Liberiamo i macachi dello stabulario di Modena Pagine 14-15
Pellicce tossiche: il Ministero della Salute le ritira dal mercato, dopo la nostra investigazione Pagine 8-9
Il delfinario di Rimini non riaprirà ! Ecco il Decreto del Ministero dell’Ambiente Pagine 10-11
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La LAV in Italia • www.lav.it
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Canile Parrelli: emergenza adozioni Ritirate le pellicce tossiche! Il delfinario di Rimini non riaprirà Lo show più agghiacciante Liberiamo i macachi Finalmente libero Vivisezione immorale Allevamento sequestrato Veg + a Bergamo Scelti per voi 5xmille: 49.130 grazie!
LAV CONSIGLIO DIRETTIVO Roberto Bennati (vicepresidente), Giacomo Bottinelli, Gianluca Felicetti (presidente), Simone Pavesi, Massimo Vitturi COLLEGIO DI GARANZIA Roberto Callegaro, Laura Gabrieli, Sandro Guolo (presidente) REVISORI DEI CONTI Susanna Russo (presidente); Alessio Rastelli, Mauro Vantaggio (sindaci) Informiamo che tutti gli associati e/o i sostenitori delle campagne LAV ONLUS hanno diritto a ricevere la presente pubblicazione tramite invio postale. La LAV ONLUS garantisce che i dati identificativi dei destinatari sono raccolti e trattati, anche elettronicamente, nel rispetto delle norme previste dal ‘codice di regolamentazione sulla privacy’ (Dlgs 196/2003). Ogni interessato potrà in ogni momento esercitare i propri diritti (art. 7,8,9 Dlgs 196/2003) rivolgendosi direttamente alla LAV ONLUS, Viale Regina Margherita 177 - 00198 ROMA tel. 064461325, fax 064461326, email: info@lav.it
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PIEMONTE TORINO: (STP) tel./fax 011/746392 lav.torino@lav.it www.lav.it/sedi/torino CARMAGNOLA (TO): (PDR) tel. 340/0062741 lav.carmagnola@lav.it ARONA (NO): (PDR) tel. 335/6471031 lav.arona@lav.it LANGHE ROERO E MONREGALESE: (CN) (PDR) 320/4729967 lav.langhe-roero-monregalese@lav.it CUNEO E VALLATE: (PDR) 333/8347714 lav.cuneo-vallate@lav.it ALESSANDRIA: (PDR) tel. 320/4795564 lav.alessandria@lav.it www.lav.it/sedi/alessandria LIGURIA GENOVA: (STP) tel. 347/2330272 lav.genova@lav.it SANREMO-IMPERIA: (PDR) tel. 348/3238928 lav.sanremo-imperia@lav.it LA SPEZIA: (PDR) tel. 345/7001452 lav.laspezia@lav.it LOMBARDIA MILANO: (STIC) tel. 327/6333693 lav.milano@lav.it www.lav.it/sedi/milano RHO (MI) (STIC): tel. 349/3769750 (ore 16-19) lav.rho@lav.it www.lav.it/sedi/rho-mi LODI (PDR) tel. 339/1917434 (dalle ore 17) lav.lodi@lav.it MANTOVA (STP): tel. 320/4795557 (ore 18-23) lav.mantova@lav.it LECCO (PDR) tel. 339/4590709 lav.lecco@lav.it PAVIA: (STP) tel. 333/6387739 lav.pavia@lav.it VARESE-BUSTO ARSIZIO (STIC): tel. 334/1508540 (ore 13.30-14.30 e 17-19) 349/5744154 lav.varese-busto@lav.it SARONNO (VA) (STIC): tel. 338/4305289 lav.saronno@lav.it www.lav.it/sedi/saronno-va BERGAMO (PDR): tel. 388/4618300 lav.bergamo@lav.it - www.lav.it/sedi/bergamo MONZA E BRIANZA (STP): tel. 327/0666658 lav.monza@lav.it www.lav.it/sedi/monza-e-brianza SONDRIO: (PDR) tel. 388/4725000 lav.sondrio@lav.it CREMONA: (PDR) tel. 338/7841668 lav.cremona@lav.it TRENTINO ALTO ADIGE BOLZANO (PDR) tel. 349/0744252 lav.bolzano@lav.it TRENTINO (STP): tel. 331/1507169 lav.trentino@lav.it www.lav.it/sedi/trentino FRIULI - VENEZIA GIULIA TRIESTE: (STP) tel. 320/6378852 lav.trieste@lav.it www.lav.it/sedi/trieste PORDENONE: (STP) tel. 320/4795023 lav.pordenone@lav.it UDINE: (STP) tel. 340/8322628 lav.udine@lav.it VENETO VENEZIA: (STP): tel. 348/0407952 lav.venezia@lav.it www.lav.it/sedi/venezia PADOVA: (STP) tel. 320/7598238 lav.padova@lav.it - www.lav.it/sedi/padova VERONA: (STP): tel. 339/1108543 lav.verona@lav.it www.lav.it/sedi/verona VICENZA: (STIC) tel. 348/0408396 lav.vicenza@lav.it BASSANO DEL GRAPPA (VI): (STIC) tel. 348/0407684 lav.bassanodelgrappa@lav.it ROVIGO: (PDR) tel. 329/7934814 lav.rovigo@lav.it - www.lav.it/sedi/rovigo BELLUNO: (PDR) tel 329/0439861 lav.belluno@lav.it CASTELFRANCO VENETO (TV): (PDR) tel. 346/7465558 (ore serali) lav.castelfrancoveneto@lav.it www.lav.it/sedi/castelfranco-veneto-tv
EMILIA ROMAGNA BOLOGNA: (STP) tel. 333/8175258 - 320/4788779 lav.bologna@lav.it www.lav.it/sedi/bologna REGGIO EMILIA: (STP) tel. 338/6955370 lav.reggioemilia@lav.it www.lav.it/sedi/reggio-emilia CORREGGIO (RE): (PDR) tel. 331/1284428 lav.correggio@lav.it MODENA: (STP) tel. 320/4795021 lav.modena@lav.it www.lav.it/sedi/modena PIACENZA (PDR) tel 392/8372885 lav.piacenza@lav.it FORLI’-CESENA: (STP) tel. 328/9723376 lav.forli-cesena@lav.it Ferrara (PDR) tel 347/4246427 lav.ferrara@lav.it TOSCANA AREZZO: (STP) tel. 333/2378795 lav.arezzo@lav.it PONTEDERA (PI): (PDR) tel. 328/1470263 lav.pontedera@lav.it MASSA: (PDR) tel. 347/9015015 lav.massacarrara@libero.it AULLA (MS): (PDR) tel. 328/5942486 lav.aulla@lav.it GROSSETO: (STP) tel. 328/5639980 e 333/8193351 lav.grosseto@lav.it LUCCA: (PDR) tel. 339/7017135 lav.lucca@lav.it UMBRIA PERUGIA: (PDR) tel/fax 075/690225 - 338/2256714 lav.perugia@lav.it TERNI: (PDR) tel. 327/9576420 lav.terni@lav.it LAZIO ROMA: (PDR) tel. 335/5351105 (ore 9.30-13.30) lav.roma@lav.it www.lav.it/sedi/roma TARQUINIA (VT) (PDR) tel. 349/1048578 lav.tarquinia@lav.it ABRUZZO PESCARA: (STP) tel. 327/3837173 lav.pescara@lav.it www.lav.it/sedi/pescara CAMPANIA NAPOLI: (STP) tel. 328/2313365 lav.napoli@lav.it www.lav.it/sedi/napoli SALERNO: (PDR) tel. 339/774086 lav.salerno@lav.it www.lav.it/sedi/salerno PUGLIA BARI: (STP) tel. 348/0618270 fax 080/5583828 lav.bari@lav.it www.lav.it/sedi/bari LECCE: (PDR) tel. 328/4713416 lav.lecce@lav.it CALABRIA COSENZA: (STP) tel. 320/4795565 lav.cosenza@lav.it VIBO VALENTIA: (PDR) tel. 333/4544326 lav.vibovalentia@lav.it SICILIA RAGUSA: (PDR) tel. 340/0031368 lav.ragusa@lav.it CALTANISSETTA: (PDR) tel. 347/5800934 fax 0934/1936166 lav.caltanissetta@lav.it ENNA (PDR) tel. 347/5800934 lav.enna@lav.it SARDEGNA CAGLIARI: (PDR) tel. 338/3924715 lav.cagliari@lav.it
LEGENDA STP: Sede Territoriale Provinciale STIC: Sede Territoriale Intercomunale STC: Sede Territoriale Comunale PDR: Punto di Riferimento
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Come dargli torto?
C
i teme sempre di più. Chi utilizza, maltratta, sfrutta, uccide gli animali, ha sempre più paura delle azioni della LAV. E della forza che riusciamo a esprimere con il sostegno di sempre più cittadini. Ne sono una riprova gli scomposti tentativi di perseguire le nostre attività nazionali e locali, con artifìci di ogni genere. Come dargli torto! Solo nelle ultime settimane siamo riusciti a ottenere una condanna per maltrat-
Ogni giorno in prima linea in tante battaglie per i diritti degli animali tamenti di astici e granchi tenuti sul ghiaccio, quegli animali “ultimi fra gli ultimi”, e a far ritirare dalla vendita dei capi d’abbigliamento per bambini con colli di pellicce che avevano ucciso animali ed erano pericolosi per la salute umana. Siamo riusciti a far uscire nelle sale di prima visione “Blackfish”, il film-verità sulle violenze ai cetacei per gli spettacoli e a far aprire un’indagine per le uccisioni di oltre 800 topi nel centro di “ricerche” Mario Negri Sud. A far partire le adozioni dei cani del canile Parrelli di Roma, pluridenunciato e finalmente sequestrato per maltrattamenti, e a salvare le volpi del trevigiano dalle doppiette. A far svolgere il processo contro i responsabili del famigerato Green Hill, l’allevamento dei beagle che siamo comunque riusciti a non far riaprire per legge dello Stato! Ma non siamo ancora riusciti a dare una prospettiva di vita ai macachi dell’Università di Modena
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a cui l’Ateneo aveva promesso una pensione senza vivisezione per poi rimangiarsi la parola, a far chiudere gli ultimi due delfinari italiani, a chiudere il capitolo dei “richiami vivi” nonostante l’incoraggiante promessa del nuovo Ministro dell’Ambiente, a far partire in Parlamento l’esame delle proposte di legge per l’abolizione dell’allevamento di animali per pellicce e dell’uso degli animali nei circhi. Solo per citare alcune delle ultime battaglie. Che potremo affrontare con la rinnovata forza del Consiglio Direttivo eletto dal Congresso dei soci, con l’impegno quotidiano di tutti noi, fra mille difficoltà quotidiane che riusciamo a superare grazie al vostro sostegno. Sommando le nostre azioni, i nostri cambiamenti, con quelli di tanti altri, singoli, di associazioni, movimenti. Uniti negli obiettivi. Sperando nei rinnovati Parlamento Europeo e Commissione di Bruxelles davvero dalla parte dei più deboli, a partire dall’approvazione dell’Iniziativa Europea dei Cittadini “Stop Vivisection”. A chi ci teme, chi ha paura del rispetto degli animali praticato ogni giorno con fatti, non parole, una volta tanto, no, non diamogli torto. @glfelicetti PS Grazie di cuore a Giorgia! A maggio con le note del suo “Senza Paura Tour” ha portato la LAV da decine e decine di migliaia di persone, nei Palazzi dello Sport di mezza Italia
Tutte le torture, i patimenti, i terrori (per Némesis, imperdonabili) inflitti agli animali appartengono legittimamente al dolore infinito della storia e ne modificano il senso, se ne abbia uno” Guido Ceronetti Pensieri del tè, 1987
Impronte Anno XXXI n°5 (144) Giugno 2014 DIREZIONE E REDAZIONE SEDE NAZIONALE LAV Onlus VIALE REGINA MARGHERITA 177 - 00198 ROMA TEL. 064461325 r.a.; FAX 064461326 Email: info@lav.it • Internet: www.lav.it DIRETTORE RESPONSABILE ED EDITORIALE: Maria Falvo HANNO COLLABORATO Roberto Bennati, Giacomo Bottinelli, Antonella Buceti, Carmen Caballero, Carla Campanaro, Alessandra Fantuzi, Gianluca Felicetti, Silvia Felicetti, Francesca Gramazio, Ilaria Innocenti, Michela Kuan, Barbara Paladini, Simone Pavesi, Maurizio Santoloci, Paola Segurini, Ilaria Tordone, Ciro Troiano PROGETTO GRAFICO Michele Leone AUT. TRIB. ROMA 50/84 - dell’11.2.1984 ISCR. REG. NAZ. STAMPA 4086 - dell’1.3.1993 ISCR. ROC 2263 - anno 2001 DTP-STAMPA Arti Grafiche “La Moderna” Via di Tor Cervara 171 - Roma CARTA Dalum Cyclus Print (100% carta riciclata) CHIUSO IN TIPOGRAFIA il 23 giugno 2014 RIPRODUZIONI degli articoli sono auspicate ma consentite solamente con l’autorizzazione della Direzione Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana
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Nata nel 1977, la LAV ha per fine la Liberazione animale, l’affermazione dei diritti degli animali non umani e la loro protezione, la lotta alla zoomafia e la difesa dell’ambiente. Si batte per l’abolizione della vivisezione, della pesca, della caccia, delle produzioni animali, dell’allevamento, del commercio, degli spettacoli con animali e dell’utilizzo di qualsiasi essere vivente. Difende la Terra e i suoi ecosistemi. La LAV combatte lo specismo lottando contro ogni forma di violenza, prevaricazione e sfruttamento, per il rispetto del diritto alla vita, alla dignità e alla libertà di ogni individuo umano e non umano. LA LAV È • cofondatrice della Federazione Italiana Associazioni Diritti Animali e Ambiente • riconosciuta Ente Morale con Decreto Ministeriale 19.5.1998 e Onlus Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale; • riconosciuta associazione che persegue finalità di tutela degli interessi lesi da reati contro gli animali (Decreto 2/2009 EN.AS. - D.M.Salute 2.11.06 Legge 189/04) • riconosciuta associazione di protezione ambientale con Decreto Ministeriale 15.2.2007 (legge 349/86); • dal 1995 componente della Commissione Nazionale Allevamenti e Macelli del Ministero della Salute (legge 623/85); • dal 1999 firmataria di un Protocollo d’Intesa con il Ministero della Pubblica Istruzione allo scopo di “promuovere la diffusione e l’approfondimento dei temi dell’educazione al rispetto di tutti gli esseri viventi nelle scuole di ogni ordine e grado” • dal 2007 Ente abilitato al rilascio di crediti ECM (Educazione Continua in Medicina) presso il Ministero della Salute • membro di Eurogroup for Animals, della European Coalition to End Animal Experiments, della Fur Free Alliance, di ENDCAPtivity QUOTE ANNUALI DI ISCRIZIONE E RINNOVO (OGNI DODICI MESI) ALLA LAV • ORDINARIO 30 euro • GIOVANILE (fino a18 anni) 18 euro • FAMIGLIA 45 euro • SOSTENITORE 46 euro • BENEMERITO 150 euro • STRAORDINARIO 500 euro • PER SEMPRE (chiama 06 4461325) VERSAMENTI INTESTATI A LAV • CC POSTALE 24860009 • CC BANCARIO n. 501112 Banca Popolare Etica - Filiale di Roma - Via Rasella 14 - 00187 Roma (cordinate IBAN) IT16 E050 1803 2000 0000 0501 112 Conservate le ricevute postali e bancarie delle donazioni alla LAV: potete dedurle dalla prossima dichiarazione dei redditi, ai sensi della legge 460/97 nel limite di 2.065,00 euro all’anno; per le aziende fino al 2% del reddito d’impresa.
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Parrelli, emergenza adozioni:
Stella, Cometa e tanti cani e gatti in cerca di famiglia! di Federica Faiella
“T
utte le famiglie felici sono simili le une alle altre; ogni famiglia infelice è infelice a modo suo”. Questa frase di Tolstoj risuona dentro di me dal giorno in cui sono entrata nel rifugio Parrelli (Roma) e penso ai cani e ai gatti che ho incontrato. Ogni giorno mi occupo di animali sfortunati, quelli sequestrati e dati in affido dalle Forze dell’Ordine alla LAV. Per loro cerco un’adozione definitiva, la miglior sistemazione possibile, affinché non gli manchi nulla, cibo, affetto e cure. Mi confronto ogni giorno con la sofferenza che queste creature innocenti hanno dovuto subire dall’uomo. Non è mai facile entrare a contatto con storie spesso terribili, fatte di maltrattamenti e incuria. Non ci si abitua mai, è un lavoro costante, quotidiano, per mitigare l’orrore e diventare di nuovo operativi. In Italia i canili sono tanti, spesso sovraffollati, non fanno più notizia. Ma non per persone come noi che hanno a cuore gli animali, tutti. Nonostante ciò, l’infelicità dei cani del Parrelli mi è rimasta dentro, è diversa da quella di altri canili. Per questo mi appello a te che credi nella LAV e sostieni il nostro lavoro, per aiutarci a mettere la parola fine una volta per tutte alle sofferenze degli animali coinvolti. Il rifugio Parrelli è una triste vicenda che la LAV segue da molti anni. Oggi finalmente per i circa 350 cani e i 150 gatti ospiti in questa struttura, da molti anni al centro di denunce e sospetti per irregolari-
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Daniela Poggi (attrice, Assessore di Fiumicino) promuove le adozioni di questi animali
tà e decessi di animali, è arrivata la svolta decisiva: la possibilità di dire addio al canile e di trovare famiglie adottive in grado di prendersi cura di animali che hanno conosciuto solo questa squallida prigionia. Gli agenti del N.i.r.d.a. (Nucleo investigativo per i reati in danno agli animali) del Corpo Forestale dello Stato hanno eseguito il sequestro preventivo della struttura e
degli animali in seguito a una precedente ispezione scaturita da una dettagliata denuncia presentata dalla LAV per gravi ipotesi delittuose, tra cui il reato di maltrattamento di animali, detenzione incompatibile ed esercizio abusivo della professione veterinaria. L’inferno esiste! Questa la sensazione che abbiamo avuto quando siamo entrati in questa prigione:
STELLA
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Charlie
GEORGE
condizioni medico sanitarie vergognose, box inidonei, cibo preparato senza il rispetto di alcuna norma igienica. Alla luce di quanto visto, abbiamo assunto la custodia giudiziaria di alcuni cani perché versavano in condizioni di salute disperate. Li abbiamo trasferiti in clinica, per le prime, urgenti cure. Senza il nostro intervento dubito ce l’avrebbero
fatta. Tutti i cani, a poche ore dalla liberazione e dal ricovero in clinica, nonostante fossero spaventati, affamati, assetati, infestati da parassiti, affetti dalle più gravi patologie e sofferenti per le ferite sparse in diverse parti del corpo, hanno rapidamente manifestato una serenità fino a quel momento sconosciuta, e accettato con gratitudine infinita le coccole e le attenzioni ricevute.
È incredibile la forza di queste creature, quanto poco sia loro sufficiente per far rifiorire la fiducia nei compagni umani. Abbiamo scelto Stella, Cometa, George, Kira, Nerina, Genny e Charlie perchè versavano in condizioni di salute disperate. Adesso sono salvi ma hanno bisogno di una famiglia; il tuo aiuto è importante, puoi accogliere uno di loro. Se pensi di essere tu la persona giusta, contattaci: adozioni@lav.it
Stella e Cometa... le nostre mascotte!
Forse perché erano le più piccole, infestate da pulci e zecche, con il corpo lesionato dalla dermatite, erano custodite in un box le cui pareti stavano per cedere e rischiavano di essere aggredite dai cani del box accanto o di ferirsi gravemente, abbiano deciso che dovevamo portarle via da lì subito. Arrivate in clinica per un ricovero d’urgenza, impaurite e spiazzate in un primo momento, si sono mostrate incuriosite poco dopo, pronte ad una nuova vita.
Stella (taglia media)
Ha circa un anno e mezzo, un visino adorabile, dolce e coccolona, curiosa e intelligente. E’ delicata nei movimenti, desiderosa di correre sui prati. Cerchiamo per lei una famiglia pronta ad amarla e rispettarla, disposta ad educarla con pazienza e garbo, in grado di garantirle lunghe passeggiate all’aria aperta.
Cometa (taglia media) COMETA
Un batuffolino bianco di circa Impronte • giugno 2014
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jenny
due anni, un musetto tenerissimo. Quando l’abbiamo salvata era in gabbia con Stella, triste e in condizioni di salute precarie. Dopo essere stata rifocillata e sottoposta alle prime cure mediche, lo sguardo si è rasserenato. Cometa in poche ore ci ha dimostrato che basta veramente poco per renderla felice, noi possiamo offrirle una comoda cuccia, cibo sano, cure mediche e coccole ma lei merita una famiglia!
George (taglia grande)
Sguardo imbronciato e pensieroso, grandi orecchie, muso tenerissimo: è George, un meticcio adulto di taglia grande. Quando lo abbiamo portato via dal rifugio Parrelli, soffriva tantissimo perché affetto da una grave patologia all’orecchio. Adesso è in clinica, lo abbiamo affidato alle cure di medici eccezionali che lo opereranno e si prenderanno cura di lui. Noi non vediamo l’ora che guarisca per potergli finalmente donare la vita che merita. Nonostante sia di taglia grossa, abbiamo l’impressione che il nostro George
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Questi animali hanno bisogno del tuo aiuto
sia un pantofolaio, non ha bisogno di un giardino ma di una comoda cuccia sistemata in una casa calda, accogliente e ricca d’amore.
Genny (taglia grande)
Un gigante buono e dal cuore tenero, di taglia grande, molto docile e affettuosa. I suoi occhi trasmettono una dolcezza sconfinata e tanta voglia di vivere. L’abbiamo salvata perché affetta da una grave patologia al tartufo e da una dermatite diffusa. Adesso è in clinica, i medici si stanno occupando di lei senza sosta, siamo certi che guarirà e noi facciamo il tifo per lei. Non vediamo l’ora di conoscere le persone che avranno la fortuna di accoglierla in famiglia, renderà la loro vita speciale.
da una malformazione alle zampe, nonostante ciò la nostra amica non ha perso entusiasmo e voglia di giocare. Riesce a camminare senza problemi e non sembra che provi dolore. E’ una gran coccolona: ama sdraiarsi a terra a pancia all’aria aspettando di ricevere carezze e attenzioni. E’
Nerina (taglia media)
Portata via perché affetta da una grave lesione dermatologica e
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nerina
molto dolce, speriamo possa trovare al più presto una famiglia che possa accudirla senza riserve.
Charlie (taglia media)
Il nostro amico è stato portato via a causa di una dermatite acuta che gli causava fastidio
Cinzia Leone (attrice) con gli attivisti lav al Bau Beach per chiedere una nuova casa per i quattro zampe del Parrelli
e a tratti dolore con conseguente perdita di pelo. Noi siamo certi che con un’alimentazione adeguata, cure e attenzioni, potrà tornare ad essere uno splendido cane e… e ci auguriamo anche il migliore amico di uno di voi.
Kira (taglia media)
Una pitbull tigrata dallo sguardo malinconico e rassegnato: non può raccontare cosa le è successo negli ultimi anni ma i suoi occhi parlano da soli e narrano di momenti tristi e di giorni da dimenticare. Adesso è al sicuro e noi faremo di tutto perché quel velo di malinconia lasci il posto ad uno sguardo fiducioso. Cerchiamo per lei una famiglia che con pazienza e determinazione riesca a donarle la sicurezza e l’affetto che merita.
L’emergenza continua: la tua adozione del cuore
Il nostro obiettivo è garantire al più presto una famiglia a tutti i cani e i gatti che sono ancora all’interno della struttura. Sono centinaia di animali di tutte le taglie ed età, tutti bisognosi di affetto. Per loro cerchiamo una cuccia comoda e confortevole, e una famiglia che li accolga con il cuore e con rispetto. Dopo anni di inferno vogliamo che conoscano le cure che solo una casa e una presenza umana può garantire. Aiutaci a trovare casa a tutti loro, dobbiamo fare in fretta. Se pensi di essere tu la persona giusta, contattaci: adozioni@lav.it. Fai di questi animali la tua adozione del cuore! Se non puoi adottarne uno, il tuo aiuto è comunque prezioso: aiutaci a diffondere il nostro appello presso tutti i tuoi amici e conoscenti. Insieme possiamo capovolgere il loro destino e regalargli un futuro migliore. Unisciti a noi in questa battaglia. Diffondi il più possibile questo appello. Impronte • giugno 2014
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Ritirate le pellicce tossiche! di Simone Pavesi
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itirate dal mercato le pellicce tossiche e cancerogene che avevamo smascherato con indagini di laboratorio in capi d’abbigliamento per bambini: i test del Ministero della Salute hanno confermato il nostro allarme! 4 articoli su 6 segnalati sono risultati potenzialmente pericolosi a causa della presenza di Formaldeide, Nonilfenolo, Etossilato e Pcp Pentaclorofenolo. Si tratta di sostanze pericolose, tossiche e cancerogene, in inserti di pelliccia animale utilizzati come bordature di capi di abbigliamento per bambini di età dai 18 mesi ai 12 anni: una drammatica realtà ora confermata anche dalle indagini di laboratorio svolte dal Ministero della Salute, a seguito dell’indagine “Toxic Fur” con cui lo scorso anno abbiamo denunciato, come LAV, tale pericolo. Le marche coinvolte sono note firme italiane del settore bambino e del lusso: IL GUFO, MISS BLUMARINE, FIX DESIGN, GUCCI, BRUMS. Il competente Istituto Superiore di Sanità (Centro Nazionale Sostanze Chimiche) emise lo scorso agosto una prima valutazione tecnica del pericolo connesso all’uso dei prodotti sulla base dei test condotti dalla LAV (quindi sull’indagine non ufficiale): 4 articoli su 6 segnalati (IL GUFO, MISS BLUMARINE, FIX DESIGN, BRUMS) sono risultati potenzialmente pericolosi perché tossici. L’Istituto Superiore di Sanità ha inoltre valutato un potenziale rischio inaccettabile per la popolazione esposta, i consumatori, in quanto i livelli rilevati di PCP Pentaclorofenolo (nei capi
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I test del Ministero della Salute confermano il nostro allarme. Al bando le pellicce animali! IL GUFO, MISS BLUMARINE, FIX DESIGN) eccedevano il livello di rischio associato all’insorgenza di 1 caso di tumore per 1.000.000 di persone esposte. Il Ministero della Salute, contestualmente a un immediato blocco delle vendite degli articoli da noi segnalati, avviò nuovi e mirati campionamenti e condotto nuovi e ufficiali test ecotossicologici che poi hanno confermato la presenza nel prodotto finito (ed immesso nella rete di vendita) di sostanze chimiche pericolose. Sulla base delle successive va-
lutazioni dell’Istituto Superiore di Sanità, in riferimento ai test ufficiali, il Ministero della Salute ha emesso i seguenti provvedimenti: • Articolo IL GUFO (Giaccone piuma, 18 mesi): per presenza di Naftalene, sostanza tossica che può causare anemia emolitica, è stato classificato come prodotto pericoloso. Obbligo di ritiro dal mercato. • Articolo MISS BLUMARINE (Berretto 5 anni), per presenza di Naftalene e Cromo III, classificato come prodotto pericoloso. Obbligo di ritiro dal mercato e informativa ai consumatori che hanno acquistato l’articolo relativamente alla possibile insorgenza di dermatite allergica. • Articolo BRUMS, (Caban Piuma, 7 anni), per presenza Cromo III, classificato come prodotto pericoloso. Obbligo di ritiro dal
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Gli articoli indagati IL GUFO, Giaccone Piuma Inserto pelliccia di Murmasky (caneprocione) Mod. A12GM027EC100/100 Età: 18 mesi
MISS BLUMARINE, Berretto Inserto pelliccia Coniglio e Volpe Cod. 315PP07 cod. 817033 330 879 Età: 5 anni
BRUMS, Caban Piuma Inserto pelliccia Volpe della Groenlandia Mod. 103BGAA0086633 Età: 7 anni mercato e informativa ai consumatori che hanno acquistato l’articolo relativamente alla possibile insorgenza di dermatite allergica. I provvedimenti saranno notificati alle aziende tramite il NAS. Parallelamente, a seguito della denuncia presentata dalla LAV alla Procura di Torino, i produttori sono stati iscritti nel registro degli indagati con l’accusa di violazione del Codice del Consumo per immissione sul mercato di prodotti pericolosi. Ora la Procura disporrà ulteriori accertamenti su altri capi. Per il capo di marca GUCCI (Cappotto 12 anni), a norma dell’articolo 33 del Regolamento Europeo sulle Sostanze Chimiche (REACH, Reg. CE 1907/2006), l’azienda dovrà informare tutti i propri distributori (e quindi anche i consumatori che ne facciano richiesta) della
presenza nel proprio prodotto di Nonilfenolo Etossilato sostanza che ha impatto diretto sull’ambiente, ma non sulla salute delle persone. Per i due articoli FIX DESIGN non è stato possibile compiere accertamenti ufficiali a causa della indisponibilità dei capi segnalati dalla LAV. Nella lavorazione delle pellicce sono ampiamente utilizzate sostanze chimiche pericolose classificate anche come tossiche e cancerogene. Con l’indagine Toxic Fur abbiamo dimostrato che nei prodotti finiti immessi sul mercato ed indossati dai consumatori, anche bambini, è possibile trovare tracce di queste sostanze che possono anche avere effetti nocivi sulla salute. Al fine di tutelare milioni di consumatori, salvando anche la vita di milioni di animali vittime di questa industria, è opportuno che le istituzioni provvedano, al più presto, a vietare il commercio di pellicce.
GUCCI, Cappotto Inserto pelliccia Volpe Cod. 8811534315, 2012-3 OD, GA2293162 Età: 12 anni
FIX DESIGN, Borsa Inserto pelliccia di Murmasky (caneprocione) Cod. 236090006104 Età: 10 anni
FIX DESIGN, Cappotto Inserto pelliccia di Murmasky (caneprocione) Cod. 234920008207 Età: 10 anni Impronte • giugno 2014
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Il delfinario di Rimini
non riaprirà!
di Gaia Angelini e Laura Panini
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on riaprirà: questo l’epilogo, ormai certo, per il delfinario di Rimini. Infatti il Ministro dell’Ambiente ha disposto con Decreto la chiusura della struttura, dopo avergli negato la licenza di giardino zoologico per mancanza dei necessari requisiti d’idoneità e di gravissime carenze nelle strutture, oltre che nella gestione degli animali; ora tale chiusura è obbligatoria e pone un divieto di esposizione di animali al pubblico. Il Delfinario di Rimini ha detenuto per moltissimi anni diversi delfini non ottemperando alla legislazione vigente (Decreto Legislativo 73/2005 di recepimento della Direttiva europea 1999/22 e Decreto Ministeriale 469/2001) tanto che nel settembre del 2013 il Corpo Forestale dello Stato, su intervento della Magistratura, con una misura di sequestro preventivo poi confermato fino alla Corte di Cassazione, ha trasferito i delfini accertando gravi criticità che compromettevano il benessere degli stessi; attualmente è in corso un procedimento penale a carico della proprietà del Delfinario di Rimini e altri soggetti.
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Il Ministero dell’Ambiente nega al delfinario la licenza di giardino zoologico. Finalmente la parola fine per un’altra struttura di cattività La comunicazione della firma del Decreto da parte del Ministro dell’Ambiente è stata inviata in risposta a una formale richiesta avanzata da LAV ed Enpa. Finalmente è stata posta la parola fine ad ogni tentativo di riapertura della struttura, recentemente data per certa dalla gestione: la struttura non potrà riaprire, né con i delfini né con animali appartenenti a qualunque specie. Questo, grazie al nostro intervento e alle azioni mirate contro la riapertura, tanto pubblicizzata quanto illegale. Già il 31 luglio 2013, in seguito a una delle numerose segna-
lazioni delle Associazioni, il Corpo Forestale dello Stato, servizio Cites, effettuò un sopralluogo presso il Delfinario di Rimini, accertando gravi criticità circa la rispondenza della struttura ai requisiti previsti dalla normativa vigente - Decreto Ministeriale 469/2001 relativo alla modalità di detenzione in cattività di delfini appartenenti alla specie Tursiops truncatus e decreto di ratifica della direttiva sugli zoo Dlgs 73/05 - oltre a rilevare gravi carenze sulla condizione di benessere, salute e igiene degli animali. In conseguenza di queste gravissime condizioni di detenzione dei delfini e delle evidenti re-
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sponsabilità ascritte alla gestione della struttura e dei suoi responsabili, il Corpo Forestale dello Stato procedette quindi all’esecuzione del provvedimento di sequestro preventivo degli animali, detenuti presso la struttura di Rimini e al loro trasferimento nell’Acquario di Genova, dove si trovano attualmente. Oltre ai proprietari e ai gestori del delfinario, il nostro auspicio è che anche il Comune di Rimini prenda atto della illegalità rappresentata dalla ormai ex prigione per animali, presente sul suo territorio, e restituisca l’area alla cittadinanza e ai turisti, cancellando l’onta dell’ergastolo per gli animali. Questo importante risultato è frutto di mesi di indagini all’interno dei delfinari italiani e siamo certi che questo rappresenti un altro passo verso la chiusura di tutte le strutture italiane che espongono animali. Nel timore che il Decreto possa essere eluso, con una interrogazione bipartisan le parlamentari Monica Cirinnà, senatrice del Partito Democratico, e Michela Vittoria Brambilla, deputata di Forza Italia, hanno chiesto al Governo: “Quali iniziative intende intraprendere al fine di far rispettare il Decreto ministeriale di chiusura del Delfinario di Rimini ed evitarne l’elusione anche al fine di non incorrere in procedure di infrazione per la disapplicazione della normativa comunitaria sugli zoo che costerebbero centinaia di migliaia di euro ai cittadini”. All’interrogazione sono chiamati a rispondere i Ministri dei
Beni e le Attività Culturali Dario Franceschini, dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del mare Gian Luca Galletti, delle Politiche agricole alimentari e forestali Maurizio Martina, della Giustizia Andrea Orlando. Le parlamentari scrivono ai Ministri che da parte della proprietà del Delfinario è stata prospettata l’ipotesi che il Sindaco di Rimini Gnassi possa autorizzare la detenzione di specie animali diverse dai delfini in quanto “spettacolo viaggiante”. Ma il Delfinario di Rimini è tutto fuorché uno spettacolo “viaggiante” e vista la sua domanda di riconoscimento come giardi-
no zoologico, poi respinta dal Ministro dell’Ambiente, la struttura aveva riconosciuto esplicitamente di esserlo e non può quindi adesso richiedere di classificarsi, invece, come “spettacolo viaggiante” nella speranza di aggirare l’esecuzione di un decreto ministeriale. Il Decreto Legislativo 73 del 2005 inoltre, prevede una serie di obblighi inderogabili per tutte le strutture di detenzione ed esposizione di animali aperte al pubblico, anche ai fini della sicurezza dei visitatori, e il Delfinario di Rimini non è autorizzato a detenere ed esporre animali a causa delle sue carenze strutturali e gestionali. Impronte • giugno 2014
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Lo show più agghiacciante di Gaia Angelini e Laura Panini
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egli ultimi mesi i volontari della LAV di Cagliari hanno svolto un lavoro di monitoraggio delle attività del Circo Martin nella provincia, evidenziando la necessità di un intervento delle autorità a favore degli animali detenuti nel Circo in condizioni davvero insopportabili. Diversi filmati sono stati sottoposti all’attenzione delle autorità competenti e pubblicati sul sito web della LAV e dalla stampa nazionale e sarda. I video rilevavano la condizione di drammatica schiavitù a cui gli animali venivano sottoposti. A seguito delle investigazioni e richiesta di ispezione da parte della LAV, il Corpo Forestale dello Stato, servizio CITES di Roma, è intervenuto procedendo a un sequestro preventivo di alcuni animali del circo: secondo la Forestale gli animali erano detenuti senza alcun rispetto delle esigenze etologiche, biologiche, psichiche e particolarmente eclatanti i presunti casi di maltrattamenti quali l’utilizzo
Il circo Martin, emblema dell’indifferenza al maltrattamento e dell’inerzia legislativa
per tempi prolungati di museruola e legacci per l’orso e la tigre. Gli animali sequestrati, erano tutte femmine: Baby, l’elefante africano di circa 25 anni, la tigre di 11, l’orso bruno di 35 anni e l’ippopotamo. Sfortunatamente il sequestro preventivo del Corpo Forestale CITES non ha incontrato l’opinione favorevole del GIP di Cagliari che ha successivamente disposto il dissequestro degli animali. Gli animali si trovano tuttora in condizioni drammatiche, oggettivamente riscontrabili guardando le testimonianze video. Non sono necessarie competenze particolari per comprendere che non è accettabile la detenzione di tigri e leoni in gabbie minuscole per l’interra durata di vita, trasportati per
centinaia di chilometri per essere costretti ad esibirsi su un palcoscenico. Non esiste realtà peggiore per questi animali; la loro condizione non è dissimile dalla schiavitù. La sofferenza di questi esseri viventi, la privazione della loro libertà e dell’espressione dei loro bisogni etologici non giustifica, nella cultura contemporanea e nello sviluppo del diritto, il breve e fugace divertimento di quei pochi che non hanno la capacità o possibilità di percepire i bisogni primari del mondo nonumano. Leoni, tigri, orsi elefanti e altri animali usati dal Circo Martin senza alcun rispetto, sono gli stessi animali oggetto di programmi di protezione e conservazione in tutto il mondo! Tuttavia, una legge del 1968 in Italia, mai rivista, prevede l’introduzione di un doppio standard: nonostante la normativa italiana, europea ed internazionale intervenga a proteggere animali come gli elefanti, i leoni, e gli orsi, questi stessi animali diventano di categoria B se detenuti da un circo e perdono quindi lo status di protezione giuri-
Maxymova e il suo spettacolo inaccettabile!
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artino Maxy Jutta, in arte Maxymova, è un’addestratrice tedesca. Arrivata in Italia nel 2004 a seguito del Circo di Vienna, ha poi partecipato al Golden Circus Festival (2007) e, dal 2009, propone il suo numero al circo Martin Show di Martino Eusanio. Sappiamo tutti quali siano i patimenti a cui gli animali sono sottoposti nella vita e nei numeri circensi, ma Maxymova si è spinta oltre, apertamente e ripetutamente violando i“Criteri per il mantenimento di animali nei circhi e nelle mostre viaggianti”, cioè il documento che, redatto da un’apposita Commissione del Ministero dell’Ambiente, definisce i criteri minimi
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che devono obbligatoriamente essere rispettati dai circhi nella detenzione degli animali. Il numero che contraddistingue questa addestratrice coinvolge infatti un cavallo, con in sella una tigre, che trascina un carretto contenente un orso, che forza a diretto contatto prede e predatori di diverse specie e che viene quindi definito dai summenzionati criteri come“assolutamente non accettabile”. Dal 2004 al 2007 lo spettacolo ha coinvolto un orso polare, specie per cui è stata stabilita “l’assoluta impossibilità di detenzione presso i circhi”, e due procioni. Dopo la morte dell’orso polare Jackie, Maxymova
si trasferì presso il circo Martin di Eusanio Martino, dove la LAV ha visto per la prima volta questo agghiacciante spettacolo. Grazie al lavoro dei volontari che hanno seguito il circo nei vari spostamenti, nel 2009 è scattata la nostra denuncia, subito seguita da una seconda, inoltrate alla Procura e al Corpo Forestale di Conegliano Veneto. Pur con un favorevole sequestro iniziale del cavallo utilizzato nello spettacolo, il Tribunale di Treviso decise di archiviare il procedimento. Nelle memorie della difesa veniva infatti garantito che “non era intenzione dell’indagata imporre alcun comportamento insopportabile ad “Apollo” (il cavallo) o agli altri animali, non rite-
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dica dato ai loro simili. A 40 anni di distanza, il Governo Italiano non è ancora intervenuto a rettificare questa grave mancanza, nonostante le evoluzioni culturali, giuridiche e i progressi svolti in altre aree a favore della protezione degli animali. Questa mancanza di azione, non è senza conseguenze: i maltrattamenti più ovvi non vengono identificati o perseguiti e la detenzione degli animali esotici si è trasformata in un business di punta. Ad esempio l’Italia è uno dei paesi con il numero maggiore di circhi registrati in un singolo paese europeo e alcuni circhi hanno investito nei giardini zoologici che spesso diventano luoghi di riproduzione destinati a fornire nuovi animali ai circhi o altri zoo o mostre itineranti, per continuare a perpetrare lo sfruttamento di animali esotici sotto la falsa riga dell’educazione o dello spettacolo. L’Italia è uno dei paesi con maggior traffico di animali esotici e dei loro prodotti derivati in Europa, un business stimato intorno ai 2 miliardi di euro l’anno. Purtroppo assistia-
neva di commettere alcuna violazione col numero circense proposto, numero che, visto quanto accaduto, è stato soppresso e non verrà più riproposto”. Ma a distanza di pochi mesi, il Circo Martin Show riprese a mettere in scena lo stesso numero. Nel 2010, di nuovo grazie ai filmati realizzati da volontari, presentammo una terza denuncia alla Procura della Repubblica e al Corpo Forestale di Cagliari. Non avendo ottenuto alcun riscontro, nel 2011 seguì un quarto esposto al Servizio Territoriale CITES della Procura di Trapani. Nel corso delle indagini presso il Circo sono stati posti sotto sequestro due leoni privi della necessaria documentazione.
mo ad un disimpegno del Ministero dell’Ambiente, organo competente alla supervisione dell’applicazione della legislazione in materia di animali esotici, alla creazione di santuari e aree di rifugio per animali esotici provenienti da sequestri, con conseguente riduzione delle possibilità per le forze di polizia di effettuare i sequestri. Non c’ è scampo per gli animali nei circhi in Italia. Si stima che più di 2000 animali siano oggi detenuti in condizioni di schiavitù nei circhi registrati in Italia e operanti sul suolo nazionale ed estero. Da più di 15 anni proposte di legge volte a mettere fine allo sfruttamento degli animali a fini di divertimento e spettacolo, aspettano di
Ancora una volta, però, gli animali coinvolti nel numero dell’addestratrice non sono sequestrati:“Il numero, così come presentato al pubblico, non è frutto d’improvvisazione, ma il risultato di anni di addestramento durante i quali la tigre fin da quanto era piccola, è stata abituata alla vicinanza di “Apollo”(N.D.T. il cavallo) ovvero a salirci a dorso”; a corredo di questa teoria alcune foto che mostrano un cavallo e un cucciolo di tigre che, è importante sottolineare, non sono in alcun modo identificabili con certezza. La pericolosità di questa esibizione, l’alto livello di stress e sofferenza che impone agli animali, sono evidenti e gravi.
essere discusse. Nel 2013 l’on. Gabriella Giammanco (Forza Italia) ha introdotto un disegno di legge alla Camera per la dismissione dell’uso di animali da parte dei circhi e per il sostegno dello spettacolo circense contemporaneo (senza utilizzo di animali). Il disegno di legge è in attesa di discussione da parte degli organi parlamentari. Nello stesso anno l’on. Michela Vittoria Brambilla (Forza Italia) ha anche presentato un disegno di legge similare sul divieto dell’uso di animali in circhi, spettacoli e mostre viaggianti, anche questo in attesa di discussione parlamentare. Mentre in Europa diversi paesi, tra cui la Grecia, Cipro, la Croazia hanno già introdotto proibizioni all’uso di animali nei circhi e il Regno Unito seguirà nel 2015, l’Italia aspetta ancora di legiferare su una normativa di 40 anni fa. Nel frattempo centinaia di migliaia di animali vivono ogni giorno in condizioni di sofferenza e crudeltà, aspettando che le autorità possano intervenire a salvarli da un destino di schiavitù.
Esperti veterinari lo hanno definito: “un trattamento disumano e inadeguato degli animali”. Nel 2013, a testimoniare nuovamente il mancato rispetto di questo circo per il benessere degli animali, il circo Martin promosse l’evento “Circusland” affittando le proprie strutture per uno spettacolo con “50 tra artisti e DJ e 30.000 Watt Sound System”. Considerato che per la norma italiana gli animali del circo devono rimanere nelle strutture autorizzate (il circo stesso) LAV ha presentato una diffida al Comune. Maxymova continua a proporre le sue aberranti esibizioni al Circo Martin… nell’impunità più totale.
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Liberiamo
FOTO YURI BAUTTA
i macachi dello Stabulario di Modena di Yuri Bautta e Michela Kuan
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ismettere gli animali e sostituire le proprie obsolete ricerche sulle scimmie con modelli alternativi etici, realmente predittivi: questo l’appello che abbiamo rivolto al Prof. Angelo Oreste Andrisano, nuovo rettore dell’Università di Modena e Reggio Emilia, per discutere del futuro dello stabulario e dei macachi che vi sono detenuti, della cui sorte ormai si interessa tutto il Paese. Presso lo stabulario interdipartimentale dell’Università di Modena, infatti, si allevano e utilizzano macachi per test molto invasivi sul cervello che hanno come esito la morte. La nuova legge sulla sperimentazione animale vietando l’allevamento di Primati, colpisce direttamente questo stabulario che può e deve cogliere l’occasione per dismettere gli animali e sostituire le proprie obsolete ricerche sulle scimmie con modelli alternativi etici, realmente predittivi. Abbiamo rivolto un appello al nuovo rettore, memori anche dello scandalo del laboratorio abusivo di Mirandola che ha messo in cattiva
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luce l’intero Ateneo, affinché voglia far avanzare la ricerca modenese, renderla competitiva con il contesto europeo, che sempre più si rivolge a metodi di ricerca senza animali, unendo scienza ed etica e salvando la vita a queste meravigliose creature che tanto ci assomigliano, ma che non hanno diritti. Per sostenere questo appello e chiedere la libertà dei macachi, in tutto all’incirca una dozzina di Primati, sono numerose le iniziative che stanno nascendo tra cui la protesta davanti all’ingresso del Policlinico dell’Università di Modena svoltasi il 24 maggio, dove numerosi giornalisti hanno seguito con interesse il caso portandolo dalle cronache locali a quelle nazionali. Purtroppo si teme il peggio per la sorte di questi macachi, che rischiano di essere venduti a un altro laboratorio o anche peggio… Per anni, nonostante le richieste e la dispo-
nibilità della nostra associazione ad accogliere i macachi facendoci carico della riabilitazione e mantenimento in centri di recupero adatti per questa specie, l’Ateneo non ha voluto fermare questi orribili test. Nell’agosto del 2012 però, grazie anche a una lunga trattazione, un cucciolo di macaco nato da questa colonia è stato affidato a un centro di recupero di fauna selvatica e tramite l’intermediazione dell’ufficio Diritti Animali del Comune di Modena, e si è riusciti ad ottenere un accordo che impegna l’Università a ridurre il numero di macachi e nello specifico a non sostituire quelli morti o ceduti con l’acquisizione di nuovi individui. Queste scimmie hanno la possibilità rarissima di conoscere una vita diversa, lontano da paura e costrizione, nella speranza che tale svolta possa essere da esempio anche per tutti gli altri stabulari che usano primati.
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Finalmente libero C
di Federica Faiella
hiuso in un barattolo di plastica e riposto sul sedile anteriore di un’auto: è così che gli uomini della Polizia Stradale di Roma hanno trovato Pedro, un piccolissimo cucciolo di scimmia uistitì, così piccolo da stare in una mano. Pedro era in viaggio da chissà quante ore, spaventato, disidratato e impossibilitato a muoversi, considerate le ridotte dimensioni del contenitore all’interno del quale era rinchiuso. Data la gravità delle sue condizioni, è stato portato subito in una clinica dove è stato soccorso. I medici hanno provveduto a prestagli le prime cure, a rifocillarlo e naturalmente a tranquillizzarlo. Pedro si è sentito subito al sicuro e ha accettato di buon grado il cibo che gli veniva somministrato. In pochi giorni l’intero staff della clinica veterinaria si è lasciato ammaliare dal fascino di questa piccola scimmia Uistitì e dal suo ciuffo “sbarazzino”. Il nostro intervento ha garan-
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Pedro ha avuto una seconda possibilità: il futuro che lo aspettava sarebbe stato di sfruttamento
tito il sequestro. Successivamente siamo stati nominati dalla Procura della Repubblica di Roma custodi giudiziari del piccolo Pedro. Appena le sue condizioni lo hanno permesso abbiamo trasferito il piccolo in un Parco rifugio per ani-
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mali esotici maltrattati, abbandonati e sequestrati, che recupera e riabilita primati detenuti illegalmente, garantendogli le migliori condizioni di vita possibili, e spesso ristabilendo per loro la possibilità di vivere in gruppi sociali. Pedro ha avuto una seconda possibilità: il futuro che lo aspettava sarebbe stato un futuro di sfruttamento. Ora si può arrampicare, può prendere liberamente il sole, attività che questo tipo di scimmie ama particolarmente, e ha molto spazio a disposizione. Puoi adottarlo a distanza, e aiutarci a prenderci cura di lui. Se sceglierai di stare al suo fianco potrai seguire la crescita di questo piccolo amico e ricevere informazioni periodiche sui suoi progressi. Sostenere a distanza uno degli animali di cui ci occupiamo è un modo per stare al nostro fianco, ma soprattutto è un modo per conoscere il nostro lavoro da vicino e contribuire attivamente a una storia a lieto fine, che in questo caso si chiama Pedro!
Puoi adottare a distanza Pedro o uno dei nostri amici in modo comodo, veloce e sicuro, anche sul nostro sito www.lav.it/adozione, altrimenti puoi compilare questo tagliando Segui la crescita di Pedro, adottalo a distanza! Con l’adozione a distanza riceverai il certificato di adozione, se scegli l’adozione annuale oltre al certificato di adozione riceverai aggiornamenti periodici. Compila questo tagliando e invialo insieme alla copia del versamento a: LAV – Viale Regina Margherita 177 – 00198 Roma fax: 06 4461326 - info@lav.it Desidero contribuire al mantenimento di: ☐ Pedro con l’adozione a distanza: Formula ☐ annuale 200 euro oppure ☐ una tantum 50 euro oppure con una donazione liberale (barrare anche il nome dell’animale) di: ☐ 50 euro ☐ 30 euro ☐ 100 euro ☐ 150 euro ☐ altra cifra (indicare) ………… Nome.........................................Cognome............................................................ Indirizzo.................................................................................................................. Città................................................................. Pr............ CAP..............................
Tel............................................ Email...................................................................... Data di nascita ………/………/……… Luogo di nascita ................................ Modalità di versamento: • Donazione regolare con il modulo che trovi all’interno della rivista • Carta di credito (compila i campi sottostanti, oppure on line collegandoti a www.lav.it o chiama lo 06 4461325) Tipo carta VISA ☐ CartaSì ☐ MasterCard ☐ Numero...............................................................................Scad .……/………....... Cod. cv2 (ultimi tre numeri sul retro)............................................................ Firma.......................................... • Conto corrente postale della rivista (allegare al tagliando) • Assegno non trasferibile intestato alla LAV (allegare al tagliando) • Bonifico bancario (allegare copia al tagliando) su conto corrente LAV c/o Banca Popolare Etica IBAN: IT16 E050 1803 2000 0000 0501 112 Firma…………………………………………………………………………………...............
La informiamo che il conferimento dei suoi dati è facoltativo e tuttavia, sottoscrivendo il presente tagliando, Lei autorizza al trattamento dei suoi dati identificativi la LAV ONLUS, che li utilizzerà esclusivamente per il perseguimento delle proprie finalità sociali. Ricordiamo che i dati saranno raccolti e trattati, anche elettronicamente, nel rispetto delle norme previste dal ‘codice di regolamentazione della privacy’ (Dlgs 196/2003). Lei potrà in ogni momento esercitare i suoi diritti (art. 7,8,9 Dlgs 196/2003) rivolgendosi direttamente a: LAV ONLUS, Viale Regina Margherita 177 - 00198 Roma, tel. 064461325 fax 064461326 e-mail: info@lav.it
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Vivisezione: immorale
quanto inutile
di Michela Kuan
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hi difende il modello sperimentale animale alimenta la falsa convinzione che esso sia utile per l’uomo, sottolineando come chi ricorre all’animale nella ricerca lo faccia per il “bene dell’umanità” e per la mancanza di alternative. Al di là delle argomentazioni etiche, fondamentali in questa terrificante attività umana, anche il contesto legislativo e quello scientifico mostrano incoraggianti segnali verso l’abbandono dell’utilizzo degli animali nelle procedure; ma nonostante le nuove leggi, i finanziamenti comunitari e l’accresciuto senso morale nei cittadini, il fenomeno sperimentazione permane, ancora, incontrollato. Recenti pubblicazioni hanno evidenziato, ulteriormente, come il processo di autorizzazione e attuazione delle procedure sia svicolato dalla razionalità scientifica per perseguire interessi economici dalle “dubbie” finalità. Studiando milioni di procedure eseguite su animali, si trova di tutto: un orrore che non ha fine in nome di una pseudo-scienza che valica il confine della logica follia. Solo per citare i casi più eclatanti (ma non i più invasivi): • Italia (Università di Camerino), per studiare gli effetti dell’Iperico per i disordini alimentari, una pianta nota e usata in medicina da secoli su cui è possibile fare numerosi studi epidemiologici, centinaia di ratti sono stati sottoposti a ingestione forzata dell’estratto miscelato con creme dolci a base di cioccolato. Una parte di essi ha seguito, poi, restrizioni alimentari mentre in altri sono stati riprodotti stati di stress in modo da incoraggiare
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alimentazioni incontrollate.1 • Svizzera, i ricercatori per trovare una correlazione tra lo sviluppo di disordini comportamentali a seguito di stress durante la pubertà hanno utilizzato dei giovani topi traumatizzandoli con scosse elettriche, costrizioni fisiche in tubi di plastica e nuoto forzato per ore. Da adulti, gli stessi animali hanno, poi, subito, shock acustici per analizzare il livello di ansia e i riflessi e, infine, la decapitazione per analizzare i tessuti.2 • Inghil-
terra, gli effetti del fumo e di un’alimentazione insufficiente in gravidanza sono ben noti da tempo, ma nonostante questo delle ratte gravide sono state forzate a ingerire alte dosi di nicotina e seguire restrizioni alimentari, quindi i loro cuccioli sono stati decapitati e i cervelli analizzati.3 • Slovacchia, per capire i possibili effetti della Coca Cola sugli organi riproduttivi maschili, 50 ratti
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e sono stati forzati a ingerire la bevanda normale o nella formula senza caffeina, Zero e light) per 6 mesi, quindi sono stati uccisi per analizzarne i testicoli.4 • Cambridge (ricerca commissionata da Herbalife), 96 ratti hanno assunto aloe vera invece di acqua per 3 mesi, quindi sono stati uccisi dopo un prelievo di tessuti effettuato sotto anestesia per puntura intracardiaca.5
dell’800, mai validata, affacciandosi alle nuove tecnologie senza animali, dimostratesi utili, rapide ed etiche. Solo quando la ricerca tornerà ad avere come unico scopo la conoscenza e l’aiuto verso i malati, si libererà dall’ombra della vivisezione che la ancora rallentando le scoperte scientifiche, a fronte di interessi economici e carriere.
I casi qui denunciati sembrano un triste “gioco” pagato con la vita e la sofferenza di esseri senzienti, ma non lo sono: sono reali sperimentazioni che vengono incredibilmente autorizzate nonostante le evidenti impossibilità di ottenere dati applicabili all’uomo che si differenzia da ogni altro animale per genetica, anatomia, fisiologia, contesto socio-psicologico e condizionamento ambientale. Pensare e accettare che queste violenze siano il prezzo da pagare per l’avanzamento della ricerca è sbagliato. Se si vuole fare un passo avanti nella scienza bisogna abbandonare il modello animale che appartiene a una ricerca della fine
Note 1) Effect of Hypericum perforatum extract in an experimental model of binge eating in female rats. (2012). Journal of Obesity, Article ID: 956137. 2) Stress in puberty unmasks latent neuropathological consequences of prenatal immune activation in mice. (2013). Science, 339(6123): 10951099. 3) Long-term effects of gestational nicotine exposure and food-restriction on gene expression in the striatum of adolescent rats. (2014). PLoS ONE, 9(2): e88896. 4) No harmful effect of different Coca-cola beverages after 6 months of intake on rat testes. (2013). Food and Chemical Toxicology, 62: 343-348 5) Safety of purified decolorized (low anthraquinone) whole leaf Aloe vera (L) Burm. f. juice in a 3-month drinking water toxicity study in F344 rats. (2013). Food and Chemical Toxicology, 57: 21-31.
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Allevamento abusivo
sequestrato nel napoletano di Ciro Troiano
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n vero e proprio deposito di rifiuti di ogni sorta, materiale da risulta edile, auto e mezzi da lavoro abbandonati, stalle e recinti fatti in lamiera, legno e muratura dove decine di animali erano tenuti in condizioni igieniche e di cattività estreme. Questo lo spettacolo che si sono trovati innanzi il 21 marzo scorso gli uomini del Comando Stazione del Corpo Forestale dello Stato territorialmente competente, del Comando Regionale Campania, guidati dall’ispettore superiore Franco Nicodemi, gli ausiliari di polizia giudiziaria, chi scrive e il dottor Sergio Passannanti, medico veterinario, nonché i veterinari dell’ASL Napoli 2 Nord. La struttura è situata a Quarto Flegreo, in provincia di Napoli ed è stata individuata grazie ad una segnalazione giunta all’Osservatorio Nazionale Zoomafia della LAV. Dopo
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Animali maltrattati tenuti in una struttura abusiva e fatiscente, in pessime condizioni igieniche, denunciate due persone
i dovuti accertamenti, riscontri e sopralluoghi è stato organizzato il controllo congiunto. Tenuti in manufatti fatiscenti composti in muratura, lamiere, legno e reti o in recinti improvvisati, sono stati trovati in pessime condizioni diversi animali, tra cui maiali neri vietnamiti, oche, cavalli, un pony, conigli, una capra, pavoni, galline, galli e galletti, quaglie e cani. Le condizioni di detenzione sono apparse subito inidonee, in quanto l’intera area si presentava in pessime condizioni igieniche, maleodorante, con presenza di deiezioni e liquami, e residui orga-
nici. Alcuni animali erano tenuti in condizioni a dir poco estreme: due cani di piccola taglia erano tenuti in una gabbia per conigli, e avevano a disposizione una superficie complessiva di circa un metro quadro a testa; la base della gabbia, inoltre, era grigliata, senza una superficie solida. Nella gabbia vi erano abbondanti residui di escrementi, una ciotola con acqua stagnante e solo per un cane, un contenitore con una poltiglia non ben definita. Una capra era tenuta in una gabbia molto piccola rispetto alla grandezza dell’animale, con una grandezza complessiva di circa un metro e mezzo, che impediva qualsiasi tipo di deambulazione e inoltre vi era una copiosa lettiera sporca di strati di deiezioni. I cani e la capra sono stati immediatamente liberati da quelle condizioni e posizionati in spazi più grandi. Un pony presentava una ferita lacero-contusa sul collo in
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fase di cicatrizzazione. Tutti gli animali, di provenienza ignota, erano sprovvisti di segni di identificazione e la struttura non aveva alcun tipo di autorizzazione. In un contenitore di plastica è stato trovato un palco con cranio di Daino immerso in acqua stagnante. È stata trovata anche una pelle di coniglio essiccata. L’intera area, insieme agli animali, è stata posta sotto sequestro preventivo e ad embargo sanitario, vista la provenienza ignota degli animali e l’impossibilità di stabilire l’assenza di malattie infettive che potrebbero essere diffuse in caso di movimentazione degli animali. Il gestore, già noto alle forze dell’ordine, è stato denunciato per maltrattamento di animali e detenzione di animali in condizioni incompatibili con la loro natura, e sanzionato amministrativamente per assenza di registrazione degli animali all’Asl e ha avuto prescrizioni sul corretto mantenimento degli animali. I controlli si sono spostati successivamente in una struttura ricettiva e di ristorazione nelle
Ciro Troiano (a sinistra) durante il blitz con la Forestale
disponibilità dell’uomo, ubicata nelle vicinanze dell’area sottoposta a sequestro. Nell’ambito dell’ispezione, è stata rinvenuta in tre congelatori verdura e carne (bovina, suina, caprina, ovina e pollame) ritenute dal personale ASL “alimenti potenzialmente pericolosi per l’alimentazione umana per i mancati requisiti di sicurezza alimentare” e sono stati sottoposti a sequestro. Sono stati rinvenute anche confezioni di passata di pomodoro e prodotti sotto olio senza etichette indicanti la tracciabilità dei prodotti e insudiciate da escrementi di topi e polvere.
Inoltre sono state rinvenute confezioni di pasta di vario formato e confezioni di riso riportante la dicitura: “Prodotto alimentare non commerciale - Aiuto U.E.”. Per tali fatti è stata denunciata un’altra persona rappresentante legale della struttura di ristorazione. Com’è noto nel periodo di embargo sanitario non è possibile spostare gli animali in altro sito, anche se la LAV si è attivata da subito per trovare una sistemazione agli animali in attesa della fine dell’embargo sanitario e della relativa autorizzazione da parte dell’Autorità Giudiziaria allo spostamento degli animali. Purtroppo alcuni animali, nel periodo dell’embargo, sono stati rubati da ignoti. Gli altri sono stati sottoposti a prelievi e verifiche sanitarie, controlli necessari per il trasferimento in altre strutture. La LAV ringrazia il comandante regionale del Corpo forestale dello Stato della Campania, dottor Vincenzo Stabile per aver predisposto il controllo e per la professionalità dimostrata dal personale intervenuto. Impronte • giugno 2014
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VEG+ in 15 ristoranti bergamaschi:
una scelta di gusto! S di Paola Segurini
ono 15 i ristoranti bergamaschi che hanno aderito al progetto “Veg +”, promosso da Ascom e LAV e che dal 1 giugno proporranno piatti realizzati esclusivamente con ingredienti di origine vegetale e approvati da LAV e da Sauro Ricci, chef del Ristorante Joia di Milano, tempio stellato della cucina veg e naturale, guidato da Pietro Leeman. Una vetrofania con la scritta “Veg+. Qui mangi anche vegano 2014” renderà riconoscibili gli esercizi che hanno sposato il progetto promosso nell’ambito della campagna Cambiamenu, che ha scelto Bergamo come punto di partenza, grazie all’esclusiva collaborazione tra un’associazione commercianti e un’associazione animalista. Ascom Bergamo e LAV Cambiamenu hanno cooperato nella progettazione di un corso di alta
L’opinione pubblica non può e non deve più ignorare l’impatto devastante del consumo di carne sul pianeta
formazione dedicato ad uno stile alimentare innovativo e sorretto da forti contenuti etici. Per i ristoratori l’iniziativa rappresenta sia una grande opportunità per cogliere le esigenze emergenti da parte dalla clientela, sia uno stimolo a rimettersi in gioco nel creare piatti - originali, buoni e che fanno bene - utilizzando anche nuovi ingredienti. Gli chef dei 15 locali hanno seguito il corso di formazione di 4 giornate svoltosi all’Accademia del Gusto e poi hanno realizzato una proposta di menu stagionale bilanciato, che è stato visionato ed approvato dagli organizzatori. Per maggiori informazioni www. cambiamenu.it
Dolcemente Vegan ricette a cura di Arianna Dall’Occo
Gelato di fragole Tagliare le fragole (possibilmente bio) a pezzi e metterle nel congelatore. Una volta congelate basta frullarle con un cucchiaio di zucchero di canna e un paio di cucchiai di latte (io ho usato quello di kamut, ma va benissimo quello di soia, di riso, o quello che si preferisce). Con lo stesso procedimento si può utilizzare il tipo di frutta che si preferisce.
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L’ecosistema minacciato
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opinione pubblica non può e non deve più ignorare l’impatto devastante del consumo di carne sul pianeta e la grave minaccia che esso rappresenta per il mantenimento di un clima vivibile per tutti (animali non umani compresi). Il recentissimo Rapporto dell’IPCC (The Intergovernmental Panel on Climate Change) illustra come, per limitare il riscaldamento globale entro i 2 gradi, il mondo dovrà tagliare entro il 2050 le emissioni di gas serra del 40-70% rispetto ai valori del 2010, per poi arrivare a un valore prossimo allo zero entro la fine del secolo. Ma per ottenere questi risultati non bisognerà rimandare oltre il 2030 l’introduzione delle misure necessarie. I rischi globali del cambiamento climatico sono elevatissimi, tra essi, l’aumento della temperatura media globale di 4 gradi significherebbe: • impatti gravi e diffusi su ecosistemi unici e minacciati • sostanziale estinzione di specie • grandi rischi per la sicurezza alimentare globale e regionale. La combinazione di elevata temperatura e umidità comprometterebbe le normali attività umane, tra cui la colti-
vazione di cibo o il lavoro all’aperto in alcune aree. Secondo un nuovo studio della Chalmers University of Technology, diffuso in occasione della presentazione del rapporto IPCC, le emissioni di anidride carbonica prodotte dai settori dell’energia e dei trasporti rappresentano la quota maggiore di inquinamento del clima, ma l’eliminazione di queste emissioni non garantirebbe la discesa dell’inquinamento al di sotto del limite posto dalle Nazioni Unite. Le emissioni da agricoltura e allevamento minacciano infatti di aumentare significativamente in risposta all’incremento del consumo di carne e di prodotti lattiero-caseari. L’aumento demografico e di capacità d’acquisto nei paesi di nuova ricchezza significherà infatti più carne e latticini e di conseguenza maggior quantità di emissioni climalteranti. Se queste emissioni non saranno considerate, il protossido di azoto e il metano dal comparto zootecnico, con il loro potere climalterante, potrebbero raddoppiare entro il 2070. Le emissioni maggiori – chiariscono gli studiosi - sono prodotte dall’allevamento di manzi e agnelli. Le stime
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indicano infatti che entro il 2050 le carni bovine e ovine rappresenteranno la fonte della metà di tutte le emissioni di gas serra da allevamento, ma contribuiranno solo al 3 per cento dell’assunzione necessaria di calorie per l’uomo. Formaggio ed altri latticini contribuiranno, invece, a circa a 1/4 dell’inquinamento totale del settore. “Abbiamo dimostrato che la riduzione del consumo di carne e latticini è la chiave per portare l’inquinamento climatico da allevamento e agricoltura ai livelli di sicurezza. Ma Il cambiamento della dieta può richiedere molto tempo. Dobbiamo iniziare a pensarci subito” ha affermato Fredrik Hedenus, responsabile del team che ha compilato la ricerca svedese. Se vogliamo davvero attenuare il tasso di cambiamento climatico – ed evitare catastrofiche conseguenze dobbiamo effettuare forti cambiamenti nella nostra cultura. Tra questi: convincere le persone a cambiare alimentazione, in un mutamento globale – progressivo e importante - di mentalità e di comportamento. In tutto questo, oltre alle strategie politiche, sono le scelte individuali che contano.
Gelato di crema alla vaniglia Preparare una classica crema con 250 ml di latte di soia alla vaniglia, 60 gr di zucchero, 30 gr di amido di mais. Una volta pronta, versarla in una teglia rivestita con carta forno, e metterla nel congelatore. Una volta congelata, tagliarla in tanti cubetti e frullarli con 2 o 3 cucchiai di latte di soia. Con lo stesso procedimento, si possono ottenere altri gusti, sostituendo alla crema alla vaniglia altre creme, tipo quella al cioccolato o al caffè.
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scelti per voi
Mater-Bi® biodegradabile e compostabile per natura
Anna Maria Manzoni
Sulla cattiva strada Sonda
Che cos’è il male? È questa la domanda alla base dell’ultimo lavoro della psicologa Annamaria Manzoni, “Sulla cattiva strada” (Ed. Sonda), dedicato al “legame tra la violenza sugli animali e quella sugli umani”. Un legame strettissimo, per dire che la violenza è una sola, contro chiunque la si compia. Con una prosa limpida e argomentazioni chiare e profonde, la Manzoni ci offre un quadro che parte da un excursus sul “male” da Freud ad Hannah Arendt per arrivare alla violenza istituzionalizzata, ad esempio, dei circhi, della caccia e della macellazione. Il male – sembra dirci la Manzoni – spesso è “banale”: non servono mostri per compierlo, ma il semplice avallo della società o della famiglia. Se però non poniamo un freno educativo ecco che la deriva è dietro l’angolo; e così il rischio è che si passi dal disturbo della condotta nell’infanzia al più complesso disturbo antisociale nell’età adulta. E spesso i segnali (sottovalutati da genitori ed educatori) sono quelli della violenza sugli animali non umani, come indicava già McDonald negli anni ’60 nella sua teoria della “triade omicida”. Giacomo Bottinelli
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ater-Bi® è un’innovativa famiglia di bioplastiche che utilizza componenti vegetali, come l’amido di mais, e polimeri biodegradabili ottenuti sia da materie prime di origine rinnovabile, sia da materie prime di origine fossile. Per questa ragione l’abbiamo preferito ad altri materiali, ad esempio per la spedizione delle nostre riviste Impronte e Piccole Impronte. Ma in commercio, anche nella grande distribuzione, sono disponibili numerosi altri prodotti in Mater-Bi®, come i bicchieri, i piatti e posate usa e getta, giocattoli, shopper e imballaggi… che, in caso di necessità, hanno il vantaggio di essere del tutto biodegradabili. Novamont è uno dei principali attori della Bioeconomia in Italia: fin dalla sua nascita nel 1989, ha contribuito in modo significativo alla realizzazione di una nuova politica industriale in grado di saldare le esigenze dello sviluppo con la sostenibilità, creando un sistema integrato tra chimica, agricoltura , industria e ambiente per uno sviluppo sostenibile e a basso impatto ambientale. Nell’ampia famiglia Mater-Bi®, i più recenti gradi di “seconda generazione” nascono dalla ricerca su materie prime ottenute da oli vegetali. Questo nuovo filone di prodotti si aggiunge in modo sinergico alla
Il ruolo principale delle bioplastiche compostabili è nello sviluppo delle raccolte differenziate dei rifiuti che ricevono un forte impulso in quantità e qualità dall’utilizzo di sacchi e shopper compostabili già consolidata tecnologia di lavorazione degli amidi. Tutti i Mater-Bi® sono biodegradabili in compostaggio. Altri ancora biodegradano in suolo. Il ruolo principale delle bioplastiche compostabili è nello sviluppo delle raccolte differenziate delle frazioni umide dei rifiuti che, come dimostra il recente caso della città di Milano, ricevono un forte impulso in quantità e qualità dall’utilizzo di sacchi e shopper compostabili. Con sede principale a Novara, in cui l’headquarter ospita anche un importante centro di ricerca (le spese dell’azienda destinate al settore Ricerca e Sviluppo sono aumentate negli ultimi tre anni del 62%), Novamont è attiva in tutto il paese.
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Un bracciale per la www.lav.it #laveralibertà dei delfini
Dexter Milano ha scelto di sostenere la nostra battaglia per liberare i delfini da acquari e delfinari. Come? Realizzando per la LAV un bellissimo bracciale a tema in due versioni, argento e ottone. Acquistandolo potrai anche tu aiutarci in un modo nuovo per un obiettivo importante: restituire la libertà ai delfini! Per te o per una persona cara, scegli un regalo di grande valore. Un simbolo da indossare che parla di un grande impegno per i diritti degli animali. Vai su www.dextermilano.com
5xmille:
49.130
grazie! di Ilaria Tordone
I
n questo periodo si parla tanto di 5xmille. Se ne parla a chi ha la possibilità di donarlo, chiedendo di esprimere questa scelta nella propria dichiarazione dei redditi. È molto bello per noi poter parlare alle persone di 5xmille anche in un altro modo, dicendo
grazie!
Grazie a chi ha già fatto questa scelta. E possiamo farlo proprio perché pochi giorni fa abbiamo letto con gioia i risultati diffusi dall’Agenzia delle Entrate relativi al 5xmille del 2012. E siamo orgogliosi di poter dire 49.130 grazie, uno per ogni fir-
Grazie, uno per ogni firma, uno per ogni persona che ha scelto di dedicarci la sua fiducia, di donare la sua generosità agli animali ma, uno per ogni persona che ha scelto di dedicarci la sua fiducia, di donare la sua generosità agli animali. Questo straordinario risultato è un pieno di energia, che ci porta a fare ancora di più e meglio, ad andare
avanti grazie e in nome di chi è al nostro fianco. Siamo felici di vedere come sempre più persone scelgono di essere con noi, di accompagnarci nel nostro cammino. Ci riempie di gioia poter dire sempre più grazie. Siamo certi di poterlo dire anche a te: grazie di cuore! Se riusciamo a raggiungere sempre nuovi risultati per gli animali è proprio grazie a chi ha scelto di essere al nostro fianco. E il 5xmille è un aiuto straordinario.
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