jonio Via Mons. Genuardi, 14 95024 Acireale Iscrizione Tribunale Catania n. 220 del 5/4/1958 Iscrizione al ROC (Registro operatori della comunicazione) n° 22076 Redazione Via Mons. Genuardi 16, 95024 Acireale - Ct (casella post. 174) tel 095601992 - fax 095606182 www.vdj.it - redazione@vdj.it lavocedelljonio@hotmail.it Stampato da Eurografica srl Strada Statale 114 Orientale Sicula Riposto 95018 Riposto - tel 095931661 Abbonamento annuo Ordinario euro 20,00 Extra 35,00 - Speciale 50,00 Sostenitore 100,00 Conto Corrente Postale 7313800 intestato a Associazione La Voce dell’Jonio Via Genuardi, 14 95024 Acireale Membro FISC - Federazione Italiana Settimanali Cattolici
dalla prima Il MASCI e la nuova moschea catanese La volontà del MASCI era, ed è, ben chiara e definita. Su questa base che è stata ritenuta accettata da parte degli immigrati si è dato il via ad un rapporto che potrebbe portare ad una diversa, più umana e cordiale, convivenza con le persone che qualche politico, poco accorto ed in maniera avventata, ha definito invasori. Nel 2011, proprio sotto il Natale, c’è stata una serata in cui sono state rese pubbliche le proprie idee e testimonianze legate al tema della Pace. Anche nel 2012 l’arrivo della “Luce della Pace” ha reso possibile ripetere l’esperienza felicemente riuscita l’anno prima. Dal gruppo degli ospiti partecipanti è venuto fuori un personaggio che per la sua autorevolezza e la sua franchezza ha lasciato il segno fra gli italiani. Si tratta di Ismail Bouchnafa, un marocchino membro della comunità islamica di Sicilia, residente da oltre 20 anni ad Acireale. Con lui sono stati concordati gli incontri, grazie a lui i rapporti, che si spera possano diventare continuativi e cordiali, hanno cambiato fisionomia. L’occasione è piovuta dal cielo. La comunità islamica di Sicilia è riuscita in una impresa che potrebbe diventare storica. A Catania è stata inaugurata la più grande moschea del sud Italia. È stata realizzata in Piazza Cutelli, la dove prima esisteva un cinema, con una spesa di circa 1 milione di euro frutto della generosità di molti musulmani. Alla inaugurazione ha partecipato il MASCI di Acireale perché espressamente e caldamente invitato da Ismail che è stato nominato direttore della moschea che lui preferisce chiamare Centro culturale islamico. In quella occasione è stato possibile per il MASCI, ospite d’onore assieme ai capi religiosi dell’Islam, al sindaco di Catania, al vice Prefetto ed altre autorità, visitare la moschea che risulta strutturata su tre livelli: il piano terra destinato agli uomini, il 1° piano riservato alle donne, il 2° piano destinato ai ragazzi per l’insegnamento dell’arabo e della religione musulmana. Locali ampi ed accoglienti interamente affrescati con stucchi ed oro ed i pavimenti completa-
mente ricoperti da tappeti non calpestabili con le scarpe. Per la preghiera del venerdì si ha un afflusso di 5/600 fedeli, mentre i bambini e ragazzi che già frequentano la moschea sono oltre 100. Ismail ha tenuto a dimostrare la sua soddisfazione per la presenza del MASCI alla inaugurazione, assicurando la propria partecipazione ed il coinvolgimento della comunità islamica alla prossima accoglienza della “Luce della Pace” in prossimità del Natale 2013. Pippo Sorrentino
Acireale: caso Terme senza soluzione I sindaci delle due città, a diverso grado coinvolti nella redazione del testo del bando, ci avevano creduto; in particolare ci aveva creduto Nino Garozzo, il primo cittadino di Acireale, ritornato gongolante da Palermo con la notizia che i rilievi (ma quali rilievi?) avanzati dalla delegazione acese - il sindaco, il presidente del consiglio Toruccio Di Maria e il consigliere Antonio Riolo - erano stati accolti dall’advisor Sviluppo Italia Sicilia. Più determinato del suo collega acese, da pochi mesi primo cittadino, il sindaco di Sciacca Fabrizio Di Paola ha fatto pressing più incisivo sulla Regione, ha coinvolto il Forum cittadino nel dibattito sul futuro del termalismo, ha ottenuto dal nuovo Governo Crocetta quanto meno la pubblicità formale del bando sul sito dell’Assessore all’Economia e adesso, dal sito web del Comune, si è impegnato a dare la massima pubblicità al bando stesso per acquisire la disponibilità di investitori privati. Il Sindaco di Acireale, invece, si limita a scrivere. Lo ha fatto, almeno così dice, a fine novembre, senza avere ricevuto ancora risposta dalle istituzioni regionali, quelle stesse che, quando era Lombardo presidente della Regione, il primo cittadino acese si era limitato a contattare con sufficienza, senza alcun interesse, inviando qualche missiva e attendendo le risposte degli uffici che o non sono mai arrivate o, quando pervenute, sono giunte in ritardo.
Nei giorni scorsi, di fronte alla legittima preoccupazione espressa da Giuseppe Contarino sulle sorti del bando che tarda a venire, il Sindaco Garozzo si è inalberato, ha ricostruito la vicenda fatta di viaggi a Palermo e di carte redatte dallo scranno; si è limitato a ribadire che esiste una unanime volontà della città (ma quale città?) che si è già espressa sulla vicenda; continua a prospettare il rischio di una speculazione sul complesso immobiliare che ospitava l’albergo Excelsior Palace e il centro polifunzionale mai entrato in funzione. Sollecitato diverse volte dal Forum permanente del Lions, ultimamente per ben due volte pure dal Presidente Rosario Musmeci, Nino Garozzo si è solo limitato a scrivere. Lettere agli interessati, missive alla Regione, comunicati stampa. Senza mai entrare nel merito di una vicenda che, sarà pur vero, per un buon novanta per cento è di competenza regionale ma che, per il restante dieci per cento, avrebbe meritato un’azione più incisiva, forte politicamente, intelligente ed avveduta di un Sindaco, in passato commissario delle Terme di Acireale, che dovrebbe tenerci veramente alla città che ha governato per dieci anni. Ma forse è chiedergli troppo. Saro Faraci
Elezioni: folta pattuglia di acesi l’auspicio è che il docente acese possa conquistare un piazzamento adeguato e non di quelli alla Pierre de Coubertin. Stesso discorso vale per Santo Primavera, consigliere provinciale dell’Udc, protagonista di una buona affermazione alle recenti “Regionali”, Angelo Spalletta, già presidente regionale della Federazione autotrasportatori, in “gara” sotto le insegne di Grande Sud, Livia Nicotra e Bruno Grasso, maestro artigiano anche carrista, entrambi pronti a scendere in campo per Sel, schieramento del quale fa parte Carmela Pittera, probabilmente unica “concorrente” acese per il Senato. Gaetano Rizzo
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Cultura & Spettacolo
Jonio
20 gennaio 2013
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OPPORTUNITÀ E RISCHI DELLA RETE Opportuno educare e formare soprattutto i ragazzi e le famiglie
Usare Internet responsabilmente La più fervida delle immaginazioni non sarebbe mai approdata a supporre, che un congegno creato per comunicare velocemente notizie militari avrebbe conquistato, con la sua solerzia, l’intero creato. Internet, cioè l’insieme di reti interconnesse tra loro, ha trasfigurato il modo di parlare odierno, rappresentando la comunicazione di massa. Una vera e propria rivoluzione. Si pensi ai social network, che rendono possibile il contattare tutti senza perdere nessuno. L’intensità di queste relazioni che diventa-
no meno volatili, più radicate, sono strumenti per coordinare efficacemente la socialità e il proprio ruolo nella rete di amicizie, conoscenze. Non si tratta di una centralità, intesa quantitativamente, ovvero di minuti trascorsi, bensì di centralità in termini di valore. La centralità dei social network non è rivolta solo alla loro abilità di conversare, e infilarsi arrogantemente nel quotidiano sociale, ma anche a una centralità che produce una identità individuale che si caratterizza come sempre più
‘indispensabili’. Indispensabili perché avvolti a una sincronia incalzante ed eterogenea, che richiede mezzi che possano facilitare e consolidare rapporti e tempi. Ma, indispensabili anche perché validi strumenti per incrementare la pluralità del reale. Ad ogni modo, Internet rappresenta un fascicolo mai chiuso, perché costantemente sotto processo, a cui volgere uno sguardo sospettoso. Tra i capi d’imputazione, si vede Internet sfuggire al controllo; pertanto i giovanissimi potrebbero incappare in siti diseducativi, violenti,
Stai connesso: il Credito Siciliano attiva servizio hi-fi in centro Su iniziativa del Credito Siciliano, nella bellissima e storica piazza duomo di Acireale, da questo Natale è attivo il servizio Wi-Fi. La copertura si estende per tutta la piazza Duomo incluso il passaggio sotto l’arco del Vescovo. “Uno strumento gratuito per l’accesso alla reti informatiche – dichiara il sindaco Nino Garozzo – nel cuore di Acireale è un servizio per tutti, residenti e visitatori, che risulterà particolarmente gradito agli utenti di ogni età. Un sincero ringraziamento al Presidente Paolo Scarallo e al Direttore Generale Saverio Continella per questa ulteriore disponibilità nei confronti della Città di Acireale”. Chi vorrà usufruire del Wi-Fi dovrà registrarsi. Sul vostro dispositivo comparirà
una schermata che vi invita a registrarsi alla rete del Credito Siciliano, inserendo numero di telefonino e e-mail. Riceverete quindi un sms con nome utente e password da inserire per la connessione, che avrà una validità di trenta giorni. Quest’operazione si dovrà ripetere ogni mese quindi. L’iniziativa ha avuto il suo seguito nonché un successo tra i giovani che transitando a piedi per la piazza si fermano, sulle scalinate del comune o di San Pietro, per navigare nella rete. Un servizio questo che qualifica ulteriormente la nostra “agorà” e che permette di connettersi con tutto il mondo a servizio della comunicazione, anche servizio del dialogo con gli altri. Riccardo Naty
di pedofilia, con effetti inaspettati e di non facile gestione da parte dei genitori. Sovente si ha la dipendenza da Internet sino a raggiungere l’ossessione, esponendo il “navigatore” ad una incresciosa confusione riguardante la realtà virtuale e quella reale, eleggendo l’illusione alla vita reale, riversando il proprio vissuto in un mondo desiderabile ma vago. La rete, essendo molto vasta è molto disorganica, libertaria. Infatti, non viene effettuata nessuna supervisione delle informazioni, pertanto si potrebbe avere una divulgazione di una notizia fasulla per un lunghissimo tempo senza che nessuno si accorga di nulla. Ma l’inventario dei privilegi e dei miglioramenti è ugualmente colossale, ha demolito i confini geografici, le informazioni, anche quelle più polverose, sono avvicinabili. Ci si può collegare dalle più svariate parti del mondo, con biblioteche e sfogliare, virtualmente, libri, vedere musei, apprendere dell’ultimo film durante i lavori in corso. A prescindere dai vari punti di vista, la cosa certa è che usare internet in maniera responsabile riduce i rischi. Sarebbe forse opportuno sensibilizzare a ciò. Maria Pia Risa
ACIREALE Ricordato dal vescovo mons. Raspanti don Salvatore Privitera a 80 anni dalla scomparsa
Studioso e maestro di etica Don Salvatore Privitera, eminente figura di sacerdote e studioso della nostra diocesi, è stato ricordato ad Acireale con una partecipata cerimonia, nella monumentale chiesa di San Domenico, nell’ottavo anniversario della sua prematura dipartita. Non a caso, è stata scelta per la commemorazione la chiesa di San Domenico, ove egli era solito officiare i divini misteri e nei cui locali, poi, don Privitera aveva istituito la sede dell’Istituto Siciliano di Bioetica. Era stato presidente di questa istituzione, alla quale aveva successivamente affiancato, dirigendola personalmente, la rivista ‘Bioetica e Cultura’, periodico semestrale, giunto al ventesimo anno della sua pubblicazione. Il magazine, oggi diretto dal giornalista Giuseppe Vecchio, affronta svariati temi afferenti problematiche etico-sociali, che sono oggetto di studio nell’Istituto di Bioetica, presieduto dal dott. Luciano Privitera, con il fermo proposito di ‘custodire e promuovere la preziosa perla della vita’. Il vescovo di Acireale, mons. Antonino Raspanti, ha preso parte alla conferenza, cui hanno presenziato, tra un pubblico numeroso, alcuni parenti del compianto sacerdote e sono intervenuti alcuni di quei dotti relatori che, solitamente, assicurano un prezioso contributo alla redazione della rivista e che hanno curato gli articoli contenuti nell’ultimo numero. Il vescovo, nel proprio intervento di prolusione, tracciava un breve profilo-ricordo di don Privitera, con il quale egli ha intrattenuto un proficuo e cordiale rapporto di collaborazione negli anni in cui entrambi prestavano la propria attività didattica presso la Facoltà Teologica di Sicilia di Palermo. Di seguito, poi, gli interventi dei vari relatori, introdotti dal rev. can. prof. Salvatore Pappalardo, redattore dell’editoriale dell’ultimo numero della rivista, che evidenziava il coraggio con cui don Privitera,
studioso perseverante e tenace, fondò in città l’Istituto di Bioetica, affiancandogli successivamente la rivista. Oggi, egli lascia alla città un tesoro di inestimabile valore: l’Istituto e la rivista di Bioetica si propongono, infatti, quali preziose opportunità utili per lo studio e l’approfondimento su temi di attualità culturale e socio-economica. Sono molteplici, infatti, le problematiche che, attualmente, evidenziano l’indispensabilità di etica e giustizia, in un periodo segnato da una profonda e difficile crisi economica globale, che non può certo considerarsi episodio congiunturale e che scelte non propriamente mirate hanno complicato non poco. I successivi interventi hanno spiegato come, l’etica debba andare di pari passo, per esempio, con il pensiero religioso: eminenti figure, come il compianto cardinale Carlo Maria Martini si sono, infatti, scommesse prendendo esplicitamente posizione sul tema ‘Etica ed Economia’, per un criterio che evidenzi una coscienziosa redistribuzione delle ricchezze, così da poter consentire a tutti di condurre una vita dignitosa, con l’affermazione del principio di equità formale. In questo contesto, emerge la ‘Banca Etica’, istituzione che, diversamente dal sistema creditizio tradizionale, si impegna ad erogare i fondi raccolti ed amministrati in favore di tutte quelle fasce sociali per tradizione economicamente deboli, come famiglie e piccole imprese, per un sistema che garantisca competitività e sostenibilità, per una situazione congiunturale che richiede di ripensare le regole di vita delle persone e quelle comportamentali degli operatori economici e professionali, attraverso un rinnovato orientamento alle responsabilità sociali degli istituti di credito. N. C.
Eventi “Cittadinanza e intercultura nella scuola” Laviaperformareilfuturouomoecittadino “Cittadinanza e intercultura nella scuola del XXI secolo” a cura di Paolina Mulé (C.U.E.C. M, 2011, pp. 136) è un volume che raccoglie, assieme all’introduzione e al saggio principale della curatrice, ordinaria di Pedagogia Generale e Sociale nella Facoltà di Scienze Politiche dell’Ateneo catanese,altri quattro interventi di dottori di ricerca (Alessio Annino, Fabio Salvaggio, Maria Grazia Breda e Cristina de la Cubo) tutti incentrati sul problema della cittadinanza e dell’educazione interculturale nella prospettiva pedagogica. Il libro si fa apprezzare innanzitutto per la collocazione della tematica nell’ambito dei cambiamenti che caratterizzano l’attuale momento storico sia a livello locale che globale, infatti esso contribuisce a delineare, pur nella diversità delle posizioni teoriche ed epistemologiche, un possibile percorso educativo comune da sviluppare nella scuola “che rimane ancora il laboratorio della democrazia”. Occorre recuperare un ethos che giovi al progresso del singolo e della società. I punti cardine dell’opera si possono individuare “nella coniugazione delle diverse appartenenze: locali, nazionale, europee, mondiale delle persone”: pur nella diversità è possibile confluire su valori comuni, che i docenti e i dirigenti scolastici dovrebbero favorire quali la cultura plurale, l’uguaglianza, l’equità, la libertà, la solidarietà. La democrazia si può incrementare se nell’ottica interculturale e di cittadinanza gli elementi fondamentali si riconoscono nei diritti degli altri e nella centralità della persona. Un libro che fa meditare tutti coloro che hanno a cuore l’educazione nel mondo contemporaneo e che sono disposti ad affrontare la realtà con spirito critico e disponibilità a transitare dall’alterità alla diversità, prospettiva, quest’ultima, maggiormente pedagogica (Annino). Giovanni Vecchio
IndueCdcantipopolaridellaprovinciasalentina Da un piccolo ma appassionante libretto, edito Kurumuny, Ricci i tuoi capelli, arie e canti popolari di Cannole, corredato da due cd, per un totale di 42 tracce, giungono le melodie di Cannole, piccola provincia del Salento. Con progettazione grafica curata da Lucio Montinaro e testi di Luigi Chiriatti, Ciro De Rosa, Salvatore Esposito, Raffaele Cristian Palano, Adriana Benedetta Petrachi. Declinazione sonora al femminile: Rosaria Campa, Vincenza Agrosì, Assuntina Tomasi, Gina Luperto, Eva Serra, Rosalba De Lorenzis, Ada Nocita, di una età compresa fra i cinquanta e settanta anni, che essendosi incontrate casualmente a cantare non hanno più smesso. Per lo più le loro esibizioni sono private sia di origine salentina o meno. I loro incontri piuttosto singolari, in quanto cantare per loro è cucinare, mangiare, comunicare, fare pettegolezzi, tra cultura antica ed evoluzioni moderne, un ricordo del passato, o meglio un passato che si fa presente. Un loro modo di vivere l’attuale. Un canto quale mimica del bello, che fa soccombere il passato e la sua idea di canto che esorcizza la morte. Condivisione mentale di uno spazio fisico dei tempi andati, soffio vitale del pullulare di una collettività che ancor oggi risorge emendata. Le sette donne, spifferano tradizioni della loro terra con i ricordi sonori delle nonne: contadine, tabaccare, furnare. Lo stesso borgo visitato da De Martino per conoscere la tarantata dove c’erano le donne dei campi le cui voci vennero registrate dalla Rai, negli anni Sessanta. Il repertorio del booklet è quindi una rappresentazione della poesia popolare e della sua musica, di quanto essa sia diffusa in tutta la penisola. Canti a sole voci quale veicolo di testimonianza di storie d’amore, dell’emigrazione, della fatica del lavoro, a dirla breve: la quotidianità. Un cantare essenziale, disgiunto dalle norme dello spettacolo, senza monili, palchi, luci per suscitare un non comune calore comunicativo. M. P. R.
ACIREALE Conferenza del prof. Carlo Blanco all’Accademia Zelantea
ACICATENA Settanta artisti con pitture e sculture
Quel mistero della Stella dei Magi
Mostra nella città di Maria
Organizzata dall’Accademia Zelantea, prestigioso sodalizio culturale cittadino, presieduto dal dott. Giuseppe Contarino, in data 5 gennaio, vigilia della solennità dell’Epifania, presso la Basilica Collegiata dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, una conferenza del prof. Carlo Blanco, Socio Corrispondente della stessa Accademia, ha cercato di far luce sul mistero della ‘stella’ che avrebbe accompagnato i Magi lungo il percorso verso Betlemme. Introduceva i lavori il prof. Giuseppe Contarino, il quale, ringraziando il sac. Salvatore Scalia, Rettore della basilica, per l’ospitalità concessa all’interessante momento culturale, pone alcuni interrogativi ai quali, circa l’effettiva esistenza della ‘stella’ e sulle motivazioni del Natale cristiano, che risalgono a Sant’Agostino, il quale contrappose questa festa cristiana alla festa pagana del ‘Dio Sole’, rispondono proprio gli studi scientifici effettuati dal prof. Blanco. Il sac. Scalia sottolinea come, in base ai racconti degli evangelisti Matteo e Luca, la stella illumini il cammino dei Magi verso la grotta di Betlemme. Prendendo, poi, la parola, il prof. Blanco afferma che la stella è un evento astronomico straordinario che ‘guida’ i Magi nel loro cammino verso
Inserita nei festeggiamenti in onore di Maria SS della Catena la prima mostra di pittura e scultura Aci Catena Arte “Città Di Maria” ha dato modo di rendere visibile dal 11 al 20 gennaio 2013 il fermento artistico siciliano. Un grande successo di pubblico, l’obiettivo di solleticare la curiosità dei cittadini è stato raggiunto. Circa settanta gli artisti convocati in breve tempo per dare vita ad un evento culturale fortemente voluto dall’amministrazione comunale che ha messo a disposizione i locali del palazzo Riggio detto del Principe. In quattro sale è stato possibile ammirare quanto di bello e buono si può trasmettere con l’arte declinata in tutte le forme grazie all’uso di svariati materiali anche innovativi oltre al ferro battuto, legno, pietra lavica, ceramica, rame sbalzato. Un percorso che narra emozioni, evoca stati d’animo, una rivisitazione di forme e colori, luci ed ombre con stile proprio e caratteristiche che le rendono uniche, irripetibili come è irripetibile l’essere umano, sfaccettature di un diamante(l’uomo) che riesce a manifestare se stesso più con le opere che
Betlemme. Gli studi effettuati fanno risalire il tempo in cui si verificò questo insolito fenomeno all’inserimento della civiltà cristiana nelle preesistenti civiltà, che vedevano la celebrazione di una ‘Festa della Luce’ durante il solstizio d’inverno, con il ‘Dies Natalis Soli Invicti’, da cui l’odierna trasposizione nel ‘Natale’ di Gesù, vera ‘Luce’ che illumina il mondo. Quanto ai Magi, secondo l’evangelista Matteo erano persone di rango superiore che ben conoscevano i fenomeni astronomici celesti. Secondo l’etimologìa cristiana, ‘Magu’ significa ‘casta sacerdotale’. Non a caso, poi, li si colloca in quel periodo storico, nel quale si attendeva, come previsto in tutte le religioni, l’avvento di un Messia. Secondo alcune interpretazioni, i Magi potrebbero simboleggiare le tre diverse età umane, le tre stirpi dei discendenti di Noè, ma anche rappresentanti di antiche tradizioni i quali si ponevano nell’attesa di un Messia o sacerdoti di false divinità che venivano ad adorare l’unico vero Dio, riconoscendo il segno nella stella, peraltro fenomeno astronomico comune qual è una congiunzione planetaria, con periodici allineamenti con la Terra intorno al Sole. Nando Costarelli
con le parole. I soggetti religiosi non sono molti ma non è forse il desiderio di esternare la ricerca continua del Bello, della Perfezione che muove le mani dell’artista conducendolo per strade che diventano un percorso di crescita, ciò che comunemente si definisce passione? La plasticità delle forme non è forse il modo di dare vita a materiali inerti e dare loro significato? Ciò giustifica l’espressione creazione artistica. La mostra, idea del sindaco Ascenzio Maesano e del cav. Pippo Contarino, direttore artistico della stessa, trova giustificazione nelle parole dall’assessore Maria Grazia Forzisi “....arte intesa come momento spirituale, una sorta di processo maieutico che giunge alla concretizzazione delle emozioni degli stati d’animo degli artisti nei loro lavori...” Per raggiungere anche i più giovani e sensibilizzarli sono stati invitati gli alunni delle scuole del territorio catenoto con la possibilità di vedere da vicino l’opera di alcuni degli artisti espositori grazie ad una estemporanea organizzata in accordo con le maestranze. Angela Pirronello
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Chiesa
20 gennaio 2013
dell’
Jonio
INTERVISTA Parla suor Rosalba, della Comunità Madonna della tenda di Cristo di Acireale, al ritorno da un viaggio tra le comunità brasiliane sorelle
“Con la musica salviamo tanti ragazzi dalla strada” E’ ritornata dal Brasile suor Rosalba (nella foto)della Comunità religiosa “Madonna della Tenda di Cristo” di Acireale, dopo avere portato aiuti umanitari a ragazzi abbandonati che vivono situazioni di disagio e di povertà assoluta. “Nel 2000 - ci racconta suor Rosalba - sia-
in breve
mo riusciti a costituire delle comunità di accoglienza per bambini e ragazzi abbandonati dai genitori, tra questi alcuni sono affetti dal virus “hiv”. Una comunità si trova nella periferia di S. Paolo e l’altra vicino Fortaleza. Tutto ciò è stato possibile grazie agli aiuti di italiani, attraverso adozioni a distanza, e alla manodopera offertasi in loco. In Brasile, oltre all’accoglienza, curiamo molto la prevenzione sanitaria con attività opportunamente mirate, come le patologie ginecologiche nell’età adolescenziale e le altre malattie trasmissibili”. - Quali altre attività riuscite a svolgere?
Prima festa della memoria liturgica del Beato Allegra Ancora è viva nel cuore di molti la gioia vissuta in quella assolata mattina del 29 Settembre scorso, che vedeva nella maestosa ed affollata piazza del Duomo di Acireale, lo svelarsi del drappo con l’effige del beato p. Maria Gabriele Allegra. Dopo quattro mesi da quel giorno, i Frati francescani si preparano a vivere e a far vivere, un altro momento importante per la vita cristiana, quale la festa della prima memoria liturgica di p. Gabriele Maria Allegra. I Frati Minori del Convento S. Biagio hano organizzato i festeggiamenti del 26 Gennaio, giorno della memoria liturgica del Beato, con un triduo di preparazione che va dal 23 al 25 Gennaio. Il triduo prevede l’incontro con alcuni istituti superiori della città alle quali verrà proiettato il video “ P. Gabriele M. Allegra appassionato del Vangelo e testimone della fede”. Segue il confronto con i Frati. Alle 18.00 recita del S. Rosario accompagnato dalle meditazioni di p. Gabriele Maria Allegra ofm. Alle 18.30 Celebrazione Eucaristica. Durante il triduo, subito dopo la S. Messa, sono previsti i seguenti momenti celebrativi: Mercoledì 23 - Celebrazione dei Vespri Battesimali. Presiede fra’ Giuseppe Burrascano ofm; giovedì 24 – Adorazione Eucaristica. Anima fra’ Lorenzo Ficaro ofm; venerdì 25 – Celebrazione della Parola: I Cantici evangelici. Presiede fra’Lorenzo Ficaro ofm. Il 26 Gemmaio, giorno della festa, il programma prevede: 17.45 recita del S. Rosario accompagnato con le meditazioni di p. Gabriele Maria Allegra; alle 18.00 proiezione del video “ P. Gabriele M. Allegra appassionato del Vangelo e testimone della fede” ; alle 18.30 Solenne Celebrazione Eucaristica. Presiede Padre Guglielmo Giombanco Vicario generale della diocesi di Acireale. La Santa Messa sarà animata dalla Corale Polifonica: “ Akàthistos”. Dirige il M° Carmelo Falcotti. L. F.
libri: “Memorie di fra’ Gabriele Allegra ofm” di Oppes Stephane Oppes, Le memorie di fra’ Gabriele M. Allegra ofm il “san Girolamo” della Cina, Libreria Editrice Vaticana 2005 ; foto di copertina di fra’ Antonino Clemenza ofm. Fonte di significativi episodi, Le memorie di fra’ Gabriele M.Allegra, in cinque quaderni, - ciascuno aperto con la scritta latina pregna di fede “Ideo multum tenemur Ei”, ovvero “Perciò molto dobbiamo a Lui”,- scritti tra il 5 luglio e il 23 ottobre 1975, in obbedienza al P.Antonio Ly, Presidente Studio Biblico Cinese, fondato nel 1945 a Pechino, trasferito a Hong Kong nel 1948. Singolari i ricordi del Beato sulla famiglia sua. Il 20 luglio 1930, ordinato presbitero nel Collegio Leonino di Roma, nel pomeriggio, va a trovare la sorella Francescana Missionaria di Maria, per benedire in lei, che per obbedienza alle leggi di allora è assente al rito, i cari parenti lontani. In agosto, si reca in Sicilia: ad Acireale l’attende il fratello Sebastiano, che lo conduce a Valverde, dove ai piedi della “dolce Madonna” c’è l’incontro con la famiglia. Nella prima Messa in paese, fra’ Gabriele dà la comunione ai “piissimi” genitori e con gioia la prima Comunione al fratellino Gioacchino, che morrà giovane seminarista. Si ferma dinanzi alla Chiesa di S. Sebastiano, “dove – sua memoria - non ancora di sei anni cominciai a servire la S. Messa”. A San Giovanni La Punta conosce Madre Lucia Mangano, “un angelo in carne”, che “esultava per l’opera della versione cinese della Scrittura”; su di lei scriverà molto.Visita speciale alla Madonna della Ravanusa, alla quale si rivolge con “un discorso parecchio arruffato” sulla promessa di tradurre la Bibbia in cinese. Tornerà in Italia nel ’39 per motivi di salute, ma guarirà presto. Interessanti i suoi viaggi. Nel primo per la Cina, a bordo, con spirito ecumenico e interreligioso, fa lunghe conversazioni con un “Reverendo Anglicano, un missionario protestante americano, un maomettano di Ceylon e altri indiani induisti”. Morto il pasticciere improvvisamente, celebra per lui la messa e assiste alla calata in mare della salma. In un altro, su richiesta di due sposi calvinisti, amministra il battesimo al loro figlio cinquenne, cui dà il nome di Paolo. Per il primo viaggio in aereo, Roma- MadridLisbona, è “esilarato, curioso ed entusiasta”. A Lisbona, per intercessione di S.Antonio, evita l’operazione, guarendo di un interno foruncolo alla gola. L’amore per i cinesi, straordinario. Notevoli le storie su martiri cinesi, tra cui raccapricciante il martirio del seminarista Pietro Fu, per mano di un soldato giapponese, che pretendeva di fargli calpestare un crocifisso buttato a terra.Vari i suoi professori di cinese, pagani: caratteristica del superstizioso Cheng è il non pronunciare il carattere “tuono”, indicante il vendicativo dio del tuono, capace di “fare del male a chi lo pronunzia senza molti riguardi”. Il Beato definisce Ciu Yuan, il più grande poeta cinese. Durante la guerra sino-giapponese viene distrutta la Bibbia di Padre De Poirot, eccetto due fascicoli, conservati nella Biblioteca dello Studio. Dal 1963 al ‘69, esposizioni bibliche e relative Settimane; della prima a Formosa ne parla l’Osservatore Romano. Secondo il Beato, quella di Macau del 69 è “la meglio riuscita”. Toccante il cap. XII del V quaderno, “Le litanie di un poverello” del 4 ott. ’75. Lettura avvincente. Essenziale la presentazione di fra’ J. Rodriguez Carballo, Ministro generale. Anna Bella
“Insegniamo, tra l’altro, l’uso della macchina da cucire e la lavorazione di collane con attrezzature idonee, eliminando l’uso delle spine che venivano usate come punteruolo e causavano profonde ferite alle dita. I ragazzi dotati di sensibilità musicale che vogliono accostarsi all’arte della musica diamo la possibilità di studiare. La scuola internazionale di Liuteria di Cremona fu la prima a credere nel nostro progetto e ci donò ben 15 violini. Gruppi parrocchiali ci hanno regalato flauti, chitarre e tanti altri strumenti. Così siamo riusciti a raggruppare oltre mille ragazzi, che altrimenti sarebbero rimasti sulla strada in balia della malavita organizzata”.
- Questi ragazzi svolgono attività sportive? “Abbiamo creato degli spazi adatti a svolgere momenti aggregativi, e così riusciamo a distoglierli dall’uso di sostanze stupefacenti, e dalla prostituzione minorile che, il più delle volte, viene praticata per ottenere in cambio un pezzo di pane o una lattina di Coca-Cola”. - Chi è suor Rosalba? “Una delle tante sorelle della comunità Tenda di Cristo, che hanno consacrato la loro vita al servizio degli ultimi, e continuano ad aiutare le persone che vivono nel disagio”. - Ritornerà in Brasile? “Sì, appena possibile”. Salvatore Cifalinò
DIOCESI Una serie di incontri per catechisti e operatori pastorali
”Credo in un solo Dio” Si è svolto lunedì 14 gennaio, nel salone della chiesa Cuore Immacolato di Maria, il primo di una serie di incontri per catechisti e operatori pastorali. Relatore dell’incontro è stato mons. Sebastiano Raciti, parroco nella chiesa di San Paolo e direttore dell’Istituto di Scienze religiose “S. Agostino”, che ha spiegato la prima frase del Credo “credo in un solo Dio Padre onnipotente creatore del cielo e della terra”. “La serie di tre incontri che l’ufficio catechistico ha pensato in collaborazione con l’istituto Sant’Agostino di Acireale rientra nel progetto dell’anno della fede che il Santo padre ha voluto in occasione del 50° anniversario dell’apertura del concilio vaticano II e del 20° anniversario della pubblicazione del catechismo della chiesa cattolica”, ha dichiarato P. Giovanni Marino direttore dell’Ufficio catechistico diocesano. “Questi incontri servono a ripensare il nostro credo che professiamo
ogni domenica durante la celebrazione eucaristica, il culmine della nostra vita di fede. Che significa per noi credere in un solo Dio? Che significa per noi credere in Gesù Cristo suo unigenito figlio? Che cosa significa credere allo Spirito San-
to e quindi di conseguenza essere nella chiesa cattolica, una, santa e apostolica? Questi incontri rientrano in questo processo di riflessione su un argomento fondamentale per noi cristiani che tante volte diamo per scontato anche perché
nel fare la professione di fede, la facciamo in maniera mnemonica o leggendola nei foglietti presenti nelle comunità e non prestiamo attenzione alle singole parole che i Padri dei concili di Nicea e di Costantinopoli ci hanno voluto consegnare. Inizialmente questi appuntamenti erano stati pensati per gli studenti della scuola di teologia e per i catechisti della nostra diocesi ma poi si è fatta la scelta di aprirli a tutta la comunità diocesana. Un piccolo tentativo per riflettere sui punti fondamentali per la nostra fede”. I prossimi incontri saranno sempre di lunedì, il 21 e il 28 gennaio dalle 17.00 alle 19.00 presso la salateatro della chiesa Cuore Immacolato di Maria, sita in Piazza San Francesco ad Acireale, don Domenico Massimino con una riflessione su “Credo in Gesù Cristo” e don Antonio Pennisi si soffermerà invece su “Credo nello Spirito Santo …e la Chiesa cattolica”. Laura Pugliatti
SEMINARIO 1 Il nuovo sito un’autentica porta aperta
SEMINARIO 2 Con la collaborazione del Csi
Le vocazioni viaggiano sul web! Proprio così, dallo scorso 11 dicembre, quando si è celebrata l’annuale Giornata Sacerdotale, il Seminario di Acireale “naviga” nel vasto mare di internet “a bordo” del suo sito WWW.SEMINARIOACIREALE.IT. Il progetto di entrare nella rete non è nuovo ma per varie vicissitudini non si era concretizzato; negli ultimi mesi, grazie ad un maggior impegno dei seminaristi, è stato portato a termine. In effetti, la creazione del sito si è imposta per il Seminario come una priorità. La vita di oggi, le relazioni sociali, istituzionali e anche ecclesiali non si svolgono più solo nei tradizionali ambienti ma anche in quello virtuale (eppure così concreto) di internet. E allora anche il Seminario ha pensato bene di esserci, aprendo questa porta al mondo, non per omologarsi alla foresta delle proposte mediatiche ma per dare voce, umilmente, alla sua vita e mostrarne, gioiosamente, la bellezza e il mistero divino che racchiude. Chi vorrà cliccare il sito del Seminario si troverà in un attimo dentro la vita della comunità. Nella parte “statica” troverà tutte le informazioni sui membri, le attività, le pubblicazioni, la pastorale vocazionale, la storia, gli ambienti, oltre che una nutrita photogallery. Nella parte “dinamica”, quella che occupa la gran parte del sito, sarà aggiornato sulle attività correnti. Quattro grandi slide scorrevoli permettono di conoscere gli eventi più importanti del momento, sia quelli propriamente interni alla comunità sia quelli proposti a tutti; nella parte inferiore, altri quattro riquadri rimandano ad attività o considerazioni più ampie sul Seminario. Da non dimenticare poi i collegamenti con i social network più importanti (facebook e twitter) e con youtube. C’è poi una piccola finestra di spiritualità sacerdotale in un angolo del sito: sfruttando un gioco di parole, si chiama “pro…vocazioni”. Il sito sarà certamente uno strumento validissimo perché il Seminario possa raccontarsi e entrare in contatto con tutti. Non a caso molte pagine hanno un formato tipo blog, per cui lasciando il proprio commento si può interagire con i membri della comunità e con tutti gli amici del Seminario. Allora vi diamo l’appuntamento sul nostro sito, nell’attesa e nell’augurio di incontrarci anche di presenza. don Alfio Privitera
Il Seminario Vescovile di Acireale, in collaborazione con la Sezione di Acireale del CSI e il patrocinio della Città di Acireale, organizza la 2a edizione del Torneo triangolare di calcio a 5 di beneficenza “UNA RETE PER LA CARITAS”. La manifestazione si svolgerà venerdì 19 aprile 2013 nel Palazzetto dello sport PalaVolcan di Acireale e vedrà la partecipazione delle squadre del Seminario, dell’Equipe del Servizio diocesano di pastorale giovanile e dei Docenti del Liceo classico “Gulli e Pennisi” di Acireale. Con questa iniziativa si sosterrà il progetto della Caritas diocesana “Fondo di solidarietà per le famiglie in povertà estrema”. Con questa manifestazione il Seminario vuole farsi promotore di un dialogo tra diverse istituzioni, soprattutto quelle che operano con i giovani, perché si possa intessere una “rete” a favore di quelle persone che hanno maggiormente bisogno di aiuto. Allo stesso tempo vuole servirsi dello sport come veicolo per trasmettere il messaggio della solidarietà, della fede e della vocazione. Per questo motivo, il Seminario, volendo coinvolgere e sensibilizzare i giovani delle scuole secondarie di II grado di tutto il territorio della Diocesi di Acireale, bandisce un concorso dal titolo “LO SPORT FA BENE, FAI IL BENE CON LO SPORT” per realizzare un video che serva come spot per pubblicizzare l’evento. Possono partecipare al concorso singoli e/o gruppi di tutte le scuole superiori. Il video dovrà avere per tema la manifestazione “Una rete per la Caritas” ma anche quello più ampio del rapporto tra “sport e solidarietà”. Il video vincitore sarà mandato in onda dalle emittenti locali nella settimana che precede la manifestazione di beneficenza; al vincitore sarà consegnato un altro premio, così come al secondo e al terzo classificato. Il video dovrà essere inviato o consegnato presso il Seminario Vescovile di Acireale (Via S. Martino, 6; dal lunedì al venerdì; dalle 15.30 alle 18.30) entro e non oltre il 22 marzo 2013. Ulteriori chiarimenti e il bando completo del concorso si trovano nel sito www.seminarioacireale.it. don Alfio Privitera
Le vocazioni viaggiano sul web Concorso che pubblicizza Si entra nella vita della comunità “Una rete per la Caritas”
dell’
Chiesa
Jonio
20 gennaio 2013
DIOCESI Si celebra domenica 27 anche ad Acireale la Giornata mondiale per i malati di lebbra
Sull’esempio di Raoul Follereau Domenica 27 gennaio si celebrerà la Giornata mondiale per i malati di lebbra, memorabile momento di sensibilizzazione altissima in favore di quanti a causa della miseria hanno contratto il virus di una malattia millenaria, la lebbra, che si sviluppa laddove c’è mancanza assoluta d’igiene. Oggi la lebbra può essere sconfitta con appositi farmaci; la guarigione è assicurata, permettendo anche il ritorno al lavoro. I Paesi più a rischio sono il Brasile e il Paraguay nell’America del Sud; in Asia, il Pakistan, l’India, la Nuova Guinea e alcuni Stati dell’Indonesia; in Africa, la Guinea Bissau, il Sudan, l’Etiopia, il Congo, il Cameroon, la Liberia, la Tanzania, il Mozambico e il Madagascar. I lebbrosi appartengono al mondo degli ultimi, a quel 6% della popolazione mondiale che vive ai margini della società, senza un tetto decente, senza un’ali-
mentazione nutriente, senza giustizia. Il senso di solidarietà, fondamento di una vita cristiana impegnata al servizio dei nostri fratelli, sia alla base della Giornata Mondiale, che vuole coinvolgere tutti nella gioia di donare un sorriso a chi , senza averne colpa, è caduto in un baratro, ma ha la possibilità di rialzarsi e riprendere il cammino di una vita operosa. E’ un segno di civiltà molto eloquente interessarsi di persone nel bisogno, di lebbrosi che soffrono sia per la malattia sia per l’emarginazione sociale che spesso sono costretti a subire, in un ambiente condizionato da pregiudizi e da ignoranza. Vorrei citare a proposito il pensiero dell’indiano Chippewa: “Non credo che il grado di civilizzazione di
Genco e i suoi di nuovo in Guinea
Il diacono Sebastiano Genco, dopo avere ricevuto il mandato dal Vescovo mons. Antonino Raspanti, sta per ripartire, con un nutrito gruppo dell’associazione Amici delle Missioni, per la Guinea Bissau “Africa…terra bella e calda…come il cuore gente, ospitale ed accogliente, che popola i suoi villaggi”. La descrivono così i nostri amici della Guinea Bissau che ogni anno partono per quelle terre lontane – geograficamente e dalle nostre politiche e stili di vita – e povere dove l’unica ricchezza è una casetta con mattoni in fango, l’appartenenza al villaggio ed il sorriso di un bambino. Chiediamo a Sebastiano Genco, diacono della nostra diocesi e iniziatore dell’ Associazione Amici delle Missioni, cosa significa partire per lui. “Continuare un discorso d’amore. Se tu dieci anni fa dici ad alcune persone che le vuoi bene, oggi non puoi dimenticarti di loro. Continuare un discorso – che vale non solo per me ma anche per chi parte con me – di assistenza e di solidarietà, un discorso di carità cristiana. Dice Gesù che «ogni cosa che farete ad uno solo di questi fratelli più piccoli è come se l’avrete fatta a Me» (Mt 25,40). Ecco una delle nostre principali motivazioni”. - Qual è l’importanza di questo evento per la chiesa locale?. “E’ la Chiesa stessa che ci manda. Il vescovo ci consegna un crocifisso e un mandato per la missione. La Chiesa manda i suoi figli, sacerdoti o suore, consacrati o laici, per portare l’annuncio ed il messaggio del Vangelo”. - Come sarà il tuo ritorno qui ad Acireale?. “Sarò più carico e tornerò ai miei doveri, al mio lavoro, alla mia famiglia…con una parte di Africa nel cuore!”. A Sebastiano e agli undici che partiranno con lui questo fine mese, non ci resta che augurargli buon viaggio! Riccardo Naty
una società si misuri dall’altezza dei suoi palazzi di cemento, ma da come la sua gente ha imparato a relazionarsi con l’ambiente e con i compagni”. Nel suo viaggio in Costa d’Avorio,- il primo di una lunga serie nel mondo,- Raoul Follereau venne colpito dalle condizioni disumane dei malati di lebbra: tornato a Parigi, riuscì a conquistare il cuore dei suoi amici, raccogliendo la somma necessaria per la costruzione di una casa di accoglienza per i lebbrosi ad Adzopé. Per lui era urgente convertire uomini e donne alla civltà dell’amore. San Damien de Veuster, primo apostolo dei lebbrosi nell’isola di Molokai, si fa lebbroso tra i lebbrosi, morendo nel 1889 di lebbra, malattia allora inguaribile, ancora in giovane età. Anna Bella
Il programma di Acireale Sabato 26 Gennaio, ORE 18,30, Basilica Cattedrale, Santa Messa presieduta dall’ArcipreteParroco, Can. Roberto Strano, animata dal Gruppo e offerta per tutti i malati di lebbra; - Domenica 27 Gennaio, celebrazione della 60^ giornata mondiale dei malati di lebbra. I Volontari AIFO attiveranno un centro di sensibilizzazione e di offerta del “Miele della solidarietà”, al fine di sostenere alcuni progetti di cura e reinserimento sociale dei lebbrosi. La Fraternità Misericordia offrirà la sua preziosa collaborazione, sperimentata ormai da lunghi anni. L’AIFO si affida alla sensibilità e alla viva partecipazione dell’intera comunità diocesana.
CRONACHE DALLA TANZANIA Sta per concludersi la ricca esperienza
Torna Ciccio più africano di prima Ciccio sta per tornare dalla Tanzanìa. Sono passati quasi undici mesi dalla sua partenza, il 1° marzo 2012, ed ora è già arrivato il momento del rientro. In occasione del Natale ci ha mandato gli auguri, che abbiamo condiviso con i lettori dell’edizione web del nostro giornale. Un Natale che egli ha trascorso in maniera non convenzionale, perché in Africa si festeggia in maniera diversa, o meglio non si festeggia. Nel senso che lì non c’è niente di tutte le tradizioni e di tutta la montatura commerciale che caratterizza ormai questa festa nel mondo occidentale. Il Natale è solo una festività religiosa come tante altre, per cui ci sono, sì, le celebrazioni religiose specifiche, ma non ci sono alberi di Natale, regali, cenoni, e nemmeno presepi. Anche il clima è diverso da qui, perché capita nel periodo della stagione più calda. Infatti Ciccio, approfittando del fatto che i bimbi di Nyumba Yetu (il centro di accoglienza nel villaggio di Ismani dove egli si trova) sono stati mandati a casa per qualche giorno, ne ha approfittato per allontanarsi un po’ anche lui e fare un giretto nel sud della Tanzanìa, facendo anche un salto a Zanzibar. Ed è proprio da qui che il giorno di Capodanno scriveva su facebook: “Se mi distraggo un attimo mi sembra ferragosto, se ci penso bene in realtà è capodanno! Sarà che stare in pantaloncini sulla spiaggia con musica tribale di sottofondo disorienta un po’. Buon Anno a tutti!” Per gli auguri di Natale, Ciccio ha preparato, insieme con gli altri operatori di Nyumba Yetu, un biglietto con un messaggio in italiano, che si conclude con l’espressione in
swahili “Mungu awabariki!”, che significa “Dio vi benedica”. Ma la cosa più bella del biglietto è la cornice, costruita con tante foto di bambini del villaggio, che sono sempre presenti in tutte le comunicazioni di Ciccio: bambini che giocano, corrono, studiano, pregano, sorridono, o semplicemente che guardano con i loro occhioni scuri e profondi che sembrano trapassarvi l’anima e il cuore. Ciccio si sta già preparando per il ritorno, che avverrà a fine gennaio. E per gli ultimi mesi Ciccio si è fatto la bicicletta: “una phoenix 28 made in Cina, senza cambio ovviamente... avuta gratis e riparata con poco: gomme nuove con camere d’aria, freno solo quello di dietro e copri sellino”. Ha pubblicato con orgoglio la foto della bici su facebook, ma subito dopo c’è un’altra foto, in cui c’è lui sulla stessa bici ed un bimbetto legato dietro, con questo commento: “Fosse possibile oltre la bici mi riporterei in Italia anche questo bel fagottino saldamente legato dietro... ma purtroppo non si può...” E così per il momento si accontenta di utilizzare la bicicletta per spostarsi e per trasportare materiale (farina, carbone…), oppure per “riportare dada Vichi a casa (seduta dietro stile anni 50), che chi la conosce sa che non è proprio minuta minuta! domani ci saranno i dolori alle gambe, ma per oggi ho un ricordo in più da tenere stretto”. E con questi ricordi, che sicuramente saranno migliaia, Ciccio fra qualche giorno sarà di nuovo tra noi, in Italia. Chissà quante cose avrà da raccontarci… Alla prossima, insieme con Ciccio. Nino De Maria
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Fleri: tre intense giornate nella venerazione di S. Agata In occasione del settantesimo anniversario del trasferimento delle reliquie di Sant’Agata dalla Cattedrale di Catania alla chiesa di Fleri, per salvarle dai bombardamenti anglo-americani o da possibili furti, la Parrocchia Maria SS.del Rosario di Fleri ha voluto rievocare quegli eventi ospitando per tre giorni, dal 13 al 15 gennaio, il Velo di Sant’Agata, patrona della città e di tutta la Diocesi catanese. Le tre giornate sono state caratterizzate da eventi finalizzati a valorizzare la preziosa opportunità per raccogliere il messaggio di fedeltà e di coraggiosa testimonianza a Gesù Cristo della giovane vergine e martire catanese. Domenica 13 l’insigne reliquia del Velo di Sant’Agata è stata portata in processione dall’Arcivescovo metropolita mons. Salvatore Cristina dall’altarino del Redentore fino alla chiesa parrocchiale, con la partecipazione delle autorità civili e militari, dove l’Arcivescovo ha presieduto la solenne celebrazione eucaristica. Inoltre è stato svelato il quadro del busto di Sant’Agata nella cisterna dove furono custodite le reliquie. Lunedì 14, la mattinata è stata caratterizzata dagli incontri con i ragazzi delle scuole medie e delle scuole elementari. In serata si è svolta la solenne celebrazione eucaristica presieduta da mons. Alfio Rapisarda (Nunzio Apostolico Emerito), con la partecipazione dei sacerdoti e delle Comunità parrocchiali del territorio. A seguito si è tenuta una veglia di preghiera per i giovani del Vicariato guidata da mons. Gaetano Zito, Vicario episcopale per la cultura. Martedì 15 è stata celebrata la S.Messa dal can. Giuseppe Maieli, vice direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale della salute con la partecipazione degli anziani e degli ammalati. Nel pomeriggio è stata celebrata l’eucaristia con la partecipazione dei ragazzi delle scuole medie ed elementari. Dopo la funzione religiosa, le reliquie di S.Agata sono state riportate in Cattedrale. Mons. Alfio Russo, parroco di Fleri, ha dichiarato che è importante valorizzare la memoria storica ricordando come proprio settant’anni fa a Fleri furono custodite le reliquie della Santa. Inoltre, mons. Russo ha ribadito che quest’evento per Fleri nell’anno della fede, rappresenta un momento forte di attenzione ad Agata come sorella e modello di fede vissuta. Giuseppe Russo
Convegno del Serra sulla fede il 22 Nell’anno della fede il Serra club, presieduto dall’avv. Turi Peluso, vuole impegnare gli acesi in un momento di riflessione. Pertanto, martedì 22 gennaio, alle ore 19, nella Cattedrale di Acireale, si terrà un convegno su “La gioia della fede”, relatore il prof. Giuseppe Savagnone. Seguirà il concerto “La fede nella testimonianza di Giuseppe Verdi” - omaggio al musicista nel bicentenario della nascita - eseguito dal “Quinquies domina ensemble” e diretto dal maestro Vera Pulvirenti.
Albiho Soares giovane seminarista brasiliano “Con la Tenda di Cristo per servire poveri e ultimi” Abilho Soares è un giovane seminarista di 26 anni, di origini brasiliane. Ha trascorso il periodo natalizio nella nostra diocesi, facendo esperienza nella comunità ‘Tenda di Cristo’ di San Giovanni Bosco (fraz. di Acireale). Fa parte dell’associazione ‘Tenda di Cristo’ di Aquiraz, la città brasiliana dove egli vive. Si trova attualmente in Italia per approfondire la conoscenza delle nostre comunità e fare esperienza vocazionale. Egli, infatti, desidera diventare sacerdote. Dalla sua viva voce, abbiamo raccolto le impressioni maturate da quando ha sentito la chiamata del Signore che, come un tempo all’Apostolo Pietro, oggi rivolge a lui la richiesta di un preciso impegno: ‘Pasci le mie pecorelle!’. - Abilho, come è nata la tua vocazione al sacerdozio? “Il Brasile è un paese molto cattolico e, seguendo l’esperienza di alcuni sacerdoti che si dedicano particolar-
mente all’infanzia, ho avvertito nel cuore il forte desiderio di iniziare questa esperienza vocazionale. A tal proposito, avevo iniziato un percorso assieme ai Padri Camilliani, presso i quali ho studiato filosofia. Ho, poi, lasciato quella comunità e sono arrivato alla ‘Tenda di Cristo’. Quest’anno inizierò gli studi di Teologia”. - Quali sono le attività comunitarie alle quali attualmente ti dedichi? “Faccio parte della pastorale giovanile della mia città di origine, dove mi dedico ad attività di formazione e catechesi ai fanciulli; sono anche Ministro Straordinario dell’Eucaristìa e mi dedico, inoltre, anche alle visite alle famiglie povere della mia comunità parrocchiale”. - Quale sarà il prosieguo della tua attività in Italia? “Dopo Capodanno, andrò a Cremona, per fare esperienza presso la comunità ‘Tenda di Cristo’, dedicandomi alle persone sole e/o anziane,
ma anche agli ammalati di AIDS”. - Com’è stata la tua infanzia? “E’ stata molto triste. Ero, infatti, molto piccolo quando, all’età di soli tre mesi, ho perso il mio papà, che aveva 49 anni. Un giorno, infatti, mentre si trovava al lavoro, egli è stato assassinato da un giovane drogato. Sono, poi, rimasto con mia mamma, la quale, in seguito alla tragica scomparsa di mio padre, soffriva di una forte depressione, finchè un giorno, quando io avevo ancora solo cinque anni, ella si impiccò, all’età di 40 anni. Rimasto orfano di entrambi i genitori, sono stato, dunque, allevato e cresciuto dai miei zii. Eravamo cinque figli e i miei quattro fratelli vivono tuttora nella
mia città natale (Aquiares)”. - Da sacerdote, cosa vorrai esattamente fare? “Ho tanti progetti in proposito. Desidero, anzitutto, fortemente continuare l’esperienza intrapresa alla ‘Tenda di Cristo’ tra i poveri, ma spero di potermi anche dedicare ad attività in favore dei giovani, particolarmente di coloro i quali sono privi di protezione familiare e, come tali, vivono per strada. Il mio sogno è potere aiutare i giovani ad uscire dal deviante mondo della droga. Spero anche di poter venire in Italia per un lungo periodo, per studiare e conoscere maggiormente la vostra realtà socioculturale”. Nando Costarelli
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Chiesa e Società
20 gennaio 2013
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Jonio
DIOCESI Il parroco don Mario Arezzi testimonia la viva partecipazione dei fedeli alla vita della comunità
San Cosmo cresce con la Chiesa GRAZIE AL LIONS CLUB
Ci sarà presto ad Acireale piazza Vito Finocchiaro
Prendendo in considerazione una proposta, da anni avanzata dal Lions club di Acireale, presieduto da Rosario Musumeci, la commissione per la toponomastica del comune di Acireale, presieduta dall’assessore alla Cultura prof.ssa Nives Leonardi, ha deliberato di intitolare al compianto giornalista concittadino Vito Finocchiaro la piazza antistante la tribuna centrale del campo sportivo ‘Tupparello’. Tra i soci fondatori del Lions acese e presidente nell’ormai lontano anno sociale 1974-75, Vito Finocchiaro, deceduto nel 1991, è stato giornalista sportivo e di cronaca, nonché valente saggista; la sua opera ha, certamente, lasciato un segno indelebile, come si evince dalle iniziative di grande spessore da lui promosse. Tra queste, si ricordano: a) la presentazione, durante un pubblico incontro, del progetto di rivalutazione della stradina pedonale che, denominata ‘Chiazzette’, congiunge il centro cittadino con la frazione marinara di Santa Maria La Scala; b) la campagna di sensibilizzazione, rivolta all’Amministrazione comunale, per la difesa di piazza Duomo, con la relativa proposta di eliminazione del parcheggio che ne offendeva il decoro complessivo; c) la conservazione della pavimentazione in pietra lavica delle vie del centro storico; d) gli interventi sull’edilizia scolastica acese; e) la proposta di sistemazione dell’incrocio tra la frazione ‘Santa Caterina’ e la litoranea; f) per quanto concerne la vita del sodalizio presieduto, l’istituzione dei premi ‘Lions’ e ‘Augusto Ajon’. Unanimamente apprezzato per il proprio grande rigore morale, egli, in occasione del ventesimo anniversario dalla istituzione, affermava che il Lions lo aveva ‘completato come uomo’, testimoniando con tale affermazione il valore per lui fondamentale dell’appartenenza a quell’Associazione. In questo particolare momento storico, l’intitolazione di una piazza a Vito Finocchiaro deve essere considerata quale segnale della forte esigenza di rilancio politico, culturale, economico, morale ed umano delle ambizioni della nostra città e della nostra terra, delle quali egli è stato uno dei figli eletti e una delle migliori risorse umane e professionali. Nando Costarelli
(continua dalla prima pagina) Don Mario ripercorre, raccontando, alcuni degli avvenimenti della sua permanenza qui. “Per la prima Messa c’erano solo 27 persone, alcune delle quali erano qui più per curiosità di vedere il nuovo parroco che per altro”. La chiesetta antica era davvero piccola e i locali in cattive condizioni. Un’unica stanza che serviva a tutti i gruppi e per tutte le attività. In estate la Messa veniva celebrata all’aperto per avere più spazio per i fedeli che intanto si avvicinavano alla parrocchia. “L’acquisto del terreno lo abbiamo fatto che era Vicario mons. Magro e, mentre era Vescovo mons. Gristina, è stato presentato il progetto della costruzione della nuova chiesa. Il finanziamento è stato dato già nel 2001 e, dopo un periodo in cui i lavori sono stati fermi, adesso sono ripresi a pieno ritmo e entro giugno speriamo che siano consegnati. A seguire i lavori è don Carmelo Sciuto dell’Ufficio Tecnico della Curia, a cui il Vescovo Mons. Antonino Raspanti ha affidato l’incarico e l’8x1000 finanzia a fondo perduto il 75% della struttura, il restante 25% è a carico della parrocchia e della diocesi; per quanto riguarda gli spazi esterni questi sono totalmente a carico della parrocchia. Intanto completeremo la struttura con suppellettili, banchi, tutto quello che occorre. Io devo ringraziare la Provvidenza del Signore, che si
serve delle persone, per tutto quello che siamo riusciti a fare fino ad oggi considerato che il quartiere non ha grandi risorse economiche, i parrocchiani hanno fatto la loro parte e ognuno si è reso disponibile a partecipare a questa causa”. San Cosmo è un quartiere in espansione, sorgono qui numerosi edifici di edilizia popolare e da qualche anno in questa zona si trovano anche degli uffici comunali e il comando dei Vigili Urbani. “Tutto ciò ha riqualificato il quartiere, a seguito di questo la zona è stata migliorata con strade. La parrocchia conta al momento circa 4000 persone, si arriverà a 6000 nei prossimi anni”. La parrocchia è centro di aggregazione e don Mario continua nel suo racconto degli inizi del suo mandato pastorale “con l’aiuto di un gruppetto che ho trovato e di catechisti che sono venuti ad aiutarmi dalle parrocchie vicine SS.mo Salvatore e San Paolo, abbiamo rimesso in sesto i locali, che erano fatiscenti, per la catechesi.
Appena abbiamo avuto la possibilità di acquistare questo terreno, abbiamo realizzato il campetto di calcio, la bambinopoli e questo oratorio; finchè la chiesa non sarà ultimata celebreremo la S. Messa nel salone che poi invece verrà utilizzato per le attività ricreative., per favorire momenti di aggregazione. Abbiamo aperto il “Centro Amico”, un centro di assistenza alle famiglie bisognose con vestiario e generi alimentari supportato dai nostri volontari e dal Banco Alimentare. Abbiamo dato anche il servizio di centro ascolto; questo ha fatto sì che la parrocchia si aprisse al territorio e ai bisogni concreti e reali delle persone. Ci proponiamo di vivere la parrocchia come una famiglia allargata e di fare trovare un clima accogliente nella semplicità e abbiamo puntato sempre sulla Parola di Dio, sul Vangelo, sulla tradizione della chiesa. Mi aiutano molto nel servizio anche gli scout dell’Acireale II di cui sono assistente”. Una cosa che amareggia molto don Mario è che spesso chi scrive di questo quartiere ne parla come di un quartiere-ghetto “è facile criticare dall’esterno, invece io vedo una grandissima forza, anche se è vero che ci sono famiglie che vivono uno stato di bisogno, di mancanza di lavoro o con una certa formazione di subcultura, in certi casi delinquenziale, perché si è vissuti in questa situazione dove o ci si adegua o non vivi. Io posso dire che gente del quartiere ultimamente si è impegnata a realiz-
zare un bellissimo albero di natale ed è stato realizzato un presepe animato dove i vari gruppi di partecipanti raccontavano offrendo la ricotta fatta da loro ai partecipanti; o di un’altra iniziativa che hanno preso a cuore: la pulizia e la cura di alcune aiuole; la gente del quartiere vorrebbe emergere, uscire fuori, tante volte anziché essere spronata in questo, viene ostacolata quando viene etichettata. Sono stato da sempre speranzoso che questo quartiere pian pianino rinascerà, migliorerà”. Un parroco che si affida nella preghiera: “Devo ringraziare i parrocchiani che mi permettono il secondo venerdì di ogni mese l’adorazione notturna. Di passi avanti se ne sono fatti anche in collaborazione con la scuola, abbiamo fatto aprire la scuola materna, quindi la scolarizzazione dei bambini avviene fin da piccoli. Iniziamo la catechesi a sei anni con un anno del principiante, sia per i ragazzini, sia per le famiglie, stiamo puntando sugli adulti, perché quando tu hai catechizzato un adulto ti ritrovi un adulto che catechizza i propri figli e hai raddoppiato una forza”. Quando si decide di donare l’otto per mille alla Chiesa Cattolica o si fa un’offerta deducibile all’Istituto Centrale Sostentamento del Clero (ICSC), si permette ai sacerdoti diocesani di poter offrire adeguati spazi e strutture per poter incontrarsi e crescere nella fede e si sostengono i sacerdoti nel loro impegno pastorale. Laura Pugliatti
Cristiani impegnati nella Chiesa e nella società Si è svolto nei locali del seminario vescovile di Acireale un cordiale incontro tra il Vescovo mons. Antonino Raspanti ed un gruppo di laici impegnati della diocesi. L’incontro (che non era il primo del genere) è stato convocato dal vescovo con la collaborazione del dott. Mario Di Prima, direttore dell’ufficio diocesano per le comunicazioni sociali. Scopo dell’incontro era di esaminare la situazione socio-politica in vista delle scadenze elettorali che a breve interesseranno Acireale, sia in ambito nazionale che in ambito locale, e di vedere se e come la Chiesa locale debba o possa fare qualcosa in merito. Il dibattito, introdotto e coordinato dallo stesso mons. Raspanti, ha offerto degli spunti interessanti, dai quali, in sintesi, si può desumere che l’azione dei cattolici, nel contesto socio-politico attuale, può svolgersi su tre livelli: 1) fermentare
la partecipazione e l’impegno all’interno della stessa comunità ecclesiale; 2) fare da stimolo, in atteggiamento di servizio, nel contesto della società civile, cercando di contribuire alla soluzione dei problemi che la investono; 3) impegnarsi a titolo personale nell’attività politica, anche partitica, senza però aspettarsi o chiedere alcun appoggio da parte della Chiesa locale. Il tutto con equilibrio, competenza e trasparenza. A conclusione è stato programmato un ulteriore incontro, da tenere a breve scadenza, in cui avanzare delle proposte concrete su che cosa deve fare la Chiesa locale di Acireale, che potrebbero portare alla costituzione di un osservatorio o alla compilazione di un documento d’indirizzo. ***
GIARRE Evento significativo nell’istituto a custodia attenuata
MISCARELLO La chiesa nel degrado e bruciata
Una Befana ricca di sorrisi e solidarietà
Salvata dai (pochi) parrocchiani
La Befana è arrivata anche al Carcere di Giarre, Istituto a Custodia Attenuata, per consegnare i doni, offerti dalla Federazione dei Farmacisti di Catania, ai figli dei detenuti. Venerdì, 11 Gennaio c.a. alle ore 15,00 in punto, i cancelli dell’Istituto si sono aperti per accogliere nella piccola sala-teatro, mogli e figli dei detenuti, volontari e collaboratori esterni, operatori penitenziari, e, perfino, il cancelliere del Tribunale di sorveglianza di Catania e il Cappellano dell’Istituto, per vivere insieme un pomeriggio, particolarmente speciale. Ci siamo ritrovati “tutti a Teatro” per assistere a: “I Promessi Sposi” di A. Manzoni, nella versione comica rielaborata magistralmente dalla regista teatrale, M. Rita Leotta, che l’ha localizzata nei nostri luoghi e aggiornata ai nostri tempi, meritando applausi per tutti gli attori. In scena c’erano quasi tutti i papà dei bambini presenti in sala, oltremodo divertiti, che guardavano con tanta meraviglia i loro genitori sul palco con abiti inconsueti di personaggi stravaganti, che ciascuno rappresentava. A seguire, con la commozione generale per la maggior parte degli adulti, alcuni dei detenuti si sono esibiti nel canto, accompagnati dal maestro S. Camarda. Lo spettacolo musicale ha entusiasmato il pubblico presente che per diverse volte ha gridato: ”Bravi, bravi tutti!” e bravissimi anche “i bravi” di don Abbondio, che, durante la recita, lo hanno accerchiato facendo esplodere la sua indole di sacerdote “piccino”, pauroso. Una poesia sulla libertà, scritta da uno di loro, il cui testo sarebbe bello poter pubblicare, è stata recitata da un detenuto, alla fine dello spettacolo. La parola “libertà” più volte ripetuta dalla voce di un detenuto dentro le mura di un carcere, ha emozionato tutti e costretto a dare significato alle parole libertà/detenzione. Con la consegna dei giocattoli e dei palloncini colorati, che hanno reso felici bambini e genitori, e l’offerta di una buona merenda, si è giunti alla fine di un bel pomeriggio insieme. L’azione educativa del carcere è compito non facile, sicuramente, specie in questo tempo in cui le cattive notizie sono più frequenti di quelle buone. Ma osservare e vivere l’armonia che
La chiesetta “Maria Santissima del Rosario” di Miscarello, frazione di Giarre, a causa di un incendio sviluppatosi nell’agosto del 2011 in un vecchio palazzo adiacente e disabitato, era rimasta fortemente danneggiata. La tenacia e il forte attaccamento dei parrocchiani alla loro chiesetta l’hanno salvata dal degrado. Nell’agosto del 2012, con una rac-
“gli attori” esprimevano nell’essere all’unisono con regista, maestro di musica, cantante, operatori penitenziari e tutto il pubblico, è stata un’esperienza di grande valenza umana e sociale. Ormai da oltre 16 anni presso l’Istituto di Giarre sono state realizzate varie attività rieducative quali quelle del vivaio per piante ornamentali, della scuola di pittura e della ceramica e ancora la sala di lettura. Non è mai abbastanza ricordare che tante possibilità di aiuto possono venire anche dalla società civile: un giocattolo, un panettone, colori, penne, quaderni da disegno per i bambini. Anche per gli adulti c’è bisogno di qualcosa di personale: sapone da barba, bagnoschiuma, dentifricio, spazzolino da denti, qualche rivista da leggere, … cose che le famiglie (spesso distanti dal territorio) non sempre sono in grado di offrire. La società civile, quando è informata, diventa sensibile e volentieri si presta a svolgere un ruolo educativo integrativo, utile al recupero sociale e personale del detenuto. La possibilità di esercitare un lavoro o l’avviamento ad un tirocinio di lavoro al fine anche di fare emergere le loro capacità positive, i loro talenti, far loro esprimere le capacità creative, potrebbe essere una buona offerta per qualcuno di loro. I reclusi nell’Istituto “a pena attenuata” sono piuttosto giovani e in stato di recupero da tossicodipendenza per reati ad essa collegati, hanno molte possibilità di riabilitarsi, se aiutati in tempo. Sono i figli che la nostra società ha prodotto, sono figli nostri, e, come tali, siamo noi adulti responsabili della loro formazione e del loro recupero. Come non avvertire noi, “società civile”, il dovere morale di stare accanto agli operatori, che curano quella parte “difficile” della nostra società, mentre sono lasciati soli ad affrontare la complessa quotidianità? Complimenti a tutto il personale operante nella struttura di Giarre, dal direttore, dott. A.Tiralongo, alle Dott.sse F. Cocuzza e M. Romano, all’Ispettore capo degli operatori penitenziari, G. Trumino, e a tutti gli operatori, tirocinanti e volontari. Complimenti anche alla città di Giarre, e alle varie associazioni solidali che contribuiscono spesso alla realizzazione di eventi di umana solidarietà. Teresa Scaravilli
colta fondi degli stessi fedeli, è stato rifatto il tetto in legno mettendo al riparo dalle intemperie la struttura, la cui costruzione risale al 1856. Da allora la chiesa è stata meta di fedeli che accorrevano anche dalle zone vicine, specialmente nei giorni festivi. Ora necessitano lavori di restauro alla statua della Madonna, alle pareti, ai banchi e in parte anche nel pavimento. “La chiesa - ci dice il sig. Melita, componente del comitato ‘proraccolta fondi’ - é molto frequentata da tutti noi residenti, anche
se siamo rimasti in pochi, ma siamo affezionati al territorio e non vogliamo che la chiesetta venga abbandonata. Abbiamo chiesto un aiuto economico al comune di Giarre, ma non abbiamo ancora ricevuto risposta. Anche don Giuseppe D’Acquino, che è originario di Santa Venerina e parroco della vicina parrocchia di Dagala del Re, viene qui a dire messa e ci aiuta e ci conforta”. L’assessore alla viabilità e protezione civile del comune di Giarre, ing. Alfredo Foti, presente durante la festa della Befana organizzata allo scopo di raccogliere somme di denaro, ci ha detto: ”Ho avuto una gradevole sorpresa nel vedere che la manifestazione ha trovato un ampio riscontro tra gli abitanti. Certamente gli organizzatori hanno visto premiati i loro sforzi dimostrando così che Miscarello merita maggiore attenzione rispetto a quanto sia stato fatto finora. Le attuali condizioni del nostro Comune, ma nessun altro Ente ha in questo momento una situazione migliore, non permettono immediati interventi nel recupero delle strutture esistenti, tuttavia resto a disposizione per poter supportare e contribuire al miglioramento della frazione per restituirla ad una fruizione godibile da parte di residenti e turisti”. Salvo Cifalinò
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GENITORIALITÀ Sulla sentenza della corte costituzionale che affida il bambino alla madre che vive con un’altra donna
Prima i diritti dei bambini La recente sentenza della Cassazione che conferma l’affido di un bambino alla madre che convive con un’altra donna, negandolo al padre violento e inadempiente, ha scatenato opposte reazioni di esaltazione e di apprensione come fosse il riconoscimento dei diritti delle coppie omosessuali. Ma voler vedere in questa sentenza una norma a favore dell’adozione di minori da parte di coppie gay è una forzatura o un’ingenuità perché se due persone dello stesso sesso vivono sotto lo stesso tetto non vuol dire necessariamente che formino una coppia omosessuale, nel caso in esame la Cassazione non ha affidato il bambino a una estranea coppia di omosessuali, bensì alla madre anche se questa vive con un’altra donna. Quali sono i bisogni dei minori in ordine alla genitorialità? Dall’unione di un uomo e di una donna nasce il figlio, che pertanto ha il diritto di essere allevato, accudito, nutrito, protetto e amato da entrambi i genitori . Non sono i genitori ad avere diritti sul figlio, bensì doveri e diritti connessi e finalizzati al bene del figlio. Da parte sua ben presto il figlio se amato ed educato correttamente svilupperà e manifesterà gratitudine e affetto per i genitori e apertura verso il mondo esterno. Nell’ordine della natura essere
uomini e donne adulti non comporta di fatto il diritto a farsi o farsi fare un figlio, dall’altra parte sul piano civile, sociale, politico la genitorialità non è un bene disponibile, cioè la società e lo Stato non hanno diritti su facoltà e volontà generativa delle persone in quanto la capacità di generare non viene dalla società, ma dalla natura; per la stessa ragione l’uomo può curare la sterilità, ma non può sostituirsi alla natura con pratiche di fecondazione sostitutive del rapporto tra un uomo e una donna (d’altra parte i fatti hanno dimostrato quali conseguenze determini questa forzatura). La sterilità non è una condanna, ma la possibilità di impiegare la propria vita in altri modi utili a sé e agli altri. Poiché l’uomo è un essere relazionale e fragile, il bene del figlio richiede di nascere da un padre e da una madre uniti in una relazione positiva e stabile fatta di amore, disponibilità, rispetto, collaborazione, benevolenza e fedeltà reciproci e duraturi nel tempo, in tal modo i genitori offrono al figlio non solo il patrimonio genetico, ma anche il supporto fisico, affettivo, intellettivo ed etico per crescere bene bambini nascono già sessualmente definiti (maschi o femmine) sia sul piano fisico che in quello psichico e imparano molto presto a distinguere tra
madre e padre e all’interno della coppia sperimentano accoglienza ed esigenza. Rapporto fondamentale per ogni bambino è quello con la madre “un rapporto prioritario che comincia nella vita prenatale, che è determinante al momento del parto, fondamentale nei primi attimi e nelle prime settimane di vita.”(M.R.Parsi). Dalla appagante relazione con la madre e dal pronto soddisfacimento dei bisogni primari nasce la fiducia basica: è probabile che già durante la gestazione il comportamento del padre -sereno e gratificante o conflittuale e ansiogeno- influisca sulla formazione del temperamento del figlio, che non solo riceve messaggi ormonali di benessere o di sofferenza, ma anche “sente”l’accelerazione del battito e le vibrazioni della voce. Dalla concordia tra i genitori i figli attingono serenità e sicurezza, mentre laddove sperimentano una relazione conflittuale tra i genitori, che sono i due Poli del loro Mondo, provano dolore e lacerazione, ferite aperte che creano insicurezza, disagio e i presupposti di future difficoltà a relazionarsi con l’altro sesso. Perché i bambini abbiano uno sviluppo psicologico pieno e completo i modelli di riferimento devono essere maschili e femminili: nell’affido di un bambino
GIORNATA DEL MALATO Il messaggio del Papa per l’11 febbraio
“Buon Samaritano, va’ e fa’ lo stesso” “Non siete né abbandonati, né inutili: voi siete chiamati da Cristo, voi siete la sua trasparente immagine”. A ripeterlo ai malati, usando le parole dei Padri del Concilio, è oggi il Papa, nel Messaggio per la Giornata a loro dedicata, che si celebrerà l’11 febbraio, sul tema: “Va’ e anche tu fa’ lo stesso” (Lc 10,37). “Mi sento particolarmente vicino a ciascuno di voi – esordisce Benedetto XVI – che, nei luoghi di assistenza e di cura o anche a casa, vivete un difficile momento di prova a causa dell’infermità e della sofferenza”. Nel messaggio, il Papa si sofferma sulla “figura emblematica” del Buon Samaritano, che “indica qual è l’atteggiamento che deve avere” ogni discepolo di Cristo “verso gli altri, particolarmente se bisognosi di cura”. “Attingere dall’amore infinito di Dio – il suggerimento del Santo Padre – attraverso un’intensa relazione con Lui nella preghiera, la forza di vivere quotidianamente un’attenzione concreta nei confronti di chi è ferito nel corpo e nello spirito, di chi chiede aiuto, anche se sconosciuto o privo di risorse”. Come fa Gesù, che “si china, pieno di misericordia, sull’abisso della sofferenza umana, per versare l’olio della consolazione e il vino della speranza”. Di qui l’invito a vivere l’Anno della Fede come “occasione propizia per intensificare la diaconia della carità nelle nostre comunità ecclesiali, per essere ciascuno buon samaritano verso l’altro, verso chi ci sta accanto”. Trovare senso al dolore. La parabola evangelica narrata da san Luca, ricorda il Papa, “si inserisce in una serie di immagini e di racconti tratti dalla vita quotidiana, con cui Gesù vuol far comprendere l’amore profondo di Dio verso ogni essere umano, specialmente quando si trova nella malattia e nel dolore”. L’esempio del Buon Samaritano, commenta Benedetto XVI, “vale non solo per gli operatori pastorali e sanitari, ma per tutti, anche per lo stesso malato, che può vivere la propria condizione in una prospettiva di fede”. “Non è lo scansare la sofferenza, la fuga davanti al dolore, che guarisce l’uomo – spiega il Santo Padre citando la Spe salvi – ma la capacità di accettare la tribolazione e in essa di
maturare, di trovare senso mediante l’unione con Cristo, che ha sofferto con infinito amore”. Valorizzare la sofferenza. Nella seconda parte del Messaggio, il Papa segnala “alcune figure, tra le innumerevoli della storia della Chiesa, che hanno aiutato le persone malate a valorizzare la sofferenza sul piano umano e spirituale”: Santa Teresa del Bambino Gesù, Luigi Novarese, Raoul Follereau, Madre Teresa di Calcutta, Sant’Anna Shäffer di Mindelstetten. Accogliere. Il Messaggio per la Giornata del Malato si conclude con
un pensiero di “viva riconoscenza e di incoraggiamento alle istituzioni sanitarie cattoliche e alla stessa società civile, alle diocesi, alle comunità cristiane, alle famiglie religiose impegnate nella pastorale sanitaria, alle associazioni degli operatori sanitari e del volontariato”. “In tutti – l’auspicio del Papa, citando la Christifideles laici di Giovanni Paolo II – possa crescere la consapevolezza che nell’accoglienza amorosa e generosa di ogni vita umana, soprattutto se debole e malata, la Chiesa vive oggi un momento fondamentale della sua missione”.
a una coppia gay non saranno la cura e l’affetto che mancheranno, bensì quella differenza di genere tra padre e madre e tra genitore e figlio fondamentale per sperimentare processi di identificazione e di accettazione delle differenze e dei limiti su cui stabilire relazioni significative. I bambini guardano al genitore dello steso sesso come a un modello da imitare e da superare e al genitore dell’altro sesso come figura esemplare su cui fondare l’immagine ideale del loro futuro partner; col tempo, guardandosi intorno modificano e arricchiscono la loro idea di femminilità e mascolinità sulla conoscenza di altre persone (madri, padri, maestri...) e di altre famiglie. Oggi molti bambini sperimentano il dramma della separazione dei genitori; come spiegare a un bambino che le persone che ama di più non possono vivere insieme ? Certamente nel modo più indolore possibile per il bambino: in primo luogo evitando di strumentalizzarlo, tenendolo fuori dal conflitto, astenendosi da atteggiamenti conflittuali, da accuse e giudizi negativi sul partner in sua presenza; è necessario cercare di capire le ragioni e le difficoltà dell’altro, ridimensionarne le responsabilità, piuttosto che accanirsi in una sorta di rivalsa o peggio di vendetta fino alla “distruzione dell’altro” perché non è umano e il più danneggiato ne sarà il figlio; lasciare uno spiraglio aperto alla speranza della riconciliazione; far capire al figlio che è oggetto di un amore forte e senza limiti da parte di entrambi; cercare e creare delle occasioni in cui il bambino possa godere della compresenza di entrambi: gite con altre famiglie, feste e compleanni, incontri a scuola, recite, gare ecc...Condurre a termine una separazione in modo civile dovrebbe essere possibile tra persone civili e leali. Purtroppo rancori, spirito di rivalsa, forti carenze caratteriali, pregiudizi, sospetti, inganni e conseguente sfiducia spesso ostacolano qualunque processo di ragionevolezza e di distensione. Maria Laura Tringale
COSCIENZA CIVICA Roberto Benigni e il suo show in Tv
La bella scoperta della Costituzione Roberto Benigni ancora una volta ci stupisce. Dopo aver ottenuto un successo strepitoso di pubblico e di critica per le sue serate in cui ha cantato e spiegato i versi della Divina Commedia, ci ha regalato un’altra perla : il commento della Costituzione della Repubblica italiana. Il grande artista toscano, con un racconto appassionato, accompagnato da un’ironia travolgente e da una conoscenza approfondita degli argomenti, durante la diretta in prima serata su RAI 1 di qualche settimana fa, ha lasciato incollati sullo schermo, per due ore circa, milioni di telespettatori molti dei quali, probabilmente per la prima volta, hanno potuto conoscere i pilastri del nostro Ordinamento Giuridico. Benigni ha avuto il merito, attraverso un racconto toccante, di rispolverare una storia drammatica, ora quasi sconosciuta ai più giovani, nella quale emerge la resistenza di un popolo rinsavito contro la dittatura fascista, che ha voluto costituire una democrazia parlamentare formata su alti valori condivisi. Mentre l’attore, a volte commosso, leggeva gli articoli della Costituzione illustrando il significato delle norme, l’esigenza che li ha ispirati, la passione politica dei relatori parlamentari che hanno impiegato un anno di studio, dibattiti in aula, mediazioni, per trovare un accordo tra le varie forze politiche per la stesura definitiva della Costituzione, a casa si rimaneva incantati nel vedere dimenarsi sul palco un Benigni che man mano non indossava più i panni dell’attore, o dell’esperto conoscitore, ma quelli del cittadino appassionato, critico, intelligente, libero, che vive questo tempo difficile , popolato da imbarazzanti uomini politici, non rassegnato ma cercando ed indicando una sicura via d’uscita per questa crisi di valori e quindi economica che attanaglia l’Italia,
che è già stata intrapresa dai Padri Costituenti e che ci ha portato a diventare una grande nazione, punto di riferimento nell’Unione Europea e nel mondo intero. La via è indicata, ancora una volta. Abbiamo bisogno di uomini di buona volontà che, finalmente per il bene comune, si impegnino ad affermare i principi costituzionali di solidarietà soprattutto verso chi ha più bisogno; di giustizia, legalità e trasparenza nelle Istituzioni e quindi nella comunità; di lavoro per tutti come condizione indispensabile per ogni progetto di sviluppo; del rispetto del territorio già devastato dalla cementificazione e dall’inquinamento industriale e criminale; di sostegno alle famiglie; dei finanziamenti per la ricerca scientifica, per la scuola e le università; di sostegno per i giovani promuovendo una nuova pedagogia che ci affranchi da un consumismo sfrenato, da un egoismo imperante, da un materialismo alienante, per promuovere un nuovo umanesimo dove l’uomo con i suoi bisogni essenziali sia al centro di ogni scelta economica-sociale. Siamo certamente in un momento epocale di passaggio, di grandi cambiamenti e stravolgimenti. Niente però è già scritto in maniera definitiva: il futuro, bello o brutto che sia, lo costruiamo ogni giorno nel “ qui ed ora”, con i singoli comportamenti di ciascuno che poi diventano modi di dire e di fare di molti. Occorre impegnarci per un presente migliore, per noi e per le generazioni prossime, che hanno diritto di abitare un Creato che dia a tutti la possibilità di vivere la propria esistenza in pace e nell’abbondanza dei doni che la Natura gratuitamente ci ha elargito a tutti, senza distinzioni. Orazio Maltese
Sono persone e non merce Prosegue il dibattito sul matrimonio omosessuale, sempre più presente a livello mediatico. In Inghilterra e in Galles sembra ormai prossima la legalizzazione e negli Stati Uniti, la battaglia continua nei parlamenti, attraverso numerosi tentativi di presentazione di proposte di legge per la legalizzazione del matrimonio omosessuale, com’è avvenuto recentemente nello stato dell’Illinois La lezione di civiltà che giunge da Parigi attraverso l’ imponente manifestazione per sostenere la famiglia naturale e respingere il matrimonio tra gay con relativa adozione, riempie il dibattito di questi giorni pre elettoriali ed il Presidente del pontificio Consiglio per la Famiglia, Mons Vincenzo Paglia ha parlato di una dittatura dell’egoismo che vuole stravolgere la natura umana. Se si indebolisce il matrimonio e la famiglia è a rischio il futuro dell’umanità ed il segni della crisi contemporanea sono da attribuire maggiormente a questo sfaldamento dei valori pittosto che agli aspetti economici. Le leggi civili che istituiscono il matrimonio omosessuale danno vita a una finzione giuridica. Lo Stato non ha il potere di creare qualcosa che la natura stessa ci dimostra impossibile. Non si può cambiare il significato naturale di matrimonio come unione complementare tra un uomo e una donna. ha affermato il cardinale Francis George, arcivescovo di Chicago, in una lettera pastorale letta in occasione della festa della Sacra Famiglia “L’adozione dei bambini da parte degli omosessuali, porta il bambino ad essere una sorta di merce” ha dichiarato Monsignor Paglia “Da che mondo è mondo il bambino deve nascere e crescere all’interno di quella che è la via ordinaria, cioè con un padre e una madre” La teoria del gender che appunto vuole dire che le differenze sono solo frutto della cultura, si consolida in modo errato in quanto combatte le manipolazioni nella natura, a proposito di ecologia e di ambiente, e trascura e sorvola quando si tratta di manipolazioni all’interno dell’antropologia. Se la società è plurale e raccoglie e collega tante persone, la chiusura egoistica dell’io e l’attenzione unica ai propri bisogni e desideri nega di fatto la possibilità di essere “societas” e uccide l’antropologia e la dimensione della famiglia umana che cresce e si moltiplica. “La Chiesa che ama l’uomo, ama la donna, ama tutti, ha detto ancora Mons Paglia, non vuole che venga distrutta la culla dove nasce e si irrobustisce la stessa società”. Quando alcuni giorni fa la corte di Cassazione ha convalidato la sentenza della Corte di Appello di Brescia che affida (in modo esclusivo!) un bambino alle cure di una madre convivente con un’altra donna togliendolo al padre, sembra essere stato tagliato alla radice l’albero della famiglia ed ora i suoi rami cadono a pezzi. Come crescerà questo bambino tra due “consorti” conviventi dello stesso sesso di cui una con figura paterna, in sostituzione del padre naturale. Risuona di inaudita gravità l’affermazione del giudice : “un minore può crescere in modo equilibrato anche in una famiglia omosessuale” e viene scardinato il principio costituzionale concetto di famiglia naturale, sancito dalla Costituzione. I giudici oggi, in mancanza di normative precise, si sentono liberi di decidere a loro discrezione, e non è l’unico caso. Per questo appare quanto mai prioritaria per l’Italia “l’approvazione di leggi su temi etici diventati oggi ‘sensibili’ all’attacco del libertinismo più sfrenato” Toccherà al Parlamento che sarà eletto a febbraio, affrontare questi punti specifici sui quali le proposte di legge sono rimaste impolverate e coperte da altre apparenti “emergenze” I nuovi scottanti argomenti etici sui quali si è già aperto un dibattito lacerante tra le forze sociali e politiche in campo dovrebbero indirizzare la scelta del voto nella direzione di forze politiche che sostengono e difendono e non solo a parole la famiglia “La politica del governo non può prevedere le piene conseguenze per il bambino coinvolto o per la società tutta, di essere cresciuto da due madri senza l’influenza di un padre o da due padri, senza l’influenza di una madre”, “Se l’economia è il terreno dell’opinabile, il campo dei valori etici non è in vendita” e quindi ciascuno in maniera responsabile faccia la sua parte e operi scelte oculate senza poi dover ricorrere alle false lacrime di coccodrillo, dopo il danno accade. Giuseppe Adernò
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Cronaca
20 gennaio 2013
dell’
Jonio
ACIREALE L’edizione 2013 dedicata al carrista Giovanni Coco, ritardi nei pagamenti delle sfilate estive
Carnevale parte tra le polemiche Parte, almeno sulla carta, l’edizione 2013 de “Il più bel carnevale di Sicilia”. Con una nota diffusa dal Comune la prossima edizione sarà dedicata alla memoria di Giovanni Coco, indiscusso protagonista degli anni recenti con ben 18 premi conquistati nelle varie sfilate. “Sarà il primo senza di lui e alla sua memoria dedicheremo il Carnevale 2013” afferma il sindaco Nino Garozzo. “Ma vorremmo realizzare anche una mostra con video e foto che ne documentino la storia: Giovanni e il “suo” Carnevale: le sfilate, i suoi carri, il lavoro in cantiere, i primi
passi da aiutante e da Maestro” prosegue il sindaco. Giovanni Coco fu l’artefice del
gemellaggio col Carnevale di Viareggio dove sfilò con una sua opera nel 2005. Per poterlo ricordare
al meglio il Comune ha deciso di approntare una mostra con video e foto che ne documentino la storia: Giovanni e il “suo” Carnevale, le sfilate, i suoi carri, il lavoro in cantiere, i primi passi da aiutante e da “Maestro”. Fin qui il comunicato stampa sul quale non c’è tanto da dire oltre a plaudire alla lodevole iniziativa in memoria di un bravo artista della cartapesta. Ma già montano le lamentele, o proteste, per il mancato pagamento delle spettanze relative allo scorso carnevale estivo. Il carnevale di Acireale era, e resta ancora, il momento più im-
portante (e forse unico) della proposta turistica del nostro comune. Qualcosa per cui non si può correre il rischio di una sconfitta. Ci auguriamo però che i tremori sotterranei che si susseguono all’interno della “cittadella”, e fuori da essa, non diventino motivo di scontro con risultati disastrosi come successo qualche anno addietro. Il comune ha fatto sapere di non avere promesso il pagamento prima della prossima manifestazione. Nulla toglie, però, che “lavoro fatto pagamento aspetta”. La cittadinanza è fiduciosa nell’interessamento dei competenti organismi finalizzata alla realizzazione di una nuova magnifica edizione della nostra grande kermesse. P. S.
DIOCESI Sei incontri distribuiti sul territorio per pensare e vivere la popolarità della formazione cristiana
Quando ci si divide tra piazza e campanile “Tra Piazza e Campanile. Esperimento per pensare e vivere la popolarità della formazione cristiana” è il titolo di una serie di sei incontri sul territorio della Diocesi che, con un lavoro di piena comunione e collaborazione l’Azione Cattolica diocesana, l’Ufficio di Pastorale Sociale, l’Ufficio di Pastorale Giovanile e l’Ufficio di Pastorale della Famiglia, propongono ai fedeli della diocesi. La piazza: il luogo ove ci si ferma a parlare con gli altri, il luogo ove si creano rapporti fra le persone, il luogo ove il vissuto della gente si fa concreto perché vi trova le botteghe o perché vi si rilassa scaricando il proprio interiore per vivere con gioia e spensieratezza. Il campanile: il luogo sotto il quale ci si ferma per riflettere e meditare, il luogo ove si può guardare in alto sopra le nostre teste e sopra le nuvole. Insomma: il corpo e l’anima, la materia e lo spirito. Gli incontri, che si svolgeranno che si svolgeranno in diversi comuni della diocesi, sono, fondamentalmente, l’invito a pensare la formazione come consapevolezza che questo è un tempo in cui né le abitudini, né la tradizione, né il contesto socio-culturale possono sostenere il cammino della vita cristiana. I temi che verranno trattati, pensati prima dell’in-
dizione delle consultazioni politiche, affrontano i vari problemi socio-culturali storici quali la partecipazione dei cristiani alla vita politica, la frattura del matrimonio e la pastorale per i separati, il lavoro per i giovani, l’unione coniugale civile o sacramentale, i cristiani ed il territorio, l’amore: relazione o illusione? Gli organizzatori sostengono che “vivere la popolarità nel mondo -come prevista nel sottotitolo del programma- non è altro che volere condividere fino in fondo la vita della gente comune. In questo caso la formazione diventa un impegno costante di servizio a far vivere l’appartenenza di ognuno dentro il Popolo di Dio. È stando nel popolo che ogni individuo scopre la propria vocazione e sceglie di servire i fratelli, al di la delle mode del momento, offrendo il proprio contributo alla vita del territorio”. Il programma prevede la partecipazione corale di più Uffici e strutture diocesane perché, ci dice Anna
MUSICAL Successo della compagnia teatrale San Paolo
Giorni, responsabile dell’Ufficio Famiglia, “i partner di questa iniziativa siamo convinti che la rete è diventata lo strumento indispensabile per unire le forze e le risorse e procedere verso l’unica meta che è quella della formazione non solo dei giovani ma anche delle famiglie”. A dare il via al programma, con il tema “La partecipazione dei cristiani alla vita politica del Paese”, sarà don Marcello Pulvirenti, responsabile dell’Ufficio di Pastorale Sociale, che ci ha detto “chiaramente è la pastorale più chiamata in causa in queste dinamiche di rapporti fra campanile e territorio. Il nostro proposito è quello di aiutare le comunità cristiane a maturare la consapevolezza di una compartecipazione a quella che è la vita sociale e politica del Paese. Dove la partecipazione si fonda prima sul sociale e poi diventa orientamento di orizzonte politico”. Pippo Sorrentino
SANITÀ Obiettivo del nuovo commissario del Cannizzaro
Buon “Rinaldo in campo” Ospedale più moderno La recente rappresentazione della commedia “Rinaldo in campo”, tratta dal musical di Garinei e Giovannini, a cura della Compagnia Teatrale San Paolo, nell’omonimo Teatro di Acireale, con l’eccellente regia di Camilla Patti, è stata splendida, donando agli spettatori momenti di gioia, sottolineati da applausi scroscianti. Nel lontano 1961 la commedia, con le musiche di Domenico Modugno, fu oggetto di uno spettacolo straordinario al Teatro Alfieri di Torino; in occasione della celebrazione del 150° dell’Unità d’Italia, essendo l’opera imperniata sullo storico sbarco di Garibaldi e dei Mille in Sicilia, ha trovato pieno consenso per la sua rappresentazione al Teatro Sistina di Roma.
Domenico Altobello e Venera Urso hanno efficacemente interpretato le parti dei protagonisti, rispettivamente il brigante Rinaldo Dragonera e la sua spasimante Angelica, fervente patriota, che sfida il pericolo pur di lottare per la causa italiana. Franco Monaco e Saretto Fazzio si sono egregiamente distinti nelle parti di primo piano di Chiericuzzu e del diplomatico don Rosario; comunque tutti gli attori hanno dato prova di bravura. Una nota artistica d’ottimo effetto, l’introduzione di ballerine classiche – Alessandra Battiato, Laura Leotta, Agata Pellegrino, – e di ballerine popolane; responsabili delle coreografie, Giusy Fasone; di scene e luci, Lorenzo Scandurra e Turi Castorina; dei costumi, l’équipe di Teresa Galletta, Marzia Amato e Rosapina Catalano. Ben curati gli arrangiamenti musicali del maestro Giuseppe Patti e del maestro Roberta Spinella. Positivamente impegnati, i tecnici di luci e di audio, Francesco Liotta, Alessandro Milone e Stefano Ponzio. Il parroco, mons. Sebastiano Raciti, nella brochure ha dato il suo rilevante apporto di pensiero: “Il teatro, in un tempo sempre più caratterizzato dalla realtà ‘virtuale’, può contribuire a riannodare i fili dello scambio reale tra le persone”. Una serata piacevole trascorsa tra persone attratte unanimamente dagli stessi interessi. Anna Bella
Valorizzazione delle professionalità esistenti, sviluppo della vocazione all’emergenza, spinta verso l’informatizzazione e impulso alla collegialità nelle decisioni: sono le principali linee guida – si legge in una nota dell’Ufficio Stampa - che il dott. Paolo Cantaro (nella foto) si è dato quale commissario straordinario dell’Azienda ospedaliera per l’emergenza Cannizzaro di Catania, e che ha illustrato oggi in un incontro con i direttori di unità operative, i capisala e i responsabili amministrativi dell’azienda. Insediatosi venerdì, dopo la conferma del direttore sanitario e del direttore amministrativo uscenti (rispettivamente il dott. Salvatore Giuffrida e il dott. Marco Restuccia), Cantaro ha avviato un’opera di «ascolto» del personale e di generale conoscenza dell’ospedale. «Essere commissario straordinario non significa avere funzioni depotenziate, tutt’altro. Utilizzerò in pieno i poteri che la legge mi attribuisce, al fine di trovare soluzioni e snellire procedure. Le decisioni che assumerò adesso – ha sottolineato Cantaro in un’affollata sala riunioni – sono decisioni che il mio stile di direzione personale mi impone siano assunte rispetto a una necessità superiore generale e non contingente. Non è mia intenzione sug-
gerire ai medici o agli infermieri o ai responsabili amministrativi come svolgere il lavoro: avendo altra e diversa responsabilità nell’organizzazione, nel rispetto dell’autonomia professionale, mi attiverò invece per dare a ciascuno gli strumenti affinché possa svolgere in maniera ottimale il proprio lavoro. Saranno gli stessi professionisti, piuttosto, a indicare eventuali interventi di miglioramento in linea con gli indirizzi dati dalla direzione aziendale». Spinta al processo di informatizzazione, pieno funzionamento del collegio di direzione, efficace trasferimento di delega, valorizzazione delle professionalità esistenti, elaborazione di report di attività, attenzione anche alle segnalazioni da parte degli utenti sono alcuni dei punti sottolineati dal commissario. «La carenza di risorse è un fattore di criticità, ma è anche un elemento sul quale si misura la capacità di governo di chi dirige le strutture. Anche nel prendere scelte difficili, e ne dovremo fare. Ma questo – ha concluso Cantaro – è un ospedale moderno, che serve un bacino di due milioni di persone, con una specifica vocazione all’emergenza da valorizzare, ed è nostro compito renderlo ancora più moderno e al passo con l’innovazione».
Intervista
Giovanni Genco acese di Praga “Incrementare scambi culturali” Giovanni Genco, presidente della associazione “Siciliani in Polonia”, aderente all’associazione “Sicilia Mondo” che ci ha trasmesso questa nota, è tornato in Sicilia, nella nativa Acireale, per le festività natalizie come fa sempre, questa volta accompagnato dalla moglie polacca Evelyn, con la quale è sposato da un anno. Giovanni, 31 anni, laureato in Scienze Politiche, vive da 8 anni a Varsavia dove ha messo radici. Si dice soddisfatto di vivere a Varsavia, innamoratissimo della moglie, laureata in Lingue Straniere e che insegna lingua italiana all’Università di Varsavia. Hanno già acquistato casa. Evelyn che parla un perfetto italiano, ci dice che sta preparando un dottorato di ricerca sulle feste patronali in Sicilia e sta pubblicando un articolo sulla festa di Sant’Agata. A Giovanni abbiamo posto tante domande alle quali ha rispoto: “A Varsavia vivono oltre 2000 italiani ma sono in crescita. Lavorano nel commercio, nella ristorazione, nelle multinazionali, nella moda e nel design. Sono stimati e considerati messaggeri del buon gusto e del made in Italy perché i prodotti italiani sono ricercatissimi. Molti hanno intrapreso iniziative autonome, ci sono anche giovani intraprendenti. “I siciliani sono una delle comunità più numerose. Quelli che conosco personalmente sono un centinaio, di cui un gruppo viene spesso all’Enoteca. Con essi ci frequentiamo, siamo legati da grande amicizia e reciproca solidarietà. Abbiamo costituito la Associazione dei Siciliani che fa parte della Associazione Italiani in Polonia. Seguiamo e ci aggiorniamo su tutto quello che avviene in Sicilia e manteniamo i contatti con le famiglie. “Personalmente gestisco, come manager, una importante azienda di vini e liquori italiani e siciliani in particolare che stanno avendo molta fortuna grazie alle degustazioni ed iniziative promozionali, alle quali aggiungiamo spesso quelle del formaggio e dell’arte siciliana. Ovviamente c’è una forte concorrenza di vini del Sud Africa, del Cile e della Francia. “A Varsavia la crisi non si avverte, la società è in crescita perché tutti i polacchi si sentono impegnati a dimenticare un passato di lutti e di povertà, ancora vivo nelle loro menti, anche se c’è ancora tanto da ricostruire e spazi di occupazione. “Gli italiani siamo molto coesi anche per le frequenti iniziative culturali ed Incontri promossi dall’Ambasciata e dall’Istituto Italiano di Cultura. Recentemente è stata tenuta una Conferenza sulla mafia, con la presenza dell’allora procuratore generale antimafia Piero Grasso”. Alla domanda cosa vuoi che facciamo come Sicilia Mondo, Giovanni ha risposto: “Per me occorre incrementare le attività culturali. Con Evelyn stiamo preparando un convegno su Sciascia ma ne gradiremmo anche uno su Pirandello visto che ‘Sicilia Mondo’ l’ha portato nelle capitali europee. “Seguiamo scrupolosamente le iniziative di ‘Sicilia Mond0’ sulla Giornata del siciliano nel mondo, sulla Giornata della donna in emigrazione e tutte quelle che riguardano la sicilianità e l’italianità. Comunque, ogni altra iniziativa che renda viva il nostro rapporto di relazione non solo con l’associazione ‘Sicilia Mondo’ ma soprattutto con la nostra Sicilia è sempre ben accetta. S. M.