LA Jonio VOCE Anno LX- N. 4
Domenica, 30 aprile 2017
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Il Papa su Barbiana e dintorni
dell’
Sebastiano Vecchio
Periodico cattolico fondato da Orazio Vecchio
CARCERE DI AUGUSTA
Don Milani testimone di Cristo e del Vangelo Escono in questi giorni due grossi volumi contenenti tutti gli scritti di don Lorenzo Milani. Il Papa ha voluto sottolineare l’importanza d e l l ’e v e n t o inter venendo alla prima presentazione, tenutasi a Milano, con un messaggio video in cui ricordava i suoi «percorsi originali, talvolta, forse, troppo avanzati e, quindi, difficili da comprendere e da accogliere nell’immediato». Una riabilitazione, si direbbe. Di riabilitazione dell’unico suo libro, Esperienze pastorali, colpito da un decreto dell’ex Sant’Uffizio che ne imponeva il ritiro dal commercio, si era già parlato anni fa, quando la Congregazione per la dottrina della fede fece sapere che in realtà non c’era stata nessuna condanna. Gli effetti sì, però. Gli storici approfondiranno la questione. In ogni caso, l’intervento del Papa è ben più che una riabilitazione: è, come ha osservato Alberto Melloni, «un atto di discernimento spirituale, disciplinare e teologico». Un atto, si può aggiungere, in linea con quella ovvietà evangelica, per così dire, che caratterizza altri gesti inizialmente spiazzanti compiuti dal pontefice. Il Papa ha cominciato con una frase tratta da una lettera: «Non mi ribellerò mai alla Chiesa», e ha precisato altre due volte questa idea di ribellione, difficile da maneggiare. In effetti lo stesso don Milani in una conversazione parlava dell’importanza di dare ai giovani preti una lezione di “ribellione obbedientissima”, così diceva. E spiegava: «Colui il quale segue a volta a volta soltanto la sua coscienza, con la migliore delle intenzioni, avendo già progettato sinceramente fino in fondo un’assoluta obbedienza in caso di stangata, è perfettamente obbediente, è perfettamente sottoposto ai vescovi e non blocca il progresso teologico, pastorale, sociale, politico». Se non come una riabilitazione, l’intervento del papa non va visto nemmeno come un anticipo di canonizzazione. «Ci vorrebbe del coraggio, un giorno, a canonizzarlo» diceva pochi anni dopo la morte il suo padre spirituale. Del resto don Lorenzo sapeva che ai santi accade di essere venerati e di non essere creduti: «tragico destino di chi vien dalla Chiesa benedetto e consacrato» osservava; e concludeva nel suo stile paradossale: «bisogna sempre parlare sboccatamente e ineducatamente e farsi odiare quanto occorre per essere almeno presi sul serio». Nessuna santificazione, dunque. Meglio prenderlo sul serio, accostandosi agli scritti del parroco di Barbiana, come suggerisce il Papa, «con l’affetto di chi guarda a lui come a un testimone di Cristo e del Vangelo».
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ACIREALE
Confronto aperto sull’ergastolo ostativo I detenuti discutono del loro avvenire Lucia Brischetto
Ecco la “Festa dei fiori 2017” dal 29 aprile al 1° maggio tre giorni che aiutano anche a destagionalizzare il turismo
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Nino De Maria
Tindari L’ordinazione di mons. Guglielmo Giombanco, vescovo di Patti, figlio della Chiesa acese
“Insieme alla sequela di Cristo” L’accoglienza calorosa l’omelia di mons. Gristina i commenti della gente Due diocesi in festa. Quella acese, che ha generato nella fede mons. Guglielmo Giombanco, e quella pattese, che ha accolto il suo nuovo pastore. Dinanzi a una grande folla di fedeli, si è svolta, nel Santuario di Tindari, la solenne ordinazione episcopale di mons. Guglielmo Giombanco, vescovo di Patti, presieduta da mons. Salvatore Gristina, presidente della Cesi, coordinante il vescovo di Acireale, mons. Nino Raspanti. (Speciale a pag. 6 con servizi di Anna Bella, Nino De Maria, Guido Leonardi e Domenico Strano)
INTERVISTA Castiglione: don Roberto Fucile sulla festa votiva della Madonna della Catena del 7 maggio
“Affonda le radici nella fede della gente” Domenica 7 maggio prossimo si celebra, a Castiglione, la festa votiva della Madonna della Catena; sulla storia della quale e sulla sua attualità abbiamo intervistato don Roberto Fucile, parroco della chiesa Madre. Padre Roberto, sappiamo che la festa votiva della Madonna della Catena affonda le sue radici nel lontano 1809. A distanza di più di 200 anni, con quanta fede è vissuta oggi? La festa della Madonna della
PARROCCHIE
Catena rappresenta per i castiglionesi una delle tappe fondamentali nel trascorrere dell’anno, ed è anche una tra le ricorrenze più sentite nell’intera valle dell’Alcantara. Nel 1809 la statua della Vergine ascoltò le suppliche dei suoi figli, fermando la lava. La devozione è cresciuta nel corso degli anni, fino ai nostri giorni, coinvolgendo pure le comunità dei centri vicini. Annamaria Distefano (continua a pag. 2 e Speciale a pag. 4 e 5)
ACIREALE
Ora è “Tutti x Tutti” il concorso per progetti di utilità sociale per le comunità locali Domenico Strano
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ACITREZZA
Il “Museo del Natale” adesso è una realtà Occorrono iniziative per valorizzarlo Nino De Maria
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SOSTIENICI CON IL TUO 5 PER MILLE Lo 0.5 ‰ della tua imposta sul reddito può essere destinato all’associazione di volontariato “Orazio Vecchio”
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La legge Finanziaria prevede la possibilità di destinare il 5 per mille della propria imposta sul reddito ad associazioni di volontariato, onlus, ricerca etc. Il 5‰, altra cosa dal già sperimentato 8 ‰, non determina nessuna variazione nell’ammontare dell’imposta. Anche l’Associazione Orazio Vecchio,nata soprattutto per curare La Voce dell’Jonio, è tra i soggetti beneficiari. Per destinare a noi il contributo basta compilare l’apposita scheda del 5‰ sul modello 730 o Unico: 1) Inserire i propri dati anagrafici e il codice fiscale; 2) Firmare nel riquadro indicato come Sostegno del Volontariato, delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale.... (il primo a sinistra della scheda); 3) Indicare in quel riquadro il codice fiscale 90034160870 (come nell’esempio sopra)
Don Carmelo Torrisi sostituisce come parroco don Giovanni Mammino ora vicario generale Davide Bonaccorso
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DIOCESI Redatto con l’”Ares” su input del Vescovo
Piano di sviluppo strategico Un piano strategico triennale di intervento per sviluppare organicamente le attività e le iniziative diocesane, è il risultato di un’ampia opera di razionalizzazione e sistematizzazione effettuata dalla Diocesi di Acireale e mirata alla realizzazione di un percorso armonico di crescita umana, culturale e sociale nel territorio. Mariateresa Calabretta (continua a pag. 6)
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In Seconda
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Jonio
AUGUSTA Nel penitenziario la proiezione di “Spes contra spem - Liberi dentro” e dibattito
UTILITÀ SOCIALE IfeelCud ora è Tutti x Tutti
E’ stato davvero davvero un pomeriggio particolare e pedagogico, nel quale dopo la proiezione del docufilm sulle dichiarazioni pedagogiche dei detenuti, nell’ampio salone dell’Istituto, c’è stato anche il dibattito con i detenuti dell’alta sicurezza e con tutti i presenti invitati all’evento. “Spes contra spem” è stato l’ultimo messaggio dello straordinario uomo politico Marco Pannella “il quale ci continua a dire dopo averci lasciato che non basta “avere speranza”, bisogna “essere speranza” cioè protagonisti dell’azione e del cambiamento. E i detenuti dell’Istituto penitenziario di Agusta sono stati davvero i protagonisti dell’evento. Sono stati “la speranza contro ogni speranza, “Spes contra spem - Liberi dentro”. Del resto, una società può dirsi veramente civile solo quando le persone credono e professano i valori fondamentali che appartengono all’esistenza dell’uomo e quando viene loro consentita la pacifica e gradevole convivenza in stato di uguaglianza e di pari opportunità fra tutti gli uomini di quel Paese. E di questo concetto tutti, tutti i detenuti dell’Istituto sono consapevoli e pronti ad operare in tal senso. Infatti, quasi tutti sono pedagogicamente intervenuti al dibattito che si è sviluppato dopo la visione del filmato “Spes contra spem - Liberi dentro”. Al prestigioso evento penitenziario erano presenti, oltre a tutto lo straordinario e laborioso personale pedagogico dell’Istituto con a
IfeelCUd, il concorso della Cei rivolto alle parrocchie virtuose, cambia veste e diventa “TuttixTutti”. Quella del 2017 sarà un’edizione rinnovata che premierà tutte le parrocchie che organizzeranno un incontro formativo per promuovere il sostegno economico alla Chiesa cattolica secondo i criteri indicati nel bando. Tra le altre novità l’aumento del numero dei premi per i progetti di solidarietà, che passano da 8 a 10, e il monte premi da un minimo di 1.000 euro fino a un massimo di 15.000 euro. Come si partecipa? Ogni parrocchia potrà parteciparvi iscrivendosi online su www.tuttixtutti.it, creando un gruppo di lavoro, ideando un progetto di solidarietà e organizzando un incontro formativo per promuovere il sostegno economico alla Chiesa cattolica. La novità più importante di questa edizione, espressa nello slogan “Quest’anno vin-
Confronto aperto sull’ergastolo ostativo Concorso per parrocchie
capo il direttore dott Antonio Gelardi, le vicedirettrici del Penitenziario, avv. Cesira Rinaldi e dott.ssa Emilia Spucches, gli ospiti Giammarco Ciccarelli, segretario del Partito Radicale di Catania, Sergio D’Elia, Maria Brucale, il prof. Di diritto penale Salvatore Aleo, l’avv. Luca Mirone della Camera Penale di Catania, la dott.ssa Elisabetta Zamparutti, la psicologa e psicoterapeuta Simona Macaudo. Tutti i presenti ma soprattutto i detenuti, erano entusiasti nel dichiarare la propria condivisione pedagogica all’evento e hanno affrontato magistralmente la “conversazione” sulla questione atavica del carcere e della libertà. Si è discusso a lungo sulla depenalizzazione, sull’affollamento degli Istituti penitenziari in Italia, sulla limitazione della custodia cautelare in carcere e sul potenziamento, oltre che delle misure alternative alla detenzione, sulla riforma del Codice penale e Penitenziario di cui si parla da oltre venti anni e non si ancora realizzato nulla. Infatti al contrario di alcuni Paesi europei, in Italia, non si è ancora avuta la
depenalizzazione di alcuni reati, la limitazione della custodia cautelare in carcere, il potenziamento delle misure alternative alla detenzione, la civiltà della detenzione. Il docufim, basato soprattutto sull’ergastolo ostativo “Fine pena mai”, fa vivere ai detenuti il carcere non più come “scontare la pena e quindi avere la possibilità di una risocializzazione all’esterno” tramite le misure alternative alla detenzione come stabilito dall’Ordinamento Penitenziario ottenendo il ricongiungimento con i propri familiari, ma come una vera e propria “pena di morte che scontano da vivi”, un ergastolo ostativo che non consente di avere dei benefici quali i permessi premio, la semilibertà, l’affidamento in prova al Servizio sociale, la liberazione condizionale. Durante il lungo pomeriggio si è potuto constatare che all’interno dell’Istituto esiste un rapporto positivo e pedagogico tra tutto il personale e i detenuti e che questo ha già portato e continuerà a portare buoni frutti sia ai detenuti che all’istituzione. Presto, così come ella stessa ha dichiarato, tornerà ad Augusta l’on. Rita Bernardini per continuare il dibattito con i detenuti. Un ringraziamento va anche al Personale di Polizia Penitenziaria che in modo professionale ha assicurato il regolare svolgimento dell’incontro. Lucia Brischetto
Acireale: “Festa dei fiori” nel segno della destagionalizzazione turistica Torna per il secondo anno consecutivo la “Festa dei Fiori”. L’ultimo fine settimana di aprile, sabato 29 e domenica 30, con la coda del 1° maggio, Acireale tornerà ad animarsi di atmosfera carnascialesca. Sfileranno così i carri infiorati, non più abbinati ai maestosi carri allegorico-grotteschi tipici del carnevale invernale, ma inseriti in un contesto stagionale più consono ai garofani e alle margherite. Non ci sarà però solo questo, perché per tre giorni il centro storico sarà animato anche dai gruppi mascherati dei carnevali di Acireale, Malta e Misterbianco, da band musicali tedesche e maltesi, da esibizioni di danza contemporanea e da concerti musicali. Inoltre tutta la città si rivestirà di colori e profumi per il concorso “Balconi e vetrine fioriti” e per il mercatino “Fiori in festa” (in piazza Lionardo Vigo). Alla Villa Belvedere sarà invece possibile degustare del cibo buono, sano e naturale presso il “Green Village Sicilia”, dove si svolgeranno numerose attività finalizzate a divertire ed a sensibilizzare al rispetto dell’ambiente. Per gli appassionati di sport domenica 30 aprile ci sarà il “Gran Prix regionale di corsa su strada - III Trofeo del Carnevale di Acireale”, mentre chi vuole conoscere me-
glio le bellezze artistiche e culturali della città, nella mattinata di sabato 29 potrà partecipare ad una simpatica “Caccia al tesoro tra le suggestive vie di Acireale”, organizzata dal Gruppo Giovani del FAI (Fondo per l’Ambiente Italiano). Numerose anche le mostre visitabili: dalla riproposizione dell’esposizione dei carri in miniatura alla mostra delle maschere isolate dell’ultimo carnevale, dalla mostra fotografica e filatelica dedicata ai “Maestri del fiore” alla tradizionale “Bottega della cartapesta”. E anche in questa occasione sarà disponibile un annullo postale speciale presso il Palazzo di Città. In questo evento, che segna ancor più la destagiona-
lizzazione del Carnevale di Acireale (dopo il carnevale estivo di agosto, sono infatti già tre, così, le manifestazioni carnascialesche acesi), ripongono grande fiducia l’Amministrazione comunale con il sindaco Roberto Barbagallo e l’assessore al Turismo Antonio Coniglio, e la Fondazione del Carnevale con il presidente Antonio Belcuore. Infatti l’anno scorso, in occasione dell’evento, Acireale ha registrato un aumento del 50% delle presenze turistiche. E dopo i tre giorni di parata dei sette grandi carri infiorati allestiti quest’anno, che non sono così imponenti come quelli di cartapesta, ma che “restituiscono invece un’immagine più pittorica, quasi leggiadra, un elegante gioco ottico agli occhi del pubblico” (come dice il presidente della Fondazione, Belcuore), la conclusione alla grande, lunedì 1° maggio, sarà affidata ai “Modena City Ramblers”, il noto gruppo musicale italiano che negli anni scorsi ha più volte partecipato al tradizionale concerto che si tiene in questa data a Roma, in piazza San Giovanni. Nino De Maria
cono tutti”, consiste proprio nel contributo, compreso tra i 1.000 e 2.000 euro, messo a disposizione di tutte le parrocchie iscritte che si impegneranno a formare i propri fedeli ai valori del sostegno economico alla Chiesa e a promuovere i valori che ne sono alla base come la trasparenza, la corresponsabilità, la comunione,
la solidarietà. L’incontro dovrà attenersi alle linee guida presenti nel regolamento e dovrà essere adeguatamente documentato mediante un servizio fotografico o un video da caricare online sul sito www.tuttixtutti.it entro il 31 maggio 2017. “Il concorso ha registrato un successo crescente, negli ultimi anni, con un notevole aumento delle parrocchie iscritte. Questo risultato positivo ci ha indotto – ha affermato Matteo Calabresi, responsabile del Servizio Promozione della C.E.I. - a rinnovare il concorso che ha un nuovo nome TuttixTutti e un nuovo regolamento anche se la finalità non cambia: si premiano sempre i progetti di utilità sociale e si punta sulla ‘formazione al sostegno economico’ nelle parrocchie.” Le parrocchie verranno premiate da un’apposita Giuria, composta dai membri del Servizio per la Promozione del Sostegno Economico alla Chiesa cattolica, che selezionerà i 10 progetti di solidarietà considerati più meritevoli secondo i criteri di valutazione pubblicati sul sito e valuterà la qualità degli incontri formativi realizzati. Tutti gli approfondimenti sono disponibili su www. tuttixtutti.it e sulle pagine Facebook e Twitter.
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Jonio
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Intervista a don Roberto Fucile sulla festa della Madonna Così ogni anno giungono nella Basilica i pellegrini devoti provenienti da Francavilla, Linguaglossa, Moio Alcantara e dalle stesse frazioni castiglionesi. Purtroppo, con il trascorrere del tempo, molti hanno dovuto abbandonare la propria terra in cerca di fortuna. Eppure questa festa spinge tantissimi castiglionesi, emigrati in ogni parte del mondo, a tornare ai piedi della Madonna. Ciò accade in maniera straordinaria per la festa del quinquennale. Questa commovente testimonianza dimostra l’affetto e la devozione sincera alla loro Mamma Celeste, da parte dei suoi figli castiglionesi, che, nonostante le difficoltà e i problemi che caratterizzano il nostro tempo, vogliono e riescono a tornare nel suo tempio almeno per la festa. Qual è la differenza tra una festa votiva e una festa liturgica? La festa della prima domenica di maggio è fortemente sentita da tutta la comunità. Nelle due settimane che la precedono, fervono i preparativi. Le vie del paese vengono adornate di fiori e luminarie, i balconi si vestono a festa con i drappi di colore bordeaux che raffigurano la maestosa “M” di Maria. Nel nostro borgo si respira aria di festa come in nessuna altro periodo dell’anno. Ma la vera festa della Madonna della Catena, risalente al XII secolo, dal 1784, si celebra la seconda domenica di agosto. Anche questa festa è sentita dalla comunità, ma si svolge sicuramente in tono più pacato e silenzioso; ha più il sapore religioso, senza tante manifestazioni esterne, e ci permette di concentrarci maggiormente sulla preghiera e sulla riflessione. Per motivi probabilmente anche pratici, la statua viene portata in processione ogni 5 anni. Con quale entusiasmo è vissuto questo evento straordinario? Il quinquennale è un evento straordinario, atteso
con grande entusiasmo da tutta la comunità. I preparativi durano quasi l’intero anno. Occorre predisporre sia un’impalcatura, che consenta alla meravigliosa statua della Madonna di scendere fino al carro, che una scivola sulla sontuosa scalinata della Basilica, affinché il carro possa lasciare la chiesa per dirigersi in processione. Il Coro parrocchiale si prepara con nuovi canti, da offrire durante le solenni celebrazioni e la processione, e cosi anche il Corpo Bandistico, con i brani musicali da suonare durante la processione. Tutti i quartieri si preparano ad accogliere la visita della Madonna della Catena: è un trionfo di luci, di fiori e di fuochi di artificio. Ma soprattutto è un’esplosione di emozione e commozione: vedere la nostra amata mamma visitare le nostre vie, venirci a trovare quasi nelle nostre case. Quali sono i momenti che scandiscono la festa? La solennità della festa viene preceduta dalla novena, che tradizionalmente viene celebrata, insieme al parroco e al viceparroco, da un sacerdote invitato appositamente per questo evento. Durante la preparazione si svolgono diversi momenti e celebrazioni dedicati alle famiglie, ai bambini e ragazzi delle scuole, agli anziani e agli ammalati. Da alcuni anni si svolge anche una rassegna delle corali parrocchiali della Valle, e un raduno delle bande presenti sul territorio. Nei giorni che precedono la festa, molti pellegrinaggi di devoti a piedi giungono all’altare della Vergine per renderle grazie e invocarne la protezione. Il sabato che precede la festa, durante il canto del Gloria, nella Messa vespertina, tradizionalmente la statua marmorea, vestita con il suo prezioso ed antico manto, e adornata del suo vestito di oro votivo, si sposta dolcemente verso il suo popolo. È questo uno dei momenti più attesi della festa. Dopo la solenne celebrazione, per tutta la notte, alcuni devoti restano in Basilica a custodire la Vergine. Il giorno della festa inizia molto presto: alle sei del mattino la prima celebrazione, cosiddetta “Messa di voto”, una funzione molto sentita, per la quale molti fedeli accorrono
scalzi ai piedi della Madonna della Catena per onorare il voto, per la grazia ricevuta. È una celebrazione silenziosa, quasi commovente per la sua compostezza, senza fronzoli, fatta solo di fede e di devozione. E così, per tutta la mattina, sarà celebrata una Messa ad ogni ora, la più solenne è quella del Pontificale delle 11.30, fino a giungere alla Messa vespertina. Questa celebrazione è particolarmente partecipata dai fedeli perché ad essa segue la processione per le vie del paese. Nel quinquennale questo momento è atteso con grande frenesia. Quando si affaccia sulla porta della Basilica, tradizionalmente al tramonto, ad aspettare la statua della Madonna ci sono migliaia di fedeli che affollano il sagrato. Il carro ornato di fiori, dagli artisti castiglionesi, con la statua vestita di oro, percorre le vie principali del paese per circa quattro ore di processione. Secondo lei i fedeli conoscono a sufficienza la storia da cui trae origine la festa o sono devoti alla Madonna anche per una sorta di tradizione, perché lo erano i loro genitori e, ancor prima, i loro nonni? Il culto della Madonna della catena nasce nel 1392 a Palermo, quando regnava in Sicilia Martino I. Tre uomini furono ingiustamente condannati e il 18 agosto furono condotti a Piazza Marina, dove avrebbero dovuto essere impiccati, ma per intercessione della Madonna ottennero il miracolo di essere liberati. Subito l’eco del miracolo si diffuse ovunque. I miracoli si moltiplicarono e la Madonna della Catena divenne patrona di molti Comuni dell’isola, venerata in tantissimi altri in tutto il Sud Italia. E così anche per Castiglione, il miracolo delle catene e la salvezza dalla colata lavica sono scolpiti nel cuore di ogni castiglionese. Fanno parte della nostra cultura e della nostra tradizione, rappresentano la nostra intima storia di fede che si tramanda con forza, da padre in figlio, e resiste ancora in un tempo in cui fede, valori e ideali sono fortemente in crisi. Annamaria Distefano
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Cultura e Società
30 aprile 2017
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ACIREALE Tagliato col nastro inaugurale anche il primo traguardo dell’associazione guidata da Carmelo Musmeci
Museo del Natale ora da valorizzare Il Museo del Natale di Acireale è finalmente una realtà concreta! Il nastro è stato idealmente tagliato il 6 aprile scorso da mons. Guglielmo Giombanco, vescovo eletto di Patti, insieme con il vice sindaco Nando Ardita e con il presidente dell’associazione “Museo del Natale San Francesco” Carmelo Musmeci. Anche se la data dell’inaugurazione potrebbe sembrare fuori tempo, essa è stata scelta appositamente per sottolineare la natura atemporale del Museo, non legata al periodo strettamente natalizio. Tutti i presenti rappresentavano le forze che si sono unite per raggiungere questo risultato: la Diocesi di Acireale; il Comune, che ha inserito il progetto nel programma di “Acireale Learning City” (finalizzato all’attivazione di percorsi educativi e alla creazione di una rete museale acese);
l’associazione culturale di secondo livello appositamente costituita poco più di un anno fa per iniziativa dello stesso Musmeci, insieme con tutte le altre associazioni (tra cui quella a cui fa capo la nostra testata) che ne costituiscono la base associativa: una decina di enti acesi che operano in ambito artistico e culturale, e segnatamente in campo presepistico. L’associazione è stata intito-
lata a San Francesco in omaggio a colui che fu l’inventore del presepe e che per primo allestì una rievocazione della nascita di Gesù nel 1223. Gli scopi statutari dell’Associazione prevedono di esporre e valorizzare in maniera permanente opere artigianali di arte sacra, anche se non strettamente di tipo presepistico. Tutto questo servirebbe a valorizzare il lavoro artigianale di tanti appassionati; a mantenere in vita le tradizioni locali legate al Natale o anche ad altri eventi religiosi; a diffondere e far conoscere meglio la religiosità popolare del nostro territorio; ed a creare quindi un indotto culturale
libro per bambini tra i 6 e i 9 anni. Dopo le foto di rito i piccoli lettori hanno chiesto all’autore la dedica sul loro filastroccario. E’ giusto e doveroso da parte dell’autore non sottrarsi ai suoi fans e soddisfare le loro richieste, e poi come si può dire no a quelle simpatiche e furbette faccine che già sono in attesa dei due volumi dedicati ai mesi estivi ed autunnali, la collana deve essere completa e loro da attenti lettori ci tengono tanto!
strettamente legato all’arte, alla storia, alle tradizioni, ai contesti ed ai personaggi locali. Un museo del genere è un’occasione da non perdere anche dal punto di vista turistico perché, restando aperto al pubblico tutto l’anno, potrebbe costituire per la nostra città un punto di riferimento importante, tale da richiamare su di esso l’interesse assieme alle altre bellezze artistiche e naturali locali, e tale da fare addirittura attribuire ad Acireale la denominazione di “città del Natale”, oltre a quella di città del Carnevale e della cartapesta di cui gode già. A tutto questo crede fermamente il presidente Carmelo Musmeci, poiché il presepe – come ha detto mons. Giombanco – è “simbolo di unione, di accoglienza, di senso della famiglia, ma anche segno di speranza e di vita nuova”. “Un museo dei presepi – sostiene invece il vice sindaco Ardita – può arricchire ulteriormente il patrimonio artistico e culturale della nostra città, e questo museo deve essere un simbolo ed uno stimolo per il recupero dei valori tradizionali, fondamentali per un sano progresso sociale e per un doveroso lascito per le future generazioni.” La sede del Museo è ancora provvisoria e si trova al civico 134 di corso Savoia, e per il momento sarà aperta solo su richiesta. Essa ospita una ventina di opere, di varia dimensione e di varia fattura, donate dagli stessi autori e scelte tra le più belle esposte nelle varie rassegne acesi nel periodo natalizio, ma che finite le festività di fine anno rischiano di essere distrutte o, nel migliore dei casi, di essere depositate e dimenticate in qualche garage o magazzino.
Gabriella Puleo
Nino De Maria
LIBRI Presentato il secondo “Filostraccario” di Pippo Scudero
Protagonisti i bambini Nella sala stampa del comune di Acireale, venerdì 7 aprile 2017, il dottore Pippo Scudero ha presentato al pubblico il secondo volume del suo “filastroccario”. Il primo libro, dedicato ai mesi di gennaio, febbraio e marzo, presentato al pubblico nel gennaio scorso, ha aperto le pubblicazioni di questa collana dedicata ai ragazzi. Ben 365 filastrocche. Una per ogni giorno dell’anno, dedicata ad un nome, dai più comuni ai più rari e fantasiosi, a cui viene associato un mestiere. Bel lavoro, certosino, preciso, accattivante, idea più che interessante per i giovani lettori che entusiasti hanno accolto il primo volume e adesso anche il secondo, dedicato ai mesi di aprile, maggio e giugno. Presenti all’evento, oltre all’autore, anche Riccardo Francaviglia, apprezzato disegnatore e autore, con tante interessanti pubblicazioni per i ragazzi, insieme a Margherita Sgarlata, sua moglie, anche le disegnatrice e illustratrice. In sala anche Tiziana Longo, illustratrice catanese, che ha collaborato al primo filastroccario, assente invece l’illustratrice del secondo volume Maria Sole Macchia che vive e lavora tra Padova e Parigi. Ogni volume ha colori e disegni tipici dei mesi di cui parla, quindi dal verde-grigio dell’inverno si passa al giallo della primavera. Rosa e azzurro per i mesi estivi che si smorzano nei tenui colori dell’arancio e del ramato del periodo autunnale. Ma il vero successo di questa presentazione è stata la gioiosa presenza del pubblico in sala, tanti piccoli lettori in erba, preparatissimi sulle filastrocche del dottore Scudero, pronti a collaborare con lui durante la presentazione, accettando di leggere alcune pagine dei due volumi. Serata all’insegna dell’allegria e della spontaneità che solo i bambini possono avere, coinvolgendo anche gli adulti presenti in sala, affascinati dalla loro spontaneità. Doverosi i saluti e un breve commento alla bella opera di Pippo Scudero da parte di Surya Amarù titolare della casa editrice Splen, bella realtà del nostro territorio che si occupa
della pubblicazione di libri per ragazzi. La serata è stata l’occasione per presentare brevemente anche il libro “Colapesce” di Riccardo Francaviglia e Margherita Sgarlata, finalista al premio Andersen 2017 come miglior
LIBRI Presentazione nella Giornata mondiale del libro
Recensioni “Il giardino dell’anima” di Cettina Tomarchio Mondo interiore ricco di sentimenti vibranti Il libro “Il giardino dell’anima” (Il Convivio Editore, 2016) di Cettina Tomarchio, è la prima opera della poetessa, che aveva preferito tenere nel cassetto le sue poesie… Esso è impreziosito da schizzi grafici in bianco e nero, disegni e acquerelli dell’autrice stessa, su motivi simbolici, incentrati sulla vita personale e sulla bellezza della natura. La copertina riproduce un acquerello emblematico: una radiosa giovane sceglie accuratamente delicati fiori di pesco. Originale, l’acquerello “Sognando l’universo”: una figura mitica è abbandonata in braccio a vaporose nuvolette bianche, mentre in basso la bianca schiuma dell’azzurro mare bacia la roccia lavica. Simboleggia la vita poetica, che pulsa nel cuore dell’adolescente Cettina, in preda a inquietudini dell’età, miste a sogni esaltanti? Pare di sì. La prefazione, molto densa e lineare, dell’editore Giuseppe Manitta, mette in luce l’espressività emozionale del “diario dell’anima” dell’autrice. Cettina Tomarchio, seguendo il suo perspicace intuito dedica il libro “Agli abitanti del mio giardino…”, aggiungendo un suo aforisma: “Nei momenti di malinconia coloro la mia vita con i sogni e la tristezza diventa poesia”. Nel “giardino dell’anima”, la poetessa c’introduce nel suo mondo interiore, ricco di sentimenti vibranti e denso di risonanze: viviamo assieme a lei l’intimità del suo sentire, l’evolversi delle situazioni, la concretezza d’ideali vissuti con generosità ed entusiasmo, le esperienze di una vita intesa ad alti valori, specie in rapporto alla famiglia; mirata alla tensione di vivere intensamente e trasmettere agli altri messaggi di amore. In graduale crescendo, si passa dall’età giovanile, spensierata – anche se talora offuscata dalla malinconia e dall’ansia del futuro – all’età matura. Meravigliosi sono i richiami alla rigogliosa natura, di cui l’autrice è innamorata, tuttavia il tema centrale è la bellezza della famiglia: viene focalizzato il dinamismo della vita in tutte le sue componenti, guardando i propri cari con occhio vigile e amore sconfinato, abitanti stabili dell’intimo giardino. In mezzo ad essi, s’intravedono figure di colleghi e colleghe, alunni, amici, conoscenti, proiezione dell’umanità intera, alla luce dell’universalità. Anna Bella
CONCORSO Viaggio in littorina per “Storie sotto il vulcano”
“Opere di un viaggio” a S. Alfio Duecento studenti sulla Circum In occasione della “Giornata mondiale del libro e del diritto d’autore” è stato presentato, a S. Alfio, nella sede del Museo della vite e del vino, il volume “Opere di un Viaggio” delle nostre Letizia Franzone e Giusy Spina. Dopo i saluti del sindaco, Giuseppe Maria Nicotra, ha introdotto la presidente del Club per l’Unesco di Acireale, prof. ssa Nellina Ardizzone, che ha organizzato l’incontro insieme con il Comune di Sant’Alfio. La Ardizzone ha sottolineato la concomitanza con la Giornata del libro e del diritto d’autore e l’importanza della lettura, soprattutto per i giovani. E giovani erano in stragrande maggioranza i partecipanti all’incontro. Tra loro erano presenti gli allievi dell’I.I.S “Michele Amari” (Scuola aderente alla Rete Scuole Associate all’Unesco), impegnati presso il Museo di Sant’Alfio nell’attività di Alternanza Scuola Lavoro. Brevi interventi hanno svolto i parroci di Sant’Alfio, don Salvatore Garozzo, e di Santa Maria degli Ammalati, don Marcello Pulvirenti, la chiesa per la quale Giuseppe Spina Capritti realizzò gli otto affreschi oggetto del libro. Il giornalista Giuseppe Vecchio, direttore de “La Voce dell’Jonio”, testata giornalistica cattolica edita dalla omonima associazione culturale che ha esordito come casa editrice proprio con il libro scritto dalle due ragazze, una esperta d’arte e l’altra teologa, ha spiegato, in
sintesi, il ruolo del giornale e della stessa Casa editrice “al servizio della Chiesa e della gente”. Il volume, scritto a quattro mani dalla teologa Letizia Franzone e dall’esperta d’arte Giusy Spina, è una testimonianza dei lavori di studio e dell’interpretazione teologica di una serie di pregevoli riquadri realizzati da Giuseppe Spina Capritti, con una tecnica pittorica ancora di difficile interpretazione, nelle pareti laterali della Chiesa di Maria S.S. degli Ammalati, situata nell’omonima frazione del Comune di Acireale (Ct), opere databili intorno alla metà del XIX secolo e che si presentano ben conservati sebbene mai restaurati. Le due autrici hanno illustrato gli affreschi uno per uno, spiegandone una l’interpretazione artistica e l’altra quella teologica, dimostrando di possedere una buona padronanza della materia da ciascuna trattata. La chiesa è stata adottata da alcuni alunni dell’I.I.S. “Gulli e Pennisi” di Acireale (Scuola aderente alla Rete Scuole Associate all’Unesco), che hanno fatto conoscere ai visitatori le bellezze del sito. Tra gli obiettivi culturali della Giornata: favorire il piacere della lettura e valorizzare il contributo che artisti locali, abili nell’arte pittorica, esprimono attraverso il linguaggio del colore. L’incontro è stato concluso dall’assessore alle attività culturali Alfio Nicolosi.
Studenti - informa una nota dell’Ufficio stampa della Città metropolitana di Catania - allegramente chiassosi, in maglietta rossa e con il sorriso fiducioso della gioventù stampato in volto: ecco chi erano i duecento ragazzi delle scuole medie e superiori che hanno partecipato al viaggio in littorina organizzato da Giuseppe Maimone Editore, nell’ambito della III edizione del concorso “Storie Sotto il Vulcano. I ragazzi raccontano”. All’insegna dello slogan “Leggiamo insieme”, quest’anno il viaggio attorno all’Etna è coinciso con una giornata meteorologicamente incerta. Nessun ostacolo però per i giovani, che ad ogni fermata della littorina hanno dato vita alle consuete performance canore e musicali. Da segnalare quelle a Piano Tavola/Belpasso e a Biancavilla, con le locali scuole medie a fare da benvenuto con striscioni e cori. I giovani di tre licei classici (“Cutelli”, “Gulli e Pennisi” e “C. Marchesi”) e del liceo artistico “Emilio Greco” (di San Giovanni La Punta) si sono impegnati per l’occasione in un progetto di alternanza scuola-lavoro. A Mascali, la Pro Loco ha offerto una merenda con prodotti tipici, mentre un cofanetto di cartoline
a tema sono state il gadget d e l l ’e d i t o r e Maimone per tutti i partecipanti. Chi non ha potuto esser di persona sul treno speciale, ha seguito sui social la manifestazione. I giovani internauti si sono scambiati foto e di impressioni, avendo sempre un nucleo ineludibile: l’amore per il territorio in cui si vive e la passione per la parola raccontata o letta, declamata o sussurrata. A bordo del treno speciale, lo scrittore Paolo Sessa, ha letto, con la sua solita verve, pagine di grandi scrittori, appuntando l’attenzione soprattutto su Pirandello e Tolstoj. Il paesaggio etneo, con le se meravigliose peculiarità, è stato al centro delle letture e delle riflessioni dello scrittore Sergio Mangiameli, autore di un manuale sull’Etna.Un delegato di Marcello La Bella, responsabile della polizia postale di Catania e provincia, ha posto l’accento sul grave problema del cyber bullismo. Tutti hanno fatto emergere con chiarezza un concetto: il libro è uno strumento di formazione civica per l’affermazione della legalità tra cittadini consapevoli di vivere in una comunità. La cerimonia di premiazione si terrà il prossimo primo giugno, alle Ciminiere.
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INTERVISTA La direttrice Giovanna Romeo parla del Museo (poco conosciuto) dei Santi Pietro e Paolo
Un piccolo scrigno di opere d’arte Uno dei gioielli di Castiglione è la splendida Chiesa barocca di Sant’Antonio, nella piazza che porta lo stesso nome. La Chiesa, del 1601, ha uno stile palesemente tardo barocco, evidente già dalla facciata, realizzata in pietra lavica e pietra arenaria. Il campanile, dalla caratteristica forma a bulbo, è un esemplare piuttosto raro. All’ interno della chiesa si trova il museo dei Santi Pietro e Paolo. Abbiamo intervistato la direttrice del museo, la dottoressa Giovanna Romeo, laureata in pittura all’Accademia di Belle Arti di Catania, che nel curriculum vanta anche un master in arte sacra, per avere informazioni maggiori.
Dottoressa Romeo, quando è stato inaugurato il museo? Il museo è stato inaugurato esattamente l’11 agosto del 2015, dopo diversi anni di lavori, ed è stato realizzato con i fondi della Comunità Europea. Il museo ospita mostre permanenti o temporanee? Al suo interno si trovano delle teche che contengono l’argenteria e i paramenti sacri, sia della chiesa di Sant’ Antonio Abate stessa, che della Basilica della Madonna della Catena e di quella dei SS. Apostoli Pietro e Paolo. Inoltre ci sono diverse tele: 4 tele ottagonali del 1706 realizzate dal Tuccari, proprio per questa Chiesa, che raccontano la vita di Sant’Antonio Abate. Vi si tengono delle mostre temporanee. Attualmente abbiamo realizzato una mostra sul punto inglese, il ricamo tipico di Castiglione. Ci è stato possibile allestire la mostra, grazie ai prestiti delle ricamatrici: lenzuola, tovaglie da tavola, asciugamani di lino e varie altre opere. Lo scopo di queste mostre temporanee è di esaltare la maestria degli artigiani locali. Le mostre precedenti sono state dedicate all’iconografia sacra contemporanea e ai libri della Biblioteca di Villa Canense. Stiamo già lavorando alla realizzazione della prossima mostra. Il museo è aperto in orari fissi, o è necessario prenotare una visita per potervi accedere? A partire dal periodo primaverile, andando incontro alla bella stagione, ed essendo quindi rilevante il flusso di turisti a Castiglione, il museo è aperto ogni giorno, ad eccezione del lunedì. Gli orari di visita sono 10 – 13 e 15 - 18.
BORGO TRA I PIÙ BELLI D’ITALIA
Successivamente pensiamo di prolungare fino alle 19. L’Associazione Museo Santi Pietro e Paolo organizza anche altri eventi, quali? L’Associazione Museo, il cui presidente è padre Roberto Fucile, si è recentemente occupata di organizzare il “Cammino di San Michele Arcangelo”. Da Castiglione, infatti, passa questo cammino, uno dei cammini sacri di Sicilia. Parte dal nostro museo e, passando attraverso un sentiero, lungo il quale si trova un’edicola votiva rivolta a San Michele Arcangelo, giunge fino alla Chiesa di San Nicola. A prescindere dal museo che ospita, cosa ci sottolinea della Chiesa di Sant’Antonio Abate dal punto di vista artistico? Sicuramente l’altare, del 1708, e i pilastri della navata, del 1701, sono opere di pregio, realizzate con intarsi marmorei policromi. Annamaria Distefano
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Compreso nel territorio del Parco fluviale dell’Alcantara e in quello dell’Etna, Castiglione di Sicilia, in provincia di Catania, è stato da diversi anni, a pieno titolo, inserito nel circuito dei borghi più belli d’Italia. Grazie alla sua posizione privilegiata, 610 metri sul livello del mare, proprio di fronte all’Etna, da Castiglione si gode di un panorama spettacolare. Percorrendo le strade che dalle frazioni conducono al borgo, si può godere della vista di un susseguirsi di noccioleti e di vigneti, di questa macchia verde sopra lo sfondo nero della pietra lavica, “la sciara”. Fino a che, seguendo la strada, dopo qualche curva, il paese ci si staglia davanti, in tutta la sua maestosità, con il Castello Lauria a dominare la scena. Già, perché Castiglione era un feudo, con tanto di castello, ed è proprio a questo, si pensa, che si possa attribuire il suo nome. Quando ci si addentra nel borgo e si visita il suo centro storico, non si può fare a meno di inoltrarsi nelle sue viuzze, nel suo dedalo stradine, con tanto di scale, alla scoperta di tutti i preziosi tesori nascosti. Oltre che dalle sue numerose Chiese, dal Castello, e dal paesaggio mozzafiato, siamo rimasti incantati dai particolari: dai portali in pietra lavica, che risaltano sopra le facciate delle case, dalle ringhiere in ferro battuto, dalle mensole a sostegno dei balconi, finemente scolpite. Tutto sembra rimasto come doveva essere stato una volta, tutto sembra magicamente sospeso in un tempo lontano. La piazza di Sant’Antonio, nella quale si trova l’omonima chiesa barocca, è tuttora un gioiello incontaminato; una dietro l’altra si susseguono le case nobiliari, senza alcun elemento che stoni, senza che l’occhio resti ferito da alcuna bruttura contemporanea. E non abbiamo ancora parlato della Cuba bizantina (che poi sembra essere normanna), della Basilica della Madonna della Catena (che ospita la statua della patrona della scuola del Gagini), dell’abside della chiesa Madre dei SS. Apostoli Pietro e Paolo, del “Castidduzzo”, ecc… Ma c’ è ancora dell’altro: essendo circondato da agriturismi e strutture ricettive di ogni tipo, ricco di ristoranti in cui poter degustare la cucina tipica, e ospitando il maggior numero di cantine rispetto a tutti gli altri Comuni etnei (oltre che l’Enoteca regionale per la Sicilia Orientale), Castiglione è una tappa obbligata in un itinerario enogastronomico alla scoperta della Sicilia. Il fatto che si sia attestata quest’anno al quinto posto, al concorso “Borgo dei borghi”, promosso dal programma televisivo “Alle falde del Kilimangiaro”, non fa altro che confermare l’indiscutibile bellezza di questo paese, ad un passo dal mare e dalla montagna. A. D.
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LA FESTA Un ricco programma per rinnovare la devozione che lega la gente alla Madonna della Catena
Nel ricordo delle grazie ricevute Anche quest’anno a Castiglione di Sicilia, la tradizione della festa votiva della Madonna della Catena si rinnova e verrà celebrata, come sempre, la prima domenica di maggio, giorno 7. ‘E un evento che richiama fedeli, non solo da tutte le frazioni del comune di Castiglione, ma anche da tutte le comunità limitrofe,
Sp 64 Solicchiata - Castiglione di Sicilia Tel. 3939069704”.
Linguaglossa, Francavilla e perfino dall’estero, giacché i devoti castiglionesi più ferventi cercano sempre di tornare in questa occasione. Il programma liturgico quest’anno inizia con in novenario il 28 aprile, vissuto come momento di preparazione alla festa, mentre da lunedì 8 maggio a sabato 13 maggio si svolgerà l’ottavario, con la chiusura domenica 14 maggio. I giorni che precedono la festa sono caratterizzati da incontri con i bambini, le famiglie, gli anziani e i malati, e dai pellegrinaggi, poiché dal territorio limitrofo, i fedeli giungono a piedi a prostrarsi dinnanzi alla statua della Madonna. La festa, giorno 7, sarà caratterizzata dalla celebrazione delle numerose Messe (a partire dalle 6 del mattino, quasi una ogni ora) per le diverse comunità: Rovittello, Solicchiata, Passopisciaro, Mitogio, Gravà, Francavilla e Linguaglossa. A seguito dell’ultima Messa, quella vespertina, la festa culminerà nella processione. La statua della Madonna, che fece la grazia a Castiglione nel lontano 1809, viene portata in processione ogni 5 anni, la Sua prossima uscita è prevista nel 2020. Tuttavia ogni anno viene portata in processione una reliquia. La processione partirà
dalla Basilica della Madonna della Catena (una volta chiesa di San Giacomo) e imboccherà via Federico, per poi arrivare in piazza San Martino, dove verranno sparati i primi botti, e completare il percorso tornando indietro alla Basilica, accolta da uno spettacolo pirotecnico. Il paese di Castiglione verrà adornato ed illuminato a festa, anche se, visto il commissariamento, ci sono delle incertezze, ad esempio su chi si esibirà nel tradizionale concerto del sabato. Infatti, la festa della Madonna della Catena è innanzi tutto una festa religiosa, ma è anche una festa che identifica la comunità di Castiglione, motivo per il quale anche il Comune, negli anni passati, ha partecipato, organizzando una serie di iniziative. Tra queste, lo scorso anno, un karaoke per i ragazzi. Ma torniamo alla storia della Madonna della Catena, necessaria premessa per comprendere la devozione dei fedeli e il pellegrinaggio di tutte le comunità. Nel 1809, una colata lavica spaventosa, minacciava i terreni di Castiglione, con tutti i suoi noccioleti, castagneti e vigneti. Le frazioni a valle dell’Etna erano in serio pericolo e lo stesso valeva per Linguaglossa. Il borgo vero e proprio di Castiglione, arroccato di fronte all’Etna, era il solo a non correre rischi, ma la sua intera economia sarebbe saltata. Così gli abitanti di Castiglione e delle sue frazioni, e quelli di Linguaglossa, corsero ai ripari invocando i rispettivi santi patroni: San Giacomo e Sant’Egidio. Purtroppo il loro intervento non fu sufficiente, e si pensò di ricorrere alla Madonna della Catena, il cui culto era stato precedentemente importato a Castiglione da Palermo. I fedeli, che chiesero la grazia alla bella statua marmorea della Madonna, di scuola gaginiana, si impegnavano, come voto, a istituire questa festa, inizialmente prevista la prima domenica successiva alla Pasqua, e a rispettare un giorno di digiuno, il mercoledì successivo alla Pasqua. Successivamente, la tradizione del giorno di digiuno venne persa, e la festa venne spostata alla prima domenica di maggio. Ma dal 1811 ad oggi, non c’è stato un solo anno in cui la festa non sia stata celebrata e i castiglionesi non hanno mai perso la loro fede, gratitudine e devozione nei confronti della Madonna della Catena. Annamaria Distefano
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Chiesa e Società
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DIOCESI Il Piano strategico di sviluppo ispirato dal Vescovo mons. Raspanti e redatto con esperti dello “Studio Ares”
Modello costruito su dialogo e confronto OTIUM ET NEGOTIUM - 9
“Magnificat” inno di lode a Dio Carissimo lettore, “Fecit potentiam in brachio suo”: così canta la Madonna nel Magnificat. È riduttiva la traduzione: “ha spiegato la potenza del suo braccio”; meglio: “ha manifestato quanto è potente il suo braccio”. Il Magnificat è lode, adorazione, ringraziamento a Dio “onnipotente”, cioè a “Dio Forte e Potente al quale nulla è impossibile” (C.C.C. n. 50). Tutto questo bisogna tener presente quando si contempla il secondo mistero del gaudio. “Ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore, ha rovesciato i potenti..., ha ricolmato di beni gli affamati...”: è la sintesi della storia dalla creazione, da quando, cioè, l’umanità, per il vizio capitale della superbia (C.C.C. n. 398), ha ceduto alla lusinga di diventare come Dio; e poi è stata costruita una torre illudendosi di raggiungere il cielo; e poi di seguito fino al momento in cui l’umile “Fanciulla di Nazaret” ha constatato di essere incinta senza “aver conosciuto uomo”. La Madonna certamente non immaginava gli sviluppi di Colui che portava in grembo. Quanti miracoli compiuti negli ultimi tre anni della vita terrena da Gesù! Perfino tre morti risuscitati e il miracolo, poco prima di morire, della conversione del Buon Ladrone. Ma il miracolo per eccellenza è la Risurrezione. Esso rappresenta il centro di tutta la storia: sintesi di quanto lo precede e di quanto lo seguirà fino alla fine dei tempi, fino alla risurrezione dei morti, come si recita nel credo. Ma quello che a ciascuno di noi importa è che si avrà la risurrezione “del nostro corpo” (C.C.C. n. 131). Nella prima catechesi dopo Pasqua, il Papa ha detto “Gesù risorto è vivo”. Allora, se Gesù è vivo e vicino a noi, si può ripetere, come faceva san Josemaria ogni giorno: “Signore mio e Dio mio, credo fermamente che sei qui, che mi vedi, che mi ascolti, ti adoro con profonda riverenza...” Ricevi cari saluti da Nino Ortolani
(continua da pag. 1) L’esigenza di dare unità e programmaticità all’opera diocesana nasce dalla visione lungimirante del vescovo S.E. mons. Antonino Raspanti che, riconoscendo i limiti dei percorsi tradizionali a fronte della complessità del tessuto sociale contemporaneo, ha avvertito la necessità di elaborare un piano sistematico di armonizzazione dell’azione diocesana. È stato, quindi, avviato un percorso guidato dal vescovo, e condiviso con i direttori di alcuni uffici pastorali, che ha dato vita ad un modello partecipato, un modello non creato su carta ma costruito attraverso il dialogo e il confronto. La redazione del piano triennale si è avvalsa della collaborazione con i professionisti dello “studio Ares s.r.l.”, un gruppo di europrogettisti esperti in comunicazione e progettazione. La collaborazione con Ares risale al giugno dello scorso anno e ha preso le mosse da una preliminare, e indispensabile, analisi del territorio della diocesi che ha tenuto in considerazione fattori sociali, culturali, imprenditoriali e occupazionali al fine di fornire un quadro quanto più aderente possibile all’effettiva realtà del territorio che permettesse di riconoscere sia le criticità quanto le potenzialità da sviluppare nel piano strategico. Il risultato di questo lavoro cooperativo è un approccio sistematizzato al territorio. Il presupposto di partenza è semplice: ogni realtà urbana è il risultato dell’intreccio di fattori economici, sociali, imprenditoriali, culturali; muovendo da tale assunto ben si comprende come un piano di sviluppo settoriale non possa produrre effetti a lungo termine.
Ogni società è come un ecosistema in cui ogni sua parte è funzionale allo sviluppo e alla crescita del tutto, non può trascurarsi un aspetto in favore di un altro, che apparentemente sembra più importante, così non ci si può preoccupare di produrre imprenditorialità e occupazione se non si parte da una crescita culturale e da un processo di integrazione sociale. Esemplificazione di tale orientamento è il nuovo modo di interpretare i percorsi di alternanza scuola-lavoro. L’alternanza scuola-lavoro, nata dalla recente riforma scolastica, è spesso un’iniziativa abusata o sottovalutata. Il piano strategico diocesano intende fornire non solo sostegno agli studenti per valorizzare tale esperienza, acquisendo nuove conoscenze, ma si incrocia con un percorso di crescita culturale e personale dedicato agli imprenditori affinché diventino non solo “capi” ma soprattutto formatori.
I due percorsi, quello pensato per i ragazzi e quello per gli imprenditori, si incontrano e creano un modello culturale comune di crescita della persona attraverso il lavoro. Quel che si intende attuare, attraverso iniziative ben programmate e raccordate tra loro, non è solo un trasferimento di conoscenze e l’acquisizione di nuove competenze, ma un’opportunità di crescita bilaterale che coinvolga i due attori. Creare un modello di sviluppo culturale per chi accoglie gli allievi delle scuole, valorizzare i sentimenti per il lavoro, potenziare le attività di orientamento e l’imprenditorialità. Quello dell’alternanza scuola lavoro è solo un esempio dell’approccio sistematizzato al territorio che coinvolgerà progressivamente numerosi ambiti: artistico, naturalistico, culturale e sociale passando, anche, attraverso il sostegno alle piccole e medie imprese e sviluppando organicamente attività formative, tramite un insieme organico di iniziative di sviluppo legate e guidate dalla pastorale della chiesa. Il coordinamento e l’esecuzione delle iniziative del piano strategico territoriale è stato affidato alla fondazione Città del Fanciullo mentre la valutazione e il controllo attraverso il monitoraggio, essenziale per attuare correttivi in corso d’opera, è demandato alla società Ares. Mariateresa Calabretta
DIOCESI Succede a don Giovanni Mammino, nominato vicario generale dal Vescovo
Don Carmelo Torrisi parroco di Acitrezza Lo scorso 25 marzo le comunità parrocchiali di Aci svolgerà la cerimonia di ingresso del nuovo parroco con Trezza hanno gioito per la nomina a vicario generale epila santa messa solenne presieduta dal vescovo monsignor scopale della diocesi di Acireale del parroco don Giovanni Antonino Raspanti, con la partecipazione delle autorità Mammino. Una tappa inaspettata ed importante per il giocivili e militari. vane sacerdote, chiamato nel contempo a dover lasciare il Sarà, dunque, un nuovo passaggio storico per il paese borgo marinaro (peraltro luogo del suo primo ed unico indei Malavoglia che ringrazierà il signore per il dono del carico alla guida di una parrocchia) dopo oltre 10 anni. Al ministero pastorale di don Giovanni Mammino, perche suo posto, alla guida delle due realtà parrocchiali trezzote, nel corso del suo mandato ha saputo coltivare al meglio il vescovo monsignor Antonino Raspanti ha designato don Don Giovanni Mammino vocazioni, azioni di crescita spirituale dei fedeli, cura dei Carmelo Torrisi che attualmente svolge l’incarico di parroco giovani e conforto agli ammalati, non rinunciando a coltinella parrocchia Santa Maria dell’Indirizzo ad Aci Bonaccorsi. vare il gusto del bello ed il valore culturale rappresentato dai luoghi di Le parrocchie San Giovanni Battista e Santa Maria La Nova, dun- culto trezzoti riuscendo nelle imprese di ristrutturare e valorizzare la que, tra poche settimane si troveranno ad affrontare un nuovo cam- chiesa e l’oratorio. biamento. Sono già, infatti, ufficiali le date che porteranno all’avvicenEd allo stesso tempo, Aci Trezza, si dovrà mettere in cammino indamento tra i due sacerdoti originari del Comune di Santa Venerina. sieme a don Carmelo per continuare l’esperienza di fede sotto la proMercoledì 26 aprile alle 20, nel salone dell’oratorio parrocchiale, tezione del Signore con l’intercessione dell’amato patrono San Giodon Carmelo incontrerà per la prima volta le comunità, mentre il 9 vanni Battista e della Madonna della Buona Nuova. maggio sarà la volta di padre Giovanni che, nel corso della santa messa delle 19, saluterà i fedeli. Il giorno successivo, 10 maggio, alle 19 si Davide Bonaccorso
DIOCESI Convegno preliminare il 29 maggio al “S. Michele”
VALVERDE Uno sportello che aiuta chi si trova nel disagio
L’Uciim acese verso la ricostituzione In funzione “Cerco - offro lavoro” Si va verso la ricostituzione dell’Uciim della sezione di Acireale. L’Unione Cattolica Italiana Insegnanti Medi, che raccoglie anche Dirigenti, Educatori, Formatori, da circa quattro anni, infatti, non annoverava più la sua sede acese; al fine di ricostituirla, le iniziative hanno già preso il via. Ma facciamo un passo indietro nel tempo, per risalire alle sue origini. L’associazione nasce il 18 giugno 1944 a Roma, per volere del prof. Gesualdo Nosengo, che fu, tra l’altro, il primo insegnante di religione laico. Da allora la sua attività, volta alla crescita umana, si è diffusa sul territorio nazionale, all’insegna del perfezionamento morale, religioso, della formazione del personale che opera nella scuola. Tutto ciò è tradotto come attenzione verso gli altri, verso i giovani, nello specifico, che nella scuola formano sé stessi da un punto di vista didattico e personale, nonché ai docenti ed ai dirigenti, che a quelli si rivolgono quotidianamente. Da qui, l’impegno attivo sia a livello nazionale sia locale. Ne è testimonianza l’organizzazione di incontri di studio, la promozione di iniziative, volte non soltanto a formare ma anche ad aggiornare chi dà il proprio contributo nelle scuole e, quindi, all’interno del sistema educativo, dal punto di vista didattico, metodologico e disciplinare. I vari corsi e seminari, realizzati nell’arco del tempo, non hanno mancato di fornire, al tempo stesso, l’ausilio e la guida per raggiungere tal fine. L’Uciim, che ha sede a Roma, aveva la sezione di Acireale operativa fino al 2013. Figura storica ne è stata quella del preside prof. Giuseppe Patanè (nella foto), che fu presidente attivo della sezione e promotore di svariate iniziative. Egli pose attenzione al delicato ruolo del personale educativo e
si adoperò per raggiungere numerosi obiettivi. A tale scopo, l’organizzazione di convegni nonché la preparazione ai vari concorsi giungeva da sostegno per chi si apprestava ad iniziare una professione che tanto richiede dal punto di vista dei contenuti e dei rapporti umani. Questo impegno costante, profuso per il mondo della scuola, è stato testimoniato anche da diversi articoli settimanali, scritti dallo stesso e pubblicati da la “Voce dell’Jonio”, testata della quale il prof. Patanè fu per diversi decenni uno dei pilastri culturali e giornalistici. Il ripristino della sezione acese, retta nei suoi ultimi anni dal prof. Alfio Pistarà, docente di matematica, appare utile per continuare in tal senso una consistente attività, iniziata indietro nel tempo.Nell’ambito degli eventi, volti alla riorganizzazione della sezione locale, si è inserito il seminario formativo, a tema “Educazione civica e multidisciplinarietà”, svoltosi lo scorso mese di marzo all’Istituto Comprensivo “Paolo Vasta” di Acireale. L’incontro, organizzato dall’Uciim regionale e provinciale, moderato dalla prof.ssa Rita Calderone, ha registrato una buona adesione di partecipanti. Un ulteriore appuntamento è previsto per il prossimo 29 maggio, nei locali di una storica scuola acese: l’Istituto “San Michele”, retto dai padri Filippini, che, probabilmente, costituirà la futura sede della sezione. Durante il convegno, tra le altre cose, sarà scelta anche la denominazione della costituenda sezione. Tutto è pronto, dunque, affinché Acireale possa presto tornare ad essere sede di questa importante associazione. Rita Messina
Si è tenuta nella sede dell’ associazione “Ali nel silenzio”, in via del Santuario 61 a Valverde, l’inaugurazione del progetto “Cerco offro Lavoro” intitolato “Protagonisti del proprio destino”. Il progetto, finanziato dalla legge 266 con risorse erogate dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, rende attivi 14 operatori di sportello, persone aventi disagi di vario tipo che hanno avuto la possibilità di essere formati a questo incarico. L’associazione nasce nel febbraio 2007 dall’idea di un gruppo di donne, le quali riscontrano la necessità di parlare a persone che si trovavano in uno stato di disagio, di bisogno, o che attraversavano un periodo particolare della loro vita; il primo servizio dell’associazione è infatti il Centro d’ascolto. L’associazione lavora in collaborazione con altre, opera in rete. Un altro servizio che offre è il banco alimentare per aiutare le famiglie bisognose; ultimamente ha portato avanti dei progetti con la legge sul volontariato, la legge 266, uno è stato quello di un orto didattico al quale hanno partecipato attivamente i bambini delle scuole; si è trattato di un lavoro pratico e didattico, si è parlato della sana alimentazione e della stagionalità dei prodotti. L’associazione ha aderito anche allo sportello rosa di ascolto per donne con problemi, collabora con l’associazione “Thamaia” contro la violenza sulle donne, svolge attività
di doposcuola, organizza il grest e ha attivato il servizio civile. «Il progetto “Cerco offro Lavoro”, avente come enti partner la cooperativa sociale Il Melograno e il comune di Valverde, è chiamato “Protagonisti del proprio destino” perché abbiamo voluto modificare l’ottica del disagio, il disagio non più assistito, non solo ascoltato ma il disagio che si tramuta da punto di debolezza in punto di forza», ha dichiarato la presidente Maria Carmela Gammino. «Le persone con disagi di diverso tipo, economici, fisici, mentali – ha continuato la presidente – hanno avuto l’opportunità di essere formate per diventare operatori di sportello, e sono loro i referenti quando chiunque potrà venire per cercare lavoro, per compilare i propri curricula. Anche i privati, le ditte che hanno bisogno di dipendenti sono invitati a venire da noi per chiedere. Ad occuparsene sono in 14: per sei mesi hanno seguito un corso, hanno tanta voglia di stare insieme, di vedersi, di poter comunicare, questo è il vero successo di questo progetto. Il progetto si concluderà nel novembre 2017 ma si spera che istituzioni e privati ci credano e possano aiutarci a farlo continuare. Lo sportello è aperto il lunedì e il giovedì dalle 10 alle 12». Graziella De Maria
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L’ORDINAZIONE DI MONS. GIOMBANCO Commosse e appassionate le parole dell’ex vicario generale acese
“Il vescovo sia testimone del Risorto” Commosso ed appassionato. Così potremmo definire il discorso di ringraziamento pronunciato da mons. Guglielmo Giombanco, a conclusione della partecipata cerimonia di ordinazione episcopale svoltasi nello splendido santuario della Madonna Nera di Tindari. Ha ricordato tutti, a cominciare dai vescovi: quelli che lo avevano appena consacrato e gli avevano fraternamente imposto le mani sul capo; i suoi predecessori della diocesi di Patti, mons. Carmelo Ferraro e mons. Ignazio Zambito; quelli della sua Chiesa d’origine – Acireale – che gli sono stati “padri” e lo hanno “aiutato a crescere come uomo e come sacerdote”: mons. Giuseppe Malandrino, mons. Salvatore Gristina, mons. Pio Vigo e mons. Antonino Raspanti. Ha poi ringraziato i confratelli presbiteri, i diaconi, i seminaristi e i tanti laici con i quali ha condiviso “l’esperienza di essere Chiesa”; le autorità presenti (tra cui i 42 sindaci dei comuni della diocesi di Patti e quelli di Acireale e Piedimonte); la sua parrocchia d’origine di Piedimonte Etneo, con un grato ricordo a don Rosario Micceri, il parroco che lo “aiutò a leggere i segni della vocazione”; gli istituti in cui ha ricevuto la formazione sacerdotale: il Seminario diocesano di Acireale, il Pontificio Seminario Romano Maggiore, dove ha vissuto “anni intensi e fecondi, sotto la guida di sacerdoti esemplari e di maestri di vita che mi hanno insegnato ad essere Chiesa nella verità, nella libertà, nella gioia”, ma anche lo Studio Teologico “S. Paolo” di Catania dov’è stato alunno e docente, ed i cui presidi lo “hanno aiutato ad allargare gli orizzonti”. E un “grazie speciale” ha rivolto ai suoi familiari: i genitori, il fratello e la sorella, i parenti tutti che lo hanno, “affettuosamente e con discrezione, accompagnato nel ministero”. Naturalmente il pensiero più sentito lo ha rivolto alla Chiesa di Patti, che ha “già iniziato ad amare” e che ha affidato a Maria con le parole che il Santo Padre Giovanni Paolo II pronunciò nello stesso Santuario di Tindari il 12 giugno 1988: «A te, Madre degli uomini, affido la Chiesa di Patti, con i suoi
generosi impegni, le sue cristiane aspirazioni, i suoi timori, le sue speranze. Non lasciarle mancare la luce della vera sapienza. Guidala nella ricerca della libertà, della giustizia per tutti, della santità.» Mons. Giombanco ha infine tracciato quelli che devono essere i “tratti essenziali” del Vescovo, e lo ha fatto rifacendosi alle parole pronunciate da Papa Francesco il 27 febbraio 2014 davanti alla Congregazione per i Vescovi. Il Vescovo deve essere “Testimone del Risorto”, perché la sua vita e il suo ministero devono rendere credibile la Risurrezione; “Kerigmatico”, per affascinare il mondo, incantarlo con la bellezza dell’amore e sedurlo con l’offerta della verità donata dal Vangelo; “Orante”, perché deve avere la stessa parresìa sia nell’annuncio della Parola che nella preghiera, con la capacità di “entrare in pa-
zienza” davanti a Dio; “Pastore” che ha a cuore “l’assidua e quotidiana cura del gregge”, come il buon pastore che conosce le sue pecore e le ama perché sono sue.
Prima della cerimonia, salutando in piazza le autorità ed i fedeli intervenuti, mons. Giombanco aveva anche ricordato come “Chiesa e Istituzioni civili abbiamo il compi-
to di promuovere il bene comune. Tutti siamo chiamati, ciascuno secondo il proprio ruolo, a costruire una comunità dove la forza della verità dell’uomo e della sua dignità, in ambito religioso e civile, permetta alle opere buone di realizzarsi e di manifestarsi per l’utilità comune.” E sottolineando – come recita l’art. 2 della Costituzione italiana – che “Compito delle Istituzioni civili è riconoscere e garantire «i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità», ha espresso la sua “piena disponibilità e quella della comunità ecclesiale a collaborare con tutti, nel rispetto delle legittime autonomie, perché la nostra gente possa vivere il presente con dignità e possa guardare al futuro con fiducia e speranza. ” Nino De Maria
L’omelia di mons. Gristina: “Questo è il giorno fatto dal Signore: rallegriamoci ed esultiamo” Nella sua omelia mons. Salvatore Gristina, arcivescovo di Catania, prendendo spunto dal canto iniziale, “Chiesa di Dio – popolo in festa”, ha innanzitutto evidenziato i motivi della gioia dei presenti: “Questo è il giorno fatto dal Signore: rallegriamoci ed esultiamo”. “La nostra esultanza pasquale, fratelli e sorelle, è ulteriormente arricchita dalla felicissima grazia che oggi il Padre, il Figlio Risorto e lo Spirito Santo da loro effuso concedono alla Chiesa, ed in particolare a quella di Patti, con l’ordinazione episcopale di mons. Guglielmo Giombanco”, ha detto il vescovo ordinante principale. “È giorno di festa anche per i sacerdoti di Acireale e per tanti altri che vedono un loro confratello chiamato all’episcopato e lo accompagnano con la preghiera e con una buona testimonianza presso di voi, carissimi presbiteri di Patti, e, tramite voi, presso le vostre comunità. Questo è un giorno particolare anche per noi vescovi qui presenti e chiamati a trasmettere a mons. Giombanco il ministero, a noi affidato dagli apostoli, mediante l’imposizione delle mani con la grazia dello Spirito Santo”. “Adesso sei qui pronto ad accogliere il modo ancor più pieno con cui il Signore Gesù ti mostra la sua predilezione. Per questo oggi è anche per te giorno fatto dal Signore, e quindi di esultanza che condividi con noi, ma anche di grande trepidazione. Carissimo Guglielmo, accogli la domanda del Signore “Mi ami?” che è esplicitata dagli impegni su cui ti interrogherò davanti al popolo che il Buon Pastore ti affida. Abbi tanta fiducia nel Signore: il “si, lo voglio” che pronunzierai, si fonda certamente sul Suo aiuto, ma anche sulla tua serena coscienza di aver già dato prova di fedeltà alle promesse fatte in occasione dell’ordinazione sacerdotale”. Mons. Gristina, infine, ha voluto formulare tre auguri, suggeritigli
COMMENTI Un coro di consensi tra i fedeli di Acireale e Patti
dalla sacra scrittura proclamata. In primo luogo, l’invito a “toccare” Gesù risorto nel suo vero corpo, cioè nelle persone ferite e umiliate nella loro dignità, come pure nei fratelli e nelle sorelle ammalate, abbandonate, nei minori a rischio e negli immigrati che ogni giorno incontriamo. In secondo luogo, l’augurio di un lungo e fecondo ministero episcopale, svolto con l’esemplare e signorile umiltà di Pietro. Ed, infine, di essere fedele alla consegna di Paolo all’amato Timoteo (“ti ricordo di ravvivare il dono che è in te per l’imposizione delle mie mani”), mantenendo, perciò, sempre vivo il legame con l’ordinazione, che segna anche l’inizio del suo ministero nella Chiesa di Patti. Guido Leonardi
PAROLE E GESTI Rito solenne e affascinante che coinvolge
S’è scatenata una carica di empatia Nove volte il “Sì, lo voglio” Giovedì 20 aprile a Tindari soffiava aria di freschezza. Per l’altitudine del luogo in cui sorge il santuario della Madonna Nera e soprattutto per l’azione dello Spirito Santo invocato per l’ordinazione episcopale di mons. Guglielmo Giombanco a vescovo di Patti. Gli oltre cento sacerdoti, i venti vescovi e i quasi mille fedeli, non esprimono solo il dato plastico della giornata ma rappresentano la “grande famiglia” dove ha vissuto il nuovo pastore della diocesi di Patti e, soprattutto, dove condurrà il suo nuovo cammino. Durante una nostra intervista mons. Giombanco aveva ribadito la necessità di sentirsi sin da subito immerso nella sua nuova famiglia e la scelta di Tindari, cuore pulsante della diocesi pattese, non è stato un caso. Abbiamo raccolto qualche reazione. “È stato un giorno molto atteso vissuto con un entusiasmo crescente. Ci aspettavamo un nuovo pastore e il fatto che sia arrivato subito è stato un regalo. Ci aspettiamo molto da lui”. Così Cettina Oliveri, una volontaria no stop del santuario che proviene da Patti. Il fatto che la maggioranza dei presenti esprime il mondo del laicato “è una grande risposta di affetto per mons. Giombanco ma anche di speranza”, ci dicono Antonella e Antonino da Caronia. “Ci auguriamo – hanno aggiunto – che ci visiti presto e sia vicino al gregge come mons. Zambito”. La parola ai giovani: “I ragazzi avvertono freschezza e voglia di cambiamento” afferma Rossella, insegnante di religione che guida il gruppo giovani della sua parrocchia. “Siamo contenti e non vediamo l’ora di cominciare un nuovo cammino”. Erano presenti anche Giuseppe e Graziella due rap-
presentanti dell’Azione cattolica diocesana. “Chiediamo al nostro vescovo di essere vicino ai giovani che vivono momenti di crisi” ha detto Francesca di Castel di Lucio, il paese più in periferia della diocesi di Patti che mons. Giombanco ha scelto come sua prima visita pastorale. “Ci auguriamo che il nuovo pastore sappia cogliere in maniera evangelica i problemi del momento e che sia una presenza spirituale di grande conforto per noi tutti”, ci dicono infine le Sorelle minori di San Francesco. Se per i pattesi emergevano sentimenti di speranza tra gli acesi la commozione la faceva da padrona: “Una grande emozione per mons. Giombanco. Sono contento che il Papa abbia scelto un pastore molto umile e preparato”, ci ha confidato Andrea Romeo, un parrocchiano della cattedrale di Acireale. “In questo giorno di gioia lo rivedo nelle aule dell’Università Lateranense, costantemente attento e partecipe. Era sempre disponibile al dialogo e al confronto con i compagni di corso ma non indietreggiava di un passo sui principi e sui valori della fede”. Ha dirlo è stato Mario Di Bartolo, compagno di studi di mons. Guglielmo Giombanco. “Tutta la chiesa acese – ci ha detto infine Annamaria Cutuli presidente diocesano Ac - lo ha accompagnato nel suo nuovo ministero: il popolo e i presbiteri insieme abbiamo invocato lo Spirito Santo perché consacrasse con l’unzione il nuovo pastore. È stata una testimonianza di come siamo tutti parte della Chiesa di Cristo”. Domenico Strano
Il 20 aprile 2017, data storica per il Santuario Maria SS. Del Tindari, per l’evento della solenne Ordinazione episcopale del Vicario Generale della diocesi di Acireale, Guglielmo Giombanco, eletto centoduesimo vescovo di Patti da papa Francesco. Nello splendore d’arte sacra del Santuario, segni indelebili, le presenze: l’Arcivescovo di Catania, Salvatore Gristina; i vescovi coordinanti, Ignazio Zambito e Antonino Raspanti; una trentina di vescovi; centinaia di sacerdoti e seminaristi; gente orante. Tutti inneggianti a Cristo, che ha concesso il dono del nuovo vescovo, alla Chiesa di Patti. E’ con profonda emozione che si susseguono i momenti meravigliosi dell’Ordinazione Episcopale di Guglielmo Giombanco, il cui volto, in giovane età, s’illumina sempre più in simbolici gesti, fino a raggiungerne la pienezza nella fase finale: siede in cattedra per la Presidenza della Celebrazione. Calorosa è l’accoglienza del nuovo vescovo, da parte del Sindaco di Patti, nella stupenda piazza antistante al Santuario. La folla, all’unisono con la Diocesi, proclama “benedetto colui che viene nel nome del Signore! Mons. Guglielmo Giombanco”; questi, in simbiosi con le parole del 1988 di Giovanni Paolo II, esalta il glorioso Santuario e invita i cittadini a costruire un grande futuro con coraggio e responsabilità, promuovendo crescita di cultura e solidarietà. L’entrata nel Santuario segna l’esultanza dell’Assemblea e della rinomata ‘Schola’, al canto dell’Alleluia, mentre, gesto significativo, è intronizzato il libro dei Vangeli. Nella celebrazione, presieduta dall’arcivescovo
Gristina, è inclusa la liturgia dell’Ordinazione con l’invocazione allo Spirito Santo e l’interrogazione dell’Eletto sul proposito di custodire la fede nel ministero. A nove domande, la risposta ’Sì, lo voglio’ di Guglielmo Giombanco, espressione di retta coscienza, risuona in sospeso silenzio; dopo di che egli si prostra a terra, disteso per intero, gesto d’umiltà, durante il canto delle litanie dei Santi. Alzatosi, è pronto all’antico rito dell’imposizione delle mani: inginocchiato di fronte a mons. Gristina, con il capo sotto il libro aperto dei Vangeli, quale servo, riceve l’imposizione delle sue mani e di quelle degli altri vescovi, mentre sale al cielo la preghiera allo Spirito Santo. Si prosegue con gesti simbolici: unzione del capo con il sacro crisma, mirato alla fecondità del ministero. Consegne: libro dei Vangeli per l’annuncio della parola di Dio e la testimonianza; anello, segno di fedeltà alla Chiesa; mitra, emblema della grazia di Dio in onore della santità; pastorale, specifico per il compito di guida del popolo. L’abbraccio di pace con i confratelli sigilla l’unità episcopale. Infine, Guglielmo Giombanco, accompagnato dai vescovi Ignazio e Antonino, benedice l’Assemblea e abbraccia verbalmente tutti, con ringraziamenti, specie per la Chiesa di Acireale, citando i vescovi Malandrino, Gristina, Vigo e Raspanti; inoltre, il primo suo maestro di Piedimonte Etneo, don Rosario Micceri. Magnifica, la festa della Chiesa di Patti: altissima testimonianza di fede. Anna Bella
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30 aprile 2017
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QUEST’ANNO VINCONO TUTTI, PER TUTTI. TORNA IL CONCORSO DEDICATO ALLE PARROCCHIE Dopo il successo di ifeelCUD, il Servizio C.E.I. per la Promozione del Sostegno Economico alla Chiesa cattolica (SPSE) lancia un nuovo concorso. Ad esser premiati sono sempre i migliori progetti di solidarietà delle parrocchie (è previsto un contributo fino a 15.000 €). Ma quest'anno l'iniziativa si chiama TuttixTutti perché a vincere saranno anche tutti gli altri. Per partecipare infatti, è necessario organizzare un "incontro formativo" che dà diritto a un contributo fino a 2.000 €, anche se il progetto non viene premiato. L'incontro dovrà formare la propria comunità sul sostegno economico alla Chiesa cattolica, dall'8xmille alle Offerte per il sostentamento dei sacerdoti. Dovrà inoltre rispettare una procedura specifica ed essere documentato con foto o video. Anche quest'anno, con TuttixTutti, si dà forza a chi aiuta gli altri. Il bando si conclude il 31 maggio.
COME FAR VINCERE LA SOLIDARIETÀ In una gara si dice sempre “l’importante è partecipare”. In questo caso non è proprio una gara e chi partecipa vince comunque. Anzi, vincono tutti. Vince tutta una comunità parrocchiale e non solo. Parliamo del nuovo concorso rivolto alle parrocchie “TuttixTutti” (info su tuttixtutti.it) che mette in palio 10 premi da mille a 15mila euro. Le iscrizioni, iniziate il primo marzo, termineranno il 31 maggio. Di che si tratta? Ce lo spiega il responsabile del Servizio Promozione Sostegno Economico (SPSE) della Conferenza Episcopale Italiana Matteo Calabresi: “L’obiettivo principale di questo bando nazionale è quello di promuovere le attività sociali delle parrocchie, premiando sia la creatività progettuale sia la creatività pastorale, perché non si può scindere l’evangelizzazione dal promuovere il bene comune. Premieremo, quindi, quei progetti che, rispondendo al Vangelo, da un lato avranno la capacità di andare incontro ai bisogni del territorio e, dall’altro, a criteri di sostenibilità tali da permettere al progetto stesso di proseguire il
suo cammino anche dopo l’erogazione del contributo C.E.I. Questo per mettere in luce i valori civili ed ecclesiali che ci sono alla base del sostegno economico alla Chiesa. In altre parole sarà importante che le nostre parrocchie si mostrino aperte all’ascolto, creative, capaci di fare qualcosa di bene e di buono rimboccandosi, comunque, le maniche”. Il nome è nuovo ma già negli anni passati il SPSE aveva proposto il bando nazionale ifeelCUD che premiava progetti di solidarietà. Cosa cambia ora? “Le parrocchie, anche attraverso i propri catechisti, per partecipare dovranno iscriversi online sul sito tuttixtutti.it, creare una squadra, ideare un progetto di solidarietà e, questa la novità rispetto alle edizioni passate di ifeelCUD, organizzare un corso di formazione sul sovvenire (sostegno economico alla Chiesa). Questo farà sì che si possa già ricevere un contributo di mille euro. Ecco perché nello slogan si legge che “Quest’anno vincono tutti”. Perché legare il concorso ad un corso di formazione sul sovvenire?
“Perché far conoscere ai fedeli i valori che ci sono alla base del sostegno economico alla Chiesa è fondamentale. Non bisogna dimenticare che le risorse servono e permettono di realizzare ciò di cui le comunità hanno bisogno alla luce dell’insegnamento di Gesù. Da sottolineare che i progetti premiati negli anni precedenti (v. ifeelcud.it), erano già orientati al bene comune, ed hanno effettivamente dato risposte efficaci a tanti disagi sociali. Hanno spaziato dal microcredito alla dispersione scolastica, dalla valorizzazione di migranti e rifugiati all’inserimento lavorativo dei giovani, dalla creazione di ‘botteghe di mestieri’ fino ad affrontare difficoltà collettive promuovendo l’accoglienza di persone prive di protezione umanitaria e sociale. La direzione è sempre la stessa: ascoltare i bisogni del territorio per dare risposte concrete secondo lo spirito di apertura e di accoglienza testimoniato da Papa Francesco”.
COME FUNZIONA TUTTIXTUTTI 2017 Per concorrere le parrocchie sono chiamate a: iscriversi
online su tuttixtutti.it inviare una descrizione del progetto di solidarietà che vogliono realizzare organizzare e documentare, rispettando una specifica procedura, un incontro formativo sul sostegno economico alla Chiesa cattolica. Vincono tutti i partecipanti: fino a 2.000 € di contributo per l'incontro formativo. I 10 progetti più meritevoli si aggiudicano anche un sostegno fino a 15.000 €. I criteri di valutazione dei progetti e la procedura per organizzare l’incontro sono pubblicati su tuttixtutti.it. I vincitori verranno proclamati sul sito il 30 giugno 2017.
Tutte le info su tuttixtutti.it
Maria Grazia Bambino
I PROGETTI VINCITORI DELL’EDIZIONE 2016 Questi i vincitori della scorsa edizione del concorso rivolto alle parrocchie per la realizzazione di progetti di utilità sociale: 1° premio di € 15.000 parrocchia Gesù Divin Salvatore di Roma per il progetto “Le mani, la testa e il cuore” 2° premio di € 10.000 parrocchia Santi Cosma e Damiano di Acireale per il progetto “Il Buon Fattore” 3° premio di € 8.000 parrocchia Santi Andrea e Rita di Trieste con “Alzati e cammina” 4° premio di € 6.000 parrocchia San Vitaliano di Sparanise (Ce) per il progetto “I feel green” 5° premio di € 4.000 parrocchia San Nicolò di Bari di Fabriano (An) per “Tu sei un bene per noi”
6° premio di € 3.000 parrocchia S. Martino di Rebbio di Como per “Pane e cipolle” 7° premio di € 2.000 parrocchia SS. Salvatore di Messina per “Studiare insieme è più facile” 8° premio di €1.000 la parrocchia Sacro Cuore di Gesù di Randazzo (Ct) per “Job Care” Premio della Giuria per il miglior video di € 1.000 aggiudicato a pari merito: parrocchia Santa Giustina di Mondolfo (Pu) per il video “Vieni alla proiezione di Misericordia” parrocchia S.Maria Addolorata di Alezio (Le) per il video “La Casa della carità”. Tutti gli approfondimenti sono disponibili su tuttixtutti.it e sulle pagine Facebook e Twitter. Facebook.com/CeiTuttixTutti
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