LAZMAG
ART MAGAZINE .06 SPECIALE CATALOGO
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BIENNALE DISEGNO RIMINI 2014/ 1째 EDIZIONE Il nido delle idee.
LAZAGNE ART MAGAZINE / SPECIAL EDITION BIENNALE DISEGNO RIMINI 2014 COVER PHOTO/ IMMAGINE DI COPERTINA:
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DAL 12.04.20 14 AL 08.06.20 14
OUP: NE GR I Z A G NE MA ZZI
LAZAG
A TO BER AVAGLI A N R AN INA R ALI SAB VIT A LAR
RIMINI
2014
credits and partners
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LUCA CAMBIASO (1527-1585) STUDIO DI FIGURE GEOMETRIZZATE FIRENZE, GABINETTO DISEGNI E STAMPE DEGLI UFFIZI
Organizzazione Comune di Rimini - Musei Comunali
DISEGNO
via Cavalieri, 26 Rimini www.biennaledisegnorimini.it / www.riminiturismo.it
CON IL PATROCINIO DI:
HE TO OT R OG RA P
LAZ
WWW.LAZAGNEMAGAZINE.COM
T W I T T E R/ L A ZA GN E M A GAZI N E FACE BOOK/ L A ZA GN E M A GAZI N E 2
CON IL SOSTEGNO DI:
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DA AGN GI NIE E CO OV L LLA AN YE BOR NI AT ATO CA MAN RS: LA _ BR TRA ES NS E_ LA
BIENNALE
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PROVINCIA DI RIMINI
IN COLLABORAZIONE CON:
APT Servizi Srl / Santarcangelo dei Disegni - Santarcangelo •12 •13 •14 Festival Internazionale del Teatro in Piazza / Accademia di Belle Arti di Bologna / Pinacoteca Comunale di Faenza / Circolo cinematografico Dogville / Cristallino - Focus / Galleria NinaPì Ravenna / L’arboreto - Teatro Dimora Mondaino / Drawings storage / Mare di libri / UniRimini - Dipartimento di Scienze per la Qualità della Vita / IUAV San Marino / LABA Rimini / adArte Rimini
MEDIA PARTNERS:
edizionimedusa
www.drawingstorage.tumblr.com
FAR - FABBRICA ARTE RIMINI PIAZZA CAVOUR, RIMINI > PAGE ...10 *KROBYLOS UN GROVIGLIO DI SEGNI DA PARMIGIANINO A KENTRIDGE 1
a cura di Alessandra Bigi Iotti, Marinella Paderni, Massimo Pulini, Giulio Zavatta
BIENNALE DISEGNO RIMINI 2014
DOMENICO BACCARINI DISEGNI DALLA PINACOTECA DI FAENZA, presso GIANLUIGI TOCCAFONDO CINEMA DISEGNATO a cura di Fabio Biondi TEMPIO MALATESTIANO SITO STORICO/ MOSTRA PERMANENTE
CASTEL SISMONDO 2
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1 5 ALA NUOVA DEL MUSEO
6 CIRCUITO OPEN 15
PALAZZO GAMBALUNGA
7 ISTITUTO MUSICALE LETTIMI 14 PALAZZO BUONADRATA
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MUSEO DEGLI SGUARDI
13 CESENA BIBLIOTECA MALATESTIANA
INDICE/ INDEX EXHIBITIONS
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12 LONGIANO/ FONDAZIONE TITO BALESTRA
RESIDENZA UNIVERSITARIA RIMINI
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SITO STORICO/ MOSTRA PERMANENTE VIA QUATTRO NOVEMBRE 35, RIMINI
CASTEL SISMONDO PIAZZA MALATESTA, RIMINI > PAGE ...50 ANTONIO BASOLI IL GIRO INTORNO AL MONDO DAL DISEGNO AL TEATRO AL CINEMA a cura di Eleonora Frattarolo ADOLFO COPPEDÈ UN ARCHITETTO NEL SECOLO D’ORO DELLA BORGHESIA a cura di Tommaso Strinati MAURIZIO OSTI IL DISEGNO TRA INVENZIONE ED EVOCAZIONE HUGO PRATT IL SEGNO DELL’AVVENTURA a cura di Cristina Taverna, Patrizia Zanotti , Egisto Quinti Seriacopi e Cartoon Club
ROTONDA PROGETTO “PENSIONE ONIRIA”
SANTARCANGELO DEI DISEGNI
MUSEO DELLA CITTÀ VIA TONINI 1, RIMINI > PAGE ... 78 *KROBYLOS UN GROVIGLIO DI SEGNI DA PARMIGIANINO A KENTRIDGE ( PAGE...12) ELIO MORRI (1913-1992) UNA RETROSPETTIVA a cura di Giulia Palloni ARIA, VUOTO E ASSENZA DISEGNI ANTICHI DALLA COLLEZIONE RIDOLFI RENÉ GRUAU NUOVO ALLESTIMENTO COLLEZIONE, MARCELLO DUDOVICH UN OSPITE INEDITO a cura di Giulio Zavatta FEDERICO FELLINI IL LIBRO DEI SOGNI DI FEDERICO FELLINI FILIPPO DE PISIS LETTERE AI MARGINI a cura di Andrea Galli IL DISEGNO IN ARCHEOLOGIA a cura di Marcello Cartoceti, Chiara Cesaretti e Luca Mandolesi 5 ALA NUOVA DEL MUSEO VIA TONINI 1, RIMINI > PAGE ...108 CANTIERE DISEGNO 40 ARTISTI NELLE STANZE DEL CONTEMPORANEO ATELIER E RESIDENZE 6 PALAZZO GAMBALUNGA VIA GAMBALUNGA 27, RIMINI > PAGE ...156 LEONARDO SONNOLI DEAR DADDY-LONG-LEGS presso BIBLIOTECA GAMBALUNGA, SALE ANTICHE NICOLETTA CECCOLI SOGNI AD OCCHI APERTI a cura di Alice Bigli e Gianluca Guidomei presso GALLERIA DELL'IMMAGINE 7 ISTITUTO MUSICALE LETTIMI VIA CAIROLI 44, RIMINI > PAGE ...164 PAOLO ROSA DISEGNI PER STUDIO AZZURRO a cura di Osvalda Centurelli e Roberto Paci Dalò 8 MUSEO DEGLI SGUARDI VIA DELLE GRAZIE 12, COVIGNANO DI RIMINI > PAGE ...170 ALLUNA TAVOLE CORANICHE IN LINGUA HAUSA a cura di Luigi Pezzoli 9 ROTONDA TRA VIA DI CAMPANA E VIA B. TONI, RIMINI > PAGE ...174 CLAUDIO BALLESTRACCI PROGETTO CARATTERIZZAZIONE ROTONDA “PENSIONE ONIRIA” 10 SANTARCANGELO > PAGE ...176 SANTARCANGELO DEI DISEGNI ANNO SOLARE a cura di Santarcangelo dei Teatri CRISTALLINO INDAGINE SUL CONTEMPORANEO a cura di Francesco Bocchini e Claudio Ballestracci SUPER CINEMA ARTE a cura di Associazione Dogville 11 RESIDENZA UNIVERSITARIA EX HOTEL PALACE , RIMINI > PAGE.. .179 STILISTI E FUTURI STILISTI a cura di Sabrina Foschini e Nicoletta Mainardi 12 LONGIANO FONDAZIONE TITO BALESTRA, CASTELLO MALATESTIANO > PAGE ...180 QUASI UN SECOLO DI DISEGNO NELLA FONDAZIONE TITO BALESTRA a cura di Flaminio e Massimo Balestra 13 CESENA - CORALI MINIATI, BIBLIOTECA MALATESTIANA, PIAZZA BUFALINI, 1 > PAGE ...182 4
PALAZZO BUONADRATA CORSO D'AUGUSTO 62, RIMINI I MAESTRI DEL TEMPO a cura di Alessandro Giovanardi 15 CIRCUITO OPEN > PAGE ...184 14
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> PAGE ...46
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4 MUSEO DELLA CITTA'
FAR/ FABBRICA ARTE RIMINI
TEMPIO MALATESTIANO
PALAZZO DEL PODESTÀ a cura di Annamaria Bernucci
> PAGE ...183
Rimini che, ancora, dà i natali e l’ispirazione di tutta una vita artistica ad uno dei più grandi geni creativi del Novecento, Federico Fellini, che, proprio attraverso il disegno, creerà temi e spunti dei suoi film e racconterà la sua vita di incontri, personaggi e immagini tanto legati alla nostra città. Tutte queste epoche e fasi sono state anticipate e documentate dal disegno: dalla numismatica al mosaico, dagli affreschi con le loro sinopie alle linee e all’apparato decorativo del nostro Tempio, fino alle illustrazioni pubblicitarie della “costa gioiosa”, che hanno accompagnato la nostra immagine più recente grazie ad artisti come
DIS E GN O R IM IN I BIE NNAL E
chi si chiedesse il perché di una Biennale del Disegno a Rimini risponderei che non esiste forse un’arte che meglio del disegno possa esprimere la nostra città, la sua storia e la sua natura più intrinseca. Il disegno è l’espressione per eccellenza del pensiero, della creatività, dell’immaginazione e della continua trasformazione e tensione tra il sogno dell’uomo e la sua traduzione in realtà. È un preciso disegno strategico che ha scelto la nostra città come punto di connessione tra Italia ed Europa, all’incrocio tra tre vie consolari e al chilometro zero della Via Emilia, una delle più importanti arterie dell’antichità, facendone un crocevia di cui l’arco di Augusto e il ponte di Tiberio sono il simbolo. È ancora il disegno che, dopo il Medioevo, rende Rimini protagonista della rinascita pittorica attraverso la sua famosa scuola trecentesca. Quella Rimini che, nel fiorire del pensiero umanistico e della sua espressione nell’arte rinascimentale, diviene il luogo in cui uno dei più geniali architetti di tutti i tempi, Leon Battista Alberti, progetta il Tempio Malatestiano, manifesto dell’architettura e opera tra le più misteriose ed emblematiche dell’incrocio tra cultura classica e tradizione locale, tra sacro e profano. Rimini che, a partire dalla metà dell’Ottocento, dà vita ad un nuova intuizione, il bagno terapeutico, che si trasformerà in una vera e propria industria turistica di cui la nostra città diventerà il simbolo europeo nel secolo successivo, in particolare quando, nel secondo dopoguerra, il mare diventerà accessibile a tutti e con esso la vacanza, con il suo portato di leggerezza e gioia, di piacere e creatività.
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Dudovich, Gruau, Manara e tanti altri, fino ad arrivare al writer contemporaneo Eron. Lo stesso Cartoon Club, uno dei più importanti Festival Internazionali del Cinema di animazione e del fumetto, si svolge a Rimini che ogni estate diviene lo scenario di eventi, performance e spettacoli che richiamano partecipanti da tutto il mondo. Ancora oggi, in un momento di svolta epocale tra un mondo che è finito ed un altro che ancora va definendo i suoi contorni, è sempre il disegno che accompagna la trasformazione che la nostra città sta progettando e realizzando. In discontinuità con quell’epoca dell’edificazione massiva che Tonino Guerra lamentava avesse finito per “togliere l’infinito al mare”, oggi Rimini sta lavorando su un master plan strategico, ovvero un ridisegno complessivo chiamato a rigenerare la nostra città, le sue strade, le sue piazze, i suoi sistemi di mobilità, nel segno di una nuova armonia, di una riconnessione verde, di una nuova attenzione all’ambiente e alla qualità della vita e dell’accoglienza. Perché non bisogna dimenticare che Rimini è anche, per eccellenza, la città dell’accoglienza. E non è un caso che il format della Biennale preveda, oltre alle straordinarie mostre, una serie di eventi della città e nella città, realizzati con la collaborazione di artisti, librai, collezionisti, cittadini che apriranno le proprie porte all’incontro con chiunque sia appassionato dell’arte del disegno e voglia calarsi appieno dentro questo grande evento. In questo momento tanto complesso quanto stimolante per tutti noi e per i nostri territori affrontiamo quindi con grande entusiasmo la sfida della prima Biennale del Disegno come un buon auspicio per l’opera di rigenerazione che Rimini ha intrapreso per innovare la sua vocazione di terra creativa, capace di inventare e reinventare modelli di vita e di benessere e di essere teatro e tramite di continue opportunità di incontro e relazione. ANDREA GNASSI SINDACO DI RIMINI
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or those who have asked why we’re holding the Biennale del Disegno in Rimini, the answer is that no other art better expresses our city than drawing, in its historical and most intrinsic nature. Drawing is the expression of thought par excellence, as its continuous transformation, creativity and imagination helps mankind’s dreams become reality. Our city has been chosen as a connection between Italy and Europe by a precise strategic plan; it’s right next to the Via Emilia, one of the most important roads of antiquity, making it a crossroads symbolized by Augustus’ arch and Tiberius’ bridge. It’s thanks to drawing that, after the Middle Ages, Rimini could play an active role in the rebirth of painting through its famous 14th century academies. It’s in Rimini where, during the blossoming of humanistic thought and expression in Renaissance art, Leon Battista Alberti, one of the most brilliant architects of all time, created the Tempio Malatestiano, an emblematic and mysterious work as well as architecture’s manifesto as a cross between classic culture and local traditions, between sacred and profane. Rimini, which paved the way for the use of therapeutic spas since the mid 1800’s, eventually building a true industry of tourism which will become the city’s symbol in the following century. After the end of the second world war, Rimini’s beaches became available to everyone along with the vacations they entail, bringing with them light, joy, pleasure and creativity. Rimini, again, was the birthplace and main source of artistic inspiration for one of the 20th century’s greatest geniuses, Federico Fellini, who, through his drawings, crafted themes and ideas for his films which would tell the story of his life through encounters, characters and imagery, all tightly connected to our city. All of these phases and eras have been predicted and documented by drawings: from nusmismatics to mosaics, from frescoes and their underpaintings to the lines and decorations of our Tempio, even from our advertisements for our “joyous coast”, with
artists such as Dudovich, Gruau, Manara and others contributing to our image, to our contemporary writer Eron. Our very own Cartoon Club, one of the most important International Film Festivals dedicated to animation and comics, is held every summer in Rimini, hosting performances and shows that draw participants from all over the world. Even today, in these times of change where one world is ending and the other is still being defined, drawing is fundamental in the transformation that our city is planning and creating. By cutting ties with the era of mass production that Tonino Guerra lamented as having “taken the infinite from the sea”, Rimini is now working on a strategic master plan; that is, a complete redesign in order to regenerate our city, along with its streets, squares, and transportation systems, all done in an effort to bring about new harmony, reconnect with our green spaces, better respect our environment, and improve our quality of life and welcoming culture. Because we should not forget that Rimini is also, especially, a welcoming city. It’s not by chance that the Biennale’s format includes, apart from the extraordinary exhibitions, a series of events being held by the city, for the city, made in collaboration with artists, booksellers, collectionists, and citizens who want to open their horizons to whomever is passionate about art and wants to fully delve into this great event. In this complex, stimulating time for all, we’re enthusiastic to face the challenge of the first Biennale del Disegno as a good omen for the regenerative work Rimini has undertaken. Rimini’s vocation as a creative land means being able to invent and reinvent new standards of life and wellness, and also act as the stage for continuous relation and meeting opportunities. ANDREA GNASSI MAYOR OF RIMINI
2014
IL DISEGNO È IL NIDO DELLE IDEE / THE NEST OF IDEAS IS DESIGN
BIENNALE DISEGNO RIMINI 2014
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IDEE [the NEST of IDEAS] IL DISEGNO È IL NIDO DELLE IDEE / THE NEST OF IDEAS IS DRAWING
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BIENNALE DISEGNO RIMINI 2014
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IL LAZMAG
IL DISEGNO È IL NIDO DELLE IDEE THE NEST OF IDEAS IS DRAWING
Marcello Dudovich
Ritratto della moglie sulla spiaggia di Rimini, 1922
Dall’alfabeto pittorico di Antonio Basoli - Bologna 1839
PALAZZO DEL PODESTÀ RIMINI Piazza Cavour
far
Fabbrica Arte Rimini
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Piazza Cavour
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RIMINI PHOTO BY GIOVANNI CALABRESE
LAZMAG
Domenico Beccafumi Jacopo Bertoja Giuseppe Bernardino Bison Cecco Bravo Luca Cambiaso
Piero Manai
Domenico Tintoretto
Dacia Manto
Taddeo Zuccari
Eva Marisaldi
e contemporaneo
André Masson Georges Mathieu Eliseo Mattiacci Marisa Merz
Giacomo Cavedone
Domenico Baccarini
Francesco Coghetti
Emanuele Becheri
Antonio Consetti
Luca Bertolo
Hermann Nitsch
Donato Creti
Irma Blank
Claudio Parmiggiani
Gaspare Diziani
Alighiero Boetti
Francesco Pedrini
Chiara Camoni
Achille Perilli
Giuseppe Capogrossi
Jorge Peris
Felice Giani Guercino
Gianni Caravaggio Francesco Carone Mariana Castillo Deball
Sabrina Mezzaqui Marzia Migliora
Franco Pozzi Leonardo Pivi Johannis Rapuzzi
Carlo Maratta
Tony Cragg
Giovan Battista Marcola
Roberto Crippa
Aureliano Milani
Hanne Darboven
Emilio Scanavino
Giuseppe Nuvolone
Giovanni De Lazzari
Serse
Lelio Orsi
Fortunato Depero
Kiki Smith
Jacopo Palma il Giovane
Piero Dorazio
Carlo Steiner
Lèon Ferrari
Tancredi
Parmigianino Guido Reni Salvator Rosa Luigi Sabatelli
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Jacopo Tintoretto
Stefano Arienti
Giuseppe Maria Ficatelli
il nido delle idee
Sol LeWitt
Simone Cantarini
Fortunato Duranti
biennale disegno rimini
Lorenzo Tiepolo
Lucio Fontana Michele Guido Shilpa Gupta Keith Haring
Tomás Saraceno
Antoni Tàpies Nicola Toffolini Luca Trevisani Emilio Vedova
Francesco Solimena
Hans Hartung
Alessandro Tiarini
Paolo Icaro
Lorenzo Viani
Giambattista Tiepolo
Joan Jonas
Erwin Wurm
Giandomenico Tiepolo
William Kentridge
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tra antico
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FAR - FABBRICA ARTE RIMINI /MUSEO DELLA CITTÀ, RIMINI
DI SEGNI.
Tony Cragg Untitled, Monza - Collezione privata
KROBYLOS - UN GROVIGLIO DI SEGNI
KUNRGROVIGLIO OBYLOS
“I disegni sono le prime idee d’un pittore, il primo fuoco della sua immaginazione, il suo stile, il suo spirito, la sua maniera di pensare: sono i primi originali che servono spesso agli allievi dei maestri, a dipingere i quadri che non sono che copie. I disegni provano la fecondità, la vivacità del genio dell’artista; la nobiltà, l’elevatezza dei suoi sentimenti e la facilità con la quale egli si esprime. Un pittore quando dipinge un quadro, si corregge, e reprime la foga del suo genio; facendo un disegno, getta il primo fuoco del suo pensiero, s’abbandona a se stesso, si mostra com’è”. (D. D’Argenville, 1745)
Per tutto il Rinascimento e fino al Novecento il disegno è stato prevalentemente strumentale alla costruzione dell’opera d’arte.
D A PA R M I G I A N I N O A K E N T R I D G E
Solo nel Novecento esso assume pienamente la libertà e l’autonomia di un’Arte sé stante.
A cura di
Nella fase ideativa e preparatoria dell’opera
Alessandra Bigi Iotti Marinella Paderni Massimo Pulini Giulio Zavatta
tutti i maestri del passato prima di tutto si sono espressi attraverso il disegno: dagli schizzi agli studi singoli e per l’intera composizione fino ai cosiddetti cartoni, della misura coincidente all’opera finita. Di tutte queste fasi di
SEDI ESPOSITIVE:
progressivo avvicinamento all’idea definitiva,
Far (fabbrica Arte Rimini) Museo della città
il primo disegno, definito appunto “schizzo” o “abbozzo”, spesso solo accennato, rapido, complicato o non finito, è all’origine della
Luigi Sabatelli Studio per Madonna col Bambino, Bologna - Collezione Ridolfi
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mostra Krobylos un groviglio di segni.
FAR - FABBRICA ARTE RIMINI /MUSEO DELLA CITTÀ, RIMINI
KROBYLOS - UN GROVIGLIO DI SEGNI
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Hans Hartung, Untitled, Reggio Emilia - Collezione privata
“Più che mai oggi il disegno immette quindi nel crogiuolo del ricercare quotidiano dell’artista, nella sua più intima espressività, nella sua originaria progettualità, a un livello dunque più vero, più autentico, più profondo, più sorgivo. Il che non è certamente nuovo
in assoluto, ma nuovo è sicuramente il piano comunicativo nel quale ora si viene a porre: non più subordinato, non più appunto marginale, non più minoritario, ma a suo modo protagonistico, vale a dire di raggiunta completezza semantica, d’inusitata ampia capienza espressiva”.
Emilio Vedova, Senza titolo, Reggio Emilia - Collezione privata
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(E. Crispolti,1993)
Luca Cambiaso Studio di figure geometrizzate, Firenze - Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi
Keith Haring Untitled - Collezione Scudo Investimenti SG s.p.a. (Courtesy Galleria NinaPì)
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FAR - FABBRICA ARTE RIMINI /MUSEO DELLA CITTÀ, RIMINI
KROBYLOS - UN GROVIGLIO DI SEGNI
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“Il mondo mi appare come un dedalo in cui voglio orientarmi, e devo farlo come disegnatore. Ci sono le visioni, rappresentazioni suggestive che, a partire dall’infanzia, hanno giocato un ruolo centrale nella mia vita e mi hanno soggiogato per fascino o per raccapriccio. Voglio trattenere quelle fragili e incomprensibili forme. Sapere da dove proviene questo flusso di fenomeni è per me secondario, in fin dei conti. Una pulsione irresistibile mi spinge a disegnare le immagini che affiorano come in una sorta di crepuscolo dell’anima.”
Il disegno disegna e designa l’inespresso, l’invisibile, l’indicibile. Dona corpo a ciò che prima non l’aveva, rende visibile il pensiero nello spazio eternizzandolo nel tempo. Non solo, è la sua diretta prosecuzione dallo spazio visionario della mente alla sensorialità e alla gestualità del corpo, passando dalla mente al braccio, alla mano e alle dita. È il linguaggio artistico più vicino al corpo e allo spirito, con meno mediazioni e sovrastrutture intellettuali. Spesso è di getto, intimo e crepuscolare, più simile alla musica, alla voce e alle loro improvvisazioni.
Léon Ferrari Escritura, Bologna - Collezione privata (Courtesy Galleria P420 Bologna)
Per questo il contemporaneo ama tanto il disegno, fino a elevarlo a linguaggio di espressione di questi tempi rapidi, fluidi, in continuo cambiamento. Pure il disegno oggi è liquido come la nostra modernità, segue la velocità del pensiero, sorge fugacemente sul foglio bianco per divenire in pochi istanti un segno che lascerà una traccia indelebile negli occhi di chi lo guarda. Il disegno è anche quella forma atavica che cambia con il mutare del tempo connettendo l’uomo alla sua storia; dai graffiti delle grotte di Lascaux fino ai disegni contemporanei di David Hockney su iPad (dispositivo scelto dal celebre artista settantenne per la velocità di esecuzione), il disegno non ha mai smesso di rappresentare la fenomenologia del mondo.
Antonio Consetti Sant’Antonio da Padova col bambino Collezione privata
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UN GROVIGLIO DI SEGNI.
Alfred Kubin, Il disegnatore di sogni 28
La pratica del disegno ha una lunga storia, antica quasi quanto l’uomo, che lo ha accompagnato sempre nella manifestazione dei suoi sogni sul mondo. Idee, appunti visivi, costruzioni mentali, visioni ad occhi aperti, automatismi segnici, queste sono solo alcune delle innumerevoli traduzioni a cui l’animo umano ha dato forma tramite l’arte unica e insostituibile del disegno.
Joan Jonas Performance Drawing 4. Pyramids, 2003 Parma - Collezione privata (particolare)
FAR - FABBRICA ARTE RIMINI /MUSEO DELLA CITTÀ, RIMINI
KROBYLOS - UN GROVIGLIO DI SEGNI
LAZMAG
KROBYLOS - UN GROVIGLIO DI SEGNI
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Con le avanguardie storiche del XX secolo l’arte del disegno ha conosciuto una nuova vita che perdura tutt’oggi. Da studio preparatorio del passato si è trasformato in un linguaggio autonomo, significante, assumendo spoglie inedite e ibridandosi con altri generi e pratiche artistiche: dai collage cubisti ai frottage dadaisti, dai calligrammi lettristi alla materia segnica degli Informali; dalle forme installative inaugurate dai Concettuali ai wall-drawing contemporanei; dalle performance che sfruttano la gestualità e l’improvvisazione del disegno alle videoanimazioni odierne che coniugano sofisticate tecnologie al magma segnico. Alle soglie degli anni duemila il disegno è diventato tutto e il suo contrario senza smarrire la sua unicità. Rispetto ad altre arti ancestrali come la pittura o la scultura, il disegno ha dimostrato di sapersi reinventare di continuo, di cogliere lo spirito dei tempi arricchendosi di possibilità espressive e di tecniche sempre diverse. L’attenzione data nuovamente al disegno dalle ultime generazioni d’artisti testimonia una passione mai sopita verso un’arte primordiale che non cessa di essere il momento di maggiore aderenza tra il sorgere dell’idea e la sua manifestazione fenomenica sotto forma d’immagine. Marinella Paderni
Emanuele Becheri Senza titolo (Shining), 2007 - Collezione dell’artista
fisicamente impegnato in un disegno che l’idea comincia ad emergere.
Un artista che ha fatto dell’automatismo psichico del disegno una forma superlativa di arte tra storia e modernità è William Kentridge. Rivendicando negli anni Novanta la forza generatrice del disegno, l’artista sudafricano ha inventato una pratica inedita chiamata Drawings for projection che coniuga il movimento continuo del disegnare all’illusione cinematica dell’animazione.
Esiste una combinazione tra disegnare e vedere, tra fare e scoprire, che stuzzica una parte della mia mente che altrimenti resta chiusa.” William Kentridge
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William Kentridge Backbend, 2008 Collezione privata (courtesy Galleria Lia Rumma, Milano/Napoli)
I suoi filmati non sono composti da una sequela di immagini immobili preparate a priori e movimentate dal flusso filmico, ma mostrano l’istantaneità del disegno mentre si forma e si sviluppa sulla carta grazie ad un movimento
ininterrotto di cancellature e riscritture contigue capaci di rappresentare il movimento del pensiero nel divenire segno, immagine. L’artista americana Joan Joans ne ha fatto invece il fulcro di azioni performative teatrali in cui il disegnare diventa un tutt’uno con il suo corpo e la sua abilità nel creare istantaneamente nuovi scenari. Mentre Alighiero Boetti supera l’idea stessa di opera disegnando contemporaneamente con due mani, Emanuele Becheri lascia il compito ad altri (delle chiocciole) di realizzare un disegno al suo posto aprendo così il disegno all’ambito dell’aleatorio (cosa produrranno le scie delle chiocciole sul foglio di carta?) e dell’autorialità multipla. 31
FAR - FABBRICA ARTE RIMINI /MUSEO DELLA CITTÀ, RIMINI
”È solo quando sono
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A sette anni dalla grande rassegna sull’artista realizzata congiuntamente a Faenza nel 2007 dal titolo L’età Art-Nouveau a Faenza. Il Cenacolo baccariniano e Domenico Baccarini. Disegni dalle Collezioni Comunali - e al MAR di Ravenna - Domenico Baccarini. Una meteora del primo ‘900, la sua opera continua ad alimentare un’ininterrotta attenzione al pari del personaggio verso il quale ci si accosta come ad un’icona letteraria, dal dono talentuoso per il disegno e la plastica.
Disegni dalla Pinacoteca di Faenza a cura di Annamaria Bernucci
In mostra, accanto ai ritratti della donna amata, della madre, della sorella - il piccolo universo affettivo, che rappresenta ciò che il pittore aveva di più prezioso - anche alcuni paesaggi, dove la sua sensibilità si innesta sugli epigoni del realismo ottocentesco e del naturalismo incline all’intimismo, e dove si addensano anche accenti divisionisti che ammiccano a Gaetano Previati o a Giovanni Segantini. Da qui, da questo nucleo, da questo scampolo dell’universo disegnato baccariniano è possibile cogliere le profonde suggestioni simboliste che fanno ingresso nella sua pittura e prima ancora nei suoi disegni pervasi da una dolce e intensa malinconia e realizzati a partire dal suo periodo romano. 37
DOMENICO BACCARINI
uomo a cavalo nella landa
Una vita fulminante quanto breve, talmente breve da non toccare nemmeno i fatidici trentasette, frontiera fatale di numerosi artisti che hanno lasciato alla storia l’ineffabile della propria energia creativa, Domenico Baccarini rivelò un talento precoce e onnivoro per molte forme d’arte, grafica, pittura, ceramica, scultura. Il romanzo di una vita - condensato in soli 25 anni - spesi nell’adesione all’arte, nello sperimentalismo e nella tensione intellettuale vissuti sull’avvio del Novecento. Baccarini è stimato da insegnanti e compagni di quella piccola capitale che è Faenza e che si ritrovano ogni sera nel retrobottega della madre, per parlare d’arte e di letteratura contemporanea, per disegnare, intagliare, leggere le riviste dell’epoca o i romanzi di Gabriele D’Annunzio, i poemi di Giovanni Pascoli o i racconti di Antonio Beltramelli. È lì che nasce quel convivio artistico e sodale che prende il nome di Cenacolo baccariniano.
autoritratto (particolare)
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FAR / FABBRICA ARTE RIMINI - PALAZZO DEL PODESTÀ
DOMENICO BACCARINI - DISEGNI DALLA PINACOTECA DI FAENZA
Quarantatre disegni, incanti della matita in segni avvolgenti e densi, che la Pinacoteca di Faenza ha concesso in prestito dal corpus di Domenico Baccarini (1882-1907), sono il nucleo di una selezione di opere grafiche in mostra a Rimini direttamente dalle raccolte comunali faentine.
DOMENICO BACCARINI - DISEGNI DALLA PINACOTECA DI FAENZA
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nudo femminile
la campana
The core of the Rimini art exhibition arrived directly from the Faenza municipal archives; fortythree enchanting pencil drawings full of rich, dense lines, provided by the Faenza Art Gallery from the corpus of Domenico Baccarini (1882-1907). Seven years since the artist’s great exposition, made in a partnership between Faenza in 2007 with L’età Art-Nouveau a Faenza. Il Cenacolo baccariniano e Domenico Baccarini. Disegni dalle Collezioni Comunali and the MAR of Ravenna - Domenico Baccarini. Una meteora del primo ‘900, his work continues to fuel an unwavering devotion, like that of a literary icon, due to his natural talents in drawing contour.
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Baccarini is held in high esteem by professors and friends of the small capital that is Faenza, who meet up every night to talk about art and contemporary literature, who draw, sculpt
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He lived a life as bright as it was brief; even though he didn’t manage to make it to the age of thirty-seven, the fatal age of many artists that have left their energetic mark on history, Domenico Baccarini was precociously skilled in many forms of art, such as drawing, painting, ceramics, and sculpture. An entire life story, compressed into only twenty-five years, spent dedicated to experimenting with art and facing the intellectual tensions present during the beginning of the 20th century.
giovani che ricamano e interno in casa
FAR / FABBRICA ARTE RIMINI - PALAZZO DEL PODESTÀ
DOMENICO BACCARINI Drawings from the Pinacoteca of Faenza
A O TCC N F O DO BRIGANTI SENZA LEGGENDA, 2012 - COURTESY ARTIST
Il suo film più recente, La Piccola Russia, premiato ai festival di Ottawa, Ljubljana, Tallin e Torino, è di gran lunga la sua opera più ambiziosa e complessa, e segna il vertice della sua produzione più personale e intimistica, alla quale si affianca un altro filone dall’ispirazione più legata al mondo del cinema (Le criminel), della letteratura (Pinocchio), e della cultura in genere (Essere morti o essere vivi è la stessa cosa, ispirato alla figura di Pier Paolo Pasolini). Attivo anche in pubblicità e in televisione, ha realizzato sigle per programmi di successo (Tunnel), il logo e la sigla della Fandango (che ha prodotto i suoi ultimi film), campagne rimaste famose come quella, ormai decennale, per la Sambuca Molinari (su regia di Pietro Follini) e nel 1999 la sigla d’apertura della 56ª Mostra del Cinema di Venezia, che vedeva protagonista un’ Asia Argento trasfigurata in sirena. E’ stato aiuto regista del film Gomorra di Matteo Garrone.
Sono di Toccafondo le immagini che aprono e chiudono la nuova versione delle avventure di Robin Hood con la regia di Ridley Scott. La sua idea è basata sulla reinterpretazione pittorica di alcune sequenze chiave del film che permettono allo spettatore di rivisitare l’intera vicenda. Gli arcieri schierati sulle bianche scogliere di Dover, i cavalieri alla carica, le lame sguainate e i lupi che si aggirano tra i cadaveri, girati da Ridley Scott, sono stati reinterpretati dalle pennellate di Toccafondo, che li ha trasformati in momenti di pura poesia. Ha esposto le sue opere in importanti mostre e collabora a riviste culturali e d’arte. Suoi disegni sono stati pubblicati da: Fandango, Einaudi, Mondadori, Little More, Giunti, Pulcinoelefante, Salani, Feltrinelli e Nuages. Ha collaborato con le riviste: Linea d’ombra, Lo straniero, Internazionale, Mano, Abitare, Macramè, Diario.
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GIANLUIGI TOCCAFONDO/ CINEMA DISEGNATO - DESIGNED CINEMA
FAR/ FABBRICA ARTE RIMINI, PIAZZA CAVOUR
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LA PICCOLA RUSSIA, 2004 - COURTESY ARTIST
GIANLUIGI TOCCAFONDO/ CINEMA DISEGNATO - DESIGNED CINEMA
FAR/ FABBRICA ARTE RIMINI
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AGOSTINO DI DUCCIO / TEMPIO MALATESTIANO RIMINI/ PHOTO BY CASALBONI & DELUCCA PHOTO TEMPIO MALATESTIANO/ BY EMILIO SALVATORI
TEMPIO MALATESTIANO/ VIA QUATTRO NOVEMBRE,35 RIMINI
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Arco d’Augusto
"Biblioteca di pietra" di Vittorio d'Augusta
RIMINI
Made in Istrian stone, five arches rest on massive columns equipped with water breaking buttresses arranged obliquely to the bridge’s axis, to better attenuate the river’s current and reduce the water’s impact, according to one of the most evident engineering realizations.
PHOTO BY EMILIO SALVATORI PHOTO BY GIOVANNI CALABRESE
Palazzo del Podestà
Tempio Malatestiano
RIMINI Pala Congressi
TIBERIO’S BRIDGE 14
The bridge, whose construction began in the year 14 A.D. and was completed by Tiberius in 21 A.D., imposes itself for its architectural design, the grandiosity of the structure, and the building techniques implemented in its construction, as recorded in the inscription that flows through its internal parapets. Its figurative meaning, while full of symbolic importance, has little space dedicated to its significance.
PONTE DI TIBERIO
The Roman bridge on the Marecchia river, once known as the Ariminus around which the first settlement was built, even today connects the city with the suburbs (San Giuliano neighborhood). The two consular roads Emilia and Popilia start here, heading North. The Emilia road, planned in 187 B.C. by consul Emilio Lepido, connected Rimini with Piacenza; the Popilia, however, ran through Ravenna and continued until Aquileia.
In pietra d’Istria, si sviluppa in cinque arcate che poggiano su massicci piloni muniti di speroni frangiflutti ed impostati obliquamente rispetto all’asse del ponte, in modo da assecondare la corrente del fiume riducendone la forza d’urto, secondo uno dei più evidenti accorgimenti ingegneristici.
Il ponte, iniziato da Augusto nel 14 e completato da Tiberio nel 21 d.C., come ricorda l’iscrizione che corre sui parapetti interni, si impone per il disegno architettonico, la grandiosità delle strutture e la tecnica costruttiva. Poco spazio è concesso invece all’apparato figurativo, comunque intriso di significati simbolici.
Il ponte romano sul fiume Marecchia, l’antico Ariminus intorno al quale era sorto il primo insediamento, crea ancora oggi il collegamento tra la città e il suburbio (borgo San Giuliano). Da qui iniziano le vie consolari, Emilia e Popilia, dirette al Nord. La via Emilia, tracciata nel 187 a C. dal console Emilio Lepido, collegava Rimini a Piacenza; attraverso la via Popilia, invece, si raggiungeva Ravenna e si proseguiva fino ad Aquileia.
CITY OF RIMINI
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PONTE DI TIBERIO / TIBERIO’S BRIDGE RIMINI
PONTE DI TIBERIO / TIBERIO’S BRIDGE
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CITTÀ DI RIMINI
d.C. - 2014 d.C.
RIMINI
Piazza Cavour
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ANTONIO Basoli
Antonio Basoli: il giro intorno al mondo dal disegno al teatro al cinema
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a c u r a d i E l e o n o r a Fr a t t a r o l o
P
ittore di paesaggio, disegnatore, progettista di giardini, ornatista di camere e progettista di mobili, creatore di uno sbalorditivo glossario, in forma di scritti e disegni, di opere e testi altrui e propri, Antonio Basoli (Castel Guelfo 1774 - Bologna 1848), visionario inventore di un immaginario fantastico da cinematografia contemporanea, costituisce un caso unico nell’arte italiana dell’Ottocento. La mostra “Il giro intorno al mondo” di Antonio Basoli si avvale della possibilità di esporre un nucleo di disegni e dipinti essenziali per la comprensione della poetica dell’Artista dalla seconda metà degli anni ’20 fino alla morte, e della sua appartenenza all’itinerario culturale che dal teatro, al melodramma, approda alla cinematografia contemporanea da computer graphic.
A 240 anni dalla nascita e a soli 6 dalla grande mostra che Bologna gli ha dedicato, si torna a parlare di Antonio Basoli e lo fa Rimini, all’interno di una inedita Biennale che intende ricordare, anche attraverso il superbo esempio di questo artista, il primato del disegno nel processo creativo delle arti. Per la Romagna Basoli lavorò fornendo scenografie e fondali a molti teatri, ma è proprio in una prestigiosa collezione privata di Rimini che recentemente si sono ritrovate alcune opere di fondamentale importanza. Se ne conosceva l’esistenza ma risultavano disperse le Quattro parti del Mondo che Antonio
aveva rigorosamente disegnato e colorato dando concretezza alla componente più visionaria della sua penna e del suo pennello. Quattro città mai viste dall’autore, situate in continenti diversi e idealizzate da una fervida immaginazione che perseguiva una propria impeccabile filologia, venivano rappresentate in altrettanti fasi del giorno: l’alba e il tramonto, il giorno meridiano e la notte lunare. È nel bisogno di questa simmetria dell’immaginario, di una pertinenza dell’allucinazione che Antonio Basoli giocò le carte più veggenti ed elevate del suo genio. Un grande genio che, in ossequio alla favola, era racchiuso in un piccolo calamaio. 57
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CASTEL SISMONDO PIAZZA MALATESTA,RIMINI
ANTONIO BASOLI: IL GIRO INTORNO AL MONDO DAL DISEGNO AL TEATRO AL CINEMA
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Galleria Colonna. Pianta, Prospetto e Schizzo Courtesy Giorgio Baratti
ADOLFO coppedè UN ARCHITETTO NEL SECOLO D’ORO DELLA BORGHESIA
a cura di Tommaso Strinati
Nei primi anni del XX secolo si fronteggiarono in Europa due visioni antitetiche dell’arte: la geometria cartesiana muoveva contro la sinuosità delle linee curve, l’asciuttezza strutturale e matematica contro la fioritura ramificata della decorazione; il rigore contro l’asimmetria.
Bozzetto a tempera e acquerello del prestito della Vittoria emesso dalla Banca di Firenze
Ma uscendo dal pericoloso schema di vittorie e sconfitte, che quasi mai rispettano diversità e valori, va detto che il ritrovato archivio grafico di Gino e Adolfo Coppedè non si ferma all’invenzione, quasi provocatoria, del quartiere romano, ma restituisce una costante interpretazione dei tempi, una genialità che si coniuga a idee diverse non solo per professione, semmai per immersione attiva nel mutare dei gusti. Questo non fa che confermare una vitalità di pensiero che non si è fossilizzata sui successi, sulla cifra di fabbrica, ma è sollecitata da curiosità e relazioni continue.
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Il fondo Baratti che raccoglie circa 3000 disegni di Gino e Adolfo Coppedè non è solo uno straordinario giacimento di idee, progetti e memorie uscito da un glorioso studio di architettura, ma è anche un prezioso spaccato di storia dell’arte italiana, che attraversa una lunga stagione di cruciali trasformazioni. La maggior fama dei Coppedè è certamente dovuta al quartiere romano cui si è legato il cognome dei due architetti che nell’immaginario collettivo è divenuto sinonimo di bizzarro eclettismo. Passando per piazza Mincio ci si ritrova ancora oggi in un luogo separato dal tempo, circondati da uno Style Council che unisce il neogotico al Liberty o, se si vuole, il Déco più eccessivo ad una fiabilandia ante litteram. Un villaggio di palazzine gremite di balconi e torrette, di bifore e fregi che non può lasciare indifferenti e che, comunque la si pensi, mostra sapienti invenzioni formali e dichiara una estrema postazione estetica, frutto di coraggio e fecondità. Questa miscellanea formale, tacciata di passatismo dai detrattori, può venir considerata, per la verità, una anticipazione di quel che verso gli anni Ottanta del Novecento sarà il Postmoderno. Non dimentichiamo che a Roma anche Annibale Carracci, allo svelamento degli affreschi di Palazzo Farnese, venne accusato di eclettismo. Un eclettismo che in quel caso si dimostrò vincente per ben più di un secolo.
Palazzo Cova . Milano Courtesy Giorgio Baratti
Il Déco e il Liberty, ma anche la fantasia geometrica della Secessione viennese dovettero cedere il passo al razionalismo, al cemento armato e alla pianificazione modulare delle unità abitative. Questa sostanziale vittoria dell’ingegneria sull’architettura ha comportato una netta separazione dei destini artistici; quelle che per secoli furono le strade parallele e intrecciate delle arti visive storiche (intendo qui pittura, scultura e architettura), da quel momento si separano. La radicale “eliminazione dell’ornamento” ha comportato il successivo autismo delle arti; la perdita di orizzonti comuni ha sostanzialmente annullato le relazioni reciproche, impedendo quella contaminazione vitale che è stata lievito primario nelle migliori epoche artistiche.
Bozzetto prospettico dell’ingresso del Teatro Morgana in Roma, matita su carta Courtesy Giorgio Baratti
ADOLFO COPPEDÈ: UN ARCHITETTO NEL SECOLO D’ORO DELLA BORGHESIA CASTEL SISMONDO / PIAZZA MALATESTA, RIMINI
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CASTEL SISMONDO / PIAZZA MALATESTA, RIMINI
Progetto di ponte eclettico sul Tevere, eliografia firnata, Bozzetto e Particolare. Courtesy Giorgio Baratti
Eliografia con bozzetto prospettico di Palazzo Cova a Milano Courtesy Giorgio Baratti
ADOLFO COPPEDÈ: UN ARCHITETTO NEL SECOLO D’ORO DELLA BORGHESIA
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Fondo Coppedè-Baratti, in deposito presso Archivio di Stato di Firenze.
DISEGNI EVOCATIVI GLORIA DI PISTIS 1984-85, GRAFITE, CARBONCINO E SILICONE SU TELA CM. 300X300
*Dal saggio L’identità molteplice, catalogo Maurizio Osti Premio Marconi 2009, Bologna
MAURIZIO OSTI/ IL DISEGNO TRA INVENZIONE ED EVOCAZIONE - DRAWING FROM INVENTION TO EVOCATION
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MAURIZIO OSTI/ IL DISEGNO TRA INVENZIONE ED EVOCAZIONE - DRAWING FROM INVENTION TO EVOCATION
CASTEL SISMONDO/ SALA ISOTTA
Per avvicinarsi alla ricerca di Maurizio Osti può servire -in fase preliminare- ricordare le definizioni di “concettualismo inquieto” e “concettualismo impuro” formulate da Pietro Bonfiglioli in relazione ad alcuni artisti di area italiana che negli anni Settanta si sono impegnati in una critica dell’arte come produzione analitica di processi conoscitivi. Si tratta di procedure mentali non separate dalla manipolazione dei materiali, dalla pratica del fare come restituzione visiva di proposizioni concettuali che hanno comunque bisogno di rivelarsi nella fisicità di segni, forme e oggetti appartenenti al sistema della comunicazione e alle sue metamorfosi tangibili. […] Parallela all’attività pensante dell’artista-filosofo emerge l’energia imponderabile dell’artista-poeta che evoca altre dimensioni a partire dalle inquietudini ancestrali del proprio punto di vista individuale.[…] La forma dialoga con l’informe, Apollo e Dioniso sono figure mitologiche che accompagnano questo sforzo di conoscere l’origine, oscillano tra la serena individuazione del visibile e l’oscurità del sogno che evoca le forze irrazionali. […] Da un lato sta la limpida gestione dei codici ricevuti dalla tradizione, compresa quella delle avanguardie, dall’altro sta lo sconfinamento dai termini stabiliti per accedere alla soglia dello smarrimento e dell’infinita mutazione dei sensi. Lo scollamento tra il piano della logica e quello dell’immaginazione è la situazione in cui l’artista meglio identifica il flusso della propria vena creativa, il destino della visione come essenza profetica che ha la forza di sfidare il tempo attraverso il levitare della materia. Questa dialettica operativa sostiene le successive stagioni di ricerca dove l’uso del disegno e della pittura rappresenta un ritorno alla tradizione senza mai perdere contatto con il laboratorio sperimentale dell’avanguardia. Lo stupore del disegno è origine di ogni visione, l’elogio della grafite come freccia del pensiero ha la capacità di formalizzare il divenire delle idee trasformando il caos in ordine, la disgregazione nella promessa di nuove percezioni cosmiche. In Icone d’Occidente, ciclo di lavoro che lo tiene impegnato durante gli anni Ottanta, Osti riconsidera i processi di costruzione iconica come fondamenti del visibile che, pur riferendosi alla dimensione mimetica del passato, sanno far emergere il respiro dell’origine, il mistero di una visione vicina all’esperienza del sacro. […] Il suo modo di testimoniare l’arte come luogo dell’ inafferrabile armonia. Luogo della conoscenza infinita e della bellezza fondata sull’esperienza tangibile dei sensi, luogo delle contaminazioni sublimi che può essere raggiunto attraverso l’indispensabile individuazione delle contraddizioni. Claudio Cerritelli*
CASTEL SISMONDO/ SALA ISOTTA
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DISEGNI EVOCATIVI MELANCONIA 1985 GRAFITE E SILICONE SU TELA CM. 155X155
DISEGNI DI INVENZIONE GRAFITE T1 T INFINITO
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An initial approach to Maurizio Osti’s work may benefit from Pietro Bonfiglioli’s definitions of “restive conceptualism” and “impure conceptualism”. The terms were coined in the Seventies apropos of Italian artists working on art criticism as an analytic production of cognitive processes. These are mental procedures akin to handling materials, making things as a visual restitution of conceptual propositions that need to be disclosed in the physical form of signs, shapes and objects belonging to the communication system and its tangibile transformations. Flanking the artist-philosopher’s thought is the artist-poet’s imponderable energy, evoking dimensions springing from the ancestral apprehension of the individual’s point of view. Shape converses with the shapeless. Apollo and Dionysus are the mythological figures accompanying this endeavour to find the prime origin, oscillating between calm recognition of the visible and dark dreams evoking irrational forces. On the one hand, the artist applies the codes handed down by tradition and the avant-garde movement; on the other he breaches established tenets to cross the threshold of bewilderment and infinitely changing senses. The gap between logic and imagination is where the artist’s creative vein emerges at its best, the destiny of his vision as a prophetic essence strong enough to challenge time by uplifting matter. Osti’s working dialectic underpins his subsequent production in which the use of drawing and painting represents a return to tradition without losing touch with the experimental laboratory of the avant-garde. The artist’s portrait of his son Donatello depicts the juncture between past and future with the symbolic image of the cradle as a metaphor of ongoing genesis embodying infinite possibilities of creating innovative forms. All vision stems from the amazement of the drawing, its praise of graphite as an arrow of thought manages to formalize the shaping of ideas transforming chaos into order, disgregation into the promise of new cosmic perceptions. In Icone d’Occidente, the series of works produced in the Eighties, Osti reappraises the processes of iconic construction as foundations of the visible. Even though these works refer to the mimetic dimension of the past, they emanate the breath of their source, the mystery of a vision close to the experience of the sacred. ... the hallmark of his artistic production as the realm of elusive harmony. It is a realm of infinite knowledge and beauty sustained by the tangible experience of the senses, a realm of sublime contaminations to be reached only by ascertaining its contradictions. Claudio Cerritelli* * From the essay L’identità molteplice, catalogue Maurizio Osti, Premio Marconi 2009, Bologna Translation, Anne Collins
la BelLEZza è cOme il SIMBolO UniScE CIò ChE è divErso SupeRa lE oPposIzIoNi elIMinA lE gEraRchiE ApRe aLlo sPaZiO E al teMpo InFInitO è PeR sUa NatuRa MisTerioSA, EnigMatIca ERotica, VolUTtUoSa aTtRaVeRSo DI esSa SI ManiFeStA L'inContRO del MicrO E Del MacrO CosMO Del masChilE Col FeMminIlE Del vIsibIlE CoN l'inViSIbIlE Il NEMicO cESsa di EsserlO La VeRità E Il suO DoPpiO DISEGNI DI INVENZIONE DISEGNI DI INVENZIONE tRoVanO diMoRa nElLa GiuStizIa POLAPORTRAIT ISKY, 1993-2006 MINIATURA 15, 2004 POLAROID, LETTERING, SILICONE E GRAFITE SU RIPRODUZIONI CARTACEE l' InCaNto deLl'Unità SILICONE, MEDIUM DENSITY, CM.12X12 Nella moltePlicità FOGLIA D'ORO CM. 42X11X3,4 È il SUo sigILlo L'eBbreZza il sUo ProFUMo il SUo CorPo di MatERIa si nUtre DelL'ordiNe E DEl CaoS Della Vita E dElLa MortE DEl GiorNo E dELla Notte le suE arMi SoNO la RETta, lA CuRva, Il VolUme font by maurizio osti Il SUo scUdO è Il ColoRE Il nUMero è Un sUo atTRibUto COMPOSED IN FF FOLK
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ELoGIO DelLa bELleZza
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CASTEL SISMONDO/ HUGO PRATT “THE SIGN OF ADVENTURE”
CASTEL SISMONDO/ HUGO PRATT “IL SEGNO DELL’AVVENTURA”
a cura di Egisto Quinti Seriacopi & Cartoon Club
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MUSEO DELLA CITTÀ - MANICA LUNGA, RIMINI
(1913-1992) UNA RETROSPETTIVA A cura di Giulia Palloni
riminese attraverso un centinaio di opere, scalate dalla metà degli anni Trenta fino al principio degli anni Novanta, provenienti da collezioni private non solo locali. Nel percorso museale trovano spazio tutti i temi indagati dall’artista, dai nudi ai temi sacri, grazie a una galleria di ritratti, medaglie, sculture, bozzetti (in legno, gesso o cartone) in gran parte selezionati tra i tanti rimasti incompiuti nello studio di Palazzo Lettimi alla sua scomparsa. Le opere saranno messe in relazione alla produzione grafica e agli schizzi preparatori. Di particolare rilievo è il maestoso disegno raffigurante il Concerto all’aperto del 1959 (a carboncino e matita su carta. Rimini, casa Morri), di quasi dieci metri quadrati, restaurato per l’occasione, sulla base del quale l’artista ha realizzato il bassorilievo ligneo che oggi adorna l’aula magna nella sede riminese dell’Università. Accanto alle sue sculture più importanti saranno presentate per la prima volta al pubblico opere meno conosciute, alcune delle quali inedite. L’estesissimo catalogo della produzione artistica di Morri, redatto in occasione della grande personale dedicatagli nel 1993, appare infatti destinato ad accrescersi ulteriormente. La mostra presenta alcune delle più recenti riscoperte.
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ELIO MORRI
L’esposizione ripercorre la carriera del noto scultore
L’aquilone o le mogli dei marinai, china, 1958. Rimini, casa Morri
ELIO MORRI - UNA RETROSPETTIVA
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ARIA VUOTO ASSENZA - DISEGNI DELLA COLLEZIONE RIDOLFI
a r i a v u o t o as s e nza
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D is e g ni antichi d alla Colle zione Ridolf i
De l di se g no è p r op r ia
Il primo segno tracciato in quella pagina d’aria è dunque un tentativo di volo. La traccia di grafite o d’inchiostro che per prima si avventura in quella vastità di vuoto affronta un viaggio simbolico che resta imprevedibile, anche a scapito del più puntuale progetto. È forse dando per scontata questa norma di luce che diviene più difficile cogliere la relazione instaurata con l’aria, con quella campitura libera, che molti disegni contengono. Si considera neutro quello che non lo è:
nell’opera il supporto non è assenza, ma una presenza attiva, significante. Dunque lo studio di un corpo al centro di un foglio di carta bianco, dalla sua funzione strumentale nel processo esecutivo, passa di diritto alla dimensione narrativa. Può divenire un volteggio nel vuoto, un eremita nel deserto.
Se la carta non è più solo carta ma orizzonte, allora tutte le figure finiscono per assomigliare un po’ agli angeli, apparizioni nella nebbia lattiginosa del cotone, simboli sospesi
Nel momento in cui la bidimensione acquista credito di profondità, tutto il mondo della grafica si deve rivedere, si dovrebbe tornare a guardare con occhi diversi, con una rètina a maglie più fitte, per raccogliere nuovi sensi a ciò che si è già visto. Questa è la semplice istigazione di una mostra che allestisce disegni antichi nel liquido di contrasto di una sezione archeologica del Museo della Città di Rimini.
Federico Barocci, (attribuito a ), studio di braccio, Bologna, Collezione Ridolfi
La regola bianca della carta ha spinto gli artisti a identificare il foglio stesso con la luce, così si può dire che tutti i disegni del mondo siano nati a partire da un decollo entro questo cielo luminoso.
nello spazio. 91
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MUSEO DELLA CITTÀ - SEZIONE ARCHEOLOGICA, RIMINI
la trasparenza.
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René Gruau Nome d’arte di Renato Zavagli Ricciardelli delle Caminate, è stato uno dei più grandi illustratori
della
storia
contemporanea.
Autodidatta, studia architettura per dedicarsi prima al disegno di moda, che gli offre i primi successi poi, nel secondo dopoguerra,
RENÉ GRUAU
al
disegno
pubblicitario,
divenendo
l’interprete della femminilità degli anni Quaranta e Cinquanta. Il mondo del lusso e la cultura dell’eleganza sono i due principali elementi su cui si basa l’intera produzione di Gruau, che ha fatto scuola nella comunicazione grafica. Il ricorso a pochi e sicuri tratti di pennello nero per tracciare figure e oggetti di desiderio affonda le radici nel XIX secolo e rimanda ad Dudovich, Leonetto Cappiello per ricordarne alcuni. Nella sua opera si coglie anche l’influenza dell’arte delle stampe giapponesi, come nel primissimo piano accompagnato
René Gruau, Manifesto per Rimini Balneare, Rimini, Museo della Città
dall’artificio dell’inquadratura che taglia il soggetto o nel ricorso alla rappresentazione in linea diagonale per richiamare e guidare lo sguardo dell’osservatore. Gruau è stato sensibile interprete di un mondo evocato nei suoi disegni con tratti essenziali ed efficaci che hanno reso il suo stile atemporale e riconoscibile. Allestimento a cura di Elisa Tosi Brandi
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René Gruau, Studio di manifesto per Rimini Balneare, Rimini, Museo della Città
René Gruau, Renato Zavagli Ricciardelli delle Caminate’s nom de plume, was one of contemporary history’s greatest illustrators. Self-taught, he studied architecture before dedicating himself to fashion design. After moderate success, and the second world war, he went into advertising, becoming the main creator of feminine iconography in the Forties and Fifties.
The world and culture of luxury and elegance are the two basic principles that Gruau’s entire work is based on, which he learned through the channels of graphic communication. The use of few, strong black lines to emphasize figures and objects of desire traces its roots back to the 19th century, recalling artists such as Toulouse-Lautrec, Marcello Dudovich, and Leonetto Cappiello, to
name a few. His art also bears signs of influence from Japanese wood blocks, as the foreground’s subjects are cut by the frame while the diagonal lines guide the viewer’s gaze. Gruau sensibly interpreted the evocative world of his drawings with essential and efficient lines that made his style both recognizable and eternal.
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MUSEO DELLA CITTÀ - SPAZIO PERMANENTE, RIMINI
artisti come Toulouse-Lautrec, Marcello
MARCELLO DUDOVICH un ospite inedito nella Sala Gruau del
Museo di Rimini
A cura di Giulio Zavatta
Quando Marcello Dudovich (Trieste, 1878 Milano, 1962) realizzò il celebre manifesto con il “pesce rosso” per la stagione balneare riminese del 1922, inaugurando un lungo periodo di assiduità con la città malatestiana, René Gruau (Rimini, 1909 Roma, 2004) s’avviava di contro a lasciare la Romagna e la villa della madre sul colle di Covignano per dare avvio alla sua luminosa carriera, esordendo in principio sulla rivista milanese “Lidel” e in seguito collaborando con le maggiori testate di moda tra Parigi e New York. Gruau e Dudovich pertanto non si incontrarono mai a Rimini, una città che aveva tuttavia segnato le loro vite di uomini e di artisti. L’occasione si presentò a Milano. E fu un contatto intensissimo, ancora ben vivo nel ricordo dell’anziano Gruau, il quale redigendo nel 1993 un’autobiografia che era il ripensamento della sua intera - e intensa - esistenza, scriveva: “Un altro personaggio che ricordo bene è Marcello Dudovich. Quando l’ho conosciuto lui era già un disegnatore molto famoso, faceva soprattutto delle affiches e lavorava per la Rinascente. L’ho incontrato proprio in quegli anni a Milano, quando iniziavo la mia carriera a “Lidel”, tramite un’amica che mi aveva accompagnato nel suo atelier. Ero molto intimidito, perché ammiravo molto
i suoi disegni. Per me era meraviglioso, disegnava cose molto chic e ancora oggi lo trovo infinitamente più bravo di me. Devo dire che quando ho iniziato a fare disegni di moda, mi ispiravo soprattutto a riviste francesi, però Dudovich mi ha influenzato moltissimo, molto più di tutti i disegnatori italiani di quegli anni: Enrico Sacchetti, Boccassile, Filiberto Mateldi”. Le parole che Gruau dedica nel suo ricordo di vita all’artista triestino, e la possibilità di esporre uno straordinario disegno inedito di Dudovich durante la Biennale del Disegno ci è sembrata occasione per propiziare un “incontro” riminese, mostrando il foglio in un rinnovato allestimento della Sala Gruau del Museo di Rimini. Il bellissimo disegno, proveniente dalla collezione faentina di Dionigi Zauli Naldi, personaggio ben noto per i suoi contatti con il cenacolo baccariniano e per la frequentazione di artisti e letterati, rappresenta la moglie di Dudovich – Elisa Bucchi, giornalista di moda non a caso di Faenza anch’essa - sulla spiaggia di Rimini mentre passeggia con un cane al guinzaglio. Siamo nello stesso anno del celebre manifesto balneare del “pesce rosso”: non è infatti un caso che una composizione 97
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MUSEO DELLA CITTÀ - SALA GRUAU, RIMINI
MARCELLO DUDOVICH - UN OSPITE INEDITO
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FELLINI DISEGNATORE
Fellini disegnatore di Massimo Pulini
Disegni tratti da “Libro dei Sogni di Federico Fellini, Rimini, Museo della Città
MUSEO DELLA CITTÀ, RIMINI
Capita
che il primo segno tracciato sul foglio bianco divenga l'unità di misura e di stile del disegno che si andrà a compiere. Quasi fosse un diapason che accorda lo strumento, la formazione di un artista segna in modo indelebile anche la sua poetica più matura. Per una analoga ragione non è difficile rintracciare un filo rosso che unisce la prima stagione da ingenuo disegnatore di Fellini con la sua imperiosa opera cinematografica. Si può dire a questo proposito che nessun suo film sia immune da quella componente grottesca che sta tra la caricatura, il fumetto e il fotoromanzo. Il giovane Federico, non a caso, mosse i primi passi artistici a Rimini eseguendo caricature, nel clima di una provincia che in ritardo risentiva dell'esperienza futurista e finiva per tradurla in vignetta. Assieme a Demos Bonini aveva aperto una bottega nella quale eseguiva
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ritratti umoristici per turisti con pastelli e carboncino. I pochi fogli che ci sono giunti di quel periodo mostrano profili segnati da marcate accentuazioni geometriche delle fisionomie e da bonarie canzonature che si possono ritrovare anche in molti personaggi dei suoi film. Ma ancor più che dai propri schizzi i caratteri espressivi di certi interpreti felliniani derivarono dalla conoscenza approfondita di alcuni disegnatori dell'epoca. Anche se non è mai stato rilevato risulta lampante il prestito chiesto da Fellini alle tavole ironiche e sarcastiche di Giuseppe Novello. “Il signore di buona famiglia”, ritratto impietoso della borghesia italiana pubblicato dal disegnatore lombardo nel 1934, è un repertorio di volti e caratteri che equivale ad un perfetto casting del futuro regista. Federico Fellini, trasferitosi a Roma nel 39, troverà subito lavoro
collaborando alla rivista Marc'Aurelio proprio in qualità di vignettista e scrittore di piccole rubriche di costume, ma anche dopo il grande e propulsivo inserimento nel mondo del cinema continuerà a disegnare e lo farà per tutta la vita immaginando storie, personaggi e macchiette che troveranno compiutezza nei suoi film. La svolta nella singolare relazione tra grafica e cinematografia avviene negli anni Sessanta dopo il sodalizio con lo psicanalista Ernst Bernhard che gli consigliò di annotare al mattino i sogni avuti durante la notte. Nasce così un’opera di eccezionale importanza, che offre uno spaccato sull'artista e sull'uomo, un diario dell'inconscio eseguito dallo scrittore e
dal disegnatore Fellini con una penna che non ammette riserve o censure. Rimini conserva, nel Museo della Città, questo incunabolo individuale, nel quale l'appunto e il disegno divengono una miniera vulcanica di desideri e paure, di esaltazioni
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e sconfitte. Come dire che la parte più vera di noi stessi siamo tenuti a riconoscerla sotto la deformazione del grottesco e della caricatura.
De Pisis lette re ai mar gini a cura di Andrea Galli
Piazza Cavour, olio su tavola, 1940
Un insieme di manoscritti autografi che costituiscono un denso ed inedito diario di De Pisis è il nucleo della mostra documentaria che ruota attorno al pittore ferrarese, curata da Andrea Galli. Pagine autografe ai cui margini non mancano annotazioni e il vezzo del disegnare nello spazio bianco. Se per qualsiasi scrittore il diario espleta, tra le altre, una peculiare funzione, quella cioè di officina di prova, di ricettacolo dell’immensa mole di suggestioni ancora in attesa di una organizzazione definitiva, di raccolta di intuizioni in aspettativa di sviluppo, allora anche quello di De Pisis assolve a questo compito. Esso è il contenitore, lo spazio in cui porre, non sempre per assicurargli un ordine, un controllo, le multiformi sfaccettature e impressioni che l’animo, la conoscenza assume. Dove risiede l’importanza del diario, di questo diario? Innanzitutto nella libertà che esso garantisce come mezzo espressivo; una libertà utile ad imprigionare senza immobilizzare il materiale vitale tanto eterogeneo, vasto, multiforme, che De Pisis meticolosamente raccoglie di giorno in giorno. La forma del diario è la più congeniale al suo temperamento: essa gli consente di riversare tutto se stesso in un flusso inesauribile e con tutti i possibili deragliamenti, perché per ogni frase scritta ce ne sono altre dieci che premono per essere messe sulla carta fino a trascrivere ossessivamente i confusi moti del cuore e dei nervi. Che cosa annota De Pisis nel suo diario? Nella mole di manoscritti presenti vi si trovano un insieme omogeneo di lavori, che rappresentano in modo peculiare un determinato periodo della sua vita, e alcune sostanziose e notevoli parti di opere, o diari, che l’autore andava tenendo quasi contemporaneamente. Fra queste ultime vi sono ampi brani che sarebbero dovuti confluire nelle Visioni di un agnostico o nelle Memorie di una scimmia o forse in un ulteriore lavoro, di cui poco si sa, dal titolo Povero e solo; o in altri ancora. Quello che più interessa sottolineare è che i documenti inediti costituiscono una delle innumerevoli “scorte” di scritti in attesa di revisione e completamento, ai quali De Pisis avrebbe attinto qualora si fosse deciso per la pubblicazione di un’opera. Quello che conta oggi è che questi scritti costituiscono un banco di prova interiore per la sua attività prevalente, la pittura.
Marginal letters by Andrea Galli The centerpiece of the De Pisis exhibition is an assortment of manuscripts that, together, form a substantial diary written by the Ferrarese painter, curated by Andrea Galli. The margins of these pages are full of annotations written in the blank spaces, along with sketches and drawings. For any writer a diary serves, among other functions, as a testing ground, a receptacle in which the immense number of half-formed ideas, hopes and dreams can be placed. De Pisis’ diary does all this, and more. It’s the container that holds the key to controlling, but not always organizing, the multifaceted nature of the soul. Why is a diary important, specifically this one? First of all, it guarantees freedom of expression; this freedom is essential in capturing, without harming, the vital energy that De Pisis meticulously collected every day. The diary format also fit best with his temperament, allowing him to pour himself endlessly onto the pages while writing about every topic imaginable. For every sentence there are ten more that yearn to be written down, until every confused thought and emotion becomes obsessively transcribed. What did De Pisis jot down in his diary? Large parts of projects he was working on, indicative of a peculiar time of his life, can be discovered in the multitude of manuscripts which he constantly wrote. Ample passages were found that would end up in Visioni di un agnostico or Memorie di una scimmia, along with other, lesser known work, such as Povero e solo. What’s most interesting is that the unedited documents include many of the countless “spare” writings that awaited revision and completion, which De Pisis would tap into if he decided to publish a work. What matters today is that these writings are a window into the inner workings of his main art, painting. 105
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MUSEO DELLA CITTÀ - PINACOTECA, RIMINI
DE PISIS - LETTERE AI MARGINI
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IL DISEGNO IN ARCHEOLOGIA
IL DISEGNO IN ARCHEOLOGIA a cura di Marcello Cartoceti, Chiara Cesaretti Luca Mandolesi
La mostra è realizzata dal Comune di Rimini Settore Musei Comunali e da adArte Rimini Giambattista Piranesi Ponte di Rimino fabbricato da Augusto e da Tiberio Imperatori, ca. 1748
saper disegnare, raccontare in maniera grafica quanto emerge da una indagine è fondamentale nella parte di documentazione che attiene la valorizzazione del patrimonio archeologico.
Giambattista Piranesi Arco di Rimini fabbricato da Augusto, ca. 1748
il disegno archeologico nel tempo diviene rilievo, vero e proprio “strumento di lavoro” e come tale si evolve. il senso della piccola mostra che verrà allestita all’interno della sezione archeologica dei musei comunali di rimini è quello di accennare a quanto importante sia il disegno in un ambito che partendo da una impostazione umanistica si è fatta sempre più tecnica. un disegno che non vuole essere “capolavoro” ma che trova nella sua quotidianità il senso compiuto della sua utilità. attraverso un excursus temporale si racconterà in breve l’evoluzione del disegno per arrivare ai giorni nostri dove “l’oggi è già ieri” in una accelerazione tecnologica che porta il rilievo ad essere sempre più realistico ma che allo stesso tempo tende a discostarsi sempre più dal disegno inteso in maniera tradizionale... in mostra verrà dato spazio anche ad alcuni strumenti necessari alla predisposizione del disegno al fine di raccontare come si lavora sul campo, legando così i disegni e gli strumenti ai reperti che sono ora conservati all’interno delle teche.
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MUSEO DELLA CITTÀ, RIMINI
disegnare per documentare e disegnare per far meglio comprendere sono aspetti basilari nella professione di un archeologo.
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Ala Nuova Ala Nuova Museo della Città
Museo della Città
Ala Nuova Museo della Città
RIMINI
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Via L. Tonini, 1
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cantiere disegno
CANTIERE DISEGNO/ DRAWING STUDIO
Stefano Arienti / FrancesCO Bocchini / Thomas Bonny / Kiril Cholakov / Gianluca Costantini / Eron / Massimiliano Fabbri / Gilberto Giovagnoli / Umberto Giovannini / Giuliano Guatta / FederiCO Guerri / Gola Hundum / Giovanni Lombardini / Dacia Manto / Massimo Modula / MarCO Neri / Roberto Paci Dalò / Monica Pratelli / Simone Pellegrini / FranCO Pozzi / Stefano RiCCi / Carlo SabiuCCiu / NiCOla Samorì / Giovanna Sarti / Serse / Stefano Tonti / Erich Turroni / FederiCO VeCChi / Daniele Vezzani
12 aprile - 8 giugno 2014 museo della città /ala nuova info: (+39) 0541.53399 www.riminiturismo.it www.biennaledisegnorimini.it
CANTIERE S E GNO MASDIS
Massimo Pulini 113
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MUSEO DELLA CITTÀ/ ALA NUOVA, VIA L. TONINI, 1 RIMINI
CANTIERE DISEGNO/ DRAWING STUDIO
biennale disegno rimini
MARCO NERI/ "OMISSIS (CU)" 2007 TEMPERA SU CARTA, 4 A4 - COURTESY ARTIST “OMISSIS (CU)” 2007 TEMPERA SU CARTA, 4 A4 - COURTESY ARTIST
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“I normally don’t draw. I’ve always preferred the immediacy of painting to any premeditations. But in the end, this corrisponds to a drawing and ends up being one: the drawing of a not-drawing.”
“Il pensare non per concetti, ma in significazioni di linee, forme e figure è un conoscere contemplativamente attivo.” “Thinking not through concepts, but through lines, shapes and figures is a contemplatively active form of knowledge.” Karl Jaspers
Marco Neri
NON FACCIO DISTINZIONI TRA L’IDEA E IL MATERIALE. TRACCIE E LINEE SONO USATI COME MATERIALI TRIDIMENSIONALI, COME RAMI E BASTONI CHE SI AMMUCCHIANO PER FORMARE UN CORPO, DOVE LA STRUTTURA INTERIORE SI SVILUPPA IN SIMULTANEO CON LA SUA FORMA ESTERIORE.
I DON´T DISTINGUISH BETWEEN IDEA AND MATERIAL. STROKES AND LINES ARE USED LIKE THREEDIMENSIONAL MATERIALS, BRANCHES, STICKS, BEING PILED UP AND FORMING A BODY WHOSE INNER STRUCTURE IS DEVELOPING SIMULTANEOUSLY WITH ITS OUTER SHAPE.
CANTIERE DISEGNO/ DRAWING STUDIO
JENS NIPPERT
“Normalmente non disegno. Ho sempre preferito l'immediatezza della pittura alla sua premeditazione. Ma in fondo anche questo corrisponde a un disegno e finisce con l'esserlo: il disegno del non-disegno.”
JENS NIPPERT/ "DROP" 2012 INK ON PAPER, CM 20X30 - COURTESY ARTIST "SELF DEFINING FORM" 2010 INK, BALLPEN, COLOUR PENCIL ON PAPER, CM 15X20 - COURTESY ARTIST
MARCO NERI
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CANTIERE DISEGNO/ DRAWING STUDIO
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L E O N A R D O S O N N O L I / DEAR DADDY-LONG-LEGS
Il lavoro grafico di Leonardo
Sonnoli
esposto nelle sale antiche
di Rimini. Gambalunga
BIBLIOTECA GAMBALUNGA/ SALE ANTICHE
SONNOLI
is shown
in the antique
della Biblioteca rooms of
Rimini’s Gambalunga
Library. LEONARDO SONNOLI/ “NOW” - COURTESY ARTIST "1893-2013 120TH VLADIMIR MAYAKOVSKY " - COURTESY ARTIST
BIBLIOTECA GAMBALUNGA/ SALE ANTICHE, VIA GAMBALUNGA, 27 RIMINI
LEONARDO
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dear daddy-long-legs
Leonardo Sonnoli’s artwork
LEONARDO SONNOLI/ “NEVER” - COURTESY ARTIST "FIFTEEN POSTERS IN FIFTEEN METER/ NUMBER TWO " RHODE ISLAND SCHOOL OF DESIGN - GRAPHIC DESIGN GALLERY, 2012 - COURTESY ARTIST
A selection of Leonardo Sonnoli’s books and posters will be shown in the antique rooms of Rimini’s Gambalunga Library. The exhibition’s title,“Dear DaddyLong-Legs”, evokes the letters sent by the protagonist of Jean Webster’s famous novel, Daddy-Long-Legs, in which she thanked the mysterious benefactor who helped her through school. Similarly, Sonnoli wished to pay homage to Alessandro Gambalunga of Rimini, who created the first public library in Italy, by using his posters as open letters to the ancient library’s bookshelves. Sonnoli considers the connection libraries can give to the past to be fundamental in creating true works of art. His drawings take advantage of objects’ form and function by projecting letters onto them, thus restoring their verbal nature and granting shape to words’ intent. Mallarmè’s liberation of the page, the Futurist typographical revolution, Group 63 and Group 70’s use of books as a political instrument, the destruction of the alphabet and the fugue of lyrical poetry from the confines of letters, the dematerialization of artistic objects, conceptualist artists’ use of words; all these are chapters of an ideal library that have greatly influenced visual comunication.
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UNA SELEZIONE DI POSTER E LIBRI PROGETTATI DA LEONARDO SONNOLI VERRANNO ESPOSTI NELLE SALE ANTICHE DELLA BIBLIOTECA GAMBALUNGA DI RIMINI. IL TITOLO "DEAR DADDY-LONG-LEGS" SI RIFÀ ALL'INCIPIT DELLE MISSIVE INVIATE DALLA PROTAGONISTA DEL CELEBRE ROMANZO DI JEAN WEBSTER, PAPÀ GAMBALUNGA, IN CUI RINGRAZIAVA IL MISTERIOSO BENEFATTORE CHE LA SOSTENEVA NEGLI STUDI. ALLO STESSO MODO, SONNOLI VUOLE RENDERE OMAGGIO AL MECENATE RIMINESE ALESSANDRO GAMBALUNGA, AL QUALE DOBBIAMO LA PRIMA BIBLIOTECA PUBBLICA IN ITALIA, USANDO COME MISSIVE I SUOI POSTER ESPOSTI IN DIALOGO CON LE SCAFFALATURE DELLE SALE ANTICHE. PER L'AUTORE, INFATTI, E' FONDAMENTALE NEL SUO LAVORO IL RAPPORTO CON IL PASSATO ATTRAVERSO LA "BIBLIOTECA", CONSIDERATA VERO STRUMENTO DI PROGETTAZIONE. IL DISEGNO CHE PRENDE IL SOPRAVVENTO NEGLI ARTEFATTI VISIVI DI SONNOLI È SOPRATTUTTO DI NATURA VERBALE IN CUI LE LETTERE VENGONO PROGETTATE AD HOC NELL'INTENZIONE DI RESTITUIRNE IL SIGNIFICATO ANCHE DALLA FORMA. LA LIBERAZIONE DELLA PAGINA DI MALLARMÈ, LA RIVOLUZIONE TIPOGRAFICA DEI FUTURISTI, IL LIBRO COME STRUMENTO POLITICO DEL GRUPPO 63 E DEL GRUPPO 70, LA DISTRUZIONE DELL'ALFABETO E LA FUGA DALLA PAGINA DELLA POESIA SONORA, LA DEMATERIALIZZAZIONE DELL'OGGETTO ARTISTICO E L'USO DELLA PAROLA DA PARTE DEGLI ARTISTI CONCETTUALI, SONO ALCUNI DEI CAPITOLI DI UNA IDEALE BIBLIOTECA CHE HANNO INFLUENZATO LA COMUNICAZIONE VISIVA.
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"LE MIE BAMBINE SONO TUTTE UN PO' ALICE, ALLE PRESE CON UN CORPO IN TRASFORMAZIONE, IN UN MONDO IN CONTINUA METAMORFOSI. UN MONDO CHE È ILLOGICO E INCONTROLLABILE NELLA SUA STESSA NATURA. LE GONNE SONO UN ELEMENTO CON CUI MI PIACE GIOCARE. SONO ESTENSIONI DEL CORPO CHE EMANANO MAGIA E POTERE, SPESSO AL CENTRO DELLE TRASFORMAZIONI DELLE MIE PICCOLE DONNE."
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NICOLETTA CECCOLI È NATA NELLA REPUBBLICA DI SAN MARINO, SI È DIPLOMATA PRESSO L'ISTITUTO D'ARTE DI URBINO, NELLA SEZIONE CINEMA D'ANIMAZIONE. HA ILLUSTRATO NUMEROSI LIBRI PER BAMBINI, PRINCIPALMENTE IN ITALIA, STATI UNITI E REGNO UNITO. HA ESPOSTO LE SUE OPERE IN GALLERIE DI TUTTO IL MONDO. I personaggi sognanti
della mente di Nicoletta sono stati influenzati da artisti come Remedios Varo, Piero Della Francesca, Mark Ryden, Edward Gorey. L'amore che ha da sempre per le bambole si riflette spesso nelle sue figure dipinte, che sono permeate di una semplicità ingannevole e hanno volutamente titoli che soddisfano molteplici livelli di lettura. I lavori di Nicoletta colpiscono per il delicato equilibrio tra dolcezza e inquietudine. Ogni immagine è una storia congelata che stimola l'immaginazione dello spettatore e ispira un livello più profondo di considerazione. I suoi disegni sono poesia visiva e metafora a più livelli. Al primo sguardo, le sue immagini si presentano infantili e innocenti. Ma se osservate più in dettaglio, le creazioni deliziose di Nicoletta rivelano una ricchezza di intricati e provocanti dettagli.
“FISH -IGIRL Artist l i ”k -e Courtesy to
“SHERYL” - Courtesy Artist
Mostra in collaborazione con "Mare di Libri - Festival dei Ragazzi che leggono" NICOLETTA CECCOLI WAS BORN IN THE REPUBLIC OF SAN MARINO, AND STUDIED CINEMA AND ANIMATION AT THE URBINO INSTITUTE OF ART. SHE HAS ILLUSTRATED NUMEROUS CHILDREN’S BOOKS IN ITALY, THE UNITED STATES AND THE UNITED KINGDOM. HER ART HAS BEEN DISPLAYED IN GALLERIES AROUND THE WORLD. The dreamy characters from Nicoletta’s imagination were inspired by influential artists such as Remedios Varo, Piero Della Francesca, Mark Ryden, and Edward Gorey. The love she has always had for dolls permeates the figures she paints, reflecting a deceptive innocence, while the titles of her art satisfy multiple levels of literary culture. Nicoletta’s work is striking due to its delicate balance between sweetness and unease. Every image is a frozen story that stimulates the viewer’s imagination and inspires a deeper level of consideration. Her drawings are visual poetry and multilayered metaphor. At first glance her drawings seem innocent and childlike. But if you look more closely, Nicoletta’s delightful creations reveal a richness of intricate and provocative details.
PALAZZO GAMBALUNGA/ GALLERIA DELL’IMMAGINE - IN COLLABORAZIONE CON: “MARE DI LIBRI” - FESTIVAL DEI RAGAZZI CHE LEGGONO
APERTI
A CURA DI ALICE BIGLI E GIANLUCA GUIDOMEI PRESSO GALLERIA DELL'IMMAGINE
experiment with the idea of skirts. They’re extensions of the body that emanate magic and power, and are usually at the center of my little women’s transformations.” Nicoletta Ceccoli
N I C O L E T T A C E C C O L I / SOGNI AD OCCHI APERTI/ DAYDREAMS
OCCHI
“All of my girls are a bit like Alice, having to deal with their bodies changing on them in a continuously shifting world. A world that, by its very nature, is illogical and uncontrollable.
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SOGNI AD
DAYDREAMS
NICOLETTA
CECCOLI
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PAOLO ROSA DISEGNI PER - DRAWINGS FOR studio azzurro
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PAOLO ROSA/ PENSARE CON LE MANI/ THINKING WITH YOUR HANDS
A CURA DI (BY) Osvalda CENTURELLI & ROBERTO
PACI DALÒ "Si ringrazia per la collaborazione Laura Marcolini".
osa
Paolo Rosa “Coro” 1995 - Courtesy Studio Azzurro
PAOLO ROSA/ PENSARE CON LE MANI/ THINKING WITH YOUR HANDS
PENSARE CON LE MANI
All'interno del programma della Biennale Disegno Rimini viene presentata la prima mostra interamente dedicata al disegno dell'artista Paolo Rosa. Co-fondatore di Studio Azzurro nel 1982 Paolo Rosa ha creato con lo Studio nell'arco di tre decenni un imponente corpus di opere. Film, installazioni video interattive, pubblicazioni. Nonostante il disegno sia stato una pratica costante e quotidiana per Rosa, non è mai stata realizzata una mostra specifica che qui viene presentata per la prima volta. Benché cresciuto a Milano, Paolo Rosa è nato a Rimini ed ha sempre conservato un affetto particolare per la sua città natale passandoci tutto il tempo possibile “rubato” ai suoi continui viaggi in tutto il mondo per i progetti dello Studio. La città ha ricambiato questa dedizione premiandolo nel 2011 con il Sigismondo d'Oro (il premio che viene conferito ai cittadini che con la loro attività hanno onorato la città di Rimini nel mondo). In mostra sono esposti disegni che nella maggior parte dei casi sono stati creati in relazione ai progetti multimediali di Studio Azzurro. Disegni quindi strettamente intrecciati alla loro espansione nello spazio attraverso video, luce e suono. La scelta della sede (l'Istituto musicale Lettimi) è nata anche dal desiderio di creare un ambiente acustico ai materiali visivi esposti. Un suono che però non è una traccia audio pre-composta e diffusa nello spazio, bensì un suono vivente proveniente dalle aule, dalle classi dei vari strumenti, dalle prove degli ensemble e dell'orchestra. Una scelta questa debitrice dell'opera di John Cage sottolineando l'importanza del caso e dell'aleatorietà. Con l'espressione “pensare con le mani”, Paolo Rosa ben sintetizza un suo approccio al mondo della creazione. Per lui il disegno si distacca dalla tradizione pittorica e plastica per rivolgersi alle nuove tecnologie. “È un gesto procreativo, perché comporta in sé sia la manifestazione del segno sia il concepimento dell'opera.” Per lui il disegno è l'anima di un'opera d'arte perché ne determina il ritmo, un po' come il montaggio nel cinema. Il disegno è quindi fortemente legato alla scansione temporale e “ritmo” diventa una parola chiave. Il disegno si colloca come raccordo tra linguaggi espressivi diversi ponendosi alla base della progettazione multimediale. Il disegno per Paolo Rosa è anche scatenante di un lavoro progettuale collettivo. È la lingua franca che permette la realizzazione di un'opera tecnologica complessa. Il disegno diventa l'elemento portante rendendo possibile una comunicazione immediata tra i vari soggetti. Il disegno è il modo per far incrociare in un unico momento tutti i punti di vista svincolandoli dai fraintendimenti e dalle ambiguità della comunicazione verbale. Il segno si mostra per ciò che è. Nudo nel suo apparire. I disegni di Paolo Rosa evocano anche un mondo giapponese. Una cultura dove il disegno, il tratto, è sempre stato importantissimo e dove è interessante notare come pensieri “alti” e complessi siano solitamente evocati da disegni “infantili”. Se guardiamo ai disegni di architetti, artisti, progettisti giapponesi il tratto comune è proprio questa semplicità che similmente emerge anche dalla mano di Rosa.
ISTITUTO MUSICALE LETTIMI
THINKING WITH YOUR HANDS
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ISTITUTO MUSICALE LETTIMI
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a cura di Luigi Pezzoli
TAVOLE CORANICHE IN LINGUA HAUSA
sud del Niger gli Hausa sono il gruppo etnico dominante. In lingua hausa alluna (al singolare allo) significa “tavole coraniche”, un elemento pratico e simbolico dell’educazione religiosa e della spiritualità di un popolo africano da tempo islamizzato. L’Islam di tradizione sunnita è infatti la religione attualmente praticata dalla stragrande maggioranza degli Hausa.
ruolo importante nella diffusione e nell’apprendimento dell’Islam è stato svolto, soprattutto nel passato, dalle confraternite di tradizione sufi che ne hanno fatto una pratica popolare, tollerante e mistica che ha trovato terreno fertile nella disponibilità religiosa ed esoterica di quei popoli. Ne è risultata una religione sincretica che mescola elementi dell’antica tradizione animistica con quelli dell’ortodossia musulmana.
logie documentano questi aspetti, dall’educazione religiosa alla magia, finendo quindi per assumere un’importanza più spirituale che non linguistica. La tavole per imparare a trascrivere in lingua araba i versetti del Corano sono denominate allon karatu. Per tutta la durata del corso vengono scritte, lavate e poi riscritte fino a quando l’allievo impara la corretta grafia. Nelle tavole si riconosce la mano dello studente, quella più incerta dell’inizio e quella con elegante grafia quando è diventato esperto nella scrittura.
KORANIC TABLETS IN LANGUAGE HAUSA
The Hausa are the predominant The Sufi Brotherhood had an The tablets used specifically to ethnic group in northern Nigeria and southern Niger. In the Hausa language alluna (singular allo) means “Koranic tablets”, which are a practical and symbolic element of the religious and spiritual education of the Islamic African populace. The Sunni tradition of Islam is the most commonly practiced religion amongst the majority of the Hausa.
important role in diffusing and teaching Islam in that part of Africa, especially in the past, making it a popular, tolerant and mystical practice that grew within the fertile ground of open-minded, esoteric people. Their religion therefore freely mixes parts of ancient traditional animism with Muslim orthodoxy. The different types of alluna document these aspects of life, from religious to magical education, and assume great spiritual and linguistic importance.
learn how to transcribe Koranic verses into Arabic are called allon karatu. Students write on them, clear them off, then continue until they learn the correct way to write. The student’s recognizably uncertain hand will improve as they gain expertise, giving way to elegant handwriting.
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MUSEO DEGLI SGUARDI - VILLA ALVARADO
COVIGNANO RIMINI
ALLUNA TAVOLE CORANICHE IN LINGUA AUSHA
Nel nord della Nigeria e nel In quella regione dell’Africa, un Le alluna con le loro diverse tipo-
PROGETTO PER LA CARATTERIZZAZIONE DELLA ROTONDA TRA VIA D. CAMPANA E VIA B. TONI CON UNA INSTALLAZIONE PERMANENTE IN FERRO ZINCATO, PRATO E APPARATI LUMINOSI. EMBELLISHMENT PROJECT CONSISTING OF A PERMANENT INSTALLATION OF A LAWN, STREETLIGHTS, AND GALVANIZED IRON IN THE ROUNDABOUT BETWEEN VIA. D.CAMPANA AND VIA B. TONI. Un piccolo prato abitato da due letti, le gambe lunghissime. Dalla sommità, due cartellini di riconoscimento come per le culle dei neonati e due nomi: Pensione Oniria . Una camera d’albergo sprovvista di soffitto e pareti, una stanza aperta e ospitale. In luogo del soffitto, il cielo sopra Rimini. Le pareti: le sue strade, le piazze, le case. Un omaggio alla città dell’accoglienza ma anche del sogno. I giacigli di tutti gli alberghi, le stanze in affitto, le pensioni, e in epoche passate, le colonie estive diventano simboli di benvenuto, veicoli per la fabbricazione dei sogni.
UNA STANZA COSTRUITA PER ASCOLTARE SEGRETAMENTE LA VOCE DELLA LUNA.
progetto di
A small lawn hosts two long-legged beds. Upon them two name tags, like those on newborns’ cribs:
Pensione Oniria.
A hotel room without walls or ceiling; an open, welcoming room. The sky above Rimini acts as its ceiling. The streets, squares and houses are its walls. An homage to the city of dreams and greetings. Every hotel bed, room for rent, boarding house and, in past eras, summer colony becomes a welcoming symbol through which dreams are made.
A ROOM BUILT TO LISTEN SECRETLY TO THE VOICE OF THE MOON.
Claudio Ballestracci 177
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PROGETTO ROTONDA
CLAUDIO BALLESTRACCI - PENSIONE ONIRIA RIMINI
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p re s e n t a
APPUNTI DI VISTA
Mostra di disegni di MARCO SMACCHIA
Niente poesia, solo disegni raccolti, come si raccolgono le idee, le forze, le cartacce per terra, le vecchie lavatrici abbandonate nei boschi e i pomodori maturi, più sul-reale che surreale. Una carrozzina in fiamme. Un carrello della spesa nella capanna del presepe. Tralicci dell’alta tensione. Case con nuvole sopra la testa e radici ai piedi. Montagne che sembrano scale che sembrano giocattoli. Parole che galleggiano nelle immagini. Animali veri e animali finti. Umani troppo piccoli o troppo grandi.
Mons Jovis Le Rocche Malatestiane, Contrada dei Nobili, Santarcangelo _16-25 maggio
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SANTARCANGELO DI ROMAGNA
No poetry, only a few drawing, collected like ideas, like strength, like crumpled papers on the ground, like old washing machines abandoned in the forest with ripe tomatoes, more unreal than surreal. A pram in flames. A shopping cart in the nativity scene’s manger. Highly charged framework. Houses with clouds above their heads and roots at their feet. Mountains that look like stairs that look like toys. Words floating within images. Animals, real and fake. Humans who are too small, and too big.
CUTTER
CRISTIAN CHIRONI
Uno strumento tagliente asporta dalle immagini stampate tutto ciò che è in via d’estinzione o è già estinto: ghiacciai, fondali marini, panorami naturali, fiori, piante, animali. Immagine dopo immagine, attraverso la sottrazione, si formano nuove relazioni nella successione delle pagine, scavate con il fare di un botanico, il cinismo di un chirurgo e la svagatezza di un turista. […] Non è senza qualche perplessità che il naturalista si accinge a presentare le bellissime fotografie di questo libro. Egli si domanda se è veramente necessario accompagnare con un testo delle immagini che – scelte in base a criteri estetici – sono destinate innanzitutto ai lettori sensibili alla bellezza delle forme. Non obietterà forse qualcuno che l’identità delle creature rappresentate ha poca importanza? E che non mette conto di preoccuparsi della posizione che esse hanno nella natura? Il loro scopo e di farci provare l’emozione che suscita ogni opera d’arte perfetta, l’eccitazione intellettuale provocata da un’armonica disposizione delle masse. (J. Forest, Meraviglie dei Fondali Marini, Ist. Geografico De Agostini Novara, 1958).
Rimini, Biblioteca Gambalunga_ sabato 24 maggio
A cutting instrument removes everything that is going extinct, or is already extinct, from printed images; glaciers, ocean floors, natural panoramas, flowers, plants, and animals. Through subtraction, new relations are formed with the series of pages, image after image, dug up with a botanist’s style, a surgeon’s cynisism, and a tourist’s distractedness. […] The naturalist faced some perplexities while preparing to present the beautiful photographs in this book. He asked himself if it was truly necessary to accompany these images with words, seeing as they were chosen with aesthetic criteria in mind, for readers who are already sensitive to the beauty of forms. Wouldn’t someone object that the identity of the creations herein is of little significance? And that their identities don’t account for their place in nature? Thus, their goal is to evoke the emotion every perfect work of art creates; intellectual excitement caused by a harmonious disposition of the masses. (J. Forest, Meraviglie dei Fondali Marini, Ist. Geografico De Agostini Novara, 1958).
On growth and form 01
(La foresta equatoriale americana), libro d’artista intagliato a mano, 2010 (dettaglio)
DACIA MANTO Con On growth and form 01 Dacia Manto prosegue il suo progetto di esplorazione delle possibilità espressive del disegno nell’ambito della performance iniziato nel 2011. L’opera si sviluppa come un laboratorio aperto, un cantiere mutevole e in crescita, realizzato dall’artista utilizzando molti dei suoi lavori su carta. È la costruzione di un “luogo” attraverso il disegno, uno spazio-rifugio all’interno della quale Dacia Manto fa accadere delle cose celandosi allo sguardo del pubblico, il quale può solo cercare di spiare o ascoltare il divenire degli eventi. Tramite il corpo e la gestualità, l’artista porta il disegno oltre la sua naturale definizione diventando prima scultura, poi installazione e rendendo evidenti altri aspetti insiti nell’atto del disegnare come il tempo e la durata. Un’opera che cerca un’entropia generativa tra la tattilità del segno, la corporeità dell’artista e l’idea del disegno come sintesi massima del pensiero.
Dacia Manto, On growth and form, azione/ installazione, 2011 > Carta, disegno, suono. Particolari della performace ed installazione presso EX-BRUN, Farnespazio, Bologna.
With On growth and form 01 Dacia Manto continues his exploratory project on drawing’s expressive possibilities regarding the performance he began in 2011. The project is developed as an open laboratory, an ever growing and changing workshop made by the artist using many of his prior paper work. It’s the construction of a “location” through drawing, a space of refuge within which Dacia Manto makes things happen while out of sight of the public, who can only try to glimpse the events that are going on. Through physical gestures, the artist takes drawing past its natural definition by first becoming sculpture, then a proper installation, making other intrinsic aspects of drawing evident such as time and duration. It’s a project that searches for fertile entropy within the tactile nature of symbols, the artist’s own corporeal nature, and the concept of drawing as the absolute condensation of thought.
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parte seconda
febbraio - giugno 2014
BIENNALE DISEGNO RIMINI / BIBLIOTECA GAMBALUNGA, RIMINI
a cura di Silvia Bottiroli, Rodolfo Facchettini e Marinella Paderni
BIENNALE DISEGNO RIMINI / MUSEO DELLA CITTÀ ALA NUOVA
BIENNALE DISEGNO RIMINI / SANTARCANGELO DEI DISEGNI
Disegnare la performance: Cristian Chironi, Dacia Manto
LAZMAG
Santarcangelo per l’arte contemporanea
Focus Fondazione culture Santarcangelo a cura di Francesco Bocchini e Claudio Ballestracci
STILISTI E FUTURI STILISTI
CRISTALLINO - INDAGINE SUL CONTEMPORANEO LUOGHI PER LE ARTI VISIVE
Investigation into the contemporary. Places for visual arts
p r e s e n ta
FEDERICO MORONI FLAVIO NICOLINI GIANFRANCO ZAVALLONI. Un’esposizione in tre atti
L’opera di 15 ARTISTI.
LA QUADRERIA
in collaborazione con Biennale Disegno Rimini
LABA
RIMINI
LIBERA ACCADEMIA BELLE ARTI Legalmente riconosciuta (D.M. 27/04/2000)
MUSAS – Museo storico archeologico Via della Costa, 26 - Santarcangelo
Drawn writing. Artist’s and writer’s notebooks between drawing, words, and routine invention. A collection of notepads, notebooks and small sketchbooks where writing and drawing tell the individual tale of the artist’s creative process and personal experiences.
Quaderni di artisti e scrittori contemporanei tra disegno, parola e invenzione quotidia Una raccolta di taccuini, quaderni e piccoli libri da sfogliare in cui la scrittura e il disegno sono traccia del processo ideativo e dell’esperienza creativa di ogni artista, in modo del tutto individuale.
RESIDENZA UNIVERSITARIA (EX HOTEL PALACE)
in collaborazione con Ass.ne Dogville
SANTARCANGELO DI ROMAGNA
RIMIN I 16 MAGGIO - 30 GIUGN O
Il cinema d’animazione di Gianluigi Toccafondo DOMENICA 18 MAGGIO incontro con GIANLUIGI TOCCAFONDO e MASSIMO SALVUCCI a seguire proiezione dei film di animazione.
La Laba - Libera Accademia Belle Arti - di Rimini che ha scelto la moda come vocazione privilegiata del suo insegnamento apre al pubblico il taccuino dei suoi disegni. La sezione di Progettazione Artistica per l’Impresa presenta i bozzetti degli studenti, messi a confronto con quelli di alcuni stilisti professionisti, in uno scambio che non sia né di competizione, né di emulazione, ma di dialogo imprescindibile, tra passato presente e futuro. “Il corpo abita nel vestito. L’abito è la sua casa manifesta, quella aperta al pubblico, con cui ci presentiamo al mondo, dando a lui delle coordinate per conoscerci. I nostri vestiti sono una delle forme più dirette di comunicazione, sono un proclama con cui diciamo tacendo, come siamo fatti. Gli abiti sono un anticipo sull’anima, un indizio dello spirito. L’artista austriaco Hundertwasser aveva teorizzato uno schema per cui l’uomo viveva entro cinque pelli ovvero: l’epidermide, i vestiti, la casa, la società e l’ambiente, con cui intessere rapporti armonici. I vestiti sono dunque, la seconda pelle a fare da ponte tra noi e l’universo. Disegnare abiti non significa limitarsi all’involucro, ma creare una immediata relazione con gli altri, dare corpo a un pensiero, per l’appunto rivestirlo.” S.F.
RESIDENZA UNIVERSITARIA (EX PALACE HOTEL), RIMINI
LA SCRITTURA DISEGNATA.
Santarcangelo 12•13•14 Festival Internazionale del Teatro in Piazza
Biennale Disegno Rimini
Circolo Dogville Santarcangelo
Biblioteca Comunale “A.Baldini” Santarcangelo
Associazione Calligraphie Cesena
LABA RIMINI Via Roma 64/b - 47921 Rimini T 0541 27449 - F 0541 627436 - www.accademia.rimini.it info@accademia.rimini.it
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In collaborazione con
Assadour, Enrico Accatino, Amerigo Bartoli, Leonardo Castellani, Gisberto Ceracchini, Arnoldo Ciarrocchi, Tano Citeroni, Bruno Caruso, Bruno Conte, Michelangelo Conte, Pietro Consagra, Pirro Cuniberti, Filippo de Pisis, Ilario Fioravanti, Riccardo Francalancia, Lino Gentili, Aldo Gobbi, Pietro Guida, Renato Guttuso, Tom Lyons, Mino Maccari, Mario
LAZMAG
Enrico Accatino, Assadour, Amerigo Bartoli, Tito Balestra, Leonardo Castellani, Bruno Caruso, Tanino Chiurazzi, Tano Citeroni, Pietro Consagra, Michelangelo Conte, Pirro Cuniberti, Filippo De Pisis, Enotrio, Eliano Fantuzzi, Ilario Fioravanti, Riccardo Francalancia, Lino Gentili, Giuliano Giuliani, Aldo Gobbi, Tonino Guerra, Pietro Guida, Renato Guttuso, Pietro Lenzini, Tom Lyons, Mino Maccari, Mario Mafai, Tinin Mantegazza, Mauro Masi, Gino Marotta, Gino Montesanto, Elio Morri, Roberto Neri, Mokichi Otsuka, Franco Poli, Giò Pomodoro, Domenico Rea, Nino Ricci, Amelio Roccamonte, Ottone Rosai, Manlio Sarra, Vanni Scheiwiller, Antonio Scordia, Flaminia Siciliano, Leo Simoni, Leonardo Sinisgalli, Mario Sironi, Alberto Sughi, Giovanni Tamburelli, Nino Tirinnanzi, Antonio Vangelli, Renzo Vespignani,
Renato Guttuso
Tono Zancanaro, Cesare Zavattini.
Una mandorla verde nelle tue mani enormi un fiammifero spento che traccia una figura dolente come te, come te refrattaria alle mode che passano. È storia d’ogni giorno non piacere agli sciocchi (Tito Balestra, Versi per Ottone Rosai)
A green almond in your enormous hands a spent matchstick traces a figure as painful as you, as unwilling as you towards the passing styles. It’s every day history not pleasure for fools (Tito Balestra, Versi per Ottone Rosai)
QUASI UN SECOLO DI «DISEGNO» NELLE COLLEZIONI DELLA FONDAZIONE TITO BALESTRA
Almost a century of «drawings» in the Tito Balestra Foundation’s collection
a cura di Flaminio e Massimo Balestra
La Fondazione Tito Balestra nacque per salvaguardare la collezione di un poeta; in una società più interessata a collezionare danari e poteri fu quantomeno anomala la volontà di preservare “un angolo di poesia”. Le opere d’arte messe assieme da Tito Balestra furono composte in una collezione secondo peculiarità del tutto personali e non assecondando le esigenze del mercato o delle mode del tempo; in ogni dipinto e in ogni foglio raccolto è possibile percepire un disegno più profondo e esclusivo, quello di una precisa visione delle cose, senza sbavature d’occasione. Una raccolta che, a ben guardarla, pare rispondere alle medesime esigenze creative che lo indussero a scrivere i suoi versi. Tito Balestra predilesse collezionare l’arte figurativa del Novecento, con una particolare vocazione per il disegno e l’incisione, d’altronde, come scrisse Attilio Bertolucci, suggerendoci una traccia di lettura che potrebbe tornare utile anche per comprendere meglio le sue scelte di collezionista, «A proposito di pittura. Balestra la conosce benissimo e un po’, pigramente, ci traffica. Ma la sua poesia non ha quasi mai spessori di colore, è in bianco e nero, senza sbavature, come Maccari grafico». In occasione della prima edizione della Biennale del Disegno di Rimini, i curatori della mostra longianese, hanno inteso indagare i materiali delle collezioni della fondazione Balestra per effettuare una selezione, piuttosto corposa, di opere da presentare in due, distinte ma contigue, sezioni espositive a racconto, seppure parziale, di quasi un secolo di “disegno”; una con il proposito di ripercorrerlo attraverso lo sguardo intimo del Poeta e l’altra, più composita, a testimoniarlo con una cernita di opere facenti parte delle successive acquisizioni.
The Tito Balestra Foundation was born to safeguard just one poet’s collection; in a society more interested in collecting money and power, it seemed quite rare to try and preserve a “poet’s corner”. Tito Balestra’s works of art were created according to his own personal quirks, with no care for the market’s needs or current tastes; every one of his paintings and drawings leads towards a precise, profound perception of the world, without any compromises. This collection of art seems to stem from the same creative vein that compelled him to write his poetic verses. Tito Balestra loved to collect figurative 20th century artwork, as he was particularly fascinated by drawings and engravings. Besides, as Attilio Bertolucci wrote, giving us hints on how to best understand the collector’s tastes, «About those paintings; Balestra knows them very well and, lazily, trades them too. But his poetry never has unwarranted colours, it’s black and white, in the lines, like Maccari’s drawings.» In occasion of the first edition of the Biennale del Disegno di Rimini, the curators of the Longianese exhibition searched through the Balestra Foundation’s collection in order to select a wide array of artwork to place in two distinct, but related, sections in order to recount almost a century of “drawings”. One section was intended to be seen through the poet’s own eyes, while the other was made up of artwork the artist purchased later on.
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CASTELLO MALATESTIANO DI LONGIANO - EX CHIESA MADONNA DI LORETO
QUASI UN SECOLO DI “DISEGNO” NELLE COLLEZIONI DELLA FONDAZIONE TITO BALESTRA
In mostra opere di:
Mafai, Tinin Mantegazza, Mauro Masi, Gino Marotta, Elio Morri, Franco Poli, Giò Pomodoro, Domenico Rea, Nino Ricci, Giorgio Amelio Roccamonte, Ottone Rosai, Flaminia Siciliano, Leonardo Sinisgalli, Mario Sironi, Alberto Sughi, Giovanni Tamburelli, Nino Tirinnanzi, Antonio Vangelli, Renzo Vespignani, Tono Zancanaro.
ALESSANDRO LA MOTTA. IDENTITÀ DISEGNO Galleria Gorza ‘Arco d’Augusto’ in collaborazione con l’agenzia NFC, Via XX Settembre, 32 Presentazione della mostra il 16 maggio 2014, ore 18.30 Orari: chiuso lunedì. Da martedì a venerdì 16.00-19.30; sabato e domenica 17.00-20.00 Durante Disegno Festival 16 - 25 maggio 2014, tutti i giorni 17.00-20.00 il 16 maggio ore 17.00-22.00; il 23 maggio ore 17.00-22.00 Info: Visite su appuntamento tel. 366 40 90 987
PIETRO ANCESCHI. CON MOLTA PRESTEZZA, DIPINTI, DISEGNI E INCISIONI LA PATRIA ADOLESCENTE NEI DISEGNI GUERRESCHI DI LEMMO ROSSI SCOTTI
Libreria Risorgimento di Luisè Editore, Corso d’Augusto, 76 Orari: 10.00-12.30 / 16.00-19.00 Chiuso domenica e martedì pomeriggio info: luiseeditore@gmail.com / tel. 0541 28755
a cura di Alessandra Bigi Iotti e Giulio Zavatta Galleria NFC di Amedeo Bartolini, Via XX Settembre, 32 Inaugurazione venerdì 18 aprile 2014, ore 18.30; Dal 18 aprile al 8 giugno 2014 Orari: da lunedì a venerdì 10.00-18.00; sabato e domenica su appuntamento Info: amedeo.b@agenzianfc.com / tel. 331 45 52 165
Libreria La Feltrinelli, Largo G. Cesare, 4
UN INSOLITO LUOGO DELL’ANIMA: UN INEDITO TACCUINO DI TOMMASO MINARDI E ALTRI DISEGNI DI P. JORIS, G .DE SANCTIS, G. GALLIARI, A. ISSUPOFF a cura di Anna Cucci e Paolo Rotili Antichità Isotta, Piazza Tre Martiri, 2 Orari: da giovedì a domenica 11.00-14.30 / 15.30-19.30 Info: annacucci@me.com / tel. 333 32 90 299
LA BRASILIANA DI ARNOLDO CIARROCCHI / MARESCA, BONNEFOY, MUSSAPI a cura di Walter Raffaelli
IL BEVITORE D’ASSENZIO, ILLUSTRAZIONI DI VIKTOR OLIVA PRAGA a cura di Nazzareno Cenerelli e Cristina Bianchi Grifondoro, vicolo Pescheria 4 - Via Cairoli, 5 Orari: 9.00-12.30 / 15.30-19.30 Info: grifondororimini@gmail.com / tel. 0541 24257
ANTONIO NOIA, ALTRE PAGINE, LIBRI BALLA/ SEGNI E DISEGNI a cura di Valerio Dehò
Dal 12 aprile all’8 giugno 2014. Inaugurazione 12 aprile, ore 19.00 Orari: lunedì - venerdì 10.00-20.00; sabato: 9.30- 20.00; domenica: 10.30-13.00 / 16.00-20.00 Info: rimini@lafeltrinelli.it / tel. 0541 788090
Raffaelli Editore, Vicolo Gioia, 10 Orari: 9.00-13.00 / 13.00-19.30 Info: raffaellieditore@rimini.com / tel. 0541 21552
MABEL MORRI. EPPUR SI MUOVE FRANCESCO CARNEVALI (1892 – 1987) DISEGNI Libreria Riminese di Mirco Pecci, Piazzetta Gregorio da Rimini, 13 Dal 16 maggio all’8 giugno 2014 Orari: 9.00-12.30 / 15.30-20.00 Info: www.libreriariminese.it / tel. 0541 26417
STEFANO TURCONI /TERESA RADICE. IN VIAGGIO CON VIOLA
Tavole tratte da Viola Giramondo, 2013 a cura di Serena Zocca
Libreria Viale dei Ciliegi, Via Bertola, 17 Dal 12 aprile al 15 giugno 2014 Orari: 9.00-13.00 / 15.30-19.30 chiuso i festivi e lunedì mattina Info: info@vialedeiciliegi17.it / tel. 0541 25357
in concomitanza con lo Smiting Festival 2014 SPAZIO GATE Via Tonini, 24/A , Cambia-menti associazione Culturale Dal 18 aprile al 20 maggio 2014 Orari: 18.00-20.00 Info: info@cambia-menti.com
EMANUELA CICORIA, MAZEL TOV. UN AUGURIO PER CHI RESTA
in concomitanza con lo Smiting Festival 2014 SPAZIO GATE Via Tonini, 24/A, Cambia-menti associazione Culturale Dal 4 all’11 maggio 2014 Inaugurazione domenica 4 maggio ore 17.30 Orari: 18.00-20.00
AUGUSTO GENNARI. CARTAVITA
a cura di Annamaria Bernucci e Andrea Bianchi SPAZIO GATE Via Tonini, 24/A, Cambia-menti associazione Culturale Dal 16 al 25 maggio 2014 ; Orari: 18.00-20.00
GIUSEPPE TOMASELLO. CONSERVA
a cura di Annamaria Del Bianco, Stefano Lombardelli Bruno Bernardi lampadari d’antiquariato, Via Dante, 13 Dal 15 marzo al 12 aprile 2014 Orari: 10.00-12.20 / 16.00-19.30. Chiuso domenica e martedì pomeriggio Inaugurazione di chiusura: sabato 12 aprile 2014, ore 17.00 Info: Per visite fuori orario contattare Bruno Bernardi, tel. 348 2430869
GLORIA SALVADORI. DA REGIONI DI ULTIMA LUCE/ FOTOGRAFIE DISEGNI a cura di Anna Maria Del Bianco e Stefano Lombardelli Bruno Bernardi lampadari d’antiquariato, Via Dante, 13 Dal 19 aprile all’8 giugno 2014 Orari: 9.30-12.30 / 16.00-19.30 Info: Per visite fuori orario contattare Bruno Bernardi, tel. 348 24 30 869
FILIPPO BERTA
a cura di Claudia Loeffelholz Augeo Art Space, Corso d’Augusto, 217 Orari: da martedì a sabato 10.00-13.00 / 16.00-20.00; domenica 16.00-20.00 Info: info@augeo.it
PENSIERO. CUORE DEL SEGNO/ DISEGNO OPERE DI
CORRADO CAGLI, UGO STERPINI, IRENE PODGORNIK, LORENZO RONCI
a cura di Moreno Mondaini Galleria NO LIMITS TO FLY, Via Aurelio Bertola, 17 Anteprima inaugurazione: venerdì 11 aprile 2014, ore 20.30 (è consuetudine della galleria) Dal 12 aprile all’ 11 maggio 2014 Orari: lun/ mart/ merc/ giov 17.00-19.00; ven 21.00-23.00; sab 10.00-13.00 / 17.00-19.00; dom 17.00-19.00
MARIANNA BALDUCCI. TEMPERINI, PENNINI E SCHIACCIAPATATE in collaborazione con ReeDoHub
ReeDoLab - Laboratorio di moda autoprodotta, Via Bertola, 86
Dal 12 aprile all’ 8 giugno 2014 Orari: dal lunedì al sabato 10.00-13.00 / 16.30-19.30. Chiuso il lunedì mattina e la domenica Nell’ambito di Disegno Festival 16-17 maggio 2014, dalle ore 17.00 alle 19.30 Live drawing: disegnatrice in vetrina La vetrina del ReeDoLab ospita Marianna Balducci in due sessioni di disegno in presa diretta per passanti curiosi Info: reedo@reedo.it
MARIA PIA CAMPAGNA. SPIRALI a cura di Roberto Semprini
Studio Associato Mijic Semprini C.so D’Augusto, 181 Dal 16 al 25 maggio 2014 Orari: 9.00-12.00 / 15.00-19.00 Info: tel. 0541 1831838
DAVIDE FRISONI. APPUNTI DI VIAGGIO METROPOLITANO Frisoni Art Lab. Via Balilla 25
Inaugurazione sabato 19 Aprile 2014, ore 18.30 Orari: dal lunedì al venerdì tutte le mattine; altri giorni e orari su prenotazione Info: info@davidefrisoni.com / tel. 339 32 37 273
JAANIKA PEERNA. ADVANCING-RETREATING.AVANZARE-ARRETRARE Disegni. Installazione Video. Live Performance a cura di Giuseppe Padula
‘Primo Piano’, presso studio legale Lombardi e Pacia, Via Garibaldi, 20
Inaugurazione venerdì 16 aprile 2014, ore 17.00 Orari: dal martedì al sabato 16.00-19.00, su appuntamento Info: giuseppe.padula@unirsm.sm / www.jaanikapeerna.net / tel. 335 67 48 986 - 338 76 09 080
GIOVANNI TOMMASO GARATTONI THE DECLINE OF WESTERN CIVILIZATION - EARLY YEARS 1984 - 1990
Studio d’architettura Garattoni, Via Macanno, 38/Q Info: visita su appuntamento tel. 335 81 72 168
ALDO RONTINI. MEMORIE, DISEGNI E CHINE
Spaziotempo studio d’antiquariato di Luciano Brandina, Corso d’Augusto, 204 Dal 16 al 25 maggio 2014 Orari: 9.30-12.30 / 16.00-19.30 Info: tel. 0541 26416 / 337 62 05 70
Dal “segno”
nasce il movimento.
FOTO © GIAN PIERO PEDRETTI - MUSEO DELL’AUTOMOBILE DI TORINO
Piazza Cavour, 12 - Rimini
biennale disegno rimini il nido delle idee da parmigianino a kentridge da hugo pratt a fellini
12 aprile - 8 giugno 2014 prima edizione info: (+39) 0541.53399 www.riminiturismo.it www.biennaledisegnorimini.it