Schwarzer dopato, shock azzurro

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Il personaggio

Chavela Vargas addio alla sciamana della musica latina

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Fondatore Eugenio Scalfari ❋

www.repubblica.it

Anno 37 - Numero 186

€ 1,20 in Italia

Viaggio a Chios la resistenza di Omero

Alle 19 RSera su iPad e pc notizie e reportage in un clic

PEDRO ALMODÒVAR E CONCITA DE GREGORIO

NZ

La cultura

Repubblica raddoppia l’informazione

MELANIA MAZZUCCO

ALVOHXEBbahaajA CQDEDWDEDL

Direttore Ezio Mauro CON “SONGWRITERS” € 10,10

martedì 7 agosto 2012

9 770390 107009

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SEDE: 00147 ROMA, VIA CRISTOFORO COLOMBO, 90 - TEL. 06/49821, FAX 06/49822923. SPED. ABB. POST., ART. 1, LEGGE 46/04 DEL 27 FEBBRAIO 2004 - ROMA. CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÀ: A. MANZONI & C. MILANO - VIA NERVESA, 21 - TEL. 02/574941. PREZZI DI VENDITA: PROV. VE CON LA NUOVA DI VENEZIA E MESTRE € 1,20; PROV. NU-OR CON LA NUOVA SARDEGNA € 1,20 (CON IL VEN E D € 1,50). AUSTRIA, BELGIO, FRANCIA, GERMANIA, GRECIA, IRLANDA, LUSSEMBURGO, MALTA, MONACO P., OLANDA, PORTOGALLO, SLOVENIA, SPAGNA € 2,00; CANADA $1; CROAZIA KN 15; REGNO UNITO LST 1,80; REPUBBLICA CECA CZK 64; SLOVACCHIA SKK 80/€ 2,66; SVIZZERA FR 3,00; UNGHERIA FT 495; U.S.A $ 1,50

Il premier precisa: mai messo in dubbio il ruolo dei Parlamenti

Il marciatore altoatesino trovato positivo all’Epo nel giorno in cui l’Italia conquista altre tre medaglie a Londra

Schwazer dopato, shock azzurro

Poteri del governo dalla Germania attacchi a Monti Cacciato dai Giochi l’oro di Pechino: ho sbagliato, carriera finita ROMA — Pioggia di critiche a Mario Monti dopo le parole del presidente del Consiglio al settimanale Der Spiegel: l’intero mondo politico tedesco si scaglia contro il premier italiano, reo, secondo i tedeschi, di aver messo in discussione l’autonomia dei Parlamenti rispetto all’azione dei governi. Ma Monti respinge le accuse, parla di ‘equivoco’, ma ribadisce che all’interno del dialogo tra governi e parlamenti, «è necessaria» una buona dose di flessibilità. SERVIZI ALLE PAGINE 6 E 7

LONDRA — Shock a Londra per la squadra dell’Italia. Il marciatore Alex Schwazer è stato cacciato perché positivo all’Epo. Gli azzurri conquistano altre tre medaglie. SERVIZI ALLE PAGINE 2, 3, 4 E NELLO SPORT

I protagonisti

Dal tiro agli anelli la felicità avvelenata

IL BUIO DELLO SPORT VITTORIO ZUCCONI

L’analisi

LONDRA COME se si illuminasse di colpo il lato oscuro della Luna, come si voltasse verso di noi la faccia buia dello sport che preferiamo non vedere. La notizia che il grande marciatore italiano Alex Schwazer – l’ultima e unica speranza di medaglie per la desolata atletica italiana – è stato cacciato dall’Olimpiade perché dopato confesso è una sorpresa amarissima. SEGUE A PAGINA 4

Così lontani, così vicini

È

THOMAS SCHMID GIUDICARE dai discorsi di certi politici tedeschi sull’Italia, sulla politica italiana e sul presidente della Bce Mario Draghi – ma anche dalle caricature di Angela Merkel apparse su qualche giornale italiano, o dai commenti sentiti a volte a Montecitorio – si direbbe che tra i nostri due Paesi non corra buon sangue. Sembra persino che non abbiano nulla in comune, e che i loro rapporti siano intrisi di pregiudizi. Se così fosse, sarebbe un vero guaio per l’Unione Europea, dato che Italia e Germania sono tra gli Stati fondatori dell’Ue. SEGUE A PAGINA 27

A

dal nostro inviato MAURIZIO CROSETTI LONDRA EL buio del giorno più nero dello sport italiano, brilla una luna d’oro in fondo al pozzo. Appartiene a Niccolò Campriani, l’ingegnere fiorentino che studia e spara in America. SEGUE NELLO SPORT

N

Il primo ministro accusa il regime: “Ha ordinato il genocidio”

Siria, vacilla Assad fugge anche il premier

Il colloquio

Nagel: io contro Ligresti MASSIMO GIANNINI NA delle massime più famose di Enrico Cuccia vuole che «il peccato veniale di un banchiere è fuggire con la cassa, mentre quello mortale è parlare». Ebbene, stavolta Alberto Nagel, nato e cresciuto nel Tempio della Finanza di cui Cuccia è stato il Gran Sacerdote, commette il peccato mortale. L’amministratore delegato di Mediobanca parla, perché l’atto d’accusa della Consob e le inchieste della magistratura sullo scandalo Ligresti-Fonsai lo chiamano in causa pesantemente. SEGUE A PAGINA 11

U

dal nostro inviato ALIX VAN BUREN Alex Schwazer dall’oro di Pechino al doping

IL BRAVO RAGAZZO NELL’ABISSO dal nostro inviato EMANUELA AUDISIO

LONDRA RA il bravo ragazzo dell’atletica italiana. Biondo, magro, antico. Faceva il marciatore, consumava fatica: 35 chilometri al giorno, 10 mila km l’anno, 1.050 solo in un mese. SEGUE A PAGINA 3

E

DAMASCO EDUTI in un ristorante della Città vecchia all’ora dell’Iftar, la cena rituale del Ramadan, un gruppo di notabili del governo si rimpalla la domanda che agita Damasco: se sia giunta l’Ora Zero. Se il regime sia prossimo a cadere, come un frutto maturo. Perché da qualche minuto, per le vie della città, circola una notizia devastante. SEGUE ALLE PAGINE 12 E 13

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L’ULTIMA CAMPANA RENZO GUOLO I STA disgregando il potere di Assad. La defezione del premier Riad Hijab, fuggito in Giordania e diretto in Qatar, non è che l'ultimo tassello di una fuga. SEGUE A PAGINA 27

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R2

La storia

Curiosity atterra sul Pianeta Rosso, la Nasa tira un sospiro di sollievo

Negli Usa agricoltura in ginocchio. In Italia già danni per mezzo miliardo

“Qui Marte”, il tweet del robot che va a caccia di vita e metano

Il più grande granaio del mondo bruciato dalla siccità-killer

GIOVANNI BIGNAMI MARZIANI, si suppone, non hanno ancora inventato la ruota. Quella foto di una ruota sulla ghiaia marziana è quindi la prova che Curiosity è davvero atterrato, e per di più, con fantastica precisione, proprio dove voleva la Nasa. SEGUE A PAGINA 19 DUSI E FLORES D’ARCAIS ALLE PAGINE 18 E 19

I

Il robot Curiosity

L’ex pm ricorda i “rapporti con Mosca” Replica del Colle: provocazione assurda

dal nostro corrispondente FEDERICO RAMPINI

Di Pietro all’assalto di Napolitano: aveva ragione Craxi

NEW YORK GNI giorno prego perché piova» dice il ministro dell’Agricoltura degli Usa, Vilsack. L’allarme siccità è ai massimi livelli nel granaio del pianeta. ALLE PAGINE 29, 30 E 31 CON UN ARTICOLO DI JENNER MELETTI

ANNALISA CUZZOCREA A PAGINA 10

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LONDRA 2012

MARTEDÌ 7 AGOSTO 2012

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La sua vita

LE ORIGINI

GLI ESORDI

GLI ALLENATORI

Alex Schwazer nasce il 26 dicembre 1984 a Vipiteno. Vive a Calice (frazione di Racines), 7 case e 31 abitanti. Il padre Josef lavora nel servizio stradale della Provincia di Bolzano

A 5 anni fa hockey su ghiaccio, arriverà in nazionale under 16. A 15 si divide fra atletica e ciclismo (si tessera per la squadra dilettantistica EgidioUnidelta)

Cresce alla scuola di Sandro Damilano (fratello di Maurizio) a Saluzzo. Dopo gli Europei 2010 passa con Michele Didoni al Centro sportivo carabinieri di Bologna

Scandalo doping

Schwazer cacciato dai Giochi l’oro di Pechino positivo all’Epo “Ho sbagliato, per me è finita” “Sonouncretino,manonfarònomi” DAI NOSTRI INVIATI FULVIO BIANCHI MARCO MENSURATI LONDRA — La vergogna olimpica torna ad abbattersi sull’Italia come una maledizione. Quattro anni dopo la “medaglia di fango”, quella rubata dal dopato Rebellin a Pechino nel ciclismo (argento restituito due anni dopo, quando si è scoperto che era stato ottenuto grazie all’uso di sostanze illecite) ancora un caso di doping travolge lo sport azzurro: il marciatore Alex Schwazer, oro olimpico a Pechino nella 50 km e favorito per la stessa specialità qui Londra nella gara di sabato, è stato cacciato

tante, i 50 km. Stando alla ricostruzione della Fidal, l’atleta avrebbe dunque assunto l’eritropoietina (epo) il 28 o il 29 luglio. Di sicuro, il 30 ha ricevuto la visita a sorpresa della Wada. I campioni di sangue sono stati inviati al laboratorio di Colonia, uno dei più attrezzati, e ieri sono arrivati i risultati. Positivo. Ricostruita in questi termini la vicenda, la decisione è automatica: pass ritirato e atleta cacciato dalle Olimpiadi, prima ancora di arrivare a Londra. Sarà espulso con disonore anche dall’arma dei carabinieri, al cui gruppo sportivo Alex apparteneva. «Una decisione dolorosa — dice Petrucci —

REPUBBLICA.IT Il caso Schwazer: le immagini delle sue vittorie, l’album privato le foto con Carolina Kostner Lo speciale sulle Olimpiadi

che dimostra la nostra serietà». Sgomberata così dalla presenza dell’atleta, l’Olimpiade italiana resta però ancora ingombra delle mille domande e dei mille dubbi che questa vicenda porta con sé: è davvero credibile, la ricostruzione? È possibile che il ragazzo abbia fatto tutto da solo? Perché la Federazione e l’antidoping italiano non si sono accorti di nulla ed è stato invece necessario l’intervento “esterno”? Possibile che il principale atleta azzurro venga lasciato in condizioni di commettere una sciocchezza del genere? Adesso che tutto è finito, si scopre che da tempo, nell’atletica circolavano brutte voci. Si diceva, in

L’agenzia mondiale antidoping lo ha scoperto con un test il 30 luglio. Via anche dall’Arma ieri dalle Olimpiadi dopo che la Wada, l’organismo internazionale della lotta al doping, ha trovato tracce di eritropoietina nel suo sangue. Imbarazzo del Coni. Figuraccia della Federazione atletica leggera. Ammissione dell’interessato: «Ho sbagliato. La mia carriera è finita. Ho fatto tutto da solo me ne assumo le responsabilità. Volevo essere più forte». La notizia raggiunge il presidente del Coni, Gianni Petrucci nel bel mezzo di un giorno altrimenti pieno di medaglie e di belle novità. Alle quattro del pomeriggio squilla il cellulare. Il sorriso si spegne. È la notizia. A un controllo della Wada effettuato lo scorso 30 luglio, Alex Schwazer è risultato positivo. Cosa fare? Per prima cosa occorre capire che è successo. La Fidal chiama l’atleta al cellulare e questo, in un primo momento, nega tutto: «C’è certamente un errore». Poi dopo pochi istanti Alex richiama, e crolla: «Sono stato un cretino, è tutto vero». Dopo la preparazione a St. Moritz, era andato a passare qualche giorno ad Oberstdorf, in Germania dove ha la residenza la sua fidanzata, la campionessa di pattinaggio su ghiaccio Carolina Kostner. Lì, avrebbe dovuto rilassarsi in attesa di raggiungere Londra per la gara sui 20 km. Ma un leggero raffreddore (che oggi diventa sospetto) gli ha impedito di partire, consigliandogli di salvaguardarsi in vista in della gara più impor-

Gianni Petrucci

Franco Arese

Il presidente del Coni: “È una notizia che ci ha ferito, in due ore abbiamo deciso l’esclusione. Non siamo eroi, ma persone serie: una medaglia in meno, pulizia in più”

Il presidente della Federazione atletica: “Lo incontrerò. Voglio capire cosa l’abbia spinto dalla parte di chi bara. Sarà punito severamente, questo è certo”

L’intervista

sostanza, che il nome di Schwazer figurasse nelle liste dei pazienti di un medico piuttosto “discusso”, persino indagato da alcune procure. Eppure nessuno ha mosso un dito, nessuno ha cercato di approfondire. A quanto pare la sostanza chimica assunta dall’atleta non era nemmeno di quelle particolarmente ricercate. Era la prima volta che l’assumeva? oppure l’aveva già fatto in passato? Nel caso in cui l’avesse già fatto in precedenza come mai nessun controllo italiano ha dato esito positivo? Nelle prossime ore, queste domande verranno rivolte allo staff del ragazzo, composto dall’allenatore Michele Didoni, dal dottor Pierluigi Fiorella, dall’osteopata Andrea Camilli e dal fisioterapista Raffaele Callea (che in passato aveva lavorato con Stefano Baldini). Per il momento si sa solo che dal suo entourage sono arrivate forti pressioni perché oltre ad ammettere le proprie responsabilità — un’assoluta rarità nell’incredibile mondo del doping — il ragazzo faccia anche i nomi di chi gli ha fornito le sostanze e di chi gli ha dato le indicazioni su come usarle. Ma a queste pressioni, per il momento, l’ormai ex atleta ha opposto la risposta peggiore: «No, sto male, ho sbagliato, sono un cretino, ma i nomi io non li farò mai». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Parla Michele Didoni, ex campione mondiale, da due anni suo allenatore

“Alex ci ha preso in giro trascina tutti nella vergogna” DAL NOSTRO INVIATO LONDRA — Michele Didoni, campione mondiale nel ‘95, da due anni allenatore di Schwazer, non ce la fa nemmeno a parlare. Da chi ha saputo? «Alex mi ha chiamato di pomeriggio. E mi ha chiesto se ero seduto, perché secondo lui era meglio che non stessi in piedi». E poi? «Mi ha detto che aveva una brutta notizia da darmi: risultava positivo a un controllo antidoping. Si assumeva ogni responsabilità. Lui, da solo».

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È pure un carabiniere, avrebbe dovuto dare l’esempio. Non mi sono accorto di nulla, ora ho dubbi sulle mie capacità Lei ha chiesto perché? «Non ce l’ho fatta. Non ho voluto sentire giustificazioni, perché non ce ne sono. Gli ho detto solo che finivamo tutti nel vortice: io, la famiglia, la società, la fi-

Sua madre ha avuto una crisi, piangeva. È stato padrino al battesimo di mia figlia Micol. Non me lo perdono

Michele Didoni, 38 anni allenatore di Schwazer

danzata, i compagni». Come si sente? «Preso in giro. Fregato. Lo siamo tutti. Alex, mentendo, ci ha fatto piombare nella vergogna. Negli ultimi mesi sono stato so-

lo 10 giorni a casa mia, gli altri li ho passati con lui. E ora mi chiedo: ma chi me l’ha fatto fare? Ho trascurato la famiglia per lui, lo seguivo in bici. È stato pure padrino al battesimo di mia figlia Micol. Non me lo perdono». Ha sentito i suoi genitori? «La mamma piangeva. La stavano portando in ospedale, ha avuto una crisi. Alex con il suo gesto trascina tutti all’inferno. È un insulto. Ed è pure carabiniere, dovrebbe dare l’esempio». Scusi, Didoni, ma lei non si è mai accorto di nulla? «No. Infatti ora ho molti dubbi sulla mia capacità di fare l’al-


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MARTEDÌ 7 AGOSTO 2012

PER SAPERNE DI PIÙ www.usda.gov www.coldiretti.it

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LE VITTORIE

LA CRISI

LA PUBBLICITÀ

Nel 2005 è campione italiano nei 50 km e bronzo mondiale a Helsinki. Nel 2007 3° ai mondiali di Osaka sui 50 km e 9° sui 20. A Pechino 2008 è oro olimpico sui 50 km

Ai mondiali del 2009 a Berlino abbandona i 50 km per dolori allo stomaco. Agli europei 2010 è “solo” argento sui 20 km per 28”. A Daegu 2011 sui 20 km è 9° al mondiale

Nello sport del Kinder Pinguì, Alex recita con suo fratello Oliver fra i boschi di Calice. Il contratto, in scadenza dopo i Giochi, prevede una clausola di rescissione

Il personaggio

Lui, Carolina e il candore la deriva del bravo ragazzo lasciato sulla via sbagliata Ora è caccia al medico che lo ha aiutato

(segue dalla prima pagina)

smo era guarito. Non si divertiva più. «Mi arrendo, non è colpa di nessuno. La galera me la sono costruita io, mi sono rinchiuso da solo dietro le sbarre. Imponendomi sacrifici, rigidità, prigioni. Basta, non ne posso più, voglio fare quello che voglio e non quello che devo». Era andata male anche Carolina ai Giochi di Vancouver, sedere sul ghiaccio e capitomboli. La coppia lanciava il suo grido di dolore: dobbiamo staccare, ricostruirci, avere le nostre vite indietro. Lui se ne andava da Saluzzo, lei da Los Angeles. Volevano situazioni più umane, tenersi per mano, una cuccia dove ritrovarsi. L’anno scorso a lui era tornata la voglia per la strada. O almeno così diceva. «Ho fisicamente bisogno di fare sport, altrimenti non ho fame a tavola né sonno di sera». Aveva trovato in Michele Didoni, un allenatore amico, si divertiva a non

DAL NOSTRO INVIATO EMANUELA AUDISIO N TRE stagioni il giro della terra. Quasi sempre da solo. Alex Schwazer sembrava uscito da una fiaba: veniva da Calice, 31 abitanti, piccola frazione di Racines ai piedi del passo Giovo, provincia di Bolzano. Nato il giorno della vigilia di Natale. Atleta serio, ossessivo, disciplinato. Al limite del masochismo. Bisognava fermarlo, impedirgli di farsi male, di torturarsi con l’allenamento. Non voleva mai smettere, anzi ne chiedeva di più. Potevi scambiarlo per Bambi, aveva lo stesso candore. Mai per un mascalzone. Si dava addosso, ipercritico, non si perdonava mai nulla. Ti raccontava che da ragazzo voleva fare il ciclista, ma che gli avevano proposto pratiche illega-

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Aveva rinunciato a fare il ciclista da ragazzo quando gli proposero pratiche illegali

FOTO:LAPRESSE

lenatore. Del doping avevamo discusso, eravamo contro. Avevamo parlato di Francisco Fernandez, marciatore spagnolo trovato dalla polizia con sostanze dopanti in casa. E di quanto sia difficile ripulire la credibilità dopo un brutto affare». Forse Alex non se la sentiva più di continuare. «Voleva smettere. Dopo Londra. Ma un conto è provarci e lasciare con un sorriso, un conto è così. A chi ho regalato il mio tempo? A un ragazzo di 28 anni che non ha voluto crescere». (e. a.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

28 ANNI Il marciatore Alex Schwazer, la punta dell’Italia di atletica leggera. Escluso dai Giochi prima del suo arrivo a Londra: avrebbe dovuto gareggiare sabato

li. «Così ho cambiato sport». Era andato a Saluzzo ad allenarsi con Sandro Damilano. A Pechino quattro anni fa la sua marcia trionfale nella 50 chilometri. Tutto il rettilineo da solo, piangendo lacrime e felicità. Campione olimpico a 24 anni. Unico oro dell’atletica azzurra. Era già fidanzato con Carolina Kostner, pattinatrice, conosciuta a Torino nel 2006, ma i due con molta discrezione avevano tenuto la relazione nascosta. Una bella coppia d’oro. Che si parlava in tedesco. E che si nascondeva tra il pubblico se gareggiava l’altro. «Io ero Schwazer, lei la Kostner. Ognuno di noi aveva la sua carriera. Quando andavo a guardare i suoi allenamenti lei faceva di tutto per non vedermi. Sono stato due anni, seduto in tribuna, e mai una volta che lei mi abbia dato soddisfazione, con un saluto, con un sorriso». Pubblicità separate, come i percorsi. Poca vita in comune: lei sempre impegnata in Germania o in trasferta, lui ad allenarsi in altura o sulle strade in montagna. Entrambi giravano il mondo, ma lui se lo faceva a piedi. Su Alex, un’atletica senza altri campioni, I’Italia contava molto. Schwazer era il presente e il futuro, un modello pulito da ammirare, una medaglia sicura. Soprattutto per tenacia e passione. Bello stile, corretto, molta resisten-

CON LA FIDANZATA CAROLINA KOSTNER Da quattro anni Alex Schwazer è fidanzato con Carolina Kostner. Nel 2008 a Pechino, dopo la vittoria e il record olimpico nei 50 km baciò un braccialetto regalatogli proprio da lei. Poi si legò il tricolore e andò a festeggiare fra i tifosi: “Volevo vincere perché sono uno che non imbroglia” za. C’erano stati strani segnali: una mezza banana mangiata ai mondiali di Berlino nel 2009 che gli aveva gonfiato la pancia e lo aveva costretto al ritiro. Ma si mormorò anche: una pancreatite dovuta al doping. E poi una tragica crisi di motivazione agli europei di Barcellona nel 2010. Qualcosa si era rotto. «Puntavo a strafare, anche se non me la sentivo. Più mi sentivo oppresso, più

mi mettevo pressione, e più mi deludevo. Non trovavo pace, né tempo per l’amore. Le sere erano piene di magone, vedevo i fidanzatini che si baciavano nel parco, loro potevano, io no, dovevo rientrare». Da una marcia trionfale a una funebre. Lo disse: «Non provo più niente, solo nausea, bisogna avere voglia di spaccare il mondo, io non ce l’ho più». A 26 anni il suo masochi-

I precedenti italiani

1984: GIAMPAOLO URLANDO

2008: DAVIDE REBELLIN

Ai Giochi di Los Angeles, il primatista italiano di lancio del martello si piazza al quarto posto in finale con la misura di 75,96 metri. Ma in seguito viene trovato positivo (testosterone) e il suo risultato alle Olimpiadi viene cancellato

Il ciclista veneto vince la medaglia d’argento nella prova individuale su strada ai Giochi di Pechino. Nove mesi dopo il Cio riceve i risultati dei nuovi test sul sangue e rileva l’uso del Cera, doping di seconda generazione. La medaglia viene restituita

Il test positivo a Oberstdorf, in Germania, nella città in cui vive la fidanzata Kostner stare più solo, si appoggiava alla Dds di Settimo Milanese, ma con molta probabilità le sue nuove cattive abitudini avevano un’altra geografia. Altri segreti, altre vene (epo), altri stregoni. Non può aver fatto tutto da solo. Era andato fortissimo nella 20 km, si era qualificato per la 50. Diceva che aveva imparato a perdonarsi (forse troppo) e che voleva difendere il suo titolo a Londra. Carolina riprendeva a vincere, quest’anno conquistava il titolo mondiale. Alex se ne vantava: «Finalmente siamo una coppia vincente». Possibile che nessuno del suo ambiente si sia accorto che quel ragazzo stava andando alla deriva? E che per la paura di non essere più competitivo si stava facendo mal consigliare? La voglia di medaglie ha fatto chiudere gli occhi davanti ai sospetti? Carolina ha passato tanti esami anti-doping, tutti negativi. Lui è stato beccato a Oberstdorf, in Germania, dove si allena lei. Solo una coincidenza? Chi l’ha aiutato a doparsi? Chi ha sfruttato le sue debolezze? Chi l’ha convinto a barare? Ha ammesso: «Volevo vincere». A 28 anni dà l’addio da bandito. E macchia anche i successi precedenti. Come fidarsi del passato? Un masochista responsabile, ora un sadico. Lasciato solo e marcio sulla strada sbagliata. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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LONDRA 2012 CRONACA

PER SAPERNE DI PIÙ www.olympic.org www.coni.it

La storia

Da Ben Johnson a Marion Jones il lato oscuro che cancella il sogno delle Olimpiadi

Il campione squalificato Il velocista Ben Johnson: nato nel 1961 in Giamaica, emigrò in Canada nel 1976. A Seul stabilì il record 100 metri (9’’79), poi però fu squalificato

Una lunga scia di sospetti, tra St. Louis 1904 e Londra 2012 (segue dalla prima pagina)

VITTORIO ZUCCONI LONDRA A SOLTANTO una brutta conferma per chi sospetta che lunga sia l’ombra dietro la luce. Se un lumicino positivo ci può essere, nella malinconia di questa scoperta, è che ci risparmia almeno l’umiliazione orribile di vederlo prima vincere e poi squalificare. Colpisce che sia un campione laureato da titoli, ori e record come il ventisettenne di Vipiteno a essere pizzicato, anziché la solita mandria di lottatori, sollevatori, discoboli minori, e falciati perché più ingenui o con meno soldi per la “preparazione”. Ma non c’è nulla di nuovo sul fronte dei cinque cerchi. Ad Atene, otto anni or sono, erano stati 28, un record, i partecipanti trasformati in flaconi viventi di ormoni, diuretici, stimolanti della respirazione, betabloccanti e antinfiammatori. Persino un povero cavallo della squadra irlandese, chiamato Cristallo di Waterford, fu dopato con un medicinale antipsicotico, perché troppo balzano. A Pechino, soltanto 18: moltissimi per colpa del Cera, il nuovo farmaco per stimolare la produzione di globuli rossi, quindi l’ossigenazione. Atleti più onesti? Controlli più laschi? Laboratori più abili nella mascheratura del doping? Sono le superstar, come Schwazer, vincitore a Pechino, come Ben Johnson nella Seul del 1988, come Michelle Smith poi sposata DeBruin, che da una dignitosa mediocrità natatoria passò a tre ori e un bronzo ad Atlanta per essere più tardi squalificata per quattro anni, come il nostro Rebellin, argento a Pechino, a fare scandalo. Ma nessuna nazione, in nessuna epoca di quelle Olimpiadi che dovrebbero essere il tempio delle Vergini Vestali sportive, incluso solenne giuramento antidoping durante i Te Deum di apertura, è stata mai immune dalla tentazione, e dalla pratica, dell’aiutino chimico. Il primo caso accertato di doping risale addirittura al 1904, Terza Olimpiade a St. Louis, Missouri, quando il vincitore della maratona, Tomas Hicks di Cambridge usò temerariamente la stricnina come stimolante. Ha detto domenica scorsa al New York Times il professor Charles Yesalis della Penn State University, considerato un’autorità in materia: «Guardo le Olimpiadi con passione e gioia, pur sapendo benissimo che cosa ci sia dietro il sipario». Ma naturalmente, «dietro il sipario», come dice il professore americano, «ci sono sempre soltanto gli altri, ché noi siamo puri come l’acqua di fonte». Quando le atlete cinesi irrompono sulla scena del nuoto stracciando record, e adducono ridicole spiegazioni a base di sangue di tartaruga scomparendo prima che spuntino loro baffi a manubrio e barbe da ayatollah, gli americani gridano alla truffa. Esattamente come oggi i cinesi, di nuovo sotto la lente per la ragazzina 16enne veloce come Phelps (ma poi non è vero) che ha tagliato 7 secondi in un anno dal proprio «personale», vorrebbero sapere come la coetanea Katie Ledecky del Mary-

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REPUBBLICA.IT Sul nostro sito la carriera sportiva di Alex Schwazer nella galleria fotografica. Reazioni e commenti sulla vicenda

land, oro negli 800 metri, abbia potuto segare 11 secondi dal proprio tempo nello stesso tempo. Forse i cinesi non sanno che l’animale simbolo del Maryland, stato di Phelps e della Ledecky, è proprio una tartaruga. In attesa di sapere, come fu per la Smith DeBruin, per Johnson, per il nostro Schwazer sul quale ora, purtroppo ma inevitabilmente, si allunga l’ombra maledetta e retroattiva fino al trionfo in Cina, se le nuove tecniche di rilevamento del doping

Il professor Yersalis: “Guardo i Giochi come un film di Spielberg, divertendomi e chiedendomi chi abbia prodotto tutti quegli effetti speciali” riusciranno a raggiungere le nuove tecniche di doping, condannare come bari infami e ignobili spergiuri gli atleti scoperti genera un sospetto ancora più acuto. Provoca il dubbio del doping collettivo da ipocrisia. Certamente sono lontani i tempi della brutalità di lanciatrici sovietiche visibilmente più maschi che femmine anche all’esame più su-

perficiale o gli anni della crudeltà nazi-stalinista dei tecnici della Ddr che portarono la pesista Adreas Kreger, a un intervento chirurgico non voluto per il cambio del sesso dopo le enormi quantità di ormoni maschili. 190 atlete tedesche dell’Est fecero causa nel 2005 alla Jenapharm, la «Big Pharma» comunista per le «pillole blu» di ormoni che le devastarono con tumori, sterlitià, deformità. Anche la ferocia dei tecnici della ginnastica, che congelavano bambine in età pre-puberale e portavano ginnaste bonsai alle Olimpiadi è stata, almeno teoricamente, bandita, pur se la nostra Vanesse Ferrari, soltanto ottava nell’Artistica ha ringhiato di essere stata «la prima delle donne». Si esige purezza, ma si pretende il brivido dell’oro, la medaglia a qualsiasi costo. La pressione di sponsor, politicanti, governi non soltanto totalitari, Comitati Olimpici, spettatori, organizzatori, televisioni che spendono fortune e non vogliono trasmettere soporifere dirette di lanci del martello per «onorevoli piazzamenti», dei media tutti, per spremere un altro centimetro, un altro centesimo di secondo, un altro passo di marcia, un altro titolo di giornale da questi uomini e don-

ne, li spinge alla disumanità di prestazioni che vanno oltre il «più alto più veloce, più forte». «Guardo le Olimpiadi come guardo un film di Spielberg, divertendomi moltissimo chiedendomi come abbiano prodotto tutti quegli effeti speciali», dice l’americano al New York Times. Certo non tutti lo fanno, non sono tutti dopati (e quindi nessun dopato, secondo la torva formula) e l’abilità naturale, il sacrificio, la passione, la costanza, l’organizzazione, i maestri, le preparazione, l’abnegazione di genitori, vincono ancora tante medaglie. Onore ai puri e ai veri. Ma in questo preciso momento, in qualche laboratorio del mondo o sulla faccia oscura della Luna, qualcuno sta già sperimentando la molecola del futuro per ottenere quello che il presidente di una squadra di football americano, Al Davus sintetizzava benissimo: «Just win, baby». Vinci e basta, tesoro. Per quanto forte corra l’Achille dell’antidoping non riuscirà mai a raggiungere la tartartuga del doping. Anche se dissanguata. © RIPRODUZIONE RISERVATA

I precedenti

2008

2004

2000

1988

1984

1968

PECHINO

ATENE

SYDNEY

SEUL

LOS ANGELES

CITTÀ DEL MESSICO

Un argento e un bronzo nella pistola revocati al coreano Kim Jongsu. Nel 2009 il ciclista Davide Rebellin deve restituire l’argento della prova su strada

Nel 2011 un tribunale greco condanna i due ex velocisti Kostas Kenteris e Ekaterini Thanou: hanno finto un incidente per evitare controlli improvvisi

Nel 2007 la velocista Marion Jones rende i tre ori e i due bronzi vinti in Australia. 2008: lo scandalo doping travolge lo sprinter d’oro Maurice Greene

Cinque vincitori squalificati, tra cui il velocista canadese Ben Johnson, positivo agli steroidi: aveva vinto, con record, l’oro nei 100 metri

Undici atleti risultano positivi. Tra loro il martellista italiano Giampaolo Urlando e il finlandese Matti Vainio, bronzo nei 10mila metri

Il primo atleta sospeso ufficialmente ai Giochi dall’antidoping è lo svedese HansGunnar Liljenwall, pentathlon: aveva fatto ricorso all’alcol

Il caso

Sintetizzato a metà anni Ottanta, ne abusano in quasi tutte le discipline sportive: per avere più globuli rossi e quindi più resistenza

Epo, la terza generazione del grande male da ormone curativo alle microdosi dopanti EUGENIO CAPODACQUA ROMA — Può essere considerato il male del secolo per tutto lo sport mondiale. Quando verso la metà degli anni 80 fu sintetizzato il gene che produce l’eritropoietina, con l’obbiettivo di curare i malati di reni e tumore, in pochi avrebbero potuto immaginare che questo ormone, composto da 193 amminoacidi, sarebbe diventato la sostanza doping più diffusa per quasi tutte le discipline sportive. In special modo per quelle di resistenza. Più epo nel corpo vuol dire avere più globuli rossi nel sangue, cioè un miglior trasporto di ossigeno ai muscoli, dunque una prestazione più elevata oltre che un recupero più rapido. Sono questi i fattori che hanno fatto di questa sostanza la “regina” del doping. Dal ciclismo, all’atletica, dal rugby al nuoto, non c’è quasi sport che non abbia fatto registrare un caso di positività. Anche perché per oltre un decennio (gli anni 90) non è stato possibile realizzare un test antido-

ping che la rilevasse. Test (immunoelettrofocousing) che è arrivato ufficialmente solo verso i primi anni 2000. Trattandosi di un farmaco salvavita, l’evoluzione è stata continua. Dalle prime epo alfa, il cui dosaggio risultava così difficile da rendere il

Trattandosi di un farmaco salvavita l’evoluzione è stata continua fino a farne la “sostanza regina” sangue denso come melassa, con tutti i rischi connessi, alle beta, alla Dynepo e alla Darboepoetina, al Mircera, comunemente detta “cera” (ovvero: Continuus, Erithropoiesis Receptor Activator), l’epo di terza generazione che produce i suoi effetti in dosi minime e che durano nel tempo. Una può bastare per un mese. Poi, da quando

sono scaduti i brevetti ufficiali delle aziende che hanno prodotto questo farmaco per anni, sono arrivate sul mercato le cosiddette eritropoietine biosimilari. E all’epoca, 4 anni fa, l’allarme: questi prodotti, provenienti da Oriente (Russia, Cina, India) non offrivano le garanzie di purezza e controllo dei precedenti. E le “biosmiliari” avendo una molecola leggermente diversa da qualla dell’epo tradizionale potevano sfuggire più facilmente ai test. Ma anche i laboratori antidoping hanno nel frattempo fatto passi avanti. Quello di Colonia, che ha scoperto l’infintesima quantità di clenbuterolo nelle analisi dello spagnol o Contador, è anche quello che ha trovato l’epo nei campioni di Schwazer. Sofisticato e in grado, probabilmente, di individuare anche i dosaggi più piccoli nei test. Tecnica, quella delle microdosi, molto diffusa nel mondo degli imbroglioni sportivi, per restare sotto la soglia della sensibilità degli strumenti di controllo. © RIPRODUZIONE RISERVATA



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LA CRISI FINANZIARIA WESTERWELLE

CROSETTO

FOLLINI

“Il controllo parlamentare della politica europea è fuori discussione”, dice il ministro tedesco. “Bisogna rafforzare la legittimazione democratica”

Le frasi di Monti, dice il parlamentare Pdl, “avrebbero dovuto suscitare reazioni in Italia, prima che in Germania”

Il premier, per l’esponente Pd, “non ha dichiarato guerra a nessuno, né alla Germania né al Parlamento, e i suoi critici dovrebbero tenerne conto”

Le reazioni

Lo scontro

La protesta di Berlino contro Monti Ma il premier: “Serve flessibilità non voglio limitare il Parlamento” La commissione Ue: parole sorprendenti. Le critiche del Pdl DAL NOSTRO CORRISPONDENTE ANDREA TARQUINI BERLINO — «La mia intervista a Der Spiegel sembra aver generato alcuni equivoci, sono convinto che la legittimazione democratica parlamentare sia fondamentale nel processo d’integrazione europea». Così ieri pomeriggio il presidente del Consiglio, Mario Monti, è intervenuto di persona. Il suo chiarimento è arrivato dopo una giornata di fuoco: politici e media qui hanno sparato a zero sulle sue dichiarazioni al settimanale di Amburgo. Molti lo hanno attaccato appunto per la sua frase sull’eccessivo ruolo dei parlamenti nazionali: meglio deludere i mercati che la democrazia, secondo il presidente del Bundestag Lammert. Altri, con toni ai margini del razzismo, per accusarlo di «voler risolvere i suoi problemi di debito a spese dei contribuenti tedeschi». Giornata di fuoco, tanto che la stessa Cancelliera Merkel è intervenuta. Ha fatto dire ai suoi portavoce che per la Germania la democrazia parlamentare è un valore costitutivo intoccabile, che non condivide i timori di una frattura dell’eurozona, e che il Parlamentarismo in Germania ha sempre funzionato benissimo. Anche la Commissione Ue ha definito «sorprendenti» le definizioni del capo del governo italiano. Giornata tesissima tra i due paesi. I mercati hanno resistito con le Borse in salita specie a Milano, Madrid e Francoforte (rispettivamente +1,54,+4,41, e +0,77) lo spread Bpt-Bund stabile sotto quota 456. Ma secondo Handelsblatt le grandi banche (JpMrorgan, Crédit Suisse, Ubs) scommettono di più sul rischio Italia e aumentano la protezione dal rischio con i contratti credit default swap. Lo scontro pesa sul vertice Merkel-Monti a Berlino nella seconda metà del mese. «Io ho voluto solo sottolineare l’esigenza di un maggior coordinamento parlamenti-governi, e che poi alla fine qualcuno deve decidere», ha precisato il presidente del Consiglio. A Suo giudizio, «l’autonomia del parlamento nei confronti dell’esecutivo non è affatto in questione» ma «nel corso dei negoziati tra governi a livello di Unione europea, può rivelarsi necessaria una certa flessibilità per giungere ad un accordo». Il presidente del consiglio ha però dovuto affrontare due bor-

date eterogenee da parte tedesca. Merkel e il suo ministro degli Esteri, con allusioni chiare al passato pre-1945, ricordano che la sovranità parlamentare qui è sacra e inviolabile. Critica bipartisan, condivisa dalla SPd. Pesantissime le accuse dei conservatori bavaresi della Csu, come il segretario generale Alexander Dobrindt: «La voglia rapace di soldi dei contribuenti tedeschi spinge Monti a fioriture non democratiche, occorre dirgli che noi tedeschi non saremo mai pronti a sacrificare la nostra democrazia per finanziare i debiti italiani». Incalza il liberale euroscettico Frank

L’intervista

Schaeffler: «Monti vuole risolvere i suoi problemi facendo pagare i contribuenti tedeschi, e decora questo suo disegno con lirica e

Il portavoce della Merkel: la democrazia parlamentare è intoccabile. Geithner replica: “Il capo del governo italiano fondamentale per l’Europa” retorica europee». Ai tedeschi però replica il ministro del Tesoro americano Tim Geithner che, sul Wall Street Journal, sottolinea

la «credibilità» di cui gode Monti a livello internazionale e la sua «capacità di riportare fiducia» in Italia e «di aiutare a portare l’Europa verso istituzioni più forti». Le accuse di politici e media tedeschi hanno subito scatenato il dibattito anche in Italia. Per il deputato del Pdl, Guido Crosetto, le frasi di Monti «avrebbero dovuto suscitare reazioni in Italia, prima che in Germania». Secondo Marco Follini del Pd, invece, il premier «non ha dichiarato guerra a nessuno, né alla Germania né al Parlamento, e i suoi critici farebbero bene a tenerne conto». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Il vicepresidente della Camera Lupi (Pdl) difende il presidente del Consiglio: “Ha fatto bene a precisare”

“Dal Professore solo un peccato veniale” ALESSANDRA LONGO ROMA — A sera arriva la precisazione di Mario Monti e per Maurizio Lupi, vicepresidente Pdl della Camera, è più facile misurare le parole di commento alla intervista pubblicata dallo “Spiegel”: «Direi che il chiarimento arrivato era opportuno». Visto dal Parlamento Monti non è poi cosi «undemokratisch» come l’ha descritto la stampa tedesca. «Lo conosco e non penso questo. Purtroppo o per fortuna siamo una Repubblica parlamentare e credo che il presidente del consiglio abbia potuto sperimentare il nostro grado di responsabilità. Il suo è un governo non eletto, nato sull’onda di un’emergenza drammatica. Il tema è proprio questo: collaborazione e responsabilità. E penso che proprio questo intendesse Monti, reduce da una citazione di De Gasperi, quando ha parlato con lo “Spiegel”. La sfida del nostro Paese è di decidere se la politica guarda alle prossime elezioni o alle future generazioni».

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C’è troppo sentimento antitedesco ma la Germania è il Paese che meno vuole gli Stati Uniti d’Europa Mi sembra che un po’ tutti in Europa curino l’elettorato. «È così. Un tempo l’Europa era l’appendice. Ora si vincono e perdono le elezioni dicendo cose sull’Europa. Guardi la Grecia e la Francia. E anche la Merkel sembra condizionata dalla pancia del suo elettorato». Messa così, non la voterebbe. «Diciamo che la conversione per un cristiano può avvenire da un momento all’altro ed è sempre auspicabile». Torniamo a Monti. Prima che precisasse si sono scatenati tutti. Ferrero ha evocato Hitler e il suo

Angela? Diciamo che la conversione per un cristiano può avvenire da un momento all’altro ed è sempre auspicabile

VICEPRESIDENTE Maurizio Lupi, vicepresidente Pdl della Camera dei deputati

collega Bianconi dice che è un «cane da guardia della finanzia mondiale». «Bianconi non l’ha mai amato e evoca un pezzo di verità. Nel senso che l’Europa non può essere costruita dalla finanza mondiale. Ma Monti mi sembra stia lavorando proprio per evitare questo». Monti è preoccupato per l’assenza di flessibilità dei Parlamenti nel dialogo con i reciproci governi. La posta in gioco è alta. «Se questo era il senso delle sue parole sono d’accordo. I Parlamenti e i governi hanno davanti una grande scelta: o costruire gli Stati

Uniti d’Europa o lasciar trionfare i localismi». Certe banalizzazioni antitedesche non aiutano. «Il presidente del consiglio ha ragione. C’è troppo sentimento antitedesco e va combattuto. Però è evidente che, fra tutti gli Stati membri, la Germania è il Paese che meno vuole gli Stati Uniti d’Europa». Stabilito che Monti non intendeva offendere il Parlamento, c’è chi, nel recente passato, ha definito «pletoriche e inutili» le assemblee dei due Rami. «Non ricordo chi l’ha detto». Si chiama Silvio Berlusconi. «Lui rispetta il Parlamento ma non sopporta le inefficienze e i tempi morti». Mi sembra di capire che comunque Monti è stato «perdonato». «Direi che ha commesso un peccato veniale». Organizzerà il solito pellegrinaggio bipartisan in Terrasanta alla fine dell’estate? «Ci vuole più che mai». © RIPRODUZIONE RISERVATA


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HOLLANDE

MERKEL

DRAGHI

GABRIEL

Una settimana fa il presidente francese François Hollande avrebbe parlato con Monti delle pressioni tedesche su una richiesta di aiuti dell’Italia

Risulta per ora confermato il bilaterale previsto per la seconda metà di agosto tra il premier Monti e la cancelliera tedesca Angela Merkel

Contatti costanti tra il presidente della Bce Mario Draghi e il premier Mario Monti

“Abbiamo bisogno di una politica fiscale e di bilancio comune per tenere insieme l’euro”, ha detto ieri il leader della Spd, Sigmar Gabriel

I personaggi Il retroscena

Super-Mario respinge l’attacco “Campagna elettorale anche da loro” E conferma: l’Italia non ha bisogno di salvataggi

CARMELO LOPAPA ROMA — «Anche in Germania sono in campagna elettorale. Ci attaccano ma per me conta solo che non mettano in discussione gli accordi raggiunti a fine giugno». È un giorno amaro e ad alta tensione, per il presidente del Consiglio Mario Monti. I mercati sorridono, lo spread concede una tregua. Ma il fuoco di fila si scatena contro di lui da Berlino e fin dal mattino. Eppure a Palazzo Chigi solo in serata — dopo ore di consultazioni febbrili e nervose — viene pubblicata la nota destinata a far scendere la temperatura, a smussare, a rassicurare i tedeschi ma anche i partiti di maggioranza a Roma. Tra la presidenza italiana e la cancelleria tedesca, tuttavia, non c’è stato alcun contatto, alcun chiarimento diretto. Per il momento risulta confermato il bilaterale programmato per la seconda metà di agosto — ma non ancora fissato — proprio tra la Merkel e Monti. E non è poca cosa. Un confronto che secondo alcune fonti potrebbe trasformarsi in un trilaterale esteso al presidente francese Hollande, da te-

Per Palazzo Chigi è fondamentale che non si mettano in discussione gli accordi di giugno Der Spiegel

“Silvio Berlusconi pericoloso per l’euro” Nella lista dei dieci politici “più pericolosi” per l’Europa stilata dallo Spiegel c’è anche Silvio Berlusconi che - scrive il settimanale tedesco - “con dichiarazioni populiste contro l’euro vuole diventare di nuovo premier con il Pdl”. Tra gli euroscettici: il ministro bavarese Markus Söder, il leader greco Alexis Tsipras, Marine Le Pen, l’ungherese Orbàn.

nersi a Parigi. Ma è una doccia scozzese, quella piovuta addosso al Professore in queste ore, dopo l’intervista al Der Spiegel. Gli attacchi il premier li riconduce alla dialettica politica ormai accesissima anche in Germania sui nodi che attanagliano la crisi dell’euro. Ma da quei fendenti lascia intendere ai suoi collaboratori di non essere segnato più di tanto: «A criticarci da Berlino è stata solo una parte politica, non altre. E il portavoce di Angela Merkel è stato molto più misurato, morbido». A menare giù duro è stato il leader della Csu, Alexander Dobrindt, in fondo l’unico spintosi fino a parlare di «attacco della democrazia» tedesca. Di ben altro tenore le parole del leader Spd, Sigmar Gabriel, avversario della Merkel: «Abbiamo bisogno di una politica fiscale e di bilancio comune per tenere insieme l’euro». Per Palazzo Chigi, la conferma di come anche lì, a meno di un anno dalle elezioni, ogni argomento è buono per marcare le differenze. Resta il fatto che la lettura che la cancelleria tedesca ha fatto dell’intervista di Monti non sia stata delle più felici. Vissuta come una mezza interferenza negli affari interni e nei già delicati equilibri di maggioranza della Merkel. La

EUROTOWER

ELLEKAPPA

classica goccia che ha fatto traboccare il vaso, dato che pure le uscite e gli entusiasmi del premier italiano dopo il Consiglio europeo del 28 e del 29 giugno avevano in parte indisposto la cancelliera. Incomprensioni poi in parte superate dal successivo bilaterale tra i due a Roma, il 4 luglio. Ora la tensione è tornata a sa-

La sede della Banca centrale europea (Bce) a Francoforte

lire. Ma è altro a preoccupare il presidente del Consiglio italiano: «Gli accordi raggiunti nell’ultimo Consiglio europeo vanno rispettati, anche la Germania dovrà accettarlo». Un pacta sunt servanda riferito al meccanismo anti spread messo a punto a Palazzo Chigi che in quell’occasione è stato fatto proprio dall’intero con-

L’ex consigliere di Kohl: finora il Bundestag non ha ceduto alla tentazione del populismo

“I falchi così danneggiano la Germania” servatrice. Con affermazioni intollerabili. Ma non condivise dalla magBERLINO — «Monti ha affrontato gioranza del paese. Il rischio di un in pubblico un grosso problema isolazionismo tedesco è piccolo». dell’eurocrisi: i Parlamenti sono La Cancelliera e Monti avranno spesso più lenti dei nervosi mercaun vertice difficile ad agosto? ti. Ma finora il Bundestag ha saputo «Non necessariamente. Tutti afessere all’altezza della situazione frontano il populismo come probledavanti alle emergenze europee, e ma europeo. Merkel ha ragione dinon ha mai ceduto alla tentazione cendo “ci vuole più Europa”, vanno del populismo». Ecco il commento pensate nuove istituzioni nazionali di Karl Lamers, ex consigliere di ed europee insieme. Non temo una Kohl, pensatore-chiave della Cdu spaccatura dell’Europa. Tutti ci sendi Angela Merkel. tiamo europei, con radici culturali È d’accordo con le critiche tedecomuni nate in Italia. L’Europa è insche a Monti? teresse nazionale, prima di tutto dei «I falchi che lo attaccano dan- “Berlino troppo tedeschi: già un default greco ci coneggiano gli interessi della Germa- dogmatica, non sterebbe miliardi e miliardi. E una nia. Sarebbe bene che Monti inprofonda recessione nei paesi decontrasse i legislatori tedeschi e siamo più forti boli colpirebbe quello che è il nostro Angela Merkel quelli italiani per di- degli altri vero mercato interno. E un’Europa scutere d’Europa. Lo fece Jacques messi insieme” spaccata perderebbe per sempre il Delors ai suoi tempi. A lungo tersuo ruolo nel mondo». mine toccheranno al Parlamento Monti chiede più flessibilità a europeo, non a quelli nazionali, a Berlino, che ne dice? fare le scelte decisive». «Ritengo la nostra posizione troppo dogmatica, Ma che pensa dei politici tedeschi della maginflessibile. Troppo pressing tedesco non aiuta gioranza che accusano Monti di puntare solo ai Monti a far passare le sue riforme, al contrario. Il soldi dei contribuenti tedeschi? Perché la canceldogmatismo di Weidmann (presidente Bundeliera non li sconfessa? sbank) è controproducente. La Germania è il pae«Spero che prese di distanza vengano. Angela se più forte, ma non è più forte degli altri messi inMerkel spesso non reagisce in modo drastico, ma sieme. Lo abbiamo visto all’ultima seduta all’Eua volte sì. In altri paesi chi parla cosi viene attaccarotower». to apertamente. In Germania la Csu bavarese gio(a.t.) ca il ruolo di sfogo di voci populiste e nostalgia con© RIPRODUZIONE RISERVATA

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE

sesso europeo. Un passo avanti, un ombrello al quale — sotto la tempesta della speculazione — né l’Italia, né altri paesi vogliono rinunciare. Del resto, quelle considerazioni dell’«economista» Monti allo Spiegel non erano improvvisate. Risale a una settimana fa il faccia a faccia, all’Eliseo, con François Hollande. Nelle due ore di colloquio, stando alle ricostruzioni emerse solo negli ultimi giorni, il presidente francese avrebbe continuato a garantire pieno sostegno alla linea «europeista» del premier italiano. Ma al contempo gli avrebbe rivelato come dalla Germania le pressioni sarebbero sempre più insistenti perché, oltre alla Spagna, anche l’Italia chieda nei prossimi giorni gli aiuti alla Commissione europea. Irrigidimenti e incomprensioni che hanno contribuito al clima di queste ore. Quel che è certo è che il Professore gli aiuti per l’Italia continua a non volerli chiedere, convinto che non ve ne sia affatto bisogno. Tanto meno intende sottoscrivere un “memorandum” dopo aver rivendicato nella contestata intervista che l’Italia

Il capo del governo vedrà domani Alfano e sentirà prima della pausa Bersani e Casini non ha ricevuto un euro e che alla Germania chiede solo sostegno morale e non finanziario. Questione di orgoglio, anche. È la linea che Monti ha condiviso col presidente della Repubblica Napolitano. Confermata nei contatti che il premier ha continuato ad avere col capo dello Stato, in questi giorni a Stromboli. Sul fronte interno ora diventa ancor più importante tenere salda la pur «strana maggioranza» che oggi gli voterà il tredicesimo decreto in un mese, quello sulla Spending review. Domani pomeriggio Monti incontrerà il segretario Pdl Angelino Alfano. Un giro di orizzonte prima dello stop di Ferragosto lo dovrebbe fare, al telefono, anche con Bersani e Casini. Pure con loro preciserà il senso delle sue parole sul ruolo del Parlamento che, in effetti, hanno rischiato di creargli qualche incidente diplomatico anche in casa. «Alla Germania la verità fa male, l’Italia da problema è diventata parte della soluzione — sostiene il responsabile delle politiche Ue del Pd, Sandro Gozi — ma il Parlamento italiano i suoi compiti li ha fatti». Insomma, il ruolo delle Camere va tenuto in considerazione. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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LA CRISI FINANZIARIA ECONOMIA Eccesso di domanda sui titoli di Stato dei Paesi considerati sicuri e gli investitori accettano di perdere capitale

PER SAPERNE DI PIÙ www.tesoro.it www.borsaitaliana.it

Berlino ha risparmiato circa 60 miliardi sui prestiti, la Bce pronta a intervenire per ristabilire l’equilibrio

IL DOSSIER. Emergenza conti pubblici

I rendimenti Austria, Olanda, Germania e Finlandia ecco chi guadagna con la crisi del debito I bond del Nord Europa a tassi negativi per la fuga di capitali dai Piigs È COME se un supermercato ci pagasse per acquistare i suoi prodotti. O un carrozziere ci pregasse in ginocchio di accettare un centinaio di euro pur di aver l’onore di riparare la nostra macchina. Eppure succede. Non in qualche sperduto angolo del mondo a digiuno dell’Abc dell’economia, ma nel cuore di un’Europa che viaggia ormai a due velocità, dove la tempesta perfetta dei debiti sovrani ha partorito (ormai da qualche mese) il più surreale dei suoi figli: i tassi negativi. Il fenomeno paradossale per cui Olanda, Germania, Austria, Francia e persino l’indebitatissimo Belgio riescono a collocare i loro titoli di stato a breve termine senza pagare un centesimo di interessi. Anzi. Riescono addirittura in molti casi a incassare un piccolo gruzzoletto da chi è disposto a pagare di tasca sua pur di prestare quattrini a paesi affidabili (fino a prova contraria) come loro. L’ennesima fotografia di questo mondo capovolto è arrivata ieri da Am-

i suoi 2,5 miliardi di titoli incassando, grazie ai tassi negativi, un guadagno secco di un milione circa. Se a vendere lo stesso identico prodotto fosse stata l’Italia, Roma sarebbe stata costretta a pagare 62,5 milioni di interessi per convincere il mercato a comprarli. Proiettato sui singoli debiti nazionali, il paradosso dei rendimenti a due velocità ha effetti ancor più macroscopici. La corsa dello spread, l’altra faccia della medaglia dello stesso fenomeno, rischia di far crescere di almeno una decina di miliardi, mica spiccioli, il costo degli interessi sul debito tricolore per il 2012. In Germania, invece, piove sul bagnato. E — come ha ricordato pure Mario Monti nella sua intervista a Der Spiegel — succede esattamente l’opposto: la domanda di Bund è alle stelle (malgrado i rendimenti negativi) perché nessun vuol vedere i suoi investimenti in euro trasformarsi dalla sera alla mattina in strumenti finanziari denominati in lire, dracme o pesetas. E il costo del

Il Belgio nel club dei virtuosi nonostante un debito al 100% del Pil, anche i francesi ad un passo dal tasso zero

Effetti a catena su banche, imprese e famiglie: il costo del denaro non è più unico per tutta l’Ue

sterdam: il Tesoro olandese si è presentato sul mercato per vendere 2,5 miliardi di obbligazioni a tre e sette mesi. Risultato: una lunga fila di investitori istituzionali pronti a perdere lo 0,05% del loro capitale, inflazione esclusa, per potersi concedere il lusso di diventare creditori dei Paesi Bassi. Miracoli (si fa per dire) di un’Europa schizofrenica e indecisa a tutto dove il mercato — infischiandosene della politica monetaria della Bce che prevede un tasso di riferimento uguale per tutti (oggi lo 0,75%) — ha diviso da tempo il continente in due: i buoni di qui e i cattivi di là. Con i primi che, in barba a tutti i manuali della finanza, sono riusciti a trasformare il loro debito in una forma di profitto e i secondi — Italia e Spagna in testa — costretti a pagare alla crisi un pedaggio che va al di là dei loro oggettivi demeriti. I numeri, in questo caso, sono pietre: Amsterdam ha collocato ieri

debito tedesco continua così a calare. Il “dividendo della crisi” vale per Berlino 21 miliardi di minori spese ogni punto percentuale di interessi in meno sul suo debito. E secondo Folker Hellemeyer, capo-economista della Bremer Landesbank, il caos dei tassi — con buona pace della Bundesbank — ha regalato alla Germania 60 miliardi di risparmi solo negli ultimi 30 mesi. Senza contare che a beneficiare della situazione (o a pagarne il prezzo, dipende dal paese) sono non solo le casse dello Stato ma anche le imprese e le famiglie: IntesaSanpaolo si è finanziata nei giorni scorsi con un bond a tre anni cui ha dovuto garantire un rendimento del 4,99%. La sua rivale Deutsche Bank è riuscita a emettere un decennale, in teoria più rischioso, all’1,75%. La strada per fare l’Europa unita, almeno sul fronte dei tassi, è ancora molto lunga.

FOTO: FOTOGRAMMA

ETTORE LIVINI

60 mld

3 mld

100,5%

LA GERMANIA

L’ITALIA

IL BELGIO

Il dividendo della crisi (tassi negativi o superbassi) hanno garantito alla Germania secondo la Bremer Landesbank 60 mld di risparmi in 30 mesi

Ogni 100 centesimi di spread in più fanno crescere di tre miliardi i nostri interessi sul debito. Lo spread “giusto” per l’Italia è 200 punti base

Malgrado un rapporto debito/Pil al 100,5% e un deficit superiore all’Italia anche il Beglio è riuscito a collocare titoli a rendimenti negativi

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LA CRISI FINANZIARIA POLITICA INTERNA Il governo porta a casa prima della pausa estiva il provvedimento che riduce le uscite dello Stato

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E per l’autunno è già alle viste la “fase due” con una sforbiciata da 10 miliardi su comuni e incentivi alle imprese

IL DOSSIER. Le misure del governo

La spesa pubblica Tagli a ospedali, statali, province la spending review all’ultimo atto Oggi il voto di fiducia. E l’Imu fa volare le entrate: +4,3% ROBERTO PETRINI

Rush finale per la spending review in Parlamento: dopo il via libera del Senato e la conclusione della discussione generale a Montecitorio, la Camera darà l’ok definitivo al provvedimento che taglia la spesa per 4,5 miliardi quest’anno, 10,5 il prossimo e 11 nel 2014. Gli emendamenti al decreto presentati dai gruppi e dai singoli parlamentari per l'Aula di Montecitorio sono stati circa 160, ma il governo, rappresentato in aula dal ministro dell’economia, Vittorio Grilli, ha posto la questione di fiducia a inizio seduta. Volano intanto le entrate tributare, anche grazie all’Imu: 191 miliardi nei primi sei mesi. +4,3% sullo stesso periodo 2011.

Prezzi

Pubblico impiego

Sanità

Scongiurato per un anno l’aumento dell’Iva al 23%

Meno impiegati e dirigenti 24mila persone “di troppo”

Spariscono 7mila posti letto e sui farmaci sconti più alti

26 mld

Tasse

Aziende pubbliche

IN TRE ANNI

Irpef, stangata addizionali università a rischio salasso

Ecco la mannaia sui manager Regioni, stretta da 6 miliardi stipendi sotto i 300mila euro dieci nuove città metropolitane

Le entrate attese dagli effetti della spending review ammontano a 26 miliardi in tre anni. Quest’anno ovviamente gli incassi inferiori (gli effetti sono su sei mesi): 4,5 miliardi

3,9 mld LA CASA Al buon risultato delle entrate dello Stato nei primi sei mesi ha contribuito il gettito della prima rata di acconto dell’Imu, pari a 3.934 milioni di euro, in linea con le previsioni

PER il pubblico impiego arrivano i tagli. Il decreto fissa l'itinerario che dovrebbe portare a ridurre del 20% i dirigenti e del 10% i dipendenti occupati nelle amministrazioni pubbliche. Il personale in sovrannumero potrà andare in pensione entro il 2014, se in possesso dei requisiti anagrafici e contributivi in vigore prima della riforma previdenziale dello scorso dicembre. In assenza di questi requisiti, i dipendenti in soprannumero e non ricollocabili saranno messi in «disponibilità» con l'80% dello stipendio per un periodo fino a 24 mesi, prorogabile a 48 mesi per il personale che durante questo periodo matura i requisiti pensionistici. Le prime stime del governo indicano in 24.000 I dipendenti pubblici in esubero, circa 11.000 nei ministeri e negli enti pubblici non economici e 13.000 negli enti territoriali (escluse le regioni). Dall'1 ottobre 2012 il valore dei buoni pasto riconosciuti ai dipendenti pubblici non potrà superare i 7 euro.

LA SANITÀ paga un prezzo alto alla spending review. Il decreto taglia il fondo sanitario nazionale di 900 milioni nel 2012, di 1,8 miliardi nel 2013 e di 2 miliardi dal 2014. Le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano dovranno adottare, entro il 31 dicembre 2012, piani per ridurre da 4 a 3,7 i posti letto per ogni mille abitanti, praticando una forte razionalizzazione. Il ministero della Salute ha quantificato in 7.000 i minori posti letto ospedalieri che, a partire dal 2013, saranno a disposizione dei malati italiani. Toccato anche il comparto dei farmaci: sale al 2,25% dall'1,82% lo sconto obbligatorio che le farmacie devono praticare nei confronti del Servizio sanitario nazionale. Per le aziende farmaceutiche lo sconto passa da 1,83% al 4,1% ma solo nel 2012. Il tetto di spesa per la spesa farmaceutica territoriale scende nel 2012 dal 13,3 al 13,1% e dal 2013 all'11,35%. Per la farmaceutica ospedaliera il nuovo tetto salirà dal 2013 al 3,5% dal 2,4%.

FOTO: ANSA

SCONGIURARE l’aumento dell’Iva, innescato dal governo Berlusconi. Ma anche mettere in campo per la prima volta la spending review che fu tentata da Padoa-Schioppa con il governo Prodi che varò un celebre libro verde. Con l’approvazione del decreto il temuto aumento dell'Iva è sospeso da ottobre 2012 fino al 30 giugno 2013. Le aliquote Iva del 10 e del 21 per cento potranno così salire di due punti percentuali dal primo luglio 2013: lo stesso ministro del Tesoro Grilli, appena varato il decreto, annunciò l’intenzione del governo di eliminare totalmente l'incremento dell’Iva utilizzando la legge di stabilità del 2013 che deve essere presentata in parlamento entro metà ottobre 2012. Già si parla di una spending review 2, in autunno, per circa 10 miliardi: nel mirino spese dei Comuni, incentivi alle imprese e sfoltimento delle agevolazioni fiscali.

NUOVE tasse per 1,9 miliardi si nascondono dietro i tagli della spending review. Secondo uno studio di Confesercenti, derivano dall'aumento «strisciante» delle addizionali dell'Irpef. L’emendamento sulle addzionali Irpef, secondo uno studio della Confesercenti, permette alle otto Regioni in deficit sanitario di anticipare al gennaio 2013 l'aumento di 0,6 punti dell'addizionale già previsto per il 2014. E' una misura che, da sola, vale quasi 2 miliardi e che colpirà, a partire dal prossimo anno, 18 milioni di cittadini tra Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Sicilia, Calabria, Piemonte e Puglia. Aumento anche delle tasse universitarie e non solo per i fuoricorso (che potranno anche subire un raddoppio dell’imposta se provengono da famiglie benestanti), ma anche per gli studenti in regola con gli esami (si salverà solo chi ha un reddito familiare sotto i 40 mila euro).

SCURE sugli stipendi dei manager pubblici. La remunerazione complessiva di dirigenti e dipendenti delle società non quotate partecipate dallo Stato non potrà superare i 300 mila euro annui (pari allo stipendio del primo presidente della corte di cassazione). La stretta entra in vigore con la nomina dei nuovi consigli di amministrazione. Riordino e riorganizzazione anche della aziende ancora in mano allo Stato: il ministero del Tesoro prevede di completare entro fine 2012 la cessione delle sue controllate: Sace, Fintecna e Simest alla Cassa Depositi e Prestiti. Poiché la Cdp è fuori dal perimetro della pubblica amministrazione, l'operazione ridurrà il debito di circa 10 miliardi. Dal primo dicembre l'amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato verrà accorpata all'Agenzia delle Dogane, mentre l'Agenzia del territorio confluirà nell'Agenzia delle entrate.

Enti locali

IL DECRETO punta ad un «riordino» delle Province con l'obiettivo di dimezzarne il numero attuale. Per sopravvivere, gli enti dovranno avere 2.500 chilometri quadrati e 350 mila abitanti. Entro il primo gennaio 2014 verranno istituite dieci città metropolitane: Roma, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli, Reggio Calabria. Contestualmente verranno soppresse le relative province. Previsti tagli a Regioni ed enti locali per 2,3 miliardi nel 2012, 5,2 miliardi nel 2013 e 5,5 miliardi dal 2014. Il conto più salato lo pagano le Regioni, con una stretta ai trasferimenti di 1,3 miliardi nel 2012, 2,2 miliardi nel 2013 e 2,5 miliardi nel 2014. Attraverso una riduzione del fondo sperimentale di riequilibrio i Comuni dovranno rinunciare a 500 milioni quest'anno e a 2 miliardi dal 2013. I sindaci si vedono però riconoscere (solo per il 2012 e per cassa) 800 milioni, 300 girati direttamente dalle Regioni e altri 500 reperiti dal fondo per i rimborsi fiscali.


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LE SCELTEINTERNA DEI PARTITI POLITICA

PER SAPERNE DI PIÙ www.quirinale.it www.italiadeivalori.it

Di Pietro-Napolitano, nuovo scontro L’ex pm: aveva ragione Craxi. La replica: una provocazione assurda ANNALISA CUZZOCREA ROMA — Un assalto frontale al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano al mattino. Un colpo altrettanto duro al premier Mario Monti la sera. Antonio Di Pietro attacca. Ancora. Tira in ballo l’ex “nemico” Bettino Craxi per disegnare il volto di un capo dello Stato diverso: «Io ricordo un altro Napolitano - racconta in un’intervista al settimanale Oggi - quello descritto dall’imputato Bettino Craxi nell’interrogatorio formale che rese che rese nel 1993 durante una pubblica udienza del processo Enimont». «Craxi - continua l’ex pm di Mani pulite - descriveva Napolitano, allora esponente di spicco del Pci nonché presidente della Camera, come un uomo molto attento al sistema della cosiddetta Prima Repubblica, specie coltivando i suoi rapporti con Mosca». Ricorda, il leader Idv, che in quell’interrogatorio Craxi accusò se stesso e altri di finanziamento illecito ai partiti. E chiede - non si capisce bene a chi, visto che era lui il pm - se non ci siano stati due pesi e due misure. Fonti del Quirinale ribattono:

Il leader Idv cita una deposizione dell’ex premier socialista risalente al 1993 «Di Pietro ricorre a nuovi, assurdi artifizi provocatori nel quotidiano crescendo di un’aggressiva polemica personale contro il presidente della Repubblica». Un altolà. Inascoltato però. «A coloro che si qualificano come “fonti del Quirinale” - dice l’ex pm - consiglio di vedere il filmato su youtube e di risentire dal vivo le dichiarazioni rese da Craxi. In particolare, quel che riferì in merito al sistema di finanziamento ai partiti ai tempi della Prima Repubblica e come questo sistema coinvolgesse tutti, compreso il Pci dell'onorevole Napolitano, ovviamente per fatti già all'epoca non aventi rilevanza penale, a causa del tempo trascorso e delle modalità di attuazione». Qualcuno si sfila. «Non so come si possa andare avanti così, come si fa a dare ragione a Craxi?», chiede il senatore Idv “dissidente” Elio Lannutti. Antonio Borghesi, vicepresidente dei deputati, difende Tonino: «Se ha fatto quelle dichiarazioni avrà dei riscontri». Poi però, quando ragiona sul futuro, am-

mette che le alternative sono due: «O scegliamo la coalizione per cui abbiamo lavorato, quella della foto di Vasto, aspirando così a governare e migliorare il Paese. Oppure possiamo allearci con Grillo, e ave-

re forse più voti, ma difficilmente andare al governo». Analisi lucida, da contrapporre a chi dice che - addirittura - Di Pietro vorrebbe mollare l’Idv e correre per il Movimento 5 Stelle come candidato pre-

mier. Lui nega: «Ho i sondaggi alti, perché dovrei buttare a mare il partito per cui ho faticato?». Torna ad attaccare la legge elettorale cui starebbe pensando la maggioranza: «Roba da registro delle porcate,

con un premio al primo partito e collegi piccoli, che danneggiano le formazioni minori». A sera, se la prende con Monti: «Le sue affermazioni allo Spiegel sono gravissime, una lesione alla Costituzione.

Cos’hanno da dire i leader di Pd, Pdl e Udc? E il garante della Costituzione, il presidente della Repubblica, anche oggi farà finta di nulla girandosi dall’altra parte?». © RIPRODUZIONE RISERVATA

LEADER Antonio Di Pietro, leader dell’Italia dei valori, ieri ha nuovamente attaccato il Quirinale

LA DOMANDA CUI FORMIGONI NON RISPONDE

Signor presidente, perché non vuole o non è in grado di esibire la distinta bancaria dalla quale risulta che lei ha effettivamente rimborsato a Daccò le spese relative ai capodanni 2008, 2009 e 2010?

L’intervista

Finocchiaro (Pd): il Capo dello Stato lo giudicano gli italiani, non l’ex pm

“Ormai Tonino è diventato grottesco insegue Grillo, ma è senza bussola” ROMA — È incredula, Anna Finocchiaro. Davanti a quello che considera un attacco a freddo, gratuito, al presidente della Repubblica. «Mi dispiace - dice la presidente dei senatori pd - ma la storia personale di Giorgio Napolitano non la faccio giudicare da Di Pietro. Ci sono 53 milioni di italiani che possono farlo meglio di lui». Cosa pensa delle parole del leader Idv? «Sono francamente senza parole. Di Pietro attacca a freddo il presidente, non è la prima volta che lo fa, stavolta sulla base di suoi ricordi personali che riguardano i ricordi di altre persone, in un quadro del tutto scisso da quella che è la situazione attuale. È un atteggiamento che posso spiegare solo con il fatto che ha intenzione di proporsi come il più eretico, anti-istituzionale protagonista della vita politica italiana. E mi lasci

dire, protagonista è una parola grossa». Per quale ragione, secondo lei? «Immagino che insegua Grillo. Immagino che sia il suo modello. Se non fosse pericoloso, questo suo modo di attaccare le istituzioni, se non fosse inaccettabile, risulterebbe grottesco. Credo che lo sia». Vi siete candidati con lui, avevate Anna Finocchiaro

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Il patto l’ha rotto lui, ora sta all’opposizione ma senza una capacità di proposte

un patto di governo. «Lui il patto l’ha rotto subito, a testimonianza della sua straordinaria affidabilità. Abbiamo fatto alcune battaglie in comune, altre no. Oggi appoggiamo il governo Monti e lui sta all’opposizione con una certa debolezza di proposta e di iniziativa. Una cosa è certa, non può più essere nostro alleato».

Oggi i funerali

Addio a Pini, biografo di Bettino MILANO — Si terranno questa mattina a Milano nella basilica di San Babila i funerali di Massimo Pini, consigliere di Salvatore Ligresti e biografo di Bettino Craxi. Pini, morto a Milano a 75 anni, come ultimo incarico era stato nominato presidente di Milano Assicurazioni. Negli anni Settanta era stato consigliere anche in Rai e presidente del comitato radiotelevisivo della Regione Lombardia.

Crede che quello dell’Idv sia un calcolo elettorale? «Immagino che il disegno sia questo, ma devo dire che non è chiarissimo e che non sempre è chiarissima la linea politica di Di Pietro. Spesso ho visto colleghi dell’Idv disorientati: avevano preso una direzione su un provvedimento e all’improvviso arrivava un contrordine. Il malessere dentro il partito è chiaro, le parole di Donadi e Lannutti ne danno il senso». Potrebbe esserci una scissione? «Non so e non mi interessa se si va verso una scissione, ma sono certa che tutte le forze serie e affidabili che hanno guardato all’Idv come riferimento avranno qualche momento di riflessione davanti a questo episodio. Lì c’è gente competente, appassionata di politica. Il dipietrismo, purtroppo, è un’altra cosa». (a.c.) © RIPRODUZIONE RISERVATA


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GLI SCANDALI DELLA FINANZA ECONOMIA

PER SAPERNE DI PIÙ www.mediobanca.it www.consob.it

(segue dalla prima pagina)

MASSIMO GIANNINI NAGEL non vuole passare per quello che ha tramato in gran segreto per tenere in vita a suon di milioni un “dead man walking” come Don Salvatore. Non vuole fare la parte di quello che tenta di salvare a tutti i costi il capitalismo di relazione, nasconde la polvere sotto il tappeto del Salotto Buono e scarica il conto della “bonifica” sul Parco Buoi di Piazza Affari. «Lei ha ragione — mi dice dal suo fortino assediato di Piazzetta Cuccia — dalla scomparsa di Vincenzo Maranghi in poi, in Italia si è combattuta e si sta combattendo una guerra di potere. Ed è anche vero che questa guerra ha camminato di pari passo con le evoluzioni della politica…». Nagel allude chiaramente all’ascesa di Berlusconi e al tentativo di presa del potere delle sue truppe cammellate. «Tra il 2009 e il 2010 c’è stato un tentativo chiaro, da parte di un gruppo di azionisti e di manager, per acquisire una posizione di forza all’interno del circuito che fa capo a Mediobanca…». Con il sostegno esplicito del Cavaliere, in quel momento capo di un governo che aveva stravinto le elezioni, Geronzi e Bollorè «hanno cercato di entrare da padroni» nella Galassia attraverso la testa di ponte della famiglia Ligresti. In quel momento anche con l’accordo di Profumo, che allora guidava Unicredit, e — aggiunge Nagel — «nel silenzio delle autorità di vigilanza, a quell’epoca assai compiacenti». Su questa ricostruzione, che rappresenta il primo tempo della partita dei Poteri Forti, Nagel non ha nulla da obiettare. La conferma, e la considera l’ultimo “colpo di coda” di un sistema che non reggeva e non regge più. Quello che contesta è che, nel secondo tempo della partita che inizia nel 2011 e arriva fino ad oggi, la “sua” Mediobanca abbia cercato di riacquisire la sua centralità, con i vecchi metodi del-

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Niente buonuscita

I 45 milioni di cui si parla non sono affatto una buonuscita, ma il corrispettivo della quota Premafin che doveva essere ceduta a Unipol l’Ancien Regime del capitalismo italiano: patti di sindacato, accordi segreti, conflitti di interesse, partecipazioni incrociate e assetti immutabili. «E’ successo l’esatto contrario», obietta l’ad di Mediobanca che spiega: «Il punto di svolta è il momento in cui siamo riusciti a mettere fuori gioco Geronzi. Quello è stato l’inizio di un cambiamento epocale, per Mediobanca e per la finanza italiana. Per la prima volta, noi manager, Renato Pagliaro ed io, abbiamo ristabilito il primato dell’autonomia e dell’indipendenza. Siamo noi che abbiamo fatto saltare gli equilibri di quello che voi, sui giornali, chiamavate e chiamate ancora il Salotto Buono dei Poteri Forti, o dei Poteri Marci…». Faccio osservare a Nagel che di questo nessuno, e meno che mai il mercato, ha avuto la benché minima percezione. Lui replica: «Stiamo ai fatti. Siamo noi che abbiamo mandato via Geronzi. Siamo noi che abbiamo fatto tre passi indie-

CEO DI PIAZZETTA CUCCIA Alberto Nagel, il manager è amministratore delegato di Mediobanca e vicepresidente di Generali

Il colloquio

L’autodifesa di Nagel “La guerra di potere c’è ma io ero contro Ligresti” L’ad di Mediobanca parla dell’affare Fonsai tro in Rcs. Siamo noi, unici nel panorama italiano, che abbiamo riformato radicalmente la governance dell’Istituto, introducendo il limite dei 65 anni per i manager. Siamo noi che, da allora, abbiamo cercato di traghettare Mediobanca nell’era moderna, facendola diventare una banca d’affari che ragiona in un’ottica di puro mercato». Ma su Ligresti le logiche che hanno prevalso sembrano le solite: salvare il credito di Piazzetta Cuccia, quasi 1 miliardo, e buona notte a tutto il resto. Nagel ribatte: «Ma noi Ligresti lo abbiamo messo alla porta, con tanto di lettere ufficiali! E abbiamo cominciato a farlo già in quell’autunno del 2010, quando abbiamo capito che trattava con Bollorè e con i francesi. Veniva da noi, ci chiedeva la “sala 7” e ci diceva: devo incontrare alcuni operatori finanziari. Senza dirci nemmeno di cosa stava trattando». Da quel momento, secondo la ricostruzione del manager, si consuma la rottura con il finanziere di Paternò e dai suoi famigli. Anzi, secondo Nagel il distacco era iniziato già prima. «I giornali — dice — dovrebbero smettere di scrivere che abbiamo continuato a finanziare i Ligresti fino a pochi mesi fa. In verità i rubinetti si sono chiusi dal 2007…». Sta di fatto che oggi, con l’ingaggio di Unipol nell’operazione di acquisto/fusione

di cui Mediobanca è regista, i problemi non sono ancora risolti. E qui l’ad insorge: «Sa che le dico? In qualunque altro Paese europeo, di fronte alla situazione dei Ligresti e al progetto industriale di Unipol, il governo avrebbe convocato Carlo Cimbri e gli avrebbe detto: di cosa avete bisogno? Siamo pronti ad aiutarvi, perché il vostro è un piano che tutela gli interessi del Paese. Vede, io non sono innamorato dei “campioni nazionali”, ma nessuno può dire che il progetto Unipol su Fonsai non ha una grande valenza strategica e industriale». Ma di aspetti critici, sul punto, ce ne sono diversi: dall’assenza di Opa al danno per i piccoli azionisti, dalla

CONSOB IN CAMPO L’articolo pubblicato ieri che rivela la denuncia inviata dalla Consob alla Procura di Milano sull’affare GroupamaFonsai

ricapitalizzazione diluitiva di Premafin alla “buonuscita” d’oro promessa a Don Salvatore. Nagel ribatte colpo su colpo: «Danni ai piccoli azionisti? Ma di che parliamo? Faremo gli aumenti di capitale, e l’inoptato lo ce lo prenderemo in carico noi e Unicredit, com’è giusto che sia. Poi è chiaro che io devo preoccuparmi di difendere il mio credito, ma sa perché? Perché anche Mediobanca ha i suoi piccoli azionisti da tutelare! E poi che senso ha parlare di aumento di capitale “diluitivo”? Tutte le ricapitalizzazioni lo sono, per definizione». Il bonus da 45 milioni per Ligresti merita un discorso a parte: è l’oggetto dell’inchiesta della Procura di Milano, che vede Nagel indagato per “ostacolo alle attività di Vigilanza”. C’è il famoso documento di due cartelle, in cui Ligresti chiede ampie garanzie economiche per sé e per i suoi rampolli. Nagel lo sottoscrive: oggettivamente, è una prova a suo carico. «Niente affatto — risponde lui — e l’ho spiegato ai pubblici ministeri. Ho messo una sigla sui “desiderata” della famiglia, tutto qua. Altro che patto parasociale! Nessuna delle cose scritte su quei due fogli di carta si è verificata. I 45 milioni di cui si parla non sono affatto una “buonuscita”, ma il corrispettivo della quota Premafin che Ligresti doveva cedere a Unipol…».

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Eppure, l’impressione che con i Ligresti i rapporti non siano mai stati interrotti rimane. «E’ una falsità, anche questa. E’ chiaro che in una vicenda del genere siamo costretti a parlare anche con i Ligresti. Ma il criterio è: ti chiedono 20 incontri, tu rispondi 19 no ma alla fine devi dire un sì, se vuoi risolvere questa crisi». Dunque, a sentire Nagel, nessuna “intelligenza col nemico”. Solo il normale lavoro di mediazione di una grande banca d’affari. Ma è un fatto che la guerra di potere è tuttora in corso. E l’indebolimento di Mediobanca è oggettivo, com’è oggettivo il fatto che sia partita una strana “caccia” nei confronti del suo amministratore delegato. Perché? E’ davvero una vendetta postuma, dopo la cacciata di Perissinotto dalle Generali, “reo” di aver sostenuto su Fonsai la cordata alternativa a Unipol, quella guidata da Arpe e Meneguzzo? «Senta, quella di Arpe e Meneguzzo è una pura azione di disturbo. E quanto a Perissinotto, la verità è semplice: è stato messo a riposo dopo tanti anni perché in cda si è convenuto che i risultati della sua gestione non fossero performanti com’è giusto attendersi da un gruppo con il potenziale delle Generali. E questa valutazione è stata condivisa da tutti: anche da Pellicioli, Caltagirone e perfino Bollorè». Si può obiettare all’ad di Piazzetta Cuccia che, se il criterio per cacciare un manager è questo, allora anche lui è ad altissimo rischio, visto che Mediobanca in un anno ha perso il 60% del suo valore. «Io sono sereno — riflette — e ho fiducia nei magistrati, che sono persone serie. Non so se rischio qualcosa, all’assemblea dei soci di ottobre. Per ora non mi pare che da parte degli azionisti ci sia il desiderio di consumare chissà quali vendette. So solo che ho agito con assoluta correttezza, e che in questa vicenda su Fonsai i veri innovatori siamo noi, e i restauratori sono altri. Noi vogliamo voltare pagina, accompagnando fuori dalla scena i Ligresti...». Dunque, lascia intendere

I risultati di Perissinotto

Perissinotto è stato messo a riposo dopo tanti anni perché in cda si è convenuto che i risultati della sua gestione non fossero performanti Nagel, se oggi è in corso un secondo tempo della partita del potere questa vedrebbe gli “alani” della “nuova Mediobanca” nel ruolo dei modernizzatori, aperti al mercato, alla contendibilità delle aziende e alla creazione di valore. E i loro “nemici”, nascosti ancora nell’orbita geronziana niente affatto in disarmo, nel ruolo dei garanti del vecchio sistema e dei vecchi metodi. E’ una versione credibile, quella di Nagel? La risposta verrà dai fatti delle prossime settimane. Dalle cronache finanziarie, che diranno se l’affare Unipol va in porto e se i Ligresti escono davvero per sempre dalla scena. E dalle cronache giudiziarie, che diranno se il quarantasettenne erede di Cuccia dice la verità, o è anche lui parte di un capitalismo in declino, che resiste e fa di tutto per non perdere quella modesta fetta di torta che c’è ancora da spartire. m. giannini@repubblica. it © RIPRODUZIONE RISERVATA


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LA RIVOLTA SIRIANA MONDO

Il reportage LA TV A destra, il quartiere generale della televisione di Stato siriana, nella capitale Damasco, devastato ieri dall’esplosione di una bomba

Nuovo colpo per Assad diserta anche il premier “Il potere si sta sfaldando” A Damasco sotto assedio. Fugge Hijab: “È genocidio” (segue dalla prima pagina)

DAL NOSTRO INVIATO ALIX VAN BUREN DAMASCO UELLA di una nuova defezione, l’ennesima fuga di un uomo di potere. Ma non uno qualsiasi: questa volta a scappare è stato il primo ministro Riyad Hijab, l’uomo al quale Assad aveva affidato il governo da qualche mese. E con lui è riuscita a far perdere le proprie tracce la sua famiglia: «Una vera tribù, farebbe meglio a dire», non si riprende dallo stupore un commensale: «Sette fratelli e due sorelle con schiere di familiari. Come siano passati inosservati, Dio solo lo sa». La preparazione — commentano — dev’essere stata lunga e meticolosa. «Il premier abitava in una casa del governo dalle parti di Malki, una roccaforte del regime. Volete farmi credere che nessuno li abbia visti?», affaccia il sospetto di una collaborazione interna. Quanto sia formidabile la picconata al regime, nessuno lo nasconde. «D’accordo, Hijab non apparteneva al cuore del regime. Però, era una brava persona, riscuoteva la fiducia del presidente». Un funzionario ricorda i galloni conquistati dal premier quando era governatore di Lattakya, la città costiera abitata da sunniti e alawiti: «Era vicino al popolo, scendeva nelle piazze, ricuciva le tensioni fra le comunità. Davvero, è un duro colpo. Il governo è in panne». E non importa che i notabili scartino con sarcasmo le parole di Hijab lette da un portavoce: «Non vuole essere parte dei peggiori crimini di guerra, il genocidio, i barbari assassinii, i massacri perpetrati contro cittadini disarmati. Sono stato costretto a fare il premier con la pistola puntata alla testa». «Senza il suo consenso, il presidente non l’avrebbe obbligato», sostengono e dubitano, sprezzanti, della sincerità: «Sarà il prezzo imposto da chi l’ha comprato». Eppure, il coro è univoco: «Il messaggio di questa defezione è chiarissimo: il regime si sta sfaldando. Qui nessuno può fidarsi più di nessuno». Nessuno è al riparo, tantomeno l’élite. Autisti e guardie del corpo stazionano sull’uscio del ristorante. Porgono ai commensali il cellulare se al telefono arriva un messaggio urgente. Comunicano con posti di guardia in città per aggiornarsi sulla sicurezza dei vari quartieri: per sapere se si può prolungare la cena oppure no, è meglio affrettare. Sanno che l’agguato potrebbe piombare dietro l’angolo. S’è già visto più volte: da una curva sbuca un’auto in corsa, e scarica dai finestrini una gragnola di proiettili. “Drive-by shooting”, smitragliate di corsa, spiegano. L’altra sera è successo a Mohajreen, pochi chilometri da Malki dove c’è la casa, lo studio privato del raìs e le abitazioni di molti rappresentanti del regime. Ieri notte i ribelli hanno scosso la città dal sonno col tuono biblico di due bombe sonore a Rukn Eddin, appena dietro il centro: come per dire che l’opposizione armata s’annida in città, nonostante l’esercito abbia respinto l’assalto a Da-

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IL PRESIDENTE Il presidente siriano Bashar Al Assad

masco e alle periferie. Il refrain della sfiducia, del controllo che sfugge all’autorità centrale, rispunta con la bomba piazzata ieri al terzo piano dell’edificio della radio televisione di Stato. Qualche danno, pochi feriti, però s’ingigantisce l’interrogativo sospe-

Con il primo ministro hanno fatto perdere le tracce anche sette fratelli, due sorelle e le famiglie. Ordigno contro la tv di Stato. L’angoscia dei fedelissimi del raìs so sopra Damasco: «E’ stata l’opera di un infiltrato? Nessuno l’ha fermato?». Infatti, l’assalto alla tv era prevedibile. La guerra mediatica, ripetono i siriani, fa parte del “Grande Gioco”. La disputa è mortale, se si con-

tano i giornalisti, fotografi e cameraman delle tv sequestrati e uccisi. Senza contare l’oscuramento della tv di Stato attribuito ai monarchi del Golfo e l’esercito elettronico che pirata i siti avversari: dall’agenzia Reuters partono falsi comunicati sulla disfatta dei ribelli ad Aleppo. Una pagina contraffatta di Al Manar, l’organo di Hezbollah, sbandiera l’ammutinamento delle Forze speciali mai avvenuto. Un Twitter camuffato da ministero della Difesa ieri annuncia la morte del presidente Assad. Al Jazeera e Al Arabiyaspargono per un po’ il panico con la notizia, smentita, dell’arresto del ministro delle Finanze siriane e la partenza di altri due ministri «dalla nave di Assad che affonda». «Se vuole sapere chi ha tirato le fila della diserzione del premier, osservi quale tv ha trasmesso la “breaking news”. E’ stata Al Jazeera, perciò l’emiro del Qatar. Ma c’è l’impronta anche di Manaf Tlass». Tlass era finora il più quotato fra i disertori. Figlio dell’eponimo generale Mustafa, storico mi-


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PER SAPERNE DI PIÙ http://english.alarabiya.net www.aljazeera.com

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L’intervista

Parla Bassma Kodmani, portavoce del Cns, il principale organo dell’opposizione all’estero

“Il regime ha le ore contate adesso serve una no-fly zone per fermare i bombardamenti” un governo di transizione? «Un mese, non di più. E dovrà rappresentare tutti i siriani». Eppure l’opposizione al regime appare oggi più spaccata che mai. Come riuscirete a riunire le diverse componenti della rivolta? «La rivolta è nata a livello locale, con comitati di quartiere che organizzavano manifestazioni e che s’ispiravano a un’ideologia pacifista. Questo spiega l’attuale frammentazione geografica dell’opposizione, che nel suo insieme persegue tuttavia lo stesso obiettivo».

DAL NOSTRO INVIATO PIETRO DEL RE

REYHANLI (Confine turco-siriano) — «Come altri prima di lui, anche il premier Riad Hijab ha disertato nel momento in cui il regime di Damasco gli aveva chiesto di macchiarsi di crimini spaventosi contro la popolazione civile», sostiene Bassma Kodmani, portavoce e volto laico del Consiglio nazionale siriano, il più importante organo dell’opposizione all’estero e l’unico riconosciuto dall’Occidente. La Kodmani è ricercatrice al Cnr di Parigi, dove da anni vive in esilio. «Quest’ennesima defezione potrebbe segnare l’inizio della fine del regime», dice ancora. Signora Kodmani, ma quando finirà questa guerra? Un nuovo governo «L’esercito lealista non è più in grado di controllare le città. Adesso dobbiamo mettere fine alla sua capacità di distruggerle con i caccia e i carri armati. Senza l’aviazione di Damasco la rivoluzione avrebbe già vinto». E se riusciste a spodestare il presidente Assad, come garantirete la convivenza tra sunniti, alawiti e cristiani? «Il regime sta cercando di diviQuali sono i Paesi sul cui appoggio potete dere il Paese sul piano confessionale, ma per contare in queste ore drammatiche? far fronte a questa strategia c’è un grande «Soprattutto su quei Paesi del Golfo che sforzo da parte dei diversi gruppi religiosi. Il riescono a mobilitare grandi quantità di solloro lavoro consiste nello scongiurare che un di per la catastrofica situazione umanitaria in domani ci siano rappresaglie da parte, per Siria. Purtroppo i canali di trasmissione di esempio, dei sopravvissuti di un villaggio doquesti aiuti non arrivano direttamente al pove Damasco ha nei mesi scorsi inviato le sue polo siriano, ma direttamente alla Mezza lumilizie a compiere massacri». na rossa di Damasco, che è controllata dal reIl Consiglio nazionale siriano è lontano gime, il quale ne tiene per sé circa l’80 per cendai campi di battaglia. Se l’Esercito libero to». dovesse vincere la guerra come riuscirete a E di armi sofisticate, ne stanno arrivando non farvi scippare il potere dai militari? all’Esercito libero siriano? «Siamo in costante contatto con i gruppi «No, o poca roba. Ora, sia l’Esercito libero che combattono, e sia le diverse brigate di cosia il Consiglio nazionale da mesi chiedono al mando sul terreno sia le numerose fazioni almondo armi anti-carro e anti-aeree. Se non l’interno del Consiglio nazionale siriano soriusciamo a rendere pericoloso lo spazio aeno pronte a riunirsi sotto un solo uomo il giorreo dovremmo almeno ottenere una no-fly no che creeremo il primo governo di transizone nel Paese». zione». E quanto tempo bisognerà aspettare per © RIPRODUZIONE RISERVATA

IL CONSIGLIO Il Consiglio nazionale siriano è la piattaforma dell’opposizione nata l’anno scorso

FOTO: REUTERS

“Una volta al potere, nomineremo un governo che rappresenti tutta la popolazione”

LE MILIZIE L’Esercito libero siriano (Els) riunisce le milizie dei ribelli che combattono contro il regime di Assad

I COMITATI I comitati di coordinamento locale informano costantemente il Cns sugli sviluppi della rivolta

BATTAGLIA Alcuni ribelli dello Esercito libero siriano combattono le truppe del raìs Assad A destra, bambini tra le macerie e una coda per il pane

nistro della Difesa sotto il regno di Assad padre, il giovane Tlass comandava un reparto della Guardia repubblicana. Ora che il generale è all’estero, gli occhi restano fissi su di lui. Dai suoi spostamenti i siriani ricavano la trama delle alleanze e il tempo rimasto, nella stima dell’Occidente, prima che il regime si sgretoli, con conseguenze potenzialmente devastanti. Tlass ha iniziato con l’Umrah, il piccolo pellegrinaggio alla Mecca, in ossequio al re saudita; poi l’incontro dell’opposizione nel Qatar; dieci giorni fa, la cena a Istanbul con il ministro degli esteri turco Davutoglu e il capo dell’Intelligence Hakan Fidan. Tlass ha ottenuto il favore di Washington: e negli Usa il tempo stringe. Le ore del regime sarebbero contate. Il Pentagono ha già predisposto «cellule speciali in preparazione della caduta di Assad e di un seguito violento e caotico». E’ questione di giorni? di mesi? Il Pentagono scommette «entro novembre». I siriani frenano:

Il caso

Assalto a un monastero “Hanno rubato tutto” DAMASCO — Uomini armati hanno assaltato il monastero di Mar Musa, a nord di Damasco, del IV secolo, senza causare vittime ma saccheggiandolo. «Hanno rubato tutto quello che potevano rubare, compresi i trattori e gli altri strumenti per l’agricoltura e l’allevamento», hanno detto alcuni testimoni. «Profondo rammarico» ha espresso padre Paolo Dall’Oglio che, fino a poche settimane fa, gestiva il monastero prima che fosse costretto a lasciare il martoriato Paese.

«Io non sarei tanto precipitoso», dice un alto funzionario, simpatizzante dei riformisti. Spiega: dopo l’attentato del 18 luglio, l’uccisione di quattro leader della Sicurezza generale, Assad ha rinnovato i vertici «cioè quelli che contano davvero: l’esercito, l’Intelligence. E il regime s’è tolto definitivamente i guanti». Soprattutto, affermano i notabili, il regime non ha ancora schierato le forze più potenti: la Guardia repubblicana e il temuto Fira Raba’a, la Quarta Divisione: è la forza speciale di 150 mila alawiti sotto la guida di Maher, il fratello del raìs. Uno dei dissidenti più corteggiati dall’Occidente fa eco: «Non lasciatevi ingannare. La fine del regno forse s’avvicina, ma il potere poggia ancora sui pilastri fondamentali: l’esercito, l’apparto della sicurezza, la polizia. La popolazione è divisa fra un terzo che sostiene il regime, un terzo l’opposizione, e un altro terzo che sta a guardare, per vedere come va a finire. Se il regime crollasse rischieremmo il caos iracheno. In-

fatti, la “demolizione controllata” promossa dagli americani può “finire molto male”, l’hanno ammesso anche loro». «Se dovessi scommettere di tasca mia», azzarda uno degli ospiti all’Iftar, «direi che a no-

Il Pentagono ha già predisposto cellule speciali in preparazione della sconfitta del presidente e di un seguito violento. Washington scommette: cadrà in pochi mesi vembre Assad sarà ancora al potere». A chiedergli, però, quale cifra sia disposto a puntare, il siriano si fodera di cautela: «In queste condizioni, tutto è possibile. Ma per il momento, a Damasco, la partita resta da giocare». © RIPRODUZIONE RISERVATA


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MONDO

PER SAPERNE DI PIÙ www.guardian.co.uk www.nytimes.com

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Strage sikh, è stato un veterano dell’esercito Usa, individuato l’uomo che ha ucciso sei indiani. Era vicino ai suprematisti bianchi ALBERTO FLORES D’ARCAIS NEW YORK — Si chiamava Wade Michael Page, aveva 40 anni, era un veterano dell’esercito e il leader di un gruppo heavy metal neonazista. È stato lui, domenica mattina a entrare armato nel tempio sikh di Oak Creek, sobborgo di Milwaukee (Wisconsin), è stato lui, senza pronunciare una parola, a uccidere a bruciapelo con una 9 millimetri sei persone, prima di cadere a sua volta colpito dai proiettili dei poliziotti. Due settimane dopo la strage in Colorado l’attacco ai sikh riapre polemiche che ancora non si erano sopite. E insieme all’annosa questione della vendita delle armi riappare lo spettro dei “bianchi suprematisti”, i razzisti bianchi. «Terrorismo interno», lo

ha definito l’Fbi che teme che gli ultimi tre mesi della campagna elettorale, in cui gli americani dovranno decidere se confermare o meno alla Casa Bianca il primo presidente afro-americano,

Wade Michael Page suonava con un gruppo heavy metal neonazista “Movente razziale” il razzismo si saldi a un tema “caldo” come quello dell’immigrazione (cladestina o meno). Page è morto e non potrà spiegare i motivi del suo gesto folle e sanguinario. Ma è la sua storia, prima come militare, poi come rockettaro razzista, che viene adesso vivise-

Una bandiera Usa bruciata in segno di protesta a New Delhi zionata per trovare delle risposte ai perché di un’azione così violenta e definitiva. Si era arruolato nell’esercito nel 1992 (aveva 20 anni) proprio a Milwaukee, lavorando inizialmente come tecnico riparatore del sistema missilistico Hawk per

poi diventare uno degli specialisti della guerra psicologica, i cosiddetti “psy-ops”, responsabili per le analisi, lo sviluppo e la distribuzione di intelligenceusata a fini psicologici. Per anni la sua base era stata Fort Bragg in North Carolina. E in quello Stato si era

comprato casa (per 163mila dollari) in un distretto rurale, proprietà che perse nel 2009 con la crisi dei mutui. Per l’Fbi Page non ha avuto complici domenica mattina. Nel mondo dei “bianchi suprematisti” aveva però molti amici che gli agenti federali hanno iniziato a interrogare. Era un «neonazista esasperato», sostengono al Southern Poverty Law Center, un centro per la difesa dei diritti umani. Quando nel 1998 venne cacciato dall’esercito per una brutta storia di alcool, aveva formato, insieme a un gruppo di skinhead razzisti, gli “End Apathy”, un gruppo musicale che mescolava punk e metal. In un’intervista dell’aprile 2010 a un sito web dei suprematisti bianchi chiamato “Label 56”, Page raccontò che aveva fondato “End Apathy” per capire come si

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE ENRICO FRANCESCHINI

L’addio di Miss Tory “Stufa di essere solo carina basta, lascio la politica” La deputata britannica: sono discriminata Londra e la Grande Mela. Pare che lo facciano alcune decine di migliaia di americani ed inglesi, ma non tutti con famiglia e ben pochi con un mestiere in parlamento. Così i Mensch hanno resistito poco e, avendo deciso di mollare qualcosa, Louise ha mollato il partito conservatore. “Mi trasferisco a New York”, ha fatto sapere su Twitter, dove ha 100 mila seguaci.

DI PRIMA NOMINA

Louise Mensch, 40 anni, al suo primo mandato, ha scelto di dedicarsi alla famiglia pegni familiari. La sua è in effetti una famiglia particolare: il secondo marito (si sono sposati nel 2011), Peter Mensch, manager americano di due band, i Metallica e gli Red Hot Chili Pepper, vive a New York. Lei ha tre figli piccoli dal precedente matrimonio e per un po’ ha provato a gestire il lavoro ai Comuni con i doveri di madre e moglie: i due coniugi facevano i pendolari tra

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Louise Mensch nell’aula del Parlamento

Il personaggio

LONDRA — Ci sono paesi in cui le donne vengono accolte in politica perché sono belle e altri in cui per la stessa ragione le donne fuggono dalla politica. La Gran Bretagna appartiene ufficialmente al secondo tipo, dopo le dimissioni di “Miss Partito Conservatore”: che non è una fotomodella, bensì è (o meglio era) un deputato della camera dei Comuni. Louise Mensch, 40 anni, al suo primo mandato da parlamentare, lascia il “palazzo” dopo appena due anni. L’etichetta di più bella di Westminster se l’era data praticamente da sola, protestando qualche mese fa che non veniva presa sul serio dal proprio partito, dagli avversari e dai media solo perché era “carina” e la gente prestava attenzione alle sue forme anziché alla sua sostanza. Adesso se ne va ufficialmente per un’altra ragione: motivi personali. Si è resa conto, annuncia, di non riuscire a far convivere la carriera pubblica e gli im-

poteva «mettere fine all’apatia della gente e iniziare a muoversi in avanti». In una pagina Myspace sono pubblicate diverse foto dei tre componenti del gruppo, tutti e tre i componenti hanno tatuaggi con scritte in gotico. Mark Potok, che lavora per un’organizzazione sui diritti umani in Alabama, ha monitorato per anni gli ambienti musicali razzisti. «Li frequentava almeno da dieci anni e prima degli End Apathy suonava in una band chiamata Definite Hate, un nome che sembra riflettere quello che era e quanto poi ha fatto». Tra i “bianchi suprematisti”, per quanto se ne sa, non c’è mai stato alcun tipo di odio verso i sikh e secondo l’Fbi è possibile che Page abbia confuso la setta indiana con un gruppo musulmano.

Louise Mensch, eletta a maggio, e (sopra) il suo libro

Per il primo ministro David Cameron è un altro guaio, perché la Mensch, nota autrice di romanzi rosa, era il simbolo delle nuove donne dei Tory, più attive e moderne, da lui portate in parlamento con la vittoria nelle elezioni del 2010, un po’ come fece Tony Blair con il partito laburista dopo il suo arrivo al potere nel 1997. Ma in due anni le cose sono assai peggiorate, per

Il caso

La banca inglese Standard Chartered accusata di riciclaggio per l’Iran NEW YORK — La banca britannica Standard Chartered avrebbe nascosto nell’arco di una decina di anni transazioni finanziarie con l’Iran per oltre 250 miliardi di dollari rendendo il sistema finanziario statunitense «vulnerabile al terrorismo». È quanto sostiene il dipartimento dei servizi finanziari dello Stato di New York, riporta il Wall Street Journal. Nel documento di 27 pagine deposi-

tato presso il tribunale dal sovrintendente del dipartimento, Benjamin M. Lawsky, Standard Chartered viene accusata di aver violato l’embargo statunitense contro l’Iran utilizzando delle istituzioni fittizie per far transitare tra il 2001 e il 2007 circa 60mila transazioni aventi per beneficiari o mittenti i suoi clienti iraniani in modo tale da non far mai comparire gli estremi dei committenti.

la Gran Bretagna alle prese con la peggiore recessione del dopoguerra, e per i conservatori, precipitati a 10 punti di distanza dall’opposizione laburista nei sondaggi. Ora la “Miss Tory” se ne va, ufficialmente per ragioni di famiglia, ma dando l’impressione di sbattere la porta anche perché si sentiva discriminata dal suo stesso partito. Certo era una senza peli sulla lingua. In gennaio si era lamentata che non riusciva a emergere, né in parlamento, né nel governo, di cui avrebbe aspirato a fare parte, perché «le donne in politica non sono prese sul serio se sono carine». Ci sono paesi dove fanno carriera proprio grazie all’aspetto fisico, ma non è il caso del Regno Unito, sosteneva lei, dove la bellezza può addirittura diventare controproducente. «Ogni volta che dico o faccio qualcosa», affermava, «il mio messaggio si perde tra considerazioni sul mio look e sul mio guardaroba. Sarà per questo che il mio nome non c’è mai, ogni volta che si fa un rimpasto di governo e ci sono delle promozioni». Commenta David Cameron alla notizia della sue dimissioni:

“Quando dico o faccio qualcosa, commentano il mio look e il mio guardaroba” «Mi dispiace che Louise se ne vada, avrei voluto che servisse più a lungo e a un più alto livello». Forse la promozione nel governo era vicina, nel rimpasto previsto dopo le Olimpiadi e le vacanze estive. Ma ormai è troppo tardi. Per Louise, per Cameron e forse per il futuro dei Tory, destinati secondo molti a perdere le prossime elezioni. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Le protagoniste CARFAGNA

DATI

THORNING

KABAEVA

Ministra delle Pari opportunità con Berlusconi, Mara Carfagna è stata nominata fra i politici più belli del mondo dalla rivista Maxim

Ministro della Giustizia con Sarkozy, Rachida Dati ha fatto notizia anche per i suoi abiti considerati troppo costosi

Il primo ministro danese Helle Thorning Schmidt è la prima donna a ricoprire l'incarico di premier nel suo paese

L’ex ginnasta e deputata Alina Kabaeva è stata sulla copertina di Vogue Russia e chiacchierata come fidanzata di Putin


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CRONACA

Brindisi, nessun risarcimento alle ragazze ustionate L’assicurazione della scuola pagherà solo per chi ha avuto “danni funzionali e non estetici” GIULIANO FOSCHINI BARI — Quella bomba le ha sfregiate per la vita. Nei ricordi e sulla pelle. Ma non hanno diritto ad alcun risarcimento. Lo ha comunicato la compagnia di assicurazione nei giorni scorsi alle ragazze dell’attentato di Brindisi. La polizza non prevede rimborsi per i danni estetici ma solo per quelli funzionali. Quindi, le ustioni non verranno in alcun modo rimborsate. «Non è una questione di speculazione, ma quei soldi servirebbero per pagare delle cure adeguate» spiega il legale di alcune delle studentesse, Mauro Resta, che ieri ha sollevato il problema. «Non avevamo guardato la polizza stipulata dall’istituto Morvillo Fal-

L’avvocato delle vittime: “Una situazione assurda, ma prevista nel contratto”

Le tappe L’ATTENTATO Il 19 maggio esplode un ordigno davanti all’istituto Morvillo di Brindisi

LE VITTIME Muore una ragazza. Altri 5 studenti sono feriti, ustionati in modo grave

La scena dell’esplosione davanti alla scuola Morvillo di Brindisi do che tutte le pratiche fossero velocizzate in modo tale da procedere subito ai risarcimenti. Era stato nominato un perito e le ragazze avevano cominciato appunto le visite.

Il caso

NAPOLI — Minacce e offese a Roberto Saviano e alla giornalista Rosaria Capacchione: chiesto il rinvio a giudizio per due avvocati e due boss del clan dei Casalesi. Il pm Antonio Ardituro vuole il processo per i penalisti Michele Santonastaso (attualmente detenuto per collusioni con i clan) e Carmine D’Aniello e per i padrini Francesco Bidognetti e Antonio Iovine. I fatti si riferiscono alle affermazioni contro magistrati e giornalisti contenute nell’istanza letta il 13 marzo 2008 al processo Spartacus.

La moglie Carla e la figlia Daniela comunicano la perdita del loro amato marito e papà

Il Presidente Daniela Memmo D’Amelio, il Direttore Generale Mario De Simoni, il Consiglio d’Amministrazione, il Collegio dei Revisori, i dirigenti e il personale tutto dell’Azienda Speciale Palaexpo, profondamente addolorati per la perdita dell’ Arch.

Alpino della Julia, decorato medaglia d’argento al valore militare, che ci ha lasciato il 6 agosto 2012. I funerali si terranno nella Chiesa del Cuore Immacolato di Maria a Piazza Euclide a Roma, mercoledì 8 agosto, alle ore 10. Roma, 7 agosto 2012 Elisabetta, Giovanna, Francesca, insieme alla loro mamma Cesarina Minoli, piangono e ricordano il loro adorato papà, giornalista e scrittore,

Franco Melandri Roma, 7 agosto 2012 Circondata dall’affetto delle figlie Loretta, Eleonora e Alessandra, dai generi Andrea e Riccardo, dai nipoti Brando e Allegra e dalle cure amorevoli di Lucy si è spenta serenamente

Rosanna Palmieri Strinati il 5 agosto 2012. I funerali si svolgeranno oggi 7 agosto alle ore 10 nella basilica di Santa Prassede, via di Santa Prassede 25. Che la terra ti sia lieve, mamma. Roma, 7 agosto 2012 Il Presidente Guido Strazza, il Segretario Generale Francesco Moschini, il Vice Presidente Paolo Portoghesi, l’ex Presidente Nicola Carrino con gli accademici tutti ricordano l’appassionato impegno del Prof. Arch.

Renato Nicolini e il fondamentale apporto culturale e sociale per la città di Roma. Roma, 7 agosto 2012 Il Presidente Giovanni Minoli, il Direttore Lorenzo Salveti, gli insegnanti, il personale Tecnico Amministrativo e gli allievi dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico” ricordano con affetto e gratitudine l’alto magistero di

Renato Nicolini negli anni sempre vicino all’Accademia ed alle giovani generazioni di attori e registi Roma, 7 agosto 2012

L’ARRESTO

contratto. Però quelli che queste ragazze portano sulla propria pelle per via delle gravissime ustioni subite sono dei segni permanenti e non è possibile che non le si consideri co-

Il 7 luglio viene arrestato Giovanni Vantaggiato, 68 anni, che confessa

Emergenza roghi

Minacce a Saviano chiesto il processo per boss e avvocati

cone per gli infortuni dei ragazzi, ma non potevamo immaginare di trovarci in una situazione del genere. Ce ne siamo resi conto in questi giorni, perché sono in corso le visite medico legali per stabilire l’entità delle conseguenze fisiche riportate dalle ferite. È in questa sede che ci hanno informati che le ustioni non verranno inserite nel computo dei danni da liquidare». In realtà il testo della polizza parla chiaro. Né si poteva immaginare che potesse scoppiare una bomba davanti a una scuola quando il contratto è stato firmato. L’assicurazione aveva anche fatto in mo-

Franco Melandri

«Abbiamo apprezzato il comportamento dell’assicurazione — spiega l’avvocato Resta — ma abbiamo dovuto arrenderci poi all’evidenza dei fatti, riportata peraltro nel testo del

Renato Nicolini Ex Presidente dell’Azienda, partecipano commossi al dolore della famiglia. Roma, 7 agosto 2012 Il Presidente ed il Consiglio dell’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori di Roma e Provincia si uniscono al lutto della cultura italiana e piangono l’amico

Renato Nicolini Roma, 7 agosto 2012 Carla e Fabrizio con sincero dolore piangono la scomparsa di

Renato Nicolini amico e compagno di importanti attimi di vita. Roma, 7 agosto 2012 Ciao

Renato sei stato un grande uomo e un grande amico. Elena Sofia Ricci e Elena Ricci Poccetto. Roma, 7 agosto 2012 Amata scrittrice, ispiratrice e amica di tante lunghe telefonate

Chiara Palazzolo rimarrà per sempre nella memoria e nell’emozione del suo amico Gianni Romoli. Roma, 7 agosto 2012 Tilde Corsi e la R&C Produzioni in ricordo della collaborazione e dell’amicizia condividono il dolore per la scomparsa di

Chiara Palazzolo che rimarrà per sempre nei nostri cuori. Roma, 7 agosto 2012 La Direzione di Repubblica e i colleghi dell’Ufficio Centrale sono vicini a Laura per la perdita del padre

Giuseppe Serloni Roma, 7 agosto 2012

FOTO: FOTOGRAMMA/LO BIANCO

me una mutilazione». Il 19 maggio scorso, alle 7.42, l’ordigno azionato a distanza da Giovanni Vantaggiato davanti ai cancelli della Morvillo Falcone, uccise Melissa Bassi e ferì nove ragazze. In cinque hanno avuto gravi problemi. Il caso più disperato era quello di Veronica Capodieci. Sembrava spacciata e invece, dopo un lungo ricovero prima a Brindisi e poi a Pisa, domenica è tornata a casa. «Ricordo tutto come un sogno, ha tinte sfocate. Io sono felice di essere qui, però quella giornata, aver visto Melissa morire così, rimarrà per sempre il peggior incubo della mia vita». Per Pisa è partita invece nei giorni scorsi Anna Canoci, un’altra delle ragazze ferite, che ha avuto gravissimi danni all’udito e spera nelle cure della struttura sanitaria toscana. Già nei giorni scorsi le ragazze di Brindisi avevano lanciato un altro allarme, legato questa volta ai fondi che non c’erano per sopportare le spese mediche. Immediatamente si era mossa la Regione stanziando un contributo da 200mila euro e chiedendo alla Procura la lista completa delle parti offese, in modo tale da poter dare a tutti il contributo. Le case farmaceutiche e l’ordine dei farmacisti avevano inviato invece le pomate che, essendo considerate cosmetici, non prevedono alcuna esenzione.

Sicilia, gli incendi divorano la Riserva dello Zingaro TRAPANI — Sicilia a fuoco. Decine di roghi hanno divorato ieri l’isola, a cominciare da una grossa porzione della riserva dello Zingaro, nel Trapanese, dove le fiamme da domenica pomeriggio hanno alimentato anche una polemica tra il sindaco di San Vito Lo Capo, Matteo Riz-

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zo, che ha lamentato l’assenza di soccorso aereo, e la Protezione civile, che ha negato l’accusa. Assediata dagli incendi anche la provincia di Palermo, mentre è grave un forestale precipitato in un burrone, nel messinese, mentre era impegnato nelle operazioni di spegnimento.

È morto il padre di Laura Serloni

E’ successo tutto così in fretta e troppo veloce per capirlo.

La redazione della Cronaca di Roma abbraccia Laura in questo momento di grande dolore per la scomparsa del padre

Tragicamente, in seguito ad un incidente stradale, è venuto a mancare all’età di 74 anni il Dottor

Con profondo dolore Elide Pini, i figli Paolo e Caterina annunciano la perdita del loro caro e amatissimo

Giuseppe Serloni

Franco Di Giacomo

Roma, 7 agosto 2012 Giuseppe e Anna Maria Cerasa abbracciano Laura in un momento tanto drammatico per la perdita del padre

funzionario del Banco di Napoli in pensione, uomo buono e onesto. Ne danno il triste annuncio il figlio Antonio con la moglie Alessandra, la sorella Giuseppina, i parenti tutti. Il rito funebre avrà luogo mercoledì 8 agosto, alle ore 17, presso la Chiesa di Sant’Antonio a Bari. Il presente vale come ringraziamento. Bari, 7 agosto 2012 Il 5 agosto si è spento serenamente nella pace dell’amata Consuma, circondato dall’amore dei suoi cari, il Cav. del Lavoro

Il funerale avrà luogo martedì 7 agosto, alle ore 11, nella Basilica di San Babila in Milano. Varese-Milano, 7 agosto 2012

Giuseppe Serloni Roma, 7 agosto 2012 La famiglia Carabini ricorda con affetto

Nicola Caprioli e partecipa al dolore dei suoi cari. Roma, 7 agosto 2012 L’ANBIMA partecipa al dolore per la scomparsa della cara

Teresa Amili (Zina) Roma, 7 agosto 2012 7 agosto 1912

Vito Materi 7 agosto 2012 “Papà sole Papà vita Papà amore Ritorna”

Michela Roma, 7 agosto 2012 07-08-2010 07-08-2012 ANNIVERSARIO

il cui esempio di vita rimarrà sempre nei cuori della moglie Tosca, dei figli Giuseppe, Elisabetta, Federico, Simone e delle loro famiglie. Le esequie saranno celebrate il 7 agosto 2012, alle ore 14.30, nella Chiesa del Sacro Cuore, via Capo di Mondo 60, Firenze. Firenze, 7 agosto 2012 Con la scomparsa di

Tullio Falena

Vito

Con affetto Maurizio e Gabriella. Roma, 7 agosto 2012 7 agosto 1947 7 agosto 2012 “Le persone non muoiono, rimangono incantate”. Grazie. In ricordo di

La figlia Diana. Roma, 7 agosto 2012 7 agosto 2002 7 agosto 2012 “La nostalgia è una bestia feroce” A

si chiude un’epoca fondamentale della nostra famiglia di cui è stato il perno, la forza coesiva, la guida, l’esempio prezioso e illuminante per tutti noi. La sorella Anna con le figlie Margherita e Alessandra lo piange con tanto dolore insieme a Tosca, Giuseppe, Elisabetta, Federico, Simone e le loro famiglie nella certezza che in cielo potrà riabbracciare la sua adorata figlia Diletta. Firenze, 7 agosto 2012 I nipoti don Nicola, Guido, Benedetta, Barbara, Rebecca, Lapo e Diletta e i pronipoti Giulia, Ludovica e Niccolò piangono la perdita del

Guido Guglielmi

nonno Vito

Francesco Carmosino

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con infinito amore. I suoi cari Bologna, 7 agosto 2012

che continuerà ad amarli e a seguirli dal Cielo. Firenze, 7 agosto 2012

Massimo

La Varesina Bracco Varese 0332.234345

Massimo amore mio grandissimo ho passato con te ventotto anni e tre mesi meravigliosi. Abbiamo insieme avuto, Paolo, bambino, ragazzo speciale. Mi hai donato Bis, la nostra canina sempre ai tuoi piedi. Non posso vivere senza di te. Non posso pensare senza di te. Non posso dormire senza di te. Il mio dolore, come un grido nel cuore, è la prova che il nostro non è un grande amore soltanto ma uan vita davvero vissuta mano nella mano. Tu ed io. E ora non mi resta che esistere nel cono d’ombra della tua luce. Amore amore amore mio. Elide Varese-Milano, 7 agosto 2012 Una testa nobile lascia la scia di un pensiero alato che libero vola sui cuori che ha amato A

Massimo

È morto Giuseppe Serloni, padre della nostra collega Laura. A lei il cordoglio di tutta Repubblica

In un secondo tutta la mia vita è cambiata e mai avrei pensato questo. Ormai papà non ci sei più mi sono ritrovato solo ad affrontare il mio dolore e, tuttora mi ritrovo continuamente a pensare a te e l’immagine di te all’Ospedale non mi lascia ragionare... ma se è vero che chi muore ci guarda da lassù, allora spero che tu mi assista e che sia orgoglioso di me. Si dice “darei tutto per un’altra occasione”... venderei l’anima al diavolo per rivederti solo dieci minuti e dirti tutto quello che non ti ho potuto dire, per poterti dire quanto mi manchi e quanto è grande il vuoto che mi hai lasciato. tutto questo è impossibile, non succederà mai. Tutto quello che io davo per scontato era invece importante; nella vita nulla è banale perché da un giorno all’altro si può perdere tutto, così come io e noi tutti abbiamo perso te. A chi mi chiederà come era

Massimo Pini io gli darò sempre la stessa risposta: Era mio padre. Paolo Pini Milano, 7 agosto 2012

Ruggiero Ricci Leggendario violinista virtuoso, tra i più grandi interpreti del Novecento. Gian Paolo Peloso

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CRONACA

PER SAPERNE DI PIÙ www.ilvataranto.com www.minambiente.it

Ilva, infuria la polemica Ferrante: “Senza Taranto stop per Genova e Novi”

Le tappe L’INCHIESTA Il 26 luglio il gip di Taranto sequestra l’area “a caldo” dell’Ilva e dispone i domiciliari per otto dirigenti del gruppo

IL RIESAME Tra domani e giovedì il tribunale del riesame confermerà o annullerà il sequestro di Ilva e gli otto arresti

Clini: “Il governo non darà un soldo all’azienda” LELLO PARISE BARI — Nella città dei due mari contano le ore che mancano alla decisione — domani, al massimo giovedì — del Tribunale del riesame presieduto da Antonio Morelli per confermare o rinnegare il sequestro dell’area “a caldo” dell’Ilva e l’arresto degli otto indagati sospettati di disastro ambientale. Mentre a Roma il nuovo presidente della più grande acciaieria d’Europa Bruno Ferrante davanti a deputati e senatori della bicamerale sui rifiuti, spiega: «Chiudere Ta-

Entro giovedì il tribunale del riesame deciderà su arresti e sequestro ranto significa chiudere anche Genova e Novi Ligure. Non abbiano altra scelta». È la prima volta che lo spettro del «disastro economico e sociale», agitato come una clava da politici e sindacalisti, prende forma con le parole dell’ex prefetto di Milano. «Potrebbero essere lette come un sottile tentativo di condizionamento sui magistrati. Ecco perché appaiono inopportune e intempestive», taglia corto il segretario di Magistratura indipendente, Cosimo Maria Ferri. Il presidente della commissione parlamentare d’inchiesta, Gaetano Pecorella, bolla il ragionamento di Ferrante come «inaccettabile». «L’alternativa è: o ci lasciate andare avanti così o noi chiudiamo tutto. Non regi-

striamo alcuna discontinuità rispetto al passato». Un passato che ieri a Bari al tavolo tecnico sull’Ilva rappresentanti delle istituzioni e dell’azienda cercano di esorcizzare: ci sono 336 milioni di soldi pubblici per le bonifiche, a partire da quella dei Tambu-

L’intervista

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IL CASO

LE BONIFICHE

L’intervista con il ministro dell’Ambiente Corrado Clini sul caso Ilva pubblicata ieri da Repubblica

Il governo stanzia 336 milioni per bonificare quartieri e zona industriale di Taranto. Clini: “Non c’è nulla per Ilva”

ri, il quartiere del capoluogo ionico più appestato di tutti quanti gli altri soprattutto dalle polveri sottili. «Il governo non vuole dare quattrini al gruppo siderurgico», avverte Corrado Clini, di cui il segretario di Rifondazione comunista Paolo Ferrero chiede le di-

missioni. Ma il titolare dell’Ambiente replica indispettito: «È sconcertante il modo disinvolto con cui alcuni esponenti politici continuano ad accusare il ministero di regalare denaro a Ilva». Per ora, comunque, Ilva rimane con le tasche cucite. Sal-

tano fuori proposte per monitorare le emissioni lungo tutto il perimetro della fabbrica, coprire i parchi minerali, combattere il benzoapirene. Però i portavoce del “padrone delle ferriere” non si sbilanciano più di tanto. Il governatore Nichi Vendola per metà nervoso,

per metà accomodante, tira le somme: «Una risposta positiva entro brevissimo tempo da parte dell’Ilva costituirebbe la premessa perché cominci a ricostruire il rapporto tra l’impresa e la sensibilità comune dei tarantini». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Il presidente dei Verdi Angelo Bonelli : “In 17 anni ci sono stati gravi danni e tra gli operai sono aumentati i tumori del 107%”

“Quella fabbrica dev’essere chiusa e il ministro torni a occuparsi di ambiente” CORRADO ZUNINO ROMA — Angelo Bonelli, leader dei Verdi, candidato sindaco (sconfitto) alle ultime amministrative di Taranto. Il ministro Clini ha detto a Repubblica che il disastro ambientale della città è colpa dell’industria pubblica, l’Italsider anni Sessanta-Novanta. «La tesi Italsider mi indigna. Dal 1995, quando l’imprenditore Riva rilevò l’industria pubblica, sono passati 17 anni. Diciassette. Scaricare i problemi sul passato è una strategia politica che si scontra con le perizie della procura. Ascolti. Perizia chimica, rilevazioni giugno 2011gennaio 2012: “In questo arco di

tempo gravissime violazioni delle leggi sull’inquinamento”. Perizia epidemiologica, rilevamenti 1998-2010: “In 12 anni per i lavoratori dell’Ilva c’è stato un aumento del 107% dei tumori allo stomaco”. Siamo in piena era Riva». Il ministro avrà letto le perizie. «Il problema è che Clini, uomo favorevole agli Ogm e al nucleare, è il ministro dell’Ambiente ma fa il ministro dell’Industria. Passera non parla, è egregiamente rappresentato. Il silenzio dei ministri della Sanità e dell’Agricoltura è sconcertante: 1.700 capi abbattuti, 1.000 agricoltori esodati dalla diossina. Questo governo ha sposato

Angelo Bonelli (Verdi) la tesi Ilva ed è pronto a raddoppiare sulla stessa costa gli insediamenti Cementir ed Eni». Il ministro dell’Ambiente ha escluso di essere lui il “Corrado uomo nostro” che si ascolta nelle intercettazioni sui dirigenti Ilva. Ha detto anche che con Riva non ha mai avuto rap-

porti. «Corrado Clini dal 1991 e per vent’anni è stato direttore generale del ministero dell’Ambiente, il tecnico che si relaziona con il ministro. Mi pare fantascienza ascoltare che non si è mai occupato dell’Ilva. Nell’agosto 2010, da direttore del ministro Prestigiacomo, non conosceva forse il decreto 155, il “salva Ilva”? Ha aumentato di due volte e mezzo i limiti del benzoapirene». Ora arrivano 336 milioni per migliorare la produzione. «Soldi dei contribuenti a un’azienda che negli ultimi tre anni ha fatto due miliardi e mezzo di utili e neppure un euro di risarcimento per i lavoratori. Vivaddio, ora partirà un proces-

so». Solo il ministro colpevole, allora? «Il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, ha fatto la sua parte. Gli riconosco due buone leggi su diossina e impatto sanitario, ma Taranto ha un registro tumori fermo al 2006». L’Ilva va chiusa o risanata? «L’area a caldo va chiusa: produce il 98% del benzopirene. Bilbao e Pittsburgh hanno fermato l’acciaio vent’anni fa e oggi sono prosperose. A Taranto si può puntare sui semilavorati a freddo e spianare i giacimenti minerali, le loro polveri fanno sanguinare il naso dei bambini del rione Tamburi». © RIPRODUZIONE RISERVATA


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ATTUALITÀ

“Tutto ok, siamo su Marte” L’entusiasmo dell’America per l’impresa di Curiosity Obama: abbiamo fatto la storia. Festa alla Nasa. Dirette tv nelle piazze ALBERTO FLORES D’ARCAIS NEW YORK — «Atterraggio confermato, siamo su Marte». Sono le 22.32 (ora della California) di domenica, quando nella sala-comando della Nasa di Pasadena scoppia l’applauso. Decine di scienziati, tutti in camicia azzurra, alzano i pugni al cielo, si abbracciano, scaricano la tensione con urla liberatorie. Il roverCuriosity ha raggiunto il Pianeta Rosso. Hanno lavorato dieci anni per vivere questo momento, dieci anni di impegno e “sette minuti di terrore”. Quegli ultimi 420 secondi di delicatissime manovre, per far

“Se qualcuno aveva dei dubbi sulla leadership Usa nello spazio ora dovrà ricredersi” adagiare dolcemente sul suolo di Marte (570 milioni di chilometri dalla Terra), a 4 chilometri l’ora, una macchina da una tonnellata che arrivava alla velocità di 20mila chilometri orari. La celebrazione da parte degli scienziati diventa così chiassosa che il direttore del centro spaziale, Charles Elachi, è costretto a chiedere un po’ di calma per improvvisare una mini-conferenza stampa. «Siamo un po’ come la squadra che è andata alle Olimpiadi e siamo tornati avendo vinto l’oro». Il Twitter feed di Curiosity annuncia: «Sono al sicuro sulla superficie di Marte. Cratere di Gale sono dentro di te!», e parte un altro applauso. Passano pochi minuti e dal Pianeta Rosso arrivano le prime due immagini in bianco e nero, le ruote del rover e l’orizzonte. «Sembra, almeno ai miei occhi, che siamo atterrati in un posto bello e pianeggiante, tutto è andato nel migliore dei modi», spiega con voce incrinata dall’emozione Adam Steltzner, l’ingegnere che ha guidato

l’impeccabile discesa del rover dal Jet Propulsion Laboratory. Arriva la telefonata di Obama e le sue parole non nascondono l’orgoglio. «Stasera su Marte gli Stati Uniti hanno fatto la storia, è un successo tecnologico senza precedenti, una missione mai compiuta nei decenni di esplorazione spaziale, una fonte di orgoglio per tutti gli americani e per il futuro». A seguire, l’ironia dello science advisor della Casa Bianca, John Holdren: «Se qualcuno aveva dei dubbi sullo status della leadership Usa nello spazio, bene, in questo momento c’è una tonnellata grande come un’automobile

Marte

6.780 km diametro (metà della Terra e doppio della Luna)

Gravità un terzo rispetto alla Terra 24 ore e 40 minuti durata di un giorno 687 giorni durata di un anno Atmosfera 95% anidride carbonica, 0,1% di ossigeno

di ingegno americana seduta sulla superficie del Pianeta Rosso». L’America ha atteso l’evento come fosse una finale mondiale, diretta tv, cene familiari e di amici organizzate a casa o nei bar, grandi schermi in molte piazze, a New York Times Square piena di gente nonostante l’orario (1 e 32 del mattino). E non è rimasta delusa. Perché è una missione ambiziosa quella di Marte, impresa che è già costata due miliardi e mezzo di dollari e che vorrebbe avere come tappa finale — ma questa è ancora utopia — l’arrivo dell’uomo sul Pianeta Rosso entro il 2030. Ci si arrivi o no, quello

Il cratere Gale

vita quasi eterna), uscendo dal cratere, scavalcando montagne sconosciute, alla ricerca di una qualche forma di vita. I precedenti viaggi su Marte hanno permesso di scoprire ghiaccio nel cosiddetto polo nord del Pianeta Rosso a prova del fatto che in tempi remoti ci fosse dell’acqua. Ma lo scopo principale della missione è soprattutto quello di trovare (se possibile) gli ingredienti essenziali della vita: carbone, nitrogeno, fosforo, ossigeno. Per avere una risposta (quasi) definitiva a secoli di leggende e a decenni di letteratura e cinema. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Le missioni del passato Posizione vicino all’equatore

Phoenix

È uno dei punti più bassi di Marte qui dovrebbe essersi raccolta l’acqua

Viking 2

5 mila metri l’altezza della montagna centrale

Atmosfera terrestre 21% ossigeno, 0,03% anidride carbonica

Interesse Si ritiene che un tempo ospitasse un lago

Distanza minima dalla Terra 56 milioni di km

Viking 1 Equatore

Pathfinder

Curiosity

Opportunity

Spirit

Diametro 155 km

Distanza massima dalla Terra 400 milioni di km Temperatura meno 128 / più 27 gradi

Sezione di Marte

che è accaduto rilancia le ambizioni di una Nasa a corto di soldi e che ora intende sfruttare il successo e la rinnovata passione spaziale di un intero popolo per chiedere al Congresso (nonostante la crisi economica) nuovi finanziamenti. Di questo si parlerà più avanti. A Pasadena saranno adesso impegnati 24 ore su 24 per seguire le evoluzioni del Curiosity su Marte, elaborare dati e studiare fotografie e video che le 17 telecamere del rover invieranno al centro spaziale. Questa volta a colori. Andrà avanti per i prossimi due anni (anche se la batteria al plutonio gli permetterebbe una

14 quelle

40 missioni Il robot Curiosity

Nucleo di ferro e composti di ferro Atmosfera Corteccia

che hanno avuto successo

tentate

Camera

1960 La sonda russa Marsnik non raggiunge l’orbita terrestre

1971

Manto roccioso

La prima sonda russa si poggia su Marte, ma smette di funzionare dopo 20 secondi

Alimentazione batteria al plutonio

10

gli strumenti scientifici a bordo

2 miliardi

di euro il costo della missione

23 mesi il periodo di lavoro di Curiosity su Marte

900 kg - il peso

70 cm gli ostacoli che può superare 200 metri

lo spostamento giornaliero

2,1 metri la lunghezza del braccio

2,8 m

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ezza

6 ruote

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3

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Pathfinder (1997)


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MARTEDÌ 7 AGOSTO 2012

PER SAPERNE DI PIÙ www.nasa.gov http://exploration.esa.int

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MA ORA TOCCA A NOI EUROPEI GIOVANNI BIGNAMI (segue dalla prima pagina) ONGRATULAZIONI e grande ammirazione da tutti quelli che amano lo spazio e Marte. Stavolta la Nasa ha mandato un oggetto da una tonnellata, grande come una Land Rover e capace di far cose egregie. Quel pezzo di ferro, il 40esimo che la razza umana spedisce verso Marte, uno dei pochi riusciti ad atterrare con successo (dopo il primo atterraggio russo nel lontano 1971), e che porta a una decina di tonnellate la ferraglia terrestre presente su Marte, è adesso diventato, di colpo, l’orgoglio USA. Si capisce che ne parli con orgoglio Charles Eilachi, da molti anni direttore del glorioso laboratorio JPL: la sua squadra ci lavora da un decennio. Ho appena sentito Charlie in televisione: giustamente emozionato, il suo accento libanese era più forte che mai. Sì, perché il direttore del più grande laboratorio spaziale del mondo è un immigrato, nato in Libano ed arrivato in USA già adulto, negli anni Settanta. Una bella carriera, la sua, ma anche un insegnamento a tutti (noi compresi) su come possa crescere una nazione se accoglie bene i suoi immigrati. Perché Charlie è così orgoglioso di Curiosity? Beh, è il più bello di tutti, una svolta nella esplorazione marziana. Potrà dirci bene come è fatto, e se sia adatto allo sviluppo della vita, il terreno dove è atterrato. Non sarà capace, forse, di darci prove di esistenza di vita passata o presente su Marte, ma può metterci sulla buona strada. Potrebbe, per esempio, sniffare un po’ di metano nella rarefatta atmosfera marziana. La possibile presenza di metano diffuso, suggerita tempo fa da scienziati italiani, sarebbe la prova, indiretta, di vita su Marte, se legata ad attività batterica. Soprattutto, se Curiosity funzionerà bene, sarà un successo tecnologico del quale la amministrazione USA ha un disperato bisogno. Obama stesso ha usato toni trionfali per Curiosity, un po’ al di là del normale, forse, prima di vederne i risultati. Perché? Obama sa che la Nasa si era infilata in un tunnel col programma Shuttle-Stazione Spaziale e ne stava uscendo malissimo. Oggi, per esempio, tutti vedono che gli astronauti americani, per andare sulla Stazione, devono pagare un salato biglietto ai russi. Obama, che vuole una rielezione, sa che il taxpayer si fa sognare con cose nuove nello spazio. Forse Curiosity non è così drammaticamente nuovo, ma certo è un segnale. Primo: la Nasa abbandona la Luna, la bufala che Bush aveva cercato di vendere al mondo. Secondo: il nucleare entra in modo esplicito nello spazio: Curiosity è alimentato da un generatore al plutonio. È la prima volta che succede per una sonda USA su Marte, ed è stato molto sottolineato, come a dire: senza il nucleare nello spazio si fa poco. Terzo, non detto ma lasciato capire: noi puntiamo lontano, al ritorno dell’uomo nello spazio profondo, al di là della Luna (che lasciamo ai cinesi, grazie, abbiamo già dato), prima su di un asteroide e poi su Marte. Forse, dopo Curiosity, dovremo anche abbandonare l’esplorazione robotica planetaria, ma intanto abituiamo il pubblico al nucleare nello spazio, l’unico modo di mandare l’uomo davvero lontano. Se è così, adesso tocca a noi europei: abbiamo in costruzione, a Torino, la sonda Exomars, lei sì capace di trovare la vita su Marte. Una occasione per sfruttare i dati di Curiosity: l’esplorazione vera di Marte è appena cominciata e l’Europa potrebbe arrivare al momento giusto. L’autore è presidente dell’Istituto Nazionale di Astrofisica

C

DA PASADENA A NEW YORK Scienziati e tecnici Nasa esultano nel laboratorio di Pasadena; a lato, la folla in Times Square a New York

Il viaggio durerà almeno due anni. Temperatura, vento, radiazioni: tutto verrà registrato e trasmesso

Il caso

La missione del rover in cerca di vita fotografie, video e raccolta di campioni Inizia l’esplorazione del cratere scelto “perché è come un libro di storia” ELENA DUSI ROMA — «Le ruote di Curiosity aprono la strada ai passi dell’uomo su Marte». Il direttore della Nasa, Charles Bolden, saluta così il successo di oggi: guardando alle sue implicazioni di domani. Il laboratorio da una tonnellata, con 6 ruote e 17 strumenti scientifici a bordo, da oggi percorrerà il suolo del Pianeta Rosso con due obiettivi principali: verificare le condizioni per un’eventuale permanenza dell’uomo e scandagliare la superficie del pianeta alla ricerca degli ingredienti fondamentali per la vita. Temperatura, vento, radiazioni: tutto verrà registrato da Curio-

Leprossime missioni

sity e trasmesso a Terra dalla sua antenna. Gli scienziati della Nasa potranno così valutare se la promessa lanciata dal presidente Obama nel 2010 («Porteremo l’uomo in orbita intorno a Marte a metà degli anni ‘30») potrà essere mantenuta. Ma quello che Curiosity si appresta a compiere, arrampicandosi dal cratere Gale lungo le pendici del monte Sharp, alto 5mila metri, percorrendo fino a 200 metri in un giorno, è più un viaggio nel tempo che non nello spazio. Non sempre infatti Marte è stato il pianeta gelido e arido di oggi. Un tempo le sue rocce erano con tutta probabilità bagnate dall’acqua. E per capire se la sua presen-

za fosse anche associata a quella di molecole fondamentali per la vita (soprattutto composti del carbonio) è nel cratere Gale che, secondo gli scienziati della Nasa, bisogna andare a esplorare. Questo bacino di 155 chilometri di diametro, al centro del quale sorge il monte Sharp, è stato infatti scavato da un gigantesco meteorite tra 3,5 e 4 miliardi di anni fa. Esattamente quando, sulla Terra, si sviluppavano i primi organismi viventi. «Lo abbiamo scelto — spiega John Grant, astrogeologo della Nasa e della Smithsonian Institution — perché è formato da strati sovrapposti. I sedimenti sul fondo contengono argilla. Salendo si incontrano solfati e più

2013

“L’argilla potrebbe fornirci indicazioni sul passato in cui il pianeta era ricco d’acqua”

LA SFIDA DELL’INDIA

Ieri l’India ha annunciato l’invio. il prossimo anno, di una sonda in orbita intorno a Marte

Lanciati i due robot della Nasa Rover e Opportunity. Sono 5 volte più piccoli di Curiosity

I suoi compiti Scavare campioni di roccia

r.trinchieri@repubblica.it

2003

2018 IL ROVER EUROPEO

Un robot ancora più avanzato di Curiosity verrà lanciato tra 6 anni dall’Agenzia spaziale europea

Analizzarne la composizione chimica

2020

Trovare le tracce di acqua esistita in passato

La missione è solo ipotetica, ma la Nasa progetta una navicella capace di tornare a Terra con campioni di roccia

Scoprire eventuali ingredienti adatti alla vita

ANDATA E RITORNO

2030 ASTRONAUTI IN ORBITA

Proporzione a confronto

Opportunity (2007-2010)

Curiosity

Obama ha promesso l’invio di astronauti, in orbita intorno a Marte, più o meno nel 2030

in alto ancora la composizione delle rocce diventa simile a quella odierna. L’argilla potrebbe fornirci informazioni su un passato in cui Marte era ricco d’acqua, mentre i solfati sarebbero legati a un periodo di transizione in cui il pianeta si è progressivamente asciugato». Il viaggio di Curiosity attraverso il cratere Gale e lungo la storia del pianeta non inizierà immediatamente. Se l’immagine del paracadute aperto e le prime foto scattate dal robot sul suolo marziano sono bastate a mandare in visibilio la sala di controllo Nasa, è ancora presto per essere certi che l’atterraggio sia avvenuto senza danni. Le prossime 3-4 set-

La tecnologia

Un pezzo d’Italia a bordo è il microchip per il meteo UNA delle componenti di Curiosity è stata realizzata in Italia dall’azienda Sitael. Si tratta di un microchip della stazione meteo del robot. Registrerà vento, umidità e temperatura, resistendo alle radiazioni e al freddo estremo di Marte. Ieri il ministro degli esteri Giulio Terzi ha inviato una lettera di congratulazioni al segretario di stato Usa Hillary Clinton. Un altro microchip a bordo di Curiosity contiene la scansione dell’Autoritratto e del Codice del volo di Leonardo.

TERRA ROSSA Un’immagine del suolo marziano ripresa da una delle macchine fotografiche sistemate sul lato sinistro del veicolo lanciato dalla Nasa e che resterà due anni su Marte

timane saranno spese nel controllo minuzioso degli apparecchi a bordo. All’inizio di settembre il robot muoverà i primi passi e solo nelle settimane successive inizierà ad analizzare la composizione chimica delle rocce. Microscopio, raggio laser, telecamera e un vero e proprio laboratorio racchiuso nella pancia permetteranno a Curiosity di capire di quale pasta è fatto il Pianeta Rosso. L’antenna con cui il robot resterà in contatto con la Terra invierà tutti i dati alla sala di controllo di Pasadena. Il viaggio del più avanzato laboratorio scientifico mai spedito su un altro pianeta durerà ufficialmente un anno marziano, pari a due anni terrestri. Ma le batterie al plutonio sono in grado di produrre elettricità anche per 14 anni. Ed è questo il motivo per cui alla Nasa questa volta hanno deciso di far procedere la missione con calma. Tutti i robot arrivati su Marte in passato erano alimentati a energia solare. Bisognava bruciare le tappe prima che la sabbia oscurasse i pannelli e ne riducesse l’efficienza. Curiosity e il suo motore nucleare sono invece il segno di una mentalità nuova. Questa volta, su Marte, l’uomo è arrivato per restare a lungo. © RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA




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ECONOMIA

MARTEDÌ 7 AGOSTO 2012

FINANZA&MERCATI

■ 22 Ieri FTSE MIB ....................14342,03 FTSE IT ALL.................15290,16 FTSE IT STAR ..............10270,33 FTSE IT MID ................15182,75 COMIT .............................779,93 FUTURE.................................

(+1,54%) (+1,40%) (+0,22%) (+0,69%) (+2,66%) (%)

I migliori

Principali titoli del Mercato azionario

FTSE MIB Var.% Mediaset ..............................................10,61 Diasorin..................................................4,46 A2A ........................................................4,11 Azimut....................................................4,05 Fiat.........................................................3,98

Titolo A2A.............................................0,332 Ansaldo Sts .................................6,365 Atlantia .....................................11,010 Autogrill ......................................6,610 Azimut ........................................7,845 Banca Generali ............................9,590 Banco Popolare ...........................0,960 Bca Pop.Milano ...........................0,369 Buzzi Unicem ..............................8,250 Campari ......................................5,690 Diasorin ....................................25,280 Enel ............................................2,378 Enel Green Pw .............................1,233

I peggiori Buzzi Unicem ........................................-2,77 Mediolanum ..........................................-1,53 Unicredit ...............................................-1,29 RCS Mediagroup .....................................0,02 Monte Paschi Si. .....................................0,06

Pr. Rif € 4,11 0,55 1,29 1,85 4,05 2,24 0,84 2,87 -2,77 0,26 4,46 2,59 1,40

Eni ............................................17,700 Exor ..........................................18,560 Ferragamo ................................16,760 Fiat .............................................4,178 Fiat Industr..................................8,155 Finmeccanica..............................3,142 Generali ....................................10,600 Impregilo.....................................3,126 Intesa Sanpaolo...........................1,096 Lottomatica...............................16,240 Luxottica...................................29,150 Mediaset.....................................1,397 Mediobanca ................................2,800 Mediolanum................................2,954 Monte Paschi Si...........................0,179

0,34 0,81 3,78 3,98 3,03 3,97 1,44 0,90 3,79 0,43 0,52 10,61 2,49 -1,53 0,06

Parmalat .....................................1,714 Pirelli & C.....................................8,730 Pop.Emilia Romagna ...................3,672 Prysmian ..................................13,830 RCS Mediagroup .........................0,455 Saipem .....................................38,730 Snam ..........................................3,326 STMicroelectr..............................4,652 Telecom IT ..................................0,695 Tenaris .....................................16,270 Terna ..........................................2,786 Tod’s ........................................76,450 UBI Banca ...................................2,376 Unicredit .....................................2,754

1,00 1,81 0,55 2,44 0,02 1,68 0,12 1,57 3,81 1,43 1,02 0,33 1,80 -1,29

Benzina, riparte la corsa dei prezzi Code ai self, “servito” più caro: un pieno sfiora i 100 euro LUISA GRION ROMA — Torna l’incubo del pieno: fine settimana a parte, proprio nei giorni in cui l’Italia che «ancora può» si mette in macchina per andare in vacanza, il prezzo della benzina riprende la sua corsa. Spinto dall’aumento delle quotazioni internazionali il litro di verde servito al distributore ieri - secondo i monitoraggi della Staffetta quotidiana - ha raggiunto la media di 1,859 euro e il diesel si è fermato a 1,765. Listini, dunque, in decisa salita. La tendenza a far ripartire i prezzi si era già intuita sabato scorso, quando Shell aveva messo a segno - sia sulla benzina che sul diesel - un ritocco di un centesimo al litro. Dopo la tregua del fine settimana (necessaria per evitare lo scontro diretto con le campagne promozionali di alcune compagnie) è stata la volta di Ip, che ha aumentato i prezzi di due centesimi. Ora dunque, sempre nel

sbef e Federconsumatori, di aumenti «del tutto ingiustificati», che fanno impennare il prezzo della verde e fanno sì che il pieno per una macchina di media cilindrata ritorni a 95 euro. Incrementi che «vanno a vanificare le promozioni e gli sconti praticati da varie compagnie nel fine settimana: buone pratiche che dimostrano come, volendo, i prezzi si possano ridurre». La soluzione, suggeriscono, è quella «rendere permanenti gli sconti del week-end e potendo, visto il successo della domanda, aumentare le quantità di carburante così distribuite». Di fatto, secondo le stime degli esperti, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso la benzina costa 30 centesimi al litro in più. Di questi 20 vanno iscritti alla maggiore tassazione, altri 2-3 al differenziale sull’euro: gli otto centesimi che restano rappresentano un maggior margine di guadagno sul quale si potrebbe intervenire. © RIPRODUZIONE RISERVATA

FOTO: FOTOGRAMMA

Nel week-end l’Eni ha venduto 100 milioni di litri di carburanti con lo sconto servito, il marchio sale a 1,888 euro al litro ed è il più alto tra quelli consigliati sulla rete italiana. In rialzo anche il diesel, che sempre da Ip arriva a 1,780 euro. La soglia di 1,9 euro è ad un passo e il record di 1,918 non sembra più così lontano, anzi, secondo le associazioni dei consumatori, tale quota-simbolo in alcuni distributori del Sud è già stata superata. Vista la tendenza in corso è facile immaginare che, chi ha potuto, abbia approfittato del fine settimana e delle promozioni per fare il pieno risparmiando una decina di euro. Le code ai distributori lo hanno dimostrato: Eni, nel suo ottavo week-end di sconti (1,55 per il diesel; 1,65 per la benzina in modalità ipersef) ha venduto la cifra record di 100 milioni di litri. La campagna continuerà fino al primo fine settimana di settembre e si presume che i volumi distribuiti non conosceranno riduzioni nel prossimo weekend, quello che introduce al Ferragosto. Codacons ha infatti stimato che per gli automobilisti che si preparano alla vacanza - mettendo in conto l’aumento dei carburanti (e considerando la necessità di cinque pieni), dei pedaggi autostradali e dell'Rc auto - è in arrivo una stangata da 222 euro. Si tratta, secondo Adu-

L’operazione

Ultimatum dell’Enac. La compagnia siciliana non avrebbe risorse per andare avanti. Ripercussioni per i viaggiatori

WindJet, accordo con Alitalia o aerei a terra BARBARA ARDÙ ROMA — O si arriva all’accordo o si fermano gli aerei. Vito Riggio, presidente dell’Enac sollecita l’Alitalia a stringere con WindJet, la low cost siciliana a un passo dal fallimento, che nell’ultima settimana colleziona ore di ritardo e aerei che non decollano. Un incubo per i passeggeri, che negli ultimi mesi ave-

vano acquistato il biglietto forti della decisione di Alitalia, presa in aprile, di acquistare la compagnia siciliana vicina al fallimento. Uno scambio deciso però al prezzo di una forte riduzione del personale. A quel punto la palla è passata all’Antitrust, che ai primi di luglio ha dato il via libera all’acquisto, ma a precise condizioni per eliminare gli effetti anticoncorrenziali che si

sarebbero creati su alcune rotte (Fiumicino-Catania, PalermoLinate, Catania-Linate). Vincoli che ad Alitalia sono sembrati un po’ pesanti, tanto da far temere a un ripensamento del gruppo guidato da Andrea Ragnetti. Fonti di Alitalia ieri, dopo il silenzio degli ultimi giorni, di fronte all’ultimatum di Riggio, ha confermato l’interesse per WindJet, ma secondo la compa-

gnia gli obblighi imposti dall’Antitrust rispetto all’accordo di aprile, peserebbero troppo sul bilancio dell’azienda, ben più dei 2 milioni, la cifra circolata in questi giorni. Il timore che circola e che mette il allarme anche i sindacati, è che Alitalia sia tentata di rinunciare all’acquisizione. WindJet finirebbe così in fallimento e i suoi 500 dipendenti

Andrea Ragnetti

Se salta la trattativa la compagnia rischia il fallimento A rischio 800 posti di lavoro

per strada. Timore che ieri fonti della compagnia hanno smentito, spiegando che le trattative sono in corso, vanno avanti a ritmo serrato e l’obiettivo è chiudere al più presto, nonostante la decisione dell’Antitrust sia stata molto penalizzante e nonostante WindJet in alcune situazioni non solo sia stata inadempiente. La chiusura arriverà, dicono fonti vicine all’operazione, se Alitalia troverà soddisfacente la documentazione chiesta a WindJet con garanzie rispetto ai debiti che il vettore avrebbe maturato negli ultimi mesi, puntando sulla fusione con Alitalia. La deadline è fissata per mercoledì. O ci sarà la «comunicazione ufficiale di un accordo fra Alitalia e WindJet, o fermiamo gli aerei», ha detto Reggio, perché «la low-cost non ha risorse economiche sufficienti per garantire l’attività» futura e perché «non possono essere i passeggeri a pagare il prezzo di tutta questa vicenda». Ieri mattina è stato cancellato un volo Roma-Palermo e quattro voli, tre per Catania e uno per Palermo, hanno subito ritardi tra una e tre ore. Stessa sorte per il Venezia-Catania. Un caos nella totale assenza di assistenza che ha costretto molti passeggeri, denuncia l’Adoc, a comprarsi, soldi alla mano, il «biglietto da un’altra compagnia». © RIPRODUZIONE RISERVATA


BORSE EUROPEE Paese/Indice 06-08 Amsterdam (Aex) ..................330,40 Bruxelles-Bel 20 .................2336,22 Francoforte (Xet Dax)...........6918,72 FTSE Eurotrack 100 ............2248,73 Londra (FTSE 100)...............5808,77 Madrid Ibex35.....................7053,60 Oslo Top 25...........................397,94 Parigi (Cac 40) ....................3401,56 Vienna (Atx) ........................2039,52 Zurigo (SMI) ........................6463,01

Var.% -0,01 +1,39 +0,77 +0,30 +0,37 +4,41 +0,37 +0,81 +1,57 +0,02

BORSE INTERNAZIONALI

EURIBOR

Paese/Indice 06-08 DJ Stoxx Euro........................238,72 Hong Kong HS...................19998,72 Johannesburg ..................35135,23 New York (S&P 500) ............1394,25 New York (DJ Ind.).............13118,19 Nasdaq Comp. ....................2989,91 Singapore ST ......................3071,82 Sydney (All Ords).................4292,92 Tokio (Nikkei)......................8726,29

SCADENZA 1 mese

Var.% +1,14 +1,69 -0,22 +0,23 +0,17 +0,74 +0,67 +1,18 +2,00

ORO E MONETE AUREE TASSO 360 0,1390

TASSO 365 0,1409

CORONA DK...............................7,4422 CORONA N.................................7,3945 CORONA S.................................8,3401 DOLLARO AUS ...........................1,1727 DOLLARO CDN...........................1,2385 DOLLARO USA ...........................1,2379 FRANCO CH ...............................1,2013 STERLINA UK.............................0,7950 YEN J ......................................96,9900

+0,009 +0,332 +0,729 +0,670 +0,839 +1,094 +0,008 +0,959 +1,189

VALUTE

06 AGOSTO Oro Milano (Euro/gr.) Oro Londra (usd/oncia) Argento Milano (Euro/kg.) Platino Milano (Euro/gr.) Palladio Milano (Euro/gr.) 06 AGOSTO Sterlina (v.c) Sterlina (n.c) Sterlina (post.74) Krugerrand Marengo Italiano

MATTINO

SERA

1.606,75 -

1.610,00 -

DENARO

LETTERA

301,09 304,21 304,21 1.208,31 229,12

330,95 339,83 339,83 1.317,03 253,37

llaa RReeppuubbbblliiccaa MARTEDÌ 7 AGOSTO 2012

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Benetton riorganizza il gruppo “fusione” tra aeroporti e autostrade Addio a Sintonia, meno peso per Goldman Sachs SARA BENNEWITZ

12 mld

MILANO — Un matrimonio di interesse tra aeroporti e autostrade, che punta a rendere felici i soci ai piani bassi di Gemina e Atlantia e quelli ai piani alti di Sintonia. Questa la sintesi dell’operazione, a cui stanno lavorando alcune banche tra cui in primis Intesa Sanpaolo, e che è condizionata da una parte al contratto di programma e dall’altra al fatto che la famiglia Benetton resti azionista con il 30,1% del gruppo che nascerebbe dalla fusione tra le due aziende quotate. L’unione tra Gemina e Atlantia ha sia una valenza industriale che una convenienza di natura finanziaria. Il traffico negli aero-

GLI INVESTIMENTI

La famiglia imita i gruppi rivali, con sinergie su debito e industria. Ma solo se resta oltre il 30%

Gemina investirà 12 miliardi per potenziare gli aeroporti di Fiumicino e Ciampino. E la fusione ridurrà i costi del debito

Gilberto Benetton (a destra) con Gianni Mion

Prada, ricavi semestrali su del 36% grazie ai monomarca MILANO — Prada in un semestre supera il fatturato registrato tre anni fa in 12 mesi. Tra febbraio e giugno il gruppo guidato da Patrizio Bertelli ha registrato 1,54 miliardi di euro di vendite, più degli 1,51 miliardi incassati nell’esercizio fiscale 2009 e terminato a febbraio 2010. Un balzo del 35,6% delle vendite ha portato il gruppo del made in Italy a un giro d’affari in linea con la griffe per eccellenza, la francese Hermès che tra gennaio e giugno 2012 ha registrato 1,59 miliardi di vendite. La forte crescita dei ricavi

Prada sarà inoltre accompagnata da un progresso anche superiore in termine di redditività, perché l’80% del fatturato semestrale è stato realizzato nei negozi a gestione diretta (+47,2% rispetto al 2011) mentre meno di un quinto delle vendite deriva dai punti vendita di terzi (+4,8%). A fine luglio Prada aveva 414 negozi a gestione diretta, un centinaio in più rispetto all’estate scorsa, quando si era quotato alla Borsa di Hong Kong. Da allora le azioni Prada hanno guadagnato il 36%. Tuttavia la ma-

tricola della moda che vanta la migliore performance dalla quotazione è Yoox (+146% dal dicembre 2009). Il gruppo guidato da Federico Marchetti venerdì ha siglato un importante accordo col colosso francese Ppr per distribuire online alcune griffe tra cui Bottega Veneta e Ysl. E ha annunciato risultati a due velocità: nel primo semestre i ricavi di Yoox sono saliti del 31,7% a 172,9 milioni, mentre l’utile è sceso del 24% a 2,2 milioni, a causa degli investimenti fatti per supportare la crescita.

AVVISO Si comunica che il Consiglio di Amministrazione di Arca Impresa Gestioni SGR S.p.A. ha deliberato, nella riunione del 1 agosto 2012, di effettuare, ai sensi dell’articolo 13, comma 4 del Regolamento di gestione, un rimborso parziale pro quota a titolo di capitale di Euro 11.000.000,00 (undici milioni) pari ad Euro 5.500,00 (cinquemila cinquecento) per ciascuna delle 2.000 quote. Il rimborso dell’importo di competenza sarà effettuato dalla Banca Depositaria Istituto Centrale Banche Popolari Italiane, Corso Sempione, 55 - 20145 Milano con le seguenti modalità:

2)

Patrizio Bertelli

be favorevole a un’operazione di questo tipo. Una volta fuse Atlantia e Gemina, la banca d’affari Usa potrebbe inoltre chiedere la scissione di Sintonia e farsi conferire la sua quota parte di azioni del nuovo gruppo. Un’operazione che ricorda quanto fatto dalla stessa Sintonia con Telco nel 2009, quando i Benetton se ne andarono dalla holding non quotata prendendosi la loro quota di debiti e di azioni Telecom Italia. In quest’ottica, la famiglia veneta avrebbe precisato di non voler scendere sotto il 30% del gruppo che nascerebbe dalla fusione tra Atlantia Gemina: così facendo, nel caso in cui qualcuno dei vecchi soci di Sintonia volesse cedere parte delle azioni, i Benetton potrebbero voler arrotondare la partecipazione senza dover lanciare un’Opa. In quest’ottica va letto il recente rafforzamento del gruppo veneto sia in Atlantia che in Gemina. Banca Intesa avrebbe già elaborato uno studio in proposito recapitandolo a Ponzano Veneto, ma dallo scorso venerdì i vertici della Benetton che fanno parte del consiglio di Edizione sarebbero partiti per le ferie, rimandando ogni analisi e tutte le decisioni in merito dopo il via libera all’accordo di programma su Adr. © RIPRODUZIONE RISERVATA

ai Partecipanti al Fondo Mobiliare di tipo Chiuso “ARCA IMPRESA DUEMILA”

1)

tia potrebbero diversificare su un segmento diverso e sinergico quanto a flussi di cassa e esportare il modello di business di Adr all’estero, come Castellucci ha fatto con le autostrade in Cile, Brasile e in altri Paesi d’Europa. In questo modo verrebbe creato più valore per tutti i soci di Sintonia, che in prospettiva potrebbero svincolarsi più facilmente dalla holding non quotata. Tra questi Goldman Sachs, che da tempo ha svalutato la quota nella holding delle infrastrutture, sareb-

Il bilancio

ColombiC&E

porti cresce di più di quello autostradale, ma il gruppo guidato da Giovanni Castellucci ha le spalle dieci volte più grosse rispetto a quello guidato da Lorenzo Lo Presti. Atlantia potrebbe finanziare più facilmente (e a minor costo) il rifacimento di Fiumicino e Ciampino (12 miliardi di investimenti stimati), ma anche l’acquisizione di nuovi scali in giro per il mondo. Del resto gli altri grandi colossi europei delle infrastrutture come la francese Vinci, la tedesca Hochtief e la spagnola Acs, già si sono mossi in

questa direzione passando dai pedaggi agli scali aeroportuali. Inoltre fino al settembre 2011 Lo Presti era uno dei manager più fidati di Castellucci, per cui tornare a lavorare insieme non rappresenterebbe un problema. L’operazione farebbe felici i soci del patto di Gemina, che da anni sono bloccati in un investimento che non ha dato i frutti sperati e che invece confluendo in una realtà più grande avrebbero maggiori prospettive e un titolo più liquido. Gli azionisti di Atlan-

ai partecipanti che hanno mantenuto le quote nel certificato cumulativo presso la Banca Depositaria verrà effettuato il rimborso direttamente dalla banca stessa con valuta 18 settembre 2012, per il tramite dei soggetti collocatori o degli intermediari autorizzati presso i quali hanno il relativo conto deposito titoli, ai detentori dei certificati rappresentativi delle quote si richiede l’invio dei medesimi alla Banca Depositaria che provvederà al rimborso secondo le indicazioni che le saranno impartite dagli interessati ed annoterà il relativo importo sui certificati. Le spese di invio dei certificati restano a carico dei partecipanti.

Per informazioni si prega di contattare la segreteria di Arca Impresa Gestioni SGR S.p.A.:02.29022.985 (telefono) | 02.29022.411 (fax) | aig@arcaimpresa.it (e-mail)

AVVISO AL PUBBLICO RELAZIONE FINANZIARIA SEMESTRALE AL 30 GIUGNO 2012 Si rende noto che la Relazione Finanziaria Semestrale al 30 giugno 2012, approvata dal Consiglio di Amministrazione di Enel Green Power S.p.A. riunitosi il 1° agosto 2012, è depositata a disposizione del pubblico unitamente alla relazione contenente il giudizio della Società di revisione - presso la sede sociale e sul sito internet aziendale di Enel Green Power S.p.A. (www.enelgreenpower.com).

Milano, 1 agosto 2012 ARCA IMPRESA GESTIONI SGR S.P.A.

Enel Green Power S.p.A. Società soggetta alla direzione e coordinamento di Enel S.p.A. Sede legale viale Regina Margherita 125 ¬00198 Roma Capitale sociale 1.000.000.000 interamente versato Registro Imprese di Roma, Partita IVA e Codice Fiscale 10236451000 R.E.A. di Roma n. 1219253


llaa RReeppuubbbblliiccaa MARTEDÌ 7 AGOSTO 2012

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ECONOMIA

PER SAPERNE DI PIU’ www.fub.it www.sviluppoeconomico.gov.it

Frequenze tv, ora lo Stato tenta gli espropri Passera a caccia di canali da destinare alla banda larga e all’asta dei ripetitori ROMA — È partita la corsa per liberare frequenze televisive, da dare alla banda larga mobile o da assegnare con la futura asta del digitale terrestre (ex beauty contest): il governo conta di riuscire a chiudere entro novembre la partita, importante per le casse dello Stato e per l’innovazione tecnologica. L’asso nella manica è una clausola contenuta nei diritti d’uso con cui il ministero allo Sviluppo economico ha appena assegnato per 20 anni un pacchetto di frequenze alle tivù nazionali e locali. La clausola infatti rende i diritti solo temporanei per le frequenze che il ministero dovrà liberare per i due scopi di cui sopra. Sarebbe la via d’uscita da un temuto impasse: politici del Pd, dell’Idv e dell’Udc hanno criticato l’assegnazione ventennale (di luglio) appunto sostenendo che avrebbe ostacolato i futuri servi-

FOTO: LA PRESSE

ALESSANDRO LONGO

zi banda larga e l’asta ex beauty contest. Il ministero prevede di risolvere lavorando in contemporanea sui due dossier. Martedì infatti è scaduto il termine entro il quale le tivù locali potevano inviare le “richieste di rilascio volontario”. Significa rinunciare alle proprie frequenze (canali 61-69 degli 800

MHz), che il governo ha già assegnato all’asta agli operatori telefonici per la banda larga mobile di nuova generazione (per 4,2 miliardi di euro). In cambio, lo Stato darà un indennizzo alle tivù locali (da un monte di 176 milioni di euro). Si sa già che le richieste di rilascio volontario sono insufficienti per soddisfare gli im-

pegni presi con gli operatori, il ministero dovrà espropriare alcune frequenze. «Tuttavia ci sono arrivate tante richieste e quindi l’esproprio sarà necessario solo per due o massimo tre delle 64 frequenze da liberare», fanno sapere dal dipartimento Comunicazioni presso il ministero (l’istruttoria sulle richieste perve-

I punti

Corrado Passera

I CANALI DEL 2009 Tre anni fa, sono stati assegnati i primi canali per il passaggio al digitale terrestre. Lo Stato tenta adesso il loro recupero

LE TV LOCALI Sono invitate a cedere frequenze in modo volontario dietro pagamento di un indennizzo economico

IL TESORETTO Questo tesoretto di frequenze andrà ai big della telefonia per fare la banda larga e all’asta (ex beauty contest)

nute è ancora in corso). Il ministero dovrà poi indire una graduatoria tra le tivù locali, in tutte le regioni italiane, per stabilire gli spostamenti necessari. «Daremo le frequenze agli operatori, di certo entro novembre e se ci riesce già a settembre». L’altro dossier è più acerbo. Il problema da affrontare sono le prime frequenze assegnate per il digitale terrestre; già nel 2009, in Lazio, Campania e Trentino Alto Adige. La sfida sarà liberarle senza dare indennizzi alle tivù perché non ci sono fondi per questo (non è pensabile attingere a quei 176 milioni dell’altro dossier, già ridotti rispetto ai 400 milioni previsti in un primo tempo dallo Stato). Il piano del ministero è liberare le frequenze dandone in cambio altre che non risultano al momento assegnate; alcune di queste sono in effetti libere, altre sono occupate da tivù locali con un diritto acquisito tramite il Tar del Lazio. «Diritto che però deca-

Alcuni spazi trasmissivi saranno “liberati” dalle reti locali. Ma è alto il rischio di cause de in virtù del nuovo piano Agcom (Autorità garante delle Comunicazioni) di maggio 2012 e quindi ci prenderemo quelle frequenze». Ma è anche possibile che le frequenze non assegnate siano insufficienti; in questo caso il ministero dovrà fare altri espropri (a fronte di un’altra graduatoria). Senza indennizzi: nel caso, le emittenti avranno solo il diritto a trasmettere i propri contenuti su frequenze altrui. È possibile che ne verranno lotte giuridiche, che possono minacciare la riuscita dell’asta, prevista per quest’anno. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Il dato

Crescono i consumi di energia elettrica ma solo per le temperature record di luglio MILANO — A prima vista potrebbe trattarsi di un dato positivo. A luglio i consumi di energia elettrica, secondo i dati forniti mensilmente da Terna, sono stati in crescita dell’1,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Ma la crescita è “drogata” dal fatto che quest’anno a luglio c’è stato un giorno lavorativo in più e una temperatura che è stata in media di un grado e mezzo più alta. Depurata da questi effetti i consumi sono stati inferiori dell’1,4%. Complessivamente, nei primi sette mesi del 2012, la domanda di energia elettrica In Italia è risultata in calo dell'1,6% rispetto ai valori del corrispondente periodo dell'anno precedente; a parità di calendario il valore è -2,2%.

Il caso

Bund falsi per finanziare investimento in Italia tracolla Suntech big del fotovoltaico cinese MILANO — Una vicenda complessa, con molti aspetti da chiarire. Ma che potrebbe avere conseguenze clamorose: il gigante cinese dei pannelli fotovoltaici Suntech, uno dei primi gruppi al mondo del settore nonché quotato a New York, potrebbe essere nazionalizzato da Pechino per evitare il crac. E il tutto per una vicenda che ha come epicentro l’Italia. In sintesi, un socio di minoranza spagnolo avrebbe fornito bund tedeschi “fasulli” (560 milioni) per finanziare un mega-investimento in Puglia. Suntech - già nel mirino di Usa e Ue per dumping sui prezzi dei pannelli - potrebbe subire class action da soci di minoranza negli Usa e deve trovare oltre 500 milioni “veri” entro marzo.


llaa RReeppuubbbblliiccaa

IMPRESE&MERCATI

MARTEDÌ 7 AGOSTO 2012

TITOLO A A.S. Roma A2A Acea Acegas-Aps Acotel Group Acque Potabili Acsm-Agam AdF-Aerop.Firenze Aedes Aeffe Aicon Aiòn Renewables Alerion Amplifon Ansaldo Sts Antichi Pell Arena Ascopiave Astaldi Atlantia Autogrill Autostrada To-Mi Autostrade Mer. Azimut B B&C Speakers Banca Generali Banca Ifis Basicnet Bastogi BB Biotech Bca Carige Bca Carige r Bca Finnat Bca Intermobiliare Bca P.Etruria e Lazio Bca P.Milano Bca P.Spoleto Bca Profilo Bco Desio-Brianza Bco Desio-Brianza rnc Bco Popolare Bco Santander Bco Sardegna rnc Bee Team Beghelli Beni Stabili Best Union Co. Bialetti Industrie Biancamano Biesse Bioera Boero Bart. Bolzoni Bon.Ferraresi Borgosesia Borgosesia rnc Brembo Brioschi Brunello Cucinelli Buone Società Buongiorno Buzzi Unicem Buzzi Unicem rnc C Cad It Cairo Comm. Caleffi Caltagirone Caltagirone Ed. Cam-Fin Campari Cape Live Carraro Cattolica As CDC Cell Therap Cembre Cementir Hold Cent. Latte Torino Ceram. Ricchetti CHL CIA Ciccolella Cir Class Editori Cobra Cofide Cogeme Set Conafi Prestito’ Cred. Artigiano Cred. Bergamasco Cred. Emiliano Cred. Valtellinese Crespi Csp

ieri

Var % inizio anno

0,416 0,332 4,354 4,194 23,200 0,469 0,510 8,695 0,065 0,520 0,122 0,810 3,400 3,090 6,365 0,094 0,002 0,910 4,862 11,010 6,610 5,260 13,940 7,845

-0,29 4,11 1,30 3,61 -0,43 1,80 5,05 6,30 -1,21 0,29 0,68 -0,70 4,96 0,55 2,41 -4,35 2,82 1,93 1,29 1,85 0,96 3,26 4,05

-22,28 -56,56 -12,39 27,32 19,59 -34,42 -20,56 -12,96 4,82 -11,64 -40,18 -20,75 -5,50 -2,55 -54,45 -62,71 -33,58 -3,82 -8,61 -14,16 -32,09 -15,72 26,50

0,328 0,297 3,671 2,513 17,132 0,447 0,437 7,665 0,051 0,474 0,739 3,263 2,808 4,739 0,086 0,002 0,786 3,619 8,916 6,193 3,707 13,175 4,273

1,256 1,182 8,591 4,572 44,325 1,466 1,183 12,370 0,228 1,463 0,269 3,664 5,886 4,532 8,405 0,600 0,029 1,719 6,255 15,324 10,956 11,380 24,442 8,283

56 1024 919 226 97 16 39 76 48 56 13 14 151 685 1022 4 4 211 475 7233 1686 462 59 1110

2,700 9,590 4,780 1,929 0,720 75,500 0,591 1,147 0,243 1,548 1,030 0,369 1,439 0,240 1,688 1,650 0,960 5,190 7,220 0,169 0,410 0,354 0,900 0,195 0,945 3,370 0,360 21,000 1,220 35,610 0,581 1,318 8,600 0,084 11,250 0,180 1,993 8,250 3,990

0,82 2,24 3,11 0,99 -2,57 -1,31 -2,47 0,75 5,88 2,87 4,28 -2,24 0,48 -1,67 0,84 3,18 -0,76 2,74 0,15 1,78 -1,47 -0,26 5,91 -0,97 -2,17 -5,69 0,70 1,32 1,08 0,90 -0,30 -2,77 -2,21

-7,09 32,37 19,56 -9,69 -25,00 47,17 -60,89 -40,88 -18,17 -43,99 -8,85 17,19 -21,79 -2,24 -43,70 -31,25 -5,09 -13,07 -3,15 -45,65 -10,26 0,91 -23,73 -26,14 -28,66 13,93 -12,30 -35,11 80,76 -33,28 25,82 -2,54 -3,02 -30,50 85,74 18,03 18,12

2,510 6,311 3,718 1,862 0,690 39,719 0,507 0,884 0,226 1,456 0,817 0,258 1,339 0,223 1,525 1,575 0,810 4,122 3,223 0,158 0,395 0,293 0,870 0,168 0,833 2,313 0,321 20,000 1,202 18,861 0,560 1,250 6,131 0,069 10,502 0,158 0,731 5,643 2,974

3,997 11,529 5,588 3,068 1,693 77,027 1,805 2,774 0,524 4,371 3,206 1,032 3,451 0,441 4,096 3,724 2,721 9,281 9,891 0,555 0,729 0,764 1,441 0,420 2,026 7,879 1,012 22,300 2,344 37,556 1,325 1,415 10,258 0,171 11,901 0,735 2,001 10,820 6,072

30 1058 254 115 13 1287 3 88 237 79 1178 42 161 197 22 1686 46 12 82 673 8 14 31 92 12 91 31 201 26 1 574 66 763 2 216 1378 162

3,674 2,590 1,373 1,117 0,835 0,300 5,690 0,052 1,637 9,600 0,662 0,388 5,995 1,364 1,470 0,150 0,058 0,250 0,264 0,862 0,170 0,325 0,402 0,048 0,510 0,743 10,100 2,890 1,072 0,026 0,802

0,05 -1,15 -0,15 -0,60 2,39 0,26 1,87 -2,09 3,52 0,34 0,29 -0,73 1,23 0,85 1,66 4,30 1,13 1,69 2,29 0,20 -3,45 1,00 1,40 1,04 -3,36 -2,55

11,06 -7,30 -12,16 -19,64 -10,22 25,00 7,36 -26,11 6,92 -33,52 -31,04 -55,63 10,61 -13,34 -16,48 -10,18 -22,84 -3,03 -12,21 -33,06 -34,65 2,26 -33,88 -4,57 -15,56 -10,54 -47,34 3,07 -39,13 -5,82 7,15

2,764 2,330 1,115 1,031 0,741 0,217 4,427 0,036 1,264 8,494 0,608 0,389 5,126 1,240 1,412 0,142 0,052 0,232 0,232 0,720 0,147 0,299 0,337 0,429 0,677 8,613 2,352 0,906 0,025 0,688

4,444 3,651 1,663 2,094 1,948 0,425 5,909 0,428 4,450 20,331 1,880 1,948 8,731 2,327 4,080 0,311 0,141 0,350 0,760 1,766 0,500 0,996 0,780 0,377 1,069 1,499 24,744 5,398 3,691 0,221 1,295

34 204 17 132 103 234 3304 3 74 519 8 100 217 14 12 11 23 47 670 18 31 286 3 24 292 618 948 402 4 27

Chiu € ieri

2011- 2012 min € max €

Cap. in mil. di €

www.finanza.repubblica.it ■ 25

IL PUNTO

Decolla Mediaset Bene Fiat e Telecom

D D’Amico Dada Damiani Danieli Danieli rnc Datalogic De’Longhi Dea Capital Delclima Diasorin Digital Bros Dmail Group E Edison Edison r EEMS EI Towers El.En. Elica Emak Enel Enel Green Pw Enervit Engineering Eni Erg Ergy Capital Esprinet Eukedos Eurotech Exor Exor priv Exor risp Exprivia F Falck Renewables Ferragamo Fiat Fiat Industr. Fidia Fiera Milano Finmeccanica FNM Fondiaria-Sai Fondiaria-Sai risp Fondiaria-Sai risp B Fullsix G Gabetti Pro.Sol. Gas Plus Gefran Gemina Gemina rnc Generali Geox Greenvision Gruppo Ed.L’Espresso H Hera I I Grandi Viaggi IGD Il Sole 24 Ore Ima Immsi Impregilo Impregilo rnc Indesit Indesit rnc Industria e Inn Intek Intek r

MILANO — Altro rialzo in Borsa, con l’indice Ftse Mib chiuso a +1,54%, tra i migliori d’Europa per i progressi sulla crisi greca. Nuova ripresa dei bancari: Intesa Sanpaolo +3,69%, Bpm +2,87%, Mediobanca +2,49%, Ubi +1,80%. Stecca Unicredit, -1,29% in reazione ai conti fiacchi. Decolla Mediaset, +10,61% dopo i tonfi recenti. Denaro su Fiat (+3,98%), Finmeccanica (+3,97%), Telecom (+3,81%), Ferragamo (+3,78%). Realizzi su Mediolanum (-1,53%) e Buzzi (-2,77%).

ieri

Var % inizio anno

0,381 2,362 0,894 18,330 9,630 6,555 9,180 1,284 0,508 25,280 1,181 2,070

-0,55 0,08 2,17 4,15 2,72 -0,53 1,32 -1,61 -1,93 4,46 0,08 -2,36

-16,08 8,35 -4,84 8,21 13,63 12,63 39,20 -6,00 -47,90 26,53 -8,31 -46,87

0,362 1,918 0,788 14,350 7,674 5,381 5,237 1,123 0,372 18,742 0,909 2,023

1,004 4,894 1,246 24,634 13,658 7,487 10,864 1,594 0,975 35,892 1,601 16,075

56 38 72 735 385 382 1366 394 76 1400 16 3

0,889 0,800 0,200 19,290 12,250 0,622 0,553 2,378 1,233 2,100 26,090 17,700 5,685 0,135 3,244 0,370 1,151 18,560 15,750 15,480 0,523

0,45 -2,20 4,44 0,21 2,68 -1,19 -3,83 2,59 1,40 0,08 0,34 2,25 -3,72 2,27 0,96 0,81 1,74 1,98 0,97

8,09 -0,87 -68,78 2,88 14,81 -20,92 9,50 -26,29 -24,36 10,53 16,11 9,26 -35,43 -51,04 18,39 -28,43 -15,37 16,22 7,51 16,83 -24,20

0,744 0,707 0,186 14,610 8,502 0,589 0,451 2,060 1,034 1,240 19,242 12,278 4,383 0,127 1,883 0,045 1,033 13,638 12,429 10,906 0,483

0,955 1,281 1,543 23,286 15,099 1,798 1,481 4,828 2,050 2,301 27,858 18,635 10,454 0,501 6,285 46,320 2,501 25,701 21,275 20,231 1,123

4593 89 9 547 59 39 94 22083 6086 37 325 70723 844 13 168 7 41 2964 1202 139 27

0,898 16,760 4,178 8,155 2,378 3,240 3,142 0,180 0,940 43,550 0,504 1,836

0,67 3,78 3,98 3,03 2,50 0,62 3,97 -2,54 -2,29 -1,02 0,88

3,64 59,47 12,61 19,93 -14,40 -9,04 6,22 5,12 -58,79 4843,72 -17,59

0,688 8,588 3,329 4,950 2,226 2,884 2,643 0,155 0,933 0,605 0,517 1,062

1,747 18,559 8,084 10,443 3,996 4,907 9,808 0,299 11,066 45,070 0,517 3,240

260 2796 5168 9876 12 135 1792 79 3 58 37 21

0,059 4,914 2,830 0,625 0,509 10,600 1,714 6,580 0,638

3,35 -3,65 -1,39 0,97 -5,65 1,44 3,13 2,33

13,76 -1,52 -1,39 2,54 -37,48 -12,11 -25,41 16,56 -42,52

0,042 2,250 2,638 0,530 0,500 8,241 1,475 4,253 0,564

0,246 6,862 5,277 0,758 1,155 16,911 4,911 6,590 2,104

15 230 41 913 2 16427 441 39 260

1,016

2,73

-11,11

0,961

1,756

1115

0,445 0,769 0,487 13,400 0,455 3,126 12,100 3,046 2,670 1,380 0,378 0,640

1,18 3,95 0,22 -0,09 0,90 3,68 4,57 -

-33,18 4,99 -32,93 1,52 -20,25 30,36 70,30 -23,77 -34,07 -23,33 0,67 -9,86

0,440 0,544 0,443 12,759 0,390 1,522 7,050 2,624 2,604 1,200 0,267 0,600

1,085 1,723 1,494 15,186 0,911 3,653 16,172 8,979 7,378 2,800 0,533 0,825

20 251 21 491 156 1255 19 343 1 32 49 3

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2011- 2012 min € max €

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FONDI COMUNI APERTI - SICAV ITALIANI E LUSSEMBURGHESI DEL 3 AGOSTO 2012 TITOLI

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tel.02-72206431(EX L)/800-893989 AcomeA America A1.....................12,848 AcomeA America A2.....................13,026 AcomeA Asia Pac. A2......................3,018 AcomeA Asia Pacifico A1 ................2,984 AcomeA Breve Term. A1...............12,174 AcomeA Breve Term. A2...............12,240 AcomeA Etf Attivo A1 ......................3,901 AcomeA Etf Attivo A2 ......................3,933 AcomeA Eurobb. A1 .....................13,520 AcomeA Eurobb. A2 .....................13,575 AcomeA Europa A1 .........................8,120 AcomeA Europa A2 .........................8,222 AcomeA Globale A1 ........................7,889 AcomeA Globale A2 ........................8,056 AcomeA Italia A1...........................11,158 AcomeA Italia A2...........................11,295 AcomeA Liquidita’ A1......................8,128 AcomeA Liquidita’ A2......................8,129 AcomeA Obblig.Corp. A1................6,539 AcomeA Obblig.Corp. A2................6,569 AcomeA Paesi Em. A1.....................5,592 AcomeA Paesi Em. A2.....................5,658 AcomeA Patr. Aggr. A2....................3,007 AcomeA Patr. Aggr.A1 ....................2,964 AcomeA Patr. Dinam.A1..................4,165 AcomeA Patr. Dinam.A2..................4,197 AcomeA Patr. Prud. A1....................5,055 AcomeA Patr. Prud. A2....................5,113 AcomeA Perform. A1 ....................17,551 AcomeA Perform. A2 ....................17,649

12,708 12,884 3,077 3,043 11,997 12,061 3,769 3,800 13,283 13,337 7,894 7,993 7,799 7,964 10,580 10,710 8,052 8,053 6,481 6,510 5,608 5,673 2,973 2,931 4,110 4,142 4,968 5,024 17,247 17,343

15,07 16,17 -9,26 -10,26 7,08 7,60 8,42 9,40 10,57 10,95 -13,40 -12,45 -0,25 1,59 -21,30 -20,41 5,16 5,18 5,18 5,53 -10,07 -9,08 -8,16 -9,33 -0,90 -0,24 4,42 5,55 4,73 5,22

tel.800-388876 ANM Americhe..............................11,460 ANM Anima Asia..............................5,886 ANM Anima Convertibile .................6,177 ANM Anima Emerging Mkts..........10,215 ANM Anima Europa.........................3,921 ANM Anima Fondattivo.................13,903 ANM Anima Fondimpiego.............18,081 ANM Anima Fondo Trading ..........12,425 ANM Anima Liq. Plus.......................7,040 ANM Anima Liquidità.......................6,862 ANM Anima New York.....................4,495 ANM Anima Obbl.Euro ....................6,927 ANM Anima Obiettivo Rend. ...........5,347 ANM Anima Salvadanaio ..............11,811 Anm Anima Trag 2016 Ced3 ...........5,475 ANM Anima Trag 2017 Ced4...........4,986 ANM Anima Trag II 2016..................5,242 ANM Anima Traguardo 2016...........5,094 ANM Anima Traguardo 2018...........5,085 ANM Anima Tricolore ......................5,145 ANM CapitalePiù Comp.Az.............4,875 ANM CapitalePiù Comp.Bil.15........5,272 ANM CapitalePiù Comp.Bil.30........4,943 ANM CapitalePiù Comp.Obb..........5,523 ANM Corporate Bond......................7,352 ANM Emerging Mkts Bond..............7,290 ANM Emerging Mkts Equity ............6,959 ANM Europa..................................13,035 ANM Iniziativa Europa .....................6,556 ANM Italia......................................11,743 ANM Pacifico...................................5,172 ANM Pianeta .................................11,174 ANM Risparmio ...............................7,288 ANM Sforzesco.............................10,583 ANM Valore Globale......................21,944 ANM Visconteo .............................35,776 Prima Fix Emergenti A...................15,353 Prima Fix Emergenti Y...................16,006 Prima Fix High Yeld Y ......................8,955 Prima Fix High Yield A......................8,606 Prima Fix Imprese A.........................6,699 Prima Fix Imprese Y.........................6,877 Prima Fix Monetario A .....................8,648 Prima Fix Monetario I.......................8,788 Prima Fix Monetario Y .....................8,794 Prima Fix Obbl. BT ........................10,336 Prima Fix Obbl. BT Y .....................10,447 Prima Fix Obbl. Glob. ....................10,434 Prima Fix Obbl. Glob. Y.................10,636 Prima Fix Obbl. MLT........................5,947 Prima Fix Obbl. MLT Y.....................6,040 Prima Forza 1 A................................5,315 Prima Forza 1 Bond Y......................5,392 Prima Forza 2 A................................4,860 Prima Forza 2 Y................................4,955 Prima Forza 3 Cl.A ...........................5,294 Prima Forza 3 Cl.Y ...........................5,443 Prima Forza 4 Cl.A ...........................4,752 Prima Forza 4 Cl.Y ...........................4,908 Prima Forza 5 Cl.A ...........................4,287 Prima Forza 5 Cl.Y ...........................4,445 Prima Geo America A ......................5,349 Prima Geo America Y ......................5,687 Prima Geo Asia A.............................6,482 Prima Geo Asia Y.............................6,917 Prima Geo Euro A ............................5,999 Prima Geo Euro Pmi A...................21,448 Prima Geo Euro Pmi Y...................22,800 Prima Geo Euro Y ............................6,380 Prima Geo Europa A......................11,608 Prima Geo Europa Y......................12,349 Prima Geo Globale A.....................27,010 Prima Geo Globale Y.....................28,739 Prima Geo Italia A..........................10,864 Prima Geo Italia Y..........................11,520 Prima Geo PaesiEm. A ....................5,699 Prima Geo PaesiEm. Y ....................6,073 Prima Rend.Ass. Moderato A..........5,221

11,467 5,930 6,132 10,274 3,802 13,822 18,059 12,277 7,031 6,865 4,419 6,920 5,343 11,801 5,390 4,921 5,169 5,055 5,034 5,125 4,868 5,267 4,934 5,521 7,342 7,252 7,007 12,727 6,472 11,175 5,292 11,285 7,294 10,582 21,644 35,447 15,336 15,988 8,933 8,586 6,697 6,874 8,640 8,779 8,786 10,316 10,426 10,559 10,763 5,927 6,020 5,311 5,389 4,857 4,952 5,284 5,432 4,742 4,898 4,281 4,439 5,344 5,681 6,616 7,059 5,774 21,169 22,502 6,139 11,339 12,063 26,672 28,379 10,339 10,963 5,734 6,111 5,213

27,32 -5,16 0,13 -0,92 0,75 1,53 -5,53 -0,09 2,85 3,42 9,74 -0,47 -8,54 -0,61 5,93 4,66 5,43 7,83 1,38 0,45 1,84 0,33 8,34 -0,74 5,07 -0,15 -10,53 6,05 11,54 0,65 5,47 15,05 4,55 7,08 8,16 4,83 3,77 2,98 3,68 1,51 1,75 1,82 2,62 3,06 15,13 16,05 5,67 6,36 3,63 3,99 4,92 5,36 6,71 7,34 8,77 9,48 9,25 10,19 24,74 26,63 -0,25 1,24 1,78 4,25 5,82 3,34 6,12 7,70 9,54 11,19 -8,90 -7,52 -2,66 -1,22 3,14

Val. € ieri

Diff.% 12 mesi

Prima Rend.Ass. Moderato Y..........5,306 Prima Rend.Ass. Prudente A ........16,765 Prima Rend.Ass. Prudente Y ........16,910 Prima Strat.Eu PMI Alto Pot A .......13,025 Prima Strat.Eu PMI Alto Pot Y .......13,225 Prima Strat.Eur. Alto Pot A...............2,291 Prima Strat.Eur. Alto Pot Y...............2,356 Prima Strat.Ita Alto Pot A .................5,047 Prima Strat.Ita Alto Pot Y .................5,150 PRIMAforza 1 B ...............................5,317 PRIMAforza 2 B ...............................4,862 PRIMAforza 3 B ...............................5,295 PRIMAforza 4 B ...............................4,752 PRIMAforza 5 B ...............................4,288 Traguardo 2017 ced4 II ...................5,059

5,298 16,746 16,891 13,044 13,244 2,265 2,329 5,009 5,111 5,313 4,860 5,285 4,742 4,282 5,008

3,82 2,66 2,83 -5,71 -4,76 -1,04 6,19 6,63 3,63 4,92 6,71 8,74 9,19 -

tel.02-88981 Azimut Dinamico...........................23,135 Azimut Garanzia............................12,643 Azimut Reddito Euro .....................15,696 Azimut Reddito Usa.........................6,707 Azimut Scudo ..................................7,709 Azimut Solidity.................................7,905 Azimut Str. Trend.............................5,363 Azimut Trend.................................23,022 Azimut Trend America...................10,617 Azimut Trend Europa ....................10,857 Azimut Trend Italia ........................11,071 Azimut Trend Pacifico .....................6,635 Azimut Trend Tassi ..........................9,120 Formula 1 Absolute .........................5,902 Formula 1 Conservative ..................6,353 Formula 1 Target 2013 ....................6,642 Formula 1 Target 2014 ....................6,236

22,921 12,615 15,569 6,827 7,684 7,837 5,288 22,628 10,574 10,649 10,337 6,754 9,040 5,814 6,337 6,613 6,197

1,55 4,19 3,82 19,09 5,52 4,54 8,32 18,33 17,15 2,38 -14,75 4,79 5,83 -4,06 1,52 2,45 1,32

tel.02-88101 EC Cap Protetto 12/14 ....................5,073 Eurizon Az.America.......................10,641 Eurizon Az.Area Euro ....................22,180 Eurizon Az.Asia Nuove Eco...........10,880 Eurizon Az.EnMatPrime ..................9,419 Eurizon Az.Europa...........................8,001 Eurizon Az.Finanza .......................16,921 Eurizon Az.Int. Etico.........................6,189 Eurizon Az.Internazionali .................7,945 Eurizon Az.Italia ...............................9,313 Eurizon Az.Pacifico..........................3,915 Eurizon Az.Paesi Emer ....................8,799 Eurizon Az.PMI Amer. ...................24,273 Eurizon Az.PMI Europa....................8,491 Eurizon Az.PMI Italia........................3,186 Eurizon Az.Salute e Amb...............17,460 Eurizon Az.Tecn.Avanz....................4,591 Eurizon Bil.Euro Multi....................36,630 Eurizon DiversEtico .........................8,451 Eurizon F. Gar. 03/13.......................5,208 Eurizon F. Gar. 06/12.......................5,166 Eurizon F. Gar. 09/12.......................5,145 Eurizon F. Gar. 12/12.......................5,170 Eurizon F. Gar. 3tri07 .......................5,016 Eurizon F. Gar. 4tri07 .......................5,205 Eurizon F. Gar. Itri07 ........................5,102 Eurizon Ges.At. 7/17........................5,008 Eurizon Ges.At.Cla 9/17 ..................5,000 Eurizon Ges.At.Din 9/17 ..................5,000 Eurizon Ges.At.Din. 7/17 .................5,006 Eurizon Ges.At.Opp 9/17 ................5,000 Eurizon Ges.At.Opp. 7/17 ...............5,025 Eurizon Obbl. Cedola A ...................6,308 Eurizon Obbl. Cedola D ...................6,055 Eurizon Obbl. Emergenti ...............13,136 Eurizon Obbl. Etico..........................5,701 Eurizon Obbl. Euro ........................14,967 Eurizon Obbl. Euro BT A................15,456 Eurizon Obbl. Euro BT D ...............15,039 Eurizon Obbl. Euro Corp..................5,938 Eurizon Obbl. Euro Corp. BT ...........7,890 Eurizon Obbl. Euro HY.....................7,822 Eurizon Obbl. Internaz...................10,100 Eurizon Obbl. Ita BT A......................7,501 Eurizon Obbl. Ita BT B......................7,729 Eurizon Obiettivo Rend....................8,239 Eurizon Profilo Cons ........................5,604 Eurizon Profilo Din. ..........................5,420 Eurizon Profilo Moder......................5,504 Eurizon Rend.Ass 2anni ..................5,349 Eurizon Rend.Ass 3anni ..................5,544 Eurizon Rendita A ............................6,083 Eurizon Rendita D............................5,989 Eurizon Soluzione 10 .......................6,968 Eurizon Soluzione 40 .......................6,465 Eurizon Soluzione 60.....................25,330 Eurizon Stra.Pro 1tri12 ....................5,391 Eurizon Stra.Pro IIITr11....................5,543 Eurizon Team 1 Cl A.........................6,147 Eurizon Team 1 Cl G ........................6,153 Eurizon Team 2 Cl A.........................5,807 Eurizon Team 2 Cl G ........................5,831 Eurizon Team 3 Cl A.........................4,806 Eurizon Team 3 Cl G ........................4,874 Eurizon Team 4 Cl A.........................4,031 Eurizon Team 4 Cl G ........................4,099 Eurizon Team 5 Cl A.........................3,874 Eurizon Team 5 Cl G ........................3,942 Eurizon Tesor.Dollaro....................13,435 Eurizon Tesor.Dollaro $.................16,579 Eurizon Tesor.Euro A.......................7,842 Eurizon Tesor.Euro B.......................7,933 Malatesta Azionario Eu....................5,964 Malatesta Breve Termine ................5,953 Malatesta Obblig. Euro....................6,058 Passadore Breve Termine ...............7,394

5,015 10,595 21,288 11,083 9,369 7,807 16,717 6,146 7,892 8,836 4,003 8,844 24,045 8,319 3,094 17,437 4,577 36,569 8,408 5,198 5,155 5,145 5,166 5,016 5,203 5,115 5,003 5,000 5,000 4,994 5,000 4,994 6,286 6,035 13,095 5,692 14,852 15,389 14,974 5,956 7,897 7,809 10,175 7,452 7,678 8,199 5,601 5,406 5,495 5,341 5,522 6,027 5,934 6,959 6,469 25,384 5,399 5,541 6,144 6,150 5,804 5,829 4,799 4,867 4,022 4,090 3,849 3,916 13,636 16,581 7,835 7,926 5,811 5,928 6,035 7,359

7,18 22,10 -3,44 -1,63 2,41 1,24 7,72 11,07 10,73 -9,14 -1,21 -3,24 13,10 3,45 -20,43 20,43 15,44 5,16 9,03 4,18 2,09 2,61 3,42 1,79 1,44 -0,37 1,20 7,37 6,44 8,65 0,60 3,94 3,75 3,11 16,84 3,31 3,61 1,77 3,07 2,71 2,88 2,18 1,82 1,77 3,06 7,18 7,87 3,28 5,68 3,35 3,45 3,40 3,70 2,89 3,39 1,10 1,71 1,47 2,12 15,22 16,18 2,28 2,59 4,27 3,98 5,72 4,04

TITOLI

Val. € oggi

Val. € ieri

Diff.% 12 mesi

Teodorico Breve Termine................7,771

7,733

4,10

tel.800-546961 Fideuram Bilanciato ......................12,465 Fideuram Italia...............................17,626 Fideuram Liquidità ........................17,094 Fideuram Moneta..........................14,948 Fideuram Rendimento.....................9,152 FMS - Absolute Return ....................8,850 FMS - Eq.Glob.Resources............10,871 FMS - Equity Asia ............................8,692 FMS - Equity Europe .......................9,528 FMS - Equity Gl Em Mkt ................12,649 FMS - Equity New World...............15,047 FMS - Equity Usa.............................9,890

12,236 16,729 17,076 14,935 9,043 8,828 10,978 8,818 9,448 12,733 15,213 9,888

5,38 -8,92 1,91 2,14 4,76 -2,60 -3,97 0,03 7,81 -0,46 -6,33 21,66

tel.800-551-552 Pion. Eur Gov BT (ex Mon.) Cl.A....13,721 Pion. Eur Gov BT B ..........................5,022 Pioneer Az. Crescita Cl.A .............10,109 Pioneer Az Area Pacifico Cl.A..........3,389 Pioneer Az Valore Eur Dis Cl.A.........7,143 Pioneer Az. Am. B............................5,167 Pioneer Az. Am. Cl.A........................8,295 Pioneer Az. Area Pacif B ..................5,038 Pioneer Az. Crescita B.....................5,292 Pioneer Az. Europa B.......................5,164 Pioneer Az. Europa Cl.A................14,420 Pioneer Az. Paesi Em. B ..................5,128 Pioneer Az. Paesi Em. Cl.A............10,537 Pioneer Az. Val. Europa Dis B ..........5,347 Pioneer Eu Gov MT Dis A.................4,993 Pioneer Eu Gov MT Dis B.................4,990 Pioneer Liquidita’ Euro ....................5,201 Pioneer O.Euro C.Et. Dis B ..............5,076 Pioneer O.Euro C.Et. Dis Cl.A..........4,901 Pioneer Ob Co Am Dis A..................5,294 Pioneer Ob Co Am Dis B..................5,274 Pioneer Ob. Piu’ a Distrib. B ............5,134 Pioneer Ob. Sist. Italia Cl.A..............4,935 Pioneer Ob.Sist.Ita.Dis B.................4,906 Pioneer Obb Glo HY Dis A ...............5,304 Pioneer Obb Glo HY Dis B ...............5,276 Pioneer Obb. Euro Dis Cl.A..............6,773 Pioneer Obb. Paesi E. Dis B.............5,271 Pioneer Obb. Paesi E. Dis Cl.A......10,906 Pioneer Obb. Più Dis Cl.A................8,901 Pioneer Obb.Euro Distr B ................5,041 Pioneer Target Controllo B ..............4,985 Pioneer Target Controllo Cl.A..........5,346 UniCredit Sol. Pa. Em. A ..................5,030 UniCredit Sol. Pa. Em. B..................5,020 UniCredit Soluzione 20A .................5,162 UniCredit Soluzione 20B .................5,133 UniCredit Soluzione 40A .................5,171 UniCredit Soluzione 40B .................5,138 UniCredit Soluzione 70A .................5,187 UniCredit Soluzione 70B .................5,152 UniCredit Soluzione BTA.................5,084 UniCredit Soluzione BTB.................5,053

13,686 5,009 9,597 3,438 6,989 5,121 8,222 5,111 5,024 5,069 14,156 5,138 10,557 5,227 5,010 5,006 5,200 5,090 4,915 5,382 5,363 5,118 4,951 4,921 5,359 5,331 6,782 5,298 10,962 8,869 5,048 4,988 5,351 5,048 5,037 5,129 5,101 5,134 5,102 5,125 5,091 5,083 5,052

3,47 -11,06 -5,60 9,31 14,48 2,00 -2,91 2,06 5,85 6,03 14,98 9,65 2,05 4,09 3,63 5,36 4,84 7,50 6,91 3,25 2,75

tel.800-614614 Symp. Multimanager Adagio...........6,044 6,018 Symp. Multimanager America.........4,405 4,359 Symp. Multimanager Europa ..........5,338 5,310 Symp. Multimanager Largo.............5,720 5,696 Symp. Multimanager Oriente ..........5,134 5,098 Symp. Obblig. Corporate ................5,912 5,924 Symp. Obblig. Rendita ....................7,701 7,628 Symphonia Asia Flessibile...............6,194 6,108 Symphonia Az.Small Cap Italia .......5,603 5,440 Symphonia Azionario Euro..............4,484 4,310 Symphonia Azionario Europa..........8,500 8,231 Symphonia Azionario Globale.........3,583 3,485 Symphonia Azionario Italia ..............5,388 5,138 Symphonia Azionario Usa ...............6,464 6,318 Symphonia Bilanciato...................21,811 21,524 Symphonia Europa Flessibile..........4,609 4,571 Symphonia Flessibile ......................3,757 3,718 Symphonia Fortissimo ....................2,252 2,169 Symphonia Multiman.Emer.Fless.13,205 13,068 Symphonia Multiman.Vivace ..........5,310 5,263 Symphonia Obb.Breve Term...........6,730 6,706 Symphonia Obb.Dinamico..............6,590 6,559 Symphonia Obb.Euro......................7,368 7,356 Symphonia Patrim.Glob.Redd........7,399 7,358 Synergia Az. Europa ........................5,251 5,102 Synergia Az. Globale .......................5,461 5,317 Synergia Az. Italia ............................4,460 4,250 Synergia Az. Sm.Cap It....................4,225 4,098 Synergia Azionario Usa ...................6,591 6,445 Synergia Bilanciato 15.....................5,397 5,374 Synergia Bilanciato 30.....................5,472 5,423 Synergia Bilanciato 50.....................5,546 5,470 Synergia Bond Flessib.....................5,039 5,014 Synergia Obbl Corporate ................5,803 5,818 Synergia Obbl. Euro BT ...................5,166 5,148 Synergia Obbl. Euro MT ..................5,527 5,514 Synergia Obbligaz.Rendita .............5,186 5,140 Synergia Tesoreria...........................5,144 5,138 Synergia Total Return......................5,268 5,251

4,21 14,74 1,56 3,29 -3,82 5,21 1,81 -11,85 -10,21 -4,39 -3,08 -10,32 11,47 2,87 -3,38 -0,42 -7,93 -0,27 4,49 3,36 7,55 4,71 -5,17 -4,33 -10,55 -15,57 9,36 4,17 3,56 3,16 5,51 3,01 7,93 1,76 1,90

TITOLI

Val. € oggi

TITOLO Interpump Intesa Sanpaolo Intesa Sanpaolo rnc Invest e Sviluppo Irce Iren Isagro IT WAY Italcementi Italcementi rnc Italmobiliare Italmobiliare rnc IVS Group J Juventus FC K K.R.Energy Kinexia KME Group KME Group rnc L La Doria Landi Renzo Lazio Lottomatica Luxottica M M&C Maire Tecnimont Marcolin MARR Mediacontech Mediaset Mediobanca Mediolanum Meridiana Fly Meridie Mid Industry Cap Milano Ass. Milano Ass. rnc Mittel MolMed Mondadori Mondo Tv Monrif Monte Paschi Si. Montefibre Montefibre rnc Moviemax Mutuionline N Nice Noemalife Novare O Olidata P Panariagroup Parmalat Piaggio Pierrel Pininfarina Piquadro Pirelli & C. Pirelli & C. rnc Poligr. S.Faustino Poligrafici Editoriale Poltrona Frau Pop.Emilia Romagna Pop.Sondrio Pramac Prelios Premafin Finanziaria

ieri

Var % inizio anno

5,700 1,096 0,875 0,029 1,573 0,306 2,020 1,240 3,466 1,740 11,660 6,300 9,700

2,89 3,79 3,98 -0,68 1,68 8,59 2,43 6,12 1,16 2,46 -1,56 -

5,95 -17,59 -13,42 -61,16 -19,33 -60,18 -20,16 2,65 -26,57 -15,70 -21,53 -35,81 -1,02

0,187

0,38

-39,25

2,056 0,834 0,335 0,308

2,21 6,72 -0,16

-22,47 13,95 -38,48

1,698 1,345 0,385 16,240 29,150

1,62 1,89 0,50 0,43 0,52

0,71 6,32 -16,61 37,51 33,78

0,173 0,563 4,452 7,435 1,120 1,397 2,800 2,954 0,631 0,086 9,440 0,276 0,254 1,132 0,414 0,942 0,547 0,270 0,179 0,052 0,154 0,060 2,960

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2,600 3,780 1,080

Chiu € ieri

2011- 2012 min € max € 3,812 0,890 0,706 0,028 1,474 0,254 1,970 0,938 3,108 1,602 10,473 6,240 8,768

Cap. in mil. di €

6,758 2,424 2,084 0,411 2,663 1,407 4,005 2,695 7,647 3,890 29,961 19,590 10,107

568 16912 808 4 43 354 35 10 604 182 250 105 366

0,149

0,410

188

1,720 0,758 0,246 0,269

6,371 2,115 0,381 0,720

63 17 147 14

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2,089 3,016 0,904 16,276 29,231

53 152 26 2794 13738

-15,82 -44,20 23,46 15,07 -22,71 -37,69 -38,33 -3,02 -55,62 -10,70 6,67 16,55 32,38 -32,86 -16,89 -32,38 -34,47 -6,93 -31,33 -51,64 -17,48 -76,70 -14,20

0,164 0,484 3,096 6,323 0,976 1,176 2,467 2,244 0,517 0,067 7,637 0,212 0,171 1,097 0,384 0,841 0,451 0,257 0,155 0,050 0,147 0,046 2,609

0,230 3,591 5,488 9,309 2,426 4,930 8,009 4,035 5,979 0,353 10,442 0,887 0,890 3,181 0,763 2,857 2,211 0,462 0,859 0,179 0,328 0,312 5,543

80 181 274 494 21 1608 2396 2224 67 4 36 536 26 100 86 235 14 41 2102 7 4 4 115

-1,89 -0,26 -

7,88 -15,85 -0,92

2,335 3,599 1,080

3,394 5,347 1,175

306 16 15

0,215

4,46

-27,91

0,192

0,638

7

0,700 1,714 1,967 0,989 3,240 1,396 8,730 5,050 3,648 0,305 0,870 3,672 4,160 0,187 0,098 0,157

0,36 1,00 0,87 4,11 1,50 -1,55 1,81 3,48 1,11 -3,02 -2,30 0,55 -1,98 0,41 -0,88

-28,28 30,23 5,19 7,97 -1,76 -11,08 30,59 12,57 -8,80 -4,00 -1,14 -33,72 -33,44 -76,98 14,70 -21,60

0,665 1,283 1,750 0,695 2,269 1,232 4,956 3,924 3,542 0,270 0,772 2,957 3,875 0,169 0,071 0,112

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31 3022 730 16 100 71 4127 61 4 40 123 1220 1293 5 83 65

Premuda Prima Industrie Prysmian R R. De Medici R. Ginori 1735 Ratti RCF RCS Mediagroup RCS Mediagroup risp RDB Recordati Reply Retelit Risanamento Rosss S Sabaf S.p.a. Sadi Saes Saes rnc Safilo Group Saipem Saipem risp Saras Sat Save Screen Service BT Seat PG Seat PG r Servizi Italia SIAS Sintesi Snai Snam Sogefi Sol Sopaf Sorin Stefanel Stefanel risp STMicroelectr. T Tamburi TAS Telecom IT Telecom IT Media Telecom IT Media rnc Telecom IT rnc Tenaris Terna TerniEnergia Tesmec Tiscali Tod’s Trevi Fin.Ind. TXT e-solution U UBI Banca Uni Land Unicredit Unicredit risp Unipol Unipol pr V Valsoia Vianini Industria Vianini Lavori Vittoria Ass. Y Yoox Z Zignago Vetro Zucchi Zucchi rnc

ieri

Var % inizio anno

0,214 7,800 13,830

1,91 -1,33 2,44

-62,53 13,29 38,99

0,194 5,848 9,291

0,769 10,550 16,037

40 68 2948

0,117 0,070 1,806 0,430 0,455 0,311 0,054 5,535 17,650 0,339 0,099 0,690

6,36 2,96 2,26 0,02 5,29 1,19 0,30 1,54 -

-19,86 -70,51 9,45 -33,62 -34,04 -36,79 -87,23 -2,38 9,70 -1,48 13,01 -14,81

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45 3 49 14 335 9 2 1150 162 54 82 8

9,700 0,289 6,870 4,786 5,560 38,730 37,700 0,916 7,500 6,350 0,180 0,030 0,831 2,460 5,450 1,171 0,797 3,326 1,883 4,440 0,011 1,690 0,175 167,500 4,652

2,01 -1,72 -2,33 -0,63 1,68 -0,26 3,80 -1,99 -0,48 -1,20 -0,38 -0,50 0,12 0,16 2,02 -0,35 1,21 1,57

-14,01 -8,06 1,78 19,95 9,45 15,47 25,67 -8,31 -17,94 0,16 -61,12 13,46 -18,13 -35,78 -7,62 14,80 -59,34 -4,48 -6,04 10,45 -51,35 36,18 -43,55 -1,02

9,198 0,230 5,281 3,640 4,134 23,771 30,000 0,672 7,505 6,081 0,144 0,024 0,725 2,277 4,252 0,941 0,804 3,102 1,745 3,627 0,010 1,185 0,166 166,700 3,695

25,241 0,406 8,731 6,106 13,672 39,511 39,250 2,006 10,832 8,129 0,635 0,091 1,700 7,234 8,535 5,601 2,739 4,285 2,931 6,039 0,099 2,102 0,663 167,500 9,596

111 26 102 36 347 16989 4 858 74 353 25 57 1 67 1231 1 94 11212 216 399 4 820 15 -

1,460 0,369 0,695 0,148 0,205 0,588 16,270 2,786 1,978 0,328 0,028 76,450 4,594 4,966

-0,81 3,81 2,55 2,17 1,43 1,02 -0,85 0,34 0,36 0,33 1,64 0,32

-2,34 -29,04 -18,20 -9,95 18,55 -16,61 9,12 0,87 -18,73 -15,62 -18,42 20,58 -13,07 15,76

1,392 0,292 0,618 0,135 0,165 0,522 9,020 2,402 1,901 0,300 0,027 61,124 3,215 1,908

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195 15 9174 214 1 3519 5581 55 35 52 2343 321 27

2,376 0,504 2,754 9,250 1,841 0,960

1,80 -1,29 -1,65 -1,55 -0,67

-26,26 -35,57 34,90 -59,98 -66,82

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607

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11,90 -40,27 -34,20

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5,162 0,391 0,288

401 12 1

Chiu € ieri

2011- 2012 min € max €

Cap. in mil. di €


llaa RReeppuubbbblliiccaa MARTEDÌ 7 AGOSTO 2012

■ 26

LETTERE,COMMENTI&IDEE

LA DIFESA DELL’ACQUA AMORE PER GLI ANIMALI MA SENZA IPOCRISIE E LA SENTENZA DELLA CORTE resi da soli, i cani sono straordinari. Poi, però, quando sono con i loro padroni, diventano bestie. Con la scusa che i cani vanno amati punto e basta, ogni giorno si è costretti a subire una vasta gamma di torti e soprusi. Per esempio, un cane non sa tirare lo sciacquone; il padrone dovrebbe quindi preoccuparsi di non lasciare deiezioni per strada. Il cane è teneramente curioso, ma se nessuno lo tiene al guinzaglio, può causare involontariamente danni anche seri: se coinvolge un ciclista, questi cade e si fa male; se sbatte contro una persona anziana, questa cade e si fa male; se corre dov'è vietato, rischia di causare incidenti stradali anche mortali. Quando il cane vuole esplorare, usa anche la lingua. Notoriamente, i cani si leccano anche le parti intime: ergo, la lingua di un cane non è il massimo dell'igiene. Se un cane lecca un bambino, gli passa germi di ogni tipo. Se i padroni la vedessero in questo modo, la pianterebbero di far leccare i bimbi altrui dal proprio cane. Quando una persona fa footing, il cane può scambiarlo anche per una "preda": bene che vada,

P

STEFANO RODOTÀ

I

N UN momento in cui si manifestano diversi “intenti” politici e si discute intensamente di legalità costituzionale, conviene tornare sulle indicazioni date dall’importantissima sentenza della Corte costituzionale su referendum e servizi pubblici. Ad essa dovrebbero rivolgere un’attenzione particolare i partiti, perché in quella decisione sono affrontate con chiarezza non usuale questioni che riguardano il complessivo funzionamento del sistema politico-istituzionale. Infatti, restaurando la legalità violata da norme che cercavano di cancellare i risultati dei referendum di un anno fa, la Corte ha pure dato indicazioni significative su temi oggi al centro della discussione: i rapporti tra democrazia rappresentativa e democrazia diretta; tra governo, regioni e comuni; tra ordinamento europeo e ordinamento nazionale; tra mercato e “missione” degli enti pubblici. Tutto questo avviene grazie ad una ricostruzione della trama istituzionale che riconosce alla Costituzione il ruolo che le compete e che, di questi tempi, viene invece continuamente vilipeso dalle iniziative più varie e sgangherate, dalle proposte di assemblea costituente o di referendum di indirizzo fino agli aggiramenti dettati da un estremismo liberista che vuole liberarsi anche dei principi costituzionali. La Corte ha restituito l’onore alla Costituzione, mostrando al tempo stesso di non essere subalterna a pressioni e convenienze e smentendo così la pericolosa vulgata che, diffusa ora da una parte ora dall’altra, la rappresenta come una istituzione non affidabile. Nella sentenza si ricorda che, ad appena un mese dai referendum, il governo Berlusconi aveva approvato una norma che, fingendo di dare attuazione alla volontà referendaria, in realtà riproponeva, addirittura in maniera più restrittiva, le stesse norme, spesso con le stesse parole, che ventisette milioni di cittadini avevano abrogato con il loro voto. Il governo Monti si è mosso secondo la stessa logica, troppi enti locali hanno continuato a comportarsi come se il referendum non vi fosse stato, i partiti hanno spesso accompagnato questa deriva con silenzi o complicità. Vane, fino al giorno dell’intervento dei giudici costituzionali, erano state le denunce di questa situazione di palese illegalità. Ora la Corte ha detto senza mezzi termini che quelle norme sono costituzionalmente illegittime, perché non si può “ledere” la volontà popolare. La legalità costituzionale è stata ristabilita. Già salvaguardata l’acqua come bene comune, viene ora meno il sostanziale obbligo dei comuni di privatizzare i servizi pubblici locali. Questo era l’intento dei promotori dei referendum, e dei cittadini che li hanno votati, mentre le norme dichiarate illegittime intendevano tener ferma “l’identica ratio” che stava alla base delle norme abrogate. Risulta ormai evidente che Governo e Parlamento avevano cercato di realizzare una vera e propria frode legislativa a danno dei cittadini, partendo dalla disinvolta premessa che un istituto di democrazia diretta, qual è appunto il referendum, potesse essere trattato come un qualsiasi sondaggio o, com’è stato scritto con notevole impudenza, come un semplice “consiglio” al legislatore. La sentenza della Corte spazza via questa proterva subcultura, chiarendo con precisione quali siano gli effetti dell’abrogazione referendaria e, di conseguenza, i limiti che il legislatore deve rispettare quando vuol tornare sulla stessa materia. E così, portando

alle loro logiche conseguenze anche indicazioni contenute in sentenze precedenti, ribadisce con nettezza quali siano i criteri ai quali ci si dovrà attenere in futuro. In questa sua operazione la Corte è stata sostenuta da una forte consapevolezza culturale. La sentenza, infatti, sottolinea la necessità di considerare la “prospettiva di integrazione di strumenti di democrazia diretta nel sistema di democrazia rappresentativa”. Proprio perché la tradizionale democrazia rappresentativa è da tempo in profonda difficoltà, si è fatto insistente il richiamo ai più diversi istituti della democrazia diretta, al referendum in primo luogo, di cui deve essere considerata la mutata funzione in questo diverso contesto. Una riflessione costituzionale seria non può eludere questo punto, perché solo l’integrazione nel sistema rappresentativo può evitare la trasformazione dei referendum nello strumento tipico del populismo. È per questo che i risultati referendari devono essere non solo rispettati, ma presi terribilmente sul serio da Governo e Parlamento. La Corte, dunque, coglie uno spirito del tempo, che si ritrova peraltro nel modo in cui il Trattato europeo di Lisbona configura il rapporto tra rappresentanza e partecipazione dei cittadini. Ma i giudici costituzionali individuano un’altra questione ineludibile quando ricordano che una applicazione esclusiva del principio di concorrenza può far sorgere “ostacoli in diritto o in fatto alla ‘speciale missione’ dell’ente pubblico”. È evidente l’intento di reagire alla pretesa di usare l’emergenza come occasione o pretesto per travolgere qualsiasi principio costituzionale, quasi che l’unica salvezza possa venire dalla legge del mercato, divenuta davvero il nuovo “diritto naturale”. Ma la cura di interessi generali non può essere affidata al solo meccanismo della concorrenza, quasi che l’esistenza di soggetti pubblici come i comuni, nascenti anch’essi dall’investitura popolare, debba essere considerata un inciampo dal quale sbarazzarsi. Anche qui bisogna misurarsi con un cambiamento culturale, che parte dai diritti delle persone e li mette in relazione con i beni e i servizi necessari per la loro soddisfazione, individuando le situazioni per le quali la tradizionale mediazione del mercato si rivela distorcente. Non dimentichiamo che, tra le norme abrogate con referendum, vi è anche quella che prevedeva modalità di remunerazione del profitto per la fornitura dell’acqua. Liberati dall’ossessivo vincolo privatistico, i comuni potranno ora esercitare più liberamente la loro responsabile facoltà di scelta, che tuttavia deve essere, come per il legislatore, coerente con le indicazioni referendarie. Tutto questo crea difficoltà? Certamente. Ma queste nascono dalla testardaggine con la quale ci si è chiusi nella cieca difesa delle vecchie logiche, senza voler fare i conti con il nuovo, con il fatto che è comparsa un’altra politica, figlia di un’altra cultura. La cattiva politica, anche economica, di questi anni discende proprio da una regressione culturale. Non è tanto l’invecchiamento del personale politico a dover preoccupare, quanto l’invecchiamento delle loro idee. Quando in Italia sono state fatte politiche davvero innovative, erano ben visibili i canali di comunicazione con le elaborazioni culturali che avevano preparato l’innovazione. Forse la sentenza della Corte costituzionale convincerà qualcuno della necessità di riaprirli. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Quando una class action per il calcio scommesse? Elio Mattiazzi Mestre DA mesi, da quando è scoppiato l’ennesimo scandalo del calcio scommesse, mi domando come mai le associazioni dei consumatori non si siano ancora presentate come parte lesa nei processi del calcio scommesse, come rappresentanti di quei milioni di cittadini che, ignari, hanno giocato le schedine con i risultati truccati. Il risarcimento che si potrebbe ottenere dai soggetti corrotti e dalle società compiacenti certamente non potrebbe essere individuale, ma potrebbe essere versato allo Stato e servire in questo momento di crisi economica a ridurre almeno alcuni tagli sullo stato sociale.

La memoria di Gramsci e i danni di una lettera David Grieco e Rossana Platone LA recensione di Simonetta Fiori di due volumi dedicati a Gramsci (Giuseppe Vacca, Vita e pensieri di Antonio Gramsci. 1926-1937; e Luciano Canfora, Gramsci in carcere e il fascismo), entrambi usciti nel 2012, offre l’occasione per fare qualche breve riflessione su Ruggiero Grieco, figura importante della nostra famiglia. Il dibattito sulla «strana» o «famigerata» lettera inviata da Grieco a Gramsci in carcere nel febbraio del 1928,

lo rincorre; male che vada, lo azzanna. Quindi, là dov'è vietato, nei parchi i cani vanno tenuti al guinzaglio. Il guinzaglio non è una condanna, ma un segno di civiltà: portare un cane al guinzaglio significa fare del bene a se stessi e agli altri, rispettando il proprio e l’altrui territorio. “Area per cani” significa che il cane deve stare lì dentro e non girarci intorno. Potrei aggiungerne a tonnellate di cose: il bello è che adoro i cani, e che per anni ho fatto campagne in loro difesa. Il problema grosso sono i padroni, che quando sono romani sono tra i peggiori dell'Universo. Alessandro Loppi - Roma omenica ho assistito a Roma ad una vera guerriglia urbana tra animalisti e vetturini. Botte da orbi in nome degli animali con cui abbiamo – non c’è dubbio – un rapporto schizofrenico. Passiamo dalle favole di Bambi alle catene di distruzione di massa per imbandire le nostre tavole. Persone onorevoli, ricercatori come Veronesi, che incentivano l’abbandono della dieta carnivora e per-

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pochi mesi prima del processo, ha assunto proporzioni abnormi e fuorvianti. La lettera non ha né alleggerito né aggravato la posizione di Gramsci, semplicemente non è stata usata nel processo, i cui atti erano già stati depositati quando è arrivata a destinazione. Non ha intralciato la trattativa, già naufragata, tra Italia e Unione Sovietica, con la mediazione del Vaticano, per la liberazione di Gramsci e Terracini in cambio di quella di alcuni preti russi. Il vero danno provocato dalla lettera va ricercato nel senso di isolamento che ha accompagnato Gramsci per tutta la vita, amplificandosi nel tempo per ragioni del tutto estranee alla lettera stessa. Quanto all’accostamento suggerito da Canfora tra la figura di Grieco e quella di Taddei, un anarchico italiano dai trascorsi malavitosi, nella sua assurdità rischia di infangare la memoria di un uomo senza ombre, nei suoi meriti come nei suoi errori. Ruggero Grieco appartiene a quella generazione di comunisti che dall’esilio e dalla clandestinità è riuscita, pur tra mille errori, a tener viva in Italia durante tutti gli anni del fascismo una rete politica rivelatasi preziosa, all’indomani dell’8 settembre, nell’organizzazione della Resistenza e nella ricostruzione del Paese. Dopo la guerra, Grieco è deputato alla Costituente e riprende con rinnovato vigore la battaglia meridionalista, nel Paese e in Parlamento. Muore colpito da infarto a 62 anni durante un comizio, tra i suoi contadini, a Massalombarda. Come scriveva gior-

sone altrettanto onorevoli, ricercatori, che mettono in piedi dei lager per vivisezionare le bestiole di ogni tipo. Non sarà facile stipulare una pace. Tuttavia vorrei dire agli animalisti di Roma che le botticelle, i cavalli di Siena e perfino i tori di Madrid o gli animali da circo, fanno parte di una questione diversa dalle catene di distruzione di massa. Sono parte del nostro rapporto di convivenza millenaria, di soggiogamento utilitaristico dell’animale alle esigenze di lavoro, di compagnia e di divertimento dell’uomo. Un rapporto che si deve cambiare in meglio gradualmente senza scorciatoie guerrigliere: tenere un cane in città avendone consapevolezza, attaccare un cavallo ad un carro avendo rispetto della sua fatica, rinchiudere un uccello in gabbia solo per vedere l’effetto che fa, sono tutti comportamenti modificabili con appropriate campagne d’informazione. Se ci riuscissimo forse ridurremmo fino a farla scomparire anche la carne in tavola, come auspica spesso su Repubblica il nostro Carlin Petrini. Susanna Bontempi - Roma

ni fa Eugenio Scalfari, oggi la nostra democrazia vacilla perché abbiamo dimenticato questi uomini che hanno messo la vita intera al servizio della politica, cioè del Paese, e abbiamo incominciato a seguire uomini assai diversi, che mettono la politica al servizio del proprio interesse personale.

Quei messaggi d’amore scritti sulle banconote Nicola Campoli Napoli APPARTENGO alla generazione cresciuta con la lira. Ricordo che all’epoca la banconota di 1.000 lire era, quando mi capitava a tiro, un mio cruccio. Quelle con Marco Polo prima, e poi con Maria Montessori. La mia abitudine, non tanto lecita, era scriverci sopra. Scrivevo di tutto. Ed ero in buona compagnia. Mi divertivo a lasciare messaggi di ogni tipo che avrei voluto nel tempo ritrovare. Nell’età della adolescenza non mancarono pensieri teneri per amori mai dichiarati. Mai sono riuscito a rileggerli. Ci restavo male, ma non desistevo a continuare, nonostante i tanti richiami di mia mamma. Oggi, invece, noto che nessuno scrive sugli euro. Perché? I social network hanno rimpiazzato anche questo modo controverso e spontaneo di comunicare? Boh. Certo, forse l’euro è una moneta nata adulta che incute timore. Il fatto sta che molto di rado qualcuno lascia impressi sugli euro i suoi pensieri. Per me è un peccato.

La buona Sardegna vista da un ospedale Lorenza Cucchiani lorenza. cucchiani@tiscali. it VADO in vacanza in Sardegna ormai da 17 anni, ma questa volta a luglio mia figlia si è sentita male ed è stata ricoverata in urgenza alla clinica pediatrica Macciotta di Cagliari, dove le è stata diagnosticata un’infezione batterica molto grave. Primi giorni da incubo, poi un lento miglioramento. Ora siamo tornate a Milano e non dimenticherò mai la competenza ma soprattutto la gentilezza, la dedizione, l’incoraggiamento, l’affetto, i sorrisi e la grande disponibilità dei medici (alcuni di loro in ferie venivano comunque a visitarla) e di tutti gli infermieri. La Sardegna si è dimostrata un’altra volta terra di gente seria, accogliente ed estremamente ospitale anche in ospedale.

Villa Volpi a Sabaudia il prezzo è di 20 milioni Maurizio Pezzetta Promozioni Immobiliari srl A PROPOSITO della vendita di Villa Volpi (la Repubblica, 1 agosto), vorrei precisare che la vendita stessa è gestita con un incarico in esclusiva dalla Christie’s International Real Estate, di cui La Commerciale Srl Promozioni Immobiliari è exclusive affiliate, al prezzo di 20 milioni di euro, e non di 33 milioni.

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MARTEDÌ 7 AGOSTO 2012

THOMAS SCHMID

suo tempo, il progetto dell’integrazione europea fu salutato quasi con entusiasmo dai popoli di entrambi i Paesi. È acqua passata? Siamo alle soglie di una nuova guerra fredda nel seno stesso dell’Europa? Sicuramente no. Per spiegarmi meglio vorrei fare un excursus personale. Per noi tedeschi l’Italia è sempre stata il luogo del desiderio e della nostalgia – la «Sehnsucht» – anche se non sono mancati gli stereotipi su un generico Sud, dove la gente non farebbe altro che godersi un sole perenne vivendo spensieratamente alla giornata. Sappiamo bene di essere legati fin dall’antichità da una profonda tradizione culturale – con buona pace della «germanità». Siamo consapevoli di dovere molto al nostro legame con l’Impero romano. Abbiamo sempre guardato con ammirazione all’Italia delle città-Stato e del Rinascimento, emersa splendidamente dal Medio Evo. Un’ammirazione che neppure il XX secolo ha scalfito. A Francoforte, quando all’inizio degli anni 1970 facevo parte di un gruppo radicale di sinistra, avevamo rapporti regolari con i compagni di «Lotta continua», che per noi sono stati in qualche modo illuminanti: la scoperta che politica e gioia di vivere, militanza e piacere potevano andare di pari passo! Certo, ci prendevamo in giro a vicenda, anche riesumando i vecchi cliché, a colpi di «mangiapatate» contrapposti a «spaghetti». Ma in verità i compagni italiani esercitavano un grande fascino su di noi, e viceversa. Da loro abbiamo appreso, oltre all’eleganza e lo stile italiani, la capacità di «fare come se il cinque fosse un numero pari». Ed era evidente che al di là dello sfottò, anche loro erano alquanto impressionati da questo Paese del nord dove ogni cosa, dal traffico alle dogane, dalle scuole alle università, funzionava tutto sommato abbastanza bene. Oggi mi rendo conto che queste reciproche percezioni rispecchiavano di fatto una tradizione di antica data. Se probabilmente sono molti gli aspetti che dividono i nostri due Paesi, Italia e Germania hanno però anche molte cose in comune. Innanzitutto, da sempre hanno una certa difficoltà a definire la propria identità nazionale. Nel secolo scorso entrambi i Paesi sono passati per l’esperienza del totalitarismo e del rifiuto della democrazia liberale. Sia da noi che in Italia, dopo la fine del fascismo e del nazionalsocialismo abbiamo vissuto una fase di modernizzazione con ritmi straordinariamente veloci e costanti. Infine, per più di quarant’anni abbiamo avuto in entrambi i Paesi sistemi politici relativamente stabili, con due partiti dominanti: da un lato i democristiani, dall’altro i socialdemocratici (in Germania – mentre l’Italia ha avuto il Pci, che ha finito per diventare a sua volta socialdemocratico). Questo insieme di caratteristiche comuni – ma se ne potrebbero citare molte altre – rappresenta qualcosa come un vasto serbatoio. La libertà di viaggiare e l’integrazione europea hanno fatto la loro parte, tanto che oggi l’Italia e la Germania, al di là delle differenze che ciascuno si diverte a sottolineare, hanno sviluppato un senso profondo di appartenenza a un’entità comune. Non saranno i recenti malintesi e le reciproche accuse a cambiare questa realtà. Da troppo tempo la connessione italo -tedesca ha assunto un carattere duraturo. A maggior ragione desta sorpresa la durezza delle espressioni usate da Mario Monti nell’intervista rilasciata a «Spiegel», quando dice ad esempio: «Le tensioni di questi ultimi anni nell’Eurozona evidenziano fin d’ora i tratti di una dissoluzione psicologica dell’Europa». Ebbene, io non ravviso nulla di simile. Certo, sono in molti, in tutti gli Stati dell’Unione, a sentirsi preoccupati, a volte persino allarmati per la situazione dell’Europa e dell’Unione Europea. In quasi tutti i Paesi europei vi sono partiti o esponenti politici populisti – in Italia il Movimento 5 Stelle, in Germania ad esempio il ministro delle finanze bavarese Markus Söder – che stanno cercando di dare qualche scossone al consenso europeista. Da straniero, non mi permetterò di esprimere un giudizio sui «grillini»; ma sono certo che non è il caso di sopravvalutare il populismo alla Söder. Il suo partito, la Csu bavarese, ha provato più di una volta a scodinzolare dietro a idee separatiste. Ha colto ogni occasione per polemizzare contro l’Ue, accusata di vivere alle spalle della Germania, e soprattutto della Baviera. Ma tutto ciò fa parte del folclore di questo partito, che nei momenti decisivi non ha quasi mai fatto mancare il suo consenso al processo di unificazione europea. Ed è certo significativo il fatto che in Germania, malgrado l’incombente crisi dell’euro, non si ha l’impressione che stia per sorgere un partito antieuropeo con qualche probabilità di conquistarsi un seguito. Va detto però che i deragliamenti si fanno purtroppo sempre più frequenti. Ad esempio il signor Söder ha detto – con un’occhiata minacciosa all’Italia e alla Spagna – che nei confronti della Grecia sarebbe ora di «prendere una decisione esemplare» estromettendo questo Paese dall’Eurozona: «A un certo momento tutti devono staccarsi dalle gonnelle di mamma: per i greci questo momento

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è arrivato». Un altro politico della Csu, il segretario generale Dobrindt, ha accusato il presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi di caldeggiare l’acquisto di titoli di stato da parte della Bce «ogni qualvolta l’Italia si trova alle strette». È inammissibile che il più alto responsabile dell’Unione monetaria europea sia sospettato di anteporre gli interessi della propria nazione a quelli dell’Europa. D’altra parte, c’è stato qualche politico italiano che ha descritto Angela Merkel come autoritaria, spietata e incapace di solidarietà; e certo, una vignetta come quella pubblicata dal «Giornale», raffigurante la cancelliera col braccio alzato accanto alla scritta «Quarto Reich», non è il modo migliore per promuovere lo spirito comunitario. Il ministro degli esteri tedesco Guido Westerwelle ha detto con ragione, in un’intervista recente: «In tutta Europa, sono troppi i politici che cercano di usare il fuoco della crisi per cuocere la loro stomachevole zuppa neonazionalista». Nell’intervista concessa a «Spiegel», Mario Monti ha parlato di una «contrapposizione frontale tra Nord e Sud», sostenendo la necessità di «lasciare un certo margine di manovra agli Stati dell’Eurozona che seguono più puntualmente i dettami europei». Ha sicuramente ragione. L’esistenza di un divario tra il Nord e il Sud dell’Europa non è certo un’invenzione tedesca. E’ sempre sbagliato e pericoloso rifiutarsi di guardare in faccia la verità. Questa realtà va dunque riconosciuta e affrontata. Di fatto, si è commesso un errore di valutazione varando l’unione monetaria senza aver realizzato un’unione politica. Tra la Grecia e la Germania o la Francia (così come tra l’Italia e questi due Paesi) esistono concordanze, ma anche alcune dissonanze. Direi quindi – senza voler esprimere un giudizio – che forse inebriati dalla volontà di unificazione, i responsabili degli Stati dell’Ue hanno preso sottogamba i divari esistenti. E’ stato un errore che oggi emerge in piena luce. Deve esistere una possibilità di discuterne, senza per questo decretare la fine della solidarietà tra gli Stati europei. Ma ciò dovrebbe comportare anche quanto il presidente Monti ha implicitamente chiesto: la Germania deve essere pronta, se del caso, a concedere maggiori spazi di manovra a determinati Paesi, e a rinunciare alla sua rigi-

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L’ULTIMA CAMPANA

COSÌ LONTANI, COSÌ VICINI (segue dalla prima pagina)

PER SAPERNE DI PIÙ temi.repubblica.it/micromega-online temi.repubblica.it/limes

dità sulle questioni di principio, che non è un segno di forza e neppure di brutalità, bensì al contrario di debolezza e mancanza di fantasia politica. Se non si vuole che l’Europa si spacchi, l’Ue non deve abbandonare la via dell’integrazione politica ed economica. Ma al tempo stesso deve riservare particolare cura a un retaggio costitutivo per l’Europa: quello dei suoi Stati nazionali. Un retaggio che può anche non piacere. Qualcuno potrebbe auspicarne il superamento. Ma dev’essere preso sul serio e rispettato. Ecco perché una frase di Mario Monti mi è sembrata pericolosa. Nella sua intervista a «Spiegel» il premier italiano ha detto: «Ovviamente ogni governo deve regolarsi in base alle decisioni del parlamento. Ma ciascun governo ha anche il dovere di educare il rispettivo parlamento. «No, signor primo ministro: nessun governo ha questo dovere. Certo, i governi devono dialogare con i parlamenti senza timidezze – non però cercare di piegarli alla propria volontà. Questa questione è cruciale per il concetto stesso di democrazia rappresentativa. Il parlamento incarna la sovranità, ed è per ciò stesso l’istanza più importante. La crisi dell’euro ha dimostrato, sia in Grecia che in Italia e in Germania, quanto l’integrità dei poteri dei parlamenti sia oggi a rischio. Ad esempio i parlamentari, sotto la pressione della crisi e dei mercati, sono chiamati a prendere decisioni su una serie di «paracadute» di dimensioni inimmaginabili. E c’è chi ha ammesso apertamente di non sapere in realtà per che cosa stava votando. Siamo in presenza di un grosso dilemma dell’attuale politica europea, di cui è stato detto (da Angela Merkel) che «non ha alternative». In altri termini: il dibattito non è gradito. Ma le alternative e i dibattiti sono l’elisir di vita di ogni democrazia. La politica si genera nello spazio pubblico. E se il premier «tecnico» Mario Monti sostiene, come sembra, che i tecnici debbano educare i politici, evidentemente il suo è un malinteso impolitico. Un’Europa governata da esperti sarebbe un incubo. E non avrebbe alcuna probabilità di sopravvivere. Traduzione di Elisabetta Horvat L’autore è Direttore del quotidiano Die Welt © RIPRODUZIONE RISERVATA

RENZO GUOLO (segue dalla prima pagina) uga che, nelle ultime settimane, ha coinvolto più di quaranta quadri, tra militari, uomini della sicurezza, diplomatici, parlamentari. In larga parte sunniti, come lo stesso Hjab. Nella giornata nera del regime, anche il ministro delle finanze Jleilati ha cercato di disertare ma è stato arrestato; e la televisione di Stato è stata bersaglio di un attentato, mentre era ospite il ministro dell’Informazione al-Zoabi. Fughe e attacchi che mostrano come il regime, sabotato dall’interno, abbia ormai maglie troppo larghe per resistere a lungo. Se dopo gli ufficiali, a disertare in massa fossero anche le truppe, nei ranghi inferiori in larga parte sunnite, l’esito del conflitto sarebbe segnato. La fuga del sunnita Hjiab è assai significativa: non solo per la carica che occupava, ma perché smaschera il tentativo di Assad di rappresentare la rivolta come resa dei conti tra una “banda di terroristi” e l’unico potere capace di assicurare la convivenza interconfessionale. L’abbandono dei sunniti di regime, quelli che nelle file del Ba’th avevano scalato la gerarchia del potere e, in cambio di prebende, avevano assistito in silenzio alla presa di controllo del partito da parte di Assad padre e della minoranza alawita, è un segnale fortissimo. Nel momento in cui, fuggendo, Hijab parla di genocidio, non si riferisce solo a quello di un popolo bombardato dai suoi governanti ma anche a quello della maggioranza sunnita, anima e corpo della rivolta contro il regime. L’abbandono del premier è allo stesso tempo un fatto preoccupante. È come se, al di là delle posizioni dei singoli, al suono della campana finale ciascuno sentisse il richiamo ancestrale del gruppo confessionale di appartenenza. Una prospettiva, quella della logica settaria, che dilata sino al limite estremo la già guerra civile; che alimenta l’idea della pulizia etnica su base religiosa, che fa piazza pulita di ogni richiamo a un passato tanto recente quanto difficilmente riproducibile. Una logica, quella settaria, amplificata dallo scontro, non troppo sullo sfondo, tra le due grandi potenze confessionali di riferimento: l’Arabia Saudita, con a fianco il sempre più attivo Qatar e la Turchia neottomana, per i sunniti; l’Iran per gli alawiti, setta di derivazione sciita. La guerra civile siriana è anche una guerra per procura. Tra potenze regionali che cercano l’egemonia nell’area, tra potenze, più o meno planetarie, che intendono allargare o mantenere le loro sfere d’influenza; tra Stati che cercano di allargare o circoscrivere i limiti dei principi di ingerenza umanitaria. Strategie che favoriscono l’impasse della soluzione diplomatica, come mostra il fallimento della missione di Kofi Annan. La guerra siriana diventa così il teatro di una resa dei conti nella quale chi perde, perde tutto. Da qui la decisione di Assad, premuto dal suo clan e dalle gerarchie militari che hanno filiere lunghe negli antichi rapporti con il padre Hafez, di andare allo scontro finale. La posta non è solo il potere ma, per chi perde, una durissima repressione e la marginalità confessionale e sociale. Per il vertice del regime, forse la vita stessa. Bashar sa che bombardando Homs o Hama e combattendo casa per casa a Aleppo e Damasco, difficilmente potrà invocare protezioni. Troppo avanti si è spinta la repressione. Triste da ammettere ma realistico, in questo quadro la guerra civile è destinata a finire, almeno nelle forme che conosciamo, solo con la definitiva sconfitta di una delle parti in causa. Anche se Teheran dopo aver cercato di mantenere militarmente in piedi il regime, potrebbe optare, con l’aiuto russo, per una soluzione interna che preveda un suo ruolo di garante in qualità di potenza confinante e una cogestione dell’area con una potenza sunnita, preferibilmente la Turchia più che un Paese del Golfo. Ma la “via yemenita”, con l’Iran nella parte rovesciata giocata a Sana’a dai sauditi, è preclusa dopo i carri tra le case e così tanto sangue. Se non altro perché i sunniti, maggioranza nel Paese rivendicano quel potere che la maggioranza sciita in Iraq, anche con l’aiuto iraniano, ha ottenuto.

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MARTEDÌ 7 AGOSTO 2012

La cultura

Gli spettacoli

Il Nuovo realismo un anno dopo così la filosofia torna al dibattito

Luigi Lo Cascio da attore a regista “La città ideale il mio primo film”

PAOLO LEGRENZI

SILVIA FUMAROLA

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La siccità ha trasformato i campi del Midwest in “terra bruciata”. E messo in ginocchio il granaio americano. Ora è il Sud del mondo a rischiare la fame DAL NOSTRO CORRISPONDENTE FEDERICO RAMPINI NEW YORK apisci che c’è da preoccuparsi davvero quando il ministro dell’Agricoltura degli Stati Uniti, Tom Vilsack, dichiara: «Ogni giorno mi metto in ginocchio e prego perché piova. Se sapessi fare la danza della pioggia, giuro che la farei». L’allarme-siccità è ai massimi livelli, dagli Stati Uniti “granaio del pianeta” le conseguenze si trasmettono nel mondo intero. La caduta della produzione agricola fa temere un bis del 2008, quando tra le concause della grande crisi che tuttora attraversiamo vi fu anche un’iperinflazione globale delle derrate alimentari. Quattro anni fa, violente proteste dilagarono in molti paesi emergenti: dall’Indonesia all’Egitto ad Haiti. Quei “tumulti del pane e del riso” furono l’antefatto e un fattore scatenante della stessa primavera araba a cominciare dalla Tunisia. Tutto ha origine qui in America: la superpotenza economica e militare ha anche l’agricoltura più produttiva, una poderosa macchina da esportazioni che rifornisce il resto del mondo dalla Cina all’Africa. La siccità estrema di questa estate 2012 mette in ginocchio questa formidabile potenza alimentare. I meteorologi parlano di “disastro strisciante”, solo perché i danni della siccità hanno una dinamica da escalation graduale, a differenza dall’impatto istantaneo di un terremoto, uno tsunami, un uragano. SEGUE NELLE PAGINE SUCCESSIVE

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La grande

sete JENNER MELETTI

MONSELICE a quasi paura, il campo di granoturco. Dovrebbe essere ancora fresco e verde, con le piante alte più di due metri. E invece è giallo e ocra e soprattutto secco. Tocchi una pianta e scende la polvere. Le pannocchie dovrebbero essere lunghe almeno una spanna e ancora con i grani teneri. Ma al loro posto ci sono “cartocci” vuoti o con aborti di pannocchie, quando va bene 30 grani invece di 700-800. «In questo campo — racconta Paolo Minella, perito agrario e responsabile Ambiente della Coldiretti di Padova — il danno è del 100%. Invece della mietitrebbia qui entrerà il “trincia stocchi”, una macchina che frantuma le piante. Poi l’aratro seppellirà il tutto. Il “raccolto” di quest’anno servirà soltanto a concimare il terreno». “Siccità” non è certo una parola nuova, nelle campagne italiane. «Abbiamo avuto la grande secca nel 2003 — dice Paolo Minella — ma quest’anno purtroppo sta andando peggio. Come Coldiretti, proprio per studiare questo fenomeno, abbiamo installato i nostri pluviometri. Ebbene, nella bassa padovana in tutto il 2003 erano caduti 448 millimetri di pioggia, ma a fine luglio i millimetri erano 218. Quest’anno, alla fine dello stesso mese, i millimetri erano 179». SEGUE NELLE PAGINE SUCCESSIVE

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Quella nave stracolma La mietitura che giunse dall’Albania medievale ora diventa un film in Transilvania Interattivo UN’ESTATE IN BICI CON FOTO, STORIE E VIDEO

NATALIA ASPESI

erché il Vaticano da maggio rifiuta di accreditare come ambasciatore di Bulgaria Kiril Maritchkov, un giovanotto bello, sposato con figli, da tempo legale dell’ambasciata bulgara a Roma? Si dice, perché nel 2007 pubblicò un libro Clandestination, in cui il clandestino Ivan è costretto dalla disperazione a un rapporto omosessuale. Sarà, ma le ragioni potrebbero essere altre. Forse non era piaciuto il nonno, ambasciatore in Vaticano negli anni ’90? Forse non piace il padre, notissimo cantante melodicorock? O, tornando al libro, e all’intervista rilasciata a “Letteranza”, si ritiene inaccettabile la sua tesi bulgaro-leghista, che i clandestini minacciano la società e “sono come un arto malato che va curato o amputato”? Quanto all’omosessualità, secondo Proust e Peyrefitte, pare che pullulasse in diverse ambasciate comprese quelle vaticane. Si sa però che la Santa Sede ha rifiutato come ambasciatore di Francia Jean-Loup Kuhn-Delforge, omosessuale dichiarato che ha aggiunto al suo il cognome del compagno.

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L’INCHIESTA R2MONDO

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La siccità senza precedentista mettendo in ginocchio l’agricoltura degli Stati Uniti. A subire l’impatto più drammatico non saranno però gli americani o i diretti produttori, ma le nazioni dell’emisfero Sud già esposte alla denutrizione Il rischio è che si aprano nuovi fronti di instabilità politica

Se il granaio del mondo resta

asecco (segue dalla copertina)

È l’annata più calda da sempre e le precipitazioni sono le più basse dal 1956

I prezzi all’ingrosso della soia e del mais hanno raggiunto il record di tutti i tempi

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE FEDERICO RAMPINI NEW YORK l crescendo graduale può renderci meno attenti, e tuttavia alla fine il bilancio diventa tremendo. Secondo le rilevazioni termiche della National Oceanic and Athmospheric Administration, il 2012 passerà alla storia come l’annata più calda da sempre: o per la precisione dal 1895, cioè il primo anno in cui si cominciarono a misurare le temperature con metodi moderni e comparabili. In termini di precipitazioni, è dal 1956 che l’America non conosce un’estate così secca. La mancanza di pioggia affligge 29 Stati Usa. Ha trasformato le immense distese del Midwest, dall’Illinois all’Indiana, in paesaggi aridi e desolati, con terreni arsi dal calore, come croste dure spaccate e attraversate da crepe profonde. Certi campi un tempo floridi oggi appaiono quasi sterilizzati dall’onda d’urto dell’anomalìa termica. Più di metà di tutta la superficie degli Stati Uniti è ufficialmente definita come “terra bruciata” dai servizi geologici, perché resa quasi inservibile ai fini agricoli finché le precipitazioni naturali non ritornano ad irrigarla. L’88% dei raccolti di mais saranno colpiti da questa calamità. Le scorte di soya e grano sono ai

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minimi. Anche quella parte dei raccolti che non sono completamente rovinati, sono fatti comunque di cereali macilenti, sotto-peso, smagriti dalla mancanza di acqua. Il 45% del mais viene

bollato dal Department of Agriculture come «scadente o molto scadente». Tv e giornali evocano ormai analogie con la storica siccità degli anni Trenta, anche per l’inquietante parallelismo tra la

Grande Depressione e la recessione iniziata nel 2008. Si rispolverano le immagini del Midwest di allora, trasformato nel Dust Bowl, un deserto polveroso da cui i contadini fuggivano disperati,

cercando scampo in California: fu la tragedia di massa immortalata nel capolavoro di John Steinbeck, il romanzo Furore. Oggi di certo questa siccità è foriera di rincari nei prezzi alimentari: l’Amministrazione Obama già prevede aumenti del 5% nei prezzi di carne, latte, cereali e pasta. «È come un pugno nello stomaco per le famiglie a basso reddito», è l’immagine usata dall’economista Chris Christopher, che focalizza l’attenzione sui 16 milioni di senza lavoro, i più vulnerabili. Ma l’impatto più drammatico non sarà quello subìto dagli americani. Tanto meno dai diretti produttori. A differenza dagli anni Trenta, gli agricoltori Usa oggi sono una categoria ben protetta, che ha imparato a farsi scudo contro le incognite atmosferiche. Ci sono solo 1,2 milioni di coltivatori (contro i 7 milioni del 1935) e l’85% dei loro terreni sono coperti da polizze assicurative che li risarciscono dai cattivi raccolti. Anche il consumatore americano, nonostante l’impoverimento subito in questa crisi, resta pur sempre uno dei più ricchi del mondo: tant’è che spende solo il 13% del suo reddito per l’alimentazione. Paradossalmente il collasso dell’agricoltura americana sarà sofferto ben di più in tutto il resto del mondo. L’allarme viene lanciato da un coro di organizzazioni: la Fao che è l’agenzia agroalimentare delle Nazioni Unite, la Banca Mondiale, ong umanitarie come Save the Children. Secondo l’esperto di materie prime David Nelson, «il disastro di quest’anno è peggiore di quello del 2007-2008 perché allora prevalse una com-


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PER SAPERNE DI PIÙ www.usda.gov www.coldiretti.it

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Lo scenario

In Italia danni per mezzo miliardo di euro. Richiesto lo stato di calamità naturale

Dalla bassa padovana al Polesine viaggio tra i campi senza raccolto (segue dalla copertina)

JENNER MELETTI MONSELICE dati dell’Arpav (Agenzia regionale per la prevenzione e protezione ambientale del Veneto) confermano: su queste campagne a giugno sono arrivati 10,2 millimetri di pioggia, a luglio appena 2 millimetri. «I danni sono già pesantissimi. Il mais perde fra il 30 e il 100%, la soia e le barbabietole il 40%. Solo per la bassa padovana prevediamo un danno di 100-120 milioni di euro. Dove ancora il mais non è completamente perduto, si va nei campi a trinciare tutto. Piante e pannocchie servono poi a preparare l’“insilato” per l’alimentazione delle vacche. Ma se le pannocchie sono troppo scarse, il trinciato non va bene per il bestiame e nemmeno per gli impianti di biogas. Dentro ci sono solo fibre, e non le proteine dei grani di mais». Sembrano bollettini di guerra, i comunicati delle associazioni degli agricoltori. Se-

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PANNOCCHIE Con al più trenta grani sembrano cartocci vuoti

ponente di speculazione finanziaria», mentre ora siamo di fronte a uno shock climatico e a una caduta reale dei raccolti. I prezzi all’ingrosso della soya e del mais sui mercati mondiali hanno raggiunto il record di tutti i tempi; quelli del grano sono saliti del 50% in cinque settimane. L’Onu ammonisce sulle «conseguenze per i più poveri, quella vasta parte dell’umanità che spende il 75% del suo reddito per acquistare il cibo». Il problema non si pone in modo così acuto per colossi come la Cina, le cui risorse finanziarie le consentono di acquistare derrate agricole sui mercati mondiali anche a prezzi più alti: e tuttavia gli stessi leader del partito comunista cinese non scordano mai la lezione del 1989, quando la rivolta studentesca di Piazza Tienanmen trovò consensi anche tra le classi lavoratrici perché coincise con un’ondata di rincari alimentari. L’impatto è più drammatico nel Terzo mondo vero e proprio, quelle nazioni dell’emisfero Sud che non hanno avuto “miracoli” economici in stile cinese. Se si guarda a paesi come il Bangladesh e l’Egitto, ad un intero subcontinente come l’Africa subsahariana, si trovano vaste fasce della popolazione che di fronte a un improvviso rincaro dei prezzi sono esposte alla denutrizione o alla sotto-alimentazione. Di qui il rischio concreto che preoccupa l’Amministrazione Obama: che si aprano anche nuovi fronti di instabilità, rivolte, guerre civili. Questo non significa che l’Occidente sia al riparo dalle conseguenze della siccità. Per quanto il consumatore americano sia me-

no debole di quello egiziano, per quanto gli agricoltori di oggi siano tutelati rispetto agli anni Trenta, altre vulnerabilità si scoprono dove non erano state previste. Un anello debole sono le infrastrutture: autostrade e ponti, ferrovie e reti di metrò, dal Texas all’Illinois si moltiplicano i danni provocati dall’ondata di caldo estremo, che mette a dura prova perfino il cemento e l’acciaio. Ancora più preoccupante, in prospettiva, è la crisi energetica che può nascere dalla siccità. La produzione di energia elettrica consuma ancora più acqua dell’agricoltura. Non si tratta solo delle centrali idroelettriche, danneggiate nella loro potenza quando i corsi dei fiumi e dei bacini artificiali si abbassano sotto una soglia di guardia: di questo impatto diretto si è avuta una dimostrazione drammatica e spettacolare anche dall’altra parte del mondo, con il maxiblackout elettrico che ha colpito 600 milioni di indiani, causato dal ritardo dei monsoni. Ma di acqua c’è bisogno anche per il raffreddamento delle centrali termoelettriche o nucleari. L’acqua viene usata quotidianamente per l’estrazione di petrolio e gas naturale, attraverso il tradizionale pompaggio dei giacimenti o con le più moderne tecniche di “fracking”. Ben oltre la metà dei consumi quotidiani di acqua negli Stati Uniti sono legati alla produzione energetica. Con il consenso sempre più unanime tra gli scienziati del clima, che prevedono un intensificarsi di queste estati “estreme”, è l’intera economia dei paesi avanzati a scoprirsi esposta. © RIPRODUZIONE RISERVATA

condo la Coldiretti nazionale, i danni sono quantificabili già in mezzo miliardo di euro, ma purtroppo siamo solo all’inizio e basta mettere in fila i deficit previsti nelle diverse zone per ipotizzare bilanci ancor più pesanti. La bassa padovana è solo una delle “secche” che a macchia di leopardo stanno coprendo pianure, colline e montagne. «Nella zona sud del Veneto — dice Tiziano Girotto, direttore di Condifesa (Consorzio di difesa dalle avversità atmosferiche) di Padova — ci sono danni pesanti anche nel veronese, nel veneziano e in tutto il Polesine. Per cercare di salvare il salvabile, si anticipa ogni raccolto. Oltre al mais è già iniziata la raccolta delle barbabietole, che di solito si avvia ai primi di settembre. Anche

con l’uva ci sarà un mese di anticipo. I colpi di calore hanno già danneggiato i grappoli, disidratandoli nella delicata fase della maturazione». Sali sui colli Euganei e anche qui il color seppia ha invaso prati e boschi. Sotto il grande fiume Po — dal ponte si vedono più distese di sabbia che acqua — si chiede la dichiarazione dello stato di calamità naturale. «La siccità — ha dichiarato Stefano Calderoni, assessore alla Provincia di Ferrara — si somma agli sbalzi termici di fine aprile, quando le temperature si abbassarono: già allora furono colpite le colture della mela, della pera e del kiwi e oggi le perdite sfiorano l’80%. Con il grano abbiamo perso il 20-30% ma anche da noi è drammatica la situazione del mais, con raccolti ridotti del 70%. Calcoliamo che i danni da siccità arriveranno nella nostra provincia a 200 milioni, da sommare ai 150 milioni tolti all’agricoltura dal terremoto di maggio. Il prodotto lordo vendibile della nostra provincia è solitamente di 700 milioni: questo significa che nei campi avremo un reddito complessivo dimezzato». Il caldo non fa bene nemmeno agli animali. I maiali mangiano il 30% in meno di mangime, le vacche producono il 20% in meno di latte. Ma la siccità non è problema solo per i contadini. I prezzi stanno aumentando in modo pericoloso. Nelle ultime sei settimane alla Chicago Board of Trade, causa siccità negli Usa e in Russia e alluvioni in Ucraina, il grano è aumentato del 50%, la soia del 26%, il mais del 55%. I contadini italiani riceveranno prezzi più alti ma per quantità estremamente ridotte. A pagare il conto del caldo saranno dunque anche i consumatori, già nel prossimo autunno. «Con il nostro Condifesa, che è stato organizzato da noi contadini — dice Tiziano Girotto — assicuriamo le imprese contro grandine, siccità, gelo, alluvioni… Ma se per la grandine il rimborso è del 100%, per il mais si arriva soltanto al 50%. Soldi che sono comunque preziosi (l’assicurazione è pagata al 40% dai coltivatori e al 60% dalla Comunità europea) per evitare il fallimento delle aziende». Hanno un peso diverso, le previsioni del tempo, in città o nelle campagne. Il cittadino vuol sapere se può andare al mare o a prendere una boccata d’aria in collina. In campagna si vuole sapere se, quando si chiuderanno i conti a ottobre, ci saranno i soldi per mantenere le famiglie fino ai prossimi raccolti. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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IL PERSONAGGIO R2SPETTACOLI & TV

PER SAPERNE DI PIÙ https://www.facebook.com/eldeseo.oficial http://video.repubblica.it

È morta a Madrid a 93 anni la più grande interprete della musica messicana e dei “rancheras” Omosessuale dichiarata, ha avuto una vita avventurosa: dall’infanzia povera al successo Il ricordo

ADDIO VULCANO IL TUO FUOCO HA SCIOLTO I NOSTRI DOLORI PEDRO ALMODÓVAR er 20 anni l’ho cercata sulle sue scene abituali e da quando l'ho incontrata nel piccolo backstage della sala Caracol di Madrid ho passato altri 20 anni a congedarmi da lei fino a questo lunghissimo congedo sotto il sole abrasivo dell’agosto di Madrid. Chavela ha fatto dell’abbandono e della desolazione una cattedrale nella quale c’era posto per tutti noi e dalla quale si esce riconciliati con i propri errori e disposti a continuare a commetterne, a provare di nuovo.Il grande scrittore Carlos Monsivais ha detto: Chavela ha saputo esprimere la desolazione delle “rancheras” con la radicale nudità del blues (...) Nel caso di Piensa en mi ha cambiato a tal punto il compasso originale da trasformare una canzone festosa e ballabile in un fado.Nessun essere vivente ha cantato con la dovuta disperazione il geniale José Alfredo Jimenez come l’ha fatto lei. Chavela ha creato con l'enfasi dei finali delle sue canzoni un nuovo genere che dovrebbe portare il suo nome.Le canzoni di Jose alfredo nascono ai margini della società e parlano di sconfitte e di abbandoni. Chavela aggiungeva un’amarezza ironica che si sovrapponeva alla ipocrisia del mondo dove le era toccato vivere e che cantò sempre con disincanto. Nella sua seconda vita quando aveva già più di 70 anni - il tempo e Chavela hanno camminato dandosi la mano - in Spagna ha trovato la complicità che il Messico le aveva negato. E dentro questa complicità raggiunse una pienezza serena. Le sue canzoni guadagnarono in dolcezza e sviluppò tutto l'amore che si annidava nel suo repertorio . L’ho presentata in decine di città, ricordo ciascuna di loro. I minuti prima del concerto nei camerini. Lei aveva smesso di bere e di fumare e in quegli istanti eravamo entrambi in sindrome di astinenza. Lei mi diceva quanto le sarebbe piaciuto un bicchiere di tequila per scaldare la voce, io le dicevo che avrei mangiato un pacchetto di sigarette per combattere l'ansia e finiva ridendo, tenendoci per mano, baciandoci. Quattro anni fa sono andato a conoscere il luogodi tepoztlan dove viveva, davanti a una montagna dal nome impronunciabile (...) Oltre alle montagne Chavela conviveva con un vulcano dal nome rotondo, Popocatepeti. Un vulcano vivo, con un passato di amante umano arreso davanti al corpo senza vita della sua amata. (...) Addio Chavela, addio vulcano. Il tuo sposo in questo mondo, come ti piaceva chiamarmi.

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CONCITA DE GREGORIO a fatto l’amore con la morte tutta la vita. Solo con lei e con nessun altro.«Non ho mai dormito con un uomo in novant’anni, pensate che purezza», rideva con voce di montagna che frana. Ha ballato con la morte e l’ha domata, l’ha aspettata e si è fatta aspettare come fosse la sua amante. Si sono date appuntamento a Madrid dieci giorni fa ma Isabelita, Chavelita, Chavela vezzosa nei suoi 93 anni fatti di ossa di gardenie e di pistole non si è presentata. La Signora è arrivata in ospedale ma lei non c’era più: già in aereo, già in volo. Vieni a prendermi se vuoi. Vola in Messico con me, torniamo a casa. L’Altra è arrivata ieri, a Cuernavaca. L’ha raggiunta e l’ha trovata profumata e vestita nel letto, pronta. Chavela in quel momento parlava di Garcia Lorca e la stava aspettando: «La morte», ha detto tre volte. Sono state le sue ultime parole, racconta Maria Cortina che era come sempre accanto a lei. Aveva sulle labbra una specie di sorriso. Il medico che è uscito a leggere il referto alla folla in attesa ha detto: «Chavela Vargas ha cessato di respirare. Ha chiesto che non le fosse imposta

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Prima di spegnersi ha chiesto ai medici che non le fosse imposta nessuna macchina alcuna macchina, non ha voluto cure. Come sapete la signora Vargas è una sciamana, non può morire. È solo andata altrove». Questo ha detto il dottor Chavez dell’ospedale pubblico di Cuernavaca. Nessuno ha avuto niente da obiettare. «È come se cantasse solo per ciascuno di noi», diceva Carlos Fuentes. «Nessuno, dopo Gesù Cristo, ha mai aperto le braccia come lei», ha detto in lacrime Pedro Almódovar che stanotte le ha scritto una lettera d’amore. «Vivo nel boulevard dei sogni infranti», diceva lei di se stessa. «La morte sa

Chavela

Vargas

La sciamana del canto con la voce roca adorata da Picasso, amò Frida Kahlo essere bellissima. È la vita che può essere puttana». Nella vita Chavela ha bevuto un milione e ottocentomila bottiglie di tequila, contate all’ingrosso per gioco una sera. Ha raccolto mille arance al giorno, a 7 anni, nelle campagne del Costa Rica. È cresciuta con gli zii e col dolore di essere stata abbandonata da sua madre. «Il pianto si era trasformato in cemento nelle mie vene». A 14 anni fugge in Messico, a 15 comincia a cantare per strada. La chiamano “Las Vargas”, le Vargas, perchécantachesembranointre.A30 è ancora per strada: vestita da uomo, a cantare cantos rancheros, canti d’amore per le donne, con la sigaretta tra le labbra, il bicchiere sempre accanto, la pistola nella cintura dei pantaloni sotto il poncho rosso. Ama Frida Kahlo, Friducha, riamata. Vive per cinque anni con Frida e Diego Rivera. «Diego sembrava un’enorme rana. Friducha era un fiore. Le sue sopracciglia erano una rondine in volo. Quando si svegliava e apriva gli occhi le ali della rondine prendevano a volare». Va per una settimanaaCubaecirestadueanni.Vive ad Acapulco, torna in Messico. A 42 anni incide il primo disco. A 82 sono più di ottanta. A 85 si esibisce per la prima volta alla Carnegie Hall. Recita e canta per il cinema: per Almodóvar, che la rende famosa in Europa e la porta all’Olympia di Parigi. Ha una

parte in Babel di Inarritu, in Frida con Salma Hayek: canta La Llorona, nel film, il canto simbolo di un paese e di un popolo, la sua canzone. “La Llorona” è la donna che piange, le weeping woman di Picasso che come tutti s’innamora di lei, le dedica una canzone, L’Orfano. Lei ama le donne. Vicina ai 90 scrive un libro. «Se mi chiedete ancora del mio passato vi mentirò di nuovo. Vi dirò che non conosco il dolore e che non ho mai pianto». La intervistano in tv. Ha 83 anni, porta i capelli corti, il rossetto rosso. «Le persone più interessanti che puoi incontrare nella vita sono le donne con molto passato e gli uomini con molto futuro». Ha quella voce roca e rotta, sciupata. «Sono nata con questa voce. Il mio non è un canto. È qualcosa che attraversa il dolore e il piacere, che non so di sapere. È per questo, credo, che invecchiando migliora». Detesta che le chiedano solo della sua omosessualità e dell’amore con Frida ma dopo il film «mi sono riaffiorati ricordi remoti», eccone alcuni: «Quando dissi a Friducha “me ne vado” lei mi rispose lo so, che te ne vai: non piangerò, io ti ho partorita e non posso tenerti». «Non posso dimenticare la notte in cui mi disse che Diego aveva avuto un figlio, Tonchito, da sua sorella Cristina. “Bisogna essere molto forti, più che forti”, mi diceva

La carriera IL MESSICO Nasce in Costa Rica e a 14 anni si trasferisce in Messico. Inizia a cantare per strada e diventa professionista negli anni ‘50

LA POPOLARITÀ Amica di Frida Kahlo, è eccentrica, trasgressiva e veste abiti maschili. Il successo arriva nel ’70. Nel 1979 lascia le scene per l’alcol

IL RITORNO Negli anni 90 canta “La Llorona” in “Frida” il film di Julie Taymor sulla Kahlo con Salma Hayek. Le sue canzoni sono anche nei film di Almodóvar

senza piangere». In spagnolo Chavela dice “muy mujer”, molto donna. «Era un essere di un’altra dimensione, una luce. Infine è tornata nel suo posto». Anche Chavela è tornata nel suo posto. Miserabile e regina. Calamita come l’abisso per i suicidi e per gli amanti. Dieci giorni fa ha cantato ancora. «Ti ho dato la vita. Che altro vuoi?», dice la sua canzone, La llorona. La donna che piange è la morte. Ha

A 30 anni si esibiva per strada vestita da uomo con sigaretta, bicchiere e pistola parlato di Garcia Lorca, a Madrid. Volando voy, volando vengo. «Il sogno viaggia nel tempo navigando su un veliero». Sono state le sue ultime parole in rima, quelle con cui ha accolto l’amante che l’ha portata altrove. È partita senza poncho né pistola. Ha detto, ai ragazzi, vi lascio in eredità la libertà che è quello che avete di più prezioso. Poi ha aperto la porta in fondo al viale dei sogni infranti, ed è svanita alla vista. Il mondo ha perso la custode del pianto, l’ha appena trovata. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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IL VIAGGIO R2CRONACA

MARTEDÌ 7 AGOSTO 2012

Si dice che in queste zone accada alcune sere. Che gli storioni possano parlare e misteriose regine delle acque vadano a salvare dall’annegamento pescatori e battellieri

Alla scoperta del Po/9

PER SAPERNE DI PIÙ video.repubblica.it/rubriche/il-viaggio-di-paolorumiz

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Il capanno del nocchiero è pronto per la notte. Si riparte vogando col Monte Rosa diventato blu acciaio a Nordovest, oltre il ponte. Tra lucciole e grilli filiamo corsari sotto la luna

QUANDO I PESCI PARLANO PAOLO RUMIZ i dice che nel Po ci siano sere in cui i pesci parlano. Lo giurava il nonno di Giovanni Martinotti, un rivierasco di Terranova nell’Alessandrino. Era un favoliere inimitabile e sapeva di demoni e falò, di spiriti e di streghe. Narrava di storioni parlanti e misteriose regine delle acque capaci di salvare dall’annegamento pescatori e battellieri. E c’erano anche le “masche”, pagane deità che uscivano la notte a spaventar bambini. Nelle stalle padane, la notte di San Giovanni le mucche dovevano passare sulla cenere per scacciare il male dalla terra. E nel Parmense pare che i tappi alle bottiglie si mettessero solo il venerdì santo, perché era la luna più antica del mondo. Anche stasera, sopra il ponte di Valenza, passa la luna più antica del mondo e giù nella corrente i pesci parlano. Seduti a un tavolino sulla terrazza della trattoria “Al Ponte”, alta sulla prima campata della riva destra, in bilico fra Piemonte e Lombardia, felicemente stanchi dopo trenta chilometri di vogata, beviamo una bonarda fresca e ascoltiamo la voce delle acque. L’ultimo sole arrossa i piloni in cotto piantati nelle rapide azzurro-acciaio, e intanto il “Lomellina Express” batte col suo unico vagone colpi sincopati sulle traversine. Quanta storia in questo manufatto. Meriterebbe un romanzo, come quello sulla Drina di Ivo Andric. Iniziato da Carlo Alberto nel 1847, fatto saltare dagli austriaci nel 1859, demolito da una piena a fine secolo, vide passare i fanti del Piave e i tedeschi in fuga nel ‘45. Anche la trattoria è una di quelle che da sole valgono un viaggio. Incastrata nel ponte, accanto alla strada, ai binari e a una garitta in mattoni con la scritta “Fiume Po”, resta un luogo fuori dal tempo. Bancone, mobili, nulla è cambiato da un secolo. Solo la marca delle bottiglie allineate sul muro dice che siamo oltre il Duemila. È giorno di chiusura settimanale, ma Marco il gestore, vedendoci arrivare con la mitica scialuppa a remi di Angelo, ha aperto il locale solo per noi e ora sta spadellando in cucina. Sfrigolìo di cannelloni su un letto di pesto e ragù. E intanto l’ora volge al disio con grilli, cielo viola e fitte dolceamaro di nostalgia per la bellezza di un’Italia perduta. Mi sento al centro del mondo; giuro a me stesso che tornerò. E già si riparte vogando nella sera, col Monte Rosa diventato blu acciaio a Nordovest, lontano oltre il ponte. Abbiamo preso un magnifico ritmo d’assieme e filiamo come corsari sotto la mezza luna. Ci aspetta la “baràca”, il capanno del nocchiero, dove passeremo la notte. Le ghiaie ci scivolano ai lati azzurrine, quasi fosforiche, mentre scende una notte di lucciole e grilli. Siamo lontanissimi

dall’Italia, ora navighiamo sul Dnestr, sui meandri del placido Don, tra le rocce del Green River. Sillabo terzine del vecchio padre Dante: “Guido io vorrei che tu e Lapo ed io/ fossimo presi per incantamento”. Stasera siamo tutti rapiti dall’incanto. Quando, se non ora, i pesci dovrebbero parlare. Sento gli dèi antichi della corrente e credo di provare qualcosa di molto simile alla perfezione della felicità. Attracchiamo in religioso

Il capanno sul fiume vicino Valenza dove il gruppo passa la notte, a sinistra. In basso, la vista sul Po e sul ponte di Valenza dalla terrazza della trattoria “Al Ponte”

silenzio sulla riva destra, sotto una scarpata boschiva. Un “pennello” di ghiaie, un esile molo costruito dalla corrente, forma una darsena naturale pullulante di acqua limpida e pesci. È il golfo incantato dove Angelo tiene i suoi barcè, più o meno dove il Po cambia direzione e torna a puntare verso Oriente. Quattro barche affusolate dormicchiano tra le lucciole: non ne ho mai visti tanti di lumini volanti, pare l’andirivieni notturno dei jet sull’ae-

ILLUSTRAZIONE DI CARLO STANGA

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VISTA SUL FIUME

Sembra di navigare sul Dnestr o sui meandri del placido Don

IL VIDEO Su Repubblica.it le immagini del viaggio dal film di Alessandro Scillitani “Il risveglio del fiume segreto”, nel corso di Giornate degli autori 2012

roporto di Francoforte. L’ombra del nocchiero, furtiva come di mago, vola sotto le stelle con sulla schiena i sacchi del nostro bagaglio. Gradoni scavati nella terra portano al capanno, alto sul fiume, sul margine ripido delle ultime colline di Valenza, al confine di un campo di grano inondato dalla luna. Come nella Russia del Volga, anche qui la capanna è rigorosamente di legno. Deve essere casa e barca allo stesso tempo; tana e rifugio, imbarco e trampolino per fantastiche immaginazioni. Dentro, il lusso del minimo per vivere. Una stufetta-cucina, un letto-divano, una piccola dispensa, qualche libro, una lampada a gas, un tavolo, quattro sedie e carte da briscola. Fuori, sul terrazzo, collezioni di ciottoli fluviali di foggia inverosimile: tartaruga, arpione, martello, mezzaluna. Radici a forma di airone o di corna di stambecco. Un germano e una testa di luccio impagliati, un tagliere a testa d’anatra, cucchiai e mestoli fatti a mano. Angelo ha fatto l’orafo per una vita, e non si sa come, con le mani da boscaiolo che ha. Ma appena lo vedi maneggiare un oggetto capisci. Lo sfiora, come fosse il polline di un fiore. Gente indomita i valenzani. Narrano che a inizio secolo, da queste parti, ci fu uno scontro fra il parroco e i braccianti e il primo minacciò di non battezzare più i loro figli. I braccianti risposero: non c’è problema, i figli ce li battezziamo noi. E dove, chiese il prete. Nel fiume, dissero i rivoltosi. Se Gesù battezzava nel Giordano, noi potremo ben farlo nel Po. Ci prepariamo alla notte

sul terrazzo, materassini e sacchi a pelo. Bisogna sigillarsi bene per le zanzare del mattino. Davanti a noi, sull’altra sponda, la Lombardia, ma non c’è neanche un metro in cui il confine col Piemonte coincida col fiume. Il fiume, spiega Angelo, cambia strada ogni anno e se ne frega della politica. Mi addormento sedotto dai nomi rivieraschi che ho trovato sulla mappa. Sannazzaro de’ Burgondi, Mezzana Rabattone, Gramignazzo, Albaredo Arnaboldi, Travacò Siccomario, Boscone Cusani, Motta Baluffi. Non è meraviglioso? (9 - continua) © RIPRODUZIONE RISERVATA


MARTEDÌ 7 AGOSTO 2012

BANDO DI GARA N. ASG000091127 DEL 30.07.2012 (WWW.SIMAP.EUROPE.EU) Framework Agreements for the Long Term Rental - Services of operational vehicles for Companies within Enel Group with offices in Italy, Spain, Slovakia and Romania CONTRACTING ENTITY Official name: ENEL Servizi S.r.l. on behalf of the Companies within Enel Group based in Italy, Spain, Slovakia and Romania. OBJECT Tender no. ASG000091127 concerning the establishment of Framework Agreements for the Long Term Rental Services of operational vehicles for Companies within Enel Group with offices in Italy, Spain, Slovakia and Romania CONTACT POINTS: Direzione Operativa Acquisti - Via Arno 42/44 00198 Roma - Luca Ciardiello: luca.ciardiello@enel.com Electronic access to information: (URL) www.acquisti.enel.it - section “Tender and Notice”. COUNTRIES OF EXECUTION: Italy, Spain, Slovakia and Romania. DURATION OF THE FRAMEWORK AGREEMENT: months: 24 CPV: 34100000 TYPE OF CONTRACT: Supplies (Rental) ESTIMATED TOTAL VALUE: between: 280000000: and: 310000000: Currency: EUR TOTAL QUANTITY OR SCOPE. The total amount of the Tender is about 11.797 operational vehicles (cars and vans) to be supplied in two-years period 2013-2014 based on this rough shedule: • Italy: about 9.903 operational vehicles (2.760 cars - 7.143 vans); • Spain: about 1.185 operational vehicles (603 cars - 582 vans); • Slovakia: about 266 operational vehicles (160 cars - 106 vans). • Romania: about 443 operational vehicles (165 cars - 278 vans). The exact amount of vehicles for each Country and for each segment will be defined in the Request For Proposal (REP). TIME LIMIT FOR RECEIPT OF TENDERS OR REQUESTS TO PARTICIPATE: 11/09/2012 Time: 6 pm.

Enel Servizi S.r.l. Approvvigionamenti Servizi, Mercato e Comunicazione Servizi e Marcato Il Responsabile Stefano Bettazzoni Enel S.p.A. Viale Regina Margherita, 137 00198 Roma

SERVIZIO SANITARIO REGIONE TOSCANA Ente per i Servizi Tecnico Amministrativi di Area Vasta Sede legale: Via Cocchi 7/9 - 56121 PISA AVVISO DI RETTIFICA GARA PER ESTRATTO Si rende noto che l’ESTAV Nordovest con determina n. 852 del 31/07/2012, relativamente alla “procedura aperta per l’allestimento chiavi in mano delle sale di Elettrofisiologia c/o il polo cardiologico del P.O. di Cisanello dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana” ha disposto la proroga del termine ultimo per la presentazione delle offerte dal 30/08/2012 allo 01/10/2012 ore 13.00. Il Direttore Dipartimento Acquisizione Beni e Servizi Dr. Paolo Gennaro Torrico

Il quotidiano nazionale conforme all’art. 110, D.P.R. 207/2010, ideale per la pubblicità legale

A.MANZONI & C. S.p.A. Milano - Via Nervesa 21 - 20139 tel. 02.574941 - fax 02.57494860


llaa RReeppuubbbblliiccaa MARTEDÌ 7 AGOSTO 2012

William Bouguereau: “Omero e la sua guida”

LARESISTENZA DI

OMERO

NELL’ISOLA DEL POETA DOVE L’EUROPA SI SACRIFICÒ PER LA GRECIA

MELANIA MAZZUCCO

N

Anacronistiche sono sembrate le voci che hanno ricordato il debito del continente verso questa nazione iniziare una conversazione o un’amicizia. Ma la Grecia non “finirà”. Colpita al cuore e forse ferita a morte, barcolla, resiste e si prepara. A tutto. Nessuna delle persone che ho incontrato in questi anni nutriva qualche fiducia nel futuro. Nessuno, però, era rassegnato. Chi con incoscienza, chi con rabbia, chi con orgoglio, difendeva i suoi diritti e la sua libertà. Di decidere il proprio destino. Perché di questo, in fondo, si tratta. Da quando la Grecia è diventata il ma-

lato infetto, il paziente zero designato a contagiare l’Europa, la frequento con un’assiduità che vuole significare non tanto rispetto per il suo passato quanto per il suo presente. Ero lì il 6 maggio, la domenica di primavera in cui i Greci hanno finalmente votato per eleggere il nuovo governo. In Grecia la televisione è ancora uno spettacolo pubblico. Gli avventori commentano e discutono, sbirciando i megaschermi accesi sopra i tavoli dei caffè. I numeri lampeggiavano alle spalle della conduttrice. Il risultato era sorprendente: Bandiera Rossa al 26,89%. A Iraklion, nettamente il primo partito. Creta è sempre stata rossa, mi ha spiegato il proprietario del ristorante. I burocrati di Bruxelles non possono toglierci l’anima. Gli ho chiesto se era preoccupato di un’eventuale uscita dall’euro. Ora no, ha risposto, sono contento. Bisognava dare una lezione ai partiti che ci hanno trascinato nel baratro. Poi si vedrà.

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IL DIPINTO

Un viaggio al tempo del default nelle terre in cui adesso vanno in vacanza i turchi

on voglio immaginare un’Europa senza la Grecia. Eppure l’ipotesi è stata presa seriamente in considerazione, se ne sono valutati rischi e conseguenze, concludendo che se ne potrebbe fare a meno. Un’operazione chirurgica – come tagliare un organo aggredito dalle metastasi a un corpo sano. Anacronistiche e romantiche sono sembrate le nobili voci di protesta, che hanno ricordato il debito dell’Europa nei confronti della nazione additata invece solo come debitrice. Per quel che vale, aggiungeteci la mia. Ricordate la domanda trabocchetto: pesa più un quintale di paglia o un quintale di piombo? Sulla bilancia della storia pesano di più i nomi dei filosofi, degli scrittori e dei matematici che hanno inventato il nostro modo di pensare il mondo-Socrate e Aristotele, Democrito e Pitagora – oppure milioni di obbligazioni e titoli di Stato? Un imprenditore italiano che alcuni anni fa ha delocalizzato in Turchia (e non in Grecia, paese a suo dire ideale solo per le vacanze), ha cercato di disingannarmi. È un ragionamento errato. Dici Grecia e pensi a Pericle. Ma la Grecia è un paese balcanico. Non aveva i requisiti per entrare in Europa. È la Turchia la scommessa del futuro. Ha un tasso di crescita annuo quasi cinese. Dovresti andare lì per capire come è cambiato il mondo. La Grecia non ce la può fare. Non ha economia, non produce, deve importare quasi tutto quello che consuma. E la ricchezza – che pure possiede – è sommersa. L’industria nazionale, il turismo, non paga tasse. Non potrà mantenere il suo esercito di impiegati, medici, poliziotti e professori. Ormai sento dire solo «finire come la Grecia». Espressione usata come un esorcismo, per non cadere nello stesso abisso e distinguerci dalla nostra sventurata gemella – «stessa razza, stessa faccia» è ancora il proverbio che ti viene rivolto per

*

CULTURA

E si è visto. Mentre i Greci, minacciosamente avvisati della possibilità di essere espulsi dall’Eurozona se non avessero votato per i partiti moderati ed europeisti, per la seconda volta in poco più di un mese tornavano alle urne, ero a Chios, nell’Egeo nord-orientale. Un’isola strategica, nella storia della Grecia. Che dovrebbe essere sacra alla memoria europea. E per varie ragioni. Tucidide sostiene che Omero abbia vissuto qui. L’isola rivendica l’illustre poeta, e gli ha dedicato l’aeroporto. Sulla costa, pochi chilometri a nord della capitale, si può vedere il sedile di marmo sul quale si sarebbe accomodato per insegnare ai suoi discepoli. Alcuni studiosi dicono che Omero non sia neppure esistito. Che l’Iliade e l’Odissea sono opere collettive – peraltro create in epoche diverse. A me però piace credere che davvero Omero sia vissuto in quest’isola di fronte alla costa turca, da cui la separa un braccio di mare largo appena otto chilometri. Per-

ché la storia del rapporto fra Oriente e Occidente che ci raccontano i suoi poemi è la storia del nostro continente, ed è una storia aperta – di guerre, invasioni, commerci, e rovesciamenti. Il pendolo della fortuna e della ricchezza ha oscillato sempre – e ora sembra di nuovo tirare dall’altra parte. I nostri antenati chiamavano Chios “Scio”. Per un europeo del XIX secolo, quel nome era una bandiera della libertà. Il pittore Delacroix dipinse un quadro, Il massacro di Scio, che suscitò dolore e rimorso, e spinse i giovani idealisti ad arruolarsi. Ma cosa era accaduto, nell’isola di Omero? È il 1822. L’Europa della Restaurazione è agitata da fermenti rivoluzionari. I patrioti insorgono in nome della libertà, della democrazia e dell’indipendenza in Italia, in Spagna, in Portogallo, in Grecia (nazioni, forse non per caso, oggi accomunate dallo stesso pericolante destino). Scio si ribella all’Impero Ottomano. La punizione è atroce. Il comandante

Il riconoscimento

A LUCIA ANNUNZIATA IL PREMIO FALCOMATÀ REGGIO CALABRIA — Lucia Annunziata, giornalista, scrittrice e neo direttore dell’Huffington Post Italia, ha vinto il premio nazionale di giornalismo “Italo Falcomatà”, nato a Reggio Calabria nel 2003 e dedicato alla memoria del sindaco scomparso nel 2001. Il premio alla carriera è stato assegnato a Gian Antonio Stella del Corriere della Sera, mentre altri riconoscimenti sono andati a Luciano Gulli, inviato di esteri del quotidiano Il Giornale e a Roberto Galullo (Sole 24 Ore, per il web). La studentessa pescarese Vittoria De Lutiis è stata giudicata prima nel concorso speciale di scrittura, organizzato in collaborazione con Repubblic@Scuola.

Kara Ali sbarca coi soldati, e non fa prigionieri. 47.000 abitanti della fiorente isola vengono deportati come schiavi; 48.000 fuggono; 23.000 vengono sterminati – risparmiati solo gli addetti alla produzione del mastice, nel sud. I crani delle vittime si accalcano in una vetrinetta, nel Museo di Néa Monì, il principale monastero di Chio, dove 3500 donne e bambini si erano rifugiati in cerca di scampo. Altri, piuttosto che essere venduti come schiavi ai mercati del Cairo e di Smirne, si fecero esplodere con la polveriera a Psarà, o saltarono nel burrone dalla rupe di Anavatos: oggi un’impressionante città-fantasma, la cui architettura orientaleggiante, quasi yemenita, rivela quanto sia stata profonda l’influenza culturale dell’Impero Ottomano. Gli Europei dell’800 vollero vendicare Scio. Si doveva morire per la libertà della Grecia – perché era sentita come propria. E per essa morirono Byron a Missolungi e Santorre di Santa Rosa a Sfacteria. Oggi la libertà della Grecia interessa solo ai Greci. Si sentono traditi dall’Europa. Puniti per colpe di politici lasciati governare allegramente per decenni dalle stesse istituzioni finanziarie che ora castigano la nazione per averli – spensieratamente – votati. Una singolare lezione di democrazia. Alle elezioni di giugno nella prospera Chio il primo partito è risultato Nea Demokratia (i conservatori). Voto pragmatico, ultima chance. Nessuno festeggia. L’indomani, già tutti pensano alla stagione estiva, che non decolla. C’è chi dice che il calo del turismo è del 40%. E guarda i traghetti in arrivo da Çesme – la cittadina turca sull’altra sponda dell’Egeo. Di notte, un firmamento di luci. La memoria del passato non è una condanna. Talvolta anzi insegna il futuro. All’inimicizia secolare è seguita la riconciliazione. L’ostilità ha ceduto a rapporti amichevoli, anzi necessari. I turchi sono ora ospiti benvoluti: turisti. Trentenni della nuova borghesia urbana di Ankara e Smirne sbarcano dai traghetti nel week-end, riempiendo gli alberghi, le spiagge e i negozi, soprattutto quelli che vendono i prodotti del mastice, da secoli fonte della ricchezza di Chio. Non sono chiusi, come quelli di Atene e delle città di provincia, sulle cui vetrine s’impolvera il malinconico cartello ENOIKIAZEITAI, si affitta: ma a chi? Dalla costa turca arrivano tuttavia anche ospiti meno graditi. Ma non si vedono. Sono afghani, somali, iracheni, scaricati di notte sulle coste dai trafficanti. Non possono essere espulsi, mi ha spiegato un marinaio – uno dei tanti che temono di perdere il lavoro: il suo traghetto collega la capitale alle isole minori, e fuori stagione parte vuoto, un servizio pubblico che non si sa fino a quando potrà essere garantito. Lo Stato greco non ha soldi, dice, ma manteniamo i rifugiati per mesi nei centri di detenzione temporanea. Ne sono arrivati a migliaia. Su un’isola di cinquantamila abitanti. Gli chiedo se abbia votato Alba Dorata, il partito nazi-nazionalista che lanciando slogan contro gli immigrati alle elezioni di maggio radunò il 6,97% delle preferenze. Hanno preso pochi voti, qui – protesta, sdegnato. 1593, sull’isola che – con Lesbo e Samo – da anni si trova in prima linea a gestire il problema dei clandestini. A me sembra una buona notizia: il

Per la libertà di Scio che si ribellò agli ottomani, morirono nell’Ottocento Byron e Santorre di Santarosa cantore delle peripezie mediterranee di Ulisse approverebbe il ripudio del razzismo dei suoi discendenti. La risposta giusta alla domanda trabocchetto è: un quintale di paglia pesa come un quintale di piombo. Ma io ci cascavo sempre. La parola ELEFTHERIA (Libertà) – scritta a caratteri rossi sulla bandiera che sventola ancora durante le cerimonie commemorative dei fatti del 1822 – per me peserà sempre più della parola default. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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CULTURA R2CULTURA Un anno fa la critica al post moderno, adesso il confronto sul pensiero prêt-à-porter

I dati dei primi mesi del 2012 di Amazon confermano la tendenza americana

SE ANCHE IN INGHILTERRA L’EBOOK SORPASSA IL LIBRO

SÌ,

ENRICO FRANCESCHINI

D IL LETTORE Un lettore di e-book: in Italia l’1,1% ha acquistato libri digitali nel 2011 (+55,3% del 2010)

LONDRA opo avere conquistato l’America, la rivoluzione dell’e-book arriva in Europa. Cominciando dalla Gran Bretagna, il paese europeo con la più alta diffusione di accesso a Internet in banda larga (ne è fornito l’80 per cento della popolazione) e il maggior numero di “lettori” digitali venduti. Secondo i dati di Amazon, la più grande libreria online del mondo, nei primi sei mesi del 2012 le vendite di libri scaricati sul Kindle dal web hanno superato per la prima volta quelle dei libri cartacei in commercio nelle librerie britanniche: per ogni 100 titoli di carta venduti, ne sono stati venduti e scaricati in rete 114. Un sorpasso storico per il Regno Unito, che gli esperti giudicano l’anteprima di quello che sta accadendo e si realizzerà molto presto anche nel resto del nostro continente. La svolta segue quanto si è già verificato negli Stati Uniti, ma a un ritmo più rapido. «Negli Usa abbiamo passato la pietra miliare del sorpasso degli e-book sui libri cartacei meno di quattro anni dopo l’introduzione del Kindle», dichiara Jorrit Van der Meulen, vicepresidente della Kindle in Europa, interpellato dal quotidiano Guardian di Londra. «Per raggiungere questa pietra miliare in Gran Bretagna sono bastati meno di due anni dall’introduzione del lettore digitale e dunque è un risultato ancora più straordinario». Il segno, dicono gli analisti inglesi del mercato librario, che la rivoluzione digitale corre sempre più in fretta, per cui i cambiamenti che qualche tempo fa necessitavano quattro anni di tempo ora si compiono nella metà e probabilmente si dimezzeranno ancora nel prossimo futuro. Le statistiche di Amazon contengono un altro aspetto di rilievo: i lettori che usano il Kindle, nel Regno Unito, acquistano quattro volte più e-book del I numeri numero di libri cartacei che compravano quando non

A leggere sullo schermo è una maggioranza: un risultato storico per il Regno Unito che gli esperti giudicano l’anteprima di quello che si realizzerà molto presto anche nel resto del nostro continente esistevano libri e lettori digitali. Le vendite di libri digitali, insomma, hanno il potenziale di quadruplicare rispetto ai cartacei. E non sembra che l’aumento della lettura sia determinato dal prezzo più basso degli ebook, perché a parità di prezzo, tra un libro digitale e uno in collana economica, i lettori britannici preferiscono sempre più spesso l’e-book. L’abitudine a leggere su uno schermo starebbe insomma diventando maggioritaria, oltre al vantaggio di potere avere più di mille libri sempre con sé in un comodo formato. «C’erano timori che Internet e il digitale portassero alla morte dei libri, invece siamo di fronte al rinascimento della lettura e dei libri, solo in una forma differente», osserva il vicepresidente della Kindle. «Noi stiamo vendendo più libri di quanti se ne siano mai venduti, autori ed editori dovrebbero essere contenti». Un fenomeno analogo a quello della musica, che ha visto il tramonto dei cd ma non di cantanti e case discografiche, né di gente pronta a pagare per ascoltarla. © RIPRODUZIONE RISERVATA

114 a 100 E-BOOK - LIBRI DI CARTA

Nei primi sei mesi del 2012 in Gran Bretagna sono stati venduti su Amazon 114 titoli digitali per ogni 100 volumi cartacei

2 anni IL TEMPO DEL SORPASSO

In Gran Bretagna il Kindle è stato introdotto due anni fa; negli Usa ci sono voluti 4 anni perché gli e-book su Amazon fossero più venduti

40 miliardi IL FATTURATO AMAZON

Nel 2011, la più grande libreria online ha superato i 40 miliardi di dollari (+41% del 2010). In Italia sono ora disponibili 3500 e-book

ILDIBATTITO SÌ Nuovo Realismo e non solo quando la filosofia torna a far discutere PAOLO LEGRENZI rank Plumpton Ramsey, il filosofo che, pur morendo a 26 anni (1930), aveva influenzato Keynes e Wittgenstein, il 28 febbraio 1925 interviene alla Aristotelian Society. Le scienze stanno diventando tecniche – dichiara Ramsey ai membri del suo club – e la Aristotelian Society perderà la sua ragion d’essere, dato che gli aristotelici avrebbero finito per potersi scambiare su un piede di parità solo punti di vista, non conoscenze. Era stato profetico. Nel secolo successivo la frontiera della ricerca è diventata sempre più incomprensibile per chi non la pratica. Il grande pubblico riesce oggi, con fatica, ad accettare un linguaggio semi-divulgativo per capire una cura del cancro, il cambiamento climatico o altre problematiche di grande rilevanza sociale. Dalla filosofia, invece, ci si aspetta una prospettiva più ampia, comprensibile ai non addetti ai lavori, meglio se intrecciata con saperi umanistici e letterari. Questa richiesta finalmente inizia a trovare risposte, anche grazie alla possibilità di uscire dai confini della filosofia per confrontarsi anche i mondi dell’arte e della scienza. La tradizionale divisione del lavoro – da un lato i fatti di cui si occupano le scienze, dall’altro le interpretazioni e le ideologie di cui si occupano i filosofi – sta saltando. Solo pochi anni fa sarebbero stati impensabili festival ed eventi a sfondo filosofico, chiamati filosofia prêt-à-porter (Roberto Esposito su Repubblica del 23 luglio, ha aperto la di- con opportuni incentivi, fossero scussione sul tema), alludendo modificabili. Di conseguenza si al fatto che forse non incidono potevano costruire “uomini sui nostri modi di vedere il mon- nuovi”, una volta adottati prodo e non producono cambia- grammi pre-stabiliti. I tentativi in questa direzione delle varie dittature non hanno funzionato ma hanno fatto, purtroppo, Il grande pubblico molto male. si aspetta oggi In seguito a questi fallimenti, un approccio si è passati, nel corso degli anni chiaro per i non Sessanta, all’idea che fosse la so-

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cietà a formare le persone. Queste si comportano secondo le etichette sociali prevalenti: si costruisce la “normalità” e, per differenza, anche la “devianza”. Ora non si trattava più di incanalare l’educazione, ma di modificare i modi con cui una data cultura categorizza la realtà sociale. In tutti questi casi avevano prevalso interpretazioni ideologiche della natura umana, a scapito di studi rigorosi basati su fatti empirici. Nel frattempo i vari specialisti andavano per la loro strada, e stavano nascendo le scienze cognitive. Con Chomsky, la linguistica inizia a individuare una serie di regole che la mente usa per parlare e ascoltare. Noi nasciamo già programmati per il linguaggio e il pensiero, ma non ce ne accorgiamo, a meno di appurarlo grazie a indizi sperimentali. Si ribalta così l’intuizione di Freud, che riteneva che la scoperta dell’inconscio avesse tolto l’uomo dal suo piedestallo («non è più padrone a casa sua» erano le sue testuali parole). In realtà le scoperte della biologia odierna e delle scienze cognitive fanno salire l’uomo su un piedestallo più

addetti ai lavori menti di sorta. Ritengo, tuttavia, che di questa “domanda di filosofia” vada dato un giudizio articolato. In essa è presente una richiesta di “interpretazioni generaliste” di fatti ed eventi, di fronte all’insoddisfazione prodotta dalle risposte troppo specialistiche offerte dalle scienze, come aveva previsto Ramsey. Ma è inoltre latente anche una domanda di dialoghi costruttivi (dibattiti, sì) tra mondi che le accademie avevano sempre più separato. Grazie a questo rimescolamento di carte, anche uno scienziato cognitivo può cercare di dire la sua. Tra l’altro, il primato delle interpretazioni sui fatti ha lontane radici psicologiche. Il punto di vista prevalente nella prima metà del secolo scorso presupponeva che gli individui,

LA SCRITTRICE Chiara Palazzolo, scomparsa domenica aveva 50 anni

na malattia vinta, di cui aveva parlato nel suo ultimo romanzo, e una recrudescenza improvvisa e fatale. E’ morta domenica notte Chiara Palazzolo, 50 anni, fra le più amate scrittrici gotiche italiane, autrice del best seller conosciuto come “La trilogia di Mirta/Luna”. Aveva scelto di dedicarsi alla letteratura fantastica dopo due apprezzati romanzi, La casa della festa e I bambini sono tor-

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nati. Una scelta che alcuni avevano considerato incomprensibile, da parte di una delle scrittrici più promettenti della scena romana: scelta, peraltro, compiuta in anni dove l’exploit del fantastico era lontano. Eppure, già con il primo libro (Non mi uccidere, cui sarebbero seguiti Strappami il cuore e Ti porterò nel sangue, tutti Piem-


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PER SAPERNE DI PIÙ www.guardian.co.uk www.edizpiemme.it

Un brano dall’introduzione di Ferraris al saggio di Markus contro l’anti-realismo

FATTI, INTERPRETAZIONI E METODO CRITICO MAURIZIO FERRARIS

C IL LIBRO Il senso dell’esistenza di Markus Gabriel (Carocci) è introdotto da Ferraris

DISEGNO DI TULLIO PERICOLI

Le tappe IL SEMINARIO A ottobre la fondazione Rosselli organizza un seminario sul Nuovo Realismo

I CONVEGNI Bonn, Berkeley e Torino. Saranno queste le sedi di 4 convegni

LA RIVISTA “The Monist”, rivista fondata nel 1888, dedicherà un numero speciale

alto. L’evoluzione della specie umana ha selezionato programmi mirabili che, facendo parte della nostra dotazione fin alla nascita, rendono possibile la vita mentale adulta senza sforzi consapevoli da parte nostra. Da laureato in filosofia, non riuscivo a trovare punti d’incontro tra le ricerche sperimentali

Il movimento cerca di porre le premesse per dialoghi tra le diverse discipline sulla cognizione e l’antirealismo filosofico, basato sul ben noto, e da troppi condiviso, assunto che «non ci sono fatti, solo interpretazioni». È un principio che trae origine dal flusso delle esperienze quotidiane di cui siamo consapevoli, dove risalta ciò che dipende dalle nostre interpretazioni soggettive, dando per scontato lo sfondo dei fatti accettati da tutti. Il principio trova inoltre conferma in svariati fenomeni contemporanei, dalla

Il lutto

Addio a Chiara Palazzolo signora dell’horror italiano me) aveva conquistato i lettori: decine di migliaia di copie vendute, una sceneggiatura cinematografica. Nella fascetta di una delle recenti ristampe, l’editore definì Chiara Palazzolo “la Stephenie Meyer italiana”. Ma l’horror della Palazzolo non fa concessioni a facilità di trama e lingua. La sua, anzi, è una lingua letteraria, complessa, imprevedibile nelle citazioni colte (in Non mi uccidere il fantasma di Wittgenstein assume

il ruolo di coscienza filosofica di Mirta, diciannovenne umbra che torna dalla morte). Un cancro al seno aveva fermato l’attività di Chiara Palazzolo. L’aveva superato e raccontato in Nel bosco di Aus, dove una delle protagoniste vince la malattia grazie a un oscuro patto con una strega. La scrittrice verrà sepolta questa sera alle 19 a Cirò Marina, in Calabria. Loredana Lipperini © RIPRODUZIONE RISERVATA

moda alla finanza, dal marketing alla pubblicità, tutte attività che creano gli eventi di cui si occupano. L’assunto in questione diventa più pericoloso se adottato dai politici, convinti delle loro interpretazioni dei fatti. Per uno psicologo cognitivo diventa oggi interessante assistere all’emergere di nuovi punti di vista filosofici, anticipati su questo quotidiano da un intervento (8 agosto 2011), e poi ripresi nel Manifesto del nuovo realismo di Maurizio Ferraris (uscito per Laterza). Non si tratta di un’esaltazione della scienza, delegandole il compito di occuparsi della realtà. Al contrario, il movimento del “nuovo realismo” sta avendo un’eco internazionale perché cerca di porre le premesse per confronti tra le varie discipline e i mondi dell’arte, pur dando per scontato che è compito delle scienze descrivere i diversi livelli in cui si manifestano i fatti e gli eventi sociali. La serie nutrita d’incontri in Italia e all’estero (New York, Bonn, Friburgo, per citare i più importanti), con il contributo, anche critico, di grandi filosofi e studiosi come John Searle, Hilary Putnam e Umberto Eco, indica che si è aperta una frattura nella lunga era del postmoderno. È una crepa salutare perché crea le condizioni per un confronto costruttivo con le scienze naturali. Nel Manifesto si accetta che gli eventi naturali, incluso l’uomo come entità biologica, sono indipendenti dall’epistemologia, e sono oggetto d’indagine sperimentale. L’esperienza è, a sua volta, indipendente dalla scienza e, per spiegare il funzionamento della mente, non dobbiamo accontentarci dell’introspezione, l’auto-esplorazione della vita mentale. Infine, anche gli eventi sociali sono “reali”, non il frutto d’interpretazioni soggettive, e sono ancorati su invarianti cognitive. La produttività di tali convergenze è la sfida per i prossimi anni. Forse una Aristotelian Society è ancora possibile. © RIPRODUZIONE RISERVATA

he cosa c’è di nuovo nel “nuovo realismo”? Solo questo: la piena consapevolezza di venire dopo il postmoderno, ossia di avere attraversato (e sperabilmente superato) l’antirealismo prevalente nella seconda metà del secolo scorso. In questo senso, i suoi tratti fondamentali sono, piuttosto che una critica liquidatoria dell’antirealismo, il tentativo di conservarne le istanze emancipative evitando gli effetti indesiderati, e in particolare la curva che ha portato il postmoderno a dire addio alla verità, attuando in modo indiscriminato il principio secondo cui «non ci sono fatti, solo interpretazioni». In primo luogo, il nuovo realismo tiene ferma l’istanza decostruttiva. Lo scopo fondamentale del nuovo realismo è la possibilità di recuperare gli argomenti per la critica, dopo la delegittimazione postmoderna della verità e della realtà. La parola “critica” dovrebbe mettere in chiaro che se ci si appella alla realtà non è per Realpolitik, ma, proprio al contrario, perché si tratta di non abbandonare il pensiero scendere in campo. Ora, rifiutare quecritico, ma di riproporlo sotto altre forsto uso della interpretazione non vuol me, adatte al mutato momento storico dire ridurla a immaginazione; significa, e non ridotte a una pura scolastica. È saal contrario, mostrare il nesso essenziacrosanto decostruire: in natura non esile che l’interpretazione ha con la verità stono i granduchi, i padri-padroni e gli e la realtà. Quanto poi allo scientismo, angeli del focolare, loro sono socialmi sembra che i realisti, da Gabriel a mente costruiti. Ma questo non signifiPaul Boghossian, da Mario De Caro a ca che tutto sia socialmente costruito, o Akeel Bilgrami a Petar Bojanic, senza che la verità sia un male. E del resto non dimenticare Hilary Putnam o Umberto si dimentichi che anche i sospettosi eroi Eco, non ci si riconoscano affatto. Per quel che mi riguarda, la prova di questo del postmoderno che hanno insistito è la differenza che ho proposto di tracsul carattere costruito della realtà lo faciare fra ontologia ed epistemologia. Il cevano in nome della realtà e della veche non significa che la filosofia può rirità. In fin dei conti, se Nietzsche, Freud, Marx hanno scritto quello che hanno fiutare le conquiste della scienza. La filosofia non si risolve nella scienza, è scritto, è stato in nome della verità. In secondo luogo, il nuovo realismo un’attività strutturalmente diversa, ma non è affatto una filosofia antiermeè molto difficile fare una buona filosofia neutica o antiscientistica. I realisti sanin contrasto con la scienza. Infine, il nuovo realismo è la proposta di una filosofia globalizzata, con la convergenza di tre elementi. 1. Una competenza Il problema non è scientifica, che nella fattispecie di una l’immaginazione ma il disciplina con forte componente umapotere, l’idea che non nistica come la filosofia, significa anche ci sia verità, ma solo una competenza filologica e storica. A cui si dovrà però aggiungere la compeconflitto e interesse tenza rispetto alle scienze (naturali e sociali). 2. Una competenza teorica, dove l’elemento analitico (o più propriano bene che un pezzo importantissimo mente accademico) fornisce la forma, nel mondo, e cioè la sfera sociale, non mentre l’elemento continentale (o più può darsi senza interpretazione, e che propriamente extra-accademico) forl’interpretazione può essere ricerca nisce i contenuti. 3. Una pertinenza della verità e non immaginazione al popubblica: fa intrinsecamente, e non actere. Il problema, semmai, e per restare cidentalmente, parte della filosofia la all’endiadi della immaginazione al pocapacità di rivolgersi a uno spazio pubtere, non è l’immaginazione, ma il poblico, consegnando a quello spazio ritere, l’idea postmoderna secondo cui sultati elaborati tecnicamente, ma in non c’è verità, ma solo conflitto, inteforma linguisticamente accessibile. resse, prevalenza del più forte, e che “interpretare” significhi essenzialmente © RIPRODUZIONE RISERVATA

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SPETTACOLI

MARTEDÌ 7 AGOSTO 2012

&TELEVISIONE

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L’attore debutta dietro alla macchina da presa e dirige se stesso in “La città ideale” in concorso alla prossima Mostra di Venezia nella Settimana della critica La sua carriera

Io,regista

CINEMA L’esordio nel film “I cento passi”, del 2000. Luigi Lo Cascio interpreta Peppino Impastato e vince un David di Donatello come miglior attore

SILVIA FUMAROLA ROMA li sono bastati pochi anni per diventare uno degli attori più richiesti del cinema italiano. Talento fuori dal comune quello di Luigi Lo Cascio, che da Marco Tullio Giordana (gli affidò, attore debuttante, il ruolo di Peppino Impastato nel film I cento passi e poi lo ha diretto nella Meglio gioventù) a Bellocchio, a Piccioni, a Cristina Comencini, Tornatore, Martone, negli ultimi dodici anni è apparso in tutti i film d’autore. Con la Mostra di Venezia ha un rapporto speciale: «È a Venezia» racconta « che mi sono visto per la prima volta sul grande schermo, nel 2000: il film era I cento passi, poi nel 2001 ho vinto la Coppa Volpi come miglior attore per Luce dei miei occhi di Piccioni. Un’emozione indescrivibile». Quest’anno, nona volta al Lido, si presenta in veste di regista oltre che di protagonista con la sua opera prima, La città ideale, unico italiano in concorso alla Settimana della Critica. Pantaloni e maglietta nera, zaino sulle spalle, Lo Cascio,

G

TV Nel film-tv del 2003 di Marco Tullio Giordana interpreta un giovane psichiatra. Vince il premio come miglior attore ai Nastri d’Argento

L’idealista

Il mio personaggio è un idealista, un ecologista che vuole vivere in piena autosufficienza. Ma la storia è anche un’indagine interiore

TEATRO Nel 2008 dirige e interpreta La caccia, dalle Baccanti di Euripide e lo scorso inverno Diceria dell’untore

IL CAST Da sinistra, Lo Cascio con Aida Burruano, la Burruano con Giusi Zaccagnini e Catrinel Marlon. A destra Lo Cascio e Luigi Maria Burruano 44 anni, ha l’aria felice di uno scalatore che è arrivato in vetta. «Sono orgoglioso perché da questa sezione sono usciti film italiani molto belli, come Il pranzo di Ferragosto e La Bas ma non vivo il debutto con un’ansia particolare, aspetto solo che il film sia proiettato, che arrivi al pubblico per avere un confronto. In fondo un film inizia a esistere solo in quel momento». La città ideale, prodotto da Bibi Film con Rai Cinema, ha per protagonista Michele Grassadonia (Lo Cascio) ecologista palermitano che si è trasferito a Siena dove da un anno porta avanti nella sua casa un personale esperimento: riuscire a vivere in piena autosufficienza, senza dover ricorrere all’acqua corrente o all’energia elettrica, nel pieno rispetto dell’ambiente. «Tuttavia, in una notte di pioggia, si troverà coinvolto da una serie di avvenimenti che gli faranno rimettere in discussione quello in cui crede». Lo Cascio, raccontato così sembra un giallo. «E’ stato definito un “giallo morale” e mi piace come definizione. Era capitato che qualcuno mi suggerisse di fare il regista, ma forse perché sono arrivato al cinema tardi, a 32 anni, ho sempre avuto dubbi. Sta-

La mamma

Accanto a me ho voluto la mia vera madre. Solo con lei poteva venir fuori una voce intima, uno sguardo vero, è stata bravissima L’esordio

Incontro ragazzi che mi dicono: ho deciso di fare il magistrato dopo aver visto “I cento passi”. Vuol dire che ha inciso nella carne

Lo Cascio: “Un giallo ecologista per scoprire quanto siamo fragili” volta è stato diverso. Angelo Barbagallo mi ha convinto, e mi sono sentito più sicuro anche perché la storia mi apparteneva, il soggetto è mio». Ma da debuttante fare il regista e interpretare il film non la preoccupava? «Un po’ mi spaventava fare le due cose, invece alla fine mi ha facilitato, in più la tecnologia ormai aiuta; stai al monitor e contemporaneamente in scena». La storia mette il protagonista di fronte a una scelta. «Il film è anche un’indagine interiore. Parlarne è difficile perché vorrei che gli spettatori si mettessero nei panni di Michele, ha una vita felice, è un idealista partito dalla Sicilia e ha scelto di vivere a Siena, un tipo particolare. Anche da spettatore mi piace molto l’indagine introspettiva. L’irruzione del caso co-

stringe il protagonista a dovere rispondere a un’improvvisa mutazione». Nel film c’è anche una riflessione sull’Italia di oggi? «Il mio è stato un approccio introspettivo, ma mi farebbe piacere se qualcuno ritrovasse nella storia temi legati al momento che viviamo. Ho scelto l’ecologia perché mi permetteva di creare un personaggio in cerca dell’armonia fra sé e l’ambiente, ma nello stesso tempo Michele si trova di fronte al pericolo di poter perdere questo equilibrio ideale». Nel cast del film — di cui fanno parte fra gli altri Catrinel Marlon, Massimo Foschi, Alfonso Santagata, Roberto Herlitzka, suo zio Luigi Maria Burruano con cui ha girato I cento passi, c’è sua madre Aida. «Lo so che fa sorridere, ma vede-

vo solo mia madre nel ruolo di mia madre. In un film in cui ci sono relazioni fredde, le scene con la madre devono essere momenti in cui viene fuori una voce intima, uno sguardo vero. Mamma è un’ex insegnante, noi siamo cinque figli, ha una sua forma di bella timidezza ma la ricordo battagliera al Provveditorato di Palermo. Questa corda con l’intimità potevo ricrearla solo con lei. E’ stata bravissima». Come mai uno studente di medicina lascia tutto per il teatro? Lei ha avuto un percorso anomalo. «E’ vero volevo diventare psichiatra ma mi è sempre piaciuto recitare, a 22 anni avevo un gruppo con mio fratello e altri amici, Le ascelle, cabaret demenziale, facevamo teatro di strada in Italia e in Europa. Quando ho fatto con Federico Tiezzi Aspettando Godot mi so-

no reso conto che il teatro sarebbe diventato la mia vita. Fare le prove con Virginio Gazzolo, assistere a questo procedimento lento, in cui il regista con gli attori lavora solo sulla parola per cercare di sviscerare tutte le interpretazioni di un testo, mi ha affascinato. Sembravamo un po’ dei carbonari… Sì, ho un’idea romantica del teatro». Da siciliano, il successo dei Cento passi la fa ben sperare? «Mi entusiasma il fatto che I cento passi non sia legato a una stagione del cinema, è un lavoro di cui vedo i frutti; mi capita di incontrare ragazzi che dicono: “Ho deciso di fare il magistrato dopo aver visto il film”. Quando un film incide nella carne e ti spinge a fare una scelta di vita, vuol dire che c’è voglia di cambiamento». © RIPRODUZIONE RISERVATA


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La polemica

Musica

Elton John: “La carriera di Madonna è finita”

Vasco: “Pace fatta con Ligabue”

“Il suo tour è disastroso, ha toccato il fondo”. Così Elton John su Madonna al programma Sunday Night. “Era una grande cantante pop, ora sembra una spogliarellista da luna park”.

“Tra me e Ligabue è scoppiata la pace, ma spero che smettano di paragonarci”. Lo ha dichiarato Vasco Rossi su Facebook. “Liga è della nuova generazione, io di un’altra epoca”

Sboccate e tutto sesso le ragazze di oggi sono peggio degli uomini LOCARNO otrebbero essere le figlie delle protagoniste di Sex and the City. Da Sarah Jessica Parker & Co. hanno ereditato il linguaggio sboccato, la tendenza alla promiscuità sessuale e una buona dose di cinismo: ma hanno venticinque anni di meno e si preparano a invadere gli schermi, facendo strage di pudore e bon ton. A sdoganarle è stato, l’anno scorso, Le amiche della sposa; ora, a Locarno, si è visto Bachelorette (da noi uscirà in ottobre), una nuova commedia acida che ha come protagoniste le tre damigelle d’onore al tipico matrimonio all’americana. Convergono per le nozze dell’antica compagna di scuola Becky (che detestano: lei, taglia extralarge, ha trovato un buon partito), s’incontrano e si abbracciano come eterne adolescenti, tutte squitii e gridolini isterici. Katie (Isla Fisher) si fa di alcol e cocaina; Gena (Lizzy Kaplan) ha un eloquio da imbarazzare un lottatore di wrestling; quanto a Regan (la star del cast, Kirsten Dunst) è elegante, perfezionista e affabile, il che non le impedisce di accoppiarsi nei bagni pubblici con un invitato, mentre risponde al telefono («mi dai un minuto? meglio due…»).

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Intorno ai maneggi per maritare l’amica si svolge una commedia frenetica, forse non memorabile ma al top di una tendenza destinata a evolversi, sul grande come sul piccolo schermo. «E dire – racconta la regista Leslye Headland, capelli multicolori e battuta fulminante - che quattro anni fa non me lo volevano produrre, dicendo che sì, è vero, le trentenni americane sono così, ma non

Belafonte: “La destra Usa contro il ‘nero’ Obama” L’attore e cantante ha ricevuto ieri il Pardo alla carriera. da sempre impegnato nella politica e nei diritti civili ha detto: “Brutto momento per gli Usa, la destra ce l’ha con Obama perché è nero”

Web

La TwtrSimphony creata da musicisti connessi alla piattaforma

La sinfonia diventa “social” ecco l’orchestra di Twitter FEDERICO CAPITONI ROMA — Anche la sinfonia diventa “social”. Un destino segnato già nel 2008, quando Tan Dun ne compose una per i musicisti selezionati on-line con provini caricati su YouTube. Da allora la YouTube Symphony Orchestra continua a dare concerti in giro per il mondo. Ora tocca a Twitter con TwtrSymphony. L’idea è di Chip Michael, autore di una composizione interpretata da musicisti di tutto il mondo connessi via Twitter. Per registrare il primo brano, la Sinfonia n. 2 Bird of a Feather, Michael ha inviato la partitura ai musicisti che hanno eseguito ognuno la propria parte rimandandola poi al mittente. Michael ha La regola è la messo insieme i pezzi, realizzando stessa dei post: quattro movimenti. ogni movimento Per ora è stato pubblicato il primo non può superare tempo della sinfonia (un Allegro chiamato The Hawk Goes Hunting) i 140 secondi ascoltabile sul sito di TwtrSymphony. Dal 13 agosto sarà disponibile l’Adagio Birds of Paradisee nei prossimi mesi verranno caricati sul sito gli altri due movimenti: lo Scherzo Tremulando Dança e il finale Murmuration. L’aspetto più interessante, oltre all’esecuzione “in remoto”, è la regola che Michael si è dato. Come su Twitter il massimo per un tweet è di 140 caratteri, così per ogni movimento non possono superarsi i 140 secondi (la sinfonia in totale dura meno di dieci minuti). Michael ha dovuto fare i conti con gli strumenti a disposizione. Non c’era nessuno che suonasse ad esempio la marimba, così la partitura non ha potuto prevederla. Sicché oltre alla possibilità di mettere in contatto musicisti che forse non si incontreranno mai di persona, il reclutamento via Twitter costituisce anche una sfida per il compositore perché gli chiede di scrivere per ciò che la rete offre. Costrizione che, se l’idea dovesse prendere piede, sarà sempre più rara. I suonatori di marimba sono avvertiti. © RIPRODUZIONE RISERVATA

sarebbero mai andate a guardarsi allo specchio nei cinema». Malgrado il tono scanzonato, Leslye pensa che le sue giovani connazionali siano piuttosto infelici, ossessionate dal pensiero fisso di essere belle e magre. Lei, spiega, ha dato al film un tono esagitato e grottesco, quasi da farsa; ma chissà? aggiunge: «In America molte spettatrici lo hanno preso per un documentario». Ad ac-

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BAD GIRL Le protagoniste di “Bachelorette”

A Locarno il film “Bachelorette”, in sala a ottobre ROBERTO NEPOTI

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compagnare la regista è a Locarno Lizzy Caplan, bella trentenne che sembra riassumere le caratteristiche generazionali del suo personaggio, anche se con un più di smaliziata ironia. All’inizio di Bachelorette la vediamo sull’aereo, mentre spiega a un passeggero, un po’ imbarazzato, un po’ eccitato, la sua top list di prestazioni sessuali. Tanto per non smentire il personaggio quando,

alla conferenza-stampa, un giornalista le chiede di definire il film, prima dice “funny”, divertente; poi ci ripensa e si corregge: “p…” (quello che gli americani chiamano “blow job” e le persone educate coito orale). Che dobbiamo aspettarci, adesso, da simili ragazzacce? Pronte a occupare le parti in commedia finora toccate ai maschi (vedi le serie Una notte da leoni e similari), le

fanciulle del nuovo decennio stanno trasformando radicalmente quello che negli States chiamano “chick-flick”, come dire il film-di-pollastre. Ricordate Bridget Jones, vendicatrice cinematografica di molte spettatrici appena un decennio fa? Sarà stata, sì, anche lei instabile e irrequieta; ma, a confronto di queste, pare una damina dell’800. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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GIOCHI

IL PODIOdiEDIPO a cura di Stefano Bartezzaghi

OGNI GIORNO BISOGNA INDOVINARE IL NOME DI UN OLIMPIONICO O UNA OLIMPIONICA DELLA NAZIONALE ITALIANA E L’EDIZIONE DELLE OLIMPIADI IN CUI HA VINTO LA SUA MEDAGLIA D’ORO (O UNA SOLA DELLE SUE MEDAGLIE D’ORO)

L’ANACRONISMO

IL REFUSO FUORVIANTE

Nell’anno in cui l’atleta del giorno vince la medaglia d’oro che oggi ricordiamo non succede che: Antonio Di Pietro entra in politica come ministro dei Lavori Pubblici.

La rassegna stampa sul personaggio del giorno contiene un refuso in ogni riga. Trova e correggi l’errore, tenendo conto che in ogni riga c’è una sola lettera da cambiare, da scartare o da aggiungere.

Muore Vittorio Gassman.

1. La sua specialità sono gli agnelli. 2. Con quel nome, viene da Pratt. 3. Nel suo curriculum c’è anche un po’ di attività colitica.

A Venezia un incendio distrugge il teatro La Fenice. A Sharm el-Sheikh, Israele e Olp firmano uno storico accordo che prevede il riconoscimento reciproco. In Italia Romano Prodi vince le elezioni politiche con la coalizione dell’Ulivo.

IL DISTICO ANAGRAMMATO Trova il nome dello sportivo del giorno anagrammando la parte in corsivo:

(scegli l’evento successo in un anno diverso)

I tuoi podi saran tra i più sicuri: / Ma di chi hai paura? *Ehi,chi curi?* (j,y = i).

L’ANELLO ENIGMATICO

Esempio. Se la parola-chiave fosse SPORT la catena potrebbe essere: SPORT - SPORTA (aggiunta di lettera) MANICO (per attinenza) - CAMINO (per anagramma) FUMO (per attinenza) - SUMO (per cambio di lettera) SPORT (per appartenenza di categoria). Nota: la catena è valida anche se letta in senso contrario (sport, sumo, etc.). La parola-chiave del giorno è: PALESTRA Forma una catena con cinque parole scelte fra le seguenti

ALLENAMENTO, AMORE, ARCO, AVERE, BACO, BALESTRA CAMPO, MARTE, PARCO, TOPO PALESTRA primo anello secondo anello terzo anello quarto anello quinto anello PALESTRA

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SOLUZIONI

ORIZZONTALI: 1.. L’ineffabile James. 5.. Più che facoltoso. 11. I leghisti l’hanno venerato. 12. Donne di Tashkent. 14. Ci si va a studiare o a essere giudicati. 15. Una meta per vacanze. 17. Simbolo del rame. 18. Discute su Internet. 21. Un Alban musicista. 23. Il campione di oggi. 24. È oscura e senza cura. 25. Lo è la città di Seul. 26. Si esclama per fare coraggio. 28. Un modo per fare il caffè. 29. La ferrovia regionale di Parigi (abbrev). 30. Sorprende che vinca. 32. Un’altra versione dello stesso soggetto. 34. Un istituto tecnico sperimentale (sigla). 35. Sigla della Marina militare statunitense. 37. Ha una chioma stellata. 38. Una delle arti maggiori. 40. I concittadini di Antoine de Saint-Exupéry. 42. Un indumento informale. 44. Lussu scrittore (iniz.). 45. Un romanzo futuribile di Michael Crichton. 46. La direzione di certi nasini. 48. Minuscolo stato europeo. 50. La fine della Fiat. 51. Posizione di accensione degli interruttori. 52. Un derivato del petrolio. 53. Vivevano sull’Olimpo.

VERTICALI: 1.. Ci vuole andare il golfista. 2.. Lo Yasujiro maestro del cinema giapponese. 3. Nota Bene. 4. Lo si compie rimanendo senza vestiti. 5. I concittadini di Woody Allen. 6. Una difesa del pallavolista. 7. Una sezione del Rinascimento. 8. Uno strumento per il cronista. 9. Vi insegnò Paul Klee. 10. Un giovanni poeta. 11. Preposizione costruttiva. 13. Una città della Crimea, fra Mar d’Azov e Mar Nero. 16.Le cose che rimangono. 19. Attento scrutinio della popolazione, a fine di prevenzione medica. 20. La città di una certa torre (targa). 22. La vorano in edicola. 23. Funziona a monetine. 25. Un appellativo romanesco. 26. La bizzarria di un certo teatro. 27. Servire bevande. 31. Formaggetti piemontesi. 33. Grossi pappagalli variopinti. 34. Un colpo pericoloso. 36. Va dal gomito al mignolo. 39. La firma del dottor Bonaventura. 41. Imposta Erariale di Trascrizione (sigla). 43. Il computer di “Odissea nello spazio”. 47. Sudafrica (sigla). 49. Le iniziali “originali” di Cartesio

Il personaggio del giorno è Jury Chechi, di cui oggi ricordiamo la medaglia d’oro vinta alle Olimpiadi di Atlanta del 1996 (negli anelli). 1. L’anacronismo Vittorio Gassman è morto nel 2000; tutte le altre sono notizie dell’anno 1996. 2. L’anello enigmatico Soluzione: PALESTRA ALLENAMENTO (attinenza) CAMPO (attinenza) PARCO (parasinonimo) ARCO (scarto) BALESTRA (attinenza) PALESTRA (cambio) 3. Il refuso fuorviante 1. Non agnelli ma anelli. 2. Non Pratt ma Prato. 3.Non colitica ma politica. 4. Distico anagrammato L'anagramma di: *Ehi, chi curi?* è: Yuri Chechi (j, y = i).

Devi formare una catena di parole. Ogni parola può essere in rapporto di attinenza (gatta - lardo), di cambio di lettera (lardo - laido), di scarto di lettera (laido - lido), di aggiunta (lido - lidio) o di anagramma (lidio - idoli) con la parola che la precede. La parola di partenza e di arrivo, l'anello che chiude la catena, è data. Le altre parole vanno scelte fra le dieci elencate qui sotto. La lunghezza della catena deve essere quella prevista dallo schema.


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R2PROGRAMMI

MARTEDÌ 7 AGOSTO 2012

PER SAPERNE DI PIÙ www.unpassodalcielo.rai.it www.raistoria.rai.it

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CANAL GRANDE DI ANTONIO DIPOLLINA NEL VUOTO GENERALE, TERENCE HILL È L’EROE DELL’ESTATE

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Cuori rubati Top Secret - Tf Vite sull’onda - Tf Cartoon Flakes Art Attack Meteo2 Tg2 Tg Olimpico Gare Live - Atletica leggera; Tuffi: semifinale 3m femm.; Canoa: K1 femm.; Triathlon maschile Tg2 Giorno XXX Giochi Olimpici Londa 2012 - Triathlon maschile; Windsurf maschile, Ginnastica: finale specialità; Windsurf femm.; Pallanuoto: semifinale femm.; Nuoto sincronizzato: Finale Duo; Beach Volley: semifinali; Tuffi: trampolino 3m finale. Nel corso: 14.45-17.50-19.50 Tg Olimpico Tg2 Tg2 L.I.S. Meteo2 Tg2 20.30 XXX Giochi Olimpici Londa 2012 - Tuffi: finale 3m trampolino maschile; Atletica leggera; Pallavolo femminile Tg2 Estrazioni del lotto Rai Sport Buonanotte Londra Rai Parlamento Telegiornale

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questi schermi). La domenica sera di Raiuno e Terence nella parte del forestale, ovvero un Don Matteo in divisa e passabilmente laico – si fa per dire, il passo è comunque divino: gli succede anche di cadere da una montagna, finire su un tappeto di frasche, alzarsi, spazzolarsi la divisa e ripartire. Davvero un mondo a parte, i cattivi del mondo annientati dall’eroe che ha carità cristiana per tutti, traumi dal passato e altre varie ed eventuali: ma come sempre tutto alla portata di chiunque.

6.30 Il caffè di Corradino Mineo 8.00 Ritratti: Delia Scala 8.50 Film: Franco e Ciccio sul sentiero di guerra - di A. Grimaldi, con F. Franchi 10.15 Rai 150 anni. La storia siamo noi 11.10 Tg3 Minuti 11.15 Agente Pepper - Tf 12.00 Tg3 - Rai Sport Notizie Meteo3 12.15 Per un pugno di libri 13.10 La strada per la felicità - Tf 14.00 Tg Regione Tg RegioneMeteo 14.20 Tg3 Meteo3 14.45 Tgr Piazza Affari 14.50 Tg3 L.I.S. 14.55 Camera dei Deputati: dichiarazioni di voto finale sul provvedimento di revisione della spesa pubblica 15.45 Film: Tutte le manie di Bob - di F. Oz, con Richard Dreyfuss, Bill Murray 17.20 Geomagazine 2012 18.55 Meteo3 19.00 Tg3 19.30 Tg Regione Tg Regione Meteo 20.00 Blob 20.10 Cotti e mangiati 20.35 Un posto al sole 21.05 Circo estate - con A. Lehotska e D. Larible 23.15 Tg Regione 23.20 Tg3 Linea notte estate Meteo3 23.55 Correva l’anno 0.45 Rai Educational “Lezioni dalla crisi”

FORESTALE Terence Hill in “Un passo dal cielo” su RaiUno

ITALIA 1

6.00 Prima pagina 7.55 Traffico / Meteo5 /Borse e Monete 8.00 Tg5 Mattina 8.35 Tvm: Che fine ha fatto il cavallo di Winky? - di M. Kaamp, con E. Tam, A. Wan 10.20 I Cesaroni - Tf 13.00 Tg5 / Meteo5 13.40 Beautiful 14.10 Aspettando Dallas 14.20 Tvm: Inga Lindstom Amore di mezza estate di Oliver Dommenget 16.15 Tvm: Hanna e il pinguino - di Dennis Satin, con Floriane Daniel 18.30 La ruota della fortuna 20.00 Tg5 Meteo5 20.40 Veline - con E. Greggio 21.20 Quinta colonna - conduce Salvo Sottile 0.00 Film: Lo squalo - di Steven Spielberg, con Roy Scheider, Robert Shaw 2.25 Tg5 Notte Meteo5 3.00 Veline (r) 3.30 Media Shopping 3.45 Damages - Tf 5.15 Tg5 (r) Meteo5 (r) 5.45 Media Shopping

6.30 Il mondo di Patty - Telenovela 7.20 Hannah Montana - Sitcom 8.10 Cartoni animati 10.30 Dawson’s Creek - Tf 12.15 Giffoni - Il sogno continua 12.25 Studio aperto Meteo 13.00 Studio Sport 13.40 Futurama - Tf 14.10 I Simpson- Tf 14.35 Cartoni animati 15.00 Gossip Girl - Tf 15.55 Glee - Tf 16.45 Giovani campionesse - Tf 17.40 Love Bugs - Sitcom 18.30 Studio Aperto Meteo 19.00 Studio Sport 19.25 C.S.I. New York - Tf 21.10 Film: 50 volte il primo bacio - di Peter Segal, con Adam Sandler, Drew Barrymore, Rob Schneider, Sean Astin 23.10 Il bivio 1.15 Nip/Tuck - Tf 2.10 Rescue me - Tf 2.50 Studio Aperto - La giornata 3.05 U-Zone - Tf 3.50 Media Shopping 4.05 Film: Vai gorilla - di Tonino Valeri, con Fabio Testi, Renzo Palmer, Claudia Marzani, Al Lettieri 5.35 Media Shopping 5.50 Drake & Josh - Sitcom

[servizio a pagamento]

cinema mattina

09.15 La caccia - di A. Penn Sky Cinema Classics 09.35 Rio - di C. Saldanha Sky Cinema 1 HD 10.25 Adèle e l'enigma del faraone di L. Besson Sky Cinema Hits HD 10.45 La trappola - di D. Petrie Jr. Sky Cinema Max HD 11.30 Uno, due, tre! - di B. Wilder Sky Cinema Classics 12.15 Se scappi ti trovo - di R. Virani Sky Cinema Hits HD 12.20 Scream - di W. Craven Sky Cinema Max HD 13.55 Takers - di J. Luessenhop Sky Cinema Hits HD

cinema pomeriggio

cinema sera

cinema notte

14.05 Le comiche 2 - di N. Parenti Sky Cinema Comedy 15.05 La grande corsa - di B. Edwards Sky Cinema Classics 15.30 Captain America. Il primo vendicatore di J. Johnston Sky Cinema 1 HD 15.55 Pesi massimi - di S. Brill Sky Cinema Family HD 16.05 The Presence - di T. Provost Sky Cinema Max HD 17.15 A proposito di Steve - di P. Traill Sky Cinema Passion 17.25 Infelici e contenti - di N. Parenti Sky Cinema Comedy 18.55 Striptease - di A. Bergman Sky Cinema Passion

19.20 Tommy e il mulo parlante di A. Stevens Sky Cinema Family HD 21.00 Victor Victoria - di B. Edwards Sky Cinema Classics 21.00 Keith - di T. Kessler Sky Cinema Family HD 21.00 Non lasciarmi - di M. Romanek Sky Cinema Passion 21.00 Il mio grosso grasso matrimonio greco - di J. Zwick Sky Cinema Comedy 21.10 Gallo cedrone - di C. Verdone Sky Cinema 1 HD 21.10 The Manchurian Candidate di J. Demme Sky Cinema Hits HD

22.40 Boris - Il film - di G. Ciarrapico Sky Cinema Comedy 22.50 Sahara - di B. Eisner Sky Cinema Max HD 22.50 Bella, bionda... e dice sempre di sì di J. Rees Sky Cinema Passion 22.55 Rio - di C. Saldanha Sky Cinema 1 HD 23.15 Execution - di D. Paolella Sky Cinema Classics 23.25 Benvenuti al Sud - di L. Miniero Sky Cinema Hits HD 23.50 Una moglie per papà - di J. Nelson Sky Cinema Family HD 00.35 Surf School - di J. Silverman Sky Cinema Comedy

15.30 Ginnastica artistica. Olimpiadi 2012 EuroSport HD 16.30 Tennis. Torneo WTA di Carlsbad Eurosport 2 17.00 Tennis. ATP World Tour Masters 1000 Toronto Sky Sport 1 HD 18.00 Ciclismo su pista. Olimpiadi 2012 EuroSport HD 18.00 Tennis. Torneo WTA di Montreal Eurosport 2 19.00 Wrestling. Ep. 7 WWE Domestic Raw Sky Sport Extra 19.15 Olimpiadi 2012 EuroSport HD

19.45 Bollettino Sportivo Eurosport 2 20.00 Atletica. Olimpiadi 2012 EuroSport HD 20.00 Tennis. Torneo WTA di Montreal Eurosport 2 21.45 Calcio. Juventus - Malaga Incontro amichevole Sky Sport Extra 22.00 Ciclismo. Tour del Benelux Eurosport 2 22.30 Olimpiadi 2012 EuroSport HD 22.30 Wrestling. Ep. 6 WWE Experience Sky Sport Extra

23.00 Tennis. Torneo WTA di Montreal Eurosport 2 23.30 Together to London EuroSport HD 23.45 Night News Eurosport 2 00.00 Sollevamento Pesi. Uomini +105 kg Olimpiadi 2012 EuroSport HD 00.00 Tennis. Torneo WTA di Montreal Eurosport 2 00.30 Ep. 10 FIFA World Cup Sky Sport Extra 01.00 Tuffi. Olimpiadi 2012 EuroSport HD

sport

11.45 Beach Soccer. Una partita Euro League Eurosport 2 12.30 Bollettino Sportivo Eurosport 2 13.00 Automobilismo. Trofeo Megane Eurosport 2 13.30 Olimpiadi 2012 EuroSport HD 13.30 Australian Football League Magazine Eurosport 2 14.30 Ciclismo. Tour del Benelux Eurosport 2 15.00 Ginnastica artistica. Olimpiadi 2012 EuroSport HD

FOX 10.45 10.55 11.00 11.15 11.40 11.55 11.55 12.10 12.45 13.00 13.05 13.50 14.00 14.00

La vita secondo Jim Fox HD Cuore e batticuore Fox Retro Giudice Amy Fox Life I Griffin Fox HD Tutto in famiglia Fox HD Revenge Fox Life La Tata Fox Retro I Simpson Fox HD C.S.I. Miami Fox Crime HD Strega per amore Fox Retro White Collar Fox HD Medium Fox Life 90210 Fox HD Tre nipoti e un maggiordomo Fox Retro

RETE 4

DIGITALE TERRESTRE

MATA HARI Si intitola “Alla ricerca di Mata Hari” lo speciale firmato da Piero Angela nel 1964 che Rai Storia manda in onda oggi, a 136 anni esatti dalla nascita della spia più famosa della storia. RaiTre - 18.00

IL presidio estivo – con ascolti più che soddisfacenti, nel vuoto nonolimpico. Presidio suo, di Terence Hill, del gruppo Lux e della galassia che gira intorno al progetto più edificante e tonico della fiction italiana. Nel momento di passare all’incasso, quelli del gruppo possono portare in dote anche l’estate, come se d’estate ci fosse davvero la tv. La postazione in questo caso è quella dell’alto Trentino con la fiction Un passo dal cielo(sono repliche, ovviamente, la seconda serie è in lavorazione e attesa presto su

6.20 6.50 7.45 8.40 9.50 10.50 11.30 12.00 12.55 13.50

16.05 16.40

18.55 19.35 20.10 21.10

0.00

1.20 2.30

4.15 4.30

LA SETTE

Media Shopping Magnum P.I. - Tf Più forte ragazzi - Tf Sentinel - Tf Monk - Tf Ricette di famiglia Tg4. All’interno: Meteo 4 Pacific Blue - Tf Distretto di polizia - Tf Tvm: Poirot non sbaglia - di R. Devenish, con D. Suchet My Life - Telenovela Film: Mondo perduto - di Irwin Allen, con Michael Rennie, Jill St. John, Claude Rains Tg4. All’interno: Meteo Tempesta d’amore Siska - Tf Film: Godzilla - di Roland Emmerich, con Matthew Broderick, Jean Reno, Maria Pitillo, Hank Azaria Film: Il giocatore - di John Dahl, con Matt Damon, John Turturro, John Malkovich Tg4 Night News Meteo Film: Bruciati da cocente passione - di Giorgio Capitani, con Jane Birkin, Aldo Maccione, Catherine Spaak, Cochi Ponzoni Media Shopping Zig Zag

6.00 Tg La7 Meteo Oroscopo Traffico 6.55 Movie Flash 7.00 Omnibus Estate 2012. All’interno: 7.30 Tg La7 9.55 In Onda (r) 10.35 Jag - Avvocati in divisa - Tf 11.30 Agente speciale Sue Thomas - Tf 12.30 I menù di Benedetta (r) 13.30 Tg La7 14.05 Movie Flash 14.10 Iron Road - Miniserie con Peter O’Toole, Sam Neil 15.40 Chiamata d’emergenza - tf 16.10 Il commissario Cordier - Tf 18.00 L’ispettore Barnaby - Tf 20.00 Tg La7 20.30 In Onda 21.30 Film: Amore a prima vista - di Vincenzo Salemme, con Carlo Buccirosso, Maurizio Casagrande 23.00 Film: Le comiche 2 - di Neri Parenti, con Paolo Villaggio, Renato Pozzetto, Roberto Della Casa 0.45 Tg La7 0.50 Tg La7 Sport 0.55 N.Y.P.D. Blue - Tf 2.45 Movie Flash 2.50 Cold Squad - Tf 3.35 In Onda 4.15 Omnibus Estate 2012 (r) 5.45 The show must go off

18.25 18.30 18.55 19.05 19.10 19.45 20.00 20.05 20.10 20.30 21.00 21.00 21.00

Mary Tyler Moore Fox Retro 90210 Fox HD La Tata Fox Retro Medium Fox Life Criminal Minds Fox Crime HD I Griffin Fox HD Strega per amore Fox Retro Ghost Whisperer - Presenze Fox Life Dog Whisperer National Geographic Channel Strega per amore Fox Retro Falling Skies Fox HD C.S.I. New York Fox Crime HD Life Unexpected Fox Life

21.00 21.50 21.55 21.55 22.00 22.45 22.45 22.50 23.00 23.30 23.35 23.40 23.45

Strega per amore Fox Retro Teen Wolf Fox HD C.S.I. New York Fox Crime HD Life Unexpected Fox Life Strega per amore Fox Retro Teen Wolf Fox HD Revenge Fox Life C.S.I. - Scena del crimine Fox Crime HD I Jefferson Fox Retro Happy Days Fox Retro Dog Whisperer National Geographic Channel America's Next Drag Queen Fox Life Criminal Minds Fox Crime HD

9.30 13.30 13.55 14.00 14.30 15.55 16.00 18.55 19.00 19.30 20.00 20.20 21.00 21.30 23.30

Deejay Hits The Beat of London Deejay Tg Fuori frigo Una splendida annata Deejay Tg Una splendida annata Deejay Tg The Beat of London Una splendida ananta Lorem Ipsum Una splendida annata Fuori frigo Iconoclasts Jack Osbourne No Limits

MTV 12.00 12.10 13.00 13.10 14.00 14.50 15.40 16.30 16.50 17.40 18.30 19.20 21.10 22.00 22.50 23.40 0.00

Mtv News Disaster Date Mtv News Made Greek: La Confraternita Teenager in crisi di peso Chelsea Settles: una vita XXL Teen Cribs Teen Mom Made Chelsea Settles: una vita XXL Popland Pauly D: Da Jersey Shore a Las Vegas Punk’d Ridiculousness: Veri American Idiots Speciale Mtv News I Soliti Idioti

RAI

■ 6.30 6.50 7.10 8.00 8.50 9.35 10.20 11.10 11.55 12.40 13.25 14.10 14.55 15.40 15.45 16.35 17.20 17.25 18.10 18.55 19.40 20.25 21.10 22.55 23.50 0.40 0.45 1.00 2.25 2.30 3.15

RAI 4 La situazione comica 30 Rock - Serie Tv Warehouse - Serie Tv Eureka Seven - Cartoni Doctor Who- Serie Tv Eureka - Serie Tv Ashes to Ashes - Serie Tv Streghe - Serie Tv Sanctuary - Serie Tv Dead Zone - Serie Tv Veronica Mars - Serie Tv Watch Over Me - Serie Tv Mad Men- Serie Tv Appuntamento al cinema Ashes to Ashes - Serie Tv Streghe - Serie Tv Rai News Warehouse - Serie Tv Eureka - Serie Tv Doctor Who - Serie Tv Sanctuary - Serie Tv Veronica Mars - Serie Tv Film: Dark Tide - di J. Stockwell, con H. Berry, O. Martinez Killing - Serie Tv Spiral - Serie Tv Appuntamento al cinema Wonderland Film: From Within - di P. Papamichael, con E. Rice Rai News Breaking Bad - Serie Tv Ashes to Ashes - Serie Tv

■ 9.05 9.50 10.45 12.35 13.30 14.25 14.35 15.20 15.25 17.10 18.05 18.10 18.25 19.20 20.15 21.10 23.00 0.45

PREMIUM American Dreams - Tf La Grande Vallata - Tf Una donna per amico - Tf Incantesimo - Serie Tv Pazza famiglia - Serie Tv Colpi di sole - Sitcom American Dreams - Serie Tv Appuntamento al cinema Film: Una farfalla nel cuore - di G. Gamba, con C. Pandolfi, C. Natoli Terra nostra - Tf Rai News Piloti 2 Incantesimo - Soap Sospetti - Serie Tv Medicina Generale - Tf Rossella - Miniserie La tassista - Miniserie Rai News

MOVIE

7.10 Film: Tutti dentro - di A. Sordi, con A. Sordi 9.00 Film: Un genio, due compari, un pollo - di D. Damiani, con T. Hill 11.05 Film: Il triangolo delle Bermude - di R. Cardona jr. con J. Huston, A. Garcia 12.50 Film: Scomodi omicidi - di L. Tamaori, con N. Nolte, M. Griffith 14.35 Film: Fiume Rosso - di H. Hawks, con J. Wayne, M. Clift 16.20 Film: Serious Moonlight - di C. Hines, con K. Bell, J. Long

MEDIASET PREMIUM 14.35 N.C.I.S. - Unità anticrimine Fox Crime HD 14.50 Futurama Fox HD 15.00 Tre cuori in affitto Fox Retro 15.30 Cuore e batticuore Fox Retro 15.45 Tutto in famiglia Fox HD 15.50 Doppia trappola Fox Life 16.10 Futurama Fox HD 16.30 Il ritorno di missione impossibile Fox Retro 17.05 I Simpson Fox HD 17.30 Supercar Fox Retro 17.35 La vita secondo Jim Fox HD 17.45 Revenge Fox Life 18.00 Tutto in famiglia Fox HD

DEEJAY TV

17.40 Rai News 17.45 Film: Caterina va in città - di P. Virzì, con S. Castellitto, M. Buy 19.30 Film: 14 anni vergine - di C. Charles, con R. Pinkston, K. Mara 21.00 Film: Appartamento per tre - di T. Mansukhani, con Abhishek Bachchan, John Abraham 23.05 100 pallottole d’Argento 23.10 Film: Il promontorio della paura - di J. Lee Thompson, con G. Peck, R. Mitchum 0.55 Rai News - Notte 1.00 Appuntamento al cinema 1.05 Stracult Movie

■ 14.35 15.35 15.40 16.35 17.25 17.30 18.25 19.15 19.45 20.40 21.15 22.55 23.45 0.15 0.40

RAI 5 Get up Stand up Appuntamento al cinema The day before David Letterman Show Rai News Posso venire a dormire da voi? Avventure immobiliari Due vecchie amiche intorno al mondo Posso venire a dormire da voi? Il Capitale Film: Risorse umane - di Laurent Cantet David Letterman Show Spartiacque Con i tuoi occhi Rai News Notte

GIALLO

cinema

8.40 Changeling - di C. Eastwood Premium Cinema Emotion 10.45 Libera uscita - di B. e P. Farrelly Premium Cinema 11.20 L’ultimo appello - di J. Foley Premium Cinema Emotion 11.55 The Doors - di O. Stone Studio Universal 12.00 Poseidon - di W. Petersen Premium Cinema Energy 12.35 Con gli occhi dell’assassino di G. Morales Premium Cinema 13.45 The Town - di B. Affleck Premium Cinema Energy 14.40 Julia - di E. Zonca Premium Cinema 16.15 Elizabeth - di S. Kapur Studio Universal 17.10 Gli ostacoli del cuore - di S. Feste Premium Cinema Emotion 17.45 Final Destination: Death Trip di David R. Ellis

Premium Cinema Energy 18.25 Gente comune - di R. Redford Studio Universal 19.15 Ocean’s Eleven - di S. Soderbergh Premium Cinema Energy 19.15 Shelter - Identità paranormali di M. Marlind e B. Stein Premium Cinema 21.15 Drive Angry -di P. Lussier Premium Cinema 21.15 The Elephant Man - di D. Lynch Studio Universal 21.15 Bastardi senza gloria di Q. Tarantino Premium Cinema Energy 21.15 The Edge of Love - di J. Maybury Premium Cinema Emotion 23.10 Il mistero dei templari di J. Turteltaub Premium Cinema 1.45 La finestra della camera da letto di C. Hanson Studio Universal

FOCUS

CIELO

10.40 11.45 12.35 13.30 14.15 15.15 16.10 17.15 17.55 18.45 19.10 20.10 21.00 21.50 22.40

10.00 11.00 11.30 12.30 14.00 15.05 16.15 17.15 18.15 19.00 19.15 20.15 21.15 23.15 00.15

Ai confini della scienza Le città segrete La terra dopo l’uomo Bella scoperta! Antiche invenzioni La storia dell’universo A caccia di Ufo Le città segrete I segreti del tempo In principio era la terra Fatti a fette Ai confini della scienza Le città segrete WWII - Gli archivi ritrovati Segreti di guerra La storia dell’universo

Famiglia Extralarge Project Runway - Taglia, cuci... sfila! Hell's Kitchen Dog Whisperer Hell's Kitchen Voglio vivere così Italia Missione seduzione Project Runway - Taglia, cuci... sfila! Cambio vita... mi sposo Sky Tg24 Flash Dog Whisperer Hell's Kitchen Affari di famiglia Diario di una squillo perbene Sex Therapy

08.00 08.50 09.45 10.35 11.30 12.20 13.10 14.05 14.55 15.50 16.40 17.30 18.25 19.15 20.10 21.00 21.50 22.45 23.35 00.30 01.20 02.10 03.00

Ellery Queen Matlock Alfred Hitchcock Presenta Squadra Emergenza Law & Order - I due volti della giustizia Quincy Ellery Queen Squadra Emergenza Crossing Jordan Law & Order - I due volti della giustizia Matlock Quincy Ellery Queen Law & Order - I due volti della giustizia Crossing Jordan Medical Investigation Medical Investigation 3 libbre 3 libbre Law & Order - I due volti della giustizia Invasion Alfred Hitchcock Presenta Matlock

TV2000 7.30 Nel cuore dei giorni - Rassegna stampa S.Messa da Castelgandolfo Angelus da Lourdes L’arca del Dottor Bayer - Fiction La grande musica - Johann Sebastian Bach 14.50 La selve delle lettere - di Pupi Avanti Eugenio Montale 16.00 L’estate con Benedetto XVI 19.20 Dieci minuti per gioco con Flik e flok 19.40 Tg 2000 21.30 Le Chiese di Roma - S. Giovanni Battista dei Fiorentini 08.30 11.55 13.00 14.00


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la Repubblica

LONDRA

MARTEDÌ 7 AGOSTO 2012

Nel giorno più duro per la squadra, sconvolta dalla vicenda Schwazer, gli azzurri si scoprono infallibili al tiro. E celebrano il fenomenale Campriani: dopo l’argento di lunedì scorso, un oro da n.1

L’altra

Oro Niccolò Campriani carabina 50 mt

(segue dalla prima pagina)

DAL NOSTRO INVIATO MAURIZIO CROSETTI LONDRA UELLO che si era già preso l’argento nella carabina da 10 metri e che per due millimetri non era diventato campione olimpico. Ma nella carabina a tre posizioni, stavolta col bersaglio a 50 metri, Niccolò è stato incredibile. Come Jessica Rossi l’altro giorno, sorella gemella di perfezione e freddezza. Argento e oro alla prima Olimpiade, è lui il ragazzo che consola l’Italia e le dice qual è la direzione giusta: non il doping, il trucco, il divismo isterico ma il lavoro, lo studio, la forza di salutare mamma e papà e farsi il mazzo in un’Università all’estero, con la borsa di studio perché sei bravo ma senza regali, senza privilegi. L’ultima gara è solo l’epilogo, quello che conta davvero è un allenamento esistenziale che si chiama quotidianità ma anche resistenza, talento, impegno. Così, il podio e l’inno sono solo la conseguenza, invece a Niccolò piace la causa: «Dare il massimo un giorno dopo l’altro e andare a letto soddisfatti». Nella disciplina più bella e difficile del tiro a segno si spara prima distesi a terra, poi in piedi, quindi in ginocchio. E per i dieci colpi della finale, di nuovo in piedi. Niccolò ha strapazzato il record olimpico nelle qualificazioni del mattino (1.180 punti), poi ha fatto colare il suo sangue di ghiaccio sulla pedana dove un amico del cuore, l’americano Matthew Emmons, alla fine terzo, e il coreano Kim hanno cercato invano di arginarlo. Ma lui stavolta non era battibile: è rimasto in testa dal primo all’ultimo proiettile, per ore, con la stessa determinazione feroce di quando spara a Colorado Springs insieme ai reduci dell’esercito statunitense, oppure di quando studiava a Morgantown, West Virginia: «Il giorno in cui partii per l’America, vidi piangere mio padre per la prima

Q

I colpi perfetti di Niccolò “Ho battuto le mie paure” Cervello in fuga

Il giorno in cui partii per gli Usa vidi piangere per la prima volta mio padre Ma ai ragazzi italiani dico: provateci e tornate Il viaggio

Tirando viaggi dentro te stesso, convivi con lo stress. Stavolta non potevo sbagliare, mi ero isolato dal mondo

volta in vita mia. Non è stato facile, ho stretto i denti, ai ragazzi italiani consiglio di provarci e poi tornare». Nel fondo del suo mirino,

Niccolò punta un bersaglio che si chiama se stesso: «Perché tirando viaggi dentro il tuo carattere, convivi con lo stress, senti il cuore battere all’impazzata e

le mani tremare, scopri la paura e la forza». Ai distratti può sembrare solo una gara sportiva, un simulacro dell’orrida caccia o l’elevazione al cubo del tirasse-

La fatica felice dell’aviere Morandi Bronzo Matteo Morandi Ginnastica Anelli

Matteo Morandi con la medaglia di bronzo conquistata ieri agli anelli Tesserato per l’Aeronautica, il suo sogno è salire su un caccia

gno del luna-park, invece si tratta della costruzione di una persona. Una bella persona, poi: nella conferenza-stampa dopo la premiazione, Niccolò elogia il suo amico Matthew, un asso che nella vita ha già perso tre medaglie all’ultimo sparo, e quello si mette a piangere. A gara appena finita, Campriani l’aveva consolato con una carezza, come un fratello o un figlio. Sarà che Niccolò conosce bene la paura del colpo fatale: l’aveva fallito a Pechino, addio podio, e pure qui a Londra all’esordio, quand’era primo in classifica finché il cuore non si è messo a galoppare laggiù, sfiorando un dito appoggiato al grilletto. «Stavolta non potevo sbagliare, mi ero isolato dal mondo coi tappini nelle orecchie e canticchiavo mentre lo speaker diceva che ormai si stava sparando solo per l’argento». Per scaramanzia, o per essere stato fregato troppe volte, non s’è fidato. Così è partito per il lungo viaggio, non era la prima volta che lo faceva, però mai così lontano, un’odissea senza fine e senza tregua, gli spari, i respiri, il silenzio prezioso e irraggiungibile, e finalmente ha incontrato un ragazzo d’oro. Uno che lui conosce bene. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Il movimento DAL NOSTRO INVIATO MARCO MENSURATI LONDRA vegliarsi una mattina e scoprirsi un paese di tiratori scelti. Ma quale sangue latino, ma quale emotività, l’Italia che torna da Londra felice e vincente è una nazione di “atleti ingegneri” dal sangue di ghiaccio e dal metodo infallibile, cervelli capaci di concentrarsi oltre l’immaginabile in una frazione di secondo, uomini e donne forti di diottrie, lenti di cuore, im-

S


2012

Atletica

Basket

Tutti i segreti dell’imbattibile Bolt: 41 passi per prendersi il mondo. E oggi torna in pista nelle batterie dei 200

La Spagna perde la partita dei sospetti: ko con il Brasile dopo essere stata a lungo in vantaggio Ma così eviterà gli Usa...

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Dopo il trionfo di Jessica Rossi, Fabbrizi sfiora il bis nella fossa olimpica: ko solo allo spareggio con il croato Cernogoraz dopo una gara emozionante: “Sono contento all’80 per cento...”

Italia DAL NOSTRO INVIATO LONDRA n ciclopico carabiniere marchigiano pieno di antibiotici, una strage di piattelli sbriciolati come cracker e una medaglia d’oro svanita ai rigori: ma alle Olimpiadi si dice “una d’argento vinta”, mai “una d’oro perduta”, altrimenti perché faremmo fare sport ai nostri figli? Ecco un altro grilletto senza pietà e senza paura, si chiama Massimo Fabbrizi, ha 35 anni, arriva da Monteprandone (Ascoli), è un campione del mondo di tiro a volo e simpatia. «Mamma che emozione, non avevo fiato, il cuore impazziva, all’inizio della gara non ero io che sparavo, era un altro». E’ venuto a Londra con 39 di febbre e la tracheite, ma uno come Massimo i virus li fracassa a fucilate. «Tredici giorni di antibiotici, per forza che le gambe diventano molli, fortunatamente ho il fisico». Ce l’ha eccome: Massimo Fabbrizi è uno di quelli che consolano tutti noi, e ci dicono che lo sport non è solo dieta, perfe-

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Argento Massimo Fabbrizi Fossa olimpica

Uno sporco ultimo piattello “Come perdere ai rigori”

appena ventenni o poco più che minacciano di dominare la scena mondiale di questi sport per il prossimo ventennio. Numeri e medaglie, che fanno impressione, e che risplendono nel sorriso senza oggi limiti di Ernfied Obrist, il presidente (altoatesino) dell’Unione italiana tiro a segno, la vera novità di questa olimpiade (nel tiro a volo, l’Italia ha sempre fatto bene), alla quale il Comitato olim-

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La sorpresa

Mica pensavo d’arrivare in fondo: non capivo nulla, pensavo di dover spareggiare per il bronzo, mica per l’oro La dedica zione atletica, purezza di forme, evviva invece la pancia che sta un po’ sotto il fucile. Il corpulento Massimo si mette comodo, dentro i pantaloncini bianchi sembra un po’ un elefante col tutù, ma quando co-

mincia a sparare è meglio non scherzarci troppo. “L’altro Massimo”, quello emozionato delle qualificazioni, era entrato in finale solo quarto, poi il vero Massimo gli ha detto di scansarsi: levati, bimbo, che conti-

Trecento poligoni e 75 mila tiratori “Siamo diventati una scuola per tutti” mobili di mano. La rivoluzione azzurra passa da qua, dalla Royal Artillery Barracks, il poligono olimpico di Londra dove gli azzurri delle carabine e delle pistole hanno letteralmente sbancato: due argenti e un oro dal tiro a segno, un oro e un argento dal tiro a volo. Cinque medaglie e due ipoteche per il futuro, Jessica Rossi (trap) e Niccolò Campriani (carabina 10 metri e tre posizioni), due ragazzi

abbiamo avviato una nostra scuola. Adesso sono gli altri che cercano i nostri tecnici». La caposcuola è Valentina Turisini, argento olimpico ad Atene e direttrice tecnica della nazionale. Un tecnico sopraffino ma soprattutto un leader autentico e carismatico. A lei Campriani ha regalato il bouquet del vincitore e dedicato il secondo abbraccio da campione olimpico (il primo è stato per la fidanzata Petra). «Questi ragazzi sono eccezionali sono certa che faranno del gran bene a tutto il movimento del tiro in Italia». Lei ha stretto forte il suo Niccolò, poi l’ha cacciato via: «Dai su che mi fai piangere».

nuo io. E da lì in avanti è stata una Fuorigrotta di centri e polvere da sparo. Gara bellissima, tutta in rimonta, con l’australiano Diamond (doppio campione olimpico, mica pizza e fichi) che aveva fatto 125 centri su 125, e poi ne manca 5 su 20, gli ultimi. In compenso il sesto, un croato, Giovanni Cernogoraz, ne aveva presi solo (si fa per dire) 122 su 125, ma negli ultimi 20 ne centra 19 contro i 18 di Massimo. In definitiva, il carabiniere e il croato arrivano alla pari e si giocano l’oro agli shoot-out, un tiro a testa e chi sbaglia perde. Il rigore mancato dall’azzurro è il sesto, càpita. «Ma sono contento, dài: contento all’ottanta per cento e amareggiato al venti. Io mica pensavo di arrivare in fondo, da com’ero partito. E pure in finale non capivo più niente, ero convinto di dover fare lo spareggio per il bronzo, mica per l’oro». Durante la gara, il tempo è cambiato tremila volte: sole pieno, sole velato, nuvole, pioggia, pioggia con il sole (durante i rigori). E poi, sberle di vento: una di queste ha spostato il piattello di Massimo nel primo errore, però lui non si aggrappa a certe cose: «Ho sbagliato perché non l’ho preso, tutto qui». La sua storia è uguale a quella di tanti tiratori, «sto al poligono dalle dieci di mattina fino alle quattro del pomeriggio, duecento piattelli da colpire ogni giorno, poi a casa con mamma, papà e mia sorella». C’è una fidanzata, Maria, ci sono tre cani e c’è una passione che fa tenerezza: «Per l’Italia: venti giorni lontano sono una condanna». E per la bandiera che lo avvolge come uno scialle: «Darei la vita per il tricolore, se non sapessi che sale sul pennone ogni mattina, neanche mi alzerei dal letto». Poi si va in pedana, per vincere oppure perdere e se non si vince pazienza. Non tutti i piattelli riescono col buco. (m. cr.)

pico italiano in difficoltà di immagine e in povertà di medaglie dovrà fare una piccola statua. Obrist si guarda da poco lontano il suo gioiellino splendente, Niccolò Campriani, e ringrazia il cielo di questo regalo che ostentatamente si ostina a definire non inatteso: «In Italia abbiamo 300 poligoni, 350 mila frequentatori annui e 75 mila tesserati per una disciplina che adesso, ne sono certo, crescerà sotto la spin-

ta di questi fenomeni. Qui a Londra abbiamo gareggiato in 10 discipline olimpiche con 7 tiratori e tiratrici che hanno raggiunto il numero record di cinque finali, vincendo quello che hanno vinto. Cosa volete che vi dica di più di questo? Come abbiamo fatto? Semplice, abbiamo lavorato come matti, da sei anni a questa parte ogni giorno. All’inizio ci siamo affidati a tecnici stranieri, poi abbiamo capito come si fa e

Sparo 200 colpi al giorno, poi torno a casa con mamma, papà e mia sorella. Amo l’Italia, per il tricolore darei la vita


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Sincro da finale

Canoa flop

Vela, festa azzurra

Il giorno di Josefa

IL SOGNO DEL DUO

BENASSI FUORI NEL K1

ANGILELLA & SIBELLO AVANTI

OTTAVA OLIMPIADE

“Possiamo migliorare ”. Il duo azzurro Lapi-Perrupato, 7° nelle qualificazioni del libero, oggi è in acqua per la finale

Non ce l’ha fatta Maximilian Benassi, non ha centrato la semifinale nella canoa K1 1000 metri. Ha chiuso la sua prova al 19° posto (settimo in batteria), mentre si qualificavano i primi 16 tempi

Grande prova di Giuseppe Angilella e Gianfranco Sibello nella classe 49er di vela, che vincono, anche con distacco, la seconda prova dopo essersi piazzati quinti nella prima. Si guadagnano così la finale

Poco dopo le 12 (ora italiana) scatta l’ora X per Josefa Idem, in acqua nelle batterie della canoa specialità K1 500. 47 anni, la “mamma azzurra”, argento a Pechino, è alla sua ottava Olimpiade

IL PODIO Matteo Morandi con il brasiliano Nabarrete (oro) e il cinese Chen (argento). Era arrivato quinto ad Atene e sesto a Pechino

Ginnastica

Il signorino degli anelli “Un bronzo per volare”

2004 Igor Cassina

L’aviere Morandi 3°: “Fatemi salire su un caccia”

STORICO ORO ALLA SBARRA Il ginnasta di Seregno incanta Atene e vince con 9,812 punti. A Pechino 2008 chiude quarto, nel 2011 si ritira

DAL NOSTRO INVIATO ENRICO CURRÒ LONDRA i quel supplizio quotidiano che è la vita del ginnasta, gli anelli sono il compendio e lo si capisce benissimo dal nome della posizione più frequente – la croce – quando gli atleti stanno lassù, appesi al sogno di una medaglia olimpica, ai loro bicipiti, che sembrano esplodere da un momento all’altro, e infine pure alle bizzarrie della giuria. Ieri, però, il trentunenne Matteo Morandi da Vimercate non si è lasciato crocifiggere: ha vinto il bronzo, la 20ª medaglia ai Giochi per la ginnastica maschile italiana e la sua prima alla terza finale, un bel premio alla costanza sua e del suo allenatore Maurizio Allievi (che nel 2004 condusse Cassina all’oro della sbarra). «Mia moglie Ilenia stava per partorire, ma mi disse di andare ai Mondiali: qualificati per Londra e torna con qualcosa al collo». Essendo tesserato per l’Aeronautica Militare, ha chiesto un vo-

1996 Juri Chechi

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Vince il brasiliano Nabarrete, fino a ieri noto solo per un video-hard: “Masturbaçao” lo più ardito di quelli che fa ogni giorno per sei ore in palestra, a Melzo. «Vorrei salire su un caccia». Intanto tornerà a casa in Brianza, o meglio in fattoria. «Ho tre pastori tedeschi, un maiale e la mascotte, l’asinello Benny». Ieri in tribuna c’erano Ilenia, la piccola Gaia (10 mesi), e i due fratelli. Uno, Marco, è venuto in moto dalla Brianza, e passare la Manica in quel modo deve essere stato meno stressante che assistere alla gara. Il contestato punteggio (15.900 per il vincitore brasiliano Nabar-

non lascia dubbi. Ma l’allenatore Goto dice che ora, dopo la prima medaglia della sua storia, la ginnastica brasiliana ha diritto a ben altra attenzione. «Servono finanziamenti per tutti gli sport, in Brasile conta solo il calcio». Di solito le medaglie aiutano: Nadia Comaneci lo sa da quando trionfava suo malgrado per la Romania di Ceausescu. «Le ragazzine guardano i documentari su History Channel e su YouTube per imitarmi. Alla ginnastica femminile italiana serve una star. Intanto, auguri a Vanessa Ferrari». Il surrogato è un reality di Mtv sulla vita delle ginnaste. «Può promuovere il movimento, se non distrae dagli allenamenti», dice possibilista Allievi, mentre oggi, nella finale del corpo libero, la Ferrari cerca la prima medaglia olimpica della ginnastica femminile italiana.

IL TRIONFO DOPO L’INFORTUNIO Il “signore degli anelli” s’infortunò prima di Barcellona ’92, era il favorito. Ad Atlanta il riscatto: esecuzione perfetta, 9.887 di punteggio e titolo olimpico. Nel 2000 un altro ko lo esclude dai Giochi di Sydney. Torna ad Atene: bronzo nel 2004 rete, 15.800 per il favorito cinese, il campione in carica Chen, 15.733 per Morandi e 15.666 per il russo Balandin) dice che sono stati decisivi anche i giudici. «Il brasiliano, in uscita, ha fatto un passettino indietro», ha ricordato Allievi. Morandi non se l’è presa troppo. «Ho sperato di arrivare secondo, ma questa medaglia pesa anche perché, nel 2008, la scipparono a

L’intervista DAL NOSTRO INVIATO MATTIA CHIUSANO LONDRA — Sono uomini così, che vincevano Olimpiadi e litigavano con gli arbitri, che hanno fatto i maestri sulle pedane, poi i ct, domando campioni pronti a scannarsi. Sono uomini come Stefano Cerioni, baffoni e aria spavalda, che poi si commuovono alle lacrime il giorno dopo la settima medaglia della scherma italiana. «Penso agli atleti che mi hanno dato tutto ed io ho dovuto escludere per fare posto ai giovani - piange al rientro in Italia -, e dico che questo è il lato peggiore del mio lavoro». Cerioni, lei è diventato il tecnico azzurro più medagliato delle Olimpiadi. «Ho trasmesso a questi ragazzi la mia stessa voglia. Sapevo che si erano preparati bene, ma l’Olim-

Coppolino». Chechi spiega del resto che l’atterraggio di Morandi, con un saltino in avanti, non è stato impeccabile. «Matteo altre volte è stato più bravo. Ha pagato due imperfezioni: l’uscita e l’essere rimasto poco nelle posizioni di forza». Lo slancio è invece la qualità migliore dell’azzurro: il nuovo codice degli esercizi, varato dopo Pechino, per fortuna la valorizza.

Adesso, in vista di Rio, il codice cambierà ancora. Il futuro sembra di Nabarrete, fino a ieri conosciuto in patria più che altro per un video del 2007, appena rimesso in circolazione. Vi si vede l’intera squadra maschile di ginnastica, incluso l’allora diciassettenne Arthur, impegnata in un esercizio a suo modo ginnico: il titolo portoghese (masturbaçao)

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Cerioni e il team dei fioretti avvelenati “Adesso mi aspetto un riconoscimento” piade è strana. Invece loro non solo hanno mostrato una scherma molto bella, ma sono diventati combattenti come avevo chiesto, senza pensare agli arbitri». Meglio una medaglia da atleta o da ct? «L’emozione dell’atleta è irripetibile, ma portare gli altri alla vittoria è altrettanto bello. Soprattutto se sei stato maestro, come io con la Di Francisca». Per il bene del gruppo ha tenuto atleti, come Cassarà, che avevano cercato di boicottarla. «Non è stato facile, col mio carattere. Ma sono un professionista, ho fatto la scelta più giusta passando sopra a certi episodi.

Passato e futuro

È stata dura superare i dissidi, ma parlar chiaro è servito. Ho ricevuto offerte anch’io: non guadagno tanto, però vorrei continuare qui

Volevo provare a trasformare Andrea in quel che poi è diventato: un campione del mondo». Per il bene del gruppo, ancora, ha fatto convivere atleti che si sospettavano di complotto (Baldini-Cassarà). «Un periodo altrettanto difficile. Ho preteso rispetto, spiegando che mancavano le prove per certe insinuazioni. All’inizio è stata dura, poi i due si sono riavvicinati fino alla straordinaria prova di unione dell’oro a squadre». Cambiano le regole, si affermano nuove nazioni, ma l’Italia resta sempre al top. «Nelle sale di scherma non scartiamo chi non è portato».

Come fanno in altri sport. «I ragazzini vengono seguiti in modo da arrivare al massimo risultato. Non avranno le qualità per un’Olimpiade, magari diverranno ottimi sparring partner: è il gruppo a formare il campione. Peccato mandare via i piccoli: magari a 17 anni diventano fortissimi». Cerioni, resterà in Italia, o emigrerà all’estero come Tommasini, maestro della Vezzali? «Intanto Tommasini non lo perderemo, sarà con noi nei collegiali. Sì, noi guadagniamo poco e altre nazioni cercano di attaccare il nostro fioretto. Ho ricevuto proposte, mi farebbe piacere un riconoscimento in Italia, al di là delle strette di mano. Ma ci tengo a restare in questo gruppo, non ci saranno problemi». © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Il gol fantasma

Il ricordo di Monaco Storico Cipro

PALLANUOTO, ARBITRI ESPULSI

A CASA GERMANIA

PRIMA VOLTA SUL PODIO

Gli arbitri Margeta e Koryzna sono stati espulsi per non aver dato il gol, netto, alla Spagna che ha perso 8-7 con la Croazia

Il Comitato olimpico tedesco ha ricordato le vittime di Monaco ’72 con una cerimonia religiosa a Casa Germania. Vi ha preso parte anche il presidente del comitato Thomas Bach

Pavlos Kontides porta la prima medaglia olimpica della storia del suo paese, Cipro, che partecipa ai Giochi dal 1980. Ha infatti vinto l’argento nella vela laser. Prima di lui solo l’australiano Tom Slingsby

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SCHERMAGLIE OLIMPICHE ANTONIO DIPOLLINA

Bragagna tra canne e cantina

CON LA FOTO DELLA NONNA Felix Sanchez vince 400 hs in 47’’63. Oro ad Atene, fuori in batteria a Pechino, ha corso con la foto dei nonni

PRIMO PODIO PER GRENADA Kirani James, 19 anni, vince l’oro nei 400 m con un grande 43’’94. Per il Grenada è la prima medaglia olimpica

Delusione Isinbaeva, la regina è solo terza E tutto lo stadio si commuove per il ritorno con lacrime di Sanchez, oro nei 400hs DAL NOSTRO INVIATO ENRICO SISTI

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Nel lancio del peso gara dominata dalla bielorussa Ostapchuk, 3000 siepi alla Zaripova Non è una del gruppo e non è più la Isinbaeva che si divertiva a ritoccare i suoi record. Cos’è? Ha vinto l’americana Suhr con 4,75, argento alla cubana Silva, bronzo a Elena la normale. Nel lancio del peso (Rosa fuori in qualificazione) la capofila dell’anno, la bielorussa Ostapchuk, che neanche tanto vagamente ricorda il Jeff Bridges del «Grande Lebowski», non ha avuto pietà. Le dodici finaliste della gara sono state subito avvertite che non era il caso di preoccuparsi: l’oro l’avrebbe vinto lei al primo o al secondo lancio (21,31 e 21,36). Così è stato. Quanto a Felix Sanchez, beh, questa sì che è una bella storia. La storia di una morte e di una resurrezione ago-

nistica. Lost and found. Dopo aver dominato i 400 hs dal 2000 al 2004, due volte il mondiale, a Edmonton e a Parigi, e una volta le Olimpiadi, ad Atene, Felix il dominicano aveva rallentato, anzi si era quasi spento: «Vengo se mi chiamate, ma ormai passo sotto gli ostacoli...». A Pechino uscì in batteria con 51”10. Correva ai

PESO BIELORUSSO Uno dei lanci della bielorussa Ostapchuk che a 32 anni ha vinto l’oro nel peso

SIEPI RUSSE La gioia della russa Yuliya Zaripova che a 26 anni ha conquistato i 3000 siepi

CERCHI MAGICI CIAO MAMMA

otto il colpo della tremenda notizia rimane soprattutto Franco Bragagna, telecronista Rai. Che ammette: «Abbiamo il morale in cantina». Purtroppo non c’è niente da bere. Poi lancia ipotesi poco chiare sul passato ciclistico di Schwazer e fa arrabbiare tutti gli appassionati di ciclismo e così deve precisare il pensiero, poi dice «E’ davvero una notizia bomba e mai avremmo voluto usare questo termine nel 67esimo anniversario di Hiroshima». E in più, dello statunitense squalificato per cannabis spiega: «Beh, quella è un’altra cosa, una canna è un peccato veniale». *** Prima che arrivasse la pessima notizia, Bragagna sarebbe passato alla storia della giornata olimpica per la sua intemerata mattutina: il nostro si era lasciato andare sulla Cerimonia olimpica, definendola la peggiore di sempre o quasi. Siccome Bragagna era stato escluso all’ultimo momento (e davvero ingiustamente) dalla conduzione della cerimonia medesima c’è caso che eccetera: ma almeno ora siamo più tranquilli e sappiamo che mai e poi mai avrebbe voluto commentare una cerimonia così brutta. *** Prima che succedesse eccetera eccetera, ci si era deliziati con la medaglia d’oro di Campriani e soprattutto con la sua risposta a una domanda live subito dopo: «Guardate, non è che mi ero preparato cosa dire in un caso simile: se tornate domani ci penso e vi dirò qualcosa di intelligente». Immenso e preciso. *** Tg2 trionfante anche ieri, e niente Raisport 1 nemmeno per l’edizione della sera. E’ il tg dell’obbligo. Ma ha un sacco di cose, compreso un servizio su una serata in cui è stato assegnato un buffo premio al direttore del Tg2. *** “P…. Eva, ma perdiamo il set per due c…ate così, p…. Eva”. (Il time-out in diretta di Camillo Placì, tecnico o quasi della Bulgaria. I bulgari lo ascoltano, compunti. Il set comunque non lo perderanno. Antinelli cerca di metterci una pezza: “Il timeout in diretta è così, prendere o lasciare, e lo spirito del salentino Placì può comprendere queste cose) *** Antinelli: «Questa pubblicità la dobbiamo mandare in onda per pagare te». Lucchetta: «Ragazzi, io posso devolvere tutto il mio stipendio alla cassa giornalisti e nuovi commentatori» (La magnifica coppia Rai della pallavolo. A quel punto si sono accorti di essere già in onda) «La strada è tutta in salita per l’equipaggio italiano» (Giulio Guazzini, telecronaca della vela, Rai). «Bolt mentre correva guardava il Tg2» (da Twitter). «La barca va a una velocità proverbiale» (Giulio Guazzini, Rai).

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Atletica

LONDRA analmente, ha toppato. Non solo la gara: bronzo, poco per lei. Elena Isinbaeva è tornata dal suo vecchio allenatore Trofimov. Ha creduto che le cose sarebbero tornate d’incanto al «come eravamo» (felici e bravi). Ma non doveva. E per un semplice motivo: era lei a non essere più la stessa: «Torno da lui perché è con me sempre, mi segue ovunque, vive per me», disse. Fosse così facile. Ieri Elena Isinbaeva è franata sui suoi errori tecnici e psicologici e sulle sue presunzioni. È entrata a 4,55 e ha subito sbagliato. Ha superato 4,65 e 4,70. Poi s’è piantata a 4,77. Due errori. Si è tenuta l’ultima prova per i 4,80, misura che un tempo avrebbe saltata anche senza l’asta. Ieri l’asta ce l’aveva ben stretta in mano, ma non aveva considerato l’asticella, che invece ha centrato in pieno. Una volta Elena si incappucciava o si nascondeva sotto gli asciugamani per concentrarsi o per dormire. Adesso tutti i suoi rituali sono soltanto il sigillo, anche materiale, di un isolamento, di una scomoda unicità.

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meeting e chiudeva in 52”57. Ed era lo stesso Sanchez che nel 2003 aveva corso in 47”25: «Non mi andava più di soffrire. Il corpo mi diceva: e smettila una buona volta!». Si è messo a pensare, sotto il patio fumando sigari. Non ha toccato pista per un anno intero. Poi un giorno la folgorazione: «Ricomincio». Aveva 32 anni.

CURZIO MALTESE

eppe Grillo doveva dire la sua anche sulle Olimpiadi e l’ha fatto col solito copia e incolla di luoghi comuni del giornalismo. Vai col parallelo fra Giochi e circenses, la critica del nazionalismo, la scherma di cui a nessuno frega, il «mancano soltanto le freccette e le bocce». Tutto un po’ vero e molto banale. Il Grillo d’altri tempi avrebbe trovato battute migliori. Si potrebbe per esempio fare ironia sul dominio azzurro nelle discipline medievali, spada o tiro con l’arco, e chiedersi perché il Coni non spinga anche il lancio dell’alabarda e il torneo di mazza ferrata. Qui a Londra chi scopre all’improvviso che non esistono più le mezze stagioni e sente il bisogno di gridarlo al mondo, può farlo da un angolo di Hyde Park. In Italia fondano partiti e prendono milioni di voti. Su un punto però Grillo ha ragione: gli atleti non salutano più la mamma. Non un cenno grato, un bacio da lontano, solo poche e frettolose telefonate. Lasciano che se ne occupi lo sponsor. A Casa Italia uno sponsor ha adottato le mamme azzurre, le porta in giro, offre il parrucchiere e infine le fotografa sorridenti sotto il marchio. Vorrei quindi fare un gesto davvero trasgressivo. Questo: ciao mamma.

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Oggi ne ha 35. Fra un compleanno e l’altro, fra un ostacolo e l’altro, si è ricostruito un’identità e nel farlo ha ritrovato il piacere della fatica perché «mi sono ricordato quello che mi diceva mio padre quando eravamo ancora in America: no pain no gain». Ieri, appena tagliato il traguardo dei 400 hs, da trionfatore, segnando un fantastico 47”63 (argento all’americano di scorta Tinsley, bronzo all’eterno piazzato, il portoricano Culson), si è sfilato da sotto il body un cartoncino che durante la gara s’era appiccicato alla pelle: era la foto dei suoi. L’ha messa sulla pista e si è messo a baciarla e a piangere. Sul podio stava quasi per sentirsi male dalle lacrime. Il pubblico s’è palesemente commosso. C’è anche da raccontare la sindrome che coglie kenyane ed etiopi nelle finali dei 3000 siepi femminili ai Giochi o ai Mondiali. Sono le più brave, le più veloci, si presentano con i tempi migliori e non vincono mai. Ieri l’ha spuntata come a Daegu lo scorso anno la russa Zaripova. Chiusura con i 400 maschili, che consacrano il grenadino Kirani James. Correrà pure con i piedi a papera ma ieri è sceso sotto i 44” (43”94). Azzurri: Caravelli in semifinale dei 100 hs, eliminata nei 200 la piccola Hooper. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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L’ALTRA VERSIONE DEL BLACK POWER EMANUELA AUDISIO oltesque. Ora è diventato anche un aggettivo. È l’atleta del 21esimo secolo. Ultradimensionale, oltre lo sport, oltre la nazionalità. La sua è una performance artistica. Body art in movimento. La tempesta perfetta. L’unico al mondo a scendere sotto i 9”70. Gli altri non ce la fanno, si spezzano se solo provano a stargli dietro. È da fenomeno come scivoli sui 100 nella fase lanciata. Nessuno è gigante come lui: 1.96 per 46 di piede. Nessuno ha la sua falcata, 2.77 metri, contro 2.43 di Gay e i 2.73 di Lemaitre. Un misto di potenza e di velocità: 41 passi per divorare i 100 del record (9”58). Se gli va, incendia ogni resistenza. Gli altri si bruciano, lui se ne esce con una capriola da circo, e solo con la bocca un po’ secca. Per questo le sue gare sono oggetto del desiderio: 20 milioni di richieste per il biglietto della finale. La più veloce di sempre, con 9”80 niente podio. Due miliardi di persone davanti al video. Bolt è una superstar, una Madonna nera, puro show, muscoli, fremiti e brividi caldi. È a quota 4 ori (tre a Pechino), già in corsa verso il quinto, i 200 metri, la prova che più gli piace. Per ora ha eguagliato Carl Lewis: due ori consecutivi nello sprint breve (‘84 e ‘88), ma Carl ebbe bisogno della pipì drogata di Ben Johnson per vincere il secondo. Phelps ha una valigia zeppa di medaglie (22), ma la sua fama non esce dalle piscine, non varca quel bordo di cloro. Bolt lo trovi anche su muri delle periferie di East London, a Shoreditch, c’è un artista americano (Jimmy C) che è andato in giro a disegnarlo ovunque. A Mohammad Ali servì la rabbia, a Tommie Smith il pugno nero, a Bolt basta un passo di danza per avere il pianeta dalla sua parte. «Don’t worry, be happy». A Berlino nel ‘36 Owens smontò il razzismo con 4 ori, a Bolt nel 2009 sono bastati pochi secondi a 45 km/h per far morire dal ridere all’idea di una superiorità ariana. Faceva impressione vedere come da solo avesse invaso la Germania. I bambini biondi si dipingevano di nero per essere uguale a lui, con i nonni a ballare in sandali e con la maglia della Giamaica. Fosse resuscitato Hitler, si sarebbe risuicidato. A Londra lo stesso: tutta la gioventù che brama per avere la pelle nera e che si mette in posa alla Bolt. È un altro tipo di black power. Nessuno vuole fare atletica, ma tutti vogliono essere Bolt. Piace l’idea che lo sport come immagine esca dalla miniera della fatica. Mennea era forte, ma imbronciato. Borzov era bravo, ma impenetrabile come l’Urss. Lewis era straordinario, ma egoista e troppo socratico. Greene era scattante, ma rozzo. Michael Johnson era efficace, ma più freddo di un iceberg. Bolt invece è caldo, farebbe pure a cuscinate prima di una gara. Messaggero di un’atletica cool, leggera. Pure quando è pesante. Bolt non solo ha sequestrato lo sprint, ma anche l’immaginario. Con il suo ghigno da clown, con la sua faccia da ballerino della notte, da nipote di Bob Marley. Non nasconde che non gli piace la fatica. A Pechino lasciò il secondo (Thompson) 20 centesimi indietro, qui a Blake ne ha dati 12. Un metro di separazione, ma un pianeta più in là. Io Bolt, molto marziano. Nessuno ha il suo fisico, con Blake ci sono 16 centimetri di differenza, quando vi sfiora, vi fa sembrare un nano sul triciclo. È perfino riuscito a dire con candore una verità brutalissima: «Blake lavora il doppio di me, ma io ho più talento». Come a dire: lascia perdere, disgraziato piccolino. L’altro ha pure ringraziato: «È un onore stare dietro a Usain». E oggi ci sono i 200. E i bambini allo stadio con la vernice nera sulla facce. Being Usain Bolt. «Black is the colour» cantava Nina Simone, per convincere il mondo che il colore nero non era spazzatura. Bolt in cento metri l’ha urlato meglio.

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Fenomeno DAL NOSTRO INVIATO ENRICO SISTI

Bolt

LONDRA passi del gigante. Il segreto di Usain Bolt, che però tanto segreto non è, visto che è lì sotto gli occhi di tutti, sono i suoi appoggi. Ieri ha poggiato il piede per terra 41 volte, anzi meno, dato che l’ultima volta che ha toccato terra durante il suo magico volo l’ha fatto abbondantemente oltre la linea del traguardo, diciamo una trentina di centimetri. Essendo il più alto top sprinter di tutti i tempi può assicurarsi, al contrario degli altri, più compatti, un’ampiezza straordinaria. Ma il paradosso è un altro:

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Il più veloce del mondo oggi di nuovo in pista nelle qualificazioni dei 200 metri è che, pur essendo alto 1,96, Usain - oggi di nuovo in pista nelle batterie dei 200 alle 12.50 - è un normotipo. Ossia non è un longilineo. Quindi la sua struttura, oltre all’ampiezza, può godere di una naturale predisposizione alla frequenza, cosa tipica dei velocisti «bassi», brevilinei, che puntano tutto sulla rapidità e molto spesso sono più efficaci nei 60 che nei 100. Più piccolo sei, più rapidamente riesci a muovere le gambe. Più alto sei, più ampiezza riesci ad espri-

Quarantuno passi da gigante tutti i segreti dell’uomo-jet FESTA NOTTURNA Bolt ha fatto festa fino alle 3 con tre svedesi della pallamano, twittando poi la foto qui a fianco

mere. Bolt è entrambe le cose. Esagerando si potrebbe dire che è un bassetto di quasi due metri. Ha per natura entrambe le doti, ampiezza e frequenza, che sono il sale della velocità (oltre al talento naturale e alle fibre bianche presenti nei muscoli) e quindi non ha bisogno di allenamenti specifici per migliorare né l’una né l’altra. La gioia di qualunque allenatore. La sua ampiezza ieri ha superato i 2,77 metri ad appoggio di media. Un compasso che si apre a meraviglia ovviamente nella seconda fase della gara, nella cosiddetta fase «lanciata», dove la velocità è già

stata acquisita grazie all’accelerazione, e dove ormai non bisogna far altro (si fa per dire) che lavorare coi piedi su quanto è stato prodotto dall’organismo durante i primi trenta metri. Blake e Gatlin, secondo e terzo, hanno altre possibilità fisiche e non riescono (ieri sera non sono riusciti) a fare meno di 42 appoggi abbondanti. Nel 2006, quando aveva il record del mondo (9”77), poi revocato, prima di essere squalificato per doping, Gatlin ci disse: «Sto lavorando col mio coach per arrivare a correre i 100 in 41 appoggi». E’ il traguardo di tutti. Aprirsi di più per

poggiare a terra di meno. Quindi, grazie alla sua forza, ma anche grazie alle sue caratteristiche fisiche, Bolt ha un vantaggio “naturale” di quasi tre metri soltanto per il fatto che riesce a trasformare in velocità lo spazio che guadagna col minor numero di appoggi e con la rapidità del contatto a terra. Corre, come si dice, nella corsa, il bacino rimane sempre alto, la spinta a terra è una spinta riflessa, ossia ad un certo punto della gara non c’è più alcuna forza supplementare da imprimere alla corsa, anzi se la imprimi ti irrigidisci e rallenti. E questo Bolt, quando è in forma, non lo fa mai. Nessuno dovrebbe mai farlo.


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Il caso

Tira una bottiglia al via dei 100 una judoka mette ko l’ubriaco PORTATO VIA

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE ENRICO FRANCESCHINI LONDRA on c’è il lancio della bottiglia, tra gli sport olimpici, ma qualcuno ha provato a introdurlo e per un pelo non ha rovinato l’evento simbolo dei Giochi. Domenica sera Ashley Gill-Webb, un inglese 37enne, di Cornmill Court vicino a Leeds, padre di un bambino di due anni, ha tirato la sua “boccia” di birra in pista, nell’attimo fuggente tra il “set” (pronti) e il colpo di pistola (via) della finale dei 100 metri, poi vinta trionfalmente da Bolt. Il campione non se n’è neanche accorto: «Dopo ne parlavano tutti, ma io non ho visto niente». L’americano Justin Gatlin, medaglia di bronzo nella gara, invece ha sentito qualcosa: «Non ho capito cos’era, ma quando sei ai blocchi di partenza e su tutto lo stadio cala il silenzio, puoi sentire uno spillo che cade». La bottiglia, pare, era di plastica (ma altri testimoni dicono fosse di vetro): nell’uno e nell’altro caso, fosse caduta un paio di metri più in là, addosso a uno degli 8 finalisti, anche senza spaccargli la testa avrebbe rovinato la corsa olimpica per eccellenza, davanti a due miliardi di persone in diretta tv (stima Bbc). Il colpevole ha pagato un prezzo subito e ne pagherà uno, possibilmente più alto, tra un mesetto. Il signor Gill-Webb aveva cominciato col gridare improperi, non è chiaro perché e a chi. Qualcuno dice incitasse gli atleti, ma in quel modo sguaiato e in quell’attimo delicato non sarebbe stato granchè gradito. Era in seconda o terza fila, nei posti riservato ad atleti, dirigenti, ospiti degli

Il momento in cui la sicurezza porta via lo spettatore che ha lanciato la bottiglia poco prima dell’inizio della finale dei 100m uomini vinta da Bolt

N

Però dipende dalla gara, dipende dagli stimoli, dipende da mille fattori contingenti, non ultimo quello psicologico. L’altro ieri per esempio, per cercare di stargli dietro, tutti i suoi rivali a un certo punto si sono irrigiditi, contraendo i muscoli della faccia, lavorando molto più di quanto occorra con le braccia dai 60 metri in avanti. E qualcuno, come Gatlin (che pure ha chiuso in 9”79!), ha cominciato anche a perdersi le gambe, ossia il richiamo della gamba

non era più armonico e circolare, bensì scomposto e irregolare: cosa che fa sbilanciare il busto in avanti. Da dietro gli si sarebbero potute vedere le suole delle scarpe. Se riguardate la gara avrete la sensazione che Bolt era bello, regale e soprattutto «centrato», ossia dritto. Gli erano brutti, «corti», contratti. Bolt non faceva smorfie, gli altri sì. Il francese Lemaitre, pure lui molto alto, è l’unico a possedere una falcata quasi simile a Bolt: 2,70. Ma la frequenza con cui muove le gambe è inferiore a quella di Bolt. Quindi produce meno penetrazione nell’aria e i suoi tempi sono superiori. Altrimenti sarebbe più vicino a Bolt. Non correrebbe in 9”92 ma in 9”70. E nei 200 il divario fra i due scenderebbe ancor di più (19”19 e 19”80) perché è più lunga la fase in cui l’ampiezza del passo diventa decisiva. Il motivo è che Lemaitre non riesce a essere abbastanza veloce nello spostarsi a 2,70 metri a passo come lo è Bolt nello spostarsi a 2,77. Il contatto a terra, anche in questo caso, è meno rapido. Poi nei 200 metri subentra un ulteriore elemento: la resistenza alla velocità. Che è un’altra storia. © RIPRODUZIONE RISERVATA

sponsor o Vip: insomma, seggioline per gente disposta a pagare caro. Alle sue spalle si trovava per caso una judoka olandese, la 32enne Edith Bosch, vincitrice del bronzo nella categoria 70 chilogrammi la settimana scorsa. La sua reazione è stata immediata: «L’ho colpito alla schiena con la mano aperta», racconta. Colpo di karate più che di judo, per la verità, ma comunque è servito a immobilizzare l’uomo, poi trascina-

L’incidente davanti a due miliardi di spettatori in tv. Il giamaicano: “Non ho visto niente” to via dagli addetti alla sicurezza. «Non approvo i metodi da vigilantes», commenta serafico lord Sebastian Coe, ex campione olimpico di atletica e presidente del comitato organizzatore di Londra 2012, «ma questo mi sembra un caso di giustizia poetica».

Messina

“Usain l’ha anche salutato prima”

Una giustizia più prosaica ha fatto arrestare l’hooligan, che ha avuto pure la sfrontatezza di dichiararsi “non colpevole” davanti a un magistrato: è stato incriminato per “azioni o parole minacciose” e messo agli arresti domiciliari. Sarà processato il 3 settembre. Falla nella sicurezza dei Giochi? Non proprio: nei bar all’interno dello stadio olimpico si vende birra, in bottigliette di plastica verde. Da fuori non si può portare nulla, neanche una goccia di liquido, si passa dal controllo al metal detector, come e più che in un aeroporto. Forse i tanti steward dovevano tenere gli occhi più aperti, ma un pazzo su 80 mila spettatori ci può stare (perlomeno non ha tirato uno scooter, come a San Siro) e comunque era in possesso di regolare biglietto. Fortunatamente, l’episodio non ha avuto conseguenze. Tranne una: «A causa del trambusto si dispiace la judoka olandese - mi sono persa la finale». E dire che è stato un attimo. Per la precisione, 9’63”.

ROMA — «Usain, Usain, sei il numero uno, strillava quello, sicuramente allegro, anzi forse proprio alticcio, e Usain s’è pure voltato a guardarlo, a pochi secondi dal via. Poi, quando lo starter aveva già la pistola per aria, il tizio ha tirato in pista la bottiglietta di birra». Ettore Messina, coach ieri dei Los Angeles Lakers e domani del Cska Mosca, oggi a Londra come voce di Sky per il basket, aveva trovato un biglietto, l’altra sera, ed era alla partenza dei 100 metri. «Dietro i blocchi, posizione stupenda, un po’ di italiani ospiti di un’azienda e tanti olandesi con la judoka che aveva vinto la medaglia di bronzo e se l’era portata, al collo, allo stadio. Il tizio, sui trent’anni, scende in prima fila, fra noi che scattavamo foto, chissà con quale biglietto, e inizia a berciare verso Bolt. Allegro, non molesto. Però invadente. Tanto che gli steward intervengono: calma, giovane, calma. E lo spingono indietro. Gli atleti vanno sui blocchi, lo starter si prepara e lì vola la bottiglia: non una parabola tesa, non per colpire, però insomma i suoi danni poteva farli. E poi, incredibile, di vetro. Ma qui le fanno passare. Lì succede un bel parapiglia, l'uomo non lo vedo più, ma mi dicono che gli ha tirato due colpi la judoka, dopodichè ho visto bene gli steward che, in meno di cinque secondi, se lo sono portati via». (w.f.)

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LONDRA 2012 R2SPORT

RISULTATI

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PROGRAMMA

CALCIO, FINALE DONNE USA-GIAPPONE

CALCIO, LA SEMIFINALE COREA-BRASILE

Atletica: qual. Disco U, gruppo A: Gowda (Ind) 65.20, Hadadi (Ira), 3) Malachowski (Pol) 64.65; gruppo B: 1) Kanter (Est) 66.39, 2) Harting (Ger) 66.22, 3) Fernandez (Cub) 65.34. 1° turno 100hs, batteria 6: 1) Jones (Usa) 12’’68, 2) George (Can) 12’’83, 3) Caravelli (Ita) 13’’01 qual. Peso D, gruppo A: 1) Ostapchuk (Bie) 20.76, 2) Adams (Aus) 20.40, 3) Ling (Cin) 19.23, 7) Rosa (Ita) 18.30 elim. Finale Peso D: Ostapchuk (Bie) 21.36, 2) Adams (N.Zel.) 20.70, 3) Kolodko (Rus) 20.48. Finale Asta D: 1) Suhr (Usa) 4.75, 2) Silva (Cub) 4.75, 3) Isinbaeva (Rus) 4.70. Prima serie 200m D, 2ª batteria: 1) Felix (Usa) 22’’71, 6) Hooper (Ita) 23’’25 elim; finale 400hs U: 1) Sanchez (Dom) 47.63, 2) Tinsley (Usa) 47.91, 3) Culson (P. Ric.) 48.10. Finale 3000 siepi D: 1) Zaripova (Rus) 9’06’’72, 2) Ghribi (Tun) 9’08’’37, 3) Assefa (Eti) 9’09’’84. Finale 400m U: 1) James (Gren) 43’’94, 2) Santos (Dom) 44’’46, 3) Gordon (Tri) 44’’52. Basket: U, gruppo A: Lituania-Tunisia 76-63, Francia-Nigeria 79-73. Gruppo B: Australia-Russia 82-80, Gran BretagnaCina 90-58, Brasile-Spagna 88-82. Beach volley: quarti di finale U: Cerutti/Rego (Bra)-Fijalek/Prudel (Pol) 2-1, Plavins/Smedins (Let)Gibb/Rosenthal (Usa) 2-1. Boxe: pesi leggeri, quarti: Petrauskas (Lit)-Valentino (Ita) 16-14. Donne, quarti 75 kg: 75 kg: Volnova (Kaz) b. Marshall (Gbr) 16-12; Shields (Usa) b. Laurell (Sve) 18-14 Li (Cin) b. Spencer (Can) 1714; Torlopova (Rus) b. Ogoke (Nig) 18-8. Calcio: semifinali D: Francia-Giappone 1-2; Usa-Canada 4-3 dopo tempi supplementari. Canoa: K1 1000m, primo turno elim., batteria 1: 1) Koeverden (Can) 3’28’’697, 7) Benassi (Ita) 3’35’’543 elim. Ginnastica artistica: finale anelli: 1) Zanetti (Bra) 15.900, 2) Chen (Cin) 15.800, 3) Morandi (Ita) 15.733. Finale parallele asimmetriche: 1) Mustafina (Rus) 16.133, 2) Kexin (Cin) 15.933, 3) Tweddle (Gbr) 15.916. Finale volteggio: 1) Hak-Seon (Cds) 16.533, 2) Abliazin (Rus) 16.399, 3) Radivilov (Ucr) 16.316. Pallanuoto: U, gruppo A: CroaziaKazakistan 12-4, Australia-Grecia 13-8, Italia-Spagna 10-7; gruppo B: SerbiaRomania 12-4, Ungheria-Usa 11-6, Montenegro-Gran Bretagna 13-4. Pallavolo: U, gruppo A: Australia-Polonia 3-1, Bulgaria-Italia 3-0 (32-30 25-20 25-19), Gran Bretagna-Argentina 0-3; gruppo B: Russia-Serbia 3-0, Usa-Tunisia 3-0. Tiro a segno: carabina 3 posizioni, finale: 1) Campriani (Ita) 1278.5, 2) Kim (Cds) 1272.5, 3) Emmons (Usa) 1271.3. Tiro a volo: fossa olimpica, finale: 1) Cernogoraz (Cro) 146 (6 shoot off), 2) Fabbrizi (Ita) 146 (5 shoot off), 3) Aldeehani (Kuw) 145. Tuffi: trampolino 3 metri U, turno prelim.: 1) Zakharov (Rus) 507.65, 2) He (Cin) 500.90, 3) Dumais (Usa) 486.60, 20) Benedetti (Ita) 433.05, 24) Rinaldi (Ita) 400.00. Vela: laser radial D: 1) Xu (Cin), 2) Bouwmeester (Ola), 3) Van Acker (Bel); laser U: 1) Slingsby (Aus), 2) Kontides (Cip), 3) Myrgren (Sve), 35) Regolo (Ita); 470 U, dopo 7ª e 8ª regata: 3) Zandonà/ Zucchetti (Ita); 49er U, dopo 14ª e 15ª regata: 9) Angilella/Sibello (Ita).

Atletica: batterie 110 h U (11.10), 5000 m D (11.55) e 200 m U (12.50), finale alto U (20.00), batterie lungo D (20.05), semifinali 100 h D (20.15), fin. disco U (20.45), semifinali 800 m U (20.55), semifinali 200 m D (21.25), fin. 100 h D (22.00), fin. 1500 U (22.15) Beach Volley: semifinali D (19.00 e 23.00) e U (20.00 e 00.00) Boxe: quarti U 52 kg (21.30), 69 kg. (22.30) Calcio: semifinali U, Messico-Giappone (18.00), Corea del Sud-Brasile (20.45) Canoa: semifinali K4 1000 U (11.47), C2 1000 U (11.55), K1 500 D (12.16), K2 500 D (12.30) Ciclismo su pista: omnium D finale crono 500 m (17.50), finale sprint D (18.26), finale keirin U (18.57) Ginnastica artistica: finali parallele U (15), trave D (15.47), sbarra U (16.37), corpo libero D (17.23) Hockey su prato: 5a giornata gironi U Lotta: finali greco-romana 66 kg (20.03) e 96 kg (20.48) Nuoto sincronizzato: finale duo (16) Pallamano: quarti di finale D Pallacanestro: quarti di finale D, UsaCanada (15.00), Australia-Cina (17.15), Turchia-Russia (21.00), Francia-Rep. Ceca (23.15) Pallanuoto: semifinali D, Usa-Australia (16.30), Ungheria-Spagna (20.40) Pallavolo: quarti di finale D Pesi: finale +150 kg U gr. A (20.00) Sport equestri: finale dressage a squadre (11) Tennistavolo: finali a squadre D, 3° posto Corea del Sud-Singapore (12), 1° posto Cina-Giappone (16.30) Tuffi: trampolino 3 m U, semifinale (11.00) e finale (20.00) Triathlon: uomini (12.30) Vela: medal race Rs:X U (14) e D (15)

LA FOTOGRAFIA

Valentino fuori Cammarelle ok semifinale e podio

LONDRA — Un altro podio sicuro per la boxe (dopo quello di Clemente Russo): Roberto Cammarelle - nella categoria +91 s’impone sul marocchino Arjaoui 12-11 (nella foto il momento del verdetto) ed è in semifinale dove, venerdì, affronterà l’azero Medzhidov. Fuori invece Domenico Valentino, superato nei pesi leggeri dal lituano Petrauskas. Durissimo Francesco Damiani, il tecnico: «Si è fatto battere da un pugile mediocre, un novizio».

Settebello avanti con fiducia Italvolley in crisi: trova gli Usa DAL NOSTRO INVIATO LONDRA uper Tempesti e brutta tempesta. Sprazzi meravigliosi di Settebello e affondi tristi di pallavolo. Italia a due marce nella pallanuoto e nel volley, ai quarti ma con prospettive diverse. Più sciolti e fiduciosi i ragazzi con la cuffietta, adesso che dopo la Partita con la maiuscola contro la Spagna hanno mostrato il loro portierone e la miglior difesa. Un 10 a 7 che porta gli azzurri campioni del mondo a pescare l’Ungheria, tre volte oro olimpico da Sydney 2000 a Pechino 2008. La gara della vita è domani e il ct Campagna già ci ha preso gusto: «Avevamo bisogno di ritrovare il nostro gioco e alcune certezze». Orribilmente preoccupato il commissario tecnico dei ragazzi sottorete Mauro Berruto dopo la debacle contro la Bulgaria (3-0) che complica e di molto il cammino: si giocherà domani con gli Stati Uniti campioni in carica: «Abbiamo 48 ore di tempo per chiuderci in uno spogliatoio, guardarci negli occhi e capire quali sono i nostri problemi. In questi mesi questa squadra ha mostrato tutte le sue facce, quel-

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la convinta e combattiva nei tempi belli, questa brutta della gara con l’Australia ed oggi». Meglio iniziare dal peggio. Da ieri, quando l’Italvolley gioca una partita che avrebbe dovuto volare sul buonumore: aveva la possibilità di un quarto più facile che non con gli Usa dopo che la Polonia, a sorpresa, è stata battuta dai canguroni australiani.

1 Cina 2 Usa 3 Gran Bretagna 4 Corea del sud 5 Francia 6 Russia 7 Italia 8 Kazakistan 9 Germania 10 Ungheria 11 Corea del nord 12 Olanda 13 Cuba 14 Bielorussia

31 29 18 11 8 7 7 6 5 4 4 3 3 3

19 15 11 5 9 17 6 10 1 3 3 2

14 19 11 6 9 18 4 1 7 3 1 4 1 3

Vincendo, avrebbe scalato la vetta della classifica nel proprio girone guadagnando un incrocio, almeno sulla carta, più docile. Invece viene stordita dai bulgari, dopo un primo set giocato muscoli contro muscoli, Lasko contro Sokolov. Cinque palle set annullate dagli azzurri nel primo gioco, quando alla sesta cedono per sempre. Berruto: «Siamo arrabbiati perché abbiamo fatto passi indietro rispetto al match giocato due giorni fa contro l’Australia. Ora dobbiamo dimostrare di che pasta siamo fatti». Quella della pallanuoto è buona. Grande difesa, un super Tempesti e la regia d’autore di Felugo, un po’ alla Pirlo: il centroboa è anche in vena di gol, uno. Gli altri in rete: Figlioli, Gallo, Presciutti, Aicardi, Premus. Avanti di due reti gli azzurri si sciolgono, fanno squadra. Lo vede e dice Campagna: «Avevamo bisogno di ritrovarci. Per andare avanti: adesso l’Ungheria, che è in crescita, anche se ha perso le prime due gare. Ma noi vogliamo passare alla storia come quelli che hanno cacciato i tre volte campioni olimpici». Belli, in sette. (a.r.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

ITALIANI IN GARA VANESSA DA PODIO AL CORPO LIBERO Atletica Batterie 110 hs uomini (Abate, ore 11.10); qualificazioni triplo uomini (Donato, Greco, ore 11.45); batterie 5000 metri donne (Ejjafini, ore 11.55); semifinale 100 hs donne (Caravelli, ore 20.15). Canoa Qualificazioni K1 500 donne (Idem, ore 11.14). Ginnastica artistica Finale libero donne (Ferrari, ore 17.23). Lotta Qualificazioni 96 kg uomini: (Timoncini, ore 14). Nuoto sincronizzato Finale duo (Lapi-Perrupato, ore 16). Pallavolo Quarti donne (Italia-Corea, ore 22). Pallanuoto Finale 5/8 posto donne (Italia-Cina, ore 15.10). Sport equestri Finale Dressage individuale (Truppa, ore 14.54). Triathlon Uomini (Fabian, Uccellari, ore 12.30). Vela 470 uomini (Zandonà-Zucchetti, regate 9-10, ore 13); 470 donne (Micol, Conti, regata 7-8, ore 13.05); finale RS-x donne (Sensini, ore 15).


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Triste beach volley

Laser cinese

Festa agli ostacoli

Esulta l’Iran

NICOLAI-LUPO FUORI AI QUARTI

AVANTI ANCHE NELLA VELA

BARRAGE GBR-OLANDA

LOTTATORE SUPER

Niente semifinale per il duo azzurro del beach volley. Gli olandesi si sono imposti in due set: 21-16, 21-18

Straordinario successo della cinese Lijia Xu, 25 anni, che nelle acque di Weymouth nella classe laser radial di vela ha conquistato l’oro davanti all'olandese Bouwmeester

Barrage senza errori per la Gran Bretagna che batte l’Olanda e si aggiudica l’oro nella gara a squadre di salto a ostacoli. Bronzo per l'Arabia Saudita che ha chiuso la gara con 14 penalità

Irresistibile Omid Haji Noroozi è il nuovo campione olimpico di lotta greco-romana (60 Kg). L'iraniano ha battuto il finale il georgiano Lashkhi. Bronzo per il russo Kuramagomedov e il giapponese Matsumoto

Basket

La Spagna si butta via il crollo con il Brasile scatena le polemiche Il ko che serviva per schivare gli Usa DAL NOSTRO INVIATO FABRIZIO BOCCA LONDRA ell’estate dei biscotti presunti e inventati, come quello di SpagnaCroazia, mai esistito, agli Europei di calcio, di biscotti, magari anche riusciti, si parla pure alle Olimpiadi. Ma prove non ce ne sono, solo sospetti, indizi, sensazioni. La sconfitta della Spagna contro il Brasile per 82-88 (parziali, 26-17, 18-21, 22-19, 1631) dice che la squadra di Sergio Scariolo e Pau Gasol fa in modo di evitare gli Stati Uniti, impegnati a notte con l’Argentina, fino alla possibile finale. Un discreto rallentamento nel finale c’è effettivamente stato, dopo aver guidato, anche di 11 punti, tre quarti di partita, ma a non convincere del tutto, nella teoria del biscotto, è l’accelerazione data, al contrario, dal Brasile. Che, vincendo, s’è allineato sull’Argentina ai quarti, in uno di quegli accesissimi derby sudamericani che immetterebbe poi, eventualmente, nella bocca del leone Usa. Tipico dei brasiliani forse, incapaci di qualsiasi ragionamento del genere, e che anzi si sono esaltati proprio negli ultimi minuti di gioco. Insomma, niente di paragonabile con lo scandalo del badminton, dove le giocatrici cinesi e coreane tiravano bellamente fuori apposta, cercando la sconfitta con sfacciataggine e pervicacia. Tanto da essere cacciate dalle Olimpiadi. Niente del genere, anche se

N

Il gruppo Scariolo sta avanti per tre quarti, ma si blocca sul +11. E Barbosa ribalta tutto non mancheranno polemiche. La Spagna era partita bene mantenendo il comando fino a chiudere la terza frazione con un +9. E anzi i fratelli Gasol, Pau e Marc, sembravano più tonici e concentrati rispetto alla partita persa con la Russia, dove l’uomo dei Lakers aveva sbagliato un tiro libero decisivo nel finale, facendosi poi beffare da Fridzon, e consegnando la vittoria ai rivali. Non è una Spagna bellissima, al momento, quella allenata da Scariolo, ancora approssimata (e semmai il suo problema è quello, in vista di una probabile Francia): i campioni d’Europa hanno vinto di misura con la Gran Bretagna e perso due volte di fila, prima con la Russia e

IL DREAM TEAM INVECE TRAVOLGE L’ARGENTINA Una stoppata di James con l’Argentina: 126-97 per gli Usa. A destra, i due Gasol con il Brasile

ora col Brasile. Difficile credere che si nascondano e basta. Pau Gasol ha comunque chiuso con 25 punti, più di quanti ne avesse fatti nelle partite precedenti del torneo. Il rientro dell’infortunato Navarro, uomo di classe e qualità, non ha portato vittorie.

Il caso

DAL NOSTRO INVIATO ALESSANDRA RETICO LONDRA a favolosa a Londra non c’è. La Spagna che vince tutto, che ingorda mata in ogni sport e tutto l’anno, alle Olimpiadi è nuda. Tre medaglie finora (2 argenti nel nuoto e 1 bronzo nella canoa), e un dominio e anche una fierezza che adesso scricchiola. Il comando cambia, specie dove come ai Giochi il mondo che non si vede avanza. Per gli imperatori di tutto, però fa più impressione. Pure col tennis vanno a secco: non accadeva da Los Angeles, ultimi Giochi senza allori, poi da Seoul ’88 gli spagnoli sono sempre tornati con almeno un metallo. Invece Londra non val bene un gioco, tutti fuori: Feliciano Lopez, David Ferrer, Fernando Verdasco, Nicolas Almagro. Certo, mancava il mancino di Mallorca, il re Rafa Nadal che non ha portato in Gran Bretagna né la bandiera né se stesso per difendere il titolo di Pechino 2008 e il (meritato) patriottismo. Un infortunio l’ha fermato prima di partire e controvoglia, altruisticamente, il numero tre del mondo ha lasciato posto agli altri. Ma dal calcio no, gli spagnoli non se l’aspettavano: i campioni d’Europa, del mondo e ancora dell’Europa se lo immaginavano di poter sfondare l’impossibilità del triplete. Il bel pallone non esiste qui. Missing. Va bene che la nazionale under

Il momento chiave del match è stato a metà del quarto tempo, quando Leandrinho Barbosa, pure lui ingaggiato dall’Nba con gli Indiana Pacers, ha infilato due spettacolari triple consecutive portando il Brasile da -5 a +1 (7372). Da quel momento in poi la

partita si è slabbrata, con il Brasile che ha prevalso con le prodezze dei singoli. Il canestro che chiude la partita è stata una schiacciata di Tiago Splitter, ala biondissima dei San Antonio Spurs. Brasile soddisfatto e contento di aver messo nel sacco la Spagna. A con-

ti fatti nell’ultimo quarto la Spagna ha fatto la metà dei punti del Brasile, il che potrebbe significare che la vittoria non era poi così scomoda. La teoria del biscotto aveva molto diviso la Spagna nelle ultime ore. Scariolo ha detto sicuro: «Non è da noi, noi giochia-

Batoste vere, dal tennis al calcio i Giochi proibiti delle Furie Rosse

L

23 allenata da Luis Milla non è quella di Del Bosque, però l’uscita al primo turno è stata come una bocciatura in prima elementare. Due pedate nelle prime due partite contro Giappone e Honduras, non proprio la creme del calcio mondiale. Il tiki-taka stavolta è stato il rumore degli schiaffi. In

faccia anche alle uniche star: Jordi Alba, Javi Martinez e Mata. I fratelli minori degli Invincibili tornati a casa mestamente. «Abbiamo vinto l’Europeo ed ora andiamo a Londra per conquistare l’oro olimpico e vivere un’estate perfetta» erano state le parole un tanto avventate di Mata alla vigi-

ENRICO FRANCESCHINI PICCADILLY CHE PACCHIA LONDRA DESERTA David Ferrer

iao (dico al telefono a un amico, medico italiano, da anni residente a Londra), come va? “Uno schifo, non si vede un cliente, ho l’ambulatorio deserto”. È la città che è deserta, mica solo il tuo ambulatorio. “Lo so bene, mai vista Londra così vuota da quando ci vivo”. Sembra Roma o Milano a Ferragosto. “E dire che qui non c’è nemmeno, il Ferragosto, agosto a Londra è un mese come gli altri, tutto aperto, tutti al lavoro. Ma non questo agosto”. Colpa delle Olimpiadi. “Hanno spaventato tutti con la paura del terrorismo e del traffico, ed ecco il risultato: i londinesi che potevano sono scappati per due settimane e i turisti non sono venuti”. Però non è male, Londra così deserta, per noi che siamo rimasti. “In effetti, parcheggio dove voglio, trovo posto ai ristoranti alla moda senza prenotare e a teatro mi offrono sconti del 50 per cento. Una pacchia”. A me pare anche più bella. “Anche a me. Con le strade vuote, si vede meglio la città. Ed è una meraviglia. Tutta per noi”. Merito delle Olimpiadi. “Quasi quasi dovremmo chiedere che le facciano più spesso”. Se non fosse per l’ambulatorio deserto. “Quasi quasi, ho detto”. Allora ciao, ci vediamo dopo i Giochi. “Ci vediamo”.

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Jordi Alba

mo per vincere e basta». I brasiliani idem. Il pubblico però aveva dato parere favorevole alla sconfitta salta-Usa in vari sondaggi. La sconfitta che serviva è arrivata, e non fa così male. Il biscotto, se biscotto è stato, digerito. © RIPRODUZIONE RISERVATA

lia. «Colpo terribile» e «Disastro» e «La Spagna morde la polvere» titolavano all’indomani e continuano a farlo in questi giorni i quotidiani spagnoli. Non sono abituati a perdere. Invece i Giochi fanno scendere la Spagna dall’Olimpo. A Barcellona ’92 la Spagna torna con quasi più medaglie (22, di cui 13 ori) di quanto non abbia fatto in un secolo (26 dal 1896). Da Pechino 18, tra cui cinque ori: Nadal nel tennis, Sanchez nel ciclismo su strada maschile, Llaneras nel ciclismo su pista maschile, il K2 500 metri maschile nel kayak e la coppia maschile nella categoria Tornado di vela. E poi un argento che vale quasi quanto un oro, quello contro gli extraterrestri del basket Nba. Ad oggi, i terrestri del parquet sono ancora in gioco. Ma chissà, anche i nervi contano. Nella pallanuoto gli spagnoli hanno protestato per un “gol fantasma” dopo aver perso 8-7 con la Croazia. Ieri hanno incassato dal Settebello (10-7), ma non si registrano al momento proteste. Perché dalla palazzina dove alloggia la Roja olimpica e dalle stanze del comitato è tutto un coro di insoddisfazioni, sospetti e malumori per le decisioni arbitrali che, tra calcio, beach volley, judo, pallamano e appunto pallanuoto avrebbero penalizzato gli atleti giallo-rosso. Ma forse stavolta, più di altri compresa l’Italia variamente delusa, le Furie sono solo di un rosso sbiadito. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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38 PARTITE SENZA KO Antonio Conte, 43 anni, ha chiuso la 1ª stagione alla Juve con lo scudetto (38 gare senza ko). In precedenza aveva ottenuto 2 promozioni in A

DAL NOSTRO INVIATO EMANUELE GAMBA PECHINO iccome i tifosi, e anche gli juventini, sono uguali in tutto il mondo, ieri pomeriggio a Pechino c’erano cinquecento cinesi vestiti con maglie taroccate a regola d’arte (tre stelle, trenta scudetti) che cantavano, pieni d’entusiasmo, cori contro il procuratore Palazzi. Però l’ipotesi che i bianconeri siano vittima di un complotto giudiziario sta clamorosamente perdendo quota anche all’interno stesso della società, e lo dimostrano alcuni indizi che s’allungano come ombre sul destino di Antonio Conte, la cui posizione alla guida della squadra non è più così solida come sembrava qualche giorno fa. Intanto, ieri si è dimesso il suo collaboratore più stretto,

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Il collaboratore del tecnico ascoltato oggi dalla procura di Bari per concorso in frode sportiva Cristian Stellini, appena squalificato per due anni e mezzo dalla commissione disciplinare: si tratta di dimissioni caldamente suggerite dal club. E poi, se Conte deciderà di fare appello qualora venisse a sua volta squalificato (la sentenza è attesa tra domani e dopodomani), quasi certamente non avrà più l’appoggio dei legali della Juve, Michele Briamonte (che è anche consigliere d’amministrazione e che già non partecipò all’arringa difensiva, una volta naufragato il patteggiamento) e Luigi Chiappero, ma dovrà tutelarsi con gli avvocati di fiducia. A Michele De Rensis potrebbe aggiungersi una celebrità, Giulia Bongiorno. Le dimissione di Stellini sono una breccia inattesa nel muro che Agnelli aveva eretto a protezione dell’allenatore. Il collaboratore

In breve Ciclismo

Si rivede Contador “Non cerco vendette” ROMA — Alberto Contador è tornato a correre nell’Eneco Tour dopo i due anni di squalifica per doping: «Sono felice. I controlli sono necessari, ma occorrerebbe colmare le lacune del regolamento. Non cerco vendetta». Oggi 2ª tappa. PALERMO — Nicolas Bertolo denunciato dalla polizia per guida in stato di ebbrezza, minaccia e oltraggio a pubblico ufficiale. INTER — Sarà il francese Turpin l’arbitro del ritorno del terzo turno preliminare di Europa League Inter-Hajduk Spalato. NAZIONALE — L’Italia di Prandelli si radunerà lunedì 13 agosto in vista dell’amichevole del 15 a Berna con l’Inghilterra. AMICHEVOLI — Pontevecchio Siena 1-6. BASKET — La Virtus Roma ha tesserato il playmaker americano Jordan Taylor, classe ‘89. GOLF — Francesco Molinari ha chiuso al 40° posto il WGC Bridgestone Invitational. La vittoria è andata all’americano Keegan Bradley.

Cinesi entusiasti all’allenamento cori e cartelli con i 30 scudetti Entusiasmo alle stelle a Pechino per l’arrivo della Juventus. Erano circa 500 i tifosi cinesi che hanno seguito il primo allenamento dei bianconeri in vista della sfida di Supercoppa di sabato 11 contro il Napoli. Non è mancato certo l’entusiasmo intorno alla squadra: cori, applausi e addirittura cartelli con la scritta “Juve 30”, chiaro riferimento alla polemica degli scudetti vinti. Le ragazze si sono invece accontentate dei ventagli con l’effigie di Andrea Pirlo, uno dei giocatori più amati in Cina, soprattutto adesso che Alessandro Del Piero non gioca più con i bianconeri

La Juve scossa dall’inchiesta Stellini si dimette, Conte trema Da Agnelli nessuna difesa: “Ne prendiamo atto” tecnico ieri ha scritto una lettera ad Agnelli, anche quella concordata con la società, in cui ha spiegato che «è doveroso da parte mia dimostrare serietà e sollevare l’ambiente della Juventus da un peso, cadutole sulle spalle, per fatti risalenti nel tempo, quando militavo in altre società. Da oggi penso che sia corretto dedicarmi con tutte le forze al chiarimento di quelle vicende, che riguardano esclusivamente la mia persona e non coloro i quali hanno semplicemente condiviso con me gli spazi di uno spogliatoio». Il tentativo di svincolare il suo destino da quello di Conte (e di Angelo Alessio, pure lui sotto processo) è evidente. Agnelli ha accettato gelidamente le dimissioni («Prendiamo atto, dimostra senso di responsabilità»), ma senza neanche un accenno di solidarietà né istituzionale né personale. Perché le cose stanno cambiando? Perché a Bari la situazione di Stellini è delicatissima. Oggi verrà interrogato dalla procura da cui è indagato per concorso in frode

sportiva in relazione a Salernitana-Bari (3-2) del maggio 2009. I pm sono convinti che la squadra campana abbia pagato alcuni giocatori baresi, tra cui Stellini, per vincere: la convinzione deriva dalle confessioni di Andrea Masiello e dai riscontri dei carabinieri. L’indagine rischia di lambire pure Conte (potrebbe essere ascoltato come persona informati sui fatti), che per quasi due anni ha comandato uno spogliatoio che, secondo in pm, era un vero e proprio laboratorio di calcio scommesse e che da quel gruppo scelse proprio

Stellini per trasformarlo da giocatore in assistente, portandolo poi con sé anche a Siena. La Juve ha dunque ritenuto che da quel filone fosse meglio tenersi alla larga: è anche per questo che Conte dovrà andare avanti con i suoi avvocati, se avrà ancora processi da affrontare. In una nota, il club bianconero ha negato il disimpegno di Briamonte e Chiappero, ma impiantando il seme del dubbio: «Eventuali integrazioni al collegio saranno valutate solamente laddove, malauguratamente, il caso le renda necessario». Non poteva

che comportarsi così: sgretolare nei giorni del giudizio la difesa a tre degli avvocati avrebbe senz’altro condizionato (e non a favore di Conte) la commissione disciplinare. Ma, per l’appunto, non è più vero che la Juve sarà al fianco del suo allenatore sempre e comun-

In caso di appello, è probabile che l’allenatore non riceva l’appoggio legale della società que, e a ogni costo. A indirizzare le prossime decisioni non sarà la sentenza del processo sportivo di questi giorni, ma gli sviluppi dell’inchiesta barese. La Juve non può più farsi coinvolgere in sentenze che non la riguardano se non di sponda, è questo il senso delle dimissioni concordate con Stellini. C’è chi giura che non saranno le sole.

L’ADDIO DEL VICE Cristian Stellini, 38 anni, ha patteggiato 2 anni e 6 mesi. Era con Conte nel Bari (da giocatore), nel Siena e nella Juve (da assistente). Ieri si è dimesso: “Non voglio essere una turbativa”

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Mercato

Il Psg soffia Lucas all’Inter 45 mln per il brasiliano ROMA — Ingordo, esagerato, bulimico: chiamatelo come volete, ma il Psg continua a comprare. A cifre record. L’ultima colpisce direttamente al cuore dell’Inter. il brasiliano Lucas volerà, a ore, a Parigi in cambio di 45 milioni di euro da destinare alle casse del San Paolo. Ennesimo trasferimento record nell’estate dei transalpini, che però avranno il giocatore soltanto a gennaio, quando si chiuderà la stagione brasiliana. «A quelle cifre non saremmo mai potuti arrivare», sbuffa il presidente Moratti. Nulla da fare, in fondo «I soldi del Psg si commentano da soli», continua Moratti, chiuso in un vertice per oltre 3 ore nel pomeriggio insieme al tecnico Stramaccioni, il dt Branca, il dg Fassone e il ds Ausilio. Per individuare l’alternativa: Ramirez del Bologna è il nome più caldo, ma piacce anche l’atalantino Schelotto. Offerto Osvaldo della Roma, che però interessa di più al Tottenham e, in Italia, a Juve e Milan. Che si sfidano so-

Lucas, 20 anni prattutto per un altro centravanti come Dzeko, in uscita dal City. Ma se a Torino sognano ancora van Persie, il Milan studia l’affare: il City però ha respinto l’offerta di prestito oneroso e riscatto obbligatorio, chiedendo 32 milioni. A 25-28 si chiuderebbe. In difesa aspettando Yanga-Mbiwa piace Alderweireld dell’Ajax. (m.pi.) © RIPRODUZIONE RISERVATA




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METEO

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