La voce dell'jonio (26 luglio 2015) numero LVIII anno 7

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Anno LVIII - N. 7

Domenica, 26 luglio 2015

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L’intercettazione “gialla”

Periodico cattolico fondato da Orazio Vecchio

INTERVISTA

ACIREALE

Crocetta va giudicato non strumentalizzato La storia della mafia ci ha insegnato a essere cauti nell’approccio alle piccole come alle grandi notizie, soprattutto quelle scandalose e, comunque, clamorose. Il fatto. Notizie come quella, di pochi giorni fa, che vuole il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, non reagire in alcun modo, al telefono, quando il suo amico e medico personale, Matteo Tutino, pronuncia un auspicio, che suona come una sentenza di morte: Lucia Borsellino va fermata, come suo padre. La notizia è stata anticipata con un servizio di agenzia e poi pubblicata su “L’Espresso”: quel colloquio sarebbe registrato e figurerebbe tra gli atti di una inchiesta condotta dalla Procura della Repubblica di Palermo. Ora: Tutino si trova in carcere da qualche mese, con accuse pesanti relative a truffe nella sanità siciliana in un’inchiesta che puzza di mafia; Lucia Borsellino, figlia del magistrato Paolo, ammazzato dalla mafia, si è dimessa qualche settimana fa dalla carica di assessore proprio perché non riusciva più a respirare aria pulita. Le reazioni. Innanzitutto Crocetta, amareggiato e confuso (molto confuso), ha dichiarato di non avere mai sentito quella frase “assassina”; Tutino ha negato decisamente di averla mai pronunciata; i due giornalisti autori dell’inchiesta, da parte loro, hanno confermato di avere sentito la registrazione di quella intercettazione; la loro posizione è stata corroborata prima dal caporedattore del settimanale e poi dal direttore. La Procura della repubblica ha smentito più volte che, agli atti delle inchieste che sta conducendo, ci sia quell’intercettazione. Il mondo politico, da alcune delle più alte cariche dello Stato ai responsabili dei partiti politici ad ogni livello, si è detto scandalizzato e quasi non si è diviso; quasi tutti si sono scagliati contro Crocetta e ne hanno chiesto le dimissioni. Il Giallo. Così il caso è diventato un giallo, anche con tinte fosche. Che inquieta come tutti i fatti di mafia che non risultano chiari dall’inizio. Non considerando le dichiarazioni di Tutino e Crocetta, che sono parte in causa, ci sono posizioni diverse e anche contrastanti, ma tutte degne di considerazione e rispetto, e quindi di credibilità, già solo perché provengono da persone, giornalisti da una parte e magistrati dall’altra, assolutamente, come si dice, degne di fede. Il commento. Fino a quando non sarà messa in chiaro la posizione del presidente della Regione, noi non lo condanneremo (per questa vicenda) e non ne chiederemo le dimissioni; ma osserviamo che, comunque, Crocetta debba ragionare sull’opportunità di mantenere relazioni, professionali ed amichevoli, con un personaggio come Tutino, anche se al momento è sotto accusa e non condannato. L’operato di Crocetta, depurato da questa bruttissima vicenda e dalle strumentalizzazioni politiche di parte, va analizzato e giudicato sul piano squisitamente politico-amministrativo per rispondere alla domanda: la sua esperienza alla guida della Regione deve proseguire o va interrotta? Dir

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Viaggio nell’imponente palazzo dei Fiorini di via S. Carlo che ospitò lo scienziato Sartorius Gabriella Puleo

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“L’approdo della carità” La terza “Festa del mare” a Riposto all’insegna del dialogo interreligioso

Il complesso “I Titani” di Santa Venerina si racconta alle porte del Festival di Miscarello

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Quote

DIOCESI - 1

Domenico Strano

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Pina Maccherone

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Diocesi Rilanciata in grande stile l’esperienza degli oratori, che coinvolge piccoli, giovani e grandi

“Tutti a tavola” con il Grest Confronti aperti e profondi sui temi dell’alimentazione Come ogni estate, subito dopo la chiusura delle scuole aprono i battenti gli oratori estivi, pronti a coinvolgere bambini e adolescenti, nelle attività del Grest, acronimo di “Gruppo Estivo”. Un contesto fatto di giochi, canti, bans, ma anche comunione e preghiera, in cui imparare il valore dello stare insieme e il rispetto per l’altro, che ha di certo segnato le vacanze scolastiche di generazioni di bambini. Punto di riferimento per le famiglie e veri luoghi di socializzazione, gli oratori estivi non potrebbero esistere senza l’impegno dei Monica Trovato (continua e Speciale a pag. 5

ACIREALE Due coniugi lasciano per testamento alla Diocesi la loro villa di San Giovanni Bosco

“Fatene una casa per malati bisognosi” Nell’ambito della festa di San Camillo, nel cortile della “Casa sollievo della sofferenza” di Acireale, ha avuto luogo una serata dedicata alla presentazione di un eccezionale progetto di una casa di accoglienza per persone abbandonate e malati, valorizzandocosì una villa donata con nobiltà d’animo dai coniugi Salvatore e Rosa Garozzo, morti senza figli. Il camilliano fratel Vincenzo ha commentato in proposito: “Aiutateci a realizzare il sogno dei due sposi”. Attraverso un video si constata l’ampiezza della villa sita in località San Giovanni

INTERVISTA

Bosco, la raffinatezza architettonica del fabbricato nuovo con una spaziosa terrazza e al centro una cisterna e di quello antico, an-

Parla mons. Pavone nell’imminente vigilia del 70°di sacerdozio “S. Pietro sempre con me” Domenico Strano

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ch’esso interessante. Fratel Carlo parla del “privilegio” della conoscenza di Salvatore a 93 anni, lucido e determinato nel suo volere, ispirato nel cuore dal Signore: attraverso i canali della Provvidenza, il sogno della casa d’accoglienza, in memoria della moglie Rosa Maugeri, morta nel 2010, potrà realizzarsi. Nel testamento aperto dopo la morte, la volontà del donatore è chiara Anna Bella (continua a pag. 2)

ACIREALE

DIOCESI - 2

85 catechisti a Milo da venti parrocchie per seguire il corso “L’annuncio della fede” Santa Bella

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All’Ipab Santonoceto solenne inaugurazione del busto di J.M. Escrivà fondatore dell’Opus Dei Nino De Maria

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DIOCESI Giubileo: insediata la commissione

”Che sia tempo di grazia” A seguito della decisione del Santo Padre Francesco di indire il Giubileo Straordinario della Misericordia che sarà celebrato dall’otto dicembre 2015 al 20 novembre 2016, il Vescovo della Diocesi di Acireale, S.E. Mons. Antonino Raspanti ha costituito Mons. Giombanco un Comitato Diocesano per la programmazione di un percorso pastorale comunitario e l’organizzazione di iniziative volte a coinvolgere i fedeli della nostra Laura Pugliatti (continua a pag. 2)


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In Seconda

26 luglio 2015

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DIMORE ACESI - 3 L’elegante Palazzo Fiorini domina la via San Carlo tra due chiese

Jonio

UNIVERSITÀ Discusse due tesi singolari

Dove fu ospite lo scienziato Sartorius E la recita delle “corna” Il centro storico di Acireale è un susseguirsi di nobili palazzi, uno di questi è palazzo Fiorini in via San Carlo al civico 11. La via prende il nome dal Barone Calì di San Carlo, proprietario di una casa sita nello stesso luogo dove oggi vi è palazzo Fiorini, l’unica che occupa nel centro storico un isolato circondato dalle vie San Carlo, San Biagio e Fiorini, con ingresso principale in via San Carlo. Un illustre personaggio fu ospitato dal barone, lo scienziato tedesco Wolfgang Sartorius, autore della prima carta topografica dell’Etna. Lungo il percorso si possono ammirare altri importanti edifici come palazzo Geremia, l’ala laterale del palazzo del barone Musumeci e casa Barbagallo, con un maestoso portale scolpito in pietra lavica. La zona che va dalla chiesa di San Domenico alla chiesa di San Giuseppe si trova su un costone di pietra lavica, e quindi la costruzione dei palazzi su questa arteria non dovette essere impresa facile. La famiglia Fiorini, il cui stemma gentilizio raffigura un leone rampante con un fiore in bocca, sovrastato da tre stelle e una corona, segno che il titolo è stato concesso dal re e non dal Papa, è uno dei casati siciliani più antichi. Originari della Toscana, si trasferirono in Sicilia intorno al XVIII secolo, stabilendosi a Bronte. Alcuni membri della famiglia si trasferirono in seguito ad Acireale, mentre il ramo dei Fiorini di Bronte dopo qualche tempo si estinse per mancanza di eredi. Il cavaliere Martino Fiorini appartenente al ramo della famiglia che si trasferì nella nostra città, acquistò la costruzione di proprietà del barone Calì che si trovava lungo la via San Carlo, ed è su questo luogo che tra fine ‘800 e inizi ‘900 costruì il palazzo che oggi possiamo ammirare, non solo esternamente ma anche al suo interno. Il piano nobile negli anni recenti, attraverso una accurata ristrutturazione, è ritornato al suo splendore e oggi è visitabile. Per il visitatore è una piacevole esperienza culturale - storica, che permette di conoscere come viveva una famiglia nobile agli inizi del secolo scorso. Le stanze di rappresentanza si susseguono a stanze più intime e raccolte, sfarzoso e opulento nella sua bellezza il salone giallo, più raccolta la stanza della musica. Tutte le stanze presentano volte dipinte con la tecnica del “trompe l’oeil” (inganna l’occhio) con prevalenza di motivi floreali; queste si affacciano su una grande terrazza panoramica con vista sui tetti e cupole delle chiese del centro storico. Segue la stanza da pranzo con vista su via San Carlo e la chiesa di San Domenico, originale la presenza di un passavivande a ruota che permetteva ai domestici di ser-

vire le pietanze nella sala senza passare dalla cucina, il tavolo, sontuosamente apparecchiato, è impreziosito da porcellane e cristalli con il monogramma della famiglia. La famiglia possedeva grandi proprietà, e molti proventi derivavano dalla produzione e vendita del vino, ed è per questo che i palazzi dell’epoca sono conosciuti anche come “palazzi del vino” perché costruiti con i proventi di questa fiorente attività. Il barone Fiorini per il suo palazzo chiamò l’ingegnere e architetto Filadelfo Fichera, uno dei più famosi dell’epoca a Catania. Laureatosi al politecnico di Napoli, il Fichera fu autore di importanti opere nella sua città come il progetto di realizzazione nel 1877 del Giardino Bellini, la villa del duca Trigona di Misterbianco ubicata in viale regina Margherita – piazza Roma a Catania e l’ospizio per ciechi “Ardizzone Gioeni” completato nel 1911 dal figlio Francesco e inaugurato dai reali d’Italia. Ritornando al palazzo Fiorini, di grande pregio i dipinti della dimora affidati all’artista Alfonso Orabona, di origini napoletane ma attivo a Catania. Probabilmente i dipinti non vennero eseguiti in un solo arco di tempo ma a più riprese, infatti lo stile tra le varie stanze si differenzia un po’,

anche se è il liberty a prevalere in generale. Agli appartamenti del primo piano e del piano nobile si accede tramite una scala monumentale in marmo bianco, illuminata da un grande lucernario. Pregevole la ringhiera in ferro battuto e i decori alle pareti in stile pompeiano. Il cavaliere Martino Fiorini (nato ad Acireale il 9 dicembre 1836 e deceduto il 14 aprile 1931) viene ricordato dalla sua città non solo come sindaco, carica che ricoprì dal 1893 al 1895 ma anche come uomo magnanimo e generoso, infatti fu grazie alla sua generosità che i frati del convento di San Biagio poterono ritornare ad abitare il monastero, dopo le leggi eversive del 7 luglio 1866 e 15 agosto 1867 quando furono costretti a lasciare i luoghi religiosi. Grazie alla sua generosità i monaci, dopo circa 60 anni, rientrarono nel loro convento il 22 agosto 1895. Martino Fiorini ebbe 7 figli, alcuni si sposarono, altri no. Tra di essi il canonico della Basilica dei Santi Pietro e Paolo, che abitò il piano nobile insieme ad altri membri della famiglia. Oggi gli attuali proprietari discendenti del cavaliere Martino continuano ad abitare il primo piano del palazzo mentre il piano nobile è visitabile su prenotazione. Gabriella Puleo

RIPOSTO La tassista di Milano ospite del Rotary Giarre - Riviera jonica

Caterina rende felici i bambini malati Con il suo taxi stravagante e pieno di pupazzi, Caterina Bellandi, è stata accolta nel piazzale antistante il salone del circolo velico Marina di Riposto, ospite del Rotary club di Giarre riviera jonico-etnea. A incontrarla è stata una festa dei bambini che in tanti, accompagnati dai genitori, hanno voluto fare una foto con lei, accanto al suo Taxi “Milano 25” o chiederle un autografo. Il lavoro di Caterina Bellandi è quello di rendere felici i bambini, soprattutto quelli più provati dalle difficoltà che vanno a curarsi all’ospedale pediatrico Meyer di Firenze. La sua scelta di vita è frutto di una consapevolezza: anche lei ha sperimentato la perdita del suo compagno, che faceva il tassista, e ha preso il suo posto, guidando a Firenze il taxi che lui guidava, il “Milano 25”. Un altro incontro che le ha cambiato la vita è stato quello con una bambina, salita sul suo taxi, triste dopo aver perso il suo fratellino. Da qui la scelta che l’ha resa “ma-

dre di un progetto che dà vita”. Ad accoglierla al Rotary il presidente Francesco Macarone e il dott. Paolo Bonaccorso, socio del Club che la conosce e l’ha portata in Sicilia. L’incontro memorabile si è concluso con la consegna da parte del presidente Macarone a Caterina di un’offerta a sostegno di un suo progetto per la realizzazione di uno speciale camper per accompagnare i bambini al mare..

Il candidato Salvatore Luciano Orazio Fichera poliedrico attore, presentatore e giornalista acese, è stato proclamato con lode, dal Presidente della Commissione di Laurea il Prof Vincenzo Perciavalle, dottore in Scienze e Tecniche Psicologiche, discutendo una tesi sperimentale dal titolo ““Lo stato biopsicologico dell’attore e aspetti della personalità””. Salvo ha scelto un argomento originale e poco approfondito dalla letteratura scientifica. Egli è andato ad indagare gli aspetti psicobiologici e comportamentali che spingono un soggetto ad intraprendere la professione dell’attore e di come questi possano condizionare la sua professione fra l’altro ha indagato se e come lo stress ed ansia possano influire sulla personalità dell’attore. Hanno preso parte alla ricerca molti attori professionisti e non. Una collega di Salvo, Stefania Cupperi, discuteva proprio lo stesso giorno una tesi dal titolo “Aspetti psico-biologici dell’infedeltà”, i due colleghi confrontandosi e dialogando hanno deciso di proporre alla Commissione un pezzo inedito scritto dal Professore Ettore Spada dal titolo “Cinquanta sfumature di corna”. Il Presidente ha accordato la richiesta dei candidati ed ha concesso, alla fine della discussione della dissertazione di laurea, a Salvo di recitare lo scritto. Coppola in testa e tono siculo e Salvo inizia a recitare: << Si fa presto a dire cornuto. Cornuto può andare bene ovunque in Italia, non a Catania. Il catanese, popolo raffinato ed esigente, pretende di più. A Catania si può dunque essere cunnuto, cunnuteddhu, cunnutazzu; cunnutuni, cunnuto e cuntentu, cunnuto appruvato, cunnutu di azioni, cunnutu vulunteri, cunnuto pacinziusu, cunnuto e mazziatu, cunnuteddhu nicu-nicu, gran cunnutu, grandissimu cunnutu, pezzu di cunnutu, gran pezzu di cunnutu. E ancora: cunnutu tu e cu non tu rici,

dalla prima dell’

Jonio

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Giubileo in Diocesi commissione in attività Chiesa particolare in questo tempo di grazia, di conversione e di rinnovamento spirituale. I membri del comitato sono: mons. Guglielmo Giombanco, Vicario Generale, Presidente del Comitato; Don Carmelo Sciuto, Direttore dell’Ufficio per la pastorale della catechesi e dell’educazione cristiana; Don Roberto Strano, Direttore dell’Ufficio per la pastorale liturgica; Don Stefano Presti, Direttore dell’Ufficio per la pastorale dello sport, turismo, pellegrinaggi e tempo libero; Fra’ Lorenzo Ficano, rappresentante del Segretariato diocesano della Vita consacrata e la Dott.ssa Barbara Sgroi, Presidente della Consulta per l’Apostolato dei Laici, Segretaria del Comitato. Il comitato si è riunito giorno 17 luglio per iniziare la fase di programmazione e definire i punti di maggior rilievo del cammino pastorale. Mons. Guglielmo Giombanco ha illustrato quello che è emerso in questo primo incontro “Una proposta significativa è innanzitutto la precisazione che questo anno giubilare, non deve essere soltanto un anno celebrativo, ma un tempo di grazia dove veramente la Misericordia diventa testimonianza dell’amore, della vicinanza di Dio nei confronti delle persone che soffrono, che vivono situazioni di disagio o di sofferenza. Si punterà a riscoprire le opere della misericordia corporale proprio per tradurre concretamente la misericordia nella carità, attraverso l’accoglienza, la visita agli ammalati, ai carcerati, la vicinanza a persone che vivono disagio, stranieri o uomini e donne segnati da sofferenze.

Come Chiesa abbiamo pensato di recuperare la dimensione dell’ascolto con un orizzonte più vasto teso ad ascoltare tutte e persone che hanno bisogno di incontrare il cuore di Dio che manifesta il suo amore; la Misericordia è l’incontro tra la miseria, la povertà, la fragilità che l’uomo porta in sé e il cuore di Dio che comporta atteggiamento di rinascita alla vita nuova, di possibilità di iniziare un nuovo cammino. Tra le iniziative che proporremo ci saranno i pellegrinaggi nelle chiese individuate dal vescovo che per ora sono la Basilica Cattedrale come segno di unità della diocesi e due luoghi particolarmente significativi per l’attività ministeriale del sacramento della confessione: i santuari mariani di Vena e di Valverde. Verranno proposte alcune catechesi in sintonia con le indicazioni che nasceranno dal convegno ecclesiale di Firenze, Saranno coinvolti anche in questa programmazione gli uffici che esprimono una particolare sensibilità riferita alla Misericordia, la Caritas, gli uffici per la pastorale per la salute e per le famiglie. Per quanto riguarda la dimensione dell’annuncio sarà proposta la lectio divina nei tempi forti di Avvento e Quaresima e attraverso la lettura biblica si affronterà il tema del perdono non solo dal punto di vista psichico, ma anche sociale, per proporre un modello d’uomo diverso, unificato con se stesso e capace di unificarsi e confrontarsi con gli altri. Particolare attenzione sarà riservata al sacramento della riconciliazione; i sacerdoti, nelle parrocchie favoriranno l’avvicinamento al sacramento del perdono. Ci proponiamo di vivere la riconciliazione attraverso gesti concreti in tutte quelle situazioni dove è coinvolto l’uomo con le sue risor-

se ma anche con le sue difficoltà, con le sue ferite per poterle alleviare e così mettere in risalto la vicinanza di Dio che segue con amore misericordioso i passi di ogni uomo”.

Laura Pugliatti

Donata casa per malati

Il progetto prevede di rendere abitabile il primo stabile nuovo, poi quello antico, lottizzando i diversi lavori. Fratel Carlo presenta la nipote dei Garozzo, prof. Maria Grazia Zappalà: insieme si sono recati dal vescovo, mons. Antonino Raspanti. Infine, cita altre realizzazioni “volute da Dio”, quali “La casa della speranza”, con sette anni di vita, e “La tenda”. La conversazione della prof. Maria Grazia Zappalà, abitante a 250 metri dalla villa, verte sul rapporto con gli zii, “suoi secondi genitori e ritenuta da essi come figlia “, rievoca con nostalgia tanti ricordi: il matrimonio nella chiesa di Santa Maria Ammalati, nel luogo nativo di Rosa, mentre lo zio, brigadiere della polizia stradale a Gela, dal cuore buono e generoso, era di Balatelle; la loro fedeltà alla Messa festiva; il desiderio irrealizzato della zia d’avere un bimbo, cosa che le arrecò grande sofferenza; il pianto dello zio per sei mesi per la morte della moglie, donna dolce e sempre sorridente. Dopo il congedo di Salvatore, l’acquisto della villa adeguatamente ristrutturata, dove i coniugi vissero circa 40 anni. La prof..ssa Zappalà promette collaborazione nella realizzazione dell’opera, nella quale si ipotizza di ricavare 18 vani più servizi. Anna Bella

cunnutu tu e cu ti vesti a matina, cunnutu e sbirru, o meglio: cunnutu, sbirru e carrabbineri a cavallu e, senza appello, cunnutu ca non si autrhu. Nei casi più gravi si può altresì essere: cunnutu chiù di na pignata di vaccareddhi. La cosa può talvolta coinvolgere la famiglia: cunnutu di to opà, ovvero, se la cosa fosse ereditaria, cunnutu tu e to opà, se non addirittura cunnutu di razza e cunnutu tu e tutta a to razza. A volte sono le circostanze a decidere il nostro destino, ecco quindi che ci sono i cornuti condizionati: cunnutu cu si ni penti, cunnutu cu ci criri, cunnutu cu s’arricacca, cunnutu chi butta la spazzatura (scritta vista su un muro a Picanello, come deterrente alla discarica selvaggia). C’è pure il caso in cui ci si chiede: ma allura u cunnutu sugnu ju? Ed anche: e chi mi rissi cunnutu? Talvolta senza necessariamente averne la vocazione si può addivintari n’cunnutu. Ù Chi fosse incline all’autolesionismo potrebbe anche decidere di sirrarisi ‘nconnu (in tal modo, per ogni evenienza, ne rimarrebbe comunque uno integro). Da non dimenticare chi è costantemente a rischio corna per via della professione, uno per tutti: abbittrhu cunnutu. Talvolta viene addirittura notato con stupore ed incredulità che ad uno particolarmente sveglio, ci mancunu i conna, come se fosse obbligatorio averle, le corna. A chi invece le ha particolarmente sviluppate può capitare ca ci ‘mpinciunu i conna, mentre sembra che le simpatiche appendici non siano esenti da fastidiose infiammazioni se è vero che a qualcuno ci manciunu i conna. A sottolineare la palese ossessione del popolo catanese sull’argomento corna, la tradizione ci ha tramandato in materia una serie di buoni consigli e detti proverbiali. Cominciamo dai buoni consigli: fatti fari i conna, o per chi volesse essere più specifico e precisino, fatti fari i conna a Jaci; dato però che ad ogni consiglio spesso ne corrisponde uno diametralmente opposto, non mancherà chi affettuosamente ti consiglierà: fatti rumpiri i conna, o chi addirittura si offrirà personalmente per erogare il servizio: ti rumpu i conna. Finiamo con i detti proverbiali: megghiu cunnutu ca fissa; u voi ci rissi cunnutu o sceccu; fatti cunnutu ca a pacenzia ti veni; pi n’cunnutu ci voli n’cunnutu e menzu; u cunnutu o so paisi, u fissa unni va; cu nasci gilusu mori cunnutu; cu campa pava e cu mori è cunnutu; megghiu mottu ca cunnutu. >>. Possiamo quindi concludere con una piccola riflessione, le “corna” possono avere molte interpretazioni…forse l’unica vera realtà è: saperci ridere sopra e, non prendersi troppo sul serio!!!


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Cultura e Spettacolo

Jonio

26 luglio 2015

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DIOCESI Ultimato il complesso restauro degli affreschi di Paolo e Alessandro Vasta e di Matteo Ragunisi

Si riapre il 22 il Santuario di Loreto Quello di Maria SS. di Loreto, situato su una collinetta di Acireale nord- ovest ai piedi dell’Etna, è un Santuario molto frequentato, con una storia suggestiva. Nel 1553 l’eremita fra’Giovanni Maccarrone, acquistato il terreno, vi costruì una cappelletta, dedicata alla Vergine di Loreto; i boschi circostanti erano ricettacolo di briganti, ma essa diventò luogo di preghiera per quanti passavano di là, specie per motivi di commercio con il territorio messinese. L’eremita successivamente s’ispirò alla casa di Nazaret nella marchigiana Loreto, per riprodurla con le relative dimensioni, così la cappella si trasformò in chiesa. Nel 1626 fra’ Giovanni morì. La chiesa di Maria SS. di Loreto, nota nella Sicilia orientale, fu elevata a Santuario. Nel 1669, in seguito all’eruzione dell’Etna, gli acesi si rivolsero alla Madonna di Loreto, per ottenere protezione. In varie occasioni, vennero organizzate processioni dalla matrice di Acireale al Santuario; da segnalare quella del gennaio 1693, dopo il

terribile terremoto, che provocò un migliaio di vittime. Anche il Santuario subì danni, con il crollo della primitiva cappella, mentre rimase intatta la parte aggiunta sul modello della Casa di Nazaret. Nel 1738, l’eremita frate Rosario Campione di Acireale, fondatore dopo pochi anni dell’eremo di Sant’Anna, vi soggiornò per un paio di anni. Fondata la diocesi, il primo vescovo di Acireale, l’agrigentino Gerlando Maria Genuardi, devoto al Santuario, volle che le sue ossa riposassero lì: austero il monumento funebre. Il vescovo Ferdinando Cento, nel 1925, prima di andar via da Acireale, donò al Santuario la statua della cosiddetta “Madonna nera”, copia della Madonna Lauretana. Il prof. P. Vincenzo Sozzi visse presso il Santuario, per tanti anni fino alla morte nel 1961: un busto, opera del parroco D’Urso, è posto nel giardinetto antistante la chiesa. Del recente restauro degli affreschi settecenteschi di Paolo Vasta, del figlio Alessandro, e di

Recensioni “QuadAlmanacco”, un testo prezioso per le scuole per l’infanzia di Riposto

Matteo Ragunisi,parliamo con il parroco don Giampaolo Bonanno. “Nel marzo 2014 comincia il restauro che si è concluso in questi giorni .- ci spiega - Martedì 28 luglio ci sarà la riapertura ufficiale del Santuario, alla presenza del vescovo mons. Antonino Raspanti, delle autorità civili e della Sovrintendenza ai Beni culturali. Il Centro Regionale di Restauro ha effettuato degli studi sugli affreschi del Santuario. Abbiamo ottenuto il finanziamento dai fondi europei di sviluppo re-

gionale di Sicilia 2007- 2013.” - Nella gara d’appalto, quale ditta vinse? -“La ditta modenese “Alchimia”, che in subappalto coinvolse l’impresa di restauro di Davide Rigaglia di Castiglione di Sicilia; direttrice dei lavori, la dott. Carmela Cappa.” I parrocchiani Giovanni Sciacca e Lucia Giuffrida aggiungono che, a spese della parrocchia, sono stati eseguiti lavori di protezione dall’umidità e la sistemazione del tetto. Anna Bella

VALVERDE Alfio Stefano Di Mauro sulla poesia dialettale nel Catanese tra le due guerre

Guglielmino, voce poetica più alta Nella biblioteca comunale “G. Fava” di Valverde, la locale Pro Loco, con il patrocinio del Comune, ha organizzato una conferenza dal tema: “Catania letteraria tra le due guerre: la poesia dialettale”. A relazionare è stato il prof. Alfio Stefano Di Mauro, già cultore di Storia medievale presso l’Università degli studi di Catania e docente di Lettere nei licei, il quale si è soffermato a descrivere l’ambiente letterario catanese tra otto e novecento. In questo periodo nella zona etnea fiorirono diverse pubblicazioni dedicate esclusivamente alla poesia dialettale; anche alcuni letterati di chiara fama scrivevano liriche in vernacolo: Mario Rapisardi, Vitaliano Brancati, Nino Martoglio e Francesco Guglielmino (1872-1956), il quale, a giudizio della critica, ha rappresentato la voce poetica più alta. Illustre classicista nativo di Aci Catena, schivo di ambizioni accademiche e poeta della quotidianità, egli faceva parte dell’élite intellettuale del tempo. La sua figura di docente ed educatore è stata tratteggiata attraverso una serie di simpatici aneddoti, frutto dei ricordi di Michele Pricoco, Vitaliano Brancati (suo allievo), Santo Mazzarino, Leonardo Sciaccia e dello stesso prof. Di Mauro.

Dalla sua raccolta più famosa di poesia in vernacolo “Ciuri di strada” (edita nel 1922 e successivamente più volte ristampata) il prof. Di Mauro ha letto alcune liriche che esprimono la carica di vitalità e simpatia del personaggio, rispecchiandone la personalità di uomo sensibile, ricco di quella humanitas forgiata da una solida formazione classica. Ad introdurre la piacevole conversazione sono stati il sindaco di Valverde, prof. Rosario D’Agata, il presidente della Pro Loco, Mario Tosto, e il responsabile della biblioteca, dott. Nunzio Lizzio, che ha presentato il qualificato relatore ai numerosi intervenuti. Questo incontro culturale – il secondo dopo la presentazione nello scorso mese di aprile del libro “Se il

grano muore” del prof. Alfonso Sciacca, preside emerito del liceo classico “Gulli e Pennisi” di Acireale - si inserisce tra le attività di promozione culturale che la biblioteca comunale intende organizzare nell’ambito del progetto ministeriale, della durata di diciotto mesi e finanziato direttamente dal governo nazionale, che prevede per la Biblioteca comunale anche un piano di accrescimento del patrimonio librario, mentre per il vicino museo delle conchiglie, ospitato presso villa Cosentino (di proprietà del Comune e gestito dalla Pro Loco valverdese, responsabile il dott. Andrea Lo Bue) sono previsti interventi di ammodernamenti e opere di restauro dei locali e dell’ampia sala conferenze. Il presidente della Pro Loco Tosto, coadiuvato dal vice Angelo Strano, e l’amministrazione comunale di Valverde, retta dal sindaco prof. Rosario D’Agata con l’assessore alla cultura e al turismo avv. Luigi Torrisi, sono concordi nel riconoscere il notevole slancio positivo derivante da questi fondi stanziati dal governo per la promozione delle politiche culturali. Guido Leonardi

Si va molto lontano se conosciamo bene le nostre radici, viviamo il presente con più consapevolezza proiettandoci verso un futuro più cosciente. Ecco perché il “QuadAlmanacco” è un testo prezioso per i bambini della scuola per l’infanzia del comune di Riposto. Le scuole coinvolte al progetto: Riposto tra Etna e lo Jonio sono : il plesso Immacolata, il plesso Manzoni, il plesso, Marano, il plesso Quasimodo ed il plesso Walt Disney, quest’ultimo nome calza a pennello con le coreografie fantasiose del QuadAlmanacco. L’avventura è nata nell’anno scolastico del 2009/2010, dove con un progetto “Riposto: tra l’Etna e lo Jonio” inizia una serie di almanacchi che dura ormai da ben cinque anni, uno per ogni anno scolastico. Varie sono state le fonti d’informazione dei piccoli alunni sapientemente guidati dal corpo docente, sono spaziate tra ricerche in seno a pubblicazioni di appassionati storici del paese che di esso hanno pubblicato in libri e riviste; sia dalla tradizione tramandata con le parole, dai cittadini e dai nonni del luogo che ricordano e rivivono i momenti delle antiche tradizioni con certosina pazienza e passione. Ovviamente il linguaggio del testo è a misura di bambino quindi semplice, colorato e fresco, ricco di entusiasmo, come solo i bambini sanno fare. I temi predominanti sono “U mari e a Muntagna”! D’altra parte non poteva essere altrimenti vista e considerata la posizione geografica di Riposto, perla di terra, incastonata, per l’appunto, tra lo Jonio e il superbo Etna. Il quadAlmanacco racchiude in se tutti i 5 libri degli anni precedenti ma, con un ulteriore arricchimento, che va dalla pagina introduttiva a mò di storia, dove tre bambini diversi tra di loro per tipologia di razza ma, accomunati da un unico denominatore, la “fanciullezza” si ritrovano, quasi per caso, in un gioco che li appassionerà e li proietterà in un mondo reale e fantastico nello stesso tempo. La scoperta di usi, costumi, tradizioni del paese in cui vivono, interagendo anche con alcune ricette del loro paese natale che arricchiscono il libro. I bimbi, imparano ad essere cittadini del mondo e a “depennare” la parola “diversità” dal loro vocabolario, in un contesto scolastico e sociale dove la parola multietnico è, ormai, di uso comune e la convivenza con altri popoli fa parte della quotidianità. Un plauso al dirigente scolastico Cinthia D’Anna che ha creduto nel progetto, all’insegnante Tina Franco che ha ideato e coordinato l’iniziativa, al corpo docente, ai piccoli alunni e a tutti coloro che hanno dato con il loro grande cuore tutte le informazioni necessarie per poter effettuare le ricerche sulle tradizioni del paese di Riposto. Ovviamente ci rivedremo al prossimo “Almanacco” e dintorni. Agata Sava

ACIREALE Fa un salto di qualità l’ottava edizione del Premio letterario conclusosi con una serata condotta da Elena Ronsisvalle e Mario Garozzo

”Poeta per caso”, una intensa kermesse di cultura e spettacolo E’ giunta a conclusione l’VIII edizione del premio letterario nazionale “Poeta per caso” organizzato dall’associazione di volontariato “Cristo nuova speranza” e dal centro culturale “Don Francesco D’Urso”. Due serate che hanno animato l’anfiteatro della villa Belvedere di Acireale, due incontri dedicati all’arte, alla musica e alla poesia, con un grande numero di partecipanti provenienti da tutta Italia. La serata presentata dal giornalista Mario Garozzo e dall’attrice e cantante Elena Ronsisvalle ha visto una grande affluenza di pubblico che ha potuto applaudire i vincitori delle varie categorie e anche ospiti illustri che si sono avvicendati sul palco. I primi ad essere premiati i vincitori nella sezione A “Poesia in lingua italiana”. Per la scuola primaria Ines Giada Naceto con la poesia “I sentimenti dell’anima” e per la scuola secondaria di secondo grado Riccardo Giabbani con la poesia “Magari un giorno”. Momento molto atteso dal pubblico il riconoscimento all’attore Enrico Guarneri, premio speciale per l’arte. Come sempre l’attore ha catturato con la sua travolgente simpatia e le sue esilaranti battute comiche tutti i presenti; a seguire un momento di poesia e musica con la poetessa Maria Grazia Falsone e il tenore Carmelo Panebianco accompagnato dal

pianista Andrea Strazzulla. Premio speciale per il suo impegno umanitario al dottore Fabrizio Pulvirenti medico di emergency, colpito durante il suo soggiorno in Africa dal virus “ebola” e miracolosamente guarito. Premio per la letteratura e il giornalismo al dottore Giuseppe Di Fazio responsabile del notiziario politico e delle pagine di cultura del quotidiano “La Sicilia”, docente di “Storia e tecniche del giornalismo” alla facoltà di Lettere dell’ate-

neo catanese, è anche autore di numerosi saggi sulla storia contemporanea e sul mondo dell’informazione. Infine premio speciale per l’editoria culturale alla casa editrice Brancato. Bel momento di spettacolo l’intervento dell’attrice acese Loredana Marino che ha presentato tre brani del suo cd con brani in lingua siciliana di cui è autrice. Altri premiati per la categoria poesia in lingua italiana sezione scuola secondaria di primo grado Federica Lo Presti con la poesia “Sentimenti”, scuola secondaria di secondo grado Riccardo Giabbani con “Magari un giorno”, per la sezione giovani Stefania Fichera con “Prigioniera di un’era”. Nella sezione adulti vincitrice è stata Rosaria Pezzino con la poesia “Rintocchi di silenzi” mentre per la categoria poesia in lingua siciliana la vincitrice è stata Giusi Baglieri con “Cercu”. Infine, premiata Aurora Castro vincitrice nella categoria racconti in lingua italiana con il suo racconto dal titolo “Il volo”. E’ auspicabile che la poesia, l’arte e la cultura in ogni sua espressione possano essere sempre motivo di crescita personale e sociale. Un plauso agli organizzatori che hanno realizzato questa importante manifestazione che è un atteso appuntamento per conoscere e scoprire nuovi talenti. Gabriella Puleo


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INTERVISTA Franco Feminò e Orazio Catanzaro parlano dello storico gruppo musicale di Santa Venerina

Passione da “Titani” per la musica

Due chitarre, un basso, una batteria e una tastiera accompagnati da una voce. Il tutto rigorosamente live. Questi sono “I Titani”, il cui nome s’ispira alla mitologia greca e significa “produrre uno sforzo”, “tendere in alto”. Ed è proprio parlando di una fatica che inizia la nostra conversazione con alcuni esponenti storici del gruppo: “Esibirsi dal vivo, senza alcuna base, è una bella fatica ma abbiamo voluto conservare questa peculiarità perché la musica è un’arte da far vivere e non da esibire”, sostengono Franco Feminò e Orazio Catanzaro. I Titani nascono a Santa Venerina negli anni settanta grazie alla voglia di fare musica di una comitiva di amici: “La passione per la musica ci ha spinti a unirci. Ci siamo ispirati ai Pooh. La prima batteria ci costò qualcosa come 20 mila lire e i tamburi erano ricoperti da pelle di capra. Altri tempi!”. Chiedo a Franco e Orazio quali erano nella loro giovinezza i luoghi privilegiati dove ascoltare la musica: “Noi non aspettavamo altro che la festa del paese perché vi accorrevano alcuni gruppi musicali. In una di queste è nata l’idea di costituirci. Naturalmente una volta non essen-

doci internet gli unici canali a disposizione erano la televisione e la radio. Senza dubbio il programma per eccellenza era il Festival di Sanremo”.

Dagli anni ’70 a oggi nel gruppo si sono alternati diversi elementi e le loro performance sono state apprezzate in diverse manifestazioni in tutta la provincia e non solo. Franco Feminò, Orazio Catanzaro, Antonio Miano, Rosario Russo, Carmelo Giuffrida e Salvo Pappalardo sono i nomi storici che hanno costituito il nucleo originale. Oggi ne fanno parte, oltre a Franco Feminò (basso) e Orazio Catanzaro (batteria), Vittorio Carini e Giovanni Privitera (chitarra), Damiano Catanzaro (tastiera e effetti speciali), Cinzia Bonaccorso (voce) e Paola Arato (vocalist). Per i piccoli gruppi e le associazioni locali

di voci nuove di Miscarello” in programma quest’anno sabato 8 agosto presso la panoramica piazza della borgata del comune di Giarre. “Si tratta di una storica manifestazione cui noi abbiamo più volte partecipato. Quest’anno ci saremo come direzione musicale e come gruppo ma esibendoci fuori gara” affermano Franco e Orazio che mi lasciamo con questo invito: “Partecipate al Festival di Miscarello. Aria fresca e buona musica vi aspettano”. Domenico Strano

puntualmente si presenta un’incombenza da assolvere: la Siae. “Non mettiamo in dubbio la necessità di usufruire di questo servizio – affermano i due musicisti – per la tutela degli autori ed editori” ma non sempre i costi sono supportabili e “finiscono per essere bastone tra le ruote per gli organizzatori e quei gruppi che vivono di spettacoli di piazza”. Insieme discutiamo che anche la musica è parte integrante della cultura e che essa non può rappresentare un lusso: “Perché non prevedere esenzioni o agevolazioni particolari per le piccole associazioni locali? Dobbiamo promuovere la cultura non condizionarla”. Questo l’appello di Franco e Orazio che aggiungono: “Abbiamo portato avanti la nostra passione per la musica senza alcun introito, anzi rimettendoci di tasca nostra. Ma pensiamo che la musica non abbia prezzo”. Già, la musica non ha prezzo. Infondo, come recita il proverbio, “nes- Prima e dopo il 25° suno ha mai Festival di Miscarello ulteriopagato il contenuto di seguiranno ri servizi sulla noun libro ma la stampa”. stra edizione on line Da tre anni I Titani www.vdj.it coordinano il “Festival

STAZZO L’8 agosto in piazza Mantova la trentesima edizione della kermesse canora più attesa nella frazione

Sulla rampa di lancio il “Festival della Vela d’oro”

Mancano poco più di due settimane all’appuntamento estivo più atteso di Stazzo, frazione a mare di Acireale: il “Festival della Vela d’oro”. Le selezioni per la XXX edizione sono in pieno svolgimento, la kermesse canora si terrà l’8 agosto in Piazza Mantova. L’età minima di partecipazione è 15 anni compiuti e le iscrizioni sono già aperte e possono essere effettuate direttamente sul sito web “www.laveladoro.it”. I concorrenti avranno a disposizione un’orchestra di 25 elementi dal vivo e saranno giudicati da una giuria composta da esperti del settore tra cui produttori discografici. Sono previste targhe di partecipazione per tutti i partecipanti, mentre ai primi 3 classificati andranno i premi più prestigiosi tra cui la produzione di un brano inedito completo di arrangiamento e testo, la realizzazione di 100 compact disc e la distribuzione del brano online sul digital store Zimbalam; seguono poi la realizzazione del video clip e del sito internet dell’artista. Il vincitore del festival, inoltre, in caso di accettazione del premio, potrà sottoscrivere un “Contratto Discografico di Opzione” della durata di un anno. Il regolamento completo della manifestazione è presente sul sito e prevede diversi punti tra cui quelli necessari per la corretta partecipazione e iscrizione alla gara. La squadra che si occupa del festival è composta come sempre dal presidente Nunzio Torrisi, dal direttore artistico Delfo Raciti, segue il direttore

d’orchestra Angelo Spina, la segretaria artistica Letizia Tomarchio e l’autore e compositore Pierluigi Napoli. L’idea e l’effettiva realizzazione del festival avvengono negli anni ‘70 e da allora, nonostante diverse pause, riprende nel 2000 quando subisce un rinnovamento con l’inserimento di brani inediti e la partecipazione di giovani cantanti dai 15 ai 30 anni provenienti da diverse città d’Italia e continua ancora oggi. L’associazione culturale “La Vela d’oro”, fondata nel 2002 per organizzare e sostenere il festival, ha l’obiettivo di far trovare l’entusiasmo nei confronti della musica in quanto in essa si trovano successo e risorse finanziarie. Ogni anno arricchiscono la manifestazione ospiti d’onore come, per citarne alcuni, Anna Tatangelo, Cecilia Gayle, Davide Simone Vinci, Carlo Kaneba, Enrico Guarneri. Il festival è un effettivo trampolino di lancio per chi è davvero interessato a farsi notare dalle grandi major e dai maggiori produttori discografici; il cantautore catanese Graziano Lobianco col singolo “Gocce” ha partecipato lo scorso febbraio a “Sanremo Doc”, e Clelia Granata la vincitrice del 2014 ha partecipato al programma di Rai 2 “The Voice of Italy”. Per informazioni sulla manifestazione è possibile contattare l’organizzazione anche attraverso l’indirizzo email info@laveladoro.it. Salvatore Calabretta


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RADUNO DIOCESANO Oltre mille a San Giovanni Montebello per vivere una giornata di amicizia, svago e preghiera

Un movimento in continua crescita Più di un migliaio tra bambini, ragazzi e adolescenti, hanno affollato la villa di San Giovanni Montebello per prendere parte al Raduno diocesano degli oratori estivi. Un appuntamento ormai consueto che ancora una volta ha riunito i giovani partecipanti dei Gr.Est. organizzati dalle diverse parrocchie della Diocesi di Acireale. Un’intera giornata di giochi, laboratori, musica e divertimento, ma soprattutto di comunione e preghiera. A prendere parte al raduno, reso tra l’altro possibile grazie all’intervento dei numerosi animatori volontari che hanno intrattenuto i ragazzi, garantito la sicurezza e organizzato i momenti di gioco e quelli di evangelizzazione, anche monsignor Guglielmo Giombanco, vicario della diocesi, e don Riccardo Pascolini, presidente del Foi- Forum oratori italiani. Il premio intitolato a monsignor Arista ed istituito dal Co.or.d.a. - Coordinamento oratori diocesi di Acireale - come riconoscimento per chi si è distinto nell’amore per i più piccoli, è andato quest’anno a don Santo Leonardi, parroco della chiesa del Sacro Cuore di Gesù di Randazzo, per aver da sempre supportato le attività oratoriali e in rappresentanza dei tanti giovani sacerdoti che operano nel territorio diocesano. Ancora una volta sono state le carismatiche figure di Don Bosco e San Filippo Neri a fare da filo conduttore di que-

sto evento diocesano, giunto ormai alla sua tredicesima edizione, lasciandosi alle spalle, molto lavoro, tanto impegno e un lungo percorso di crescita, come ci racconta Anna Maria Belfiore, del Co.or.d.a.: “Sicuramente l’attività del coordinamento ha avuto un’evoluzione considerevole e positiva. Dalle poche parrocchie che inizialmente partecipavano alle nostre attività, adesso sono ben 32 gli oratori che fanno parte dell’associazione. Significativa è anche la presa di coscienza da parte degli animatori dell’importante ruolo educativo che essi ricoprono, e quindi il loro impegno nella formazione. Abbiamo il supporto del nostro vescovo che ben conosce il valore delle attività oratoriali, collaboriamo con la Pastorale Giovanile e si è aperto il confronto con l’Azione Cattolica. All’inizio eravamo in pochi a portare avanti le attività del coordinamento, adesso ci siamo moltiplicati. C’è la presenza dei seminaristi e dei giovani sacerdoti che in oratorio si sono formati. Il nostro è stato un percorso lungo più di dieci anni, ma adesso i bambini aspettano con entusiasmo il raduno, tra gli animatori dei diversi gruppi è nato il confronto e si è instaurato un forte giro di relazioni. Insomma è un sogno che si realizza. Noi continuiamo a lavorare ma è bello vedere questa collaborazione e dare a questi ragazzi una piazza su cui esprimersi”.

PARROCI Le testimonianze di don Stefano e don Santo

TUTTI A TAVOLA

Pagina a cura di Monica Trovato

Nei Grest d’impronta ecclesiale si prende spunto dai temi dell’”Expo 2015”e ci si confronta sull’alimentazione

(continua dalla prima pagina) tanti sacerdoti che credono in questa attività, non solo come un semplice servizio alla comunità, ma come una vera scommessa educativa, e considerano le attività ricreative l’occasione per far sì che i giovani possano davvero vivere la parrocchia. Essenziale anche l’aiuto dei tanti animatori volontari che dedicano tempo e attenzione ai più piccoli, rendendo di fatto possibile l’organizzazione e la gestione dei gruppi estivi e sposando la causa della testimonianza e della gratuità. Considerando quanto la tradizione oratoriale sia particolarmente sentita sul territorio diocesano, abbiamo cercato di conoscere meglio queste realtà, ascoltando le parole di chi si spende per riuscire a dare ai ragazzi un luogo in cui ricevere attenzioni e uno spazio in cui esprimersi. Decine infatti le parrocchie e le strutture ecclesiastiche che organizzano attività e laboratori in occasione della stagione estiva, e che, com’ è consuetudine da tredici anni a questa parte, si sono riunite in occasione del Raduno degli oratori organizzato dal Co.or.d.a.- Coordinamento Oratori Diocesi di Acireale. I Grest della comunità ecclesiale si sono confrontati quest’anno sul tema del cibo, scegliendo come guida e riferimento un sussidio dal titolo Tutti a tavola, che ha voluto richiamare il grande evento Expo e usare la metafora dell’oratorio come tavola imbandita, ovviamente di un nutrimento cristiano e spirituale e di buone relazioni. Relazioni di amicizia e comunione che sono state ancora una volta l’obiettivo di un’esperienza diocesana di condivisione, un’intera giornata di gioco e riflessione, che ha confermando la collaborazione e l’interscambio tra le diverse realtà oratoriali, e l’impegno del Co.or.d.a. nella guida e nella formazione degli animatori, volontari che ricoprono un ruolo di grande responsabilità e svolgono un’importante funzione educativa.

ANIMATORI Cosa dicono Angela, Giorgia e Morena

“Valide esperienze di comunità” “Un’attività che ci fa felici” Sono circa 40 le parrocchie e le strutture religiose del territorio diocesano che anche quest’anno hanno aperto le porte a giovani e giovanissimi, impegnandoli nelle tante attività dell’oratorio estivo, svolgendo così un vero e proprio servizio sociale e rappresentando un punto di riferimento e un luogo di aggregazione in contesti territoriali che spesso poco spazio e poche attenzioni dedicano ad adolescenti e bambini. Chiuse le scuole, le famiglie affidano sempre più spesso i figli alle comunità parrocchiali, e così tra partite di pallone e pallavolo, tra canti, balli e recite, tra giochi ad acqua e gite fuori porta, sotto gli occhi attenti dei parroci, animatori e volenterosi genitori che partecipano alle attività, i ragazzi si trovano a crescere in un ambiente sano e protetto, imparando il rispetto e il confronto. Nella parrocchia di Santa Maria delle Grazie, alla periferia sud di Acireale, il Gr.est. ha una storia lunga più di vent’anni. La chiesa diviene luogo di gioco e socializzazione, cercando di rispondere alle esigenze dei ragazzi della zona e colmando le carenze del territorio. Sono soprattutto le attività sportive a dare l’opportunità di stare insieme, di vivere la parrocchia: “Ho tanto lottato per portare avanti le attività oratoriali - racconta don Stefano Presti- e non solo nel periodo estivo ma tutto l’anno. Recentemente ci sono riuscito. Da qualche mese le porte dell’oratorio sono sempre aperte per i ragazzi. Abbiamo avviato nuove attività e grazie alle strutture sportive e alla collaborazione con il C.S.I. abbiamo anche

costituito la nostra squadra di calcio”. Il gruppo estivo, diventa così esperienza di continuità con le attività invernali, i giovani della parrocchia, crescendo, si dedicano all’animazione, le famiglie si interessano e partecipano, facendo davvero dell’oratorio un luogo in cui dedicare tempo e attenzioni ai più giovani: “Il nostro compito - continua don Presti- è quello di capire le esigenze dei ragazzi, appellarci alle loro coscienze, ascoltare la voce di quello che hanno dentro e su tutto questo lavorare”. Per una storica tradizione parrocchiale che cresce e si consolida, altre comunità portano avanti con successo un percorso educativo intrapreso più di recente: “E’ il terzo anno che nella parrocchia del Sacro Cuore di Gesù di Randazzo organizziamo delle attività ricreative - ci racconta don Santo Leonardi - “Ovviamente il nostro Gr.est. si distingue dagli altri gruppi estivi organizzati in città perché per noi la finalità è quella di trasmettere, attraverso il gioco e l’intrattenimento, un messaggio evangelico. Quest’anno abbiamo avuto una significativa adesione da parte dei parrocchiani. Sono ben 130 i bambini che partecipano alle attività e abbiamo più di 75 animatori volontari. E’ stata una bella sfida e continua ad esserlo, perché l’oratorio estivo non dev’essere un’esperienza limitata ad una stagione, ma un percorso che abbia un suo seguito, come punto di riferimento per le famiglie e soprattutto come crescita umana e cristiana dei più piccoli”.

In certi casi sono giovanissimi e alla prima esperienza, in altri hanno alle spalle anni di attività nel mondo del volontariato e dell’associazionismo. Dedicano con entusiasmo il loro tempo libero ai più piccoli e rappresentano i pilastri dell’oratorio. Sono i numerosissimi volontari senza il cui supporto sarebbe impossibile gestire le attività di un Grest e seguire decine di bambini. Vivono spesso quest’esperienza come una missione e sono pronti ad accogliere tutti e a fare della parrocchia un vero luogo di integrazione, un contesto in cui ciò che davvero conta è lo stare insieme. “Faccio l’animatrice da ben 12 anni - ci racconta Angela Strano della parrocchia Maria Santissima Immacolata di Fiumefreddo – Ho iniziato come aiuto-animatore e adesso sono responsabile dell’oratorio. L’organizzazione delle attività ricreative e dei momenti di preghiera è molto cambiata nel tempo. Inizialmente ci riunivamo nelle diverse chiesette del paese, ma adesso abbiamo costituito un unico grande gruppo. Siamo più di cento, così numerosi da dover organizzare la serata conclusiva alla villa comunale. Gli animatori sono una trentina, con un’età compresa tra i 16 e i 40 anni. Cerchiamo di essere un punto di riferimento nel territorio e accogliamo tutti indistintamente, anche i bambini evangelici e musulmani che fanno parte della comunità. Siamo felici del nostro lavoro e del riscontro che abbiamo avuto, non solo tra i ragazzi ma anche nelle famiglie che partecipano alle attività e condividono lo spirito del nostro lavoro. E’ importante che i genitori capiscano che

un Grest parrocchiale non funziona come un baby parking”. Anche il Gruppo Estivo di Acitrezza, come ci spiega un’animatrice della parrocchia di San Giovanni Battista, Giorgia Scapellato, è portato avanti dal lavoro di venti volontari, alcuni davvero giovanissimi, che ogni giorno seguono le attività e i laboratori che coinvolgono bambini e adolescenti: “Spesso i ragazzi li prendiamo con noi da piccolini, li vediamo crescere, e continuano a fare parte del gruppo anche successivamente, dedicandosi all’animazione. Per noi è una vocazione aiutare i ragazzi, cerchiamo di farlo sempre, non solo nei mesi estivi. Ogni domenica apriamo l’oratorio e ci occupiamo dei più piccoli, anche dei bambini di nazionalità e religioni diverse”. Un’ attività di volontariato vissuta come una missione educativa per Morena Patti, giovane mamma che assieme alle catechiste, agli educatori di Azione Cattolica e ad alcuni animatori volontari ha quest’anno organizzato a San Giovanni Montebello l’oratorio estivo: “Scopriremo strada facendo dove ci porterà questa nuova avventura. E’ la nostra prima esperienza nell’organizzazione di un Grest, ma non volevano lasciare i ragazzi senza un punto di riferimento e un luogo in cui trascorrere parte di queste vacanze. Volevamo organizzare delle attività che unissero il gioco al messaggio cristiano. Per me inoltre è stata una grande emozione dedicare tempo ai bambini e portare con me mio figlio, vederlo crescere lì dove io sono cresciuta, imparare gli stessi valori”.


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INTERVISTA A pochi giorni dal 70° di sacerdozio parla a cuore aperto il prete che fu per oltre 40 anni arciprete di Riposto

Don Stefano Pavone: “San Pietro sempre con me” Intervista alla superiora del monastero delle Visitandine di Acireale

SUOR MARGHERITA: “INNANZITUTTO LA PREGHIERA” Ricordiamo tutti il siciliano Giorgio La Pira, politico di grande valore, cristiano esemplare, sindaco di Firenze per diversi anni; sua è la definizione:” I religiosi di clausura sono parafulmini della società”. Ad Acireale, il monastero di clausura della Visitazione ha novant’anni di vita: la fondazione della congregazione religiosa femminile è del XVII secolo, ad opera di santa Giovanna de Chantal e di san Francesco di Sales. Il colloquio con la Madre Superiora, suor Margherita Avola, è improntato a semplicità. - Chi ideò la fondazione di questo monastero? “ Il primo vescovo di Acireale, mons. Gerlando Maria Genuardi, ma per la realizzazione sorsero varie difficoltà. Il Venerabile Giovanbattista Arista, secondo vescovo, continuò a lavorare, scrisse una lettera pastorale per la diocesi, ma morì nel 1920. Con il terzo vescovo, mons. Ferdinando Cento, il 4 maggio 1926, fu posta la prima pietra.” - Da chi fu finanziata la costruzione del maestoso monastero? “Terreno e suppellettili furono dati da Pietro Carpinato, padre di due visitandine. La sorella del Venerabile Arista, Giacinta, vendette il suo palazzo, per finanziare l’opera. Altre offerte furono date da molte persone.” - Le prime suore da dove e quando vennero? “Dal monastero di Reggio Calabria, il 18 giugno 1925; furono ricevute da mons. Cento; alloggiate nel palazzo di Pietro Carpinato.” - In Sicilia esistevano altri monasteri, dello stesso ordine? “Sì, quello molto antico di Palermo. Il monastero di Rosolini nacque dopo e le prime suore vennero mandate da Acireale.” - Nel passato, si dice che erano molte le suore. “E’ vero, raggiunsero il numero di quarantaquattro.” - Oggi quante siete? Qualcuna non è italiana ? “Siamo sette, di cui due ruandesi, una professa e una novizia.” - Come si svolge la giornata di una visitandina? “Alzata, alle 5,45. La giornata è scandita dalla recita delle Ore dell’Ufficio. Alle 6,30 si va in coro per l’orazione, una meditazione di ciascuna per conto proprio. Seguono la santa Messa, la recita di Lodi e Terza dell’Ora media. Dopo la colazione, ogni suora si dedica al proprio compito, che serve per tutta la comunità. Dopo l’Ora sesta, alle dodici, il pranzo; poi riordino della cucina, ricreazione fino all’1,45. Visita al Santissimo, riposo per mezz’ora, esecuzione del compito assegnato. Alle 15,45, lettura spirituale, privatamente: vita di Santi, articoli dell’Osservatore Romano. Inoltre, recita di Nona e santo Rosario. Segue la formazione permanente comunitaria, cioé letture che ci interessano. Vespro e orazione personale. E’ rispettato il silenzio. Dopo la cena, ricreazione; nelle feste qualche recita. Alle 21,15, recita di Compieta. Riposo, ciascuna nella propria cella.” - E se non si riesce a dormire, per insonnia? - “Lettura, preghiera...” Anna Bella

Seduto dinanzi a un televisore con un paio di cuffie mentre è attento a seguire “Quel che passa il convento”, un noto programma di Tv2000. È l’immagine che ho al mio arrivo di mons. Stefano Pavone, uno dei “sacerdoti secolari” che abbiamo intervistato alla vigilia di un evento eccezionale: i settant’anni di vita sacerdotale. Nonostante i suoi novantasei anni, che ne fanno uno dei preti più longevi della nostra diocesi, padre Stefano non esita a rispondere alle nostre domande e lo fa sprigionando dalle sue labbra un timido sorriso. Inizia la nostra conversazione e ci avverte subito di parlare forte e adagio. Prima di risponderci si sofferma a pensare e dopo un attimo ecco che si liberano dalla sua bocca pensieri corti ma profondi. Poggiata sul suo tavolino troviamo l’immagine di San Pietro a cui egli è sempre stato devoto. Padre Stefano Pavone nasce a Riposto l’8 aprile 1919. Dopo l’ordinazione sacerdotale, avvenuta il 29 luglio 1945 sotto il vescovo mons. Salvatore Russo, è stato vice parroco a Riposto e Mascali, parroco per 13 anni a Fondachello e poi parroco della basilica matrice di San Pietro in Riposto per oltre 40 anni. Ora padre Stefano dimora a Villa delle Rose, un elegante dimora per anziani

della cittadina marina. Padre Stefano, quello dei settantenni è un bel traguardo non crede? “Se il Signore mi darà la grazia e la forza di arrivarci sarò felice di festeggiarlo. Mi rimetto sempre alla volontà di Dio e lo lodo e lo ringrazio per tutto quello che mi ha dato nella mia lunga vita sacerdotale” Ci racconti com’ è nata la sua vocazione. “Un po’ come tra due persone che si amano. Frequentavo la chiesa sin da piccolo e poi da gio-

vane l’Azione cattolica. Così mi sono innamorato di Cristo e ho sentito la chiamata del Signore. Oggi sono felice di essere sacerdote nonostante i miei limiti” Cosa pensa quando si sofferma sull’immagine di San Pietro? “Ho sempre davanti ai miei occhi questa imma-

ginetta. Ricordo quando venne fatta come se fosse l’altro ieri. La mia devozione continua verso questo santo eccezionale che fu direttamente accanto al Maestro nostro Signore. Ora allo stesso modo lui è accanto a me. Ma non è la stessa cosa”. Cos’è la fede? “Un sentimento senza il quale non riusciamo a vivere o viviamo male. A una condizione però: che facciamo sempre la volontà del Padre che è nei cieli. Con il battesimo entriamo nella fede in Cristo: è lì che cominciamo ad avere la fede” Segue Papa Francesco in televisione? “Certo. È un grande Papa. Sono meravigliato dalla sua energia che non conosce limiti. Mi ha colpito il fatto che ha indetto il Giubileo della Misericordia. Il mondo oggi ha tanto bisogno di immergersi nella vasca della misericordia di Dio!”. Il prossimo 29 luglio presso la basilica matrice di San Pietro a Riposto il vescovo mons. Antonino Raspanti alla presenza dei sacerdoti della città presiederà la Santa Messa in occasione del settantesimo di ordinazione sacerdotale di mons. Stefano Pavone. A lui rivolgiamo sinceri auguri per questo santo giorno. Domenico Strano Domenico Strano

RIPOSTO La terza edizione della “Festa del mare” diocesana

Santa Venera: ecco la “Festa barocca” Vescovo e imam “Migranti ospiti, non stranieri” Reale Cappella, una donna vicepresidente “L’Approdo della carità”. Questo il tema che ha caratterizzato la terza edizione della “Festa del mare” svoltasi il 15 luglio scorso nel porto turistico dell’Etna di Riposto. L’evento è stato promosso dall’Ufficio diocesano Migrantes (settore Stella Maris), retto da don Marcello Zappalà, e quest’anno ha visto coinvolti per la prima volta gli Uffici diocesani per la Pastorale Giovanile, Ecumenismo e Caritas. I lunghi viaggi affrontati dai migranti, le loro sofferenze e i pericoli cui vanno incontro: anche il tema proposto per la terza edizione segue quelli proposti dalle scorse edizioni “Sulla barca della fede” e “Sbarchiamo la speranza”. Fede, Speranza, Carità, sono state ampiamente citate da mons. Domenico Mogavero nel suo intervento rivolto ai presenti a attraverso il quale i presenti sono stati sollecitati a riflettere sulla parabola del buon samaritano: “Un uomo attento non solo all’aiuto immediato del mal capitato ma pronto a prendersene cura anche dopo”, ha detto il vescovo di Mazara del Vallo, delegato C.E.Si per le Migrazioni e per la Carità. Alle sue parole ha fatto eco l’intervento dell’imam di Catania Kheit Adelhafid che ha ricordato all’assemblea una realtà presente tra le popolazioni etiope di lingua Tigre: non esiste la parola “straniero” ma semplicemente “ospite”. “Questa iniziativa è servita anche per promuovere il dialogo interreligioso ascoltando l’altra faccia della medaglia. Oggi l’Isis fa paura e noi la vogliamo affrontare entrando in dialogo con la parte buona dell’Islam”, ha affermato don Marcello Zappalà. Momento culminante della serata è stato l’arrivo sul palco della Madonna di Loreto portata a spalla dai giovani della Diocesi. Si tratta della stessa effigie che sarà portata dagli italiani insieme alla croce di San Damiano alla prossima GMG 2016 di Cracovia. Pina Maccherone

Si è svolta nella sala giunta del Palazzo del Turismo di Acireale la conferenza di presentazione dell’imminente “Festa barocca” in onore della santa patrona della città e della diocesi. Erano presenti il sindaco ing. Roberto Barbagallo, il presidente del consiglio comunale dott. Rosario Raneri, il sac. can. Roberto Strano, parroco della Basilica Cattedrale, cappellano della Reale Cappella Santa Venera, nonché assistente spirituale del circolo Santa Venera, il presidente dello stesso Circolo dott. Maurizio Massimino e il presidente della Reale Cappella Fabio Grippaldi. Il sindaco Barbagallo ha sottolineato come, nonostante le difficoltà economiche che rendono improbo il compito di provvedere all’organizzazione, occorra creare ottimismo. La festa, infatti, momento religioso

ACIREALE Cerimonia di commiato e ringraziamento per 4 insegnanti

”Paolo Vasta”: in congedo De Maria, Fichera, Spina e Colomba L’Istituto Comprensivo “Paolo Vasta” di Acireale ha salutato i docenti che con l’inizio del prossimo anno scolastico andranno in pensione. Si tratta di quattro professori di scuola media: due di lettere, Antonio De Maria e Maria Fichera; una di sostegno, Grazia Spina; ed una di matematica, Giuseppina Colomba, che però negli ultimi anni ha effettuato attività di sostegno (quest’ultima assente perché fuori sede). A conclusione dell’ultima riunione del Collegio docenti si è tenuta infatti una breve ma significativa cerimonia, nel corso della quale la dirigente scolastica Tina Di Vincenzo, dopo l’esecuzione dell’Inno di Mameli, ha sot-

tolineato l’importanza della funzione docente e l’impegno con cui i suddetti insegnanti hanno saputo portare avanti ed esaltare tale funzione, durante la loro carriera. Anche l’ex preside Rosario Musmeci ha ribadito la professionalità e la dedizione per il loro lavoro dei quattro pensionandi, tracciando anche – com’egli è solito fare in queste occasioni – un breve profilo per ognuno di loro, a mo’ di “panegirico”. Dopo gli applausi e la commozione, è seguito un momento di convivialità nella palestra della stessa scuola, a cui hanno partecipato pure i parenti e gli ex colleghi dei neo-pensionati.

incastonato nel cartellone delle manifestazioni estive cittadine, costituisce un momento che la lunga tradizione ha reso irrinunciabile. A tal proposito, il can. Roberto Strano evidenziava come la festa debba costituire espressione di una indispensabile completa sinergia nell’organizzazione, e si propone come profonda esperienza di fede nella memoria di un martirio che, pur risalente ai primi secoli dell’era cristiana e nonostante la assoluta carenza di documentazione che possa attestare la certa esistenza della Santa in vita, continua ancor oggi ad essere pienamente significativo alla luce delle attuali forme di ‘martirio’ che, pur diverse dal sacrificio fisico, continuano a caratterizzare la vita umana. Fabio Grippaldi, presidente della Deputazione della Reale Cappella, nel cui direttivo è presente per la prima volta dopo quattrocento anni una donna, con la carica di vice presidente, Paola Bonaccorsi, evidenziava come le difficoltà economiche non possano cancellare una tradizione ormai consolidata, che vede la città e Santa Venera unite in un binomio inscindibile. E’ innegabile che, oggi più che nel passato, le feste cittadine assumano un aspetto turistico,

inserite come sono nei ‘pacchetti’ offerti ai visitatori che scelgono quale meta la nostra città. Investire al fine di creare eventi che possano attirare gente non è aspetto trascurabile, in quanto la città necessita di eventi sociali e turistici di stacco dalla quotidianità. La festa assume l’appellativo di ‘barocca’, in quanto a tale periodo storico risalgono molteplici aspetti, quali il fercolo e la tradizione delle ‘corse’ lungo le vie cittadine, le candelore, ecc….. Nel programma dei festeggiamenti non è stato inserito, in quanto se ne è avuta conferma solo ‘in extremis’, il momento dedicato al culto delle comunità ortodosse, presso cui la nostra Santa gode di particolare diffusione. Nel tardo pomeriggio della giornata vigiliare (il 25 luglio), gli ortodossi celebreranno il ‘Vespro’ secondo il proprio rito. Il dott. Maurizio Massimino, interveniva sulle novità che il Circolo presenta nell’ambito del programma dei festeggiamenti: oltre al ritorno della sfilata del Cereo dei Pescivendoli che, fresco di restauro,accompagnerà le processioni delle reliquie di domenica 19 e del venerato busto reliquiario nei giorni 25 e 26, il Circolo propone quale momento inedito lo spettacolo pirotecnico delle ‘fontane danzanti’, che si svolgerà in piazza Duomo nella tarda serata di sabato 25, al rientro della processione del simulacro dal ‘giro popolare’ lungo le vie cittadine. Nando Costarelli


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Chiesa e Società

DIOCESI 85 catechisti di 20 parrocchie hanno partecipato al corso formativo di Milo

Una catechesi più consapevole L’Ufficio Catechistico Diocesano, interrogandosi profondamente sull’efficacia del campo-scuola che si teneva nella nostra diocesi che ormai registrava la partecipazione di pochissime parrocchie, ha deciso di dare una significativa svolta al solito tran-tran proponendo l’attuazione di un “Percorso formativo estivo per catechisti e aspiranti catechisti”, che si è svolto a Milo, nei giorni 13-14-15 luglio. Il corso “inserendosi nel cammino di preparazione al 5° Convegno Ecclesiale di Firenze, intende aiutare i catechisti a conoscere i destinatari del loro servizio educativo; abilitare ad una catechesi in e con la famiglia; favorire l’approccio con le persone disabili”, in particolare con la “sordità”. La risposta dei catechisti ha superato ogni nostra aspettativa: si è protocollata la presenza di ben 85 catechisti, provenienti da 20 parrocchie. Il 1° giorno la relazione del prof. Gaspare Ivan Pitarresi su “Annunciare e testimoniare la fede all’uomo di oggi” ha visto l’uditorio profondamente interessato e coinvolto nella problematica trattata. L’uomo di oggi, sballottato dalle onde di una società liquida, si ritrova senza identità, senza una base, in una comunità anch’essa destabilizzata e, quindi, senza alcun punto di riferimento. Il laboratorio pomeridiano ha consentito ai corsisti di rielaborare

i contenuti, gestirli e applicarli proponendo piccoli accorgimenti per aiutare l’uomo a recuperare la sua identità avvalendosi soprattutto della pedagogia divina fondata sulla relazione, e dello stile del Maestro che non cessa mai di prendersi cura di ogni uomo e della sua fragilità. Il 2° giorno don Carmelo Sciuto, Direttore dell’Ufficio Catechistico Diocesano, ha relazionato su “Narrare e testimoniare la fede in e con la famiglia”. È emersa la necessità di un serio coinvolgimento della famiglia nella catechesi, pena il suo stesso fallimento. La dinamica laboratoriale ha appassionato i catechisti, chiamati in causa per esprimere il proprio giudizio sul comportamento di una catechista coi ragazzi e la relativa componente genitoriale del suo gruppo. Invitati a riesprimere la scena, dopo avere modificato gli errori di relazione, gli operatori hanno dimostrato buona capacità di cogliere gli sbagli nei rapporti esistenziali e di apportare adeguate modifiche. Infine il 3° giorno i coniugi Chiara e Orazio Romeo ci hanno aperto l’orizzonte su come favorire l’approccio con i disabili sensoriali, in particolare con la sordità. A fine lavori, don Carmelo Sciuto, sintetizzando i punti essenziali trattati durante il corso, ha ricavato delle prospettive per il prossimo futuro. Santa Bella

PARROCCHIE Una mostra fotografica la novità della festa patronale a Santa Maria Ammalati

Il racconto di un cammino d’intensa fede lungo150 anni

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Serra Club

Ilneo-presidenteVasta “Dialogo ecumenico” Il 24 giugno si sono insediati, nel Serra Club, il nuovo governatore del Distretto 77, avv. Pasquale Cama, che succede al dott. Cherubino Fiorini, che è stato molto impegnato nella crescita del Distretto e il presidente del gruppo di Acireale, dott. Mario Vasta da Aci Catena, dal quale si attendono novità; past-presidente l’attiva prof. Sara Scuderi. Sul programma da attuare nell’anno sociale 2015- 2016, ascoltiamo il dott. Mario Vasta. -Viviamo una svolta epocale nella Chiesa verso l’abbattimento di secolari barriere.. Pellegrino di pace e di dialogo, a Sarajevo, in Bosnia, dove è in minoranza la chiesa cattolica, Papa Francesco positivamente si è incontrato con musulmani, ebrei, cristiani e altre minoranze religiose – cosa che non fu possibile a Giovanni Paolo II nel 1997. Il Papa ha detto che la pace va costruita sulla giustizia, sull’uguaglianza di tutti i cittadini, a prescindere dall’appartenenza etnica, religiosa e geografica. Nel programma è inserita qualche iniziativa interreligiosa? “In Vaticano, c’è una commissione pontificia permanente, preposta al dialogo interreligioso. So che il Papa ha intenzione di recarsi a Mosca da Cirillo I, per un’intesa tra la Chiesa ortodossa e la cattolica; infatti sono in corso i negoziati. Certo, come serrani, c’è impegno per il dialogo interreligioso. Compatibilmente con il programma del club, potremmo organizzare un incontro con rappresentanti delle tre religioni monoteistiche sull’uguaglianza dei cittadini di fronte alla Legge.” - In vista dello storico incontro di Papa Francesco con la Chiesa Valdese e della sua prima visita di un Pontefice Papa al tempio di Torino, poi effettuata, e della ‘gioiosa sobrietà’ dell’accoglienza preannunciata dal pastore Paolo Ribet, poi effettivamente dimostrata, avevamo chiesto al presidente del Serra Club circa un’eventuale visita a chiese ortodosse e protestanti della nostra diocesi; ed anche l’intenzione o meno di appoggiare iniziative del genere, promosse dal Cappellano del Serra, il vescovo Raspanti. Va bene? “Pienamente d’accordo per la crescita dell’ecumenismo. Sono molto favorevole a iniziative in tal senso; anche il gruppo Serra sarà disponibile, qualora il vescovo Antonino Raspanti ci inviti”. Anna Bella

I festeggiamenti in onore di Maria SS. zioni riguardanti la vita della parrocchia, Salute degli Infermi, patrona di Santa ciò che si possiede sono delle notizie tratMaria degli Ammalati, quest’anno, sono te da un diario in cui il sac. don Mariano caratterizzati da un evento particolare e Vasta trascriveva con costanza la sua vita nuovo, che vede la realizzazione di un atquotidiana ed eventi parrocchiali. tento lavoro svolto da un gruppo di gioUn racconto iniziato a ritroso sfoglianvani che vivono la parrocchia. do quelle immagini di un passato che si Il sentimento che ha guidato la nascita consegna al presente ci conduce a perdi questo evento è quello di far memoria correre l’oggi: un presente ricco di camdi un pezzo di storia e di arte sacra locale biamenti architettonici e culturali che rilungo 150 anni, quella che i nostri padri velano il volto nuovo della nostra chiesa. e noi, abbiamo continuato ad “edificare” Cambiamenti e modifiche che non hanno nel tempo. intaccato la fervida devozione a Maria Il racconto storico che accompagnerà così come traspare dall’intenso programla mostra fotografica nei 9 giorni dei fema della festa. steggiamenti, verrà presentato sabato 1 Difatti, anche quest’anno, il paese viagosto presso la parrocchia alle ore 19, vrà la solenne settimana di preparazione con l’intervento di Mons. Salvatore Conal pontificale del 9 agosto presieduto da soli e del prof. Salvatore Licciardello. Mons. Giuseppe Malandrino e conceleRipercorrere le vie del passato attraverbrato dal nostro parroco don Marcello so i racconti e gli incontri con gli anziaPulvirenti, domenica in cui il simulacro ni, riguardando quelle immagini, mentre della Vergine ripercorrerà le vie del paescorrevano tra le ruvide mani, emozioni e se, quelle stesse antiche vie percorse dai ricordi attraversavano la mente e il cuore nostri padri e consegnate ai passi del nodi chi narrava, dentro la silenziosa tenestro oggi. rezza di chi ascoltava. Una storia che andando a ritroso racGiusy Spina e Letizia Franzone conta la bellezza di un dono consegnato al paese. Dopo il terremoto del 1864 che distrusse la piccola cappelletta adibita al culto, il sac. don Giovanni Pennisi Platania donò parte della sua proprietà per l’edificazione della nuo“Il cielo e la terra, figli miei, sembra che si uniscano laggiù, sulla linea distinti in numerari, soprannumerari e aggregati; ma ci sono anche tantisva chiesa che sorse nel 1865 dell’orizzonte. E invece no, è nei vostri cuori che si fondono davvero, quando simi simpatizzanti. I sacerdoti sono invece riuniti nella “Società Sacerdotale grazie alla fatica e alla devo- vivete santamente la vita ordinaria…”. Sono le parole di Josemarìa Escrivà della Santa Croce”, che fa parte integrante dell’“Opus Dei”. zione degli stessi abitanti. Il 5 de Balaguer, tratte da una sua omelia, riportate nel piedistallo che sorregge La collocazione del busto di san Josemarìa Escrivà all’interno dell’ex colleagosto 1877, Mons. Gerlando il busto del santo sacerdote spagnolo, fondatore dell’“Opus Dei”, che è stato gio “Santonoceto” è stata fortemente voluta dall’avv. Santo Primavera, attuaMaria Genuardi, primo Ve- collocato nel cortile dell’ex collegio “Santonoceto” di Acireale. È il primo se- le presidente dell’Ipab (Istituto di pubblica assistenza e beneficenza) che fa scovo di Acireale, annunciò gno visibile e tangibile del culto di questo santo nella città di Acireale, dove capo proprio alla storica istituzione acese, nonché simpatizzante dell’“Opus”. in Vaticano la costruzione e peraltro è già molto diffuso da tempo, fin da Significativa è stata anche la scelta della data, il 4 la consacrazione della nuova quando, nel 1990, il Santo Padre Giovanni Paolo luglio, pochi giorni dopo la ricorrenza canonica chiesa. Nel 1910 il venerabile II ne dichiarò l’eroicità delle virtù cristiane. Jodella festa di san Josemarìa, che si celebra il 26 Mons. Giovan Battista Arista, semarìa Escrivà è stato poi beatificato nel 1992 giugno. All’inaugurazione del busto era presente vescovo di Acireale, dava l’im- e canonizzato nel 2002, sempre ad opera del il vicario dell’“Opus” per la Sicilia don Salvatore primatur ecclesiastico ad un Papa Giovanni Paolo II. La sua azione principale Amico Roxas, che ha impartito la benedizione libretto di preghiere dedicate è stata la fondazione dell’“Opus Dei” (una “diviinsieme con mons. Salvatore Pappalardo, alla alla SS. Vergine della salute, na ispirazione”), la quale prevede per i cristiani, presenza dell’artista autore dell’opera Mauro offerto alla devozione dei fe- “semplicemente”, la santificazione del proprio laGelardi. Ha fatto seguito una conferenza, all’indeli dall’allora cappellano-cu- voro e delle proprie attività quotidiane. L’“Opus terno della cappella del “Santonoceto”, con la rato sac. Rosario Caltabiano, Dei” non è quindi né una associazione segreta, partecipazione dell’ing. Nino Ortolani, del prof. al fine di ravvivare l’autentica né tantomeno una setta – come ha immaginato Gaetano Lo Castro (esperto di diritto canonico fede in Maria ed essere da Lei qualche scrittore dotato di fervida fantasia – ma ed ecclesiastico), dell’arch. Ciro Lomonte (presiliberati e protetti da ogni male una semplice aggregazione di cristiani che, ispidente dell’associazione “Magistri Maragmae”) e fisico e spirituale. Di alcune randosi ai principi dettati dal santo Josemarìa, dell’avv. Santo Primavera (che ha moderato l’inpreghiere di questo prezioso tendono alla santificazione. E questo vale per contro e fatto gli onori di casa). A conclusione strumento ne beneficiamo an- tutti – ma proprio tutti – i cristiani, indipendenil vescovo di Acireale, mons. Antonino Raspanti, cora oggi, lette in occasione temente dalla loro condizione sociale, culturale ha celebrato una santa messa in onore del santo della festa patronale. o lavorativa. L’“Opus Dei”, già diffusa in tutto il mondo mentre era ancora spagnolo. La chiesa fu elevata a par- in vita il suo fondatore, nel 1982 è stata eretta a “prelatura personale”, cioè Questo busto in onore del fondatore dell’“Opus Dei” costituirà quindi, rocchia il 19 dicembre 1921 come una grande diocesi internazionale e transnazionale con a capo un pro- d’ora in poi, un punto di riferimento per i membri e i simpatizzanti del terdal Vescovo Salvatore Bella prio vescovo (il Prelato), ma i cui membri continuano a far parte della pro- ritorio acese, che già in passato si incontravano sia presso la residenza di nominando come primo par- pria chiesa locale. I centri di aggregazione, anch’essi diffusi in tutto il mondo, Catania, sia, a livello locale, in residenze e studi professionali privati, per peroco il sac. Rosario Vecchio. sono costituiti soprattutto dalle “residenze”, che sono centri di spiritualità, di riodici incontri di spiritualità. Nino De Maria Non molte sono le informa- cultura, di socializzazione, in cui si incontrano periodicamente i membri,

ACIREALE Inaugurata la statua fortemente voluta dal presidente dell’Ipab Santo Primavera

L’”Opus Dei” ha un punto di riferimento al “Santonoceto”


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Cronaca

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TRA CRONACA E POLITICA Il caso del viadotto Himera sulla “A19” pone una serie di riflessioni e interrogativi

Giù la credibilità della classe dirigente Cinquemila chilometri di strade interrotte su ventimila, viadotti che crollano, piloni che si accartocciano, svincoli sbarrati, carreggiate provinciali e comunali impercorribili. In questo contesto il crollo del Viadotto Himera non poteva che rappresentare, agli occhi dei siciliani, anche il “crollo” della credibilità di un’intera classe dirigente. Un sistema infrastrutturale pessimo che per mancanza di progettualità e manutenzione si “sbriciola” sotto i nostri occhi ogni giorno, fatto di strade colabrodo, autostrade inesistenti, manutenzione mai eseguita o, quando eseguita, con tempistiche bibliche. E, se percorrere le strade siciliane è una vera e propria corsa a ostacoli degna dei migliori videogame del genere, l’analisi dei dati relativi ai danni causati dalla malaviabilità siciliana ci raccontano di come le aziende strutturate riescano ad affrontare meglio l’emergenza attraverso l’utilizzo dell’intermodalità navale e ferroviaria (nonostante anche quella sia da migliorare sotto vari punti di vista), mentre le difficoltà maggiori vengono riscontrate sui “padroncini” e sulle aziende medio-piccole che effettuano prevalentemente il trasporto regionale. Oltre all’aumento quotidiano dei tempi di guida e di riposo di circa 2-3 ore, dobbiamo aggiungere un

costo legato ai pedaggi autostradali di circa 80 euro (oggetto dell’esenzione concessa dal Governo), una maggiore usura del mezzo e un aumento dei costi del gasolio, sempre al giorno, di

circa 150 euro in più a mezzo. In alcuni casi la committenza ha tenuto conto dei maggiori costi e delle difficoltà intervenute, ma nella maggioranza dei casi purtroppo non abbiamo registrato la stessa sensibilità anzi in qualche caso abbiamo registrato la perdita delle commesse”. Una situazione che sta creando forti preoccupazioni fra migliaia di lavoratori del settore, in particolare del palermitano e del catanese che hanno risentito particolarmente della problematica legata al crollo del viadotto Himera che in ogni caso è stato percepito dall’intera popolazione siciliana come un colpo mortale per l’intera economia siciliana. Preoccupazione che cresce di giorni in giorno, visto che il tempo continua a trascorrere e dal Governo arrivano solo parole. La nostra più grande preoccupazione è legata ai

tempi di realizzazione della “bretella” di collegamento. Il ministro, intervenuto personalmente sui luoghi dopo il crollo aveva auspicato la costruzione della via alternativa in un termine di tre mesi. Il problema però è legato all’affidamento dei lavori e alle autorizzazioni per poter procedere. Sono già trascorsi oltre due mesi dall’evento e i lavori non sono ancora iniziati. E stiamo comunque parlando di una soluzione “tampone”, una “bretella” di collegamento: non osiamo immaginare i tempi e i costi per la soluzione definitiva del problema causato dal crollo del viadotto Himera”. Che rappresenta solo la punta di un iceberg. In un mare di viadotti che crollano, piloni che si accartocciano, svincoli sbarrati, carreggiate provinciali e comunali impercorribili, incroci che sono diventati un labirinto dove tutti si perdono e si disperano. In Sicilia ci si arrampica sulle montagne, si riscoprono antiche trazzere borboniche, si precipita dalle colline al mare come su un ottovolante. Palermo e Catania non sono mai state così distanti: il tempo medio per coprire il tragitto è di quattro ore di macchina. E i siciliani dovrebbero avere ancora fiducia in una simile classe dirigente? Giovanni Rinzivillo

INTERVISTA

Il neo-sindaco di Milo Alfio Cosentino “Occorre puntare sui prodotti tipici locali”

Alfio Cosentino, geometra, sposato, due figli. Lavora presso la Confederazione italiana agricoltori e si occupa di patronato. Ha iniziato a fare politica nel 1993 come consigliere comunale, in seguito è stato assessore e successivamente ha ricoperto la carica di vicesindaco per sette anni fino al maggio 2012. Si è candidato alla carica di primo cittadino nella competizione elettorale del giugno scorso nella lista “ Uniti per Milo, ottenendo il 55,19 per cento dei consensi elettorali. - Secondo lei, quali sono le priorità per cittadina di Milo ? “ La priorità per la cittadina etnea è migliorare la manutenzione esterna del paese”. - Qual è la situazione economico - finanziaria dell’Ente? “Situazione economica drammatica. Abbiamo molte situazioni debitorie, soprattutto con l’Enel”. - Quali proposte potrebbero essere avanzate per il rilancio economico, sociale e turistico della cittadina di Milo? “Bisogna puntare sulla valorizzazione dei prodotti tipici locali, sull’enogastronomia, sul territorio circostante e sui percorsi naturalistici. Inoltre è necessario formare degli operatori turistici che possano essere punto di sinergia con il territorio”. - Qualche anticipazione sul cartellone estivo “Estate a Milo“? “ Sarà un cartellone all’insegna dell’austerità. Riproporremo il Premio “Angelo Musco” (evento letterario e teatrale ). Il nostro intento è anche quello di creare eventi non solo nell’anfiteatro ma anche nel centro storico. Sarà riconfermata la manifestazione enogastronomica “ViniMilo” che si svolgerà le prime due settimane di settembre “. - Quali opere pubbliche sono previste per Milo ? “Nel comparto delle opere pubbliche completeremo quelle già in fase di esecuzione . Inoltre effettueremo degli interventi di recupero nel centro storico su strutture già esistenti”. - Nel sistema politico nazionale lei in quale area si colloca ? “Io mi colloco nell’area di sinistra”. - Quali provvedimenti intende adottare la sua amministrazione per risolvere l’annosa questione dei precari non stabilizzati dalla precedente amministrazione? “Disponibilità massima ad attivare tutte le procedure per ripristinare e inserire gli otto precari nel bacino regionale”. Giuseppe Russo


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