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Impronte – Anno XXXIII - N.6 – Settembre 2016 - Iscr. Trib. Roma 50/84 – Reg. Naz. Stampa 40/86/1993 – Roc. 2263 – Periodico associato all’Unione Stampa Periodica Italiana – Direttore resp. Giacomo Bottinelli
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SPERIMENTAZIONE ANIMALE Le statistiche nazionali (2014) Analisi di Michela Kuan
Responsabile LAV Ricerca senza animali
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BOOM DI MACACHI NEI LABORATORI
Ripartizione specie utilizzate nei laboratori nel 2014 1% 2%
700 mila animali stabulati nel 2014. Il numero di macachi sale da 302 a quasi 450, e 500 i cani ancora utilizzati in test dolorosi e dalla dubbia valenza scientifica
4% 3%
19%
Specie Topi Ratti Porcellini d’India Criceti Furetti Conigli Cani Equidae Suini Caprini Ovini Bovini Uistitì Macachi Altri mammiferi Uccelli Rettili Rane Zebra FIsh Cefalopodi Totale
2014 485.820 129.446 17.099 490 4 7.059 191 78 1.541 31 74 168 6 448 16 29.073 95 1.253 18.837 15 691.666
Inoltre aumenta il ricorso a porcellini d’india, furetti (ormai considerati animali “da compagnia”), pecore e tragicamente primati non umani, infatti il numero di macachi passa da 302 nel 2012 a quasi 450 nel 2014, un aumento inaspettato soprattutto alla luce di una legge che limita fortemente il ricorso a specie filogeneticamente così vicine alla nostra e che continuano a essere tristemente importate da Paesi problematici e senza controllo, come Africa (246) e Asia (196). Basti ricordare il tragico esempio delle Mauritius, bacino di fornitura di primati “da sperimentazione”, dove un’investigazione presso la Noveprim, il più grande stabilimento allevatore dell’isola, ha smascherato centinaia di cadaveri, tra cui femmine gravide e cuccioli, ammassati come spazzatura.
70%
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topi ratti porcellini d’india criceti
Specie Topi Ratti Porcellini d’India Criceti Furetti Conigli Cani Altri roditori Equidae Suini Caprini Ovini Bovini Uistitì Macachi Altri mammiferi Uccelli Rettili Rane Zebra FIsh Cefalopodi
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furetti conigli cani equidi
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2014 485.820 129.446 17.099 490 4 7.059 191 0 78 1.541 31 74 168 6 448 16 29.073 95 1.253 18.837 15
suini caprini ovini bovini
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macachi altri mammiferi polli domestici altri uccelli
Media trienno 2010-2012 515.748 163.379 14.928 633 4 8.177 505 1.273 26 2.468 44 340 320 47 307 308 27.808 216 1.366 38.210 –
Tra i campi di applicazione dove si ricorre maggiormente alle scimmie, ci sono le ricerche sull’HIV e le neuroscienze (investigazioni sul cervello), eseguite spesso senza anestesia. Da quasi 20 anni il vaccino “sembra” funzionare sulle scimmie, ma dov’è la cura per l’uomo? Nel 1989 si riuscì a vaccinare i macachi contro l’SIV (un virus simile a quello che infetta la nostra specie) e nel 1990 iniziarono le prove sull’uomo contro l’HIV, ma ad oggi nessun farmaco efficace è stato trovato: 85 vaccini promettenti sul modello animale e oltre 25 anni di studi senza arrivare a nessuna applicazione utile per i milioni di malati che aspettano una cura. Chiarificatrice la posizione del genetista Dr. J. Bailey: “C’è una grande quantità di dati spesso trascurati che mostra che la ricerca su primati non umani sia irrilevante, non necessaria, anche pericolosa per la salute umana e che abbia poco o nessun valore predittivo o applicazione per la medicina umana.” Tornando alle statistiche italiane, moltissimi topi, la specie più rappresentata nei laboratori, vengono allevati per il solo mantenimento di colonie di animali geneticamente modificati,
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Nel mese di agosto 2016 sono finalmente state pubblicate le statistiche riguardanti il numero di animali usati per fini sperimentali nel 2014 in Italia: i nuovi dati sono stati raccolti per la prima volta secondo le modalità previste dalla Direttiva 2010/63/UE dal Ministero della Salute, recepita in Italia con il decreto legislativo n.26/2014 e pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale n.197. Il numero totale di animali utilizzati per fini sperimentali è in leggero calo, fatto che non deve riscuotere applausi né entusiasmi in quanto, per legge, il ricorso agli animali dovrebbe essere l’ultima via di sperimentazione, attuabile solo se non sono disponibili metodi alternativi. Il numero è, chiaramente, ancora troppo alto arrivando a quasi 700.000 animali che ogni anno vengono stabulati, utilizzati e uccisi per procedure dolorose e che producono dati pericolosi e fuorvianti se trasferiti all’uomo.
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un sistema in cui si inseriscono geni o tratti genici che portano l’informazione legata alla malattia umana, dove metà degli embrioni muore durante il periodo gestazionale o nascendo non portatori della modificazione, vengono soppressi. Il problema degli OGM è un grave gap legislativo, in quanto ormai più del 60% degli animali è geneticamente modificato, nascendo già con caratteristiche che lo rendono sofferente, fragile e particolarmente sensibile. Spesso muoiono e vengono manipolati nel modo sbagliato, arrecando ancora più dolore di quanto non comporti già di per sé l’esperimento. Ben 289.558 le procedure (che comprendono più animali) inerenti la ricerca di base, applicazione che non prevede alcun obbligo di legge e che dovrebbe vedere un drastico calo delle autorizzazioni. Chi difende la vivisezione, spesso dice che molti esperimenti vengono fatti nell’interesse della specie stessa, invece le statistiche mostrano quanto sia assolutamente falso, infatti solo 14 ricerche su un totale di 698.059 vengono fatte per la protezione dell’ambiente o nell’interesse della specie stessa. Questi numeri già di per sé impressionanti sono, in realtà, fortemente sottostimati perché non tengono conto di molte categorie come gli animali usati già deceduti, gli invertebrati (unica eccezione il polpo) o le forme non completamente sviluppate (moltissimi animali sono soppressi per fornire siero fetale, il quale viene estratto tramite puntura intracardiaca dal feto estratto vivo dall’utero). L’impegno verso la riduzione e la sostituzione degli animali nella ricerca rimane solo sulla carta, come dimostrano queste statistiche, principio che non viene ascoltato per la mancanza di formazione, gap culturale e interessi economici lasciando il nostro Paese ancorato a un modello fallimentare della fine dell’800. Secondo il nuovo schema di decreto legislativo, le procedure devono essere anche classificate secondo 4 livelli di dolore, dal lieve, al moderato, al grave e di non risveglio. Partendo dal fatto
che tali valutazioni vengono fatte spesso da persone che non hanno competenza professionale in grado di dare rigide considerazioni sull’espressione del dolore ed etologia dell’animale (la scienza legata al comportamento animale è ancora considerata di “livello b”), lascia senza parole cosa si intenda per poca sofferenza, solo per citare un esempio presente nelle sintesi non tecniche pubblicate dal Ministero della Salute (http://www.salute.gov.it/portale/temi/p2_6.jsp?lingua=italiano&id=4399&area=sanitaAnimale&menu=sperimentazione), leggiamo “perdita di peso, grigiore del pelo, possibili infezioni dovute alla parziale distruzione del midollo osseo provocata dall’irradiamento”. Allarmante anche il numero di procedure classificate come gravi, oltre 21.000, dove per grave si intendono sperimentazioni che comportano dolore e angoscia prolungati che possono comportare il non ricorso all’anestesia come lesioni spinali, stimolazioni elettriche, nuoto forzato e perfusione di organi. Tali procedure dovranno subire valutazioni retrospettive e attendiamo i dati che ne dimostreranno l’utilità nella traslazione all’uomo. Oltre all’endpoint rappresentato dalla morte, gli effetti degli esperimenti da prendere in considerazione quando si parla del fenomeno sono tanti e spesso messi in secondo piano rispetto FOTO FOTOGRAMMA
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alla soppressione, ma gli animali subiscono, come citano testualmente le schede del Ministero della Salute, disidratazione, anoressia, perdita di peso corporeo, postura anormale, rossore, ittero, ferite, pelo arruffato, dispnea, tachipnea, atassia, tremori, scarsa vivacità, isolamento dal gruppo, mancanza di grooming, ritardo di crescita, progressiva cecità, deformità ossee, splenomegalia e ulcere. Infine, viene completamente ignorato il principio del Refinement voluto per legge da oltre 20 anni, che prevede arricchimenti ambientali (come zone protette dalla luce o giochi) e comportamentali (ad esempio cibo fresco), mentre ancora oggi milioni di roditori vivono in vuote gabbie senza alcun riparo da una luce forzata, nonostante siano animali notturni, mangiando pellet per tutta la loro vita in attesa dell’esperimento. Questa non è scienza e ancora meno è etica o tutela di esseri senzienti: la ricerca deve cambiare per gli animali e per l’uomo che deve rimanere lo scopo dell’avanzamento delle conoscenze e che invece viene sfruttato diventando l’ennesima cavia di un’industria che si basa sul profitto. Interessante anche la dimostrazione di come gran parte dei cani utilizzati, in totale sono 500 nel 2014, provengono da allevamenti al di fuori dell’UE, fatto che avevamo già svelato durante il lungo processo all’allevamento Green Hill in cui avevamo denunciato come ci sia un traffico di animali destinati a tutto il mondo che vengono imprintati, tatuati e spediti come oggetti “da sperimentazione”.
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Impronte N.6 – Anno XXXIII - Settembre 2016 AUT. TRIB. ROMA 50/84 - dell’11.2.1984 ISCR. REG. NAZ. STAMPA 4086 - dell’1.3.1993 ISCR. ROC 2263 - anno 2001 Periodico associato all’Unione Stampa Periodica Italiana (USPI) DIRETTORE RESPONSABILE Giacomo Bottinelli DIREZIONE E REDAZIONE Sede Nazionale LAV Viale Regina Margherita 177 - 00198 Roma Tel. 064461325 – fax 064461326 www.lav.it IMPAGINAZIONE E GRAFICA Fabiola Corsale STAMPA Arti Grafiche “La Moderna” - Via Enrico Fermi, 13/17 - 00012 Guidonia Montecelio (Roma)
CHIUSO IN TIPOGRAFIA nel mese di Dicembre 2016
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