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I giorni del virus di
Giacomo Bottinelli con le illustrazioni di Angela Congiu
IL da lontano. Era nato in un grosso allevamento di polli dall’alvirus arrivò a Rocca Sganghera una mattina d’inverno. Veniva
tra parte del mondo e poi, saltando da un umano all’altro, aveva percorso molta strada. Ora, un virus è una cosa piccolissima, che non si sa nemmeno se sia un essere vivente o no. Anche se aveste la lente di ingrandimento più potente di tutte non riuscireste a vederlo. Ma la fata Betulla aveva la vista magica e lo individuò subito, aggrappato ai baffi del postino Egidio Tafutti, che si dirigeva in bici verso la piazza. Fu un attimo e il virus era sparito nel condotto di un impianto di riscaldamento. Betulla lo cercò. Ma non lo trovò. Pochi giorni dopo il postino era a letto con febbre e raffreddore. Il medico gli fece un controllo e saltò fuori che era proprio il virus. «Il virus non esiste! È tutto un complotto!» gridò il barbiere Salvoni.
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