LA Jonio VOCE Anno LXII - N. 6
Giugno-luglio 2019
dell’
Nel tempo di vacanze
www.vdj.it lavocedelljonio@hotmail.it
Periodico cattolico fondato da Orazio Vecchio
RICORDO
CULTURA
Don Giuseppe Lombardo direttore di “Cammino” e delegato regionale Fisc una vita spesa per gli altri
Stupore, gratitudine impegni per il futuro
Premiati i “centisti” una serata di gala
L’’”Inferno di Dante” alle Golle de’ll’Alcantara spettacolo singolare irripetibile palcoscenico
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Gianni Failla
ACIREALE
G. Guarrera e R. Messina
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Gabrilella Puleo
Acireale In attesa del bando per l’assegnazione si procederà con l’affitto evento per evento
“Pal’Art”, stagione salvata
Buona notizia per il turismo Il gran caldo è arrivato da tempo e, con il caldo, anche le ferie. Ma come usiamo questo tempo dedicato al riposo? Ci servono proprio a riposare le nostre ferie o ci sovraccarichiamo di altra fatica e il ritorno alla normalità non ci ha regalato spazio vitale per continuare il solito quotidiano? Quando penso alle ferie, a questo tempo tanto atteso per vivere delle giornate sognate a nostra misura e vissute come un dono speciale della vita, mi viene un’immagine particolare che il libro della Genesi racconta con una pennellata di artista. Il settimo giorno, Dio, dopo aver dato vita a tutta la creazione, compreso l’uomo e la donna, si riposò. Il riposo di Dio consiste in quello sguardo d’insieme a tutto quello che nei giorni precedenti aveva costruito. E, il testo commenta, “Dio vide che era cosa buona”. Che bello! Anche Dio si compiace del suo lavoro e ora lo guarda con occhio critico e lo apprezza. La terra, il cielo, il mare, la natura, gli animali, l’uomo, tutto è buono alla sua vista: Dio si compiace del suo lavoro. Io penso alle vacanze così, come un tempo di godimento, un tempo da regalarsi per ritrovare lo stupore, ammirando, guardando tutto quel che di bello ci offre il mondo, come natura, come creato ma anche come opera dell’uomo, con la sua capacità di realizzare i suoi sogni, con l’arte, la musica, la poesia, per cui poter gustare tante bellezze e ritrovare in sé o rinnovare, rinvigorire la voglia di essere in questo mondo anche lui artefice di bellezza e di felicità per sé e per i suoi simili. A che servono, dunque, le vacanze? Quando ero giovane, ogni vacanza era per me la scoperta di cose nuove, visitare le città che non avevo mai visto, con le loro originalità geografiche e monumentali, le peculiarità dei costumi, degli usi locali e, perché no, anche dei gusti culinari. La vacanza era un tempo di apprendimento speciale della vita del mondo, oltre lo studio sui libri scolastici, con la conoscenza diretta dei luoghi e delle tradizioni popolari, con le feste, i mercati, le fiere, i vari aspetti culturali della vita locale. Quante cose si apprendevano con i viaggi fuori casa, oltre lo stretto di Messina, oltre i confini dell’Italia! La vita si arricchiva di conoscenze infinite. Teresa Scaravilli (Continua a pag. 2)
Dopo un anno di amministrazioone pentastellata ad Acireale, il sindaco Stefano Alì traccia il bilancio di quanto realizzato.. Il primo cittadino riconosce che si poteva fare di più, ricorda come la sua Giunta sia partita nel momento in cui, per diverse ragioni, non, ha potuto esprimere tutto il proprio potenziale. Comunque, è contanto di quanto realizzato. Dal versante dell’opposizione, Sabrina Renna, riconosce, da parte sue, che qualcosa è stato fatto ma afferma che la Giunta Alì non dinostra di avere un preciso progetto di futuro per la città.
I concerti già programmati al Pal’Art di Acireale, quattro da tempo, ai quali si aggiunge quello dei Modà per il prossimo febbraio, sono salvi; anzi sarebbero. Il condizionale è d’obbligo in una vicenda così aggrovigliata. Comunque, dopo la conferenza stampa di Giuseppe Rapisarda (della quale diamo conto all’interno), il patron dell’organizzazione che l’ha gestito fino a pochi giorni fa, il quale lanciava l’allarme circa la chiusura del palazzetto di contrada Tupparello di Acireale, si aperto uno spiraglio. Il Pal’Art, scaduto il contratto, è tornato nelle mani del Comune, che ha intenzione di emanare un bando, per il quale occorre tempo. Intanto, da qui al bando e all’assegnazione, si procederebbe all’affitto del palazzetto evento per evento; quindi, con richieste singole e specifiche. E’ già molto e, con la “Giuseppe Rapisarda management” si rincuorano i tanti operatori turistici, dell’ospitalità e della ristorazione in particolare che, negli ultimi anni, hanno visto aumentare i loro clienti.
(Ileana Bella a pag. 5)
(Gabriella Puleo a pag. 3)
ACIREALE Il bilancio del primo anno di amministrazione “5 Stelle”
“Al Comune si può fare di più”
DIOCESI
ACIREALE
DIOCESI
In mille a Fiumefreddo al raduno degli oratori Angela Di Francisca
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Don Daniele Raciti “Il Sant’Agostino un sicuro presidio di formazione”
Per Santa Venera grande devozione Festa arricchita da eventi culturali
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Mario Vitale
SOSTIENICI CON IL TUO 5 PER MILLE
SANTA VENERINA Il 31 cultura e solidarietà
Spettacolo di lode a Dio
Lo 0.5 ‰ della tua imposta sul reddito può essere destinato all’associazione di volontariato
“Orazio Vecchio”
La legge Finanziaria prevede la possibilità di destinare il 5 per mille della propria imposta sul reddito ad associazioni di volontariato, onlus, ricerca etc. Il 5‰, altra cosa dal già sperimentato 8 ‰, non determina nessuna variazione nell’ammontare dell’imposta. Anche l’Associazione Orazio Vecchio,nata soprattutto per curare La Voce dell’Jonio, è tra i soggetti beneficiari. Per destinare a noi il contributo basta compilare l’apposita scheda del 5‰ sul modello 730 o Unico: 1) Inserire i propri dati anagrafici e il codice fiscale; 2) Firmare nel riquadro indicato come Sostegno del Volontariato, delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale.... (il primo a sinistra della scheda); 3) Indicare in quel riquadro il codice fiscale 90034160870 (come nell’esempio sopra)
(pagine 6-7)
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In Seconda
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RICORDO Don Lombardo direttore di “Cammino” testata Fisc di Siracusa
“Don Pippo, una vita per gli altri” Padre Pippo non è più con noi. Tutti perdiamo un “amico-signore”, un sacerdote buono, un uomo generoso del nostro Territorio difficile ma pure bello. Lo abbiamo conosciuto e apprezzato tanti anni fa e recentemente lo abbiamo accompagnato con tanto affetto nel penoso e lungo calvario della sua sofferenza. Adesso ci manca il suo bel sorriso, espressione evidente di un animo sereno, signorile e accogliente. Lui sorrideva anche dinanzi alle continue difficoltà, alle ricorrenti avversità. Così anche per il nostro lavoro settimanale in “Cammino”. Dal dicembre del 2011, dalla scomparsa del caro padre Alfio Inserra, ha guidato con passione questo settimanale cattolico; libera realtà di uomini e donne che credono nell’informazione giornalistica che localmente possa aiutare a far crescere la Società e la Chiesa. Nonostante tutto. Padre Pippo è stato molto generoso, con garbo non comune, affrontando complessi problemi di gestione, assieme agli amici della Redazione del periodico. Prontamente ha sempre messo a completa disposizione di tutti i
volontari quanto aveva di proprio. Tenacemente - spesso anche nella amara solitudine - ha rifiutato di arrendersi dinanzi a certe vicine, misere, aridità mentali. Sino all’ultimo ha invitato a partecipare, a vivere le giornate da buoni e fedeli protagonisti del Bene, allontanando le facili e diffuse tentazioni dell’egoismo accidioso e menefreghista. A Siracusa e fuori Siracusa, numerosi sono i suoi sinceri estimatori, espressione di gente operosa che crede con coraggio nei valori veri e negli impegni seri. Don Lombardo, infatti, non operava soltanto nel Territorio siracusano ma in quello più vasto della Sicilia
e dell’Italia, ricoprendo incarichi pastorali, culturali, associativi di notevole prestigio per i quali non si dava mai presuntuose “arie”. In realtà non voleva apparire ma servire con semplicità e coerenza. Lo ha fatto sino alla fine dei suoi giorni, incontrando la gente nella sua parrocchia e nella sua abitazione. Sino allo stremo delle sue forze e sempre con il suo sorriso. Si è congedato così, con questo suo indimenticabile e mite sorriso. Gli siamo profondamente grati per questa sua non comune testimonianza di vita donata al prossimo con serenità e purezza d’animo. Gianni Failla
TECNOLOGIA E FILOSOFIA Tra lo smartphone superdotato e il bisogno di lentezza
Così l’uomo rischia di vivere mascherato L’ultimo ventennio è stato caratterizzato da un’impennata della digitalizzazione. Scrive lo psichiatra Vittorio Andreoli: “Ormai abbiamo il mondo intero in tasca. In pochi centimetri di plastica e microchip sono racchiuse infinite possibilità di comunicare, informarsi, divertirsi, concludere un affare e addirittura innamorarsi. E’ il telefonino (o smartphone), simbolo dell’era digitale, strumento che incarna e riassume il bisogno tutto umano di parlare, ascoltare, capire”. La tecnologia ha indubbiamente apportato inimmaginabili vantaggi all’uomo moderno. Ha abbreviato le distanze spazio-temporali dando immediatezza alla comunicazione. Tuttavia, vi sono alcuni nodi di incertezza all’idea stessa di tecnologia, poiché permangono le debolezze e le fragilità della natura umana. La vita più pratica e veloce che ne consegue ha screditato il concetto di lentezza spingendo l’uomo a correre sempre più rapidamente, fino al punto da non potersi nemmeno soffermare a porsi delle domande. Non è da trascurare il fatto che esista un legame tra il concetto di lentezza e lo spazio della riflessione: “Andare lenti - scrive il sociologo Franco Cassano - è saper riempire la giornata con un tramonto”. La paura è che la tecnologia possa svuotare la mente dell’uomo, modificandola artificialmente nelle sue struttu-
re e affidando totalmente l’attività del processare al dispositivo digitale. Il rischio è che l’essere umano “digitale” si senta talmente sollevato dal senso della fatica da dimenticare di compiere le azioni stesse del quotidiano, astraendosi sempre più dalla vera società; non è raro, infatti, che si finisca fra le quattro mura di una stanza, entrando in una sorta di vita parallela, più facile e più leggera, ma che fa parte, come scrive Andreoli, “della logica dei viventi non umani, regredendo e passando alla fase dei nostri antenati primitivi. Saremo dei primitivi tecnologizzati, ma primitivi”. Il timore fondato è che questa società venga annullata e si autodistruggerà chiudendosi nell’individualismo più estremo, nel narcisismo, nell’eccessiva esaltazione dell’Io, con la conseguente rottura dei legami sociali. L’uomo, prendendo ad esempio la “perfezione” del mondo social, sarà portato ad indossare milioni di maschere al fine di creare un Io ideale, che non corrisponde a quello reale. Si avrebbe allora una società vocata all’inutile, al superfluo, alla rappresentazione di sé più appariscente e meno vivo. Salvatore Cifalinò
dalla prima Tempo di vacanze dell’
Jonio
Direttore responsabile Giuseppe Vecchio Editore Associazione La Voce dell’Jonio Via Mons. Genuardi, 14 95024 Acireale Iscrizione Tribunale Catania n. 220 del 5/4/1958 Iscrizione al ROC (Registro operatori della comunicazione) n° 22076 Redazione Via Mons. Genuardi 16, 95024 Acireale - Ct (casella post. 174) tel. 095601992 www.vdj.it lavocedelljonio@hotmail.it Conto Corrente Postale 7313800 intestato a Associazione La Voce dell’Jonio Via Genuardi, 14 95024 Acireale Membro FISC - Federazione Italiana Settimanali Cattolici
Oggi, che la vita è molto caotica, vissuta quasi da automa, senza uno spazio di tempo per capire quello che facciamo e senza un attimo per gustare quello che stiamo facendo, certamente la vacanza diventa quasi un tempo privilegiato per recuperare la propria umanità, direi anche la propria anima. Allora io credo che oggi la vacanza debba poter offrire a ciascuno l’opportunità di vivere anche un tempo di
silenzio, per guardarsi dentro e ritrovarsi, riscoprire la gioia profonda del suo essere, del senso profondo che ogni vita ricerca per se stessa e, trovatala, se ne fa un dono, che gli fa godere qualcosa di speciale, in cui ciascuno trova il suo “modo unico” di essere felice. Sapere di essere unico non significa essere fuori dal comune, ma permette di riconoscere che ogni singola presenza offre all’umanità qualcosa di originale, che nessun altro potrà mai fare. Questo rende preziosa ogni vita non solo per se stessa ma per tutta l’umanità che, se privata anche di una sola entità, resterà sempre più povera, mentre la consapevolezza di un valore da offrire rende più responsabile e gioioso l’agire individuale e più ricca e più bella l’intera umanità. Se la vacanza non ci ridona il gusto di vivere e di essere in questo mondo una particella viva di un universo meraviglioso, in cui ciascuno mette il suo speciale elemento, a cosa serve? Se tutto ritorna nella noiosa quotidianità, dopo una vacanza, e l’uomo perde il gusto di vivere, non saprà mai che ciascuno è necessario a rendere migliore questo mondo e la vita di ogni suo abitante. Mi piace augurare una vacanza in cui ciascuno possa ritrovare lo stupore per le tante bellezze che riempiono il mondo, la gratitudine per esserne partecipe, il desiderio di mantenerle sempre belle e fruibili per i secoli futuri, perché anche gli altri ne godano. Buone vacanze a tutti!
Teresa Scaravilli
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Jonio
ACIREALE Incontro di una classe del liceo classico
“Maturati” mezzo secolo fa
Ritrovarsi dopo 50 anni con la stessa carica umana, la stessa amicizia, lo stesso spirito goliardico – magari con qualche capello bianco o con qualche ruga in più – non è cosa di tutti i giorni. È quello che è capitato ad un gruppo di ex compagni di liceo, che si sono rivisti dopo mezzo secolo da quell’ultimo anno di corso frequentato insieme – nel lontano 1968/69 – nella classe 3^ B del Liceo Classico statale “Gulli e Pennisi” di Acireale. Sono giunti da mezza Sicilia ed anche dal nord, per incontrarsi nel santuario di Vena, alle falde dell’Etna, accolti dal rettore don Carmelo La Rosa, che fa parte anche lui del loro stesso gruppo. Un appuntamento programmato da tempo e fissato già un anno fa, il 17 giugno 2018, quando venne fatta una sorta di prova generale a Catania, con la partecipazione di 17 ex compagni. Un lavoro costante di ricerca è stato portato avanti per tutto questo periodo, una ricerca certosina che ha portato al ritrovamento di altri ex compagni dei quali si erano perse le tracce, ma anche alla scoperta che qualcuno se n’era pure andato. E così alla fine, dell’originario gruppo di 27 ragazzi e ragazze, 21 erano presenti, mentre tre non ci sono più e solo tre sono mancati all’appello. Ad essi si sono aggiunti altri due ex che all’epoca si erano fermati alle soglie dell’ultimo anno, pur restando uniti al resto del gruppo nella vicinanza e nell’amicizia. E così questi 23 “ex” si sono incontrati il 23 giugno scorso nel santuario di Vena, dove, guidati da un loro ex compagno, il rettore-parroco don Carmelo La Rosa, hanno anzitutto ricordato i tre di loro che non ci sono più: Pippo, Lella e Nuccio (ritrovato dopo tanti anni di ricerche e scomparso, purtroppo, pochi giorni prima dell’incontro). Ci si è spostati quindi in un locale nelle vicinanze, dove si è svolto un altro rito importante: il pranzo comunitario condito con ricordi, giovanile goliardia, rinverdimento di vecchi sentimenti, riscoperta di antichi rapporti d’amicizia mai venuti meno. Un momento conviviale a cui qualcuno partecipava per la prima volta, grazie – come dicevamo – al
lavoro certosino di ricerca condotto dall’ispiratore Turi Messina (collaborato da Nino De Maria) che – talvolta in maniera fortunosa – ha fatto ritrovare persone che abitavano in altri centri e che all’epoca alloggiavano nella nostra città a pensione. A coronamento del momento conviviale, Turi Messina ha recitato una poesia siciliana (di sua composizione), celebrativa dell’evento ed evocativa dei 50 anni trascorsi da quel bellissimo periodo nel quale si erano condivisi giorni interi e lunghe ore di studio nelle aule del liceo classico “Gulli e Pennisi”, all’epoca ubicato nei locali dell’ex convento San Domenico. E si è poi brindato davanti ad una torta con cinque candeline rosse lunghe metaforicamente “menza canna”, una per ogni decennio, anche questo per espressa volontà di Turi Messina. Per chi non lo sapesse, la “canna” era un’antica unità di misura siciliana, corrispondente a poco più di due metri e suddivisa in 8 palmi (un palmo siciliano equivale a circa 25,7 centimetri); a titolo di curiosità possiamo aggiungere che tali unità di misura sono riportate alla base della meridiana della cattedrale di Acireale, così come erano in vigore nel 1843, anno di costruzione della stessa. Al momento dell’appello sono quindi risultati presenti: Nino Buttà, Nino De Maria, Carmelo La Rosa, Tina Magrì, Turi Messina, Cettina Monaco, Turi Musmeci, Vera Orfila, Pina Patamìa, Saro Patanè, Pippo Rapisarda, Gianni Russo, Tanina Scalisi, Tania Maria Laura Scalisi, Salvo Sciuto, Beniamino Sorbera, Angela Spoto, Alfio Tonzuso, Marisa Toscano, Gianni Tracìa, Cettina Vitale, Sarina Patanè e Saro Russo. Presenti spiritualmente, nel ricordo e nell’affetto: Pippo Scandurra, Lella Valastro e Nuccio Sarlo. Assenti (ma solo per stavolta, perché c’è ancora speranza per i prossimi incontri): Sara Musmeci, Marisa Nicolosi e Alfio Sapienza. I convenuti hanno così riprodotto idealmente, insieme, l’atmosfera di 50 anni fa, dandosi quindi appuntamento tra altri 50 anni. AD
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Cultura e Spettacolo
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INFERNO DI DANTE 1 L’irripetibile palcoscenico dell’Alcantara per l’originale spettacolo di Giovanni Anfuso
Dante ritrova Virgilio nelle Gole Dal 5 luglio al 4 agosto 2019, nei fine settimana, il suggestivo scenario delle Gole dell’Alcantara diventa l’irripetibile palcoscenico che ospita “L’Inferno di Dante”: lo spettacolo, prodotto dall’Associazione “Buongiorno Sicilia” e da Vision Sicily, per la regia di Giovanni Anfuso, anche quest’anno ha riscosso tra il pubblico un successo tale da rendere necessario un calendario di repliche. Tra roccia lavica e acqua, attori e spettatori si trovano racchiusi in un’atmosfera surreale in cui, per 45 minuti, la realtà dei luoghi si trasforma, grazie ai magistrali giochi di luci e suoni, risucchiando l’immaginario del pubblico fino ai più profondi meandri dell’inferno dantesco. Verso dopo verso, le rive dell’Alcantara ospitano il viaggio ultraterreno di Dante e Virgilio, rappresentando - tra le danze dei dannati ed i giochi di fuoco - i personaggi ed i passi più noti della cantica dell’Inferno: ecco che, attraversata quella “selva oscura” ricreata dalla vegetazione e dalle pareti rocciose del parco, lo sguardo dello spettatore si sposta - senza soluzione di continuità - sulle acque dell’Alcantara che, assumendo le sembianze della “trista riviera d’Acheronte”, vengono attraver-
sate da Caronte, traghettatore infernale; “quali colombe dal disìo chiamate” Paolo e Francesca risalgono la corrente del fiume per rievocare, dinnanzi ad una folla rapita e sorpresa, l’ultimo riflesso di una tragedia che chiede solo comprensiva pietà; al grido delle Erinni, l’Alcantara si tramuta idealmente nella palude Stigia, attraversata
vita, tra i limiti umani e la voglia di dirigere la prora “verso l’alto mare aperto” alla ricerca della “virtute e canoscenza”, all’inseguimento di un puro ed eroico desiderio di sapere; il secondo, drammatico, che nella rabbia e nella disperazione, riverbera ancora, nonostante il passare dei secoli, le atrocità commesse in nome del potere terreno. Infine, le rive si trasformano nel più profondo Inferno, il luogo eterno di Lucifero, da dove Dante e Virgilio intraprendono la loro risalita attraverso il “cammino ascoso”: i rami, le acque e le rocce del palcoscenico naturale delle Gole dell’Alcantara sembrano seguire i mutamenti dettati dal racconto e, poeticamente, senza quasi averne percezione, variano ancora, diventando rappresentazione dell’aspirazione più alta, della ricerca del superiore. Dante e Virgilio protendono verso il “chiaro mondo”, verso la luce, verso un cielo terso che, come un attore attende il momento dell’entrata in scena, finalmente, appare a tutti i presenti - artisti e spettatori - con vibrante liberazione, nella purezza dei suoi astri: “e quindi uscimmo a riveder le stelle”.
una lunghezza. Il cervello (ovviamente piatto anche quello) si incolla alla superficie. E allora, inevitabilmente, la terra appare loro piatta. Se fossero coerenti, dichiarandosi dei piattoni, allora potrebbero sostenere una verità: quella del piattone. In matematica, l’illustre Eugenio Beltrami (1835-1900) dimostrò un teorema: se si assume che sulla sfera si possano eseguire le operazioni della geometria euclidea (trasporto parallelo dei segmenti, ecc.) allora la superficie sferica si comporterebbe come un piano: la somma degli angoli interni di un triangolo è uguale ad un angolo piatto. Si potrebbe formulare il teorema con questo equivalente: Se (e solo se) si vive da piattoni allora la terra appare piatta. Ma, tornando al mondo degli esseri a tre dimensioni (altezza, larghezza e lunghezza), ci chiediamo: perché la terra è sferica? Lascio al lettore interessato la risposta a questo quesito, che (comunque) chiarirò con la prossima pillola. Angelo Pagano
Rita Messina
dal Messo Celeste che, “pien di disdegno”, stende sulla scena un inatteso manto di silenzio in cui riecheggia, unicamente, il coro sommesso del fiume. Tra le scelte del regista, non mancano i racconti carichi di pathos di Ulisse e del Conte Ugolino: il primo che, nel rammentare il naufragio, racchiude in sé il contrasto tra la morte e la
Giulia Guarrera
Ma ecco la terra piatta dei piattoni
nuovi mondi (le Americhe) pensando di aver raggiunto l’estremo oriente (Est) navigando però verso Ovest; percorrendo così una linea sopra una circonferenza. Si orientò guardando le stelle, cioè alzando la testa verso il cielo. I moderni piattisti pensano che la terra sia piatta. Ne deduco che non hanno mai alzato la testa per ammirare il cielo. Essi sono piattisti, intanto, perché sono piattoni, esseri a due dimensioni: una larghezza e
“Lo dicevo io che era l’Inferno” La letteratura, le parole, i versi possono lasciare il proprio contesto abituale, le pagine in cui giacciono, e trovare ospitalità in uno spazio naturale che li esalta, li diffonda e ne permette una facile fruizione. In questo caso sono i versi dell’Inferno, scritto da Dante Alighieri, che entrano in agevole contatto con il pubblico, grazie alla recitazione degli attori, alle danze, alle luci, ai fuochi, che rendono possibile la ricostruzione di un contesto particolare alle Gole dell’Alcantara, perfettamente adatte all’argomento in questione. Non è apparso inconsueto ma, anzi, apprezzabile rivivere alcuni dei famosi versi della Comedìa in una location naturale di per sé già spettacolare, che ben si presta a sentir risuonare e rimbombare frasi celebri o lapidarie. “Questo è l’inferno” è stato sentenziato ad apertura di recita, non appena il viaggio tra le anime dei dannati ha preso avvio, guidato dalla gentil donna, in abito rosa e cappellino di paglia, che tra il sogno e la realtà è stata il filo conduttore di quel mondo fantastico e i presenti. A separare lei e gli spettatori soltanto l’Alcantara, che in alcune fasi sembrava voler partecipare al dialogo fra Dante e Virgilio, producendo con determinazione i suoni delle sue acque, in scorrere calmo ma costante. Ed anche quando Francesca, interpellata dal poeta sull’inizio della sua drammatica storia d’amore, ne raccontava le origini, camminando sul fiume, esso sembrava opporsi a quella sua sofferenza, facendo attrito fra l’acqua e la sua veste e poi con le sue gambe. In alcuni attimi il buio assoluto del luogo, interrotto soltanto dal cielo stellato, sembrava presagire la successiva scena di angoscia e agitazione in cui le anime disperate si sarebbero mosse in una danza ritmica e frenetica, fino a giungere al bordo del fiume ed incontrare un nero Caronte giunto lì proprio per loro. Il colore rosso fuoco ne creava il contesto, mentre diventavano protagonisti alcuni alberi verdi, testimoni della ricca vegetazione fluviale, illuminati insieme al personaggio che avevano davanti: Ulisse. A lui, posto su di una altura, si addiceva quella viva macchia verde, quasi in contrapposizione al concetto di morte, proprio per esaltare il senso dinamico della vita, delle avventure vissute e raccontate a Dante. E mentre parla, i ritmi rallentano, i fuochi non si muovono vorticosamente, le anime sembrano più pacate. Ma poi le parole del conte Ugolino della Gherardesca restituiscono drammaticità alla scena, un immediato ritorno all’inferno, non appena “la bocca sollevò dal fiero pasto”, ovvero dall’arcivescovo Ruggieri. Un forte, stridente rombo di tuono porta forzatamente l’attenzione dei presenti su una cima alta, una delle più alte, su cui primeggia la figura funesta di Lucifero, che in assoluto ma inquietante silenzio sbatte le ali. All’improvviso la magia sembra finire. “Dormi?”, sono le parole di un giovane, giunto sulle rive, alla ricerca della donna in rosa. Per un attimo vorrebbe insinuarsi il dubbio che si tratti di realtà o di un sogno, ma, rimasta sola, prima di abbandonare quel luogo incantevole ed enigmatico allo stesso tempo, la donna emette la sua sentenza: “E lo dicevo io che era l’Inferno”.
PILLOLE DI SCIENZA I cinesi osservarono la sfericità del pianeta 1000 anni a.C.
Gli antichi cinesi osservando il cielo stellato si accorsero che la terra è rotonda. Quasi una sfera. Puntavano una stella con un rudimentale cannocchiale. Si spostavano lungo una direzione, sempre puntando la stella. Si accorsero che dovevano alzare (moto in avanti) o abbassare (moto all’indietro) il tiro dopo aver percorso una certa distanza: l’inclinazione del cannocchiale sul piano di appoggio cambiava, aumentando (moto in avanti) o diminuendo (moto all’indietro). Ne dedussero che lo spostamento dell’osservatore avveniva lungo uno curva di una superficie sferica. Ciò accadeva all’incirca 1000 anni prima della nascita di Cristo. La nozione di terra sferica divenne di dominio comune. Eratostene (valente astronomo alessandrino) misurò il raggio medio terrestre con precisione impressionante (migliore del 5%) intorno al 300 a.C. Egli osservò l’ombra solare proiettata da uno gnomone e le immagini del sole riflesse in due pozzi posti ad Alessandria e Siene, rispettivamente. Il mitico Cristoforo Colombo scoprì
Recensione
ACIREALE Dal recente allarme lanciato da Giuseppe Rapisarda alla soluzione che salva intanto i concerti programmati
Il “Pal’Art” un presidio di cultura e spettacolo La notizia, filtrata dal Comune, circa la volontà dell’amministrazione comunale di non tenere chiuso il “Pal’Art” ma di concederlo in affitto, evento per evento, dà un sospiro di sollievo agli appassionati di musica di tutta la Sicilia e anche di oltre lo Stretto, o0ltre che agli operatori turistici. Ma facciano un passo indietro e torniamo all’allarme lanciato dalla “Giuseppe Rapisarda management” che ha fatto diventare Acireale luogo di spettacoli, concerti in particolare, di primo livello. Dal lontano 1999 la città di Acireale ha ospitato al PalaTupparello, oggi Pal’Art Hotel, eventi e concerti che hanno fatto della città di Acireale, a buon titolo, la città della musica e punto di riferimento per i concerti che richiamano grandi numeri di spettatori, da ogni parte della Sicilia, ed anche dal sud Italia. Nomi importanti sia del panorama italiano come Renato Zero, Pino Daniele, Jovanotti, Claudio Baglioni che del panorama internazionale, da Josè Carreras ai Simply Red e Ricky Martin. Oggi tutto questo è a rischio. E poi: questa struttura così importante è in salute? Pare proprio di no e le notizie che arrivano agli acesi non sono confortanti. Giuseppe Rapisarda, promoter siciliano di grandi eventi che, con il lavoro e il grande impegno professionale del suo team, ha fatto crescere questa importante realtà acese oggi è molto preoccupato del futuro che attende il Pal’Art Hotel. Ma andiamo a ritroso nel tempo, 30 anni fa il Comune di Acireale mise a disposizione di una società privata il terreno dove sorge l’edificio. La Multisport gestisce il palazzetto dal 1988, nel 2001, per fallimento, il curatore lascia Rapisarda come gestore; sono tanti gli avvenimenti e gli eventi legati al periodo della curatela fallimentare. Negli anni è stato il curatore fallimentare che ha sottoscritto i vari contratti di utilizzo del bene, facendolo diventare punta di diamante del panorama musicale nazionale. Lo scorso mar-
zo il sindaco Alì auspicava la possibilità di un accordo con l’Irfis (società finanziaria per il mediocredito) per estinguere il debito residuo e dare in gestione a privati la struttura. Il passaggio di consegne dalla curatela fallimentare al Comune è arrivato e adesso anche un solo giorno senza nessuno che se ne occupi capillarmente può significare la fine della storia di questo luogo dedicato alla musica. Le ricadute negative su tutta la città sarebbero veramente disastrose perché non si può trascurare il fatto che, se verranno a mancare gli spettatori, verranno a mancare migliaia di persone che periodicamente soggiornano, anche solo per una notte, ad Acireale. Il turismo dedicato agli eventi culturali è in continua espansione perché i concerti che si tengono durante il periodo autunnale ed invernale permettono alle strutture ricettive di ammortizzare i costi di mantenimento anche in bassa stagione, quando il turista vacanziero spesso non sceglie i nostri luoghi per le vacanze invernali. La Federalberghi esprime la sua preoccupazione se il Pal’Art Hotel dovesse smettere di funzionare, anche solo per pochi mesi o nella peggiore delle ipotesi chiudere. Già sono in atto le prevendite per i concerti d’autunno come quello di Marco Mengoni, uno dei cantanti italiani più amati dal pubblico che ha raddoppiato le sue date per il gran numero di biglietti già venduti. Ed allora che si fa? Rapisarda con immenso rammarico e preoccupazione non può non considerare di portare i grandi concerti come appunto quello di Mengoni a Catania o Messina o Priolo. Ma non è solo Giuseppe Rapisarda a parlare e a sollevare il problema. Lui lo ha fatto incontrando la stampa lo scorso 16 luglio, ma tante altre personalità e operatori turistici e culturali si stanno esprimendo su questo difficile momento della città. Gabriella Puleo
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Speciale Studenti
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INTERVISTA Il presidente Rosario faraci parla della mission della Fondazione Bellini e del “Gala delle eccellenze”
“Credere nei giovani e ascoltarli” Il professore Rosario Faraci, presidente della Fondazione Bellini che, insieme con gli altri membri della stessa fondazione, ha voluto ed organizzato il “Gala delle eccellenze”, svoltosi sabato 28 luglio scorso in piazza Duomo ad Acireale, ci ha concesso una intervista su come è maturata l’idea di questo premio ai neo-diplomati e quali sono i fini essenziali a cui la fondazione aspira. La Fondazione Bellini si avvicina ai giovani. Come è nato e maturato il progetto del “Gala delle eccellenze”? E’ nato da una intuizione del prof. Salvo Fichera, giornalista, docente nelle scuole e consigliere della Fondazione Bellini. In consiglio abbiamo condiviso tutti questa idea, perché crediamo fortemente che riconoscere il merito scolastico sia un’occasione per voltare pagina, per far sentire i giovani eccellenti protagonisti del cambiamento, per responsabilizzarli, per creare ogni anno una sorta passaggio del testimone fra i più bravi, ma anche per coinvolgere tutti gli altri che, indipendentemente dal risultato di eccellenza, hanno dimostrato in cinque anni di frequenza di amare e rispettare l’istituzione scolastica. La Fondazione Bellini ha nella sua “mission” il coinvolgimento dei giovani nelle proprie attività culturali. Abbiamo inaugurato nei mesi scorsi, insieme all’Amministrazione comunale, un’aula studio al primo piano del Palazzo di Città e ad oggi è affollatissima di giovani universitari. Spesso si parla dei giovani studenti mettendo in risalto il loro scarso interesse allo studio. I 120 neo diplomati con 100 e 100 e lode smentiscono questo luogo comune. Lei, da professore universitario, cosa pensa degli studenti di oggi? Dei giovani, studenti e non studenti, non posso che pensare tutto il bene che si possa immaginare. Sono le risorse più preziose di un presente diverso per un futuro possibile. E’ un mondo che non si conosce, perché gli adulti commettono spesso l’errore di non dialogare con i giovani, di non porsi in loro ascolto e rinunciano a decifrarne paure e ambizioni. Sbagliano gli adulti anche quando li accontentano “tout court” in tutte le loro richieste, limitandosi ad esercitare solo una funzione affettiva e abdicando ad altri soggetti quella missione educativa che prioritariamente spetta alla famiglia. Poi, non è vero che i giovani abbiano poca voglia di studiare. E’ invece possibile che tanto la Scuola quanto l’Università non siano sempre al passo coi tempi, non siano più capaci di stimolare l’interesse e la curiosità dei giovani, di promuovere forme di studio autonomo, responsabile, inclusivo e in linea con gli standard delle più moderne tecnologie. La sa una cosa? Si parla e straparla molto dei giovani; ma si parla pochissimo coi giovani. E invece dai ragazzi c’è tanto da imparare, anche sul piano delle conoscenze di base. Questo processo si chiama “reverse mentoring” e dovremmo essere più umili anche come docenti nel riconoscere che si può apprendere e arricchire il proprio bagaglio culturale grazie ai più piccoli. Sabato sera piazza Duomo era gremita. E’, questo, il segnale di aggregazione di alto livello culturale per la nostra città che, pian piano, sta riemergendo da un lungo letargo? Acireale è e rimarrà sempre una città culturale, a dispetto di quanti la considerano morta e, da perfetti becchini, parlano solo al passato e si compiacciono nel dire e scrivere che oggi è una città incapace di produrre e disseminare cultura. Che poi vorrei capire cosa intendono per cultura. Tant’è vero che in otto istituti scolastici superiori quest’anno si sono registrati ben centoventi neo-diplomati con votazione pari o superiore a 100/100 e questo di per sé è un fatto veramente eccezionale. Ditemi Voi se anche questa non è cultura! Pertanto, come Fondazione Bellini ci fa piacere portare il merito scolastico in piazza, nel cuore della città
barocca, anche per favorire un processo di riappropriazione dei beni culturali, architettonici e monumentali da parte dei giovani. Ho detto ai neo-diplomati in conferenza stampa che mi piacerebbe coinvolgerli prossimamente nell’individuazione di nuove idee e nuove soluzioni per restituire presto alla città i due teatri comunali, il “Bellini” e il “Maugeri”, che ricadono sotto l’egida della Fondazione e che sono tuttora chiusi per motivi tecnici e strutturali che pochissimi conoscono, mentre moltissimi ne parlano senza cognizione di causa. Lei da presidente della Fondazione Bellini cosa spera che rimarrà nel cuore e nella mente dei premiati dopo questo importante evento che li ha visti protagonisti assoluti? Spero che in ciascuno dei ragazzi e delle loro famiglie rimanga il ricordo di una bella festa al merito, di un’occasione per portare in piazza la freschezza e la genuinità del mondo giovanile, di un momento di aggregazione in cui è possibile fare nuove conoscenze. Il fatto stesso che i centisti delle varie scuole adesso potranno fare rete fra loro, quando prima non si conoscevano nemmeno, è un risultato straordinario. Queste sono le “memorie del cuore” che i neo-diplomati non dimenticheranno mai. E, mi creda, in questo modo, il senso di appartenenza ad una comunità e ad un territorio si rafforza notevolmente. Gabriella Puleo
Elenco Centisti Liceo San Michele: Alice Lizio. Liceo Regina Elena: Jasmin Bruna Aloisi; Ida Bella; Riccardo Cavallaro; Chiara Rita Raciti; Paola Cacciola; Marika Longo; Dorotea Castorina (lode); Emanuela Cutuli (lode); Chiara Grasso (lode); Roberta Costa; Giusina Di Salvo; Graziana Trovato; Laura Messina; Rosario Mirabella (lode); Martina Arcidiacono; Cristina Calabretta; Eleonora La Rosa; Aurora Pagano; Federica Raffaele; Morena Grazia Tropea; Giulia Anello (lode); Ester Di Maria (lode); Giulia Leonardi (lode); Gaia Virginia Pizzuto. Istituto Istruzione Superiore Galileo Ferraris: Mirko Distefano; Davide Ferrauto; Mario Benissimo; Francesco Maria Pennisi; Ivanov Aleks Rosenov (lode); Giuseppe Condorelli; Federico Di Bella; Angelo Licciardello; Gabriele Massimo Pafumi; Giacomo Girgenti; Manuel La Rosa; Alfredo Coco; Salvatore Mirabella Istituto Istruzione Superiore Majorana Meucci: Renato Allegra; Carmelo Messina; Marco Carpinato; Simona Garofalo Liceo Gulli e Pennisi: Nicoletta Cinardi; Paola Di Bartolo; Claudia Nicole Gwyneth Di Prima (lode); Federica Famoso (lode); Maria La Spina; Evangelina Maria Luisa Elena Morani; Ludovica Conti; Ilenia Grasso; Francesco Pavone; Rita Pavone; Giorgia Rigano; Carlotta Guarrera; Alice Russo (lode); Francesca Seminara (lode); Dario Spampinato; Sofia Castro; Alessia Destasio; Emmanuela Grasso (lode); Aurora Leonardi (lode); Ornella Leonetti (lode); Mariantonietta Pagano; Carla Pellicori (lode); Isabella Trovato (lode); Davide Privitera (lode); Alice Leonardi; Agata Greta Liruzzo Istituto Istruzione Superiore Brunelleschi: Roberto Concetto Lamina; Chiara Tomarchio; Emanuela Ademi; Maria Aurora Cannavò; Carla Lucibello; Chiara Maria Santini (lode); Jessica Celano; Gloria Sajia; Davide Manna; Lucia Giuffrida; Maria Chiara Leotta; Maria Rosaria Barbagallo; Laura Fazzio; Chiara Rapisarda (lode); Martina Redi; Michela Spoto Liceo Archimede: Floriana Conti (lode); Riccardo Gandolfo; Morena Munzone; Alessandro Genovese; Nadia Greco (lode); Nicole Liggeri; Lucy Maugeri; Mara Ragusa; Noemi Russo; Alessandro Barbagallo; Roberta Cannavò (lode); Serena Di Salvo (lode); Matilde Mauro (lode); Francesco Pennisi; Antonino Scuto (lode); Rachele Brischetto; Alessia Musumeci (lode); Sara Musmeci (lode); Michela Puglisi; Luisa Vignera; Fabiola Buscemi; Amalia Mangiagli; Esmeralda Smajalaj; Sofia Di Bella; Sofia Di Mauro (lode); Sofia Fasone; Viviana Seminara (lode); Ivan Fortugno (lode); Gabriele Camillo Grancagnolo; Grace Leotta; Chiara Mulone; Elena Volpe; Alessandro Greco (lode) Istituto Lionardo Vigo: Manuela Galeano (lode); Rosa Maria Grasso; Maria Rita Miller.
SERATA MAGICA Folla di gente e ospiti illustri sul palco per sottolineare l’importanza dello studio e del merito
Soddisfazione, commozione, auguri e speranze Una magica serata d’estate, quella del 27 luglio 2019, che rimarrà scolpita nella mente di 120 ragazzi acesi e nel cuore dei loro genitori ed insegnanti. Loro sono i neo diplomati che, dopo un percorso di studio giunto al termine, hanno visto premiato il loro costante impegno nello studio con il meritato voto di 100 e 100 e lode. L’evento si è svolto nella cornice barocca di piazza Duomo e ad aprire la lunga sera il toccante dialogo sul merito tra il professore Rosario Faraci, presidente della Fondazione Bellini, fondazione che ha voluto questo riconoscimento, e la vicepresidente Mariella Fischetti. A seguire una delle protagoniste del Gala, la studentessa del liceo classico Gulli e Pennisi, diplomatasi con 100 e lode, Emanuela Grasso, che ha voluto dare voce non solo ai suoi pensieri ed emozioni ma è stata la voce anche di tutti i suoi “colleghi” centisti per questa bella e meritata conclusione di un percorso di studi, iniziato ad appena 14 anni di età e finito quando ormai diciottenni e maggiorenni sono ormai pronti a spiccare il volo verso il futuro. Certo molti si augureranno ed augureranno a questi giovani di poter rimanere nella propria terra, di trovare realizzazione e soddisfazioni nel proprio ambito professionale senza essere costretti a scegliere la via verso nuovi luoghi, nuove città. Eccellente padrone di casa il professore e giornalista Salvo Fichera che, come membro della Fondazione Bellini, è stato il promotore dell’ iniziativa. A fargli compagnia e da madrina sul palco per tutta la serata una eccellenza acese, la dottoressa Claudia Fiorini, biologa cellulare e molecolare, dottoressa di ricerca in Bioscienze all’università di Verona e borsista del Peter MacCallum Center di Melbourne. Parole di elogio ai neodiplomati sono arrivati dal sindaco
Stefano Alì, dalla presidente del Consiglio comunale Sonia Abbotto e dal presidente della regione siciliana Nello Musumeci. Saliti sul palco, hanno espresso la loro viva soddisfazione per la lodevole iniziativa, per l’impegno della Fondazione Bellini e un sentito grazie agli insegnanti e dirigenti scolastici, alcuni presenti alla serata, e ovviamente alle famiglie degli studenti. Saliti sul palco a gruppi, visto il consistente numero, gli studenti hanno ricevuto una pergamena offerta dal Lions Club di Acireale e il tocco di diploma realizzato dall’artigiano Nello Indelicato. Il Ministro dell’istruzione Bussetti ha voluto complimentarsi con i ragazzi attraverso un messaggio augurale, a rappresentarlo il deputato nazionale Alessandro Pagano. Merito anche agli studenti che si sono distinti in competizioni sportive nazionali e regionali. Presenti anche il vescovo monsignor Antonino Raspanti che, sul palco per i saluti agli studenti e al numeroso pubblico, ha “aiutato” alcuni centisti a indossare il tocco di diploma, seguito dalle foto di rito per immortalare questo suggestivo ed indimenticabile momento. Congratulazione anche da parte dell’onorevole Angela Foti, dal vice sindaco Salvatore Pirrone e dal direttore del quotidiano La Sicilia Antonello Piraneo. La serata non poteva concludersi che con una memorabile fotografia con i centisti sui gradini della chiesa dedicata ai Santi Pietro e Paolo con in prima fila i numerosi ed eccellenti ospiti per un momento che rimarrà nella memoria non solo dei giovani protagonisti ma anche della città intera. G. P.
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ACIREALE Il sindaco Stefano Alì traccia il bilancio, con luci e ombre del primo anno della sua Giunta
Primo anno pentastellato per il Comune acese. Il sindaco, Stefano Alì, si ritiene parzialmente soddisfatto di quanto realizzato, considerando il contesto particolarmente difficile in cui la sua Giunta ha dovuto operare. Appena eletto, infatti, si è trovato davanti ad una situazione un po’ disastrosa, tanto da far coincidere la propria visione con quella descritta dal commissario Scalia: “Pensavo di trovarmi al comando di uno yacht un po’ demodé ma solido e, invece, ho trovato una barca malandata”. L’inizio della sindacatura deve anche far fronte alla situazione di alcuni uffici, “decapitati” dalle conseguenze delle inchieste giudiziarie in corso; fra gli altri, mancano il dirigente dell’Urbanistica ed il responsabile della Protezione civile. Inoltre, a seguito dei fatti accaduti, sono state introdotte norme anticorruzione particolarmente serrate, più stringenti di quelle indicate dall’Anaca, che rallentano l’azione degli uffici stessi. Problematiche economiche sono state rilevate dalla Corte dei Conti che obbliga il Comune di Acireale alle sole spese obbligatorie per legge. Uno dei membri del Collegio dei revisori suggerisce sin dal primo giorno il dissesto. A dicembre viene assunto il dirigente dell’urbanistica e 3 ingegneri (di cui uno da allora sempre in aspettativa). “Sembra che si possa lavorare con più serenità e a quel punto il terremoto di Santo Stefano assorbe interamente l’opera della macchina burocratica”, afferma il Primo cittadino. Che aggiunge: “Mentre dalla Regione e dallo Stato invece di aiuti, in questo anno, arrivano ulteriori difficoltà”. Il riferimento va alla questione piano paesaggistico regionale che, a detta del sindaco, “ingessa tutto il nostro territorio e per il quale siamo stati costretti ad opporre diverse osservazioni”. Come se ciò non bastasse ad inizio estate arriva un’ordinanza dell’assessorato regionale territorio ed ambiente che proibisce qualsiasi cosa nelle aree del demanio marittimo individuate come P3 e P4 nel PAI, bloccando, ad esempio, tutta la costa di Santa Maria La Scala. “Sicuramente tutto ciò non facilita il lavoro mio, quello della mia Giunta e dei consiglieri di maggioranza, tutti inesperienti ma vogliosi di imparare presto ad amministrare bene - commenta Alì -. Sono sempre stato abituato ad analizzare in maniera critica il mio operato, guardando ai risultati, prescindendo dalle condizioni e del contorno. Sono soddisfatto di alcuni risultati che abbiamo raggiunto, su altri fronti avremmo potuto fare sicuramente meglio”. È riuscito a mettere in atto tutto ciò che aveva proposto durante la campagna elettorale? Cosa c’è da fare ancora e a cosa ha dovuto rinunciare per dare priorità a evenienze sopravvenute? Quali sono stati i problemi più urgenti? “Se nel primo anno avessi messo in atto tutto quanto proposto in campagna elettorale sarei un mago! In questo primo anno abbiamo puntato su riorganizzazione degli uffici e interventi sulla mobilità. Riorganizzazione degli uffici significa stabilizzazione dei precari, attivazione dell’ufficio informatizzazione, assunzione del dirigente all’urbanistica, assunzione di 3 ingegneri ed 1 assistente sociale, realizzazione del concorso per 3 operai e 3 giardinieri disabili, attivazione dei progetti del Pon inclusione con l’assunzione di 14 assistenti sociali. Definizione dell’organigramma fino a livello di ufficio e del funzionigramma del Comune, perché è incredibile che nel Comune l’amministrazione non sappia che lavoro faccia ogni dipendente. L’altro tema fondamentale su cui stiamo lavorando è la mobilità: abbiamo predisposto, dopo 25 anni, il Pgtu del Comune; e poi: convenzione con Rfi (Rete ferroviaria italiana) per realizzare la fermata Cappuccini, presentato il progetto del parcheggio
scambiatore stazione attuale; area in comodato da Rfi e finanziamento già richiesto; Accordo con Enel per l’installazione di 9 postazioni di ricarica per auto elettriche in centro e nelle frazioni; ridefinizione delle linee dei bus in modo da renderle più funzionali e frequenti. Installazione delle tabelle con gli orari, mancanti da sempre; Ast (Azienda trasporti siciliani) ha comunicato un aumento dei passeggeri; previsione di acquisto bus in agenda urbana, inserimento in agenda urbana di una serie di rotonde per semplificare l’incrocio di viale Regina Margherita con la stradastatale114 e di interventi nel posteggio di Cappuccini”. 1. Quali sono stati gli sviluppi e quali le variazioni a livello urbanistico? Acireale ha un Prg (Piano regolatore generale) scaduto da più di 10 anni, l’intervento immediato è sul regolamento edilizio che non tiene conto di tutte le modifiche di legge intervenute in tutti questi anni. Stiamo completando l’iter per sistemare gli errori legati all’altezza dei capannoni nelle aree artigianali. Riprenderemo presto il lavoro lasciato dall’amministrazione precedente sui rilievi in centro storico e sull’utilizzo della Timpa. Il dirigente urbanistica, dopo le vicende giudiziarie che hanno colpito il suo predecessore nella passata amministrazione, opererà solo da gennaio. 2. Cosa si è fatto e cosa si ha intenzione di fare a livello di opere pubbliche per valorizzare il territorio? Cosa si è fatto per valorizzare il turismo? Stiamo lavorando sui progetti ereditati e ne abbiamo presentati di nuovi. Quelli realizzati sono chiaramente progetti o lavori della precedente amministrazione: Illuminazione Corso Italia e completamento delle vasche torrente Lavinaio-Platani. Consegnati i lavori per il pattinodromo, aggiudicata la gara per acigreenway. In corso l’aggiudicazione del progetto del Tupparello e dei lavori del commissariato. In fase di gara Chiesa di Aci Platani e di San Michele. Avviati cantieri di servizio e cantieri di lavoro. Presentato il progetto per il parcheggio scambiatore alla stazione nuova e del teatro dell’opera dei pupi e completati 3 progetti legati al dissesto idrogeologico. 3. Quali i piani per i teatri del Comune e la Villa Belvedere? Che cosa mi dice della sistemazione della Villetta Garibaldi? Villa Belvedere è ancora oggetto di una causa, siamo intervenuti sugli alberi a rischio. Il Maugeri è stato oggetto di un intervento tardivo, l’assenza di una copertura adeguata ha prodotto danni agli interni che non sono coperti da finanziamenti. La villetta Garibaldi è oggetto di interventi periodici. Da poco abbiamo un nuovo giardiniere comunale. 4. La raccolta differenziata ha portato dei benefici alle casse del Comune? Dopo l’introduzione dei rifiuti metallici cosa migliorerà? La raccolta differenziata è un obbligo che migliora le casse del Comune sia per minori uscite, sia per i guadagni dal conferimento. A maggio siamo al 68,3% che è un risultato notevolissimo per una città di oltre 50.000 abitanti. Con la separazione dei metalli avremo minori costi e maggiori entrate. 5. Quali le proposte ed i progetti per il futuro della Città? Mobilità, cultura, manutenzione delle strutture pubbliche, messa in sicurezza degli edifici, migliore organizzazione, etc. Sarebbe il programma elettorale Non dimentichiamoci però del terremoto: in questa Città ci sono 600 ordinanze di sgombero, famiglie senza una casa e con danni alle proprie attività
DALL’OPPOSIZIONE
”Sono contento, ma si può fare meglio” Sabrina Renna: “Sul futuro della città non emerge alcuna visione strategica” Sul bilancio del primo anno di amministrazione pentastellata, tracciato dal sindaco Alì, abbiamo raccolto la posizione del consigliere comunale di opposizione Sabrina Renna, che ha dato un giudizio negativo sull’operato del Comune già per quello che riguarda la metodologia: “È il metodo quello che è mancato: lo si capisce bene dal fatto che approviamo il bilancio previsionale in grande ritardo, per cui l’ente è stato costretto per mesi alla gestione provvisoria, e che non c’è stata traccia di un calendario degli eventi estivi”. La Renna, con onestà intellettuale, però, sottolinea come questa amministrazione abbia dovuto affrontare l’emergenza terremoto: “Purtroppo, però, questo non assolve - afferma – la Giunta Alì. Ho detto in altre occasioni che si sarebbe dovuto partire da una riorganizzazione del sistema burocratico: ho la sensazione che sia la burocrazia, invece, che abbia riorganizzato la politica. Ed è urgente riaccendere il centro storico che è stato spento”. Elogia poi l’operato del sindaco su alcune questioni, riconoscendo come vinte delle partite avviate nel passato (vedasi vicenda precari) e il suo muoversi sul fronte Pgtu. Mentre commenta negativamente il bilancio del Carnevale: “C’è un deficit su cui si procrastina, zona a traffico limitato e programmazione”. Cosa ne pensa il consigliere Renna dell’operato dell’amministrazione comunale per quanto concerne le opere pubbliche? “A tal proposito - afferma - ho già detto in aula che sono delusa dal piano triennale: si pensa a progetti avveniristici mentre si rinviano i lavori per la rimozione dell’amianto e le priorità della Città. Non c’è ancora una seria riorganizzazione di progettisti, Rup, direttori dei lavori e manca un parco progetti degno di questo nome. Sul turismo, a parte qualche proiezione cinematografica, siamo all’anno 0: la Città è tornata indietro”. Ma è anche vero che Renna riconosce che qualcosa si sta muovendo sul fronte Teatro dell’Opera dei pupi, “Certo, il Maugeri rimane chiuso, la villa non è fruibile, la situazione di piazza Garibaldi è sotto gli occhi di tutti. Non è responsabilità di questa amministrazione ma - afferma il Consigliere - questa amministrazione rinvia e nulla fa per affrontare di petto le questioni”. Molto soddisfatta si ritiene, invece, la Renna davanti al progetto che si occupa di piazza Cappuccini: “Si è avviato un ragionamento con l’Ast: un plauso va all’assessore Grasso. Certo la stazione rimane un pessimo biglietto da visita e la Città non è ben collegata. Per non parlare di segnaletica e segnaletica turistica: qui il fallimento è certificato. Ho l’impressione che il bilancio non darà risposte a queste criticità”. Quello che manca, secondo il consigliere, sono progetti concreti, realizzabili: “ Al momento, siamo sul terreno dei sogni, dei desideri: una dimensione onirica. Perché non si parte da un centro storico pedonalizzato, animato, da una città pulita? A mio avviso – continua il Consigliere- bisogna recuperare una discussione sulla identità cittadina. Cosa dobbiamo fare di Acireale? Può, questa Città, puntare sul turismo culturale? C’è possibilità di rilanciare le Terme? Occorrerebbe partire da qui. Al momento ciò non sta avvenendo. Il Movimento 5 Stelle ha deluso ogni aspettativa”. I. B. Ileana Bellaì
RIPOSTO Sei le squadra partecipanti alla gara svoltasi attorno al palazzo del commercio della cittadina marinara
Gli spingi-botti di Santa Venerina vincono il Palio di Eustachio Sì è disputata domenica 28 luglio, a Riposto, la XVI edizione del Palio delle Botti di Eustachio. La manifestazione ha avuto inizio con l’uscita dal Municipio della sfilata del Corteo storico del palio dei normanni di Piazza Armerina - Quartiere Castellina e dei gruppi musicali e sbandieratori “Fenicia Moncada” di Belpasso e “Antica Compagnia dell’Etna “di San Gregorio di Catania fino al lungomare, dove si è svolta la gara attorno alla Piazza del Commercio. All’evento sportivo hanno preso parte due rappresentative di Riposto (Ct) “Matrice” e “Scariceddu”, e le squadre rappresentanti il Comune di Castell’Umberto (Me), Mascali (Ct), Piazza Armerina - Quartiere Castellina (En), Santa Venerina (Ct). Il palio ha avuto inizio con le prove singole di qualificazione a tempo, che ha visto qualificare in ordine di arrivo la squadra di Mascali con un tempo di 1:07:55; Santa Venerina 1:09:17; Matrice (Riposto) 1:09:24; Scariceddu (Riposto) 1:10:27; Piazza Armerina 1:21:35; Castell’Um-
berto 1:28:33.La finale ha visto confrontarsi le prime tre rappresentative che hanno conseguito il miglior tempo nelle qualificazioni. Ad aggiudicarsi la XVI edizione del Palio la squadra di Santa Venerina, nonostante la caparbietà della squadra ripostese “Matrice”, seconda sul podio, composta dai fratelli Isidoro e Gaetano Venuto, più volte detentori del palio nel comune di Riposto. Terza la squadra mascalese. La rappresentativa “Scariceddu “ non riesce a salire sul podio, eppure esce a testa alta, con la soddisfazione di aver gareggiato nel segno dell’equilibrio e della sportività. Il quarto posto resta comunque un grande traguardo per la compagine ripostese guidata dagli atleti spingi botti Venerando Patti e Mirco Grasso, che si sono contraddistinti negli anni passati nella classifica a tempo, registrando eccellenti piazzamenti sul podio,in questo progetto sportivo promosso dalla Pro loco di Riposto. Nino Di Mauro
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Ricostruire le comunità
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SANTA VENERINA Mercoledì 31 luglio l’evento voluto dal gruppo che si occupa della raccolta fondi
Laude alla misericordiosa bellezza Annunciare l’amore di Dio con le espressioni più alte L’iniziativa di questa serata è animata dal desiderio di annunciare l’amore di Dio attraverso l’espressione del cuore tra le più alte, quale è la lode a Dio che sgorga dal canto sacro. Spinti da questo desiderio si è pensato di vivere questo momento di annuncio del Vangelo, in un luogo dove si richiama la misericordiosa Bellezza, che è Dio, attraverso la bellezza del suo dono e cioè, il Creato, al fine di raggiungere l’uomo nelle periferie del suo quotidiano, come ci ricorda spesso Papa Francesco nel suo invito di una Chiesa in uscita. “Uscite fuori per le strade, nei crocicchi: tutti quelli che troverete, chiamateli, nessuno escluso” (cfr. Mt 22,9 ), ricorda il Papa per indicare lo stile di vita della Chiesa “In uscita”, capace di consolare, soccorrere, curare e soprattutto rendere visibile la misericordia di Dio. Una Chiesa “In uscita”, per essere una Chiesa missionaria capace di quel coraggio che animò i primi discepoli ad annunciare la Bella notizia lungo le strade del mondo, cantando le lodi alla misericordiosa Bellezza. Letizia Franzone S’intitola “Laude alla Misericordiosa Bellezza” l’iniziativa prevista per il prossimo mercoledì 31 Luglio, con inizio alle ore 20.30, nell’Anfiteatro del Parco “Princessa” di Santa Venerina, Comune del nordest catanese alle pendici dell’Etna. Territorio, questo, duramente segnato dal sisma del 26 dicembre scorso, che aperto ferite profonde nelle comunità locali, se si considera che le chiese chiuse nella Diocesi di Acireale sono oltre quaranta e nel solo Comune di Santa Venerina 6 su 8 e tutte parrocchiali. A Santa Venerina si è formato il comitato “Ricostruiamo le nostre comunità”, nelle parrocchie di Santa Venera e Sacro Cuore, anche con lo scopo di raccogliere fondi per accelerare la riapertura delle chiese chiuse. La serata, promossa dall’Associazione cul-
PROGRAMMA Nella prima parte della serata canteranno le corali della Diocesi: Corale “Pierluigi da Palestrina” di Aci S. Antonio: Pachelbel’s canon of peace Johann Pachelbel Ave Maria Giulio Caccini Pacem in terris Marco Frisina Dirige m.° Sebastiano Russo Schola cantorum “Maria SS Salus Infirmorum di S. Maria Ammalati Trisaghion Marco Frisina Salve, Mater Misericordiae Marco Frisina Vidi la nuova Gerusalemme Marco Frisina Dirige m.° Luana Donato Gruppo Strumentale “Mater Salvatoris” di Acireale Il mio canto sale a te Paolo Lo Martire Questo io credo Ben Fielding- Matt Crocker trad. ital.Annabella Luciana Leone Lode al nome tuo Matt e Beth Redman Dirige m.° Giuseppe Garozzo “Amigos ne la fè” – Comunità Madonna della Tenda - San Giovanni Bosco Maria de Nazareth Padre Zezinho Oracion pe la fè Padre Azinho Amigos pe la fè Padre Fabio de Melo Dirige m.° Suor Rosalba Coro San Pio di Aci S. Filippo Misericordiae Domini in aeterno cantabo Henryk Jan Botor Lodate Dio Albisetti-Stefani- Stralsund Bontà, bellezza e provvidenza Di Mario – Recalcati Dirige m.° Giuseppe Maenza Nella seconda parte della serata interverranno diversi ospiti: Il GeDa, duo musicale Gesuele Sciacca e Daniela Greco; Scuola di danza e palestra”New fit”, insieme alla palestra di ginnastica artistica e ritmica”A. S. D. Le ali dello sport” di Acireale; Interverranno: don Marcello Pulvirenti, direttore dell’Ufficio pastorale della Dottrina sociale della Chiesa della diocesi di Acireale e parroco.della chiesa di Santa Maria degli Ammalati; i francescani padre Lorenzo e fra’ Claudio della comunita’ dei frati minori di San Biagio, in Acireale.
Il parroco don Giovanni Marino
turale “La Voce dell’Jonio” su idea di Letizia Franzone, teologa collaboratrice dell’omonimo giornale diocesano aderente alla Fisc, è organizzata in collaborazione con le due parrocchie e la Schola Cantorum Maria Sanctissima Salus Infirmorum di Santa Maria Ammalati di Acireale, con il patrocinio del Comune di Santa Venerina. L’iniziativa rappresenterà ben più di un concerto di canti sacri eseguiti da diverse corali e di performance di artisti locali della musica: si tratterà di un vero e proprio spettacolo solidale, incoraggiato anche dalla Diocesi di Acireale, cui le parrocchie coinvolte afferiscono. A animarne l’idea infatti, un duplice desiderio: da un lato trasmettere attraverso note e voci in armonia la profondità e l’universalità dell’annuncio evangelico dell’amore smisurato di Dio; dall’altro fare dell’occasione una leva di interesse per la ricostruzione spirituale, relazionale e materiale in favore delle comunità delle parrocchie promotrici. “Attraverso una tre le espressioni più alte del cuore, qual è la lode a Dio che sgorga dal canto sacro, spinti da un desiderio di condivisione, abbiamo pensato di vivere questo momento di annuncio del Vangelo, in un luogo dove si richiama la misericordiosa bellezza, che è Dio, attraverso la meraviglia del suo dono, il Creato, al fine di raggiungere l’uomo nelle periferie del suo quotidiano, come ci ricorda spesso Papa Francesco nel suo invito ad essere Chiesa in uscita” ha commentato la teologa Letizia Franzone richiamandosi a un preciso passo evangelico ispiratore: “Uscite fuori per le strade, nei crocicchi: tutti quelli che troverete, chiamateli, nessuno escluso” (cfr. Mt 22,9 ). “Ci siamo chiesti cosa poter fare come comunità cristiana, come cittadini e come custodi del nostro territorio colpito – commenta Giuseppe (Peppino) Vecchio, direttore de La Voce dell’Jonio -, consapevoli che danni simili, oltre a disgregare le nostre comunità, potrebbero richiedere una quantità di fondi di difficile reperimento e soprattutto tempi purtroppo molto lunghi, cerchiamo anche così di dare il nostro contributo per un ripristino delle nostre chiese, sperando di riuscire a coinvolgere il più possibile la cittadinanza e le comunità di fedeli del territorio”. Un’occasione di coesione, spiritualità e cultura, come sottolineato da don Giovanni Marino, parroco di Santa Venera e Sacro Cuore di Gesù: “Come comunità abbiamo pensato di iniziare a rimboccarci le maniche insieme non solo per raccogliere fondi necessari alla ricostruzione, ma soprattutto per ricostruire la nostra comunità ferita, in quanto luogo di incontro sfilacciatosi: certo, ciò che arriverà in termini di offerte lo devolveremo ai lavori necessari per i nostri edifici danneggiati, ma prima di tutto vorremmo riprendere il cammino di comunità dopo un evento sismico che ha disgregato i nostri nuclei relazionali”. Mario Agostino
Conferenza stampa: un momento di solidarietà L’iniziativa “Laude alla misericordiosa Bellezza” sottolinea che la ricostruzione delle chiese non è un fatto esclusivamente di luoghi sacri ma, anzi, una necessità per ridare vita, di gruppo e spirituale, alle comunità di Santa Venerina, colpite dal sisma dello scorso 26 dicembre. Presentata nella sede dell’archivio storico diocesano di via Genuardi ad Acireale, la serata di concerto, con canti sacri, danza e prosa, si svolgerà mercoledì 31 luglio, al parco Princessa di Santa Venerina. L’evento, ideato dalla teologa Letizia Franzone, raccolto e promosso da “La Voce dell’Jonio”, si muove a sostegno di due p ar ro cchie, ovvero quella di S. Venera e quella del Sacro Cuore, in collaborazione con le stesse, con la Schola Cantorum Maria Sanctissima Salus Infirmorum di Santa Maria Ammalati di Acireale e il patrocinio del Comune di Santa Venerina. “Intendiamo riaccendere i riflettori su questa situazione con un segnale di attenzione per la comunità in generale, creare la solidarietà è fondamentale anche alla riapertura dei luoghi di culto”, ha affermato il primo cittadino, Salvatore Greco. “L’iniziativa, che sì inserisce all’interno di un percorso fatto di altri appuntamenti con la raccolta fondi, mira a ritrovare l’entusiasmo della vita comunitaria e a fare in modo che la situazione non cada nel dimenticatoio”, ha spiegato don Giovanni Marino, che guida le due parrocchie interessate che, insieme
a quelle di Dagala, Maria Vergine, Cosentini e Bongiardo, sono le sei chiese parrocchiali chiuse in conseguenza del sisma. Attualmente sono aperte le due chiese parrocchiali di Linera e Monacella. “La misericordia e la bellezza, tema dell’evento, rappresentano la carità trinitaria e la donazione di qualcosa di nostro è un gesto compiuto affinché le comunità non siano sole”, ha dichiarato don Arturo Grasso, direttore dell’Ufficio delle comunicazioni sociali. “L’uomo ha smarrito, purtroppo, la dimensione della bellezza ed è fondamentale ritrovarla, incontrare gli altri nella quotidianità, non soltanto dentro le mura dei luoghi di culto ma fuori, in ogni ambiente, secondo l’invito di Papa Francesco riguardante la Chiesa in uscita”, ha spiegato la teologa Letizia Franzone. Che condurrà e spiegherà la serata con l’aiuto di Angela Spina. Nella naturalezza di un gesto compiuto per mostrare la solidarietà a chi vive una condizione difficile si ritrova l’importanza di essere tutti un’unica comunità, coesa e forte nell’ affrontare gli ostacoli. “Ci siamo perché come giornale siamo inquadrati in questa linea, essere attenti a ciò che accade intorno a noi, e, soprattutto partecipi di ciò che giova alla comunità”, ha dichiarato, tra l’altro, Giuseppe Vecchio, direttore de “La Voce dell’Jonio”. Rita Messina
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I PROTAGONISTI Quelli che al Parco Princessa animeranno la serata con grande slancio di solidarietà
Musicanti, cantanti e ballerini fare un’esperienza di tre mesi in Sicilia. Ospiti della comunità “Madonna della Tenda” di San Giovanni Bosco (Acireale), hanno avuto la possibilità di apprezzare da vicino la missione delle suore sperimentando il carisma e la spiritualità che reggono la comunità. Volendo continuare il percorso iniziato, sono ritornati in Italia, stavolta con il visto e il permesso di soggiorno, per avere la possibilità di diventare dei consacrati della comunità “Madonna della tenda”. Ad essi se ne sono aggiunti altri e tutti sono qui per approfondire lo studio e le esperienze di vita da mettere al servizio del prossimo. Le ali dello sport e New fit L’ asd “Le ali dello sport” nasce 4 anni fa dalla passione dell’istruttrice Alessandra Sciacca per la ginnastica artistica. Durante questi anni hanno ottenuto ottimi risultati sia in ambito regionale, che nazionale. La passione dell’insegnante non si ferma alla ginnastica ma va oltre, ampliando i suoi orizzonti con la danza moderna. Proprio a Santa Venerina, Alessandra conosce l’Insegnante di danza Agata Musumeci che istruisce il gruppo “New fit “e da 14 anni ballano insieme. Stasera hanno il piacere di presentare due coreografie nate dall’ unione di due stili diversi. Nella prima coreografia sulle note di “Comunque andare”, di Alessandra Amoroso, si esibiranno le ginnaste e le ballerine. Nella seconda esibizione, sulle note di “Ogni istante”, si esibirà il corso avanzato di danza moderna. Due frati minori di Acireale Padre Lorenzo è padre guardiano della piccola comunità dei frati minori francescani presenti nella chiesa di San Biagio, in Acireale. La piccola comunità è formata da p. Lorenzo, fra’ Claudio e fra’ Episcopo.
Catalano, con la finalità di animare le celebrazioni domenicali e i momenti forti del tempo liturgico. Il gruppo è la risultante dell’integrazione tra la schola cantorum “Mater Salvatoris”, nata nel 1999 per volontà dell’allora parroco don Gaetano Pulvirenti ed il frizzante gruppo chitarra parrocchiale curato dall’architetto Giovanni Bottino dal 2010. Il gruppo, la cui identità è in continua evoluzione, vanta nel suo passato la collaborazione con svariate corali del comprensorio e la partecipazione ad eventi cittadini come le cantate in onore della patrona Santa Venera, l’animazione della celebrazione del 25° anniversario di ordinazione episcopale di mons. Pio Vittorio Vigo, vescovo emerito di Acireale, e l’ordinazione diaconale e sacerdotale del nostro don Venerando Licciardello. Ha curato inoltre il tradizionale concerto natalizio e l’organizzazione della rassegna mariana “Omaggio a Maria”. Il nascente gruppo strumentale ha debuttato a Giugno del 2013 nel concerto: festa del Sacro Cuore di Gesù della parrocchia Maria SS. Del Rosario di Pompei di Scillichenti, ha preso parte alle varie edizioni della rassegna “Omaggio a Maria” ed ha partecipato a diverse rassegne nell’acese. Sin dal 2003 il gruppo è curato e preparato dal maestro Giuseppe Garozzo. Il gruppo ha il dichiarato intento di apportare novità alle celebrazioni al fine fare comunità giovane con i giovani rivolta ai Giovani nello Spirito.
Duo GeDa (Gesuele Sciacca e Daniela Greco) Il Duo Geda è formato da Gesuele Sciacca, medico compositore, da sempre con la passione della composizione e della musicoterapia e dalla moglie Daniela Greco voce solista. Il Duo Geda ha composto musica per orchestra e coro con la collaborazione del m° Giuseppe Romeo direttore d’orchestra dell’Istituto V. Bellini di Catania. Nel 1996 organizza un convegno di medicina energetica vibrazionale in cui partecipa il cantautore m° Franco Battiato. Da circa 10 anni il Duo compone musica per le poesie dei classici e di poeti contemporanei, realizzando le “poesie cantate”, partecipa alla realizzazione di spettacoli musicali e concerti a scopo culturale e di beneficenza.
Coro San Pio di Aci S. Filippo Il coro San Pio di Aci S. Filippo nasce l’ 11 febbraio del 2001 per volere dell’ allora parroco don Alessandro Di Stefano, con il desiderio di poter animare alcune celebrazioni liturgiche nella monumentale Basilica, durante il corso dell’ anno. Il coro fu fondato e gestito sino al 2014 dal m° Giovanni Grasso, e seguito dal m° A. Di Giacomo. Attualmente è diretto dal m° Giuseppe Maenza. In questi anni, il coro è stato promotore di diversi musical a carattere religioso e non solo. Ed ha riscosso numerosi consensi in varie manifestazioni dell’ hinterland.
Letizia Franzone, ispiratrice e conduttrice Letizia franzone vive ad Acireale. Ha conseguito la Licenza in Teologia Spirituale presso la Facoltà Teologica di Sicilia, Studio Teologico S. Paolo di Catania. Collabora con il periodico diocesano “La Voce dell’Jonio”. Angela Spina, conduttrice Angela Spina vive ad Acireale. Laureata in Economia è responsabile della selezione e dell’amministrazione del personale, presso un’ Azienda privata di Catania che opera a livello nazionale. Appassionata di musica e di canto, in passato ha fatto diverse esperienze nel settore dello spettacolo locale come presentatrice di serate musicali, cantante in gruppi di musica folcloristica e musica leggera, animando anche serate di piano – bar. E’ appassionata anche del buon cinema italiano e dei racconti di avventura. Don Marcello Pulvirenti Don Marcello Pulvirenti è nato a Catania il 21.01.1964. E’ stato ordinato sacerdote il 26 settembre del 1992 e dall’ottobre del 1997 è parroco della comunità parrocchiale Santa Maria degli Ammalati di Acireale. Ricopre anche il servizio di Direttore dell’Ufficio di Pastorale Sociale della Diocesi di Acireale. Don Marcello canterà qualche canzone facendo una breve riflessione- testimonianza sul tema della serata.
Schola Cantorum Maria SS. Salus Infirmorum Parrocchia Santa Maria degli Ammalati (Acireale) La schola cantorum “Maria SS. Salus Infirmorum” si forma ereditando alcuni dei componenti e degli obiettivi di una realtà esistente da più di un ventennio nella parrocchia Santa Maria degli Ammalati di Acireale. Il gruppo di giovani ragazzi, nato dalla voglia di aggregazione e dalla passione per il canto e per la musica, anima la liturgia domenicale, ma soprattutto solenni celebrazioni e matrimoni. Costituito da quattordici elementi, tra musicisti e cantori, il Coro propone un repertorio di canti religiosi, classici e moderni, ma anche popolari. La condivisione e la fede sono i principi cardini di questa giovane realtà che fa del canto uno strumento di coesione e diffusione dei valori cristiani. Il Coro è già stato invitato a solennizzare varie Celebrazioni Eucaristiche, fuori parrocchia, in occasione di feste patronali. Ha partecipato a diverse rassegne corali tenutesi nelle chiese della Diocesi di Acireale. Ha organizzato e partecipato, da cinque anni, alle Rassegne Mariane “Un canto a Maria”, presso la parrocchia di Santa Maria degli Ammalati. Ha preso parte al Raduno diocesano delle Scholae cantorum e delle Corali polifoniche, presso la Basilica Cattedrale di Acireale (Novembre 2014). Si è esibito presso la chiesa Maria SS. del Rosario, di Furci Siculo, per la serata conclusiva del seminario di aggiornamento “Mons. Alfio Inserra”, organizzato dalla Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici),nel settembre del 2015.
Amigos ne la fè * Comunità Madonna della Tenda (San Giovanni Bosco) Gruppo Strumentale Mater Salvatoris “Amigos ne la fè” è un gruppo formato da cinque ragazzi brasiliani, Adriano, Anderson, William, Luan e Wescley. Alcuni di essi, aderendo in Brasile ad un progetto vocazionale guidato da fratel Giovanni e da altri sacerdoti del luogo, sono stati invitati a
Il gruppo strumentale “Mater Salvatoris” che opera nella chiesa parrocchiale SS. Salvatore di Acireale, nasce nel 2012 su pressante richiesta dei giovani sotto la guida del parroco don Marco
“Associazione Musicale Giovanni Pierluigi da Palestrina” È stata fondata dal maestro Franco Greco nel 1976. Negli anni svolge intensa attività concertistica in tutta la Sicilia. Nel 1983, su invito dell’Ass. Italiana Santa Cecilia, prende parte in San Pietro a Roma al Convegno Nazionale delle Scholae Cantorum in occasione del XXV di episcopato di S. Giovanni Paolo II, tenendo anche un concerto nella Capitale. Nello stesso anno si costituisce in Associazione, organizza annualmente gli “Incontri Musicali Città di Aci Sant’Antonio” e un seminario di studi sul tema “Voce e Coralità” tenuti da maestri Bruno Zagni, Marika Rizzo e Nino Albarosa. Nel maggio 1994 il gruppo partecipa a Palermo al Concerto “In Memoriam” dedicato alle vittime della mafia; per l’occasione brani del coro sono stati inseriti nell’incisione dal vivo di un CD. Nel settembre 1995 la Corale “Palestrina” rappresenta l’Italia al “IV Festival Internazionale del Coro Polifonico” a Tripolis in Grecia. E’ scelta per animare una Santa Messa in occasione delle festività del Santo Patrono, Sant’Antonio Abate, trasmessa in diretta su RAI1. Dopo la scomparsa del m° Greco, dall’agosto 2001 la corale è diretta dal m° Sebastiano Russo. Nel 2010 è invitata alla Rassegna Internazionale Cantemus Domino di Poggio Rusco (MN) organizzata da AMET - Associazione Musica E Tecnologia; per l’occasione brani del coro sono inseriti nell’incisione di un CD. Organizza ogni anno, in occasione del Natale, la Rassegna intitolata “Notte di stelle…Notte d’amore” nella quale si commemora la scomparsa del m° Greco e in tale occasione nel 2011 festeggia i 35 anni di attività ospitando 2 cori provenienti dal Wisconsin (USA) : la “Kantorei Appleton West High School” e la “Mc Curdy Theatre Arts Group”. Nel marzo 2011, in occasione del 150° dell’Unità d’Italia, la corale viene riconosciuta come “Gruppo di Musica Popolare e Amatoriale di Interesse Nazionale” dal Ministro per i Beni e le Attività Culturali . A settembre 2014 partecipa al Convegno – Pellegrinaggio “Cantare la fede” (Convegno sul tema: “Musica a servizio della Liturgia e dell’Evangelizzazione”) a Roma tenuto dal m° Marco Frisina e nell’occasione anima la S.Messa presieduta da Papa Francesco.
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ACIREALE Anche una visita in Municipionella sala del Consiglio comunale per i piccoli profugi nel deserto algerino
I bambini Sahrawi come a casa loro Nell’ultima seduta del Consiglio comunale di Acireale la presidente del civico consesso, dott.ssa Sonia Abbotto ha dato il benvenuto ad un gruppo di sette bambine e bambini sahrawi presenti in aula. Dal 2016, grazie all’associazione “Mi Casa Es Tu casa”, Acireale ospita, nei mesi di luglio ed agosto, bambini sahrawi profughi nel deserto algerino, continuando un’iniziativa cominciata già nel 1996 con le associazioni “Al Awda” prima e, successivamente, “Volas”. Chrif, Minatu, Aya, Raia, Chej-Lekbir, Mohamed, Ahmed e il loro accompagnatore Jalil Mohamed Lamin, sono giunti ad Acireale lo scorso 7 luglio grazie al progetto “Bambini Sahrawi Ambasciatori di Pace” che si svolge in collaborazione con il Ministero della Gioventù e dello Sport della Repubblica Araba Sahrawi Democratica (RASD) e con le autorizzazioni del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali italiano. Questo progetto permette ai bambini di avere cure mediche ed alimentazione adeguate, conoscere realtà diverse rispetto al deserto in un periodo dell’anno quando le temperature superano i 50 gradi, testimoniare la loro storia fatta di sofferenze, mancanza del rispetto dei diritti umani fondamentali insieme alla lotta pacifica nell’attesa, ormai lunga oltre 40 anni, del referendum per l’autodeterminazione promesso dalle Nazioni Unite e mai avvenuto. L’ex colonia spagnola del Sahara Occidentale, terra ricca di risorse minerarie (particolarmente fosfati) ed affacciata sulla pescosa costa dell’Oceano Atlantico, è a tutt’oggi contesa dal Marocco a scapito delle popolazioni indigene, un crogiuolo di tribù berbere, beduine e arabo-yemenite. A seguito dell’invasione marocchina (1975) parte della popolazione civile, per sfuggire al genocidio, si rifugia nel deserto algerino: attualmente circa 160.000 sahrawi, con dignità e fierezza, vivono la condizione di profughi. Nonostante le terribili condizioni ambientali hanno scavato pozzi, avviato coltivazioni ed allevamenti, creato scuole e ospedali: l’amministrazione è affidata prevalentemente alle donne che assicurano, secondo necessità, beni e servizi provenienti dalla solidarietà internazionale. In una lettera inviata al Consiglio Comunale acese da Sara Scudero, presidente dell’associzione “Mi Casa Es Tu casa”, letta in aula consiliare dalla presidente Abbotto, si è ricordato
come lo scorso 8 marzo 2019 è stata inoltrata al Sindaco e alla Giunta una proposta di gemellaggio Acireale-Bojador, villaggio da cui provengono i bambini attaulmente ospitati presso l’Istituto San Luigi. La stessa Associazione si è dichiarata disponibile ad affiancare l’Amministrazione per predisporre tale procedura che dovrà poi essere presentata ed approvata
dal Consiglio comunale. La conclusione della lettera ha dato voce ai pensieri degli stessi bambini sahrawi che ringraziando la Città per l’ospitalità e l’amicizia dimostrata, per le cure offerte, per la felicità di avergli fatto scoprire cosa sia il mare, si augurano che il legame instaurato possa rinsaldalsi ancora di più nel prossimo futuro. L’azione di gemellaggio sarebbe un segnale importante di vicinanza umanitaria, di adesione alla resiliente ricerca di legittimità politica del popolo Sahrawi: una bella pagina di democrazia che speriamo Acireale voglia scrivere presto. Katya Musmeci
DIOCESI Il raduno annuale organizzato dal coordinamento degli oratori
Quasi in mille nella villa di Fiumefreddo Quasi mille tra bambini ed animatori di tutta la Diocesi si sono riuniti nella villa comunale di Fiumefreddo per la grande festa annuale del Raduno degli Oratori della diocesi. Quest’anno il tema deciso dal Coorda, il Coordinamento degli oratori della Diocesi di Acireale, è stato l’”impegno” attraverso la dimensione del gioco. Il sussidio 2019 è stato “Mettiti in gioco”. Si è scelto di parlare ai giovani con un linguaggio immediato, una trama semplice invitando appunto questi ultimi a mettersi in gioco portando ad esempio la storia di due fratelli che stanno preparando il Gioco dei Giochi, il più bello mai creato, ma uno dei due fratelli si accorge che manca ancora qualcosa. Per scoprirlo decide di partire per un lungo viaggio. Il Gioco dei Giochi sembra essere stato abbandonato, ma di nascosto qualcuno lo sta modificando per farlo diventare un gioco che cattura e da cui è impossibile uscire. E’ qui che entra in gioco Mastro Ludo e Vik , due responsabili del laboratorio tester che si impegnano a salvare il gio-
co. In questa impresa li aiuterà Ruah , lo Spirito del Gioco. E proprio a Fiumefreddo, al raduno degli oratori estivi, Mastro Ludo ha intrattenuto quasi un migliaio di giovani in una esperienza interattiva e di gioco, attraverso un percorso di fede scandito dalle figure e dall’insegnamento di alcuni santi. Solo la decima e ultima tappa non ha un testimone, perché il messaggio del Sussidio 2019 è farsi carico della risposta che ciascuno deve dare allo Spirito di Santità. “In tutta la Diocesi gli anima educatori hanno iniziato questo percorso che non deve trascendere dalla preghiera che rappresenta una parte fondamentale del Sussidio “- ha detto padre Rosario Di Bella , parroco della chiesa Madre S.Leonardo Abate ai circa 80 giovani dell’oratorio estivo Don Bosco, che domenica scorsa hanno iniziato il loro cammino verso la santità che li farà crescere e li spingerà a mettersi in gioco. ADF
SOLIDARIETÀ In tanti alla serata fraterna conclusa a tavola
DIOCESI Nuovo vertice per la Pastorale giovanile
Per la “Comunità Madonna della Tenda” Don Orazio Sciacca direttore Dico spesso che piccoli gesti regalano grandi emozioni. Così è stato e così è… Quest’anno, in occasione dei 25 anni dalla nascita della “Comunità Madonna della Tenda” nel territorio acese, con suor Alfonsina e suor Rosalba si è pensato di organizzare una cena solidale per festeggiare questi anni di vita assieme e, allo stesso tempo, raccogliere un pizzico di quella “Provvidenza” che serve a sostenere e supportare in modo concreto le attività della Comunità, aiutando economicamente le famiglie ospiti all’interno della Tenda. L’invito, esteso a tutti i volontari e agli amici che frequentano la Comunità, è stato accolto con grande entusiasmo e i 130 ospiti della “cena solidale” con la loro generosità e il loro entusiasmo hanno trascorso una serata magica sotto il cielo stellato di via Patellazza,
in quel luogo che sa di magico tra Guardia e Santa Venerina, in territorio parrocchiale di San Giovanni Bosco, con la luna che inargentava il mare di Aci. L’impegno per la realizzazione della serata è stato notevole ma anche i risultati sono stati importanti. La serata è stata proficua e l’intento di sostenere economicamente la Comunità è stato raggiunto. Un grazie immenso al volontario Rosario Pappalardo e al suo gruppo musicale (Passo Sonoro) che hanno allietato la serata con musiche e canti e alla poetessa Rosalda Schillaci, che ha recitato una sua poesia dedicata all’Amore e all’altruismo. Continuo a sostenere che la solidarietà è un grande arricchimento per tutti. Laura Galvagno
Il vescovo mons. Antonino Raspanti ha nominato don Orazio Sciacca direttore del Servizio per la Pastorale giovanile della diocesi di Acireale. Sostituisce don Giuseppe Pavone, nominato Assistente diocesano del Settore Giovani di Azione Cattolica Don Orazio Sciacca, nato ad Acireale il 31 ottobre del 1992, è originario della Parrocchia Santuario “Maria SS. di Loreto” in Acireale. Dal 2012 al 2108, alunno del Seminario Vescovile , ha frequentato lo Studio Teologico “San Paolo” di Catania e nel 2018 ha conseguito il titolo di Baccelliere in Sacra Teologia con una tesi dal titolo “Sacramento della Riconciliazione e formazione della coscienza morale dei giovani alla luce del Giubileo della Misericordia”. Attualmente frequenta la Licenza in Teologia, specializzazione Catechetica, presso l’ Istituto Teologico “San Tommaso” di Messina ed un Master per Educatori di giovani ed adolescenti presso la “Pontificia Università Salesiana” di Roma.
Don Orazio Sciacca, ordinato sacerdote per l’imposizione delle mani e la preghiera di consacrazione di mons. Antonino Raspanti il 29 ottobre 2018, svolge il suo ministero da vicario parrocchiale nelle comunità “SanGiovanni Battista” e “Santa Maria la Nova” in Acitrezza. Don Orazio: “Ringrazio il Vescovo per la fiducia accordatami nell’affidare alla mia persona quest’incarico di respiro diocesano. Fare Pastorale giovanile oggi significa credere nei giovani, nel loro potenziale di vita, nella bellezza che sgorga abbondante dai loro occhi; è Cristo in persona che, per mezzo della Chiesa, crede in loro! Penso allora sia fondamentale ripartire dal quotidiano, dall’impegno nelle parrocchie e da una collaborazione sincera e fattiva fra i vari enti e uffici posti al servizio dei più giovani. Cari giovani, siate portatori di speranza per la nostra amata Chiesa di Acireale, noi ci impegniamo fin d’ora ad esservi compagni di viaggio in questa bella avventura!”
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DIOCESI Il direttore dell’”Istituto Sant’Agostino” ci parla dei nuovi corsi e sottolinea la qualità della proposta didattica
Don Raciti: “Formazione teologica e non solo” Il 9 settembre 1986, in seguito al riconoscimento della Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana “ad triennium et ad experimentum”, è stato istituito nella Diocesi di Acireale l’Istituto di Scienze Religiose “S. Agostino”. Tale riconoscimento è stato confermato il 16 luglio 1990 e, per ultimo, a tempo indeterminato il 10 luglio 1993. In seguito al “Progetto di riordino della formazione teologica in Italia” l’ISSR “S. Agostino” ha cessato i suoi corsi accademici, estinguendosi del tutto nel 2008. Ciò nonostante, benché senza finalità accademiche e secondo le modalità più opportune, ha continuato a prestare il suo servizio per la formazione teologica e catechetica di tanti operatori pastorali, grazie anche alla coordinazione con diversi Uffici diocesani. Nel 2013 è nata ad experimentum, nei locali della Parrocchia “Gesù e Maria” in S. Antonino di Mascali, la Scuola Teologica di Base “S. Antonio di Padova”, con formazione triennale e, dato il gran numero di iscritti, nel 2014 si è aperta l’altra sede ad Acireale “S. Agostino d’Ippona”. Ultimamente, volendo dare forma istituzionale alle iniziative degli Uffici diocesani e ai percorsi teologici di detta scuola, soprattutto per consentire ai laici una conveniente formazione nelle scienze sacre come previsto nella Gaudium et spes e nello stesso Codice di Diritto Canonico, è stata costituita la “Scuola di Formazione Teologica” che prevede un percorso non accademico e la cui responsabilità spetta unicamente alla Diocesi: ecco allora che mons. Antonino Raspanti, Vescovo di Acireale, ha eretto l’Istituto Diocesano di Teologia “S. Agostino” con decreto del 28 dicembre 2015. L’istituto da circa otto anni è diretto da don Daniele Raciti, già vicario al duomo di Mascali e a quello di Giarre, parroco prima a S. Antonino e S.
Venera di Mascali ed attualmente a Maria SS. del Carmelo in Riposto, col dottorato in Sacra Teologia conseguito all’università Lateranense di Roma ed un master in Bioetica e sessuologia all’istituto S. Tommaso di Messina. “L’Istituto S. Agostino di Acireale si è sempre contraddistinto per la qualità della proposta didattica e per la profondità della ricerca teologica ed ha costituito per la nostra diocesi un’importante istituzione pienamente inserita nella vita ecclesiale e utile strumento di formazione per coloro che si preparavano ad assumere ministeri, per i religiosi non sacerdoti e le religiose, per gli insegnati di religione, per gli operatori pastorali e per i laici che volevano approfondire la conoscenza delle verità cristiane”, ci dichiara don Daniele. “Il 2 settembre saranno aperte le iscrizioni all’anno accademico 2019/20 – prosegue il direttore – con un corso, voluto dal vescovo mons. Raspanti, avente la durata di due anni con le finalità di formare fedeli, laici e religiosi in ordine all’arricchimento della propria vita cristiana; promuovere e approfondire con metodo scientifico la conoscenza e lo stadio della dottrina cattolica; curare la formazione teologica degli operatori pastorali; cooperare all’aggiornamento degli insegnanti di religione cattolica. A partire dal secondo anno di frequenza, gli iscritti potranno scegliere di seguire il corso per accoliti o per lettori”. Ciliegina sulla torta, le lezioni, che inizieranno ad ottobre e si terranno ad Acireale nella sede dell’Istituto “Sant’Agostino” in via S. Martino 2, saranno arricchite anche dalla collaborazione dell’Istituto con l’associazione “Scienza & vita”, sempre preziosa nelle sue proposte di formazione umana e cristiana. Mario Vitale
SOLIDARIETÀ Quadrangolare di calcio tra squadre di dipendenti Coop a favore della comunità di Pennisi
Un aiuto per ristrutturare la “Casa dei giovani” La terra nelle frazioni acesi ha tremato nel giorno di Santo Stefano, isolando molte zone, e la carità non ha smesso di essere vicina alle comunità colpite. Molte iniziative si sono svolte in questi mesi affinchè le popolazioni e le comunità ecclesiali che hanno subito il sisma non fossero dimenticate e abbandonate. La Caritas della diocesi di Acireale si è attivata sin dalle prime ore dopo il terremoto con i suoi mezzi, consolidando sempre più rapporti di profondo legame e collaborazione con alcuni enti per affrontare diverse emergenze Mercoledì 24 luglio 2019 nell’impianto sportivo “Campetti Massimino”, sito in Gravina di Catania, si è disputato un quadrangolare di beneficenza organizzato dalla COOP alleanza 3.0. Si sono affrontate 4 squadre formate dai dipendenti degli ipermercati COOP delle Zagare,
Le Ginestre e due del Ipercoop Katané. Il ricavato della serata, oltre 1000 euro, è stato devoluto per la ristrutturazione della Casa dei Giovani in Pennisi, frazione di Acireale fortemente colpita dal recente terremoto.
Don Orazio Tornabene, direttore della Caritas della diocesi di Acireale :”Ringrazio a nome mio personale ,della diocesi e della Caritas di Acireale, la COOP per l’impegno a favore delle comunità ferite. Abitazioni civili, posti di lavoro ed edifici di culto improvvisamente ed in pochi secondi devastati dalla scossa sismica. La Caritas non si ferma e anzi si fortifica in questi momenti difficili perchè la collaborazione e la generosità ci fanno riscoprire comunità pronta a rialzarsi insieme”. Per la riuscita dell’evento si ringraziano inoltre Gisella Privitera di Coop Alleanza 3.0 e responsabile zona Soci Sicilia Sud Est e Salvo Raffa, presidente del CSVE Don Arturo Grasso, direttore Comunicazioni Sociali
Parrocchie
Madonna delle Grazie festa patronale
Domenica 21 luglio si sono conclusi i solenni festeggiamenti in onore della Madonna delle Grazie che si venera nell’omonima frazione di Acireale. Come ogni anno numerosi pellegrini sono accorsi a rendere omaggio alla Beata Vergine Maria. Sia il triduo, che il giorno della festa , martedì 2 luglio, la chiesa è stata gremita di fedeli per tutte le celebrazioni delle S.Messe ed in particolare per la tradizionale Messa in cortile, quest’anno presieduta dal nostro vescovo Antonino Raspanti. Particolarmente partecipata e sentita la Processione con l’effige della Madonna, avvenuta domenica 7 luglio. Un’estate ricca anche di eventi che hanno coinvolta tutta la Comunità, a partire da una serata di Karoke e Balli di gruppo, la 3 ^ edizione della Corrida ed infine , domenica 21 la Compagnia Teatrale della Parrocchia “Insieme all’improvviso”, nata da quasi 2 anni , ha portato in scena la tradizionale commedia in 3 atti di Nino Martoglio: “L’aria del continente”, molto partecipata e gradita dal pubblico presente. P. R.
MERIDIANE Nel solstizio d’estate osservato il mezzogiorno astronomico ad Acireale e nella chiesa Madre del paese sulle alte pendici dell’Etna
Molti giovani e turisti in Cattedrale Nino Ortolani spiega a Castiglione Anche quest’anno è stato possibile osservare il mezzogiorno astronomico sulla meridiana della cattedrale di Acireale, nel giorno del solstizio d’estate, il 21 giugno. Infatti anche il nuovo parroco del Duomo don Mario Fresta (dando seguito all’iniziativa lanciata diversi anni fa da don Roberto Strano), ha curato l’organizzazione dell’evento insieme con l’avv. Andrea Romeo (presidente dell’Azione Cattolica parrocchiale) e con il gruppo giovani, che si sono pure occupati della ripresa video e del collegamento web. Non è stato presente invece l’ing. Nino Ortolani, lo studioso esperto della meridiana che da anni se ne occupa, perché invitato quest’anno (come diciamo in altra parte del giornale) a seguire l’evento presso la meridiana della chiesa madre di Castiglione di Sicilia. Al suo posto ha seguito l’evento il prof. Nino De Maria, il quale ha cominciato una mezz’oretta prima ad illustrare le caratteristiche della meridiana acese, costruita nel 1843 dall’astronomo danese Federico Cristiano Peters (il quale è pure autore della meridiana simile che si trova a Catania nella chiesa di San Nicolò La Rena). Si tratta di una meridiana solare orizzontale, orientata in direzione nordsud, che segna quotidianamente il mezzogiorno astronomico grazie al raggio di sole proiettato attraverso un foro (gnomone) praticato nella volta della cappella di Santa Venera. Molto numeroso il pubblico intervenuto, che aumenta sempre più di anno in anno, grazie anche alla pubblicità che viene data all’evento, soprattutto da quando l’osservazione è stata estesa pure al solstizio d’inverno (21 dicembre)
ed agli equinozi (21 marzo e 23 settembre). In molti infatti affollavano i primi banchi della chiesa fin da mezzogiorno, nell’attesa dell’ora fatidica, ivi compresi numerosi bambini di un gruppo grest intervenuti con i loro animatori, e che hanno seguito compostamente e con molta attenzione, seduti in posizione d’onore sui gradini e sul pavimento della cappella di Santa Venera. All’approssimarsi dell’ora “X”, tutti gli sguardi e le attenzioni si sono concentrati sull’estremità meridionale della meridiana, seguiti anche da Nino De Maria che ha dato le ultime informazioni mentre il raggio di sole toccava l’asse centrale, alle 13,01 circa, salutato dagli applausi dei presenti, dagli scatti dei fotografi e dal suono a festa delle campane della cattedrale. In quel momento si è potuto assistere inoltre, in diretta, ad un fenomeno atmosferico verificabile abitualmente sulla meridiana, e cioè il passaggio di alcune nubi in cielo. Attraverso il raggio solare proiettato dallo gnomone, è possibile infatti osservare ciò che avviene in cielo, comprese le eclissi di sole, e tutto ciò è visibile con il cosiddetto “effetto camera oscura”, cioè rovesciato. E quindi, mentre il raggio del sole proseguiva il suo cammino verso oriente (sul pavimento, ma verso occidente in cielo), don Mario Fresta e l’avv. Andrea Romeo hanno salutato e ringraziato gli intervenuti e dato appuntamento per l’equinozio d’autunno, il prossimo 23 settembre. AD
Una novità assoluta si è registrata quest’anno nella chiesa madre di Castiglione di Sicilia, intitolata ai santi Pietro e Paolo, dove è presente un’artistica meridiana solare. Qui, per iniziativa del nuovo parroco don Orazio Greco, è stato osservato l’arrivo del sole, a mezzogiorno, nel giorno del solstizio d’estate, il 21 giugno, così come si fa ormai da diversi anni sulla meridiana della Cattedrale di Acireale. E per l’occasione don Orazio ha invitato a seguire l’evento ed a commentarlo proprio colui che è diventato l’animatore abituale dell’osservazione che si fa sulla meridiana acese, l’ing. Nino Ortolani, esperto e studioso di meridiane (in particolare di quella acese, a cui ha pure dedicato una pubblicazione). La meridiana di Castiglione, anch’essa di tipo orizzontale, è stata costruita nel 1882 dall’astronomo Temistocle Zona (docente universitario a Palermo, ma di origine veneta) e si trova all’interno della Matrice di Castiglione, dove riceve il raggio solare da un foro (gnomone) posto su una parete laterale della chiesa, anziché in alto come nella generalità di tali manufatti. Essa, che si trova in ottimo stato di conservazione, possiede inoltre una caratteristica non comune nelle meridiane: riporta nel suo tracciato il cosiddetto “analemma”, cioè la curva a forma di otto allungato che indica il discostamento tra l’ora astronomica (indicata dal sole sull’asse centrale della meridiana) e l’ora convenzionale del nostro fuso orario (quella segnata dagli orologi). In Italia – ci dice l’ing. Ortolani
– “l’ora convenzionale è entrata in vigore con il Regio Decreto del 10 agosto 1893 per regolare il servizio delle Strade Ferrate in tutto il Regno d’Italia”. E quindi la meridiana di Castiglione ha anticipato di circa 10 anni l’ora unica dello stato italiano, che all’epoca non era ancora uniforme su tutto il territorio nazionale, considerando pure che il nuovo Regno era “giovane” di una ventina d’anni, mentre in precedenza l’Italia era divisa in numerosi piccoli stati (ciascuno con un suo calcolo dell’ora locale). Tutte queste informazioni – ed altre ancora – l’ing. Ortolani ha fornito agli intervenuti (in numero alquanto cospicuo) nella mattinata del 21 giugno nella Matrice di Castiglione, suscitando l’interesse dei presenti e coinvolgendoli pure – com’è sua abitudine – in piccoli esperimenti di osservazione astronomica. All’una e qualche minuto (considerato che siamo in regime di ora legale) è stato osservato il raggio solare toccare l’estremità meridionale della meridiana. Data la differenza di longitudine, sarebbe stato interessante collegarsi con la Cattedrale di Acireale per constatare la differenza di tempi – seppur minima data la breve distanza tra le due località –nell’arrivo del raggio solare (e quindi del mezzogiorno astronomico), ma per motivi tecnici ciò non è stato possibile. Possiamo quindi concludere parlando di ottima riuscita dell’evento, che è comunque da ripetere. AD
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Speciale Santa Venera
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CELEBRAZIONI I sacri riti religiosi conclusi domenica 28 con la Messa vespertina e la benedizione delle Reliquie
La santa Messa vespertina di domenica 28 luglio e la benedizione con le sacre Reliquie erano i momenti conclusivi dei solenni annuali festeggiamenti in onore di Santa Venera, vergine e martire, Patrona della città e della diocesi di Acireale. Il prezioso argenteo busto reliquiario, che si venera presso la Basilica Cattedrale, era stato riposto nella propria Cappella ed esposto alla venerazione dei fedeli sin dalla tarda serata di venerdì 26 luglio scorso quando, a conclusione della giornata della solennità, aveva fatto rientro nella Basilica Collegiata che, comunque, non è intitolata a Santa Venera ma dedicata alla Beata Vergine Maria, ivi venerata sotto il titolo dell’Annunciazione, come si evince chiaramente dall’iscrizione che orna il bianco gruppo marmoreo posto sulla facciata esterna sopra l’ingresso principale della chiesa. Quest’anno ricorreva uno storico anniversario, il settantacinquesimo, da quando, nel 1944, il venerato argenteo simulacro veniva trasportato per la prima volta (per volontà del compianto vescovo pro-tempore, mons, Salvatore Russo, le cui spoglie riposano in Cattedrale) presso la comunità parrocchiale della frazione acese ‘Pennisi’, ove esso veniva nascosto nella locale casa canonica parrocchiale, per essere preservato dai pericoli dei bombardamenti del secondo conflitto mondiale. Di quell’evento è stata fatta opportuna storica rievocazione la sera del 25 luglio in piazza Duomo, ricordando il forte bombardamento che interessò la nostra città nella notte tra il 14 ed il 15 novembre, quando si era appena conclusa la giornata dedicata all’annuale commemorazione della traslazione delle venerate reliquie della Santa martire ad Acireale. La giornata vigiliare si concludeva con il rientro del simulacro in processione proveniente dalla chiesa del
Santissimo Salvatore, ove esso era stato custodito dalla sera precedente, al rientro dalle comunità di Pennisi, Fiandaca e Piano d’Api, visitate nella storica ricorrenza, ma anche per sottolineare la forte protezione che la Santa Patrona, intercedendo presso Dio Padre, aveva ancora una volta offerto ai propri concittadini durante la forte scossa sismica dello scorso 26 dicembre, tanto che si registravano solo ingenti danni materiali anche alle locali comunità ecclesiali ma, per fortuna, senza nessuna vittima. La sera del 25 luglio, oltre alla storica rievocazione degli eventi che interessarono la nostra città nel corso del periodo bellico, si celebravano in piazza Duomo i Primi Vespri solenni presieduti dal vescovo mons. Antonino Raspanti e, di seguito, l’applauditissimo tradizionale ‘Concerto delle Cantate’ a cori riuniti sotto la direzione del m° Giuseppe Romeo; infine, il rientro in Cattedrale, con la reposizione del simulacro nella Cappella. L’indomani mattina, le tradizionali celebrazioni eucaristiche, tra cui il solenne ‘Pontificale’, presieduto dal vescovo di Ragusa mons. Carmelo Cuttitta (già vescovo ausiliare di Palermo) alla presenza del Cardinale Paolo Romeo e dei vescovi emeriti mons. Giuseppe Malandrino e mons. Paolo Urso, quest’ultimo, acese di nascita e tra l’altro, predecessore di mons. Cuttitta sulla cattedra diocesana del capoluogo ibleo. Nel corso della serata, infine, le artistiche Candelore, dedicate alle antiche corporazioni artigiane acesi, precedevano la trionfale uscita del busto reliquiario della Santa martire a bordo dell’argenteo fercolo per il giro d’onore che, lungo le vie del centro storico, si concludeva, poi, con l’atteso ed applauditissimo spettacolo piro-musicale in piazza Duomo. Nando Costarelli
PELLEGRINAGGIO Il vescovo con il busto reliquiario nell frazioni terremotate
“Possa dare la Patrona conforto e speranza” Il vescovo mons. Antonino Raspanti, mercoledì 24 luglio, in occasione dei solenni festeggiamenti della patrona Santa Venera, si è recato in pellegrinaggio con il busto reliquiario della Vergine e Martire Venera nelle frazioni acesi, Fiandaca, Pennisi e Piano d’Api, colpite dal recente terremoto di Santo Stefano. “Ogni uomo è fragile - ha dichiarato il vescovo - e non trova sicurezze su questa terra. L’uomo non troverà mai l’equilibrio in questa vita perché essa è instabile, così come è stato reso instabile il nostro territorio dal terremoto. Chi cerca più del dovuto certezze su questa terra alla fine sarà triste perché non le troverà. L’unica rassicurazione è Cristo con il quale ci ritroveremo un giorno insieme a celebrare nella gioia l’eucarestia celeste. Siamo pellegrini insieme a Venera; Pennisi le ha dato nel 1943 alloggio e rifugio per sfuggire alla guerra, oggi le parti si sono invertite. Possa dare la nostra santa patrona conforto e speranza a tutta la comunità. I tempi di una pronta ripresa e ricostruzione dipendono anche da noi uomini”.
ARTE E FEDE
Una festa antica che si rinnova sempre L’iconografia acese della Santa Patrona al Museo diocesano Il culto per Santa Venera, il suo legame con la città di Acireale, l’affermarsi progressivo nel tempo della devozione da parte dei fedeli ed il contemporaneo sviluppo architettonico ed artistico della città sono i punti cardine su cui è incentrata la mostra dal titolo “L’iconografia acese di Santa Venera – Santa tutelare padrona”, che ha attualmente sede al Museo Diocesano di Palazzo D’Amico, in via Mons. Genuardi 16, ad Acireale. Si tratta di un percorso completo, ricco di iconografie ritraenti la Santa in forma di pitture, statue di terracotta, in cera etc., provenienti dalle chiese cittadine e dell’hinterland. Un’iniziativa che mira alla valorizzazione del patrimonio sacro locale. “È una sinergia perfetta fra tre istituzioni importanti: la Chiesa, lo Stato e la Regione, che sta dando i suoi frutti ovunque in Sicilia”, ha affermato Nello Musumeci, presidente della Regione Siciliana, “È la nuova politica dei beni culturali, che passa attraverso la tutela di essi e la fruizione, esponendoli in luoghi adatti ed accessibili ma anche sicuri”, ha continuato lo stesso nella serata di inaugurazione della mostra. Il Museo ospita, infatti, opere che mostrano il cammino dell’iconografia relativa a Santa Venera, fino ad arrivare all’immagine canonica e ormai di riferimento, realizzata da Giacinto Platania nel 1642. La tela, custodita nella Basilica Cattedrale, rappresenta la martire con tre oggetti nella mano sinistra: il crocifisso, la palma cinta da tre corone ed il libro. Osservando questi pezzi di arte sacra si ricostruisce l’iter dell’aspetto devozionale e quello della tradizione: in un olio su tela Venera è affiancata da San Sebastiano. Il quadro proviene dalla chiesa di Santa Tecla. “La storia della Santa è contenuta in un patrimonio dipinto ed è stata accolta dalla gente di Acireale e tradotta nelle cose della vita quotidiana. È un corpo vivo che si muove in queste testimonianze”, ha affermato il vescovo, mons. Antonino Raspanti. All’interno della mostra è presente anche un dipinto di proprietà del FEC (Ministero dell’Interno), sito nella chiesa di San Domenico ad Acireale, da poco restaurato, ritraente la Madonna e Sante Domenicane di Alessandro Vasta, collocabile intorno al 1755. “In attesa che la chiesa venisse resa agibile e tornasse a splendere abbiamo fatto in modo che il quadro potesse essere esposto alla vista di tutti” ha spiegato Rosalba Panvini, Soprintendente dei Beni Culturali e Ambientali di Catania. Rita Messina
EVENTI CULTURALI Un ricco programma di eventi (alcuni in corso) ha arricchito la festa
Mostre, concerti, libri e parata di cerei votivi Diversi sono stati quest’anno gli eventi culturali previsti nell’ambito dei solenni festeggiamenti in onore della Santa patrona di Acireale. Il programma, allestito dalla Deputazione della Reale Cappella di Santa Venera in accordo con le autorità religiose e civili della città, ha previsto vari momenti di alto profilo culturale, organizzati presso il museo diocesano di via mons. Genuardi (palazzo D’Amico). A partire dall’inaugurazione della mostra iconografica su Santa Venera, venerdì 12 luglio, con la contestuale presentazione del dipinto restaurato della Madonna con Sante Domenicane, alla presenza del vescovo di Acireale, mons. Antonino Raspanti, del presidente della Regione Siciliana, Nello Musmeci. L’originale esposizione, dal titolo “Santa tutelar padrona”, in cui si possono ammirare varie opere pittoriche e scultoree provenienti non solo da diverse chiese della diocesi di Acireale ma anche da collezioni private, sarà visitabile tutti i fine settimana fino al 14 novembre prossimo. A seguire, le stessa sera del 12 luglio, si è svolta una conferenza sull’inedito tema “Musica sacra
ad Acireale tra XVI e XIX secolo. La Cappella del Duomo e le sacre rappresentazioni”, tenuta dal M° Salvo Fresta. Mercoledì 17, sempre presso i locali del museo diocesano, mons. Giovanni Lanzafame, parroco della chiesa madre di Belpasso, nonché affermato scrittore e docente di Mariologia, ha brillantemente conversato su “Santa Venera, le sue candelore, il vero barocco in movimento”. Sabato 20 luglio vi è stata poi la presentazione, da parte del giornalista Antonio Tro-
vato, dell’opera letteraria “Santa Vènira di Aci!” del poeta Giovanni Grasso. Numerosi anche gli appuntamenti musicali: giovedì 18, il concerto di musica polifonica del gruppo vocale “Sine nomine” di Giarre, diretto dal M° Simone Lo Castro; venerdì 19, il concerto per organo e voce tenuto dal M° Mario Eritreo e dal mezzosoprano Beatrix Nagy con musiche di D. Scarlatti, A. Vivaldi e W. A. Mozart; giovedì 25, vigilia della festa, al termine dei solenni primi vespri pontificali, presieduta da mons. Vescovo in piazza Duomo, si è svolto, sul sagrato della Basilica dei SS.Pietro e Paolo, il concerto delle “Cantate” in onore di Santa Venera a corali riunite (ben sette!) e orchestra, diretti dal M° Giuseppe Romeo. Sabato 27, infine, sempre all’interno della Basilica-Cattedrale (come gli altri eventi musicali), si è tenuto il “Gran concerto per banda”, diretto dal M° Alfio Zito. Da ricordare anche la straordinaria parata dei Cerei votivi delle antiche corporazioni che si è svolta in piazza Porta Gusmana la sera di sabato 20 luglio. Guido Leonardi