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LAV Story I giorni del virus

I giorni del virus

di Giacomo Bottinelli con le illustrazioni di anGela conGiu

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IL virus arrivò a Rocca Sganghera una mattina d’inverno. Veniva da lontano. Era nato in un grosso allevamento di polli dall’altra parte del mondo e poi, saltando da un umano all’altro, aveva percorso molta strada.

Ora, un virus è una cosa piccolissima, che non si sa nemmeno se sia un essere vivente o no. Anche se aveste la lente di ingrandimento più potente di tutte non riuscireste a vederlo.

Ma la fata Betulla aveva la vista magica e lo individuò subito, aggrappato ai baffi del postino Egidio Tafutti, che si dirigeva in bici verso la piazza.

Fu un attimo e il virus era sparito nel condotto di un impianto di riscaldamento.

Betulla lo cercò. Ma non lo trovò.

Pochi giorni dopo il postino era a letto con febbre e raffreddore.

Il medico gli fece un controllo e saltò fuori che era proprio il virus.

«Il virus non esiste! È tutto un complotto!» gridò il barbiere Salvoni.

Il sindaco di Rocca Sganghera, Palmiro Buzzacchi, si affrettò a spiegargli che il virus era nato in qualche allevamento di animali e si stava spargendo su tutto il pianeta, ma il Salvoni non ne volle sapere.

A dirglielo ci provò anche il dottor Camosci, che era un medico dell’ospedale; ma intervenne Geronimo Filetti, un altro che la pensava come il Salvoni: «Siete pagati dai poteri forti!».

«E chi sarebbero, scusi, questi poteri forti?» chiese la professoressa Semproni che insegnava alle medie.

«Lo sappiamo chi sono…» rispose il Filetti; ma non lo spiegò mai.

Intanto si ammalarono anche l’ispettore Barbafiera, comandante della polizia municipale, il dottor Mangiabove, pediatra dell’Azienda Sanitaria Locale, il fabbro Mirco Sandroni e una lunga serie di altre persone.

Il sindaco emanò un’ordinanza per tenere chiusi i bar e altri negozi.

Il barbiere Salvoni, allora, organizzò una manifestazione di protesta davanti al Comune.

Aveva preparato uno striscione con scritto: «Svegliatevi! Il virus è una farsa!».

La fata Betulla, che il virus invece lo aveva visto, chiamò a raccolta la maestra Ludmilla, il cinghiale Armando, il tasso Carlo e anche gli gnomi.

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