La Voce num 17

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Anno LV - N. 17

Domenica, 11 novembre 2012

LA Jonio VOCE 1,00

Spedizione in a.p. 45% Autorizz. Dir. Prov. P.T. CT.

Società

dell’

Periodico cattolico fondato da Orazio Vecchio

DIOCESI

MASS MEDIA

Italia ieri e oggi E’ tempo di ricominciare

La storia, si sa, non è maestra. Ma può aiutare molto a fare i conti con il presente e, dunque, con il futuro. Perché ci costringe a riflettere sulla nostra identità. Così non può essere solo un caso se, in una stagione incerta, si percepisce da molte parti un rinnovato interesse per gli anni del dopoguerra, quelli della ricostruzione e del cosiddetto miracolo italiano. Libri, convegni, concorsi scolastici, trasmissioni televisive, il successo reiterato degli eroi padani di taglia paesana creati dalla penna di Giovanni Guareschi, don Camillo, Peppone e il Mondo piccolo. Anche perché è ancora in campo la generazione che quegli anni li ha vissuti, in quegli anni si è formata. Il ricominciare può essere considerato come una metafora della storia nazionale, dei suoi limiti e delle sue potenzialità. Tra questi inizi, emblematico, perché fonda questa Italia che oggi viviamo, è quello avvenuto negli anni del secondo dopoguerra, in cui, alla ripresa della vita civile e democratica, si è accompagnata la ricostruzione economica e sociale, in un quadro in cui permanevano conflitti molto forti, non solo ideologici, ma anche le violenze ereditate dalla guerra appena conclusa, dai totalitarismi sconfitti, quello nazista e fascista, e dal comunismo internazionale. Guardare realisticamente al conflitto, permette di misurarne il superamento, gli inganni, le speranze, il lavoro, le mistificazioni ideologiche e finalmente le buone opere. Il ricominciare per alcuni fu più difficile che per altri, quando mancava il necessario, si masticava la vera miseria. Ma tutto questo confluisce in una molteplicità di risposte, efficaci, creative. Metafora dell’Italia è anche questo confluire, disordinato, conflittuale e creativo, di storie personali, familiari, in un tessuto prima civico, poi sempre più ampio. C’è un ricco deposito di risposte ai bisogni sociali, messo in opera da uomini e donne, da famiglie, che, “dal basso” e “liberamente”, si sono messi assieme e hanno collaborato a costruire la storia del nostro Paese. Successi, ma anche insuccessi, che dimostrano le risorse, una vitalità e una capacità d’intrapresa che, messe alla prova, hanno consentito la ripresa. Con tanto, tanto sacrificio, e molto, molto lavoro. E ci fanno da pungolo. Così come le personalità, figure sobrie, appassionate. Uomini capaci di visione, ma anche di pagare di persona. In questi giorni si è ricordato il cinquantesimo della tragica fine di Enrico Mattei, che questa Italia della ricostruzione e dello sviluppo aveva proiettato in giro per il mondo. Una visione mondiale, fortemente ancorata in Italia, aveva anche un altro protagonista di quegli anni, Adriano Olivetti. Per non parlare di Alcide De Gasperi. Quest’estate, nella ricorrenza della sua scomparsa, molti dei protagonisti del modesto dibattito politico di questi mesi, sembravano rivendicarlo. Molto bene, finalmente. È l’ispirazione giusta per ricominciare davvero. Francesco Bonini

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Il convegno sulla“Primavera ecclesiale” di Mario Cortellese $QQD %HOOD

DIOCESI

In tv pubblicità che fa male e non soltanto ai bambini

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Orazio Maltese

Salvatore Tirendi ordinato sacerdote da mons. Raspanti in Cattedrale

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Oratorio palestra di vita Tornati a pieno ritmo quelli di Calatabiano Mascali e Aciplatani Il caro vecchio Oratorio è tronato di moda, anche se in verità non era mai scomparso in ogni parte d’Italia. Gli è che, nelle grandi città come nei piccoli centri, ci si è accorti, forse anche in conseguenza della grave crisi educativa che attraversa la asocietà, di come sia valido il modello formatico che offre, che poi è quello di San Giovanni Bosco.Anche nella nostra Diocesi si registra un rifiorire degli oratori, come a Mascali, Calatabianmo e Aciplatani, dove è ripresa a pieno ritmo l’attività con ulteriori progetti di rilancio.. Angela Difrancsica, Agata Grasso e Salvatore Trovato (a pag. 5)

CESI Convegno a Enna, Acireale presente

PASTORALE Il documento presentato a Roma dalla Commissione della Cei

Comunicatori cercansi a servizio della Chiesa

Come prepararsi alla famiglia

Laura Pugliatti a pag.

DIOCESI

Mons. Enrico Solmi, presidente della Commissione Episcopale per la famiglia e la vita, ha presentato ad Assisi, venerdì 9 novembre u.s., gli “Orientamenti pastorali sulla preparazione al matrimonio e alla famiglia”. Un documento frutto della collaborazione tra la Commissione Episcopale e il Servizio Nazionale per la pastorale giovanile. Un testo molto ricco, diviso in cinque

ACIREALE

Accolti in Seminario altri quattro giovani GRQ $O¿R 3ULYLWHUD

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capitoli, che offre spunti di riflessione ma anche chiare indicazioni. Sollecitazioni che non riguardano solo i percorsi di preparazione al matrimonio, ma un cammino che coinvolge il soggetto nelle varie fasi del suo sviluppo. Anna Rosaria Gioeni (corresponsabile Ufficio diocesano per la Pastorale della Famiglia)

(continua a pag. 2)

LAVORO

“Nuova Galatea” riveste di verde che poi curerà piazza Cappuccini Dario Liotta

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“Uniti per il futuro” Il presidente Meli “Un aiuto ai giovani per il loro domani” Annamaria Distefano

SOCIETÀ Presentato a Roma il “Dossier Statistico”, appuntamento nel Municipio di Acireale mercoledì 28 novembre

La Caritas ricorda: “I migranti non sono numeri!” Il messaggio che il Dossier Statistico Immigrazione ha scelto per il 2012 è: “Non sono numeri”. Si è voluto così ridare centralità alla dignità degli immigrati in quanto persone, ispirandosi a una riflessione di Papa Benedetto XVI: “Milioni di persone sono coinvolte nel fenomeno delle migrazioni, ma esse non sono numeri! Sono uomini e donne, bambini, giovani e anziani che cercano un luogo dove vivere in pace”. Le migrazioni, un fenomeno inevitabile in un mondo attraversato da crisi politiche ed economiche e segnato dalla diseguale distribuzione della ricchezza, sono senz’altro destinate ad aumentare ancora. L’incidenza media degli immigrati sui residenti europei è del 6,6%; si arriva a 48,9 milioni di persone che fanno dell’UE il principale polo immigratorio al mondo insieme al Nord America. In Italia le domande d’asilo dal

dopoguerra ad oggi è di oltre mezzo milione. In Italia la grave crisi ancora in corso, attestata anche dalla continua delocalizzazione all’estero di diverse attività produttive, tra il 2007 e il 2011 ha provocato la perdita di un milione di posti di lavoro, in parte compensati da 750mila assunzioni di stranieri in settori e mansioni non ambiti dagli italiani. Nell’attuale congiuntura la forza lavoro immigrata continua a svolgere un’utile funzione di supporto al sistema economico-produttivo nazionale per la giovane età, la disponibilità e la flessibilità. Gli immigrati sono concentrati nelle fasce più basse del mercato del lavoro e, ad esempio, mentre tra gli italiani gli operai sono il 40%, la quota sale all’83% tra gli immigrati comunitari e al 90% tra quelli non comunitari. I collaboratori familiari rappresentano la categoria più numerosa tra gli immigrati e costituiscono una risorsa preziosa per un paese in cui ogni anno 90mila persone in più diventano non autosufficienti, dove il bisogno di assistenza aumenterà con il crescente invecchiamento della popolazione autoctona. Pippo Sorrentino (continua a pag. 2)

ASSEMBLEA DIOCESANA

Azione Cattolica: “Date voi stessi da mangiare” La Parrocchia San Paolo di Acireale ha ospitato l’Assemblea di apertura del nuovo anno diocesano dell’Azione Cattolica, il cui tema “Dalla relazione alle relazioni. La crescita dalle fede in Dio per la costruzione di relazioni autentiche tra gli uomini” è stato discusso insieme a mons. Ugo Ughi, vice assistente nazionale dell’A. C. Diversi spunti e riflessioni, ricco il programma delineato. Chiara Principato

(a pag. 4)

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dalla prima Dossier immigrazione

Anche il settore agricolo, scarsamente attrattivo nei confronti degli italiani, per molti immigrati costituisce una prospettiva di inserimento stabile. Altri settori per i quali il contributo degli immigrati continua a risultare fondamentale sono l’edilizia, i trasporti e, in generale, i lavori a forte manovalanza. Un’indagine Istat (luglio 2012) ha posto in evidenza l’esistenza di un atteggiamento ambivalente degli italiani verso gli immigrati: da una parte ritengono che siano troppi, dall’altra riconoscono che sono trattati peggio degli autoctoni, nonostante la loro presenza sia arricchente. In ogni caso, è certo che l’immigrazione continuerà a crescere. Secondo le previsioni sul futuro demografico del paese, nel 2065 la popolazione complessiva (61,3 milioni di residenti) sarà l’esito di una diminuzione degli italiani di 11,5 milioni e di un saldo positivo di 12 milioni delle migrazioni con l’estero. Il Dossier vuole essere un sussidio per conoscere la realtà dell’immigrazione, ma vuole anche sollecitare l’impegno per la promozione umana. È una questione di valori ma anche un dovere di coerenza con la nostra lunga storia di emigrazione che ci ha fatto sperimentare la difficile condizione dell’essere stranieri in un altro paese. Ad Acireale il dossier verrà presentato in Municipio mercoledì 28 novembre alle 18,30. Pippo Sorrentino

Preparazione alla famiglia

In una società attraversata da profonde trasformazioni, che spesso mettono in discussione valori etici e religiosi, si legge negli Orientamenti: «come efficace antidoto alla frammentarietà della vita moderna e all’abitudine di intraprendere relazioni superficiali e strumentali, occorre che sosteniamo [i nostri giovani con] un cammino di crescita, orientato a costruire gradualmente un vero e proprio progetto, che corrisponda sempre più alla scoperta del disegno di Dio su di loro». La pastorale prematrimoniale da sempre è stata un impegno degli Uffici per la pastorale della famiglia, ma il cammino percorso non è sufficiente e necessita dei cambiamenti che rendano più efficace l’azione a favore dei giovani. E’ ormai chiara l’urgenza di una preparazione a tre livelli: remota, prossima e immediata. Remota e prossima, in quanto i «genitori ed educatori sono chiamati a fare rete, proponendo un’educazione alla corporeità e alla sessualità che sia franca, diretta e integrale, evitando rischiose forme di delega». Un accompagnamento e una formazione che non lasci i ragazzi in balia di informazioni spesso non mediate. «È particolarmente utile con ragazzi e adolescenti l’aiuto di operatori della pastorale della comunicazione, che collaborino per proporre occasioni di educazione all’immagine e al linguaggio dei media». La preparazione rivolta alle coppie che hanno già scelto di sposarsi è solo l’ultima tappa, da compiersi almeno un anno prima dalla data della celebrazione. Proporre percorsi validi e ben strutturati, non lasciati ad una progettazione superficiale o a soggetti che non hanno la preparazione adeguata, sono le condizioni necessarie per evitare il fallimento della loro azione. Il documento dedica l’ultimo capitolo ad un aspetto che spesso viene sottovalutato, il post-celebrazione, la coppia non deve essere accompagnata solo al matrimonio, ma affiancata quando deve affrontare tutte quelle problematiche che “colpiscono” i nuovi nuclei. Confrontarsi, con chi vive le stesse difficoltà (primi conflitti nella coppia, procreazione e sterilità, problemi economici, educazione dei figli, ingerenza delle famiglie di origine) o con chi le ha vissute e superate, significa creare una rete di relazioni di supporto che sostengono la coppia e le permettono di dare un senso a quello che vive. Prezioso e indispensabile anche il rapporto sacerdoti-sposi «c’è infatti una custodia e una stima reciproca da sollecitare fra sposi e presbiteri. Non si tratta solo, da parte dei sacerdoti, di aver cura delle giovani famiglie, ma di ricevere da loro stesse luce per la propria identità sacerdotale e nuovi impulsi per un’incisiva laboriosità pastorale. È infatti particolarmente preziosa una coppia di coniugi che, in modo efficace, collabora con il presbitero diventando essa stessa soggetto di evangelizzazione». Dopo la presentazione la fase più delicata è la recezione e l’applicazione delle indicazioni offerte, da affrontare con responsabilità, entusiasmo, impegno e apertura a nuove metodologie, ad un linguaggio adeguato e a strumenti più efficaci. Anna Rosaria Gioeni (corresponsabile Ufficio diocesano per la Pastorale della Famiglia)

In Seconda DIOCESI Il convegno su Cortellese protagonista d’una lunga stagione

La “Primavera ecclesiale” Esperienza unica quella del convegno su Mario Cortellese, con un pubblico d’eccezione; il presidente nazionale Meic, Carlo Cirotto, addita in lui il segnale nuovo, che viene dal laicato. Il vescovo, mons. Antonino Raspanti, gli s’associa nel crearne un modello, l’innovatore della primavera ecclesiale. La dotta conversazione di Massimo Naro della Facoltà teologica di Sicilia su “Christifideles laici” ci immette nella problematica post-conciliare con tutta la carica di attese di rinnovamento: calzante, il richiamo a Giovanni Paolo II, che, nel 1987, firma l’esortazione post-sinodale sui laici: la “vigna” simboleggia la Chiesa e contemporaneamente il mondo, i battezzati nei vari campi della famiglia, della politica, dell’economia, della cultura e delle culture. Negli interventi programmati la figura di Mario Cortellese risalta in tutta la sua magnificenza:vita nella Fuci, nel Meic, nel cammino pastorale diocesano, nella parrocchia, nella scuola, nel giornalismo con oltre 230 articoli, nell’Università Popolare Giuseppe Cristaldi; appropriate citazioni dai suoi scritti.La nipote, Manuela Cortellese, rievoca momenti di comunione con

i nonni Elena e Mario. Nel secondo giorno del Convegno, dopo il saluto della presidente Marinella Sciuto, la parola passa a Giorgio Campanini: con rigore, facendo riferimento a Norberto Bobbio, che in una sua opera propone la tesi del rapporto tra politica e cultura, egemonizzato dal liberalismo e dal marxismo, con evidente scomparsa dei cattolici dalla scena culturale, il professore mette in luce il ruolo determinante degli intellettuali cattolici, provenienti dall’Università Cattolica, nella Democrazia cristiana. Citato il “Codice di Camaldoli”, segnala De Gasperi, La Pira, Dossetti, Fanfani, Baronetto, Vanoni ed altri, operatori dello svecchiamento culturale in Italia, del confronto con altre nazioni europee, specie in economia, pur tra polemiche con i conservatori. Richiamo a Jacques Maritain e alle sue aperture sul piano morale, pedagogico, politico per il mondo contemporaneo. Chiusura accademica con una poesia dialettale di Nino Grasso Atlante su Cortellese. Annuncio di Giuseppe Rossi, artefice primario del Convegno, della pubblicazione dei relativi atti. Anna Bella

SOCIETÀ Spot pericolosi soprattutto per i bambini ad ogni ora del giorno su tutti i canali

In tv pubblicità che fa male I mass media hanno assunto un ruolo ormai centrale nella nostra società a tal punto che moltissimi li considerano come strumenti indispensabili per la conoscenza della realtà; ed in parte è vero. La televisione pubblica, in particolare, dovrebbe garantire un’informazione seria, accurata, nella consapevolezza che essa crea opinione, quindi azioni, scelte e comportamenti. Dovrebbe quindi educare, informare e promuovere cultura civica, democratica, pluralista e comportamenti sostenibili, solidali, che mirino al bene comune. La pubblicità, invece, si impone in tutte le reti, suscitando nelle persone dei desideri “irresistibili” che potranno essere soddisfatti comprando quel tale prodotto o servizio reclamizzato . Poiché i bisogni sono pochi ma i desideri infiniti ecco che la televisione in particolare, manda in onda pubblicità, in media ogni 10 minuti, per “consigliarci” cosa mangiare, come vestire, viaggiare, curarsi, ecc.. Dato che il potere di convincimento della televisione è molto più forte di quanto qualsiasi telespettatore possa averne davvero percezione, le aziende che dispongono di ingenti risorse economiche pagano cifre iperboliche per garantirsi qualche minuto di pubblicità (il costo lo paghiamo noi, ovviamente, acquistando il prodotto reclamizzato). Ma fino a qui niente di strano: il problema vero è il contenuto dei messaggi pubblicitari. Gran parte di questi messaggi sono ingannevoli : mirano a convincere il potenziale cliente in

qualsiasi modo, presentando benefici, caratteristiche, qualità magari inesistenti. Ecco dunque che le merendine, ad esempio, assolutamente sconsigliate dai medici per gli alti contenuti di sostanze dannose per l’organismo, vengono presentate come se fossero preparate dalla buona massaia, con latte fresco appena munto da mucche al pascolo, con uova appena covate. Il consumo di queste merendine, biscotti, ed altri cibi prodotti industrialmente, infarciti invece di tante sostanze chimiche dannose, è corresponsabile di obesità, diabete ed altre gravi malattie, riscontrate persino nei bambini. Trovo “assassina” la pubblicità dei veicoli che esalta la potenza del motore, la velocità, mentre per le strade si contano, solo in Italia, quasi 5 mila vittime l’anno e circa un milione di feriti, in incidenti in gran parte causate da eccesso di velocità! Illegale dovrebbe essere la pubblicità dei farmaci, che promette soluzioni miracolose per qualsiasi sintomo, mentre l’Organizzazione mondiale della Sanità lancia l’allarme sull’uso indiscriminato dell’antibiotico che indebolisce gravemente l’organismo per assuefazione. Per molte delle patologie riscontrate in pazienti anziani si è accertato che la causa è l’abuso di farmaci. Altri studi in materia rivelano che il 70% dei farmaci che vengono assunti sono inutili o addirittura dannosi. Occorre mettere mano da subito ad una regolamentazione della pubblicità sui canali televisivi. Orazio Maltese

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Jonio

“Don” Giovanni ci dava lezioni di amore per la famiglia e dedizione per il lavoro Sapevamo che da qualche mese la sua salute andava peggiorando, ce ne eravamo accorti non vedendolo più a Largo Giovanni XXIII con il suo fischietto, il berretto con la “P” scritta a pennarello e l’immancabile stecchino in bocca; seguivamo con trepidazione e speravamo in un esito felice e, invece, Martedi pomeriggio (30 Ottobre n.d.r.) arriva la triste notizia che il Signor Giovanni Bella, l’amico Giovanni, aveva concluso la sua giornata terrena. Un senso di profondo dolore e commozione pervade l’animo per la perdita di una persona cara, simpatica, disponibile, servizievole, rispettoso quale era il posteggiatore “abusivo” dello spazio antistante l’episcopio. Sul web, dopo poche ore, una sua foto veniva condivisa e commentata da tantissime persone, quale segno di affetto e di stima per un personaggio “pubblico”, quale era Giovanni, pur non rivestendo cariche particolari. La Cattedrale ha accolto la sua salma con grande onore, memore dei suoi molteplici servizi, tanta gente ha voluto salutare, per l’ultima volta, quel “piccolo-grande uomo”, lavoratore instancabile per assicurare alla sua numerosa famiglia il necessario sostentamento. Giovanni ci lascia in eredità questi due valori fondamentali nella vita di ogni uomo: il lavoro e la famiglia, due beni preziosi da custodire e conservare. “Beati i poveri di spirito, perché di essi è il Regno dei cieli” (Mt 5,1) e noi siamo certi che Giovanni ha vissuto in pieno questa povertà, quella dell’essere “piccolo e semplice”; quella fondata sul rispetto e sul servizio; quella che trova pieno compimento nell’amore. A-Dio Giovanni! Ti pensiamo nella pienezza della Verità con il tuo immancabile sorriso. Don Roberto Strano

RANDAZZO Intervista con una donna romena che ha deciso di vivere nella diocesi di Acireale

Maria Paiciu, badante con amore Mi mostra la mano destra e mi dice “le dita di una mano sono tutte uguali? Sono 5 e tutte diverse, allo stesso modo sono le persone. Anche i romeni non fanno eccezione”. Maria Paiciu, originaria di Te-jiu, ha un buonumore contagioso ed è ben lieta di essere intervistata quando le dico che vorrei conoscere le impressioni che una romena ha della nostra realtà , in particolare di quella locale. Vorrei scrivere della sua storia, una come tante. Maria si trasferisce a Randazzo seguendo il consiglio di un’amica che le propone di venire ad accudire un anziano malato di Parkinson. Nel suo paese Maria ha conseguito un diploma di assistente sociale e ha lavorato per tanti anni in un centro per disabili. Adesso è in pensione, è nonna di 4 nipotini e madre di due figli entrambi sistemati dal punto di vista lavorativo. “Tuttavia, mi spiega Maria, quello che le badanti guadagnano in Italia e spediscono a casa ai familiari è una vera fortuna rispetto a quello che si guadagna in Romania e questo è il motivo per il quale molti rumeni cercano lavoro in Italia. Il lavoro come badante è molto impegnativo, in termini di tempo e di fatica e, al contrario di come pensano molti, richiede anche una certa competenza e capacità visto che gli anziani hanno parecchi acciacchi. Questo spesso non viene capito e apprezzato e, come sempre accade, l’ignoranza porta al timore”. Questo voleva dirmi Maria con la metafora della

mano:“I romeni sono additati spesso (non da tutti, chiaramente) come persone che vengono in Italia per rubare. Nella migliore delle ipotesi si dice che arrivino per rubare il lavoro. Chi farebbe però da badante ad un anziano 24 ore su 24, sette giorni alla settimana? Un italiano quasi mai! Ci sono romeni più o meno onesti proprio come tra gli italiani. Io sono affezionata alla nonna (la vecchietta che accudisce) e il mio lavoro lo faccio con tutto il cuore, con amore.” Questo ha portato i familiari dell’anziana a benvolere Maria e a trattarla come una di famiglia. Le chiedo come passi il suo poco tempo libero, sono curiosa di sapere se condivida diversi momenti con altre donne romene, come in una sorta di piccola comunità. Mi dice che è ortodossa e che a Pasqua lei e altre romene hanno la tradizione di festeggiare, vanno in campagna e cucinano piatti sia romeni che siciliani. Nella ricorrenza dei morti, invece, vanno al cimitero a fare visita ai Randazzesi che conoscevano,a portare loro un fiore e comunque a ricordare tutti i defunti. Quello di cui sente la mancanza è di un posto in cui riunirsi però. È ortodossa; la domenica va a Messa e spesso entra a fare una preghiera nella nostra Chiesa. Quando le domando se le piacerebbe tornare in Romania o restare in Italia mi risponde: “io a Randazzo sto bene, anche l’aria è migliore. Ho deciso di restare qui.”. Alessandra Distefano

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Cultura

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CONFERENZA EPISCOPALE SICILIANA Significativa presenza della nostra Diocesi al convegno di Enna

Comunicazione: animatori cercansi Col primo convegno organizzato dall’Ufficio regionale per la cultura e le comunicazioni sociali della Conferenza Episcopale Siciliana si è voluto verificare e rilanciare la pastorale delle comunicazioni sociali, riflettere sui contenuti del Direttorio “Comunicazione e Missione” e promuovere la figura dell’Animatore della comunicazione. Hanno partecipato all’incontro i Direttori degli Uffici di Comunicazione Sociale e i collaboratori e membri dell’equipe, e operatori della comunicazione di ispirazione cattolica di quasi tutte le diciotto diocesi siciliane. A introdurre i lavori è stato Mons. Di Cristina, che in questi anni è stato il Vescovo delegato per la cultura e le comunicazioni sociali della C.E.Si., che descrivendo la situazione attuale, questa nuova Babele, in cui c’è una grandissima varietà di linguaggi e di culture delinea la funzione trasversale della comunicazione e sottolinea l’urgente sfida che deve affrontare chi ha a che fare con l’impegno e il compito educativo per le nuove generazioni nella società multimediale. A coordinare i lavori è stato don Giuseppe Rabita, Direttore Regionale, che già nel suo intervento iniziale auspica una maggiore collaborazione tra i vari uffici diocesani, e mette in risalto che i media oggi hanno il ruolo di informare e formare. Relatori del convegno sono stati Mons. Domenico Pompili (nella foto), Direttore dell’Ufficio Nazionale, e il gesuita P. Antonio Spadaro, Direttore della rivista “La Civiltà Cattolica” ed esperto di antropologia e teologia delle nuove tecnologie della comunicazione. Mons. Pompili ha indicato nel suo intervento come in ogni diocesi debba esserci un animatore della comunicazione e della cultura che sappia interpretare e discernere il tempo in cui viviamo, incorporare e far da ponte tenendo insieme i cambiamenti tecnologici, valorizzare le risorse ed essere una sorta di talent scout perché nessuno può e deve lavorare da solo e si devono far emergere e far interagire le diverse competenze, l’animatore deve ascoltare e vigilare come una sentinella, con

uno sguardo cattolico sulla realtà e sviluppare la comunione con una comunicazione estroversa, estroflessa, aperta all’esterno e generosa nelle relazioni. Tutto questo con un approccio maturo verso i media, non bisogna essere né troppo “tecno-fan”, ma neanche “tecno.ingenui”. L’animatore promuove spazi di dialogo soprattutto con i giovani con tutti i linguaggi che si hanno a disposizione, internet, musica, teatro. Il contributo dato da P. Spadaro è stato innovativo innanzitutto nel linguaggio, la rete, internet non sono da considerarsi come strumenti, ma come ambiente. I social network sono ambiente di relazione e di esperienza, luogo dove si ritrova l’uomo, e la Chiesa è là dove si trova l’uomo. I contenuti della fede vanno trasmessi per condivisione e tutti siamo chiamati ad essere testimoni. I partecipanti al convegno hanno poi riflettuto sulla base degli spunti dati nelle relazioni suddivisi in tre laboratori. L’area giornalistica è stata coordinata dal Direttore de “La Voce dell’Jonio” Giuseppe Vecchio, Presidente Regionale Ucsi e delegato Fisc e da don Carmelo Petrone, direttore de “L’Amico del Popolo” di Agrigento. L’area web e nuove tecnologie è stata seguita dal giornalista Max Firreri e l’area arte da don Franco Mogavero Direttore dell’U.C.S. di Cefalù e Mons. Liborio Palmeri, Vicario Generale della Diocesi di Trapani. Per la Diocesi di Acireale ha partecipato al convegno don Marco Catalano, Direttore dell’Ufficio Comunicazioni Sociali, con Maria Gabriella Leonardi e Orazio Vecchio. “La nostra diocesi ha salutato favorevolmente l’iniziativa di un convegno regionale. Un’opportunità che è servita anzitutto per ritrovarci insieme in uno spirito di vera comunione e di condivisione, che, nella diversità dei percorsi intrapresi da ciascuna diocesi, ha significato un arricchimento reciproco. Un’opportunità data anche dal confronto col Direttore Nazionale Mons. Pompili che nel presentare la figura dell’animatore della comunità ci ha ricordato l’importanza del contributo della persona umana nel contesto mediatico”. Laura Pugliatti

ACICATENA Lanciato un progetto dell’associazione “Sicilia Academy Club Panda” per la scuola

Sport per lo sviluppo sociale LIBRI L’ultimo di Biagio Fichera

Storia della Sicilia Il nome di Biagio fichera è come quello di Biagio Pascal o di Biagio Scuderi. Esso richiama subito alla mente l’immagine di un personaggio ben noto. Quella di un distinto signore, elegante e riservato.Quella di un indagatore efficiente e sincero, che scopre e rileva con occhio audace. Quella di un personaggio che registra e pubblica con appassionata perseveranza. Infatti, sin dal lontano 1963, la sua presenza tra gli studiosi di tradizioni popolari è rilevante. Egli, non ultimo tra i seguaci e gli ammiratori del grande Pitrè, fondatore della Storia delle Tradizioni popolari, ha saputo fare la sua parte. Egli, padrone assoluto della parola, pronunziata ed espressa con persuasiva modulazione negli incontri e nelle trasmissioni televisive. Egli, autore di ricche pubblicazioni, tra le quali memorabile è quella che riguarda la fortuna dell’immagine di S. Sebastiano nel mondo. Egli, oggi, in nome di un’illustre tradizione, appoggiando la propria scelta alla recente legge dell’Ars del 19 maggio 2011, intende attivare con ogni impegno lo studio del dialetto siciliano in tutte le scuole dell’Isola.Il discorso non è banale. E’ legge! Si dovrà apprendere quello che molti siciliani non sanno. Vale a dire che si dovrà, ad ogni costo, conoscere la Storia della Sicilia. Le sue origini.La lingua e le parlate. Le civiltà. La letteratura. Le vicende. I principali attori. Il presente. La valenza della Sicilia nel mondo.Quello che molti siciliani ignorano. Per raggiungere questa finalità, Biagio Fichera esprime l’ultima delle sue pregevoli fatiche: “Storia della Sicilia”, in 250 pagine, con le quali, in una sintesi perfetta, metterà presto a disposizione dei giovani di prima formazione culturale, delle Medie e degli istituti Superiori, uno strumento necessario ed efficace. Un mondo allettante, fascinoso e sconosciuto! Il libro, prossimo alla pubblicazione, interpreta e chiarifica quella che può considerarsi l’individualità del “genio siculo”.Quell’entità che possiamo definire , a buon diritto, “la nazione Sicilia”, come viene considerata dagli stranieri. Questa “nazione” che ha dato cinque Papi alla Chiesa, spesso ha anticipato i tempi della storia d’Italia. Forse è giunto il momento in cui, non a parole, ma con un reale comportamento, ogni siciliano cominci ad amare la propria terra e non la distrugga. Occorre un nuovo Risorgimento in questa terra. Biagio lo sa e lo vuole suggerire ai cuori pigri e agli animi giacenti, in un momento in cui giace la speranza. Egli, assieme ai forti ingegni di questa terra, assieme ai saggi e ai giovani intelletti, riuscirà a far conoscere e amare la Sicilia ai siciliani? Can. Salvatore Pappalardo

Presentato ad Aci Catena il progetto di collaborazione didattica dell’Associazione sportiva dilettantistica Sicilia Academy Club Panda. Lo sport quale strumento per favorire un corretto sviluppo psicofisico e sociale dei bambini tra i 5 e i 12 anni, questo l’argomento cardine dell’incontro tra i rappresentanti dell’ASD, il sindaco Ascenzio Maesano , gli assessori Maria Grazia Forzisi e Salvo Finocchiaro e i dirigenti scolastici del territorio catenoto. Partendo dalla carente programmazione ministeriale e scolastica che prevede due ore settimanali affidate per lo più alla iniziativa degli insegnanti spesso non adeguatamente preparati perché non prevista in organico la figura specifica di educatori motori sono stati evidenziati i problemi derivanti da una formazione elementare motoria sbagliata, carente, assente. Indubbi e universalmente riconosciuti i vantaggi di una corretta cultura sportiva e la loro ricaduta sullo sviluppo sociale: l’abitudine al rispetto delle regole presenti in un processo di azione-reazione quale il gioco sportivo porterebbe alla eliminazione di eventi affatto corretti oggi e alla “scomparsa” del tifoso estremo domani capace solo di disordini più o meno gravi. Ciò che

più conta, hanno affermato i dirigenti scolastici presenti, è lo sviluppo di un agonismo scevro da competitività devianti spesso retaggio di un ambiente familiare in cui i genitori, riversando sui figli le loro ansie e le loro aspettative, trasmettono loro malgrado, segnali in contrasto con i principi dello sport e, per estensione, con le regole fondamentali del vivere civile. Necessaria quindi una verifica dei risultati in itinere. Ci si è resi conto che i giovani oggi non accettano come momento di riflessione e crescita la sconfitta e di conseguenza sviluppano atteggiamenti aggressivi ed è possibile l’insorgere di stati depressivi perché non si raggiunge l’obiettivo prefissato. La scelta del tennis, quale attività da affiancare al calcio nasce dalla necessità di offrire una valida alternativa sportiva che oggi sembra non essere oggetto di speculazioni economiche e rifugge da atteggiamenti estremi dei supporters. Ben venga quindi il progetto di collaborazione tra l’Associazione sportiva e la scuola che si pone in continuità con progetti analoghi svoltisi nel tempo ma che a differenza di quanto è stato già fatto si svolgerà in orario scolastico. Angela Pirronello

recensioni Storia di grande forza e di lotta l’autobiografia di Fabio Salvatore

In questa autobiografia la scrittura diventa il mezzo per mettersi a nudo, riuscire a guardare dentro di sé, seppur in modo molto schietto, crudo, del resto ciò appartiene a chi scrive di getto ed in particolar modo a chi narra le parti più dolorose del proprio io. Una lettura molto forte, colma di emozioni elefantiache tali, da suscitare l’impressione di un trasalimento dal testo per divenire realtà tangibile, che accompagna il tuo pensiero per tanti giorni incitando a meditare sulla frivolezza della nostra vita, costituita da cotanti elementi di cui sovente ci si sofferma meno su quelli più importanti, dandone tanti per scontato. La scrittura quale flusso di coscienza, un fiume in piena, che si definisce nelle parole. L’autore si confessa. Essa funge persino da terapia alla sua sofferenza, quale testimone vivo di una “fede che sposta le montagne”. A ventuno anni un brutto ed oscuro essere, lo “scarafaggio” bussa alla sua porta, nonostante la stessa gli venga sbattuta in faccia, continua a picchiare… sempre più violentemente. Con il tempo l’autore si rende conto che non può sottrarsi ad esso. Sottoposto ad intervento chirurgico, urgentemente, e radioterapia, riesce a superare il tutto brillantemente. Nel frattempo, un viaggio con lo sguardo lo conduce in una necropoli di quanti avevano, in passato, occupato la poltrona di amici. Viene così trascinato in un limbo. Si domanda cosa stesse accadendo, ma non si rinviene mai la domanda del “perché proprio a me”. Il ritorno dell’ospite, la morte del padre, tutti eventi che non lo fanno arrendere ma elargiscono più vigore, fino a scortarlo a Fatima, dall’angelica mamma turchina, che lo ha adottato “colorando d’azzurro il cielo della sua sofferenza”. Viene avvolto da un dolce stordimento, che cullandolo gli fa intuire che non è lui a convivere con lo scarafaggio, bensì quest’ultimo con lui. Sarà l’incontro con Chiara Mirante ad infondere la filosofia che “può salire sulla croce con Cristo e non essere un martire”. Una storia di grande forza e di lotta, non solo alla sopravvivenza ma all’amore per la vita, che lo conduce alla ricerca del seme della speranza. Un cammino segnato dalla progressiva rinascita di sé, che ogni giorno gli permette di voltare pagina. Un nuovo capitolo, in cui si parla di gioia, si infonde speranza. L’invito che muove ai lettori è quello di affidarsi alla fede, l’unica che può fornirci delle risposte. Maria Pia Risa

“Il viaggio della vita” di Caesar Atuire

La citazione “la verità è che siamo tutti pellegrini, in cerca di una risposta alla nostra inquietudine” schiude il nuovo lavoro di Padre Caesar Atuire, filo conduttore dell’intera opera. Originario del Ghana, amministratore delegato dell’Opera Romana Pellegrinaggi, sacerdote della Diocesi di Roma. Una chiave di lettura che si spinge a scrutare sin dalle origini, ciò che da sempre incalza l’uomo, professante o no, ad imbarcarsi sistematicamente in un veliero traboccante di pellegrini. Il tutto decifrato non solo in prospettiva religiosa, bensì ad ampio spettro, cioè quale rodaggio di affinamento vitale. Passando al vaglio, da un lato, “ignoti confini” mistici, dall’altro, quale occasione per snidare sé stessi e riattivarsi nelle proprie origini, sovente tralasciate nel trambusto quotidiano del nostro vivere. È come un condurre per mano il lettore, in questa passeggiata verso il Sacro, un cammino lento e progressivo ad un tempo. Diverse le meditazioni su concetti correnti come il rispetto per l’ ecosistema per giungere al concetto di “pilgrim lifestyle”. Padre Atuir, approfondisce il pellegrinaggio cristiano, ne traccia ed avvalora mete basilari della fede, quali: la Terrasanta, Lourdes, Fatima, Santiago de Compostela, includendo, con la maturità di un cicerone, singolari testimonianze dei pellegrini. Narra dell’importante pellegrinaggio alla Mecca per la cultura islamica, ci guida alle radici delle tre religioni monoteistiche, scardinandole con una impronta moderna, sprofondando nella psiche, salpando dall’ evento del “padre dei padri”, Abramo, da Ur all’Egitto. Ed ancora, quella di Giuseppe, il pronipote, esperienza fautrice di seduzione tra ebraismo e civiltà egiziana. Per giungere alla saga di Mosè, che riconduce al “pellegrinaggio per eccellenza”, lo spostamento verso la Terra promessa. A far da cornice conclusiva, dei meticolosi riquadri su isolati assunti. Balza all’occhio quella improntata su Josef Ratzinger. M. P. R.

ACIREALE Aperto l’anno sociale degli ex alunni “Archimede” SANTA VENERINA In tutti i plessi del Comprensivo

Se la “Poesia è musica” Festa degli “Orti di pace” L’apertura dell’anno sociale dell’associazione culturale “Archimede”, ovvero di ex alunni ed ex docenti dell’omonimo liceo Scientifico, nella sala “G.Bianca”, è qualcosa capace di far rinverdire i ricordi più belli, affascinanti e dinamici degli anni migliori della vita, gomito a gomito ogni giorno con persone che costruiscono insieme il proprio futuro. Così è avvenuto per la festa d’apertura dell’anno 2012- 13, con afflusso di persone venute anche dall’interland o da Catania. Serata speciale “Poesia è musica”. Dopo il saluto del presidente Arcangelo Blanco (nella foto), il gruppo vocale e strumentale di Gesuele Sciacca si mette all’opera, accompagnando con la musica e il canto il recital in due tempi di poesie classiche di autori famosi: Ugo Foscolo del sonetto “In morte del fratello Giovanni”; Giovanni Pascoli della lirica “X Agosto” e del poemetto “Nella nebbia”; Eugenio Montale di “Meriggiare pallido e assor-

to”; Salvatore Quasimodo di “Solitudine”; Giuseppe Ungaretti con le sue mirabili poesie sulla prima guerra mondiale, mentre scorrevano sullo schermo toccanti immagini d’epoca. Il prof. Giovanni Vecchio commenta con finezza ciascuna poesia, mentre la prof. Grazia Ardita le recita con stile, riscuotendo entrambi calorosi applausi. Nell’intermezzo, liriche di Giovanni Vecchio, - tra le quali molto significativa quella dedicata alla madre, - musicate da Samuele Sciacca, che a sua volta si esibisce con sue composizioni, per metà in vivace dialetto siciliano. La serata, all’insegna dell’arte, si conclude con buffet. Il complesso musicale è formato da Gesuele Sciacca, voce e chitarra; Daniela Greco, voce; Francesca Sciacca, voce; Mariodavide Leonardi, viola e violino; Carmelo Alizzio, basso; Damiano Alizzio, batteria e percussioni; Franco Pulvirenti. Anna Bella

Si è svolta nell’istituto comprensivo “A. Manzoni” di Santa Venerina, diretto dalla preside Mariangiola Garraffo, la Festa degli Orti di Pace, che ha coinvolto tutti i plessi e ha dato inizio al percorso educativo-didattico del Piano dell’Offerta Formativa (P.O.F.) dell’anno scolastico 2012/2013 che verte sulla educazione alla persona, sulla cura dell’uomo, attraverso la metafora della coltura della terra. Il progetto “Orti di pace di Sicilia” è stato promosso dalla facoltà di Scienze della formazione dell’Università di Catania e vi hanno aderito tante scuole del territorio. La dirigente scolastica è riuscita a coinvolgere pienamente docenti, famiglie, alunni e l’assessorato alla Pubblica Istruzione del Comune e l’inaugurazione è avvenuta alla presenza anche delle autorità civili, militari e religiose nonché dell’autrice dello stesso progetto, la docente universitaria Marinella Tomarchio, che ne ha illustrato le finalità. Il progetto intende valorizzare e

promuovere esperienze di orti/arboreti/giardini scolastici naturali: la realizzazione e la cura di un orto scolastico riescono ad attivare, sia in termini didattico/culturali che manipolativi e socio-relazionali, un costruttivo scambio con la natura, l’ambiente e la comunità, coltivando la pace come bene personale e collettivo al tempo stesso. L’orto scolastico, infatti, diviene luogo di cura educativa, spazio di dialogo tra culture diverse, esperienza privilegiata di educazione alla multiculturalità. Gli alunni hanno recitato ed eseguito canti e dato vita a tanti orti nei locali dei plessi scolastici di Santa Venerina centro, di Linera/ Cosentini e Dagala del Re. Giovanni Vecchio


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DIOCESI Formazione, riflessioni e programma di attività nell’assemblea di Ac che apre l’anno sociale

“Date voi stessi da mangiare” Per fare memoria dei 50 anni dall’apertura del Concilio Vaticano II, in quest’anno associativo l’Azione cattolica diocesana si è posta come obiettivo la ricerca di una fede autentica che possa cambiare i comportamenti e la vita di ciascuno; lo slogan “Date voi stessi da mangiare” è, quindi, un invito all’accoglienza, alla corresponsabilità dei laici nella Chiesa, alla scoperta di Cristo come dono di Dio offerto a noi e alla volontà di offrire noi stessi agli altri. Molti sono, però, gli ostacoli che l’A.C. deve affrontare durante l’anno e che sono emersi durante l’assemblea. Ad esempio, lo scorso anno c’è stata una significativa inflessione dei tesserati, perché molti aderenti ai gruppi parrocchiali non vogliono impegnarsi attivamente attraverso l’iscrizione. La nostra Diocesi è in linea con il trend nazionale che denota una forte diminuzione degli iscritti di fascia adulta. Inoltre, nonostante i molti appuntamenti in programma, come i fine settimana di spiritualità, il campo giovani, la festa degli incontri e la spiritualità di Quaresima, i responsabili di tutti i settori denunciano la mancata partecipazione concreta agli appuntamenti da parte

dei singoli gruppi parrocchiali. Le soluzioni proposte per incentivare l’adesione sono molto molteplici e riguardano sia l’aspetto tematico che quello concreto; bisogna, innanzitutto,

far capire che l’A.C. è l’impegno che si spende fra piazza e campanile, e che, attraverso itinerari di formazione popolare, conferenze sulla responsabilità e l’educazione civica, la testimonianza può essere fatta attraverso la partecipazione alla vita politica e sociale della città. Inoltre l’aspetto economico non deve es-

sere un deterrente: sono al vaglio numerose idee di autofinanziamento per diminuire il costo dell’iscrizione, e l’A.C. diocesana contribuirà in modo significativo alla quota di partecipazione al fine settimana di spiritualità che si terrà il 17-18 novembre nei locali del convento San Biagio. Infine, la tematica dell’Assemblea, molto complessa, è stata attentamente analizzata da mons. Ugo Ughi: “Il termine relazione, al singolare si riferisce al rapporto fondamentale di Dio con l’uomo. Al plurale, riguarda i rapporti interpersonali e sociali, le relazioni con il creato, l’ambiente e la storia. L’uomo è una creatura costituzionalmente fatta dalle relazioni e per la relazione, e la nostra esistenza dipende da relazioni: la relazione con Dio, la relazione fra due persone. Noi abbiamo bisogno gli uni degli altri. Il primo dono da fare è quello di noi stessi, quindi non si può vivere la fede cristiana senza solidarietà e fratellanza. Dio ci vuole santi insieme e solo insieme agli altri l’uomo non muore, ma vive la santità che è la pienezza dell’umanità vissuta in Dio”. Chiara Principato

DIOCESI Giornata missionaria a Santa Maria la Strada “Ho creduto perciò ho parlato”, è il tema scelto in Italia per celebrare l’86° Giornata Missionaria Mondiale in occasione della quale il Movimento Giovanile Missionario Diocesano ha organizzato diversi appuntamenti come la Veglia Missionaria Diocesana celebrata Giovedì 18 Ottobre nel Santuario di S.Maria la Strada di Giarre presieduta da Don Gianpaolo Bonanno (Direttore dell’Ufficio Missionario Diocesano) ed il tradizionale Concerto del Coro Missio Madagascar’s Angels presso la Chiesa Madre di Linguaglossa. Un’altra iniziativa missionaria è stata realizzata proprio Sabato scorso 20 Ottobre in Piazza Duomo di Acireale allestendo una Degustazione Multietnica intitolata “A

INTERVISTA Il presidente diocesano Ninni Salerno parla dellincontro della vita sul territorio con il Vangelo

“Maggiore partecipazione alla pastorale” In occasione dell’Assemblea diocesana dell’Azione cattolica, abbiamo incontrato il presidente, Antonino Salerno per ripercorrere la storia dell’AC, dal Concilio Vaticano II fino ai numerosi progetti ed appuntamenti che coinvolgeranno la nostra Diocesi. - Cos’è l’Azione Cattolica Italiana? “ L’A.C. ha 144 anni e nasce come un’associazione di laici che si impegnano liberamente, in forma comunitaria per la realizzazione del fine generale apostolico della Chiesa. Il Concilio Vaticano II definisce l’esperienza dell’AC “ministero necessario”, e ad Acireale ha avuto inizio con il movimento dei Circoli della Gioventù Cattolica Italiani, dopo il 1886. Oggi l’AC è presente in 50 parrocchie su 111 e in 14 dei 18 Comuni del territorio diocesano. Conta 2.300 aderenti tra Azione cattolica dei Ragazzi, Giovanissimi, Giovani e Adulti”.

- I valori rinnovatori del Concilio Ecumenico Vaticano II come possono essere riletti e condivisi nella nostra realtà? “Essi rappresentano per la nostra associazione un’occasione importante per motivare, alimentare e dare forma alla nostra vocazione di laici. Appare prezioso ridire la bellezza della vita associativa, che è stata e continua ad essere una forma particolarmente profonda e vera di attuazione del Concilio. Il legame associativo dell’AC, lo stile di famiglia che la caratterizza e insieme l’impegno responsabilizzante di ogni aderente, è spazio utile e fecondo per riproporre oggi il Concilio. - Si parla della “Nascita delle relazioni buone”. Quali sono i progetti dell’AC acese per quest’anno? “ La dedizione alla Chiesa locale è alimentata da un senso vivo di corresponsabilità, attraverso il quale le

risposte alla chiamata del Signore diventano il «noi» che ci trasforma in comunità. Occorre mettere al centro della riflessione associativa il tema della pastorale ordinaria della Chiesa che è in Acireale, per educarci a cogliere i profondi mutamenti che investono il territorio come rinnovate occasioni per far incontrare il Vangelo con la vita della nostra gente. Nel programma del prossimo anno troviamo una serie di incontri educativo/ formativi in collaborazione con diversi Uffici Pastorali”. - A proposito di progetti, come l’AC ha partecipato in questi anni alla vita sociale e politica della Diocesi e quali sono i prossimi momen-

ti di impegno culturale? “ L’AC di Acireale fa sentire il suo pensiero sulle situazioni importanti che avvengono nel territorio della Diocesi per permettere un maggiore approfondimento su tematiche specifiche. Il primo evento, svoltosi il 9 novembre, ha avuto per tema: “Bene comune ‘biodegradabile’? politica tra etica pubblica e privata”. Il professore Luigi Alici, ordinario di Filosofia morale all’Università di Macerata ed ex presidente nazionale dell’Azione cattolica ci ha guidati su un tema tanto attuale per comprendere e sperimentare il Bene Comune”. C. P.

Tavola con il mondo”, organizzata sempre dal gruppo missionario che da anni lavora nella Diocesi di Acireale con lo scopo di far sì che la vita di ogni giovane sia spesa nello spirito missionario e nella dedizione verso i paesi più poveri. L’assaggio gastronomico multietnico è stato offerto in cambio di un libero contributo mirando a raggiungere due obiettivi: • inviare un messaggio di apertura e condivisione con gli altri popoli gustando tipiche pietanze gastronomiche di popolazioni diverse dalla nostra per tradizioni e culture; • raccogliere offerte a favore delle Pontificie Opere Missionarie (Organismo Ecclesiale a servizio della Chiesa Italiana per formare cristiani alla missione universale). Michele Patanè (Segretario Ufficio Missionario Diocesano)

Cercare sempre l’essenzialità del Vangelo TRECASTAGNI Conferenza di mons. Ventorino nell’auditorium “Don Romeo” per difendersi da magìa e superstizione Fondamentale coesione tra fede e carità Nel contesto delle iniziative tese ad animare l’anno della fede è stato organizzato nella Chiesa Madre di Aci S. Antonio un incontro dal tema “Fede, magia e superstizione”. Relatore del primo degli incontri è stato il Dr. Pierluigi Zoccatelli, Direttore del CESNUR ( Centro Studi Sulle Nuove Religioni) che ha sede a Torino. E’ il primo di tre incontri che vorranno stimolare la riflessione sul confronto tra fede tradizionale e pluralismo religioso. P. Vittorio Rocca ha dichiarato subito dopo il dibattito:“E’ un’iniziativa diocesana proprio nell’anno della fede e lo scopo di questo incontro è stato

quello di avere una fotografia della realtà. Il Prof. Zoccatelli ci ha aiutato a comprendere qual’ è la situazione religiosa in Italia, ha indicato quali nuove religioni sono presenti e in che percentuale, per comprendere meglio la missione dei cattolici in questo nuovo contesto. Nei prossimi incontri approfondiremo i fenomeni religiosi o pseudo-religiosi analizzando la Sicilia perché nella nostra terra la magia e la superstizione sono due fenomeni molto presenti, bisogna capire queste cose che influssi hanno sulla vita di fede”. “Si assiste ultimamente nel nostro Paese a un fenomeno di pluralizzazione del fatto religioso, ha affermato il Prof. Zoccatelli. La percentuale dei cristiani si attesta intorno al 25-30 % e sorgono nuove forme di religiosità; un censimento ha contato circa 800 diverse credenze religiose, a cui contribuisce anche il fenomeno migratorio e esiste una notevole quantità di nuove ideologie che si diffondono anche in base alle mode del momento, molti si costruiscono una fede a modo loro. Si parte da una fede cristiana indebolita e per questo poi ci si lascia influenzare dalla moda, dai mass.media e ciò comporta rischi spirituali e culturali che sono poi anche rischi sociali. Quindi il popolo di Dio, i laici come i presbiteri, i consacrati, i religiosi, ognuno nella sua specificità, tutti siamo chiamati ad essere testimoni autentici della fede che ci è stata trasmessa. Di fronte ad un mondo in preda a questa dispersione dobbiamo chiederci se il messaggio del Vangelo ha qualcosa da dire all’uomo di oggi, è un messaggio che può portare redenzione e se siamo convinti che lo sia dobbiamo far di tutto per diffonderlo nella sua interezza. L’osservazione del fenomeno delle nuove religioni e della nuova religiosità non solo deve essere un campanello d’allarme, ma deve servire come sprone ai credenti a riprendere con convinzione e attuare la nuova evangelizzazione che il Magistero ci trasmette da trent’anni ininterrottamente”. Laura Pugliatti

Dietro il silenzio dell’universo, dietro le nuvole della storia, c’è un Dio o no? Se c’è, ci conosce? Ha a che fare con noi? Queste domande che tormentano il cuore di molti, dimostrano la sempre maggiore scristianizzazione della società odierna. Nel passato, il richiamo ai contenuti della fede e ai valori da essa ispirati costituiva la ‘trama’ del tessuto sociale e culturale. Oggi non sembra più essere così. La fede, che viene data come un presupposto ovvio del nostro vivere, in effetti non è poi così corposa e palpabile a causa di una profonda crisi che ha toccato il cuore di tanti uomini. “La fede non c’è più”. Si tratta di una constatazione leale, coraggiosa seppur dolorosa dello stesso Benedetto XVI il quale con la lettera apostolica Porta fidei dell’11 ottobre 2011 ha indetto a livello nazionale l’Anno della Fede, iniziato lo scorso 11 ottobre. Questa data richiama alla memoria due avvenimenti rilevanti per la Chiesa: il 50° anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II e il 20° anno della promulgazione del Catechismo della Chiesa Cattolica. L’Anno della Fede terminerà nella solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo, il 24 novembre 2013. Perché l’Anno della Fede? Di questo significativo evento se n’è parlato nel corso di una conferenza tenuta da Mons. Francesco Ventorino all’Auditorium ‘Don Salvatore Romeo’ di Trecastagni. La prima ragione va ricercata nel fatto che la fede non c’è più. La seconda, più confortante, evidenzia che ci sono ancora molti uomini, tra questi anche laici non credenti, che cercano il senso ultimo e la verità definitiva sulla loro esistenza. Questi uomini

hanno nel cuore l’esigenza di trovare ‘ciò che vale per sempre’, ossia vivono l’esigenza di Dio. Quest’inquietudine si riscontra soprattutto nei giovani che hanno visto ‘tanto’ e che colgono in esso il vuoto e la sua insufficienza. E’ particolarmente a loro che bisogna proporre un cristianesimo profondo e radicato, non un cristianesimo ‘a prezzo moderato’. Lo scopo dell’Anno della Fede è quello di tenere fisso lo sguardo su Cristo, perché solo in Lui c’è il compimento di quel desiderio di giustizia, di verità, di pace che è radicato nel cuore degli uomini. Il metodo della nuova evangelizzazione è quello di sempre: ciò che convince è la testimonianza cristiana. Benedetto XVI nella sua prima Enciclica ‘Deus caritas est’, ha affermato che all’inizio dell’essere cristiano non c’è né un ragionamento né una decisione etica ma c’è ‘la bellezza convincente’ di un incontro con un’umanità cambiata dalla fede in Cristo. Si impara ad essere cristiani ‘convinti e certi’ nelle comunità cristiane che quindi devono essere luogo in cui si forma una coscienza critica della fede. Fondamentale per l’evangelizzazione del mondo è la coesione tra la fede e la carità. Entrambe si esigono a vicenda in quanto l’una permetta all’altra di attuare il suo cammino. La carità senza l’annuncio della fede si riduce a un sentimento in bàlia costante del dubbio. Viceversa, se la fede non è testimoniata dalla carità, diventa inverosimile, perché non risponde seriamente alla domanda che c’è nel profondo del cuore di ogni uomo: “Questo Dio si occupa di noi?”. Caterina Maria Torrisi


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ACIPLATANI Il vescovo mons. Nino Raspanti taglia il nastro inaugurale del nuovo oratorio che era chiuso per restauri

Dopo tanta attesa e sforzi economici, giunge ad Aciplatani il momento di tagliare il nastro rosso e di aprire le porte dell’oratorio alla comunità. Giorno 11 Novembre, un gruppo corposo di bambini di tutte le età, mamme, papà, nonni e tanti altri, accolgono con un caloroso applauso il vescovo mons. Antonino Raspanti nella piazza IV Settembre, che per la prima volta saluta la comunità di Aciplatani e celebra la Santa Messa. Momento di preghiera e grande partecipazione di bambini e ragazzi che affollano le prime file e di genitori che accolgono le parole dell’omelia del vescovo. Dopo la Messa, un corteo festante in coda alla statua dell’Angelo Custode, con tanti palloncini colorati, popolano le strade di Aciplatani fino all’oratorio. Il vescovo taglia il nastro rosso del nuovo oratorio, intitolato “Santi Angeli Custodi” e una nuova lapide viene posizionata nel salone principale, in ricordo del centenario anno dell’importante istituzione. In serata, i locali dell’oratorio hanno aperto le porte per una festa con salsicciata e taglio della torta del centenario. L’oratorio, cambia volto, si rinnova e diventa di nuovo posto sicuro per accogliere grandi e bam-

bini. Cambia aspetto ma non cambia il suo valore. Da sempre definito “il polmone” della comunità, oggi ritorna ad esserlo, con lo scopo di accogliere sempre più gente, di diventare culla di nuovi progetti, iniziative, di essere punto di incontro per i ragazzi, di gioco per i più piccoli e soprattutto di essere palestra di vita, per imparare a crescere nella parola di Dio. Padre Antonio, il parroco di Aciplatani, punta sulla “Casa dei Ragazzi” cercando di coordinare le iniziative dei giovani, sollecitando la collaborazione tra grandi e piccini. Il vescovo mons. Raspanti, contento della grande impresa sostenuta per l’oratorio, sottolinea come sia l’oratorio un luogo di crescita per una sana educazione e sollecita gli adulti ad investire nei e per i ragazzi che sono il futuro di domani. L’oratorio di Aciplatani dal 1912, ha avuto come obiettivo la cura dell’anima e la ricreazione della mente e del corpo, ha costantemente contribuito a formare generazioni di ragazzi rifacendosi alle parole di S. Filippo Neri e S. Giovanni Bosco. Curare la formazione spirituale e sociale dei ragazzi sarà l’obiettivo di sempre e del futuro del nuovo oratorio. Agata Grasso

MASCALI

Riecco la centenaria “Casa dei ragazzi”

Calatabiano: l’Oratorio si apre anche ai più grandi Con l’apertura dell’Anno della Fede nella parrocchia Maria SS. Annunziata di Calatabiano, ha preso il via anche l’attività dell’oratorio, interrotta negli ultimi anni ma ripresa con grande entusiasmo grazie soprattutto alla presenza e all’incoraggiamento del parroco, don Sebastiano Leotta, e della nuova direttrice dell’istituto Sacro Cuore (Figlie di Maria Ausiliatrice), suor Maria Salerno, che collaborando con un valido gruppo di giovani animatori, entusiasti e sempre disponibili, propongono una realtà rinnovata del ritrovo giovanile quale occasione per incontrarsi e crescere insieme secondo lo stile e il carisma di Don Bosco e Madre Mazzarello. In particolare, quest’anno il cammino oratoriano prevede la conoscenza di alcuni giovani profili di santità, come San Domenico Savio, Michele Magone e Francesco Besucco, cresciuti ed educati nell’oratorio di Valdocco (Torino) proprio da San Giovanni Bosco. “La festa inaugurale è stata bellissima - ha affermato suor Maria Salerno -, c’erano davvero tanti bambini e ragazzi. L’oratorio è fondamentale, è la prima opera di Don Bosco e ci ricorda la sua persona, la sua vita. Questo è un luogo di ritrovo, di incontro, dove i giovani possono divertirsi e stare insieme in cortile, in allegria. Vogliamo rendere nuovamente attraente l’oratorio e vogliamo anche che i ragazzi, sempre divertendosi, possano impegnarsi in diverse attività. Proprio per

“Balza in piedi e corri da Gesù”

E’ iniziato domenica scorsa 28 ottobre il nuovo anno dell’oratorio parrocchiale “Don Bosco” di Mascali. Centinaia di ragazzi dopo avere partecipato alla s. messa hanno riempito di allegria e spensieratezza i locali dell’oratorio di via Dei Giurati, pronti a fare Jump “il salto della fede”. E’ infatti questo il tema per il cammino oratoriano nell’anno della fede voluto da Sua Santità Papa Benedetto XVI. Fai «Jump!», cioè «balza in piedi e corri da Gesù. Lui ti salverà ». I ragazzi divisi in diciannove squadre, tante quante sono le classi della catechesi, assistiti dagli animatori, si sono cimentati in vari giochi: il lancio della pallina, il gioco delle freccette, il canestro, centra i cerchietti, il tiro al bersaglio, il golf, trova la pallina (gioco di prestigio) e tanti altri. Alla fine del gioco ogni ragazzo riponeva nell’urna i punti ricevuti del suo gruppo di appartenenza e alla fine dell’anno catechistico la classe di catechesi che accumulerà più punti si aggiudicherà un premio. Ma la prima giornata del nuovo anno oratoriano non è stata solo dedicata al divertimento, infatti, gli animatori hanno coinvolto tutti i giovani a partecipare a un quiz sul Vangelo della domenica. “I ragazzi erano molto entusiasti e contenti di ritrovarci dopo l’esperienza dell’oratorio estivo che quest’anno è stata particolarmente bella e interessante. E’ stato fantastico, vedere tutti quei bambini che partecipavano attivamente e sprizzanti di gioia. Mi sembrava davvero di essere tornato a luglio quando abbiamo fatto l’Oratorio estivo, è stata una sensazione bellissima”ha detto Giovanni Composto, uno degli animatori. “La cosa più bella – ha detto Massimiliano Pappalardo, un altro animatore - è poter donare un po’ di tempo ai più piccoli e sentirsi ricompensato di tutti i sacrifici attraverso un semplice sguardo e un sorriso di gioia”. “Sentire i genitori entusiasti delle nostre iniziative e rimpiangere l’assenza dell’oratorio nella loro gioventù ci ripaga dei nostri sforzi e ci dà forza per continuare a impegnarci sempre di più”- ha detto Andrea Giordano. Padre Rosario Di Bella, arciprete parroco della Chiesa Madre S. Leonardo Abate ha detto entusiasta: “L’iniziativa di domenica scorsa ha visto la partecipazione di tanti giovani e delle loro famiglie. Auspico che questa iniziativa sia riproposta per coinvolgere i ragazzi a partecipare a un momento di fraternità e di gioco, ma allo stesso tempo di preghiera e di ascolto dell’Eucarestia domenicale”. La giornata di domenica si è conclusa nel pomeriggio sempre nei locali dell’oratorio parrocchiale, dove padre Di Bella ha presieduto un incontro di formazione insieme a padre Alessandro Salvaggio e alla comunità di Tagliaborsa di Mascali che ha portato la sua personale testimonianza di fede. All’incontro hanno partecipato molto ragazzi che si sono dimostrati molto interessati e partecipi. Gli incontri di formazione continueranno anche le prossime domeniche affrontando temi diversi utili alla crescita spirituale e educativa dei giovani. Angela Di Francisca

Teatro Stabile dell’Opera dei Pupi Pad. C3 Centro Fieristico Le Ciminiere, Catania NOVEMBRE Sabato 17 Domenica 18 ore 19,00

Muller e Bengaria. Amori e guerre nel Celeste Impero

NOVEMBRE Sabato 24 Domenica 25 ore 19,00

Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni

DICEMBRE Sabato 1 Domenica 2 ore 19,00

Uzeta, paladino di Catania

DICEMBRE Sabato 8 Domenica 9 ore 19,00

La Natività di Gesù Bambino secondo la tradizione catanese dell’Opera dei Pupi

Provincia Regionale di Catania

UNIONE EUROPEA

Auditorium Centro Fieristico Le Ciminiere, Catania DICEMBRE

questo, formeremo dei gruppi che si dedicheranno al teatro, al calcio, al ballo, alla musica, a vari lavori artistici, dove all’interno porteremo avanti i nostri progetti, che si adatteranno ovviamente alle diverse età, ripercorrendo le edificanti biografie di San Domenico Savio, Michele Magone e Francesco Besucco scritte da San Giovanni Bosco”. L’oratorio dell’istituto Sacro Cuore accoglierà i bambini e i ragazzi di scuole elementari e medie tutte le domeniche dalle ore 15. Per loro, pronti balli di gruppo, giochi di squadra e tanti altri momenti di svago, divertimento e crescita, da vivere nello spirito salesiano. E’ forte, inoltre, l’intenzione di estendere l’attività oratoriana calatabianese anche ai più grandi, agli adolescenti, affiancando loro altri giovani animatori locali, i quali, seguendo la strada di “Don Bosco educatore”, possono risvegliare la voglia di stare insieme in un clima di armonia e sana aggregazione sociale e spirituale, cogliendo così uno degli obiettivi cardine dell’Anno della Fede indetto da Benedetto XVI, quello di coniugare fede e gioia, riscoprendo appunto la gioia nel credere. Salvatore Trovato

Martedì 11 ore 20,30

Serata di Gala dell’Opera dei Pupi con la tradizione siciliana e Riccardo III di Shakespeare

Le Storie oltre la Storia di Orlando a cura della Marionettistica Fratelli Napoli, Catania Provincia Regionale di Catania

www.etnafest2012.it


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DIOCESI Prima ordinazione presbiterale del vescovo mons. Antonino Raspanti

Don Salvatore è sacerdote L’attesa si era fatta lunga ma finalmente è terminata. Erano passati 18 mesi dall’ultima ordinazione presbiterale, prima di sabato 10 novembre scorso, quando la nostra Chiesa diocesana ha potuto sperimentare nuovamente la gioia di vedere un suo figlio diventare sacerdote. Per la prima volta mons. Antonino Raspanti ha consacrato un sacerdote e questo onore è toccato a don Salvatore Tirendi, un giovane della parrocchia SS. Cosma e Damiano di Acireale. Don Salvatore ha 29 anni; dopo aver conseguito la maturità industriale ha svolto il servizio militare e poi si è introdotto nel mondo del lavoro. Ma la grazia di Dio lo attendeva: così, preparato da una seria

formazione spirituale nella sua parrocchia di S. Cosimo, nel 2006 ha fatto il suo ingresso nel Seminario. Il suo percorso è stato lineare e progressivo ed è culminato nell’ordinazione presbiterale nella Cattedrale di Acireale, gremita di parenti e amici. Nella sua omelia mons. Raspanti ha preso spunto dalla seconda lettura, tratta dalla Lettera agli Ebrei, per spiegare la natura del sacerdozio battesimale, quello di tutti i fedeli, e il sacerdozio ministeriale, quello riservato ad alcuni chiamati; poi, richiamandosi all’icona della povera vedova del vangelo che dona tutti i suoi averi ai poveri, ha aiutato l’assemblea a considerare il sacerdozio come

il sacramento dell’amore attraverso il quale il consacrato si dona a Dio e ai fratelli e così facendo non si impoverisce ma, al contrario, rende feconda la sua vita e stimola alla fecondità tutti gli uomini che usufruiranno del suo servizio di pastore. Grazie al suo esempio, alla sua predicazione e al suo ministero sacerdotale tanti giovani, tante famiglie, tanti uomini saranno invogliati a donarsi a loro volta a Dio e al prossimo, esercitando in questo modo il loro sacerdozio battesimale. Don Salvatore muoverà i suoi primi passi di presbitero come

vicario parrocchiale della parrocchia S. Paolo di Acireale, una comunità che già conosce

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Nella parrocchia di Lavina Rinasce il Gruppo di preghiera di padre Pio Il 23 ottobre si è ricostituito a Lavina il “Gruppo di Preghiera di Padre Pio”, formato da circa trenta aderenti, guidati e assistiti da don Gabriele Sgroi, dell’Ordine dei Frati Minori. “Questa è una data importante per la parrocchia Maria SS. Ritornata di Lavina – spiega il parroco, don Gabriele. Infatti il gruppo di preghiera si riunisce il 23 di ogni mese in parrocchia, data che ricorda la nascita al cielo di Padre Pio, per pregare insieme e per ricordare e tenere viva la memoria del Santo di Pietrelcina, che tanto aveva al cuore i suoi gruppi di preghiera”. In questa occasione il parroco ha sottolineato “l’importanza della preghiera” ed ha altresì annunciato che, quanto prima, in parrocchia inizierà un ciclo di catechesi sulla preghiera e in particolare sui “laboratori di preghiera e vita”, movimento fondato dal francescano spagnolo padre Ignazio Larranaga nel 1984, che porterà i partecipanti ad “una vita di preghiera più autentica ed a una vita cristiana più impegnata”. Salvo Cifalinò

perché vi ha svolto per due anni il tirocinio pastorale. Intanto continuerà gli studi che ha intrapreso presso lo Studio teo- Nella comunità della Basilica di S. Pietro logico S. Paolo di Acireale per conseguire la licenza in teologia Commiato di mons. Guglielmo Giombanco indirizzo spiritualità. Domenica 14 ottobre, nel corso della Santa Messa delle don Alfio Privitera ore 11, la comunità dei fedeli della Basilica Collegiata dei Santi Apostoli Pietro e Paolo di Acireale ha salutato mons. Guglielmo Giombanco, il quale, dopo essere stato DIOCESI Sono ora 19 i giovani che si preparano al sacerdozio, 24 i componenti della comunità nominato Vicario generale della diocesi di Acireale, ha dovuto rassegnare le dimissioni da Amministratore della Basilica, incarico che ricopriva dal 2001. Al termine della celebrazione, i rappresentanti delle confraternite ed associazioni che hanno sede in BasiliHa avuto inizio l’anno formativo della Alfio Licciardello (S. Margherita di Pozzil- saldi della vita di Seminario: la preghiera, ca hanno ringraziato don Guglielmo per il suo operato comunità del Seminario diocesano. Dopo lo). Anche il gruppo dei sacerdoti formato- lo studio, le esperienze pastorali e la vita come loro assistente spirituale. In particolare, il rettore dell’Arciconfraternita del SS.Crocifisso, dott. Gaetano le prime settimane, necessarie per pren- ri è aumentato: infatti all’economo è stato comune. dere la giusta “rincorsa” affiancato don Francesco Intanto hanno preso avvio, parallela- Arcidiacono, ha ricordato come mons. Giombanco è con gli esercizi spirituali Mazzoli, in qualità di vice mente alla vita del Seminario, altri due stato per tutti un vero padre: “Un padre capace di ascolpredicati da don Massimo economo. Così la comu- percorsi vocazionali. Il primo è quello che tare le voci delle nostre anime. Ci è stato vicino nei moNaro, con l’avvio dell’anno nità è composta in totale coinvolge quattro giovani che saranno menti di gioia e nei momenti di sconforto ed è stato per scolastico e l’organizzazioda 24 membri, senza con- impegnati a discernere la loro vocazione tutti noi una guida spirituale esemplare nei momenti di ne della vita comunitaria, tare le tre suore Ancelle nella comunità propedeutica: un tempo smarrimento”. Dopo averne sottolineato le doti di umiltà si può dire che l’anno di di Gesù sacerdote e il dia- di preghiera e di preparazione prima del e discrezione, ha poi aggiunto: “La ringraziamo per aver Seminario è ormai “in piecono don Maurizio Guar- grande passo dell’ingresso in Seminario. Il cercato di trasmetterci la quotidianità di un Vangelo visna corsa”. rera, che sta proseguendo secondo percorso, invece, è aperto a tutti: suto veramente, fatto di azioni e non di sole parole”. Pur La comunità è abbagli studi a Roma. si tratta degli appuntamenti con l’adora- cessando dall’incarico di Cappellano della confraternita, stanza numerosa: ai 15 Anche quest’anno si zione eucaristica che mensilmente si svol- egli continuerà a farne parte come confrate onorario. Lasciandosi con la promessa di essergli sempre acseminaristi dello scorpresenta molto ricco dal ge nella Cappella maggiore. so anno si sono aggiunti punto di vista formativo: Il cammino di quest’anno, dal titolo canto con la quattro giovani che hanno nella grande cornice del- “Come fiumi d’acqua viva”, vuole essere preghiera per concluso positivamente l’anno della fede, i semi- un itinerario di fede alla scuola di grandi il suo nuovo l’anno propedeutico e ora naristi saranno chiamati maestri, quali sono stati molti sacerdoti ed impegnatisono entrati in Seminario. Essi sono (nella a riflettere sulla dimensione sacerdotale siciliani che hanno creduto fortemente in vo incarico in foto da sinistra a destra): Rosario Di Fran- del presbitero, dopo aver meditato nei due Dio e dai quali, “come dice la Scrittura, fiu- diocesi, i fedeli cesco (della parrocchia S. Francesco di anni precedenti sulla dimensione profetica mi d’acqua viva sgorgheranno” (Gv 7, 38). tutti si sono, Paola di Linguaglossa), Alfredo Coco (S. e quella regale. Il prossimo appuntamento è giovedì 22 inoltre, congratulati con Antonio Abate di Aci S. Antonio), Orazio I grandi temi di questo anno formativo novembre alle ore 19. Sciacca (Maria SS. di Loreto di Acireale) e saranno veicolati, come sempre, dai capidon Alfio Privitera mons. Giombanco per la sua recente COSENTINI Cerimonia nella parrocchia nomina a Prelato d’onore di S.Santità, nomina annunciata ufficialmente dal Vescovo di Acireale l’11 ottobre, in occasione dell’apertura delCon una solenne celebrazione eu- stata, finalmente, riportata all’origiCani, gatti, criceti, uccellini mente più volentieri ad accet- l’Anno della Fede. Guido Leonardi caristica, presieduta dall’arciprete-par- nario splendore, come gli antichi pa- e tartarughe accompagnati dai tare anche le cure più aggresroco, sac. can. Venerando Licciardello, dri ce l’avevano consegnata. Un altro loro amici umani. sive; ma quest’incontro con gli è stato dato ufficialmente inizio al tassello, dunque, si aggiunge al comCe n’erano tanti a gremire la animali mira anche a educare Benvenuto a don Salvatore Scalia nuovo anno di attività pastorale e ca- plesso mosaico di pregevoli arredi e piazza della parrocchia “Maria coloro che non sanno ancora Ha avuto inizio ufficialmente nella solennità di Tuttechistica della comunità parrocchiale paramenti sacri della storica chiesa del SS. del Rosario” di Cosentini, a come comportarsi con essi”. ti i Santi, il ministero pastorale di don Salvatore Scalia ‘San Michele Arcangelo’ di Acireale, quartiere ‘dei Gambini’; si tratta, cer- Santa Venerina, per ricevere la “E proprio per questo mo- nella Basilica dei Santi Apostoli Pietro e Paolo di Acidopo la lunga pausa estiva. tamente, di una goccia d’acqua in un benedizione di padre Fabrizio tivo, ha continuato padre reale. Nel corso della Santa Messa del mattino, presieNel corso della stessa celebrazione, oceano di necessità perchè, seppure è Subba, parroco della comuni- Fabrizio, la Chiesa dovrebbe duta dal vicario generale della diocesi, mons. Guglielè stato benedetto anche l’artistico cro- vero che la nostra comunità parroc- tà, in occasione del triduo dei scendere in campo più spesso mo Giombanco, si è svolto il solenne rito della presa di cifisso ligneo policromo, manufatto chiale, grazie alla straordinaria sensi- festeggiamenti della Madonna per tutelare tutte le creature possesso canonico. Hanno concelebrato l’Eucaristia lo che, risalente al XVII secolo, è stato bilità ed al concreto interessamento del Rosario, nella giornata de- di Dio, per esempio durante le stesso don Salvatore Scalia e don Vincenzo Castiglione. recentemente restituito alla nostra co- dell’arciprete-parroco, si sta progres- dicata a San Francesco d’Assisi, feste di paese che in nome del Erano presenti le diverse confraternite ed associazioni munità parrocchiale, dopo essere sta- sivamente riappropriando dello splen- Patrono d’Italia e dell’ecologia. Santo del giorno sfruttano gli che hanno sede nella Basilica (Arcic. SS.Sacramento, to necessariamente sottoposto ad ur- dore del proprio patrimonio artistico, Per la prima volta si è svol- animali mettendoli in palio in Arcic. SS.Crocifisso, Confr.Santi Alfio, Filadelfo e Cigenti lavori di restauro conservativo, a è altrettanto innegabile che le attese di ta a Cosentini la benedizione sorteggi come fossero oggetti rino, Pia Unione della Guardia d’Onore al S.Sepolcro) causa del deterioramento, dovuto alla tutti sono poste particolarmente sul degli animali. Un momento privi di qualunque sentimen- oltre ad una folta rappresentanza delle due comunità plurisecolare incuria. completo restauro della struttura del- sereno di piena contemplazio- to o, peggio ancora, li fanno parrocchiali dove padre Scalia ha svolto in precedenza I restauri, eseguiti con estrema pe- l’antico tempio. E’, quindi, indispensa- ne del creato, proprio come correre a rischio della vita, il suo ministero (“Maria SS. di Pompei” di Scillichenti e rizia dalla ditta Scalisi Maria di Gra- bile che chi di dovere si adoperi, quan- faceva il fraticello d’Assisi che come accade nelle tante ma- “S.Maria del Carmelo” di Acireale). Graditissima anche vina, sotto l’attenta supervisione della to più concretamente possibile, per il lodava Dio con e per le crea- nifestazioni che si svolgono, la presenza del can. prof. don Salvatore Arcifa. La liturSoprintendenza ai Beni Culturali ed ripristino dello storico edificio, in atto ture, un momento che ha sug- anche in nome dei Santi, nelle gia è stata animata dalla corale polifonica “Akàthistos”, Ambientali di Catania, sono stati fi- tristemente chiuso al culto. I tempi al gellato il rapporto d’amore e di varie città italiane e straniere. diretta da Carmelo Falcotti, accompagnata all’organo nanziati dalla Regione Siciliana, grazie riguardo potranno certo non essere rispetto tra uomo e animale, ”. “Bisogna imparare a rispet- da Davide Marano. al concreto intervento dell’on.le Lino brevi ma, ciononostante, si guarda ricordando al mondo intero tare gli animali, che sono staA nome del Vescovo, il Vicario ha simbolicamente Leanza, per interessamento di Ales- con rinnovato ottimismo ad un futuro che tutte le creature vanno ri- ti, come l’uomo, creati da Dio consegnato al neo rettore della Basilica il libro delle sasandro D’Amico. che non può non essere foriero di im- spettate, specie le più deboli. - ha concluso padre Fabrizio cre scritture e la chiave del tabernacolo. Nella sua omeCon l’artistico crocifisso seicente- portanti novità al riguardo. Alla celebrazione era presente -. È per questo che sono stato lia mons. Giombanco ha inoltre ricordato che i sacersco, un’altra pregevole opera d’arte è Nando Costarelli anche il sindaco di Santa Ve- felice nel vedere tanta gente doti si alternano nella guida pastorale di una comunità, nerina, dott. Enrico Pappalar- presente, tra cui anche nume- mentre Cristo resta sempre. do, con le autorità civili e mili- rosi bambini, che sin da piccoli Al termine della Santa Messa, sono stati letti due tari del territorio. devono imparare a rispettare i messaggi: Camillo Leotta, a nome della parrocchia di Esercizi spirituali dai passionisti di Mascalucia “La benedizione degli ani- più deboli”. Scillichenti, ha voluto ricordare l’esperienza pastoI Missionari Passionisti di Mascalucia organizzano nel Santuario dell’Addolorata vari mali - ha commentato padre Accogliendo l’invito del rale di don Scalia in quella comunità, augurandogli corsi di esercizi spirituali tutti rivolti a sacerdoti, religiosi e laici. Dall’1 al 6 luglio 2013- Tema: “La fede nel catechismo della Chiesa Cattolica”. Predi- Fabrizio - serve a far gioire le parroco, presente il “Centro al contempo ogni bene per il nuovo ministero; il secatore, mons. Raffaello Martinelli, vescovo di Frascati. Dal 29 luglio al 3 agosto 2013 - persone che hanno già instau- veterinario Giarre “ con sede a condo messaggio augurale è stato letto dal prof. Luigi Tema: La fede è l’esperienza di un incontro. “Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede rato uno splendido rapporto Macchia di Giarre, dei dotto- Musmeci, in rappresentanza delle confraternite della in Dio e abbiate fede anche in me…”(Gv. 14,1). Predicatore, p. Livio Pagani, Passionista. con il proprio amico peloso, ri Cavallaro e La Spina - con Basilica, le quali hanno promesso, la massima collaboDal 19 al 24 agosto 2013 - Tema.” Il desiderio di Dio; pregare con i salmi”. Predicatore, p. piumato e quant’altro, gra- tutta l’ équipe medica - che razione nel comune impegno di crescere insieme nella Gaetano Costa, Passionista. Dal 4 al 9 novembre 2013 – Tema da definire. Predicatore zie alla compagnia del quale, ha proposto, incoraggiato, so- Fede. spesso, molti sono riusciti ad stenuto questa celebrazione, Don Salvatore Scalia ha poi ricevuto personalmente mons. Giancarlo Bregantini, arcivescovo di Campobasso - Boiano. Per informazioni e prenotazioni, rivolgersi a p. Gaetano costa- uscire dal tunnel della depres- nella Giornata mondiale degli gli auguri dei numerosissimi presenti, che hanno preso parte in sagrestia ad un momento di convivialità. tel. 095. 7274309 – cell. 389. 1117932. E-mail: casaesercizipassio@ sione o, se malati gravemente, Animali. si predispongono psicologicaD. F. S. G. L. libero.it - Sito: www.casesercizimascalucia.com

Quattro giovani entrati in Seminario

S. Michele: benedetto il Crocifisso restaurato Benedetti animali


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Cronaca

11 novembre 2012

ACIREALE I giovani di “Nuova Galatea� piantano alberi di jacaranda e ne curerannoo la crescita per alcuni anni

Hanno rinverdito piazza Cappuccini L’associazione “Nuova Galateaâ€?, attiva da oltre dieci anni, è formata da acesi uniti dall’amore verso la cittĂ di Acireale; il loro obiettivo è quello di salvaguardare e promuovere il territorio acese, contribuendo fattivamente alla sua valorizzazione. Diverse le iniziative portate avanti nel corso degli anni, ma sicuramente quella piĂš importante è “piĂš verde è piĂš bella Acirealeâ€?, giunta quest’anno alla settima edizione. Durante questa iniziativa, i volontari dell’associazione, piantano e riqualiďŹ cano zone urbane del territorio acese come strade e piazze, dotate di appositi pozzetti per alberi vandalizzati o mai utilizzati; ad esempio, hanno giĂ attenzionato strade come il centralissimo corso Italia, il lungomare di Stazzo o la piazzetta del mulino di Santa Maria la Scala.

Quest’anno, l’obiettivo della manifestazione è stato il parcheggio di piazza Cappuccini (piano intermedio), dove su quindici predisposizioni per alberi, ne erano state utilizzate solo tre. Nei restanti dodici, i ragazzi di “Nuova Galateaâ€?, hanno pian-

tumato dodici jacaranda, arbusti sempre verdi e decorativi. Abbiamo raccolto le impressioni del presidente dell’associazione Alessandro Coco. “Sicuramente una bellissima giornata,

perchĂŠ con la settima edizione di “PiĂš verde è piĂš bella Acirealeâ€? (Festa dell’albero) abbiamo donato ancora una volta, insieme ai tantissimi partecipanti, qualcosa alla nostra amata cittĂ ; abbiamo piantato dodici alberi di jacaranda che sicuramente renderanno piĂš bella l’area adibita a parcheggio della centralissima piazza Cappuccini. Vorrei precisare che gli arbusti piantati non vengono mai abbandonati, continuiamo a prendercene cura anche dopo le manifestazioni, per diversi anni, ďŹ no al loro totale attecchimento; reputo che tutto questo sia da considerare davvero positivo, una sensibilizzazione a quella parte di comunitĂ che non contribuisce al mantenimento di un decoro urbano troppo spesso appeso ad un ďŹ loâ€?. Dario Liotta

INTERVISTA Parla Federico Meli, presidente di “Uniti per il futuro�

Una spinta per i giovani I giovani per i giovani, cosĂŹ un gruppo di ragazzi della provincia di Catania scende in campo con un’associazione politico-culturale “Uniti per il futuroâ€?, apartitica, per favorire lo sviluppo del lavoro in un momento molto critico di cambiamento. Ne parliamo con il presidente, nonchĂŠ fondatore, dott. Federico Meli, neolaureato in farmacia. - Quando è stata fondata questa associazione e di chi è stata l’idea? “L’associazione è stata fondata nel marzo del 2010 da me, mia sorella Alida e una nostra amica, Gabriella Arcifa, nel momento in cui prendevamo atto che gli attuali gruppi politici giovanili erano privi

di quelli che noi riteniamo essere i valori fondamentali della vitaâ€?. - Quali sono questi valori? “Il valore della famiglia, inteso come riscoperta del focolare e della condivisione della vita quotidiana, il valore religioso della Chiesa, inteso come partecipazione attiva alle attivitĂ della diocesi che si trasforma in punto di forza personale per superare le difficoltĂ e, ancora, il valore intrinseco della persona per ritrovare una logica meritocratica.â€? - Quanti sono diventati i soci in quest’anno e mezzo? “All’inizio non è stato facile coinvolgere altri amici non avendo un supporto politico, tuttavia,

spiegando i nostri obiettivi, giorno dopo giorno siamo diventati circa ventiâ€? - Quali sono i vostri obiettivi? “ Noi speriamo di essere ascoltati dalle istituzioni locali, quali Confagricoltura, Confindustria e Confcommercio, con le quali abbiamo giĂ aperto un dialogo di confronto sulle tematiche imprenditoriali giovanili allo scopo di creare nuove aziende che si collochino in vari settori industriali del mercato sicilianoâ€?. - Quali attivitĂ sono state giĂ svolte? “Abbiamo organizzato, ad esempio, un incontro-dibattito in collaborazione con il MAAS

(Mercato agroalimentare siciliano) che si è svolto proprio nelle aree congressuali dell’ente, in cui si è discusso con esponenti del settore di come poter istituire una nuova azienda agricola. Abbiamo pure organizzato un convegno sulla sicurezza del territorio a tutela dei cittadini, al quale hanno partecipato esponenti delle forze dell’ordine locali quale il sindacato di polizia di Catania e il comandante della polizia municipale di Trecastagniâ€?. Annamaria Distefano

dell’

Jonio

DIOCESI Intervista al presidente Peluso

Spazio per il “Serraâ€? Nell’accogliente salone del Seminario, nella prima assemblea del Serra Club, passaggio della campana tra il dott. Mario Di Bella e l’avv. Salvatore Peluso, nuovo presidente per il 2012-13: il clima è di festa; presenti mons. Antonino Raspanti e il rettore don Angelo Milone; gradito l’intervento di autoritĂ serrane, tra cui la nostra vice presidente nazionale, la pianista Vera Pulvirenti, incaricata del concorso di musica sacra. Salvatore Peluso, laureatosi in giurisprudenza a Catania, esercita la professione libera di avvocato; per un anno sociale, presidente del Kiwanis. Da nuovo presidente Serra rilascia un’intervista. - Quali novitĂ , a livello d’iniziative, ci porta l’anno della fede? “Seguendo le indicazioni del Santo Padre, mi propongo di attenzionare quanto piĂš possibile l’operato di preti e di seminaristi, quindi trovare i canali giusti, che sicuramente devono essere al centro dei nostri obiettivi, per un coinvolgimento positivo, dando loro quel supporto necessario perchĂŠ la parola di Dio passi nella societĂ , superando le difficoltĂ insite nella carenza di dialogo. Programmare incontri sottesi a tal fine- con l’impegno dovuto a simili iniziative -, su tematiche stimolanti atti a sollecitare l’attenzione nei dibattiti, anche da parte di chi è lontano o si crede lontano dal mondo cristiano, cattolicoâ€?. - La Chiesa cattolica ti sembra in posizione arretrata rispetto ai lontani? “ C’è stato un momento di stasi nell’apertura alla modernitĂ , mentre è urgente aprirsi al dialogo in modo nuovo, in una societĂ in pieno cambiamento. Oggi si comunica con le parole e gli strumenti del nostro tempo: la Parola di Dio è sempre la stessa, ma i mezzi per ascoltarla e comprenderla sono cambiati. Bisogna calarci nella nuova realtĂ e confrontarciâ€?. -Il discorso del nostro vescovo sull’espansione del Serra nel territorio diocesano acese come verrĂ realizzato? “Sempre rispettando gli scopi con grande energia e serenitĂ , attraverso i vicariati. C’è spazio in un territorio fertile, ancora da esplorare: la speranza, alla base della nostra azione. Scopo del club, il sostegno dei seminaristi: cerchiamo di sensibilizzare l’opinione pubblica a sostenere i giovani, che si preparano per una missione ecclesiale, in favore della societĂ .â€? Anna Bella

Laurea: Grazia Carrara dottoressa in medicina

Lo scorso 26 ottobre Grazia Carrara ha conseguito la laurea in Medicina e Chirurgia presso l’UniversitĂ degli Studi di Catania, con votazione 110/100 e lode, discutendo la tesi sperimentale “Screening delle aneuploidie fetaliâ€?, relatore il chiar. mo prof. Antonio Gulisano. Le piĂš vive congratulazioni de “La voce dell’Jonioâ€?alla neo dottoressa, ai genitori, prof.ssa SeraďŹ na Ardita e prof. Alfonso Carrara e al fratello, ing .Francesco Carrara.

“Resistere, lottare, diventare liberi. Per saper amare meglio.�

A SOLI

IN PIĂ™

Vale la pena lottare contro le tentazioni. I cosiddetti vizi capitali – ingordigia, lussuria, avarizia, collera, tristezza, acedia, vanagloria e orgoglio – sono piÚ attuali che mai. Seducono il nostro animo e deformano il nostro rapporto con la realtà . In preparazione al Natale e all’anno nuovo, lasciamoci guidare da Enzo Bianchi in un cammino di liberazione per ristabilire rapporti autentici con noi stessi, con gli altri e con Dio. Solo cosÏ la nostra vita sarà piena.

Richiedi la tua copia in edicola, in parrocchia o al numero 02.48027575 Scopri e prenota tutta la collana sul sito www.famigliacristiana.it/enzobianchi

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