La Voce dell'Jonio (25 febbraio 2018) anno LIX numero 2 (sistemato)

Page 1

LA Jonio VOCE Anno LXI- N. 2

Domenica, 25 febbraio 2018

€ 1,00

Spedizione in a.p. 45% Autorizz. Dir. Prov. P.T. CT.

A margine del caso Acireale

Il ruolo dei giornalisti tra Accusa e Difesa

dell’

LIBRI - 2

“In Veritate” sull’Amore e sui rapporti umani

Intervista

Dir

Periodico cattolico fondato da Orazio Vecchio

LIBRI - 1

Graziella De Maria

La notizia dell’operazione di polizia, condotta dalla Guardia di Finanza, che nei giorni scorsi ha fatto emergere diversi casi di corruzione al Comune di Acireale, è passata, nella considerazione e nel ricordo dell’opinione pubblica, con la frase dialettale “attaccaru ’u sinnicu”. Certo, il personaggio più importante è proprio Roberto Barbagallo, da quattro anni a capo di una Giunta che si è presentata, ed ha agito, con diversi segnali di novità e di discontinuità, all’insegna della trasparenza. Proprio in considerazione di queste premesse, la delusione e l’amarezza montano tra i cittadini, e di più tra quanti avevano creduto nel giovane professionista e nella sua ventata di novità. Qui non intendiamo trattare di cronaca giudiziaria, cioè dire della conferenza stampa di presentazione dell’operazione di polizia, degli elementi di indagine che sono stati illustrati, o delle immagini degli arrestati che sono state fornite a corredo. Intendiamo, semplicemente, esporre alcune riflessioni che investono il ruolo e la responsabilità di noi giornalisti. L’opinione pubblica non è stata formata a sufficienza a seguire le vicende giudiziarie, tantomeno quelle politico-giudiziarie; e così si è abituata, anche per responsabilità di noi giornalisti, a considerare in qualche modo colpevole chi finisce in carcere (o agli arresti domiciliari). Così può capitare che una persona arrestata ce la “dimentichiamo” (noi giornalisti) in prigione. Il compito dell’informazione qui diventa delicatissimo, anche e soprattutto nell’uso dei termini e nella spiegazione dei passaggi tecnici dell’inchiesta giudiziaria. E’ in pieno svolgimento un’inchiesta che coinvolge amministratori, funzionari e impiegati comunali; la Procura della Repubblica ha chiesto al Giudice per le indagini preliminari, che li ha ordinati, alcuni arresti per gravi reati, quali la corruzione e la turbativa d’asta. A questo punto scende in campo la difesa e ciascuno degli accusati può esporre la propria versione dei fatti. Compito di noi giornalisti è raccogliere entrambe le versioni, anche quando possono sembrare poco credibili o meramente strumentali. Così, invece, non è, purtroppo. La raccolta delle notizie è quasi sempre squilibrata, e tale risulta l’informazione che ne consegue, a vantaggio dell’Accusa, che rappresenta una parte del processo, condizione questa riconosciuta dai più soltanto nell’aula, quando le due parti, Accusa e Difesa, si trovano di fronte anche fisicamente. Occorrerebbe uno sforzo in più, un impegno maggiore per equilibrare l’informazione soprattutto quando investe argomenti delicati e vitali e la persona in condizioni di debolezza e di fragilità.

www.vdj.it lavocedelljonio@hotmail.it

TUTTI X TUTTI

Lanciato il concorso per progetti di utilità sociale nelle parrocchie

Alessandra Di Stefano e il suo primo romanzo

3

Rita Messina

3

Domenico Strano

5

Il cardinale Baganasco, presidente del Consiglio delle Conferenza dei vescovi dell’Euorpa, sul prossimo voto

“Liberi da condizionamenti” Nella “Gaudium et Spes” la chiave per la politica Sul far del tramonto di martedì 20 febbraio 2018, incontriamo il cardinale Angelo Bagnasco, Arcivescovo Metropolita di Genova e presidente del Consiglio delle Conferenze dei Vescovi d’Europa, a margine di un intenso pomeriggio di incontri con tutti gli operatori della pastorale della Parrocchia San Filippo d’Agira in Aci San Filippo, presso la quale si trova in visita, in occasione del bicentenario della festa del Patrocinio di San Filippo d’Agira. Cogliamo l’occasione per porgergli alcune domande sul rapporto tra cattolici e politica, nell’imminenza dell’e elezioni. Ezio Tosto (continua a pag. 2)

SANTA VENERINA Don Giovanni Marino illustra il caso ai Consigli parrocchiali, si punta sull’istituto canossiano

”Opera Segno”, le parrocchie non mollano Torniamo a parlare dell’opera segno di Santa Venerina e del dibattito sorto dopo il nostro speciale. Ne è nato uno molto vivace in paese (e non solo) dopo aver tirato giù il muro del silenzio anche se senza far rumore, con il dovuto distacco professionale. L’unico intento per cui abbiamo scelto di parlavi di questa storia - e continuiamo a farlo - è rendere un po’ di giustizia a questa vicenda e contribuire a ristabilire, con gli strumenti a nostra disposizione, un equilibrio perché riteniamo valida più che mai la locuzione “in medio virtus stat”, e cioè che la verità sta nel mezzo. Dell’Opera segno, che doveva sorgere dopo il sisma

ACI S. ANTONIO

ACIREALE

Giovedì di Quaresima Meditare e tu per tu con Colui che fa nuovetutte le cose Chiara Messina

del 2002 a Santa Venerina e diventare un centro di accoglienza e assistenza per il territorio e dei suoi bisognosi, vi abbiamo raccontato un po’ la genesi e gli sviluppi recenti. Soprattutto abbiamo dato voce alle parti coinvolte (Caritas diocesana, amministrazione comunale e opposizione consiliare) e cercato di spiegare il perché sorgono le opere segno e a cosa servono. A quest’ultima domanda è la stessa Caritas diocesana a ribadire che esse non appartengono alle parrocchie “ma nascono per il territorio”. Domenico Strano (continua a pag. 2)

6

SANTA VENERINA

Settant’anni di scautismno attivo sul territorio Anna Bella

7

CARNEVALE DI VIAREGGIO Matteo Raciti presenta una maschera che ironizza sulla schiavitù dei social e sull’ego che cresce

S’impone la grande scuola acese della cartapesta Il carnevale di Viareggio parla quest’anno un po’ acese. E lo fa in maniera ufficiale ed ai livelli più alti delle classifiche, grazie al nostro concittadino Matteo Raciti, che non è nuovo a queste imprese, dal momento che ormai da tre anni ha preso dimora nella città versiliana. L’anno scorso aveva partecipato al concorso delle maschere isolate con una sua creazione fuori concorso (originale e molto apprezzata dal pubblico), ma quest’anno ha fatto il salto di qualità, partecipando ufficialmente. La sua maschera, intitolata “Al cospetto del Sig. Ego, ovvero la grande abbuffata dei social”, ha conquistato addirittura il primo posto, con l’apprezzamento, i complimenti e l’interessamento di pubblico, amici, social, media e stampa locale e nazionale. Il nostro Matteo

ha voluto rappresentare un moderno Narciso, che ingozzandosi instancabilmente di “like”, emoticon e cuoricini fornitigli dai moderni social, ingrassa sempre più il proprio “ego”; è una chiara allegoria dell’uomo moderno che non riesce più a fare a meno di queste “braccia” che lo collegano al mondo in maniera potente e prepotente, fino a sopraffarlo in maniera quasi irreparabile. Matteo ha creato questa maschera facendo ricorso alla sua fervida fantasia connessa con un forte spirito di osservazione del tempo presente, ma anche grazie alla sua esperienza di abile manipolatore della cartapesta e dell’argilla Nino De Maria (continua a pag. 2)

Annuncio del sindaco Salvatore Greco “Il Comune è uscito dal dissesto finanziario Domenico Strano

8

ACIREALE Presentato il libro di Licciardello

Ecco Padre Maugeri

E’ stato presentato, nella basilica acese dei santi Pietro e Paolo, il libro di Salvatore Licciardello dedicato alla figura di don Antonino Maugeri, sacerdote, compositore ed esorcista, edito da “La Voce dell’Jonio”. Rita Messina (a pag. 7)


2

25 febbraio 2018

In Seconda

dell’

Jonio

ELEZIONI Analizziamo il confronto che si preannuncia serrato nel Collegio uninominale della Camera di Acireale

Tra candidati politicamente navigati e neofiti Ci avviamo alla fatidica data delle elezioni nazionali del 4 marzo mentre la campagna elettorale si fa più intensa, come l’interesse per il risultato che uscirà dalle urne lunedì 5. Allora ogni partito potrà effettuare le proprie valutazioni. Indubbiamente, nel popolo italiano il sentimento più diffuso, con quello della disaffezione dalla politica, è quello della confusione, in quanto viviamo un’epoca in cui nessun partito sembra essere portatore di un’idea di Stato ben definita e i leader sembrano interessati a creare delle formazioni che non siano espressione di un percorso (stigmatizziamo la totale scomparsa delle scuole di formazione politica), ma che siano espressione di “militanza” in segreterie personali o, comunque, amici o fedeli o “fedelissimi” dei leader, con la conseguente formazione di partiti personalistici. Tra le possibilità della conseguente confusione dell’elettorato, delle altrettanto confuse e frastagliate formazioni politiche che dovrebbero rappresentarlo e della controversa legge elettorale “Rosatellum”, tutti concordi nel definirla tale, con ironia più o meno marcata riguardo alla sua efficacia sulla governabilità (paradossalmente persino i responsabili della sua stesura e approvazione), c’è quella di venga prodotto dalle urne un governo di scopo. Questo dovrebbe varare la revisione dell’appena citata legge elettorale e di ritornare al voto quanto prima (la famosissima montagna che partorisce il topolino), possibilità che, a giudicare dai sondaggi elettorali che consegnano un quadro con nessun vincitore e nessun vinto. Si andrebbe, dunque, verso l’ennesimo pareggio a livello nazionale, mentre sono certamente più rilevanti e attendibili i risultati nei collegi uninominali locali in cui ogni candidato potrà misurare il proprio peso elettorale e il proprio consenso nel territorio. Ad Acireale alla ribalta dei dibattiti pubblici e privati vi è il clima di derby che è stato innescato, per le elezioni nel collegio uninominale della Camera, dalla candidatura del deputato regionale Nicola D’Agostino, che ha “osato”, in prima assoluta, sfidare il deputato uscente Basilio Catanoso, proprio sul suo campo. Due candidature, per così dire, uguali e contrapposte, che rappresen-

tano i “nuovi politici” prima descritti e che, dopo aver duellato da registi nelle amministrative di qualche anno fa attraverso le figure di Barbagallo e Di Re, scendono in campo contrapposti in prima persona. Da notare che il termine “derby”, preso a prestito dal gergo calcistico, non è stato utilizzato a caso, ma è assolutamente finalizzato alla descrizione del particolare atteggiamento da ultras incalliti che i fedelissimi dei due personaggi stanno tenendo in questa campagna elettorale sia sul web che per le strade. Nicola D’Agostino ha costruito buona parte delle proprie fortune politiche poggiando la propria base di consenso sul territorio acese e passando da Udc, Mpa, Sicilia Futura (con una lista di sostegno alla coalizione di Micari alle recenti elezioni regionali), Pd; e avendo esordito in età giovanile con una militanza nell’estrema sinistra. E’ il candidato del Centrosinistra. Basilio Catanoso ha invece costruito la propria carriera politica con la militanza nel Msi e in Alleanza Nazionale, per poi approdare, con lo scioglimento di An, nel Pdl e infine in Forza Italia (partito con il quale è attualmente candidato nel collegio uninominale), riuscendo ad essere più volte eletto alla Camera e al Senato ed ottenendo uno spazio importante nel partito soprattutto grazie all’amico defunto Altero Matteoli.

Il terzo incomodo è una donna, la grillina Giulia Grillo, giovane medico legale che svolge la sua attività come libero professionista e che ha già ricoperto in questi cinque anni la carica di parlamentare nazionale. Resasi famosa per un’infelice battuta necrofila su Bordon e per essere stata un’audace sostenitrice della linea sulle “vaccinazioni consapevoli” del movimento, non ha legami evidenti con il territorio acese, al punto da essere sconosciuta ai più. Tuttavia porterà in dote parecchi consensi grazie all’effetto traino del partito e sarà colei che raccoglierà il cosiddetto voto di protesta. Matilde Riccioli, consulente contabile di Zafferana Etnea che esercita la professione presso il proprio studio ed è già candidata alle elezioni regionali del 5 novembre nella lista “Cento passi per la Sicilia” a sostegno della presidenza di Claudio Fava, è la candidata al collegio uninominale acese di Leu, partito di sinistra che si propone come alternativa al partito democratico. Sarà interessante notare quanto consenso riuscirà a ottenere su scala nazionale, in un periodo nel quale tanti paventano il pericolo “nero” che è a sua volta conseguenza degli ingenti e incontrollati flussi migratori dai territori africani, Casapound che ha un suo candidato nel collegio uninominale acese, territorio storicamente di destra, e corrispondente al nome di Massimo Adonia, militante nella destra sociale e già coordinatore della zona ionico-etnea di “Riva Destra”. Registriamo pure le candidature di Francesco Strano, Alfio Raciti e Orazio Calì rispettivamente con “Potere al Popolo”, “Popolo della famiglia” (movimento di estrazione cattolica) e “Partito Comunista”. Torna in lizza Erasmo Vecchio, architetto di Aci Castello e già attivista in movimenti siciliani indipendentisti, nella “Lista del popolo per la Costituzione”, il quale è conosciuto nella Città dei cento campanili per essere stato il promotore di una operazione di salvataggio dell’Acireale calcio, squadra militante nel campionato nazionale di serie D con numerosi problemi finanziari. Stefano Grasso

dalla prima Intervista al Cardinal Bagnasco Sul far del tramonto di martedì 20 febbraio 2018, incontriamo il cardinale Angelo Bagnasco, Arcivescovo Metropolita di Genova e presidente del Consiglio delle Conferenze dei Vescovi d’Europa, a margine di un intenso pomeriggio di incontri con tutti gli operatori della pastorale della Parrocchia San Filippo d’Agira in Aci San Filippo, presso la quale si trova in visita, in occasione del bicentenario della festa del Patrocinio di San Filippo d’Agira. Cogliamo l’occasione per porgergli alcune domande sul rapporto tra cattolici e politica, nell’imminenza dell’appuntamento elettorale di domenica 4 marzo. Eminenza, nella sua prima prolusione da presidente della Conferenza Episcopale Italiana, il cardinale Gualtiero Bassetti ha illustrato “alcuni ambiti su cui la Chiesa italiana è chiamata a fare un serio discernimento:il lavoro; i giovani; la famiglia; le migrazioni”. A pochi giorni dalle elezioni per il rinnovo del Parlamento, come valuta il piano dell’offerta politica rispetto a questi quattro “ambiti” che la Chiesa Italiana indica come “priorità irrinunciabili per il Paese” ? Certamente sono gli obiettivi fondamentali: il Cardinale Presidente ha centrato molto bene, a nome di tutti noi Vescovi, quelle che sono le urgenze maggiori che noi vediamo nelle nostre Diocesi. Per quanto riguarda il campo della Politica, tutti ne parlano: vediamo cosa succederà”. Nel concludere la sua prolusione il cardinale Bassetti, citando Papa Francesco, ne riporta l’auspicio ad una necessaria presenza dei cattolici in politica: quella stessa politica che Paolo VI definiva una delle più alte forme di carità, “non una cosa brutta” ma una missione, “un impegno di umanità e santità”, come diceva Giorgio La Pira. Ma non indica una via, non risponde alla domanda: “Come, in che modo?” Sente di poter approfondire le considerazioni del suo successore alla presidenza della Cei? “Bisogna fare dei tentativi, ma qua e là ci sono, nelle Diocesi. Ad esempio, a Genova, da tre anni, va avanti la Scuola di Dottridell’ na sociale: sono iscritte 150 persone sotto i quarant’anni – come Direttore responsabile stabilito dal regolamento – molto fedeli. Tra questi, nelle ultime elezioni amministrative, dodici sono stati eletti trasversalmente Giuseppe Vecchio a tutti gli schieramenti e nelle diverse circoscrizioni della Città. Editore Questo, per noi, mi pare essere una buona premessa da continuaAssociazione La Voce dell’Jonio re. E tentare … tentare con fiducia, con fedeltà, senza scoraggiarsi; elevando assolutamente l’offerta: questo vuol dire non pronunVia Mons. Genuardi, 14 ciare delle pie esortazioni ma dare dei contenuti attingendo dalla 95024 Acireale Dottrina sociale delle Chiesa”. Iscrizione Tribunale Catania Eminenza, il 2 maggio 2017, sulle colonne de il Giornale. n. 220 del 5/4/1958 it, Renato Mannheimer, scrive che il voto cattolico è tramonIscrizione al ROC tato e non è più in grado di influenzare i flussi elettorali. Le riproponiamo, come domanda, lo stesso argomento che il (Registro operatori della noto sondaggista pone all’attenzione dei suoi lettori: “In che comunicazione) n° 22076 misura il fatto di essere cattolico incide sulla formazione della Redazione scelta di voto dell’elettore?”. “Il Concilio Vaticano II parla molto chiaro: nella “Gaudium et Via Mons. Genuardi 16, 95024 Spes” enuncia i criteri attraverso i quali i cattolici sappiano stare Acireale - Ct (casella post. 174) nel mondo politico, nella società, nella storia, da cattolici. Ribatel. 095601992 disco, indica dei criteri precisi. Il criterio preciso è questo: dagli www.vdj.it stessi principi di fede che sono alla base della fede cristiana e catlavocedelljonio@hotmail.it tolica possono discendere delle opzioni storiche e temporali anche diversificate; questo è un fatto legittimo. Naturalmente devoAbbonamento annuo no essere fermi i principi fondamentali ed essi non devono essere Ordinario euro 12,00 contraddetti dalle scelte storiche, perché, a quel punto, la diversità legittima delle opzioni storiche e temporali diventa incoerente Extra 20,00 - Speciale 50,00 con i principi ispiratori. Questa posizione mi sembra un criterio Sostenitore 100,00 estremamente chiaro e, anche, concreto. Non so quanto questo criterio sia applicato”. Conto Corrente Postale Il 14 febbraio 2018 il Cardinale Prefetto della Congrega7313800 intestato a zione per il Culto Divino, Robert Sarah, nel corso di un’intervista concessa al portale Cathobel e riportata da Il Timone – mensile di apologetica, intervenendo sulle sfide che attraAssociazione La Voce dell’Jonio versano la Chiesa in questo periodo di prova, dichiara: “La Via Genuardi, 14 sfida è la fede. La fede è diminuita, non solo a livello del Po95024 Acireale polo di Dio, ma anche tra i responsabili della Chiesa; a volte ci chiediamo se abbiamo davvero fede”. Se questo è vero, cosa Membro FISC - Federazione rimane dell’obiettivo della Chiesa Italiana di concretizzare il Italiana Settimanali Cattolici “sogno missionario di arrivare a tutti?”.

Jonio

Per quanto riguarda la fede: è vero! La fede è il problema centrale, la questione delle questioni: perché tutta l’operatività, tutto l’agire cristiano e cattolico delle comunità cristiane e dei singoli credenti, o deriva dalla fede – una fede maturata ed alimentata nella preghiera e nei Sacramenti, accresciuta attraverso l’approfondimento catechetico, biblico e della Dottrina Sociale – o, altrimenti, da dove nasce? Nasce da una sforzo di buona volontà che, però, non ha dei riferimenti, dei criteri ispiratori di azione sociale e politica. Quindi la fede è, veramente, la questione: perché è sotto attacco del secolarismo, che è vivere come se Dio non ci fosse. Questa è la vera sfida, oggi, in Occidente e, in modo particolare, in Europa. Nelle altre parti del mondo non è così: le altre parti del mondo, che in buona parte conosco, grazie a Dio, guardano allo sviluppo e alla situazione religiosa dell’Europa in modo preoccupato e con molta perplessità, perché ritengono, giustamente, che laddove non c’è un riferimento trascendente all’uomo, valido, duraturo e definitivo, non c’è la base per un ordine etico.” Il quotidiano investimento di energie, da parte dei pastori della Chiesa, nell’affrontare il problema di come “portare in politica, in modo autentico, la cultura del bene comune”, può, in qualche modo, rappresentare un espediente per mettere in secondo piano la vera sfida della diminuzione della fede? “Non credo che sia un espediente, assolutamente! È un obiettivo irrinunciabile, perché i cristiani, i cattolici, devono partecipare come buoni cittadini alla costruzione del bene comune. Ripeto, alla luce dei principi della Dottrina Sociale della Chiesa. Eminenza, oggi Ella è chiamata a presiedere il Consiglio delle Conferenze dei Vescovi d’Europa. La valutazione dell’efficacia e dell’efficienza dell’apparato politico – burocratico e finanziario dell’Unione Europea giocherà un ruolo preponderante nelle valutazioni del corpo elettorale italiano. Quale è, in merito, la posizione della Chiesa d’Europa? Gli Episcopati europei credono, sostanzialmente, nella unificazione dell’Europa e ritengono che il continente europeo deve trovare una via di unificazione per camminare insieme: in mezzo ai giganti del mondo, del pianeta, o l’Europa trova una via unitaria, o altrimenti … Però, questo cammino unitario deve essere fondato: le “famose” radici cristiane che non sono state inserite nella Costituzione europea sono, appunto, le radici fondamentali, il fondamento che i veri Padri dell’Unione Europea, Schuman, De Gasperi ed Adenauer, hanno dichiarato, ripetutamente, di volere. L’Unione Europea attuale è partita su fondamenti di tipo economico; non è partita su fondamenti di ordine spirituale, culturale e morale: questa è stata una partenza sbagliata. Noi confidiamo e cerchiamo di collaborare affinché questa assenza e grave mancanza venga recuperata.” Quale messaggio possiamo rivolgere all’elettore cattolico italiano? “Agli elettori cattolici italiani … quindi, a tutti noi: essere liberi da condizionamenti di tipo ideologico, economico e finanziario. Essere liberi da ogni forma di condizionamento e subalternità. Ezio Tosto

L’acese Raciti vince a Viareggio (esperienza maturata anche negli anni di lavoro effettuati presso i cantieri dei carri acesi) ed alla sua laurea in architettura (presso l’Università di Catania - Dipartimento universitario di Siracusa, con una tesi sulle macchine da festa o fercoli religiosi). E con la sua opera ha avuto ragione – pur essendo un debuttante nella sezione delle maschere isolate del carnevale viareggino – su una decina di altri soggetti in cui era possibile incontrare personaggi noti e meno noti di oggi e del passato, quali Paolo Villaggio, Federico Fellini, il dittatore nord-coreano Kim Jong-un ed il trio Renzi-Grillo-Salvini. Questo è per lui il primo passo della scalata alla carriera artistica viareggina, perché da quelle parti le cose funzionano così: il primo gradino sono le maschere isolate, poi ci sono le mascherate di gruppo ed a seguire i carri di seconda categoria, ed infine – il gradino più alto – le grandi creazioni dei carri di prima categoria. La parata finale e la proclamazione dei vincitori delle varie categorie sono avvenute sabato 17 febbraio, perché il Carnevale di Viareggio non si ferma al martedì grasso e va avanti fino alla prima settimana di quaresima. Abbiamo contattato Matteo telefonicamente per sentire le sue sensazioni. Ancora fortemente emozionato e felice per il risultato conseguito, ha voluto solo esprimere i suoi ringraziamenti “Ai miei genitori che mi sostengono, a mia sorella anima gemella, alla mia ragazza con cui condivido questa vita artistica e sentimentale, alla mia famiglia che mi sostiene e a quegli amici intimi che sono la forza e il motore dei miei pensieri.” Ed ha aggiunto: “Senza condivisione in fondo questa vittoria, questo sogno, perderebbe il suo valore.” Lo lasciamo con la promessa di risentirci e di farci una bella chiacchierata quando tornerà ad Acireale, la città d’origine a cui egli è profondamente legato. Per la cronaca, negli ultimi giorni del Carnevale di Viareggio era presente nella città versiliana una delegazione acese composta dal sindaco Roberto Barbagallo, dall’assessore Antonio Coniglio, dal presidente della Fondazione del Carnevale Antonio Belcuore e dal direttore artistico del carnevale acese Giulio Vasta. Nino De Maria


dell’

Cultura e Spettacolo

Jonio

25 febbraio 2018

3

LIBRI - 1 Presentata da Rita Messina al “Costarelli” l’opera di poesie, aforismi e disegni di Giovanni Vecchio che fa riflettere

Sull’Amore e sui rapporti umani Si è tenuta nella sala Costarelli di Acireale, la presentazione del libro “In veritate”, poesie, aforismi e disegni di Giovanni Vecchio. Ad introdurre Mario Di Prima, presidente dell’associazione Costarelli, a moderare Giuseppe Vecchio, giornalista direttore de “La Voce dell’Jonio”, che ha organizzato l’evento, a tenere la relazione Rita Messina, insegnante e giornalista. L’incontro ha visto la partecipazione dell’autore e di Gesuele Sciacca che, con la moglie Daniela Greco, ha declamato cantando alcune delle poesie da lui musicate. Sin dall’inizio dell’appuntamento l’autore ha regalato una copia della sua opera ad ogni partecipante. “Gesuele associa alle arti letterarie quelle musicali e canore. Questa sera Giovanni Vecchio ci presenta la sua opera letteraria, si accetta un’offerta per i poveri. Ringrazio Giuseppe Vecchio e Rita Messina, relatori doviziosi di tanti messaggi positivi per noi”, ha introdotto così Mario Di Prima. Gesuele Sciacca, dopo aver precisato che l’accostamento poesia musica può sembrare una forzatura, ma che in realtà da sempre si canta la poesia, ha presentato “Fremiti”, cantata da Daniela Greco. Giuseppe Vecchio ha raccontato de “La Voce dell’Jonio”, giornale fondato da suo padre sessant’anni fa che amava definirlo suo “settimo figlio”; successi-

vamente assume lo slogan “Giornale della Chiesa, giornale della gente”. “La Voce” è una famiglia, forse anche una comunità e certamente una palestra soprattutto per i più giovani – ha detto Giuseppe Vecchio. Oggi è anche online – ha aggiunto, tra l’altro -, e da un anno e mezzo anche casa editrice. Siamo sul social, sperimentiamo dirette Facebook, pubblichiamo filmati. Stiamo cercando di metterci al passo coi tempi”. “Quest’anno ricorre il sessantesimo del giornale, e nel prossimo settembre – ha preannunciato – terremo un convegno di tre giorni che vedrà la presenza di molti direttori di testate consorelle di tutta Italia; il tema dal quale si partirà sarà ‘La cura del creato’, saranno presenti molti ospiti”. In seguito lo stesso direttore ha raccontato dell’incontro con Giovanni Vecchio e con la sua opera. “L’autore non voleva presentarlo, ma il libro merita di essere divulga-

tra le persone”. Rita Messina ha sottolineato che il libro si divide in due parti, che l’autore guarda tutto ciò che accade intorno a noi parlando degli errori madornali che rompono il nostro equilibrio, che osserva la natura umana imperfetta, che analizza i sensi, quelli che portano a commettere errori, che la ragione arriva laddove il senso sbaglia. “Come dice l’autore, abbiamo una consapevolezza – ha aggiunto, tra l’altro, la relatrice -, che nessuno può modificare, che Dio ci ama; questo ci aiuta a vivere le nostre giornate nell’Amore e per l’Amore. Il libro non ha pretese di un’opera letteraria, ma di fatto ne ha tutte le caratteristiche. Il disegno completa e arricchisce lo scritto”, ha concluso. Il duo Gesuele Sciacca – Daniela Greco ha poi presentato la poesia “Idolatria”. Infine, l’autore, molto commosso, ha ringraziato i presenti, i relatori, ed ha concluso dicendo: “Quando qualcuno vi chiederà quale sia la parte più bella della Bibbia rispondete «Puoi fare miracoli, ma se non vivi nella carità hai fatto niente»”. A concludere l’incontro la mini-band con “In avanti” e di nuovo “Fremiti”, per farla ascoltare anche a quanti sono arrivati in sala a presentazione iniziata.

opera, nella quale, ad un certo momento, ne diventa lo scenario. La calma che esso infonde e la bellezza dell’immensa vastità di acqua, cangiante il suo colore, è per la scrittrice “d’aiuto”, un po’ come per i suoi personaggi, per i quali diventa quasi la possibilità, il supporto, un contesto familiare ed amichevole. Nel libro tante le riflessioni condotte per mezzo di essi, le considerazioni che attanagliano i loro pensieri, le problematiche esistenziali incontrate nel quotidiano, la voglia di riemergere e di andare avanti, giacché è fondamentale trovare “un altrove più luminoso”. L’idea positiva di base affiora con forza, come è intenzione dell’autrice che fa riferimento ai “sogni da realizzare”. Alessandra Distefano ha osservato le dinamiche relazionali del quotidiano, le ha convertite in parole e condivise con il lettore e lo sottolinea nei suoi interventi: “Chi scrive non può non essere un buon osservatore”. L’intervento musicale di Gregorio Scuto, accompagnato alla chitarra da Raffaele Gulisano, ha scandito alcuni momenti della serata, accarezzandoli con la performance canora, che ha contribuito a creare l’atmosfera corrispondente a quanto lasciato presagire dalle “parole”, protagoniste indiscusse dell’evento. Rita Messina

Domenico Strano

to ed io ho insistito – ha rivelato -. L’opera, che non è in vendita, contiene poesie, aforismi e disegni. Serata singolare perché singolare sono l’autore e il libro. Giovanni Vecchio è un’artista a tutto tondo ed è pluridisciplinare. Ha il dono di essere umile e modesto, merita di essere letto e conosciuto”, ha concluso Giuseppe Vecchio. Dopo la declamazione cantata della poesia “Sperare è”, con Gesuele alla chitarra e Daniela al microfono, Rita Messina ha raccontato ai presenti di come ha conosciuto l’autore. “Mi ha colpito la sua semplicità – ha detto – riesce ad arrivare dritto alle persone. La tematica del libro compete l’ambito religioso e il nostro modo di vivere la fede. Ho trovato un libro molto ricco – ha continuato -, gli aforismi sono dettati dal suo cuore; l’autore si è fermato dal suo scorrere quotidiano ed è come se avesse osservato sé stesso e tutti i rapporti che intercorrono

Graziella De Maria

Alessandra e i sogni da realizzare

libro deve dare qualcosa, ma anche toccare dentro l’animo del lettore”, ha spiegato Alessandra Distefano. La scrittrice si è detta “innamorata” delle parole, con cui “ama giocare”, allo stesso modo in cui si diletta con i colori. Il risultato di questa creatività sono le sue molteplici pagine ricche di fatti, di sentimenti, di emozioni, in cui “scrive liberamente quello che sente”, come lei stessa racconta. L’amore, in tutte le sue sfaccettature, che dà felicità o la toglie, è il protagonista indiscusso. Nei suoi libri, inoltre, si colgono anche elementi personali. La passione per il mare, ad esempio, è chiaramente comprensibile da quest’ultima

Santa Venerina: presentato cartellone di tutto rispetto Attori di alto livello e destagionalizzazione. Con questi intenti l’amministrazione comunale di Santa Venerina ripropone cinque spettacoli per la stagione teatrale 2018 di Santa Venerina che si svolgeranno, in parte, nella splendida location del Cine teatro Eliseo ed, con l’approssimarsi dell’estate, nell’anfiteatro di Princessa. Dopo il successo della prima edizione tornano le proposte dell’Associazione CittàTeatro di Catania che p o r te r a n n o sul palco artisti rinomati come Tuccio Musumeci, Mirko Magistro, Guia Jelo e Pippo Pattavina. “ D o p o il successo di pubblico dell’anno scorso, anche quest’anno proponiamo una stagione teatrale con compagnie ed attori di alto livello. Confidiamo nel livello di sensibilità culturale della cittadinanza e ci aspettiamo una grande risposta di pubblico”, ha detto il sindaco Salvatore Greco in conferenza stampa. Il direttore artistico Orazio Torrisi ha affermato: “Si tratta di un progetto che è stato possibile grazie alla sinergia tra pubblico e privato, con il Comune che non si è limitato solo alla concessione dei locali e alla compartecipazione alle spese del server, ma che ha coinvolto attivamente gli impiegati e la macchina organizzativa comunale”. Ecco il cartellone completo degli spettacoli: “Signori… chi è di scena!” con Pippo Pattavina, Santo Pennisi e Nino Lombardo, regia di Pippo Pattavina (domenica 25 marzo 2018 – Cine Teatro Eliseo); “L’aria del continente” di Nino Martoglio con Salvo Saitta, regia di Edoardo Saitta (domenica 22 aprile 2018 – Cine Teatro Eliseo); “Fragile… Maneggiare con cura” con Gino Astorina (domenica 13 maggio 2018 – Cine Teatro Eliseo); “I civitoti in pretura” di Nino Martoglio con Guia Ielo, Plinio Milazzo e Riccardo M. Tarci (domenica 24 giugno 2018 – Anfiteatro di Princessa) “Miles Gloriosus” di Plauto con Tuccio Musumeci e Miko Magistro - regia di Giuseppe Romani (domenica 15 luglio 2018 – Anfiteatro di Princessa). “Abbiamo puntato, anche quest’anno – spiega l’assessore Maria Assunta Vecchio – alle eccellenze del panorama teatrale con un’offerta di alto livello ad un prezzo accessibile a tutti perché in tanti ne possano godere. Le rappresentazioni teatrali si svolgeranno tra la primavera e l’estate e permetteranno agli spettatori di godere di due delle nostre strutture più belle: il Cine Teatro Eliseo e l’anfiteatro all’aperto di Princessa ”. L’apertura della stagione teatrale sarà domenica 25 marzo al Cine teatro Eliseo con “Signori… chi è di scena!” di Pippo Pattavina.

LIBRI - 2 Presentato alla “Feltrinelli” di Catania “Hotel Pension Cosmopolitan” della Distefano

Ha descritto sé stessa, raccontando il suo amore per le parole e per la scrittura, componente essenziale della sua vita, che l’ha condotta a realizzare la sua ultima fatica letteraria, dal titolo “Hotel Pension Cosmopolita”, Edizioni Arianna. Alessandra Distefano è una farmacista, che lavora e vive a Randazzo, originaria di Milano, dove ha frequentato parte degli studi e l’università. La scrittrice, con diverse opere all’attivo, ha presentato al pubblico il suo romanzo, lo scorso venerdì 23 febbraio, in una cornice che di libri ne mostra parecchi ed odora del tipico profumo della carta stampata, ovvero la libreria “La Feltrinelli” di Catania. A guidare un dialogo ampio ed aperto, la professoressa Rita Pagano, dirigente scolastico del Circolo didattico Don Lorenzo Milani di Randazzo. L’opera di narrativa ha visto aprire le sue pagine ai presenti da parte dell’autrice e svelarne qualche piccolo particolare. Nel descriverne la storia, i personaggi, quali Cati, Spook, Nippi, etc., le ambientazioni, sono stati fatti dalla scrittrice naturali collegamenti al proprio modo di concepire lo scritto e la sua caratteristica: “Si tratta di un romanzo, di un libro di narrativa, ma anche di un’indagine. Quando lo leggi, ti poni molte domande, cerchi di capire se ti riscontri nei personaggi, se ti senti simile a loro. Il

Teatro

LIBRI - 3 Presentata l’opera di uno studente del liceo classico “Gulli e Pennisi” che si snoda tra la Toscana e la Sicilia

Il 17enne Sebastiano esordisce con un giallo Non accade tutti i giorni di imbattersi in un romanzo giallo-poliziesco, ben costruito e ricco di spunti, scritto da uno studente liceale di 17 anni. Parliamo del libro “Il mistero della Kolymbetra” (edito da Carthago), opera prima di Sebastiano D’Urso, studente del quarto anno presso il liceo classico “Gulli e Pennisi” di Acireale. Il volume è stato presentato domenica 18 febbraio presso la sala “Pinella Musmeci” della villa Belvedere di Acireale, stracolma fino all’inverosimile. La storia ha come protagonisti due fratelli carabinieri, in servizio ad Agrigento ma originari di Siena, i quali dovranno risolvere un caso, un “mistero” legato alla Kolymbetra, il famoso giardino attiguo alla Valle dei Templi agrigentina. La storia ha però tre centri di riferimento: Agrigento (l’ambientazione principale dove si svolge la maggior parte della storia), Acireale (che fa da sfondo ad alcune parti della narrazione) e Siena (la città d’origine dei due carabinieri). Alla presentazione ha partecipato l’archeologa Sonia Nicotra che ha illustrato che cos’è la Kolymbetra e quali sono le sue origini storiche (si tratta di un antico acquedotto e col-

lettore di acqua di epoca greca, del quale per alcuni secoli si era persa anche la memoria, e che per fortuna dal 1999 è stato riaperto alla fruizione del pubblico grazie al Fai, Fondo per L’Ambiente Italiano). C’erano pure il dott. Gaspare Liggeri (presidente della casa editrice Carthago), il quale ha anticipato che porterà il libro di Sebastiano alla Fiera dell’Editoria di Milano (a marzo) e al Salone Internazionale del Libro di Torino (a maggio); lo scrittore-educatore Giovanni Tarditi, che ha rive-

lato alcuni particolari interessanti sulla struttura del romanzo, sottolineando che ogni capitolo si apre con la citazione di un aforisma d’autore; ed il vice sindaco Nando Ardita, in rappresentanza del Sindaco Barbagallo (fuori sede) e dell’amministrazione comunale. Molto interessante ed apprezzato è stato l’intervento dell’autore, che con fare sicuro e deciso, da scrittore affermato e navigato, ha illustrato la genesi e la crescita del suo romanzo (cosa che desiderava fin da piccolo, sognando di avere nella propria biblioteca un libro con il suo nome come autore). La giovanissima Francesca Seminara (compagna di scuola di Seby) ha letto alcuni brani del libro. Ha presentato e coordinato i vari interventi lo showman Antonello Musmeci. Anche se lo stile del libro è ancora un po’ acerbo, siamo sicuri che questo giovanissimo scrittore avrà successo e saprà continuare degnamente sulla tortuosa strada dell’arte letteraria. Nino De Maria


4

25 febbraio 2018

dell’

Jonio

UN CONCORSO PER TUTTE LE PARROCCHIE Il Servizio C.E.I. per la Promozione del Sostegno Economico alla Chiesa cattolica ti invita a partecipare con il tuo progetto di utilità sociale. I migliori riceveranno un contributo fino a 15.000 € per realizzarlo. Il concorso inizia il 1 febbraio e termina il 31 maggio 2018. Iscrivi subito la tua parrocchia su tuttixtutti.it

COS’È

COME FUNZIONA

TuttixTutti è un’opportunità. Le parrocchie sono chiamate a ideare un progetto di utilità sociale e organizzare un incontro formativo che promuova il sostegno economico alla Chiesa cattolica.

Per concorrere le parrocchie devono:

COSA SI VINCE In palio 10 contributi per realizzare il progetto ideato. Da un minimo di 1.000 € fino a un massimo di 15.000 €. Ma c'è di più: ogni partecipante può ricevere fino a 1.500 € per l'incontro formativo rispettando una specifica procedura.

OBIETTIVI

Sostenere concretamente le finalità sociali dei migliori progetti presentati

iscriversi online su www.tuttixtutti.it

presentare una pianificazione dettagliata del progetto che intendono realizzare

organizzare un incontro formativo sul sostegno economico alla Chiesa cattolica, rispettando la procedura indicata su www.sovvenire.it/incontriformativi

Vincono le 10 parrocchie con i progetti più meritevoli. È possibile ricevere un contributo per l’incontro formativo, se organizzato seguendo le indicazioni fornite su www.sovvenire.it/incontriformativi

QUANDO

Sensibilizzare le comunità parrocchiali

Il concorso inizia il 1 febbraio e si conclude

sul tema del sostegno economico alla

il 31 maggio 2018. I vincitori saranno

Chiesa cattolica.

proclamati sul sito il 30 giugno 2018.

Il concorso è organizzato dal Servizio C.E.I. per la Promozione del Sostegno Economico alla Chiesa cattolica.


dell’

Jonio

Speciale Chiesa

25 febbraio 2018

5

TUTTI X TUTTI Lanciato dal Servizio Promozione della Cei il concorso nazionale rivolto alle Parrocchie

Bando per progetti di utilità sociale L’edizione passata ha visto ben 453 parrocchie coinvolte, migliaia di persone impegnate a vario titolo, centinaia di progetti di cui 10 realizzati con i contributi della Cei. È l’effetto TuttixTutti, il bando rivolto alle parrocchie e che premia i progetti di utilità sociale. Si rinnova anche quest’anno l’appuntamento con questa opportunità. Per aderirvi occorre fare rete, creare un piccolo gruppo di lavoro nelle parrocchie, raccontare con un progetto di utilità sociale come alleviare i bisogni di un territorio e organizzare un incontro sul sostegno alla Chiesa cattolica. Con TuttixTutti si possono vincere fino a 15.000 € per realizzare progetti di solidarietà. Tre le novità principali di quest’anno: il contributo per tutte le parrocchie che organizzeranno un incontro formativo secondo i criteri indicati nel bando; l’aumento del numero dei premi per i progetti di solidarietà, che passano da 8 a 10 da un minimo di 1.000 euro fino a un massimo di 15.000 euro. È proprio vero che, come recita lo slogan annuale, “Quest’anno vincono tutti”. Sul sito ufficiale basta seguire quattro step per parteciparvi. Occorrerà intanto registrarsi come parrocchia e inviare alcuni dati per creare un profilo. Successivamente bisognerà allegare il proprio progetto di utilità sociale (sul bando ci sono alcune utili indicazioni). Poi servirà inserire i dati dell’organizzazione di un incontro formativo per spiegare il sostegno economico alla Chiesa cattolica. Si può realizzarlo ex-novo, entro il 31 Maggio. Oppure caricare il materiale richiesto di un evento già svolto: in questo caso deve essere avvenuto dal 1/6/2017 al 1/2/2018. Infine, occorrerà aspettare il 30 giugno per scoprire se il proprio progetto rientra tra i primi dieci che saranno selezionati e finanziati (il primo riceverà 15mila euro).

“Le persone sono tutte uguali, le idee no”, recita il motto del concorso TuttixTutti. Ad essere premiate sono quelle idee che nascono da un’intera comunità parrocchiale, che si guarda intorno e pensa al modo migliore per aiutare chi ne ha più bisogno. Può essere una sala prove per i giovani, un doposcuola di qualità, una mensa per senza fissa dimora o un piano di formazione-lavoro in un’azienda agricola, come il progetto della parrocchia di San Lazzaro (Lecce) che ha vinto la scorsa edizione. “Il nostro concorso nazionale ha contribuito, in sei anni di storia – ha affermato Mario Calabresi, responsabile del Servizio Promozione della C.E.I. – alla realizzazione di decine di progetti di utilità sociale che spesso poi diventano risposte concrete ai bisogni delle famiglie in difficoltà, dei giovani e degli anziani. La novità più importante di questa edizione, espressa anche nello slogan, consiste proprio nel contributo, compreso tra i 1.000 e 2.000 euro, messo a disposizione di tutte le parrocchie iscritte che si impegneranno a formare i propri fedeli ai valori del sostegno economico alla Chiesa. Si tratta di organizzare un incontro volto ad illustrare le modalità di sostegno economico alla Chiesa cattolica e mirato a promuoverne i valori che ne sono alla base come la trasparenza, la corresponsabilità, la comunione, la solidarietà. Le parrocchie verranno premiate da un’apposita Giuria, composta dai membri del Servizio per la Promozione del Sostegno Economico alla Chiesa cattolica, che selezionerà i 10 progetti di solidarietà considerati più meritevoli secondo i criteri di valutazione pubblicati sul sito e valuterà la qualità degli incontri formativi realizzati. Domenico Strano

Manifestazione della comunità della Chiesa TuttixTutti, il concorso organizzato dalla Cei per la Promozione del sostegno economico alla chiesa cattolica, non è solo un canale attraverso cui ottenere finanziamenti. Nell’incoraggiare le parrocchie a mettere nero su bianco progetti di utilità sociale al contempo esso vuole essere uno spazio in cui ribadire l’impegno di ogni battezzato a sostenere economicamente la chiesa. Ciò deriva da una precisa idea che il Concilio Vaticano II ci ha insegnato: “Una Chiesa che è manifestazione concreta del mistero della comunione e strumento per la sua crescita, che riconosce a tutti i battezzati che la compongono una vera uguaglianza nella dignità e chiede a ciascuno l’impegno della corresponsabilità, da vivere in termini di solidarietà non soltanto affettiva ma effettiva, partecipando, secondo la condizione e i compiti propri di ciascuno, all’edificazione storica e concreta della comunità ecclesiale e assumendo con convinzione e con gioia le fatiche e gli oneri che essa comporta” (Sovvenire alle necessità della Chiesa. Comunione e corresponsabilità dei fedeli, Episcopato Italiano, 1988). Per chi aderirà al concorso 2018 sarà un successo assicurato perché, oltre a poter vincere il primo premio di 15mila euro per realizzare il progetto di utilità sociale presentato, potranno comunque accedere ad un contributo variabile dai 500 ai 1500 euro se organizzeranno un momento formativo sul Sovvenire. Ma cerchiamo ora di dare risposta ad alcune domande che spesso l’opinione pubblica si pone. Dove vanno le offerte raccolte in Italia? Le offerte per i sacerdoti sono depositate all’Istituto Centrale per il Sostentamento del Clero (ICSC), a Roma. Come vengono distribuite e a chi sono destinate? Da Roma l’ICSC ripartisce le offerte raccolte in forma di remunerazione mensile ai 36 mila sacerdoti italiani: 33.000 preti in attività nelle 25.600 parrocchie italiane; circa 3.000 preti anziani o malati, venendo loro in aiuto dopo una vita dedicata al servizio; circa 500 preti fideidonum, cioé sacerdoti diocesani in missione nei Paesi del Terzo mondo. Infine, un’altra domanda: Esiste tuttora una forma di sostentamento del prete locale. Perché non basta? È la quota capitaria. Ogni sacerdote può trattenere per sé dalla cassa parrocchiale 0,0723 euro (140 vecchie lire) al mese per abitante. Metà delle circa 25.600 parrocchie italiane sono molto popolate, e ai sacerdoti non manca il necessario. Ma l’altra metà conta in media 1.000 abitanti, e i pastori ricevono 72,30 euro mensili, o anche meno. Per questo vengono in aiuto le Offerte per i sacerdoti da tutti gli altri fedeli italiani. Così si fa perequazione, cioè parità di mezzi e trattamento. D. S.

Grazie ai sacerdoti Ogni persona, ogni storia è importante

Don Diego Conforzi, parroco di Sant’Ugo a Roma

35 mila sacerdoti diocesani, nelle parrocchie italiane, hanno scelto di donare la loro vita al Vangelo e agli altri. Per vivere hanno bisogno anche di noi. Doniamo a chi si dona.

Sostieni il loro impegno con la tua Offerta OFFRI IL TUO CONTRIBUTO AI SACERDOTI CON: Q versamento sul conto corrente postale n. 57803009 Q carta

di credito, chiamando il Numero Verde 800-825000 o sul sito www.insiemeaisacerdoti.it Q bonifico bancario presso le principali banche italiane Q versamento diretto all’Istituto Sostentamento Clero della tua Diocesi. L’Offerta è deducibile.

Maggiori informazioni su www.insiemeaisacerdoti.it Segui le storie dei sacerdoti su facebook.com/insiemeaisacerdoti

CHIESA CATTOLICA C.E.I. Conferenza Episcopale Italiana


6

25 febbraio 2018

Chiesa e Società

dell’

Jonio

Parrocchie Il Cardinale Bagnasco ad Aci San Filippo nel bicentenario del patrocinio di San Filippo di Agira

”Il dono della fede per diventare santi” otium et negotium - 17

Primavera e meridiane

Si avvicina l’arrivo della primavera, segnato dall’equinozio, a cui si fa riferimento pure per determinare la data della Pasqua. Questo dà lo spunto alla riflessione odierna di Nino Ortolani in cui rileva, tra l’altro, l’importanza – anticamente ma anche al giorno d’oggi – delle meridiane. E siamo sicuri che tornerà ancora su questo argomento.

Carissimo lettore, “Quando comincia la primavera?” ci chiedevamo parlando della data della Pasqua, visto che per molti è scontato che sia il giorno ventuno di marzo. Passato l’inverno con le giornate corte, tutti notano che le ore di sole aumentano e le notti diventano sempre più corte. Ci sarà un giorno la cui durata è uguale alla notte. Da qui il termine: equinozio. Equinozio di primavera è quello che aspettano nella calotta boreale in cui, passata la notte polare, si aspetta l’arrivo del sole. L’istante in cui sorge il sole al polo nord costituisce l’equinozio di primavera. In tale istante la Terra occupa una posizione che potremmo chiamare “punto gamma”, molto importante per gli astronomi. Di questo spero di parlare in seguito, mentre oggi ti voglio accennare l’importanza delle meridiane per la determinazione degli equinozi. Le meridiane dentro le chiese sorgono nel periodo in cui le ricerche astronomiche ci fanno sentire non più al centro del cosmo, ma abitanti di un piccolissimo granello di sabbia della spiaggia di un’isola – la galassia cui appartiene il Sole – nel grande oceano dell’universo. Tra queste belle e importanti meridiane, veri laboratori astronomici, quella di Santa Maria degli Angeli a Roma fornisce l’ora in cui avviene l’equinozio. Una caratteristica dei due equinozi, quello primaverile e quello autunnale, riguarda il valore dell’angolo formato dal raggio solare, al mezzogiorno locale, con un qualunque asse verticale. Tale angolo fornisce la latitudine del posto. Per chiarire tutto questo spero di mostrarti qualche grafico illustrativo accessibile a chiunque abbia poche nozioni di geometria. Nella speranza di poter vedere il raggio di sole illuminare la meridiana della nostra Cattedrale il venti marzo, data in cui quest’anno avviene l’equinozio quando il nostro orologio segna le sedici e quindici, ti saluto. Nino Ortolani

Martedì 20 febbraio 2018 la comunità parrocchiale di Aci San Filippo ha celebrato il Bicentenario della Festa del Patrocinio di San Filippo d’Agira, rinnovando una tradizione di fede e devozione che nasce all’indomani dello scampato pericolo a seguito del tragico evento sismico del 20 febbraio 1818. La giornata di festa si apre con la tradizionale “svelata” del cinquecentesco simulacro del Santo e prosegue con la celebrazione delle Sante Messe, in una Basilica sempre gremita di fedeli e devoti di ogni età. Nel pomeriggio un brulicare continuo di persone sul sagrato: si attende il Cardinale Angelo Bagnasco, Arcivescovo Metropolita di Genova, presidente del Consiglio delle Conferenze dei Vescovi d’Europa e Presidente emerito della C.E.I. Lo raggiungiamo mentre incontra in forma privata tutti gli operatori della Pastorale della Parrocchia, soffermandosi sul senso delle tradizioni, della fede, della missionarietà, sulla fedeltà alla vita ed alla vita della Chiesa e sulla necessità della relazione: “Stare nel mondo da cristiani è stare insieme”. Alle ore 18.30 l’accoglienza ufficiale: la piazza antistante la Basilica è gremita di bambini, famiglie, fedeli, curiosi; gli occhi puntati su

quell’auto che scorta il rappresentante della Chiesa d’Europa. La postura rigida dell’Autorità, l’incedere mite del Pastore, il sorriso timido e la mano benedicente: un vero Principe della Chiesa lo definirà pochi minuti dopo Mons. Antonino Raspanti. La Santa Messa Pontificale è presieduta dallo stesso Cardinale; concelebrano: S.E. Mons. Antonino Raspanti, Mons. Alfio Rapisarda e numerosi sacerdoti provenienti dalle Diocesi di Acireale, Catania, Enna. La dimensione del Mistero è accentuata dal rigore formale nel celebrare e dalla sua trasudante devozione Eucaristica. L’Omelia è un concentrato di Dottrina. “Fare festa per i nostri Santi”, dice, “è continuare tradizioni antiche, … che scaldano il cuore e nutrono l’appartenenza alla comunità”. Scevro da false ipocrisie afferma: “non dobbiamo meravi-

gliarci se c’è la persecuzione nel mondo, né possiamo negarla leggendo le contraddizioni con occhi buonisti, edulcorati, … Questo … è ciò che lo spirito del mondo vuole da noi, tacendo che la fede cristiana è da duemila anni sorgente di bellezza e di civiltà in Europa e nel mondo”. Al termine della Festa, il Cardinale, visibilmente commosso, confesserà di avere ammirato la fede autentica dei devoti che con le loro vocianti acclamazioni invocano San Filippo come una realtà presente, tangibile, visibile al loro fianco: un amico, un Fratello, “uno che sentiamo di casa”. La comunità di Aci San Filippo, la comunità diocesana tutta, ha conosciuto un uomo che profuma di Dio. Ezio Tosto

diocesi Raduno dei cresimandi sabato 3 ad Acireale e sabato 10 a Giarre

Per riflettere sul dono dello Spirito Santo “Dammi un cuore che ascolta” è il tema scelto dall’Ufficio nazionale per la pastorale delle vocazioni per la 55a Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni. La Giornata si celebrerà il prossimo 22 aprile e sarà un’importante tappa di avvicinamento al Sinodo dei Vescovi in programma a ottobre su “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”. È in questa grande cornice ecclesiale che l’Ufficio diocesano per la pastorale delle vocazioni propone a tutti i cresimandi l’annuale raduno e incontro con il Vescovo. Un appuntamento molto atteso e che aiuterà i cresimandi a riflettere sul dono dello Spirito Santo che si apprestano a ricevere con il sacramento della confermazione e a pregare tutti insieme il Signore di dare loro “un cuore che ascolta” la sua voce che chiama a seguirlo sulle strade del vangelo. I raduni saranno due: il primo, sabato 3 marzo nella Chiesa San Paolo Apostolo di Acireale, per i cresimandi delle parrocchie dei Vicariati 1°, 2° e 3°; il secondo, sabato 10 marzo nella Chiesa Gesù Lavoratore di Giarre, per i cresimandi delle parrocchie dei Vicariati 4°, 5° e 6°. Per entrambi i raduni l’inizio è fissato alle 15,30.

Durante i raduni, tra canti, video e momenti di preghiera, i ragazzi avranno modo di confrontarsi con la storia biblica di Mosè, l’uomo che ha ascoltato la voce di Dio ed è diventato colui che lo vedeva faccia a faccia… I cresimandi potranno anche incontrare tanti testimoni della fede e della vocazione, a cominciare dai seminaristi del nostro Seminario e dai giovani della comunità propedeutica. Sono loro, infatti, che hanno curato l’organizzazione dei due eventi. Interverranno anche una giovane coppia di fidanzati e una consacrata, testimoni di altri percorsi vocazionali. Naturalmente non mancherà la parola del Vescovo, che ci tiene ad essere presente a questi raduni per avere modo di incontrare molti più cresimandi di quelli ai quali potrà personalmente amministrare il sacramento. La raccomandazione per i cresimandi è di essere tutti presenti, accompagnati dai propri parroci e catechisti, animati da sano entusiasmo, per vivere con gioia questi momenti di chiesa diocesana, radunata dallo Spirito Santo e inviata ad annunciare l’amore di Dio. don Alfio Privitera

Giovedì di Quaresima Nella chiesa parrocchiale di Aci S. Antonio sei riflessioni a tema

Meditare a tu per tu con Colui che fa nuove tutte le cose “Il mondo non poteva sentirlo. Il mondo sente solo quando c’è un po’ di rumore e di potenza. L’amore è un re privo di potenza” (Christian Bobin) La Quaresima è il tempo in cui ognuno fa esperienza di questo re. La Quaresima è un cammino di conversione per imparare ad avere occhi nuovi e un cuore nuovo. La parrocchia Sant’Antonio Abate, in Aci Sant’Antonio, ha scelto di dedicare un giorno particolare durante la settimana, il giovedì, per mettersi a ‘tu per tu’ con Colui che “fa nuove tutte le nuove” (Ap 21, 5) e ti cambia lo sguardo, tramite l’Adorazione Eucaristica. Chiunque vuole può varcare la soglia durante la giornata e avere la possibilità di ascoltare e contemplare il silenzio del Suo mistero; di aprire il cuore e affidare a lui tutte le fatiche. O semplicemente dirGli “Ciao”. È un modo per fare esperienza della preghiera tramite l’ascolto della Parola e l’Adorazione Eucaristica. Usando le parole del vicario parrocchiale Don Andrea Sciaccia: “questi sono i due pilastri della fede, i due nutrimenti principali, forse essenziali”. Ogni giovedì infatti Gesù Eucarestia è esposto fin dalla mattina nella Chiesa di San Michele Arcangelo fino alle 19.00. Per il periodo della Quaresima l’Adorazione è prolungata in Chiesa Madre fino alle 21.00. Le novità di questi giovedì di Quaresima sono due. La prima è la possibilità di accostarsi al sacramento della Riconciliazione. Quale miglior tempo se non quello della Quaresima per sperimentare la misericordia di Dio, dopo essersi guardati dentro e aver preso coscienza dei propri limiti, dei propri errori?

La seconda novità sono i momenti di riflessione guidati dal biblista Don Atttilio Gangemi (ad eccezione di due incontri, guidati dal vicario parrocchiale). L’intento di questo percorso è quello di tenere gli occhi fissi su Gesù, per conoscerlo e ascoltarlo in quegli ultimi istanti della sua vita terrena, quando, donandoci la sua vita, ci dà il più alto esempio di amore. “Contemplare il Cristo Crocifisso”, tema principale degli incontri, deve diventare il cuore della nostra conversione. Ecco allora il senso dei sei momenti di riflessione, declinazioni della meditazione di quell’amore che spinge a offrire se stessi in sacrificio. Nei primi due incontri, già avvenuti, si è meditato il “Mistero dell’obbedienza” e su Lui, che “Si è preso su di sé i nostri dolori”. Con gli altri incontri si rifletterà sul “Mistero dell’amore”, sul “Mistero dell’unità”, su Gesù che “Offrì se stesso” e sul “Cammino verso il padre”. S. Francesco pregava sempre così: “Signore, fa che io ti conosca e che mi conosca”. Come può avvenire il cambiamento di mentalità, di cuore, di vita, se non conosciamo noi stessi? E come possiamo conoscere noi stessi se non alla luce del sacrificio di Cristo? Non solo per conoscere in profondità le meraviglie che Lui ha fatto per ciascuno di noi, ma anche per imparare saper orientare la nostra vita verso i livelli più alti dell’amore. Per imparare a corrispondere a questo amore e trasfigurare la nostra esistenza in un rendimento di grazie. Del resto, ringraziamento in greco si dice eucaristia. Chiara Messina


dell’

Chiesa e Società

Jonio

25 febbraio 2018

7

LIBRI Nell’affollata chiesa dei Santi Pietro e Paolo presentato il libro di Salvatore Licciardello edito da “La Voce dell’Jonio”

Padre Maugeri, sacerdote santo e fine compositore Un incontro volto al ricordo di una figura religiosa, quella di padre Antonino Maugeri, scandito dalla presenza della musica, eseguita a piccoli tratti, ma citata costantemente e resa protagonista insieme al sacerdote che l’ha coltivata lungo la sua vita, per parecchi decenni vissuta anche nel delicato servizio di esorcista. All’interno della suggestiva Basilica dei Santi Apostoli Pietro e Paolo di Acireale, è stato presentato al pubblico il libro “Tutto quaggiù è armonia – Padre Maugeri: uomo sacerdote musicista”, edito da La Voce dell’Jonio, scritto dal prof. Salvatore Licciardello. Gli amici, i conoscenti di don Antonino, ma anche semplicemente chi frequenta la chiesa hanno partecipato numerosi alla serata in cui è stata delineata con chiarezza l’immagine dell’uomo che si è dedicato a Dio ed agli altri, con la passione per la musica sacra ed il canto. Le varie testimonianze, sia quelle citate nella biografia su di lui incentrata, sia quelle degli intervenuti alla serata, ne hanno proposto la figura sempre sorridente e felice. Un sacerdote popolare, per la gente, che si prodigava nell’ascoltare tutti. Originario di Randazzo, da una famiglia ben salda nei valori e nel senso della fede, favorevole a questa sua propensione religiosa e spirituale, all’età di tredici anni entra nel Seminario Vescovile di Acireale e nel 1941 viene ordinato sacerdote. Nel 1962 diviene Rettore della Basilica dei SS. Pietro e Paolo. La sua dedizione alla musica è tale da fargli conseguire il diploma di Canto corale ed Organo alla Scuola Diocesana di Musica Sacra di Como. “La musica era la sua seconda vocazione e la viveva con grande interesse interiore”, conferma mons. Guglielmo Giombanco, vescovo di Patti. Una figura “ poliedrica”, come l’ha definita il prof. Licciardello, che vi ha dedicato la sua ricerca meticolosa di fonti, testimonianze, aneddoti e ne ha fatto una biografia usufruibile per tutti ed utile a perpetuarne il ricordo all’interno della comunità e della diocesi tutta. “Il libro ha puntato l’attenzione su una

figura importante per Acireale, che rinasce nella memoria collettiva. Con la biografia si è portato avanti il programma di riedizione del nostro Padre Maugeri. Bisognava assolutamente ricordarlo, non solo per lui ma anche per l’intera città, che è stata presente numerosa que-

sta sera”, ha affermato l’autore. Ha ribadito l’utilità del lavoro il vescovo di Acireale, mons. Antonino Raspanti: “Esprimo la gratitudine della diocesi di non lasciare fagocitare nell’oblio questa figura così talentuosa”. Don Antonino, infatti, svolgeva il suo ministero con la gioia della preghiera, del rendere grazie a Dio, dell’aiutare gli altri anche con il delicato ruolo di esorcista: “Trentacinque anni fa intervistai Padre Maugeri che mi parlò dell’esorcismo con una semplicità disarmante, ma che io feci fatica ad ascoltare fino in fondo, tanto che gli chiesi di fermarsi. Era un uomo fatto per la gente, semplice ma ricco di talenti che spendeva per gli altri”, ha raccontato il giornalista Giuseppe Vecchio, direttore de La Voce dell’Jonio, testata per la quale il prete ha collaborato con i suoi scritti per circa vent’anni. Durante l’incontro è emersa, dunque, una persona semplice nella sua complessità. La sua musica gli nasceva spontaneamente e non poteva farne a meno “Serbo il ricordo

personale di un uomo che metteva a disposizione sé stesso, che voleva capire meglio come la sua musica potesse servire per il suo messaggio evangelico. Era il suo modo di esprimersi per raggiungere immediatamente il cuore e la testa delle persone, c’è riuscito perfettamente e ci riesce ancora oggi”, così lo ha descritto lo storico della musica Gian Nicola Vessia, che lo ha cono-

sciuto e ne ha condiviso la passione per le melodie. La figura di don Antonino non sbiadirà nella mente delle persone che con lui hanno interagito e sarà abbracciata dalle musiche, dalle note generate dal suo animo per lodare Dio in modo gioioso ed allegro, per rispecchiare una fede carica di speranza ed amore. Rita Messina

Parrocchiani e amici su “Gomitagomito” ricordano don Giuseppe Russo “carico di ardore e pacatezza” Sono passati due mesi dalla scomparsa di don Giuseppe Russo (13 dicembre 2017), parroco di Santa Maria degli Angeli in Acireale e canonico penitenziere della Cattedrale della stessa città. Un caro ricordo accompagna tutta la comunità diocesana e la sua comunità parrocchiale, Santa Maria degli Angeli appunto, che lo scorso 28 gennaio ha voluto ricordarlo con un numero speciale di “Gomitagomito”, il giornalino parrocchiale. Molti sono stati i contributi di coloro che lo hanno conosciuto, che hanno fatto esperienza della sua bontà di uomo e presbitero, capace di essere punto di riferimento per la sua comunità parrocchiale per molti anni. Sfogliando il giornale salta subito all’occhio l’editoriale di p. Calogero Frisenda, amministratore parrocchiale pro-tempore, che ricorda il caro don Giuseppe come un uomo «carico di ardore e pacatezza» al tempo stesso. Dai contributi (in ordine) di Teresa Scaravilli, Paolo Trovato, don Arturo Grasso, Pina Borzì, Gregorio Monaco, Vita Fiorenza, Giuseppe Rossi, Linda Basile, don Ludger Rakotonirina, Mariella D’Amico, Sara Patanè, Francesco La Rosa, Marina Musmeci, Santo Toscano, Gabriella Grasso, Alessia

PILLOLE DI SPIRITUALITÀ - 3 Sulla capacità di discernere

Sapienza, Carla Pellicori, Davide Barbagallo e di tutti coloro che hanno voluto lasciare un messaggio, si evince quale fosse la figura di don Giuseppe, quella cioè di un uomo della speranza «che non ha mai smesso di sognare e mai si è abbandonato alla deriva» (don Arturo Grasso). Quando si è “uomini della speranza” si entra in una dimensione strettamente teologale, per la quale si entra in relazione con l’Assoluto, che smette di essere tale e che per immensa misericordia si inserisce nelle fitte trame dell’umano, abitandole fino al punto da condividerne le debolezze e la stessa morte. Don Giuseppe ha vissuto per annunciare tutto ciò, «con molta semplicità e benevolenza» (Teresa Scaravilli). Per questo, ne siamo certi, adesso abita col Signore e, insieme agli angeli «ora canta: Santo, Santo…» (Mariella D’Amico). Francesco Pio Leonardi

SANTA VENERINA Don Marino illustra il caso ai Consigli parrocchiali

Le cose di fede ci interpellano “Opera - Segno”, non si molla «Il sensus fidei fidelis conferisce al credente la capacità di discernere se un insegnamento o una prassi sono coerenti con la vera fede della quale egli già vive». Così si legge al numero 61 del documento della Commissione teologica internazionale su “Il sensus fidei nella vita della Chiesa (2014)”. Il testo non fa altro che ampliare ciò che sinteticamente era stato detto al Concilio Vaticano II, in particolare nella Costituzione dogmatica Lumen gentium, al numero 12: «La totalità dei fedeli, avendo l’unzione che viene dal Santo, (cfr. 1Gv 2, 20. 27), non può sbagliarsi nel credere, e manifesta questa sua proprietà mediante il senso soprannaturale della fede di tutto il popolo, quando “dai vescovi agli ultimi fedeli laici” mostra l’universale suo consenso in cose di fede e di morale». Spesso ci dimentichiamo di questo assunto fondamentale, pensando che le cose della fede e della morale siano a totale disposizione, in maniera esclusiva, del clero. In realtà non è così, ma bisogna dire alcune cose: innanzitutto il primo documento citato recupera, rispetto al secondo, la dimensione personale di questo senso della fede; però risulta altrettanto vero che se la persona non è inserita nella «totalità»

delle relazioni ecclesiali, il suo discernimento non corrisponde ad una prassi di fede rettamente vissuta. D’altra parte, siamo soliti semplificare i “canali” della Rivelazione alla Sacra Scrittura e alla Tradizione della Chiesa, senza comprendere realmente il significato di Tradizione. Questa, a mio modo di vedere, non è perfettamente definibile, in quanto riguarda la fede in continuo divenire. Per essere più concreti, potremmo indicarla come una “regola di fede viva”, il cui contenuto si mostra oggettivabile solo al contatto col presente. Qui si inserisce la riflessione sul senso spirituale dei fedeli: all’interno di una vita sorretta dalla forza dello Spirito Santo il sensus fidei appare come una sorta di istinto spirituale indefettibile che permette, a partire dall’esperienza, di capire quali sono i contenuti della fede, pur non avendo, nella maggior parte dei casi, una preparazione teologica di chissà quale livello. Questo ci fa capire come le “cose della fede” ci riguardano da vicino e ci interpellano personalmente, a partire dall’autorevolezza che ci è stata conferita tramite il Battesimo. F.P. L.

(continua dalla prima) Il dovere di esser chiari e di raccontare i punti nevralgici della vicenda ha spinto don Giovanni Marino, parroco della Chiesa madre, ha convocare il 15 febbraio scorsocongiuntamente al parroco di Dagala del Re don Santo Leonardi con il quale condivide la proprietà del terreno su cui doveva sorgere inizialmente la struttura – un incontro con i membri dei consigli parrocchiali delle parrocchie di Santa Venera, Sacro Cuore di Gesù e Maria SS.ma Immacolata. Con carte, fatture e progetto alla mano il parroco ha esposto ai presenti i motivi delle difficoltà nella realizzazione dell’opera dovuta a un aggrovigliarsi di situazioni che ne hanno comportato l’empasse. Sul futuro dell’Opera segno le tre parrocchie (proprietarie del terreno che si vorrebbe vendere e con il cui ricavato puntare a una struttura già esistente, l’ex istituto delle suore canossiane di via Mazzini) in accordo con la Caritas diocesana di Acireale hanno espresso la loro posizione mediante una dichiarazione congiunta per chiarire alcune mal dicerie sorte in paese che riportiamo qui di seguito: - Risulta del tutto infondato il pensiero secondo cui si sarebbe rinunciato alla realizzazione dell’Opera segno; - A seguito di un’articolata vicenda tecnico-burocratica, già da tempo si è convenuto che il sito individuato in via Trieste per la realizzazione dell’opera non è conveniente per i fini che ci si è proposti; - I costi intrapresi per l’acquista del terreno ed alle opere di sbancamento del terreno hanno comportato il quasi completo esaurimento delle risorse allora disponibili per la realizzazione dell’opera; - Constatato che dal 2015 le suore canossiane di S. Venerina non sono più presenti per svolgere il proprio servizio, si conviene che la sede dell’istituto delle suddette suore risponde maggiormente alle finalità dell’o-

pera segno, rispetto al sito di via Trieste; - Le suore canossiane contattate nel passato, hanno sin da subito dichiarato disponibilità per la vendita dell’immobile stesso; - Tuttavia, prima di procedere dell’acquista dell’istituto delle suore canossiane, è necessario procedere alla vendita del terreno sito in via Trieste; - Nei mesi scorsi si era paventato da parte di alcuni esponenti dell’amministrazione comunale, la volontà di procedere all’acquisto del terreno da parte del comune, salvo bocciare il provvedimento in fase di approvazione; - Si ribadisce tuttavia, che rimane ferma volontà delle parrocchie Santa Venera, Sacro Cuore di Gesù e Maria Ss.ma Immacolata, e della Caritas diocesana realizzare l’Opera segno nella sede dell’istituto delle suore canossiane, non appena si procederà alla vendita del terreno di via Trieste. A fine incontro si è fatta largo l’idea di promuovere iniziative che partano dal basso e facciano percorrere strade alternative per la realizzazione dell’opera. Tra le proposte una campagna di crowdfunding (raccolta di fondi on-line) e la formazione di una cooperativa, quest’ultima però più per la fase della gestione. Per quest’ultima, ha specificato don Giovanni Marino, sin dalla partenza il progetto ha previsto una composizione che rispondesse alla rappresentatività del territorio comunale e non delle singole parrocchie. E infine un’altra sottolineatura sul legame tra l’opera e il territorio: “L’opera segno è qualcosa di più che un luogo per provvedere alle necessità dei più bisognosi. Può rappresentare un centro di incontro e aggregazione per le parrocchie di Santa Venerina per sperimentare sempre più la collaborazione pastorale nel segno della fratellanza e della solidarietà”. Domenico Strano


8

25 febbraio 2018

Cronaca

dell’

Jonio

ACIREALE Celebrata la ricorrenza con un incontro ricco di storia, spunti di riflessione e tesimonianze

Settant’anni di scautismo attivo Nella Basilica di San Sebastiano, ad Acireale, è stato celebrato il 70°di fondazione dello scoutismo acese, realtà molto apprezzata, con una presenza numerosa e qualificata di giovani e adulti, coinvolti in una vita d’impegnato “servizio” verso i più deboli, specie attraverso la partecipazione ad iniziative sociali mirate ad una migliore qualità della vita e alla solidarietà. Sul piano nazionale e internazionale, il movimento acese si rivela forte in occasione del “12° Incontro del Mediterraneo” alla “Perla jonica” di Acireale, nel 2006, con molti partecipanti, giunti anche dall’estero. Il Rettore della Basilica don Vittorio Rocca saluta il pubblico, formato in buona parte da fedeli soci scoutistici, facendo memoria del nucleo scout, nato nel ‘44 nella parrocchia San Giuseppe, e nel 1948 trasferito nei locali della Basilica. La tavola rotonda è composta da cinque soci ben noti in città per la loro coerenza e bravura: il “magister” della comunità, Margareth Mary Patané; tre professionisti del MASCI: Nino Leotta, Cherubino Fiorini, Giuseppe Scudero; il giovane “capo dei gruppi giovanili scouts di Acireale”, Franco Leonardi. Nino Leotta, sintetico ed essenziale, traccia l’iter di tremendi momenti storici sotto il regime fascista, mettendo in risalto le disposizioni dei prefetti nel 1926 circa la chiusura di tutte le associazioni dell’Azione cattolica, con relative diatribe; nel 1929, i Patti Lateranensi; l’ Associazione sportiva cattolica continua sottobanco; nel ’39 scoppio della drammatica seconda guerra mondiale. Nel luglio 1943,

con l’entrata in Sicilia degli Alleati Anglo-Americani, il vescovo Russo, lungimirante, si preoccupa di trovare una soluzione per i ragazzi, ovviamente traumatizzati dagli eventi bellici. Convoca due educatori, l’uno, gesuita, del Collegio Pennisi, l’altro del San Luigi, provenienti da Roma, i quali consigliano d’introdurre in Acireale lo scoutismo. Il cerimoniere del vescovo, P. Biagio Catania, molto dedito ai giovani nella parrocchia San Giuseppe, nel ’44 affitta una stanza, in Via Tre fontane, quale sede degli scout; nel ’48 il vescovo lo nomina decano della Basilica Collegiata San Sebastiano, i cui spazi – canonica e cripta – saranno adibiti a nuova sede scout, per lunghi anni. In diverse parrocchie si formano gruppi scoutistici. Le testimonianze della giovinezza da parte di Cherubino Fiorini e Pippo Scudero sono particolareggiate: la responsabilità dei

“capi”, l’apertura alle donne, la vita di gruppo con il piacere di stare insieme, il considerare lo scoutismo una grande rivoluzione, rilevando cose che costituiscono sfida e novità; l’attualità dell’Agesci, contro l’autoritarismo; l’invito alla vita all’aperto e a fare le cose reali, facendo sedimentare le proprie esperienze, aiutando gli altri a crescere alla luce del Vangelo. Entrambi parlano di don Biagio Catania, quale punto di riferimento di molti giovani acesi: considerare le persone non per l’avere, bensì per l’essere; educare gli esploratori ad essere ospitali e ad amare le città europee, attraverso viaggi per il continente. Interessante il sostenere come il dialogo tra nazioni diverse favorisca la cultura della pace. Infine, è la volta del giovane Franco Leonardi, che inizia il suo intervento con la notizia dell’accoglienza di Zafferana nella zona acese; molto concreto, nel prospettare gli attuali problemi economici, la lotta per il lavoro, l’accesso all’informatica e di conseguenza l’urgenza di effettuare un cambiamento all’interno dello scoutismo: il che influisce sulle scelte nei gruppi. Un vivace dibattito conclude la serata.

Castorina che ha guidato i ragazzi e le ragazze fino alla contemporanea promozione alla serie D alla fine degli anni novanta, con ben quattro promozioni complessive ottenute con il sodalizio zafferanese, di cui due con il settore maschile e due con quello femminile. Dal 2012/2013, il timone della Società è passato dai prof. Lizzio Salvatore e Calanna Caterina al figlio Danilo Lizzio, ex giocatore e dirigente, che ha completamente ricostruito l’intero movimento, partendo dal basso e creando un vivaio di giovani promesse, anche coinvolgendo le locali scuole elementari e medie con progetti di avviamento alla pallavolo completamente gratuiti. Il neo presidente sin dal momento del suo insediamento ha fortemente voluto al suo fianco l’ex compagno nonché allenatore Claudio Castorina, con il quale sono arrivati, nel giro di appena quattro anni, a partecipare nuovamente ad un campionato regionale di serie D femminile. E’ stato altresì avviato il potenziamento del Centro Addestramento, con la conduzione tecnica affidata alle allenatrici Elena D’Amico e Maria Nella Barbera, entrambe ex giocatrici anche della stessa Società. Dall’inizio della stagione sportiva attualmente in corso, la ASD Pallavolo Zafferana ha rafforzato sia l’organigramma societario con l’inserimento di dirigenti competenti, sia la rosa delle atlete con nomi di maggiore spessore nella speranza di raggiungere, nell’arco di un paio di anni, obiettivi sfiorati ma mai raggiunti dal sodalizio, soprattutto in campo femminile. Giuseppe Russo

A. B.

Anna Bella

Pallavolo, verso alti traguardi Tale accadimento non scoraggiò i prof. Lizzio e Calanna che, per il fortissimo amore verso questo sport e per non rovinare quanto di buono fatto in quegli anni, i coniugi Lizzio, coinvolgendo anche i figli Danilo e Sonia, quest’ultima giocatrice e allenatrice FIPAV, il 20 luglio 1992 fondarono l’ Associazione Sportiva Dilettantistica Pallavolo Zafferana. La nuova società fu aperta anche al settore maschile, e partendo dalla terza divisione, la compagine etnea conquistò ben tre promozioni consecutive ed arrivando a conquistare la serie C nel 1999/2000 e la serie B2 l’anno successivo, seppur in collaborazione con il CUS Catania di Michele Rocca e Daniele Caniglia, al quale fu poi ceduto il titolo nazionale di quarta serie. In campo femminile, sempre partendo dal basso, la Società riuscì a conquistare la serie D per ben tre volte, con atlete di diverse generazioni. Tanti gli allenatori che si sono succeduti sulla panchina zafferanese: oltre al già citato Salvo Gorgone, che ha dato il via all’avventura pallavolistica, si ricordano soprattutto il prof. Salvatore Coco che ha conseguito con la squadra under 13 femminile il titolo di campione provinciale nei primi anni duemila e il prof. Claudio

Lavorare in Sudamerica

Nell’Aula Magna “Giuseppe Bianca” del Liceo Scientifico “Archimede” di Acireale, si è svolta un’ interessante conferenza del dott. Angelo Bella sul tema “Esperienza di lavoro in Sud America”, che ha coinvolto con empatia i numerosi partecipanti, per la scioltezza del linguaggio in un’argomentazione di carattere tecnico-scientifico, impegnativa e attraente, nello specifico, sul “lavoro nell’acciaieria elettrica in Venezuela”. Opportuna l’illustrazione sia del sito geografico sia della struttura industriale - 380 mq. l’impianto- attraverso un video chiaro e particolareggiato. Il presidente dell’Associazione culturale “Archimede”, prof. Mario Pavone, traccia con sobrietà il curriculum del socio, tesoriere, Angelo Bella, laureato in Ingegneria al Politecnico di Torino, entusiasta della sua sorprendente esperienza venezuelana della durata di un anno. La gara d’appalto internazionale, indetta dal Venezuela, alla quale partecipò, fu vinta dall’Italia; da notare la partecipazione della Germania. La grande Società dell’acciaieria elettrica è formata da vari ingegneri, disegnatori, personale dell’Amministrazione, in tutto circa 500 persone. Nel forno dell’acciaieria venezuelana si lavorano rottami di ferro, mediante un’energia a basso costo. Il Venezuela esporta dal 1917 petrolio greggio all’estero, ma è un Paese che non ha altre alternative. La capitale Caracas ha due milioni e mezzo di abitanti, ma un milione di essi abita nelle favelas. In Europa ci sono impianti per riciclare rottami importati, dato che con il ferro molte sono le realizzazioni . Momenti suggestivi per l’attento pubblico sono stati offerti dal video con gli stupendi paesaggi sudamericani: fiumi molto lunghi e pittoreschi, uno dei quali misura 2’200 chilometri; presenza di ferro a cielo aperto. Le terre venezuelane e andine, la Colombia, per secoli colonizzate dagli Spagnoli, nel primo trentennio dell’800, furono riscattate dall’eroe Simòn Bolivar, assieme ad altri intrepidi generali e patrioti: vennero costituite Repubbliche democratiche. E’ seguito un intenso dibattito con vari interventi, anche di carattere storico-sociale Il relatore riceve dai convenuti parole di stima e il presidente Pavone gli offre un presente a ricordo della serata.

ZAFFERANA Bilancio dei 25 anni di attività dell’Associazione sportiva dilettantistica

L’Associazione Sportiva Dilettantistica Pallavolo Zafferana compie 25 anni di attività, essendo stata fondata il 25 luglio 1992. In effetti, però , l’inizio dell’avventura pallavolistica nel centro pedemontano risale ad alcuni prima e precisamente al 1988. La pallavolo a Zafferana è legata indissolubilmente alla famiglia Lizzio – Calanna. Infatti nel lontano nel 1988 il prof. Salvatore Lizzio e la prof.ssa Claudia Caterina Calanna, insegnanti di Educazione fisica, decidono di portare a Zafferana Etnea questo sport fino a quel momento mai praticato, costituendo, insieme ad altri compaesani, l’Associazione Sportiva Volley Club Zafferana. Il primo allenatore chiamato a condurre il Centro Addestramento, insieme ai suddetti insegnati, è stato Salvatore Gorgone vero e proprio guru della pallavolo, operante nella vicina Acireale. Nata come esclusivamente destinata al settore femminile, la Società partecipò ai suoi primi campionati provinciali ma soprattutto vide crescere il proprio settore giovanile in maniera considerevole coinvolgendo centinaia di giovani atlete locali e svolgendo principalmente un’importante funzione sociale all’interno della comunità zafferanese. La pallavolo diventò ben presto lo sport più diffuso: nelle scuole si cominciò a giocare a pallavolo e nelle calde serate estive molti tornei amatoriali popolavano le piazze di Zafferana e delle sue frazioni. Purtroppo tra la fine dell’anno 1991 e i primi mesi del 1992, a causa del dissidio tra alcuni membri del direttivo, la Società Volley Club Zafferana passò in altre mani e, per incompetenza dei suoi dirigenti, nel giro di un paio di anni scomparve dal panorama pallavolistico.

ACIREALE Bella all’”Archimede”

SANTA VENERINA Annuncio ufficiale del sindaco Salvatore Greco in un’assemblea pubblica convocata ad hoc

Il Comune esce dal dissesto finanziario Una montagna scoscesa con una strada sterrata prossima a un precipizio da un lato, un campo verde e uno sfondo primaverile dall’altro. Sono le due immagini prese in prestito dal sindaco di Santa Venerina Salvatore Greco per esprimere gli ultimi anni di attività dell’ente. Adesso, a distanza di cinque anni dalla delibera di consiglio comunale n° 9 del 12 marzo 2013 con cui il Comune fu costretto a dichiarare il default a causa di un solo debito con il concessionario a cui era stato affidato il servizio di trattamento delle acque (Ingegneria&Appalti), Santa Venerina può guardare avanti con più fiducia. Dal primo gennaio di quest’anno, infatti, il Comune è fuori dal dissesto finanziario. Una dettagliata ricostruzione sulla vicenda è stata esposta nel corso di un incontro con la cittadinanza direttamente dal

primo cittadino. Il totale della somma passiva accumulata era di 7.433,732 Euro. Estinti i debiti, di cui quello più grosso nei confronti del creditore Ingegneria&Appalti, per un importo complessivo di 7.861.686 Euro il saldo in attivo è di 427.954 Euro. Saldo che, se L’Organo straordinario di liquidità non si affretterà a fare il rendiconto finanziario, aumenterà fino a 927.954 Euro grazie alla seconda rata del contributo statale. “Da ora - ha affermato il sindaco Salvatore Greco - possiamo guardare al futuro del nostro Comune con uno stato d’animo diverso che ci consente di programmare la crescita e organizzare azioni dirette a godere del nostro territorio. Sicuramente sarà un futuro migliore di quello che abbiamo dovuto affrontare in questi cinque anni che ci farà guardare agli anni a venire con un’altra

prospettiva”. Quello di Ingegneria&Appalti è apparso subito un affare poco conveniente per l’ente e così nel 2008 ne fu stabilito lo scioglimento. Da lì a poco ne nacque un contenzioso che l’ente riuscì a vincere senza però poter riavere indietro gli impianti (che la società continuò a gestire fino a giugno dell’anno scorso). La questione del dissesto finanziario di Santa Venerina arrivò anche sui tavoli dell’Anci e dell’Ifel di Roma. Il sindaco Greco in prima persona si adoperò affinché gli enti potessero dotarsi di una anticipazione di liquidità da parte dello Stato. Raggiunto lo scopo Santa Venerina (e tanti altri comuni d’Italia) ricevette un anticipo consistente grazie al quale l’Organo straordinario di liquidazione utilizzò la somma utile per estinguere tutti i debiti. Nel luglio del 2017 il sindaco ha presentato un

esposto alla Tenenza della Guardia di Finanza di Acireale in cui è stato evidenziato che i costi di investimento e di gestione indicati nel piano economico del project financing sembrano non trovare riscontro nei bilanci della ditta. Domenico Strano


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.