La Voce dell'Jonio (31 marzo 2019) anno LXII numero 3

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LA Jonio VOCE Anno LXII - N. 3

Domenica, 31 marzo 2019

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Il vescovo sulla Quaresima

“Con speranza e fiducia riformiamo la nostra vita”

www.vdj.it lavocedelljonio@hotmail.it

Periodico cattolico fondato da Orazio Vecchio

AMICI DELLE MISSIONI

TEATRO

Tra le Visitandine due nuove suore venute dal Ruanda professe ad Acireale

Ecco “La vera storia del bandito Giuliano” domenica 7 aprile al teatro Metropolitan

Quanto fatto nel 2019 in Guinea Bissau Sebastiano Genco

VITA RELIGIOSA

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Rita Messina

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Anna Bella

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Terremoto Intervista col dott. Salvatore Scalia, presidente di uno dei comitati cittadini

Finita l’emergenza formale Ora bisogna attendere il decreto ricostruzione Siamo in piena Quaresima. È un tempo speciale di incontro con Dio, di purificazione e di impegno concreto. Il nostro pastore mons. Antonino Raspanti, in questo tempo che precede la passione e la risurrezione di Gesù, ha tracciato per tutti noi un itinerario da realizzare insieme come comunità ecclesiale. Tutti siamo invitati a percorrere questo cammino, giovani e meno giovani, uomini credenti e di buona volontà, pur consapevoli delle difficoltà che possiamo incontrare. “Vogliamo sempre iniziare con speranza e con fiducia – afferma mons. Raspanti – questo tempo di grazia fatto per riformare la nostra vita e per permetterci una sorta di radiografia meditativa della nostra vita interiore. Riflettiamo sulle relazioni umane che costruiamo intorno a noi per non vivere nella falsità, nella doppiezza e nella discrasia. E’ veramente opportuno che, in questo tempo, chiediamo a Dio la luce per vedere bene, per tentare di mettere così a fuoco la nostra vita e di riformarla con la grazia e la misericordia di Dio. Ma occorre fare verità nella nostra vita e la verità si fa ammettendo gli errori che spesso non possiamo cambiare ma che Dio può correggere per farci, così, ripartire” La Quaresima è quindi un tempo di travaglio interiore, di riforma e di speranza. È possibile un ritorno a Dio se lasciamo a Dio lo spazio di poter entrare nella nostra vita. Continua Mons. Raspanti “E’ un momento di revisione se viviamo la Quaresima come rinnovamento. La Pasqua è un passaggio dal vecchio al nuovo e lo si può fare non dimenticando il passato o nascondendo le criticità della nostra vita sotto il tappeto, ma affinché il passaggio sia autentico, è necessaria una profonda e autentica revisione della nostra vita. Gesù non è arrivato subito alla gloria passando sopra alla tragedia immane della crocifissione , segno di ribellione verso Dio all’interno della storia umana. Gesù non ha vissuto apparentemente la croce, segno anche di violenza e di sopraffazione umana, ma è entrato nella vita umana, ha subito la croce attraversando tutto ciò in forti grida e lacrime. E grazie a questo ha visto la luce della Pasqua, della Risurrezione ed ha potuto trionfare sul male,distruggendolo. don Arturo Grasso (continua a pag. 2)

Sono trascorsi tre mesi dal sisma che ha colpito Acireale e molte delle sue frazioni e con il passare dei giorni cresce la preoccupazione e l’ansia dei cittadini che hanno perso la loro casa e oggi vivono in strutture ricettive del luogo, in seconde case per chi ne ha la possibilità o presso parenti ed amici. Ma è importante non abbandonare coloro che vivono una esperienza così difficile, privati del loro quotidiano come la propria casa sa dare. Ecco allora che i cittadini di Fleri, Poggio Felice e Pisano hanno costituito un comitato “terremotati di S. Stefano”. Gabriella Puleo (continua a pag. 8)

TOP MANAGER Il giovane dg della divisione Bio di “Ponti Spa” ha realizzato una linea di bibite non gassate

“Prodotto Food”: premiato Gianfranco Castro Un successo nel successo quello celebrato nella sede milanese del Sole 24 ore, il più importante quotidiano economico finanziario nazionale, davanti ai top manager delle più grandi aziende mondiali, dove la linea Monvisia di bevande BIO non gassate a base di succo di limone di Sicilia si è aggiudicata il Premio Prodotto FOOD 2019. Si tratta di uno fra i prestigiosi ed ambiti riconoscimenti assegnati alle aziende che innovano nel corso dell’anno con prodotti che migliorano la vita dei consumatori, ottenuto tra concorrenti quali Santal, Zuegg, Tomarchio. Ma al di là della conferma della rinomata qualità del limone doc nostrano, il nostro territorio può rivendicare al contempo l’orgoglio di avere dato i natali all’artefice principale della strategia vincente, Gianfranco Castro, originario di Aci Catena (comune . Mario Agostino (continua a pag.2)

DIOCESI - 1

DIOCESI - 2

Tre seminaristi nuovi ammessi a diaconato e prebiterato don Arturo Grasso

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SOCIETA

In 500 al raduno cresimandi di Giarre Domenico Strano

Convegno ad Acireale “Quale integrazione per i migranti?” Domande e soluzioni

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GIORNATE FAI DI PRIMAVERA Visitati gli storici collegi “Pennisi”, “Santonoceto”, “San Michele” e “San Luigi”

Acireale riscoperta città degli studi e della cultura Acireale città degli studi: Collegi e Scuole storiche”. Con questo slogan la città di Aci e Galatea ha celebrato la 27a edizione delle Giornate di primavera del Fai (Fondo per l’Ambiente Italiano), sabato 23 e domenica 24 marzo. Ha infatti aperto al pubblico gli storici collegi “Pennisi” (gestito dai padri Gesuiti), “Santonoceto” (retto dalle suore dell’ordine di S. Anna), “San Michele” (guidato dai padri Filippini dell’Oratorio) e “San Luigi” (fondato da mons. Pasquale Pennisi Alessi e retto dai Fratelli delle Scuole cristiane). Nino De Maria (continua a pag. 2)

Guido Leonardi

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ACIREALE Il santo visto dai devoti

Film su San Sebastiano

E’ stato presentato in Basilica il documentario “Nei tuoi occhi” su San Sebastiano visto dai devoti, auore del testo Antonio Trovato, regista Gianni Vasta. Gabriella Puleo (a pag. 11)


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In Seconda

31 marzo 2019

Mons. Raspanti sulla Quaresima In questi 40 giorni esaminiamo con lucidità la nostra esistenza attraverso la Parola di Dio Facciamoci illuminare dalla Parola per esaminare bene ciò che dobbiamo davvero profondamente rinnovare e chiediamo la grazia di Dio per aiutarci a rinnovare la nostra vita. Percorriamo questo cammino nelle condizioni migliori così da celebrare una Pasqua di vita nuova e questo viaggio non va percorso individualmente. È importante la coscienza individuale ma tutto questo ha un riverbero nelle relazioni sia nelle nostre famiglie sia nella società sia nelle istituzioni e nei luoghi di lavoro. Questo è un periodo molto adatto, per le comunità parrocchiali, per tutti noi e per quelli animati di buona volontà, di rivedere la vita attraverso il confronto reciproco”. La Quaresima è occasione propizia anche per i giovani, che si sentono interpellati dalla società ad essere i principali attori di un rinnovamento. La quaresima, tempo di cambiamento e conversione, può essere per i giovani tempo favorevole di riflessione “I giovani oggi – continua mons. Raspanti – vivono momenti non facili perché vedono un futuro che a loro, almeno in Sicilia, sembra precluso e difficile. Molti di loro hanno delle belle aspirazioni ma sono stanchi delle mezze misure e delle corruttele, dei sotterfugi, delle ingiustizie e vorrebbero costruire una società più equa fatta di ideali e di relazioni. Ma sono costretti anche ad andare via e quindi in loro c’è un’inevitabile rabbia e ribellione che si “scarica” nei confronti delle istituzioni e nei confronti di coloro che hanno retto le sorti della nostra società a diversi livelli. Per i giovani, dunque, è occasione di continuare a lottare, di non perdere la speranza e di acquisire tenacia perché la Pasqua è il loro punto di partenza. La quaresima è tempo di penitenza e di lotta che ingaggiamo con noi stessi per correggerci. I giovani hanno il desiderio di vincere la disperazione e di evadere a tutti i costi. Hanno moti di ribellione, a volte eccessiva, che alla fine non conduce a nulla. La ribellione è giusta ed è più che normale che ci sia nei giovani e ciò significa che la nuova generazione vuole vivere da protagonista nel mondo. La storia dà loro ragione ma è anche vero che se si esaspera troppo e si crea un eccessivo idealismo della società del futuro, i giovani, che pian piano diventano 40enni e 50enni, cadono in una prostrazione ancora maggiore e, non resta altro loro addirittura che essere asserviti ai poteri, perché notano come tutto questo diventa impossibile da realizzare e irrealistico. Il passato ha detto a tutti noi che le rivoluzioni del ‘68, che tutti noi abbiamo cantato in poesia o in prosa, hanno visto miseramente crollare in poveri compromessi alcune persone che hanno lottato per ideali eccessivamente grandi. Per i giovani è opportuno trovare un giusto mezzo,che non faccia loro perdere la fiducia e non li fermi in questa “lotta” che prima o dopo porterà risultati”. Con la preghiera si attua la conversione del cuore, sede dove si radicano le scelte ed i pensieri che segnano la vita. Il vescovo mons. A.Raspanti consiglia un sussidio per questo tempo di Quaresima dal tema “Quaresima per fannulloni… alla scuola dei santi”: “E’ un sussidio piccolo ma prezioso che accompagna il cammino quaresimale. Il titolo é umoristico e sembra un ossimoro: quaresima ci fa pensare appunto all’impegno e alla lotta, quindi a qualcosa di molto impegnativo; fannulloni invece il contrario, alla pigrizia ed a coloro che non hanno molta voglia. Questo sussidio allora è una proposta “piccola”. Ci richiede quotidianamente circa un quarto d’ora e in due piccole paginette propone un’idea ed un pensiero che si “aggancia” alle settimane di quaresima con le letture che la liturgia propone. Lancia a noi un messaggio, fa qualche domanda e con piccoli testi cerca di far riflettere. Il testo è un manuale, proprio perché lo utilizziamo alla “scuola” dei santi. La quaresima nasce infatti come scuola di quelli che si preparano al battesimo, o di quelli che hanno già ricevuto il battesimo e vogliono tornare alle fonti. Scuola significa metodo, continuità e non si va avanti a caso o episodicamente, ma si segue un metodo. Il manuale si tiene in mano, è piccolo, compendia e sintetizza tutto quello che è necessario per accompagnarci in questa scuola. Prendiamo tra le mani questo sussidio tra le mani e facciamoci accompagnare per 40 giorni fino al mattino di Pasqua”. Don Arturo Grasso

Terremoto: intervista a Salvatore Scalia Guidati dal presidente, dottore Salvatore Scalia, ex procuratore generale di Catania e dal vice presidente Giuseppe Messina perseguono l’obiettivo di non far spegnere i riflettori su quanto accaduto e di poter essere portavoce di queste frazioni così duramente colpite. Si, perché oggi queste piccole comunità non esistono più, chi ha perso tutto si è dovuto necessariamente trasferire e questi luoghi rischiano di diventare luoghi fantasma. Il dottore Scalia nell’intervista che segue ci parla di quello che il comitato vuole tutelare ed attenzionare, parlando dello stato attuale delle procedure da seguire per poter dare avvio alla rinascita dei luoghi colpiti dal sisma. Dottore Scalia come e quando è nato il comitato “terremotati di Santo Stefano”? Il primo comitato è nato spontaneamente a Zafferana subito dopo il terremoto, successivamente si è costituito a Pennisi, Piano D’Api, Aci Sant’Antonio ed Aciplatani. Visto che l’idea del comitato è stata positiva abbiamo creato un coordinamento con due rappresentanti per ogni comitato, riunendoci periodicamente per fare il punto della situazione e valutare le richieste da fare alle istituzioni. Un servizio che permette ai cittadini, attraverso una App, di chiedere informazioni e notizie, di venire informati sulle circolari emanate. Si è aggiunto al nostro comitato un avvocato che volontariamente partecipa alle riunioni dando chiarimenti di sua competenza. Il comitato agisce su due versanti, uno

per dare informazione alla popolazione e l’altro per prendere gli imput che ci vengono da questo, e rapportarci con le istituzioni. Abbiamo scritto una lettera al presidente del consiglio e ai vicepremier per sollecitare l’adozione del decreto sulla ricostruzione. Attualmente abbiamo un decreto per l’emergenza. Dove si riunisce attualmente il comitato? Il comitato di coordinamento si riunisce in una sala del palazzo di città ad Acireale messa a disposizione dal sindaco Stefano Alì che spesso è presente alle riunioni. Attualmente quale è la situazione per quel che riguarda la risposta del governo nazionale? Pensavamo e speravamo che il decreto della ricostruzione potesse essere coevo a quello dell’emergenza, capiamo che i cittadini che vivono in albergo sono stanchi, vorrebbero tornare al più presto nelle loro case. Bisogna però considerare che se ogni cittadino che ha avuto un problema di inagibilità del proprio edificio riceverà circa venticinquemila euro, difficilmente potrà fare i lavori per far rientro a casa. C’è anche purtroppo un errore di informazione del cittadino che pensa che lo Stato dovrà ricostruire le case ma non è così. Secondo lei la città di Acireale come sta vivendo questo periodo post sisma? Il terremoto ha colpito duramente poche frazioni, la città di Acireale ha subito pochi danni e quindi il comitato lamenta il palese disinteresse della città nei confronti dei piccoli centri. Purtroppo è una storia di marginalità. Per fortuna la stampa, sia locale che nazionale, ci sta seguendo e questo è importante per non spegnere i riflettori. La regione Sicilia è vicina alla nostra popolazione? Ho incontrato personalmente il presidente Musumeci, si parlava di stanziare circa 20 0 30 milioni di euro, purtroppo allo stato attuale non è arrivato nulla. Quali sono le prospettive nei tempi brevi? Bisogna aspettare il decreto ricostruzione, l’emergenza è finita . Gabriella Puleo

Top manager: premiato Gianf. Castro del catanese denominato per la cronaca “città del limone verdello”) ed oggi Direttore Generale della divisione BIO di PONTI spa, il quale ha rilasciato in esclusiva a La Voce dell’Jonio questa intervista. Come è stato deciso l’esito di tale riconoscimento, che inorgoglisce doppiamente il nostro territorio? Il premio è molto ambito perché articolato in più fasi di valutazione, difficili da passare con punteggi favorevoli. Il riconoscimento finale è il risultato delle votazioni ottenute da quattro giurie differenti: consumatori, industria (composta da un gruppo di direttori generali delle maggiori aziende dell’alimentare italiane), retailer (composta dai compratori dei maggiori gruppi della grande distribuzione alimentare italiana), e dati di mercato (punteggi ottenuti dalle vendite del prodotto nel periodo di riferimento). Solo con il massimo punteggio delle quattro giurie si può vincere il premio: è facile avere un prodotto innovativo che il consumatore premia ma che la distribuzione non comprerebbe mai, o con scarso risultato di vendite, mentre qui parliamo del massimo punteggio ottenuto su tutti i fronti. Questo ha fatto la differenza. Con quali strategie è stato possibile aggiudicarsi un punteggio simile? Il premio è stato vinto grazie alla creazione della linea Monvisia Bevande BIO non gassate, una linea di “soft drink”, bevande leggere biologicamente certificate non gassate: in buona sostanza, bibite quali limonata, aranciata e simili. La prima novità di rilievo consiste proprio nell’assenza di anidride carbonica, praticamente presente ad oggi in tutte le tipologie di bevande quali cole, limonate, aranciate e similari. Il secondo fattore di successo consiste nell’uso del succo di limone biologico certificato siciliano, riconosciuto dai consumatori come uno dei migliori succhi al mondo. Stessa cosa per l’aranciata, preparata solo con succo di arancia bionda BIO siciliana. L’uso della materia prima di qualità è stata la chiave della svolta nel successo del prodotto: non usando nessun aroma né anidride carbonica, non è possibile alterare il gusto della limonata che grazie alla materia prima siciliana di qualità ne conferisce un gusto unico. Quali opportunità comporta per il nostro territorio siciliano? Direi due effetti immediati: il primo di immagine, dal momento che sulle nostre bevande l’etichetta frontale riporta in bella evidenza la composizione a base di succo di limone siciliano e, esportando i nostri prodotti in 15 paesi al mondo fra i quali Stati Uniti, Francia, Russia, Kazakistan, Giappone, Malesia, la qualità e il nome della Sicilia vengono portati in giro per il mondo; il secondo aspetto, più di sostanza ed immediato, consiste nel fatto che più aumentano le vendite dei nostri prodotti, più aumenta il fatturato delle aziende siciliane nostre fornitrici di materia prima, aumentando a cascata la ricchezza e lo sviluppo dell’indotto del territorio siciliano. Cosa possono fare gli operatori del settore in Sicilia per valorizzare oggi questo trend positivo del mercato del bio, in espansione virtuosa in Italia e non solo? Oggi assistiamo ad una tendenza da parte dei consumatori di accostarsi alla naturalità ed al mangiar sano, dovuta sia al diffondersi di intolleranze alimentari sempre più presenti come quelle relative al glutine e al lattosio, ma anche ad una sana cultura della prevenzione: questa tendenza trova nel consumo di prodotti biologici certificati la sua massima espressione. Oggi il “bio” non è ricercato per moda ideologica ma per necessità e stile di vita. La cultura mediterranea del cibo e della Sicilia in particolare è contraddistinta da una nota ricchezza di eccellenze alimentari: pensiamo al limone, alle arance, all’avocado, al pistacchio, al grano, al latte. Tutte materie prime di qualità che fanno la differenza. L’errore più comune commesso in passato dalle aziende siciliane è stato, per stare sul mercato e tenere i prezzi bassi, quello di comunicare il made in Sicily come attività di marketing ma lavorando poi in loco materie prime provenienti dall’estero: quindi “made in

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sicily” con grano di provenienza extra UE o formaggio siciliano fatto con il latte tedesco, e via discorrendo… Paradossalmente le materie prime siciliane venivano esportate all’estero a vantaggio competitivo di altre aziende e solo poche aziende siciliane producevano in sicilia con materie prime siciliane. Oggi per fortuna, ma sarebbe meglio dire per coraggio e sviluppo di nuove competenze, il trend sta cambiando: il consumatore è sempre più attento non solo al made in sicily ma anche alla provenienza della materia prima. E questo trend rappresenta una nuova frontiera di opportunità per le aziende siciliane, tra le quali penso ad esempio a quelle afferenti al marchio geografico collettivo del “Limone dell’Etna”, ma bisogna saperla gestire bene. Con “bene” mi riferisco alla capacità di fare sistema, specializzandosi laddove sono veramente i vantaggi competitivi e avendo le certificazioni giuste. Potrebbero aprirsi in futuro forme di collaborazione che valorizzino il nostro territorio? Su quali basi? Siamo sempre attenti alla valorizzazione dei territori, scegliendo con attenzione le eccellenze del territorio italiano a patto che abbiano tutti i requisiti necessari. Noi produciamo ad esempio la crema di nocciole composta per il 45% da nocciola IGP Piemonte, mentre gran parte delle nostre materie prime vengono dalla Sicilia, quali pere, susine e, per l’appunto, succo di limone e arancia. Tutto di origine BIO, con tutte le certificazioni necessarie per forniture internazionali quali BRC, IFS. A volte siamo contattati da aziende del territorio che ci offrono prodotti fuori standard, ma quando chiediamo le certificazione ad esempio del Bio, ci dicono con convinzione “ma il mio raccolto è tutto bio, lo garantisco io”: oggi ci sono standard molto severi imposti giustamente dalle autorità a tutela dei consumatori. Quindi le prima base per lo sviluppo delle aziende del territorio richiede di dotarsi di tutti gli standard produttivi internazionali: le certificazioni non sono solo dei pezzi di carta, ma testimoniano che ispettori internazionali sono venuti a controllare tutto il ciclo della produzione, dal quaderno di campagna allo stoccaggio in cella frigo ed al trasporto dal cliente finale: purtroppo non tutte le aziende rispettano questi standard. Il primo passo dunque è porre le basi della modernizzazione degli impianti e del processo produttivo, cosicché i consorzi possano aiutare a fare sistema ed a elevare gli standard produttivi industriali. Messi a posto i fondamentali e le basi direi che le aziende del territorio sarebbero pronte a sedersi al tavolo della negoziazione per giocarsi tutte le carte alla grande e in genere, come testimoniano le nostre scelte, vengono molto spesso premiate. Mario Agostino

Fai: Acireale “torna” città degli studi Questi istituti erano il vanto della città tra la fine del XIX e la prima metà del XX secolo (insieme agli altri presenti nel territorio cittadino), ma i primi due sono stati purtroppo chiusi nella seconda metà del ’900, mentre gli altri due sono ancora in parte funzionanti: infatti il “San Michele” ha mantenuto il liceo scientifico, e presso il “San Luigi” troviamo la scuola materna, la scuola elementare e la scuola media. A questi sono da aggiungere i più antichi istituti pubblici della città, e cioè il Liceo classico “Gulli e Pennisi” (inaugurato nel 1885 e ubicato per numerosi decenni nell’ex convento San Domenico), l’istituto “Lionardo Vigo Fuccio” (nato subito dopo l’unità d’Italia come istituto tecnico e trasformato nel 1929 in Avviamento Professionale, per divenire poi Scuola Media nel 1963 con la legge che istituiva la scuola media unificata e obbligatoria) e la scuola media “Paolo Vasta” (nata dopo la 2^ guerra mondiale in attuazione della Carta Bottai del 1940). Visitando dunque tali scuole e istituti storici, è stato possibile riscoprire come e perché Acireale si sia guadagnata la fama di “città degli studi”, attraverso i luoghi dove hanno studiato e si sono formati tanti illustri cittadini acesi (ma non solo, perché gli allievi dei predetti collegi provenivano anche da altre città d’Italia e qualcuno anche dall’estero). Grazie alle informazioni fornite dalle guide e alle mostre fotografiche allestite, i numerosi visitatori hanno potuto pure conoscere i personaggi storici che li hanno fondati o che vi hanno operato in qualità di docenti e dirigenti, come il prof. Mario Arcidiacono primo preside della Scuola media “Paolo Vasta”; o suor Amabilia, che presso il collegio “Santonoceto” insegnò a leggere e scrivere a numerose generazioni di fanciulle; o padre Giuseppe Damiani, geniale e stimato direttore dell’osservatorio meteorologico e sismografico del collegio “Pennisi”; oppure padre Giuseppe Di Maio, docente di filosofia e per anni direttore e preside dell’istituto “San Michele”; oppure ancora il prof. Giuseppe Romeo, al quale è stata intitolata la biblioteca del Liceo classico “Gulli e Pennisi”. In tutti questi istituti – soprattutto nei collegi – sono attive delle associazioni di ex alunni, che riunendosi periodicamente rinnovano in forti momenti di convivialità i più bei ricordi dei loro anni giovanili. È stata sostanzialmente una giornata di autoreferenzialità, dal momento che hanno fatto da guida, in veste di “apprendisti ciceroni”, gli alunni delle stesse scuole e quelli delle scuole attualmente ospitate negli edifici dei dismessi collegi, e cioè gli allievi del Liceo delle Scienze umane “Regina Elena” presso il collegio “Pennisi” e quelli del Liceo artistico dell’istituto “Filippo Brunelleschi” all’interno del “Santonoceto”; c’è da aggiungere che gli alunni dell’istituto comprensivo “Vigo Fuccio - La Spina” hanno operato presso gli stessi locali del Liceo “Gulli e Pennisi”, poiché in questo momento la loro scuola è inagibile per i danni riportati nel recente terremoto di Santo Stefano. Le mini guide non si sono limitate ad illustrare le caratteristiche artistiche ed architettoniche dei vari istituti (d’altronde le scuole “Paolo Vasta”, “Vigo Fuccio - La Spina” e “Gulli e Pennisi” si trovano adesso in edifici moderni diversi da quelli originari), ma hanno illustrato i percorsi storici e formativi che hanno costituito l’ossatura culturale della città di Acireale, a cui hanno fortemente contribuito a far attribuire, come dicevamo in apertura, la fama di “città degli studi”. Nino De Maria


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Cultura e SocietĂ

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ECONOMIA Banca Etica compie vent’anni: dal primo sportello di Padova ai 42500 soci e impieghi per 916 mln

L’8 marzo 2019 Banca Etica ha festeggiato 20 anni dall’apertura del primo sportello a Padova. Nata dall’impegno di tante organizzazioni della societĂ civile e tantissime persone che volevano una banca al servizio dello sviluppo sostenibile, che utilizzasse in trasparenza il risparmio di famiglie e organizzazioni per ďŹ nanziare realtĂ non proďŹ t e imprese sociali, oggi Banca Etica è una realtĂ solida e riconosciuta a livello nazionale e internazionale. Banca Etica – informa un suo comunicato -serve decine di migliaia di clienti attraverso servizi di home e mobile banking e conta: 17 ďŹ liali in Italia (Padova, Treviso, Vicenza, Milano, Bergamo, Torino, Genova, Trieste, Bologna, Firenze, Roma, Perugia, Ancona, Roma, Napoli, Bari e Palermo) e 30 banchieri ambulanti (promotori ďŹ nanziari) che servono le a ree dove non c’è una ďŹ liale t mMJBMF JO 4QBHOB B #JMCBP F VÄŠDJ B .BESJE F #BSDFMMPOB t EJQFOEFOUJ JO *UBMJB F EJQFOEFOUJ JO 4QBHOB t TPDJ t NJMJPOJ Ęą EJ DBQJUBMF TPDJBMF t JNQJFHIJ QFS NJMJPOJ Ęą t SBDDPMUB EJ SJTQBSNJP QFS VO NJMJBSEP F mezzo di euro Una banca cooperativa di proprietĂ di PMUSF NJMB TPDJ QFS M QFSTPOF mTJDIF F QFS JM EJ PSHBOJ[[B[JPOJ USB DVJ enti pubblici, parrocchie, societĂ cooperative; ditte individuali; imprese sociali; etc.). Banca Etica ďŹ nanzia progetti in settori strategici per la crescita economica sostenibile e solidale dell’Italia: cooperazione e innovazione sociale; proďŹ t responsabile; tutela dell’ambiente; qualitĂ della vita, cultura e sport; cooperazione internazionale. Banca Etica è ancora oggi l’unico istituto di credito italiano interamente dedito alla ďŹ nanza etica: questo signiďŹ ca che – oltre a indirizzare il credito esclusivamente verso progetti a impatto sociale e ambientale positivo – presta grande attenzione alla trasparenza verso i clienti, che possono sempre veriďŹ care sul sito della banca quali realtĂ vengono ďŹ nanziate con i loro risparmi; si è dota di regole chiare per la governance prevedendo limiti di mandati per i componenti del CdA e tetti agli stipendi dei manager (niente maxi-bonus: lo stipendio piĂš alto non può superare EJ QJĂĄ EJ WPMUF MP TUJQFOEJP JOGFSJPSF Un modo di fare banca che si è dimostrato resiliente anche negli anni piĂš duri della crisi ďŹ nanziaria innescata dal 2008: anche mentre le altre banche fronteggiavano crisi, scandali e credit crunch Banca Etica è riuscita a crescere B UBTTJ NFEJ EFM BOOVP QFS RVBOUP SJHVBSEB SBDDPMUB F impieghi; a mantenere le soerenze a livelli inferiori rispetto alla media del sistema bancario e ha sempre chiuso i biMBODJ JO VUJMF TFO[B NBJ HSBWBSF TVMMF DBTTF EFMMP 4UBUP Il riconoscimento istituzionale Le istituzioni hanno riconosciuto il valore e la speciďŹ citĂ

della ďŹ nanza etica: il Parlamento italiano è stato il primo in &VSPQB B WBSBSF o BMMF mOF EFM o VOB OPSNB DIF IB JOtrodotto nel Testo Unico Bancario il riconoscimento della ďŹ nanza etica (di cui però ancora si attendono i decreti attuativi). I vertici di Banca Etica sono stati ricevuti dal preTJEFOUF EFMMB 3FQVCCMJDB 4FSHJP .BUUBSFMMB DIF JO EJWFSTF occasioni ha auspicato una maggiore diusione dei valori della ďŹ nanza etica in tutto il sistema bancario nazionale ed europeo. Nel mondo A partire dallo scoppio della grande crisi ďŹ nanziaria del 2008 il movimento della ďŹ nanza etica è cresciuto in tutto il mondo: nel 2009 Banca Etica è stata tra i fondatori della Global Alliance for Banking on Values (Gabv) che – nei TVPJ BOOJ EJ WJUB o Ă’ SJVTDJUB B SJVOJSF PMUSF JTUJUV[JPOJ mOBO[JBSJF EB EJWFSTJ 1BFTJ DIF TJ JNQFHOBOP F TJ DPOGSPOUBOP QFS DPTUSVJSF NPEFMMJ TFNQSF QJĂĄ FÄŠDBDJ F JOOPvativi di applicazione pratica dei principi della ďŹ nanza etica e sostenibile. Banca Etica è l’unica istituzione italiana aderente alla Gabv. In Europa Insieme alla collaborazione con Gabv Banca Etica ha sviluppato i network europei di ďŹ nanza etica: è stata tra i fondatori di Febea-Federazione europea delle banche etiche e alternative, partecipa attivamente allo European MicroďŹ nance Network (EMN). Tramite la Fondazione Finanza Etica, Banca Etica collabora anche con Finance Watch, ong basata a bruxelles che sensibilizza le istituzioni europee sui problemi sociali, ambientali ed economici generati da alcuni comportamenti della ďŹ nanza speculativa. Dal 2018 la Commissione UE è impegnata in un lavoro di studio e ricerca per approvare un action plan europeo per la ďŹ nanza sostenibile, e Banca Etica insieme ai partner europei sta seguendo i lavori cercando di evitare che la doverosa deďŹ nizione e riconoscimento della ďŹ nanza TPTUFOJCJMF BQSBOP WBSDIJ QFS VÄŠDJBMJ[[BSF BUUJWJUĂ‹ EJ NFSP greenwashing del settore ďŹ nanziario. “Quando Banca Etica è nata, la sostenibilitĂ economica, sociale e ambientale del sistema ďŹ nanziario era argomento per pochi appassionati. Dopo la crisi del 2008 il tema è diventato sensibile per ampie fasce dell’opinione pubblica globale, le istituzioni hanno iniziato a occuparsene e moltissime banche hanno colto l’opportunitĂ di mercato e di posizionamento, proponendo alla clientela prodotti ďŹ nanziari green, o a impatto sociale. Contagiare il sistema ďŹ nanziario era uno degli obiettivi che ci eravamo dati al momento della fondazione di Banca Etica: il fatto che ciò stia accadendo è un’ottima notizia, ma richiede un’attenzione particolare per evitare che le strategie di marketing prevalgano sulla necessitĂ di operare un vero cambiamento sostanzialeâ€?. – dice Ugo Biggeri, presidente di Banca Etica.

PILLOLE DI SCIENZA - 6

Sempre al servizio di persone e ambiente Riscaldamento globale L’allarme un secolo fa (JĂ‹ MP TUVEJPTP TWFEFTF EJ DIJNJDB 4WBOte Arrhenius (Nobel nel 1903) – pensate! – aveva messo in guardia dagli eetti negativi sul clima derivanti dall’uso indiscriminato delle risorse energetiche (allora, sostanzialmente date dal carbone). Ma a quei tempi il grande scienziato dovette essere considerato un visionario. Eppure, in tutte le scuole di ogni ordine e grado si insegna che l’energia non si distrugge, ma semplicemente si trasforma. E per dirla in breve, l’energia (tutta) si trasforma alla ďŹ ne in calore. Ogni forma di energia consumata sulla superďŹ cie della Terra viene dispersa in calore assorbito dalla superďŹ cie (e dall’aria) terrestre. A causa di ciò la superďŹ cie si riscalda (il riscaldamento può essere ben misurato dai termometri posti in roccia o acqua oppure può essere scrutato misurando la quantitĂ ghiaccio che progressivamente viene disciolto in acqua). Il processo di misura è tra i piĂš complicati perchĂŠ bisogna riconoscere l’andamento del valor medio (nel tempo) e distinguerlo dalle uttuazioni sempre presenti. Tra queste ultime cito TPMP CFO WJTJCJMF OFJ EBUJ SBDDPMUJ EBM BE PHHJ M FĉFUUP EFMMB WBSJB[JPOF OFMla intensitĂ luminosa solare che raggiunge l’uno-due per cento del valore medio (in alto ed in basso) che avviene ogni 12 anni circa. Comunque sia, misurando accuratamente la variazione della temperatura della superďŹ cie, rispetto ad un riferimento di anno ďŹ sso, è stato osservato che EBM BE PHHJ MB UFNQFSBUVSB NFEJB JO TVQFSmDJF FE JO QBSUF JO BSJB Ă’ DSFTDJVUB EJ DJSDB HSBEJ TVÄŠDJFOUF B TUJNPMBSF J GFOPNFOJ EJ WBSJB[JPOF DMJNBUJca, come giĂ Arrhenius aveva previsto. C’è chi nega questa tesi, come facevano gli aristotelici di fronte alle macchie lunari osservate da Galileo, inďŹ lando la testa nella sabbia come lo struzzo. Altri, piĂš prudentemente, non negano il dato sperimentale ma lo attribuiscono a processi naturali di riscaldamento globale (l’origine del quale resta però misteriosa), negando gli eetti dovuti al consumo EJ FOFSHJB JO RVBMVORVF GPSNB FTTB WFOHB DPOTVNBUB $BSCPOF 1FUSPMJP 4PMBre, Eolico, ecc‌). Io sono tra quelli (umile pensatore) che, per dirla in breve, si è convinto da almeno trenta anni (ed anche pubblicato in conferenza internazionale) che la quantitĂ di energia immessa in superďŹ cie negli ultimi 200 anni abbia giĂ provocato un riscaldamento della crosta terrestre (incluso l’acqua dei mari, laghi e ďŹ umi) di circa un metro di profonditĂ e dell’atmosfera circostante ad essa. Comunque sia, aspetto ancora, nel caso non si accettasse il ragionamento di Arrhenius, di conoscere le presunte ragioni “naturaliâ€? del riscaldamento globale, della scomparsa dei ghiacciai, dell’aumento dell’anidride carbonica – ed altro – in atmosfera, dell’aumento della infertilitĂ tra umani e animali, della riEV[JPOF EFMM FÄŠDJFO[B QSPEVUUJWB EFJ UFSSFOJ BHSJDPMJ EFMM BWBO[BUB DPTUBOUF EFJ deserti, dell’impoverimento delle falde acquifere, della scomparsa delle migliaia e migliaia di specie viventi, della riduzione al minimo storico delle grandi foreste amazzoniche. E qui mi fermo, perchĂŠ non amo passare per terrorista. Angelo Pagano (dirigente di ricerca dell’Istituto di Fisica Nucleare di Catania)

MISSIONI Pubblichiamo il resoconto dell’ultimo viaggio e dell’attività dell’associazione guidata dal diacono Genco

“Ecco quanto realizzato nel 2018 in Guinea Bissauâ€? Pubblichiamo il resoconto dell’ultimo viaggio eettuato in Guinea Bissau e dell’attivitĂ svolta lo scorso anno dall’associazione Amici delle Missioni di "DJSFBMF HVJEBUB EBM EJBDPOP 4FCBTUJBOP (FODP *M (FOOBJP JM WFTDPWP "OUPOJOP 3BTQBOUJ DPOTFHOB JM DSPDJmTTP della missione al gruppo di sette volontari che, insieme a me, si apprestava a compiere la ventunesima esperienza missionaria a Bula. Comincia cosĂŹ un BMUSP WJBHHJP DBSJDP EJ FOUVTJBTNP F EJ HJPJB EB DPOEJWJEFSF DPO 1BESJ F 4VPSF missionarie . Bula è la nostra meta. Qui anche la gente del luogo ci riconosce ci accoglie sempre a braccia aperte, proprio come si fa con dei vecchi amici. L’incontro con i bambini è sempre una festa, la loro gioia, il loro sorriso sono subito contagiosi. Visitare i villaggi, ascoltare le necessitĂ , stare tra la gente sono le nostre prerogative e l’umiltĂ con cui la gente si avvicina ci colpisce sempre. Centinaia sono i ragazzi che seguiamo nel percorso scolastico che va dall’asilo all’universitĂ e che ci dimostrano la loro riconoscenza per l’aiuto ricevuto attraverso la frequenza e l’impegno a scuola. "E 0MPTTBUP Ă’ JO DPTUSV[JPOF VOB TDVPMB DIF PTQJUFSĂ‹ QJĂĄ EJ SBHB[[J in sostituzione di tante piccole scuole fatiscenti perchĂŠ fatte di canne a fango. La gioia piĂš grande si è avuta nell’incontrare i 300 ragazzi in adozione che GSFRVFOUBOP MB TDVPMB EJ WBSJP HSBEP - BJVUP TJ FTUFOEF B VOJWFSTJUBSJ F BE altri 10 giovani che frequentano scuole professionali. Come Associazione, abCJBNP EFDJTP EJ QSFOEFSF JO DBSJDP BODIF SBHB[[J EJWFSTBNFOUF BCJMJ DIF WFSSBOOP TFHVJUJ OFHMJ TUVEJ F SBHB[[J PSGBOJ Con la donazione di tante medicine, oerte da medici e farmacisti della nostra zona, abbiamo rifornito gli scaali di tante missioni che abbiamo visitato: Bula, Ingorè, Bijeme, BissorĂ . Abbiamo donato materiale scolastico, disegni, cartelloni, palloncini etc‌ Quest’anno l’Associazione ha fornito otto pozzi in diverse localitĂ , in particolare Bijeme, Quelele, Andula, Farim sono stati i villaggi che ne hanno usufruito. Il nostro grazie va a tutte quelle persone che sostengono la nostra Associazione ďŹ n dal 1998 nell’intento di essere vicini ai nostri fratelli, aiutarli nei bisogni primari e testimoniare il nostro amore per loro, riesso dell’amore EJ %JP 2VFTU BOOP JOTJFNF BJ OPTUSJ BNJDJ #POJGBDJP F 4FCP SBHB[[J EFM luogo che ci forniscono i contatti e ci fanno da traduttori e interpreti delle esigenze locali, abbiamo girato tra i villaggi e siamo stati collaboratori in diverse missioni, a servizio del vescovo di Bissau Mons.Josè, di Don Pippo, Don .BSDP MF TVPSF EFM 1SF[JPTJTTJNP 4BOHVF EJ $SJTUP 1BESF +POOJ

Ringrazio dal piĂš profondo del cuore i volontari di quest’anno: Enzo Caputo,Tina Casablanca, Paolo Di Bella, Giovanni Failla, Matteo Rizzo, Giuseppe 3PNFP 'SBODFTDP 5PNBTFMMJ 4JBNP TUBUJ UVUUJ QFS VOP F VOP QFS UVUUJ (SBzie. Progetti realizzati in Guinea Bissau nel 2018 Aiuto allo studio universitario di 38 ragazzi di Bula – Bissau; Aiuto allo studio Asilo-Elementari-Medie e Liceo di 230 ragazzi- Bula Bissau; Aiuto allo studio Asilo-Elementari- Medie e Liceo di 7 ragazzi - Quelele; Aiuto allo stuEJP 4DVPMB QSPGFTTJPOBMF BSUF F NFTUJFSF EJ HJPWBOJ o #VMB "NCMJBNFOUP MaternitĂ comunale N°10 posti ed inaugurazione – Bula; Costruito ed inauHVSBUP "TJMP JOGBOUJMF QSFTTP 4VPSF B $BJĂ› %POBUP NBUFSJBMF TDPMBTUJDP EJsegni e cartelloni a Bula, Caiò; Donate medicine alle missioni di Bula, Caiò, Bijeme; Donati indumenti vari per neonati e ragazzi Bula, Caiò, BissorĂ ; *OBVHVSBUJ /ÂĄ 1P[[J E BDRVB OFM WJMMBHHJP EJ 'BSJN Inaugurati N°2 Pozzi d’acqua nel villaggio di Bijeme; Donati diversi sacchi di riso a famiglie povere di Bula Bissau; Donato una Puliriso alla Missione di *OHPSĂ’ 4QFTF WBSJF QFS NBOVUFO[JPOF EFM i$FOUSP /VUSJ[JPOBMFw EJ #VMB 4J salda il debito per la copertura di una chiesa nuova nel villaggio di Blassar; 4J GB SJDPTUSVJSF UFUUP EJ TDVPMB EJWFMUP EBM NBMUFNQP B +PMBOEJ 'BUUJ FTFHVJSF “Pavimentazioneâ€? atrio della chiesa di BissorĂ ; Donati N°300 magliette “divisa TDPMBTUJDBwBHMJ TDPMBSJ EJ #VMB 4 7JODFOU +PMBOEJ 4PTUFHOP FDPOPNJDP i0SGBnotroďŹ oâ€? Diocesano di Bissau. Incontri ed attivitĂ dell’Associazione nel 2018 *ODPOUSJ -VEJDJ DPO J SBHB[[J EFMM "*"4 EJ "DJSFBMF 5PNCPMF QFSJPEP

natalizio); Partecipazione al quadrangolare di calcio presso il Pala Wolfang di "DJSFBMF 1BSUFDJQB[JPOF BM RVBESBOHPMBSF EJ DBMDJP QSFTTP JM DBNQP EJ 4 "MďŹ o; Apericena “pro Guinea Bissauâ€? ad Acibonaccorsi; Cena “pro Guinea BisTBVw QSFTTP MB 1BSSPDDIJB 4 $PTNP o"DJSFBMF .VTJDBM iQSP (VJOFB #JTTBVw presso la piazza di Lavinaio. Eventi 1BSUFDJQB[JPOF BMMB 4BDSB EFMMF DJMJFHJF B 4BOU "MmP 1BSUFDJQB[JPOF BMMB Fiera dell’Jonio di Acireale; Mostra fotograďŹ ca presso i locali comunali di Acireale 3JDPOPTDFO[B BMM "TTPDJB[JPOF EB QBSUF EFJ $PNVOJ EJ "DJSFBMF "DJ 4 "Otonio, Puntalazzo. Incontri di solidarietĂ e di sensibilizzazione nelle scuole 4DVPMB &MFNFOUBSF F .FEJF WPMUF "DJDBUFOB $FOUSP 4DVPMB &MFNFOUBSF F .FEJF WPMUF "DJDBUFOB -PDP 4DVPMB .FEJB WPMUF "DJDBUFOB 4DVPMB &MFNFOUBSF F .FEJF "DJ 4 "OUPOJP 4DVPMB .FEJB i"MDJEF %F (BTQFSJw "DJ 4 "OUPOJP 4DVPMB .FEJB -BWJOBJP 4DVPMB &MFNFOUBSF i 1BTJOJ i "DJSFBMF "TJMP *OGBOUJMF i-B $PDDJOFMMBw "DJSFBMF -JDFP 4DJFOUJmDP i"SDIJNFEFw "DJSFBMF 4DVPMB 1SPGFTTJPOBMF i.BKPSBOB .FVDDJw "DJSFBMF 4DVPMB Magistrale “Regina Elenaâ€? Acireale. Incontri nelle Parrocchie 1BSSPDDIJB 4 .BVSP "DJDBTUFMMP 1BSSPDDIJB .BSJB *NNBDPMBUB %BHBMB Parrocchia Maria Vergine, Linera; Parrocchia Maria del Rosario,Co-

TFOUJOJ 1BSSPDDIJB .BSJB -B /PWB "DJUSF[[B 1BSSPDDIJB 4 7FOFSB 4BOUB 7FOFSJOB 1BSSPDDIJB "MmP $JSJOP 'JMBEFMmP 4BOU "MmP 1BSSPDDIJB 4BOUB .BSJB EFHMJ "NNBMBUJ 4BOUB . "NNBMBUJ 1BSSPDDIJB 4BOUB -VDJB "DJDBUFOB 1BSSPDDIJB 4 .BSUJOP $BSSVCB 1BSSPDDIJB 4BO 4BMWBUPSF "DJSFBMF 1BSSPDDIJB .BSJB 44 EJ -PSFUP "DJSFBMF 1BSrocchia Madonna delle Grazie, Acireale; Parrocchia Cuore ImmacoMBUP EJ .BSJB "DJSFBMF 1BSSPDDIJB 4BDSP $VPSF EJ (FTĂĄ "DJSFBMF 1SFTTP $FOBDPMP "MUBSFMMP $BTB EJ WBDBO[B iDPO J HJPWBOJw EJ 4BOUB .BSJB MB 4UFMMB L’Associazione “Amici delle Missioniâ€? di Acireale a scopo conoscitivo e divulgativo si è servita della collaborazione di varie testate giornalistiche e di TV private. Attraverso questi mezzi riusciamo ad aggiornare e ringraziare tante persone che ci seguono da anni. Tutti voi siete la nostra forza. Sebastiano Genco


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Cultura

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TESI DI LAUREA Prezioso l’archivio del quotidiano catanese per gli studi universitari e la divulgazione storica

“La Sicilia” premia due studentesse Un patrimonio storico-sociale aperto a tutti, in particolare agli studenti che hanno voluto approfondire il loro corso di studi, attingendo alle fotografie ed ai giornali che in esso sono contenuti. Circa trecentomila sono, infatti, le foto conservate nell’archivio della Fondazione Domenico Sanfilippo Editore, inerenti agli argomenti progressivamente trattati dal quotidiano La Sicilia, nel corso dei suoi anni di presenza al servizio del territorio. La vincitrice del premio, Giulia Imbrogiano, Antonello Piraneo, Francesco Basile, rettore dell’Università etnea, Giuseppe Di Fazio La stessa Fondazione ha curato la mostra, dal titolo “L’isola che non s’arrende”, che di esse ne espone 69, limitatamente a dei momenti storici specifici che hanno interessato la Sicilia nel biennio 1968-69: il terremoto che sconvolse la Valle del Belice, le contestazioni studentesche del 1968, con l’attenzione all’Università di Catania, i fatti violenti del 2 dicembre ad Avola e la delicata realtà vissuta nel quartiedell’ re di San Cristoforo Direttore responsabile a Catania, cui seguì Giuseppe Vecchio un’attività di volontariato scolastico. Editore Proprio nei locaAssociazione La Voce dell’Jonio li in cui ha sede la mostra, quelli della Via Mons. Genuardi, 14 Galleria del Credito 95024 Acireale Siciliano di piazIscrizione Tribunale Catania za Duomo 12 ad Acireale, lo scorso n. 220 del 5/4/1958 venerdì 15 marzo, Iscrizione al ROC sono stati premiati (Registro operatori della i lavoro di due studentesse univercomunicazione) n° 22076 sitarie, che hanno Redazione attinto dall’archivio della Fondazione Via Mons. Genuardi 16, 95024

Jonio

LA SICILIA CHE NON S'ARRENDE

Tre grandi scorci di umanità in 69 fotografie

per sviluppare ed approfondire argomenti nelle loro tesi di laurea. La vincitrice è stata Giulia Imbrogiano, con la sua tesi impostata sul 1968 e ciò che lo ha caratterizzato, cui è andato un premio in denaro, mentre a Rosa Maria Carmela Spanò è stata riservata una menzione particolare, avendo analizzato un fatto di cronaca nera ed il suo relativo risvolto in letteratura, nello specifico in Dino Buzzati. “Questa idea di mettere a disposizione degli studenti il patrimonio della Fondazione sta avendo il suo riscontro e conferma la validità delle testimonianze, a livello di conoscenza dei fatti storici dell’isola”, ha affermato Giuseppe Di Fazio, presidente del Comitato Scientifico della Fondazione Domenico Sanfilippo Editore. L’evento ha sottolineato anche il compiersi del 74° anno dalla nascita del quotidiano La Sicilia e l’ingresso nel suo 75°. “Il giornale rappresenta il gruppo di persone che si impegnano al massimo per raccontare una storia di vita, la nostra vita, la vita della Sicilia e la sfida è proprio quella di continuare a raccontare il territorio”, ha dichiarato Antonello Piraneo, direttore del giornale. C’è ancora tempo per visitare la mostra fino al 30 marzo, dal mercoledì alla domenica, dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 20.

Acireale - Ct (casella post. 174) tel. 095601992 www.vdj.it lavocedelljonio@hotmail.it Conto Corrente Postale 7313800 intestato a Associazione La Voce dell’Jonio Via Genuardi, 14 95024 Acireale Membro FISC - Federazione Italiana Settimanali Cattolici

Rita Messina

Osservare una fotografia significa ricevere il racconto del fatto, del contesto, o anche di una singola realtà che essa offre agli occhi di chi voglia carpirne dettagli e particolari. La foto è conoscenza. Le 69 fotografie esposte nei locali della Galleria del Credito Siciliano di Piazza Duomo 12 ad Acireale testimoniano fatti storico-sociali, per lo più drammatici, che hanno interessato la Sicilia nel biennio 1968-69, permettendone anche a chi non era presente, ma ne conosce lo svolgimento, di coglierne l’aspetto realistico. Ad organizzare la mostra, dal titolo “L’isola che non s’arrende”, la Fondazione Domenico Sanfilippo Editore. Tutto il materiale esposto è tratto dal patrimonio dell’archivio storico del giornale La Sicilia, che in quegli anni era presente sui luoghi con giornalisti e fotoreporter al seguito. Gli argomenti proposti evidenziano anche aspetti comportamentali e relazionali legati a quegli eventi, ma sempre attuali. Immortalate immagini relative al terremoto che colpì la Valle del Belice, le contestazioni studentesche del 1968, i fatti violenti del 2 dicembre ad Avola, con conseguente morte di due braccianti, ed, infine, l’attività di volontariato scolastico svolta nel quartiere di San Cristoforo a Catania. Nelle foto si “ritrova” l’umanità dei soldati ma anche dei civili che hanno operato all’unisono, tra le macerie conseguenti al sisma, per dare il proprio aiuto a chi vi era intrappolato. L’immagine “dell’ammalata trasportata in barella” ne dà testimonianza, assieme agli sguardi comunicanti un rigido silenzio di chi la porta via da lì. Il senso di solidarietà, tra coloro che erano stati colpiti dalla tragedia, si evince dalla scena in cui gli viene distribuito un pasto mentre erano disposti in un’attesa ordinata e cominciava a trapelare sul loro viso un sorriso di speranza. Poi paesaggi disarmanti in cui predomina il fango e la distruzione. Ma anche volti felici per aver restituito alla vita gli abitanti salvati ed in particolare i bambini. Gli stessi bambini che sorridono in modo ingenuo ma sincero negli scatti che ritraggono il quartiere di S. Cristoforo. I giornali pubblicati all’epoca, come Sicilia Studenti, Periodico della gioventù studentesca, e La Sicilia, dei quali è esposta qualche copia, completano il flashback immediato, che permette il ritorno a quei momenti. I volti, poi, con i lineamenti tesi dei giovani che protestavano dinnanzi all’ingresso dell’Università di Catania comunicano altri sentimenti. Sentimenti di convinta adesione alle ideologie per cui “alzare la propria voce”, facile da immaginare e sentire grazie all’istante colto dal fotografo in cui le labbra sono aperte nell’atto di pronunciare delle parole. La concitazione di un momento, di quello relativo all’occupazione del Palazzo Centrale dell’Università, si coglie dai volti posti di profilo, in un movimento veloce. Anche l’ordine in cui versa l’aula dove il professore si rivolge ai presenti, in altra foto, colpisce per la sua veridicità. Un momento storico riportato in vita per essere, ancora oggi, ricordato e condiviso Ri. Me.

Paolo Follett e la trilogia del secolo TEATRO Al “Musco” Mariano Rigillo e Anna T. Rossini la storia attraverso i romanzi storici Purché la contessa inganni la noia Da lettore a lettori. È questa la formula cui si ispirano gli inviti alla lettura programmati dalla Biblioteca Parrocchia San Paolo di Acireale. Quindi niente esperti ma solo lettori che raccontano ad altri lettori la loro esperienza di lettura. Il primo di questi appuntamenti si è tenuto nei locali della Biblioteca in via Lombardia n. 14/C. Il tema era “Ken Follett e la trilogia del secolo” e l’esposizione è stata del dott. Pippo Trovato, stimato professionista acese, appassionato lettore di libri di ogni genere, con la predilezione per quelli di avventura. Come i libri di Ken Follett, scrittore inglese contemporaneo, famoso per i suoi romanzi di spionaggio (ad es., “La cruna dell’ago”) e i suoi romanzi storici (ad es., “I pilastri della terra”) da cui sono stati tratti film e sceneggiati televisivi di successo. I tre romanzi che compongono la ‘trilogia del secolo’ (nell’ordine, “La caduta dei giganti”, “L’inverno del mondo”, “I giorni dell’eternità”) ripercorrono i principali fatti storici del Novecento: le lotte dei lavoratori per condizioni di lavoro più umane, la battaglia delle donne per l’emancipazione

femminile, lo sviluppo del socialismo, che prometteva un mondo più giusto per tutti, nascita e morte del nazifascismo e del comunismo, la lotta degli afroamericani per ottenere gli stessi diritti dei bianchi, la guerra fredda. E, come ha detto il dott. Trovato, lo fanno con un espediente non originale ma comunque geniale, ovvero narrando la storia di alcune famiglie di quattro nazioni (due inglesi, una tedesca, una russa e una americana) e dando l’opportunità di vedere gli stessi avvenimenti da punti di vista diversi, portando il lettore in entrambe le parti della ‘barricata’. L’incontro è stato certamente positivo per il numero di partecipanti e per la curiosità e l’entusiasmo suscitato nei presenti. Adesso la Biblioteca è proiettata verso l’evento successivo, di tipologia differente: il racconto del loro cammino di Santiago da parte di alcuni acesi. Nella foto insieme al Parroco la Prof.sa Ninetta Spoto direttrice della Biblioteca, il relatore Dott. Pippo Greco e il Dott. Silvio Vasta coordinatore dell’incontro.

Abbiamo incontrato padre Vincenzo Piscopo (ofm) in occasione del 25° anniversario della sua ordinazione sacerdotale. Il frate francescano della comunità acese di San Biagio, originario di Favara, riveste attualmente l’incarico di vicario parrocchiale della Basilica-Cattedrale “Maria SS.ma Annunziata” di Acireale; incarico già ricoperto fino al 2007, prima di essere inviato presso le comunità di Ispica e Gangi. Dal 2013 è nuovamente ad Acireale. “Ho avuto la grande gioia di fare memoria di questa lieta ricorrenza insieme ai confratelli nel sacerdozio, ai fedeli e agli amici, che hanno voluto condividere con me la mensa della Parola e dell’Eucaristia, nel contesto di due solenni concelebrazioni; la prima nella chiesa di San Biagio insieme al Terz’Ordine Francescano Secolare di Acireale, Aci Catena, San Giovanni La Punta, Ispica e Barcellona Pozzo di Gotto; la seconda in Cattedrale, presieduta dal nostro vescovo, mons. Antonino Raspanti”. Cosa ha significato per Lei l’incontro con Gesù Cristo? “Incontrarsi con Cristo significa riconoscerlo come Salvatore e Redentore per una vita nuova alla luce della Parola che illumina e dell’Eucaristia che sostiene ogni credente nel cammino della sua esperienza di Fede. La vita dell’uomo, spesse volte, è una corsa ad ostacoli e non garantisce un sereno itinerario verso lo Spirito, ma l’incontro con Cristo

determina una conversione, un cambiamento, una sequela. Incontrarsi con Cristo significa, quindi, configurarsi in Lui sia nel sacerdozio comune del battesimo come anche nel sacerdozio ministeriale”. Qual è il carisma del frate-sacerdote? “Nella sequela di San Francesco costruire significa anche riparare la casa che è in rovina e, pertanto, il frate-sacerdote è colui che non si appartiene e la sua vita diventa una epifania dello Spirito nella ricerca del Regno di Dio e della Sua giustizia, nell’ottica della promozione umana e nell’orbita della nuova evangelizzazione missionaria, sull’esempio dei Santi e Beati dell’Ordine, come il nostro conterraneo Gabriele Maria Allegra”. Quali sono i punti di riferimento del suo sacerdozio? “Cristo-Maria-Chiesa: sono questi i tre punti fondamentali del ministero sacerdotale nel senso che in Cristo, luce del mondo, viviamo la grazia della novità pasquale, nella e con la Chiesa di cui Maria è madre, modello ed immagine. “Sono grato al Signore e alla Sua Chiesa – conclude padre Vincenzo – per il dono del sacerdozio ministeriale, unitamente all’Ordine dei Frati Minori, di cui la Vergine Maria è costituita Avvocata e Protettrice e alla quale devo la custodia e la protezione della mia vocazione”. Guido Leonardi


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Cultura e Spettacolo

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ACIREALE E DINTORNI Fioritura di premi nei campi dell’arte, della musica, della poesia e della narrativa

Il festival dei concorsi culturali Il fenomeno della diffusione sempre più ampia di “Concorsi Letterari e artistici” in tutto il territorio della diocesi di Acireale va interpretato, forse, alla luce della crescente scolarizzazione che dal dopo guerra ad oggi ha permesso di colmare i divari culturali esistenti. Il livello d’istruzione medio è andato viaa via allargandosi con la crescita esponenziale di diplomati e laureati. Quindi non risulta più tanto difficile esprimersi per iscritto, in maniera più o meno corretta, con quella passione che spesso si cela in ciascuno di noi. Sfruttando questa tendenza, forse con l’intento di avvicinare alla cultura con la “C” maiuscola i meno avvezzi, intorno agli anni ’70 e ’80 Associazioni e Circoli culturali invitavano scrittori, poeti e artisti a presentare le loro opere che una giuria avrebbe provveduto a valutare. Dopo un giudizio critico, non disgiunto da quello personale, si procedeva a premiare i meritevoli con coppe, targhe o medaglie. Solo in qualche caso, e raramente, venivano assegnati premi in denaro. Naturalmente il successo dipende sempre dal rapporto che passa tra domanda e offerta, ma avendo tale iniziativa incontrato un vasto consenso, i risultati sono stati positivi. Evidentemente se, come emerge dalle statistiche, gli italiani leggono poco per contro sembra che scrivano tanto. Anche ad Acireale molte sono state le iniziative promosse in tal senso,

non sempre durature nel tempo, ma utili per il pubblico dei “non addetti ai lavori”. Tra le tante, dalla fine del 1900 ai primi anni del nuovo millennio, sono da annoverare il Concorso nazionale di Poesia “Orizzonti” che si è svolto a partire dal 1989 e che il presidente dell’associazione, il compianto cav. Salvatore Coco ha portato avanti, con il patrocinio poi dell’ordine dei Federiciani, fino agli ultimi anni della sua malattia. É sempre di quel periodo il Premio “L’anziano nella società” promosso dal cav. Rosario Brischetto, presidente del Circolo ricreativo per anziani “Il volo”. Dapprima aperto solo ai poeti, in seguito al sodalizio con il maestro Franco Greco di Aci Sant’Antonio, divenne un festival canoro, presentato ogni anno in piazza Duomo, con un notevole gradimento

verso una sparatoria, che venne attribuita a lui ed alla sua banda. Si tratta di una fetta di storia che attrae anche a distanza di tempo, a quasi settant’anni trascorsi dai fatti, ne ripropone i personaggi e approda in teatro. Dopo il “Turi Ferro” di Acireale dello scorso anno e l’attenzione di pubblico registrata, la compagnia si esibirà al “Metropolitan”, ancora una volta con la voglia di coinvolgere, emozionare, ma anche di interessare gli spettatori per la particolare tematica proposta. E i 33 attori si muoveranno su un palco che ricostruirà le ambientazioni dell’epoca e tra le coreografie di Rossella Madaudo. Le vicende verranno interpretate attraverso azioni incalzanti, ritmi che si alterneranno per la loro modalità, dettati dalle musiche di Michele Romeo, scanditi da passi di danza. Il videomapping di Andrea Ardizzone farà da cornice alla rappresentazione, in cui Salvatore Giuliano sarà interpretato da Diego Cannavò, giovane attore di cinema e teatro, che ne ha vestito i panni già l’anno scorso. La possibilità di “scommettersi” con un pubblico più ampio, come ha affermato il regista Cannavò, darà modo di assistere ad una rappresentazione che lega passato e presente della storia siciliana, attraverso la particolare atmosfera che solo il teatro sa regalare.

“La bellezza delle piccole cose”. Anche nell’hinterland si volgono concorsi letterari di vario tipo, ad esempio il Premio di poesia “Acitrezza terra dei ciclopi” dedicato al borgo marinaro, che riserva una particolare attenzione al dialetto siciliano e ha già raggiunto, nel 2018, la XIX edizione. Passando ad altri comuni appartenenti alla diocesi di Acireale, lo scorso febbraio si è conclusa la 13a edizione del Premio di poesia “San Valentino Città di Giarre”, patrocinato dalla Pro loco cittadina, che ha visto premiati elaborati sia in lingua che in dialetto tutti, ovviamente, dedicati all’amore. Mentre a Linguaglossa si svolge ogni anno il Concorso “Poetinsieme” organizzato da UniTre e a Mascali si è conclusa alla fine del 2018 la XXXII edizione del Concorso “Sorrisi & castagne” dal tema “Io e noi …siamo Missione!” organizzato dai Salesiani Cooperatori a Nunziata di Mascali, con la sezione disegno rivolta agli alunni della scuola Primaria e la sezione poesia per gli alunni della secondaria di primo grado, giovani e adulti. Di rilevanza internazionale il Premio “Poesia, prosa e arti figurative” - Accademia internazionale “Il Convivio” e “Il Convivio editore” con sede a Castiglione di Sicilia - presidente il prof. Angelo Manitta. Il suo corposo programma si articola in otto sezioni e comprende poesia in lingua e dialetti delle varie regioni, narrativa, saggio, tutte opere sia edite che inedite, come pure letteratura straniera, pittura e scultura. La premiazione che ha luogo ogni anno nel mese di ottobre a Giardini-Naxos vede la partecipazione di numerosi artisti provenienti dall’Italia e da varie parti del mondo. I Premi menzionati non escludono altri che nel corso degli anni si sono susseguiti nel nostro territorio. A tutti viene riconosciuta la validità di un servizio alla cultura. In ogni caso, il proliferare in tutta Italia di Premi letterari comporta la necessità di una oculata cernita nella scelta di quelli che più che si contraddistinguono per la loro serietà e le loro qualità.

Rita Messina

Carmela Tuccari

da parte di un pubblico numeroso. Il Concorso cessò di esistere per la mancanza dei fondi necessari alla realizzazione della cerimonia finale. In questi ultimi tempi la cittadina, sempre culturalmente all’avanguardia, annovera alcuni Premi di eccellenza: Il “Premio letterario nazionale Poeta per caso”, oggi “Poeti e narratori per caso” XI edizione, che si concluderà, come lo scorsa estate, con la cerimonia di premiazione all’interno di due serate di spettacolo dedicate a sfilate di moda, danze, canti, musiche ed altro, nella piazza Maggiore di Aci Sant’Antonio. Il Premio Letterario e Fotografico Nazionale “Città di Acireale” dell’Accademia A.L.F.A che avrà la sua serata conclusiva con la premiazione di poeti, scrittori e autori fotografici, an-

cora una volta in piazza Duomo, il salotto buono della città, anche questo supportato da vari interventi artistici di danza e musica. Il Concorso letterario Racconti di Donna - Antonella Calì, indetto dall’Associazione Culturale AciGaia - Acireale, che si svolge nella Sala “Pinella Musumeci” all’interno della villa Belvedere. Evento tutto al femminile. La sua particolarità sta, appunto, nella partecipazione aperta solo a scrittrici e poetesse donne. È diviso in due sezioni, la categoria “16+” rivolta a donne che abbiano già compiuto 16 anni e la categoria “Giovanissime” destinata a scrittrici in erba di età compresa tra gli 12 ed i 15 anni. Proprio il voler dare voce ai giovani dà più valore al Premio, che si basa su temi specifici. Per questa V edizione il tema è

TEATRO Domenica 7 aprile al “Metropolitan” di Catania l’opera di Carmelo R. Cannavò

“La vera storia del bandito Giuliano” sul palco La vita discussa, le controversie legate ad essa, le ideologie politiche ed il modo di concepirle attraverso “gli occhi” di un personaggio che ha fatto parte della storia siciliana nella prima metà del novecento. Salvatore Giuliano, o meglio il “bandito Giuliano”, di cui si discute ancora oggi per poter definire in positivo o negativo le sue gesta, sarà raccontato dalla compagnia teatrale Centro Studi Artistici di Acireale il 7 aprile prossimo alle 17,30 al “Metropolitan” di Catania. Per il secondo anno consecutivo, gli attori, diretti da Carmelo R. Cannavò, autore anche del testo, scandiranno gli avvenimenti in cui si è registrato il nome di Turiddu Giuliano ne La vera storia del bandito Giuliano. Il personaggio, nato a Montelepre nel 1922 e morto nel 1950 a Castelvetrano, ha lasciato tracce nella storia dell’isola, anche attraverso i canti popolari tramandati in dialetto, in cui se ne raccontano gli eventi, a partire da quel 2 settembre 1943. Il giovane trasportava due sacchi di frumento dal mercato nero e reagì al sequestro intimatogli dai carabinieri. Ne uccise uno e ferì gravemente l’altro. Da allora la considerazione che si trattasse di una figura tra “lecito ed illecito” deriva da una serie di eventi: la sua partecipazione ai moti indipendentisti come colonnello dell’Evis (Esercito volontario per l’indipendenza della Sicilia) nell’immediato dopoguerra; la famosa e triste vicenda di Portella della Ginestra del 1947, cioè la strage di civili, compiuta attra-

ACIREALE Lo studioso Saro Bella su “Acireale e la Grande Guerra” per il ciclo “L’altra faccia della medaglia”

Onorare degnamente Caduti è un obbligo morale per tutti Nell’ambito del ciclo di incontri che compongono la manifestazione “L’altra faccia della medaglia – La Sicilia e la “Grande Guerra”, organizzata dal Comune di Acireale e dalla Fondazione Bellini, si è tenuta nell’antisala consiliare del Palazzo di Città l’apprezzata conferenza dello storico acese Saro Bella dal titolo “Acireale e la Grande Guerra”. Dopo il saluto del presidente della Fondazione Bellini, Rosario Faraci, l’introduzione del consigliere Mariella Fischetti, che ha evidenziato come l’iniziativa culturale, che si svolge all’indomani della conclusione delle celebrazioni centenarie della prima guerra mondiale (1915-1918), lungi dal cadere nella tentazione della memorialistica retorica, come indica il titolo vuole approfondire in tutti i suoi aspetti la complessità di un evento che rappresentò un evento traumatico per l’Europa e il Mondo intero e che ci spinge, di contro, a riflettere sul valore della Pace. Appassionato ricercatore e divulgatore della storia di Acireale (è autore, infatti, di numerose pubblicazioni) Saro Bella ha raccontato con la solita dovizia di documentazione le vicende locali legate al primo conflitto mondiale e l’impatto che esso ebbe sulla società acese, divisa tra chi partiva per il fronte e chi rimaneva

per provvedere al mantenimento delle famiglie ed alla organizzazione della vita sociale e politica. Ha ripercorso il contesto storico del tempo, a partire dalle elezioni politiche del 1913, per entrare poi nel dettaglio delle vicende belliche. Numeri, statistiche, volti, storie personali e familiari, con particolare attenzione al ruolo delle organizzazioni (comitato civico e Croce Rossa) che vennero in aiuto ai soldati e alle loro famiglie: frutto di un lavoro

di ricerca, ancora in corso, che Bella sta portando avanti con la collaborazione di altri due appassionati di storia locale, Toti Pennisi e Pippo Nicolosi, per quanto concerne le ricerche iconografiche e documentali. “Non si deve rinnegare o minimizzare l’aspetto “eroico” della Grande Guerra – ha detto Bella nel corso della conferenza – Per un Paese da poco unificato, in massima parte agricolo e analfabeta, la prima guerra fu una prova enorme, che venne superata al prezzo di tremendi sacrifici: 550 mila prigionieri (di cui 100 mila non fecero più ritorno), 600 mila morti, 500 mila invalidi e mutilati. Al tempo stesso, celebrare questa ricorrenza come un’impresa esaltante per la nostra identità nazionale è vuota retorica, che non tiene conto delle conseguenze che la tragedia della guerra portò con sé, anche e soprattutto in chiave politica. Commemorare la Grande Guerra significa, quindi, leggere il nostro passato nella giusta prospettiva – la storia è sempre “complessa” – e onorare la memoria dei caduti con spirito critico e senso civico, al di là delle sterili battaglie di bandiera di questo o quel partito, è un obbligo morale per tutti” Guido Leonardi


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DIOCESI Un evento particolare ad Acireale la professione religiosa di due suore Visitandine del Ruanda

BREVI INTERVISTE

Una vita di preghiera e meditazione

Il monastero della Visitazione sul colle del Sacro Cuore in Acireale risale ad epoca antica, quando era vissuto da una quarantina di suore Visitandine, per lo più siciliane, qualcuna della Calabria. Oggi i tempi sono cambiati e sono aperte le porte anche a suore provenienti da altri continenti. La madre superiora, suor Maria Elisabetta da Reggio Calabria, è giovane ed entusiasta: ci dice che nel mondo esistono 180 conventi della Visitazione e le comunità più numerose si trovano nel Messico. Almeno ogni tre anni, avviene una comunicazione tra di loro attraverso lettere circolari, in cui vengono annotati gli eventi particolari; in seguito alla morte di ciascuna suora, viene pubblicato il cosiddetto ‘ristretto’, dove vengono messe in risalto le virtù praticate da ciascuna. Suor Maria Elisabetta conclude: “Ogni anima ha la sua via di preghiera e di unione, ovvero il rapporto con Dio nella giornata, comprese le prove e le difficoltà”. Di recente, in questo mese di marzo, sono state celebrate, nel Santuario del Sacro Cuore, le professioni solenni e perpetue di due suore africane del Ruanda: suor Maria Angela Nyirarukundo (cognome datole dai genitori, secondo la tradizione locale; il significato è “figlia dell’amore”), nata in una famiglia cristiana praticante, composta da genitori e sei figli. L’altra è suor Anna Margherita Cerreitonze, nata nell’agosto 1987: la madre, avventista, la educa solo fino all’età di cinque anni, data la sua morte prematura in seguito a grave malattia. Il padre sposa la seconda volta una donna cattolica, che educherà la giovane secondo i dettami della propria religione; il battesimo le viene amministrato nel 2000, a tredici anni, con la Prima Comunione; l’anno successivo, la Confermazione. Comincia a frequentare un gruppo carismatico; un’esperienza spirituale, particolare per annesse voci interiori, riguarda la devozione alla Madonna e la sua vita di studente. Entrambe ringraziano il vescovo Raspanti, che ha presenziato la cerimonia; il parroco, don Gabriele; le madri federali e tutte le madri delle Comunità della Visitazione presenti, tra cui la madre di Crite-

ga- Burundi- Africa, consigliera della Federazione dei Grandi Laghi in Africa. Inoltre, ringraziamenti per la comunità acese, parenti, amici, persone presenti e quanti sono stati d’appoggio nel cammino della vocazione. Gli interventi delle due suore sono di grande testimonianza e s’incentrano sulla loro vocazione per la Visitazione, dettata dall’amore di Gesù, Sposo divino. La prima, suor Maria Angela, da adolescente, mossa dal desiderio di aiutare i poveri del mondo intero, viene illuminata da Dio, a dodici anni, per la scelta della “via sublime” della preghiera; in un secondo tempo, a 17 anni, avverte nel suo mondo interiore che “vivere per Dio solo” le basta. In seguito alla lettura di un libriccino, “Karome Nyagosani”( traduzione italiana: “Eccomi, Signore”), conosce la Visitazione di Santa Maria; scopre con gioia che “l’intenzione del fondatore” è simile alla sua, per cui nel 2009 comincia il suo cammino di aspirante nella Visitazione, con relative tappe. Suor Maria Angela esalta soprattutto la virtù dell’obbedienza, che l’ha indotta a “testimoniare al mondo di cercare innanzi tutto il regno di Dio e la sua giustizia”. Suor Anna Margherita racconta come, in un pellegrinaggio a Kibeho, luogo dell’apparizione della Madonna, chiede e ottiene la grazia di conoscere la sua vocazione: sposa di Cristo, malgrado i genitori desiderassero la continuazione degli studi e la madrina di cresima la volesse sposa di un giovane. Interessante la sua citazione di Isaia sulla Volontà di Dio. Dentro di sé, la coscienza la indirizza al Padre spirituale, che le presenta due congregazioni: le clarisse e le visitandine. La scelta sua è l’ordine della Visitazione, che l’accoglie cordialmente, pur sperimentando qualche prova. Ringrazia per i consigli la Madre Superiora di Save, madre Federale dei Grandi Laghi, presente alla cerimonia. Traccia la sua storia; infine, parla del 28 luglio 2018, data della venuta in Italia, e della relativa grazia di Dio d’essere stata scelta tra molte consorelle. In conclusione, afferma che “il Signore è contento”.

Suor Anna Margherita e suor Maria Angela Vocazioni irresistibili Qual è la differenza tra la vita in famiglia e la vita di clausura nel monastero? “Nel monastero l’obbedienza è per me fonte di gioia, perché mi fa rassomigliare a Gesù, mi fa camminare assieme a Lui. Nella vita religiosa c’è il perfetto abbandono in Dio che non è possibile in famiglia. Inoltre, la vita religiosa è vivere come Gesù, in povertà, obbedienza e castità. In ogni momento vivo meglio la presenza di Dio, ho il desiderio di amare Gesù, come se fosse accanto a me.” ( suor Maria Angela ) “ In famiglia non c’è la vita di silenzio che favorisce il rapporto intimo con il Cuore di Cristo. Nella vita religiosa ho trovato regole costituzionali che mi aiutano a camminare al seguito di Gesù (suor Anna Margherita ) “. - Quali erano i vostri rapporti con i genitori prima di entrare in convento? “A casa mia, i rapporti erano buoni; perduta la mamma in seguito a grave malattia, anche con la seconda mamma i rapporti erano buoni. Hanno accettato la mia vocazione.” ( suor Anna Margherita ). “Entrambi i genitori, viventi, accettano la mia scelta. Il papà lo amavo molto; per esempio, quando non era presente a tavola, io diventavo triste. Ora non è con me, ma per miracolo dell’obbedienza, contenta, prego per lui e vivo la mia vita, felice di fare la volontà di Dio.” (Suor Maria Angela)”. - Quando siete venute in aereo dal Ruanda in Sicilia? Quali sono state le vostre vicende? “Siamo venute il 28 luglio 2018, dopo dieci anni di vita religiosa nel monastero di Save, in Ruanda. Il viaggio è durato 24 ore, con sosta a Bruxelles di 12 ore, motivata da un guasto in una porta dell’aereo. Non abbiamo avuto paura , perché abbiamo detto:’Siamo nelle mani di Dio.’ I pasti si dovevano pagare, ma noi non avevamo soldi. Digiuno per ventiquattro ore. Ho offerto volentieri a Gesù, che era stato in digiuno 40 giorni nel deserto, questo mio sacrificio (suor Maria Angela). ”Io invece ho mangiato, perché probabilmente la signora accanto a me, ha pagato il mio pasto. (suor Anna Margherita)”. - Dove siete sbarcate? “Siamo sbarcate nell’aeroporto di Catania, poi con la macchina siamo andate nel monastero di Reggio Calabria per lo studio della lingua italiana; in Ruanda si parla la lingua locale e il francese. Per Natale siamo giunte in Sicilia, attraversando lo Stretto con la nave traghetto, così grande e complessa, che per noi, abituate alle barche dei laghi, era una novità. “(suor Anna Margherita ). - Il mare l’avete visto per la prima volta? “Sì. Da noi in Ruanda, Stato della Federazione Grandi Laghi, non c’è il mare. Sono rimasta colpita dalla sua grandezza e bellezza. Mi ha fatto pensare alla grandezza di Dio creatore dell’universo.(suor Maria Angela)”. - Come consacrate a Dio, quale è l’obiettivo principale della vostra preghiera?“Aiutare Gesù a salvare le anime, cioè pregare per la Chiesa e per tutta l’umanità. Prego anche per diventare santa (suor Anna Margherita). “La mia preghiera è per aiutare la Chiesa, per tutti i battezzati, ed anche per tutto il genere umano. E’ bello arrivare alla santità (suor Maria Angela)”. A. B.

Anna Bella

DIOCESI Delegazione della Presidenza e del Consiglio alla manifestazione organizzata da “Libera” ad Acireale

Anche l’Azione Cattolica ricorda le vittime di mafia Sabato 23 marzo l’Azione Cattolica diocesana ha partecipato con una delegazione della Presidenza e del Consiglio alla manifestazione organizzata da Libera insieme ad altre associazioni cittadine per ricordare le vittime innocenti della mafia. L’Azione Cattolica diocesana ormai da anni, anche a livello nazionale, collabora con l’associazione Libera ed aver partecipato alla serata, che si è svolta ad Acireale in Piazza Peppino Impastato, è significativo ed importante. Come credenti e come cittadini si è chiamati a stare in mezzo al popolo, di cui tutti ne fanno parte, e quindi di vivere gli stessi problemi, le stesse gioie e gli stessi dolori. Il concetto di popolo per Papa Francesco è molto importante infatti ne tratta ampiamente nel capitolo terzo dell’ Evangelii Gaudium, e l’Azione cattolica ha incentrato la sua riflessione proprio su questo tema nei convegni nazionali. La manifestazione di Libera, conclusa col tradizionale elenco dei più di mille nomi di vittime innocenti della mafia, è stata un’occasione per incontrare persone, per intrecciare relazioni e creare alleanze che sono indispensabili nella nostra città per costruire il bene comune e per rafforzare l’impegno a vivere tutti quei valori che devono caratterizzare l’agire civile. Ad ogni associazione sono state affidate due vittime da ricordare. L’Azione Cattolica ha richiamato alla me-

moria don Pino Puglisi e Marcella di Levrano. La figura amata e conosciuta del martire siciliano è stata presentata aggiungendo altre P alle TRE che la caratterizzano: Preghiera, Popolo, Pace, Perdono, Parola di Dio, Pane, Profezia, Parrocchia, Padre Nostro… La giovane Marcella Di Levrano, ragazza pugliese che all’età di soli 26 anni è stata ricordata perchè fu lapidata: fu ripetutamente colpita da un grosso masso fino ad averne il volto sfigurato per aver deciso di cambiare vita. Entrò molto giovane a far parte degli ambienti malavitosi della Sacra Corona Unita e solo dopo la nascita della sua bambina capì che non voleva più far parte di quel mondo nel quale era rimasta prigioniera. Il coraggio di dire basta e di voler raccontare tutto le costò la vita. Una vittima quasi del tutto sconosciuta, così come tante altre: per questo è importante chiamarle tutte per nome. Infatti, come Don Pino Puglisi e Marcella Di Levrano, non si possono dimenticare le tante vittime innocenti di mafia, perché tutti coloro che non ricordano il passato saranno condannati a ripeterlo. Anna Maria Cutuli presidente Azione Cattolica Acireale Alessia Borrello equipe Azione Cattolica Giovani


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DIOCESI Presieduto dal Vescovo in Cattedrale rito di ammissione di tre seminaristi al diaconato e al presbiterato

“Cosa vuoi che io faccia, Signore?”

“Pregate il padrone della messe, perché mandi operai nella sua messe”; così ha avuto inizio il rito dell’ammissione all’ordine sacro del diaconato e del presbiterato lo scorso 25 marzo, solennità dell’Annunciazione di Maria. Nella Basilica Cattedrale tre giovani del seminario vescovile di Acireale rispondendo “Eccomi, sì lo voglio” sono disposti a seguire la chiamata del Signore, pronti a portare a termine la loro preparazione e ad assumere nella Chiesa, fra qualche anno, il ministero del sacerdozio. In una Cattedrale gremita di fedeli e colma di emozioni si è sentito echeggiare per la prima volta il nome dei ragazzi, i quali un giorno, con il sacramento dell’Ordine, saranno abilitati a continuare la missione salvifica compiuta da Cristo nel Mondo: Mattia Cantali della parrocchia Sacro Cuore di Gesù di Randazzo, inviato per l’esperienza pastorale nella parrocchia Santi Antonio e Vito in Linguaglossa; Cosimo Andrea Gangemi della parrocchia Santa Maria del Monte Carmelo di Aciplatani, inviato nella parrocchia San Giovanni Battista in Aci Trezza; Rosario Pittera della parrocchia Cuore Immacolato di Maria di Acireale, inviato nella parrocchia Maria Santissima della Catena in Aci Catena.

Essi hanno manifestato davanti all’assemblea liturgica il loro proposito, decisi a coltivare la loro vocazione, sostenendola con la fede, la speranza e la carità ed edificandola con la preghiera. La solenne concelebrazione eucaristica è stata presieduta dal vescovo S.E.R. mons. Antonino Raspanti, coronata da tanti sacerdoti che con la loro presenza, hanno vissuto quest’importante evento ecclesiale. Il vescovo A.Raspanti durante l’Omelia, si è rivolto apertamente ai ragazzi con parole cariche di significato e prospettive, e con sguardo loro fisso :“La vera domanda di ciascuno di noi è «Cosa vuoi che io faccia Signore? Perché mi hai mandato sulla Terra? Qual è la tua volontà su di me, perché io la viva e la segua?». In questa chiave i nostri tre giovani oggi scoprono lentamente, e per questo sono al vaglio della Chiesa, la volontà di Dio a servire il suo popolo. Essere servi nella Chiesa è per ripresentare il Cristo pastore, il Cristo che dà la vita. Il ministero che voi, se la grazia di Dio vorrà, un giorno riceverete si coniuga e si lega indissolubilmente con la vostra esistenza. Se, Dio non voglia mai, la vostra, la nostra esistenza, dovesse allontanarsi dai comandi di Dio e della Chiesa, il ministero ne trarrebbe un gravissimo danno, come gravo danno recano a tutta la Chiesa i sacerdoti, i ministri infedeli o che si macchiano

di gravi colpe”. Continua ancora il vescovo:“Non dovete perdere la vostra identità, ma chiamati a rinnegare voi stessi, in realtà la rafforzerete, perché rafforzerete l’identità che Cristo vi dà. Rafforzerete la personalità che lui vi ha dato e Cristo vi formerà affinché questa personalità non sia di ostacolo, un giorno, all’esercizio del ministero. La vostra scelta è controcorrente in questa cultura attuale nella quale vi un’esaltazione demenziale, illimitata ed onnipotente dell’Io. Non lasciatevi trascinare non solo dal pensiero e dalla società contemporanea, ma nemmeno da quel pensiero mondano che talvolta, come dicono i Papi che ci hanno guidati e ci guidano, è penetrato perfino in noi cristiani. Non lasciatevi trascinare dalla mondanità, che vuol dire ricerca di se stessi, del proprio vantaggio, della propria gloria, dell’applauso e della soddisfazione, mettendo così al centro se stessi”. Il vescovo conclude mostrando ai ragazzi fiducia con parole cariche di attesa: “La Parola sia scolpita nei vostri cuori e che vi accompagni negli anni che ancora avete da compiere per completare la vostra formazione e che un giorno possa essere impressa nel vostro cuore per sempre. Amen”.

GIORNATA PRO BEATIFICAZIONE

Don Naro sul metodo pedagogico di Arista “Grande coi grandi e piccolo coi piccoli”

Nella chiesa dell’Oratorio San Filippo Neri, Acireale, vigilia della Giornata diocesana pro beatificazione del Venerabile Giovanni Battista Arista, secondo vescovo di Acireale, don Massimo Naro, docente di teologia sistematica nella Facoltà Teologica di Sicilia, ha tenuto una conferenza su una tematica affascinante: “Grande con i grandi, piccolo con i piccoli: il metodo pedagogico di mons. G. B. Arista”. Presenti, il vescovo di Acireale, mons. Antonino Raspanti, il vescovo d’Ivrea, mons. Edoardo Aldo Cerrato C. O. e tutta la famiglia dell’Oratorio acese e un gruppo locale del Meic. Partecipazione attenta del pubblico, tra cui il prof. Alfonso Sciacca, autore di un interessante libro sul vescovo Arista, più volte citato dal relatore. Il prof. don Massimo Naro con sagacia analizza il metodo pedagogico del Venerabile negli oratori: è molto vigile, perspicace, riguardoso per ogni ragazzo; impegnato, inoltre, a sensibilizzare i giovani all’ascolto interiore della chiamata di Dio alla vita sacerdotale. Nel tracciare il singolare profilo di P. Arista in mezzo ai ragazzi dell’Oratorio, il relatore attinge al libro di memorie di Pietro Pappalardo, giovane oratoriano prima, successivamente domestico del vescovo Arista. Pappalardo lo descrive come un sacerdote dolce, semplice e contemporaneamente serio: “la frequenza all’Oratorio non era un passatempo; Arista sta in mezzo ai giovani, anche quando a 42 anni sarà Vescovo ausiliare di Acireale. E’ il solito figlio di San Filippo , fedele, semplice, soave, familiare”. Il Venerabile Arista è attento alla formazione dei giovani, sostiene don Naro, come un padre; mira alla scuola di vita e a vocazioni serie, procedendo all’Oratorio, come in una famiglia, per il bene dei figli. Il Venerabile tiene molto all’ordine: considera efficacia straordinaria l’obbedienza, una virtù a cui tutti devono sottostare, secondo la semplicità logica paolina. Adatta la parola all’età dei ragazzi e ispira confidenza con l’attenzione dello sguardo. Tutto, frutto di meditazione. L’oratore, nella conclusione, avvalendosi delle memorie di Pappalardo, pubblicate nel 1950, insiste sull’aspetto austero e rigoroso del Venerabile, sulla fecondità della sua parola, da riconoscere come volontà di Dio: è “come un testimone, luce di figura di Vescovo santo, di educatore”. Il Vicepostulatore Causa pro Beatificazione, P. Luciano Bella, e P. Alberti ringraziano sentitamente don Massimo Naro, facendo qualche positivo commento. Il Vescovo Antonino Raspanti rileva, nel suo intervento ben meditato, come il Venerabile è una figura tenace, dotato di fermezza: pur rendendosi conto dell’ignoranza delle persone nel giudicare, preferisce il rigore, soffrendo per l’accentuato diverbio in politica tra i due notabili concittadini, Pennisi e Grassi Voces. Arista tiene presente l’Amore e il senso di libertà, come sua linea personale. Anna Bella

Don Arturo Grasso

QUARANTORE La Quaresima invita alla conversione, a cambiare stile di vita

Gustare il silenzio e imparare la gratitudine In tempo di quaresima siamo invitati a convertirci, cioè a cambiare direzione di marcia, rispetto al nostro stile di vita. Cercare di capire quale sia il nostro stile, oggi, è un’avventura impraticabile, perché non è facile accogliere i tanti stimoli, che ci arrivano con frequenze ininterrotte e riconoscerli; né sappiamo valutare quali selezionare per un successivo utilizzo e quali lasciar andare, perché insignificanti, inutili o dannosi. Ma davvero, fermarsi, riflettere, pensare, guardarsi dentro, oggi è così difficile?! Come si fa a convertirsi se non si sa in quale direzione stiamo andando? Ecco perché – in tempo di quaresima - la Chiesa, madre e maestra di vita, ci propone il quarantore, cioè un tempo prolungato in cui siamo invitati a STARE, proprio a stare, fermi, in silenzio, in ascolto orante, dinnanzi all’Eucaristia, a quel Pane divino, che Gesù consacrò la sera prima della sua passione, quando volle invitare a cena i suoi dodici amici, selezionati ad uno ad uno, perché imparassero a STARE CON LUI PER FARE COME LUI. Lo “stare” è già un atto voluto, cercato, scelto, comprende il desiderio di mettersi accanto, cuore a cuore, con Qualcuno che sicuramente ci è caro, ci ama, ci riconosce come suoi amici, come suoi familiari e da cui noi stessi desideriamo essere riconosciuti e amati e, pertanto, gli possiamo rivelare il nostro amore, la nostra ammirazione, la nostra benevolenza, ma anche la nostra gratitudine e la nostra vera identità. Questo scambio di sentimenti ci permette di entrare in profondità, dentro le pieghe della nostra vita, della nostra anima, nel più profondo di noi per tirar fuori le nostre fatiche, le nostre difficoltà, le nostre brutture, ma anche i nostri desideri più nascosti e quelli più ambiti. Non dobbiamo dire nulla, basta stare lì davanti nel silenzio e aprire la mente al desiderio del cuore, lasciarci guardare nel profondo di noi e tacere, senza fretta, senza alcuna paura di mostrarci completamente nudi al suo sguardo, alla sua vista, alle sue attenzioni. Nel silenzio cominciamo a gustare un benessere che ci introduce ad una pace interiore dove non desideriamo più nulla di materiale, ma avvertiamo un nuovo senso di profonda libertà, una nuova luce di speranza, un nuovo desiderio di ricominciare, come se nuove energie ci venissero offerte per ripartire, per amare ciò che prima ci sembrava impossibile o difficile, per

guardare con occhi di tenerezza ciò che prima ci sembrava scabroso, per vedere ciò che prima era offuscato, tenebroso, illuminarsi e avere un senso, un significato nuovo, interessante, inedito per la nostra vita. L’anima si commuove davanti a questo miracolo che il silenzio ha prodotto; il cuore si addolcisce ed esprime sentimenti mai provati prima e mentre si chiedeva “perché a me questo buio, perché a me questo torto?”, ora si scioglie in lacrime di gratitudine e di lode. Il silenzio ci rivela tutta la verità che è in noi e quella bellezza a cui aspiriamo, ci libera dai sensi di colpa, ci purifica gli occhi e ci ridona la primitiva innocenza e aggiunge nuovi significati del vivere, sia nel gioire che nel soffrire. Si, anche del senso della sofferenza, perché quel Pane Eucaristico è quel Corpo di un Bambino, nato in una grotta in quel di Betlemme e morto su una Croce in quel Golgota; venuto tra gli uomini, per rivelarci che abbiamo un Padre che ci ama e che si prende cura di ciascuno di noi. Si, Egli si prende cura di ogni uomo, a qualsiasi razza appartenga, di qualunque colore sia la sua pelle, qualunque continente abiti, qualsiasi lingua parli, comunque siano i suoi pensieri e i suoi bisogni di vita. Egli, infatti, si è fatto uguale a noi in t utto, perciò comprende tutti e se ne prende cura; noi gli apparteniamo, siamo suoi, suo popolo, sua eredità, perché lo ha voluto e per questo è venuto e si è fatto uomo mortale. Come non ringraziare, lodare, esultare per tanto dono e tanti benefici? L’anima si scioglie e può dire: “Grazie, Signore! Grazie perché ci sei! Grazie perché sei buono, amabile, immenso! Grazie, perché mi vuoi come Te, mi insegni a fare come Te, mi indichi la strada per giungere a Te, mi tieni per mano, mi accompagni come un papà fa con il suo bambino, mi ascolti quando t’invoco, mi rispondi quando ti parlo, mi vuoi dare la tua felicità e la tua gioia piena, la tua eredità! Grazie, perché mi hai fatto come un prodigio, mi conosci fin dal seno di mia madre, ti prendi cura di me; tutto di me ti è tanto caro che Tu mi tieni nel palmo della tua mano, e, finché non giungerò davanti a Te e vedrò il tuo volto, io non avrò più paura, perché né la morte né il maligno avranno potere su di me, perché Tu sei sempre con me! Anch’io voglio stare sempre con Te!”. Teresa Scaravilli


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RADUNO CRESIMANDI In 500 nella parrocchia di Gesà Lavoratore di Giarre per il primo dei due appuntamenti

Sono cinquecento i cresimandi della diocesi di Acireale che hanno partecipato al primo dei due incontri in preparazione al sacramento della Cresima, itinerario proposto dall’Ufficio diocesano per la pastorale delle vocazioni unitamente al Seminario vescovile diocesano. Sabato scorso, 23 marzo, la chiesa di Gesù Lavoratore di Giarre ha accolto i giovani per un momento di preghiera comunitario sul tema della 56esima Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni “Come se vedessero l’invisibile”. Sul senso dell’incontro e il tema scelto abbiamo interpellato don Santo Leonardi, direttore dell’Ufficio per la pastorale delle vocazioni: “Il tema rimanda all’espressione usata da Papa Francesco in Evangelii Gaudium al paragrafo n. 150, che si riferisce a sua volta a un versetto della lettera agli Ebrei. Alla tematica è stata associata parte della trama del noto romanzo di Antoine de Saint-Exupéry, Il Piccolo Principe, per tentare di trasmettere ai ragazzi come lo Spirito Santo può operare nella vita dei credenti: se assecondato può aprire uno sguardo nuovo sul mondo e su chi ci sta attorno capace di farci cogliere quell’essenziale invisibile agli occhi”.

A Giarre si sono incontrati i ragazzi del IV, V e VI vicariato accompagnati dai parroci e dai catechisti. Ad accoglierli anche il vescovo monsignor Antonino Raspanti. Dopo l’introduzione al tema da parte di don Santo Leonardi e il saluto del vescovo, il quale ha posto l’accento sulla “crescita umana e cristiana illuminata dallo Spirito Santo”, sono seguiti i saluti del rettore del Seminario diocesano don Marco Catalano, del vice rettore don Raffaele Stagnitta e del coordinatore della piccola comunità del propedeutico Don Marcello Zappalà. I ragazzi nel corso del pomeriggio hanno ascoltato la testimonianza vocazionale del giovane padre Leandro Xavier Rodrigues, appartenetene all’ordine degli agostiniani di Valverde: “Il Signore – ha detto il religioso rivolto ai cresimandi – chiama chiunque attraverso gli eventi più ordinari della vita a realizzare il suo sogno ed il suo progetto. La sua chiamata può solo renderci felicemente realizzati”. A animare la giornata sono stati i giovani seminaristi con le loro attività.

aspiranti volontari – ha dichiarato la presidente Pulvirenti – intendiamo far capire come la formazione nell’associazione di volontariato è finalizzata sempre più ad essere luogo, spazio e tempo di apprendimento per il volontariato. Importante è stato il patrocinio dell’A.S.P. proprio perché l’Avesci opera da quasi venti anni presso l’ospedale “Santa Marta e Santa Venera” di Acireale. C’è stato parecchio interesse e coinvolgimento da parte dei corsisti. Un clima di entusiasmo che contrassegna quella gran voglia di fare verso il prossimo”. Guido Leonardi

Anna Bella

Domenico Strano

Corso per formare operatori del sociale

merosi volontari, l’associazione AVESCI opera da oltre quarant’anni in prima linea nel sociale ed è attiva nel territorio acese attraverso diverse iniziative. Tra queste: eventi sociali, mercatini di beneficenza, attività ludico-ricreative presso i reparti di pediatria e neuropsichiatria infantile e corsi di formazione per aspiranti volontari. Il direttivo attualmente è formato da Carmen Pulvirenti (presidente), Giusi Pagano (vicepresidente), Daniela Citraro (segretaria), Angela Leotta (tesoriera) e Marinella Arcidiacono (responsabile della comunicazione e formazione). “Con il corso di formazione per

Don D’Aquino: “Seminario di guarigione per sanare le ferite dell’anima” Il calendario quaresimale 2019 dell’Eremo di Sant’Anna è ricco d’iniziative spirituali: l’inizio è il giorno delle “Ceneri” con la celebrazione eucaristica e, appunto, l’imposizione delle Ceneri e la conclusione nella Pasqua di Resurrezione, il 21 aprile. Del calendario abbiamo parlato con il Rettore dell’Eremo, don Giuseppe D’Aquino. C’è un tema su cui vertono gli incontri? C’è un Seminario di guarigione interiore, già iniziato il 19 febbraio con conclusione domenica 28 aprile, organizzato dall’Eremo, in collaborazione con le Suore Carmelitane, messaggere dello Spirito Santo. La preghiera di guarigione, quale giorno viene recitata? Ogni martedì, dopo la S. Messa delle ore 19, c’è la preghiera di guarigione. Essa va supportata da terapie psicologiche e anche farmacologiche, perché la natura umana ha bisogno d’essere aiutata. C’è molta partecipazione di fedeli, provenienti dai centri limitrofi, anche da Acireale e da Catania. Quali temi vengono trattati? La guarigione del vissuto intrauterino: va dal concepimento nel grembo della madre alla nascita. Il feto nei nove mesi di gestazione partecipa alle emozioni positive o negative della vita interiore della madre, secondo le ultime ricerche scientifiche. Se la madre ha avuto problemi e ha pensato all’interruzione di gravidanza, ciò può aver causato al feto un trauma, che lo condizionerà nella vita di relazione. C’è da aggiungere che la preghiera di guarigione riguarda anche i cattivi ricordi. Secondo lei, questo eventuale trauma sarà a vita? Interesserà forse il periodo adolescenziale, con la formazione della personalità, quando cioè l’essere umano acquisterà una sua dimensione? Normalmente l’educazione influisce più o meno sulla crescita della persona. Se è negativa potrebbe aggravare i traumi, già sofferti nel grembo materno. Qual è lo scopo del Seminario? Attraverso la preghiera portare la presenza e l’amore di Dio, che è fuori del tempo, in quelle aree esistenziali, tappe di vita, sanare gli eventuali affettivi vuoti o ferite e lacerazioni. Il primo Seminario è stato sul vissuto dal concepimento all’infanzia. I successivi incontri verteranno sulla guarigione dall’infanzia all’adolescenza e alla gioventù. Nella fascia adulta, perdurano eventuali vuoti o lacerazioni psicologiche, di cui non sempre si ha la consapevolezza, ma che influiscono sulla vita interiore e relazionale. Nei seminari successivi si progredirà attraverso la guarigione dalle patologie di natura psicologica, quali le depressioni, i timori, la rabbia, i condizionamenti, ecc. I traumi nascono soltanto dalla vita della madre o anche ci sono riflessi dalla vita del padre? Quelli della madre direttamente, quelli del padre, sofferti dalla madre come violenze, ecc., vengono recepiti dal feto. Tutto viene trasmesso attraverso i legami di sangue. Nella prima infanzia la vita di relazione con i genitori potrebbe determinare la successiva relazione sociale e umanitaria del bambino. Alcuni bambini soffrono di sindrome di abbandono, causata dall’assenza affettiva dei genitori o di uno dei due.”

AVESCI Dieci incontri aperti anche a volontari Cri e Avulss e studenti

Anche quest’anno, grazie al contributo del C.S.V.E. e alla collaborazione dell’Asp3 Catania e di “Giocanimazione”, l’A.V.E.S.C.I. (associazione di volontariato per l’elevazione sociale e culturale dell’individuo) ha organizzato un corso di formazione per aspiranti volontari dal titolo “Animatori del sorriso”. Il corso, iniziato il 9 gennaio e conclusosi il 13 febbraio, si è articolato in dieci incontri, in cui si sono affrontate diverse tematiche con il coinvolgimento di esperti: “la cittadinanza attiva tra solidarietà ed impegno civile” con Orazio Maltese (consulente assicurativo), “la relazione d’aiuto: supporto psicologico all’ospedalizzato” con Alessandra Raffa (psicologa), “elementi base per un buon volontariato in ostetricia” con Rosario La Spina (ginecologo), “comunicazione con il gruppo e nel gruppo di volontariato” con Salvatore Cacciola (sociologo), “esperienza di volontariato in pediatria” con Carmelo Indriolo (medico), “il bambino tra gioco e spontaneità” con Samanta Viola (pedagogista), “la comunicazione e la raccolta fondi nel sociale” con Marinella Arcidiacono (giornalista ed esperta in comunicazione sociale), “sanità pubblica. Quale futuro?” con Carmelo Musmeci (Tribunale dei diritti del Malato), “maternità difficili” con Cesare Scuderi (Centro di aiuto alla vita), “la Costituzione italiana e il ruolo del volontariato” con Pietro Currò (magistrato). Gli ultimi incontri sono stati dedicati alle attività laboratoriali a cura di Giovanna Calderone (Ass. Culturale “Giocanimazione”) e Carmen Pulvirenti (Avesci). Più di trenta i corsisti. La classe, composta da volontari Avesci, Croce Rossa, Avuuls, studenti del I.C. Majorana-Meucci di Acireale e del I.P.S. Olivetti di Riposto, coinvolti nell’alternanza scuola/lavoro, ha seguito con partecipazione attiva ogni lezione sia frontale sia pratica attraverso i laboratori della creatività. Nell’ultima giornata, il 13 febbraio, i partecipanti hanno ricevuto un attestato di partecipazione ed alcuni di loro stanno già svolgendo attività di volontariato con Avesci. Grazie alla laboriosità dei nu-

INTERVISTA

Crescita umana e cristiana con lo Spirito

DIOCESI La Giornata per ricordare i missionari martiri a 38 anni dall’assassinio di mons. Romero

“Per amore del mio popolo, non tacerò” La Chiesa, universale e per sua natura missionaria, vuole riscoprire la gioia del servizio che si attua anche con il dono di sé e della stessa vita. “Per amore del mio popolo non tacerò” è il tema scelto quest’anno dalle Pontificie Opere Missionarie per celebrare la Giornata di Preghiera e Digiuno in memoria dei Missionari Martiri a 38 anni dall’assassinio dell’arcivescovo Mons. Oscar Romero in San Salvador. Abbiamo incontrato Michele Patanè, Segretario diocesano dell’Ufficio Missionario: “Oscar Romero è un Santo che ha lanciato un messaggio chiaro: non si può tacere di fronte a tanta povertà, sfruttamento, oppressione ed ingiustizia. Noi cristiani abbiamo la responsabilità di gridare al mondo quanto amore Gesù ha donato morendo in croce. Così noi siamo inviati a testimoniare la Sua Parola e lo abbiamo fatto organizzando una Veglia diocesana preparata con cura dall’equipe dell’Ufficio Missionario e dai Missiogiovani della nostra diocesi”.

Il darsi a Dio ed ai nostri fratelli può dare speranza e coraggio a tutti noi che viviamo in un contesto socio – culturale che ci vede ripiegati su noi stessi “L’ufficio pastorale missionario - continua Michele Patanè – vuole sensibilizzare la gente alla missione. Nel corso della veglia, presieduta dal

nostro vicario generale mons. Giovanni Mammino, sono stati ricordati 40 missionari uccisi nell’anno passato ed è stata occasione per tutta la Diocesi di pregare per gli operatori pastorali che ogni giorno rischiano la vita per difendere i più deboli, in modo particolare i bambini che vengono sfruttati per lavori indegni o uccisi per l’espianto degli organi. Il mio desiderio è che per noi Chiesa fare memoria dei Missionari Martiri è uno stimolo per ciascuno di noi a testimoniare, in modo più coraggioso, la nostra fede in Colui che, come afferma il Papa emerito Benedetto XVI, sulla croce ha vinto per sempre il potere dell’odio e della violenza con il Suo amore”. Questa ed altre iniziative organizzate dall’ufficio per la pastorale Missionaria, guidato dal direttore don Rosario Gulisano, possono diventare una preziosa occasione per una verifica del nostro impegno missionario. don Arturo Grasso


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CSVE Nei locali della Misericordia di Librino un altro strumento per offrire servizi culturali e di svago ai giovanissimi

Laboratorio intitolato a don Puglisi RIPOSTO

Tenuto al circolo delle Acli corso di informatica e social

Sì è svolto nei locali “Casa della speranza Viviana Lisi” di Riposto l’iniziativa “Progetto Anziani in circolo”. Sì tratta di un progetto già avviato in provincia lo scorso anno, realizzato grazie alle risorse del 5X1000, che prevede lezioni di informatica di base rivolte agli over 60. Quest’anno, altri 7 circoli delle Acli di Catania, compreso il Circolo Aclista Ripostese ha dato possibilità di avvicinarsi al mondo dell’informatica e di acquisire nozioni utili e interagire con il mondo virtuale. Grazie alla nuove tecnologie - digitale social e internet - la conoscenza informatica è sempre più orientata verso le categorie giovanili escludendo spesso dall’uso gli anziani. Il programma del corso si è diviso in lezioni di informatica di base durante le quali sono state impartire nozioni per utilizzare il tablet, l’uso di word, motori di ricerca, posta elettronica e social. Giuseppe Rapisarda - attuale Consigliere Provinciale Acli Catania e socio fondatore sin dal 1982 del Circolo Acli di Riposto – spiega che il progetto “Anziani in Circolo “ non è solo un’ occasione per stare insieme, ma è un’opportunità per gli anziani di imparare qualcosa di nuovo, sicuramente un accrescimento di conoscenza. Questa iniziativa si inquadra nell’ambito dell’ impegno generale del Circolo Acli Riposto da sempre soggetto animatore sul piano formativo, di costruzione di reti associate per la crescita della società civile locale, di presenza ecclesiale orientata a veicolare i valori cristiani nel mondo del lavoro, nell’attenzione al prossimo nel servizio agli ultimi. In questo senso è operativa da qualche anno la sede zonale patronato Acli, come tutela dei diritti dei lavoratori, dei giovani precari, anziani, disoccupati e dei cittadini che non sono in grado di esercitare i propri diritti. Nino Di Mauro

E’ stato intitolato a padre Pino Puglisi il nuovo Laboratorio realizzato a Catania nella Casa del volontariato di Librino di Viale Castagnola 4. Un’altra tappa – informa un comunicato del CSVE – sul travagliato percorso di assistenza, educazione e legalità portato avanti senza sosta in questi anni dalla rete della Misericordia di Librino con la collaborazione del Centro di Servizio per il Volontariato etneo, nonostante momenti di difficoltà, penuria di risorse e scarsa attenzione da parte di molte istituzioni, troppo raramente presenti in una delle aree più popolose e complesse della città. I locali della Misericordia di Librino, già impegnata insieme al CSVE da due anni e mezzo con i propri volontari in un servizio quotidiano di dopo scuola offerto gratuitamente ai più piccoli del popoloso quartiere, si arricchiranno inoltre, nei giorni di lunedì, mercoledì e il venerdì dalle 15.30 alle 19, di uno spazio pensato per offrire ai giovanissimi iniziative culturali e di svago, con attività variabili che andranno dalla riflessione formativa alla manifattura. Ad impreziosire il locale rinnovato, oltre agli arredi messi a disposizione dall’assessorato alle Politiche sociali del Comune di Catania, una lavagna interattiva multimediale acquistata grazie al lavoro di raccolta fondi dei giovani afferenti al Rotary Catania Ovest attraverso i gruppi Interact, che comprende ragazzi tra i 12 ed i 18 anni, e Rotaract, che comprende giovani tra i 18 e i 30 anni.

Per questo motivo, all’inaugurazione del 19 marzo erano presenti anche l’assessore alle politiche sociali del Comune di Catania, Giuseppe Lombardo, il presidente del CSVE, Salvo Raffa, il presidente onorario della Misericordia di Librino, Santo Carnazzo, il parroco della locale parrocchia Resurrezione del Signore, padre Salvo Cubito, che benedirà i locali, ed una rappresentanza del Rotary Catania Ovest. Si tratta di un altro generoso scatto da parte di quella rete del volontariato impegnata da decenni sul territorio nella faticosa sfida di garantire soprattutto ai più piccoli quelle condizioni minime di welfare che tutelino diritti troppo spesso calpestati in tanti quartieri disagiati della città, sopperendo spesso e volentieri, nonostante la scarsezza di risorse, a gravi lacune di una politica troppo spesso lontana dalle tante periferie. L’iniziativa rientra pertanto in un percorso

di impegno civile impostato dai volontari dalla Misericordia di Librino, impegnati attivamente nel quartiere da trent’anni, e dal CSVE: un impegno rivolto potenzialmente tanto ai giovanissimi quanto agli stessi giovani impegnati nei progetti di Servizio Civile sul posto e non solo, ai quali tra gli altri spunti formativi è stata già offerta una prima conoscenza dell’esemplare figura del beato padre Pino Puglisi. Prete ed educatore ucciso dalle cosche mafiose nel quartiere palermitano di Brancaccio, dove tra il ’90 ed il ’93 fu designato parroco della comunità di San Gaetano, padre Puglisi concentrò ogni gran parte degli sforzi della sua attività pastorale nell’attenzione ai più giovani di un quartiere per molti aspetti simile a quello di Librino, ove non a caso il suo nome intitolerà il nuovo laboratorio e dove gli stessi ragazzi del Servizio civile, edotti in merito, parleranno ai più giovani della sua vita.

MASCI Incontro formativo tenuto da mons. Paolo Urso, vescovo emerito di Ragusa

“Educare ai valori del cristiano” Mons. Paolo Urso, vescovo emerito della Diocesi di Ragusa, ha incontrato il MASCI, comunità scouts adulti, nella sede di via Scinà, ad Acireale. L’incontro, organizzato dalla Magister Margaret Patanè, aveva per tema: “Educare. A quali valori?” L’illustre relatore prospetta questa complessa problematica, secondo il profondo pensiero di Benedetto XVI:”I giovani portano una sete nel loro cuore”, intendendo relazionarsi con persone autorevoli, testimoni di una vita cristiana alla luce del Vangelo. “La nostra risposta è l’annuncio del Dio, amico dell’uomo, che in Gesù si è fatto prossimo a ciascuno”. Dettagliato e convincente il commento. Fatta una rassegna di educatori – Don Bosco; Gilbert Cesbron in “Cani perduti senza collare”; Giovanni Paolo II in “Lettera alle famiglie”- il vescovo indica in Dio il grande educatore, che infonde amore per la libertà, offrendoci Gesù, nella sua rivisitazione di uomo libero, per imitarlo: l’uomo è chiamato a vivere nella verità, per la realizzazione della civiltà dell’amore, attraverso l’educare, il comunicare, il vigilare.

ITINERARI TEOLOGICI Don Aliotta nella parrocchia San Paolo

L’ affascinante romanzo “Storia di una gabbanella e del gatto che le insegnò a volare” di Sepulveda è metaforico: la libertà d’essere se stessi. L’uomo è chiamato ad essere libero, senza però alterare il significato di libertà, bensì scoprendo sempre più la testimonianza del servizio, mediante la carità. L’educazione deve essere autorevole e mirare all’autoeducazione, senza lasciarsi condizionare e senza confondere la libertà, per sua natura impegnativa, con le sue falsificazioni, ovvero il libertinismo, il capriccio, il disimpegno. Ognuno deve cercare la propria strada. Libertà, verità, amore, il trio del cristiano. Paolo Urso con stile moderno, nella conclusione, attinge al quotidiano “La Repubblica” del 16-6- 2011: Gustavo Zagrebelsky, “Antropologia del conformismo che fugge dalla libertà”, per identificare i nemici della libertà: il conformista si rifugia nell’apparenza; l’opportunista mira alla carriera; il gretto è dominato dall’egoismo; il debole sacrifica la libertà alla sicurezza. Segue un vivace dibattito, che contribuisce a chiarire le idee. Anna Bella

LIBRI Profonda riflessione di Luigino Bruni

“Cos’è l’uomo perché Tu te ne curi?” Cosa dice la Bibbia sul lavoro “Signore, che cos’è l’uomo perché te ne curi?”. Con questo titolo tratto dal salmo 8, si è svolto presso la chiesa di S. Paolo un interessante itinerario teologico. Nell’arco di due giorni, don Maurizio Aliotta, docente di teologia morale e Preside dello Studio Teologico “San Paolo” di Catania, ha tracciato delle linee di “antropologia teologica”, approfondendo la figura dell’uomo e di Cristo – uomo Dio – attraverso le Sacre Scritture ed i documenti della Chiesa. Ne è venuta fuori un’immagine di Cristo figura centrale delle Scritture, della Chiesa e del processo salvifico dell’umanità, un Cristo misericordioso, compassionevole, amorevole, pronto ad accogliere; ma anche un’immagine dell’uomo al centro dell’azione salvifica di Dio, perché a lui sono rivolte le attenzioni di Cristo, del quale l’uomo deve farsi discepolo, ponendosi incondizionatamente alla sua sequela. Don Maurizio ha pure proposto una serie di testi sui quali approfondire gli argomenti da lui trattati. Gli incontri sono stati organizzati dall’Ufficio diocesano per la pastorale scolastica e l’insegnamento della reli-

gione cattolica, unitamente all’Istituto diocesano di Teologia “S. Agostino”. Rappresentavano quindi un percorso di aggiornamento per gli insegnanti di religione ed una attività formativa per gli iscritti ai corsi di teologia; i destinatari hanno affollato numerosi la chiesa e seguito con interesse le dotte riflessioni di don Maurizio; ma erano presenti anche altre persone attirate

dall’interessante argomento e dall’illustre relatore. Ha fatto da padrone di casa il parroco della comunità di S. Paolo don Sebastiano Raciti e, a conclusione della “due giorni”, è pure intervenuto il vicario generale don Giovanni Mammino, che ha portato i suoi saluti al relatore ad ai partecipanti. Nino De Maria

Luigino Bruni, L’arca e i talenti. Quel che dice la Bibbia sul lavoro, Edizioni San Paolo 2019, pp. 128, euro 12,00 «Quando a una persona, soprattutto se è giovane, non è consentito, per qualsiasi ragione, di lavorare, tra le molte cose splendide che gli vengono negate, gli si riducono i luoghi dove poter incontrare gli angeli e dialogare con l’infinito. Lavorare è importante anche per questo». Così Luigino Bruni ci introduce – si legge in un comunicato stampa delle “Edizioni San Paolo” - nel suo libro, splendida riflessione attraverso tutta la Bibbia alla ricerca del “modo in cui Dio” ci spiega il senso dell’operare con le nostre mani, e del “modo divino” di gestire economia e relazioni sociali. Partendo dal concetto che il Dio di Mosè e di Gesù sembra trovarsi poco a suo agio nei templi, mentre ama l’aria aperta, ama condividere la strada con noi, stare con noi nei luoghi della nostra vita concreta, Bruni ripercorre le grandi pagine del lavoro nell’Antico Testamento – dalla costruzione dell’arca di Noè fino alle profezie di Isaia e Geremia – e nel

Nuovo – con una rivisitazione sorprendente delle grandi parabole che toccano il mondo del lavoro: i talenti, l’operaio dell’ultima ora, il figliol prodigo, il buon Samaritano... –, alla luce dei più recenti studi di scienza biblica e sociale. Un libro pieno di rivelazioni inattese sulla nostra vita di operai del quotidiano.


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ACIREALE Il documentario (regista Gianni Vasta, autore Antonio Trovato) sulla devozione per il Compatrono

“Nei tuoi occhiâ€?, viva S. Sebastiano San Sebastiano per gli abitanti di Acireale non rappresenta solo il compatrono, con Santa Venera, della cittĂ , San Sebastiano per i devoti rappresenta il “Comandanteâ€? a cui rivolgersi nei momenti di angoscia e diďŹƒcoltĂ , ma anche per ringraziarlo delle gioie della vita. Guardare gli occhi dei devoti, di ogni fascia di etĂ , all’apertura della cappella il 20 gennaio, è un momento di grande emozione, si perchĂŠ proprio quegli occhi, spesso umidi o pieni di lacrime, parlano piĂš di mille parole. “Nei tuoi occhiâ€?, ďŹ lm documentario del regista Giovanni Vasta, nasce non solo per raccontare, attraverso le immagini, l’edizione 2019 ma anche per porre l’accento sul “Veroâ€? signiďŹ cato della festa che oggi, a distanza di secoli, è sempre piĂš un momento di incontro con il santo tanto amato dai cittadini di Acireale. Quest’anno poi particolarmente toccante è stato il momento in cui l’argenteo fercolo è arrivato davanti all’albergo Maugeri, “casaâ€? per alcuni mesi, di molti cittadini sfollati dal sisma del 26 dicembre 2018. Da ricordare che sono state devolute ai terremotati le cifre messe a disposizione per i tradizionali fuochi pirotecnici.

Il regista, in questo quarto cortometraggio dedicato al Santo martire, ha voluto dare una impronta diversa rispetto ai precedenti documentari, dando “voceâ€? al pittore Pietro Paolo Vasta, autore di alcuni degli areschi

all’interno della Basilica. A calarsi nei panni del pittore l’attore acese Antonio Castro. Bella e di grande suggestione l’atmosfera creata, con le luci delle candele e gli arredi a ricordare il XVIII secolo. Le imma-

gini scorrono e mostrano il fervore e la gioia dei devoti per la trionfale uscita, i momenti piĂš importanti del lungo giro per le strade della cittĂ ďŹ no a giungere al ritorno in basilica con una altrettanto spettacolare entrata. Non poteva mancare colui che è considerato da tutti i devoti il “mastro di varaâ€?, Turi Leotta. Il documentario del 2019, prodotto dalla basilica di San Sebastiano e da Gsg. Group Ear the Sound, è stato presentato al pubblico il 31 marzo in chiesa dopo la Santa Messa domenicale, presenti il regista, l’attore Castro, la “voce narranteâ€? Giulio Vasta e l’autore dei testi Antonio Trovato. Il montaggio video è stato curato da Dario Liotta. A breve il documentario verrĂ trasmesso in televisione e per chi volesse vedere le precedenti edizioni potrĂ farlo tramite il canale internet Youtube. Sono trascorsi poco piĂš di due mesi dall’ultima volta che i fedeli hanno potuto guardare l’amata statua del santo ma l’atmosfera palpabile tra i numerosi presenti, mentre scorrevano le immagini del ďŹ lm, era di attesa e tanta voglia di rivedere presto il loro “Comandanteâ€?.

SolidarietĂ 4300 euro, raccolti per fuochi, destinati alla parrocchia di Pennisi

Gabriella Puleo

ACIREALE Una serie di interrogativi ma anche tante soluzioni al convegno de “L’impulso�

Ecco quale integrazione per i migranti Si è svolto sabato 30 marzo presso la Basilica di San Sebastiano ad Acireale il convegno “Quale integrazione dei migranti?â€?, fortemente voluto dall’associazione “L’Impulsoâ€?, dall’UďŹƒcio Migrantes della Diocesi di Acireale e dall’AFA (Associazione Forense Acese) per riettere su un tema che è diventato negli ultimi mesi sempre piĂš diďŹƒcile. Ad introdurre e moderare l’incontro - che si inserisce nel calendario delle attivitĂ formative e culturali, organizzate in Basilica da don Vittorio Rocca - è stato l’avv. Salvo Emanuele Leotta, presidente dell’ass. L’Impulso. La prima delle relazione è stata quella del prof. Rosario Sapienza, Ordinario di Diritto Internazionale nell’UniversitĂ di Catania, il quale ha sottolineato come la crisi provocata dal usso dei migranti in Europa sia il frutto di una “gestione sconcertatamente incauta del problema, arontato sempre in un’ottica emergenzialeâ€?. Non si è avuta, infatti, una politica migratoria per decenni, prima di arrivare alla convenzione di Dublino (“un gioco a scaricabarile cosĂŹ indignitoso da non credersiâ€?). Nella gestione del fenomeno migratorio tale prospettiva “unilateraleâ€? ha caratterizzato la posizione dei paesi dell’UE. L’avv. Carla Trommino, fondatrice dell’associazione AccoglieRete ed esperta in diritto dell’immigrazione, ha quindi delineato il quadro normativo del sistema di accoglienza SPRAR, richiamandone le tappe principali dal D.Lgs. n.

Da sinistra: Trommino, Leotta, Abramo e Sapienza (Foto Giovanna Panebianco)

142/2015 al “Decreto Salviniâ€? (n. 113/2018), la cui irretroattività è stata però sancita da una recente pronuncia della Cassazione; al contempo, ne ha evidenziato il vero punto debole, quello dei tempi (biblici) di attesa. L’avv. Trommino, anche in relazione agli ultimi sviluppi normativi, ha invitato i colleghi operatori del diritto ad erigersi quale baluardo di civiltĂ giuridica in favore dei richiedenti asilo. E’ intervenuto anche Emiliano Abramo, responsabile regionale delle ComunitĂ di Sant’Egidio, il quale ha innanzitutto evidenziato come la scelta della migrazione è sempre dettata da una soerenza talmente profonda da sďŹ dare la

stessa morte; ha poi ricordato le cifre spaventose dei decessi registrati negli ultimi anni in quel Mediterraneo che si è trasformato nella frontiera piĂš pericolosa al mondo, stigmatizzando come oggi “accoglienzaâ€? sia una parola bandita dal linguaggio politico italiano. Due le soluzioni possibili: realizzare modelli di cittĂ inclusive e creare canali legali di ingresso in Europa, trovando un’alternativa al mare (corridoi umanitari via aereo). Nel corso del convegno si sono registrati anche gli interventi programmati di Valentina Bellelli dell’ass. “Refugees Welcomeâ€? di Catania (progetto internazionale attivo dal 2016 nel capoluogo etneo con venti famiglie coinvolte nell’accoglienza), di Fabrizio Sigona, presidente del consorzio “Il nodoâ€? (che dal 2002 fa parte del sistema di accoglienza SPRAR con 85 migranti presenti ad Acireale in seconda accoglienza e dal 2010 anche con minori stranieri non accompagnati), del consigliere comunale Alessandro Coco (il quale ha predicato prudenza sul tema dell’accoglienza, ritenendo che il problema migratorio vada arontato e risolto lĂ dove nasce, in Africa) e dell’avv. Giovanni Battiato (che ha portato la sua esperienza di giudice aggregato della Corte di Appello di Catania, foro competente per i procedimenti che coinvolgono i richiedenti asilo). Guido Leonardi

Come giĂ annunciato nel contesto dei solenni festeggiamenti in onore di San Sebastiano in Acireale dello scorso mese di gennaio, – informa una nota della Basilica acese – il Capitolo collegiale, di concerto col Comitato dei festeggiamenti della Basilica di S. Sebastiano, ha provveduto a devolvere la somma di euro 4.300,00 in favore di un’opera segno da realizzarsi nella parrocchia di Pennisi, tra le piĂš provate dal sisma del 26 dicembre 2018. La somma donata è il frutto dei fuochi pirotecnici non accesi di competenza della Basilica, con un’aggiunta di euro 300,00 da parte del quartiere Mandorle che ha aderito con entusiasmo all’iniziativa. L’intenzione iniziale era quello di poter disporre di maggiori fondi, ma, purtroppo, come è di pubblica conoscenza, anche la Basilica ha dovuto arontare spese relative al sisma (circa 4.000,00 euro) e la stessa Basilica è impegnata da tempo a raccogliere risparmi per poter eettuare i lavori irrinunciabili per la risistemazione della copertura della navata sinistra (la somma da raccogliere è di circa 40mila euro a fronte di un progetto intorno ai 150mila; la restante parte sarĂ messa a disposizione dall’8 x mille della Chiesa cattolica). Lieti e ďŹ eri di aver contribuito fattivamente col nostro piccolo ma signiďŹ cativo contributo, aďŹƒdiamo alla potente intercessione del glorioso martire Sebastiano la ricostruzione materiale, culturale e spirituale del nostro territorio, cosĂŹ duramente colpito dal terremoto.

DIOCESI “Mani in pasta�, intensa la festa-raduno di Acibonaccorsi organizzata dal Coorda per gli anima-educatori

7HFQLFKH DQLPDWLYH ULĂ€HVVLRQL VXO 9DQJHOR H VXJOL RELHWWLYL Il Co.or.D.A. domenica 24 marzo ha lanciato un appuntamento nuovo: una festa-raduno cioè un momento di gioco, di comunione e di riessione riservato agli anima-educatori dei nostri oratori. Abbiamo voluto dare loro uno spazio dove poter provare emozioni e sentimenti adeguati alla loro etĂ , con la consapevolezza di essere evangelizzatori ed educatori della porzione piĂš vicina al cuore di Cristo “Buon Pastoreâ€?: i nostri bambini e ragazzi! L’oratorio è, infatti, scuola di veritĂ nella misura in cui, fedele alla propria identitĂ e alla vocazione territoriale che è chiamato a incarnare, in virtĂš della missione ricevuta dalla sua Chiesa locale e universale accompagna bambini, ragazzi e giovani adulti a conoscere, amare e vivere la veritĂ come stile di vita, in comunione fraterna e nell’esplosione di gioia tipica del carisma di D. Bosco e S. Filippo Neri. La giornata ha avuto inizio con lo scambio del quadro di D. Bosco tra l’oratorio “Casa dei ragazziâ€? di Aci Platani e l’oratorio di Aci Bonaccorsi ambedue colpiti dal terremoto del 26 Dicembre. A seguire una movimentata “caccia al tesoroâ€? su alcuni temi del sinodo: Conversione, Ascolto, Vocazione, sďŹ de, discernimento; ogni prova era supportata da un laboratorio artistico, che sottolineava il motivo conduttore del sussidio “mani in pastaâ€?, LA BELLEZZA‌ e dalla Parola di Dio‌ obiettivo evangelizzante e missionario.

E’ stato un susseguirsi di tecniche animative, riessioni sui brani evangelici sugli obiettivi e valori educativi del gioco, un PPT sulle sďŹ de sinodali da raccogliere in oratorio. La giornata

ha trovato il suo culmine spirituale e di famiglia “allo spezzare del Pane eucaristicoâ€?. Un Grazie sentito vĂ al parroco Don Giovanni Cavallaro e ai suoi anima-educatori che ci hanno accolti con calore, famigliaritĂ , gioia e cordialitĂ . Ed un succulento pranzetto!! Il coordinamento e gli anima-educatori sono pronti a raccogliere le sďŹ de suggerite nel documento uďŹƒciale del sinodo‌ Formidabile è il n.118, al cui centro ci sono queste due frasi, che non hanno bisogno di alcun commento, tanto sono chiare: ÂŤLa messa in atto di una Chiesa sinodale è il presupposto indispensabile per un nuovo slancio missionario che coinvolga l’intero popolo di DioÂť; ÂŤIl cammino della sinodalità è il cammino che Dio si aspetta dalla Chiesa del III millennioÂť. La Chiesa, oltre che orire spazi di celebrazione liturgica, di approfondimento catechistico, ore a ragazzi e giovani anche l’oratorio come spazio di aggregazione, di serene relazioni umane, di amicizia, di proposta culturale e religiosa, di dialogo, di condivisione e di collaborazione, nel quale sviluppare valori autentici di vita umana e cristiana. Per essere eďŹƒcace nella sua azione educativa, l’oratorio oggi ha bisogno di fare un salto di qualitĂ e divenire un vero spazio aggregativo e un laboratorio di formazione religiosa, di fede. Annamaria BelďŹ ore


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Cronaca

31 marzo 2019

dell’

Jonio

ACIREALE I numeri del Carnevale confermano la bontà della novità di quest’anno

Salute della donna

Paganti 71.493, incassati 327.826 euro

Al “Cannizzaro� visite gratuite

Gli spettatori paganti al Carnevale di Acireale edizione 2019 sono stati 71.493 per un incasso di 327.826 euro, in linea con quelle che erano le previsioni della Fondazione limitatamente ai festeggiamenti invernali. Le analisi e gli studi comparati della vigilia erano stati eseguiti all’insegna della massima scrupolositĂ e senza lasciare alcunchĂŠ al caso, da qui la piena rispondenza a quanto ipotizzato su ogni fronte dalla Fondazione. Un successo, questo, che si innesta nel successo piĂš ampio relativo alla riuscita della manifestazione che, come viene unanimemente riconosciuto, ha compiuto l’agognato salto di qualitĂ . La Fondazione, sia detto per inciso, non si è mai lasciata condizionare dagli scettici di professione e dalle Cassandre che preďŹ guravano chissĂ quali sciagure in relazione all’esito dell’evento. Questi, comunque, i numeri principali legati alla manifestazione: t 4QFUUBUPSJ QBHBOUJ t *ODBTTP FVSP t 4QFUUBUPSJ OPO QBHBOUJ JO RVBOUP residenti o titolari di diritto di ingresso 201.266 (per i quali la Fondazione ha emesso 30 mila abbonamenti a prezzo convenzionato a seguito di intese con la Siae, alla quale ha corrisposto le imposte concordate) t 5PUBMF TQFUUBUPSJ t 'SVJUPSJ EFMMB USJCVOB EJ QJB[[B *OEJSJ[[P t *ODBTTP USJCVOB QJB[[B *OEJSJ[[P FVSP t 1BSDIFHHJ JODBTTP JO DPSTP EJ EFmOJ[JPOF JO RVBOUP MB HFTUJPOF Ă’ di competenza della Polizia municipale

Il sindaco, ing. Stefano AlĂŹ, a nome della cittadinanza, ha espresso un commento dai toni eloquenti che sottolinea la bontĂ e la valenza dell’opera svolta dalla Fondazione. “In questi giorni in giro per la città – ha osservato il primo cittadino – ho ricevuto molti consensi. Molti acesi, per la maggior parte sconosciuti, hanno apprezzato la scelta di istituire il ticket e si sono congratulati per la manifestazione. Ho sentito anche parole di elogio da parte dei tanti turisti. Grandissimo merito va ai carristi per la qualitĂ della loro realizzazione. Un profondo ringraziamento va alla fondazione, al direttore artistico ed all’uďŹƒcio turistico del Comune di Acireale. Un grazie a tutti i volontari ed a chi si è speso per la manifestazione. Gli aspetti piĂš apprezzati sono la qualitĂ dei carri, l’organizzazione, il livello degli spettacoli, il clima piĂš “da famigliaâ€? che si è venuto a creare attraverso una naturale selezione di chi non era realmente interessato all’evento. Di questo aspetto me ne hanno dato atto anche le forze dell’ordine. Vorrei anche ricordare alcune novitĂ assolute: il carro per coinvolgere i diversamente abili, la tribuna in piazza indirizzo che ha consentito un modo nuovo di vivere il carnevale, anche su questa accuse terribili, quanto poi alla ďŹ ne è risultata molto apprezzata, i gruppi mascherati al seguito dei carri, il carro RDS. L’apertura del museo del carnevale, il numero 0 della rivista del carnevale. Sono stati istituiti dei treni speciali ed un servizio bus navetta molto utile in concomitanza con gli spettacoliâ€?

ACIREALE Come si raggiunge il traguardo dei cento anni sentendone la gioia e non il peso

Enrichetta, un esempio di vita familiare e di fede

Raggiungere il traguardo di 100 anni e non sentirne il peso, ma coglierne la gioia, giacchĂŠ l’amore dei familiari le rende piacevole il vivere quotidiano e ne incentiva la voglia di dire ancora la sua. L’acese Enrichetta Leonardi ha soďŹƒato, lo scorso 2 marzo, sulle sue tante candeline, che indicano un secolo di vita trascorso in piena attivitĂ ed operositĂ di insegnante, madre e moglie. A festeggiarla i componenti della sua numerosa famiglia: i ďŹ gli Gregorio, Carmela, Sara e Maria, i 10 nipoti, i 7 pronipoti e i due in arrivo per allargare il numero dei suoi aetti. Nonna Enrichetta, nel giorno della festa, ha accolto tutti i presenti con gioia, con espressione serena e consapevole del momento felice a cui è giunta. Con naturalezza e spontaneitĂ , ha dichiarato di non “esserne appesantita ma di percepire al massimo una settantina di anniâ€?, di sentirsi soddisfatta dei momenti importanti che la vita le ha riservato ed in particolare del dono ricevuto di ďŹ gli e nipoti. Il suo sguardo solare lascia intravedere anche la determinazione che l’ha caratterizzata nel corso della vita. La fede

l’ha accompagnata in ogni suo momento e lei l’ha condivisa con i ďŹ gli, di cui ha seguito con rigore la preparazione per la

prima comunione e per la cresima. Stesso rigore applicato per il rispetto delle regole che scandiscono la vita quotidiana, come un “signor capitanoâ€?, ricordano e raccontano i ďŹ gli, a cui assegnava il compito di curarsi di un ambiente della casa, proprio per inculcare loro il senso della responsabilitĂ . Una madre sempre presente, con il senso dell’humour, che, ancora adesso, sa capire i suoi ďŹ gli dallo sguardo, dall’espressione del volto e sa condividerne preoccupazioni e pensieri particolari. A porgerle gli auguri il Sindaco di Acireale, Stefano AlĂŹ, che ha sottolineato la piacevolezza dell’evento e, nel contempo, la necessitĂ che vi siano servizi adeguati per rispondere al meglio alle varie

esigenze che questa delicata fascia d’etĂ comporta. La signora Enrichetta e la sua famiglia hanno rivolto il loro ringraziamento per il signiďŹ cativo traguardo raggiunto con la preghiera collettiva nella Santa Messa, oďŹƒciata, nel salone dell’abitazione, dal nipote don Arturo Grasso, direttore dell’UďŹƒcio comunicazioni sociali della Diocesi di Acireale e viceparroco di Aci San Filippo. La stessa ha tagliato, poi, la torta, raďŹƒgurante un albero genealogico in cui il suo nome era inciso sul tronco, a signiďŹ care l’inizio della famiglia, la stabilitĂ e la forza che lei vi ha elargito. Rita Messina

L’Azienda ospedaliera Cannizzaro è – si legge in una nota dell’uďŹƒcio stampa - tra le strutture del Network Bollini Rosa che hanno aderito alla quarta edizione dell’(H) Open Week promossa da ONDA (Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere), al ďŹ ne di favorire l’informazione e i servizi per la prevenzione e la cura delle principali patologie femminili. In previsione della Giornata nazionale della Salute della Donna, che si celebra annualmente il 22 aprile, l’Azienda Cannizzaro orirĂ visite e consulti gratuiti all’interno della settimana che tra l’11 e il 18 vedrĂ coinvolti numerosi centri in tutta Italia. Il commissario straordinario dell’Azienda ospedaliera Cannizzaro ha voluto coinvolgere diverse specialitĂ , con il coordinamento della dott.ssa Francesca Catalano, direttore dell’UnitĂ Multidisciplinare di Senologia e referente aziendale dei Bollini Rosa, e la supervisione del prof. Paolo Scollo, direttore del Dipartimento materno-infantile. Ecco, quindi, il programma. La Senologia orirĂ visite gratuite lunedĂŹ 15 aprile dalle ore 8.30 alle 12.30 (ambulatorio F3, piano terra); nello stesso giorno, dalle 8 alle 12, la Ginecologia e Ostetricia (ambulatori E2, piano terra) darĂ la possibilitĂ alle donne di sottoporsi a visite con esecuzione di Pap test e colposcopia e in casi selezionati di test HPV, in collaborazione il dott. Filippo Fraggetta, direttore dell’UnitĂ Operativa di Anatomia Patologica. Consulenze geriatriche per l’individuazione di fattori di rischio e patologie cronico-degenerative, nonchĂŠ test di screening neuro-psicologici, saranno possibili nell’UnitĂ Operativa di Geriatria (ediďŹ cio I2, piano terra) mercoledĂŹ 17 aprile dalle 12 alle 14, mentre la Medicina Nucleare orirĂ l’esame della MOC (Mineralometria ossea computerizzata), nei giorni di martedĂŹ 16 e mercoledĂŹ 17, dalle 11.30 alle 13.30 (ediďŹ cio F2, piano -2). Le prenotazioni sono obbligatorie e saranno raccolte a cura dell’associazione VOI – Volontari Ospedalieri Italiani, esclusivamente nei giorni 3 e 4 aprile, dalle 9 alle 12, al numero 0957263477, temporaneamente attivato a questo scopo. Data la natura extra-istituzionale dei servizi oerti, i posti sono limitati. Sul sito www.bollinirosa.it è possibile consultare il programma di tutte le iniziative con date, orari e modalitĂ di prenotazione.

ACI SANT’ANTONIO Un servizio nato con un protocollo d’intesa con “Rete d’Oro Ets�

Aperto “Sportello antiviolenza: ascolto e mano tesaâ€? Il Comune di Aci Sant’Antonio, nella sede di Palazzo Cantarella, ha inaugurato venerdĂŹ 8 marzo scorso lo “Sportello Antiviolenzaâ€?, un servizio nato grazie a un protocollo d’intesa TUJQVMBUP DPO A-B 3FUF E 0SP & 5 4 SJWPMUP BMMF donne e ai minori vittime di violenza. La scelta della data per l’inaugurazione non è casuale: si è scelto di dare un segno concreto, di dimostrare che un giorno cosĂŹ fortemente simbolico – in cui si ricordano i diritti, le conquiste sociali, economiche e politiche che le donne hanno con diďŹƒcoltĂ ottenuto – non è solo vuota retorica. Chiunque voglia usufruire di questo servizio troverĂ professioniste volontarie, avvocate, psicologhe, sociologhe, assistenti sociali, pronte a dare supporto e assisten[B 5SPWFSĂ‹ QFSTPOF EJTQPTUF BE BTDPMUBSF QFSDIĂ? BTDPMUP Ă’ MB QBSPMB DIJBWF L’obiettivo principale è rompere il silenzio di chi è vittima di violenza, far capire che non sono giudicate e soprattutto che non sono loro le colpevoli. L’aguzzino riesce a instillare nella propria vittima la convinzione che sia colpa sua, quindi meritevole di quei soprusi. La violenza ďŹ sica non è solo ďŹ sica. Esiste la violenza verbale, la violenza psicologica. Sono quelle forme di violenza in cui si fa credere di non essere mai abbastanza, di far credere che l’altro non valga e non sia importante. Ăˆ creare una dipendenza psicologica e aettiva; è rendere l’altro mancante di una parte di sĂŠ, privarlo della sua autonomia e indipendenza. Ăˆ quel tipo

di violenza che fa vivere nella paura costante di essere giudicato inadeguato, indegno di essere amato. Allora diventa fondamentale avere un luogo in cui le vittime possano sentirsi protette, accolte, capite. Un luogo dove sanno che non sono sole e che non verranno abbandonate a loro stesse. Anche durante l’iter che segue alla denuncia. PoichĂŠ la questione fondamentale – come giĂ ribadito – è uscire dal silenzio e denunciare. Lo Sportello di Aci Sant’Antonio orirĂ sia informazioni su quale sia il percorso da intraprendere per uscire dal tunnel della violenza sia supporto legale una volta intrapreso il percorso. Lo Sportello avrĂ reperibilitĂ telefonica 24 ore su 24; le volontarie professioniste si troveranno in sede il martedĂŹ dalle 16 alle 18. Fare in modo che i diritti fondamentali di ciascuno non vengano mai meno è una responsabilitĂ , oltre che politica, sociale che deve interessare ogni singolo cittadino.A volte si pensa che il mondo si cambi con gesti eclatanti senza capire che invece basta un piccolo gesto. Basta semplicemente una mano tesa per cambiare la vita di qualcuno. Ed è questo l’obiettivo che si propone tale iniziativa: poter dare la possibilitĂ a chi ha subito violenza di smettere di essere una vittima e riprendere in mano la propria vita. Chiara Michelle Messina


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