Anno LIX - N. 7
Domenica, 24 luglio 2016
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Dopo la strage di Nizza
Diventeremo tutti agenti di polizia pubblica-privata
dell’
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Periodico cattolico fondato da Orazio Vecchio
ACIREALE
DIOCESI
Don Gaetano Caltabiano da 50 anni sacerdote festa nella comunità Cuore Immacolato di Maria Antonella Di Gregorio
PERIODICO CATTOLICO La Voce dell’Jonio sta continuando gli sforzi per offrire alla diocesi e all’intero territorio un servizio sempre migliore. L’abbonamento è la scelta di fiducia che il giornale ora chiede ai propri lettori.
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PIANO D’API
Festa per Santa Venera Patrona della città tradizione, innovazione e fede profonda
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Bella, De Maria e Leonardi
Porta Santa speciale nella chiesa parrocchiale domenica prossima 24 per la festa patronale Laura Pugliatti
Intervista Il sindaco Barbagallo sulla istituzione della Zona a traffico limitato in centro
La strage di Nizza ci ha insegnato, se mai ce ne fosse stato bisogno, che la violenza terroristica non ha confini né limiti; può arrivare, cioè, in qualsiasi posto e in qualsiasi momento, con armi e mezzi impensabili fors’anche perché semplici e di uso quotidiano. E, a questo punto, provocano anche un sorriso amaro le affermazioni dei responsabili della Cosa pubblica, in Italia e in ogni altro Paese, secondo cui “è stata rafforzata la vigilanza sugli obiettivi sensibili”. Tutto è, infatti, obiettivo sensibile; non ci sono gradi di esposizione al rischio né di pericolosità quando ci si può trovare dinanzi a una persona armata che, in nome di Allah o del califfo o in obbedienza all’ordine della “guerra santa” o perché alla ricerca di un ipotetico martirio, irrompe in ogni dove, in un albergo, nel vagone di un treno, in un ristorante, a teatro, su uno dei lungomare durante la festa nazionale, e spara, accoltella, si fa esplodere alla ricerca del maggiore danno possibile. E così i morti ammazzati possono contarsi anche a centinaia, se non a migliaia, come fu per gli attentati dell’11 settembre del 2001, che segnò un primo spartiacque e allarmò il mondo facendo dire un po’ a tutti che “da allora niente sarebbe stato più come prima”. Non ci avventuriamo qui in una disquisizione di politica internazionale, alla ricerca di eventuali responsabilità dei Paesi occidentali nell’accendere focolai di guerra soprattutto in Medio Oriente (Iraq e Siria in primo piano), responsabilità che qualcuno addita come concause dell’esplosione reattiva del terrorismo di matrice islamica. Ci interessa di capire come, più semplicemente, la persona comune può difendersi, se può, in questa situazione alla quale non sappiamo più dare aggettivi di gravità e di invivibilità. E ci viene in mente Papa Francesco quando, già tre anni fa, parlò per la prima volta, con lucida intuizione ma anche con una buona dose di coraggio e molta franchezza, di “terza guerra mondiale a pezzetti”. Ecco: noi persone normali possiamo solo, come si dice, “prendere atto della situazione” e, quindi, agire con prudenza in ogni momento della propria vita e diventare anche un agente di pubblica-privata sicurezza e fors’anche agente segreto, osservando e segnalando persone e situazioni sospette. La realtà non può però condannarci a essere pessimisti. Dobbiamo nutrire la speranza cristiana che neanche in questa occasione il Male prevarrà. Può sembrare, questo nostro suggerimento, una indicazione magari banale ma è l’unica che sappiano esprimere in questo momento, insieme con quella della preghiera e dell’affidamento al buon Dio. Dir
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”Acireale diventerà più vivibile” I cittadini chiamati alla collaborazione Sulla istituzione della Zona a traffico limitato nel centro storico di Acireale, che suscita vasti consensi ma anche dissensi, abbiamo intervistato il primo cittadino, Roberto Barbagallo. Signor sindaco, era nel suo programma elettorale la Zona a traffico limitato, e la sta realizzando. Ma si aspettava così tante reazioni e così tante negative? “Partiamo da un presupposto: noi vogliamo la ZTL e buona parte dei cittadini di Acireale vuole la ZTL. Abbiamo avviato una sperimentazione necessaria, che durerà fino a settembre e che ci consentirà un monitoraggio serio fondamentale per gli ingegneri dell’Università di Catania, La Voce (continua a pag. 2)
SANTA SEDE Nuovo importante incarico per il vescovo originario di Acicatena, congratulazioni e auguri
Mons. Sciacca segretario della Segnatura Apostolica Papa Francesco ha assegnato la carica di Segretario del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica (dicastero della Curia romana, supremo tribunale della Santa Sede) a mons. Giuseppe Sciacca. Nomina che decorrerà dal primo settembre prossimo. Monsignor Sciacca, vescovo titolare di Fondi, rivestiva la carica di Segretario aggiunto dello stesso dicastero, per occupare, adesso a pieno titolo, il posto del belga Frans Daneels, congedatosi per limiti d’età. Il corpo ecclesiastico unitamente ai fedeli della diocesi acese si compiacciono con il neo segretario per una carica così importante conferitagli dal Vescovo di Roma. Mons. Sciacca, è nato a Catania il 23 febbraio del 1955, originario di Acicatena, finiti gli studi teologici a Catania e successivamente alla Pontificia Università Lateranense, consegue la laurea in Diritto Canoni-
co alla Pontificia Università S. Tommaso d’Aquino a Roma e la laurea in Filosofia presso l’Università Statale di Catania. Ordinato sacerdote il 7 ottobre 1978, e incardinato
MONTEROSSO ETNEO
DIOCESI
Riaperta dopo due anni la chiesa parrocchiale il 5 settembre ordinazione di Rosaria Pappalardo Gabriella Puleo
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Mons. Sciacca e a destra il can. Pappalardo
nella Diocesi di Acireale, ha esercitato per alcuni anni il ministero pastorale quale rettore della Basilica Collegiata di San Sebastiano ad Acireale. Ha insegnato storia e filosofia presso i licei statali e diritto canonico presso l’Istituto teologico di Acireale. Dopo aver svolto l’Ufficio di Difensore del vincolo e di Promotore di Giustizia nei Tribunali Diocesano e Regionale della Sicilia, riceve la nomina di Giudice presso lo stesso Tribunale Regionale di Palermo, divenendo, il 25 marzo 1999, Prelato Uditore del Tribunale della Rota Romana. Eletto da Benedetto XVI, il 3 settembre 2011, Segretario Generale del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano e vescovo titolare di Vittoriana, dal 2013 insegna alla Pontificia Università Lateranense. Maria Pia Risa
CENTRO SPORTIVO ITALIANO
Festa a Torre Archirafi: “U mari è Amaru” Redazione
SOSTIENICI CON IL TUO 5 PER MILLE
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Asd S. Tecla campione nazionale degli allievi Monica Trovato
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CALATABIANO Riaperto l’antico castello medievale
E tornano subito i turisti
Lo 0.5 ‰ della tua imposta sul reddito può essere destinato all’associazione di volontariato
“Orazio Vecchio”
La legge Finanziaria prevede la possibilità di destinare il 5 per mille della propria imposta sul reddito ad associazioni di volontariato, onlus, ricerca etc. Il 5‰, altra cosa dal già sperimentato 8 ‰, non determina nessuna variazione nell’ammontare dell’imposta. Anche l’Associazione Orazio Vecchio,nata soprattutto per curare La Voce dell’Jonio, è tra i soggetti beneficiari. Per destinare a noi il contributo basta compilare l’apposita scheda del 5‰ sul modello 730 o Unico: 1) Inserire i propri dati anagrafici e il codice fiscale; 2) Firmare nel riquadro indicato come Sostegno del Volontariato, delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale.... (il primo a sinistra della scheda); 3) Indicare in quel riquadro il codice fiscale 90034160870 (come nell’esempio sopra)
Guido Leonardi (a pag. 8
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In Seconda
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Jonio
INTERVISTA Fratel Carlo Mangione sul caso di “defezione” nella comunità camilliana
AMORIS LAETITIA - 2 Parla suor Rosalba
“Proseguiamo con serenità e speranza”
Una famiglia di famiglie
Placato il clamore mediatico, che sa più di curiosità pruriginosa che di interesse per la verità dei fatti, sollevato dal gesto di fratel Vincenzo Duca, ora ex religioso camilliano, che ha lasciato la Congregazione per una ragazza acese e ha sottratto 27.000 euro (già in buona parte restituiti) dalla Cassa della provincia religiosa, della quale era responsabile, cerchiamo di saperne di più intervistando fratel Carlo Mangione (nella foto), che ha preceduto fratel Vincenzo nella guida della Casa di accoglienza di Acireale e conosce più di ogni altro l’ex confratello. - Fratel Carlo, si è detto e scritto tanto, si è parlato di scandalo, ad Acireale e a livello nazionale; grandi e piccole testate hanno ampliato la portata della vicenda, magari esagerando non poco. Come vede lei il fatto? Be, sicuramente la notizia ha fatto gola ai mass media: il frate che lascia per una donna, portando via dei soldi non può non fare notizia. Ciò che mi ha colpito è stata la morbosità con la quale testate televisive nazionali si sono precipitati ad Acireale per questa notizia…
La famiglia, perno dell’esortazione apostolica Amoris Laetitia di Papa Francesco, “è l’ambito non solo della generazione ma anche dell’accoglienza della vita che arriva come dono di Dio” (166). Tuttavia, viene poi aggiunto, tanti bambini fin dall’inizio sono “rifiutati, abbandonati, derubati dalla loro infanzia e del loro futuro”. I dati Istat sulla natalità recentemente diffusi più che l’amore nella famiglia sembrano sottolineare un certo disagio sociale che essa soffre. Nel 2015 sono nati 488mila bambini, 8 per mille residenti, 15mila in meno rispetto all’anno precedente, toccando così il minimo storico italiano. Se da un lato i numeri delineano il calo (continuo) delle nascite nel nostro Paese dall’altro ci sono le storie personali e umane di tante mamme giovani con alle spalle gravidanze indesiderate che hanno trovato protezione grazie a “famiglie allargate” e che hanno accolto queste creature di Dio. I numeri sono solo la punta dell’iceberg del fenomeno (anche se nel 2015 si è registrato un calo delle ragazze madri al di sotto dei 24 anni diminuite dal 13 all’11,4 %) ma ciascuna di queste storie porta con se episodi di rifiuto dei genitori di provenienza, in alcuni casi di abbandono, tutti accomunati da forte disagio. In questo terzo approfondimento su Amoris Laetitia, e in particolare sul capitolo quinto “L’amore che diventa fecondo”, vogliamo raccontarvi l’operato dell’Associazione “Madonna della tenda di Cristo” presente a San Giovanni Bosco dal 1993. La struttura è abitata da quattro suore il cui servizio è stato riconosciuto da mons. Pio Vigo nel 2007. Le persone che abitano questa “tenda” hanno pure la possibilità di formarsi e di trovare un re-inserimento nel mondo del lavoro grazie alla Cooperativa “La Roccia”. “La nostra struttura attualmente accoglie 60 persone –
fa capire il poco spessore dell’informazione… - Come ha reagito la Congregazione camilliana e, in particolare, la comunità acese e quella della Casa di accoglienza? Le prime reazioni sono state di sincera tristezza. Un fratello che lascia la vocazione e l’Ordine in questo modo non può non dispiacere. La seconda reazione, nel constatare l’ammanco dei soldi dalla cassa provinciale, è stato quello della delusione. Un gesto molto squallido e vile. E’ spiegabile il voler cambiare vita anzi è da incoraggiare quando non ci sono più i requisiti minimali…. - Qualcuno ha criticato la vostra scelta di denunciare la sottrazione del denaro (chi osservando che “… in fondo, per 27.000 mila euro non vale sollevare uno scandalo”, chi facendo notare che “… nell’Anno del Giubileo della Misericordia forse sarebbe stato più opportuno perdonare …”). Ci spiega perché avete scelto la via giudiziaria. La scelta giudiziaria è scaturita da un non volersi incontrare personalmente con i superiori da parte di Duca e dare così qualche spiegazione. Nella vita re-
ligiosa non esiste la “liquidazione” per il servizio svolto e comunque prendere dei soldi arbitrariamente è appropriazione indebita che legalmente, come abbiamo visto, non è permesso. Riguardo l’anno della misericordia io dico che la misericordia ha altre sorelle: la giustizia, la correttezza ecc… la misericordia non è un manto che copre la sporcizia… la denuncia può essere un atto di misericordia per aiutare il fratello a ravvedersi… - Pur mantenendo la responsabilità della direzione a Napoli, è stato eletto nuovo economo provinciale della Provincia Sicula-Napoletana, in questa veste si sente di affermare di avere fatto bene? In coscienza penso di aver fatto bene e rifarei nuovamente la stessa cosa. Quei soldi non erano miei ma il frutto dei proventi dei religiosi destinati per le opere di carità in Africa e in Italia - E a Vincenzo stesso, alla comunità camilliana che guidava, religiosi e laici, nonché ai cattolici, soprattutto a quelli facili a gridare allo scandalo, cosa si sente di dire? Be, direi che il cuore dell’uomo è un grande mistero, a volte mistero a noi stessi. Quindi direi di proseguire con serenità e speranza. Anche tra i 12 apostoli c’erano fragilità e miserie eppure hanno annunciato la buona novella sino ai confini del mondo. Giuseppe Vecchio
NOZZE D’ORO Nino e Nina Monaco 50 anni insieme NASCITA Festa in casa di Giampiero Torrisi
Con la benedizione del Signore Benvenuto Martino Nino e Nina Monaco hanno tagliato il traguardo dei 50 anni di vita insieme. Giovanissimi, hanno deciso di unirsi in matrimonio, allietati dalla nascita delle figlie, Agata, Marinella e Maria Pia. Ad Acireale, nella chiesa di San Martino, hanno voluto condividere con amici e parenti questo momento significativo della loro vita. Una santa messa è stata officiata da don Venerando Licciardello, che ha avuto parole di benevolenza per gli sposi ai quali ha augurato un proseguo di cammino insieme, benedetto dalla grazia del
Signore. Nino e Nina, insieme alle figlie, ai generi e agli otto nipoti, Martina, Chiara, Giulia, Matteo, Tommaso, Maddalena, Gabriele e Federico hanno poi festeggiato in un locale della zona.
Il 6 giugno 2016 è nato a Catania, grazie alle amorevoli cure di Ernesto Falcidia, Martino Torrisi, abbracciato dall’affetto della sorellina Lara, di mamma Daniela e di papà Giampiero, valente penalista e nostro storico collaboratore e amico. E domenica scorsa, nella Cattedrale di Acireale, S.E. Mons. Pio Vittorio Vigo, Arcivescovo - Vescovo emerito di Acireale, con il S. Battesimo lo ha accolto nella comunità cristiana.
ci dice suor Rosalba -. In particolare dal 1993, anno in cui siamo nati come associazione, abbiamo aperto le nostre porte a quasi 200 ragazze madri. Si trattava spesso di ragazze che cercavano un luogo sicuro per abortire, dove liberarsi di quella gravidanza inattesa. Noi però abbiamo risposto offrendo loro un luogo dell’accoglienza e dell’aiuto. In alcuni casi le abbiamo accompagnate verso il ritorno in famiglia, dalle quali erano state rifiutate, in altri casi a costruirsi una famiglia vera e propria”. La comunità, colpita dal sisma del 2002, oggi può contare su alcune strutture prefabbricate, donate a suo tempo dalla Protezione Civile, che accolgono intere famiglie: “Con noi abbiamo una famiglia albanese, una pakistana, una nigeriana e un’etiope. Insomma è un piccolo mondo con tante etnie”, afferma suor Rosalba che aggiunge: “Questa diversità è per noi ricchezza”. La vita religiosa nella comunità, data la presenza di diverse professioni di fede, non è uguale per tutti: “Noi come suore viviamo i nostri tempi di preghiera oltre alla partecipazione alla messa nella chiesa di San Giovanni Bosco. Siamo un grande gruppo eterogeneo con diverse etnie e diversi credo. Noi abbiamo i nostri momenti che sono a disposizione di tutti ma tutti possono avere i propri momenti di preghiera. E se serve ci aiutiamo: di recente abbiamo aiutato una famiglia di musulmani accogliendo i figli nella nostra struttura per i pasti essendo esenti dal Ramadan”. Alla domanda come definirebbe la loro realtà e il loro servizio suor Rosalba non ha molte pretese: “Ho sempre detto che siamo una famiglia di tante famiglie che vuole portare avanti i valori della famiglia che oggi è malata ed è sempre più bisognosa di riacquistare fiducia. Non facciamo cose eclatanti ma viviamo la quotidianità con semplicità”. Domenico Strano
dalla prima dell’
Jonio
Direttore responsabile Giuseppe Vecchio Editore Associazione La Voce dell’Jonio Via Mons. Genuardi, 14 95024 Acireale Iscrizione Tribunale Catania n. 220 del 5/4/1958 Iscrizione al ROC (Registro operatori della comunicazione) n° 22076 Redazione Via Mons. Genuardi 16, 95024 Acireale - Ct casella post. 174) tel. 095601992 www.vdj.it lavocedelljonio@hotmail.it Stampato da ITALGRAFICA Via Nocilla 157 95025 Aci S. Antonio (CT) tel 095 702 23 59 www.ital-grafica.it Abbonamento annuo Ordinario euro 12,00 Extra 20,00 - Speciale 50,00 Sostenitore 100,00 Conto Corrente Postale 7313800 intestato a Associazione La Voce dell’Jonio Via Genuardi, 14 95024 Acireale Membro FISC - Federazione Italiana Settimanali Cattolici
Acireale: intervista al sindaco sulla Zona a traffico limitato incaricati della redazione del Piano Urbano del Traffico, strumento essenziale per realizzare una ZTL conforme e adatta a tutte le esigenze del nostro centro storico e della popolazione acese. Se una parte della città, che può non essere quella individuata dall’amministrazione (non la chiameremmo sperimentazione), non resta chiusa al traffico nei vari momenti della giornata, se non si avvia la pedonalizzazione, la città non recepirà quel paventato cambiamento di cui parliamo almeno da 20 anni e spero che oggi ci sia la consapevolezza non solo dell’amministrazione, ma anche del cittadino e del commerciante, che deve dare il proprio contribuito alla ZTL, che buona parte della città, il suo cuore, va pedonalizzato per il bene della città, dei nostri figli e di tutti noi cittadini. Ci sono criticità che vanno affrontate e tutto verrà analizzato complessivamente e nei dettagli con la redazione del Piano Urbano del Traffico, che sarà redatto dall’Università di Catania con cui stiamo già calendarizzando i tavoli di concertazione con tutti i cittadini. Siamo consapevoli che la ZTL comporta un grande cambiamento delle abitudini di tutti noi, questo non può avvenire, né in giorni, né in settimane e nemmeno in due mesi. Ognuno di noi deve abituarsi a spostarsi tenendo contro delle zone interdette e delle criticità”. Tra quanti non sono d’accordo, ci sono molti commercianti del centro storico che paventano, e alcuni lamentano già, notevoli crolli di attività. Come risponde? “Ci dispiace quando un’attività sana della nostra città soffre, ma il commercio acese purtroppo, complici i centri commerciali e la crisi generale, non vive una buona stagione da tempo. In tutte le città italiane i primi tempi di ZTL sono stati difficili e hanno fatto registrare le proteste dei commercianti; ripeto, è un cambiamento profondo e come tutti i cambiamenti spaventa e disorienta chi ad Acireale vive e lavora. Dobbiamo lavorare insieme, ci siamo già dimostrati disponibili a risolvere insie-
me le problematiche che emergono man mano, tranne la riduzione in orario serale e notturno, perché questo significa non volere la ZTL, non ha senso aprire al traffico il centro di giorno e chiuderlo la notte, l’offerta commerciale e turistica deve esserci durante il giorno e su questa dobbiamo lavorare insieme”. “Abbiamo già diverse note protocollate da parte di esercizi commerciali che hanno compreso le ragioni della ZTL sperimentale, hanno ritirato la protesta, c’è chi ha ritenuto le varie proteste strumentali e si mostra ogni giorno disponibile alla piena collaborazione per la buona riuscita della sperimentazione avviata. C’è chi non ha registrato cali, anzi. Prevedevamo le difficoltà, le comprendiamo, anche per questo funzionano due navette gratuite che girano continuamente accompagnando acesi e turisti dai parcheggi al centro storico. Stiamo provando a creare una mobilità completamente diversa per la nostra città, con tutte le difficoltà che questo comporta, per tutti. Se non proviamo a smuovere le acque la città resterà imbalsamata così com’è e non va bene per nessuno. Sono inutili e strumentali le polemiche di chi, dal primo giorno successivo alla chiusura al traffico, si sarebbe aspettato flotte di turisti: ci sono realtà anche in Sicilia, che adesso sono realmente turistiche, ma che hanno dovuto lavorare per avviare ed andare avanti sul percorso che le ha portate ad essere vivibili e attrattive. Ci vuole pazienza, ci vuole concertazione, interverremo come e dove potremo per risolvere i problemi che emergono”. C’è qualche critica o osservazione, tra quelle poste, che potrebbe portarla a modificare qualcosa? “Certo. Ci sono osservazioni e punti di vista assolutamente utili e li terremo in considerazione. Ho già detto nel corso dell’ultimo incontro, che si stanno già valutando, ad esempio, delle modifiche alla viabilità e di evitare la chiusura h 24 dei giorni feriali di agosto”. Non pensa che forse sia mancata la comunicazione giusta ai cittadini, cioè una spiegazione, precisa ed esauriente, che partisse da lontano e spiegasse minutamente le ragioni, gli obiettivi e i vantaggi?
“No, si parla da decenni di pedonalizzazione del centro storico. Il miglioramento della vivibilità, i vantaggi, l’aria pulita, la possibilità di passeggiare e di vivere la città, di scoprire le sue attività e le sue bellezze, sono ormai concetti noti a tutti. Penso innanzitutto ai bambini e alle famiglie. Io spero che oggi ci sia la consapevolezza non solo dell’amministrazione, ma anche del cittadino e del commerciante, che deve dare il proprio contribuito alla ZTL, che buona parte della città, il suo cuore, va pedonalizzato per il bene della città, dei nostri figli e di tutti noi cittadini. Tutti noi ci spostiamo e visitiamo città che non hanno nulla da invidiare ad Acireale. A pochi chilometri dalle nostre case, ci piace lasciare l’auto, fare una passeggiata, comprare nei negozi, fermarci a bere o a mangiare nei locali senza fare gimcane tra le auto”. Quali sono i motivi forti della Ztl nel centro storico ad Acireale e quali, se ne riconosce, quelli deboli? “Le criticità non mancano in termini di viabilità, di parcheggi, e soprattutto di mentalità radicata in ciascuno di noi. L’abitudine è il punto più debole. Per il resto, non a caso, parliamo di sperimentazione e non a caso ci siamo affidati al supporto scientifico dell’Università di Catania. Al di là del PUT, dal 24 luglio 100 studenti faranno un laboratorio nel nostro centro storico, per studiare tutte le ipotesi di valorizzazione anche da un punto di vista architettonico, in termini di arredo e di decoro. Va fatto un ragionamento complessivo, che valuti tutti i pro e i contro, non stiamo lasciando nulla al caso. I motivi forti sono le nostre bellezze, i palazzi, le basiliche, abbiamo un patrimonio enorme, da sempre depauperato dal traffico, dalle code di auto, dalle doppie file, e tutti i locali che nell’ultimo anno con coraggio e fiducia hanno ridato vita al nostro centro e che sono sempre pieni di gente”. Come la Ztl contribuisce all’Acireale di domani cui guarda la sua Amministrazione? “Non può esserci quel cambiamento auspicato in termini di vivibilità, di pulizia, di decoro, se non pedonalizziamo il nostro centro e non permettiamo a cittadini e turisti di viverlo”.
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Cultura & Spettacoli
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ACIREALE Due intense serate di cultura e spettacolo in piazza Duomo per un Premio che è maturo per altri traguardi
“Poeta per caso”: l’anno della svolta È calato il sipario anche sulla nona edizione del Premio letterario “Poeta per caso Città di Acireale”, che per la prima volta ha celebrato le giornate conclusive in piazza Duomo e si prepara a nuovi e più ampi traguardi. Sono state due giornate di spettacolo vere e proprie, con molti ospiti illustri e con due presentatori d’eccezione, Loredana Marino e Salvo Fichera. La prima delle due serate, venerdì 8 luglio, è stata dedicata alla lettura ed alla valutazione, da parte delle giurie, delle opere finaliste delle varie sezioni: poesia in lingua italiana, poesia in lingua siciliana, racconti inediti e – grande novità di quest’anno – romanzi e saggi editi. Il Premio “Poeta per caso”, organizzato dall’associazione “Cristo Nuova Speranza” e dal Centro Culturale “Don Francesco D’Urso”, è cresciuto sempre più nel corso degli anni, fino a diventare un concorso letterario di rilevanza nazionale. Nella serata finale di gala sono stati premiati i vincitori delle varie sezioni, che
hanno conosciuto direttamente sul palco l’ordine d’arrivo, mentre tra una premiazione e l’altra si alternavano i vari ospiti che hanno ravvivato le due serate. Gli stessi destinatari dei premi speciali hanno riservato al pubblico dei bei momenti di spettacolo: Daniela Rossello, cantante lirica premiata per il canto; il cantautore Ugo Mazzei per l’arte; la scrittrice siracusana Melinda Miceli per la letteratura. Per il volontariato è stata premiata Giusy Nicolini, sindaco di Lampedusa, che non
potendo essere presente avrebbe dovuto collegarsi via skype, ma è stata sostituita dal vice sindaco Damiano Sferlazzo perché lei proprio quel giorno era impegnata per ricevere sull’isola il presidente del Senato Pietro Grasso. Ma gli interventi più coinvolgenti e che hanno riscosso i maggiori consensi del pubblico sono stati senza dubbio quello di Marcello Perracchio (premiato per la carriera), l’anziano attore catanese interprete del dott. Pasquano, il medico legale della serie televisi-
va del commissario Montalbano; e quello della scrittrice siculo-inglese Simonetta Agnello Hornby (premiata per la letteratura), la quale ha confermato la sua cordialità e la sua disponibilità. Contestualmente al Premio “Poeta per caso” si è pure svolto il concorso “Fotografo per caso”, coordinato dall’architetto Carmelo Strano, la cui premiazione è avvenuta nella serata di venerdì 8, mentre tutte le opere pervenute (più di 60) sono state ordinate nel salone del Palazzo del Turismo, dove resteranno esposte fino al 28 luglio. I primi classificati di ogni categoria, provenienti da varie parti d’Italia, hanno ricevuto come premio una scultura realizzata dalla maestra Francesca Cannavò. Citiamo solo il vincitore della categoria delle opere edite, il napoletano Franco De Luca con il romanzo “La chiameremo vita”, mentre l’elenco completo dei vincitori può essere consultato nella nostra edizione web. A. D.
ACIREALE Dopo quella di piazza Garibaldi, arriva festosa l’installazione in piazza Duomo
Impazzano le “librette”, casette per i libri Si diffonde sempre più il fenomeno delle “librette”. Non avevamo ancora fatto in tempo a registrare l’apertura della seconda libretta della nostra città, in piazza Garibaldi, che già ne è stata aperta una terza in piazza Duomo. Che cos’è una “libretta”? È una “casetta per i libri”, un’idea partita nel 2009 dagli Stati Uniti con Todd Bol, che costruì davanti alla sua casa una piccola biblioteca da cui tutti potevano prendere gratuitamente i libri per leggerli, rimettendoli poi al loro posto o sostituendoli con altri. L’idea si è poi diffusa in quasi tutti i Paesi del mondo e tutte le librette aderiscono all’iniziativa “Little free library”. La prima libretta è arrivata in Italia, a Roma, nel 2012. Ad Acireale si è fatto promotore dell’iniziativa il gruppo “#eralavò”, con Sara Scudero, che nel mese di maggio di quest’anno ha inaugurato la prima libretta in piazza Santa Maria del Suffragio, utilizzando una vecchia cassetta di distribuzione elettrica in disuso, incassata nel muro, che è stata riportata a nuova vita riempiendola di libri. La seconda libretta invece, costruita in legno riciclato, è stata collocata domeni-
ca 26 giugno in piazza Garibaldi e la terza il 17 luglio in piazza Duomo, nell’unico angolo dove ancora esistono delle aiuole, incassato tra la parte posteriore della cappella di Santa Venera e la canonica di San Pietro. I luoghi sono stati appositamente scelti in prossimità di spazi verdi e di panchine per agevolare chi vuole soffermarsi a leggere, ma anche in luoghi centrali e turisticamente rilevanti. Abbiamo avuto modo di partecipare all’inaugurazione delle librette di piazza Garibaldi e di piazza Duomo. Sono stati dei bei momenti di festa e di socializzazione, ca-
ratterizzati dalla presenza di molti bambini con i loro genitori, ma anche di giovani e di “diversamente giovani” amanti della lettura e della cultura; momenti di musica e di lettura, perché chi voleva poteva leggere liberamente brani di libri che gli piacevano o ricordare momenti storici legati alla nostra città. A piazza Duomo c’è stato pure un tocco di internazionalità con una ragazza francese, turista ad Acireale, che ha letto in lingua originale un brano tratto da “L’Élégance du hérisson” (L’eleganza del riccio) di Muriel Barbery, seguita dalla sua ospite acese che ne ha letto la versione italiana; nel contempo si sentivano le voci allegre e festose dei bambini del Saharawi (una decina di piccoli ospiti che ogni anno vengono accolti nel periodo estivo ad Acireale per iniziativa degli scout e di varie associazioni di volontariato). Alla fine delle inaugurazioni, le “casette” scoppiavano di libri portati e collocati man mano dagli intervenuti, soprattutto bambini.
LIBRI L’ultima fatica letterara del canonico Pappalardo presentata alla Zelantea
Nino De Maria
Recensione I “Sentieri di speranza” di don Coco 40 anni di sacerdozio e alcuni consigli Don Salvatore Coco, che aveva dato tante valide prove di valente scrittore con quattro opere molto apprezzate, ha dato alle stampe nel quarantesimo anniversario di ordinazione presbiterale un nuovo libro dal titolo “Sentieri di Speranza” con sottotitolo “Ministero presbiterale nel nostro tempo” (Messina 2016). L’opera non è un insieme di dati sul suo lungo e intenso ministero perché supera la dimensione cronachistica in quanto “nasce dal bisogno di confessare ‘in mezzo all’assemblea’ le grandi cose che l’Onnipotente, Dio, il sempre Inquieto per la sua creatura ha compiuto”. In quest’ottica gli eventi personali e comunitari si inquadrano in un intensa esperienza di vita spirituale, sempre però a confronto con la realtà concreta delle persone e degli ambienti di vita perché al sacerdote è chiesto “di essere duttile, flessibile, fedele a Dio e fedele all’uomo”. Egli ripercorre con questo spirito la sua missione sacerdotale a Cosentini, ad Aci Sant’Antonio, Linera, Acitrezza e S. Maria La Stella. La lettura risulta molto formativa in quanto gli elementi autobiografici sono sempre orientati alla scoperta dell’ “iniziativa della mano di Dio”, dei doni ricevuti e degli “effetti che ne sono scaturiti”. Chiarita l’impostazione, tuttavia, alla luce della sua esperienza formativa e soprattutto del servizio presbiterale svolto nelle parrocchie, egli evidenzia alcune criticità che devono essere affrontate per una migliore formazione dei giovani aspiranti al sacerdozio, quale l’apertura al mondo e la formazione teologica, le condizioni per un vero celibato evangelico, ed auspica un riordino delle competenze dei parroci con una migliore distribuzione di compiti nella vita ordinaria parrocchiale, nella quale uno solo non può svolgere tutte le incombenze organizzative e amministrative che rischiano di sovrapporsi al compito pastorale primario; bisogna assolutamente evitare che “il ruolo prevalga sulla relazione, il fare sull’essere, l’attività sulla vita dello Spirito”. Don Coco sottolinea che “il sacerdote secondo le indicazioni del Nuovo Testamento, non è un uomo che svolge un servizio – da cui si potrebbe poi in qualche modo distaccare -, ma è una persona intera che si fa servizio”. E’ necessario – afferma – ricorrere alla “custodia del silenzio”, al “deserto” che richiama all’interiorità e che conduce al “tu” affinché la parola non diventi brusìo. Nella vita ecclesiale – scrive l’autore – è di estrema utilità “porre l’attenzione su tre elementi: l’oggi, l’ascoltare e il non indurire il cuore”. Il libro, che si avvale della presentazione di don Sebastiano Raciti, il quale rileva che don Salvatore “ci consegna una storia di un amore che lo ha sedotto”, è corredato da tante foto che documentano alcuni dei momenti più significativi della sua vita, dall’infanzia, ai primi sacramenti, al seminario, all’ordinazione, alla prime celebrazioni eucaristiche, alla vita comunitaria, all’incontro con S.S. Giovanni Paolo II e non solo. Un libro scritto con il cuore e con la mente, una lettura sapienziale della propria storia, nel solco di una fede sempre viva, capace di dare un senso alla missione presbiterale. Giovanni Vecchio
LIBRI Sabato 23 ad Acireale la presentazione dell’opera di Biagio Fichera
E’ l’Amore “Un giorno di felicità”! Quei mestieri che scompaiono... Ad Acireale, nella sala ‘Cristoforo Cosentini’ della Biblioteca Zelantea, ha avuto luogo la presentazione del libro “Un giorno di felicità” del can. prof. Salvatore Pappalardo, a cura di mons. Guglielmo Giombanco. Presenti il vescovo mons. Antonino Raspanti e un pubblico numeroso. Dopo un’interessante introduzione del presidente dell’Accademia Zelantea, dott. Giuseppe Contarino, il relatore mette in primo piano l’acuta prefazione del vescovo Raspanti, che definisce il libro ‘un diario tra due ecclesiastici dalla diversa personalità’, ovvero don Salvino, il siciliano, e don Pietro, il piemontese. Conosciutisi dopo il secondo conflitto mondiale all’Università Cattolica del Sacro Cuore a Milano, riescono a diventare grandi amici attraverso l’arte epistolare, malgrado il contrasto di mentalità. Nota vitale: per raggiungere la felicità, è necessario l’apporto dell’amicizia, che permette di leggere tutto nella dimensione dell’amore, percependo il mistero del nostro essere. Mons. Giombanco fa una rassegna delle lettere dense di significati: prevalgono i valori religiosi, mentre nel mondo d’oggi è l’indifferenza ad avere il sopravvento, per cui l’uomo è abbandonato a se stesso. La conclusione è drammatica: il Cristianesimo o è vissuto o si assiste ad una fede morta. Alla luce del Concilio Vaticano secondo, il can. Prof . Pappalardo rivela lo stupore per il dono del sacerdozio, raccontando in una lettera la recente ordinazione di un sacerdote, Egidio Vecchio: profonda l’ emozione, constatando come ‘l’impossibile diventa possibile’. Ancora eccezionale la costituzione della Chiesa, il popolo di Dio, ovvero tutti i
battezzati, la pietà delle feste patronali. L’Autore manifesta la gioia di condividere le tesi di personaggi molto noti, tra i quali spicca don Mazzolari e il suo forte invito alla coerenza. Mons. Giombanco conclude con una metafora: tutte le lettere sono legate da un filo rosso, cioè dall’amore. In chiusura, momenti di emozione per la consegna dei diplomi ai nuovi soci, due effettivi, e due corrispondenti, da parte del dott. Contarino, che traccia per ciascuno un profilo: il primo è mons. Paolo Urso, ex vescovo di Ragusa, dotato di alte qualità; segue il secondo socio effettivo, prof. Salvo Blanco, a cui è intestato un asteroide, grazie al suo sapere scientifico. Il giudice Pietro Currò, magistrato del tribunale di Catania, viene segnalato per le sue pubblicazioni su riviste specializzate e per i suoi impegni in campo culturale e sociale. Infine, la dott. Maria Francesca Pricoco, figlia del compianto prof. Michele Pricoco, magistrato in seno alla giustizia minorile nel tribunale di Catania, con pubblicazioni su molte riviste nazionali e internazionali. L’intervento del vescovo Antonino Raspanti è centrato sul concetto primario del libro, l’Amore: la vita vissuta con amore, è , come dice l’Autore nel titolo del libro, solo ‘un giorno di felicità’. Il can. Salvatore Pappalardo, dopo aver ricordato per la sua testimonianza cristiana la prof. Camilla Bella, che conseguì la laurea all’Università Cattolica, con empatia ha ringraziato tutti. Anna Bella
Nella sala del centro culturale “Pinella Musmeci” di Acireale, sabato 23 luglio alle ore 19, Biagio Fichera presenterà al pubblico il suo ultimo libro “il lavoro stanca (alla ricerca dei mestieri perduti)”. Affiancheranno l’autore il canonico professore Salvatore Pappalardo, presidente della classe di lettere dell’Accademia Zelantea e il giornalista Giuseppe Vecchio, direttore de “la voce dell’Jonio”. Descrivere in poche righe l’autore è impresa ardua, visto la molteplicità dei suoi interessi e le svariate collaborazioni di alto prestigio nei lunghi anni trascorsi tra Parigi e Roma. Ma alcuni momenti salienti sono da citare come il suo incontro nel 1956 ad Acireale con il poeta Salvatore Quasimodo, premio Nobel per la letteratura nel 1959, che lo incoraggia nella sua attività di scrittore, e una poderosa opera in 480 versi, dedicata al presidente John Fitzgerald Kennedy, ucciso a Dallas il 22 novembre 1963. E’ anche autore di canzoni per bambini e con “San Francisco” si classifica al secondo posto alla 22° edizione dello “Zecchino d’oro”. Inizia da lì una interessante collaborazione con la direttrice del coro dell’Antoniano di Bologna Mariele Ventre. L’autore ha risposto ad alcune nostre domande. Come nasce l’idea di scrivere un libro dedicato agli antichi mestieri? Tutto nasce dai miei ricordi d’infanzia con l’evoluzione che c’è stata nel corso degli anni. Molti mestieri
sono stati bruciati dalla tecnologia, tutti i ragazzi oggi vanno a scuola e gli antichi mestieri sono spariti. Se i giovani d’oggi dovessero avvicinarsi a queste perdute attività si stancherebbero.< Qualcuno di questi mestieri, secondo lei, potrebbe essere recuperato? Sono un romantico, legato al passato, si, sarebbe bello recuperare alcune figure, in queste arti c’è l’anima della vita, ma se guardiamo al presente è difficile, quasi utopistico. Lei è un cultore delle tradizioni popolari siciliane che lo hanno portato anche a collaborare con la Rai nella nota trasmissione “lLaltro suono”. Ci racconti in breve di questa sua passione. Mi sono affezionato al dialetto, l’ho voluto studiare, approfondire, ho studiato gli antichi proverbi che secondo il sapere comune sono popolari. Ho scoperto invece che dietro un proverbio c’è sempre un autore. Uno dei più famosi fu Antonio Veneziano, poeta siciliano vissuto nel XVI secolo. Bravissimo nello scrivere. Lei si occupa di tante cose, molte le sue passioni e i suoi studi, ma come si sente nel profondo del suo animo? Io mi sento un poeta, amo tante cose, sono un appassionato di fotografia, sono autore di molte cartoline di Acireale e Roma, ho scritto 13 libri e altri ne sto scrivendo, ma sinceramente mi sento prima di tutto un poeta. Gabriella Puleo
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Speciale Chiesa
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PARROCCHIE Il 50° di ordinazione presbiterale festeggiato dalla sua comunità “Cuore Immacolato di Maria”
Don Gaetano, un servizio incondizionato “Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costi- dodici anni ed in seguito in questa parrocchia come parroco tuiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto riman- da trentacinque anni. Ho prestato servizio in diocesi nell’Aga (Gv. 15,16)”. Queste parole, tratte dal Vangelo di Giovanni, zione Cattolica e nell’Ufficio per la pastorale della famiglia: don Gaetano Caltabiano, parroco della parrocchia “Cuore ho avuto la fortuna di collaborare, per oltre sedici anni, con Immacolato di Maria” di Acireale, sottolinea in occasione del delle persone splendide con cui ho rifondato l’ACR e creato le suo 50° anniversario di ordinazione presbiteriale, avvenuta premesse per continuare negli anni questo cammino, infatti il 17 luglio 1966 presso la parrocchia “Sacro Cuore di Gesù” molti collaboratori oggi rivestono ruoli importanti a livello di Fornazzo. Un servizio sacerdotale incondizionato portato nazionale”. Anni ricchi di esperienze ed incontri, ma sopratavanti giorno dopo giorno per cinquant’anni, con il desiderio tutto densi di cambiamenti. E alla richiesta di un confronto di donarsi al prossimo: “ho avuto il desiderio di donare tut- tra i problemi riscontrabili nella società ai tempi della sua to quello che potevo dare di ordinazione ed in quella me stesso, del mio tempo e attuale, padre Caltabiano delle mie possibilità agli altri, ha risposto: “Ho iniziato il prodigandomi ed offrendo mio sacerdozio nel luglio attivamente un servizio alla 1966, negli anni della concomunità”. Primo parroco testazione. Ho trascorso della parrocchia “Cuore Imun mese al “Mondo Mimacolato di Maria”, don Gagliore” con padre Rotondi, etano da trentacinque anni insieme ad un centinaio di si occupa costantemente di sacerdoti provenienti da continuare il cammino intratutte le parti d’Italia, per preso, con la formazione di studiare i documenti del gruppi e associazioni, parti Concilio e subito dopo ho integranti della vita comuniiniziato la mia esperientaria, quali la Conferenza San za da viceparroco. Erano Vincenzo de’ Paoli, il Gruppo anni difficili, in cui si perCatechisti, il Gruppo Giocepiva un fermento nuovani con Maria, il Gruppo vo ma allo stesso tempo Scouts Acireale 3, i Ministri un senso di pesantezza, straordinari dell’Eucarestia, i quasi un blocco di azione. Ministranti, l’Azione Cattolica, la Schola Cantorum, l’Orato- Ci siamo impegnati per riorganizzare l’Azione Cattolica ed rio, la S.CO.PU.S., il Gruppo Anziani, il Banco Alimentare, il anche se era difficile per una parrocchia creare delle attività Gruppo Sportivo e il Gruppo Famiglia Arca di Nazareth. L’e- come l’organizzazione di un campeggio, ricordo che passavasperienza della creazione della parrocchia e dell’organizzazio- mo tutta l’estate al servizio delle parrocchie con i ragazzi ed i ne della vita comunitaria sicuramente è la testimonianza della bambini. Oggi i problemi, sotto molti punti di vista, si sono voglia di scommettersi e di realizzare un sogno. “Quando ha moltiplicati, ma è presente un servizio sacerdotale svolto da avuto inizio la vita parrocchiale non avevamo nulla: la prima molti giovani, a differenza di quanto accadeva cinquanta anni statua della Madonna, l’Immacolata di Lourdes adesso nell’O- fa. Purtroppo i giovani non sono quelli della contestazione ratorio, ed alcune suppellettili sono state donate dai Fratel- vissuta positivamente, non hanno la voglia di scommettersi, li delle Scuole Cristiane dell’Istituto San Luigi”. Ma in questi ma rispondono solamente ai bisogni ‘primitivi’ della vita: il cinquant’anni di sacerdozio don Gaetano ha avuto anche altri dialogo con loro diventa difficoltoso, così attraverso l’organizincarichi: “ho avuto la fortuna di prezazione di molteplici attività e grupstare servizio al “Sacratissimo cuore A cura di Antonella Di Gregorio pi la parrocchia cerca di coinvolgerli di Gesù” come viceparroco per circa all’interno della vita comunitaria”.
Cuore sacerdotale: “Io devo dire grazie a quanti ho incontrato in questi anni” Il 17 luglio del 1966 presso la parrocchia “Sacro Cuore di Gesù” di Fornazzo il ventiquattrenne don Gaetano Caltabiano veniva ordinato presbitero ed oggi, dopo cinquantanni di cammino sacerdotale, la comunità parrocchiale del “Cuore Immacolato di Maria” di Acireale festeggia il suo parroco, che da trentacinque anni quotidianamente si prodiga al servizio dei bisogni del prossimo. Un programma denso di appuntamenti, ma soprattutto di momenti particolarmente significativi ed emozionanti: la parrocchia fino ad oggi ha accolto dieci viceparroci ed alcuni di essi, in particolare don Giuseppe Garozzo, parroco della parrocchia “S. Maria della Misericordia” di Piano d’Api, don Giovanni Cavallaro, parroco della parrocchia “Maria SS. Immacolata” di Guardia, e don Mario Rosario Camera, parroco della parrocchia “San Giovanni Nepomuceno” di Stazzo, hanno voluto ricordare questo importantissimo anniversario celebrando l’eucarestia giovedì 14, venerdì 15 e sabato 16 luglio 2016. Domenica 17 luglio, dopo la Santa Messa presieduta da don Gaetano Caltabiano, è stato proiettato un filmato sulla sua vita sacerdotale ed infine lunedì 18 luglio la solenne celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo mons. Antonino Raspanti, al termine della quale si è svolto un momento di fraternità. “Io devo dire grazie a tutte le persone che ho incontrato in questi anni - ha affermato don Gaetano - molti sono stati i laici che hanno collaborato assiduamente in parrocchia. Ricordo con estremo piacere la lettera inviataci da mons. Malandrino, allora Vescovo di Acireale, in seguito alla sua visita pastorale del gennaio del 1989, in cui esortava la nostra comunità parrocchiale a continuare il proprio cammino in questo spirito di chiesa primitiva e ciò è la testimonianza della gioiosa presenza di molti fedeli. In trentacinque anni di storia, in parrocchia abbiamo avuto dieci viceparroci, giovani sacerdoti che hanno collaborato con la comunità e oggi hanno delle grandi responsabilità in altre parrocchie: questo rappresenta il passaggio di testimone da una generazione all’altra. In questi anni, abbiamo avuto due vocazioni religiose di suore, suor Agnese delle Piccole Sorelle dei Poveri (adesso superiora a Messina) e suor Rosa delle Suore della Divina Provvidenza di Catania (superiora ad Aci Bonaccorsi) e due giovani in seminario”.
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CRONACA Un programma intenso in onore della Patrona che culminerà con le celebrazioni del 26 luglio
I festeggiamenti in onore di Santa Venera, vergine e martire, sono entrati nel vivo. La festa, peraltro, quest’anno s’inserisce nel contesto dell’Anno Giubilare della Misericordia, indetto dal Santo Padre Francesco. “Secondo la tradizione – ha ricordato mons. Raspanti, vescovo di Acireale, nel suo messaggio ai fedeli – la nostra Santa ha esercitato le opere di misericordia spirituali e corporali, offrendo la sua testimonianza a Cristo nel servizio dei fratelli, soprattutto sofferenti”. Il programma delle manifestazioni religiose ha avuto inizio nel pomeriggio di martedì 19 luglio con il giro dei cerei delle antiche corporazioni artigiane per le vie del centro ed il solenne corteo processionale con l’argenteo scrigno, contenente le sacre reliquie di Santa Venera, portato a spalla dai membri del Circolo Santa Venera. La processione si è mossa dalla chiesa di Gesù e Maria, in via Dafnica, per giungere fino in Cattedrale, dove il sindaco di Acireale, ing. Roberto Barbagallo, ha rinnovato l’omaggio alla Santa Patrona con l’accensione del cero votivo. Anche quest’anno, quindi, si è voluta ricordare la processione delle reliquie che venne per la prima volta realizzata il 14 novembre 1651, quando Santa Venera venne proclamata Patrona della città. Alle 19,30 la solenne concelebrazione eucaristica in Cattedrale è stata presieduta dal card. Paolo Romeo, arcivescovo-metropolita emerito di Palermo, con la partecipazione dell’arciprete-parroco, can. Roberto Strano, cappellano della Reale Cappella e assistente spirituale del Circolo S.Venera, il quale nella sua omelia ha auspicato che l’esempio di vita di Santa Venera possa essere da sprone affinchè i suoi devoti siano veri operatori di misericordia. Diverse le associazioni di fedeli presenti alla funzione. Numerosi i gruppi di preghiera di Padre Pio, guidati dall’assistente don Salvatore Scalia. Molto sparuta, invece, la rappresentanza delle confrater-
nite cittadine, con l’eccezione di quelle che hanno sede nella Basilica dei Santi Pietro e Paolo, SS.Sacramento e SS.Crocifisso; q u e s t ’u l t i m a , peraltro, è stata l’unica a offrire il previsto omaggio della cera. Nei giorni seguenti le reliquie della Santa Patrona saranno esposte alla venerazione dei fedeli: dopo essere state il 20 nella cappella dell’istituto “Casa mia”, il 21 nella cappella dell’ “Oasi Cristo Re”, domenica 24 luglio sarà nelle chiese di San Michele Arcangelo, della Madonna del Carmine e di San Domenico. Le messe del triduo (venerdi 22, sabato 23 e domenica 24) saranno presiedute da mons. Guglielmo Giombanco, vicario generale della diocesi acese. Lunedi 25 luglio, vigilia della solennità di Santa Venera vergine e martire, al termine dei primi vespri pontificali, presieduti da mons. Antonino Raspanti, il busto- reliquiario della Santa e lo scrigno verranno portati in processione sull’argenteo fercolo per il “giro popolare”, che quest’anno raggiungerà le parrocchie di San Michele e del Carmine. Al rientro in piazza Duomo- è la novità della festa di quest’anno – vi sarà l’esibizione di un carro sacro sul tema della misericordia e di Santa Venera, offerto dall’omonimo Circolo. Martedi 26, giorno della memoria liturgica della Santa, le messe saranno celebrate alle ore 8, 9, 12, 15, 18 e 19. Il Pontificale delle ore 10,30 sarà presiduto dal card. Paolo Romeo. Come ogni anno, alle ore 21, muoverà dalla Cattedrale la solenne processione liturgica, presieduta da mons. Raspanti, che seguirà il percorso tradizionale, al termine del quale uno spettacolo pirotecnico saluterà il rientro della “vara” in piazza Duomo. Nella Basilica Cattedrale avrà luogo, quindi, la reposizione del venerato busto- reliquiario nella cappella e la solenne benedizione con le sacre reliquie. Guido Leonardi
INTERVISTA
Una festa nel segno della Misericordia Fabio Grippaldi: “Ecco cos’è e cosa fa la Deputazione della Reale Cappella” In occasione dei festeggiamenti di Santa Venera, compatrona di Acireale, abbiamo intervistato il presidente della Deputazione acese della Reale Cappella, Fabio Grippaldi. Quando si diffuse il culto di Santa Venera, proveniente dal mondo greco? Quando e da chi fu fondata la Reale Cappella di Santa Venera in Cattedrale? “Nel periodo bizantino, pervenne nel Sud Italia la devozione per Santa Venera, arrivando ad Acireale nella prima metà del 1600, quando il Senato acese la nominò patrona della città. La cappella è stata fondata nella seconda metà del 1600; realizzata nel 1692, in seguito al grosso lascito testamentario del 1658 di Troilo Saglimbene alla Deputazione, perché fosse costruita una cappella, dove mettere il busto d’argento della Santa, custodito in sacrestia”. Cosa è la Deputazione e oggi da chi è formata? “La Deputazione è un organismo laico del Comune, che collabora con la Chiesa. Attualmente è formata da 4 membri, nominati dal sindaco: oltre me, Paola Bonaccorsi, Sebastiano Casalunga e Alfio Pulvirenti. Il cappellano è don Roberto Strano. Tre i consulenti: Salvatore Iannuli di Giarre, di Acireale, Alessandro Cipriani e Orazio Piro, in qualità di presidente del Circolo Santa Venera. Chi fu l’architetto della Reale Cappella? Da quali artisti fu abbellita? ” Il nome dell’architetto non risulta. Gli stucchi sono di Geronimo Parragioli della fine del ‘600; dopo il terremoto del 1693, riparati i danni e restaurata la Cappella, furono realizzati gli affreschi di Antonino Filogamo da Messina, raffiguranti la predicazione della Santa alla gente e il suo martirio per decapitazione: Santa Venera, inginocchiata dinanzi al suo carnefice.” Chi è l’artigiano-artista dello stupendo cancello in ferro battuto che chiude la cappella? ”Il cancello con motivi floreali, lungo circa m.7 e alto m. 2,20, è dell’acese Angelo Paradiso, e fu inaugurato il primo luglio 1918. Il disegno è dell’architetto palermitano, artista del liberty, Ernesto Basile.” Chi è l’artista del meraviglioso sacello che custodisce la statua della Santa? ”Il sacello è coevo della Cappella, ma non se ne conosce l’Autore. L’interno è in legno, rivestito d’argento e da pannelli di stoffa rossa ricamata in oro, con decorazioni floreali. E’ chiuso da due tende, per ‘velare’ la statua e al momento dell’uscita dal sacello ‘svelarla’. Delle tre porte, la più antica è quella di mezzo, di legno, dipinta da Giovanni Lo Coco, ‘u surdu di Jaci’, con motivi floreali, frutta e angeli. E’ degli inizi del 700 il cancelletto esterno con fittissime maglie in ferro battuto, dorato. Dell’800, la terza porta interna, blindata, chiusa con 5 chiavi, in possesso del Cappellano e di ciascun membro della Deputazione. L’autore della statua di Santa Venera che emana un’accentuata spiritualità? E del ferculo in argento? ”L’artista della statua, capolavoro di bellezza estetica, realizzata nel 1655, è il messinese Mario D’Angelo. A quei tempi l’artista mirava a infondere l’espressione di bellezza interiore ed esteriore, per stimolare la gente a sentirsi più vicina a Dio, bellezza assoluta. Il ferculo, iniziato dallo stesso argentiere, completato da altri argentieri acesi e dal messinese Vito Blandano, è posto dietro una vetrata, vicino la porta centrale della Cattedrale. Anna Bella
STORIA E TRADIZIONE Ispirate da una salda fede dalla più antica costruita dai calzolai a quella che ha esordito nel 2000
Le Candelore sottolineano la devozione popolare Calzolai, falegnami e panettieri, pescivendoli, muratori. Sono queste le corporazioni professionali rappresentate dalle quattro “candelore” storiche che fanno da corteo e contorno alla festa di Santa Venera. La più antica è quella dei calzolai, che risale alla fine del ’700, mentre quella dei falegnami e panettieri (che stranamente si associarono nella costruzione di questa “candelora”) risale ai primi dell’Ottocento, come pure quella dei pescivendoli; più giovane è infine quella dei muratori, che è stata costruita agli inizi del ’900. C’è anche una quinta “candelora”, costruita per volontà degli artigiani alla fine del ventesimo secolo e che ha fatto il suo esordio nel 2000, in occasione del giubileo di fine millennio. Le “candelore”, o cerei, sono dei simboli di fede tipici della Sicilia orientale, ed in particolare della provincia di Catania. Se ne trovano infatti, oltre che nella stessa Catania (dove se ne contano ben dodici per la festa di Sant’Agata), ad Aci Sant’Antonio, Gravina, Misterbianco, Motta Sant’Anastasia, Paternò, Pedara, San Giovanni La Punta e Tremestieri; anche Aciplatani ha una piccola “candelora”, utilizzata per la festa della Madonna del Carmine. La loro origine risale al diciottesimo secolo, quando i grandi ceri votivi vennero abbelliti rivestendoli con una struttura in legno più o meno riccamente decorata e impreziosita con statue di santi e di angioletti, secondo uno stile costruttivo – conforme al periodo storico – di tipo barocco o rococò. Tutto questo è particolarmente evidente nelle “candelore” acesi più antiche (calzolai e falegnami), anche se il passare del tempo ha lasciato segni visibili di degrado. Inoltre, nel periodo in cui le “candelore” erano state collocate nella chiesa di S. Rocco, ignoti vandali hanno nottetempo depredato quasi totalmente le pregevoli statuine in legno che decora-
vano la “candelora” dei calzolai ed hanno gravemente danneggiato le scene decorative di quella dei falegnami e panettieri. Tant’è che allo stato attuale le due “candelore” sono conservate nella chiesa di S. Crispino e non sono in grado di uscire. In occasione della festa di Santa Venera di quest’anno saranno invece sicuramente utilizzate (anzi, hanno già fatto la loro prima uscita) le “candelore” dei muratori e dei pescivendoli, che qualche anno fa sono state in parte restaurate. Non potrà uscire nemmeno la “candelora” degli artigiani. Le “candelore” acesi vengono portate a spalla, con un sistema di stanghe e di cinghie di cuoio, da un gruppo di otto portatori – ognuno dei quali ha una funzione ben precisa – ed avanzano caracollando, perché i portatori devono muoversi tutti insieme ritmicamente, e per questo durante la processione di Santa Venera ogni “candelora” è accompagnata da una sua banda. Caratteristiche sono le cosiddette “annacate”, cioè delle oscillazioni che vengono fatte fare da fermo alle “candelore” in particolari momenti della processione. I portatori devono essere quindi molto esperti e seguire un processo di istruzione e di formazione molto rigido, perché l’errore di uno può creare delle brutte conseguenze per tutti. Il passaggio per le strade delle “candelore”, sia per la musica di accompagnamento, sia per il loro incedere caracollante, dà sicuramente il senso della festa. Ma esse sono anche cariche di simbologia, perché rappresentano le corporazioni di cui sono espressione, il senso religioso dei lavoratori che di esse fanno parte e l’omaggio devoto alla patrona Santa Venera. Nino De Maria
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Chiesa e Società
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PARROCCHIE Giornata particolare quella di domenica 24 per la festa patronale della Madonna della Misericordia
”Porta Santa” nella chiesa di Piano d’Api Otium et negozium - 2 LE FESTE DEI SANTI, UNA PARTICOLARE AD ACIREALE
Continuiamo la nostra rubrica di spiritualità curata – in forma epistolare – da Nino Ortolani, con una riflessione dedicata alle feste dei Santi e al loro ruolo edificativo. Carissimo lettore, Con la Pentecoste si è conclusa la lunga parentesi di quella parte dell’anno liturgico cominciata con il mercoledì delle ceneri (quaresima) e proseguita col tempo pasquale. L’inizio dell’estate è stato segnato dall’appuntamento in cattedrale per l’arrivo del raggio luminoso sulla meridiana alle ore tredici e un minuto; con l’estate si ha una serie di feste di santi, cominciando dalla solennità di San Giovanni Battista: l’unico di cui si celebra la nascita (particolarità questa che i castellesi mal digeriscono per l’atavica rivalità coi trezzoti). San Pietro e San Paolo, San Camillo, “a Madonna du Cammunu” e così di seguito, fino alla festa di tutti i santi e “Santu Niria” (Andrea) che avviene quasi sempre nel periodo di Avvento . “Ogni santu avi i so divoti”, ma tutti i santi hanno avuto devozione allo Spirito Santo. Con linguaggio matematico potremmo dire che i santi hanno un denominatore comune. Ognuno è stato nella vita diverso dagli altri, ma tutti sono stati docili all’azione del “dolce Ospite dell’anima” (preghiera allo Spirito Santo). Ne consegue che festeggiare un santo è qualcosa di diverso che assistere alla guerra tra devoti (acesi contro catanesi, castellesi contro trezzoti, ecc.) come avveniva un tempo. Con questa ottica distorta si arriva a parlare di “guerra di santi”. Sarebbe più giusto, però, parlare di guerra dei devoti “in nome dei santi”. E queste guerre sono tremende perché si arriva a fare male al vicino (spesso ad eliminarlo) pensando di dare gloria Dio. Festa dei santi è una manifestazione esterna (luci, vestiti, dolciumi, musica, ecc....) di una gioia interiore di natura spirituale che si ha quando ci si trova in grazia di Dio. Se manca quest’ultima non si può parlare di festa cristiana. Spero possiamo parlare in seguito delle feste popolari: quelle rumorose e le “feste in chiesa”, feste d’inverno e feste estive, ma per fare questo spero mi farai pervenire qualcosa della tua vasta conoscenza in materia. In questa conversazione vorrei invece raccontarti di una “festa speciale” celebrata nella seconda metà del mese di giugno da alcuni decenni. È una “festa in chiesa” consistente nella celebrazione di una Santa Messa in onore di un santo. Esternamente nessuna banda, nessun rumore di bombe. In migliaia di chiese in tutto il mondo anche quest’anno sono state celebrate messe in onore di San Josemarìa Escrivà de Balaguer. Nel lungo elenco di tali celebrazioni liturgiche diffuso dal sito dell’Opus Dei, in onore del santo fondatore di detta Prelatura, al primo posto risultava Acireale. Nelle omelie è stata illustrata la preghiera al santo. In essa, prima di chiedere favori per sua intercessione, si chiede a Dio: “fa’ che anch’io sappia trasformare tutti i momenti e le circostanze della mia vita in occasioni per servire con gioia e semplicità la Chiesa e tutte le anime...”. Questi erano i propositi quotidiani del Santo, propositi che egli cercava di mettere in pratica e che consigliava a tutti: “servire la Chiesa e non servirsene”; “omnes cum Petro ad Jesum per Mariam”; “Vuoi davvero essere santo? Compi il piccolo dovere d’ogni momento: fa’ quello che devi e sta’ in quello che fai.” (San Josemarìa, “Cammino”). Cari saluti da Nino Ortolani
In occasione dei solenni festeggiamenti in onore della Madonna che nella chiesa di Piano d’Api è venerata col titolo S. Maria della Misericordia, domenica 24 luglio 2016, la porta della Chiesa parrocchiale della frazione di Piano d’Api, sarà Porta Santa. Papa Francesco ha indetto proprio quest’anno il Giubileo straordinario della Misericordia, che è un tempo di grazia per convertirsi e riavvicinarsi a Dio con tutto il cuore. Il pellegrinaggio, l’ingresso attraverso la Porta Santa rappresentano proprio questo cammino di cambiamento e di accostamento a Dio che come Padre misericordioso attende i suoi figli pronto ad accogliere nel suo abbraccio amorevole. Il Vescovo di Acireale, Mons. Antonino Raspanti, ha voluto che nel giorno della festa, coloro che si recheranno nella chiesa parrocchiale di Piano d’Api possano ottenere l’indulgenza plenaria per i peccati. Un momento propizio dunque per accostarsi al sacramento della confessione e mettere la propria anima nelle condizioni necessarie per accogliere il dono del perdono che è sempre fonte di pace interiore. Proprio all’inizio del periodo dei festeggiamenti, domenica 3 luglio, la porta di ingresso alla Chiesa è stata benedetta e riaperta, dopo un restauro che si è potuto effettuare grazie alla generosità di alcuni parrocchiani che si sono adoperati per rendere ancora più decoroso questo edificio di culto che per gli abitanti della frazione è luogo di preghiera, ma anche centro attorno al quale ruotano tante iniziative che li vedono crescere come comunità nella fraterna condivisione e cooperazione. Laura Pugliatti
“Missione Giovani” dal 7 al 15 ottobre Azione Cattolica: incontri di formazione “Ascolta la tua sete” con i francescani DIOCESI Perché l’estate sia anche tempo di crescita
L’estate può diventare tempo opportuno di formazione e di ricarica spirituale per approfondire i temi relativi al nostro essere cristiani e a rinvigorire l’impegno missionario di testimonianza a Cristo nella vita di tutti i giorni. Queste le linee programmatiche che i responsabili di Azione Cattolica, don Vitto- Una foto d’archivio dell’ACR rio Rocca, assistente unitario, e Anna Maria Cutuli, presidente diocesano intendono attuare nella nostra diocesi, animati anche dalle parole di Papa Francesco che propone l’immagine di una Chiesa in uscita, pronta ad accogliere il messaggio del Vangelo e a renderlo poi vissuto concreto negli incontri e nelle relazioni umane col prossimo. Se si vuole fondare un’umanità nuova, l’impegno al servizio del Vangelo non deve conoscere soste o stanchezza e in stretta collaborazione, famiglie, adulti e giovani devono farsi portavoce del messaggio di salvezza attuata da Cristo. A tal fine verranno organizzati degli incontri, di cui anche attraverso il nostro giornale, nell’edizione online, daremo tempestiva comunicazione, per far sì che quanti sono impegnati nelle parrocchie della diocesi possano avere occasione di riflessione, di crescita personale e di condivisione per poter permeare la nostra realtà di carità, di amore fraterno che sono fondamentali per offrire una testimonianza autentica di fede. La realtà associativa dell’Azione Cattolica induce a sentirsi come una famiglia, uniti in uno stesso percorso e animati da identici ideali e questo può dare slancio ed entusiasmo nel camminare insieme, nel lavorare nel nome del Signore e nel ricercare il Volto di Cristo, uomo nuovo, pellegrino accanto a noi tutti nelle strade del mondo. L. P.
ROMA ArciconfraternitaS.MariaOdigitriadeisicilianiinUrbe
Priori eletti Paola Lipari e Nicola Busardò In seguito alle elezioni del 18-19 giugno è stato eletto il nuovo Consiglio direttivo della venerabile Arciconfraternita Santa Maria Odigitria dei Siciliani in Urbe che, secondo quanto comunicato dal priore mons. Giuseppe Mario Blanda, risulta costituito in ordine alfabetico da: Angelo Fabio Bannò, Elisabetta Buffa, Nicola Busardò, Luciano Fedricucci, Salvatore Furneri, Maurizio Iudica, Giuseppe Lipari, Paola Lipari, Paolo Rappa, Caterina Scirè, Antonietta Stocco in Cantuti Castelvetri. Il Consiglio direttivo nella riunione dello scorso 21 giugno ha
nominato per le cariche confraternali: priore Nicola Busardò, priora Paola Lipari, segretario Maurizio Iudica, provveditore economo Caterina Scirè. Il nuovo Collegio dei revisori dei conti risulta costituito da: Mario Cantuti Castelvetri, Franco Gagliani Caputo, Maria Rosa Greco e Vera Randazzo. Presidente è stato nominato Mario Cantuti Castelvetri. Le cariche sono soggette all’approvazione del cardinale vicario di Roma Agostino Vallini. Antonino Blandini
La Diocesi si prepara alla “Missione giovani” in programma dal 7 al 15 ottobre avente con lo slogan “Ascolta la tua sete”, e che ha visto la partecipazione di parroci, religiosi, responsabili dei gruppi giovanili e di oratorio, associazioni e movimenti. Ad animare la missione saranno i frati francescani di Assisi con l’aiuto di giovani provenienti da tutta Italia, suore, frati. Gli atti preparatori si sono conclusi. Prima del convegno, il canto di invocazione allo Spirito Santo, la preghiera in preparazione alla “Missione giovani” e al Giubileo dei giovani, il canto di affidamento; ad introdurre padre Mario Gullo, direttore del servizio diocesano per la pastorale giovanile, a presentare la missione e a spiegarne il suo significato i frati francescani di Assisi: padre Francesco, padre Gianluca e padre Fabio. «Facciamo questa missione da tanti anni – ha detto padre Francesco -; la fatica è quella di far comprendere che tutti abbiamo bisogno della missione, io sono il primo. Il grande problema è di chi si sente giusto. Noi abbiamo continuamente apparati di immagine e quando ci incontriamo siamo formalmente corretti, ma girato l’angolo cominciamo a giudicare”. «Noi partiamo dall’incontro tra Gesù e una donna difficile da conquistare – ha spiegato – che avviene a mezzogiorno, nell’ora più calda e luminosa. Questa donna va da sola in un pozzo con il bisogno di acqua, di bere, ha sete: questo vuol dire che conserva la voglia di vivere, ha avuto cinque mariti, è una donna che tutti giudicano, disastrata nell’affettività, fallita nell’amore. Dietro il bisogno dell’acqua c’è il desiderio di vita, di sentirsi amata. Gesù, sorgente di ac-
qua viva, va da questa donna, la conquista con la meraviglia e la stupisce dicendole: “Mi dai da bere?” e l’aiuta a far pace nella sua vita permettendole di fare del bene. «I giovani devono ascoltare la loro sete – ha aggiunto tra l’altro padre Francesco -, hanno bisogno di sentirsi amati. Noi non vogliamo convertire ma aiutare le persone a risvegliare una sete che si è addormentata, poi avviene l’incontro con Gesù, siamo responsabili dei giovani e che “bevano acqua viva”; quando vado in discoteca alle due di notte per dire che Gesù è morto per te, non mi sento giudicato. Il desiderio di Dio è la fraternità. Dobbiamo andarli a cercare i giovani, non bastano i convegni. Dio è sceso e si è incarnato, si è mischiato con l’umanità». In seguito, padre Gianluca ha delineato il programma che caratterizzerà la missione: «Il 7 ottobre pomeriggio ci sistemeremo nelle varie famiglie, la sera ci verrà dato il mandato. La missione si svolgerà in due luoghi, a Giarre e ad Acireale, in entrambi faremo l’adorazione eucaristica in una chiesa centrale. Gireremo per locali, bar, palestre, luoghi di aggregazione in genere. Giorno 8 mattina ci reche-
remo nelle scuole superiori dove daremo una testimonianza e si inviteranno i ragazzi alle serate che partiranno dal martedì successivo. Andremo in alcune messe frequentate dai giovani e a Randazzo per invitare i ragazzi a partecipare alla catechesi. «La prima tematica che tratteremo da martedì 11 – ha spiegato padre Gianluca – sarà quella emorroissa, la seconda su come papa Francesco arriva davanti al Crocifisso dicendo “Illumina le tenebre del cuore mio”, la terza sera parleremo delle ferite di ciascuno di noi, la quarta tratteremo la luce del karma, passione, morte e resurrezione di Gesù, sabato 15 vi sarà il Giubileo dei giovani con la messa conclusiva del Vescovo». Al termine dell’incontro, qualche giovane presente ha dato la sua disponibilità e adesione per partecipare come missionario e vivere questa nuova esperienza. Martedì 28 si è tenuto il terzo e ultimo incontro in preparazione alla “missione giovani” nella sala Tau della parrocchia S. Francesco d’Assisi al Carmine in Giarre per il il III,IV,V e VI vicariato. Graziella De Maria
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Chiesa e Società
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PARROCCHIE Tre giorni di festa e celebrazioni e il 5 settembre l’ordinazione del diacono Rosario Pappalardo
Riaperta la chiesa di Monterosso Etneo Tre giorni di festa per la riapertura al culto, dopo due anni di chiusura, della chiesa parrocchiale di Sant’Antonio di Padova a Monterosso Etneo. Una grande gioia per il parroco, sacerdote Giuseppe Arcidiacono che, per la terza volta riapre al culto una chiesa in cui è parroco, dopo una lunga attesa, che è stata estenuante, ma che finalmente riconsegna alla comunità il luogo di culto che è anche un gioiello architettonico. La coincidenza del Giubileo della Misericordia che la Chiesa, per volere di Papa Francesco, sta celebrando, ha dato l’occasione nei tre giorni di festa a tutti i partecipanti di poter lucrare l’indulgenza giubilare che il nostro Vescovo, Sua Eccellenza Monsignor Antonino Raspanti ha concesso. Le celebrazioni hanno avuto inizio venerdì 8 luglio con la solenne celebrazione eucaristica presieduta dal nostro Vescovo e con la partecipazione dei sacerdoti delle vicine parrocchie e del Nunzio Apostolico emerito mons. Alfio Rapisarda. Presente anche il sindaco di Aci Sant’Antonio Santo Orazio Caruso che è stato molto vicino alla comunità parrocchiale, molti membri del seminario diocesano e la corale polifonica”Agata Barbagallo” di Lavinaio, diretta dalla maestra Maria Patrizia Rapisarda. Altri momenti importanti, le celebrazioni eucaristiche di sabato 9 luglio e domenica 10 luglio presiedute rispettivamente, la prima, da mons. Giuseppe Malandrino e animata dalla corale “Regina della pace” diretta dal maestro Alfredo Scuderi e la seconda, dal Nunzio Apostolico Monsignor Alfio Rapisarda. La corale polifonica che ha animato l’ultimo giorno di festa è stata la corale “Discantus”, diretta dalla maestra Nadia Russo. La giornata ha avuto seguito con un’altra celebrazione eucaristica nel pomeriggio presieduta da padre Carmelo Sciuto, arciprete di Aciplatani e direttore dell’Ufficio beni culturali ecclesiastici della diocesi. A seguire la conferenza di presentazione dei lavori eseguiti, con la proiezione di diapositive. Le attività parrocchiali, dopo le solenni celebrazioni di riapertura, adesso fervono più che mai con appuntamenti quotidiani che accoglieranno i fedeli della parrocchie vicine e la solenne celebrazione, domenica 24 luglio, della Prima Comunione dei bambini della parrocchia. Altro appuntamento importante per tutta la comunità parrocchiale di Monterosso Etneo è previsto il 5 settembre 2016, alle ore 18, per l’ordinazione sacerdotale di Rosario Pappalardo, il secondo sacerdote della comunità, dopo mons. Alfio Rapisarda. A darne l’importante annuncio il nostro Vescovo durante la celebrazione dell’8 luglio. Gabriella Puleo
DIOCESI Festa a Torre tra riflessioni e testimonianze
Quando “lu mari è amaru”
“Si è parlato delle condizioni umane ed economiche dei marittimi italiani e non solo, spesso sottopagati e scartati. A loro la Chiesa chiede di farsi casa, di accogliere i fratelli più sfortunati”. Così don Marcello Zappalà ha commentato la quarta edizione della Festa del mare dal tema “U mari è amaru”, detto popolare tratto dal film di Luchino Visconti “La terra trema”, festa svoltasi lo scorso lunedì 18 luglio a Torre Archirafi e che ha visto al centro non solo le storie dei migranti ma anche quelle dei marittimi, dei pescatori, degli imbarcati, accogliendo così l’invito della Cei a “costruire” una pastorale per il mare. “Prima del 2012 - spiega don Marcello Zappalà, direttore dell’Ufficio Migrantes della diocesi di Acireale - il settore apostolato del mare era parte integrante dell’ufficio Migrantes. Oggi, a livello nazionale, i due settori sono distinti, mentre nella nostra diocesi coesistono ancora in un unico ufficio, quello Migrantes”. “Le difficoltà insite nel mare e il suo essere periferia - ci dice don Marcello Zappalà - sono i due temi su cui questa quarta edizione ha voluto porre attenzione, raccontando le condizioni umane ed economiche di quanti vivono in mare (e, potremmo dire, sopravvivono in mare) e pensando ai marittimi “come il sale del Vangelo, che dà sapore al mondo attraverso gesti di accoglienza, solidarietà, fraternità nei confronti di chi lascia la propria casa verso altre destinazioni”. Durante la manifestazione sono intervenuti don Natale Iuculano, direttore dell’Ufficio nazionale dell’apostolato del mare, già parroco dei marittimi di Gioia Tauro e fondatore di Stella Maris, e il capitano di lungo corso Orazio Pappalardo. Il primo ha rappresentato la voce della Chiesa e ha parlato di cosa si sta cercando di fare e della prospettiva pastorale del mare. “È opportuno – ha dichiarato il responsabile nazionale – fare sensibilizzazione, attivare nelle diocesi realtà che diano risposte, creare una pastorale specifica”. Il secondo ha rappresentato la voce di chi in mare ci ha lavorato, portando la sua testimonianza carica di emozioni e significati. A conclusione della serata è stato letto il brano “La morte di Bastianazzu” tratto da “I malavoglia”
di Giovanni Verga e il coro parrocchiale di Torre Archirafi, dopo i saluti del parroco don Lucio Cannavò, ha intonato il canto “ Maris Stella”. D. S.
GIARRE - RIPOSTO
Premio “Lions per la legalità” al procuratore Carmelo Zuccaro
Una serata all’insegna della legalità e del rafforzamento dello spirito di servizio che caratterizza da sempre i Lions, si è vissuta all’hotel Esperia del Parco dei Principi di Zafferana Etnea, a cura del Lions Club Giarre-Riposto. Nella serata che ha celebrato il passaggio della campana dal presidente uscente Alfredo Foti al nuovo Sebastiano Russo, è stato infatti consegnato il premio “I Lions per la legalità” al dott. Carmelo Zuccaro (nella foto), di recente nominato Procuratore capo della Repubblica presso il tribunale di Catania. Il dott. Zuccaro, insieme al capo della Squadra mobile Antonio Saguto, ha illustrato all’attento uditorio –presenti pure il questore di Catania Marcello Cardona ed il sindaco di Giarre Angelo D’Anna- alcune operazioni atte a perseguire l’immigrazione clandestina. L’ing. Foti ha quindi ricordato le numerose attività realizzate nell’anno sociale appena concluso, all’insegna della valorizzazione dei giovani e degli scambi culturali. Il dott. Sebastiano Russo il nuovo direttivo. M.V.
Recital di don La Rosa
”Fede di frontiera” a Vena il 3 settembre
La corale “Rose di Gerico” sta preparando un interessante recital che verrà presentato il prossimo 3 settembre nel Santuario Mariano di Vena (Piedimonte Etneo). “Una fede di frontiera”, questo il titolo del recital, si ispira ad un libro scritto da Padre Carmelo La Rosa, rettore del santuario, durante la sua missione in Albania mentre imperversavano i terribili anni della guerra nel Kossovo e tratta della difficile convivenza tra Cattolici e Musulmani. Nel recital verranno commentate musicalmente alcune tra le più intense e profonde letture tratte dal libro e drammatizzati i momenti più toccanti, il tutto cantando con l’unico strumento indispensabile: la voce del cuore. Il gruppovanta un repertorio vastissimo che spazia dall’ambito polifonico a quello cameristico, popolare, sacro e lirico. Tanti i drammi musicali portati in scena con successo; solo per citarne alcuni: Passio Agathae, Santa Lucia, Il Cardinale Dusmet, S. Giovanni Battista, Padre Pio da Pietrelcina, opera che è stata eseguita per ben due volte a S. G. Rotondo e magistralmente interpretata dal tenore del gruppo Mario Gandolfo. Insomma, un curriculum di tutto rispetto che la dice lunga sulla crescita artistica della Corale Polifonica “Rose di Gerico” di Cannizzaro diretta dal m° Antonello Gandolfo che si è perfezionato in composizione a Roma, presso l’Istituto S. Agostino di musica sacra e che è l’autore di gran parte della musica che il suo coro esegue con briosa partecipazione. Il nome del Coro “Rose di Gerico” si richiama a un versetto del Siracide, il libro dell’Antico Testamento scritto da Gesù figlio di Sirach nel primo secolo a.C., dove la Sapienza Divina in forma di splendida ragazza si presenta paragonandosi ad una pianta di rose dell’Oasi di Gerico. Nata nel 1980, la corale, con i suoi 36 anni di storia, la sua intensa e qualificata attività concertistica rivolta principalmente a divulgare la conoscenza della Sacra Scrittura attraverso la musica, con drammatizzazioni liriche su testi originali, anche latini, si pone ancora oggi come una voce singolare e autorevole non solo nel panorama culturale catanese ma anche in tante altre parti dell’Isola e in Italia. La varietà e la vivacità delle iniziative intraprese, la disponibilità ad affrontare repertori diversi e impegnativi, la passione per il canto e per l’approfondimento delle tecniche vocali, l’amicizia e l’entusiasmo dei coristi che consolida un lavoro gratificante ma pur sempre faticoso, ne fanno un complesso corale il cui livello artistico e i cui orizzonti espressivi sono in continua crescita. Caterina Maria Torrisi
DIOCESI Don Mario Gullo sulla delegazione che guiderà alla Gmg di Cracovia
”Esperienze forti: visiteremo Auschwitz e Czestochowa” Manca ormai pochissimo alla Gmg 2016 che si terrà dal 26 al 31 luglio a Cracovia (Polonia) avente come motto, annunciato dal Papa, “Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia”. Giorno 26 l’apertura del centro delle vocazioni e l’inizio del Festival della gioventù; nei giorni seguenti catechesi con i vescovi e catechesi itineranti; sabato 30 il pellegrinaggio verso Brzegi (Wieliczka) fino al Campus Misericordiae, il luogo della Veglia con il Santo Padre; la Santa Messa al Campus Misericordiae di domenica 31concluderà la Giornata mondiale della Gioventù. Abbiamo incontrato padre Mario Gullo, direttore del servizio diocesano per la pastorale giovanile e gli abbiamo posto alcune domande per conoscere di più sulla Gmg e su come la nostra diocesi si è preparata all’evento. «Parte un numeroso gruppo, sono 90 giovani di diverse parrocchie della nostra diocesi – ci ha detto padre Mario. È un’esperienza sicuramente significativa perché ricade dentro l’evento del giubileo della misericordia e sarà in Polonia, luogo scelto dal Signore per rivelare il mistero della misericordia, dove sorge il Santuario della divina misericordia e da dove si diffonde in tutto
il mondo il messaggio di S. Faustina. La beatitudine che accompagnerà la Gmg è “Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia”». Come si è preparata la nostra diocesi a questo evento? «Con diversi incontri; abbiamo fatto una catechesi biblica e una veglia di preghiera in vari momenti di incontro con i giovani che partono». Quale il programma della Gmg? «C’è una messa di apertura e durante la settimana le catechesi e la visita in alcuni luoghi significativi di Cracovia. Ci sarà la veglia con Papa Francesco, la messa presieduta dal Papa e il mandato missionario che darà a tutti i giovani presenti. I giovani della nostra diocesi vivranno due momenti particolari, visiteranno Auschwitz e Czestochowa». Lei ha già fatto questa esperienza? «Si, è stata molto bella. Siamo stati a Madrid sempre come diocesi». Il ricordo più bello della sua Gmg? «L’unione tra i giovani, ci si sente in mezzo a tutto il mondo, si prova l’esperienza della mondialità e della fraternità universale». Graziella De Maria
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Cronaca
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CALATABIANO Riaperto l’antico maniero, appello di Giusy Bosco, che rappresenta la nuova società
I turisti tornano a visitare il Castello
Dopo i primi indispensabili lavori di ripristino, resi necessari a seguito di un’ordinanza dell’ufficio tecnico del Comune di Calatabiano (emanata a causa delle copiose piogge del 3 ottobre 2015), giovedì 8 luglio il castello di Calatabiano ha riaperto i suoi battenti ai visitatori. In occasione della riapertura è stata inaugurata anche la stagione della rassegna musicale “Tramonti in Jazz 2016”, che proseguirà per tutta l’estate. Per saperne di più, abbiamo incontrato la dott.ssa Giusy Bosco, amministratore unico della neo costituita società “Castello di Calatabiano srl”, che da pochi mesi è subentrata alla “Cultinvest” nella gestione delle attività culturali che interessano l’antico maniero. “Gli interventi di manutenzione straordinaria, finalizzati al ripristino e alla sistemazione delle strutture e degli impianti – ci ha detto la dott.ssa Bosco – sono stati sostenuti interamente dall’Istituto diocesano per il sostentamento del clero (IDSC), che è l’ente proprietario del castello. Senza alcun finanziamento pubblico, ma facendo fronte al notevole impegno economico solo attraverso fondi propri, la proprietà è riuscita a mettere in sicurezza l’area della biglietteria ed il costone roccioso, in modo da poter riattivare l’impianto di ascensore”. Va dato atto al nuovo consiglio di amministrazione dell’IDSC, costituito lo scorso mese di dicembre, di essersi sin da subito attivato per risolvere la delicata problematica della riapertura del castello, al fine di rendere lo stesso pienamente fruibile ai visitatori. “Il Consiglio – ha dichiarato il suo presidente, don Roberto Strano – esprime viva soddisfazione per questo traguardo raggiunto e ringrazia mons. Antonino Raspanti, vescovo di Acireale, per la costante attenzione, l’in-
coraggiamento e lo sprone ad effettuare i lavori e riaprire il Castello e quanti, a diverso titolo, hanno seguito con interesse i lavori, per la salvaguardia delle persone e dell’immobile”. L’IDSC ha, quindi, concesso il castello in comodato d’uso alla società “Castello di Calatabiano srl”, che, per la gestione delle visite e delle attività culturali, ha assunto tre unità di personale, impiegate part-time. In questa prima fase, per ot-
Acireale in autunno avrà il “Consiglio dei bambini” Approvato all’unanimità il regolamento istitutivo Ad Acireale anche i bambini ed i ragazzi possono diventare dei politici, dopo la recente approvazione del regolamento che vede istituire il “Consiglio comunale dei bambini e dei ragazzi”. L’iniziativa nasce dalla volontà di dar seguito ad un Consiglio dei bambini tenutosi lo scorso 20 novembre in occasione della Giornata Mondiale dedicata all’infanzia e all’adolescenza, e vede collaborare in questa direzione l’assessorato della Pubblica Istruzione e della Pari Opportunità, retto dall’assessore dott.ssa Adele D’Anna, ed il servizio di Diritto allo studio. «Ancora in corso la procedura che renderà stabile e costante nel tempo questo organismo che si propone di sollecitare nei ragazzi l’esperienza della vita democratica, il senso di appartenenza alla comunità, il senso civico» ha dichiarato la dott.ssa Carmela Borzì, Responsabile Servizio Diritto allo Studio. Una tra le prime firmatarie della mozione “Città a misura di bambino” è stata la consigliera Mariella Bonanno, in collaborazione con i colleghi Giuseppe Ferlito e Maria Teresa Privitera, insieme anche all’approvazione della prima e della quinta commissione, con il dirigente dottor Licciardello, Giuseppe Sardo ed il sindaco di Acireale, Roberto Barbagallo. «L’approvazione, all’unanimità, da parte del Consiglio, è la prova tangibile di una sempre maggiore apertura nei confronti delle esigenze dei bambini -ha asserito la consigliera Bonanno- in considerazione
del fatto che essi sono gli adulti del domani e dal loro sano ed armonico sviluppo dipende il futuro di tutti noi». Ma come funziona questo baby Consiglio? Ce lo spiega la dott.ssa Adriana Finocchiaro, facente parte della quinta commissione
Mariella Bonanno
consiliare, che insieme con la prima, ha rilasciato una serie di emendamenti al regolamento, e tra questi la decisione di far rientrare nel Consiglio dei piccoli gli appartenenti alla fascia di età che va dagli otto ai quindici anni. «Verrà assicurato un seggio elettorale in ogni istituto comprensivo e superiore – spiega la dott.ssa Finocchiaro- dopo che saranno state presentate le liste dei candidati, presentato un programma elet-
torale ed assicurato il genere femminile. Il numero dei consiglieri si basa sulla legge che è stata recentemente approvata dalla Regione Sicilia (che attualmente fa scendere il numero dei consiglieri da trenta a ventiquattro)». Che ruolo hanno gli adulti in tutto questo? «Ogni istituto dovrà esprimere il nome di due docenti che parteciperanno alle riunioni del baby Consiglio ed avrà il compito di coadiuvare i lavori consiliari». Il tutto avrà inizio entro il 30 novembre, quando i piccoli consiglieri si riuniranno presso il Palazzo comunale per il giuramento e l’elezione del baby sindaco, un mini Barbagallo, che avrà il compito di mediare i rapporti tra il baby consiglio e l’Amministrazione comunale, e che verrà accompagnato da un baby vicesindaco, un baby Ardita. I due dovranno essere, l’uno di un istituto comprensivo, l’altro di un istituto superiore, o viceversa. Tutto questo ha lo scopo di svecchiare la politica locale, incentivare i giovani alla partecipazione alla cosa pubblica, invogliarli a partecipare alla politica acese in un prossimo futuro mostrando gli ingranaggi che muovono la macchina comunale. Questi sono i valori che si vorrebbero trasmettere ai futuri uomini in giacca e cravatta attraverso l’istituzione del “Consiglio Comunale dei bambini e dei ragazzi”. Ileana Bella
timizzarne la gestione dal punto di vista economico, la visita dell’antico maniero sarà possibile dal mercoledì alla domenica, dalle ore 17 alle 21. Il costo del biglietto d’ingresso – il cui ricavato mira a coprire i notevoli costi di gestione del sito – resta invariati rispetto alla precedente gestione: intero € 7 per i visitatori, ridotto € 2 per i residenti nel comune di Calatabiano, ridotto € 5 per i gruppi e gli over 65. “In questi primi giorni – ci dice ancora la dott.ssa Bosco – abbiamo registrato un progressivo aumento dei visitatori, segno non solo che la notizia della riapertura si è diffusa, ma anche dell’amore e del valore di questo luogo. Abbiamo ancora delle disfunzioni con l’impianto di illuminazione esterno, che è di competenza del Comune di Calatabiano: le lampade avrebbero bisogno di manutenzione e accusano mal funzionamento. Confidiamo, inoltre, di risolvere i problemi legati alla gestione del bar e del ristorante per potere dare un servizio più completo ai nostri visitatori”. La dott.ssa Bosco, tramite il nostro giornale, intende rivolgere anche una serie di appelli. Il primo è alla cittadinanza, affinché, seguendo l’esempio del vescovo di Acireale, mons. Raspanti, doni dei libri al castello per metterli a disposizione del pubblico in apposite sale di letture tematiche (arte, cultura, storia, novellistica): “Abbiamo anche in progetto di realizzare una sezione dedicata ai bambini, quindi invitiamo a donare anche libri di favole e racconti siciliani”. “Rivolgo poi un altro appello alle imprese, in particolare a quelle di Calatabiano: è possibile, infatti, sia per le imprese che per le persone fisiche, effettuare delle donazioni in denaro, che sono fiscalmente detraibili, a favore dell’IDSC, al fine di aiutarlo a sostenere le notevoli spese necessarie per il risanamento del sito. Invito, infine, gli artisti che volessero contribuire gratuitamente con le proprie performance al rilancio delle attività nel castello; anche le associazioni culturali che sono interessate possono prendere in affitto le sale per organizzare eventi culturali”. Soddisfatto anche il vescovo di Acireale, mons. Antonino Raspanti, che ci ha rilasciato questa dichiarazione: “Sono contento della riapertura del castello, alla quale ho visto che in tanti hanno lavorato, dall’Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero, alla società che lo gestisce alla comunità parrocchiale. Essi si sono interfacciati con le istituzioni civili, primo fra tutti il Comune; con grandi difficoltà economiche e logistiche hanno superato i danni causati dalle piogge e dagli smottamenti. Ringrazio tutti coloro che hanno agevolato il percorso di riapertura e mi auguro che i responsabili riescano a continuare e a sviluppare ancor di più l’attività culturale in quel luogo, perché la comunità locale e l’intera diocesi allarghino il proprio annuncio cristiano e la coniugazione tra Vangelo e Cultura”. Le notizie relative al castello, comprese quelle inerenti le attività culturali che saranno realizzate nel periodo estivo, in attesa dell’attivazione del nuovo sito web, attualmente in costruzione (quello vecchio non è aggiornato, poiché fa ancora riferimento alla precedente gestione), sono costantemente aggiornate sulla pagina facebook “Castello di Calatabiano”. Per altre informazioni ci si può rivolgere ai seguenti recapiti: tel. 095/640450, cell. 340/3884808, email castellocalatabiano@ gmail.com. Guido Leonardi
CENTRO SPORTIVO ITALIANO Nuovo grande successo per la società di Santa Tecla. Don D’Anna ne è felice
Campioni nazionali allievi gli atleti della Stella Rossa Un nuovo grande successo per i ragazzi dell’A .S.D. Stella Rossa Santa Tecla calcio a 5, che alle finali dei Campionati nazionali del Centro Sportivo Italiano, disputate tra il 29 giugno e il 3 luglio a Montecatini Terme, hanno conquistato lo scudetto per la categoria allievi. Un traguardo raggiunto dopo un lungo percorso di impegno e fatica. Negli ultimi tre anni infatti la squadra allenata da mister Pietro Annino si era già distinta, raggiungendo nel panorama delle competizioni del C.S.I. il quarto e il terzo posto. Quest’anno finalmente il titolo nazionale, vinto contro il Reggio Calabria, con un punteggio finale di 5 a 2. Ottimo risultato raggiunto anche dalla categoria under 14 del club Stella Rossa che per la prima volta ha preso parte ai campionati nazionali C.S.I., classificandosi al secondo posto. “E’ una grandissima soddisfazione - commenta don Alfredo D’Anna, parroco di Santa Tecla e presidente della società sportiva - Un risultato che è frutto di un grande impegno, di allenamenti estenuanti e di tanta voglia di vincere. Parliamo tra l’altro di una squadra
che si è consolidata nel tempo, i ragazzi si conoscono e tra di loro c’è una forte collaborazione, una grande sinergia e la capacità di fare squadra.” Accolti con una grande festa al rientro da Montecatini, gli atleti dell’A .S.D. Stella Rossa, accompagnati da allenatore e dirigenti, sono stati poi ricevuti al Palazzo di Città dal sindaco Roberto Barbagallo che ha consegnato una targa alla squadra, ringraziando “per il grande successo ottenuto sul campo da gioco, un successo che ha portato al vertice del campionato nazionale lo sport giovanile acese. Un plauso va anche al presidente don Alfredo D’Anna che si mette in gioco in prima persona per i ragazzi e per la comunità, credendo con forza nei valori sani dello sport e dell’aggregazione”. Presenti all’ incontro anche il consigliere comunale Lorenzo Leotta e l’assessore allo Sport Giuseppe Sardo che ha affermato come: “quando si ha una comunità piccola, ma che si spende con impegno e sacrifici per la propria crescita, l’amministrazione non può non essere orgogliosa. Quando poi si
tratta di traguardi così importanti raggiunti dai settori giovanili la soddisfazione è ancora più grande”. E proprio con l’obiettivo di coinvolgere ancora più giovani nelle attività del centro sportivo “Pelluzza”, diventato ormai punto di
incontro e aggregazione per Santa Tecla e per le zone limitrofe, l’associazione ha recentemente protocollato al comune la richiesta per la gestione del campo di calcio a 11. Monica Trovato