Lvj (29 maggio 2016) anno lix numero 5

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Anno LIX - N. 5

Domenica, 29 maggio 2016

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Diaconato alle donne?

Periodico cattolico fondato da Orazio Vecchio

PARROCCHIE

Rivedere un ruolo per servire meglio Durante l’udienza in Vaticano del 12 maggio scorso con l’Unione internazionale delle superiori generali (Uisg), Papa Francesco, accogliendo l’esplicita proposta di una suora, sulla possibilità di rivedere la questione del diaconato alle donne, ha annunciato che istituirà una Commissione di studio sul diaconato femminile. Questione, questa, che Papa Francesco già da qualche tempo si era posto desiderando di capire meglio il ruolo effettivo delle donne nella Chiesa primitiva. Si tratta qui di una proposta di studio sul ruolo della donna nella Chiesa, in base alle nuove esigenze di oggi, al fine di non privare e ostacolare il servizio svolto dalle donne nella comunità ecclesiale, di quella possibilità di ricchezza che potrebbe donare. Tale proposta, infatti, non è sicuramente il primo passo per un eventuale possibilità di sacerdozio alle donne, certo che no! Su questo punto la Chiesa è stata sempre decisa. Nell’Ordinatio sacerdotalis, Giovanni Paolo II ha spiegato che il sacerdozio non può essere impartito alle donne, e lo stesso Papa Francesco, nel suo viaggio di ritorno dagli Stati Uniti, affermava il no alla possibilità del sacerdozio alle donne. Tutto ciò mette a tacere le varie chiacchere che fanno da contorno a questa questione. Si tratta solo di rivedere la storia di un ruolo, affinchè possa esplicarsi ancora meglio il suo servizio, nella novità dell’oggi. Se si guarda alla Chiesa primitiva, si scorgono realtà presentì di diaconato delle donne, intesa come diaconia, cioè, come servizio. Le donne, infatti, svolgevano ruoli importanti come collaboratrici degli apostoli per la formazione delle nuove comunità e per il servizio caritativo. La loro ordinazione è chiaro, era assolutamente diversa da quella dei diaconi uomini, poiché non vi si rilevano presenze di sacerdozio o di episcopato femminile, mentre tra i diaconi uomini, si rilevano casi di successive ordinazioni presbiterali ed episcopali. Lungo la storia il diaconato maschile è rimasto, prendendo sempre più la sua definizione di primo grado dell’ordine sacro a cui fa seguito quello sacerdotale e infine, quello episcopale. E’ il Concilio Vaticano II che restaura il diaconato nella Chiesa latina come grado permanente della gerarchia. Nella Costituzione conciliare Lumen Gentium, si stabilisce che il ministero diaconale rinasca nella Chiesa, come ministero “proprio”, e non più soltanto come tappa per i candidati al sacerdozio. Si tratta di un ministero che può essere conferito a uomini sia celibi che sposati, non per il sacerdozio dunque, ma per il servizio nel ministero della liturgia, della predicazione e della carità, servendo il popolo di Dio in comunione con il Vescovo e i suoi sacerdoti. Della diaconia delle donne, come si nota, sembra non essere più ufficialmente riconosciuta e ricordata lungo questo percorso. La decisione di Papa Francesco, di voler istituire una Commissione apposita per studiare nuovamente la questione del possibile diaconato alle donne, in tal senso, in questo preciso momento storico, non sembra fuori luogo o inopportuna, ma appare invece come una logica conseguenza del suo agire pastorale, attento come è, ai gemiti dello Spirito Santo che è Spirito che vivifica e dona vita. Letizia Franzone

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VOLONTARIATO

Coltivano e vendono ortaggi e si finanziano la partecipazione alla Gmg di Cracovia Nando Costarelli

Ecco il “Camper del sorriso” con un gruppo di specialisti che assiste e cura sulla strada chi ha bisogno dell’odontoiatra

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pagina speciale

Acireale Il presidente Di Prima spiega il ruolo dell’Associazione Costarelli nell’omonima pasticceria

Coraggio e passione per la città

In centro riapre e raddoppia lo storico “Costarelli” Tanti negozi restano chiusi A distanza di pochi giornidall’affissione sui muri della città di un manifesto recante una serie di saracinseche abbassate e negozi chisui del centro storico, in piazza Duomo ha riaperto la storica Pasticceria Costarelli. Un atto di coraggio convcretizzatosi, come ha riconosciuto ancjhe il Vescovo mons. Raspanti, dinanzi a fiumi di parole e di impegni Costarelli si chiama anche una nuova associazione, il cui presidente, Mario Di Prima ne spiega ruolo e scopi. Maria Pia Risa (Intervista a pag. 2)

TESTIMONIANZA Delusioni e speranze a sessant’anni dal primo promettente incontro con Acireale

“Ma è un sogno da coltivare ancora!” Conservo il ricordo del mio primo incontro con la città di Acireale, come un sogno da custodire. Ero adolescente e durante le vacanze sono venuta a trascorrere una settimana dagli zii, che vi abitavano. La mia prima emozione che provai fu nel tratto di strada che da Acitrezza giunge a Capomulini: era un profumo di mare, che man mano che si andava verso S. Maria delle Grazie, si trasformava in odore di zagara e guar-

RICORDO

dando a destra della strada gli occhi si riempivano di meraviglia, assorbiti dall’azzurro intenso del mare che si perdeva all’orizzonte per congiungersi con il cielo, anch’esso azzurro, limpido, asciutto e il verde dei tanti limoneti che si stendevano fino al mare. Guardando a sinistra il verde dei limoni si perdeva verso la montagna che si ergeva maestosa, sovrana come la dominatrice dell’intera Isola. L’Etna, vista da Leonforte, il mio paese natale, nel

RUBRICA LETTERARIA

Antonio Abate incarnava lo spirito del volontariato collaborò con “La Voce” Graziella De Maria

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“Il tempo di un errore” Attimi di poesia Recensioni ragionate di opere appena uscite Rita Caramma

cuore della Sicilia, era grande, bella, imponente, ma “da vicino” era immensa e irraggiungibile. Con il cielo limpido mi sembrava disegnata da un artista, con una matita a punta sottile per non scarabocchiare quel velo di cristallo che era il cielo e con quella traccia evanescente di fumo, che mi faceva sentire il suo respiro.a Teresa Scaravilli (continua a pag. 2)

DIOCESI

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Presentato e attivato servizio di consulenza pastorale-giuridica sul matrimonio Guido Leonardi

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DIOCESI Lunedì 6 Giubileo: organizzato dal Csi

Colori di sport e Fede Lunedì 6 giugno piazza Duomo si colora di sport e fede con la celebrazione del Giubileo dello sportivo. Il comitato del CSI di Acireale, con il supporto del Coni, ha infatti raccolto l’invito del Vescovo di Acireale a Salvo Raffa riunire tutte le società sportive per una serata di gioia e preghiera e si prepara così ad animare la città per un intero pomeriggio. Salvo Tomarchio (continua a pag. 2)


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In Seconda

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Jonio

RICORDO Antonio Abate, uomo di grande fede che incarnava lo spirito del volontariato

INTERVISTA Di Prima sulla “Costarelli”

Ripeteva “Fa’ beni e scordatillu!”

“Una ventata di vitalità”

Antonino Abate era segretario del consiglio direttivo della Misericordia di Valverde, l’associazione di volontariato nella quale si era speso per alcuni decenni, dando il meglio di sé stesso e direttore di una scuola privata paritaria; in passato è stato anche assessore, consigliere comunale di Valverde e presidente del consiglio comunale. Per diversi anni è stato collaboratore de “La Voce dell’Jonio”, stimato dalla redazione per la correttezza professionale e la sensibilità umana, e de “La Sicilia” negli anni ’90. Lo scorso 4 maggio, a 54 anni, da guerriero, con grande coraggio e soffrendo in silenzio, si è spento. Era definito un grande uomo, un punto di riferimento per tanti, una persona molto amata che si spendeva per il prossimo; godeva dell’affetto e della stima di molti. Abbiamo raccolto alcune testimonianze per ricordare la figura di Antonio, una persona paziente e sempre disponibile. «Era un uomo meraviglioso, sensibile, gentile, che non offendeva mai nessuno, sapeva ascoltare e non interrompeva, dopo dava i suoi suggerimenti senza essere invadente. Era un uomo grande. Dava molto valore ai sentimenti e al rispetto delle persone, con i gesti o con le parole, dava coraggio e pensava agli altri, non si è mai risparmiato. Un ragazzo lo chiamava “papà putativo”: per lui, come per altri, è stata una grande perdita. Ogni persona che è venuta a dargli l’ultimo saluto, mi ha raccontato

- Come nasce l’idea di far rivivere la “Pasticceria Costarelli”, da sempre meglio conosciuta come “Il Costarelli”? “Dall’incontro di un gruppo di persone volenterose di migliorare la vita sociale della comunità in cui vivono. Il confronto e l’analisi della situazione del territorio hanno permesso di individuare, in tale luogo “storico”per la città di Acireale, un simbolo di rinascita dell’identità collettiva”. - Chi sono i protagonisti “Occorreva un primo nucleo di coraggiosi che decidesse di investire tempo e risorse nel perseguimento dell’idea. E tali sono stati i miei amici Carlo Zimbone, Sergio Spina, Fabio Saglimbene e Pino Giordano: una formidabile squadra d’attacco, come l’ha definita un attento osservatore delle vicende locali. A questo primo nucleo si sono, ben presto, uniti tanti altri coraggiosi cittadini con generosità e spirito costruttivo, al punto che attualmente i soci si contano nel numero di una settantina, espressioni esclusivamente della società civile acese “. - Cosa si propone l’”Associazione Costarelli”? “Il nuovo e articolato organismo associativo si propone quale motore propulsivo di iniziative di sviluppo e di armoniosa crescita socio-economica per il territorio. La sede dell’Associazione, ubicata all’interno della storica Pasticceria Costarelli, è dotata di una confortevole sala riunioni e conferenze dotata di moderne tecnologie multimediali, punto di riferimento e di dialogo per l’intera comunità acese, al fine di agevolare lo scambio di idee e la progettualità propositiva a beneficio del territorio - Qual è il rapporto tra l’associazione e la Pasticceria e, quindi, tra la gestione e la vita della prima e la gestione della seconda? L’associazione ha avviato l’idea ed elaborato il progetto complessivo con un metodo nuovo, che prevede la collaborazione tra una entità di persone che operano nel sociale ed un’attività imprenditoriale autonoma rispondente alle

una cosa bella che lui ha fatto e che io sconoscevo perché non ne parlava mai. Antonio diceva “Fai beni e scoddatillu”, non diceva mai “Fai male e pensaci”, perché per lui era solo il bene che si doveva fare. Sapeva leggere all’interno delle persone, le capiva. È stato un marito eccezionale, era lui che mi dava le direttive. L’ultimo periodo della sua vita ha sofferto tanto e non lo ha fatto capire. Il suo motto era “Forza forza, ce la dobbiamo fare!”», ha dichiarato sua moglie, Vera. «Era il padre di tutti, un sognatore, una persona molto umile», ci ha detto Anna, la sorella di Antonio. Abbiamo parlato con Antonino Torrisi, fondatore della Misericordia di Valverde, nata nel 1984 «Ho conosciuto Antonio quando era un ragazzino e ho subito capito che era valido. Spesso gli dicevo di venire in Misericordia, lui mi diceva di non saper fare niente ma io continuavo ad invogliarlo, mi bastava la sua presenza, così si è convinto. È nato così questo rapporto di amicizia che è durato 30 anni. Lui amava definirsi l’ultima ruota del carro: questo è sinonimo di umiltà. La sua presenza è stata fonda-

mentale nella Misericordia, io avevo la responsabilità dell’associazione ma lui faceva più di me perché curava i rapporti con i giovani facendoli innamorare del volontariato. L’ultimo suo lavoro è stato quello del banco alimentare, per aiutare chi è senza pasto. Un giorno Antonio ha aperto il suo borsello e, tirando fuori la coroncina del rosario, mi ha detto “La porto con me, ogni tanto, quando ho tempo, la prendo e mi metto a pregare”. Quel giorno io, arrivato a casa, ho preso una coroncina e l’ho messa nel portafoglio, come faceva lui, è stato anche un apostolo per me. Ultimamente dicevo ad Antonio di alzarsi dalla sedia per fare una passeggiata insieme, gli avrebbe fatto bene, e per scambiare qualche parola, per parlare di qualche progetto. “Dopo le ultime analisi, cominciamo a camminare. Massimo giorno 4 andiamo”, mi ha risposto. Ma non ci siamo riusciti». Una volontaria della Misericordia, Giusy Lutri, ci ha rivelato: «Antonio era importante perché ci dava la sicurezza che spesso mancava. Era una persona molto intelligente, trovava la soluzione a tutto. Mi chiedeva sempre di portare gente, di fare avvicinare le persone alla Misericordia. Sua moglie fa parte della nostra famiglia, tutto ciò che prossimamente faremo lo riferiremo a lei. Noi continueremo il lavoro di Antonio, ci ha insegnato a credere in quello che facciamo». Graziella De Maria

ESPERIENZE Carolina, dott. in Lettere moderne, e Francesco in Scienze dell’Educazione, sono stati nostri collaboratori

Due fratelli laureati in meno di un mese Quella che vi vogliamo raccontare qui è la storia di un povero padre che in meno di un mese si è trovato ad affrontare la laurea di due figli. Vi immaginate quindi la partecipazione a due sedute di laurea – per giunta in due università e in due città diverse –, con due preparazioni fatte di inviti e passaparola a parenti ed amici, due preparazioni psicologiche, due servizi fotografici, due serie di regali, due serie di festeggiamenti, due serie di bomboniere-sacchettini, due forti emozioni (perché quando i figli fanno qualcosa di importante, è come se la si facesse in prima persona), due… di tutto, e tutto a due a due! Questo è quanto successo al nostro collaboratore Nino De Maria, che alla sua veneranda età – e meno male che è già pensionato – il 30 marzo scorso ha visto laurearsi in Lettere moderne, all’Università di Catania, la figlia minore Carolina, che, discutendo una tesi di Storia e critica del cinema, ha riportato la ragguardevole votazione di 105 su 110. Il successivo 26 aprile, all’Università di Firenze, ha poi conseguito la laurea magistrale in “Scienze dell’educazione degli adulti e Scienze pedagogiche” il figlio Francesco, il quale, discutendo una tesi sul ruolo pedagogico delle ONG (Orga-

nizzazioni non governative), molto apprezzata dalla commissione di laurea, ha conseguito la votazione di 110 e lode. Per fortuna a sostenere moralmente il nostro amico – e a condividere con lui tutte le attività prima, durante e dopo, con relative emozioni – c’era la moglie Patrizia! Ad entrambi i genitori porgiamo quindi le felicitazioni di tutta la redazione de “La Voce dell’Jonio” per gli importanti traguardi raggiunti dai figli Carolina e Francesco. I quali non sono poi dei perfetti sconosciuti per la nostra testata, dal momento che entrambi hanno pure collaborato con noi: la prima, Carolina, mandando alcune testimonianze sulla sua esperienza e sulla vita locale dell’isola di Cipro dove nell’estate del 2015 ha trascorso un mese per un corso di specializzazione in lingua neo-greca; il secondo, Francesco (Ciccio per gli amici), è quello stesso che qualche anno fa ha trascorso circa un anno in Africa, in Tanzanìa per l’esattezza, da dove ha condiviso con i nostri lettori i momenti salienti e le emozioni più genuine della sua esperienza di servizio civile internazionale in un centro per l’assistenza di bambini orfani e ragazze madri.

logiche di mercato. I due organismi sono tra loro autonomi, ma sinergici per il successo dell’iniziativa nel nostro territorio”. - Come si può sintetizzare la “mission” che vi siete posti? “Si tratta di una realtà con molti progetti in cantiere per ridare slancio alla vita sociale ed economica della città, che vuole contribuire al migliore utilizzo delle risorse del territorio per la crescita e lo sviluppo della comunità. L’obiettivo è coniugare attività imprenditoriali ad iniziative che possano riaccendere la vivacità culturale e commerciale che in passato ha caratterizzato la città di Acireale” - Il vostro è, anche e soprattutto, un atto di coraggio e insieme di fiducia. Sperate proprio che la città, e non solo, risponda positivamente? Riteniamo che proprio tali doti, coraggio e fiducia, unite alla competenza ed al rigore morale, siano in questo momento fondamentali per poter uscire dalla crisi in cui, da qualche tempo, la nostra comunità si è venuta a trovare. Pensiamo che atti concreti come questo siano indispensabili per riuscire a trainare ed a scatenare fenomeni positivi nei vari ambienti della nostra città E’ importante sapere che c’è un gruppo di persone che credono in un futuro migliore e sono pronte a costituire punto di riferimento per quanti vogliano riconoscersi in tale prospettiva. La campagna associativa è aperta a tutti. - Con la vostra iniziativa pensate che possa rivitalizzarsi il centro storico cittadino? Piazza Duomo si era spenta e con essa tutto il centro storico languiva in una specie di lungo letargo, dal quale ci auguriamo di poter tirar fuori la città con le sue grandi risorse e potenzialità. Una forte luce si è riaccesa nel cuore di Acireale e questa scintilla potrà propagarsi a raggiera per riportare il centro cittadino agli splendidi fasti che merita per tradizioni storiche e per le capacità dei suoi operosi abitanti”. Maria Pia Risa

dalla prima Un sogno da coltivare dell’

Jonio

Direttore responsabile Giuseppe Vecchio Editore Associazione La Voce dell’Jonio Via Mons. Genuardi, 14 95024 Acireale Iscrizione Tribunale Catania n. 220 del 5/4/1958 Iscrizione al ROC (Registro operatori della comunicazione) n° 22076 Redazione Via Mons. Genuardi 16, 95024 Acireale - Ct (casella post. 174) tel. 095601992 Mail Fax 095 9707019 www.vdj.it lavocedelljonio@hotmail.it Stampato da ITALGRAFICA Via Nocilla 157 95025 Aci S. Antonio (CT) tel 095 702 23 59 www.ital-grafica.it Abbonamento annuo Ordinario euro 12,00 Extra 20,00 - Speciale 50,00 Sostenitore 100,00 Conto Corrente Postale 7313800 intestato a Associazione La Voce dell’Jonio Via Genuardi, 14 95024 Acireale Membro FISC - Federazione Italiana Settimanali Cattolici

Acireale, bella, regale, pulita, ordinata, come una principessa privilegiata, di cui, tutti i suoi abitanti si prendevano cura. Mi pareva che l’orgoglio e la fierezza dell’esserne cittadini consentisse loro di custodire e aver cura di quegli attributi che il nome stesso le aveva concesso: Acireale, città reale. “Reale”, cioè vera, concreta, tangibile e insieme, “regale”, degna di un re. Sono passati quasi 60 anni da quel primo incontro. Sono venuta a vivere in questa terra e ad esserne anch’io “cittadina”, inizialmente come allieva nella rinomata Scuola Superiore di Servizio Sociale (anni 60/70), e poi come impiegata negli Uffici dei Servizi Sociali del Comune, quando anche un manifesto pubblicizzava una città STRAPULITA (anni 80/90). Era una consuetudine per molti cittadini dei paesi vicini e in particolare per i catanesi, venire a passeggiare lungo le vie del centro storico, guardare il belvedere dal balcone della Villa Comunale, prendere il gelato, la granita, il caffè, le paste di mandorla, … al Bellavista, sedersi al Bar di Piazza Duomo o nei vari Bar del Corso Umberto e ammirare le vetrine dei negozi, eleganti, curate, accattivanti. Tutti gli acesi erano fieri di essere acesi. Ho sognato? Forse ho preso un abbaglio. Che cosa è successo? La memoria mi tradisce? La pescheria, con la grande piazza Marconi, la Via Davì, con la Piazza Mazzini che non consentivano un metro di spazio tra una bancherella e l’altra, tra una porta e l’altra, e che non lasciavano passare gli acquirenti senza urtarsi fianchi e addomi con i pacchi della spesa, dove sono andati a finire? Lasciamo stare la chiusura delle Banche, che già da Piazza Duomo a Piazza Mazzini ne sono scomparse due. Ma che il Corso Umberto, il Corso Savoia, la Via Paolo Vasta, che sono il cuore della città, facciano sentire il pedone come un visitatore del cimitero, è desolante. Si vedono solo vetrine tempestate di carte pubblicitarie scadute, saracinesche abbassate, non più insegne luminose, per tutta la notte, buio nella città, solitudine

per le vie, squallore nei pensieri dei passanti, che non possono non chiedersi: “Perché chiudono i negozi?”.Forse la gente non compra al minuto e preferisce i centri commerciali? Gli affitti sono esorbitanti e le vendite non consentono guadagni adeguati alle spese? La gente non compra perché non ha reddito sufficiente? Si produce più di quanto si consuma? Ci sarà qualche risposta a questi interrogativi! Non credo siano solo miei! Ma c’è un piano commerciale, una regola tariffaria per gli affitti, per la produzione di beni, per la distribuzione equa di questi? C’è un progetto di sussidiarietà e di collegamento tra beni necessari e consumi adeguati al bisogno? Certo, vedere i cassettoni della spazzatura pieni di alimenti non più commestibili non è una cosa buona, tanto più se molti ancora restano senza cibo sufficiente al fabbisogno proprio e della propria famiglia. Ma c’è una risposta che da cittadini possiamo concorrere a dare perché questa città torni al suo reale possibile benessere? Pensiamoci. Teresa Scaravilli

Giubileo dello sportivo

A Piazza Duomo sarà allestito il “Villaggio dello sportivo” con tornei, esibizioni e giochi a squadra che ravviveranno le tradizioni dei giochi popolari e di strada nella cornice del centro storico di Acireale. “Per il Csi di Acireale e per tutte le società sportive sarà una gioia e un onore celebrare ufficialmente il Giubileo e guidare la processione per il passaggio della Porta Santa” – così dichiara il presidente del comitato acese del Csi, Salvatore Raffa – “Da sempre le nostre attività sportive sono legate alle parrocchie della diocesi e continuano ad avere forti radici cristiane che esprimono concretamente nei valori e nei gesti che atleti e dirigenti portano tutto l’anno in campo. Vogliamo vivere dunque un momento di festa con tutti gli atleti, gli sportivi e non solo.”. Ad affiancare i dirigenti del Csi di Acireale, il sup-

porto di alcuni enti e associazioni tra le quali ricordiamo il Comitato Paralimpico nazionale, l’Associazione Andromeda e la Consulta giovanile dello sport di Acireale. Le strade e le piazze sono state tradizionalmente palestre di vita e opportunità concrete di socializzazione e confronto, con l’intento di ravvivare questo spirito in Piazza Indirizzo si raduneranno dalle 16,30 gli oltre duecento atleti e associati attesi, delle tante società sportive di tutta la diocesi. Contemporaneamente dal porticciolo di Santa Maria La Scala partirà una staffetta tra atleti e rotellisti con la torcia olimpica che, attraverso le Chiazzette, raggiungerà la città e sarà consegnata a un rappresentante del comitato Paralimpico che accenderà il braciere olimpico in Piazza Duomo. Da qui via a tornei, giochi e spettacoli; per i più piccoli sarà prevista un’area animazione e non mancheranno le esibizioni di danza di alcune società sportive acesi. Alle ore 19.00 dalla Basilica di San Pietro, partirà il grande corteo degli sportivi, aperto dalla bandiera CONI e dalle federazioni, a cui faranno seguito tutti gli stendardi dei gruppi sportivi che giunti in Cattedrale attraverseranno la Porta, prima di partecipare, alle ore 19.30, alla Santa Messa presieduta dal Vescovo di Acireale. Al termine della celebrazione il Vescovo consegnerà, nelle mani di ogni gruppo sportivo il mandato a continuare, sulla strada della misericordia, l’importante e prezioso lavoro di educazione sportiva. Sarà prevista anche la cerimonia di premiazione del torneo interparrocchiale 2016. Tutti pronti dunque a “scendere in campo” e a vivere insieme agli sportivi della diocesi, una giornata di festa, di gioia e di condivisione: “Estendiamo l’invito a tutti gli amanti dello sport e a tutte le famiglie degli sportivi - conclude Salvo Raffa - Avremo il piacere di condividere la festa con chiunque si riconosca nei valori che si diffondono tramite lo sport; sarà la festa di tutti.” Salvo Tomarchio


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Cultura e Società

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IL TEMPO DI UN ERRORE

Se la poesia, come la scrittura in genere, trasmette una pacificazione di pensiero, così “La pace della pienezza - poesie scelte 1956 - 2006” (edizioni Kolibris) di Thomas Kinsella, fortissima voce poetica irlandese, conferisce atmosfere introspettive, rimandi di un dire che nella traduzione di Chiara De Luca trovano espressione di realtà, immagini di riflessioni rivelatrici, carezzevoli mutazioni di pensiero: “[…] Di questa palude, cara ragione, abbiamo / fatto un tabernacolo infinito, un’origine. / Pozzo per qualunque solitario / troverà in questo il posto giusto per spianarvi / dentro il suo deserto.” Così, si ricongiunge il mistero di ciascuno, il proprio sentire che si dipana in poesia come in “Mise-

ATTIMI DI POESIA A CURA DI RITA CARAMMA

rere nostri” (edizioni LietoColle), di Antonella Monti con prefazione di Giuseppe Conte. Qui, il presente dell’esordiente poetessa comasca, la visione particolareggiata e d’insieme, si affida a una Guida Celeste che diviene mano, penna della stessa Monti, pennello delicato ed emozionale: “[…] Smaltati e cangianti / i colori della pelle armonizzano in te / si

vestono dei tuoi toni e a tempera densa / riempiono i miei tratti di pittore / che su carta assorbente ricalca su se stesso / la tua figura […]”. Rimembranza sottile, dichiarazione di sentimento, lievità votata a stemperare l’amarezza che in “Latte e limoni” (edizioni La Vita Felice) di Anna Maria Dall’Olio, con prefazione di Diana Battaglia, riacquista uno spa-

zio temporale e, nei versi dell’affermata autrice, attraversa la misura cronologica e si dipana in un linguaggio nuovo, ancora una volta convincente anche in poesie/filastrocche per adulti, rivelatrici di sorde verità: “Fa’ la nanna tu possa sognare / mentre babbo poco ha da sperare / fa’ la nanna che a casa è tornato / perché la ditta l’ha cassintegrato”.

LIBRI Presentata da Anna Bella la prima raccolta di poesie di un promettente autore acese

Il “Riordino mentale” di Bonanno “Riordino mentale” è il primo libro di poesie del poeta Antonio Bonanno. Acese, una grande passione per la poesia fin da ragazzo, coltivata anche durante gli anni del liceo. Decide di continuare gli studi iscrivendosi alla facoltà di Fisica ma ben presto si rende conto che le sue vere passioni sono altre, così cambia corso iscrivendosi e laureandosi in Scienze politiche. Svolge successivamente l’attività di consulente del lavoro e intanto si realizza anche negli affetti diventando papà di Francesco e Maddalena. Bonanno scrive spesso, alternando però anche lunghi momenti di pausa creativa. Le opere giovanili purtroppo sono andate disperse e la sua produzione ricomincia nuovamente durante gli anni ’70. La morte della moglie lo segna profondamente, e questo lutto lo porterà a riflettere sulla caducità delle cose, degli avvenimenti, sulla vita, la morte, il dolore. La sua seconda moglie riuscirà a portare nel suo animo un nuovo impulso di vita e creatività, la tristezza lascia posto alla voglia di rinascere. Il sottotitolo del libro “Riordino mentale”

è “Panta rei” nel significato della caducità di tutto quello che ci circonda, tutto scorre, la vita si fa morte sia in senso positivo che negativo. La raccolta dedicata ai figli, alla moglie scomparsa ma anche alla nuova compagna di vita è l’occasione per il poeta di trasmettere attraverso le parole ciò che ha dentro di sè. L’autore stesso

definisce il suo percorso artistico molto occasionale, nascendo da situazioni che lo portano a scrivere, ma conoscendo anche lunghi periodi di silenzio. “Questo mio primo libro nasce da una selezione operata su tutte e cinque le raccolte tendente a disegnare un percorso di vita che va dai

ricordi dell’adolescenza al tempo presente, all’oggi- spiega l’autore, precisando che a questo suo libro ha voluto dare lo stesso titolo dell’ultima raccolta di poesie. La presentazione del volume, avvenuta nell’aula magna del liceo scientifico “Archimede” di Acireale, ha visto la partecipazione oltre che dell’autore, anche del professore Franco Calì, che ha letto un’accurata biografia di Bonanno, e della professoressa Anna Bella, arguta e attenta relatrice dell’incontro. La professoressa Bella ha sapientemente illustrato, attraverso l’esame della produzione poetica del Bonanno, il lato introspettivo e profondo dell’autore. Ha citato anche i vari riconoscimenti, come il premio città di Alcamo, che negli anni hanno dato il giusto riconoscimento alla produzione letteraria del poeta acese. L’incontro è stato allietato anche dalla lettura di alcune poesie presenti nella raccolta, che precede un’altra, già pronta, ed anche varie altre produzioni dello stesso autore, di prossima pubblicazione. Gabriella Puleo

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Recensioni

“Una fragile foglia d’autunno”, scritti di Francesco Catania pubblicati dai figli “Una fragile foglia d’autunno” è un libro delicato, dedicato alla memoria. Francesco Catania è l’autore degli articoli che compongono questo libro e i figli Enzo, purtroppo prematuramente scomparso, Giuseppe e Rosario hanno voluto ricordare il loro amato papà con questa raccolta di articoli, da lui scritti e pubblicati su “Il Gazzettino del Sud” dal novembre 2003 all’ottobre 2010. Egli ha avuto una vita lunga, intensa, ricca di avvenimenti e piena di affetti, giunta al termine una sera di inizio autunno quando si spegne serenamente. Francesco Catania è stato maestro e direttore didattico, e la sua storia umana e personale si svolge in simbiosi con la storia sociale della sua città, dove ha sempre vissuto. Nei suoi articoli, dedicati a gli anni della fanciullezza, ricorda nitidamente i vari quartieri del centro storico dove visse con i genitori, le sorelle e il fratello. I giorni dell’infanzia in via Santo Stefano, il mondo dei “carusi” dei Cappuccini e di Corso Umberto degli anni venti del secolo scorso, l’appuntamento dei giovani di allora “sutta ‘u rulogio” l’orologio della Cattedrale. Nelle sue memorie Francesco Catania ricorda tanti personaggi di quegli anni, che sono rimasti nella memoria del tempo, come padre Urna, maestro di vita e guida spirituale per l’autore, il cognato Giuseppe Bella Vasta apprezzato ritrattista e decoratore di molti palazzi nobiliari acesi e la consorte Giuseppina Catania, sorella di Francesco, educatrice e scrittrice. Il professore Catania scriveva del suo vissuto con gioia e semplicità, come erano quegli anni, quando bastava poco per divertirsi, come quando la notizia che un film venisse girato proprio in città diventava motivo di lunghe attese per vedere i divi da vicino, e magari chiedere un autografo. Ed ancora le filodrammatiche del dopoguerra con attori come Turi Pistarà, Raffaele Manzoni, Giovanni Ungaro e tanti altri ancora. IL libro continua con ricordi legati al calcio, al circolo universitario, quasi una seconda casa per Francesco Catania, che amava trascorrere piacevoli ore con gli amici fraterni, i ricordi legati alla scuola, ricordando figure come Minerva Impalà che per quasi trenta anni fu l’anima e la mente della scuola elementare di Acireale. Un intero capitolo è dedicato alle feste, tradizioni e ricorrenze. Merita attenzione un capodanno, il novantesimo, che Francesco Catania festeggia con i suoi cari. Certo, molte persone non ci sono più, l’amata moglie è scomparsa tanti anni prima come le care sorelle e il fratello, ma non è da tutti poter dire “questo è il mio novantesimo capodanno”! Ed infine l’ascolto di ieri e i racconti di oggi. Ieri Francesco giovane fanciullo che ascoltava i ricordi della mamma giovanetta nel finire dell’800, oggi Francesco che rievoca memorie e affetti di un tempo passato, che è dentro il suo cuore, e nella sua lucida e fervida mente ha regalato a tutti noi ricordi di un tempo che fu! Ga. P.

SANTA VENERINA Nella pasticceria Russo in mostra ritratti di Nino Mammino

ZAFFERANA Personale di pittura in Municipio, inaugurazione sabato 28

”Mille volti tra il bianco e il nero”

Ecco finalmente “Le rose di Enza”

Ad impreziosire le pareti della rinomata pasticceria-bar “Russo” di Santa Venerina ci pensano i “Mille volti tra il bianco e nero” di Nino Mammino. L’esposizione propone diversi ritratti di personaggi comuni e celebri eseguiti a matita e carboncino. Nino Mammino ha cominciato a vivere la sua passione sin da adolescente e, a causa degli impegni lavorativi di imbianchino, ha scelto di dedicarsi totalmente al suo lavoro, interrompendo così per diversi anni la sua attitudine artistica. A risvegliare la sua passione hanno contribuito le matite regalategli, qualche anno fa, dalla figlia, esplicito invito a ricominciare. Da allora l’autore autodidatta ha ripreso a disegnare diversi ritratti per iniziativa personale e anche su richiesta. Osservando i suoi disegni, la somiglianza con i soggetti raffigurati risalta tanto che non si può fare a meno di riconoscere il dono naturale ricevuto da Mammino. I suoi ritratti, infatti, rivelano un’accurata attenzione per i particolari disegnati e ne evidenziano la sua precisione e serietà. Invitato a mettere a disposizione delle attività parrocchiali queste sue capacità, egli continua a trasmettere ben volentieri la sua competenza ad altri. Anche in occasioni di feste patronali, l’autore ha ritratto immagini sacre e le ha donante alla chiesa. Tra i volti più noti esposti nei locali della pasticceria-bar “Russo”, emerge quello di Maria Grazia Cutuli, nota giornalista siciliana assassinata in Afghanistan nel 2001, del cui ritratto l’autore ha fatto dono alla famiglia. Si fanno spazio, tra i personaggi celebri, volti di gente del luogo, che suscitano così l’affettuosa ammirazione delle persone ritratte. Diverse sono le sue partecipazioni alle manifestazioni pubbliche locali, come la recente “EnoEtna”, evento annuale, promosso dal Comune di Santa Venerina, per valorizzare il settore enologico e le produzioni artigianali locali. I suoi lavori sono stati apprezzati anche da turisti stranieri che ne hanno fatto richiesta, dando all’autore la possibilità di essere stimato anche fuori dal contesto locale. Il cliente, grazie alla calorosa accoglienza ricevuta dall’équipe della pasticceria-bar “Russo” e all’emozione provata nell’osservare i “Mille volti” di Nino Mammino, si ripromette in cuor suo, di farvi presto ritorno. Giusy Spina

Nella sala consiliare del Comune di Zafferana Etnea, sabato 28 maggio, alle ore 18, sarà inaugurata la personale di pittura di Enza Sorbello. La mostra, che l’autrice ha intitolato “Le rose di Enza”, si colloca nell’ambito della 7^ edizione di “Etna in Primavera”, promossa dal Comune di Zafferana. La mostra prevede l’esposizione di lavori ad olio su tela, che l’autrice elabora traendo spunto da immagini rilevate nel quotidiano e che richiamano la sua attenzione. I lavori toccano diversi contenuti tematici, come le sue amate rose che ripropone con cura nei suoi dipinti e danno il titolo all’evento. Vedute prospettiche e particolari locali denotano una forte passione per i luoghi che vive, dai quali trae spunto per alcuni soggetti che raffigura nei suoi quadri. Alcuni dei lavori dell’autrice, oltre ad essere eseguiti su tela, sono realizzati su tavola e sughero, raffiguranti soggetti floreali, altri invece rappresentano immagini sacre dai

colori tenui e delicati, dalle quali si denota un sincero rispetto. Le pennellate rapide, invece, eseguite a rilievo, si pongono a contrasto con quelle più sfumate che ne definiscono i particolari. L’autrice, da sempre, ha custodito la passione per l’arte che l’ha condotta a frequentare, qualche anno fa, una vera e propria scuola sotto la guida del maestro Francesco Contarino di Acireale, con l’intento di valorizzare la sua inclinazione e migliorarne l’applicazione. La formazione ricevuta attraverso questi studi ha certamente contribuito a darle l’entusiasmo di esporre i suoi lavori. Donna propositiva, versatile e socievole, di grande volontà, ha saputo concretizzare la sua passione attraverso i quadri. In continua ricerca di elementi nuovi da raffigurare. La sua dinamicità si trasmette nelle immagini riflesse dai suoi quadri che lasciano intravedere uno spirito giovanile di una vita vissuta con entusiasmo e impegno. G. S.


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SCENDI IN PIAZZA E FAI VINCERE LA SOLIDARIETA‘

L’8xmille per il bene comune

Il concorso nazionale ifeelCud -promosso dal Servizio Promozione Sostegno Economico della C.E.I.- invita tutte le parrocchie a ideare un progetto di utilità sociale per la propria comunità parrocchiale e ad organizzare un evento di promozione a favore dell’8xmille alla Chiesa cattolica da documentare con un video oppure con un servizio fotografico. In palio 8 contributi economici fino a 15.000 euro. È previsto anche un Premio della Giuria per il miglior video che racconterà l’evento. A vincere sarà la solidarietà e, anche se è rimasta nel nome, non è più obbligatoria la raccolta delle schede CU* (ex CUD), che resta comunque una pratica auspicabile. Il bando si concluderà il 30 maggio.

COME AIUTARE AD AIUTARE È un anno particolare quello che stiamo vivendo, che si intreccia strettamente con il cammino proposto dal Giubileo della Misericordia. Se Dio è misericordioso anche i suoi figli devono esserlo e questo non si traduce solo in un atteggiamento spirituale, ma anche in gesti concreti. Con l’8xmille, la Chiesa cattolica può offrire un maggiore numero di risposte concrete a chi è nel bisogno, fisico, materiale, spirituale. Promuovere questo strumento per il suo sostegno economico (che non è mai un fine) aiuta ad aiutare. Perché se fondamentale è la buona volontà, altrettanto lo sono le risorse economiche. Le parrocchie che hanno vinto finora hanno potuto realizzare i propri progetti grazie ad ifeelCUD. Quest’anno c’è una novità. “In questa nuova edizione - afferma Matteo Calabresi, responsabile del Servizio Promozione Sostegno Economico della C.E.I. promotore del concorso - gli obiettivi sono 2: il primo, che si conferma prioritario, vuole continuare a sostenere progetti di utilità sociale, che spesso poi diventano valide alternative e risposte tangibili per le famiglie in difficoltà, i giovani senza lavoro e gli anziani soli. Il secondo è quello di mostrare, attraverso un evento di sensibilizzazione e di trasparenza, l’uso di questi fondi anche a livello locale e quindi la loro importanza poiché permettono di realizzare opere utili nel proprio contesto sociale”. Si può, dunque, amare e agire per il bene del prossimo con un “progetto”? Affermativo. Ma attenzione a non cadere nella tentazione di pensare “qualcun’altro ci penserà”. Si può e si deve agire insieme. E se talvolta si rinuncia a qualcosa di personale per poterlo donare, in questo caso per “dare” basta “ideare”, e farlo con la propria comunità. MARIA GRAZIA BAMBINO

I PROGETTI VINCITORI DELL’EDIZIONE 2015 Le buone idee vincono sempre. Vincono se si sviluppano in progetti. E i buoni progetti hanno chiari gli obiettivi da raggiungere e le modalità per poterlo fare. Fondamentale è saper coinvolgere le proprie comunità parrocchiali che poi ne beneficeranno direttamente e, con loro, le realtà locali. L’esempio in queste brevi sintesi che possono essere approfondite sul sito www.ifeelcud.it. Parrocchia S. Francesco di Paola di Scafati (SA): La Casa di Francesco offre una struttura di prima accoglienza e di ascolto dove ognuno possa confidare i propri disagi, trovare conforto, sollievo e chiunque abbia bisogno possa lavarsi, vestirsi, riposarsi, nutrirsi. Parrocchia Maria SS. del Buon Rimedio (NA): Il Buon Rimedio potenzia i servizi parrocchiali esistenti, già realizzati con l’8xmille, attraverso una serie di laboratori di specializzazione (ceramica, lettura, teatrale, musicale ed informatico) per consentire ai giovani del difficile quartiere di Scampia di formarsi in vari ambiti ed individuare nuove opportunità di crescita professionale. Cattedrale di Bari: Orchestra del Borgo Antico di Bari, prendendo ad esempio il sistema “Abreu” del Venezuela, attraverso la musica e la formazione di un’orchestra cerca di recuperare alcuni ragazzi a rischio di Bari vecchia inserendoli in un percorso formativo comunitario. Cattedrale S. Lorenzo Maiorano (Manfredonia): Guarda con speranza il tuo futuro potenzia i servizi parrocchiali esistenti con lo sportello polivalente e alfabetizzazione, per promuovere l’integrazione socio lavorativa di persone immigrate e di italiani disoccupati, e un laboratorio di sartoria e realizzazione di prodotti artistici e culturali, per favorire la ricerca di un’occupazione. Parrocchia Santi Pietro e Paolo (Saronno): creazione Fondo cittadino di solidarietà, già operativo da due anni, ha la finalità di offrire un sostegno materiale e morale alle famiglie in difficoltà a causa della crisi economica, che non ricevono un aiuto dai servizi sociali del Comune. Parrocchia di S. Agazio Martire di Guardavalle (CZ): Insieme abbattiamo le barriere ha l’obiettivo di migliorare la vita delle persone disabili attraverso la realizzazione di uno spazio polifunzionale con laboratorio, sala da pranzo, sala lettura con biblioteca e caffetteria che permetterà loro di incontrarsi, sviluppare le proprie abilità residue e favorire le relazioni sociali. Parrocchia S. Filippo Neri (MI): Insieme siamo un dono ha la finalità di potenziare i servizi parrocchiali esistenti con una serie di nuove attività volte ad aiutare gli anziani e le famiglie bisognose in un quartiere difficile di Milano, la Bovisasca. La creazione di “una rete di prossimità” e l’istituzione della “badante di condominio” sono due dei punti chiave del progetto.

COME FUNZIONA IFEELCUD 2016 PER CONCORRERE LE PARROCCHIE SONO CHIAMATE A: iscriversi online su www.ifeelcud.it presentare una pianificazione dettagliata del progetto che intendono realizzare organizzare nella propria parrocchia

un evento di promozione e sensibilizzazione alla firma per l’8xmille documentare l’evento con un piccolo video o fotoreportage Vincono le 8 parrocchie che hanno realizzato i progetti considerati più meritevoli da una Giuria

secondo i criteri di valutazione pubblicati sul sito www.ifeelcud.it. Il video permette di concorrere alla vincita di un premio aggiuntivo di 1.000 euro. Proclamazione dei vincitori sul sito il 30 giugno 2016.

Tutte le info su www.ifeelcud.it *I TITOLARI DEL SOLO MODELLO CU (EX CUD) SONO COLORO CHE POSSIEDONO ESCLUSIVAMENTE REDDITI DI PENSIONE, DI LAVORO DIPENDENTE O ASSIMILATI, E SONO ESONERATI DALLA PRESENTAZIONE DELLA DICHIARAZIONE DEI REDDITI. TUTTAVIA POSSONO DESTINARE L’8XMILLE ATTRAVERSO L’APPOSITA SCHEDA ALLEGATA AL CU. IN ALTERNATIVA SI PUÒ UTILIZZARE LA SCHEDA ALLEGATA AL MODELLO UNICO (SCARICABILE DA WWW.IFEELCUD.IT).


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Chiesa e Società

Jonio

ESPERIENZA Dalla terra di S. Nicolò alla prossima Gmg

L’orto per Cracovia All’opera giovani guidati dai Padri Filippini Le comunità parrocchiali ‘San Nicola’ di San Nicolò, frazione di Aci Catena, e ‘Maria Ss. Immacolata’ di Ficarazzi, frazione di Aci Castello, entrambe affidate alle cure spirituali dei Padri della Congregazione dell’Oratorio di San Filippo Neri di Aci Catena, vivono alcuni interessanti progetti di formazione, che coinvolgono tanti giovani, secondo il carisma filippino che contraddistingue i Padri oratoriani. Se nei locali dell’oratorio parrocchiale della comunità di ‘San Nicola’ è già attivo da quasi 2 anni (si compiranno il prossimo 24 maggio), con la supervisione del parroco sac. Stefano Panebianco d.O., un primo progetto basato sull’istituzione del ‘Centro stampa digitale BCL’ (intitolato alla Beata Chiara ‘Luce’ Badano), con la possibilità di stampa di opuscoli, depliant, libri, un secondo progetto, denominato ‘Orat-orto’, coinvolge, invece, la stessa comunità parrocchiale e quella di Ficarazzi e ha da subito impegnato alcuni giovani delle due comunità ecclesiali. Ad essi, nel 2015, la Diocesi ha affidato in comodato d’uso gratuito un proprio terreno di circa 6400 mq, ubicato a Ficarazzi, inizialmente coltivato ad agrumeto, che è stato poi preso in cura dai giovani delle due comunità parrocchiali, i quali hanno effettuato un primo intervento di scerbatura e pulizia totale, riprendendo la coltivazione dell’agrumeto ed iniziando la coltivazione di ortaggi ed alberi da frutta. Nel progetto, oltre a dare spazio alle coltivazioni, si sta facendo anche esperienza di cucina, per la preparazione di marmellate, conserve e canditi. Il progetto nasce e si sviluppa con l’obiettivo di formare i giovani all’attività lavorativa, nella fattispecie agricola, con la competente supervisione di padre Stefano, fornito di diploma di Maturità agraria. I laboratori di cucina vengono condotti attraverso la formazione offerta da personale specializzato. I proventi della vendita dei prodotti della coltivazione consentiranno ai giovani delle due comunità ecclesiali di far fronte alle spese per la partecipazione alla prossima ‘Giornata Mondiale della Gioventù’ (GMG) a Cracovia, in Polonia, dal 26 al 31 luglio prossimi, con l’incontro con Papa Francesco. La GMG o, in inglese, WYD (World Youth Day), che quest’anno celebrerà la propria trentunesima edizione, fu istituita nel 1985 da Papa San Giovanni Paolo II, come incontro internazionale di spiritualità e cultura, con l’obiettivo di promuovere le aspettative dei giovani per un proprio spazio nella Chiesa e nel mondo. Nando Costarelli

CERCATE LE OPERE, TROVERETE LA SPERANZA. Scopri i progetti realizzati con i fondi 8xmille alla Chiesa cattolica. Visita la mappa su www.8xmille.it

TOSCANA: Lucca Cooperativa agricola “Calafata”

SARDEGNA: Cagliari Mensa Caritas

LIGURIA: Genova

Oratorio “Centro Storico Ragazzi”

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Chiesa e Società

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DIOCESI Presentato dal Vescovo e da don Pennisi il Servizio di consulenza pastorale-giuridica già attivato in Curia

Un aiuto concreto per le famiglie in difficoltà OTIUM ET NEGOTIUM - 1

Gesù presente nell’Ostia culmine della sua presenza nel mondo Diamo spazio, da questo numero, ad una rubrica che è già presente nella nostra edizione web, con il titolo “Otium et negotium”, ed è tenuta dal nostro collaboratore Nino Ortolani. “Negotium” in latino significa lavoro, attività, occupazione, mentre con “otium” viene indicato il tempo libero, il riposo, ma è anche il tempo – come ci suggerisce lo stesso Nino Ortolani – dedicato alla riflessione, all’approfondimento, allo studio, alla contemplazione. Si tratta dunque di una rubrica, scritta in forma epistolare, dedicata alla riflessione e alla meditazione, con l’ausilio delle Scritture e del Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica. Carissimo lettore, a partire dalla domenica di Pasqua a mezzogiorno abbiamo pregato il “Regina caeli” soffermandoci sul “laetare... quia resurrexit” (rallegrati o regina del cielo perché Colui che hai portato al mondo è risorto). È il saluto alla madre che ha ancora i segni delle lacrime per aver assistito alla morte e alla sepoltura del figlio. “Si racconta che san Tommaso d’Aquino, ogni anno in questa festa, consigliasse i fedeli che non smettessero di felicitarsi con la Vergine per la Risurrezione di suo Figlio” (F. F. Carvajal, Parlare con Dio, Domenica di risurrezione). La risurrezione, ci insegna il Catechismo della chiesa cattolica al n. 128, è un “avvenimento storico, constatabile e attestato attraverso testimonianze”. Ma nello stesso tempo “trascende e supera la storia come mistero della fede. Per questo motivo Cristo risorto non si manifestò al mondo, ma ai suoi discepoli, rendendoli testimoni davanti al popolo”. Questo “mistero di fede” è stato annunciato e proclamato da una generazione all’altra, da padre in figlio fino a ciascuno di noi. E ciascuno è chiamato a trasmetterlo alle generazioni future fino al Suo ritorno glorioso. Nei Vangeli leggiamo che Cristo risorto si presenta ai suoi fisicamente: cammina, discute... mangia con loro; anche se sono sospese le leggi della fisica. Infatti passa attraverso le porte chiuse, appare e scompare improvvisamente, ecc. Questo nuovo modo di stare con i suoi da parte di Gesù ha la durata di alcune settimane. Il secondo mistero della gloria del santo rosario, l’Ascensione di Gesù al cielo, così veniva proclamato nelle nostre chiese: “dopu poi quaranta jorna Gesù Cristu ‘n celu torna, e Maria a li so amici li abbrazza e li binidici”. Dopo l’ascensione il modo di stare da parte di Gesù con i suoi è avvenuto (e avviene) in modo diverso. Nei primi anni, al tempo degli Apostoli, i cristiani si riunivano per la frazione del pane. E da allora, fino ad oggi, lungo i due millenni di storia che ci separano dal quel “giorno del sole” subito chiamato “domini dies”, “domenica”, ogni giorno nella Chiesa è stata celebrata e si celebra la Santa Messa. Quando sono pronunciate le ultime parole della consacrazione, “Fate questo in memoria di me” (memoriale del mistero Pasquale), è Gesù che, servendosi del suo ministro, ci dice che è avvenuta la transustanziazione. È il momento di adorarlo con profonda riverenza e di parlargli perché ci vede e ci ascolta. Infatti nelle mani del sacerdote non c’è più il pane che c’era prima. Gli occhi, il tatto, il gusto (sostiene San Tommaso nello “Adoro te devote”) ci ingannano perché bisogna utilizzare solo l’udito e credere ciò che ci ha trasmesso il Figlio di Dio. Tutto ciò è solo questione di fede e non può essere accettato da chi, come molti scienziati (matematici, fisici, ecc.) accetta solo ciò che può essere analizzato dai sensi. “La presenza di Gesù vivente nell’Ostia è la radice e il culmine della sua presenza nel mondo” (San Josemaria Escriva, È Gesù che passa, n. 102) Nella speranza di poterci vedere durante l’estate ormai prossima, ricevi cari saluti da Nino Ortolani

Nel corso di un’apposita conferenza stampa, tenutasi presso i locali della curia diocesana, il vescovo di Acireale, mons. Antonino Raspanti, insieme a don Antonio Pennisi, direttore dell’ufficio diocesano per la pastorale della famiglia, e a don Alfio Privitera, cancelliere vescovile e vicario giudiziale della diocesi, hanno presentato il Servizio diocesano di consulenza pastorale-giuridica. Si tratta di una struttura che offre ai fedeli, separati o divorziati, i quali dubitano della validità del proprio matrimonio o sono convinti della nullità del medesimo, un servizio d’informazione, di consiglio e di mediazione, in vista dell’indagine preliminare al processo matrimoniale. Con il motu proprio “Mitis Iudex Dominus Iesus” dell’8 settembre 2015, infatti, il Santo Padre Francesco ha riformato il processo canonico per le cause di dichiarazione di nullità del matrimonio. Con questa riforma il Papa ha voluto dare seguito alle sollecitazioni espresse dalla maggioranza dei padri nel Sinodo del 2014, che chiedevano processi più rapidi e accessibili. Volendo dare seguito a tali indicazioni della riforma, la Diocesi di Acireale istituisce questo servizio – che verrà

prestato a titolo gratuito – per accompagnare i fedeli che intendano introdurre la causa di nullità del loro matrimonio; un servizio che evidenzierà la sollecitudine pastorale del Vescovo e dei parroci verso i fedeli provati dal dubbio o dal fallimento del loro matrimonio e che per la loro condizione di vita abbiano eventualmente abbandonato la pratica religiosa. Il Servizio, che si inserisce nell’ambito della pastorale matrimoniale, più che essere un ufficio vero e proprio, si costituisce come una “rete” di collaborazione tra persone idonee, che metteranno a disposizione le loro competenze pastorali, spirituali, psicologiche, legali e giuridico-canoniche: alcuni sacerdoti accompagnatori, il direttore e i membri dell’Ufficio diocesano per la pastorale fa-

DIOCESI Il Vescovo alla Veglia di Pentecoste nel parco di Macchia

“Tutti costruiamo l’unica Chiesa di Cristo”

MASCALI Ricca esperienza di una delegazione

Per la Giornata pro-Seminario A Noblat per onorare S. Leonardo attenzione e cura della Diocesi Giorni di grande fede e devozione sono stati vissuti dalla folta delegazione mascalese che dal 5 al 8 maggio scorsi ha partecipato alle solenni Ostensioni di Saint Léonard di Noblat nella regione del Limosino in Francia. L’evento, che si svolge ogni sette anni, prevede l’esposizione alla venerazione dei fedeli delle reliquie di San Leonardo Abate che in questo piccolo centro medievale, di poco meno di 5 mila abitanti, situato nel dipartimento dell’Alta Vienne nella regione del Limosino a circa 20 minuti da Limoges e membro dell’Unione “I più bei dintorni di Francia”, il Santo Patrono dei Carcerati trascorse parte della propria vita dedicandosi alla preghiera ed alla riabilitazione dei detenuti. I resti mortali del Santo, conservati nella Collegiata risalente al XII secolo e dichiarata dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità, hanno contribuito a fare della città un rinomato luogo di pellegrinaggio ed una delle tappe principali lungo il cammino di Santiago di Compostela. All’evento francese hanno partecipato oltre 20 delegazioni in rappresentanza delle parrocchie e dei luoghi di culto dedicati a San Leonardo, provenienti dalla Francia, dall’Italia, da Malta, dal Belgio, dall’Olanda, dalla Spagna, dalla Romania, dalla Germania e dal Canada. La delegazione di Mascali, era composta dai membri della Confraternita di San Leonardo di Mascali e guidata dall’Arciprete Parroco Don Rosario Di Bella e accompagnata da S.E. Monsignor Antonino Raspanti Vescovo di Acireale, invitato da S.E. Francois Kallist Vescovo di Limoges, che ha celebrato il solenne Pontificale della domenica. Lucia Brischetto già esperta giudice onorario del Tribunale di Sorveglianza di Catania, tra i componenti della delegazione mascalese, ha tenuto una conferenza sugli insegnamenti di San Leonardo e sul valore educativo della pena, la prof.ssa Nellina Ardizzone Lutri presidente del Club Unesco di Acireale ha partecipato ad una conferenza sulla iconografia di San Leonardo, l’assessore Alessandro Amante in rappresentanza dell’ Amministrazione Comunale di Mascali ha espresso il desiderio che i numerosi contatti con le delegazioni straniere presenti alle Ostensioni, ed unite dalla comune devozione in San Leonardo, possano tradursi in proficue collaborazioni di carattere culturale, religioso ed economico. Angela Di Francisca

miliare, il Consultorio familiare, alcuni legali, la Cancelleria della Curia diocesana. Oltre a queste figure, un ruolo di primo piano avrà il parroco (proprio o quello che ha preparato i coniugi alla celebrazione delle nozze). L’opera dei parroci è, infatti, fondamentale e propedeutica a quella che compiono gli operatori del Servizio, in quanto sono coloro che più di tutti conoscono le persone e le situazioni. Gli operatori del Servizio riceveranno nei locali della Curia diocesana di Acireale (Largo Giovanni XXIII, 3) ogni mercoledì dalle 9,30 alle 12,30 e nel pomeriggio, previo appuntamento. Per informazioni e prenotazioni: 095/601102, 095/605633, 095/939668 o 345/5068809. Guido Leonardi

In occasione della Pentecoste la Diocesi di Acireale celebra la Giornata pro-Seminario. In questo giorno così importante della vita della Chiesa, i fedeli sono invitati a volgere lo sguardo al Seminario, la comunità dei giovani chiamati da Dio e che si preparano alla effusione dello Spirito che avverrà nel giorno della loro ordinazione sacerdotale. La Giornata è quindi un’occasione propizia per conoscere di più il Seminario, per sostenerlo con la preghiera, per circondarlo con l’affetto e per provvedere alle sue necessità con le proprie offerte (tutte le collette delle messe, infatti, sono state destinate per questa finalità). La Giornata pro-Seminario 2016 ha avuto per titolo “Ambasciatori della misericordia di Dio”. Con questo titolo, che si rifà alle parole di S. Paolo ai Corinti (2Cor 5, 20), si è voluto mettere in risalto che i sacerdoti sono chiamati ad “a servizio” della misericordia di Dio. A tal proposito, così ha scritto il Vescovo nel suo messaggio per la Giornata: «In ogni aspetto della vita i sacerdoti sono testimonianza della misericordia. Dio, infatti, ha voluto che i suoi ministri siano “presi tra gli uomini”, perché rivestiti anch’essi di debolezza, sentano giusta compassione per quelli che sono nell’ignoranza e nell’errore (cfr. Eb 5, 1-2). Essi, quindi, per primi sono avvolti dalla misericordia di Dio e annunciano la pace e la gioia della salvezza attraverso tutto quello che sono e quello che fanno. I sacerdoti “sono chiamati a essere sempre, dovunque, in ogni situazione e nonostante tutto, il segno del primato della misericordia” (Misericordiae Vultus, 17)». Nell’anno formativo in corso i seminaristi sono 18: 2 diaconi, 4 accoliti, 3 lettori, 3 candidati all’ordine e 6 dei primi anni. L’età è compresa tra i 20 e i 39 anni. A guidarli quattro sacerdoti, tra i quali si segnalano il rettore don Marco Catalano e il direttore spirituale don Gaetano Pappalardo al loro primo anno nei rispettivi incarichi. Il cammino di preparazione si svolge in sei anni e prevede la vita in comunità nell’edificio di via S. Martino, fatta di preghiera, incontri formativi ed esperienze comunitarie; ma anche lo studio della teologia a Catania e il tirocinio nei luoghi di carità e nelle parrocchie. Il Seminario è un tempo propositivo e ricco di stimoli, nel quale prendere coscienza della vocazione e disporsi a seguirla con maturità umana e spirituale. In occasione della Giornata pro-Seminario è stato pubblicato il numero unico “Il Solco” che descrive la comunità e racconta i momenti più salienti dell’anno formativo. Tante altre notizie si possono trovare nel sito www.seminarioacireale.it. don Alfio Privitera

La veglia diocesana di Pentecoste, organizzata dalla consulta delle aggregazioni laicali presso l’anfiteatro del Parco-giardino di Macchia di Giarre, ha visto anche quest’anno la partecipazione di centinaia di fedeli, in rappresentanza di circa quaranta tra associazioni e gruppi, a cui si sono aggiunte molte parrocchie e diverse altre realtà esterne alla consulta. Ricorrendo l’Anno Santo della Misericordia si è voluto anzitutto sottolineare il valore del perdono, rappresentato fisicamente da dodici sacerdoti, disponibili ad amministrare ai fedeli convenuti il sacramento della riconciliazione. Come accaduto anche nelle precedenti quattro occasioni, è stata posta in evidenza anche un’immagine mariana (precisamente quella della Madonna della Catena di Aci Catena), a ricordo della presenza di Maria nel cenacolo insieme agli apostoli. All’inizio della concelebrazione (a cui hanno preso parte i sacerdoti diocesani e il card. Paolo Romeo) la presidente della Consulta diocesana, Barbara Sgroi, ha auspicato la discesa del fuoco dello Spirito sui presenti “per aiutarci ad essere oasi della misericordia nelle diverse realtà in cui operiamo, sorgenti di acqua viva, a cui i fratelli vengano a dissetarsi”. “La Chiesa di Acireale è oggi qui riunita nella multiforme varietà dei carismi perché lo Spirito Santo ci renda testimoni di Gesù, strumenti della misericordia divina, come ha auspicato anche Papa Francesco al convegno ecclesiale di Firenze del novembre 2015: una chiesa che comprende, che accompagna, che accarezza coloro che stanno alle periferie esistenziali del mondo”. Nella sua omelia, il vescovo di Acireale, mons. Antonino Raspanti, ha anzitutto ringraziato i fedeli per la presenza (“perché tutti costruiamo l’unica Chiesa di Cristo”) e si è detto contento di essersi ritrovato anche quest’anno insieme con loro per rendere grazie al Signore per i suoi doni, a cominciare da quello straordinario dello Spirito Santo: “è una vera gioia ritrovarsi visibilmente insieme con il dono della presenza reciproca nella diversità dei carismi, per invocare la discesa dell’alito del Cristo risorto. E’ questo che ci ricostruisce come comunità dei credenti, seguendo il metodo della sinodalità poiché è lo Spirito che ci indica l’unità”. Soffermandosi a commentare i testi sacri letti nel corso della veglia, infatti, ha ricordato ai fedeli che è l’opera di Dio che ci va rivivere; noi non possiamo fare nulla da noi stessi, ma è lo Spirito che trasforma la nostra esistenza e ci fa rinascere a vita nuova. Il vescovo ha, quindi, sottolineato l’importanza della evangelizzazione, che mira a far riscoprire a tanti lontani l’incontro con Cristo. Mons. Raspanti ha poi concluso formulando un auspicio: “La gioia di Cristo risorto invada tutti i presenti. Che lo Spirito Santo vi faccia comprendere quanto è grande la bontà di Dio!”. Guido Leonardi


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Camper del Sorriso

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IL PROGETTO Un gruppo di associazioni di volontariato va incontro alle categorie sociali più deboli

Curare i denti per curare le persone

Sorridere è il modo più naturale e genuino di relazionarsi con gli altri. Avere una dentatura sana e bella accresce l’autostima e migliora la qualità della vita. Può, tuttavia, essere considerato per molti un vero e proprio lusso. È da questa esigenza che si mette in moto “Il camper del sorriso”. Si tratta di un progetto che nasce nel 2014, nell’ambito del bando reti locali di volontariato emanato da Fondazione con il Sud, un ente No-Profit privato che tende a promuovere l’infrastrutturazione sociale del mezzogiorno. Proposto e realizzato da un gruppo di soggetti, con l’Associazione Terra Amica capofila, il progetto vede coinvolte le organizzazioni di volontariato: Associazione Cappuccini, Vides Ginestra, Lidap Catania, Aquile dell’Etna, Associazione Orazio Vecchio. Per lo svolgimento delle sue funzioni, si avvale della collaborazione del consorzio Professionisti del Sorriso che ha messo a disposizione odontoiatri volontari per l’attività del camper, e dell’Istituto “Fermi – Eredia” di Catania che fornisce le protesi dentarie, realizzate a titolo gratuito dagli studenti frequentanti. Ciò permette al tempo stesso di incentivare lo sviluppo delle loro competenze professionali e di ricevere cure i cui costi risulterebbero altrimenti proibitivi. L’obietti-

LE ATTIVITÀ

Compilazione moduli di accesso

Il “Camper del sorriso” e i suoi volontari all’opera nel centro di Catania

vo è quello di raggiungere le categorie più fragili, soggetti a grave marginalità sociale, come senza fissa dimora, migranti, detenuti, famiglie con difficoltà economiche. A bordo del camper, vengono effettuate prestazioni e screening odontoiatrici; la cura delle carie e l’impianto di protesi dentarie. Il protocollo d’accesso mediante il quale gli utenti possono beneficiare delle prestazioni sanitarie consiste in una scheda di segnalazione, che può essere

richiesta direttamente sul sito di Fondazione con il Sud, con la finalità di consentire una capillare informazione e sensibilizzazione riguardo l’esistenza dell’iniziativa. I lavori per la realizzazione del progetto partiti nel 2015 sono stati finalizzati all’acquisto di un furgone Daily trasformato in “unità odontoiatrica mobile”, nel rispetto delle vigenti normative in ambito sanitario. La missione inaugurale del Camper si è tenuta nel Febbraio del 2016 presso

Pagina speciale realizzata con la collaborazione di Damiano Antonelli, Lucrezia Pappalardo, Giuseppina Tuccio, Sharon Tudisco

l’oratorio “Giovanni Paolo II” di Librino, a cui sono poi seguite altre visite tenutesi al “Centro Astalli” (Belpasso) e sul territorio di Giarre. I fondi erogati in seno al bando prevedono la copertura delle spese destinate per il mantenimento del progetto fino all’estate del 2016, periodo dopo il quale sarà necessario provvedere al prosieguo delle attività ricorrendo a finanziatori terzi e campagne di found raising. Le foto degli eventi verrano raccolte in un libro intitolato “L’album del sorriso”. Continuare a regalare nuovi sorrisi è ciò che anima tutti i volontari impegnati in questa iniziativa.

OPPORTUNITÀ Perché il dentista non sempre è alla portata In Italia nove persone su cento rinunciano a curarsi, in Sicilia il dato medio sale e in provincia di Catania arriva al 13%. Secondo l’Istat, tra le prestazioni più a rischio ci sono le cure odontoiatriche, coperte solo in minima parte dal servizio sanitario nazionale, che soddisfa solo il 5% del fabbisogno. Insomma, il dentista “privato” non è alla portata di tutti e chi non se lo può permettere quando dovrebbe ne subisce le conseguenze di salute. Da queste premesse reali è stato elaborato il progetto “Il Camper del Sorriso”, coordinato dalla dott.ssa Silvana Leonforte, assistente sociale, rivolto soprattutto alle fasce sociali “fragili”, e cioè soggetti in condizioni economiche precarie, nonché appartenenti a categorie svantaggiate quali disabili, detenuti, immigrati, etc. «Non si tratta soltanto di erogare cure dentistiche a persone svantaggiate – spiega Mario Raspagliesi, medico dell’ospedale Cannizzaro, presidente dell’associazione Terra Amica – ma anche di favorire la prevenzione delle malattie odontosto-

matologiche e maxillo facciali, promuovere il volontariato nel settore delle cure odontoiatriche, affiancare le istituzioni sanitarie al fine di collaborare nella cura degli indigenti». Il progetto si avvale dell’impegno gratuito degli odontoiatri aderenti al consorzio Professionisti del Sorriso, coinvolti dal collega dott. Giovanni Barbagallo. Il fine sociale muove da un obiettivo che è innanzitutto medico: «Carie e parodontite sono le patologie più diffuse al mondo; e se negli ultimi anni l’incidenza della carie è complessivamente diminuita, restano enormi differenze tra nord e sud e tra le varie classi sociali», sottolinea Barbagallo, evidenziando come mediante l’adesione al progetto a titolo gratuito di alcuni specialisti sia stato possibile fornire prestazioni non solo sanitarie, ma anche educative. Alle cure del “Camper” si accede grazie a un protocollo messo a punto dall’organizzazione, su segnalazione di parrocchie, associazioni, servizi sociali (per informazioni, 349 7548685 - segreteria@terraamica.org).

Pimo piano di paziente bisognosa di cure

Visite dentro il camper

Educazione alla salute orale

Troupe di Rai2 effettua un servizio

RIPARTIRE DALLE PERIFERIE Così il progetto risponde alla sfida lanciata e raccomandata da Papa Francesco

“Sulla via di Damasco” ...fino all’oratorio di Librino “Ripartire dalle periferie”. È così che Il camper del sorriso risponde alla sfida lanciata da Papa Francesco qualche tempo fa. Arrivare sino ai margini della società, dove le fragilità stanno all’ordine del giorno e molto spesso non si riesce ad ottenere neanche lo stretto necessario per sopravvivere. È all’oratorio Giovanni Paolo II di Librino che ha avuto luogo una delle missioni del progetto. Il quartiere catanese è conosciuto perché spesso finito alla ribalta regionale e nazionale come simbolo di criminalità e di degrado sociale. Eppure è soltanto questo? Così non sem-

La prima uscita nel quartiere di Librino

brerebbe ascoltando le parole delle residenti, intervistate dalla famosa trasmissione di Rai2 “Sulla via di Damasco” in occasione del servizio sull’ultima uscita dell’ambulatorio odontoiatrico mobile il 30 aprile 2016. Il programma ha dedicato il servizio di una puntata, che deve ancora andare in onda, proprio al progetto del Camper, in virtù degli aspetti di attenzione agli ultimi e di gratuità che lo contraddistinguono. E se ai microfoni di Maria Cristina Buttà hanno parlato gli artefici del progetto, la timidezza e l’imbarazzo di apparire in televisione e soprat-

tutto la paura di non essere in grado di esprimersi correttamente o di mostrare un sorriso imperfetto non hanno impedito alle persone “utenti” di rispondere con entusiasmo alle domande della giornalista su questa piccola comunità, in particolare sull’importanza dell’oratorio nella loro vita quotidiana. «Venivano i miei nipoti qui che giocavano a pallone e facevano il doposcuola, ora sono grandi e non vengono più». «Noi siamo in contatto, ogni tanto ci vediamo e facciamo volontariato». Sono solo alcune delle testimonianze raccolte che rivelano come

l’attività delle suore abbia fatto in modo che si creasse una grande famiglia, che l’oratorio diventasse per gli abitanti del quartiere una seconda casa, che per i giovani fosse un punto di raccolta dove partecipare a laboratori culturali, fare sport e avere assistenza scolastica. Questa è l’altra faccia di Librino, quella che viene spesso dimenticata. Azioni di solidarietà come “Il camper del sorriso” sono, per chi affronta giorno per giorno gli ostacoli della vita, una luce di speranza per un futuro migliore fatto di nuove opportunità che sarebbero altrimenti precluse.


8

29 maggio 2016 dell’

Jonio


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