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L’Intervista

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Martina in cucina

Martina in cucina

a cura delle “Vegan Sisters”

Simone e la sua lotta per gli animali acquatici

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Ciao a tutti, in questo numero abbiamo un ospite veramente speciale. Si chiama Simone Scampoli ed è il coordinatore di Animal Save Movement per l’Italia. Insieme a lui siamo riuscite a liberare dal mattatoio Salvo, un agnellino di pochi mesi. Oggi lo abbiamo intervistato perché ci parlasse di Fish Save Movement.

Kenia: Simone, di cosa si occupa Fish Save Movement? Simone: È un ramo di Animal Save Movement e si occupa di far conoscere lo sfruttamento degli animali acquatici. Facciamo azioni nei porti, di fronte ai mercati del pesce, negli acquari. Abbiamo 40 gruppi locali e io sono il coordinatore della sezione Italia.

Bianca Jade: Molti pensano che i pesci non soffrano... S: I pesci sono animali affascinanti, molto diversi tra loro. Sapevate, ad esempio, che imparano in fretta, hanno una memoria a lungo termine e hanno un acuto senso del tempo? Riconoscono altri individui, costruiscono relazioni sociali complesse, comunicano e lavorano anche in cooperazione. Ma soprattutto, i pesci sono esseri sensibili: il loro sistema nervoso è abbastanza simile a quello di uccelli e mammiferi e questo indica che provano dolore. Purtroppo, la loro sofferenza viene spesso ignorata, sottovalutata, dimenticata.

Simone durante un’azione dimostrativa in un porto. K:E cosa puoi dirci degli allevamenti intensivi dei pesci? S: Anzitutto c’è un abuso di farmaci antibiotici, che non riguarda solamente gli allevamenti a terra ma anche quelli ittici, con gravi rischi per la salute nostra e dell’ambiente. I pesci negli allevamenti soffrono perché costretti a vivere in acqua sporca, in ambienti sovraffollati, dove le malattie sono dilaganti e i parassiti li divorano. Patiscono la fame e subiscono maltrattamenti.

BJ: Perché pensi che ci sia così tanta ignoranza sui pesci? S: Credo per le differenze di aspetto e di comportamento: non viviamo nello stesso ambiente, non sentiamo le loro urla, non capiamo le loro espressioni facciali. Eppure, i pesci sentono il dolore e la paura, e provano emozioni.

K: Per salvare gli animali marini non basta smettere di mangiare il pesce: serve anche non inquinare. Ci puoi parlare di questo? S: Spesso viene dimenticato il ruolo dei pesci negli ecosistemi: basti pensare che circa il 71% della superficie del Pianeta è coperta d’acqua

e che il 96,5% di quest'acqua viene dai mari e dagli oceani, i quali producono oltre il 50% dell’ossigeno che respiriamo e sono la casa di circa l’80% delle specie viventi attualmente conosciute. L’80% dell’inquinamento marino viene prodotto a terra: concimi, pesticidi e sostanze chimiche, scarichi e deiezioni provenienti dagli allevamenti.

BJ: Ci sono mille modi per uscire di casa e divertirsi, ma tante famiglie scelgono gli acquari. Cosa vuoi dirci in merito? S: Purtroppo creature marine vengono strappate ai loro habitat e forzate a trascorrere la loro esistenza in vasche artificiali. Il mio suggerimento è quello di visitare invece un Santuario degli animali liberati, dove si evita qualsiasi attività che metterebbe gli animali in una situazione di stress. Qui gli animali non diventano strumenti di intrattenimento dai quali trarre profitto, ma vengono riconosciuti come esseri viventi, di propria personalità, attitudini e bisogni.

K: Quando ci siamo conosciuti, siamo andati assieme a pulire una spiaggia in Sicilia. Siamo rimaste stupite da quanta plastica c’era. Ci spieghi come questo fa male ai pesci? S: Produciamo circa 300 milioni di tonnellate di plastica all’anno, usando 20 milioni di bottiglie di plastica al giorno. Ogni anno 8 milioni di tonnellate di plastica finiscono nei mari. Inoltre, ci sono le microplastiche: minuscole particelle di materiale plastico, prodotte dall’uomo, invisibili all’occhio. Secondo gli studi più recenti, circa il 30% dei pesci nel mondo ha ingerito microplastica. Tutto questo è nocivo per gli animali marini, ma lo è anche per chi li mangia.

BJ: Come possono aiutarvi i nostri lettori? S: Come Fish Save Movement promuoviamo una dieta vegana: non mangiare gli animali acquatici è il modo più semplice per aiutarli. Un altro importante aiuto viene dalla partecipazione attiva. Siamo ragazzi e ragazze giovanissimi: chi si vuole unire a noi è il benvenuto!

Sopra, Bianca Jade, Kenia e Simone partecipano al salvataggio di un agnello da un mattatoio. Sotto, ancora loro tre assieme durante un’attività di volontariato per la pulizia delle spiagge dalla plastica e dai rifiuti. Qui sotto, il logo dell’associazione della quale Simone è il coordinatore in Italia.

K: Grazie mille Simone per tutto quello che fai. S: Grazie a voi per questa opportunità di parlare ai più giovani.

BJ: Potete seguire Simone su IG @simonescampoli FB @simonescampoli TIKTOK @simonescampoli, e potete seguire noi su INSTA @_vegansisters_, su FB @vegansisters & TIKTOK @vegan.sisters

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