La Voce dell'Jonio (24 giugno 2018) anno LXI numero 6

Page 1

LA Jonio VOCE Anno LXI - N. 6

Domenica, 24 giugno 2018

€ 1,00

Spedizione in a.p. 45% Autorizz. Dir. Prov. P.T. CT.

Parrocchia in strada

dell’

www.vdj.it lavocedelljonio@hotmail.it

Periodico cattolico fondato da Orazio Vecchio

SETTIMANALI DIOCESANI

RICORDO

CIMINARIUM

Il sottosegretario Crimi a “La Voce del Popolo” “Verificare l’incidenza delle testate sul territorio”

Far conoscere Gesù a piccoli e grandi

2

Massimo Venturelli

In tre tempi percorso cinematografico che si snoda tra Acireale Acicatena e Acitrezza

Nino Pulvirenti operatore culturale si batteva per formare cittadini - studenti Anna Bella

2

Acireale Una nota di auguri e di speranza per il neosindaco Stefano Alì appena eletto

3

Che sia un domani migliore “Buon lavoro” pure dalla città Si è svolta nell’area Com di Acireale ha avuto luogo la manifestazione “Let’s play at the Com! Giochi in strada!”, organizzata dai giovani della parrocchia SS.mo Salvatore e guidata dal parroco don Marcello Zappalà. Per avere maggiori informazioni sull’iniziativa, abbiamo intervistato don Marcello. - Come nasce quest’iniziativa? “L’iniziativa nasce dal desiderio di lasciare le mura della chiesa e andare in strada come dice Papa Francesco, per incontrare coloro che generalmente non sono dentro la chiesa; quindi non aspettiamo che arrivino dentro le mura, ma andiamo noi stessi a cercarli.” - L’idea è dei giovani? “L’idea nasce dal dialogo, ognuno dice la sua e poi si giunge a qualcosa di nuovo.” La lista dei giochi in cui si sono cimentati i bambini è stata pensata invece dai ragazzi che hanno scelto: tiro alla fune, bowling, tiro del pallone nella porta, e il trasporto di una pallina su un cucchiaio tenuto in bocca. Gli organizzatori hanno occupato un angolo dell’area Com, invitando i bambini nelle vicinanze a partecipare al divertimento, all’allegria del gioco. Lo stare insieme e il gioco sono stati i protagonisti del momento. In un’epoca come la nostra, in un inarrestabile progresso tecnologico, il gioco conserva ancora la sua importanza nella crescita e nella socializzazione, e può farsi mezzo di trasmissione di messaggio? A questa domanda, don Marcello risponde speranzoso ed ottimista: “Sicuramente sì. I nostri ragazzi sono sempre più chiusi dietro videogiochi e computer. Scendere in piazza per incontrare, e – perché no? – scontrarsi, con gli altri diventa un modo per abbattere dei muri che si stanno costruendo. Il primo messaggio che passa è quello della fraternità e quindi il rispetto, l’osservanza delle regole e la preghiera.” E proprio la preghiera è stato l’atto conclusivo della serata. Bambini, ragazzi e genitori si sono dati la mano formando un grande cerchio e hanno rivolto la preghiera al Padre Nostro. Così il gioco e la preghiera sono stati i mezzi con i quali i partecipanti hanno voluto far conoscere Gesù. Eugenia Castorina

Un giorno nuovo per Acireale si annuncia tra la mezzanotte di domenica 24 giugno e le prime ore del lunedì 25 giugno 2018: inaspettata e incalzante giunge la vittoria, mentre la voce del cronista annuncia i risultati dei 56 seggi elettorali, man mano che arrivano, il divario tra i due candidati a Sindaco si fa sempre più ampio, fino all’annuncio definitivo: l’ing. Stefano Alì, ha raggiunto il primato con 11.459 voti, superando il cugino, l’ing. Michele Di Re, con uno scarto di 2.562 voti. Successo palese e strepitoso per il candidato che si è presentato alla Teresa Scaravilli (continua a pag. 2)

“EUROPEAN SOLIDARITY” In piazza Duomo ad Acireale tanta gente solidale con in migranti

Con la città dell’accoglienza il nuovo sindaco Si è svolto anche ad Acireale, alle 20 del 27 giugno, il flash mob “European Solidarity” promosso in tutta Europa da 4650 persone singole e 250 associazioni che hanno coinvolto oltre 150 piazze. Numeri elevati, tenendo in considerazione il brevissimo tempo tra l’ideazione dell’iniziativa e la realizzazione della stessa, in tantissimi hanno aderito in un paio di giorni, segno che un’Europa dell’accoglienza esiste e ha voglia di farsi sentire e non stare a guardare. Ad Aci-

Foto: Eleonora Selmi e Vera Torrisi

reale l’evento è stato promosso dall’Ass. Culturale eralavò

ACIREALE

e ad essa si sono subito unite nell’organizzazione Arte Migrante Acireale, Associazione culturale VieTraverse, Arci Mistero Buffo, Refugees Welcome Catania e Libera - Presidio delle Aci “Pierantonio Sandri” nonché decine di liberi cittadini, anche il neosindaco a fine serata ha creato e posizionato la sua barca. Alla vigilia del Consiglio d’Europa si chiede ai Governi europei di condividere le responsabilità sull’accoglienza, di cambiare il Regolamento Dublino e di aprire vie legali e

Gabriella Puleo

5

È nata Clara Vecchio figlia di Orazio e Silvana e nipote del direttore Peppino Vecchio Rita Messina

SOSTIENICI CON IL TUO 5 PER MILLE

Sara Scudero (continua a pag. 2)

ACIREALE

FAMIGLIA DE LA VOCE

Sara Scudero: “Arte migrante” per l’accoglienza

sicure d’accesso per i migranti. Ma cos’è questo Regolamento Dublino di cui tanto si parla e poco si conosce? Si tratta di un regolamento che obbliga il migrante a presentare la richiesta d’asilo nel primo Paese dell’Unione Europea in cui mette piede e in cui viene identificato. Il Migrante che arriva in Italia e qui viene identificato non può, di conseguenza, fare richiesta

5

I Camilliani in missione a luglio in città Andrea Romeo

6

ACIREALE Con la meridiana della Cattedrale

Solstizio, cultura e spettacolo

Lo 0.5 ‰ della tua imposta sul reddito può essere destinato all’associazione di volontariato

“Orazio Vecchio”

La legge Finanziaria prevede la possibilità di destinare il 5 per mille della propria imposta sul reddito ad associazioni di volontariato, onlus, ricerca etc. Il 5‰, altra cosa dal già sperimentato 8 ‰, non determina nessuna variazione nell’ammontare dell’imposta. Anche l’Associazione Orazio Vecchio,nata soprattutto per curare La Voce dell’Jonio, è tra i soggetti beneficiari. Per destinare a noi il contributo basta compilare l’apposita scheda del 5‰ sul modello 730 o Unico: 1) Inserire i propri dati anagrafici e il codice fiscale; 2) Firmare nel riquadro indicato come Sostegno del Volontariato, delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale.... (il primo a sinistra della scheda); 3) Indicare in quel riquadro il codice fiscale 90034160870 (come nell’esempio sopra)

Nino De Maria (a pag. 7)


2

In Seconda

24 giugno 2018

dell’

SETTIMANALI DIOCESANI Intervista a Vito Crimi, sottosegretario con delega all’editoria

“Verificare l’incidenza sui territori” “È importante che quando un lettore acquista un giornale sappia chi ne detiene la proprietà (oggi molto spesso nascosta dietro sigle e nomi ai più sconosciuti) per comprendere se la comunicazione che veicola è condizionata o meno”. Quella a “La Voce del Popolo”, il settimanale della diocesi di Brescia, è stata la prima visita del sen. Vito Crimi (M5S), a pochi giorni dalla nomina a sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri con delega per l’editoria, a un’espressione di quelle realtà editoriali che fanno riferimento alla Fisc (Federazione italiana settimanale cattolici) che, con la legge 198/2016, avevano finalmente visto riconosciuti quei principi relativi al pluralismo dell’informazione per troppo tempo rimasti prerogativa quasi esclusiva di grandi gruppi editoriali Quella a “La Voce del Popolo”, il settimanale della diocesi di Brescia, è stata la prima visita del sen. Vito Crimi (M5S), a pochi giorni dalla nomina a sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri con delega per l’editoria, a un’espressione di quelle realtà editoriali che fanno riferimento alla Fisc (Federazione italiana settimanale cattolici) che, con la legge 198/2016, avevano finalmente visto riconosciuti quei principi relativi al pluralismo dell’informazione per troppo tempo rimasti prerogativa quasi esclusiva di grandi gruppi editoriali. Il nuovo sottosegretario, per sua ammissione, è ancora agli inizi nel cammino di conoscenza di quel mondo complesso che gli è stato affidato. “Ancora devo conoscere sino in fondo la realtà della stampa locale per comprendere quanto questa sia realmente efficace nel suo sforzo di raccontare i territori di riferimento – ha affermato il sottosegretario -. Mi interessa capire quanto riesca effettivamente a dare voce, a parti di territori e a fette di popolazione normalmente escluse dal circuito comunicativo”. Anche quando si parla di stampa locale, per Crimi, è importante sapere chi sia l’editore e il finanziatore della stessa, perché non ci siano anche in questo campo particolari condizionamenti. “Una delle cose che spero di poter realizzare – ha affermato al proposito – è di introdurre anche in questo settore il massimo della trasparenza: permettere ai lettori di sapere chi sono i finanziatori, anche attraverso la raccolta della pubblicità, è un dato importante perché alla lunga consente loro anche di conoscere il racconto che il giornale fa della realtà, la linea editoriale che adotta. Anche se non è il caso dei settimanali diocesani e delle testate come ‘Voce’, è importante che quando un lettore acquista un giornale sappia chi ne detiene la proprietà (oggi molto spesso nascosta dietro sigle e nomi ai più sco-

nosciuti) per comprendere se la comunicazione che veicola è condizionata o meno”. L’Italia è il Paese dei singoli territori e delle piccole comunità. Una stampa realmente a servizio di queste realtà quali caratteristiche dovrebbe avere, oltre a quella della trasparenza? Innanzitutto dovrebbe essere in grado di autosostenersi dal punto di vista economico. Ci sono tanti esempi di realtà nel campo dell’informazione locale che sono sostenute dalle comunità a cui fanno riferimento. Questo consentirebbe di superare la logica della dipendenza, più o meno manifesta, da chi sostiene economicamente la testata. Il rapporto diretto con una comunità che si riconosce in un giornale dà anche nuova forza allo stesso per un’informazione realmente libera. La recente riforma della legge sull’editoria ha cercato di andare incontro alle richieste di norme che tutelassero a tutti gli effetti il pluralismo nel campo della comunicazione… Tante iniziative italiane hanno preso le mosse da intenti lodevoli e condivisibili, per poi trasformarsi negli anni in qualcosa di diverso e magari diametralmente opposto agli obiettivi per cui erano state pensate. Pensiamo alla legge sul finanziamento pubblico dei partiti concepita per rendere possibile anche alle forze meno rappresentativa la partecipazione alla vita politiche del Paese. Tutti sappiamo in cosa si è trasformata. Qualcosa del genere è successo anche con la legge per i finanziamenti pubblici all’editoria, una normativa che ha consentito a qualcuno di fare soldi con un meccanismo che va evitato. Per questo è necessario procedere con un lavoro di analisi e conoscenza della realtà esistente, per approfondire, distinguere e dotarsi il prima possibile di tutti gli strumenti in grado di verificare l’efficacia dei finanziamenti all’editoria. Non si tratta più di limitarsi ad erogare fondi alle aziende editoriali, occorre individuare tutti quegli strumenti per verificare come il prodotto editoriale realizzato abbia una sua

Jonio

RICORDO Nino Pulvirenti operatore culturale

Formava cittadini-studenti

efficacia. La domanda che occorre porsi è se un giornale distribuito a livello locale viene preso e gettato subito nel cestino o se veramente viene percepito come significativo strumento di informazione per il territorio. Oggi questa differenza non interessa, eppure è di capitale importanza. Quello che ancora devo capire e mettere a punto è il modo in cui si possa arrivare a questo tipo di verifica. Si tratta di una scommessa che voglio assumere, insieme a quella del digitale… Un’altra partita importante nel capitolo dei finanziamenti… Sì, indubbiamente! Il finanziamento che lo Stato oggi dovrebbe garantire, questa almeno è la mia idea, è quello a sostegno dell’avvio di prodotti editoriali digitali. In questo caso il sostegno potrebbe essere anche totale e coprire un certo numero di anni, a patto che il progetto presentato garantisca allo stesso di riuscire a camminare, dopo un certo periodo di tempo, con le proprie gambe, così da ridurre progressivamente la presenza dello Stato. Quello del digitale, almeno in Italia, sembra un treno già passato e su cui solo in pochi sono stati in grado di salire, anche se molte diocesi italiane su questo piano hanno scommesso in modo determinante… Concordo che forse un primo treno è passato. Bisogna però prepararsi per essere pronti a salire sul secondo che dovesse arrivare. Per questo è necessario continuare a investire sul digitale, anche con incentivi, perché la stampa italiana possa cogliere occasioni che vanno facendosi sempre più ristrette. Certo, occorre trovare il modo di far comprendere che quello dell’informazione “servita” online è un servizio che costa e che per questo il lettore deve essere educato al fatto che un’informazione di qualità online va pagata. Torno a dire, però, che quella dell’informazione digitale è una scommessa che va assunta sin da subito, anche per far fronte a evidenti ritardi che già sono si sono accumulati. Non c’è il rischio, però, che molti assumano questa scommessa del digitale perché “attratti” dal miraggio del risparmio e dei tagli sul fronte economico? Sì, il rischio c’è ed è evidente. Quando parlo di scommessa digitale della comunicazione e di contributi a nuove start up in questo settore penso, però, a iniziative che non vengano attuate soltanto perché costano meno o fanno risparmiare l’editore, ma a vere e propri progetti editoriali che mettano al primo posto la professionalità e l’efficacia della comunicazione.

La scomparsa di Nino Pulvirenti ad un’età ancora promettente, dopo dolorosi problemi di salute protrattisi per un mese, è un colpo duro per l’amata famiglia e per gli amici. Si rimpiangono tante giornate trascorse con lui, uomo di grande umorismo, che allietava con la sola, autorevole, presenza il vario, piccolo mondo cittadino. La sua voce baritonale animava serate particolari con pezzi musicali, specie di opere liriche. La mia amicizia con lui risale alla “Gioventù studentesca” degli anni Sessanta, con l’assistente P. Cosentino, oggi missionario comboniano in Africa: Nino la frequentava con entusiasmo ed empatia. Esemplare la vita di coppia con la moglie Mariolina, intenso l’amore verso i quattro figli. Laureato in lettere, intraprende la vita di professore nella scuola Media “Vigo Fuccio La Spina”, dove ricopre anche l’incarico di vice preside per diversi anni; superato il relativo concorso, la sua impegnatissima vita di Preside, per molti anni fino alla pensione, si realizza nella locale scuola Media “Galileo Galilei” , educando gli studenti ad essere cittadini leali e onesti; magnifica, la sua testimonianza cristiana. Promuove per i suoi amati studenti eccezionali iniziative, oltre che culturali, d’ordine sociale e talvolta anche di operosa collaborazione con associazioni mirate al bene degli ultimi, meritando elogi da parte dei genitori degli studenti e della società. Per antonomasia, anche in pensione, viene identificato come “Preside Pulvirenti”. Pregevoli i viaggi all’estero, da lui organizzati durante le vacanze estive; il mio grato ricordo va alla partecipazione al viaggio di una quindicina di giorni in Messico e Guatemala, curato nei minimi particolari: le esperienze acquisite nella conoscenza di quelle lontane terre, ricche di antica storia artistica e sociale, e la visita della stupenda capitale, Città del Messico con ventidue milioni di abitanti, sono indimenticabili. Inoltre la fantastica vita comunitaria tra i ventitré compagni di viaggio, tra cui Nino Pulvirenti con la cara moglie, professori della Media “Galilei”, qualche studente con genitori e vari amici, è indelebile. Nella vita cittadina Nino Pulvirenti si è distinto per la sua attività, per l’onorevole impegno sociale, specie nel periodo in cui ricopre la carica di presidente del Club Kiwanis. Inoltre, nel Serra Club di Acireale, di cui Nino è stato attivo socio da alcuni anni, si è soprattutto qualificato nella vita di commissione del Concorso nazionale Studenti, con esiti studenteschi sempre molto positivi.

Massimo Venturelli

Anna Bella

dalla prima Auguri al sindaco e alla città dell’

Jonio

Direttore responsabile Giuseppe Vecchio Editore Associazione La Voce dell’Jonio Via Mons. Genuardi, 14 95024 Acireale Iscrizione Tribunale Catania n. 220 del 5/4/1958 Iscrizione al ROC (Registro operatori della comunicazione) n° 22076 Redazione Via Mons. Genuardi 16, 95024 Acireale - Ct (casella post. 174) tel. 095601992 www.vdj.it lavocedelljonio@hotmail.it Abbonamento annuo Ordinario euro 12,00 Extra 20,00 - Speciale 50,00 Sostenitore 100,00 Conto Corrente Postale 7313800 intestato a Associazione La Voce dell’Jonio Via Genuardi, 14 95024 Acireale Membro FISC - Federazione Italiana Settimanali Cattolici

città con una sola lista, il Movimento 5 Stelle, mentre l’altro ne portava un ampio arco, come da tradizione acese. Una bella campagna elettorale portata avanti con dignitosa fermezza e con signorilità lo ha distinto, la città ha creduto nella sua lealtà e nel suo dire sempre con tono pacato e linguaggio rispettoso del pensiero altrui, mai aggressivo e mai compromettente. Credo che la sua stessa persona abbia attirato simpatia ed empatia e il voto è scaturito spontaneo e vincente. Dopo gli applausi, gli abbracci, l’anguria , gli spumanti e i fuochi artificiali, insieme agli abbracci, le lacrime di gioia e di emozione, le congratulazione e gli auguri di amici, parenti e fans – ancora increduli dello strepitoso successo – ora, Signor Sindaco, un grande lavoro L’aspetta e la città incantata dovrà riprendere a vivere nella novità annunciata e da tempo desiderata. Come sarà “Acireale” con il Suo Governo, Signor Sindaco? Noi cittadini la sogniamo bellissima, ma non come una Galatea, benché immortale, statica e museale, noi la vogliamo VIVA, noi sogniamo una città pulita, ordinata, accogliente, elegante, non solo a prima vista ma in profondità: strade sicure e pulite, alberi vitali e rigogliosi, mura linde e circolazione agile; spazi di vita per ogni giorno e per tutte le esigenze, perché si viva il gioco per i bambini, il commercio con le creazioni artistiche, che i nostri bravi artigiani del ferro, della ceramica, della pasta di mandorla, della cartapesta, dei fiori e di quant’altro è capace il genio del cittadino acese, si esprima nelle sue multiforme capacità creative; la musica, il teatro, la danza, lo sport, la cultura non siano memorie del passato, sedi di museo, raccolti negli scantinati, dove non è piacevole addentrarsi, ma dove si possa vivere, con entusiasmo giovanile e passione professionale, ogni progetto di vita e ogni desiderio di bene per ciascun cittadino. Ma desideriamo che sia bella anche in profondità, che non soltanto il turista che arriva si trovi a proprio agio per la cortesia e la signorilità dei suoi abitanti, ma anche per la professionalità degli addetti alle relazioni con il pubblico, per la competenza nei ruoli che si svolgono, per la lealtà delle relazioni che si vivono per le decisioni che contano,

per la capacità di saper ascoltare le attese e i bisogni della gente che vive in questa città, per consentire a ciascuno di esprimere le proprie capacità intellettive, creative, propositive a favore del Bene Comune, che non è la somma del bene dei singoli, ma in cui trova consistenza anche il bene dei singoli. Noi cittadini ci aspettiamo molto da Lei, signor Sindaco, ma non pretendiamo l’impossibile! Noi cittadini saremo ben felici di collaborare con Lei e con la Sua Giunta, per realizzare il sogno della città che vogliamo, non ci lasci ai margini, per favore, ci coinvolga, c’informi delle Sue scelte, dei Suoi progetti per la città, ci consenta di condividere con Lei la realizzazione di questo sogno, condivida con noi anche le Sue difficoltà, gli impedimenti al Suo procedere, le cause delle lentezze burocratiche, le difficoltà della gestione finanziaria, i nodi delle procedure politiche, il dialogo con le istituzioni e con le categorie professionali e sindacali, insomma, ci dica tutto, renda trasparente il Palazzo di Città, perché a noi cittadini piace sapere come si vive nel Palazzo. E noi staremo al Suo fianco sempre nella buona e nelle faticosa avventura che Lei si è impegnato a fare per noi. Auguri, signor Sindaco! Acireale accoglie l’ing. Stefano Alì con grande entusiasmo e con tanta voglia di una nuova stagione politica e sociale. Benvenuto al Governo di questa città, regale di nome e signorile di fama. A Lei e alla Sua Giunta l’augurio di restituirla all’altezza dei sogni di tutti i suoi abitanti. Auspichiamo a tale scopo una responsabilità condivisa, a partire dal Consiglio Comunale, anche con le molteplici associazioni e categorie professionali e sindacali, ma anche con le generose creatività dei suoi cittadini, professionisti qualificati, artigiani artisti, commercianti ingegnosi, imprenditori audaci, cultori delle tradizioni, custodi dell’arte, della cultura delle lettere e delle scienze, sportivi e studiosi, intelligenze vivaci e critiche, giovani pieni di sogni e di speranze, uomini e donne fiduciosi che ogni giorno possa essere quello buono, un popolo che spera che domani sia migliore di oggi! Buon Lavoro, Signor Sindaco, Auguri a Lei e Auguri a tutta la città e ai suoi abitanti! Teresa Scaravilli

Acireale: “European Solidarity” d’asilo in un Paese differente né viverci o cercarci lavoro, neanche se vi è presente parte della sua famiglia o se lì ha già un possibile contratto. Qualora provi a recarvisi verrà “dublinato”, ovvero rispedito nel Paese in cui è sbarcato e ha fatto richiesta d’asilo. Si chiede di sostituire tale Regolamento con un sistema di ricollocamento automatico che valorizzi i legami significativi dei richiedenti e imponga a tutti i Paesi di fare la propria parte, come già chiedono i Trattati europei, per evitare che regole e politiche ingiuste continuino a creare sofferenze e a mietere vittime non rispettando le vite e la dignità delle persone. Abbiamo chiesto, e continueremo a chiedere, di non giocare con le vite umane, di rispettare i diritti, di accogliere nella maniera giusta chi è in cerca di rifugio, chi scappa da guerre, fame, torture e discriminazioni, chi è in cerca semplicemente di una vita migliore. Per questo le Piazze europee, da Lampedusa al Regno Unito, dal Portogallo alla Bulgaria, si sono riempite di barchette di carta, ad indicare che c’è ancora chi non ha paura dello “straniero”, chi è pronto ad accogliere in mille modi diversi, chi vede gli altri come persone colme di ricchezza, non come invasori da temere e mandare via. Sara Scudero


dell’

Cultura e Spettacolo

Jonio

24 giugno 2018

3

CIMINARIUM Percorso cinematografico promosso dall’Ufficio Cultura della Diocesi e dalla Voce

”Un ponte culturale tra le Aci” Tre serate di aggregazione, cultura e cinema, tra Aci Catena, Acireale e Aci Trezza: si tratta di Ciminarium, “un ponte cine-culturale tra le aci” promosso dall’Ufficio per la pastorale della cultura della Diocesi di Acireale e dalla testata La Voce dell’Jonio, in collaborazione con il Centro Studi di Aci Trezza, l’Associazione “L’impulso” di Acireale e l’Associazione Curvoisier di Aci Catena. Protagoniste perciò dell’iniziativa, aperta alla cittadinanza, tre associazioni culturali animate per lo più dallo scopo di valorizzare storia, la cultura e tradizioni tra arte e aggregazione, con la missione di rigenerare relazioni virtuose sul territorio. Condiviso tra le associazioni proponenti il percorso cinematografico, incardinato sul tema della riflessione sulla categoria della relazione, il suo senso e le sue possibili opportunità e caratteristiche, in grado di influenzare tutte le altre dimensioni delle attività umane. Condivisa per le iniziative anche l’introduzione di alcuni esperti e la sede “itinerante” che si snoderà tra i tre comuni coinvolti, con inizio sempre dalle 19.45: il primo incontro avrà luogo sabato 30 giugno nell’auditorium “Orazio Vecchio” di Aci Catena (ex cinema Savoia) e vedrà la proiezione

di “Gran Torino”; il secondo, sabato 21 luglio nel collegio Santonoceto di Acireale proporrà “Il diritto di contare”; il terzo, domenica 5 agosto nella parrocchia di Santa Maria la nova di Aci Trezza, vedrà invece la proiezione di “Respiro”.

Un’offerta culturale orientata ad aggregare, con il supporto di grandi pellicole, per riflettere in un momento storico complesso dell’evoluzione delle relazioni, segnato da innovazioni tecnologiche senza precedenti, migrazioni epocali e rielaborazione di rapporti sociali, politici e istituzionali. “Abbiamo pensato di offrire una particolare e interessante occasione di riflessione culturale e aggregazione – spiega Mario Agostino, direttore dell’ufficio per la pastorale della cultura: - con alcune associazioni attive ed encomiabili per il loro impegno culturale nei territori di riferimento, che condividono missione e ideale di impegno al servizio delle comunità di appartenenza, abbiamo delineato un’iniziativa comune che crediamo possa arricchire i partecipanti da più punti vista. Come diocesi non possiamo che cercare di orientare i nostri sforzi nel tentativo di unire le forze più propositive giovanili e non solo del nostro territorio, per favorire non solo la maturazione di relazioni virtuose di reciproco arricchimento, ma anche e soprattutto occasioni di sana aggregazione che trasmettano esperienze condivise di cultura e formazione su temi che toccano la nostra ordinaria quotidianità”.

differenza del “teologo” Sofocle, gli dei vengono rappresentati in un’ottica decisamente più “laica”; le loro passioni e le loro azioni, nonostante siano causa di determinati eventi, vengono descritte mediante categorie tutt’altro che trascendenti. Lo stesso avviene per gli eroi Euripidei: non si tratta di personaggi posti a fare i conti con un destino superiore, ma di figure in preda alle contraddizioni che li rendono vicini al sentire dell’uomo co-

‘Giuseppina Faro Serva di Dio’ è il titolo di una ristampa del testo “Lassù è volato un angelo”, che presentava la giovane Serva di Dio nata a Pedara nel 1847 ed ivi deceduta a soli 24 anni nel 1871. La ristampa si propone di celebrare il 140° anniversario del ‘dies natalis’ della giovane Faro e dare ideale continuità a quella storia d’amore che indissolubilmente

mune. L’analisi dei personaggi chiaramente si modifica da un tragediografo all’altro; tuttavia ciò che li accomuna è la volontà di rilevare l’importanza di alcuni aspetti della loro vita nell’ottica del “qui e ora”. È davvero sorprendente come già più di due secoli e mezzo fa la vita dell’uomo rispetto alle diverse implicazioni che questa comporta fosse sotto indagine; un’indagine psicologico – culturale così accurata e capace di trasmissione immediata e duratura. A noi non resta che accogliere con attenzione ciò che gli antichi hanno prodotto, onorando una memoria così ricca con la promozione e la trasmissione culturale. Se avessimo il coraggio, ciascuno nelle proprie possibilità, di promuovere i tesori che gli antichi ci hanno consegnato, con uno sguardo intelligente rivolto al presente, forse la realtà che ci circonda sarebbe ben diversa. Francesco Pio Leonardi

Nando Costarelli

Attualità e vita sotto indagine

quella dell’autore. Nella tragedia, ad esempio, si raccontano eventi dolorosi, tratti dalle narrazioni mitiche e rimodellati dagli autori, al fine di trasmettere allo spettatore la vicinanza di tali narrazioni e l’indagine profonda delle trame dell’umano che queste portano con sé. Ogni tragediografo conclude nelle sue opere riflessioni che possono essere lette esclusivamente tra le righe dello svolgimento degli eventi del dramma: in Euripide, ad esempio, a

“Lassù è volato un angelo”, ristampa dell’opera su Giuseppina Faro

la lega alla comunità pedarese. E ciò in attesa che il processo in corso elevi la Serva di Dio agli onori degli altari. Già nota a tutti i concittadini con l’appellativo di ‘Beata Peppina’, la giovane Faro si contraddistinse nella vita terrena per le proprie doti di profonda umiltà e disponibilità. Pur potendo vivere in condizioni di agiatezza economica, la giovane preferì legarsi a quel Cristo che ella considerava unica sorgente che dà vita, esercitando anzitutto la propria ubbidienza incondizionata ai propri genitori, cosa che risulta difficile da comprendere per gli uomini d’oggi, in un’epoca in cui le distanze sociali si sono apparentemente annullate ed il rispetto della gerarchia familiare è posto fortemente in discussione. Per la ‘Beata Peppina’, ubbidienza significava carità, dedizione, umiltà, coscienza del proprio amore per il prossimo. Sin dalla sua adolescenza, ella fece voto di verginità alla Santissima Vergine Maria ed amò esercitare le proprie virtù di dedizione ed amore nei confronti di quanti si trovassero in situazione di disagio sia materiale sia spirituale; volle poi chiudersi in monastero per godere di maggiore intimità con il suo Sposo Celeste ma, contro ogni più rosea aspettativa, fu, purtroppo, obbligata dalla proprie condizioni di salute, divenute assai cagionevoli, a far ritorno a casa ove, qualche tempo, dopo fu chiamata alla vita eterna a coronamento di una vita terrena conclusa tra le sofferenze fisiche più atroci, accettate con ammirevole spirito di cristiana sopportazione. La ristampa del testo, edito da Rino Giacone, dopo una prima parte dedicata alla biografia della giovane Serva di Dio, riprende ed incrementa le numerose testimonianze documentate di gente che ha ricevuto grazie di guarigioni attraverso l’intercessione della giovane presso Dio, proponendosi quale documentazione che attesti e confermi le legittime aspettative generali in attesa dell’auspicata e, quanto più prossima possibile, canonizzazione.

TRAGEDIE GRECHE Sopravvivono le riflessioni sulle opere presentate a Siracusa

Anche quest’anno sono in corso le rappresentazioni classiche al teatro greco di Siracusa, a cura dell’Istituto Nazionale del Dramma Antico. Il programma prevede l’esecuzione ciclica di due tragedie, Edipo a Colono di Sofocle, Eracle di Euripide, e una commedia, i Cavalieri di Aristofane. Che senso ha, dopo ben 2500 anni circa, riscoprire questi drammi? Il messaggio che portano con sé risulta sempre attuale, forse perché l’uomo in un certo senso è sempre uguale a sé stesso, forse perché la cultura occidentale di cui facciamo parte trova le sue origini anche in esperienze di tal genere. Di certo bisogna evidenziare che si tratta di rappresentazioni ben diverse dai canoni odierni, parecchio influenzati dalla cultura cinematografica. Il dramma antico infatti presenta delle trame legate alla cultura del tempo, il cui fine è quello di far risaltare una visione del mondo e dell’uomo congeniale a

Libri

CONCERTI Paola Riccioli e Giuliana Pistarà preannunciano le linee guida del cartellone di eventi che riprenderanno a settembre

“Il canto delle fate” chiude la stagione alla “Grotta” Lo stupendo concerto “Il canto delle fate” della giovane musicista Ginevra Gilli ha concluso, prima della pausa estiva, il ciclo degli eventi musicali e culturali organizzati presso la chiesa “Santa Maria della Neve” di Acireale. Stavolta è stato il suono melodioso dell’arpa a pervadere il suggestivo scenario della grotta lavica, inebriando il pubblico, che ha manifestato il suo apprezzamento con continui e convinti applausi. Ad introdurre la serata è stata Paola Riccioli, che ha presentato la Gilli: arpista e raffinata cantante (classe 1993), ha conseguito la laurea di primo e secondo livello presso il conservatorio “V.Bellini” di Catania e per due anni consecutivi (2014-2015) ha vinto il primo premio assoluto al concorso internazionale d’arpa “Nicanor Zabaleta”; negli ultimi anni si è dedicata all’approfondimento della musica celtica e siciliana, vantando diverse e prestigiose collaborazioni. L’artista, considerata l’ambientazione del concerto, ha iniziato e terminato il suo spettacolo con due pezzi sacri, due preghiere (“Dolce sentire” e “Alleluja”). Dopo l’esecuzione di un brano tipico, utilizzato nei secoli passati dagli irlandesi per animare i combattenti in lotta contro gli inglesi, la trama del concerto si è dipanata lungo un percorso di musiche celtiche incentrate sul tema dell’amore, “una forza superiore a qualunque altra energia che c’è sulla Terra” (cit. Gilli). Amore visto nelle sue diverse declinazioni e fasi, dall’amore carnale a quello etereo: l’incontro, il corteggiamento, l’infatuazione, le prove d’amore. Quale migliore strumento dell’arpa per rapire il pubblico e far passare il messaggio che il vero amore si sublima in una dimensione spirituale. “L’arpa – sono parole del musicista Carlos Salzedo (1885-1961) – è per la musica ciò che la musica è per la vita”.

Meravigliosa l’interpretazione strumentale e vocale della Gilli, che ha eseguito anche due brani di musica siciliana (“Amuri, amuri!” e “A barunissa ri Carini”), perché – ha spiegato – anche in Sicilia, come in Irlanda, l’amore è vissuto come una realtà piena di intensità sentimentale. Un passo di un brano eseguito, laddove l’amante dice “amo la mia donna e la terra su cui cammina”, dà l’idea dell’attaccamento alla terra degli irlandesi, un po’ come dei siciliani. Naturalmente scontato, al termine, il bis chiesto dal pubblico. Le organizzatrici Paola Riccioli e Giuliana Pistarà, da noi sentite, ci confermano che si riprenderà ad ottobre con un calendario

di nuovi appuntamenti (che è in via di allestimento). Per l’estate, invece, è previsto un evento straordinario, di cui verrà data notizia attraverso i consueti canali di informazione. “Dal dicembre dello scorso anno sono state organizzate venti manifestazioni, che hanno registrato una partecipazione media di cento spettatori a serata. Spettacoli musicali di diverso genere ma sempre apprezzatissimi nonché altri eventi culturali, come conferenze, presentazione di libri, incontri di teologia e, da ultimo, un interessantissimo incontro sulla normativa in materia di assistenza in favore delle persone con disabilità grave prive del sostegno famigliare (la legge n. 112/2016 sul “dopo di noi”). Il lusinghiero successo di pubblico riscontrato ci ha consentito, anzitutto, di riaprire stabilmente e rendere fruibile ai visitatori il presepe settecentesco; quindi, di avviare il lungo iter burocratico finalizzato al restauro dei pastori. Abbiamo anche costituito l’associazione “Presepe Settecentesco”, che ha proprio lo scopo di gestire e promuovere gli eventi che organizziamo al fine della raccolta fondi. Ci stiamo anche mettendo in contatto con tour operator italiani e stranieri per inserire il presepe settecentesco negli itinerari di visita. Abbiamo poi ricevuto importanti e prestigiosi riconoscimenti per il lavoro svolto dal presidente della Fondazione dei Musei civici di Venezia, dott.ssa Maria Cristina Gribaudi, e dal dott. Sandro Barbagallo, responsabile delle Collezioni storiche dei Musei Vaticani”. Un plauso, comunque, va all’intera comunità parrocchiale, guidata dal dinamico parroco don Francesco Mazzoli. Guido Leonardi


4

Cronaca

24 giugno 2018

dell’

Jonio

INTERVISTE Angela Belfiore dell’Avis e Anna Primavera della Misericordia sulle donazioni

Bisogno di sangue Donare sangue è un gesto assai importante. Soprattutto in estate quando diminuisce il numero dei donatori a discapito di chi soffre. Quanto è diffusa nel nostro territorio la cultura della donazione? Ce lo spiegano “Avis” e la “Fratres” di Acireale. “Avis”, Associazione volontari italiani sangue, fondata nel 1977, ha sede in via delle Terme, 32F, Acireale, si occupa primariamente della raccolta di sangue. Abbiamo incontrato l’attuale presidente, Angela Belfiore, 67 anni, che ci ha detto, tra l’altro: “In linea generale, a livello nazionale le donazioni di sangue sono scese, si parla di carenza nell’ultimo anno. Questo succede per vari motivi, i ragazzi sono occupati, qualcuno è al mare o in altri luoghi, e si rimanda, non si capisce che giornalmente c’è bisogno di sangue. Donare sangue significa salvare una vita. Ci sono bambini sottoposti a chemioterapia, un giorno sì e uno no hanno bisogno di piastrine, di plasma, di sangue. È difficile farlo capire. Molta gente ogni giorno ha bisogno”. Chi può donare? Tutti, dai 18 ai 70 anni, bisogna essere in buona salute, avere l’emoglobina buona. Quale il primo passo da compiere per diventare donatore e come procedere? Nella nostra associazione o al centro trasfusionale è possibile compiere la pre-donazione per verificare lo stato di salute del potenziale donatore, in seguito si verrà contattati per procedere con la donazione.

Pensa che urga più informazione? Oggi l’informazione è aumentata, ma forse si perde il contatto. Il “passa parola” è molto efficace, da noi non c’è la mentalità della donazione. Parlando si riesce sicuramente meglio. Come Avis organizziamo incontri nelle scuole superiori di Acireale con la nostra psicologa, Rita Vasta, parliamo ai ragazzi, cerchiamo di porre il problema come meglio possibile. A chi acconsente proponiamo poi la pre-donazione. Anche le famiglie dei giovani devono fare la loro parte?

Sì. È capitato di incontrare ragazzi che hanno espresso la disapprovazione dei loro genitori. Un po’ adesso si è aperta la mentalità. Se dovesse lanciare un appello ai potenziali donatori cosa direbbe? Donare il sangue è una sensazione bellissima, si sta in pace con sé stessi e con gli altri, sai che hai salvato una vita, soprattutto quando si tratta di bambini talassemici, che vivono grazie al donatore, perché ogni 15 giorni hanno bisogno della trasfusione. Il capogruppo della “Fratres” di Acireale (via Paolo Vasta, 180), Anna Primavera, ci ha detto, tra l’altro: “In estate purtroppo la gente pensa prima ad andare in vacanza e poi a donare il sangue. C’è anche chi ha la pressione più bassa e non può donare”. In Italia, a parer suo, la cultura della donazione è radicata o, al contrario, carente? Ancora un po’ carente. Serve informazione, noi cerchiamo di farla in tutti i modi però non giunge a tutti. Cosa cercate di fare per raccogliere qualche sacca di sangue in più? Servono più giovani, mancano. In loro non c’è la cultura della donazione. Li incontriamo nelle scuole. Domenica 17, in occasione della giornata mondiale del donatore del 14 giugno, abbiamo effettuato una manifestazione, una passeggiata in città con tutti i donatori, partendo dall’area Com di Acireale. Graziella De Maria

Randazzo: festa grande per la nonnina della cittadina Rinfresco all’aperto sulla strada di casa e una pergamena Cento anni, un secolo intero, pieno di fatti ed eventi epocali, guerre, invenzioni, progresso… un secolo denso di affetti, nascite, morti, gioie e dolori, la vita intera di una donna straordinaria, Antonina Giglio, festeggiata coralmente a Randazzo. E’ stato un giorno di grande festa, iniziato nel pomeriggio con la consegna da parte del sindaco Michele Mangione, a nome di tutta la cittadinanza, di una pergamena celebrativa. Subito dopo i presenti, amici, parenti, vicini di casa, alcune autorità civili e religiose, si sono recati in corteo, preceduti dal sindaco e da Antonina, e scortati dalla banda cittadina e da una rappresentanza del corteo storico della Sicularagonensia, per assistere alla s. Messa, nella chiesa di s. Nicola, la stessa chiesa di cui, fino a non molto tempo fa, la signora era un’attiva parrocchiana. Durante l’omelia il parroco, don Gabriele Aiola, ha rivolto alla festeggiata un messaggio augurale. L’uscita di chiesa è stata salutata dal suono delle campane, dalla

banda, dai tamburi e dal picchetto d’onore del corteo medievale. Per concludere, i familiari della simpa-

tica e arzilla vecchietta, i figli e i numerosi nipoti e pronipoti, hanno offerto a tutti i partecipanti un rinfresco all’aperto, su una lunga tavolata allestita per l’occasione sulla strada di casa, rinfresco che si è concluso in tarda sera, come da tradizione, col brindisi e il taglio di una maxi-torta. Auguri, Antonina, e 100 ancora di questi giorni!

PREVISIONI I cinque candidato a sindaco hanno sbagliato quasi tutto Oggi sappiamo chi è il primo cittadino di Acireale. Oggi abbiamo un nome e una squadra che tra poco inizieranno a lavorare e, si spera, a rimettere in piedi la nostra città. E’ stata una campagna elettorale difficile, intensa ma allo stesso tempo breve, perché tutti coloro che hanno partecipato hanno avuto un tempo limitato per esprimere le loro idee, i progetti e presentare la squadra con cui ha deciso di presentarsi agli elettori. Certo, nel corso degli anni molte cose sono cambiate, le piazze non sono più gremite di cittadini infervorati e speranzosi di sentire promesse e progetti, oggi, a parte il piccolo entourage che ogni candidato sindaco ha avuto vicino in questi giorni, è difficile vedere e sentire il cittadino partecipe della vita politica. Ma il futuro non può rimanere ancorato al passato, il futuro guarda avanti verso le nuove forze politiche o verso partiti che hanno fatto la storia della nostra repubblica ma che, giustamente ed inevitabilmente, sono cambiati nel corso degli ultimi decenni. Prima della fatidica giornata del 10 giugno, che ha chiamato i circa 52.000 acesi ad esprimere il loro voto, abbiamo chiesto ai cinque candidati sindaco di fare un pronostico sul probabile scenario, dopo questa data. Ecco allora cosa hanno dichiarato Rito Greco, Stefano Alì, Michele Di Re, Antonino Nicotra e Giusi Brischetto. Il candidato sindaco Rito Greco con le liste del Partito Democratico, Movimento per Acireale e Acireale Democratica ha risposto che spera di poter essere il vincitore di queste elezioni per la guida della città per il prossimo quinquennio. Il candidato sindaco Stefano Alì con la sua lista del Movimento 5 stelle ha dichiarato: “ L’augurio, ovviamente, è quello di vincere. Di portare avanti la mia squadra e mettere in “movimento” Acireale. Se, malauguratamente, non dovesse essere così, il mio impegno per Acireale continuerà. Mi occuperò, come faccio ormai da qualche anno, di fare la giusta opposizione a salvaguardia della mia città, anche grazie alla presenza dei nostri al futuro consiglio comunale. Acireale, in questo momento storico, ha bisogno di democrazia diretta a cui devono partecipare tutti, nessuno escluso”. Il candidato sindaco Michele Di Re supportato dalle liste Diventerò Bellissima, Viviamo Acireale, Direzione Acireale, Più giovani Acireale, Unione di Centro, Forza Italia e Fatti avanti Acireale ha dichiarato: “La campagna elettorale è accesa, forse si dovrebbe parlare più di programmi e non fare scontri personale, comunque il mio pronostico è che vincerà al primo turno Giusi Brischetto. Il rapporto fra noi candidati è comunque sereno, anche se durante gli incontri subisco attacchi pretestuosi, forse godendo del favore dei pronostici”. Il candidato sindaco Antonino Nicotra con le liste che lo sostengono in questa campagna elettorale e che sono Amiamo Aci - Popolari e Autonomisti, Civicamente e Iniziativa civica ha espresso il convincimento di poter avere l’ampio consenso della cittadinanza e vincere questa impegnativa sfida già il 10 giugno, senza andare al ballottaggio. La candidata sindaco Giusi Brischetto che si presenta con la sua lista Noi con Salvini, attraverso il suo addetto stampa ha dichiarato che vi è uno scenario molto vario e che lunedì mattina 11 giugno il risultato elettorale potrebbe essere aperto a tutto. Importante però è che si tratta dell’espressione democratica dei cittadini mettendo il “Voto” in evidenza. Acireale è una città molto tradizionale ma potrebbero esserci delle sorprese. La campagna elettorale è stata comunque positiva e matura. Un pensiero va sicuramente ai tanti giovani che si sono candidati, futuro e risorsa importante per la città.

Gabriella Puleo Maristella Dilettoso

MOSTRA E BENEFICENZA Sebastiano Grasso espone a Maria Vergine di Santa Venerina

“Venti istanti per una preghiera” È un’iniziativa che nasce a scopo culturale. Venti quadri esposti dal formato 30x23 realizzati dalle abili mani di Sebastiano Grasso. Nasce pure a scopo religioso poiché è la preghiera che lega tutte e venti le opere. E ancora, lo scopo più notevole, quello benefico. Attraverso delle offerte solidali queste opere sono state infine acquistate e il ricavato è stato destinato per il restauro di un simulacro. C’è l’amore verso la propria terra, il desiderio di rendersi utili e una sincera devozione in “-20- istanti per una preghiera”, evento-mostra svoltisi il 24-25 giugno scorso e che ha coinvolto la comunità parrocchiale di Maria Vergine, frazione di Santa Venerina. “L’idea nasce dalla necessità di promuovere il recupero dei fondi necessari al restauro del Simulacro di Maria SS. Della Catena venerata presso la Parrocchia di Maria Vergine”, ha spiegato l’artista Sebastiano Grasso, originario di Linera e pittore pluripremiato e apprezzato alla Biennale di arte sacra di Venezia. Il senso, però, è andato oltre l’aspetto artistico: “Questo evento è servito a modificare la percezione e l’atteggiamento della gente nei confronti della partecipazione comunitaria”. Da qui l’intuizione, dotare le venti opere esposte un valore aggiunto, intrinseco, determinato dal significato simbolico dell’“unico e insieme”. “Credo – ha confidato – di avere raggiunto l’obiettivo sacrificando la consueta funzione indicativa/evocativa che il titolo fornisce al quadro, sperimentando in alternativa una sequenza strutturale”. I visitatori sono stati stimolati a osservare le opere un istante alla volta, cioè un quadro alla volta. Questo “equivale a dire che il singolo è una parte di tutto, il tutto è nel singolo!”, ha detto infine Sebastiano Grasso. L’esito della mostra, la cui direzione artistica è stata

curata da Giovanni Vecchio e Rocco Giudice, è andato ben ogni più roseo risultato: sono state vendute tutte le venti opere più quella di copertina del catalogo. Durante l’inaugurazione sono intervenuti il vicario generale della diocesi di Acireale mons. Giovanni Mammino, il sindaco Salvatore Greco e il parroco don Giovanni Patané. La relazione tecnico-artistica è stata esposta da Giovanni Vecchio mentre ha moderato il tavolo della conferenza Aniello Palumbo, presidente del Comitato parrocchiale. Alcuni brani del critico d’arte Rocco Giudice sono stati letti da Rosa Vecchio. Anche il vescovo ha voluto

manifestare la sua vicinanza recapitando all’artista una lettera con cui ha espresso “apprezzamento per il lavoro”. La mostra evento ha ricevuto i patrocini della diocesi di Acireale e del comune di Santa Venerina. La pioggia di sabato scorso, comparsa alle prime ore della sera, non ha scoraggiato né gli organizzatori né i partecipanti. Anzi, ci confida lo stesso Sebastiano Grasso, “eravamo tutti felici, raccolti in chiesa e avvolti da un profondo senso comunitario”. Domenico Strano


dell’

Jonio

Chiesa e Società

24 giugno 2018

5

INTERVISTA Sara Scudero illustra il progetto che ha preso il via nella nella Casa camilliana di Acireale

“Arte migrante” per accogliere Trascorrere momenti insieme, pensando che il tempo condiviso sia sempre un momento di crescita personale ed arricchimento culturale. Studenti, migranti, disoccupati, senza dimora, disabili, giovani ed anziani, senza nessuna barriera e distinzione insieme con affetto sincero e spirito di fratellanza per unire difficoltà, solitudini, differenze sociali che sembrano insormontabili ma che a pensarci bene non lo sono. Questo è lo spirito di “Arte Migrante” progetto di aggregazione, apartitico e aconfessionale che nasce a Bologna nel 2012. Anche ad Acireale il progetto ha preso avvio domenica 17 giugno nel cortile del centro accoglienza San Camillo con una prima serata, a cui ne seguiranno altre con cadenza quindicinale. Abbiamo intervistato Sara Scudero, giovane acese che da anni è impegnata attivamente nel volontariato e nel mondo associativo della città. Ed è a lei che chiediamo di raccontarci meglio questo progetto appena avviato nella nostra Acireale. Qualche cenno cronologico del progetto? Il progetto nasce a settembre del 2012 da una idea dello studente universitario di antropologia Tommaso Carturan. Lo scopo principale è quello di creare inclusione attraverso l’arte. Quanti sono attualmente i gruppi di “Arte Migrante” ? Sono attualmente 22. Noi di Acireale siamo il 21° gruppo che si è costituito e che ha appena iniziato lo scorso 17 giugno la propria attività. Ma i gruppi operanti non sono solo italiani due sono stranieri: Cipro e Saragozza. Obiettivo comune la fratellanza e l’accoglienza anche attraverso l’arte? Certamente, esprimersi attraverso la musica e l’arte in ge-

nere permettendo di incontrare persone che difficilmente avrebbero potuto conoscersi e familiarizzare. La scelta ad Acireale di incontrarsi nel centro accoglienza San Camillo come è nata? Perché è un luogo che accoglie già i senza fissa dimora, è un luogo di accoglienza per tutti coloro che hanno bisogno di un pasto caldo, di assistenza anche ai bisogni più semplici, quotidiani. E’ positivo anche che si trovi in pieno centro storico e quindi facilmente raggiungibile da tutti. Positiva anche la possibilità di avere gli spazi esterni ma anche interni visto che pensiamo di incontrarci ogni 15 giorni e non sempre è possibile utilizzare il cortile esterno. Come nasce il gruppo “Arte Migranti” di Acireale? Siamo venuti a conoscenza del progetto tramite una acese che vive a Pisa e che è stata il tramite per iniziare a conoscere i vari gruppi e il suo ideatore. Abbiamo partecipato a degli incontri del gruppo di Palermo e così abbiamo deciso di crearne uno anche con sede nella nostra città. Siamo un gruppo spontaneo, la maggior parte studenti. Come si svolgono gli incontri? C’è in un certo senso un programma che serve principalmente a conoscersi. Si inizia con un gioco sociale a cui segue la cena e poi il momento della condivisione. Si danza, c’è musica, si parla. C’è una bella risposta della città e questo è positivo. Conoscendo le persone, ci accorgiamo che molti luoghi comuni cadono e i migranti, specialmente, riescono a farsi conoscere e ad entrare in contatto con gli abitanti del luogo.

È nata Clara Vecchio, figlia di Orazio e Silvana e nipote del nostro direttore Peppino Vecchio Espressione serena ed innocente, quale soltanto i bambini sanno avere, occhi già curiosi per ciò che la circonda, quasi a voler cogliere i primi dettagli della nuova realtà che le si è aperta innanzi. Clara Vecchio, il cui nome richiama quello proprio di Santa Chiara e la tradizione francescana di Assisi, è nata alle 14,35 di venerdì 22 giugno, per la gioia infinita di mamma Silvana Leonforte e di papà Orazio, all’ospedale “Cannizzaro” di Catania, attesa con ansia da tutti i familiari. Clara, colorito roseo, 3.340 Kg, tanti capelli, è stata accolta con commozione ed immediato amore dai nonni Giuseppe (Peppino) Vecchio, direttore della nostra testata giornalistica “La Voce dell’Jonio”, Sara Greco, Salvatore Leonforte, Pina Ciurca, dalla zia Veronica, sorella di Silvana, tutti presenti all’ospedale per il lieto evento e per poter godere dei primi attimi di vita della neonata. Momenti preziosi, indelebili per i loro cuori, che, un giorno, ciascuno potrà raccontarle, contribuendo a creare il suo “bagaglio di ricordi personali”. Ad attenderla con altrettanta impazienza, anche le zie Elisa, altra sorella della mamma, e Laura, sorella del papà, la cuginetta Alice, la bisnonna Salvatrice Perruccio ed i parenti tutti. Il suo arrivo ha reso certamente speciale ed indimenticabile per la famiglia la giornata di venerdì 22, che ha elargito a tutti loro il dono più grande, ovvero quello della vita. Ha significato per Clara l’inizio della sua avventura, l’inizio di un cammino unico, fatto di esperienze, di sentimenti, di gesti semplici e complessi, che la stessa condurrà certamente nella pienezza dell’amore e delle cure di chi la circonda. Lei, Clara, un regalo particolare lo ha già fatto alla nonna Sara, nascendo proprio nel giorno del suo compleanno. Un augurio, dunque, ai genitori, al direttore Peppino Vecchio, che ha scritto un testo dedicato a Clara e ai suoi genitori musicato dal maestro Gesuele Sciacca, e che può stringere tra le braccia la sua prima nipotina, agli altri nonni e a tutti i parenti. Ma, in modo speciale, a te, Clara, portatrice di luminosità e brillantezza come indica il tuo nome, a cui diamo il benvenuto, per il tuo ingresso alla vita, che hai già accolto con grande dolcezza ed altrettanta determinazione in quello sguardo incuriosito, rivolto subito intorno a te. Rita Messina

Gabriella Puleo

LAZIO: Roma

Assistenza di quartiere per anziani

CERCATE LE OPERE, TROVERETE LA SPERANZA. Scopri i progetti realizzati con i fondi destinati alla Chiesa cattolica, troverai un 8xmille piùtrasparente e vicino. Visita la mappa su 8xmille.it oppure scarica l’ APP gratuita mappa 8xmille.


6

Chiesa e Società

24 giugno 2018

dell’

Jonio

ACIREALE Dall’8 al 13 luglio la Comunità camilliana sarà in missione nel territorio della città

“Ero malato e mi avete visitato...” L’ANALOGIA E IL BELLO Il grande teologo Hans Urs Balthasar a 30 anni dalla morte È opinione condivisa che Hans Urs Von Balthasar (Lucerna, 12 agosto 1905 – Basilea, 26 giugno 1988) è stato uno dei più grandi teologi del secolo scorso. Sono passati trent’anni dalla sua dipartita, avvenuta poco prima della programmata investitura cardinalizia da parte di Giovanni Paolo II, eppure chi studia la teologia o, più in generale, chi si propone di conoscere a fondo le ragioni del proprio credere non può fare a meno di aiutarsi con le riflessioni di questo grande pensatore, che ha fatto della mistica e degli scritti dei Padri della Chiesa le fonti del suo pensiero. Von Balthasar è uno degli autori che ha lasciato di più, a livello di produzione letteraria; tuttavia l’opera più importante può essere individuata nella cosiddetta “trilogia”: Gloria. Un’estetica teologica, 7 voll.; Teo-drammatica, 5 voll.; Teo-logica, 3 voll. L’idea sottesa (motivo per il quale presenta quest’ordine rigoroso) è quella che vede il cristiano come colui che percepisce la “forma della rivelazione” che si dona totalmente nella Gloria di Dio; da qui scaturisce il “dramma della relazione” con Dio che si rivela (la parola “dramma”, che fa riferimento al secondo blocco della trilogia, indica lo svolgersi di un rapporto con Dio che comporta l’offerta di sé, con tutto ciò che questo comprende). Ultimo approdo è la “logica”, vale a dire la riflessione che di quella relazione vissuta il teologo compie. Fatto questo brevissimo cenno sull’opera, evidenziamo due punti cardine del suo pensiero: l’analogia e il bello. Per quel che riguarda l’analogia, il Concilio Lateranense IV (1215) aveva affermato che «tra il Creatore e la creatura, per quanto grande sia la somiglianza, maggiore è la differenza». Von Balthasar, pur non trascurando la differenza, ha evidenziato nelle sue opere il momento della somiglianza, dell’analogia appunto. In poche parole, secondo lui quando si parla di Dio non si può far altro che ricorrere all’analogia: il cristianesimo stesso è impregnato di analogia. In Cristo Gesù infatti si dà la rappresentazione del Dio in alcun modo avvicinabile; nell’incarnazione e passione del verbo si sottolinea la vicinanza di Dio all’uomo. Al grande tema dell’analogia si lega perfettamente l’altro tema centrale: quello del bello. Tralasciando qui tutta la questione riguardante il discorso sui trascendentali dell’essere, diciamo solamente che, per il teologo svizzero, il viaggio della teologia deve partire proprio dal bello, che è la proprietà per cui ogni ente si dà a vedere, mostra la sua “forma”, si dà all’osservatore per quello che è. Come dicevamo all’inizio, quando parlavamo della prima parte della trilogia, l’esperienza della rivelazione avviene nel donarsi di Dio attraverso la sua Gloria. Il punto di aggancio, il punto nel quale si dà l’analogia, la chiave interpretativa di ogni discorso su Dio è l’esperienza estetica, l’esperienza della bellezza della Gloria di Dio come forma profondamente relazionale che conduce ad una visione olistica del mistero stesso. Hans Urs Von Balthasar può essere a buon diritto annoverato tra i “Padri della Chiesa del nostro tempo”: la sua riflessione ha contribuito alla continua rinascita del cristianesimo dei nostri giorni. Molto dobbiamo al suo genio che, a trent’anni dalla morte, è ancora capace di donare freschezza ad una riflessione teologica che oggi appare estremamente frammentata.

Francesco Pio Leonardi

Quest’anno la festa di S. Camillo de Lellis ad Acireale sarà arricchita da uno straordinario momento di grazia. Le celebrazioni per il santo di Bucchianico, fondatore dell’Ordine dei Chierici regolari dei Ministri degli infermi, saranno infatti precedute, dall’8 di luglio, da una missione interparrocchiale organizzata proprio dalla comunità camilliana di Acireale. L’iniziativa, dal titolo “Ero malato e mi avete visitato”, consiste in una vera e propria missione popolare che raggiungerà le case degli ammalati del territorio di ben sette parrocchie della città anche grazie alla grande sensibilità e pronta disponibilità dei parroci delle comunità coinvolte (Basilica Cattedrale, S. Maria degli Angeli, S. Maria del Suffraggio, Maria SS.ma di Loreto, S. Maria La Scala, Maria SS.ma del Rosario di Pompei in Scillichenti, S. Giovanni Nepomuceno in Stazzo). Non solo, però, visite a casa degli ammalati. Le giornate di missione saranno ricche di momenti di preghiera personale e comunitaria e ogni sera si svolgerà alle 20:30 un momento di catechesi davanti alla Chiesa di S. Rocco in Corso Umberto, momento che sarà trasmesso in diretta sulla pagina faceebook “San Camillo ci parla ancora”. Circa 30 i missionari coinvolti tra Camilliani, Suore Ministre degli Infermi, postulanti e missionarie dell’Istituto secolare, e pure 2 Figlie di San Camillo accompagnate da 4 Giovani provenienti da Roma. A ciò si aggiunge il copioso coinvolgimento dei ministri straordinari della comunione che porteranno Gesù Eucarestia nelle case degli ammalati. L’iniziativa si colloca non solo nel periodo che precede la

festa di S. Camillo, ma anche (e soprattutto) nel centocinquantesimo anniversario dalla morte della Beata Maria Domenica Brun Barbantini, la religiosa di Lucca fondatrice nel 1829 della Congregazione delle Suore Ministre degli infermi di San Camillo, presenti e attive anche nella nostra città. Il fine della missione non è solo quello di realizzare un momento ristretto in un determinato arco temporale, apparentemente fine a se stesso, ma vuole essere manifestazione di una attività continua e al servizio degli ultimi sul territorio acese che i camilliani mantengono da secoli e che oggi più che mai continuano a mantenere. Una iniziativa volta pure ad “educare” le comunità parrocchiali e gli acesi tutti ad una maggiore attenzione verso gli emarginati, gli ammalati, i sofferenti nel corpo e nello spirito, gli abbandonati. “Il senso - ci dice fratel Carlo Mangione – è quello di rendere la festa di S. Camillo non solo un momento di preghiera e celebrazione ma anche un’occasione per esercitare la carità concreta verso i nostri fratelli. L’obiettivo è di passare da una devozione basata sull’ammirazione per S. Camillo alla realizzazione delle opere che Lui stesso faceva in vita, attraverso la visita di consolazione agli ammalati e l’evangelizzazione ai fratelli”. La missione avrà inizio con il mandato e la consegna della croce rossa di S. Camillo che i missionari riceveranno domenica 8 luglio alle 10:30 in Cattedrale, durante la S. Messa presieduta dal sig. Cardinale Paolo Romeo. Andrea Romeo

TV E SOCIAL Impegnati il Vescovo, don Roberto e don Gaetano

Commento al Vangelo domenicale Ha avuto inizio il progetto “Commento al Vangelo domenicale” voluto dal vescovo Mons. Antonino Raspanti e dal vice direttore delle comunicazioni sociali della diocesi don Arturo Grasso in collaborazione con le emittenti televisive Maria Vision Italia con sede in Loreto (Marche) e Telemater con sede in New York. Saremo accompagnati dalla riflessione per 8 domeniche, oltre che dal nostro vescovo, anche dai presbiteri don Roberto Strano, don Vittorio Rocca e don Gaetano Pappalardo.

La Parola di Dio, trasmessa via TV e social, entra a casa di tutti e così internet, da semplice piattaforma, diventa luogo in cui testimoniare Cristo e raccontare la Buona Notizia. Facebook, Instagram, Youtube, Telegram ed altri canali sono diventati, insieme ai luoghi tradizionali delle parrocchie e dei gruppi, spazi di ascolto e di confronto. Più che creare novità, con questo progetto, si vuole puntare all’essenziale: nutrirsi della Parola di Dio che fa crescere tutti noi come Chiesa.

La cultura odierna chiede di essere, quindi, anche missionari 2.0 della Parola, missionari impegnati nel mondo che fondano il loro mandato sul messaggio evangelico di Gesù: “Andate e fate discepoli tutti i popoli”. Il cuore della missione però non è “occupare” spazi, quali il WEB o altro, ma testimoniare il dono gratuito che apre alla Salvezza. Una Parola che non sa comunicare è un Messaggio che rimane inaccessibile all’uomo. Don Arturo Grasso

RIFIUTI Enti religiosi e volontariato per la custodia del Creato

L’Aifo impegnata in Africa per la difesa L’opportunità delle raccolte solidali dei diritti e in progetti di inclusione Con una nuova Deliberazione dell’Albo Nazionale Gestori Ambientali, riferita al Decreto Ministeriale del 1 febbraio 2018, nasce una nuova ed interessante opportunità per le associazioni di volontariato e gli enti religiosi impegnati in azioni per la difesa dell’ambiente e/o custodia del creato. L’innovazione è data dalla possibilità di realizzare in proprio, cioè senza costi aggiunti, ma con vantaggi per chi realizza le così dette raccolte solidali. Un esempio, quella degli imballaggi in alluminio proposta dal CiAl. Praticamente il D.M. del 1/2/18 spiega come si effettua la gestione di queste raccolte che di fatto sono composte da rifiuti, mentre la Delibera spiega come si debba essere autorizzati al trasporto. Insomma, il cuore dell’opportunità è indicato all’art.5 del D.M. 1/2/18, ove è chiaro che per realizzare il tutto serve una coerente sinergia con i comuni territorialmente competenti e l’autorizzazione dell’Albo. Sicché, volendo fare un esempio: l’associazione di volontariato e/o ente religioso, ottenuta dall’Albo l’iscrizione ed autorizzazione al trasporto in Categoria 2-ter, realizzerà un protocollo d’intesa con il Comune di riferimento che coinvolgerà anche il CiAl. Quindi, con una specifica cadenza temporale, gli imballaggi in alluminio raccolti presso le associazioni di volontariato e/o enti religiosi, potranno essere avviati al recupero effettivo, portando i seguenti benefici: per l’associazione e/o ente: un premio economico pari a 60cent di €uro per ogni chilo di materia raccolta;

per il Comune, la traccia e i dati di raccolta differenziata realizzati con questo sistema; per l’ambiente e l’economia circolare, un interessante supporto. Per chiarimenti in merito, prendere visione dei contenuti ed informazioni reperibili visitando i link sotto indicati, tenuto conto che il vero risultato si otterrebbe dove le associazioni coinvolte avessero più sedi dislocate in vari comuni, e se gli enti religiosi fossero collegati tra di loro. Avviando iniziative come quella descritta, sarà pur anche possibile realizzare altri tipi di raccolte lecitamente fattibili, come quella degli imballaggi in ferro o metalli di grandi misure, ed in questi casi si darebbe il via a qualcosa che possa permettere a giovani (meno facoltosi o in cerca di occupazione) di poter fare qualche breve esperienza, prima di lanciarsi in iniziative di lavoro o, perché no, avviare un’attività in quella che oggi è definita “miniera urbana”. Una innovativa attività regolare e capace di evitare di far diventare rifiuto ciò che rifiuto non è. Giuseppe Di Gaetano Consulente Ambientale http://www.cial.it/raccoltasolidale https://www.albonazionalegestoriambientali.it/Download/it/NormativaNazionale/025-DM_01.02.2018.pdf https://www.albonazionalegestoriambientali.it/download/it/deliberecomitatonazionale/085-Del04_04.06.2018.pdf

Nel processo evolutivo di cooperazione internazionale, l’obiettivo dei progetti AIFO mira al rafforzamento della comunità locale nei Paesi in via di sviluppo, alla loro crescita, relazionandosi con le autorità istituzionali per l’identificazione di persone e gruppi bisognosi di aiuto, al fine di acquisire dignità e autonomia. Di rilievo, l’odierna cessazione, lo scorso 21 giugno, della ventennale ostilità dell’Etiopia contro l’Eritrea, da cui sono fuggiti molti migranti eritrei. In Guinea Bissau, paese tra i più poveri del mondo, con il 65% di abitanti sotto la soglia di povertà e mortalità infantile e materna causata da malnutrizione, si attuerà il progetto di formazione professionale e promozione di cooperative e varie piccole attività in favore di giovani a rischio emigrazione e di migranti, rifiutati di ritorno nella propria terra. Ecco l’intervista rilasciatami da Francesca Ortali, attiva responsabile del servizio progetti AIFO, dopo la sua recente conversazione in Assemblea Nazionale a Roma, su problematiche, in Liberia e Guinea Bissau. In concreto, quali sono gli attuali progetti, in fase di realizzazione, nei paesi africani, di cui tu, Francesca, hai parlato? “ In Guinea Bissau, stiamo lavorando per costruire comunità inclusive, rafforzando il senso di appartenenza con l’offerta di opportunità di lavoro, specie per i giovani, intenzionati ad emigrare, e inoltre per quelli che sono già ritornati, non essendo stati accolti. In settembre, inizierà un progetto di forma-

zione professionale, ovvero artigianato, meccanica e carpenteria. Capo progetto, Ilaria di Nunzio, che vi abita da un anno; nella Liberia, c’è Silvia Poggioli”. Per le donne africane escluse, è in programma qualche specifica iniziativa? E per i disabili, finora trascurati? “Sì. Interessante, il progetto per le donne delle zone rurali: creare piccole attività agricole. In Liberia, ci stiamo occupando di disabili da introdurre nel mondo del lavoro, attraverso la sensibilizzazione civile in atto, di cambiamento culturale. E’ urgente per i disabili acquisire l’indipendenza economica, in modo da potere partecipare allo sviluppo sociale delle loro comunità. Albestine Toza, giovane africano disabile, lavora in AIFO, quale educatore, in due comunità. La visibilità del progetto è permessa da programmi radio, in lingua locale e in inglese, diretti da speaker, disabili”. Per la difesa dei diritti degli ultimi, in quali altri stati è presente il costante impegno dell’AIFO? “Forte è il nostro impegno in Mozambico. AIFO collabora anche con istituzioni locali e internazionali: in Marocco, per la formazione di volontari e l’inclusione di disabili; altrettanto e con maggiore estensione, in Tunisia. In Medio Oriente, nella Giordania, rifugio per migranti di Siria, Iraq e Yemen, si lavora nei campi profughi, specie per gestire la disabilità.” Anna Bella


dell’

Jonio

Chiesa e Società

24 giugno 2018

7

RINNOVAMENTO NELLO SPIRITO “Chi crede in me compirà le mie opere”

TESTIMONIANZA

Al “Tupparello” domenica 1 luglio

Il prof. Rosario Vecchio valente chirurgo e autentico benefattore

Domenica 1 luglio, presso il Palasport Tupparello di Acireale si svolgerà la 41° edizione della Convocazione Regionale dei gruppi e delle comunità di Rinnovamento nello Spirito Santo della Regione Sicilia, dal titolo evangelico “Anche chi crede in me, compirà le opere che io compio” (Gv 14, 12). Tutte le 17 Chiese siciliane, nelle quali è presente il movimento, sono invitate a partecipare offrendo la loro presenza ad un evento di straordinaria importanza nell’ottica del cammino ecclesiale. Il Rinnovamento nello Spirito, infatti, è un movimento che si prefigge di rinnovare la grazia battesimale, ottenuta nel Sacramento mediante l’opera dello Spirito Santo, perché tutta l’azione della Chiesa ne riceva un beneficio in termini di freschezza nell’annuncio del Vangelo. Una grande opportunità viene offerta alla diocesi ospitante, quella di Acireale, che beneficia della vicinanza del luogo, affinché nasca nei fedeli un rinnovato spirito di ascolto e di preghiera capace di orientare le scelte di ciascuno. Sarà dunque una giornata movimentata quella di domenica 1

luglio: a partire dalle ore 10:00 si svilupperà un grande cenacolo di preghiera, orientato su quattro direttrici di approfondimento: la preghiera carismatica, la celebrazione eucaristica, la preghiera di intercessione, la preghiera di liberazione e di guarigione; tutto verrà suggellato, a fine giornata, dall’adorazione eucaristica di ringraziamento e dall’avvio di una missione evangelizzatrice che partirà il prossimo autunno. Saranno presenti al raduno diverse personalità di spicco del movimento, tra cui Salvatore Martinez (presidente nazionale Rns), Mario Landi (coordinatore nazionale Rns), P. Giuseppe Cassarino (assistente spirituale regionale Rns) e Mons. Antonino Raspanti (Vescovo di Acireale) che interverrà per il saluto e la parola di indirizzo al movimento. Un programma molto ricco attende i partecipanti alla Convocazione regionale, che si spera possano essere in molti, per beneficiare del dono che lo Spirito Santo fa a tutti coloro che lo invocano con sincerità di cuore. Francesco Pio Leonardi

AMARCORD In chiesa e a tavola un gruppo di ex alunni del Liceo Classico “Gulli e Pennisi”

Si sono rivisti a quasi 50 anni dalla Maturità Domenica 21 giugno scorso si sono rivisti tutti insieme un gruppo di ex alunni del Liceo Classico “Gulli e Pennisi” di Acireale. Erano per l’esattezza gli ex compagni di classe della 3^ B dell’anno scolastico 1968/69, ai tempi in cui la sede dello storico Liceo acese era ancora nei locali dell’ex convento dei Domenicani, in via Marchese di Sangiuliano. È stata una specie di prova generale del cinquantenario della Maturità, che ricorrerà per loro il prossimo anno. L’incontro si è articolato in due momenti. Il primo si è svolto nella chiesa di San Camillo dei Mercedari, a Catania (in via Crociferi), dove i nostri sono stati ospiti del loro collega Beniamino Sorbera, che è membro dell’Ordine cavalleresco medievale di “Santa Maria della Mercede” e responsabile della “Commenda” di Catania. Tale Ordine ha come sede religiosa proprio la chiesa di San Camillo, e qui i nostri amici hanno partecipato ad una funzione religiosa per ricordare due di loro che non ci sono più, Pippo Scandurra e Lella Valastro; ha officiato un altro componente del gruppo, don Carmelo La Rosa, il

quale si è detto lieto di potere esercitare tra gli ex compagni di liceo la sua funzione di sacerdote. A conclusione della cerimonia, Nino De Maria ha ricordato, con un suo scritto in forma di racconto, i compagni deceduti. Il secondo momento della giornata è stato invece di tipo conviviale e si è svolto in un tipico locale del centro storico di Catania, nei pressi di piazza Stesicoro, dove – tra un buon bicchiere di vino e i tanti ricordi – gli “ex” hanno rinverdito la loro amicizia e si sono aperti alle confidenze, cancellando con un magico colpo di spugna gli anni succes-

sivi alla Maturità, il che ha permesso loro di tornare ad essere i ragazzi di allora e dimenticare di essere tutti – ormai – dei seri professionisti (molti addirittura già in pensione), nonché padri e madri di famiglia e, in qualche caso, pure nonni. Questo gruppo di (ex) ragazzi – ed ex alunni del Liceo Classico di Acireale – era composto all’epoca da 27 elementi, ma in questo incontro ne erano presenti solo 12 (Nino Buttà, Nino De Maria, Carmelo La Rosa, Tina Magrì, Turi Messina, Salvo Musmeci, Vera Orfila, Giusy Patamia, Saro Patanè, Salvo Sciuto, Beniamino Sorbera e Gianni Tracìa), mentre gli altri, chi per un motivo chi per un altro, non son potuti intervenire. Ed è proprio per questo che si sono salutati con l’impegno tassativo di rivedersi “tutti” tra un anno per il cinquantenario, possibilmente in una fresca località di montagna, che potrebbe anche essere per l’occasione il santuario di Vena, di cui è rettore don Carmelo La Rosa, anche lui “ex”.

Pensavo fosse un professionista come tanti altri, un chirurgo più o meno bravo come, del resto, oggi il mondo è pieno ma, ben presto dovetti ricredermi. Dovevo essere operato alla milza perché un voluminoso linfoma l’aveva circondata e quel giorno, nelle ore antimeridiane lo vidi arrivare per darmi informazioni su come intervenire. Io ero abbastanza nervoso e, alzando la voce, poco mancò che facessi parlare anche le mani. Il professore andò via salutandomi gentilmente ma io, abitante di Nervolandia non venni a pentirmi di quanto avevo acceso. L’ora di pranzo arrivò e a questa succedette il pomeriggio e, a quest’ultimo, la sera. mprovvisamente mi vidi vicino, nella sua maestosità, il prof. Vecchio il quale venne a dirmi: “ Signor Giovanni io sono ritornato per lei, desideravo tanto avere un incontro con lei perché ritengo importante che, insieme, si possa valutare la sua situazione e qui, come mero padre di famiglia, fece del tutto per incoraggiarmi. “ A quel punto dovetti cedere le armi – ascoltai attentamente- ed il professore riprese a dirmi “signor Giovanni prima di effettuare l’intervento chirurgico ho pensato bene di sottoporla a qualche seduta di chemioterapia” Così fu! Le sedute furono 12 e dopo, miracolosamente, il linfoma scomparve… solo una traccia, una piccolissima traccia si notava nei relativi esami che andarono dalla TAC alla Risonanza Magnetica ma, in seguito, venni a sapere che si trattava di una piccola cicatrice. Il professore Vecchio aveva percorso una strada tanto apprezzabile quanto notevole. Verità nella verità mi resta da dire che ho avuto modo di conoscere un autentico benefattore che ha saputo applicare una dimensione psicologica attorno alla sua riguardevole professionalità. Io sono e resterò sempre grato ad un grande le cui qualità assumono un valore considerevole!

Giovanni Vecchio N. D. M.

ADAM FECIT - 4 L’evento del solstizio d’estate, cultura e spettacolo, guidato da Nino Ortolani

Meridiana della Cattedrale, vero laboratorio scientifico Ci permettiamo per una volta di sostituirci al nostro ing. Nino Ortolani nella gestione della sua rubrica scientifica, iniziata tre mesi fa come percorso di avvicinamento all’osservazione del solstizio d’estate sulla meridiana della nostra Cattedrale, il che è avvenuto puntualmente il 21 giugno scorso, anche se alcune nuvole coprivano il sole e fino all’ultimo si è temuto di dovere, per quest’anno, saltare l’appuntamento. Ma per fortuna qualche minuto prima delle 13, quasi miracolosamente, è ricomparso sul pavimento della cappella di Santa Venera il dischetto luminoso del sole. È stato così possibile ammirare il momento in cui – alle 13,01 – il raggio di sole proveniente dal soffitto della cappella, che funge da “gnomone”, ha toccato la parte centrale del tracciato della meridiana nel suo punto più a sud. Il momento è stato salutato dallo scrosciante applauso dei presenti e dal suono delle campane della Cattedrale. L’evento dell’osservazione del mezzogiorno astronomico sulla meridiana della Cattedrale di Acireale nel giorno del solstizio d’estate è diventato ormai un’abitudine consolidata, grazie all’organizzazione curata dalla parrocchia Maria SS.ma Annunziata. Ma quest’anno l’avvenimento ha avuto sicuramente un risalto maggiore, a giudicare dalla presenza delle numerose persone – tra cui molti turisti – che assiepavano i bordi dell’intero tracciato della meridiana, perché oltre all’osservazione in loco è stato possibile seguire l’evento tramite la diretta web organizzata dalla nostra testata (di cui si sono occupate in particolare le nostre validissime colleghe Graziella De Maria e Gabriella Puleo). Oltre all’ing. Nino Ortolani (esperto di astronomia e studioso di meridiane, tra cui quella acese in particolare), che è ormai una figura fissa in questo appuntamento annuale, è stato pure presente, quest’anno, il prof. Angelo Pagano, dirigente di ricerca dell’Istituto di Fisica Nucleare

di Catania, il quale ha fatto un interessante intervento sull’importanza dell’astronomia nella scienza moderna, a partire da Galileo Galilei. La meridiana di Acireale, come sappiamo, è stata realizzata nel 1843 dall’astronomo danese Federico Cristiano Peters, che in quello stesso periodo ne realizzò un’altra simile nella chiesa di San Nicolò La Rena di Catania. “La meridiana è un vero e proprio laboratorio, dal punto di vista geografico e astronomico”, ha affermato l’ing. Nino Ortolani nell’intervista rilasciata alla nostra Graziella De Maria a conclusione dell’evento. “Il Peters – continua – ha realizzato ad Acireale un lavoro bellissimo e che per certi versi è superiore a quello di Catania, perché questa meridiana permette di determinare il mezzogiorno locale con una approssimazione di frazioni di secondi. Le indicazioni geografiche riportate ai lati indicano l’esatta posizione di Acireale, e cioè la latitudine boreale che è di 37 gradi, 36 primi e 33,5 secondi, e la longitudine a oriente dell’Isola di Ferro, che è un’isoletta dell’arcipelago delle Canarie a occidente dell’Africa, che veniva usata come punto di riferimento prima dell’unificazione dei calcoli geografici riferiti al meridiano di Greenwich”. L’ing. Ortolani ha inoltre sottolineato che la meridiana risente purtroppo dell’età – ben 175 anni – , ma anche dell’incuria che ha subito in alcuni periodi della sua vita, come si può vedere da varie parti dissestate e dalle formelle in marmo poste ai lati, che rappresentano i segni zodiacali, che in qualche caso sono completamente abrase. Essa meriterebbe quindi maggiore attenzione, visibilità e valorizzazione, oltre che un’opera di restauro adeguata. Nino De Maria


8

24 giugno 2018

dell’

Jonio


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.