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Anno LVI - N. 5
Domenica, 26 maggio 2013
LA Jonio VOCE 1,00
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Assemblea CEI
Pensare alla gente. La “condizione della nostra gente”: è questa la “preoccupazione” più pressante dei vescovi riuniti in Vaticano, che hanno fatto eco alla prolusione del cardinale Bagnasco, in cui il presidente della Cei aveva ricordato che “pensare alla gente” è “l’unica cosa seria”, per un Paese in seria difficoltà - non solo economica - come il nostro, e nel quale è sempre più urgente un “serio esame di coscienza” da parte di chi ha “responsabilità” in ambito pubblico. Secondo monsignor Crociata, oggi “si assiste ad una sorta di capovolgimento, per cui il Welfare è assicurato dalla Chiesa, e non dallo Stato”, con “strutture pubbliche che ricorrono alle Caritas per consentire alla gente di trovare un punto di appoggio, un luogo di aiuto, un momento di soccorso a urgenze che spesso non sono in grado di assicurare”. Per i vescovi, si tratta di “un capovolgimento allarmante”, che “richiede impegno attento da parte di tutti”. Soprattutto per garantire un “equilibrio” che “distingua ciò che è compito delle istituzioni e ciò che è affidato a tutto ciò che il volontariato e la carità continueranno a fare, ma come segno della presenza necessaria della Chiesa accanto a chi soffre o è in difficoltà”. Con Papa Francesco. In poco più di due mesi di pontificato, Papa Francesco ha già lasciato un’“impressione profonda” tra i vescovi di quella comunità un po’ “speciale”, e con la quale c’è “una speciale sintonia”, quale è la Chiesa italiana. Lo ha assicurato ai giornalisti, monsignor Crociata. “Sia pure in questo breve periodo - ha detto il segretario generale della Cei - quello della Chiesa italiana con il nuovo Papa è già un rapporto di grande intensità riguardo al grado d’intesa, di corrispondenza e adesione reciproca”, come dimostrano le visite “ad limina”. Per questo c’è grande attesa per l’appuntamento di giovedì, per la “Professio fidei” nella basilica di San Pietro. (continua a pag. 2)
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Periodico cattolico fondato da Orazio Vecchio
ACI SAN FILIPPO
Mons. Crociata.: “Welfare assicurato dalla Chiesa”
Una Chiesa che svolge sempre più mansioni che andrebbero svolte dallo Stato, e uno Stato in cui la crisi del Welfare ha assunto dimensioni così allarmanti da dare segni di non riuscire più a “reggere”. A dipingere, con “preoccupazione”, questa sorta di “capovolgimento allarmante”, nel “momento sociale particolare che stiamo attraversando”, è stato monsignor Mariano Crociata, segretario della Cei, durante la prima conferenza stampa della 65ma assemblea generale dei vescovi italiani, in corso in Vaticano fino al 24 maggio. Momento culminante dell’assise episcopale: il primo incontro dei vescovi italiani con Papa Francesco, giovedì sera, per la “Professio Fidei” nella Basilica di San Pietro.
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RICORDO
Il “S. Nicola” attribuito ad Antonello da Messina Il parroco: “Facciamo ora un museo diffuso” Maria Grazia Patanè
ACICATENA
Giovanni Adamantino rassicurava tutti sul suo imminente incontro col Signore
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Nando Costarelli
Angela Pirronello
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Una rete per la Caritas Triangolare di calcio per sensibilizzare alla solidarietà Il triangolare di calcio a cinque “Una rete per la caritas” organizzato dal Seminario di Acireale insieme al comitato acese del Csi, ha visto i giovani del Liceo classico riflettere sulla solidarietà attraverso la testimonianza di don Alessandro Albertini. Laura Pugliatti (a pag. 7)
DIOCESI Per la Pentecoste una tappa importante dell’Anno della fede
DIOCESI Ricordo di una donna di fede
La Giornata per il Seminario
Camilla Bella, una vita per Dio e il prossimo La scomparsa di Camilla Bella, 91 anni, a seguito delle conseguenze dell’aggressione di uno sconosciuto, ha suscitato profondo cordoglio nella città di Acireale. Aveva ricoperto importanti incarichi nella vita sociale cittadina.Preziosa la sua opera di educatrice, di donna aperta agli altri con autentico spirito di carità cristiana. Si dedicò all’apostolato avendo come guida il Vangelo. Anna Bella e Giulia Fanales (a pag. 6)
TEATRO
L’anno della fede ha raggiunto, a Pentecoste, una tappa importante. A Pentecoste, infatti, la Chiesa ricorda il giorno in cui il Signore, fedele alla promessa fatta prima di ascendere al cielo, effuse lo Spirito Santo sugli apostoli riuniti in preghiera. Senza questo dono non potremmo credere: ci sono necessari «gli aiuti interio-
ACIREALE
“Fools” al “Maugeri” il regista A. Vecchio “Una commedia fuori dal comune” Salvo Cifalinò
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ri dello Spirito Santo, il quale muova il cuore e lo rivolga a Dio, apra gli occhi della mente, e dia “a tutti dolcezza nel consentire e nel credere alla verità”» (DV 5). Lo Spirito Santo è imprescindibile, perché è dispensatore di ogni grazia, carisma e ministero. don Alfio Privitera (continua a pag. 2)
CESI
Legalità, gli studenti hanno adesso le idee più chiare grazie all’Asara M. R.
Al convegno su fede cultura ed educazione rilanciato il ruolo del cinema di comunità
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Osservatorio ambientale e museo di vulcanologia Comune,Irma e Mcn verso il Distretto di rete
Laura Pugliatti
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In Seconda
26 maggio 2013
RADICI E TRADIZIONI - 6 Rubrica di preghiere, feste e storia ...
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Jonio
DIOCESI - L’attribuzione del San Nicola ad Antonello da Messina
“Megghiu picca godiri...” $L VDQ¿OLSSRWL LQWHUHVVD SRFR" Questa immagine esprime il messaggio che si vuole trasmettere con tale pagina: i resti di un
tempio greco con accanto l’albero di mandorlo in fiore rappresentano l’antico che fiorisce nella novità del presente…Così è della tradizione e della cultura di ogni popolo…tradizione e cultura che ne rappresentano le radici e come tali meritano di essere rivalutate e conosciute. E’bellissimo andare in giro alla ricerca di anziani che ti raccontano il passato…come si pregava…cucinava…giocava… lavorava…i loro volti s’illuminano nel ricordo…mentre il loro dire in siciliano…diventa una dolce melodia per chi li ascolta… Letizia Franzone Proverbio del mese Megghiu picca gòdiri, ca assai
trivuliàri. Meglio poco godere, che assai lamentarsi. Morale: Nella vita chi saprà essere felice delle piccole cose sarà una persona che vivrà gioiosamente e si lamenterà poco…perché accoglierà le cose con senso di gratitudine e non per dovuto… Preghiera del S. Rosario: Misteri della Luce 1° Mistero: San Giuvanni Lu vattia; mentri ‘u Spiritu scinnìa da lu Patri Figliu amatu, Gesù veni proclamatu. O Gran Virgini Maria, stidda sì, dill’anima mia; 2° Mistero: ‘Ntu, chiu megghiu du fistinu vinni a spiddiri lu vinu; Maria a Gesù nni paarrau e l’acqua in vinu canciau. O Gran Virgini Maria…; 3° Mistero: Ppi a nnu grapiri lu cielu Gesù predica ‘u Vangelu: Si sarvarivi vuliti, cunvirtitivi e criditi. O Gran Virgini Maria…; 4° Mistero: Gesù prima di patri si fa ‘ngloria vidìri: abbrazzamu la so cruci ppi gudìri la so luci. O Gran Virgini Maria…, 5° Mistero: La notti du tradimentu si dà Gesù in Sacramentu:
comu vinu e comu pani sempri stà cu i cristiani. O Gran Virgini Maria, stidda sì dill’anima mia. Preghiera a Maria: O diletta di Dio, Maria, ecco che oggi mi presento a te e mi offro tutto al tuo servizio per quel poco o molto che mi resta da vivere in questa terra; e insieme con te rinunzio a tutte le creature e mi dedico interamente all’amore del mio Creatore. Ti consacro dunque, o Regina, la mia mente pensi sempre all’amore che tu meriti, la mia lingua perché ti lodi, il mio cuore perché ti ami. Acetta, o Santissima Vergine, l’offerta che ti presenta questo misero peccatore; accettala, ti prego, per quella consolazione che sentì il tuo cuore quando nel tempio ti donasti a Dio… O Madre di misericordia, aiuta con la tua potente intercessione la mia debolezza, impetrandomi dal tuo Gesù la perseveranza e la forza per esserti fedele sino alla morte, affinchè sempre servendoti in questa vita, possa venire a lodarti in eterno nel Paradiso. (scritta da Sant’ Alfonso)
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La recente triste dipartita di Giovanni Adamantino a causa di un terribile male che, da lui accettato con cristiana rassegnazione, lo ha prematuramente strappato all’affetto dei propri cari, è qualcosa di veramente sconvolgente. Altrettanto provati da una perdita così irreparabile, amici e conoscenti hanno gremito la chiesa della ‘Divina Misericordia’ in San Nicolò durante il rito delle esequie, stringendosi attorno a familiari e parenti. Se a Giovanni mi legava una lunga amicizia, maturata sin dall’infanzia, oltre che una cordiale frequentazione tra le nostre famiglie d’origine, è impossibile dimenticare il sorriso sempre accogliente sulle sue labbra e la generosa cordialità, testimonianza del suo impegno umano e cristiano, con la quale egli si dimostrava sempre a tutti fratello ed amico. Non di rado, durante i nostri incontri, si scherzava, riandando col pensiero alla ormai lontana infanzia, agli innocenti giochi sul caldo arenile di quello stabilimento balneare dove trascorrevamo l’estate con le nostre famiglie, ed al semplice stare insieme. Per un certo tempo, divenuti ormai adulti, ci si era persi di vista, per ritrovarsi successivamente e così ulteriormente consolidare quel profon-
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Jonio
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do e fraterno rapporto in realtà mai assopitosi nonostante l’inesorabile trascorrere degli anni. Da bambini che eravamo un tempo, ci siamo poi ritrovati adulti, entrambi alle prese con le responsabilità che competono ai nostri rispettivi ruoli familiari e sociali; se il non frequentarci per alcuni anni non aveva per nulla intaccato la nostra grande amicizia, è pur vero che la triste perdita di Giovanni lascia in quanti abbiamo avuto la ventura di incontrarlo amarezza e grande rimpianto. Pur consapevole della sua sofferenza, non aveva voluto rinunciare ai molteplici impegni in parrocchia e, avvertendo ormai prossima la dipartita, non mancava di rassicurare i familiari della propria gioia per l’imminente incontro con il Signore Gesù. Tra i suoi congiunti avevo conosciuto anche lo zio sacerdote, don Orazio, fratello del padre e mio carissimo parroco dal 2001 al 2009, anno della sua prematura scomparsa. Anche Giovanni oggi, come don Orazio, non parlerà più a tutti noi con le sue labbra, ma continuerà, comunque, a parlare al nostro cuore, sol che noi saremo disponibili ad ascoltarlo. Nando Costarelli
Ad Aci san Filippo, nella sagrestia della basilica, fa bella mostra di sé una tavola di 75 cm × 172, raffigurante san Nicola, che è posta come controsportello di un armadio del settecento. E’ di pochi giorni fa la notizia che il dipinto, realizzato a tempera, sembra sia da attribuirsi ad Antonello da Messina, luminoso esponente della pittura del XV secolo in Sicilia, che ha saputo egregiamente sintetizzare il rinascimento italiano con le tendenze pittoriche europee, in particolare, fiamminghe. Secondo la tradizione, fu il primo artista italiano ad usare la pittura ad olio e a ritrarre i suoi personaggi a tre quarti e non, secondo la pratica allora diffusa, di profilo. Le sue opere sono conservate alla National Gallery di Londra, al Louvre di Parigi, al Museo de Artà di Bucarest, a Vienna a New York, oltre, naturalmente, ad essere disseminate per tutta l’Italia (Piacenza, Venezia, Gen ova,Siracusa,Palermo,Messina, Roma). Forse è per questo motivo che il parroco don Alessandro di Stefano, la domenica successiva alla conferenza, tenuta in chiesa dallo storico d’arte Giansiracusa, ha scherzosamente tirato le orecchie ai suoi parrocchiani, i quali , a suo dire, hanno un po’disertato. - Cos’è accaduto, don Alessandro? “La conferenza è stata molto interessante e ha richiamato tanta gente, che è accorsa dai paesi limitrofi, ma devo lamentare una scarsa presenza dei sanfilippoti, fatte salve le dovute eccezioni. Non dimentichiamoci, infatti, che tutto è partito dalla tesi del nostro concittadino Filippo Pulvirenti, appassionato storico locale”. - Questa attribuzione del dipinto ad Antonello da Messina l’ha colta di sorpresa? “Francamente no. Si è sempre saputo che il quadro appartenesse alla scuola di Antonello da Messina, ma questi recenti studi fanno intendere addirittura che il volto e il libro siano stati dipinti personalmente dal grande pittore siciliano. Sicuramente la tecnica adoperata rimanda alla sua bottega”.
- Quali sviluppi futuri potrebbe avere una simile scoperta? “L’idea è quella di realizzare un museo diocesano in rete con altre sette parrocchie. Abbiamo già ottenuto un finanziamento regionale di 300 mila euro”. - Un solo dipinto non è poco per realizzare un museo? “Il dipinto di san Nicola non è l’unica opera pregiata in possesso della nostra parrocchia. Abbiamo in basilica una bella acquasantiera, opera del Gaggini, della pregiatissima argenteria d’epoca, per non parlare della statua del nostro santo patrono, che è in argento massiccio e al cui interno è contenuta un’altra statua in legno risalente al 1500”. - Che cosa ha provato alla notizia di questa prestigiosa at-
tribuzione? “Bisogna sottolineare che siamo ancora in una fase di ascolto, di studio, di attenzione e valutazione dei dati e che mancano prove documentali. C’è bisogno di ulteriori approfondimenti ma, vero o non vero, siamo in presenza di un’opera pregiata, risalente certamente al 1460. Mi emoziona ciò che ne scaturisce e cioè che il quadro è la testimonianza di una comunità cristiana attiva e sensibile”. - Cosa si augura per il futuro? “Sarebbe auspicabile realizzare un percorso turistico che conduca da Aci san Filippo, a Santa Venera al pozzo fino all’Eremo di sant’Anna. Siamo circondati da tante cose belle che andrebbero maggiormente divulgate”. Maria Grazia Patanè
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DEEHOOLWD GD RSHUH GL $ 7URYDWR Nel santuario di Santa Maria delle Grazie sono stati apportati degli artistici mutamenti nell’abside. Lo scultore acese Angelo Trovato con tocco di maestro ha brillantemente eseguito delle opere, che danno un tono nuovo alla chiesa. Le sue sculture sono in legno di tiglio, rivestito di foglie in argento “meccato”, secondo una sua definizione: “con tale tecnica, la gomma lacca dà un colore dorato all’argento”. Il bel quadro della Madonna delle Grazie, riportato all’antico splendore, è ora sormontato da un grazioso baldacchino, nel cui centro è scolpita la “M” di Maria, mentre al di sotto del quadro si profila un ampio, suggestivo arco con dodici stelle, raffiguranti, come asserisce il parroco don Stefano Presti, “le dodici tribù d’Israele; in centro la M”. Risaltano sulle lesene in marmo bicolore, due gigli scolpiti, “simboleggianti purezza e santità di Maria”. A sinistra e a destra dell’altare maggiore, si fronteggiano due porte dello stesso stile architettonico: quella “finta” è stata rivestita da un pannello in legno foderato di damasco, somigliante al damasco della sedia del celebrante lì posta; al centro del pannello, la significativa, bella scultura della colomba, con sette raggi, “simbolo dello Spirito Santo e dei suoi doni.” Angelo Trovato inoltre ha restaurato cinque pregevoli quadri provenienti dall’antica chiesetta di Santa Maria delle Grazie, di autori ignoti, ridando gli originali colori; due adornano l’abside: molto interessanti, sia il quadro di San Giovanni Nepomuceno, con Budapest e il Danubio sullo sfondo, al di sopra della porta “finta”; sia quello di fronte, la “Fuga in Egitto”, con la Sacra Famiglia attorniata da angeli. Nei tre quadri della navata, in calce, si leggono brevi citazioni latine di sermoni di san Bernardo.”Furono dipinti in onore di Maria – aggiunge don Stefano - bella come l’aurora e invitta contro il Male. Per il 60° di sacerdozio di padre Salvatore Messina, ricevetti da lui una cospicua offerta, che servì per il restauro dell’affresco murale della Madonna delle Grazie nell’antica chiesetta. Ancora degni di rilievo sono due antichi quadri posti vicino la porta d’ingresso, oggetto di una tesi di laurea, ma purtroppo non restaurati”. Anna Bella
dalla prima Cei, mons. Crociata: “Welfare assicurato dalla Chiesa”
,“Ascolteremo con molta gioia quello che il Papa vorrà dirci”, le parole di monsignor Crociata, che interrogato sull’eventuale presenza del tema della famiglia nell’intervento papale ha risposto: “Certamente per noi vescovi il matrimonio e la famiglia sono un punto decisivo, che riceve una cruciale attenzione da parte nostra, perché fa parte del patrimonio della nostra coscienza e identità. Non in termini confessionali, ma in termini culturali, etici, di visione dell’uomo condivisa”. Di qui la necessità di “difendere questa istituzione come realtà costitutiva per far crescere il Paese, accogliere le nuove generazioni e disegnare il nostro cammino futuro. Che la famiglia abbia bisogno di sostegno, è sotto gli occhi di tutti, viste le tante difficoltà che le famiglie attraversano anche dal punto di vista economico, e per le quali si chiede alla Chiesa di supplire alle tante carenze di un Welfare ridotto al minimo”. La “politica” della Chiesa. Alle domande dei giornalisti sul rapporto tra la Chiesa e la politica, monsignor Crociata ha ribadito che la Chiesa “fa politica e farà sempre politica” non parteggiando per l’una o l’altra parte, ma additando ai politici la
necessità di perseguire il “bene comune” tenendo insieme “etica sociale” ed “etica della vita”. Il bene comune, ha ricordato il vescovo, è “bene di tutti e di tutto l’uomo”: per questo la Chiesa non può essere di parte, ma “è sempre a fianco di tutti coloro che anche in piccola misura sostengono il bene della persona, di tutta la persona”. Quanto alla situazione politica attuale, per i vescovi sarebbe “preoccupante” se si prolungassero “scaramucce o scontri polemici”, quasi fossero il “prolungamento di una mai finita campagna elettorale o l’anticipazione di una campagna elettorale successiva”. La Chiesa è “l’antagonista per eccellenza della mafia”, ha ricordato monsignor Crociata in relazione alla prossima beatificazione di don Puglisi. Appuntamento, infine, alla prossima primavera per il “raduno di popolo” sulla scuola - tutta la scuola, non solo quella cattolica - annunciato ieri dal cardinale Bagnasco. L’obiettivo è quello di avviare un percorso di riflessione, approfondimento e “mobilitazione” anche della “base” su un tema cruciale per il futuro del Paese.
La Giornata del Seminario anche per farlo conoscere È in questo vivo contesto liturgico e spirituale che la nostra Chiesa diocesana ha celebrato domenica 19 maggio l’annuale Giornata per il Seminario. L’invocazione allo Spirito Santo che ha caratterizzato i giorni scorsi si è fatta più intensa a favore dei giovani che si preparano a diventare sacerdoti, perché sostenuti dall’affetto e dalla preghiera di tutti, giungano al traguardo dell’ordine sacro.
In questo anno formativo il Seminario è stato costituito da 19 seminaristi (9 del biennio, 10 del triennio). Ad essi si aggiunge il diacono don Maurizio Guarrera che sta proseguendo gli studi a Roma. La vita di Seminario è guidata dai sacerdoti educatori che hanno il compito di sostenere il cammino di ciascun seminarista con il discernimento e la formazione. In Seminario si svolge una vita intensa: sebbene i ritmi siano scanditi con regolarità dalla preghiera e dallo studio, le relazioni fraterne, le esperienze pastorali e i contatti esterni rendono l’esperienza del Seminario molto articolata e stimolante. Nell’anno formativo che volge al termine, particolare attenzione è stata posta al tema della fede nella vita del presbitero e per questo motivo l’icona che è stata scelta per la Giornata pro-Seminario è la SS. Trinità, sintesi di tutta la fede cristiana (e sacerdotale): la Trinità «è la nostra fede, è la fede della Chiesa» (questo il titolo della Giornata). La giornata è stata per tutti un’occasione per conoscere meglio la comunità del Seminario, approfondire il tema proposto, offrire la propria preghiera e anche contribuire con una donazione. Infatti, le collette di tutte le messe così come le altre offerte libere saranno devolute per sostenere le spese del Seminario. A tal proposito, è di grande aiuto la pubblicazione del numero unico Il Solco, la rivista che racconta la vita della comunità; viene distribuito in tutte le parrocchie. Chi preferisce il web, invece, potrà visitare il sito www.seminarioacireale.it. don Alfio Privitera
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Cultura e Spettacolo
Jonio
26 maggio 2013
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ACICATENA Siglato un accordo tra Comune, Irma e Mcn per il “Distretto di rete della Sicilia”
Formazione
Verso l’osservatorio ambientale
“Ragazzi in transito”
E’ stato siglato recentemente un accordo tra il comune di Aci Catena, l’I.R.M.A. (Istituto Ricerca Medica e Ambientale) di Acireale e la società M.C.N. per creare il I Distretto di Rete della Sicilia. Durante il convegno che ha seguito la sottoscrizione dell’accordo i prof. Giovanni Tringali, direttore dell’Istituto “I.R.M.A. “, Giuseppe Patanè, ordinario di Fisica Terrestre presso l’Università di Catania, gli esperti europrogettisti Santi Tomaselli e Michele Musumeci, moderati dal giornalista Antonio Foti, hanno illustrato le potenzialità offerte dal territorio catenoto per la creazione di un museo di Vulcanologia e di un osservatorio ambientale e le ricadute sul territorio. La creazione del “Museo dell’Etna e dei Vulcani Siciliani” allocato presso alcune sale del Palazzo Riggio potrebbe avvalersi, secondo quanto afferma il prof. Tringali, del materiale già esistente presso l’IRMA, che verrebbe ulteriormente valorizzato dai risultati di recenti studi condotti dal già citato prof. G. Patanè sui condotti di risalita del magma che permettono, grazie a schermi tridimensionali
Ad Acireale si è svolto il follow up ovvero l’incontro di approfondimento e verifica dell’interessante corso di formazione “Ragazzi in
animati, di osservare il “cuore” dell’Etna. L’utilizzo di plastici e delle più recenti tecnologie (immagini dinamiche 4D, effetti speciali) porterebbero al superamento del gap che “ affligge” altri musei della stessa tipologia trasformando il visitatore da semplice fruitore di un servizio ad attore principale. La nascita del Distretto prevede la valorizzazione del sito archeologico di Santa Venera al Pozzo,
paragonabile secondo gli studiosi a una piccola Pompei, e l’opportuno proseguimento degli scavi poiché quanto oggi è fruibile dal visitatore occasionale, dallo studioso costituisce solo una piccola parte degli edifici portati alla luce. Il resto giace sotto metri di fango argilloso. Si è parlato con insistenza di sviluppo turistico ecosostenibile territoriale e ne sono stati analizzati gli importanti risvolti economici: si metterebbe in moto una “macchina” che opportunamente sfruttata porterebbe nuova linfa non solo al settore terziario creando nuovi posti di lavoro, sviluppando l’indotto. Consapevole dei problemi idrogeologici da risolvere, identificati
nel solco territorio Lavinaio-Platani, Aci Catena si appresta a metter a disposizione i “propri gioielli” e scommettere sul territorio per costituirsi capofila, a livello provinciale e regionale, di una importante rete che prevede una stretta relazione con i comuni limitrofi e ottenere adeguata visibilità. Nel progetto è previsto anche un osservatorio di monitoraggio ambientale che sarà intitolato a padre Damiani Giuseppe, sacerdote gesuita che ha presieduto all’attività dell’osservatorio meteorologico e geodinamico dell’ex Collegio Pennisi fino al 1978, anno della sua scomparsa. Angela Pirronello
Mostra di Anna Grassi per aiutare una comunità di accoglienza L’interessante mostra artistica di Anna Grassi, nei locali dell’ex Cappella del Santonoceto, è stata inaugurata alla presenza di un qualificato pubblico, a cura del vescovo emerito di Acireale, arcivescovo mons. Pio Vittorio Vigo, che ha elogiato la bellezza dei quadri e insieme ha messo in luce come l’alto scopo di beneficenza dell’artista, - stavolta, in favore della “Madonna della Tenda di Cristo”, diretta con grande dedizione da suor Rosalba -, sia alla dodicesima edizione. Incantevoli i paesaggi del nostro territorio acese, con l’Etna maestoso e l’azzurro mare Jonio; gli stupendi scenari di Giardini Taormina; inoltre qualche opera riguarda le mirabili rocce dolomitiche o qualche altro paesaggio della nostra bellissima Italia. I tipici colori sfumati dell’acquarello, in cui Anna Grassi è eccellente maestra, danno al fruitore la gioia della vista. La mostra rimarrà aperta al pubblico fino al 25 maggio. A. B.
TEATRO La commedia di Simon spiegata dal regista Alfio Vecchio dopo la rappresentazione al “Maugeri”
“Fools”, i sempliciotti che sono in noi Fools, che in italiano significa sempliciotti, sciocchi, buffoni, è la commedia messa recentemente in scena al teatro Maugeri di Acireale dal regista Alfio Vecchio. La trama, scritta nel 1981 dal drammaturgo e sceneggiatore Marvin Neil Simon, viene definita dallo stesso autore “una fiaba comica, che possiede al suo interno un baluginio di stupidità”. Simon, nato a New York nel 1927 (4 matrimoni alle spalle), ha scritto oltre 40 opere che vengono rappresentate in tutto il mondo. Le più note sono: “A piedi nudi nel parco”, “La strana coppia”, “Appartamento al Plaza”. Il regista fa notare come Simon abbia dato “libero corso a tutta la sua fantasia, e come il fascino di ‘Fools’ risieda in larga parte nella sua distanza da altri lavori dalla strutturazione più ‘classica’ e più ‘ragionata’”. “Fools - ci spiega Alfio Vecchio - riprende un antico racconto popolare russo sul villaggio ucraino di Kulyenchikov, vittima di una terribile maledizione da oltre duecento anni, che Simon riattualizza e rende senza tempo. La maledizione è stata scagliata sul villaggio dal conte Yousekevitch dopo che suo figlio si è ucciso perché, essendo analfabeta, il padre della sua innamorata aveva impedito il matrimonio; la maledizione prevede che ogni abitante del villaggio debba
soffrire di una forma molto acuta di ignoranza, di stupidità e di mancanza di amore”. “Leon - ci dice il regista - è l’insegnante giunto al villaggio per salvare gli abitanti e scopre che, se non riuscirà a istruire Sofia (la discendente di chi ha causato le disgrazie) entro 24 ore dal suo arrivo a Kulyenchikov, cadrà anche lui vittima della maledizione. L’abilità di Neil Simon, con dialoghi esilaranti, trovate impensabili e tempi comici ben ritmati, è universalmente conosciuta. Ne renderebbe perfettamente conto, da sola, la surreale e pirotecnica scena del matrimonio finale quando si susseguono, in ritmo forsennato, una adozione, un divorzio, una morte in famiglia e un matrimonio nel giro di pochi minuti”. - Vi sono delle battute che vuole citare in modo particolare? “Sì, quando l’insegnante dice a Sofia: ‘La paura e il senso di colpa provocati dall’oppressione di un potere tirannico vi hanno fatto credere di essere stupidi’. E in un altro momento, durante la lezione, Sofia dice all’insegnante: ‘Ma allora devo imparare solo quello che tu vuoi che io impari? Perché non posso imparare quello che io voglio imparare?’”. Salvo Cifalinò
Personaggi e interpreti , in ordine di apparizione, sono: Leon, Nunzio La Rosa; Pastore, Francesco Bongiovanni; Macellaio, Franco Patamia; Postino, Antonio Spoto; Venditrice, Mariella Trovato; Borgomastro, Francesco Bongiovanni; Bravna, Maria Grazia Ardita; Dott. Zubritsky, Giusy Cascino; Sophia, Francesca Di Mauro; Conte Gregor, Salvo Di Bella; Cucù, Alessandra Giuffrida. Musiche di Giuseppe Romeo. Scenografia, trucco e costumi Mary Cascino. Responsabile scene Santo Cavallaro. Assistente alla regia Agata Di Stefano. Regia di Alfio Vecchio.
transito – accoglienza e formazione alla cittadinanza per i minori stranieri”, concluso qualche mese fa ,organizzato dal Centro di Cultura per lo Sviluppo dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e dall’Ente Attività Sociali in collaborazione con i consorzi “Connecting people” e “Il Nodo”. La riflessione è stata guidata dalla dott.ssa Maria Pia Fontana, membro del comitato tecnico-scientifico del Centro di Cultura, formatore e assistente sociale specialista presso l’Ufficio di Servizio sociale minorenni di Catania, e dal prof. Giovanni Vecchio, anch’egli componente del Comitato, psicopedagogista, già dirigente scolastico. La dott. ssa Fontana, nella sua introduzione, ha evidenziato ai partecipanti come, a suo parere, si stia attraversando una fase di “formazione triste”, con diversi enti di formazione in competizione fra loro, autoreferenziali, più orientati a rispondere all’obbligo legale di fornire crediti che ad offrire dei contenuti di qualità a quanti si iscrivono ai loro corsi. “La buona formazione – ha detto – deve, invece, incrementare le competenze dei partecipanti. Il Centro di Cultura, da sempre, non prevede corsi meramente teorici, ma esperienze formative con una ricaduta pratica, che rispondono sempre ai tre requisiti che deve possedere una buona formazione che aspiri a potenziare concretamente l’efficacia operativa sia per il singolo che per i contesti organizzati di lavoro: incrementare consapevolezze e risorse in tutte e tre le dimensioni del sapere, del saper essere e del saper fare”. E’ seguito il confronto con i corsisti che hanno scambiato le loro esperienze e spiegato come hanno messo in pratica quanto appreso durante il corso “Ragazzi in transito”, approfondendo il modo in cui si sono modificati i loro atteggiamenti nei confronti dell’utenza straniera e lanciando ipotesi di intervento future mirate a questo target di utenza. A conclusione del follow up sono stati consegnati gli attesti di partecipazione. G. V.
SANTA VENERINA Al Comprensivo ricco incontro con i vincitori del Premio Cutuli
LIBRI Presentato il 2° romanzo di Lorenzo Marotta
“Le esperienze giornalistiche, le loro testimonianze ed i racconti di culture ed emozioni, diventano strumenti di formazione, impegno civile tangibile”. Con queste parole Mariangiola Garaffo, dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo Statale S.Venerina, introduce “Impegno civile, giornalismo ed educazione”, tavola rotonda a cui, giorno 10 maggio alle ore 17,30 ne “La Casa del Vendemmiatore” di S.Venerina, hanno preso parte i giornalisti premiati dalla Fondazione Mariagrazia Cutuli, Alessio Genovese e Salah Methnani, la mediatrice-operatrice culturale Maria Francesca Zappalà e il coordinatore redazionale del mensile per ragazzi Andersen Anselmo Roveda. “I giovani hanno bisogno di questi stimoli” prosegue il Dir. Scol. “Durante questo mio primo anno alla guida di un plesso così vario, anche per dislocazione, abbiamo cercato di fornire agli alunni gli strumenti giusti per poter dare una chiave di lettura diversa alla loro realtà. In quest’ottica, abbiamo partecipato al progetto di formazione giornalistica nell’ambito del Premio Internazionale di giornalismo Maria Grazia Cutuli e, finalmente, utilizzando dei fondi europei bloccati da tempo, realizzato una biblioteca che sarà inaugurata giorno 8 giugno. Una biblioteca in cui sentire il piacere della e per la lettura”. La Tavola Rotonda è stata preceduta da un incontro mattutino con gli studenti dell’Istituto, i quali hanno visto e commentato il documentario “Viaggio tra i profughi Siriani” di Salah Methnani, vincitore del premio Maria Grazia Cutuli per la stampa nazionale e l’inchiesta condotta da Alessio Genovese, vincitore per la categoria Giornalisti emergenti, per La Repubblica sul Centro di identificazione ed espulsione di Trapani.
La presentazione dell’interessante romanzo “Le ombre del male” di Lorenzo Marotta, con prefazione del presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta, ha luogo nell’aula magna del liceo scientifico “Archimede”, a cura sia dell’omonima associazione, sia della Fidapa, presidente la prof. Pina Consoli. Il presidente, prof. Arcangelo Blanco, nell’introduzione ha collegato tale opera alla precedente, “Le ali del vento”, coinvolgente, sulla complessità dei sentimenti. Il prof Giovanni Vecchio ha acutamente analizzato il romanzo, mettendo in luce il variegato mondo della Sicilia, con le sue ombre proiettate dalla mafia dei colletti bianchi, in modo avvincente, incentrando il discorso sul simbolismo dei personaggi; su risvolti civili e relativo impegno
Impegno civile, giornalismo ed educazione “Le ombre del male” I relatori hanno più volte citato i commenti dei giovani, così saggi e pieni di speranza. Anselmo Roveda, moderatore, spiega, infatti, come sia fondamentale l’educazione alla lettura critica della realtà nella formazione degli alunni: “Non tutte le storie possono essere semplici e fruibili senza i giornalisti, quindi, attraverso la vera lettura e il reale ascolto del loro lavoro, i giovani possono crescere, formarsi nel giudizio e vivere empaticamente le esperienze senza pagarne le conseguenze. Cosicché, anche non vivendo in prima persona l’emozione, noi possiamo esserne egualmente responsabili”. Non può che essere formativa l’esperienza di Salah Methnani, il quale, dopo una lunga esperienza, dal 13 al 24 Marzo è ritornato in Siria per RaiNews24: “L’ospedale del campo profughi riceve centinaia di pazienti che non riesce a curare e molti medici insegnano le tecniche del primo soccorso. Non è facile ottenere una tenda a causa della penuria di viveri e acqua e molti volontari cercano di alleviare le sofferenze dei più piccoli con canti e giochi”. “Ma per denunciare la negazione dei diritti non bisogna andare lontano” spiega Alessio Genovese che, attraverso un’intesa con il Ministero degli Interni, ha potuto visitare “delle prigioni amministrative, dove gli immigrati irregolari dovrebbero trascorrere circa 18 mesi dormendo e mangiando per terra. Molti si cuciono la bocca e gli occhi, si tagliano o ingeriscono oggetti solo per poter uscire. Questa è una vergognosa prassi ormai consolidata che deve essere cambiata”. Molti gli interventi degli ospiti ed anche i contributi musicali a cura del percussionista Pasquale Simonelli, della studentessa Marika Tomarchio e del coro “Santa Venerina Pueri” diretto dal M° Giuseppe Musumeci. Chiara Principato
per superare l’omertà; sull’intreccio di riflessioni intorno a luoghi e siti archeologici, con riferimento al valore catartico dell’arte; sul devastante male fisico, oltre a quello sociale. E’ seguita una nota critica a cura del prof. Francesco Peluso, che, facendo capo a richiami culturali, ne rileva l’intrinseco equilibrio, il linguaggio scarno e la ricerca di spiritualità, finalizzata al senso umano della fiducia. Accattivanti gli intermezzi musicali della pianista, prof. Vera Pulvirenti, nonché i brani, accuratamente scelti, recitati con pathos dall’attrice Maria Grazia Ardita. Lorenzo Marotta, nel ringraziamento finale al numeroso e qualificato pubblico, rivela la tensione morale e civile del suo vissuto di autore. Anna Bella
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Chiesa e Società
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RICORDO Camilla Bella, cattolica a tutto tondo da sempre impegnata in Diocesi
Una vita d’apostolato Ecco la bella storia di Mariù, Rita e Rosalba Maria Antonietta (detta Marinetta) Bella in Ragonese è la prima dei quattordici nipoti della prof. Camilla Bella, e abita in Acireale: mi ha parlato dei rapporti suoi e dei cugini con le tre ragazze, affidate dal Tribunale dei minori di Catania alla zia Camilla, che ricopriva il ruolo di capofamiglia. “Maria, detta Mariù, Rita, Rosalba, provenivano tutt’e tre da orfanotrofi della Sicilia, ma in tempi diversi, con tristi storie alle spalle, mi spiega. Sia zia Camilla sia le sorelle, Maria e Aurora, e mia cugina Nuccia, abitante con loro fino alla prematura morte, le trattavano come fossero figlie. Il rapporto di noi cugini con ciascuna delle tre ragazze è stato sempre sereno, anzi io ero orgogliosa di questa specie di adozione, perché questa scelta mi gratificava. Rosalba è stata l’ultima ospite : sposatasi con un bravo giovane, ha una figlia a cui ha imposto il nome di Camilla Aurora; il nome Camillarichiamaanchequellodellanonnapaterna.Di esse tutti eravamo contenti.” Mariù mi racconta la storia della conoscenza delle tre “zie”, quando, all’età di sette anni lei e il fratellino di sei, rimasero orfani nel giro di pochi mesi d’entrambi i genitori. “La nonna affittò la casa vicino a quella di villeggiatura della famiglia di Camilla Bella. La zia Aurora nelle vacanze è venuta a trovarci: la nonna non ci lasciava uscire per giocare con altri bambini, ma di lei si fidava pienamente. Così un pomeriggio lei ci condusse a casa sua , dove conoscemmo la zia Camilla, che ci preparò una bella merenda e ci fece guardare la tv dei ragazzi. La nonna contenta chiese alle zie se alla sua morte erano disposte ad accoglierci ed esse acconsentirono. All’età di 14 anni, superata la licenza media, nel 1974, il Tribunale dei minori accolse la loro richiesta inoltrata nel 1970: mio fratello a 18 anni andò via, mentre io sono rimasta in casa loro finora. Dopo il diploma, lavoro in una farmacia: un ex alunno della zia Camilla mi ha presentato al dott. Errante. La zia mi voleva mandare all’Università, ma io ho preferito lavorare. Mi chiamava ‘figlietta mia’,la zia Camilla”. Interessante, l’incontro con Rita. Fino a 18 anni sono stata in collegio – ricorda- andando solo nelle vacanze estive e la domenica presso questa famiglia. La nipote Nuccia è stata la mia prof , che mi presentò alle zie: mi accolsero il primo giorno con una festa, una gioia. Conseguita la laurea di Scienze Sociali, e superato un concorso, entrai alle dipendenze del Ministero di Giustizia, dove lavoro.” A. B.
La figura di Camilla Bella, nata in Acireale nel luglio del 1922, si staglia limpida nella memoria e nel cuore di chi ha avuto con lei un rapporto di amicizia, di lavoro, di vita in comune. Umile e preziosa la sua opera di educatrice, di donna aperta agli altri con autentico spirito di cristiana carità, con slancio e dolcezza, caratteristiche primarie del suo forte carattere. Decima figlia di genitori, ricchi di doti umane e spirituali, amò la sua famiglia e si donò ai parenti, all’apostolato, agli altri, senza mezzi termini, avendo come guida il Vangelo. Da giovane conduceva una vita di studio intensa che la portò a conseguire la laurea in lettere classiche a pieni voti, all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, usufruendo di borse di studio. Insegnò qualche anno in Toscana, poi per molti anni in Acireale, nella scuola media “Vigo Fuccio”, in via Filippini, espletando anche la carica di vice-preside: viveva la sua professione come un’alta missione. Una sua ex alunna, Maria Andronaco in Bottino, dell’anno scolastico 1943-44, così la ricorda.
”Era una professoressa dolce, affettuosa e comprensiva; spiegava le poesie, specie l’Odissea, in maniera splendida, facendoci rivivere le emozioni più profonde. L’ebbi come presidente di Gioventù Femminile della Cattedrale: ricopriva la sua carica con amore e dedizione, infondendoci la fede, dandoci i migliori consigli per la formazione della personalità.” Per circa venticinque anni, nell’AVULSS acese, Camilla Bella svolse proficuamente l’attività d’Incaricata culturale. Un rapporto speciale ebbe con la comunità di San Camillo, diretta da fratel Carlo. In Cattedrale, si sono interrotte le sue lezioni formative, in seno alle “ Donne cattoliche”. Camilla Bella, sin dall’età giovanile, fu dirigente diocesana della Gioventù Femminile di Azione Cattolica: organizzava iniziative, visitava le associazioni in diocesi da esperta propagandista, mirando ad indirizzare le socie agli ideali promossi dalla Sorella Maggiore, la milanese Armida Barelli. Per la celebrazione del 30° della Gioventù Femminile nel 1948 collaborò con la dott. Maria Barbagallo, a cui succedette come presidente diocesana, in modo mirabile: le manifestazioni si tennero nel campo sportivo “Peppino Puglisi” di viale Regina Margherita; inoltre fece partecipare molte giovani a Roma, in occasione di tale eccezionale evento. La sua dipartita, causata dall’aggressione di uno sconosciuto, è per la città un dolore non
indifferente. Le esequie, celebrate nella Basilica Cattedrale lunedì 29 aprile, sono una luminosa testimonianza della sua lunga vita, vissuta integralmente nella sua vocazione laicale, come hanno rilevato il prof. Santo Toscano e la dott. Teresa Scaravilli. Il parroco, don Roberto Strano, nell’omelia, ha posto l’attenzione sul “segreto della sua grande serenità”, espressione di fede, “alimentata quotidianamente dall’eucarestia e dalla preghiera”. E’ seguita la lettura della commovente preghiera “ A tu per tu con Gesù Cristo” scritta nel 2009 da Camilla, in chiave strettamente personale. Incisivo l’intervento di ringraziamento, per le attività svolte negli ambiti ecclesiali e sociali da Camilla, da parte del vicario generale, mons. Guglielmo Giombanco, portavoce del nostro vescovo, mons. Antonino Raspanti e di vari prelati, tra cui mons. Ignazio Cannavò,mons.Giuseppe Costanzo, mons. Giuseppe Malandrino e mons. Paolo Urso. Anna Bella
TESTIMONIANZAL’amica Mariella D’Amico finita in ospedale con un principio di infarto
“Aggredite brutalmente e senza motivo” Acireale, una volta, godeva di serenità tanto che un suo cittadino intitolò un romanzo su di essa “Un posto tranquillo”; oggi a causa di uno sconosciuto bruto, che aggredisce due donne acesi, nel centro storico, rischia di perdere questa prerogativa. Secondo voci persistenti pare sia stato identificato. La prof. Camilla Bella, in buona salute fino al tragico momento, è inesorabilmente condannata: muore il 27 aprile scorso. La vittima superstite, l’insegnante in pensione Mariella D’Amico, racconta i fatti: “Il 29 marzo, alle ore 17,15, vado a casa della prof Camilla Bella, in via Nicolosi 60, per andare insieme nella chiesa di Santa Maria degli Angeli, per la funzione sacra del Venerdì Santo. Dopo pochi passi, un tizio di circa cinquanta anni, entra con la moto in via Nicolosi, dall’imbocco di via Galatea, percorrendone un tratto, ma, invertito subito il percorso, parcheggia la moto in via Galatea, poggiandovi sopra il casco, poi si dirige verso di noi: vuole un’informazione? No, mi prende per il bavero del maglione, bisbigliando due volte qualcosa che per lo spavento non riesco a percepire. Camilla, prendendolo
per un braccio, cerca di distoglierlo dall’aggressione, ma terribile è la reazione: viene strattonata violentemente. Camilla stessa mi racconterà che il bruto, sollevatala dalle braccia, la scaraventa a distanza, ai margini di via Galatea. Suono il campanello di via Nicolosi 74, dove abita Antonio Bella, il nipote; lui scende immediatamente, stando accanto alla zia che giace a terra, ma senza aver perso i sensi; una signora che passava per via Galatea chiama l’autoambulanza 118, che giunge dopo un quarto d’ora. I soccorritori sollevano Camilla, l’adagiano nell’autoambulanza, la trasportano all’ospedale di Acireale, dove rimane una decina di giorni per accertamenti e cure. Nello stesso ospedale di Acireale, mi viene riscontrato un principio d’infarto, per cui, nottetempo, con l’autoambulanza ospedaliera vengo trasportata all’ospedale Umberto I di Siracusa, nel reparto di Cardiologia, dove rimango fino al 2 aprile. Il 19 aprile ho presentato la denuncia ai carabinieri di Acireale.” Giulia Fanales
Rovittello, grazie a S. Brunetto, Legalità, gli studenti hanno le idee più chiare riecco l’altarino della Madonna ACIREALE La premiazione del concorso organizzato dall’Asara Nell’aula magna del Liceo Scientifico “Archimede” di Acireale ha avuto luogo la premiazione degli studenti vincitori del concorso sulla Legalità, organizzato ogni anno dall’AS. AR.A. (Associazione Antiracket Acese) “Rosario Livatino”. La partecipazione degli alunni delle scuole secondarie statali acesi di primo e secondo grado è stata altissima grazie anche alla collaborazione dei dirigenti scolastici e dei docenti referenti per la legalità di ogni istituto. Anche le tracce dei temi (distinte per scuola media e istituti superiori) sono risultate molto gradite agli studenti, che si sono sentiti chiamati direttamente in causa dagli interrogativi posti. Per la scuola media di 1° grado i ragazzi sono stati invitati a esprimersi sulla base della seguente proposta: “Nella società odierna molte volte
non si rispettano le regole più elementari e spesso prevalgono la corruzione, l’immoralità e la violenza. Cosa potreste fare tu e i tuoi coetanei per affermare una migliore cultura dei valori morali e civili, fondata sul rispetto degli altri e sul rifiuto della sopraffazione e della forza?”. Per la scuole medie superiori la traccia è stata la seguente: ”La libertà è la condivisione necessaria all’esercizio della cittadinanza. Ma è possibile esercitare la libertà senza giustizia, senza solidarietà, senza legalità attiva? Prova a rispondere partendo dalle informazioni in tuo possesso sulla situazione sociale di oggi, con particolare riferimento al fenomeno mafioso”. Molto lavoro preliminare è stato svolto in ogni scuola per selezionare i cinque elaborati da presentare alla’AS.AR.A., tra i quali la commissione esaminatrice avrebbe poi selezionato
i primi due per ciascuna istituzione scolastica. Durante la manifestazione finale, introdotta dal saluto del dirigente scolastico del Liceo ospitante prof. Riccardo Biasco, il presidente dell’AS.AR.A. prof. Alfio Messina ha salutato le autorità civili e militari presenti e ha ribadito le finalità dell’iniziativa che mira a riconquistare e coltivare una coscienza retta che possa disporre degli strumenti idonei per costruire una società nuova negli intenti e migliore nella sostanza. La piena condivisione delle finalità del concorso è stata quindi espressa dalla prof. ssa Nives Leonardi, assessore alla P:I. e Cultura del Comune di Acireale. Il presidente della Commissione esaminatrice prof. Giovanni Vecchio ha coordinato e condotto la manifestazione alla presenza degli studenti di tutte le scuole, dei referenti e di alcuni dirigenti scolastici. Egli ha dato voce agli studenti premiati i quali hanno espresso in breve e in modo efficace il loro pensiero sui temi della legalità dando prova di consapevolezza del problema nella società attuale e di avere dei propositi e delle proposte molto significative da condividere. Anche gli artisti ospiti, l’aedo e poeta Alfio Patti e il M° Gesuele Sciacca, si sono complimentati per la “lezione” che è scaturita dalle dichiarazioni dei giovani. Al 1° classificato di ogni istituto è stata assegnata una somma di 200 euro, mentre al 2° una somma di 150 euro, ai primi cinque è stata consegnata una pergamena ricordo, a tutti i partecipanti un attestato e ad ogni scuola una targa personalizzata. Inoltre è stato distribuito gratuitamente un opuscolo contenente tutti gli elaborati premiati nella scorsa edizione. Fortissimo l’impatto delle due esecuzioni con voce e chitarra di Alfio Patti, che ha presentato “Ti cuntu e cantu” di Rosa Balistreri e la “Morte di Turiddu Carnevale” di Ignazio Buttitta; Gesuele Sciacca, a sua volta, ha presentato poesie di Leopardi e Alda Merini nonché alcune di altri autori meno noti da lui musicate ed eseguite con chitarra e voce e l’apporto vocale della figlia Francesca. Infine l’appuntamento alla prossima edizione nella certezza di aver contribuito alla crescita della coscienza civile tra le nuove generazioni del territorio. M. R.
A Rovittello, frazione del Comune di Castiglione di Sicilia, nel quartiere dei Saraceni in via Imboscamento 7, sita in una zona rurale, si trova una edicola particolare dedicata alla Madonna della Catena. La cosa straordinaria è la devozione di un umile uomo che, con pazienza e venerazione, sta riportando il culto verso questa edicola dimenticata da tutti e sita a pochi metri dalla Domus Pina (casa di ritiro negli anni 90). E proprio grazie al proprietario della Domus Pina, il rag. Sebastiano Pennisi, siamo venuti a conoscenza di questa umile ma fantastica iniziativa mariana che, a breve, interesserà la piccola frazione di Rovittello. Salvatore Brunetto, nato nel 1940, è il curatore e devoto di questo altarino, così, per far “risorgere” la devozione a questo altare mariano, si è cimentato in qualche attività per coinvolgere ed incuriosire la gente; lo scorso Natale, infatti, insieme ad Antonino Carriero ha organizzato un presepe siciliano nella sua casa rurale che si trova di fronte l’edicola. Durante la prima guerra mondiale, nel piccolo quartiere dei Saraceni, vi erano diverse famiglie e molti giovani sono partiti per la guerra; così la famiglia Trefiletti costruì questo al-
tare mariano chiedendo la grazia che tutti i figli tornassero vivi dal fronte, e ogni sera le famiglie si ritrovavano attorno ad un fuoco e recitavano il Santo Rosario affidandoi figli.Finita la guerra, tutti tornarono sani. Quindi l’altare risale al 1915, gli anni passano, le famiglie si trasferiscono e i vandali e i ladri si accaniscono. Viene rubata la statua della Madonna e sostituita con una immagine. Adesso Brunetto, a sue spese, ha comprato la statua della Madonna della Catena che si trova attualmente presso la chiesa parrocchiale di Rovittello, ha fatto costruire la protezione in ferro per proteggere la Madonnina con le dovute misure di sicurezza. La prima domenica di maggio si è celebrata la festa della Madonna della Catena che è la Patrona del Comune di Castiglione di Sicilia, così dalla seconda domenica di maggio, in occasione del mese mariano, il parroco di Solicchiata don Orazio Triolo ha celebrato la Santa Messa e a seguire si è svolta la processione con la statua e la benedizione sia della statua che dell’edicola. Così, ogni anno nel mese mariano si svolgeranno le iniziative di preghiera proprio davanti a questo altare. Claudia Marchese
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Chiesa e Società
DIOCESI Anche don Alessio Albertini all’evento organizzato dal Seminario in collaborazione con il Csi
Riflettere e attuare la solidarietà Si è svolta presso il Pala-Volcan di Acireale la seconda edizione del triangolare di calcio a cinque “Una rete per la Caritas”. Ha organizzato l’evento il Seminario di Acireale insieme al comitato acese del CSI e il Comune ha patrocinato l’iniziativa. La sfida calcistica è stata il momento conclusivo di una giornata che è ha visto i giovani del Liceo Classico riflettere sulla solidarietà attraverso la testimonianza di don Alessio Albertini, consulente spirituale nazionale del CSI e fratello del noto calciatore Demetrio Albertini, che ha sottolineato come le partite di calcio avevano in quella circostanza lo scopo di far vincere la solidarietà. “Il convegno con don Albertini è stata un’esperienza meravigliosa, ci ha detto Nives Leonardi, assessore alla Pubblica Istruzione, con le sue parole ha saputo fare breccia nel cuore dei ragazzi usando un linguaggio semplice, portando esempi di vita vissuta ha comunicato il rispetto per gli altri, ha invitato alla partecipazione alla vita comunitaria e ha suggerito di non scoraggiarsi mai nei momenti difficili e di portare avanti con impegno e serietà qualsiasi strada si sceglie nella vita”. Salvo Raffa, presidente del comitato di Acireale del Centro Sportivo Italiano sull’iniziativa ha dichiarato “abbiamo accolto di buon grado l’invito del Seminario a fare rete insieme alla Caritas e all’amministrazione comunale con l’obiettivo importante di aiutare a fare solidarietà, facendo gioia, facendo festa organizzando una manifestazione che possa portare spensieratezza nel nostro territorio. Questo pome-
riggio, ha continuato Salvo Raffa, i consulenti dei vari comitati del CSI regionali si sono incontrati per riflettere sul ruolo del consulente nella sua missione di guida spirituale all’interno dei comitati e sull’importanza del Centro Sportivo come agenzia educativa. Don Albertini che a Milano opera in un oratorio ci ha raccontato la sua esperienza pastorale che abbiamo raccolto e che cercheremo di attuare nei nostri territori”. “Quest’anno con questa attività di
solidarietà vogliamo dare un aiuto, quanto più cospicuo possibile a tutte le famiglie che hanno delle indigenze non soltanto economiche, ma anche fisiche, ha detto Salvatore Saitta, membro di presidenza del CSI. Utilizziamo lo sport come mezzo educativo e di crescita”. Giuseppe Scandura, coordinatore tecnico del CSI del comitato di Acireale ha aggiunto che questa iniziativa vuole anche lanciare il messaggio di
sport “pulito” che è promotore di solidarietà e di aiuto a chi ha bisogno. Giuseppe Gulisano, direttore della Caritas diocesana ci ha spiegato che le offerte raccolte sono state destinate al Fondo di solidarietà per famiglie in estrema povertà, a cui si può accedere tramite le parrocchie, questo per far sì che la comunità sostenga chi è in difficoltà. “L’aiuto economico è indispensabile, ma la famiglia ha bisogno di essere supportata da una serie di relazioni umane significative, avvaloranti che la accompagnano nel momento di difficoltà. Questa iniziativa serve a trasmettere ai giovani che bisogna scommettersi in prima persona nel volontariato e condividere non solo denaro, ma il proprio tempo. Il gesto del dono è significativo, ma bisogna fare un passo in più e spendersi direttamente impiegando il proprio tempo condividendolo con chi vive situazioni disagiate”. Il triangolare di calcio ha visto sfidarsi la squadra dell’equipe di Pastorale giovanile, quella dei ragazzi del Seminario e una rappresentativa di alunni e docenti del Liceo Classico che dopo le varie sfide è risultata la vincitrice del torneo. Durante le pause del gioco si è esibito un gruppo folk con danze e musiche tradizionali. Altra importante iniziativa che ha coinvolto le scuole acesi è stato il concorso “Lo sport fa bene, fai bene con lo sport”, indetto dall’Assessorato alla Pubblica Istruzione che ha stilato il bando e ne ha curato l’organizzazione, per la realizzazione di uno spot che pubblicizzasse presso le Tv locali la manifestazione. Ha vinto ed è stato premiato durante la manifestazione l’Istituto di Istruzione Superiore “Galileo-Ferraris”. Laura Pugliatti
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CESI Al convegno s’è parlato anche di cinema
Fede, cultura, educazione L’Ufficio Regionale per la Cultura e le Comunicazioni Sociali ha tenuto ad Enna un incontro con i direttori degli uffici di comunicazione sociale e i referenti del progetto culturale delle diocesi siciliane. Questo convegno, voluto dal Vescovo S. E. Mons. Antonio Staglianò, che dal mese di gennaio di quest’anno presiede la Commissione Regionale per la cultura e le comunicazioni sociali, è stato un momento di riflessione sulla direzione da intraprendere e di programmazione per il prossimo quinquennio. “Sappiamo bene - dichiara Mons. Staglianò - che la rete, il web, i mezzi di comunicazione sociale non sono più ritenuti semplici strumenti da usare, sono piuttosto luoghi, piazze, ambienti da abitare. Noi non trasmettiamo solamente valori, ma una vita, una fede che si è fatta e si fa cultura. I nuovi linguaggi e le forme di comunicazione sono generatori di una nuova cultura”. Durante l’incontro don Massimo Naro con la sua relazione “ Fede, cultura ed educazione. Un antidoto alla crisi” ha guidato la riflessione. Oggi viviamo una crisi economica, politica e a questa si accompagna una crisi valoriale e religiosa vista non come scomparsa della religione o del religioso, ma come una commistione di diversi influssi, un sincretismo che genera confusione. La religione non viene esperita come rapporto interpersonale basato sulla soggettualità. L’esperienza religiosa è incontro, confronto. Gesù ha detto “Io sono con voi”. Comunicare è parlare con qualcuno, non parlare di qualcosa. Nel nostro impegno comunicativo assume importanza la relazione con l’altro, il dialogo. La comunicazione è comunione. Per dare nuovo slancio e vitalità ai nostri uffici di comunicazione sociale e cultura è necessario intrecciare tre vie, la via spirituale, la via artistica e la via pedagogica”. L’ing. Gino Pitò, delegato ACEC (Associazione Cattolica Esercenti Cinema) è intervenuto presentando il progetto delle Sale della Comunità. “Il cinema può essere strumento di evangelizzazione e ci sono dei film che danno messaggi profondi in questo senso, solo che il più delle volte non riescono neanche ad arrivare nelle sale cinematografiche delle nostre città perché si dà spazio a quei film che garantiscono incassi. Ogni diocesi dovrebbe fare un censimento delle realtà (cinema, teatri) presenti nel proprio territorio, aderendo all’Acec, che è giuridicamente riconosciuta e in regola con la Siae, poi si entrerebbe in un circuito per diffondere e promuovere film dal contenuto educativo. A settembre partirà il primo corso per animatore delle sale della comunità”. Don Giuseppe Rabita, direttore regionale delle comunicazioni sociali ha invitato a un maggiore scambio tra le diocesi e una più proficua collaborazione tra gli uffici e Mons. Staglianò in conclusione ha invitato i direttori diocesani a far pervenire delle proposte da attuare a livello regionale anche in sintonia col quinto convegno ecclesiale che si terrà a Firenze nel 2015 e che ha come tema “Educare alla vita buona del Vangelo”. L. P.
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