www.gazzetta.it lunedì 13 agosto 2012 1,20 €
REDAZIONE DI MILANO VIA SOLFERINO 28 TEL. 0262821 REDAZIONE DI ROMA PIAZZA VENEZIA 5 TEL. 06688281 POSTE ITALIANE SPED. IN A.P. D.L. 353/2003 CONV. L. 46/2004 ART. 1, C1, DCB MILANO
ITALIA
anno 116 Numero numero 191 Anno
NAPOLI DOPO I VELENI IN SUPERCOPPA
MERCATO MANOVRE BIANCONERE
SUPERCOPPA INGLESE CHELSEA K.O. 32
De Laurentiis «Battuti da Lega e Mazzoleni»
LlorenteJuve oggi è il giorno della verità
Mancini, oh yes al City il derby con Di Matteo
3 Aurelio De Laurentiis
3 Fernando Llorente, 27 anni
MALFITANO A PAGINA 30
LAUDISA ALLE PAG. 3435
3 Carlos Tevez, 28 anni
BOLDRINI A PAGINA 42
LONDRA 2012 SI SONO CHIUSI CON 5 MEDAGLIE AZZURRE I GIOCHI DELLA XXX OLIMPIADE
ITALIA TRA I GRANDI Argento con Cammarelle (derubato) e Settebello, ma siamo nel G8 8 ORI
9 ARGENTI
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MEDAGLIE
Siamo saliti 5 volte sul podio anche nell’ultimo giorno, come già capitò nel primo. Il bottino olimpico (una medaglia in più rispetto a Pechino) rimpinguato con i bronzi delle farfalle nella ginnastica ritmica, della pallavolo, che ha dedicato il successo a Bovolenta, e di Fontana nella mountain bike. SERVIZI DAGLI INVIATI DA PAG. 2 A PAG. 29
IL ROMPI PALLONE DI GENE GNOCCHI
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9 771120 506000
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Ieri tutti i giocatori del Napoli hanno disertato i doveri coniugali. Ordine di De Laurentiis.
ilCommento
FINALE BELLO E UN PO’ AMARO di FAUSTO NARDUCCI
11 B R O N ZI CERCHIO AZZURRO In senso orario dal basso, le medaglie d’oro dell’Italia: Rossi (tiro a volo donne), Campriani (tiro a segno), Molmenti (canoa slalom), fioretto uomini a squadre, fioretto donne a squadre, arco a squadre uomini, Molfetta (taekwondo), Di Francisca (fioretto donne)
CERCHIO GIALLO in senso orario dal basso, ecco cinque delle undici medaglie di bronzo ottenute dall’Italia: ginnastica ritmica a squadre, sciabola a squadre uomini, Morandi (ginnastica, anelli), Mangiacapre (boxe), Vezzali (fioretto donne).
CERCHIO VERDE in senso orario dal basso, le altre medaglie di bronzo centrate dagli azzurri: pallavolo uomini, Grimaldi (nuoto di fondo donne), Donato (atletica, salto triplo), Sarmiento (taekwondo), Forciniti (judo donne), Fontana (mountain bike uomini).
CERCHIO ROSSO in senso orario dal basso, le medaglie d’argento azzurre: pallanuoto, Fabbrizi (tiro a volo), Campriani (tiro a segno), SartoriBattisti (canottaggio), Tesconi (tiro a segno), Russo (boxe), Errigo (fioretto donne), Occhiuzzi (sciabola), Cammarelle (boxe).
È finita com’era cominciata: 5 medaglie in un giorno. Pri ma e ultima giornata alla pari (ma senza ripetere i due ori della partenza) racchiu dono il bilancio di un’Olim piade che a conti fatti supera perfino il traguardo minimo del presidente Petrucci (25 medaglie). L’ARTICOLO A PAGINA 29
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LA GAZZETTA DELLO SPORT
LUNEDÌ 13 AGOSTO 2012
LONDRA 2012 PALLANUOTO E BOXE
come al debutto
Ultima giornata con 5 medaglie ma senza acuto PALLAVOLO MASCHILE Gli azzurri battono la Bulgaria: bronzo L’Italia batte la Bulgaria 3-1 nella finale 3˚ e 4˚ posto prendendosi la rivincita dopo il k.o. (0-3) nel girone di qualificazione: gli azzurri vincono il primo set, cedono nel secondo, poi vincono gli altri due tornando sul podio dopo 8 anni AFP
MOUNTAIN BIKE UOMINI Marco Aurelio Fontana: perde la sella e finisce terzo Quattro anni dopo il quinto posto di Pechino, Fontana riesce a salire sul podio della mountain bike: il 28enne ciclista di Giussano nel gruppetto di testa fino a mezzo giro dalla fine, perde la sella, ma conserva almeno il terzo posto EPA
CI SIAMO RIM 4
I PODI OLIMPICI
Le medaglie olimpiche conquistate dalla nazionale maschile di pallanuoto ai Giochi. ORO Londra 1948 Roma 1960 Barcellona 1992 ARGENTO Montreal 1976 Londra 2012 BRONZO Helsinki 1952 Atlanta 1996
CROAZIA ITALIA
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(1-2, 2-0, 2-1, 3-3) MARCATORI: 38" Gallo s.n., 5’05" Felugo s.n., 5’26" Buljabasic; 10’17" Jokovic s.n., 13’55" Barac; 16’27" Felugo, 17’04" Boskovic s.n., 17’49" Boskovic rig.; 24’56" Jokovic, 25’39" Jokovic s.n., 28’01" Giorgetti s.n., 28’46" Sukno s.n., 30’01" Presciutti, 31"59" Felugo s.n. CROAZIA: Pavic, Buric, Boskovic, Dobud, Jokovic, Buljubasic, Muslim, Buslje, Sukno, Barac, Hinic, Obradovic; n.e. Vican. All. Rudic. ITALIA: Tempesti, Perez, Gitto, Figlioli, Giorgetti, Felugo, Giacoppo, Gallo, Presciutti, D.Fiorentini, Aicardi, Premus; n.e. Pastorino. All. Campagna. ARBITRI: Borrell Sanchez (Spa) e Juhasz (Ung). NOTE: s.n. Croazia 8 (4 gol), Italia 12 (4); usc. 3 f. Buljubasic 31’; spett. 4000.
DAL NOSTRO INVIATO
STEFANO ARCOBELLI LONDRA
Il Settebello e un oro perso sul più bello. L’argento pesa assai, ma la gioia è contenuta. Succede sempre così, quando si arriva ad un passo dalla leggenda, dal quarto oro, dopo 20 anni di attesa. Il confine è labile tra l’amarezza per la sconfitta in finale di 2 gol, e l’ammissione che a questa Croazia ha funzionato tutto, rispetto ai nostri. Rudic ha colpito al nostro cuore. E l’urlo dei pallanotisti azzurri resta dentro, come la forza espressa nelle precedenti partite-chiave. Un Settebello meno coeso ancorché generosissimo, contro l’infallibile e imbattuta Croazia non è bastato. Serviva, oltre all’anima e all’ardore, un’altra prestazione impeccabile: serviva una squadra più cinica, fredda. Abbiamo trovato di fronte avversari irriducibili, implacabili in difesa e al tiro, cui persino il solito monumentale Tempesti ha dovuto arrendersi. Illusione Ai ragazzi di Campa-
gna siamo abituati a chiedere sempre prove straordinarie: come in occasione dei Mondiali d’oro di un anno fa, come finora in questi Giochi, fino a questa finale persa nel cuore del match, quando la fatica cominciava a crescere e le convinzioni a decrescere, la lucidità ad appannarsi e i colpi di quei marcantoni di Buric e Buslje, Buljubasic e Obradovic a condizionare i movimenti, ad arginare Aicardi e Premus, Giorgetti e Presciutti. Per sovrastare la pallanuoto fisica dei balcanici,
La delusione degli atleti azzurri a fine gara dopo il k.o. con la Croazia ANSA
La Croazia è troppo forte E’ un Settebello d’argento Dopo l’illusorio 2-0, l’Italia subisce il ritorno della squadra di Rudic. Il pressing croato e l’imprecisione azzurra al tiro spengono le speranze Stefano Tempesti, 33 anni AFP
gli italiani sono costretti sempre ad essere perfetti. Rudic ha trovato il meccanismo magico per inceppare una nazionale che era baciata da una condizione favolosa, da un temperamento vincente. Solidissima nello spirito. Contro i croati, nella seconda parte è venuto meno tutto questo. Eppure le reti iniziali di Gallo e Felugo parevano la continuazione della semifinale contro la Serbia (che si è presa il bronzo, 12-11 al Montenegro). Il primo pallone scivolato beffardamente sotto Tempesti, da un intuito di Buljasbasic, era il presagio di difficoltà in agguato: il 3-2 di Barac, il 4-3 di Boskovic e soprattutto la tripletta del tiratore scelto Jokovic scavavano il
solco. L’intensità del movimento, le sovrapposizioni, le alchimie studiate dagli azzurri, cominciavano a rivelarsi prevedibili per i croati, e neanche le soluzioni dai 7 metri, penetrare efficaci; neanche le soluzioni di uno strepitoso Felugo (unico azzurro nell’All star team) riuscivano a minare la difesa croata, e neanche qualche tiro affrettato di Figlioli, o le incursioni mancine di Gallo. La precipitazione spingeva all’errore o a non sfruttare un po’ di fondamentali superiorità. Dodici minuti di black-out dicono forse abbastanza del perché il trionfo croato prendeva spessore. Differenza Era nel terzo tempo,
con un fardello di 3 reti da recuperare, che il Settebello cominciava a perdere le speranze di riaprire la partita. Irretito in una sorta di quadrilatero invisibile che Rudic aveva approntato per la sua ex nazionale azzurra con la quale aveva conquistato l’ultimo bronzo nel ’96: il pressing asfissiante dei croati non concedeva la possibilità di girarsi e tirare. Con tre minuti di anticipo, i croati in tribuna cominciavano a cantare, e neanche la rete di Presciutti a riusciva a riaccendere il match. La resa finale non cambia il giudizio complessivo di questa spedizione che avrebbe potuto essere trionfale come ai Mondiali. Ma la tensione olimpica e la fatica
di un torneo in crescendo — con due sfide cruciali dominate nei quarti e in semifinale contro i triolimpionici ungheresi e i vicecampioni del mondo serbi — alla fine sono state pagate dai ragazzi di Campagna. L’argento è il miglior risultato dall’epico apogeo di Barcellona ’92. E’ una medaglia da apprezzare e valorizzare. Il Settebello è la realtà più amata e popolare, capace di arrivare sempre sino in fondo. Volevamo che questi ragazzi si trasformassero in eroi, bisogna invece essere loro, semplicemente, grati. E’ l’intero Settebello ricostruito da Campagna dopo il flop di Pechino, ad essere fenomeno. Rudic, consolalo. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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GINNASTICA RITMICA Farfalle di bronzo Elisa Bianchi, Romina Laurito, Marta Pagnini, Elisa Santoni, Anzhelika Savrajuk e Andreea Stefanescu conquistano il bronzo con un punteggio complessivo di 55.450 dopo le due rotazioni: parzialmente riscattata la delusione di Pechino EPA
BOXE: CATEGORIA +91 KG UOMINI Avanti per 2 round, Cammarelle cede nel terzo: è argento Roberto Cammarelle, oro a Pechino, fallisce il bis dopo un avvincente match contro il britannico Joshua: primi due round all’azzurro, parità (18-18) dopo il 3˚, ma i giudici assegnano la vittoria al londinese. Inutile il ricorso dell’italiano AP
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PALLANUOTO MASCHILE Settebello battuto ancora da Rudic: argento Settebello a caccia dell’oro vent’anni dopo Barcellona ’92: la gara con la Croazia parte bene (2-0 dopo 5’), poi la squadra di Rudic prende il sopravvento come nel girone eliminatorio e vince 8-6. Campagna deve accontentarsi dell’argento ANSA
MASTI MALE La delusione di Cammarelle dopo il verdetto REUTERS
tano con il jab, ma quando il campione olimpico di Cinisello riesce a passargli sopra e ad accorciare la distanza, sono mazzate per Joshua. Come alla fine del primo round, quattro colpi in serie tutti al volto che offrono il vantaggio di un punto all’azzurro.
Ingiustizia e rimpianti Che si allarga a tre dopo il secondo, con Joshua pericoloso con il gancio sinistro ma punito dalla rapidità di esecuzione di Roberto, che quando riesce a chiudere all’angolo l’inglese lo inchioda con tre-quattro bordate in serie. Ma è lì che matura l’ingiustizia di uno sport meraviglioso che può essere disumano, con il rimpianto chissà quanto lacerante, per un pugile che ha vinto tutto, di aver messo i cinque giudici nella condizione di sot-
A sfavore aveva l’età (32 a 23), l’altezza (1.98 a 1.91) e il pubblico
Cammarelle, che ingiustizia Gli arbitri gli soffiano l’oro Roberto meglio di Joshua per 2 riprese poi lo subisce solo nell’ultima Pare in vantaggio, ma è 18 pari e il britannico vince per preferenza
clic MEDAGLIERE AZZURRO SOLO SCHERMA E TIRO MEGLIO DELLA BOXE La boxe ci ha portato tre medaglie (due argenti e un bronzo) all’Olimpiade di Londra. Nel medagliere italiano è al terzo posto dopo la scherma (7 medaglie: 3 ori, 2 argenti e 2 bronzi) e il tiro (4 medaglie: due nel tiro a segno con Niccolò Campriani e due nel tiro a volo con l’oro di Jessica Rossi e l’argento di Massimo Fabbrizi).
DAL NOSTRO INVIATO
RICCARDO CRIVELLI twitter@RiccardoCrivel2 LONDRA
Se la sconfitta è il primo passo verso qualcosa di più grande, ieri si è completata la parabola di un titano. Perché sul ring, dentro quelle corde che da vent’anni sono il suo mondo, in quella stanza quadrata dei sogni che ti mette di fronte ai tuoi limiti e ti fa guardare negli occhi un altro uomo con le sue paure e le sue speranze, Roberto Cammarelle aveva meritato un altro oro olimpico nei supermassimi. Sarebbe stata l’apoteosi di un campione semplice, spontaneo, grandissi-
mo. Tra i più grandi di sempre. E invece, fuori da quello spazio metafisico di gioia e sofferenza, cinque giudici hanno deciso che non si poteva rovinare la festa dell’inglesone Joshua, che ha nove anni in meno e tanto pane pugilistico in più da mangiare, eppure adesso è sulla vetta dell’Olimpo. È là dove stanno Lennox Lewis, Wladimir Klitschko, Audley Harrison, tutti invitati a bordoring per la celebrazione di un nuovo eroe. Intruso Solo che non era il suo posto, non ancora, perché Cammarelle per almeno due round gli ha impartito una lezione stilistica e di personalità che da qualunque altra parte lo avrebbe messo al riparo dalla piccine-
ria di meschine decisioni umane. A sfavore di Roberto c’erano l’età (32 a 23), l’altezza (1.98 a 1.91) e dunque l’allungo, la freschezza atletica e soprattutto l’urlo selvaggio dell’arena, come già a Pechino quattro anni fa. Un’onda sonora impetuosa e travolgente che tuttavia non si mette subito in moto, evidentemente rispettosa del palmares stellare di quell’italiano senza paura. Infatti, al primo gong non tremano letteralmente le tribune come per gli altri britannici e, per i successivi sei minuti, Cammarelle raffredda gli ardori con una prestazione monstre. Subisce un gancio sinistro (pesante) in apertura da un avversario che lo aspetta, gli gira attorno e lo tiene lon-
Roberto Cammarelle, 32 anni ANSA
trargli la felicità. Perché, con la sua esperienza e le tre Olimpiadi consecutive sul podio (c’è anche il bronzo di Atene), Cammarelle deve gestire il vantaggio senza consentire a Joshua di pressarlo, di costringerlo a quei corpo a corpo dove perfino i pugni che pestano solo l’aria diventano, per la folla, siluri da accompagnare con boati inenarrabili. E, sulle loro sedie fattesi improvvisamente roventi, i cinque picchiettano inesorabili sulle macchinette segnapunti, anche se l’inglese mette tanti colpi sulle braccia e non è mai preciso. Servirebbe un’azione pulita, una combinazione di quelle che nei primi due round hanno scosso il pupone di Londra, per seppellire i rischi. Ciononostante Roberto ha vinto, non ci possono essere dubbi, non può essere vero che il giovane Anthony ha conquistato otto punti in un round così farraginoso. Damiani esulta, il pupillo scuote la testa fino all’epilogo disastroso, 18 pari con preferenza all’avversario per maggior numero di colpi. Adesso il c.t. è una furia, l’Italia presenta ricorso che viene respinto in 10’. Due mesi fa, Cammarelle era immobilizzato dal mal di schiena. Ha compiuto un miracolo. D’oro. Almeno sul ring. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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BOXE A 47 MEDAGLIE
ORO 1928 Tamagnini, Orlandi, Toscani 1936 Sergo 1948 Formenti 1952 Bolognesi 1960 Musso, Benvenuti, De Piccoli 1964 Aztori, Pinto 1980 Oliva 1984 M. Stecca 1988 Parisi 2008 Cammarelle ARGENTO 1932 Rossi, Rovati 1936 Matta 1948 Bandinelli, Zuddas 1952 Caprari 1956 Nenci 1960 Zamparini, Lopopolo, Bossi 1984 Todisco, Damiani 2008 Russo 2012 Russo, Cammarelle BRONZO 1920 Garzena 1928 Cavagnoli 1948 D’Ottavio, Fontana 1952 Visintin 1956 Bozzano 1960 Saraudi 1964 Bertini, Valle, Ros 1968 Bambini 1984 Bruno, Musone 2000 Vidoz 2004 Cammarelle 2008 Picardi 2012 Mangiacapre
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LUNEDÌ 13 AGOSTO 2012
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LONDRA 2012 BOXE IL REGOLAMENTO
I PUNTI DEI GIUDICI CAMMARELLE-JOSHUA RIPRESA PER RIPRESA
In caso di parità somma dei colpi Eliminati score più alto e più basso E’ finita 56-53 per Joshua
D’ARCO
Il verdetto che ha condannato Roberto Cammarelle ricorda le sconfitte immeritate subite da Angelo Musone a Los Angeles 1984 e Vincenzo Nardiello a Seul 1988. Il nuovo regolamento dell’Aiba, la Federazione mondiale dilettanti, entrato in vigore nel marzo 2011 su impulso del presidente italiano Franco Falcinelli, prevede che venga assegnato un punto ogni volta che almeno tre giudici su cinque lo conteggino in simultanea sulla macchinetta segnapunti. Alla fine di ogni round, questa è la novità più grande rispetto al passato, fanno media i tre punteggi più vicini tra loro, mentre vengono scartati gli altri due (non necessariamente il più
«Ma io non ci sto» «Joshua mi ha battuto nell’ultima ripresa Io ho vinto l’incontro» Cammarelle «Uno si aspetta un verdetto casalingo, ma non mi spiego perché con la parità io debba perdere» DAL NOSTRO INVIATO
«Certo che gli ho stretto la mano, non ho nulla contro di lui: ha fatto il suo. Siamo a Londra, vince un inglese, l’hanno organizzata loro l’Olimpiade, per loro è giusto così».
Restano le tre medaglie olimpiche in tre Olimpiadi.
«Purtroppo sapete meglio di me che conta la storia scritta, fra 20 anni nessuno si ricorderà che Cammarelle ha pareggiato e poteva vincere, rimarrà l'argento, anche se non è poco, tre medaglie olimpiche in tre Olimpiadi non ce l’ha nessuno». E adesso che farà?
«So già che mi dirà mia moglie: "Sei bello, sei bravo, ti hanno fregato". Per un po’ farò il padre di famiglia, che mi piace tanto. Penso alla famiglia che mi supporta e sopporta: ho bisogno di casa, di coccolare un po’ mio figlio di 3 anni, e far crescere Davide, che è nato il 19 luglio e il 24 sono
Si sente derubato?
«No, uno se l’aspetta un verdetto un po’ casalingo. Quello che ancora non mi spiego è perché a parità io debba perdere. Io penso di aver vinto: il match o me lo fate perdere di un punto o mi date la vittoria. Questo è quello che brucia». Aveva stravinto?
«
«No, sono onesto: la terza ripresa l’ho persa, ma non pensavo di tre punti». Non sembra soddisfatto di se stesso.
«Non dovevo stargli vicino più di tanto, gli arbitri avrebbero segnato più di quanto dovevamo. Non mi rimprovero niente, tutto quello che avevo l’ho dato, ma al terzo round
Gli ha stretto la mano e ha partecipato alla premiazione. Aveva pensato a una clamorosa diserzione contro quest’ingiustizia?
«E’ inutile che mi arrabbi, poi sembra che noi italiani facciamo casino. E non posso dire: "Smetto". A Rio non ci vado comunque».
Noi siamo infuriati (eufemismo), a Londra come in Italia. Da testimoni oculari, nello scatolone ExCel degli sport olimpici indoor, come davanti alla tv, su internet e twitter, diciamo la stessa parola: «Furto». Eppure lui, il protagonista passivo, il gigante buono Roberto Cammarelle, scuote la testa già prima del verdetto degli arbitri e dell’oro che diventa argento in pochi secondi. E poi è mesto, deluso, arrabbiato sì, ma con se stesso e i suoi principi.
Perché non ha congelato il terzo round?
«Me l’aspettavo più arrendevole, pensavo che accettasse che ero superiore. Invece, giustamente, in casa, ha detto tutto quello che aveva. Ma il kazako gli è superiore, l’inglese deve crescere molto».
Come mai non è furioso?
VINCENZO MARTUCCI twitter@vincemartucci LONDRA
«Potevo gestire meglio la situazione e mi manca qualche punticino alla fine della seconda ripresa».
l’oro si farà un nome?
Roberto Cammarelle, 32 anni, durante il match contro il britannico Anthony Joshua, 22
ero un po’ stanco: ho speso tanto nei primi per portarmi in vantaggio. Sapevo che rischiavo il punteggio casalingo, ma pensavo di aver fatto la prestazione in maniera che non potessero togliermi quello che mi spettava».
ANSA
Invece per i giudici non sono stati abbastanza.
«Per me e per tutti quelli che capiscono di boxe, io ho vinto, ma cinque persone sedute attorno al ring che giudicano la vita di noi pugili, hanno deciso diversamente. Sono tre anni che mi danno un po' contro, non ho capito perché, ma va bene così». Questo Joshua che ha vinto
Tre medaglie in tre Giochi non le ha nessuno in Italia. Ora penserò al futuro
venuto a Londra: mi mancano tanto, senza escludere mia moglie e il resto della truppa». E la boxe?
«Voglio finire l’anno coi campionati italiani, poi ragionerò sul futuro da grande, e vediamo quanto posso ancora dare a questa boxe». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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TRE PODI OLIMPICI
Roberto Cammarelle è nato a Milano il 30 luglio 1980 e gareggia nei supermassimi (+91 kg). Cresciuto a Cinisello Balsamo, ai Giochi di Pechino 2008 ha riportato in Italia un oro olimpico nella boxe vent’anni dopo Parisi Le sue medaglie Olimpiadi Atene 2004 bronzo Pechino 2008 oro Londra 2012 argento Mondiali Mianyang 2005 bronzo Chicago 2007 oro Milano 2009 oro Europei Perm 2002 argento Pola 2004 argento Ankara 2011 argento
alto e il più basso, ma quelli che si discostano maggiormente dagli altri tre). Se alla fine del match permane una situazione di parità, viene dichiarato vincitore il pugile cui sono stati conteggiati più colpi, togliendo in questo caso lo score più alto e il più basso. Nel caso di Cammarelle, i cinque giudici avevano: Llaurado 18 15 per l’inglese, Kennedy 14 11 per l’italiano, Wang 20 18 per l’italiano, Rysbayev 20 20 e Del Puerto 20 18 per l’inglese. Eliminando il punteggio più alto (20 20) e il più basso (14 11 per Cammarelle), resta un totale di 56 colpi messi a segno dall’inglese e 53 dall’italiano. Ecco perché, regolamento alla mano, la vittoria è andata a Joshua.
IlCommento DI RINO TOMMASI
Come sempre fattore campo decisivo Roberto Cammarelle è stato derubato ma non è stato uno scandalo. Meglio, si è verificata una di quelle ingiustizie talmente comuni nella liturgia del pugilato, specie in quello dilettantistico, che sono purtroppo abbastanza semplici da spiegare. Quando alla fine del match è stato annunciato che i due pugili, il nostro e l'inglese Anthony Joshua, erano finiti sulla stessa linea ma che la giuria sarebbe stata costretta a scegliere comunque un vincitore, è quasi automaticamente scattata la legge del fattore campo che ha assegnato la medaglia d’oro al pugile di casa e privato Cammarelle di un titolo che aveva certamente meritato. Cammarelle aveva sfruttato tutta la sua esperienza ma anche la sua boxe più ordinata per aggiudicarsi le prime due riprese. Tre punti di margine erano forse pochi ma sufficienti per consentire ad un pugile sperto come il nostro di gestirlo con relativa tranquillità. Quello che Cammarelle doveva (e poteva) fare era asciugare i 3’ che rimanevano e ridurli ad un minuto o poco più. La boxe consente di questi trucchi, soprattutto tra i dilettanti. Magari si può correre il rischio di un richiamo ufficiale ma riducendo i tempi di recupero all’avversario in svantaggio si può innervosirlo e frustarlo, togliergli lucidità anche perché Joshua ha certamente vinto la terza ripresa ma non l'ha dominata ricavandone uno o al massimo due punti, mai i tre che gli servivano per far scattare quella trappola del giudizio supplementare alla quale si sono aggrappati i giudici per accontentare il pubblico. Ripeto: non me la sento di parlare di scandalo perché artifizi di questo genere sono più la regola che l'eccezione. Nella boxe ne abbiamo viste di peggio il che non vuol dire che non si debba sottolineare le imperfezioni, come questa, che ci fanno male.
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LONDRA 2012 BOXE
Furia Damiani «Così la boxe dilettantistica è morta»
no scorso. Al di là della giuria, ha lottato fino all’ultimo, con la doppia ernia che ne aveva messo in dubbio i Giochi. È un esempio».
Il c.t. azzurro contesta il verdetto Oliva: «È stato un furto clamoroso, Joshua subiva i colpi di Cammarelle»
Falcinelli, presidente Fpi: «Amareggiato, ma niente polemiche coi giudici»
DAL NOSTRO INVIATO
VINCENZO MARTUCCI LONDRA
«Dov’è Francesco?». Nel caos del dopo-gara, fra ricorsi, urla e rabbia, è inutile cercare l’umanissimo, sincerissimo, coloritissimo cittì storico della boxe azzurra. Damiani sparisce dall’ExCel, furioso. Poi risponde a malapena al telefono: «Parliamo di pesca, di vacanze, di casa, di pugilato professionistico, ma non di quello dilettantistico, perché è chiaro che non ne capisco niente. E per me è morto insieme al verdetto di Cammarelle». «Furto clamoroso» L’ex pro, poi cittì, Patrizio Oliva, conferma la telecronaca: «Gli dicevo: "Stai lì nel corpo a corpo, non ti muovere, devono passare gli
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IL NUMERO
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le medaglie olimpiche vinte da Francesco Damiani come c.t. della boxe in tre edizioni dei Giochi: 1 ad Atene nel 2004 (bronzo), 3 a Pechino nel 2008 (un oro, un argento e un bronzo) e 3 a Londra (un argento e due bronzi)
ultimi tre minuti, non vale la pena rischiare". Resta un furto clamoroso, è vergognoso quello che hanno fatto, uno dei furti più brutti che ho visto. Chi è stato in balìa del colpo? Roberto all’inizio e poi sempre l’inglese. E allora dove hanno tirato fuori i punti per Joshua? Anche perché non gli arrivavano colpi alla Russo (Clemente), quelli di Roberto sono secchi, mettono in difficoltà, sono evidenti». Oliva è deciso: «Roberto alla fine scuoteva la testa perché è sempre stato così, un ragazzo estremamente intelligente, perciò è un campione sul ring perché è intelligente nella vita... Non scuoteva la testa perché non era contento, ma perché sapeva che doveva vincere per k.o. come col cinese a Pechino e ha avuto paura».
Successo Secondo Falcinelli il
saggio, il cittì Damiani: «Non va certamente perso, è una bandiera. Sono sicuro che la nuova federazione saprà utilizzarlo ancora al meglio». La boxe italiana esce benissimo da Londra: «Io pensavo a tre medagliette, invece torniamo a casa con due argenti e un bronzo, con Parrinello che ha perso col campione olimpico e Picardi che ha perso di un punto,
Esempio Franco Falcinelli ha due anime, presidente Fpi e delegato tecnico del torneo olimpico: «Sono un po’ amareggiato perché Cammarelle non ha finito la carriera dilettantistica con un oro, ma non faccio alcuna polemica con i giudici». Il numero 1 della nostra boxe, che è a fine (terzo) mandato e non si ricandiderà, va controcorrente: «Per l’Italia è stata una bellissima giornata, fino al secondo round la medaglia che speravamo tutti d’oro è diventata d’argento. Anche a
mio parere, Roberto aveva ancora un po’ di vantaggio dopo i 3 punti dei primi due round. Ma è questione di punti di vista. E al terzo ha avuto un piccolo calo e non ha brillato come prima». Dribbla la parola furto: «Probabilmente in tv la cosa è apparsa più chiara». Svicola dal ricorso azzurro, respinto: «Se me l’avessero chiesto glielo avrei sconsigliato, non c’era errore tecnico». Elogia Cammarelle: «S’è riscattato dopo la sconfitta con l’inglese ai Mondiali di Baku dell’an-
L’illusione di Francesco Damiani, 53 anni, c.t. della nazionale di boxe, alla fine del match di Cammarelle ANSA
solo Valentino è stato sotto le aspettative, ma è incappato in una serata storta». La boxe mondiale esce ancora meglio: «Grande pubblico, grande entusiasmo da quella maschile e la boxe femminile ha dato una nuova dimensione a tutto lo sport». Il futuro cambia ancora le regole: «La federazione mondiale cerca di creare una categoria di arbitri professionisti che sbaglino il meno possibile, perciò si aboliranno le macchinette e si tornerà all’antico, coi conteggi come nel professionismo». Un futuro che Cammarelle contesta: «Ci si avvicina sempre più al professionismo. Togliere caschetto e canottiera dei dilettanti non mi rappresenta, questa boxe non mi appartiene più». Ciao, guerriero tutto d’un pezzo. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Ratko Rudic, 64 anni, si tuffa in vasca AP
L’allievo k.o. «Che errori al tiro Ma la mia Italia rimane un miracolo» Il c.t. Campagna: «Noi poco furbi e arbitri permissivi Rudic ha meritato. Lo ritroverò, farà altri 5 Giochi...» DAL NOSTRO INVIATO
FABIO BIANCHI twitter @fabiowhites LONDRA
Gruppo di famiglia in un interno. Olimpico. Capita, quando lo sport non è di massa, quando è complicato. Diciamolo: quando è di nicchia. Resta una questione di famiglia. Così eccoli qui tutti insieme appassionatamente, sul podio. Ratko Rudic, il guru. Alessandro Campagna e Dejan Udovicic (c.t. Serbia), gli allievi. Tecnici d’oro, argento e bronzo. Rudic li ha allenati da giocatori, li ha plasmati come allenatori. E li batte ancora. Il suo «giocatore prediletto» non è riuscito a fargli lo sgambetto questa volta. Pazienza, l’allievo aveva già superato il maestro altre volte. Si dovrebbe parlare della gara, ma saltano fuori i ricordi e i sentimenti quando ci sono di mezzo loro due: «Cosa ci siamo detti? Prima della gara un "in bocca al lupo" e un abbraccio. Dopo la gara che se dovevo proprio perdere, contento di farlo contro di lui. Più amico, maestro o rivale? Tutto. Rudic è stato importantissimo per la mia vita. È stato il mio allenatore nel periodo della maturità. Io avevo talento, ma avevo bisogno di disciplina, di capire altri
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Tornare sul podio olimpico 16 anni dopo è davvero un’esperienza meravigliosa
aspetti della professione. E una volta smesso di giocare, lo sapete, mi ha preso due anni come assistente: ho imparato tantissimo. Poi sono andato per la mia strada e i ruoli sono chiari. Ci siamo battuti a vicenda e spero d’incontrarlo il più possibile, Ratko va sempre avanti. E comunque farà ancora 4-5 Olimpiadi». Risate. Miracolo italiano A vederlo, sembrerebbe che sia tornato giocatore, che sia sceso in acqua con Felugo e gli altri. È più provato di loro. Non lo dice, ma ci credeva fermamente nell’oro. Pazienza, non sempre si può vincere, soprattutto contro mastro Rudic. E l’argento olimpico, ora, è un gran risultato. Campagna lo esibisce con orgoglio: «Questa squadra è un miracolo italiano. Se due anni fa, prima degli Europei, qualcuno avesse detto che avremmo vinto un Mondiale e un argento ai Giochi, lo avrebbero preso per matto». Arbitri permissivi Rudic il pa-
triarca è lì a fianco che fa i complimenti, sinceri, dicendo che all’inizio loro non riuscivano a trovare la chiave per entrare nella difesa azzurra. Vero, ma figuriamoci i nostri. Ne hanno prese di legnate sotto, e di mani in faccia sopra, vicino alla porta del fenomeno Pavic. Tutto lecito, sia chiaro. Ma pesante. Che fatica trovare la luce per il gol. «La Croazia ha merita-
Alessandro Campagna, 49 anni. Ex pallanuotista (oro a Barcellona ’92), è il c.t. dell’Italia, con cui ha vinto l’oro ai Mondiali di Shanghai 2011. Da ieri aggiunge l’argento olimpico AP
to, onore ai vincitori. Io avevo detto alla vigilia che avremo dovuto essere cinici e spietati per batterli, perché dietro sono fortissimi. Beh, nei primi due periodi per quello che abbiamo mostrato dovevamo essere avanti noi perché dietro abbiamo svolto un grandissimo lavoro. Ma davanti abbiamo tirato male e ci è mancata furbizia. Abbiamo sbagliato qualcosa anche dopo, altrimenti saremmo potuti rientrare in partita. Loro giocano duro e pesante, ma non mi lamento. C’è da dire però, senza polemiche, che l’arbitraggio stavolta è stato permissivo, ed è contro il nostro tipo di gioco fatto di tagli e inserimenti. Non ci sono state trattenute d’entrata, mentre hanno fischiato tanti falli statici in difesa. Detto questo, è stato un anno pieno di difficoltà, fisiche per gli infortuni -Tempesti fuori 6 mesi, Aicardi con problemi alla mano anche qui - e psicologiche: è stata una fatica immane ricreare carattere e motivazioni. Ci siamo riusciti al 99%. Per questo ringrazio lo staff e i giocatori. E ripeto: è stato un miracolo italiano». Come sono cambiati i volti dei giocatori in un quarto d’ora: così mogi alla fine della gara e così allegri quando gli hanno messo l’argento al collo. Il suo no, non ancora. Le questioni di famiglia sono più dure da digerire. Però dice: «Dopo 16 anni tornare sul podio è un’esperienza meravigliosa». C’era ancora Rudic. © RIPRODUZIONE RISERVATA
4 Rudic il mito
RATKO VINCENTE Le sue medaglie
Olimpiadi 4 ori Los Angeles ’84 Jugoslavia Seul ’88 Jugoslavia Barcellona ’92 Italia Londra 2012 Croazia 1 bronzo Atlanta ’96 Italia Mondiali 3 ori Madrid ’86 Jugoslavia Roma ’94 Italia Melbourne 2007 Croazia 2 bronzi Roma 2009 Croazia Shanghai 2011 Croazia Europei 3 ori Sheffield ’93 Italia Vienna ’95 Italia Zagabria 2010 Croazia 2 argenti Sofia ’85 Jugoslavia Strasburgo ’87 Jugoslavia 1 bronzo Firenze ’99 Italia
«Sandro mi ha fatto soffrire Complimenti» Quarto oro con tre nazionali diverse «Fiero di averlo regalato alla Croazia Adesso mi riposo, sono appagato» LONDRA
Ora si fa anche mito, Rudic. Nessuno come Ratko: 12 Olimpiadi e 4 trionfi in panchina su 4 finali dirette e con 3 nazioni diversi: 2 con la Jugoslavia (a Los Angeles ’84 e Seul ’88), 1 con il Settebello (a Barcellona ’92) e 1 con la Croazia (a Londra 2012). Sono emozioni fortissime, inconfessabili quelle di Ratko Rudic, il sapiente che non tramonta mai, che se ne andò dall’Italia dopo Sydney a rifondare l’America per poi tornare in Europa e costruire questo miracolo continuo chiamato Croazia. La sapienza e il profilo basso fanno di questo allenatore nato a Belgrado, cittadino italiano e c.t. croato, un personaggio davvero unico nel suo genere. Potrebbe dire «la pallanuoto sono io» ma non lo fa. E un po’ gli dispiace intimamente questo oro sfilato al suo ex allievo Campagna, e alla pallanuoto italiana che forse non l’ha capito e apprezzato abbastanza. È un gran signore, Rudic. E racconta come si fa a imbrigliare la sua ex nazionale. «L’Italia — attacca — ha giocato molto bene i primi due tempi, ci ha messo in difficoltà all’inizio in difesa ma poi ho trovato la chiave per risolvere i problemi in attacco. Ho aggiustato il gioco, ho sistemato la difesa ed è venuta fuori la qualità dei nostri attaccanti. L’oro credo che la Croazia l’abbia strameritato perché ha dominato tutto il torneo giocando 8 partite senza mai accusare problemi (2 vittorie sull’Italia, ndr) anzi esprimendo un’ottima pallanuoto. La finale non è stata forse bellissima ma l’importanza del risultato era enorme». Poi Rudic elogia l’allievo appena su-
perato: «Campagna ha fatto un lavoro straordinario, con lui l’Italia sta avendo una continuità di risultati importante, voglio fare pubblicamente i complimenti a Sandro, all’inizio mi ha fatto soffrire». E cosa s’è inventato? «Ho studiato molto il gioco italiano, sapevo del loro dinamismo e quando ho visto i miei troppo statici ho cambiato in corsa». Segreto Gli chiedono come fa a non perdere mai una finale olimpica: «C’è qualcosa nell’aria... Adesso cosa faccio? Devo riposarmi, mi considero arrivato... sono orgoglioso di aver regalato il primo oro olimpico alla Croazia, dove ci sono tanti
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La gara che porto nel cuore è quella che mi diede il bronzo con l’Italia nel ’96
problemi economici, a volte dobbiamo trasferirci da un hotel all’altro: l’ho detto anche al primo ministro». Il Settebello del ’92 questa Croazia? «Non so, non è bello fare paragoni tra epoche diverse, certo non ricordo un dominio come questo ai Giochi, ed è il frutto di un durissimo lavoro, notte e giorno a fare analisi, ma con grande entusiasmo». Ma l’oro più bello dei 4 qual è? «Il primo e l’ultimo. Però c’è una partita che non valeva l’oro e che considero straordinaria: quella che ci fece prendere il bronzo con l’Italia ad Atlanta nel ’96. Successe di tutto. Le partite drammatiche a volte mi piacciono di più...». s.a. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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LONDRA 2012 PALLANUOTO DAL NOSTRO INVIATO
VALERIO PICCIONI LONDRA
«Troppo forti». «Ma noi siamo stati grandi, con un grande tecnico e una grande unità». L’argento del Settebello e il suo rovescio. Perché quando la medaglia te la senti addosso è tutta un’altra cosa. Subito dopo l’8-6 l’amarezza è ancora padrona degli stati d’animo, poi dopo il momento del podio le cose cambiano, la sensazione diventa più piacevole, il secondo posto nel mondo e all’Olimpiade è qualcosa che ti riempie il cuore: «Siamo molto orgogliosi», dice infatti Stefano Tempesti, «è una medaglia bellissima». Poi annuncia che a gennaio diventerà papà. Fortissimi Ecco, proprio lui, il portiere, l’uomo del solito «comizio» prima di cominciare, gli azzurri riuniti in cerchio, quella sorta di autocoscienza pre-gara, con l’urlo finale, la nostra haka. Tre o quattro paratone, l’Italia che scappa sul 2-0, il momento in cui ci siamo illusi. Prima che la Croazia carburasse e mettesse la freccia, con maestro Rudic che ha avuto la meglio sull’allievo Campagna. Poi la sensazione è che abbiamo quasi
Azzurri in coro «Abbiamo dato tutto ma erano troppo forti» Felugo: «Sono stati bravi a non farci rientrare». Tempesti: «È una medaglia bellissima. Siamo molto orgogliosi» La nazionale italiana: da sinistra Amaurys Perez, 36 anni, Niccolò Gitto, 25, Pietro Figlioli, 28, Alex Giorgetti, 24, Stefano Tempesti, 33, Maurizio Felugo, 31, Massimo Giacoppo, 29, Valentino Gallo, 27, Christian Presciutti, 29, Deni Fiorentini, 28, Matteo Aicardi, 26, Danijel Premus, 31, e Giacomo Pastorino, 32 INSIDEFOTO
mollato. «No, se vi sembra così sbagliate, in realtà ce l’abbiamo messa tutta, è che gli altri sono stati più bravi». «Quando giocano così sono fortissimi», aggiunge Valentino Gallo, l’uomo dell’1-0, quello che ci ha fatto pensare che i bookmakers, che ci davano sconfitti, potessero pure sbagliare. L’Olimpiade ne è stata in questi giorni la dimostrazione vincente, ma stavolta in piscina il pronostico di chi scommetteva è stato rispettato. Differenza di energia Ecco Christian Presciutti con la sua lupa tatuata. «Abbiamo incontrato la squadra più in forma dell’Olimpiade. Ci sta che vinci e perdi, dobbiamo imparare da questa lezione… Cioè, non chiamiamola lezione, insomma s’impara sempre qualcosa dalle sconfitte». Forse l’approccio non è stato uguale. «Ma no, l’approccio era lo stesso, è che loro erano organizzati, ci hanno studiato, hanno saputo prendere le misure». Studiare sembra la parola giusta. Probabilmente è così che la Croazia ha spezzato il nostro entusiasmo, quel momento magico che ci aveva portato in finale e che sembrava non dovesse finire proprio sul più bello. Così Gallo trova un’espressione per provare a spiegare la dif-
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Tra la nostra gara con la Serbia e la finale c’era una differenza di energia VALENTINO GALLO ATTACCANTE
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Giocavamo contro la squadra più in forma dei Giochi, da questo k.o. impareremo
CHRISTIAN PRESCIUTTI ATTACCANTE
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I migliori sono stati i due difensori centrali della Croazia: fortissimi MAURIZIO FELUGO ATTACCANTE
ferenza fra l’Italia anti-Serbia e quella anti-Croazia. «Una differenza di energia». Bravi gli avversari a provocarla. 100 per cento Maurizio Felugo
è l’uomo che insieme con Tempesti ha interpretato la parte del leader. Anche ieri, al momento di cominciare, è stato lui ad aggiungere qualcosa al discorso del portiere. E pure lui omaggia la banda di Rudic, anzi elegge pure i migliori in piscina fra gli avversari: «Due difensori centrali fortissimi». E poi, dice, «abbiamo anche provato a ripartire, ci siamo quasi riusciti, ma sono stati bravissimi a tenerci indietro, a non farci rientrare». Felugo insiste: «La squadra ha dato davvero tutto, il 100 per cento, non possiamo rimproverarci niente». Ma alla fine, la «medaglia è bellissima, anche se è chiaro che c’è un po' di amarezza». Rio Ora bisogna ripartire. Rio
de Janeiro è lontana, ma neanche tanto. Lo capisci dal fatto che tutti vogliono la rivincita, ci credono. E in effetti la parola chiave sembra già scelta: unità. «Un gruppo compattissimo», ripete Tempesti. E Gallo: «Bisogna saper ripartire. Il più presto possibile». © RIPRODUZIONE RISERVATA
LA CAPITALE DELLA PALLANUOTO I TIFOSI LASCIANO LE SPIAGGE PER VEDERE IL BLOCCO DELLA PRO NEL SETTEBELLO. E LA FIDUCIA SI TRASFORMA IN DELUSIONE
Recco soffre per i suoi eroi: «Se Alex non segna...» DAL NOSTRO INVIATO
ALESSIO DA RONCH RECCO (Ge)
«Se anche Alex e Pietro non riescono a segnare, allora addio». Michela si rende conto già nel terzo tempo che l'oro della pallanuoto sta volando via dalle mani dell’ItalRecco. La delusione si fa largo. Lei è la tifosa numero uno della squadra ligure e non poteva mancare all'appuntamento alla Pizzeria del Ponte, il cuore pulsante della tifoseria recchelina. Gianni, il proprietario, ha piazzato bandiere biancoazzurre ovunque e vi ha mischiato il tricolore. Il tutto tra muri tappezzati di fotografie. Per chi è corso qui (e c’è anche Renato Bianconi, papà di Roberta che gioca nel Setterosa, appena rientra-
ta da Londra) le formazioni sono ben diverse da quelle annunciate: Alex è Giorgetti, Pietro è Figlioli, poi Maurizio, Deni, Niccolò, Giacomo, Stefano, Massimo. Nessuno usa i cognomi, sono ragazzi di casa. In azzurro ci sono 8 eroi del Recco. In acqua spuntano pure Bura e Sandrino, ma stanno di là, con la Croazia, il primo, Buric, è il colosso che stoppa i nostri attaccanti, il secondo Sukno, impressiona per la grinta che contrasta con la timidezza che esibisce nelle serate in pizzeria.
Uno straordinario gol di Filipovic, serbo del Recco, scalda l’ambiente. Nel bar Amedeo si sente la tensione, ai bagni Marina c’è più serenità, visto che ci sono pure alcuni turisti corsi dalla spiaggia. Alla Pro Recco beach, i bagni della piscina di Punta Sant’Anna, si respira fiducia. Tutti si erano arresi all’evidenza dell'assenza della tv, ma non avevano fatto i conti con Mario, che se l’è portata da casa e l’ha accesa appena in tempo. Purtroppo non servirà per gioire, ma per soffrire.
Grazie Mario Recco pulsa e soffre. In molti lasciano la spiaggia per correre a casa all’ora giusta, anzi prima, per godersi la sfida per il terzo posto, con altri 5 recchelini in vasca, 3 nella Serbia, 2 nel Montenegro.
La rivelazione E Recco pare qua-
si rassegnata a soffrire. La formazione femminile, che quest’anno ha vinto tutto, verrà azzerata. La squadra maschile rischia il ridimensionamento, visto che il patron Gabriele Vol-
Recco si ferma per il Settebello: in alto il disappunto di un tifoso alla Pizzeria del Ponte, in basso la tensione ai bagni Marina BORSARELLI
pi, in polemica con il mondo della pallanuoto, vuole lasciare e ha annunciato che non parteciperà alle coppe. Il colpo inferto dai croati a qualcuno sembra solo il primo di una lunga serie. Ma non sarà così. Angelo Barreca, amministratore della società, è lì con gli altri a soffrire al «Ponte», non riesce a star seduto, freme, stringe i pungi, poi, quando tutti si arrendono lancia la ciambella di salvataggio: «E allora ve lo dico — confida — a inseguire l’oro non avevamo otto giocatori ma nove. Domani, appena atterra in Italia, Aicardi viene a firmare per noi». Il centroboa azzurro sarà recchelino, la Pro non chiude ma rilancia, l’argento di Londra mostra ancora bagliori d’oro per Recco. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Squadra Olimpica Italiana
GRAZIE. Carlo Molfetta
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LONDRA 2012 MOUNTAIN BIKE
BRONZO E RABBIA Miracolo Fontana Corre l’ultimo km senza la sella! Una buca fa saltare l’appoggio all’azzurro in piena corsa per l’oro: salva il podio, ma quanta iella. Poi Kulhavy beffa Schurter
Marco Aurelio Fontana EPA
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MARCO PASTONESI HADLEIGH FARM (Gran Bretagna)
Una buca. Una buca come altre mille. Però, se si potesse concentrare e sintetizzare la gara in un solo punto: quella buca lì. Perché in quella buca lì, che pure è niente di speciale, Marco Aurelio Fontana entra con la bici intera e ne esce con la sella ghigliottinata. E al traguardo manca, a dire tanto, un chilometro. Salvezza L’Olimpiade si sposta
da Londra in una vecchia fattoria. Una grande vecchia fattoria. Sull’estuario del Tamigi. Sull’altra sponda: fumanti ciminiere d’industrie. Da una sponda all’altra: fino a 16 chilometri. Tra una sponda e l’altra: navi, barconi, vele. Su questa sponda: la grande vecchia fattoria. Che appartiene alla Salvation Army, l’esercito del-
Finale da brividi: Marco Aurelio chiude con 4" sullo spagnolo Hermida la salvezza, un’associazione che dedica questo spazio — più di una collina — a lavori di carpenteria, agricoltura e informatica per dare un futuro a chi, da solo, non ce la fa. Ragazzi a disagio. La Salvation Army ha offerto questo territorio ai Giochi olimpici a un affitto e a una condizione: niente alcolici. Neanche la birra. Per l’affitto, nessun problema. Per la birra, sì. Ma alla fine: affare fatto. Così è nato il percorso di mountain bike: un labirinto di sterrati lungo quasi 5 chilometri, su e giù, dentro e fuori, non un metro diritto, ma tornanti, curve, salti, dossi, gobbe, perfino il letto di un torren-
te senza acqua da affrontare in discesa. Una ragnatela rocambolesca che tutti i corridori, dal ceco campione del mondo Jaroslav Kulhavy al cipriota Marios Athanasiadis, dallo svizzero Nino Schurter al ruandese salvatosi dal genocidio Adrien Niyonshuti, hanno giudicato «bellissima». Birra Ma c’è quella buca lì. Al
traguardo manca, a dire tanto (anche se l’abbiamo già detto), un chilometro. Tre uomini al comando: Kulhavy, Schurter e Fontana. Se per un’ora e un quarto sono andati via — si fa per dire, data la velocità — tranquilli, e — si fa per dire, data l’assenza — a tutta birra, da una decina di minuti se la giocano. Qui, chi sta davanti, sta meglio. Il primo ad attaccare è proprio Fontana, il secondo è Schurter, il terzo è Kulhavy. Si sfiorano. Rischiano. Esagerano. E fino all’ultima curva, a una ventina di me-
tri dalla linea d’arrivo, la sconfitta può trasformarsi in vittoria, l’oro declassarsi a bronzo, le vite sovrapporsi e sostituirsi. La gente lo capisce, e ne va pazza. La collina trema. Quando Fontana si accorge che è rimasto senza la sella, e senza il reggisella, ma soltanto con un tubo che è più prudente lasciare a una certa distanza dal corpo, la sua corsa, e un po’ anche la sua vita, si modifica. Se prima lottava per conquistare il primo posto, adesso sfida per custodire il terzo. Come domare un cavallo imbizzarrito, come governare una barca senza timone, come inseguire un ritornello jazz mentre la band si abbandona a libere improvvisazioni. Un’impresa. Spiffero La corsa si sdoppia. Davanti, per l’oro, Kulhavy e Schurter. Dietro, per il bronzo, Fontana e lo spagnolo José Antonio Hermida in rimonta. C’è un tratto in salita, un secon-
chesfortuna
Il guasto arriva all’ultimo giro A mezzo giro dalla fine, con Fontana in salita e ancora in lotta per l’oro, si rompono la sella e il reggisella della bici dell’azzurro. Nel cerchietto si vede proprio la sella che cede. Fontana deve così dire addio alle speranze di vittoria IPP DA TV
Kerschbaumer, l’idraulico che ha fatto 13 mi 10. Che era il mio sogno». la classifica, ci si accorge che Kerschbaumer è il secondo fra gli under 23. «Questa gara mi dà un’enorme fiducia. Per questa stagione, c’è ancora il Mondiale, l’8 settembre, in Austria. E la prossima stagione potrei essere ancora fra gli under 23, ma potrei anche già correre fra gli élite. Decideremo che cosa sarà più giusto fare». Gerhard, campione del mondo fra gli juniores nel 2009, ha classe da vendere. Ha cominciato ad andare in bici a 4 anni, a correre a 10, è nella Bianchi diretta da Massimo Ghirotto e presieduta da Felice Gimondi dal 2011. Papà ca-
past.
Gerhard Kerschbaumer, 21 anni, 13˚ alla prima Olimpiade ACTION IMAGES
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PAOLA PEZZO REGINA DEGLI STERRATI AD ATLANTA E SYDNEY
mionista, mamma casalinga, lui con il diploma di idraulico, ai grandi alberghi preferisce di gran lunga la malga a 2200 metri, che è il suo rifugio e - volendo - anche la sua base di preparazione in altitudine. «Stavolta il percorso era bellissimo, non c’era un solo punto in cui si potesse tirare il fiato. Sono contento per me, e soprattutto per Fontana: abbiamo passato tante settimane insieme, ad allenarci, dalla Sicilia agli Stati Uniti, e la sua felicità è anche la mia. E che questo bronzo sia l’unica medaglia del ciclismo italiano alle Olimpiadi, un po’ ci dispiace, ma un po’ ci inorgoglisce».
Idraulico Ma proprio studiando
E fra quattro anni, a Rio de Janeiro, a pedalare per le medaglie ci sarà anche lui. Gerhard Kerschbaumer, 21 anni, altoatesino, stavolta è arrivato 13˚. «Partivo dalla terza fila. Al via ho recuperato subito un paio di posizioni, poi invece i primi due giri facevo fatica, non riuscivo a trovare il giusto ritmo, sono scivolato fino alla ventesima posizione. Ma più si andava avanti, più ritrovavo energia. E ho cominciato a rimontare: 18˚ al quarto giro, 16˚ al quinto, 13˚ alla fine. E se ci fosse stato un giro in più, magari sarei riuscito a entrare fra i pri-
Storici secondi Invece Fontana guida la bici con la stessa affettuosa attenzione di un cane lupo che accompagna una persona non vedente, e mantiene 4 secondi di vantaggio, smilzi ma storici e olimpici, su Hermida. Oggi la grande vecchia fattoria torna a ospitare i disabili. Con il ricordo eterno di quel drammatico, romanzesco, ultimo chilometro.
clic
IL TALENTO IL 21ENNE ALTOATESINO HA CHIUSO AL 13˚ POSTO LA PRIMA GARA OLIMPICA: «ANCORA UN GIRO E POTEVO ENTRARE NEI 10»
HADLEIGH FARM
do tratto in salita, un terzo tratto in salita, poi una discesa ripidissima, si entra nell’anello finale, un’ultima salita, la curva, la discesa, una esse. Schurter commette un errore imperdonabile quando lascia uno spiffero e Kulhavy ci entra, prende il comando e non lo molla più, neanche quando, sull’ultima svolta, a una ventina di metri dal traguardo, la sua mountain bike scarta per troppa fretta o per troppa gioia.
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Per l’Italia è la prima medaglia al maschile nella mountain bike, ai Giochi dal 1996; il miglior risultato era il 5˚ posto di Fontana nel 2008. Nelle donne abbiamo vinto 2 ori con Paola Pezzo: Atlanta 1996 (foto Ap) e Sydney 2000.
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Il podio: da sinistra Nino Schurter, 26 anni, 2˚, Jaroslav Kulhavy, 27, 1˚, e Marco Aurelio Fontana, 27, 3˚ USA TODAY
«Ora mi regalo una Ktm 950 E a Rio vinco io» Marco Aurelio prova a sdrammatizzare «Ha un sellone che resiste alle cannonate...» HADLEIGH FARM (Gran Bretagna)
Medaglia di bronzo. Marco Aurelio Fontana è il primo biker italiano — di genere maschile — a salire sul podio. Fontana, se lo aspettava?
«Sì. Era la gara che avevo sognato, immaginato, studiato. E per la quale mi sono allenato come mai nella mia vita. Una rincorsa cominciata da quando vado in bici, e poi programmata, giorno dopo giorno, dallo scorso inverno». Cioè?
«Una gara tirata, a ritmo alto, a selezione naturale, con pochi corridori davanti, e con pochi dietro, che se avessero tentato di riportarsi davanti, sarebbero rimbalzati dietro. Una gara in cui solo i più forti sarebbero sopravvissuti. Ed è andata esattamente così». Pronti, via?
«La solita lotta per conquistare le prime posizioni. In partenza, subito da ottavo a sesto. Poi, quando Kulhavy ha forzato e siamo rimasti in tre, ho mantenuto la terza posizione perché lì si fa un po’ meno fatica». I suoi pensieri?
«Uno: ero terrorizzato dall’idea di bucare. Per questo, nei limiti del possibile, ho cercato di andare un po’ più prudente per scegliere le traiettorie più sicure ed evitare le buche». Fino a quella buca lì.
«L’ho presa da seduto. Ho sentito che andavo da tutte le parti. Mi sono detto: devo rimanere calmo. Ero convinto di aver rotto solo la sella. Invece mi ero sbagliato. Perché avevo rotto anche il reggisella. Insomma, era rimasto il canotto spezzato. E in tutta la vita non mi era mai successo». In pratica?
«Equilibrio: zero. Più in salita che
la scheda MARCO AURELIO FONTANA 27 ANNI BRONZO OLIMPICO
È nato il 12 ottobre 1984 a Giussano (Mb), è cresciuto a Cesano Maderno (Mb) ma vive dal 2008 a Fiorenzuola d’Arda (Pc). Alto 1.72 per 65 kg, è tesserato per il Team Cannondale. È fidanzato con Elisabetta. Nella mountain bike, era arrivato 5˚ a Pechino 2008 e vanta 3 terzi posti in Coppa del Mondo. È anche un ottimo crossista, più volte tricolore. Grande appassionato di motori, sogna di correre la Dakar MILESTONE
in discesa. E rimanevano ancora due salitelle, la prima con i sassi, la seconda con i tornantini. Se posso dirlo, sono stato proprio bravo. Un’impresa. Prima vedevo, poi sentivo lo spagnolo Hermida che recuperava. Ma non abbastanza». Senza quel guaio avrebbe vinto?
«Sarebbe stato difficile. Kulhavy e Schurter, nei finali, sono più forti di me. Se Kerschbaumer fosse stato davanti, avrei provato ad attaccare prima, e non all’ultimo giro. E poi Kulhavy e Schurter sono stati più forti di me tutto l’anno. Il terzo posto è perfetto». Fontana, più la corsa è importante, più lei è forte.
«Trasformo l’adrenalina in energia. Stavolta avevo la calma dei forti. Come quando a scuola fai il compito in classe, ma siccome hai studiato tutto, non hai possibilità di sbagliare. Lo dico per sentito dire. Perché io, a scuola, non ho mai studiato tanto». Si farà un regalo?
«Ma no. Ho tutto. Auto, un paio, l’ultima è un Defender. Moto, cinque o sei. Però, a pensarci bene, mi regalerò un Ktm 950 superenduro bicilindrico, con un sellone che non viene via neanche a cannonate». Quinto a Pechino, terzo a Londra.
«Sto maturando. Nel villaggio olimpico, a Pechino mi sentivo un imbucato, a Londra più a mio agio, mi pare di essere quasi un atleta». Perché no?
«Perché io la mountain bike non la pedalo: la guido. Io sono un pilota». E fra quattro anni a Rio?
«Non avrò avversari. Vincerò l’oro. E’ sicuro». past. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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UN BRONZO PER B
Il momento più bello: gli azzurri sono sul podio, il capitano, Cristian Savani, regge la maglia numero 16 di Vigor Bovolenta che fu argento ad Atlanta ’96 TARANTINI
l’Analisi di G.L.P.
Una medaglia senza più rimpianti L'Italia della pallavolo gode. E sorride. Ci ha messo sedici anni, ma alla fine ce l’ha fatta. Tutte le altre medaglie — che sono tante, se si pensa che sono state conquistate nell’arco di cinque tornei olimpici —, erano tutte condizionate dall'angoscia dell'oro mancato. Una medaglia che l'Italia insegue dal 1992, non averla raggiunta ha sempre condizionato anche il giudizio dei podi che si sono susseguiti. Per una strana maledizione l'Italia non è mai riuscita a festeggiare davvero, finendo per «denigrare» o «svalutare» medaglie preziosissime, come quella di Atlanta, capostipite in fatto di rimpianti. Adesso la pallavolo italiana ha smesso di piangersi (lo fa solo ricordando con un grande gesto Vigor Bovolenta) addosso e — genuinamente — può sorridere e voltandosi indietro, si rende conto che con diverse nazionali, diversi allenatori, diverse squadre è diventata una potenza olimpica, a cui solo la Russia, ieri meritatamente campione, forse può stare davanti. Da Londra l'Italia delle schiacciate riparte con tante certezze in più di avere campioni forse all'ultima uscita, ma altri che potranno dominare la scena per tanti anni ancora. Se saprà godersi quello che ha conquistato (che non è poco) e saprà valorizzare il tanto che ha ancora da dare. Magari portando sul podio la parte più consistente del suo movimento (quello femminile) qui ai piedi della zona medaglie dopo la clamorosa occasione sprecata contro la Sud Corea. E anche con il beach volley che con i risultati di Cicolari-Menegatti e Lupo-Nicolai, ha dimostrato di poter meritare.
4 L’Italia affonda
IL TORNEO ITALIANO Le partite dell’Italia GIRONE 29 luglio Italia-Polonia 1-3 (25-21, 20-25, 23-25, 14-25) 31 luglio Italia-Argentina 3-1 (25-17, 21-25, 25-17, 25-23) 2 agosto Italia-Gran Bretagna 3-0 (25-19, 25-16, 25-20) 4 agosto Italia-Australia 3-2 (21-25, 18-25, 25-21, 25-14, 15-13) 6 agosto Italia-Bulgaria 0-3 (30-32, 20-25, 19-25) CLASSIFICA GIRONE: Bulgaria 12; Polonia, Argentina 9; Italia 8; Australia 7; Gran Bretagna 0. QUARTO 8 agosto Italia-Usa 3-0 (28-26, 25-20, 25-20) 10 SEMIFINALE 10 agosto Italia-Brasile 0-3 (21-25, 12-25, 21-25) FINALE 3˚POSTO 12 agosto Italia-Bulgaria 3-1 (25-19, 23-25, 25-22, 25-21)
la Bulgaria E poi commuove ricordando Vigor Azzurri bravi in campo e ancor più sul podio dove portano la maglia n.16 del compagno scomparso. Savani: «Ce lo meritavamo» ITALIA BULGARIA
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(25-19, 23-25, 25-22, 25-21) ITALIA: Lasko 18, Savani 23, Mastrangelo 3, Travica 1, Zaytsev 4, Fei 8; Bari (L), Giovi (L) Parodi 8, Papi, Birarelli 5, Boninfante. All. Berruto. BULGARIA: Aleksiev 12, N. Nikolov 7, Sokolov 11, Skrimov 6, Yosifov 13, G. Bratoev 2; Salparov (L), V. Nikolov 12, V. Bratoev, Todorov, Penchev. Non entrati: Dimitrov. All. Naydenov. ARBITRI: Loderus (Ola) e Cholokian (Arg). NOTE - Spettatori: 15.000. Durata set: 24’, 29’, 30’, 26’; totale 109’ Italia: battute sbagliate 16, vincenti 11, muri 10, 2ª linea 14, errori 21; Bulgaria: battute sbagliate 12, vincenti 1, muri 13, 2ª linea 13, errori 28.
DAL NOSTRO INVIATO
GIAN LUCA PASINI twitter@GianLucaPasini LONDRA
Quando l'Italia sale sul podio in tuta, a ritirare la medaglia di bronzo, c'è una maglia numero 16 che passa di mano in mano, una è quella di Vigor Bovolenta, in campo nella finale olimpica 1996. «L'avevo promessa a un amico che non c'è più, non potevo tornare senza…», aveva confidato poco prima di salire Cristian Savani, capitano davvero coraggioso nell’ultima partita di questa prima (e come dice lui) «ultima Olimpiade» con 23 punti (7 ace). E' lui la faccia di un'Italia che non si arrende,
che ha la faccia sporca di polvere, che si deve urlare nei denti quello che pensa prima, di risorgere. Prima di rialzarsi. Una volta, due, tre. Come ha fatto in questi Giochi maledetti e bellissimi, proprio all'ultimo giorno. «Ho dato il 110% di quello che avevo – continua il capitano – non avrei permesso a nessuno di rovinarmi questi Giochi. Chi c’è arrivato davanti, Russia e Brasile, onestamente aveva qualcosa in più, ma noi ci siamo. Due anni durissimi di lavoro, per questa». Tocca la medaglia. Terzo set E con la mente ripensa alla partita con la Bulgaria, all’ultimo viaggio all'inferno. Dopo un primo set dominato e un secondo che è fuggito via su una palla contestata (con l'arbitro che era lo stesso della finale dell'Europeo di un anno fa…). E poi il terzo iniziato in apnea dagli azzurri sotto 0-4, con i bulgari di Camillo Placì scatenati e l’Italia che non riesce a respirare. Non riesce a ragionare. «In quel momento ho pensato che non poteva finire come a Vienna – dice Savani – non era giusto. Non lo volevamo. Abbiamo tirato fuori il nostro cuore». E pure i muscoli. Di quelli che erano in campo, ma anche di quelli che stavano in panchina: Berruto – in diversi momenti - pesca le soluzioni migliori: affida a Giovi la ricezione, aveva inserito Parodi
per Zaytsev e anche Birarelli per Fei. Ognuno porta il suo contributo, come Berruto aveva solo sognato accadesse. Questa volta l'Italia c'è: è ancora battuta-dipendente, come in altre partite di questa Olimpiade, ma stavolta ha anche qualcosa sotto la maglia che batte forte. Forse banale, ma si vede bene anche dalla tribuna. Gli azzurri si rialzano come avevano fatto dopo il Brasile e prima dopo la sconfitta nel girone contro la stessa Bulgaria. Una sconfitta che li aveva mandati a scontrarsi con i campioni olimpici di Pechino nei quarti. «Era arrivato il momento che ci andassimo a prendere una soddisfazione noi. Ci brucia ancora troppo quella sconfitta all'Europeo, quella finale persa».
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Non è importante quando si cade, è come ti rialzi che conta. Il bronzo è un passo avanti
MAURO BERRUTO C.T. ITALIA
Balletto azzurro. Dall’alto: Parodi, Mastrangelo, e Travica REUTERS Super Lasko Nel quarto set l'Ita-
lia prova a volare: decolla una volta, due volte, ma i muri bulgari sono ancore pesanti come quelle ancore che gli azzurri sembrano avere in testa. Non può essere una partita spettacolare, neanche bella. Ma pulsa, si muove, è come una cosa viva, come la squadra che Berruto ha messo in campo. Ognuno si gioca una parte di passato e una parte di futuro, questa volta non vuole mollare, ognuno con le sue debolezze e con le sue qualità. Il cuore pompa, la testa pulsa. Michal Lasko torna quello splendido ariete della Coppa del Mondo, adesso lo conoscono tutti i muri avversari, lo braccano, lo marcano, ma lui riesce a svincolarsi e quando non fa punto in attacco risolve a muro. Travica corre dietro ai palloni, cercando di smarcare i suoi schiacciatori. Poi è il momento di Birarelli, su cui i compagni scherzavano per le medaglie di legno conquistate fino a qui. Azzecca il muro del 17-16, poi in battuta fa male ai bulgari, che capiscono che è finita. L’Italia si alza in piedi e un attimo dopo l'ultima palla (ancora di Birarelli) si abbraccia e e poi scala le tribune: a baciare figli, genitori, mogli e fidanzate. Prima di portare quella maglia numero 16 sul podio. I grandi uomini hanno un grande cuore. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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GLI AZZURRI
1 Gigi Mastrangelo 36 anni 3 Simone Parodi 26 anni 6 Samuele Papi 39 anni 7 Michal Lasko 31 anni 9 Ivan Zaytsev 23 anni 10 Dante Boninfante 35 anni 11 Cristian Savani 30 anni 13 Dragan Travica 25 anni 14 Alessandro Fei 33 anni 15 Emanuele Birarelli 31 anni 16 Andrea Bari 32 anni 17 Andrea Giovi 28 anni
LUNEDÌ 13 AGOSTO 2012
OVOLENTA
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5 PODI CON 5 C.T.
S LOS ANGELES 1984 Allena Silvano Prandi. In semifinale ci batte il Brasile (1-3), poi pieghiamo il Canada 3-0 BRONZO
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FINALE UNA RIMONTA CHE RESTERA’ NELLA LEGGENDA
Per la Russia una vittoria da romanzo Brasile shock Sotto 0-2 e 23-24, il c.t. Alekno inventa Muserskiy bomber e parte la rimonta La gioia di Busato, secondo dei russi
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L’Olimpiade è finita: gli azzurri festeggiano il bronzo con mogli e fidanzate REUTERS
gli azzurri PASSAGGIO DI TESTIMONE
L’addio di Papi «Un risultato per il futuro» Lascia col record olimpico del volley: 4 medaglie Mastrangelo: «Per noi è un oro abbronzato» DAL NOSTRO INVIATO
MARISA POLI LONDRA
dietro questa esperienza: là dovranno vincere». Sofferenza E’ da qui che riparte tut-
E’ il passaggio del testimone. E’ l’esperienza dei veterani che lascia spazio all’entusiasmo dei giovani, più di presenze in azzurro che di anagrafe, che qui hanno imparato a soffrire. Il giorno dell’ultima in azzurro di Samuele Papi e Alessandro Fei è anche la prima medaglia di un gruppo nato 15 mesi fa. «Non era facile, ma volevamo questo bronzo» dice Papi, collezionista di podi olimpici (record a pari merito con Tetiukhin, la Fernandez e la Ryskal) con dedica a Vigor Bovolenta, scomparso il 24 marzo scorso («E’ sempre stato con noi, lo sapevamo»). E’ il passaggio del testimone. Papi era in campo sedici anni fa, nella nazionale dei fenomeni sconfitta al tie-break dall’Olanda ad Atlanta, ha detto sì quando è stato richiamato, a 39 anni suonati e 18 anni e mezzo dopo la prima in azzurro. Come per Fei, che aveva lasciato la nazionale ma ci è tornato: «Abbiamo giocato tutti e questo secondo me è importante, ognuno entrato ha portato il suo contributo. Mi fa piacere, perché da questa esperienza molti ragazzi che ci saranno fra quattro anni a Rio hanno imparato tanto, specialmente su che cosa vuol dire giocare un’Olimpiade. E’ un bilancio positivo, perché fra 4 anni inizieranno questa manifestazione dal primo giorno e non dalla fine. E’ obbligatorio che si portino
to. Dall’orgoglio di Michal Lasko: «Bisogna essere onesti, Brasile e Russia hanno dimostrato qui a Londra di giocare un gradino sopra le altre e noi ci siamo. Se ripensiamo a tre, quattro giorni fa nessuno ci avrebbe dato una lira, voi compresi». Dalla voglia di chi ha comincia-
Sotto Samuele Papi, 39 anni: c’era già nella finale persa ad Atlanta nel 1996 contro l’Olanda. Ha debuttato in azzurro 18 anni fa TARANTINI
to da poco una vita da titolare, come Dragan Travica: «Con la Bulgaria ne è uscita una grandissima vittoria, alla fine di un’Olimpiade che non immaginavo così dura, non pensavo di soffrire così tanto. Anche fisicamente siamo tutti dimagriti tanto, consumati dalle emozioni che avevamo dentro. Ma siamo di nuovo tra i migliori al mondo. Importante per noi, per la pallavolo italiana che deve prendere questa medaglia come un’occasione per uscire da una situazione delicata. Un’altra volta lo sport insegna che non si muore mai». Rimpianti La maturità dei «vecchi» che lasceranno fa guardare anche in un altro modo un ottimo terzo posto che non è un primo mancato. Come dice Mastrangelo: «Questo bronzo è più importante dell’argento. E' il mio oro abbronzato. Questa finale vale più di quella per l'oro di Atene». E come è convinto Simone Parodi: «Siamo consapevoli che si poteva fare di più, ma non poi tanto. Abbiamo battuto la Bulgaria perché eravamo più forti e più uniti. Alla vigilia avrei firmato per un bronzo. Non abbiamo nessun rammarico, col Brasile non c’è stata partita, secondo me in questo momento sono più forti. Dopo questa partita tante cose cambieranno in nazionale, prima ero uno dei più giovani, nel prossimo quadriennio sarò un veterano». Zaytsev lo sa: «Questo bronzo è un punto di partenza». Il testimone è passato. © RIPRODUZIONE RISERVATA
ATLANTA 1996 Allena Julio Velasco. In semifinale 3-1 alla Jugoslavia. Poi la sconfitta in finale 3-2 con l’Olanda (17-15 al tiebreak) ARGENTO
Dmitriy Muserskiy, 23 anni: 31 punti, record per una finale ai Giochi TARANTINI LONDRA
S SYDNEY 2000 Allena Andrea Anastasi, In semifinale 0-3 con la Jugoslavia. Poi 3-0 all’Argentina nella finale per il 3˚ posto BRONZO
S ATENE 2004 Allena Gian Paolo Montali. In semifinale diamo 3-0 alla Russia, ma poi in finale cediamo 1-3 al Brasile ARGENTO
S LONDRA 2012 Allena Mauro Berruto. Niente da fare in semifinale col Brasile (0-3), poi ieri il successo sui bulgari BRONZO
L’ultima volta era stato 32 anni fa, a Mosca, ed era ancora l’Unione Sovietica. La Russia di Alekno e Sergio Busato (suo vice) è campione olimpico, dopo un’attesa infinita, dopo essere stata in svantaggio con il Brasile due set a zero e aver salvato due match point sul finale del terzo. E’ stata una partita da registrare e rivedere, giocata a mille all’ora, oltre due ore di colpi violenti e difese spettacolari, degna di una finale olimpica. Per il Brasile è il secondo k.o. di fila sul più bello, dopo la sconfitta con gli Stati Uniti a Pechino. Ci pensa Muserskiy C’è una mossa disperata dietro a tutto, il coraggio di un allenatore di rivoluzionare la squadra quando tutto sembrava perduto. In pratica: l’opposto titolare, Mikhaylov, spostato nel ruolo di schiacciatore e il centrale (o meglio, universale) Muserskiy chiamato nel ruolo di bomber. I colpi del gigante (2.17) del Lokomotiv Belgorod hanno prima spaventato e poi tramortito la pallavolo champagne dei brasiliani. Saranno 31 alla fine i suoi punti (57%), record per una finale olimpica, schiacciati da ogni posizione del campo, come il Savin dei tempi del-
RUSSIA BRASILE
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(19-25, 20-25, 29-27, 25-22, 15-9) RUSSIA: Muserskiy 31, Mikhaylov 17, Tetyukhin 12, Volkov 6, Grankin 4, Khtey 1; Obmochaev (L) 1, Butko 2, Ilinkyn 2, Berezhko, Apalikov 6, Sokolov. All. Alekno. BRASILE: Murilo 18, Sidao 14, Wallace 27, Dante 5, Lucas 9, Bruninho 3; Sergio (L), Giba, Ricardo, Thiago, Rodrigao 1. N.e. Vissotto. All. Bernardinho. ARBITRI: Hobor (Ung) e Tano (Giap) NOTE - Spettatori 15.000. Durata set: 24’, 26’, 34’, 28’, 16’; totale 128’. Russia: battute sbagliate 18, vincenti 4, muri 15, seconda linea 18, errori 31. Brasile: battute sbagliate 19, vincenti 8, muri 10, seconda linea 15, errori 27.
l’Unione Sovietica che vinceva tutto, che aveva al palleggio Viacheslav Zaytsev, il papà dell’azzurro Ivan. «La mossa di Muserskiy l’avevamo provata in allenamento e in un amichevole, era l’uscita di emergenza se Mikhaylov fosse andato in difficoltà — spiega Busato —. Ha preso subito fiducia, lo schema è diventato dare la palla a lui». E l’incubo si è trasformato in sogno. Rimonta unica E’ la prima rimonta da 0-2 in una finale olimpica maschile, è il primo oro olimpico assegnato al quinto set dopo Olanda-Italia nel 1996. Alla fine la prima telefonata di complimenti è stata di Putin, il primo a festeggiare il grande ritorno dopo l’ultimo trionfo. Vladimir Alekno, impazzito di gioia, cita il romanzo «Le dodici sedie» di Ilf e Petrov: «E’ un sogno da idioti che diventa realtà. Dicono che non puoi entrare nello stesso fiume per due volte, ma io ce l’ho fatta». Il Brasile, avanti di due set a zero, ha avuto anche due match ball, sul 24-23 e poi sul 25-24. «Difficile parlare, abbiamo mostrato il nostro carattere — è l’orgoglio di Tetiukhin, 4 medaglie olimpiche, record come Samuele Papi —. Chi non ha creduto in noi, ci ha girato le spalle e se n’è andato dopo il secondo set. Chi ha avuto fiducia, è stato ripagato». Incubo Brasile I cambi di Ber-
nardinho, che ha mandato in campo tutti ad eccezione dell’infortunato Vissotto, non hanno prodotto risultati. La Russia, dopo il 25-22 del quarto set, ha preso subito il largo anche nel tie-break, chiuso 15-9 da Muserskiy. Lucas sa perché: «Alekno ha avuto un’ottima idea, il loro attacco è cresciuto e noi siamo andati in ansia». Sergio si accontenta: «Sapevamo che sarebbe stata difficile, non possiamo ancora crederci. Perdere fa parte del gioco, vuol dire che vinceremo a Rio». ma.po. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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LUNEDÌ 13 AGOSTO 2012
LONDRA 2012 GINNASTICA RITMICA DAL NOSTRO INVIATO
GENNARO BOZZA LONDRA
Palle, nastri e cerchi gettati in aria, poi ripresi, poi rilanciati a comporre figure che regalano emozioni. E lì in alto possono apparire come stelle che illuminano un trionfo o intrecciarsi malignamente a comporre un cielo nero. Per le Farfalle azzurre la luce scompare quando un nastro, lanciato con troppa forza, vola lontano. Inutile la disperata rincorsa, l’attrezzo va a terra, portando una penalità di due decimi che diventa decisiva. Addio all’argento che sembra sicuro, c’è un bronzo. Abbastanza per dimenticare Pechino 2008, col podio portato via dai giudici, non sufficiente a regalare il massimo della gioia a Elisa Santoni, Elisa Blanchi, Anzhelika Savrayuk, Romina Laurito, Andreea Stefanescu e Marta Pagnini. Il sorriso comunque c’è sul volto delle ragazze dell’Aeronautica, pur con qualche rimpianto. L’oro va ancora una volta alla Russia, che non mostra la creatività delle azzurre ma resta ancorata a vecchi schemi, con le ragazze che in un passaggio eseguono il poco agonistico hula hoop eppure ottengono i favori della giuria. E l’argento, per soli 50 centesimi, va a una Bielorussia che preferisce un esercizio banale ma sicuro. Differenze L’errore dell’Italia fa
saltare le altre considerazioni sull’andamento della gara. I dirigenti azzurri, in effetti, fanno chiaramente capire che avrebbero da recriminare su qualche giudizio, ma che insistere su questo punto dopo aver sbagliato in gara significherebbe passare per «piagnoni», perciò accettano il verdetto. Differenze, comunque, si
Emanuela Maccarani LAPRESSE
I due esercizi che compongono il concorso generale: tre nastri e due cerchi e cinque palle. Nei nastri e cerchi l’errore fatale alla squadra della Maccarani EPA-AP
Farfalle di bronzo Un errore evita le polemiche Ma è una medaglia agrodolce La giuria favorisce la Russia nella prima rotazione, le azzurre sotto pressione sbagliano nella seconda e perdono anche l’argento che va alla Bielorussia notano fra gli esercizi di Russia e Italia. A favore delle russe c’è l’esecuzione, pochi difetti, ma con la solita mancanza di sincronia, soprattutto nella prova con le 5 palle. A favore delle azzurre c’è la velocità, nettamente superiore a quella delle russe, l’espressione artistica e alcuni passaggi di estrema difficoltà, come quello in cui Elisa Blanchi si tuffa dentro un cerchio che sta ricadendo dopo essere stato lanciato a una decina di metri d’altezza. Le altre squadre, compresa la Russia, eseguono questo pas-
saggio col cerchio fermo o in arrivo frontale basso. Nonostante ciò, la Russia prende 28.700 nella prima prova, con tre decimi in più nella valutazione tecnica, e costringe le Farfalle a una rincorsa affannosa: anche da questo deriva poi l’errore che manda all’aria l’argento. Errore obbligato L’Italia ottiene
28.125 nella prima prova e deve provare a rimontare in quella con cerchi e nastri, obbligata a correre rischi grandissimi. Così, ecco il nastro che scappa
via. E non è importante sapere chi lo ha lanciato e chi lo ha rincorso, perché ragazze coraggiose come le azzurre hanno una sola anima sia nelle vittorie che nelle sconfitte. Per la «fredda cronaca» dell’azione sbagliata, ognuno può rivedere le immagini in tv e riconoscere le protagoniste. Le Farfalle della c.t. Emanuela Maccarani tornano sul podio, dopo la beffa di Pechino, ma così fa ancora male. Le parole della direttrice tecnica della Nazionale, Marina Piazza, fanno capire più di ogni altra cosa la gran-
L’Italia è obbligata a correre rischi: scappa un nastro ed è terzo posto per 50 centesimi
Nessun piagnisteo solo amarezza La d.t. Piazza: «La nostra ritmica è spettacolare»
dezza dell’Italia non riconosciuta da giudici e burocrati: «Quella italiana è una scuola di creatività, che fa risaltare gli aspetti tecnici e quelli spettacolari. Persino chi guarda per la prima volta una gara di ritmica se ne accorge e si entusiasma per questo sport, quando è concepito nel modo indicato da Maccarani e le Farfalle». E anche se quelle ragazze prendono «solo» un bronzo se ne innamora, perché guardando loro vi trova la bellezza e l’arte. Che valgono più dell’oro. © RIPRODUZIONE RISERVATA
TRA PRESENTE E FUTURO PER LE VICECAMPIONESSE DI ATENE 2004 ERA L’ULTIMA OLIMPIADE
«È il riscatto di Pechino Ora in vacanza insieme» La successione è pronta Il capitano Santoni: «Sentivamo la pressione ma la nostra forza è il gruppo». Il c.t. Maccarani: «Le ringrazio, sono state grandi. Le veterane lasciano, abbiamo giovani promettenti» DAL NOSTRO INVIATO
ANDREA BUONGIOVANNI LONDRA
Le Farfalle si librano di nuovo nel cielo olimpico. Ma rispetto a quello che avrebbe potuto essere e non è stato, hanno ali pesanti. Questo bronzo, per chi covava speranze d’oro, non soddisfa fino in fondo. «Ci presentavamo qui avendo vinto gli ultimi tre Mondiali — ammette la capitana Elisa Santoni, insieme ad Elisa Blanchi già argento ad Atene 2004 — puntavamo al bottino pieno. Ma è pur sem-
pre una medaglia a cinque cerchi, da tener stretta con orgoglio. Anche perché riscatta la beffa di Pechino 2008. Non è stata una gara semplice, avvertivamo la responsabilità. Otto anni fa da noi ci si aspettava nulla. Ora la gente sa quel che valiamo. Alla fine, però, siamo comunque soddisfatte». Vacanza comune La prima rota-
zione, con quel secondo posto alle cinque palle, aveva fatto sperare in un possibile sorpasso ai danni della Russia. Poi, invece, ai tre nastri e ai due cerchi, è arrivato l’errore diabolico. E la Bielorussia ne ha
approfittato. Nell’immediato dopo-gara le azzurre restano impietrite. Poi, man mano, avanza la consapevolezza dell’impresa lo stesso compiuta e sui volti perfettamente truccati si apre qualche sorriso. Nel gruppo le gerarchie sembrano peraltro consolidate. E’ la capitana a parlare per tutte. «Tra noi c’è complicità e amicizia — dice Elisa, a 24 anni pronta a passare la mano come la stessa Blanchi e Romina Laurito — tanto è vero che adesso, noi sei titolari, insieme alle quattro ragazze che ci hanno aiutato nella preparazione, andremo in vacanza per una setti-
Le farfalle azzurre con la medaglia EPA
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La Russia è stata un po’ aiutata ma con quell’errore, abbiamo poco da recriminare EMANUELA MACCARANI TECNICO AZZURRO
mana a Lloret del Mar, in Spagna. E’ una consuetudine che va avanti proprio dal 2004». La c.t. L’oro, intanto, brilla al collo delle allieve di Irina Viner. Dopo Atlanta 1996, quando la specialità venne intro-
dotta e a imporsi fu la Spagna, la Russia non ha mai fallito. La 45enne c.t. Manuela Maccarani, da sempre anima del gruppo tricolore, trattiene a stento le polemiche: «Sappiamo bene come funziona — sibila —: il blocco dei Paesi dell’Est detta legge e noi, invece, siamo isolati. Alla Russia hanno dato un punteggione nella prima rotazione così da evitare sorprese, visto che nella seconda fanno spesso disastri. E la Bielorussia ha esercizi semplici, nastri non così puliti e parabole basse. Ma stavolta, con quell’errore, abbiamo poco da recriminare. Le ragazze sono
state lo stesso stupende, mi hanno regalato la centesima medaglia di questa personale avventura e ora siamo pronte a ripartire anche se le veterane, che hanno dimostrato una fantastica longevità in un mondo che consuma in fretta, smetteranno. Alle loro spalle tre tra Camilla Bini, Camilla Patriarca, Chiara Ianni e Giulia Galtarossa, che già fanno parte della squadre, andranno però avanti e una decina di giovani promettenti ha il motore acceso». Le porte del palazzetto di Desio stanno già per riaprirsi. © RIPRODUZIONE RISERVATA
LUNEDÌ 13 AGOSTO 2012
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LA SQUADRA
LOTTA L’ULTIMO GIORNO I TEMPI SONO ANTICIPATI
In gara alle 8.30 arrivano 4 ore dopo Egiziani squalificati
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L’ERRORE DELLE AZZURRE
L’attrezzo cade fuori pedana Scatta la penalità
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Un momento di azione con i nastri REUTERS LONDRA L’errore che è costato la medaglia d’argento all’Italia è stata l’uscita di un nastro dalla pedana, sebbene per questione di centimetri. Immediatamente giudice ha alzato la bandiera bianca per comunicare l’uscita e la conseguente penalità. L’azione sbagliata nasce da un passaggio dell’esercizio che prevede lo scambio degli attrezzi fra le atlete. Ognuna di loro lancia il cerchio o il nastro verso un’altra compagna, in caso di manovra statica, o verso un altro punto della pedana, in caso di manovra dinamica, quindi più difficile, che sarà raggiunto dalla compagna di squadra per afferrarlo al volo. Uno dei tre nastri, in questo caso, è stato lanciato con troppa forza dalla giovanissima Andreea Stefanescu, la più giovane della squadra con i suoi 18 anni. La capitana Elisa Santoni, destinata a prenderlo, ha dovuto rincorrerlo, senza però riuscire a evitare che finisse a terra, proprio al limite della pedana, ma con una parte del nastro fuori di pochi centimetri. La penalizzazione per l’uscita di pedana è di 2 decimi, che però non è l’unico danno al punteggio della squadra. Infatti, a causa della mancata riuscita di questa azione, è stato penalizzato anche il punteggio relativo all’esecuzione dell’esercizio. E’ più difficile quantificarli esattamente, perché su questo aspetto bisogna considerare il giudizio soggettivo dei giudici. In teoria, visto che il punteggio per l’esecuzione è stato di 8.800, contro i 9.100 dello stesso esercizio in qualificazione, ci sono sicuramente 3 decimi in meno. In totale, l’errore è costato circa 0.70 punti all’Italia e quindi l’argento.
Romina Laurito 25 anni anche lei lascerà molto probabilmente la carriera agonistica
S Andreea Stefanescu 18 anni, è la più giovane del gruppo. Prima Olimpiade per lei, titolare nei due esercizi.
S Elisa BIanchi 24 anni, con la Santoni era nel gruppo d’argento ad Atene. Ha annunciato il ritiro
S Anzhelika Savrajuk 22 anni, alla seconda Olimpiade dopo quella amara di Pechino 2008
La giovanissima nazionale russa che ha conquistato l’oro olimpico: la più «anziana» ha 19 anni REUTERS
LONDRA
Amara conclusione dei Giochi per tre lottatori egiziani: squalificati per essersi presentati in ritardo alle gare. E mica un ritardo da poco, ma addirittura di quattro ore e mezza. Abdou Omar e Abdou Ahmed, 23 anni entrambi, Saleh Emara, 30 anni, pensavano che le gare cominciassero, nell’ultima giornata dell’Olimpiade, alle 13, come accaduto fino ad allora. Il problema è che, considerando che c’è la cerimonia di chiusura, nell’ultimo giorno dei Giochi tutte le competizioni si svolgono in anticipo. E quella di lotta era stata spostata alle 8.30 del mattino. Loro si sono presentati alle 13 e hanno avuto la sgradita sorpresa di essere
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vistointv
Elisa Santoni il capitano. 24 anni, titolare ai 3 nastri e 2 cerchi. Per lei è stata la terza e ultima Olimpiade
Marta Pagnini 21 anni, alla sua prima Olimpiade è stata titolare soltanto nell’esercizio alle 5 palle
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stati squalificati. Un dirigente della squadra egiziana spiega: «Avrebbero dovuto saperlo, perché è scritto nel programma, ma non lo hanno letto. L’errore è nostro, naturalmente e stiamo cercando di sapere di chi è la responsabilità del mancato avviso agli atleti». Un portavoce del comitato organizzatore dice che tutti gli altri lottatori in gara nell’ultima giornata si sono presentati in orario, solo gli egiziani non c’erano. Un portavoce della Federazione internazionale di lotta fa notare: «Abbiamo fatto tutto il possibile per fornire le informazioni necessarie, ma poi spetta ai dirigenti della squadra e all’allenatore assicurarsi che i loro atleti siano a conoscenza degli orari». g.b.
di ENRICA SPERONI
Fontana senza sella, Damiani, le farfalle e la maglia di Vigor Le emozioni chiudono i Giochi A metà pomeriggio sembrava fossimo inseguiti dal diavolo olimpico. E cercare conforto nel telecomando non aiutava. Le ragazze della ritmica pagavano carissimo un errore, Fontana si è fatto l'ultimo chilometro della gara di mountain bike senza sella della bicicletta, Cammarelle se la vedeva col pugile di casa e i giudici — a sentire Mattioli e Benvenuti, Giambuzzi e Oliva — ringraziavano per l'ospitalità. Ci si è messo anche il Tg2 con lo speaker che, ignaro del momentaccio, annunciando nei titoli le nostre medaglie e quelle ancora in ballo se ne é uscito con «le ragazze della ritmica rischiano il bronzo». Cooosa? Calma, come siete irascibili, voleva dire che sono da podio, ha solo scelto male il verbo. Proprio il bronzo delle azzurre ha chiuso il tg. Eppure è stato un bel vedere, a cominciare dalla ginnastica ritmica dove la combinazione di abilità ed eleganza suscitava ammirazione. Peccato quel trucco esagerato — pomelli rossi, occhi da fatalona e labbra obbligate al sorriso a tutta bocca — che le fa somigliare a tante Barbie con la faccia di ceramica, bambole tutte uguali e senza età.
Emozioni. L'impresa di Fontana, bronzo senza sella, l'argento di Cammarelle e l'esuberanza di Damiani. Di più. La premiazione del volley con l'Italia che porta sul podio la maglia numero 16 di Bovolenta e ti commuovi pensando a lui, ma ancora di più pensando alla sua famiglia, ai suoi figli e al conforto di un gesto. Che dice tante cose, anche la grandezza di uno sport che non ha la memoria corta. Purtroppo, per la Rai la premiazione si conclude con il nostro bronzo e la linea passa alla pallanuoto dove di li a poco comincerà Croazia-Italia. Ed è un errore la premiazione troncata perché nello sport non si gioca da soli e il rispetto degli avversari passa anche da qui. PS Va riconosciuto alla Rai un lavoro non facile per cercare di far quadrare i conti tra il servizio da offrire e i limiti imposti dal contratto. Non solo le 200 ore di diretta da non superare (una persona dedicata al controllo), ma anche l'obbligo di differita per alcune discipline: fino ai quarti se presenti italiani, alle semifinali in assenza di azzurri. Parliamo di volley femminile, pallanuoto maschile, boxe, basket, calcio.
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LUNEDÌ 13 AGOSTO 2012
LONDRA 2012 BASKET
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GLI USA DAL 1992
Dopo la sconfitta dei collegiali in semifinale a Seul 1988 contro l’Unione Sovietica, ai Giochi gli Stati Uniti hanno schierato i professionisti. Dal 1992, quello dello storico Dream Team, l’unica edizione in cui non hanno vinto l’oro è stato Atene 2004 quando gli Usa di Iverson, Marbury, Duncan e i 20enni LeBron, Wade e Anthony, perse in semifinale con l’Argentina che poi battè l’Italia in finale. Dellle 4 finali giocate con i professionisti, questa è quella finita con lo scarto minore: 7 punti.
S 1992 Barcellona Stati UnitiCroazia 117-85
S 1996 Atlanta Stati UnitiJugoslavia 95-69
S 2000 Sydney Stati UnitiFrancia 85-75
S 2008 Pechino Stati UnitiSpagna 118-107
L’oro sudato delle stelle Gli Usa festeggiano perché è stata dura
Come 4 anni fa, la Spagna costringe LeBron e compagni a una grande partita decisa solo nel finale STATI UNITI SPAGNA
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(35-27, 59-58; 83-82) STATI UNITI: Paul 11 (2/5, 2/4), Bryant 17 (2/3, 3/7), James 19 (7/10, 1/3), Durant 30 (3/5, 5/13), Chandler 2 (1/2); Westbrook 3 (1/1, 0/1), Williams 6 (0/2, 2/2), Iguodala, Love 9 (2/2, 0/1), Anthony 8 (1/3, 2/6), Harden 2, Davis. All.: Krzyzewski. SPAGNA: Calderon (0/1 da 3), Navarro 21 (3/8, 4/9), Fernandez 14 (2/3, 1/4), P.Gasol 24 (9/16, 0/1), M.Gasol 17 (8/19); Rodriguez 7 (1/2, 1/2), Reyes (0/2), San Emeterio, Llull 5 (1/2, 1/2), Ibaka 12 (2/5), Sada, Claver. All.: Scariolo. ARBITRI: Maranho (Bra), Christodoulou (Gre), Aylen (Aus). NOTE - T.l.: Usa 24/31, Spa 27/32. Rimb.: Usa 37 (Durant, Love 9), Spa 35 (Ibaka 9). Ass.: Usa 13 (James 4), Spa 22 (P.Gasol 7). Prog.: 5’ 18-16, 15’ 48-44, 25’ 70-71, 35’ 95-87. Usc. 5 f.: Fernandez 39’23" (104-95). Ant.: Calderon 4’04" (10-12), Iguodala 19’57" (59-56). Spett. 13.514.
DAL NOSTRO INVIATO
LUCA CHIABOTTI LONDRA
Sono felici davvero: le stelle Nba festeggiano la medaglia d’oro aprendo le braccia e usando come ali le bandiere che dei soldati hanno regalato loro prima di partire per Londra. Come a Pechino, quando la Spagna regalò un brivido al mondo, è stata una splendida finale, di quelle che ti tengono lì fino alla fine, che ti fanno dire peccato quando finiscono, che celebrano la bellezza di uno sport. E di una avversaria che per la seconda volta, dopo 4 anni, è riuscita a costringere LeBron James e i più grandi giocatori del pianeta a dare il massimo per vincere. Ricchi Quando succede, e quando le partite non diventano solo una celebrazione della forza e popolarità dei più ricchi dei Giochi, allora qualcosa di memorabile accade. Si vede LeBron James che, a 2’ dalla fine, è capace di segnare da tre con le mani di
Marc Gasol in faccia, la tripla che decide la gara dopo 38’ di lotta. Riscopri Kobe Bryant, piuttosto opaco in questa Olimpiade, che ti azzanna nei momenti chiave. Pensi che con Kevin Durant, gli Usa sono imbattibili perché nessuno come lui è una macchina perfetta per il basket che si gioca nel mondo, con regole e spazi diversi rispetto alla Nba. Triple Gli Usa, per tornare a vincere, hanno dovuto imparare, masticare e rendere letale attraverso il loro talento il nostro gioco, fatto di scarichi e tiri da tre. A Londra ne hanno tentati tanti, forse troppi, ma se hai Durant i conti tornano. «Sappiamo di aver vinto una grande partita — dice coach Krzyzewski —, siamo stati davvero bravi e avremmo dovuto esserlo per vincere. La Spagna ci ha messo in difficoltà coi lunghi, la loro taglia ci ha fatto male». Coach K, all’ultima gara con gli Usa, viene colto di sorpresa da una Spagna che in 36 ore ha preparato cose nuove, cambia le zone e in attacco ritrova, per la prima volta a Londra, un Navarro straordinario. Segna 14 punti in 8’ mentre la partita si snoda facile, quasi leggera, il punteggio è un tassametro che corre. Il 7/10 iniziale da tre degli americani li illude di non doversi preoccupare troppo del piano difensivo di Scariolo («From Brescia to London and beyond» dice un cartello in tribuna) che accetta di subire le triple, l’1/8 del 2o quarto li riporta alla realtà. Un 9-0 firmato da Rudy Fernandez genera il sorpasso della Spagna, i fratelli Gasol fanno ballare la difesa degli Stati Uniti che provano al solito a rimpicciolirsi per avere più fluidità ma senza grandi risulta-
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I NUMERI
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I Giochi vinti degli Usa Tre volte gli Stati Uniti non hanno vinto l’oro: nel 1972 (Urss), nel 1988 (Urss) e nel 2004 (Argentina). A Mosca 1980 non hanno partecipato. Sotto Kobe Bryant, 33 anni
ti. L’unico è LeBron, che cerca di cambiare tatticamente la gara andando nell’area. Ma la Spagna è eccellente, resiste al 4o fallo di Marc Gasol nel primo tempo («Dovevo toglierlo dopo il terzo? Forse sì — dice Scariolo — ma in queste gare devi rischiare: eravamo in una situazione di vantaggio da alimentare, magari non si sarebbe più ripresentata»), trova un grande Ibaka che ha le gambe per marcare anche LeBron e un Pau Gasol che segna 13 punti consecutivi a inizio ripesa. Sul 70-71, Kobe ricrea spazio, Paul ne scava un altro a inizio dell’ultimo periodo. Decidono gli episodi: due palloni dati sotto a Reyes che li butta via, una ditata involontaria di James a Pau vicino all’occhio, un’altra zampata di Kobe, che segna 5 punti di fila, portano la partita per la prima volta dalla parte degli americani (97-87). Calano Navarro e Rudy, per tutto il torneo con problemi di condizione fisica, ma la Spagna risale. Eroe L’eroe nascosto è Kevin
Love che fa una paio di giocate difensive decisive su Pau, ci vuole LeBron, anzi una prodezza del Prescelto per vincere l’oro. «Noi siamo stati eccellenti, la Spagna è stata eccellente e non meritava di perdere» dice Krzyzewski che con queste stelle ha instaurato un rapporto speciale: «Mi hanno dato tutto ciò che volevo. "Qualsiasi cosa dici, coach" è stata sempre loro risposta». «E’ la mia ultima partita in Nazionale, gli altri sono forti per andare avanti» dice Kobe. Che, per prima cosa dopo la gara, va da Pau: «Era un brutto momento — racconta Gasol —, è venuto fino alla mia panchina e mi abbracciato. E’ stato un bel gesto. E’ dura perdere ma dobbiamo apprezzare di aver vinto l’argento all’Olimpiade». © RIPRODUZIONE RISERVATA
IL C.T. DELLA SPAGNA «NON SONO CONTENTO, MA SICURAMENTE ORGOGLIOSO. LA MIA OLIMPIADE? COME ENTRARE IN UN NEGOZIO DI GIOCATTOLI»
Scariolo: «Hanno dovuto usare tutto il loro talento» LONDRA
Il cartoncino che esce dalla tasca della camicia di Sergio Scariolo racconta il modo in cui un allenatore italiano, solo il terzo della storia, è riuscito a disputare una finale olimpica e arrivare a un passo dal vincerla. Con una scrittura fine, ci sono i piani B, le cose preparate e da scegliere tatticamente a seconda delle fasi della gara. Le ha usate tutte: «Non siamo entrati in campo per arrivare secondi — dice — ma per provare a vincerla. La squadra ha accettato la logica di dover sorprendere gli avversari, essere pronti a cambiare le difese, zone, match up, uomo, e
anche le regole del nostro gioco a seconda dei quintetti. Nell’ultimo quarto, quando i migliori erano stanchi, avremmo dovuto rallentare ma siamo stati in partita fino alla fine, contro una squadra che ha una quantità di talento inarrivabile. Li abbiamo messi nella condizione di segnare dei canestri di puro talento, con le mani in faccia, coi loro più forti costretti a dare il massimo per batterci. Avessimo avuto un giorno per riposare e prepararci, forse qualcosa sarebbe potuto cambiare, non tanto alla fine, quanto all’inizio quando abbiamo concesso dei tiri troppo facili. Ma nello sport questi discorsi non valgono».
Compostezza Sergio ha una compostezza assoluta, sembra non essere permeabile alle emozioni che un’Olimpiade regala, non solo perché, dice: «Non sappiamo se essere felici o no, abbiamo perso e forse solo col tempo capiremo il valore di questa medaglia e di una esperienza indimenticabile». La stanchezza, lo stress non passano in un attimo, di personale non riusciamo a cavargli nulla se non: «Sono felice perché per un allenatore è il massimo vedere una squadra che riesce ogni partita a superare problemi sempre nuovi, in una condizione fisica che non era quella brillante dei due Europei vinti ed arrivare lo stesso in porto». La Spagna e i giocato-
ri sono le uniche cose al centro dei suoi pensieri: «Sono orgoglioso per come abbiamo lottato, la squadra ha firmato un patto di grande coesione, disciplina, rispetto. Ovviamente ha grande talento ma stavolta ha contato più il carattere. Non siamo contenti, volevamo vincere e cogliere un’opportunità che forse passa una volta nella vita e non l’abbiamo fatto. Avevo detto che avremmo dovuto tenerli sotto i 100 punti per vincere, scherzando posso dire che avevo ragione visto che i nostri 100 non sono bastati». Adesso? «Non è il momento né il luogo per parlare del mio futuro con la Nazionale, mi fa molto piacere che la Federazione spagnola
mi abbia proposto il rinnovo perché soddisfatta del mio lavoro, mi piacciono le persone che ho avuto attorno ma ci sono molti aspetti da valutare, prima di tutto familiari». Forse quando capirà cosa ha combinato, il coach di Milano avrà un attacco di pura gioia: «Per me l’Olimpiade e stare al Villaggio è stato come tornare bambino in un negozio di giocattoli, ma non uno normale, da Schwarz a New York. Ma non è stato facile: eravamo in 18 in tre appartamenti, c’è voluto rispetto, pazienza, attenzione per le necessità degli individui. Ma è stato bellissimo». chiabo
Sergio Scariolo, 51 anni REUTERS
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LUNEDÌ 13 AGOSTO 2012
LA GAZZETTA DELLO SPORT
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HANNO DETTO
S Kobe Bryant Guardia dei Los Angeles Lakers, 34 anni il 24 agosto: «Ho chiuso con la Nazionale americana, adesso tocca agli altri» Sul podio Kevin Durant, 23 anni, Carmelo Anthony, 28, LeBron James, 27, e Kobe Bryant, 33. A Pechino non c’era Durant AFP
È l’anno di LeBron «Ha deciso il cuore» Dopo il titolo Nba, James si gode la corona olimpica «Dubitavano di noi ma i centimetri non sono decisivi» DAL NOSTRO INVIATO
MASSIMO ORIANI LONDRA
Kevin Durant, 23 anni, contro Pau Gasol, 32. Durant ha chiuso con 19.5 punti di media, 2o miglior realizzatore dei Giochi dietro all’australiano Patrick Mills (21.2) AFP
Passi una vita a inseguire un traguardo, a cercare di scacciare i fantasmi che ti perseguitano, a convincerti che prima o poi toccherà a te, e quando ci riesci ti accorgi che diventa tutto più facile. LeBron James ora non lo ferma più nessuno. Specialmente se accanto, nella squadra dei sogni che non è il Dream Team ma solo il fedele specchio di se stessa e del talento che la compone, può permettersi di avere l’avversario che non più di due mesi fa ha fatto di tutto per impedirgli di diventare il numero uno, quel Kevin Durant che in finale ha tolto gli Stati Uniti da ogni secca. Trenta punti (primo americano a segnarne così tanti in una gara per l’oro) e 9 rimbalzi, tripla su tripla, per tenere a bada la Spagna. Da tre Durant era uscito tra le
lacrime a Miami a fine giugno, mentre LeBron festeggiava ballando, come ieri, il suo primo anello Nba. Il bambinone con lo zainetto sulle spalle, già campione del mondo due anni fa in Turchia, ha dimostrato di essere in grado di fare un passo avanti anche con i fratelli
maggiori. Così, mentre Kobe giocava l’ennesima partita senza squilli, eccezion fatta per un paio di triple, e James faceva a sportellate con Ibaka (altro finalista Nba, ma non redento), era l’ex Longhorn a tirare la carretta. Le 5 triple (su 13 tentate, vizietto che gli Usa dovrebbero correggere, 36.6 a gara sono troppe, anche se tiri col 44%) nella finale sono state fondamentali. Dopo due lampi di Chris Paul, il trepunti di KD ha infatti dato 9 punti di margine agli Usa con 6’20" da giocare. Dal 39% in stagione regolare e il 37% nei playoff Nba, l’ala di Oklahoma City è passata al 52% (34/65) dall’arco a Londra. Al solito, Durant tiene il profilo basso: «Abbiamo parecchi campioni, ci rispettiamo ed eravamo tutti interessati a portare a casa l’oro. Io ho cercato solo di mettere qualche tiro nel secondo tempo. Mi hanno incoraggiato a farlo, inizialmente mi sentivo in dovere di passare visto chi c’è in campo con me». King James Al resto ha pensa-
to King James. Cinque punti in fila per il +9 a 2’ dalla fine che ha chiuso la porta in faccia a Scariolo. Prima una
S L’abbraccio LeBron James, 27 anni, abbraccia Kevin Durant, 23. A giugno si sono sfidati nella finale Nba vinta da Miami di James contro Oklahoma City
schiacciata, poi un canestro da 3 contro Marc Gasol, trovatosi a marcarlo in isolamento su un cambio. Con i 273 punti segnati in carriera ai Giochi, ora James è dietro solo a David Robinson (280) nella classifica dei top scorer Usa e con l’oro diventa il 3o dopo Jordan e Pippen (1992) ad affiancare una vittoria olimpica al titolo Nba nello stesso anno. Ma LeBron allontana i riflettori: «Questa vittoria è solo degli Usa, contano quelle tre lettere sulla maglia. Ho solo cercato di avere un impatto sulla partita. Abbiamo un gruppo incredibile. La Spagna ci ha fatto sudare come nel 2008, merita tutto il nostro rispetto». Mvp, il primo anello e ora l’oro a cinque cerchi. LeBron è arrivato. «È stato uno splendido viaggio per me, sono molto fortunato di far parte di due grandi squadre. Questa vittoria vuol dire tantissimo perché c’era chi dubitava di noi, diceva che non avevamo lunghi, che avremmo sofferto sotto canestro. Ma guardate Chris Paul: non sono i centimetri a fare la differenza, è il cuore. E noi ne abbiamo davvero tanto». Un cuore d’oro.
Il bronzo alla Russia di Blatt «Vale più dell’oro europeo 2007» RUSSIA ARGENTINA
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(19-20, 40-38; 61-57) RUSSIA: Shved 25 (2/5, 6/11), Ponkrashov (0/1), Kirilenko 20 (7/8, 1/4), Khryapa 9 (2/4, 1/2), Kaun 6 (3/5); Mozgov (0/2), Fridzon 19 (4/6, 1/3), Monya 2 (1/1, 0/3). N.e.: Karasev, Voronov, Antonov, Khvostov. All.: Blatt. ARGENTINA: Prigioni 3 (1/3 da 3), Ginobili 21 (3/7, 4/8), Delfino 15 (2/2, 2/9), Nocioni 16 (3/4, 3/6), Scola 11 (5/12); Campazzo 3 (1/2 da 3), J.Gutierrez 2 (1/2), L.Gutierrez 6 (0/1, 2/4), Jasen (0/1). N.e.: Mata, Leiva, Kammerichs. All.: Lamas. NOTE - T.l.: Rus 16/20, Arg 10/13. Rimb.: Rus 33 (Kirilenko 8), Arg 27 (Nocioni 7). Ass.: Rus 14 (Shved 7), Arg 17 (Prigioni 7). Progr.: 5’ 12-11, 15’ 27-27, 25’ 49-48, 35’ 67-66. Spett. 12.279.
LONDRA
David Blatt è un uomo felice. Ha (probabilmente) chiuso il suo ciclo alla guida della Russia nel migliore dei modi, con un bronzo arrivato al termine di una partita combattuta, non certo bella, sicuramente emozionante e anche contestata, ma solo in campo. L’Argentina reclama per un fallo, apparso netto, ai danni di Prigioni a pochi secondi dalla fine che avrebbe mandato in lunetta il play con i liberi del possibile pareggio. Dopo una palla rubata divinamente da Ginobili a Frid-
zon, Prigioni cercava di uscire in palleggio da un garbuglio di giocatori, ma veniva placcato per una gamba dallo stesso Fridzon. Gli arbitri non chiamavano nulla, e ancora Fridzon, lanciato in contropiede, infilava il sottomano della vittoria. Classe Dopo la partita la classe
di Manu Ginobili e Luis Scola faceva quasi venire la pelle d’oca pensando a certi atteggiamenti del nostro calcio. La parola fallo non veniva mai pronunciata, la polemica mai innescata. Solo complimenti agli avversari e tristezza: «Siamo orgogliosi di essere arrivati sin
S Mike Krzyzewski «Allenare questi ragazzi è facilissimo, fanno qualsiasi cosa gli chiedo, mi rispondono “Qualsiasi cosa tu voglia, coach, no problem».
S Mike D’Antoni Vice allenatore «Tiriamo un sospiro di sollievo, se fossimo rientrati negli Usa senza l’oro sarebbe stato un disastro»
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LA SFIDA PER IL TERZO POSTO L’ARGENTINA PERDE SENZA POLEMICHE PER UN FALLO NON FISCHIATO. GINOBILI: «NON ABBIAMO GIOCATO BENE» qui rappresentando il nostro Paese nel migliore dei modi — diceva l’ex virtussino — L’amarezza è tanta, tantissima. Avrei voluto chiudere con una medaglia, peccato. Ma non abbiamo giocato bene, commettendo troppi errori, onore alla Russia». Eppure l’Argentina si era trovata sopra di 11 (50-61) a 4’ dalla fine del 3o periodo, grazie a Nocioni, Manu e Scola, capaci di rispondere alle fucilate di Kirilenko, ripresosi alla grande dopo la semifinale toppata, e del suo futuro compagno di squadra a Minnesota, Alexey Shved, che chiudeva con 25 punti, 5 rimbalzi e 7 assist. Ed erano proprio le triple del play russo a ricucire il gap. Suo pure il trepunti del definitivo sorpasso (79-77) a 36" dalla sirena. «Al mio primo anno con la Russia ho perso in Belgio una partita di qualificazione all’Europeo
S Juan Carlos Navarro «Partita molto simile a quella di Pechino. Siamo rimasti lì sino a 3-4’ dalla fine. Sono orgoglioso di come abbiamo lottato».
— dice Blatt — Non sapevo se mi avrebbero appeso per le dita dei piedi al Cremlino o se avrei dovuto pagarmi il biglietto di ritorno in Israele. Ora sono qui con una medaglia olimpica al collo, che vale di più di quella d’oro dell’Europeo 2007. Ho avuto la fortuna di lavorare con della gente fantastica, di conoscere persone meravigliose. Adesso sono stravolto: ho allenato oltre 130 partite questa stagione, voglio dormire due settimane prima di prendere una decisione sul futuro». Che molto probabilmente non lo vedrà ancora sulla panchina della Russia. Se così sarà, gli dovrebbero fare un monumento sulla Piazza Rossa, perché senza di lui il basket russo non sarebbe tornato in alto, non così in fretta. m.o. © RIPRODUZIONE RISERVATA
DOPPIETTA
Donne, 5o titolo consecutivo Francia battuta Gli Stati Uniti hanno conquistato il quinto oro consecutivo nel basket femminile battendo in finale la Francia 86 50. Dopo un inizio equilibrato, un 9 0 americano firmato da Candace Parker, che ha realizzato 15 dei 37 punti degli Usa del primo tempo, ha spaccato la gara (37 23). Nella finale per il bronzo, l’Australia ha battuto la Russia 87 74 con 25 punti (21 nella ripresa con 11 rimbalzi) della Jackson, la miglior marcatrice della storia dei Giochi, e 21 dell’altra veterana Harrower: è la quinta medaglia consecutiva per le australiane che, però, non sono mai riuscite a conquistare l’oro.
GRAZIE.
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Amaurys Perez - Niccolò Gitto - Pietro Figlioli - Alex Giorgetti - Stefano Tempesti - Maurizio Felugo - Massimo Giacoppo - Valentino Gallo Christian Presciutti - Deni Fiorentini - Matteo Aicardi - Danijel Premus - Giacomo Pastorino
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LONDRA 2012 ATLETICA
Irrompe l’Uganda
la scheda SECONDO ORO PER IL SUO PAESE 40 ANNI DOPO IL MITO AKII-BUA
Stephen Kiprotich (foto AP) è nato il 27 febbraio 1989 a Kapchorwa (Uganda). Rivelatosi col 5˚ posto sui 10.000 ai Mondiali juniores 2008, lo scorso anno ha compiuto il salto di qualità, vincendo la maratona di Enschede (in 2h07’20", primato personale) e finendo 9˚ ai Mondiali. A febbraio aveva chiuso al 3˚ posto la maratona di Tokyo in 2h07’50". In pista vanta personali di 7’48"06 (3000), 13’23"70 (5000) e 27’58"03 (10.000). Il suo è il secondo oro dell’Uganda nella storia olimpica, 40 anni dopo lo storico trionfo di John Akii-Bua a Monaco ’72 nei 400 hs.
Due scatti e la fuga Trionfa Kiprotich Ma non è il kenyano Dopo 36 km l’azione decisiva: Stephen stacca Kirui e il suo omonimo che erano i favoriti. Ottimo Pertile: 10˚ DAL NOSTRO INVIATO
PIERANGELO MOLINARO LONDRA
Adesso a Nairobi inizieranno i processi e si troveranno i colpevoli. O i capri espiatori. Ma davvero per il Kenya è un’Olimpiade da dimenticare. Se per la prima volta la nazione africana è riuscita ad infilare un suo atleta nella finale del giavellotto, di contraltare c’è il crollo nella corsa, il suo regno: 2 ori, 4 argenti e 5 bronzi, contro il 6-4-4 di Pechino e il 7-6-4 dei Mondiali di Daegu 2011. Che qualcosa non funziona lo si è visto ieri nella prova che ha chiuso i Giochi dell’atletica, la maratona maschile. Lo scorso anno a Daegu il Kenya vinse in questa prova cinque delle sei medaglie in palio; ieri vedersi sfuggire quella d’oro, dopo il trionfo dell’Etiopia fra le donne, è stata una vera beffa. La sorpresa Merito di Stephen
Kiprotich, ventitreenne ugandese che forse i keniani Abel Kirui e Wilson Kipsang Kiprotich hanno sottovalutato. Già, Stephen in fondo si è allineato alla partenza della maratona olimpica con un personale
DOV’È NATO
Al confine col Kenya Stephen Kiprotich è nato a Kapchorwa, nella parte orientale dell’Uganda, zona a maggioranza di etnia kalejin, alle pendici del monte Elgon, a soli 75 km dal confine con il Kenya. GDS
di 2h07’20" fissato lo scorso anno a Enschede, roba ormai da seconda schiera alle spalle dei missili che sfrecciano nelle maratone più titolate. Ma quando il Kiprotich ugandese ha deciso di andare a caccia di gloria al 36˚ km, non c’è stata storia: un primo lungo ha mostrato i limiti dei due keniani, il secondo è stato un bye-bye che l’ha lanciato verso l’oro, quarant’anni dopo lo storico successo a Monaco di John Akii-Bua sui 400 ostacoli, con tanto di record del mondo. La battaglia Quella di ieri non era af-
l’Analisi di GIANNI MERLO
Kenya flop: ora occorre fare pulizia per salvare un patrimonio
Gli occhi spiritati e il cranio lucente di Mo Farah, somalo-britannico, sono le immagini, insieme a quelle di Usain Bolt, che rimarranno nella storia atletica di questa Olimpiade. Mo è un’atleta straordinario, che ha riportato in Europa le medaglie del fondo dopo 28 anni. L’ultimo oro era stato di Alberto Cova nei 10.000 a Los Angeles 1984. Farah ha così dato la spallata finale, che ha sgretolato l’impero keniota. Sì, il Kenya, che era arrivato con la fanfara, perché a Pechino 2008 aveva incassato 14 medaglie (6 ori, 4 argenti e 4 bronzi), mentre qui ha chiuso a quota 11, di cui 2 sole d’oro. Aveva dominato, nonostante la fiera opposizione etiope, ma stavolta il suo sistema è entrato in una crisi nera. Solo Rudisha, regale trionfatore degli 800, e lo stravagante
siepista Kemboi hanno salvato la faccia, ma dopo la cocente sconfitta anche nella maratona di ieri la federazione probabilmente sarà sottoposta a un severo processo dal ministro dello sport. Si parla di una possibile rivoluzione nei quadri federali, che sarebbero colpevoli di superficialità e inadeguatezza. I dirigenti si difendono cercando di scaricare le colpe sui manager stranieri che, a loro parere, spremerebbero gli atleti nei meeting per fare soldi. Ma cercano di nascondere che loro e i tecnici hanno portato a Londra atleti infortunati e hanno pensato al loro personale interesse, dimenticando quello del Paese. In primavera avevano avuto la geniale trovata di fare disputare i 10.000
fatto una maratona facile, con quell’umidità tanto padana che quando corri ti fa sudare in fretta, ti aumenta il ritmo cardiaco e rischia di svuotarti senza che neppure te ne accorgi. La partenza è stata veloce, fra il quinto e il decimo chilometro il Kiprotich keniano ha sparato un 14’11" che significa 2’50" a km. Davanti sono rimasti in sette, ma la vera selezione è cominciata esattamente a metà gara, raggiunta in 1h03’15", quando Wilson Kiprotich ha schiacciato ancora sull’acceleratore. Solo una sgasata, ma nella parte altimetricamente più complessa, quella sei nei sottopassi lungo il Tamigi. Ha preso anche 7" di vantaggio, però il risultato della sua azione è stato ritrovarsi in tre, quelli alla fine sul podio.
valevoli come selezione per i Giochi a Eugene, nell’Oregon, in occasione della tappa della Diamond League. Un regalo allo sponsor, ma una scelta tecnica demenziale. La seconda sconfitta nella maratona è stata poi la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Kipsang, solo bronzo, aveva vinto la maratona di Londra in aprile, come la Keitany. Loro due, come molti altri, dovevano dominare, invece hanno fatto da comparse. Ultimamente è emerso anche uno scandalo doping sugli altopiani, è apparso uno spettro che molti pensavano appartenesse solo ad altre nazioni. Il risveglio è stato brutale, il Kenya ha davvero bisogno di fare pulizia, perché in caso contrario devasterà un patrimonio naturale immenso. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Ruggero Pertile, 38 anni AP
clic STATI UNITI PADRONI DELL’ATLETICA GIAMAICA TERZA FORZA Pur con il flop in alcune specialità in cui un tempo dominavano (3 sole medaglie tra 100, 200, 400, 400 hs e lungo) gli Stati Uniti hanno vinto anche a Londra il medagliere dell’atletica, evento che si ripete da Los Angeles ’84. Il bottino è di 29 podi (9 ori, 13 argenti e 7 bronzi), che negli ultimi 56 anni è inferiore solo a Barcellona ’92 (12 ori, 8 argenti e 10 bronzi). La Russia resta seconda forza (18 medaglie come a Pechino, ma 2 ori in più). E la Giamaica con 12 podi (4-4-4) è per la prima volta al terzo posto.
L’azione di Stephen Kiprotich al 36˚ è stata devastante e ha prodotto distacchi significativi. Rispetto al campione che si è messo l’oro al collo concludendo in 2h08’01, Abel Kirui, campione degli ultimi due Mondiali, è giunto al traguardo con 26" di ritardo (2h08’27) e Wilson Kiprotich si è preso il bronzo a 1’36" (2h09’37"). Quarto lo statunitense di origine eritrea Mebrahton Keflezigli (2h11’06") che ha festeggiato come se avesse vinto. L’azzurro Ottima la prova dell’unico azzurro in gara, Ruggero Pertile. Si è piazzato decimo in 2h12’45" con una gara estremamente intelligente, in cui ha fatto valere tutta l’esperienza dei suoi 38 anni. Non è caduto nella trappola dei cambi di ritmo degli africani, ha gestito al meglio le sue energie recuperando dalla 24ª posizione che occupava al 15˚ km sino alla decima, con ben dieci sorpassi negli ultimi 7 chilometri. «E’ stata una prova complicata — racconta l’azzurro — con una partenza che ti poteva stroncare. La svolta della mia gara è stata mentale. Al trentacinquesimo km quando mi sono visto passare dallo svizzero Viktor Rothlin mi sono detto: non puoi farti battere anche questa volta. Ho reagito e l’ho risuperato. Non so fino a quando continuerò, 38 anni sono tanti, ma la voglia di fare fatica per ora non mi passa». © RIPRODUZIONE RISERVATA
IL CASO NEL CALCIO
Coreano protesta Rogge: «Potrebbe perdere il bronzo» Il presidente del Cio Jacques Rogge ha detto ieri che potrebbe essere ritirata la medaglia di bronzo al calciatore della Corea del Sud Park Jong woo. Il giocatore, durante la premiazione, ha esposto un cartello con un messaggio relativo alle isole Dokdo, piccolo arcipelago conteso tra il suo Paese e il Giappone appena battuto nella finale per il terzo posto. «Abbiamo girato il dossier alla Fifa — ha detto Rogge — che deciderà entro il 16 settembre». Dopo la partita disputata a Cardiff, Park aveva esposto un cartello con scritto «Dokdo ci appartiene».
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LUNEDÌ 13 AGOSTO 2012
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LONDRA 2012 ATLETICA
v identiKit & CARRIERA
Tre perle Prima i 100, poi 200 e 4x100: in sette giorni ha fatto la storia DOMENICA 5 AGOSTO: ORO NEI 100 Vola in 9"63, Blake e Gatlin si inchinano Primo oro in 9"63, a 5/100 dal mondiale, nella finale più veloce della storia: Blake è 2˚ in 9"75, Gatlin bronzo in 9"79 USA TODAY
GIOVEDÌ 9 AGOSTO: ORO NEI 200 Curva capolavoro: 19"32, Blake ancora 2˚ Con una curva favolosa prende il largo, poi resiste al ritorno di Blake: 19"32 contro 19"44, Weir completa il podio giamaicano AFP
SABATO 11 AGOSTO: ORO NELLA 4X100 Record del mondo (36"84), Stati Uniti k.o. Blake, Bolt, Frater e Carter: la Giamaica con 36"84 batte gli Usa e scende per prima sotto i 37". Per Bolt è tripletta USA TODAY
L’uomo dei Giochi
Bolt: «Staffetta, sei il massimo» Fa un bilancio di Londra e guarda al futuro: «Non correrò mai i 400, troppa fatica...» DAL NOSTRO INVIATO
ANDREA BUONGIOVANNI LONDRA
È stato lampo e ha ballato. Ha fatto la freccia e amicizia con le giocatrici svedesi di pallamano. Ha twittato tanto e parlato di più. È diventato leggenda e ha costretto Jacques Rogge, presidente del Cio, a fare retromarcia sul suo conto («Sono stato male interpretato, leggenda lo è a tutti gli effetti»). Sabato notte ha tirato le sei, prima come dj in Brick Lane, poi partecipando a una festa al night-club Movida, dove per lui è stata stappata una bottiglia di champagne da 15 litri dal valore di 100.000 dollari. Usain Bolt chiude Londra 2012 da dominatore: per i tre ori nella velocità che confermano quelli di Pechino 2008, per il record del mondo con la 4x100 e per il suo saper essere personaggio. Qual è stato il momento più alto della sua Olimpiade?
«La conquista dell’oro con la staffetta. L’atletica è uno sport individuale, quando si vince in squadra è tutto più divertente». Come mai stavolta, negli ultimi metri, non ha fatto qualche numero dei suoi?
Ha festeggiato anche con Mo Farah...
«Come me ha superato diversi alti e bassi. Ha compiuto un’impresa. Lo conosco. Sono felice per lui». Cosa le riserverà il futuro?
«Voglio parlarne con il mio allenatore. Lui borbotta che vorrebbe farmi fare i 400, io sono contrario. Dovremo discuterne a lungo». Quando?
«Molto presto. Prima che la nuova stagione cominci». Cosa si aspetta dalla fine di questa?
«Sarò a Losanna, a Zurigo e a Bruxelles. Ma voglio solo divertirmi e far divertire i miei tifosi». Al giro di pista davvero non pensa?
«Avete mai visto il programma di allenamento degli specialisti? Vomitano dalla fatica, non fa per me». Quali altri obiettivi le restano?
«Questo è il punto. Non lo so. Ho centrato tutti quelli che inseguivo».
«Ci giocavamo il primato. La gente avrà apprezzato lo stesso».
La gente però non può non continuare a chiederle se la vedremo anche a Rio 2016.
Tanto poi s’è scatenato come al solito...
«
«Appunto, ho anche fatto il direttore d’orchestra guidando una ola di 80.000 persone. La fine migliore a un’esperienza straordinaria. È stato il mio good-bye a Londra».
Rio? Quattro anni sono lunghi, vedrete quanti nuovi talenti emergeranno
2
Triplette di fila Usain Bolt (foto Reuters) è l’unico ad aver vinto l’oro in 100, 200 e 4x100 in due edizioni di fila dei Giochi (Pechino 2008 e Londra 2012)
«E io non posso non continuare a dire quel che ho già detto. Quattro anni son lunghi e vedrete anche solo dalla Giamaica quanti altri nuovi talenti emergeranno». La sua Nazionale, che già sbalordì a Pechino 2008, è riuscita a vincere una medaglia più di allora: qual è il segreto?
«Il lavoro, solo quello. E le qualità dei nostri tecnici». Cos’è successo esattamente con il giudice che non voleva lasciarle il testimone dopo l’arrivo?
«Regole, regole e ancora regole. Mi ha detto che se non l’avessi restituito avrei rischiato la squalifica. Alla fine abbiamo fatto una foto insieme. La farò incorniciare». Quanto deve a Londra?
«Tantissimo. Sono state tre settimane bellissime. Del resto frequento la città da tanti anni, visto che è la mia base europea. Anzi, ringrazio tutto lo staff della Brunel University dove ci alleniamo regolarmente». Il suo amicone Yohan Blake sostiene che non siete normali, che veniate dallo spazio e che lui, come Mister Bean, è caduto dal cielo, da Marte...
«Gliel’ho detto che deve smetterla di dire queste cose, o qualcuno gli metterà una camicia di forza». E a Rogge che le negava lo status di leggenda, cosa direbbe?
«Quando lo incontrate, domandategli per favore cosa devo ancora fare per convincerlo». © RIPRODUZIONE RISERVATA
Squadra Olimpica Italiana
OFFICIAL OUTFITTER
LA GAZZETTA DELLO SPORT
Elisa Blanchi - Romina Laurito - Anzhelika Savrayuk - Marta Pagnini - Elisa Santoni - Andreea Stefanescu
GRAZIE.
24 LUNEDĂŒ 13 AGOSTO 2012
Forzano-GMT
LUNEDÌ 13 AGOSTO 2012
LA GAZZETTA DELLO SPORT
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LONDRA 2012 TAEKWONDO
«Harry Potter e cibo in quantità Ho vinto così»
qui
183 cm
Londra
L’altezza di Molfetta Nella corsa all’oro, Carlo ha battuto 3 rivali molto più alti
c
di STEFANO BOLDRINI
Londra è quindicesima nel medagliere
Molfetta ha incontrato Moratti dopo il trionfo «Mi piacerebbe avere una maglia dell’Inter» DAL NOSTRO INVIATO
VINCENZO MARTUCCI twitter@vincemartucci LONDRA
Messaggi? «Di chiunque». Il futuro? «Due-tre giorni a Roma, poi chissà che festa mi organizzano a Mesagne». Carlo Molfetta sbarca in Italia con lo storico oro del taekwondo al collo e un sorriso così: «Teniamo i piedi bene per terra. Il momento è favoloso, difficile descriverlo, incontro dopo incontro, gigante dopo gigante...».
Campione già da bambino: l’esultanza del piccolo Molfetta EVANGELISTA
È la stessa emozione che immaginava da bambino?
L’ha aiutata la sua seconda passione, il pallone.
«Non la pensavo così forte: sul momento, a malapena riuscivo a parlare, non sapevo che dire e chi ringraziare».
«Da piccolo, portiere, da grande, col fisico, centravanti di sfondamento».
Quanta paura: ha ripreso per i capelli semifinale e finale.
«Mi ha aiutato la fantasia di Harry Potter. Perdevo 6-1 e non sapevo perché: poi m’è arrivata quella "tranva" in testa, ero 9-4 sotto... ma la voglia di vincere era più forte di quella di mollare, lì come dopo le quattro operazioni alle ginocchia. E, sotto 9-6, mi si è accesa una lampadina: l’unico modo per recuperare a pochi secondi dalla fine, era mettergli un calcio al viso e partire quando meno se l’aspettava...».
Sabato nel dopo-gara ha incontrato il presidente Moratti.
«Allo stadio non vado mai, ma sono interista da sempre: mi piacerebbe avere una maglia nerazzurra». Chi è il suo idolo?
«Il capitano, Zanetti, che è sempre grande, unico, come il primo anno. Come centravanti, Ronaldo, vinceva da solo. Quest’anno faremo bene, ho fiducia in Stramaccioni». Nell’Inter nessuno deve ingrassare per forza. Lei gareggia
nei massimi, con gente di 20 chili più pesante e 20 centimetri più alta.
«A vederli sul podio, che impressione... Ad Atene, 8 anni fa, ero nei 68 chili, poi sono passato -80, -87 e ora +80 perché negli 80 c’era già Sarmiento. Devo mangiare tanto, bene, e 5 volte al giorno: colazione, a metà mattinata, pranzo (non bisonti... Primo e secondo, anche se non ho fame: più carne, più proteine, così prendo un chilo dietro l’altro), pomeriggio e cena».
FINALE: ANTHONY OBAME, 190 CM Carlo Molfetta, 28 anni, stringe la mano ad Anthony Obame, 23: l’atleta del Gabon è l’ultimo dei giganti battuto dal pugliese, alto 183 cm AFP
Il taekwondo, sport minore con due atleti e due medaglie.
«Sapevamo che potevamo far bene: Mauro ha confermato l’argento, io sono una new entry. Fate taekwondo: forma caratterialmente, insegna a rispettare gli altri, fra sconfitti o vincitori non c’è astio». Venire dal sud vuol dire qualcosa in più?
«No, il taekwondo al mio paese, Mesagne, è lo sport nazionale: abbiamo un’ottima palestra, di Roberto Baglivo, che ha fatto tanti atleti forti come Veronica Calabrese». Mesagne è anche il paese della povera Melissa.
Il presidente dell’Inter Massimo Moratti (quarto da sinistra) brinda con Mangiacapre, Russo, Molfetta e Sarmiento (ultimo a destra) GMT
«Quand’è successo ero in Corea, l’ho scoperto su internet, poi mamma mi ha raccontato appena sono rientrato, ho portato dei fiori sul posto. Le dedico il mio oro».
SEMIFINALE: KEITA, 203 CM
QUARTI DI FINALE: LIU, 201 CM
In semifinale Molfetta affronta Daba Modibo Keita, atleta del Mali di 31 anni al quale regala ben 20 centimetri. Non serviranno all’africano che, nonostante la mole, perderà 6-4 contro l’azzurro ANSA
Liu Xiaobo è il primo colosso costretto ad arrendersi a Molfetta: 28 anni, il cinese alto più di due metri rimonta da 2-4 a 5-4 nel finale, poi subisce una penalità allo scadere e va sotto al golden point REUTERS
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Londra stravince anche nel medagliere britannico: 5 ori, 6 argenti e 6 bronzi. Totale: 17. Da sola, la capitale del Regno Unito avrebbe chiuso i Giochi al 15˚ posto, superando Cuba. È l’ennesimo exploit di una città che è stata il centro del mondo per 17 giorni ed esce più forte che mai dalla sua terza Olimpiade. Ma il successo nel medagliere interno ribadisce anche un primato speciale interno dopo un testa a testa con lo Yorkshire, la regione dove, secondo alcuni scienziati, l’acqua particolare è un elisir per il fisico. Secondo Nicola Adams, la donna che ha conquistato uno storico oro nella boxe femminile, la forza sportiva degli atleti dello Yorkshire sarebbe invece legata al pudding, un contorno che è una delle poche cose buone della cucina inglese. Londra tornerà oggi alla vita normale dopo 17 giorni straordinari. Quelli in fuga dall’Olimpiade stanno rientrando alla base e hanno già incassato i primi commenti sarcastici: «Che cosa vi siete persi!». Non sarà facile riprendere il tran tran quotidiano dopo i successi, i sorrisi, l’atmosfera gioiosa, la gentilezza, persino il bel tempo che ha avvolto i Giochi. Tutto questo fa temere il ritorno alla dimensione abituale: come sarà Londra dopo i Giochi? Ci sarà una legacy, un’eredità, anche nello spirito della città più internazionale d'Europa? È quello che si augurano in tanti, anche perché l’alternativa, sulla scia di quell’onda lunga dell'orgoglio britannico rivitalizzato dall'Olimpiade, è quella di fare i conti con una Londra ancora più altezzosa, algida, quasi insopportabile nella sua grandezza. I britannici sono da sempre convinti di essere i migliori, di essere quelli «che lo fanno meglio». Se il prezzo da pagare sarà questo, Londra sarà insopportabile. Meglio, molto meglio, l’aria gioiosa e gaudente.
I RISULTATI ALLA ASADAUSKAITE LA GARA CHE CHIUDE I GIOCHI, DAVANTI ALLA MURRAY E ALLA MARQUES
L’ultimo oro nel pentathlon lo conquista la Lituania Atletica UOMINI FINALE. Maratona: 1. Stephen KIPROTICH (Uga) 2h08’01"; 2. Abel KIRUI (Ken) 2h08’27"; 3. Wilson Kipsang KIPROTICH (Ken) 2h09’37"; 4. Keflezighi (Usa) 2h11’06"; 5. Dos Santos (Bra) 2h11’10"; 6. Nakamoto (Giap) 2h11’16"; 7. Nyasango (Zim) 2h12’08"; 8. Paula (Bra) 2h12’17"; 9. Szost (Pol) 2h12’28"; 10. PERTILE 2h12’45"; 11. Rothlin (Svi) 2h12’48"; 12. Sitkovskyy (Ucr) 2h12’56"; 13. De Almeida (Bra) 2h13’35"; 14. Reunkov (Rus) 2h13’49"; 15. Juwawo (Zim) 2h14’09".
Basket UOMINI 1. STATI UNITI; 2. SPAGNA; 3. RUSSIA. Finale: Stati Uniti-Spagna 107-100. 3˚posto: Argentina-Russia 77-81.
Boxe UOMINI 52 Kg. 1. Robeisy RAMIREZ (Cuba); 2. Tugstsogt NYAMBAYAR (Mong); 3. Michael CONLAN (Irl);
Misha ALOIAN (Rus). Finale: Ramirez (Cuba) b. Nyambayar (Mong) 17-14. 60 Kg. 1. Vasyl LOMACHENKO (Ucr); 2. HAN Soonchul (S.Cor); 3. Yasniel TOLEDO (Cuba); Evaldas PETRAUSKAS (Lit). Finale: Lomachenko (Ucr) b. Han Soonchul (S.Cor) 19-9. 69 Kg. 1. Serik SAPIYEV (Kaz); 2. Freddie Evans (Gb); 3. Andrey ZAMKOVOY (Rus); Taras SHELESTYUK (Ucr). Finale: Sapiyev (Kaz) b. Evans (Gb) 17-9. 81 Kg. 1. Egor MEKHONTCEV (Rus); 2. Adilbek NIYAZYMBETOV (Kaz); 3. Yamaguchi FALCAO (Bra); Oleksandr GVOZDYK (Ucr). Finale: Mekhontcev (Rus) b. Niyazymbetov (Kaz) 15-15 (ai punti). 91 Kg. 1. Anthony JOSHUA (Gb); 2. ROBERTO CAMMARELLE; 3. Ivan DYCHKO (Kaz); Magomedrasul MEDZHIDOV (Aze). Finale: Joshua (Gb) b. CAMMARELLE 18-18 (ai punti).
Ciclismo Uomini. Mountain bike. Cross country. Finale: 1. Jaroslav KULHAVY (R.Cec) 1h29’07"; 2. Nino SCHURTER (Svi) 1h29’08" (a 1"); 3. MARCO AURELIO FONTANA 1h29’32" (a 25"); 4. Hermida (Spa)
1h29’36" (a 29"); 5. Stander (Saf) 1h29’37" (a 30"); 6. Coloma (Spa) 1h30’07" (a 1’00"); 7. Fumic (Ger) 1h30’31" (a 1’24"); 8. Kabush (Can) 1h30’43" (a 1’36"); 9. Gehbauer (Aus) 1h31’16" (a 2’09"); 10. Wells (Usa) 1h31’28" (a 2’21"); 13. KERSCHBAUMER 1h32’02" (a 2’55").
Ginnastica RITMICA. A squadre: 1. RUSSIA punti 57.000 (5 palle 28.700; 3 nastri e due cerchi 28.300); 2. BIELORUSSIA p. 55.500 (27.825; 27.675); 3. ITALIA (Blanchi-Laurito- Pagnini-Santoni-Savrayuk-Stefanescu) p. 55.450 (28.125; 27.325); 4. Spagna p. 54.950; 5. Ucraina p. 54.375; 6. Bulgaria p. 54.375; 7. Giappone p. 54.100; 8. Israele p. 53.400.
Lotta LIBERA UOMINI 66 kg. 1. Tatsuhiro YONEMITSU (Giap); 2. Sushil KUMAR (Ind); 3. Akzhurek TANATAROV (Kaz); Livan LOPEZ AZCUY (Cuba). Finale: Tatsuhiro Yonemitsu (Giap) b. Kumar (Ind).
Bronzi: Tanatarov (Kaz) b. Sahin (Tur); Lopez Azcuy (Cuba) b. Hasanov (Aze). Semifinali: Kumar (Ind) b. Tanatarov (Kaz); Yonemitsu (Giap) b. Hasanov (Aze). Quarti: Tanatarov (Kaz) b. Safaryan (Arm); Kumar (Ind) b. Navruzov (Uzb); Hasanov (Aze) b. Shabanau (Bie); Yonemitsu (Giap) b. Veranes Garcia (Can). 96 kg. 1. Jacob Stephen VARNER (Usa); 2. Valerii ANDRIITSEV (Ucr); 3. George GOGSHELIDZE (Geo); Khetag GAZYUMOV (Aze). Finale: Varner (Usa) b. Andriitsev (Ucr). Bronzi: Gogshelidze (Geo) b. Kurbanov (Uzb); Gazyumov (Aze) b. Yazdani (Iran). Semifinale: Varner (Usa) b. Gogshelidze (Geo); Andriitsev (Ucr) b. Yazdani (Iran). Quarti: Gogshelidze (Geo) b. Ceban (Mol); Varner (Usa) b. Pliev (Can); Andriitsev (Ucr) b. Gazyumov (Aze); Yazdani (Iran) b. Musaev (Kir).
Pallamano UOMINI 1. FRANCIA; 2. SVEZIA; 3. CROAZIA. Finale: Svezia-Francia 21-22. Terzo posto: Ungheria-Croazia 26-33.
Pallanuoto UOMINI 1. CROAZIA; 2. ITALIA; 3. SERBIA. Finale: ITALIA-Croazia 5-8. Terzo posto: Serbia-Montenegro 12-11.
Pallavolo UOMINI 1. RUSSIA; 2. BRASILE; 3. ITALIA. Finale: Russia-Brasile 3-2 (19-25, 20-25, 29-27, 25-22, 15-9). Terzo posto: ITALIA-Bulgaria 3-1 (25-19, 23-25, 25-22, 25-21).
Pentathlon DONNE 1. Laura ASADAUSKAITE (Lit) 5408 (scherma: 952; nuoto: 1136; salto ostacoli: 1180; combinata: 2140); 2. Samantha MURRAY (Gb) 5356 (832; 1264; 1140; 2120); 3. Yane MARQUES (Bra) 5340 (904; 1212; 1152; 2072); 4. Isaksen (Usa) 5332; 5. Chen Qian (Cina) 5324; 6. Prokopenko (Bie) 5256; 7. Esposito (Aus) 5248; 8. Rublevska (Let) 5228; 25. CESARINI 4912 (760; 1088; 1044; 2020); 27. CROGNALE 4852 (880; 1072; 1128; 1772).
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LA GAZZETTA DELLO SPORT
LUNEDÌ 13 AGOSTO 2012
LONDRA 2012 IL BILANCIO TUTTI I PODI AZZURRI
Ciao Londra
Scherma, fioretto individuale donne Elisa Di Francisca
Da Shakespeare ai Blur alla cerimonia di chiusura Arrivederci a Rio 2016
Arco a squadre uomini M. Frangilli, M. Galiazzo, M. Nespoli Canoa slalom, K1 uomini Daniele Molmenti Scherma, fioretto a squadre donne E. Di Francisca, A. Errigo, V. Vezzali, I. Salvatori
Ventotto pos
Tiro a volo, fossa olimpica donne Jessica Rossi
Scherma, fioretto individuale donne Arianna Errigo
Il presidente del Coni: «Il minimo era di 25 podi, difficile fare meglio Schwazer la macchia. Per Rio 2016 priorità a scuola e nuovi italiani» VALERIO PICCIONI LONDRA
Ginnastica, ritmica a squadre Italia
IL MEDAGLIERE IN RAPPORTO ALLA POPOLAZIONE
1 Grenada
O
A
112,4
0
B
17,3 24,2 21,2
3 Bahamas
34,1
4 Nuova Zelanda 5 Trinidad e Tobago 20 Gran Bretagna 34 Russia 35 Germania
Per il presidente del Coni è un «risultato che va oltre le previsioni». E il simbolo sono stati «i rap-
An 19 versa 20
23
Sto c 19 colma 12
6
8 5
TOT 1 Grenada
O
A
123,4
0
B
0 123,4
26,7 39,6 29,8
96,2
0
34,1
3 Corea del Nord
32,8
0 18,3
51,1
13,4 11,2 16,4
41
4 Mongolia
0 34,9 39,4
74,3
0 32,1
40,8
5 Georgia
7 31,2 23,4
61,7
5,4
4,5
4,4
14,3
2
2,9
3,3
8,2
36 Russia
1,3
2
2
5,3
40 Gran Bretagna
1,2
1
0,8
3,1
1,6
3,8
2,5
7,9
54 Cina
0,5
0,5
0,3
1,4
36 Francia
2
2,8
2,7
7,5
55 Germania
0,3
0,8
0,4
1,5
40 ITALIA
1,5
2,4
2,6
6,5
57 ITALIA
0,3
0,6
0,5
1,5
47 Stati Uniti
1,7
1,5
1,3
4,5
58 Francia
0,4
0,5
0,4
1,4
73 Cina
0,3
0,3
0,2
0,8
66 Stati Uniti
0,3
0,2
0,2
ATLANTA 1996
TOT
2 Giamaica
8,7
9
3
7
5
5
I VINCITORI DELLE ULTIME EDIZIONI DEI GIOCHI
62,7
0
12 8
IL VALORE DELLE MEDAGLIE IN RAPPORTO AL PIL
0 112,4
2 Giamaica
Squadre simbolo
9
9
3
Ciclismo, mountain bike uomini Marco Aurelio Fontana
la conferenza stampa a un certo punto Petrucci si allontana, torna ed è raggiante: «Era il presidente Napolitano che ci ha ringraziato e fatto i complimenti per i risultati». E aggiunge alla lista degli incoraggiamenti anche il premier Monti, durante le gare è arrivata pure la sua telefonata. Il presidente del Coni a Churchill preferisce
7
3
Pallavolo uomini Italia
11 BRON
Boxe, 64 kg uomini ini Vincenzo Mangiacapre
Napolitano chiama Nel corso del-
8
5
Taekwondo, 80 k uomini Mauro Sarmiento iento
11
6
Atletica, triplo uomini omini Fabrizio Don to
8
8
7
Nuoto, fondo 10 km donne Martina Grimaldi maldi
12
13
Ginnastica, anelli Matteo Morandi andi
8
4
mette che c’era paura, «tantissima». E non nega che ci sia stata una «macchia, che mi porterò sempre dietro, quella del caso Schwazer», in cui, dice il presidente del Coni, «la storia si scriverà alla fine, la giustizia sportiva si è attivata, quella ordinaria farà il suo corso, il ragazzo ha sbagliato ma non può essere crocifisso».
8
Lon 190 dra 8
Niente crocifissione Petrucci am-
i rig Pa 24 19
16
Scherma, sciabo uomini A. Montano, . Occhiuzzi, G.. Tarantino, L. Samele
12
16
Atletica e nuoto assolti Quindi le
domande su nuoto e atletica che hanno fatto flop lo fanno arrabbiare. «Ma sapete quanto ha investito la Gran Bretagna in questi anni?». Non vuole sentire ragioni, pure quella crisi dell’atletica da lui censurata otto anni fa, la mattinata di fine Olimpiade (e in quell’occasione vincemmo con Brugnetti nella marcia e con Baldini la maratona), viene demandata all’«analisi della Federazione». E quanto al nuoto ci sono «alle spalle dei giovani».
36
19
Aten 190 e 6
Judo, 52 kg donn Rosalba Forciniti ciniti
Gianni Petrucci, 67 anni ANSA
0
Scherma, fiorettoo individuale donne Valentina Vezzali ezzali
1
m rda ste 28 m A 19
5
Pallanuoto uomini Italia
Virgilio: «Vince chi è convinto di vincere». Poi si tuffa nel medagliere: «Siamo ottavi nello sport e quarantaduesimi nella classifica della competitività». Traduzione: lo sport è una delle cose che funziona meglio in Italia.
St Lou is 1904
Boxe, +91 kg uomini Roberto Cammarelle
9 ARGENTI
Canottaggio, doppio uomini Alessio Sartori, Romano Battisti
«Siamo nel G8 dello sport». Il presidente del Coni Gianni Petrucci esulta anche se la volata finale dell’Italia olimpica non è riuscita ad aumentare il suo bottino d’oro. «Avevamo parlato di una soglia minima di 25 medaglie, è stata superata, siamo a 28, e non posso non essere soddisfatto. Anche perché era un’Olimpiade difficile, non siamo in un eden lontano da ciò che accade nel resto del Paese. Proprio per questo ho sempre raccomandato moderazione e compostezza anche nel festeggiare». Raffaello Pagnozzi, il capomissione di Londra ma anche l’erede designato, è ancora più enfatico: «Avevamo parlato di battaglia d’Inghilterra. L’abbiamo vinta, è stato un successo completo». E cita pure lo spirito di Churchill, «la fiducia nella vittoria».
0
Tiro a segno, carabina 10 m uomini Niccolò Campriani
Boxe, 91 kg uomini Clemente Russo
porti umani, la compattezza, lo Pianigiani e ce lo teniamo stretspirito delle nostre squadre». Pe- to». Precisando che la risposta è trucci elogia Berruto e Magri, c.t. data da presidente del Coni e non e presidente del volley, poi fa i da futuro presidente del basket. complimenti al presidente Barelli per la pallanuoto. Quindi ha un Medaglie giovani Pagnozzi, con pensiero per «quegli allenatori Rossana Ciuffetti, la responsabile che non si sono qualificati e già lavorano per Rio». Una domanda Melbourne Helsinki cerca di prenderlo in contropiede 1956 a 1952 Londr quando lui elogia il lavoro di Sca25 1948 riolo arrivato all’argento con o 21 erlin B 6 la Spagna nel basket. 27 193 «Bravissimo. eles g n 2 A 2 Ma da noi c’è Los 932
DAL NOSTRO INVIATO
5
Scherma, sciabola individuale uomini Diego Occhiuzzi
2 3 1 2 2 2
Tiro a segno, pistola 10 m uomini Luca Tesconi
Tiro a volo, fossa olimpica uomini Massimo Fabbrizi
Petrucci: «Giochi difficili Siamo nel G8 dello sport»
Parigi 1900
Taekwondo, +80 kg uomini Carlo Molfetta
Atene 1896
Tiro a segno, carabina 50 m 3 posizioni uomini Niccolò Campriani
8 ORI
Scherma, fioretto a squadre uomini V. Aspromonte, A. Baldini, A. Cassarà, G. Avola
0,8
SYDNEY 2000
120
101
100 80
Oro
44
94 37
63
60 40
26 Argento
32
65
Bronzo
25
0
18
Stati Uniti
16 Russia
32
58
20
21
20
89
27 Germania
24
28
33
29
Stati Uniti
Russia
28 16 14 Cina
4
LUNEDÌ 13 AGOSTO 2012
Un omaggio al patrimonio letterario e musicale della Gran Bretagna. Tra mille luci e una festa di colori, Londra ha salutato i Giochi 2012 con una cerimonia di chiusura scoppiettante alla presenza del Principe Henry, che si è aperta su un montaggio di pagine di giornali con la ballata «Beowulf» e i versi di Jane Austen, Charles Dickens e William Shakespeare. Ma la vera protagonista è stata la musica, con le coreografie di Kim Gavin, che ha ideato un viaggio simbolico negli ultimi cinquanta anni del brit pop, accompagnato dalla London Symphony Orchestra.
Sul palco della cerimonia di chiusura si sono esibiti, tra gli altri artisti, le Spice Girls, gli Who, i Pet Shop Boys, i Blur, gli One Direction, George Michael, Liam Gallagher, Annie Lennox e Fatboy Slim. Dopo la sfilata degli atleti (con il canoista d’oro Daniele Molmenti portabandiera dell’Italia e Oscar Pistorius per il Sud Africa) ai Take That è stata riservata l’ultima uscita davanti al pubblico, con una spettacolare versione di «Spirit of the flame», un balletto con la star Darcey Bussell che si è concluso con la nascita di una nuova fiamma a forma di fenice che è sgorgata da quella olimpica.
Roma 1960
Mexic o 1968
27
13
I NUMERI
7a
Miglior edizione azzurra per podi Per numero di medaglie conquistate, Londra 2012 rappresenta la settima migliore Olimpiade estiva dell’Italia: il record di podi azzurri resta quello di Los Angeles 1932 e a Roma 1960, con 36; a seguire Atlanta 1996 (35), Sydney 2000 (34), Los Angeles 1984 e Atene 2004 (32).
E la Spagna Petrucci rincara an-
cora la soddisfazione. «Non possiamo rimproverarci nulla». E si toglie qualche altro sassolino: «E l’Australia (decima nel medagliere) dov’è? E la Spagna (ventunesima), la tanto decantata Spagna che vinceva tutto?». Sono sotto l’Italia. Sopra c’è la Francia. «Ma nell’atletica ha vinto un oro e un argento, non molto più di noi», aggiunge Pagnozzi. Che parla ormai da presidente. © RIPRODUZIONE RISERVATA
TUTTE LE MEDAGLIE ITALIANE AI GIOCHI
Tokyo 1964
36
di affrontare il caso dell’abolizione dei distacchi dalla scuola di alcuni professori e che rischia di dare un’altra botta ai nostri quadri tecnici. «Stiamo lavorando per questo, anche lo scorso anno si presentò il problema e riuscimmo a risolverlo».
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16
18
Oro 206
TOTALE 566
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13
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Usa Cina
3
Gran Bretagna
4
Russia
5
Corea del Sud
6
Germania
7
Francia
8
ITALIA
9
Ungheria
10
Australia
11
Giappone
12
Kazakistan
13
Olanda
14
Ucraina
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Cuba
IL BILANCIO SODDISFAZIONE DEL CAPO DELLO SPORT
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Nuova Zelanda
Rogge: «I momenti più emozionanti? Hoy, Bolt e Vezzali»
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Iran
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Giamaica
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Repubblica Ceca
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Corea del Nord
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Spagna
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Brasile
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Bielorussia
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Sudafrica
Il presidente Cio «Coe è stato così bravo che ora potrebbe fare il primo ministro»
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Etiopia
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Croazia
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Romania
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Kenya
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Danimarca
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Azerbaigian
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Polonia
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Turchia
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Svizzera
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Lituania
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Norvegia
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Canada
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Svezia
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Colombia
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Georgia
39
Messico
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Irlanda
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Argentina
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Slovenia
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Tunisia
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Repubblica Dominicana
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Lettonia
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Algeria
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Grenada
50
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35 13
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India
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2
Mongolia
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Thailandia
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Egitto
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Slovacchia
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Armenia
60
Belgio
60
Finlandia
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63
Estonia
63
Indonesia
63
Malesia
63
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63
Taiwan
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Pechino 2008
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9
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LONDRA 2012
9
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4
è tornato su Usain Bolt, per correggere il tiro della sua dichiarazione. Aveva detto che non si può considerare leggenda vivente chi ha vinto soltanto in due edizioni olimpiche. Bolt, dopo il terzo oro della staffetta 4x100 (con record del mondo) aveva detto: «La prossima volta che
Atene 2004
6
7
Bolt Il presidente del Cio
13
3
Jacques Rogge e Sebastian Coe si presentano nella sala delle Media Conference con un sorriso grande così. Rogge, presidente del Cio, in realtà ci è apparso piuttosto provato per tutta la durata dei Giochi, ma il suo commento di fine Olimpiade è molto lusinghiero. «Sono veramente contento come presidente del comitato olimpico internazionale e come uomo, appassionato di sport, mi sento felice. E’ stata un’Olimpiade straordinaria — dice Rogge —. Quando Londra vinse la candidatura promise i Giochi degli atleti e così è stato. Uno splendido villaggio olimpico, statd e palazzetti spettacolari, 44 record del mondo e 117 olimpici battuti e la storia di alcune discipline riscritta dagli atleti».
ey Sydn 0 200
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PIER BERGONZI LONDRA
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13
DAL NOSTRO INVIATO
nta Atla 96 19
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Vezzali Parlando del momento
più emozionante dei Giochi, il belga alla guida del Cio ha citato anche Valentina Vezzali. «Ci sono stati momenti di incredibile intensità. Bolt, Hoy, Valentina Vezzali, Phelps e Rudisha... Ma se devo scegliere un solo momento scelgo le lacrime di Chris Hoy, quando ha vinto il suo sesto oro
Jacques Rogge, ex velista AFP
superando una leggenda come Steve Redgrave». Rogge ha chiuso con una sviolinata a Sir Sebastian Coe, numero uno del comitato organizzatore. «E’ stato l’uomo giusto al posto giusto. Ha fatto così bene che ora, se volesse, potrebbe diventare Primo Ministro». Coe ha ringraziato. «E’ andata meglio delle nostre più ottimistiche previsioni. Voglio ringraziare tutti, dal Governo ai volontari che hanno reso possibile il nostro sogno. Il "mio" momento? Scelgo la gente, tantissima, che giorno dopo giorno ha riempito gli stadi trasformandoli in teatri dello sport». © RIPRODUZIONE RISERVATA
IL MEDAGLIERE PER DIMENSIONI DELLA DELEGAZIONE ATENE 2004
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92
100
63 39
27
32 17
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14 Stati Uniti
Cina
Russia
Cina
Stati Uniti
38
Russia
29
29 27 29 Stati Uniti
22 Cina
17 19 Gran Bretagna
B
TOT
16,8
9,3
6,3
32,5
69
Guatemala
2 Giamaica
13,1 10,3
8,5
32
69
Montenegro
30,6
69
Portogallo
75
Grecia
75
Moldavia
75
Qatar
4 Botswana
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A
1 Cina
3 Iran
46
23 21
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87 73
51
O
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36 27
LONDRA 2012
110
PAESE
2
incontrate Rogge, chiedetegli cosa devo fare per arrivare dove nessuno umano era mai arrivato...». «Era soltanto una questione semantica — commenta Rogge —. Lasciatemi chiarire: penso che Bolt sia un leggenda ma ancora in attività, è un’icona e il più grande sprinter di tutti i tempi».
12,4 12,1 0 32,2
6 0
32,2
5 Stati Uniti
14,2
7
5,8
27,1
6 Etiopia
14,1
3,6
9,1
26,9
75
Singapore
7 Kenia
6,6 10,3 10,6
27,5
79
Afghanistan
8 Russia
9,1
7,4
24,5
79
Arabia Saudita
16,1
79
Bahrain
79
Hong Kong
79
Kuwait
79
Marocco
79
Tagikistan
13 Gran Bretagna
8,6
3,9
8 3,6
19 Germania
4,5
6,2
3,7
14,5
23 Francia
5,4
4,2
3,8
13,4
24 ITALIA
4,7
4,1
4,1
12,9
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GLI USA VINCONO IL MEDAGLIERE
1
son bastare 4 della preparazione olimpica, va un po’ più dentro il risultato: «Che è importante anche perché la situazione dell’Europa è stagnante nonostante l’exploit della Gran Bretagna». E poi, dice Pagnozzi, «siamo 71 volte fra i primi otto rispetto alle 62 di Atene e di Sydney». Non solo: «Il 50% dei medagliati era all’esordio olimpico». Dunque, abbiamo un futuro. Che comincerà presto perché a metà settembre è già previsto un vertice con le Federazioni «per vedere i risultati che abbiamo ottenuto e ciò che è migliorabile», aggiunge la Ciuffetti. Il problema tecnici è centrale. Come quello di cambiare la legislazione in tema di nuovi italiani, «è un dato che gli altri Paesi hanno un sistema di integrazione più efficace del nostro». Pagnozzi promette anche
LA GAZZETTA DELLO SPORT
O
A
B
TOT
46 38 29 24 13 11 11 8 8 7 7 7 6 6 5 5 4 4 4 4 3 3 3 3 3 3 2 2 2 2 2 2 2 2 2 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0
29 27 17 25 8 19 11 9 4 16 14 1 6 5 3 3 5 4 3 0 10 5 5 2 1 1 5 4 4 2 2 2 2 1 1 5 4 3 3 3 1 1 1 1 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 2 2 2 2 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0
29 22 19 33 7 14 12 11 5 12 17 5 8 9 6 5 3 4 3 2 4 9 5 1 3 2 2 5 3 6 6 1 0 2 1 12 3 4 3 3 3 2 2 2 1 0 3 3 1 0 0 0 0 0 4 3 1 0 3 2 2 2 1 1 1 1 1 1 0 0 0 0 0 0 2 2 2 2 1 1 1 1 1 1 1
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LA GAZZETTA DELLO SPORT
LUNEDÌ 13 AGOSTO 2012
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LUNEDÌ 13 AGOSTO 2012
l’Avventuroso di REINHOLD MESSNER
ella mia regione, l'Alto N Adige, il tema di ogni discussione in questi giorni è la vicenda-Schwazer. Il marciatore è lo sportivo più famoso dalle nostre parti e il fatto che sia stato trovato positivo a un controllo antidoping ha provocato emozioni fortissime. E contrastanti. A me interessa soprattutto il lato umano di questa storia, perché la parte sportiva è semplice. Esistono delle regole e vanno rispettate. Anche se purtroppo non esiste la certezza che l'antidoping sia sempre in grado di scovare tutti quelli che imbrogliano.
bilancioBritish
di PIER BERGONZI
isogna essere intellettualmente onesti: la B Gran Bretagna ha stravinto questa Olimpiade. Non certo, o non solo, per il bilancio record delle medaglie, ma per l’esempio di integrazione sport-società, capacità organizzativa e spirito di accoglienza che ha dato al mondo. E’ andato tutto (o quasi) meglio delle aspettative. E adesso ci frulla in testa un pensiero fisso: Mario Monti si sarà, almeno un po’ ricreduto? David Cameron, ieri alla BBC, ha detto di essere «tremendamente» orgoglioso dello sforzo fatto dal suo Paese e ha confermato gli investimenti (enormi) sullo sport anche per i prossimi 4 anni. Perché la Gran Bretagna sia competitiva come lo è stata qui. E non è che da queste parti la recessione economica sia meno feroce. Noi, invece, abbiamo perso prima ancora di scendere in campo. Abbiamo rinunciato alla candidatura (e avevamo grandi possibilità di vincere) di Roma 2020. Mai come in questo momento, qui a Londra, ci sembra una grande occasione persa. Viviamo in acque basse e agitate, dobbiamo accettare il rigore come una medicina per ristabilirci. Ma da qualche parte dovremo pur ripartire. E l’Olimpia-
Mo Farah (due ori) posa in stile Bolt davanti a Downing Street 10, sede del Primo Ministro AFP
de (tra 8 anni...) sarebbe stato il miglior traguardo, anzi: il miglior punto di ri-partenza ipotizzabile. Abbiamo rinunciato al sogno che gli inglesi hanno trasformato in progetto, strategia, programmazione. Come si può pensare a una nuova classe dirigente se non abbiamo sogni da offrire? Speriamo che venga almeno colto il messaggio che ci arriva da Londra. In queste due settimane di sole (altro miracolo...) i trasporti hanno complessivamente funzionato, la città ci è sembrata sicura, i Giochi sono stati seguiti da 7 milioni di appassionati e i palazzetti sempre pieni (alcuni nuovi e bellissimi come il velodromo) sono una nuova ricchezza per lo sport britannico. Così loro festeggiano il record di medaglie British (29 ori!) con un abbraccio che va da Zara Phillips, nipote della Regina, a Mo Farah, il rifugiato somalo, che ha firmato la storica doppietta 5.000 e 10.000. Gli apocalittici che prevedevano disastri ora sono integrati e in qualche caso euforici... Sir Sebastian Coe, il volto dell’organizzazione aveva urlato ogni tipo di allarme prima del via ai Giochi e dice: «E’ andato tutto molto meglio di ogni mia più ottimistica previsione». E Jacques Rogge, il numero uno del Cio, si è spinto ancora più avanti. «Edizione olimpica straordinaria. Coe è stato l’uomo giusto al posto giusto. Ora, se vuole, può anche diventare Primo Ministro...». I giornali inglesi, allineati sul fronte del successo, discutono da giorni della «Legacy», l’eredità dei Giochi e la discussione si è spostata sulle ore di educazione fisica a scuola. Il popolare e vulcanico sindaco di Londra Boris Johnson ne propone due al giorno. E uno studio di Goldman Sachs prefigura benefici economici di lungo corso. Comunque la si voglia leggere è una scommessa vinta e ci fa male pensare a quale spettacolo di cultura, non solo sportiva, abbiamo rinunciato. Sedici anni fa la Gran Bretagna è ripartita da 1 (l’unico oro di Atlanta ’96). Noi ripartiamo da basi molte più solide e da Londra ci viene qualche buon consiglio. Riflettiamoci. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Alex Schwazer si è confessato come schiacciato dall' obbligo di essere il numero uno. Avrebbe dovuto ispirarsi all'esempio di un'altra azzurra spesso vincente: Josefa Idem. Ha 20 anni più di lui, ma ha continuato a fare i sacrifici necessari per partecipare alla sua ottava Olimpiade. Arrivando ancora una volta in finale, ha compiuto una impresa eccezionale. Lei ha saputo andare, con serenità, alla ricerca dei propri limiti senza incentrare la propria vita solo su questo traguardo sportivo. A parte la famiglia, so che si è dedicata anche alla politica. Una donna, non solo un'atleta. Lo sport non deve essere un fine. È un mezzo. Come l'alpinismo. Dove per fortuna ognuno può seguire le
di ROBERTO PELUCCHI
f Dopo aver annunciato l'intenzione di esportare pomodori per un miliardo e mezzo di persone, De Laurentiis ha voluto subito suggerire ai cinesi come usarli.
a alla fine com’è andata la teleolimpiade a M pagamento, grande novità italiana grazie all’investimento di Sky? Tutto molto, molto positivo. Approccio rispettoso, entusiasmo, partecipazione emotiva, gioiosità, professionalità: li abbiamo visti e sentiti in centinaia di dirette e registrate, nonostante l’evidente difficoltà nell’accostarsi a discipline inedite per la rete. Uno sforzo poderoso che ci è arrivato con semplicità d’uso, accompagnandoci per 20 lunghi e intensissimi giorni. L’Olimpiade è stata accarezzata, maneggiata con grande cura, senza spocchia: non era scontato avvicinarsi in questo modo allo spettacolo più bello e antico del mondo da parte di chi non l’aveva mai frequentato. Eccellente anche il livello tecnico dei telecronisti, al di là delle caratteristiche professionali di ciascuno. Il Caressa «natatorio» ha disturbato alcuni, non noi: in evidente rincorsa del suo personaggio, non è però uscito, sia pure alla sua maniera, da quell’area di deferente tributo alla serietà dei Giochi. Come al solito insuperabili i commenti del pool dei telecronisti di tennis e basket, tradizionali punti di forza della rete. Bravissimi Roggero e Compagnoni: hanno fatto vivere l’atletica a livello top. Misurati e mai in difficoltà fra l’incalzare di medaglie ed eventi coloro i quali hanno gestito notizie e dibattiti da studio: grazie a tutti. Le loro spalle tecniche hanno spesso lasciato il segno. La rivelazione assoluta di questi giochi è Stefa-
© RIPRODUZIONE RISERVATA
bilancioItalia
Cinque medaglie come al debutto ma più amare Finale ricco però il Settebello k.o e l’oro negato a Cammarelle fanno male
Joshua e Cammarelle a fine match: ma festeggerà l’inglese REUTERS
TwitTwit
IL CINGUETTIO DEL GIORNO
ANDREA CASSARÀ Oro a squadre nel fioretto
Dov’è finito il fair play inglese??? Vergogna, derubare così un atleta che lavora anni... #Cammarelle @andreacassara
Oro con il Team Usa di basket
no Baldini, un giornalista fatto e finito. Straordinario l’apporto del quartetto di basket Messina (encomio particolare)-Casalini-Lucchesi-Corbani. Su questo versante c’è comunque qualcosa da mettere a punto: molti tecnici e campioni davanti al microfono tendono a tenersi sulle generali, rendendo impalpabile il loro apporto. Non abbiamo bisogno di Francesca Piccinini per dire brava alla nostra schiacciatrice che mette a terra una palla nei tre metri: quello siamo in grado di farlo da soli dal divano. Soprattutto in sport di grande complessità e scarsa popolarità. Simpatici i siparietti salottieri di Diana Bianchedi e amici: ma della scherma ne sappiamo quanto prima. Non parliamo del taekwondo: c’è stato solo tifo, con punte di involontaria comicità. Un ultimo appunto. Quanto sono fastidiosi i telecronisti-banditori quando vogliono «vendere» il proprio sport come al mercato. Non ne possiamo più di gorgheggi sul tema che gli Usa del basket avrebbero vinto l’oro col primo, secondo, terzo, quarto quintetto possibile e schierando pure i massaggiatori. Se poi accade che il divino Westbrook si palleggi sul piede, fatto ridicolo anche nelle serie minori lussemburghesi, ci piacerebbe fosse rilevato. In compenso, sul fronte pallavolistico, abbiamo sentito fra l’altro che il volley è bellissimo perché i giocatori devono sfidarsi usando l’intelligenza. Quei muscolaroni che giocano a calcio, a basket, a rugby, a pallamano e a dozzine di altri sport ringraziano...
© RIPRODUZIONE RISERVATA
di STEFANO FROSINI
ANCHE SKY HA VINTO I SUOI GIOCHI (MA GLI «ESPERTI» DEVONO CRESCERE) di FRANCO ARTURI
proprie regole. Così non c'è bisogno di discutere del fatto che ci sia chi, per arrivare in cima all'Everest, usa anche pastiglie varie, oltre alle bombole con l'ossigeno. Sarà semplicemente stato in un luogo fisico. E non avrà imparato molto su di sé. Se stai andando alla ricerca dei tuoi limiti, ma nel farlo usi degli aiuti, come potrai mai conoscerli, quei limiti? Ammiro una scalatrice come Nives Meroi: si è fermata per stare vicina al marito malato, ora è tornata con lui, guarito, sulle più alte montagne. Senza fanfare. Al Kangchenjonga, avendo perso la via, sono finiti su una delle quattro cime secondarie. Ma è comunque di 8450 metri. Non c'è molta differenza. Applausi.
laVignetta
CHRIS PAUL
tivùOlimpica
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SCHWAZER SI ISPIRI ALLA IDEM LO SPORT È UN MEZZO NON UN FINE
laPuntura
LONDRA PROMOSSA SU TUTTA LA LINEA E IL RAMMARICO PER ROMA AUMENTA
LA GAZZETTA DELLO SPORT
Medaglie d’oro @CP3
PINO PORZIO Oro nella pallanuoto a Barcellona 92
Grazie #settebello! È un argento vivo, siamo usciti a testa alta contro i MOSTRI Croati @PinoPorzio
MATTEO TAGLIARIOL Oro nella spada a Pechino 2008
Bisogna trovare un modo di eliminare i giudici dallo sport... #ginnasticaritmica @MatteoTaglia
LUIGI MASTRANGELO Bronzo nella pallavolo maschile
Ragazzi vi ringrazio tutti di cuore x il calore che ci avete dimostrato e fatto sentire. X me questo bronzo è come un ORO. Grazie a tutti!!! @gigi1mastro
di FAUSTO NARDUCCI
finita com’era cominciata: È 5 medaglie in un giorno. Prima e ultima giornata alla pari (ma senza ripetere i due ori della partenza) racchiudono il bilancio di un’Olimpiade che a conti fatti supera perfino il traguardo minimo del presidente Petrucci (25 medaglie) e con 28 medaglie complessive, una più di Pechino, ci mantiene nel G8 dello sport mondiale. Eppure? Eppure chissà perché chiudiamo con l’amaro in bocca: troppo doloroso il verdetto casalingo che relega all’argento Cammarelle; pesante la lezione che il vecchio amico Rudic impartisce al Settebello in finale; un gradino sotto le aspettative il bronzo delle farfalle della ritmica penalizzate da un errore. Meno male che c’è la pallavolo che si risolleva dalla batosta con il Brasile e stende la Bulgaria nella finale per il bronzo. Forse c’è una piccola morale se l’eroe di giornata, l’azzurro che ci dà il podio che permette all’Italia di Londra di superare quella di Pechino (al netto del doping di Rebellin) è un brianzolo spericolato, Marco Aurelio Fontana, che taglia il traguardo della gara di mountain bike in terza posizione senza sellino, come un Dorando Pietri moderno. E sicuramente ha un senso la gioia fin troppo contenuta dell’italica conferenza finale sulla quale grava come un macigno il brutto affare Schwazer, quello che non ci permetterà mai di ricordare Londra con la luce che meriterebbe. Una brutta tegola anche per noi della Gazzetta che nei pronostici della vigilia gli avevamo messo virtualmente al collo l’oro della 50 km ma ci prendiamo il merito di aver anticipato esattamente il numero di ori e argenti (con 5 bronzi in più) finali. Ed è buono anche il nostro bilancio dei vincitori
delle singole gare: 121 li abbiamo presi in pieno, 101 erano indicati sul podio e solo 81 (il 27%) mancavano del tutto. Prima di lasciare Londra, c’è da archiviare quest’ultima giornata positiva per quantità ma non per qualità delle medaglie. Sullo stomaco resta soprattutto il mezzo furto subito da Roberto Cammarelle, che non urla e strepita come si fa di solito ma si inserisce nella lunga scia dei derubati olimpici della boxe che già conta Musone e Nardiello. Difficile digerire un 18-18 finale che ha premiato il pugile di casa Anthony Joshua solo per il farraginoso gioco degli scarti. Difficile accettare che il campione olimpico di Pechino, uscito dal secondo round con tre punti di vantaggio (13-10), possa aver perso 8-5 un terzo round comunque vinto nettamente dall’inglese. Sbagliando a impostare l’ultima ripresa l’azzurro ci ha messo però qualcosa di suo, così come deve piangere per il proprio errore la squadra di ritmica che si sentiva già la medaglia d’argento al collo ma a mezzo minuto dalla fine dell’esercizio conclusivo ha fatto cadere a terra un nastro per un lancio troppo lungo: così ha perso quei 2 decimi di penalizzazione che hanno pesato sull’argento mancato, sfumato per soli 50 centesimi di punto a favore della Bielorussia. Alle nostre farfalle va fatto comunque un applauso per aver cancellato il contestato quarto posto di Pechino. Come un applauso merita il Settebello che in finale ha pagato lo sforzo di aver eliminato squadroni come Ungheria e Serbia ma in fondo si è arreso solo per 8-6. Si spegne il sogno di un’altra Londra d’oro come quella del ’48 e del quarto oro olimpico ma abbiamo rispettato fino in fondo il nostro ruolo di campioni del mondo. Appuntamento a Rio fra quattro anni. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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LA GAZZETTA DELLO SPORT
LUNEDÌ 13 AGOSTO 2012
CALCIO E POLEMICHE
DE LAURENTIIS E ZEM «Scusarmi? Macché Il k.o. di Pechino colpa di Lega e Mazzoleni»
Le proteste di Goran Pandev, 29 anni, e Morgan De Sanctis, 35, con Nicola Rizzoli, 40, arbitro di porta nella partita di Supercoppa IPP
Il n.1 del Napoli e la premiazione disertata: «Non vale niente la Supercoppa, voglio arbitri internazionali» DAL NOSTRO INVIATO
MIMMO MALFITANO PECHINO (Cina)
Tredicimila metri di quota, in volo verso Roma. Aurelio De Laurentiis è un uomo sereno, dispensa sorrisi. Al suo fianco c’è la signora Jacqueline, presenza di classe, che ne accompagna con lo sguardo ogni movimento o parola. E con loro due c’è il responsabile delle finanze delle aziende che fanno capo al presidente del Napoli, Andrea Chiavelli. Juve-Napoli sembra lontana un secolo, come la rabbia che lo ha assalito prima, durante e dopo la gara. Eppure, tutto questo è avvenuto appena 20 ore fa, ma è come il tempo fosse trascorso in giorni anziché in ore. «Arrabbiato? Ma no, già cinque minuti dopo la fine della partita ero tranquillo. Sapete cosa ho fatto dopo cena? Ho radunato la squadra, l’ho portata in discoteca e abbiamo brindato lo stesso con dieci bottiglie di champagne. Ho detto ai ragazzi di cancellare immediatamente questa finale di Supercoppa e di pensare all’amichevole che giocheremo, domenica, contro i campioni di Grecia dell’Olympiakos e all’esordio in campionato, a Palermo. Inoltre, ho deciso di dare a ciascuno di loro un premio di 20 mila euro, perché i vincitori morali di questa Supercoppa siamo noi». Niente male l’avvio del presidente.
d
HA DETTO
S su Mazzoleni Inaccettabile la seconda ammonizione di Zuniga, da lì è nata una possibile lettura di dietrologia. E su Pandev serviva un po’ più di buon senso
Perché ha voluto che la squadra non partecipasse alla premiazione?
Non crede, presidente, di aver fatto una pessima figura evitando la premiazione?
«Ma no! Ciò che mi ha maggiormente infastidito è che la prima partita vera della stagione sia stata gestita con un piglio di severità scolastica, che è tipico di noi italiani. Che un rigore possa essere discutibile, capita spesso e non è grave. Quello subito ieri sera (sabato sera, ndr) è discutibile almeno alla pari».
Il Napoli si è lamentato per una serie di errori di valutazione commessi dalla terna arbitrale: che cosa non le è andato giù?
«È inaccettabile la seconda ammonizione di Zuniga che, tra l’altro, il fallo l’ha prima subìto. Da lì è nata una possibile lettura di dietrologia e, quindi, tutta la buona volontà che uno ci può mettere per non pensare a male è relativa, perché i dubbi ti assalgono». Sta dicendo che la Juve è stata favorita?
«No no, non ce l’ho con la Juve che è una grande squadra fatta da grandi giocatori. Però, se si semina sul campo l’irrazionalità, allora è chiaro che le due squadre cominciano a confrontarsi con un atteggiamento diverso, a volte persino spocchioso. Ecco, un dubbio però dovranno togliermelo». Quale, presidente?
«Vorrei sapere da chi ha preso lezione di lingua macedone il guardalinee che ha fatto espellere Pandev (Stefani, ndr), visto che il giocatore s’è rivolto a lui nella propria lingua. La verità è che ci sarebbe voluto un po’ più di buon senso. Proprio Rizzoli, se non sbaglio, venne insultato da Totti per ben tre volte, qualche anno fa, e non successe niente. A confronto di Mazzoleni, Rizzoli fu geniale in quell’occasione, capì che il livello di adrenalina s’era alzato troppo e che sarebbe stato difficile restare razionali in mezzo al campo». Che cosa le ha lasciato questa sconfitta?
L’ALLEATO SPECIALE
«Proprio un bel niente, perché questa Supercoppa italiana non vale niente, per come è organizzata. Rimane l’amarezza, quella sì, di aver perso una buona occasione per esportare un’immagine inappuntabile del nostro calcio all’estero. E per tutto questo ci sono due responsabili: la Lega e Mazzoleni il cui comportamento non ha fatto bene al nostro calcio. Vorrà dire che se dovessi rigiocare la Supercoppa, chiederò arbitri internazionali».
Moratti punge «Avrà avuto le sue ragioni» A Londra per assistere dal vivo alle ultime medaglie azzurre all’Olimpiade, Massimo Moratti ha commentato così la decisione del Napoli di evitare la premiazione di Supercoppa a Pechino: «Il Napoli ha disertato la premiazione per protesta? Avrà avuto un motivo. Ma non ho visto la partita quindi non posso giudicare», ha detto il numero uno del club nerazzurro invitato a «Casa Italia». Moratti ha poi sorvolato sulla questione della squalifica di Conte: «È roba passata ormai», si è limitato a dire. Il patron dell’Inter si è infine intrattenuto con alcuni degli atleti italiani, tra cui il tifoso interista Carlo Molfetta, medaglia d’oro nel taekwondo: «Molfetta, lei è bravissimo, venga all’Inter». Chissà se qualche sforbiciata non faccia comodo a Strama.
«Una partita importante, tra due squadre importanti che rappresentano altrettante tifoserie importanti, avrebbe meritato un’organizzazione inappuntabile. Per noi sarà molto difficile verificare le azioni incriminate, perché l’evento è stato affidato alla Rai e la Lega avrebbe dovuto pretendere che la stessa tv di stato utilizzasse le medesime tecnologie di Sky, alle quali adesso ci siamo abituati. La Lega, che pure abbiamo rifondato, vive ancora dell’incapacità di rigenerarsi in modo efficiente e moderno».
A bocce ferme e per concludere: ordinerebbe nuovamente alla squadra di disertare la premiazione, presidente?
Aurelio De Laurentiis, 63 anni, è il presidente del Napoli REPORPRESS
«Se la Juve avesse vinto in maniera incontestabile, allora sarei stato il primo ad applaudirla e a partecipare al terzo tempo, per dirla in gergo rugbistico. Ma in quel momento mi sono sentito preso in giro e poiché io ho delle responsabilità verso i nostri tifosi, dovrò capire bene se c’è stato qualcosa di sbagliato in questa partita. Poi, ne riparleremo». © RIPRODUZIONE RISERVATA
il retroscena
Cinesi dispiaciuti ma vogliono rinnovare per altre 3 edizioni E pensano a eventi invernali
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IL NUMERO
3,3
i milioni di euro dell’ingaggio assicurato dagli organizzatori cinesi per la Supercoppa 2012, diviso a metà tra le finaliste Juventus e Napoli. Il contratto con la Lega prevede la disputa di un’altra edizione nei prossimi due anni
MARCO IARIA twitter@marcoiaria1
A sipario chiuso il pensiero degli organizzatori cinesi potrebbe essere stato più o meno il seguente: «Ma chi ce l’ha fatto fare?». I 65 mila spettatori del Nido d’Uccello e il crescente seguito di investitori hanno mitigato la delusione, senza però cancellarla del tutto. Perché la mancata partecipazione del Napoli alla premiazione è stata soltanto l’ultimo «incidente» di un percorso a ostacoli che avrebbe sfiancato chiunque. Basti pensare al balletto sull’opportunità o meno di giocare la Supercoppa in Cina: l’11 giugno, a due mesi dall’evento, il sì ufficiale da parte della Lega, dopo i dubbi della Juventus e la smania del Napoli. Poi a fine luglio, qualche giorno prima della partenza per Pechino, il clamoroso dietrofront di De Laurentiis, indispettito perché era saltata la collaterale tournée e pronto a sollevare dubbi sull’efficienza della macchina organizzativa, che in realtà stava procedendo senza intoppi. Alla fine la Supercoppa è sbar-
cata lo stesso in Estremo Oriente, ma che faticaccia. I cinesi, tuttavia, ritengono che ne sia valsa la pena, che da quelle parti il calcio italiano riscuota un interesse da sfruttare, che il rapporto instaurato ormai diversi anni fa con la Lega di A debba andare avanti. Scenari Beretta, Brunelli e Wang Hui si sono lasciati con la promessa di rivedersi a settembre in Italia: la United Vansen International — che è anche in trattativa con Bundesliga e Liga — vorrebbe rinnovare il contratto per organizzare la Supercoppa in Cina per altre tre edizioni (oltre a quella già prevista tra il 2013 e il 2014) e imbastire in inverno dei road show sul calcio italiano. La figuraccia, davanti peraltro all’ambasciatore italiano a Pechino, è stata di una società, non dell’intero movimento. Per dire, la Juventus è tornata a casa con feedback positivi: dal calore dei tifosi locali alle iniziative commerciali gestite con Nike e Jeep. Piccoli mattoni necessari per aumentare l’appeal del marchio e, di conseguenza, la competitività del club. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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MAN ALL’ATTACCO d Il boemo alla Juve
HA DETTO
S sulla Supercoppa Le polemiche sono spiacevoli. Spero servano da insegnamento Siamo solo all’inizio, magari si capirà che bisogna cambiare
«Conte squalificato Non può allenare» Il tecnico della Roma sulle scommesse: «Più decisione per debellare il problema»
S sulla Roma In linea di massima ho in mente una formazione titolare. Poi dipenderà dallo stato di salute dei giocatori e dalla mia pazzia sul loro utilizzo
S
LO SFOGO DELL’ALLENATORE
Mazzarri ancora furioso «Loro non meritavano» DAL NOSTRO INVIATO
PECHINO
Ha dormito poco o niente nell’ultima notte di Pechino. La rabbia l’ha tenuto sveglio, nonostante lo stress patito in questa settimana e durante la sfida con la Juve. Walter Mazzarri non si dà pace, ha chiesto di rivedere le immagini della partita per capire fino a che punto la sconfitta sia stata giusta. «L’evento è stato seguito in tutt’Italia e non credo che ci sia un solo intenditore che possa dire che la Juve meritava questa Supercoppa». Poche parole, per far capire al mondo intero la propria delusione per un risultato che mai avrebbe immaginato di subire, soprattutto dopo aver constatato la determinazione dei suoi nell’affrontare la gara. Incolpevoli Ma qualcosa non ha
funzionato, secondo il Napoli, nell’arbitraggio di Mazzoleni e dei suoi assistenti. «Io non ho detto niente quando è stato espulso Zuniga, ma mi hanno mandato fuori e sono ancora qui a chiedermi il motivo», ha confidato l’allenatore nel dopo gara a De Laurentiis. È probabile che sia a Stefani, primo collaboratore di Mazzoleni, sia a Bergonzi, quarto uomo, non
su Destro Abbiamo fatto il cambio con Borini per una questione tecnica. Ora Destro sta accusando i lavori ma è giovane e gli serviranno
Zdenek Zeman, 65 anni, firma una maglietta anti-juventina a un tifoso della Roma IMAGE SPORT DAL NOSTRO INVIATO
ANDREA PUGLIESE IRDNING (Austria)
Nel mirino di Zeman finisce ancora una volta la Juventus. Per la squalifica di Antonio Conte (anche se il boemo non si riferisce mai esplicitamente al tecnico juventino), per l’assoluzione di Bonucci e Pepe (ma anche qui i riferimenti sono solo indiretti) e per i fatti della Supercoppa di Pechino. Nel suo ultimo giorno di ritiro a Irdning, il tecnico della Roma traccia un bilancio. E, come sempre, è netto e diretto in ogni suo giudizio. La stagione è cominciata con le mille polemiche della Supercoppa.
«Non ho visto la partita, mi è difficile giudicare. Ma è certo che siano cose spiacevoli, spero servano da insegnamento per il futuro. Siamo solo all’inizio, magari si capirà che bisogna cambiare». Walter Mazzarri, 50 anni, espulso dall’arbitro Mazzoleni durante la gara con la Juve PHOTOVIEWS
sia sfuggito l’applauso ironico dell’allenatore napoletano all’indirizzo del direttore di gara, al momento dell’espulsione di Zuniga. Un gesto dettato dalla delusione di veder svanire il sogno di quest’estate. Si, perché a questa Supercoppa ci teneva tantissimo, Mazzarri. Tant’è che ci ha lavorato per tutta la settimana, con la prospettiva di tornare a Napoli nuovamente da vincitore dopo la sfida con la Juve, già battuta all’Olimpico nella finale di coppa Italia. Ma stavolta gli episodi non sono stati a suo favore. mi.mal. © RIPRODUZIONE RISERVATA
si vuole debellare un problema come questo bisogna essere più decisi». È finito anche il secondo ritiro stagionale della Roma, ora è caccia a un centrale di difesa.
«Per me oggi il terzo centrale è Romagnoli, che ha grandi qualità. Poi se arriva qualcuno che da terzo può diventare il primo, è ancora meglio». De Rossi sabato è stato schierato da interno di centrocampo. L’ha convinta?
«Quella per me non era una partita, eravamo troppo stanchi. Ma in Nazionale, con Pirlo, Da-
«
Se un tecnico ha una squalifica sopra i tre mesi non dovrebbe allenare ZDENEK ZEMAN ALLENATORE DELLA ROMA
Un giocatore squalificato non gioca, un allenatore squalificato può allenare, ma non andare in panchina. Non le sembra strano?
niele gioca sulle mediana destra o sinistra, quindi lo può fare. Dipenderà dall’avversario».
«Anche un giocatore squalificato si può allenare. Ma se c’è una squalifica a tempo lungo penso che un tecnico non dovrebbe allenare».
In attacco, a destra, alterna spesso Lamela con Nico Lopez. L’uruguayano può essere un’insidia per Erik?
Che intende per tempo lungo?
«Sopra i tre mesi». Con queste sentenze si è fatto un’idea sull’ennesimo scandalo del calcio italiano?
«Non lo so, non capisco. Non ho letto le carte, non posso parlare su quello che si dice. Ma se
«In ogni ruolo ho due giocatori: c’è chi sta meglio e chi serve di più alla squadra. Hanno tutti e due la stessa possibilità di giocare, spero di fare delle scelte giuste. Nico fisicamente gracile? Non tutti i giocatori sono grandi, guardate Messi e Giovinco. Non è questo il problema, spero di dargli delle possibilità».
Il modo di giocare di Pjanic cambia se a sinistra come esterno d’attacco c’è Totti o Destro.
«È vero, è differente. Con Totti deve andare più dentro, Francesco gioca più fuori rispetto a Destro. Sabato, invece, Miralem e Mattia andavano tutti e due dentro, per me deve essere uno sì e uno no. Ma Pjanic può giocare anche a destra: è intelligente, ci si lavora benissimo». È soddisfatto del cambio Destro-Borini?
«Sì, lo abbiamo fatto per una questione tecnica. E Destro è più tecnico di Borini». Destro e Osvaldo come li vede?
«Destro sta accusando, non era abituato a questi lavori, ma è giovane e gli servirà. Osvaldo, invece, è una forza della natura». Ha già in mente una formazione titolare?
«In linea di massima sì. Poi spero che quelli che oggi non vedo come titolari mi dimostrino di poterlo essere. Dipenderà dal loro stato di salute e dalla mia pazzia sul loro utilizzo». In che condizioni sono Dodò e Bradley?
«Per me Bradley è già a posto e il 16 ricomincerà con il gruppo. Dodò, invece, ha ancora tanto da lavorare». C’è il rischio che la Roma possa arrivare al campionato con poche partite «vere» nelle gambe?
«In preparazione ho bisogno di avversarie che ci permettano di provare e fare quello che stiamo costruendo». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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DOPO IL TRIONFO IN SUPERCOPPA
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Tanto è un gioco
I NUMERI
DI LUIGI GARLANDO
Messaggio di forza a tutti gli avversari I bianconeri non hanno perso fame e idee di gioco. E se arriva il bomber... La Juventus apprezzerà ancora di più il suo stadio di proprietà (casa, dolce casa) perché nel prossimo campionato, appena metterà il naso fuori da Torino, sarà spesso bufera. La Supercoppa di Pechino ha avvelenato ulteriormente la trasferta di Napoli; Zeman, che non perde occasione di cronaca per calare il carico (ieri sullo squalificato Conte), ha esasperato la rivalità con Roma; con l’Inter, nemica di tribunali, non c’è bisogno di esasperare altro; l’incompatibilità storica con la Fiorentina non passa di moda; gli scontri col Milan della passata stagione hanno lasciato depositi. Mourinho, quando vinceva a Milano, li chiamava i rumori dei nemici e probabilmente Conte è felice di ascoltarli assordanti. Una prova in più per ripetersi allo specchio: «Siamo tornati». La Signora risalita gracile dalla B, senza tanti gioielli, non fa più la stessa simpatia. Ora l’ex Fidanzata d’Italia gira con lo scudetto e l’elmetto. Ma se Conte non si preoccupa, forse è il caso che si preoccupi la concorrenza da scudetto perché, per dirla in modo olimpico, la Juve rischia di inginocchiarsi ai blocchi del campionato come Bolt ai 100 piani. Al di là degli episodi e dei veleni, quella di Pechino è stata una dimostrazione di forza, contro l’unica squadra da cui ha perso nella stagione scorsa, per di più in vantaggio di condizione e al completo. Con tanti nazionali in rodaggio, senza Chiellini, con un Vucinic a mezzo servizio, frenata dalle amnesie stagionali della difesa e da quelle costituzionali dell’attacco, la Juve ha condotto la partita, dimostrando subito di non aver perso la fame agonistica e l’idea di gioco che l’hanno fatta trionfare. Hanno segnato Vidal e Vucinic, acquisti di un’estate fa, e Asamoah, appena arrivato: spia di un progetto che si perfeziona nel tempo. Se entro il 31 arriverà anche il grande realizzatore che serve, i pretendenti al titolo dovranno davvero correre più forte di Bolt. Pechino quindi è un invito in più alla concorrenza per affannarsi sul mercato. Al Napoli, come dimostrato dalla Supercoppa, servono qualità, carisma a centrocampo e almeno un esterno di livello. Deve completarsi a tutti i costi, perché ha un’identità solida di gioco, un organico competitivo e la coppia d’accatto più forte della Serie A. Sarebbe un delitto restare imperfetti e rinunciare alle ambizioni migliori. Quanto siano lontane dalla perfezione le milanesi lo ha spiegato chiaro l’estate. L’Udinese, che riparte un’altra volta dalle sue cessioni eccellenti, non può essere considerata più che un outsider. La Lazio ha i suoi problemi. La Fiorentina cresce bella e stuzzicante, ma ha bisogno di verifiche come l’ambiziosa Roma dell’agguerrito Zeman. L’unica cosa certa, al momento, pare la Juve. Che avrà anche il vuoto attorno, ma soprattutto rischia di farlo presto alle sue spalle, se gli altri non provvedono.
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Supercoppe italiane vinte dalla Juventus: nel 1995, 1997, 2002, 2003 e 2012.
Gazza
Tvf
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Irrompe Asamoah 7 altro insostituibile nel progetto Conte
le reti di Pandev alla Juventus, 5 in campionato, 1 in Coppa Italia e 1 in Supercoppa di Lega.
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gol per Vidal, che era andato a segno anche nella passata stagione nella prima gara ufficiale della Juve: 4-1 per i bianconeri sul Parma al debutto in campionato.
MORATTI UNA BATTUTA SULLA SUPERCOPPA Il presidente Massimo Moratti si è goduto a Londra le medaglie azzurre dell’ultimo weekend ed è stata l’occasione per una battuta col retrogusto anti-Juve: «Il Napoli ha disertato la premiazione? Avrà avuto i suoi motivi».
BENTORNATO VILLA RIECCO L’ATTACCANTE DEL BARCELLONA
Massimo Moratti LAMURAGLIA
ESTERNO SINISTRO O MEZZALA SINISTRA Asamoah (foto LINGRIA) è l’arma in più della nuova Juve: potente fisicamente, piedi buoni, ha una versatilità tattica che gli consente di ricoprire più ruoli. Di professione mezzala sinistra, il ghanese ha dimostrato di sapersi adattare anche da esterno sinistro del 3-5-2. In ogni caso sarà difficile rinunciare a uno come lui tra gli undici (aspettando Isla che potenzialmente può ricoprire più ruoli: esterno, mezzala e attaccante laterale)
Supercoppe di Lega vinte da Gigi Buffon, una con il Parma nel 1999, più tre con la Juventus nel 2002, 2003 e 2012. Massimo Carrera la vince anche da allenatore dopo averla conquistata da giocatore nel 1995 (JuventusParma 1-0).
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Gazzetta.it
UNA JUVE
Il calcio ritrova un fuoriclasse. L’attaccante spagnolo David Villa torna dopo il grave infortunio del dicembre scorso che lo ha costretto a saltare anche l’Europeo: «È stata dura ma ora voglio tornare più forte di prima». Guarda l’intervista su GazzettaTv.
Mezzala di ruolo, ma scatenato anche da esterno Difficile rinunciare al suo fisico e alla sua personalità DAL NOSTRO INVIATO
G.B. OLIVERO PECHINO
Il laboratorio Juve non chiude mai. Giorno dopo giorno si studiano sempre soluzioni alternative e ogni vittoria, come quella di sabato in Supercoppa, diventa lo stimolo per elaborare interessanti novità e inseguire altri successi. Al Bird’s Nest di Pechino si è avuta l’ultima dimostrazione di quanto il lavoro paghi e del modo in cui Antonio Conte interpreti il suo compito. La scelta di schierare Kwadwo Asamoah nel ruolo di esterno sinistro di centrocampo lasciava perplessi alla vigilia: il ghanese può ricoprire la posizione, ma di sicuro non è quella che preferisce né quella in cui ha giocato più spesso. I dubbi erano soprattutto di natura difensiva, legati al duello con Maggio che solitamente è un’arma importante del Napoli, ma anche di natura offensiva, per-
ché Asamoah raramente si è trovato a svolgere compiti di ala. Invece Asa è stato molto bravo soprattutto nel primo tempo e poi ha retto bene per tutta la gara seguendo i consigli di Conte e applicandosi con grande impegno. Idee nuove Il motivo per cui l’al-
lenatore l’ha schierato sulla fascia è duplice: De Ceglie, l’alternativa naturale, non è ancora al top e poi il tecnico fatica a privarsi della fisicità e della personalità del ghanese. Preso per aumentare la quantità e la qualità del reparto più forte della squadra, Asa sarà spesso aggiunto a Marchisio e Vidal e non schierato al posto di uno di loro: questa è almeno l’impressione attuale. E le novità non sono finite qui. L’anno scorso Conte iniziò la stagione proponendo il 4-2-4, dopo poche partite passò al 4-3-3 e poi vinse lo scudetto con il 3-5-2: tre moduli-base, e ben riconoscibili in campo, alternati nel corso della stagione. Questi
cambiamenti, naturalmente, determinarono delle scelte diverse sui singoli: Krasic ed Elia furono rapidamente retrocessi al ruolo di comprimari, Chiellini fu impiegato un po’ al centro e un po’ a sinistra, Bonucci passò da riserva a titolare fisso. Non c’è preclusione nei confronti di nessuno: chi merita di giocare e chi si adatta meglio all’idea tattica scende in campo. E così sarà anche in questa stagione quando la duttilità di Isla, ad esempio, consentirà altre opzioni. L’altra opzione Il 3-5-2 visto a
Pechino resta la base di partenza, ma Conte non ha messo da parte il 4-3-3. Tutt’altro: sta aspettando il completamento della rosa per riproporre anche questo modulo. Il tecnico adesso attende il famoso top-player e magari anche un altro attaccante (ovviamente con la cessione di uno tra Matri e Quagliarella) e poi un esterno sinistro di ruolo. Marotta e Paratici sono al lavoro,
non potranno spegnere il telefono nemmeno a Ferragosto, ma il progetto di una Juve sempre più qualitativa e offensiva esalta naturalmente anche loro. Anche i tiri Un’altra cosa che
Conte allena quotidianamente sono i gesti tecnici. Il tiro al volo come quello con cui Asamoah ha segnato al Napoli è per ovvi motivi estemporaneo, ma quando il ghanese ha visto arrivare il pallone crossato da Vidal si sarà probabilmente ricordato delle esercitazioni sui tiri al volo fatte a Chatillon in ritiro. Momenti di lavoro in cui i giocatori si sfidano in allegria ma che poi durante le partite tornano utili. Quando Asamoah ha caricato il sinistro non ha pensato «Adesso chissà dove tiro», ma ha pensato «Prendo la porta e magari faccio gol». Il laboratorio Juve è sempre aperto, non lascia nulla al caso e i risultati si vedono. © RIPRODUZIONE RISERVATA
IL RITORNO A CASA ALLA RIPRESA DA VERIFICARE LE CONDIZIONI DI CHIELLINI, ISLA E CACERES
Cinquanta tifosi all’aeroporto Ma la squadra non si fa vedere I giocatori sono passati da un’uscita secondaria. Ripresa allenamenti il 16 DAL NOSTRO INVIATO
PECHINO
La Juve è tornata a casa. La squadra bianconera è sbarcata a Caselle alle 18,04 accolta da una cinquantina di tifosi che... non hanno potuto applaudire nessuno. La comitiva, infatti, ha lasciato l’aeroporto torinese attraverso un’uscita secondaria deludendo chi aveva deciso di dedicare alla Juve, e alla Supercoppa, il pomeriggio festi-
vo. La partenza da Pechino era avvenuta nella tarda mattinata cinese, dopo lo scalo a Francoforte la squadra si è imbarcata su un charter organizzato all’improvviso per evitare di passare ben sette ore in attesa del volo di linea per l’Italia. Buon Ferragosto A Torino il
gruppo si è immediatamente sciolto: tutti i giocatori hanno raggiunto le rispettive famiglie e le località di vacanza dove trascorreranno i tre giorni di ripo-
so concessi da Antonio Conte. Inizialmente il programma prevedeva un ritorno all’attività nel pomeriggio di Ferragosto, ma poi il tecnico ha deciso di concedere qualche ora in più di svago a una squadra che lavora sempre con impegno e attenzione e che ha appena conquistato il primo trofeo stagionale. Il ritrovo è fissato per il 16, giorno della tradizionale amichevole con la Primavera a Villar Perosa. Domenica prossima, poi, è in programma il classico appuntamento dell’estate: il Trofeo Berlusconi opporrà i bianconeri al Milan a San Siro. Da verificare le condizioni di Isla, Caceres e Chiellini, che non ha partecipato alla trasferta in Cina per proseguire il piano di completo recupero e che ormai dovrebbe essere quasi pronto. gb.o.
Giorgio Chiellini, 27 anni FORTE
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E, TANTE IDEE Bonucci: «Battuti Napoli e giustizia obsoleta» Più forte di tutto quello che gli è successo: «La Supercoppa? Dovevamo vincerla. Chissà: forse l’invidia ha spinto Masiello» DAL NOSTRO INVIATO
G.B. OLIVERO PECHINO
Il segreto è nella testa, altrimenti Leonardo Bonucci non avrebbe retto: ai fischi, alle critiche, alle bocciature e poi naturalmente alle accuse, alla richiesta di Palazzi, alla paura di non essere creduto, all’ansia di aver chiuso col calcio proprio nel momento più bello. Sembra quasi che Bonucci non possa vivere tranquillo, eppure non c’è un giorno in cui guardandolo negli occhi ti sembri agitato, preoccupato, teso. Il segreto, quindi, è proprio nella testa: una testa che resetta in fretta ogni cosa. Leo è un foglio perennemente bianco sul quale lui stesso si diverte a scrivere storie sempre nuove. Come sabato sera a Pechino, quando prima è salito male aprendo una prateria per Cavani, poi ha provato a fare un sombrero a Pandev mandandolo in porta e infine ha chiuso ogni varco per Buffon disputando una seconda parte di gara perfetta. Le emozioni L’estate di Bonucci
non è stata facile: le prime voci sul calcioscommesse, il rischio che fosse escluso dalla Nazionale, un Europeo splendido, la richiesta di squalifica per tre anni e otto mesi, l’orgoglioso rifiuto al patteggiamento, la deposizione. E poi la partenza per Pechino in attesa della sentenza e di quella parola: assolto. Dopo la
Ancora incatenato
Il difensore Leonardo Bonucci, 25 anni, (a destra) bacia la coppa durante i festeggiamenti nel Nido d’Uccello di Pechino PHOTOVIEWS
vittoria contro il Napoli è arrivata la voglia di sussurrare (difficile che alzi la voce) al mondo che anche questa volta lui è rimasto in piedi: «Sono stati giorni intensi e pieni di emozioni — racconta Leo —. La cosa più difficile è stata affrontare una giustizia obsoleta, ma i fatti mi hanno dato ragione. Grazie ai miei avvocati è venuta a galla la verità. Io non so cosa abbia spinto Masiello, magari solo invidia. Adesso però è un capitolo chiuso: io guardo avanti». Che il segreto sia la testa emerge chiaramente quando chiedi a Leo se abbia mai avuto paura e se davvero sia riuscito ad allenarsi senza condizionamenti: «Non ho mai pensato che potesse finire male, sono innocente. Avendo la coscienza a posto ho potuto concentrarmi sul lavoro. Ho sempre avuto la Supercoppa come grande obiettivo: dovevamo vincerla per forza e ci siamo riusciti». Il figlio Gli errori sui due gol del Napoli vengono in fretta derubricati a incidenti di percorso:
MAURIZIO GALDI ROMA
(m.cal.) Un’altra giornata incatenato davanti alla Figc per Emanuele Pesoli; da ieri, in via Allegri, c’è anche Maurizio Nassi (foto SPORTIME), la cui squalifica di tre anni è stata confermata dalla Corte di Giustizia Federale. «La mia è una protesta diversa — ha detto — Chiedo un processo vero, non un giudizio a priori».
«Siamo stati leggeri e ci hanno castigato perché Cavani e Pandev sono due campioni. Ma lavorando in allenamento metteremo tutto a posto». Il 3 marzo, la sera di Juve-Chievo, Bonucci fu fischiato pesantemente dallo Juventus Stadium. Quei fischi sono entrati in un orecchio e usciti dall’altro e adesso, pochi mesi dopo, Leonardo è un idolo dei tifosi. Sbaglierà ancora, per il suo modo di fare e di giocare, ma andrà avanti per la sua strada continuando a rischiare e a divertirsi. Il segreto è la testa. E la famiglia, naturalmente: il 7 luglio Martina ha dato alla luce Lorenzo. Cosa volete che sia un sombrero venuto male. © RIPRODUZIONE RISERVATA
SECONDO PROCESSO RICORSO SU TUTTO IL FILONE DI BARI: TORNANO IN BALLO ANCHE PEPE, PORTANOVA, DI VAIO E IL BOLOGNA
Le partite In particolare Palazzi
ri ci sia stata la combine che vedeva coinvolti Leonardo Bonucci, Salvatore Masiello e Nicola Belmonte. Inoltre, è convinto che Simone Pepe abbia rifiutato l’accordo, ma che sia responsabile di omessa denuncia. Altra gara che Palazzi appellerà è Bologna-Bari, per la quale aveva chiesto l’illecito per Daniele Portanova e l’omessa denuncia per Marco Di Vaio con conseguente penalizzazione di 2 punti al Bologna. Infine Lecce-Bari. Per la Disciplinare Pierandrea Semeraro (ex presidente del Lecce) è colui che ha dato i soldi a Quarta che poi li ha girati ad Andrea Masiello e ai suoi sodali, ma ha escluso che Masiello abbia fatto il segno convenuto a Giuseppe Vives. Per questo il calciatore, adesso al Torino, era stato prosciolto, Palazzi appellerà.
è convinto che per Udinese-Ba-
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Per Leo non è ancora finita Palazzi presenterà appello
Da Pesoli arriva pure Nassi
«Io innocente, mai pensato che potesse finir male. Errori in difesa? Ci alleneremo»
Ha tempo fino alle 19, ma il procuratore federale Stefano Palazzi anche ieri ha lavorato per predisporre gli appelli alle sentenze di primo grado della Disciplinare. Stamattina avrà l’ultima riunione coi suoi più stretti collaboratori, ma la sua intenzione è quella di appellare le sentenze del filone Bari, quelle sulle quali maggiormente ha influito la Disciplinare tra proscioglimenti e derubricazioni. Non avrebbe, inve-
ce, intenzione di appellare la decisione sul materiale di Cremona. Tanto per chiarirci, quello che ha portato alla squalifica di Conte, ma in questo caso appelleranno le difese. Il dettaglio Palazzi sta verifican-
do la solidità delle dichiarazioni di Andrea Masiello, principale accusatore per questo filone, e sta preparando la sua esposizione in memoria (scritta) e di persona per le udienze del 20 e 21 agosto davanti alla Corti di giustizia federale a sezioni unite (presidente Gerardo Mastrandrea). In particolare le
motivazioni della sentenza della Disciplinare mettevano in evidenza le «contraddizioni» emerse nelle diverse dichiarazioni di Masiello (fornite a più riprese a Cremona, Bari e alla Procura federale). Palazzi era convinto del lavoro fatto e soprattutto si era fatto forte anche di alcuni patteggiamenti, molti dei quali con la combinazione sia dell’articolo 23 (solo patteggiamento) che dell’articolo 24 (collaborazione) del Codice di giustizia sportiva.
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MERCATO
L’euforia di Zapata I malumori di Mexes
A
MOVIMENTI IN DIFESA
S Mexes Difficile che trovi un posto da titolare e in più ha un ingaggio fra i più alti. Al momento però per il francese non ci sono offerte
S YangaMbiwa Era il nome caldo dell’estate, ma il Montpellier non ha accettato l’offerta. Con l’arrivo di Zapata l’affare potrebbe prender forma a gennaio Cristian Zapata, 25 anni, è arrivato in prestito dal Villarreal BUZZI
Momento no per il francese, mentre il colombiano sogna di far coppia con Yepes
Le maglie nuove di solito regalano sogni e azzerano la fantasia. I giocatori si presentano col classico repertorio di frasi fatte: onorare i colori, vestirli a lungo, confermare alla dirigenza la bontà dell’investimento. Cristian Zapata ieri a Milanello, nelle sue prime parole da rossonero, dopo aver esaurito la trafila diplomatica ha dimostrato che non si finisce in castigo se si dice ciò che si pensa. Volete il suo sogno? Eccolo: «Giocare in coppia con Yepes. E’ già successo in nazionale, spero succederà anche al Milan». Un tandem difensivo tutto colombiano forse non è fra i primi desideri dei tifosi nell’estate dell’addio di Nesta e Thiago Silva, ma va dato atto a Zapata di avere le idee chiare. Precisazione: «Comunque penso di poter far coppia con qualsiasi difensore in rosa». Mal di pancia alla francese Ecco,
all’appello del 1˚ settembre potrebbe mancargli Mexes. Le dichiarazioni del c.t. Deschamps hanno resto pubblico ciò che serpeggiava: il malcontento di Mexes, ma anche del Milan, e del suo allenatore Allegri. Philippe era stato a lungo corteggiato dal club rossonero, che lo aveva ingaggiato a parametro zero nonostante l’infortunio al crociato del ginocchio sinistro. Il ritorno al calcio giocato è stato lungo e faticoso, e il risultato non del tutto soddisfacente. Al rientro dall’Europeo, le condizioni di forma non erano delle migliori. E’ andato negli Stati Uniti per pochi giorni, poi è rientrato per la nascita del secondo figlio ed è rimasto a Milanello. Pare difficile che Mexes trovi un posto da titolare, e il suo ingaggio (il più alto al Milan con quelli di Pato e Robinho) non è in linea con la nuo-
va policy aziendale: 4 milioni e mezzo. Al momento, però, non si registrano offerte. E il malessere permane. Anche da parte del giocatore. Tanto che ieri il francese ha fatto solo uno dei due allenamenti, ufficialmente per andare a trovare la figlia neonata. Ma è anche circolata la voce di una discussione con qualche compagno.
Non sulla destra... Ciò che Cri-
stian si augura è che l’allenatore abbia le idee chiare sulla sua posizione: «Al Villarreal ho giocato terzino destro e questo è uno dei motivi per cui ho trovato molte difficoltà di inserimento. Io sono un centrale, se poi c’è bisogno in fascia mi adeguo, ma non mi piace». Schietto, come quando spiega sorridendo il motivo che tiene lontano il Milan dalle superpotenze Barça e Real: «Semplice, i soldi». Touché. © RIPRODUZIONE RISERVATA
4,9 milioni spesi Saldo in attivo di 58,6
45,9 milioni investiti per i propri acquisti
Finora il Milan ha fatto la formica, e ha rimesso a posto i bilanci per i prossimi 2 3 anni, a patto di partecipare sempre alla Champions. È la grande sfida: coniugare i bilanci in ordine con l’efficienza sportiva. Galliani per questo andrà a caccia di affari nell’ultima settimana di mercato, quando i prezzi sono da saldo di fine stagione. Il Milan ha incassato 62 milioni dal Paris Saint Germain grazie alla cessione di Ibrahimovic e Thiago Silva: per ora ha speso quattro milioni per Acerbi, 500mila per il terzo portiere Gabriel e 400mila euro per il prestito di Zapata. Traoré e Montolivo sono arrivati a parametro zero, Constant in prestito gratuito. Calcolando anche il notevole risparmio sugli ingaggi dei prossimi anni, si ha un quadro economico favorevole, ma resta il fatto che la squadra va rinforzata. Si pensa allo scambio di prestiti Cassano Borriello (quest’ultimo guadagna di più, e quindi bisognerebbe armonizzare gli ingaggi) e al prestito gratuito di Kakà, difficilissimo da ottenere. La cessione di Mexes potrebbe aggiungere denaro da spendere a un saldo per ora attivissimo.
Nonostante la conquista dello scudetto, la Juventus ha messo mano al portafogli per rinforzare ancor di più la squadra. L’obiettivo è quello di fornire a Conte una squadra in grado di competere ad alti livelli anche in Champions League. Ecco perché al momento i bianconeri hanno speso 45,9 milioni di euro, piazzando il segno meno davanti al saldo. Il passivo infatti si attesta sul 30,2, alleggerito dai 15,7 milioni derivanti dalle cessioni. Il mercato però non è chiuso, anzi. Manca infatti il colpo grosso, l’attaccante che potrebbe obbligare la proprietà a scucire cifre notevoli sia per il cartellino sia per il suo stipendio. Gli acquisti di Isla, Asamoah, Giovinco (seppure per la metà dei rispettivi cartellini) pesano per circa 30 milioni. Senza contare il cash investito sui giovani Leali, Boakye e Masi. Vendere Krasic ed Elia per il momento non basta a pareggiare il bilancio. Il risparmio dell’ingaggio di Del Piero non va a incidere troppo, anche se ora si comincia a ragionare anche sulla cura dimagrante degli stipendi a partire da Buffon che scade nel 2013 e al quale si offrirà meno di quanto percepisce ora.
Caccia Llorente-Juve, ore calde Pazzini, Matri, Borriello e gli altri: ore di attesa
CARLO LAUDISA twitter@carlolaudisa MILANO
Di nuovo Allegri Intanto Zapata
prova a stemperare: «Il Milan ha perso i due centrali più forti del mondo, ma io credo molto nella cultura del lavoro. Il mercato fa parte del calcio. Personalmente penso di poter fare bene come han fatto loro e non mi spaventa essere l’erede di Thiago. Lavorando forte arriverò dove mi sono prefissato». Cristian è in cerca di rivincite. Di squadra, visto che l’ultima stagione al Villarreal è combaciata con una retrocessione; e personali, in modo da togliersi di dosso l’etichetta di giocatore discontinuo che lo accompagna da Udine. «Mi definiscono incostante? Farò parlare il campo», sorride fermamente il colombiano, che all’Udinese ha lavorato per qualche mese con Allegri. «In Friuli era diverso, perché faceva da assistente (a Galeone, ndr); ora è lui il responsabile e quello che ha fatto al Milan in due anni è molto importante. E’ un tecnico molto capace, mi pare l’abbia dimostrato».
JUVENTUS
Il presidente dell’Athletic oggi dirà se cede la punta. Parte un effetto domino che tocca pure Milan e Inter Nel valzer c’è anche Quagliarella. E se Cassano... notata per l’ingaggio dell’attaccante toscano, cresciuto proprio con Marotta all’Atalanta. L’approccio L’ipotesi di uno
QUI MILAN
ALESSANDRA BOCCI MARCO PASOTTO MILANO
MILAN
La Juventus pende dalle labbra di Josu Urrutia per Fernando Llorente. Oggi il presidente dell’Athletic Bilbao ha convocato una conferenza stampa. E le indiscrezioni parlano di una chiara presa di posizione sul futuro del ventisettenne centravanti di Pamplona con il contratto in scadenza nel giugno prossimo. In questi giorni il club basco ha faticato a trovare un’intesa con il proprio goleador (29 reti nell’ultima stagione) e c’è attesa per capire quale sarà la linea del club. Dichiararlo incedibile e abituarsi all’idea di perderlo gratis o aprire le porte a una cessione immediata. Sinora la Juve ha preso atto che Llorente chiede un ingaggio da 3,5 milioni annui, ma non conosce le idee dell’Athletic Bilbao. E ciò spiega l’attesa per queste dichiarazioni di Urrutia. Insomma, la tappa odierna può essere fondamentale sul fronte del top player. È vero che nel mirino bianconero c’è anche Edin Dzeko, ma questa appare una pista ancora più ardua perché è dura credere che il Manchester City accetti una soluzione in prestito, anche se arrivasse a concludere un acquisto importante in attacco. Gli effetti In via indiretta le evoluzioni sulla Juve riguardano indirettamente anche le altre big del nostro campionato, tutte a caccia di rinforzi in avanti. Partiamo dal caso di Giampaolo Pazzini, in rotta con l’Inter. Non è un mistero che la Juve si sia pre-
scambio con Fabio Quagliarella è caduta ancor prima di decollare, anche per l’indisponibilità dello stabiese a cambiar maglia. Ecco perché Inter e Juve non hanno proseguito il dialogo per ora. Ai bianconeri starebbe bene anche un prestito secco di Pazzini, ma questa soluzione non è gradita a Palazzo Saras. E la candidatura dell’ex sampdoriano resta così virtuale, a meno che la frenesia degli
Bianconeri sull’attaccante interista, ma solo per il prestito. E Moratti frena ultimi giorni non porti a decisioni ora impossibili. Anche perché la stessa Inter fatica a trovare soluzioni per il ruolo di vice-Milito a costi limitati. E se alla fine il caso-Pazzini rientrasse? Non è un finale da escludere a priori. Attesa Milan Anche l’altra società milanese è a caccia di occasioni per l’attacco. E non è un mistero che pure Galliani stia preparando le sue mosse in funzione delle scelte della Juve. Il primo ab-
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INTER
Tagliati gli ingaggi Ma è sempre in rosso Il vero capolavoro dell’Inter è stato quello di alleggerirsi di ingaggi (Lucio e Forlan su tutti, aspettando le uscite di Julio Cesar, Maicon e Pazzini) che pesavano parecchio sul bilancio. Ma il saldo tra entrate e uscite di questa sessione di mercato rimane in rosso. Anche perché 11 milioni sono finiti nelle casse del Porto per riscattare Fredy Guarin, che era già in rosa essendo arrivato nel gennaio scorso in prestito oneroso. L’altra spesa in doppia cifra è quella di Palacio (al Genoa sono andati 10,5 milioni), mentre pesano relativamente poco gli arrivi di Silvestre (al Palermo 2 milioni per il prestito) e di Mudingayi (750mila euro al Bologna, sempre per il prestito). Ristagnano in compenso le uscite. Al momento dalla cessione di cartellini sono entrati soltanto i 7,5 milioni pagati dal Napoli per Pandev e i 6 (ma c’è anche un milione di bonus) arrivati dalla cessione di Castaignos al Twente. Con entrambi però va segnalato che è stata fatta una plusvalenza. Il macedone era arrivato a parametro zero, mentre l’olandese l’anno scorso fu pagato poco più di 2 milioni.
al gol
A L’obiettivo
NOMI IN BALLO
S Paulinho Il giocatore del Corinthians piace moltissimo, soprattutto all’allenatore Stramaccioni, ma ha un costo elevato (15 milioni)
è Ramirez Ballottaggi al centro
S
Attaccanti in lite con i propri club o in cerca di stimoli Ecco chi sono i sette attaccanti sul piede di partenza
Gaston Ramirez, 21 anni, centrocampista offensivo del Bologna IPP
La stretta dopo il 20. De Jong deve abbassare le pretese, altrimenti assalto a Paulinho
partite di Champions). GIAMPAOLO PAZZINI Nato a Pescia (Pt) 28 anni fa, è stato acquistato dall’Inter nel gennaio 2011. Con i nerazzurri ha realizzato 16 reti in 50 partite di campionato. ALESSANDRO MATRI Attaccante della Juventus e della Nazionale, 28 anni il prossimo 19 agosto, la scorsa stagione ha conquistato lo scudetto contribuendo con 10 reti segnate in 31 partite.
boccamento per Alessandro Matri è stato inconcludente. Il club di via Turati pensa a un prestito, ma in corso Galileo Ferraris hanno idee opposte. L’ex cagliaritano sarebbe sacrificato solo a patto di un affare economico rilevante. E ora questi presupposti non ci sono. Il bivio E comunque i piani della Juve dipendono dall’opzione straniera. Se non c’è il grande investimento all’estero non si creerebbero i presupposti per una cessione di Matri. O Quagliarella che sia. E ciò spiega soprattutto l’atteggiamento di quest’ultimo che non appare corrispondere neanche il feeling della Fiorentina. E se alla roulette degli ultimi giorni comparisse anche il Milan per lui? Qualche spiffero c’è già stato in questa direzione. Ma è molto più netta la prospettiva che vede la società milanista al lavoro per il ritorno di Marco Borriello. Ormai è nota la chiacchiera nata con la Roma per uno scambio con Antonio Cassano. Ma anche quest’idea è svanita in fretta. Il barese ha mugugnato nelle ultime settimane, ma è presto per considerare ineluttabile la sua cessione. Allo stesso modo, però, il suo nome non va escluso da queste trame, sebbene sia dura credere che il Milan accetti di darlo a una concorrente. È diversa la posizione di Borriello, ormai fuori dai giochi giallorossi. Perciò il Milan lo tiene d’occhio più di altri. © RIPRODUZIONE RISERVATA
LUCA TAIDELLI MILANO
Giovedì qualcosa potrebbe muoversi sull’asse Milano-Londra. Il ritorno dalle ferie del presidente del Tottenham dovrebbe dare un’accelerata alla partenza di Julio Cesar, di cui gli Spurs sarebbero disposti ad accollarsi il super ingaggio da 4,5 milioni per le prossime due stagioni. All’Inter andrebbe benissimo anche solo risolvere il contratto col brasiliano, mentre se il club inglese insistesse per uno scambio gli unici nomi che interessano i nerazzurri sono Lennon e Sandro.
QUI INTER
squadra basca ha segnato 17 reti in 32 partite giocate nella Liga. FABIO QUAGLIARELLA Attaccante della Juventus (dove è approdato nel 2010) e della Nazionale, 29 anni. Lo scorso anno ha realizzato 4 reti in 32 partite giocate. ANTONIO CASSANO Attaccante della Nazionale e del Milan, dove gioca dal gennaio 2011. La scorsa stagione ha segnato 4 reti (3 in 17 gare di campionato, 1 in 3
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De Jong Centrocampista del Man City, piace all’Inter: costa 7 milioni, ma ha un ingaggio (3 milioni annui) giudicato troppo alto dai dirigenti dell’Inter
IDENTIKIT
Ecco chi sono gli attaccanti al centro dei movimenti di mercato. MARCO BORRIELLO L’attaccante 30enne che piace al Milan è tornato quest’estate alla Roma dopo essere stato dato alla Juve in prestito lo scorso gennaio (13 gare e 2 reti in campionato). FERNANDO LLORENTE La punta dell’Athletic Bilbao, 27 anni, campione d’Europa in carica con la nazionale spagnola, è nel mirino della Juventus. Lo scorso anno con la
LA GAZZETTA DELLO SPORT
Identikit Gastone Il rischio però è che, complice anche il Ferragosto, il mercato nerazzurro entri nel vivo da lunedì 20. Del resto anche l’anno scorso quasi tutto avvenne nei primi e negli ultimi giorni della sessione estiva. Serve infatti tempo anche per trattare col Bologna l’acquisto del 21enne Gaston Ramirez, quello che resta il profilo ideale per la nuova strategia del club di Palazzo Saras: giovane di prospettiva, quindi con la possibilità di una futura plusvalenza, duttile e dall’ingaggio «umano». Il Bologna per il centrocampista offensivo chiede almeno 20 milioni, ma le è sempre piaciuto Juan Jesus. Soprattutto ora che deve far fronte ai sei mesi di squalifica di Portanova per il calcioscommesse. Agli emiliani piace pure Mattia Longo, che ha tante altre richieste ma potrebbe essere utile per arrivare all’uruguaiano. Gioco dell’oca Branca e Ausilio
non vogliono investire gran parte del «tesoretto Lucas» solo su Ramirez, anche perché la priorità rimane a centrocampo. Dove i problemi sono sempre gli stessi. Chi è accessibile non convince, chi piace davve-
ro ha costi altissimi. Prendiamo Paulinho (il preferito di Strama, anche per la capacità di inserirsi in area) e M’Vila. Costano entrambi sui 15 milioni, con la complicazione che il brasiliano vorrebbe giocarsi il Mondiale per Club con il Corinthians. De Jong invece verrebbe via con la metà dei soldi, ma ha qualche anno in più e un ingaggio da almeno 3 milioni che non sembra intenzionato a ridursi. Senza dimenticare Capoue, 24enne del Tolosa, un aiuto potrebbe arrivare dallo stesso Tottenham, che secondo alcune voci potrebbe aprire all’Inter per Sandro per buttarsi proprio su M’Vila. Fernando invece piace. meno perché il brasiliano del Porto è un interditore puro (ed è giù arrivato Mudingayi) e costa comunque troppo. Anche se sono ritornati gli spifferi di una possibile cessione in prestito di Alvarez, molto gradito ai lusitani, per ridurre l’esborso di contanti. Maicon e la lista Altro nodo
non facile da sciogliere - anche perché poi bisognerebbe trovare un sostituto - è quello legato alla cessione di Maicon. Con il Psg che non ha più posti per acquistare extracomunitari e ha chiuso per Reveillere, l’unica destinazione per il Colosso resta il Real Madrid. Che però prende tempo sperando che, messa con le spalle al muro, l’Inter abbassi la richiesta di 8 milioni. Che il braccio di ferro sia destinato a protrarsi, lo dimostra il fatto che il brasiliano verrà inserito nella lista per il playoff di Europa League che andrà consegnata all’Uefa entro stasera. Visto che anche uno spezzone contro i romeni del Vaslui non gli impedirebbe di giocare poi in Champions, se Maicon invece non non comparisse nell’elenco di Strama significherebbe che siamo vicini a una svolta. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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SERIE A SI RIPARTE COSI’ LE STATISTICHE DELL’ULTIMO CAMPIONATO CHI HA TENTATO PIU’ VOLTE IL DRIBBLING? CUADRADO
263
Il laterale colombiano è un dribblatore incallito. Ci prova sempre, sia in zona d’attacco sia in difesa, quando si tratta di disimpegnare. Grande tecnica di base, per lui, e grande sicurezza nei propri mezzi. Cuadrado ha tentato 263 volte il dribbling. Fa di questo «fondamentale» la sua forza, anche rischiando parecchio perché non sempre ci sono le condizioni per scartare l’avversario: il pericolo è dietro l’angolo.
BIABIANY
214
Non è solo efficace (lo testimonia il 49,1 per cento dei tentativi andati a segno), ma anche testardo: ci prova tantissimo, Biabiany. E se non va bene una volta, mica si demoralizza. Nello scorso campionato ha messo assieme 214 tentativi. Se si considera che Giovinco (l’anno scorso al Parma) ne ha cercati 179, si capisce che la squadra emiliana aveva nell’uno-contro-uno il suo punto di forza.
190
Tanta corsa, tanta potenza Zanetti è il signor Dribbling Il capitano dell’Inter è molto efficace: con il 59% di tentativi riusciti è in testa alla classifica. Alle sue spalle ci sono Diamanti e Biabiany ANDREA SCHIANCHI
Quando si pensa all’arte del dribbling vengono in mente nomi che escono dalla cronaca per entrare nella storia: Pelè, Garrincha, Maradona, Best, Cruijff... Restando al presente, a livello mondiale, ci sono Messi, Neymar, Cristiano Ronaldo... In Italia, più modestamente, ci sarebbero i Giovinco e i Cassano, gli Sneijder e i Robinho... E invece, osservando la classifica dei dribblatori dell’ultimo campionato, che cosa scopriamo? Il migliore è Javier Zanetti, 39 anni, mediano-terzino di professione, gran corridore, tanta forza e tanta grinta, ma non certo il piede dolce e il bagaglio di fantasia che dovrebbe avere un dribblomane. Eppure questa è la fotografia, Zanetti è in vetta con il 59 per cento dei dribbling riusciti, nessuno ha fatto meglio di lui in termini percentuali. E non è che il capitano nerazzurro ci abbia provato poche volte: i suoi tentativi sono ben superiori a quota 100. Sfida Il fatto è che Zanetti, il
cui nomignolo è «trator», cioè «trattore», uno che ara il terreno, che spinge, che lascia i solchi quando corre; Zanetti, appunto, è uno che non si tira mai indietro: se ha davanti un avversario, non cerca l’appoggio laterale per evitarlo, ma lo sfida apertamente. Con una lunga progressione o con un tocco ingannatore, una scarto
Parte con il pallone incollato dalla sua metà campo e trasporta l’azione dall’altra parte infilando una serie di dribbling. Questo è il modo di giocare di Gaston Ramirez, talento uruguaiano. Soprattutto vicino all’area di rigore avversaria ha la capacità di saltare l’avversario sfruttando la finta o il doppio passo. Ramirez, nello scorso campionato, ha tentato 190 volte il dribbling. E spesso è riuscito a creare la superiorità.
RAMIREZ
4
I NUMERI
2
i giocatori che, nell’arco di tutto lo scorso campionato, hanno tentato più di 200 dribbling. Si tratta del colombiano Cuadrado (263) e del francese Biabiany (214).
2
i giocatori che sono andati al di sopra del 50 per cento di dribbling riusciti. Sono Javier Zanetti (Inter) con il 59 per cento e Alessandro Diamanti (Bologna) con il 53 per cento. Alessandro Diamanti, 29 anni
Jonathan Biabiany, 24 anni
improvviso verso l’interno che fa saltare per aria il marcatore. Zanetti, che si trovi a destra o a sinistra (le fasce sono le sue zone preferite), punta dritto verso il fondo del campo con l’obiettivo finale del cross. Non è esteticamente ineccepibile, ma è estremamente efficace. Sottrargli il pallone è davvero complicato, perché Zanetti sa difenderlo con il corpo e, grazie all’incredibile forza delle gambe, riesce sempre a ripartire anche dopo un improvviso stop. Quindi possiamo concludere che i dribbling di Zanetti sono più esercizi di potenza che di leggerezza.
Velocità e tecnica Il secondo di
questa classifica è Diamanti del Bologna. Dribblatore più classico, tutto sinistro, finte e controfinte, poca forza e molta tecnica al servizio della giocata. Il trequartista ha messo a segno il 53 per cento dei dribbling. A differenza di Zanetti, li ha fatti nella zona calda del campo, vicino all’area di rigore avversaria, cioè là dove si decidono le partite. Al terzo posto troviamo Jonathan Biabiany, esterno che sa coniugare una grande velocità e un’ottima tecnica di base: il francese del Parma ha azzeccato il 49,1 per cento dei dribbling. Javier Zanetti, 39 anni, è il capitano dell’Inter
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3
i giocatori non attaccanti che rientrano nella classifica dei primi 10 dribblatori (per percentuale di azioni riuscite con un minimo di 100 tentativi): sono Zanetti con il 59 per cento, Rigoni con il 43,5 per cento e Nainggolan con il 42,9 per cento.
3
domande a... ARRIGO SACCHI ALLENATORE
«Non è uno specialista, ma è utile alla squadra» 1 Zanetti miglior dribblatore del campionato scorso. Se l’aspettava? «Sinceramente no, perché Zanetti è conosciuto soprattutto per la corsa e le progressioni. Non è un dribblomane, insomma. Ma va sottolineato che il capitano dell’Inter va via spesso con il pallone attaccato al piede. Logico che arrivato sul fondo, tenti il dribbling e, considerata la sua potenza, molte volte l’esercizio gli riesce».
2
Non è però un dribbling elegante, quello di Zanetti. «Da lui non ci possono aspettare i ricami di Messi o di Cristiano Ronaldo. Però è molto efficace. Quando uno tenta il dribbling, in qualsiasi modo lo faccia, ha come obiettivo il superamento dell’avversario e, di conseguenza, la superiorità numerica per la sua squadra. Zanetti sa rendersi molto utile, dribbla e salta il marcatore diretto».
3 Diamanti secondo dribblatore, Biabiany terzo. «Diamanti è un classico trequartista che ama la giocata vicino all’area di rigore. Biabiany, invece, è un’ala che punta l’avversario e, spesso, lo salta. Giocatore molto interessanti e divertenti per il pubblico».
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NAZIONALI LE AMICHEVOLI DI FERRAGOSTO
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GIOVANI LEONI
Ecco i sette convocati azzurri nati negli anni Novanta. L’unico ad aver già giocato e segnato nella Nazionale maggiore è Mario Balotelli (14 presenze e 4 gol). Gli altri sei sono alla prima convocazione Perin Mattia Perin, nato il 10 novembre 1992, portiere del Pescara, in prestito dal Genoa De Sciglio Mattia De Sciglio, nato il 20 ottobre 1992, terzino destro del Milan Verratti Marco Verratti, nato il 5 novembre 1992, regista del Paris Saint Germain Gabbiadini Manolo Gabbiadini, nato il 26 novembre del 1991, attaccante dell’Atalanta Destro Mattia Destro, nato il 20 marzo 1991, attaccante della Roma El Shaarawy Stephan El Shaarawy, nato il 27 ottobre 1992, attaccante del Milan Balotelli Mario Balotelli, nato il 12 agosto 1990, attaccante del Manchester City
Nelle foto, da sin.: Perin, De Sciglio, Verratti, Gabbiadini, Destro, El Shaarawy e Balotelli
ITALIA
Nuova era: 7 degli anni Novanta
Perin, De Sciglio, Verratti, Gabbiadini, Destro, El Shaarawy e Balotelli (che dà forfait) SEBASTIANO VERNAZZA
Italia 90 e il Mondiale di 22 anni fa non c’entra. Italia 90 perché sette dei convocati di Cesare Prandelli, per l’amichevole di Ferragosto a Berna contro l’Inghilterra, sono nati negli anni Novanta. Sette su 22, un terzo del totale. Prove tecniche di futuro.
panchina perché afflitto da un’infiammazione agli occhi, probabilmente una congiuntivite. L’attaccante non sta bene da alcuni giorni, anche se l’inconveniente non gli impedisce di allenarsi. Mario, fa sapere la Figc, non si presenterà a Coverciano per la visita medica
SuperMario ha la congiuntivite e non si presenterà a Coverciano: oggi il sostituito
«Balo» out Il più «vecchio» - si
fa per dire - dei sette azzurri «novantisti» è Mario Balotelli, che proprio ieri ha compiuto 22 anni. A proposito, è già la terza volta in poche righe che ricorre il numero 22: gli appassionati se lo giochino al lotto. «Balo» ha trascorso il compleanno in tribuna al Villa Park di Birmingham, dove il City ha battuto il Chelsea nella Supercoppa d’Inghilterra. SuperMario non è andato neppure in
del professor Enrico Castellacci, responsabile medico della Nazionale. Oggi Prandelli deciderà se convocare qualcuno al suo posto. Nati digitali Balotelli è l’unico
dei sette «novantisti» ad aver giocato e segnato in Nazionale
(14 presenze e 4 reti). Gli altri sei sono debuttanti assoluti, alla prima convocazione nella Nazionale A. Del resto questi sei sono più giovani di SuperMario (classe 1990): Gabbiadini e Destro sono del ’91: Perin, De Sciglio, Verratti ed El Shaarawy del ’92. Tutti ragazzi venuti al mondo quando i telefonini cominciavano a diffondersi e internet muoveva i primi passi. Nati digitali, per dirla con espressione alla moda. E’ chiaro che a settembre, quando cominceranno le qualificazioni al Mondiale del 2014, molti ragazzi dei Novanta - se non tutti, «Balo» escluso - resteranno a casa. Prandelli si riaffiderà ai senatori, in particolare ai giocatori della Juve, non chiamati per l’amichevole di Ferragosto perché reduci dalla Supercoppa a Pechino. In questi due giorni a Coverciano il c.t. aprirà però una porta sul futuro, peserà i po-
Cesare Prandelli, 54 anni, c.t. della Nazionale dal 2010 FORTE
tenziali azzurri di domani. Gli osservati speciali sono Marco Verratti e Mattia Destro, già presenti a maggio nel listone dei 32 pre-Europeo. Verratti è descritto come il nuovo Pirlo, Destro è una prima punta di grandi prospettive. Aspettando Insigne Un altro
«novantista» si aggira dietro l’angolo di Coverciano. Lorenzo Insigne, classe 1991, è stato convocato da Devis Mangia in Under 21 per il test con l’Olanda, ma il piccolo Messi del Napoli rappresenta la grande speranza in vista di Brasile 2014. Se replicherà in Serie A le magie mostrate in B col Pescara, il suo ingresso in Nazionale sarà naturale, fisiologico. Morale della favola, l’avvenire del nostro calcio non è così brutto come lo dipingiamo. La paura fa novanta, la Nazionale idem.
DIRETTA SU RAIUNO
In campo a Berna mercoledì alle 21 contro gli inglesi Italia Inghilterra amichevole a Berna, in Svizzera, mercoledì 15 (ore 21, Raiuno). I convocati azzurri. Portieri: Consigli (Atalanta), Perin (Pescara), Sirigu (Psg). Difensori: Abate, Acerbi e De Sciglio (Milan), Astori (Cagliari), Balzaretti (Roma), Gastaldello (Samp), Ogbonna (Torino), Peluso (Atalanta). Centrocampisti: Aquilani (Fiorentina), De Rossi (Roma), Diamanti (Bologna), Nocerino (Milan), Poli (Samp), Schelotto (Atalanta), Verratti (Psg). Attaccanti: Balotelli (Man City), Destro (Roma), El Shaarawy (Milan), Gabbiadini (Atalanta)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
RITIRO A MONZA OGGI GLI AZZURRINI PARTONO PER AMSTERDAM DOPO I PRIMI DUE GIORNI DI ALLENAMENTO CON IL NEO C.T.
E dall’Under si candida anche Immobile «Prandelli guardaci, io e Insigne arriviamo» La punta del Genoa ritrova l’amico di Pescara: «Ora con Mangia, ma dal 2014...» DAL NOSTRO INVIATO
LUCA BIANCHIN MONZA
La settimana della doppia I può cominciare. Doppia I: Immobile più Insigne. Insieme hanno portato in A il Pescara, e non era previsto. Farlo segnando 46 gol in due, nemmeno. Poi il capolavoro: assieme ai compagni hanno coinvolto Zeman nella festa promozione e (addirittura) lo hanno fatto cantare. Ciro è andato al Genoa e Lorenzo al Napoli, ma mercoledì Mangia allenerà la sua prima Under 21 e potrebbe farli giocare insieme. Immobile lo sa e parla di tutto. Anche di Insigne.
L’Under ha... prestato Destro, Gabbiadini ed El Shaarawy a Prandelli: lì davanti c’è spazio.
«È vero, e Lorenzo arriverà ad Amsterdam da Pechino. Ci sentiamo tutte le settimane, da due anni fa cose straordinarie». Prandelli dà speranze a tutti. Siete voi i prossimi?
«È logico, ne parliamo: ci pensiamo, lo vogliamo. Ci sta che un giorno saremo da Prandelli. Magari dopo il 2014». Immobile e l’Italia. Primo ricordo?
«Italia-Francia, quarti di finale 1998. Avevo otto anni».
iltattoo Bacio con rossetto: si sono tatuati lo stesso soggetto Ciro Immobile, 22 anni, e Lorenzo Insigne, 21 LAPRESSE
Si giocava a Pescara... È vera la storia di Zeman alla festa?
«Era la prima volta che si concedeva. Ha ballato con la moglie, forse è entrato in un trenino. Di solito invece canta». Zeman che canta?
«Sì, in allenamento, molte canzoni italiane. Però mischia parole e titoli... Al Genoa porterò il suo numero: tengo il 17». Nell’Under invece c’è Mangia. Differenze con Ferrara?
«Molte. Fanno il 4-4-2 ma Mangia chiede movimenti diversi: una punta va incontro alla palla, una in profondità. Si vede che è preparato».
Il ricordo più forte.
«Altro Italia-Francia, finale dell’Europeo 2000. Era il giorno della mia prima Comunione». Il ricordo in campo.
«Giochi del Mediterraneo 2009: finale persa con la Spagna».
Bene, ma è rimasta in sospeso una questione. I primi grossi stipendi da calciatore sono serviti davvero a comprare casa ai genitori?
«Quasi. Sarà a Trecase, quasi sul Vesuvio. A breve si chiude». © RIPRODUZIONE RISERVATA
DIRETTA SU RAIDUE
Si gioca alle 17.30 contro l’Olanda Avanti col 4-4-2 L’Italia Under 21 giocherà mercoledì in amichevole contro l’Olanda a Leeuwarden (ore 17.30, diretta RaiDue). I convocati azzurri. Portieri: Francesco Bardi (Novara), Simone Colombi (Modena), Mirko Pigliacelli (Sassuolo). Difensori: Luca Caldirola e Alessandro Favalli (Cesena), Marco Capuano (Pescara), Giulio Donati (Inter), Paolo Frascatore (Sassuolo), Alberto Masi (Juventus), Simone Romagnoli (Pescara), Mario Sampirisi (Genoa). Centrocampisti: Marco Crimi (Grosseto), Alessandro Florenzi (Roma), Lorenzo Insigne (Napoli), Karim Laribi (Sassuolo), Luca Marrone e Fausto Rossi (Juve), Jacopo Sala (Amburgo), Federico Viviani (Padova). Attaccanti: Giuseppe De Luca (Varese), Ciro Immobile (Genoa), Samuele Longo (Inter).
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LUNEDÌ 13 AGOSTO 2012
CALCIO D’ESTATE Vladimir Petkovic compirà 49 anni a Ferragosto. È alla prima stagione alla Lazio
i nodi I punti deboli dei biancocelesti che il 23 debuttano in Europa League
1
Il gioco Manca la solidità difensiva dell’era Reja e la fase offensiva è debole
2
La preparazione Le gambe sono pesanti, il cambio di metodo ha inciso sulla squadra
3
4
Leader mancanti Hernanes e Zarate: da loro due ci si attende la giocata decisiva
Mercato Ederson unico colpo, Petkovic aspetta i rinforzi promessi da Lotito quanto allo stesso tempo anche uno dei pochi capaci di accendere la luce.
DAVIDE STOPPINI ROMA
Che succede a CasaLazio? Tre parole racchiudono il momento: crisi di rigetto. Le quattro sconfitte in amichevole in fondo preoccupano meno dei quattro punti che sono alla base di un precampionato deludente. C’è che Petkovic non si è ancora fatto capire dai giocatori, che i giocatori — alcuni dei più importanti — non hanno ancora capito il nuovo tecnico, che il cambio di preparazione atletica non è stato ancora assorbito e che il mercato è stato finora deludente. Non solo per i tifosi, ma per lo stesso allenatore, che da qui al 31 agosto si aspetta almeno due acquisti. Il gioco Non c’è, non si vede e dopo oltre un mese di lavoro non è un bell’andare. Dopo qualche timido segnale di crescita nel test contro il Galatasaray, contro il Getafe la Lazio ha mostrato nuove preoccupanti lacune. Petkovic è stato duro nel post partita: «Ho visto giocatori seduti, facce che non mi piacciono. Ci vuole carattere, bisogna picchiare duro anche in allenamento. E chi non capisce, non giocherà». Concetti che l’allenatore ha ribadito con forza alla squadra anche ieri mattina, in un confronto andato in scana a Formello. Petkovic fin dal primo giorno di ritiro ha lavorato sul pressing, chiedendo alla squadra di spostare il baricentro del gioco in avanti. Cose che però in campo non si vedono. E una risposta il tecnico sem-
Malessere
«Che bello, un’intervista alla Gazzetta, finalmente mia madre crederà che sono in Italia a fare il calciatore». Cristobal Jorquera scherza sulla sua improvvisa popolarità. In un mese si è trasformato da oggetto misterioso a uomo guida del Genoa. De Canio prima l’ha provato come regista, poi l’ha scoperto ala sinistra. Lui ha mandato un messaggio a tutti attraverso gli assist e i gol. Prima destinataria mamma Rosa. «Che in famiglia chiamiamo Lochy. Lei, in realtà, è
Il mercato Ne manca qualcuno in più alla fine del mercato e Petkovic aspetta con impazienza. Il tecnico vuole due acquisti in difesa: un centrale e un terzino sinistro. Granqvist è ormai poco più di un miraggio, Xandao è destinato in Inghilterra dopo essere stato a un passo dall’arrivo in biancoceleste. E c’è pure il caso Diakite da risolvere: la Lazio lo pressa, vorrebbe una risposta subito alla proposta di un rinnovo a 650 mila euro con clausola di rescissione a 5 milioni. Il francese invece tentenna, tanto che Lotito potrebbe decidere di metterlo sul mercato. Sul mercato c’è pure lo juventino Pazienza: l’accoppiata Ledesma-Cana non convince, la Lazio è pronta ad affondare il colpo. Sarebbe anche un pieno di fiducia per un ambiente demoralizzato: meno di 12 mila abbonamenti sottoscritti, contro i 21.160 di un anno fa.
Il croato vuole cambiare mentalità ai giocatori Ieri l’ha ribadito alla squadra in un confronto «Vedo facce che non mi piacciono, ci vuole impegno. Chi non capirà non giocherà»
bra essersela data: cambiare la mentalità di calciatori abituati a giocare in altro modo non è facile, lui stesso pensava che l’adattamento fosse più veloce. Hernanes&Zarate E invece la
L’allenatore chiede due arrivi in difesa. Diakite è un caso. In mezzo sale Pazienza
scintilla non è ancora scoccata. Specialmente in un paio di uomini fondamentali per la Lazio: Hernanes e Zarate. A chi si riferiva Petkovic quando ha parlato di giocatori seduti? L’identikit porta dritto al Profeta e all’argentino. Hernanes rischia di diventare presto un ve-
Jorquera: «Un miracolo! Dalla strada al Genoa»
ALESSIO DA RONCH GENOVA
prio Zarate era stato la rivelazione di Auronzo sul piano fisico, con parametri che avevano stupito Petkovic e il suo staff. La Lazio di oggi sembra però avere ancora le gambe pesanti, fattore dovuto anche alla struttura fisica di molti giocatori. Il cambio di passo dopo Auronzo ancora non c’è stato. E al primo impegno ufficiale mancano 10 giorni.
Lazio e Petkovic: è crisi di crescita E il tecnico sbotta ro e proprio caso: il cambio di ruolo non è stato digerito, l’esperimento a centrocampo è stato rimandato a data da destinarsi. Il punto però è che neppure nella cara vecchia posizione di trequartista il brasiliano convince. Contro il Getafe è stato sostituito dopo solo 45’: i cambi che lo perseguitavano con Reja evidentemente non sono finiti. Non è neppure finita l’operazione rilancio di Zarate: dopo un ritiro brillante, Maurito è apparso negli ultimi test un corpo estraneo alla squadra, per
IL PERSONAGGIO IL CILENO A CACCIA DELLA CONSACRAZIONE
«Parlerò a mia madre di questa intervista. Così capirà davvero che gioco in A»
La preparazione Pro-
ne importante il fatto di essere stato dichiarato incedibile. Questa è vera stima». De Canio, nel finale dello scorso anno disse: Jorquera è da Real Madrid, non da lotta salvezza. Come la prese?
la mia prima tifosa, insieme a papà Sergio, figuratevi che raccolgono tutto il materiale che parla di me».
«Come un complimento. E pure come una responsabilità in più, ma io ho in testa una cosa sola: crescere con il Genoa».
Da «Angel di Macul» a «Nino vertical», sono cambiati i suoi nomignoli o è cambiato il suo modo di giocare?
Viene convocato con regolarità nella nazionale cilena dove trova Edu Vargas e Mati Fernandez, il primo in difficoltà a Napoli, il secondo in arrivo a Firenze. Ha parlato con loro?
«Io sono sempre lo stesso, quello che giocava sulla strada, o a calcio a 5. Ho sempre pensato il calcio in questo modo. Ma il nomignolo che usate qui in Italia, Nino vertical, lo preferisco, mi rappresenta meglio. Qui ho dovuto imparare un calcio diverso. Macul è il quartiere di Santiago dove gioca il Colo Colo, la mia squadra, da lì veniva il soprannome, ero uno dei ragazzi cresciuti in casa. Qui parlate delle mie caratteristiche, di come sono in campo». Allora cosa è cambiato rispetto allo scorso anno?
«Mi ha regalato una sensazio-
«Mati è cresciuto nel Colo Colo, come me, e lo conosco bene: è un giocatore importante. Edu è un grande amico, abbiamo condiviso alcune imprese con l’Under 21 ed è fortissimo. Forse non è ancora stato impiegato nel suo ruolo: è un attaccante esterno del tridente o una seconda punta». A proposito: il suo ruolo qual è?
Cristóbal Jorquera, 24 anni, al Genoa dalla scorsa stagione PEGASO
«A questo punto non lo so. So, però, che devo applicarmi al massimo in ogni posizione e che ogni esperienza mi renderà più completo e più forte». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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DOPO DI VAIO
DOMANI COL CHIEVO
Bologna: Acquafresca prende il 9
L’Udinese riabbraccia Pasquale
BOLOGNA (n.za.) Per nulla spaventato dal compito di sostituire Marco Di Vaio, Robert Acquafresca indosserà anche i panni del bomber romano volato a Montreal: porterà la maglia numero 9 rinunciando al 99 della scorsa stagione. Alle prese con un nuovo infortunio il portiere Curci si consola con l’1 mentre Agliardi si tiene stretto il 25. Natali sceglie il 14, numero della sua prima stagione al Bologna. Non è scaramantico Guarente che sceglie il 17 come ai tempi dell’Atalanta, al contrario di Carvalho che ha voluto il 45 che gli portò bene alla Figueirense. Quanto agli altri nuovi Motta avrà l’11, Abero il 20, Riverola il 28 e Pasquato il 77, liberato da Gimenez per passare al 7. In attesa di sapere se resterà o meno, Ramirez non molla il 10 e Diamanti resta fedele al 23, data di nascita della moglie. Prossimo appuntamento: la breve trasferta di Sassuolo a Ferragosto.
UDINE L’Udinese si è ritrovata ieri sui campi del «Dino Bruseschi», dopo la vittoriosa trasferta di Southampton. La squadra di ha ripreso la preparazione in vista del doppio confronto con il Braga nel playoff di Champions, senza i nove convocati — tra cui tutti i portieri bianconeri — nelle rispettive nazionali. I giocatori che sono scesi in campo al St. Mary’s Stadium hanno svolto una seduta defaticante, mentre il resto del gruppo, rinforzato da alcuni elementi della formazione Primavera, ha disputato una partitina 9 contro 9. Lavoro differenziato per Badu e Barreto, mentre Pasquale si è riaggregato al gruppo dopo il problema fisico che lo aveva bloccato nella parte finale del ritiro. Domani alle 18 Di Natale e compagni saranno impegnati a Mogliano Veneto nell’amichevole contro il Chievo Verona.
LUNEDÌ 13 AGOSTO 2012
LA GAZZETTA DELLO SPORT
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CALCIO D’ESTATE
Poker Palermo: il Parma al tappeto Due gol per tempo dei siciliani. Va in rete anche Budan che riceve l’ovazione del pubblico
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MIGLIORI
S Brienza Anche nel ruolo di interno di centrocampo si merita la lode
PALERMO PARMA
4
4 1
TEST IN AGENDA
MARCATORI Barreto (Pal) al 38’, Lucarelli (Par) al 40’, Ilicic (Pal) al 46’ p.t.; Pisano (Pal) al 7’, Budan (Pal) al 40’ s.t.
S
PALERMO (3-5-2) Ujkani (dal 1’ s.t. Benussi); Milanovic, Cetto (dal 7’ s.t. Morganella), Mantovani (dal 21’ s.t. Garcia); Pisano, Barreto (dal 35’ s.t. Rios), Donati (dal 7’ s.t. Kurtic), Brienza (dal 17’ s.t. Migliaccio), Bertolo (dal 42’ s.t. Viola); Ilicic (dal 7’ s.t. Hernandez, dal 32’ Budan)), Miccoli (dal 7’ s.t. Dybala).
DOMANI ore 18 CHIEVOUDINESE a Mogliano Veneto (TV)
ALLENATORE Sannino.
S
PARMA (3-5-2) Mirante (dal 12’ s.t. Pavarini); Santacroce (dal 1’ s.t. Zaccardo), Paletta, Lucarelli; Rosi, Acquah, Valdes (dal 20’ s.t. Musacci), Parolo (dal 1’ s.t. Ninis), Biabiany (dal 34’ s.t. Pellè); Belfodil (dal 12’ s.t. Gobbi), Amauri.
15 AGOSTO ore 17 TORINOCheraschese a Mondovì (CN) ore 18 ViareggioFIORENTINA a Viareggio (LU) ore 20.30 SassuoloBOLOGNA a Sassuolo (MO)
ALLENATORE Donadoni. ARBITRO Calvarese di Teramo.
S
NOTE Paganti 5.864 per un incasso di 36.695 euro.
Valdes È l’unico del Parma che prova a dare senso al gioco
PEGGIORI
S Milanovic Non sempre impeccabile negli interventi in area
S Santacroce Provato nel primo tempo al posto di Zaccardo: esperimento fallito
Roberto Donadoni, 48 anni LIVERANI
Sannino: «No esaltazioni» Donadoni: «Mai più» FABRIZIO VITALE PALERMO
S Josip Ilicic, 24 anni, segna il gol del 2-1, dopo aver saltato il portiere Antonio Mirante, 28 LIVERANI
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I DUE TECNICI
DAL NOSTRO INVIATO
FRANCESCO CARUSO PALERMO
La prima davanti al pubblico amico è una goleada divertente. Il Palermo strapazza il Parma che al suo cospetto sembra piccolo piccolo. Seconda sconfitta estiva, dopo quella contro il Bohemians a Praga (2 a 1) per la formazione di Donadoni che al massimo aveva subito fin qui 3 gol contro lo Sparta Praga ma ne aveva fatti altrettanti. Il Palermo continua invece la sua marcia verso la nuova stagione a suon di risultati positivi. Prove tecniche di campionato per Sannino che schiera per la prima volta la difesa a 3 per vedere l’effetto che fa in vista della prima giornata di A nella quale il Palermo ospiterà il Napoli. E considerato che il gol del Parma è arrivato da palla a gioco fermo, non si può dire sia andata male. Questa novità ne porta con se un’altra: dovendo inserire Bertolo a copertura del fianco sinistro, Brienza
Gli emiliani appaiono in ritardo: davanti poche idee e poche iniziative
Giuseppe Sannino, 55 anni FOTOPRESS
si sposta interno di centrocampo. E proprio l’ex Siena, oltre a sfiancarsi in un duro lavoro di cucitura e rilancio, regala il numero più spettacolare della serata con un dribbling stretto fra 3 avversari vanificato da un fuorigioco di Miccoli. Fuori invece rimangono Munoz (infortunio muscolare) e il solito Zahavi (acciaccato da 3 settimane). Donadoni invece comincia con Santacroce al posto di Zaccardo non a posto fisicamente e Acquah per Ninis (entrambi subentrati nella ripresa) e deve fare a meno di Pabon impegnato con la nazionale colombiana rimpiazzandolo con Belfodil che affianca Amauri. Parma giù Molto meglio i siciliani sia sul piano del gioco che della tenuta atletica. La mancanza di Giovinco pesa al Parma. La squadra di Donadoni in avanti è quasi nulla e quanto a trame di gioco sembra al momento molto prevedibile. La prima insidia la porta Miccoli direttamente su punizione che
sfiora il palo. Subito dopo arriva il gol del Palermo su iniziativa di Ilicic che ruba palla a Santacroce e prova la conclusione respinta maluccio da Mirante, riprende Barreto e infila a porta vuota. Il momentaneo pareggio del Parma giunge su punizione di Valdes spizzicata da Lucarelli in mischia. Prima del riposo lo stesso Ilicic riporta in vantaggio i rosanero a conclusione di una manovra Milanovic-Pisano e numero dello sloveno che s’incunea fra Lucarelli e Paletta e mette a sedere Mirante.
16 AGOSTO ore 17 JUVENTUS AJUVENTUS B a Villar Perosa (TO) ore 18 CarrareseGENOA a Carrara ore 21 LAZIO-Malmoe a Roma
Giuseppe Sannino non è tipo che si accontenta nemmeno dopo una vittoria concreta. Mastica amaro Donadoni, quattro gol fanno male. Per il tecnico rosanero è stata la prima al Barbera e con un modulo tutto nuovo.
tris di Pisano che corregge in area il tiro di Mantovani angolandolo alla destra di Pavarini (subentrato a Mirante). Il poker lo completa Budan che indovina un pallonetto scatenando l’applauso commovente del Barbera: Igor si fa il segno della croce e alza gli indici al cielo a indicare la piccola Amber che lo assiste da lassù.
Esperimento riuscito «È stato un buon viatico verso l’acquisizione di alcune certezze — spiega il tecnico — Non mi cullo mai sui risultati, possiamo fare ancora meglio. Ho visto grande impegno nei ragazzi. È stato importante presentarsi ai tifosi in questo modo, ma abbiamo ancora tanto da lavorare. Il cambio di modulo? Non parlo di numeri ma predisposizione a giocare in certo modo». Donadoni va giù duro con i suoi. «Abbiamo sbagliato tutto — spiega il tecnico emiliano — non è possibile concedere tutti questi spazi. Capisco la stanchezza, ma fare male come questa sera è inammissibile. Non sono preoccupato ma c’è molto su cui riflettere perché prestazione del genere non possono ripetersi».
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Applausi In avvio di ripresa il
RISCHIO FALLIMENTO I TIFOSI TEMONO RIPERCUSSIONI NONOSTANTE I CONTI POSITIVI DELLA SQUADRA
PROVE DI 3-5-2 ANCHE CERCI IN LISTA DI PARTENZA
Catania in ansia per Wind Jet Pulvirenti: «Nessun pericolo»
Montella ha scelto: Fiorentina senza ali Vargas si allena da solo
Possibile effetto domino: club e compagnia aerea controllati dalla stessa società Annata particolare, quella che si appresta a vivere il Catania. Della gestione Pulvirenti (lunga 8 anni) è la più complessa, almeno ai nastri di partenza. Dal clamoroso divorzio da Lo Monaco (sostituito da Sergio Gasparin) alla vicenda Wind Jet, che tiene i tifosi rossoazzurri col fiato sospeso per il rischio di un fallimento. Conclusa senza esito la trattativa fra la compagnia aerea siciliana e l’Alitalia, che avrebbe dovuto accorparla, domani il ministro dei Trasporti, Corrado Passera, incontrerà le parti per tentare una mediazione in extremis. In ballo ci sono 500 posti di lavoro e circa 300 mila
passeggeri (con biglietti staccati fino a ottobre) che rischiano di rimanere a terra o di pagare un sovrappiù di circa 80 euro per salvare il viaggio. Preoccupazione Qualche giorno addietro Nino Pulvirenti aveva voluto rassicurare i sostenitori del Catania affermando che «la situazione della Wind Jet non ha nulla a che vedere con quella del club di calcio in quanto spa autonome». In realtà l’una e l’altra sono controllate dalla Finaria che detiene quasi il 62 per cento della compagnia low cost e il 95 per cento del Calcio Catania e ciò che si può temere in questi casi è il cosiddetto «effetto domino». Anche se oggi il pericolo è ipotetico. Il Catania da un paio di mesi ha operato una ricapitalizzazione portando il suo capitale sociale a 25 milioni di euro. E ha in bilancio la struttura sportiva di Torre del Grifo ed è per que-
sto che il club etneo vanta un’immobilizzazione di oltre 50 milioni di euro.
ALESSANDRA GOZZINI FIRENZE
Conti in ordine Il Catania ha sempre guardato con particolare oculatezza ai conti economici. Nell’ultima campagna acquisti sono stati spesi circa 4 milioni di euro: 2,5 per Castro, 650 per Frison, 900 per Antenucci (mentre Doukara e Salifu sono arrivati a costo zero). A fronte dei quali sono stati incassati poco meno di 3 milioni per Maxi Lopez dalla Sampdoria, che dovrà sborsarne all’incirca altri 6 per riscattarlo, per un totale di 8,5 milioni di euro, la stessa cifra che il Milan avrebbe dovuto pagare per tenerlo. E qualche altro giocatore partirà. L’unico effetto, nella peggiore delle ipotesi, è che il Catania d’ora in avanti debba vivere di luce propria. f.c. © RIPRODUZIONE RISERVATA
L’idea è alzarsi in quota senza le ali, trovando modi alternativi per il decollo. Così, la prima mossa per tornare a volare è stata la costruzione della mediana di palleggiatori, con tre uomini di qualità a comporre la linea. Dalle prime prove di volo la Fiorentina dell’Aeroplanino si è sistemata con il 3-5-2, schema con cui ha attraversato anche l’amichevole di due giorni fa, e traiettoria che dovrebbe seguire anche nelle prossime uscite, compreso l’esordio in coppa Italia con il Novara.
Antonio Pulvirenti, 50 anni, presidente del Catania LIVERANI
Esterni Con quei tre in mezzo (Valero-Pizarro-Aquilani) Montella spera di azionare a breve il pilota automatico; con questa soluzione Vargas e Cerci rischiano di restare nella sti-
va, dove del resto si sono infilati da soli. Le gerarchie ricordano che Cassani e Pasqual sono perfetti come esterni della mediana a cinque, che c’è sempre Cuadrado da lanciare e che il mercato ha già fatto atterrare su Firenze Mati Fernandez pronto a manovrare sulla trequarti. Così le ali viola voleranno altrove; curiosità: da due giorni Vargas si allena con Caccia (l’ex bomber, ora collaboratore di Montella) correndo fuori dai cancelli del Franchi. Non ci sono, al momento, posti riservati su qualche aereo: trattative con Genoa e Galatasaray in fase di studio. Cerci, assente sabato, sembra già sceso dalla scaletta: ieri si è allenato con gli altri infortunati, mentre al resto del gruppo si unirà anche Neto che seguirà la rotta Londra (Olimpiade)-Brasile (un po’ di vacanza)-Firenze. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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LA GAZZETTA DELLO SPORT
LUNEDÌ 13 AGOSTO 2012
MERCATO ACQUISTI, CESSIONI, OBIETTIVI: TUTTE LE TRATTATIVE SQUADRA PER SQUADRA
ATALANTA
BOLOGNA 4-4-1-1
Peluso
3-4-2-1
ABERO
Bonaventura Cherubin
Manfredini
Carmona
Denis
Consigli
Agliardi Lucchini
Cigarini
MATHEU
Schelotto
Diamanti Perez Acquafresca
NATALI
Moralez
Ramirez
Taider Antonsson MOTTA
All. Colantuono
ARRIVI Kone (c, Pescara FP), Radovanovic (c, Novara FP), Brivio (d, Lecce), Matheu (d) e Parra (a, Independiente). PARTENZE Brighi (c, Torino), Polito (p), Doni (c) e Mutarelli (c, fine contratto), Carrozza (c, Verona), Minotti (c, Lanciano) OBIETTIVI Sardo (d, Chievo), Troisi (a, Kayserispor), Melazzi (a, Danubio), Gomez (c, Banfield), Gavazzi (c, Vicenza). COSA MANCA La rosa è quasi completa, anche in previsione dell’arrivo di Troisi nell’ambito dell’affare Gabbiadini. Se parte Peluso serve un sostituto. Ma occhio a eventuali colpi last minute del d.g. Marino...
All. Pioli
ARRIVI Riverola (c, Barcellona), Pasquato (a, Torino), Carvalho (d, Genoa), Curci (p, Roma), Abero (a, Nacional), Motta (d, Catania, Guarente (c, Siviglia), Natali (d, Fiorentina), Umunegbu (a, Milan) PARTENZE Rubin (d, Siena), Vitale (d, Ternana), Raggi (d, Monaco), Di Vaio (a, Montreal), Belfodil (a, Parma), Loria (d, f.c.), Gillet (p, Torino), Mudingayi (c, Inter) OBIETTIVI Gabbiadini (a, Atalanta), Longo (a, Inter), Varela (a, Porto) COSA MANCA Un attaccante (si aspetta Gabbiadini). Il resto del mercato è vincolato alle cessioni: se parte un big (Ramirez è il più indiziato), ne arriverà un altro.
Palermo, spunta la pista Mesbah Pescara: Vossen Troisi per l’Atalanta sblocca Gabbiadini che andrà al Bologna via Juve. E i bergamaschi sprintano per Migliaccio. Catania, idea Ljajic Punto viola Dopo Ferragosto la
CALVI-DI FEO-PUGLIESE
CAGLIARI
CATANIA 4-3-3
4-3-3
AVELAR
Marchese
Nainggolan
SAU
Astori
Almiron
Gomez
Lodi
Bergessio
Legrottaglie
Agazzi
Conti
FRISON
Pinilla
Spolli
ROSSETTINI Dessena
Cossu
Pisano
CASTRO
Izco ALVAREZ
All. Ficcadenti
ARRIVI Sau (a, Juve Stabia FP), Ragatzu (a, Gubbio FP), Rossettini (d, Siena), Camilleri (d, Feralpi Salò), Avelar (d, Karpaty) PARTENZE Canini (d, Genoa), El Kabir (a, Mijallby) OBIETTIVI Battaglia (c, Huracan), Migliore (d, Crotone), Rigione (d, Inter), Giorgi (c, Siena), Barillà (c, Reggina), Morrone (c, Parma), Bouy (c, Juventus) COSA MANCA La rosa è sostanzialmente al completo, manca solo un’alternativa a centrocampo. In caso di cessioni, però, i rossoblù qualche altro colpo lo faranno
CHIEVO
All. MARAN
ARRIVI Alvarez (c, Saragozza FP), Andujar (p, Estudiantes FP), Antenucci (a, Torino), Keko (c), Moretti (c) e Sciacca (c, Grosseto, FP), Doukara (a, Vibonese), Morimoto (a, Novara), Salifu (c, Fiorentina), Frison (p, Vicenza), Castro (c, Racing) PARTENZE Seymour (c, Genoa FP), Ebagua (a, Varese), Motta (d, Bologna), Carrizo (p, Lazio FP), Kosicky (p, Novara), Suazo (a) e Campagnolo (p, f.c.) OBIETTIVI De Luca (a, Varese), Antei (d, Grosseto), Melazzi (a, Danubio), Adejo (d, Reggina) COSA MANCA Un rinforzo dietro (due se parte Marchese), poi un centrocampista e magari un’aggiunta giovane in avanti.
FIORENTINA 4-3-1-2
3-5-2
Pasqual
Dramè Hetemaj
DI MICHELE
Nastasic
Andreolli Sorrentino
BORJA VALERO
VIVIANO L. Rigoni
G. RODRIGUEZ
M. RIGONI
PAPP
EL HAMDAOUI
Pellissier
RONCAGLIA
Luciano Sardo
GENOA
INTER
JUVENTUS
4-3-3
Frey
Samuel TOZSER
Gilardino
VELAZQUEZ
HANDANOVIC
Jankovic All. De Canio
ARRIVI Seymour (c, Catania FP), Immobile (a, Pescara), Lazarevic (c, Padova), Polenta (d, Bari), Rennella (a) e Von Bergen (d, Cesena), Polo (a, Universitario), Toszer (c, Genk), Anselmo (c, Palmeiras), Velazquez (d, Independiente), Canini (d, Cagliari), Tomovic (d) e Bertolacci (c, Lecce), Piscitella (a, Roma) PARTENZE Palacio (a, Inter), Constant (c, Milan), Sculli (a, Lazio), Belluschi (c, Porto), Lupatelli (p, Fiorentina) OBIETTIVI Martinez (d, Racing), Benassi (p, Lecce), Drenthe (c, Everton), Vargas (c, Fiorentina) COSA MANCA Un terzino sinistro, un vice Frey esperto e qualche alternativa in avanti, sugli esterni così come al centro.
Radu
Marchisio
Dias
Chiellini
Lulic
Cambiasso
ZARATE
Vucinic Milito
Buffon
LUCIO
Barzagli All. Stramaccioni
ARRIVI Coutinho (a, Espanyol FP), Jonathan (c) e Mariga (c, Parma FP), Palacio (a, Genoa), Donati (d, Padova FP), Handanovic (p, Udinese), Silvestre (d, Palermo), Mudingayi (c, Bologna) PARTENZE Zarate (a, Lazio FP), Palombo (c) e Poli (c, Samp FP), Lucio (d, Juve), Forlan (a, Internacional), Castaignos (a, Twente), Faraoni (c, Udinese) Cordoba (d) e Orlandoni (p, f.c.) OBIETTIVI Ramirez (c, Bologna), Lennon (c, Tottenham), Paulinho (C, Corinthians), Cissokho (d, Lione), Fernando (c, Porto), De Jong (c, Manchester C.) COSA MANCA Un terzino se Maicon andrà via e un vice Milito visto che la partenza di Pazzini è certa. Ma la priorità rimane a centrocampo. Serve un uomo di qualità, forse due se non si troverà un esterno offensivo.
Ledesma EDERSON
Marchetti
Pirlo Matri
Sneijder Guarin
Maicon
4-3-1-2
ASAMOAH
PALACIO
SILVESTRE Kucka
TOMOVIC
3-5-2
MUDINGAYI
Ze Eduardo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
LAZIO
4-3-2-1
Zanetti
CANINI
Difesa Roma Lo stato da extracomunitario di Lovren (Lione) lancia la Roma verso Bruno Uvini. Il croato, infatti, diventerà comunitario solo il prossimo anno ed è fuori dai giochi. Per Uvini la Roma è in concorrenza col Napoli (che vorrebbe poi girarlo in prestito al Siena), ma il ds Sabatini può chiudere a 2 milioni più il 20% sulla cessione futura con il San Paolo, che non vuole dar via il difensore in prestito.
All. MONTELLA
ARRIVI Seferovic (a, Lecce FP), Hegazy (d, Ismaily), El Hamdaoui (a, Ajax), Roncaglia (d, Boca), Cuadrado (c, Lecce), Lupatelli (p, Genoa), Viviano (p) e Della Rocca (c, Palermo), Fernandez (c, Sporting), Valero (c) e Rodriguez (d, Villarreal), Aquilani (c, Milan), Pizarro (c, Roma). PARTENZE Salifu (c, Catania), Montolivo (c, Milan), Amauri (a, Parma), Kharja (c, El Arabi), Kroldrup (d) e Marchionni (c, f.c.), Natali (d, Bologna), Gamberini (d) e Behrami (c, Napoli), De Silvestri (d, Samp) OBIETTIVI Babel (a, Hoffenheim), Gomez (a, Catania) COSA MANCA Squadra rivoltata come un calzino, sistemato il centrocampo, ora potrebbe arrivare un ultimo gioiello in avanti.
ANSELMO
poi andrà in prestito al Bologna. Per gli emiliani, intanto, in mezzo idea Migliaccio (Palermo), su cui però va forte l’Atalanta. Così ieri Zamparini: «Mi ha chiesto di essere ceduto per avvicinarsi alla famiglia, vedrò di accontentarlo».
Altre trattative Oggi il Siena dovrebbe chiudere per Caldirola (al Cesena soldi più Sestu) e ora spinge per Floccari (Lazio). Il Napoli tornerà a parlare col Fluminense per l’esterno Wallace. Udinese: piace il fantasista Aquino (Cruz Azul), può essere preso e girato al Granada. Il Pescara stringe per l’attaccante Vossen: il ds Delli Carri è in Belgio, con il Genk si può chiudere in prestito oneroso con diritto di riscatto. In alternativa, gli abruzzesi possono tornare su Calaiò (Siena). Il Cagliari non molla a centrocampo le idee Bouy (Juventus) e Piriz (Danubio). Se cede il terzino Laczko (piace alla Dinamo Kiev), la Samp cerca un’alternativa a sinistra: piacciono Morleo (Bologna) e Pasquale (Udinese).
Jovetic
AQUILANI
ARRIVI Guana (c, Cesena), Bentivoglio (c, Padova FP), De Falco (c, Bari FP), Fatic (d) e Gallozzi (c, Empoli FP), Papp (d) e Farkas (d, Vaslui), Cofie (c, Sassuolo), Di Michele (a, Lecce), Stoian (c, Bari), M. Rigoni (c, Novara) PARTENZE Gulan (d, Modena), Sammarco (c, Spezia), Acerbi (d, Milan), Mandelli (d, f. c.), Uribe (a, A. Nacional), Bradley (c, Roma) OBIETTIVI De Luca (a, Varese), Melazzi (a, Danubio), Morrone (c, Parma), Seymour (c, Catania), Gregus (c, Banik) COSA MANCA L’ossatura è quella dell’anno scorso, molto dipende dalle cessioni. Si cerca comunque un’alternativa per l’attacco.
Antonelli
Tra Atalanta e Bologna Dopo un mese di attesa, si sblocca la trattativa Gabbiadini. La chiave è James Troisi, attaccante australiano che ieri è arrivato a Torino e oggi farà le visite con la Juventus: a ore arriverà il transfer e verrà girato dai bianconeri all’Atalanta (in comproprietà) con circa 2,5 milioni in cambio della metà del centravanti azzurro, che
Djamel Mesbah, 27 anni DAPRESS
PIZARRO
CUADRADO
All. Di Carlo
Il Palermo lavora per la difesa. Oggi in programma un incontro con il Genoa, tra le cui fila piace Von Bergen: i rosanero offrono in cambio il portiere Tzorvas, se ne parlerà. Tra i rossoblù piace anche Antonelli, ma il Palermo a sinistra al momento punta forte su Mesbah: previsto oggi un contatto con il Milan per valutare come procedere. Il Genoa intanto valuta Drenthe (che però è tentato dalla proposta del Besiktas), in avanti non abbandona le piste Vargas (Genoa) e Lopez Macri (I. Cordoba), in porta potrebbe fare un nuovo tentativo per Benassi se non si sblocca il ritorno di Lamanna dal Bari e per la mediana ha sondato di nuovo Rizzo (Reggina).
Fiorentina lancerà l’assalto al nuovo colpo per l’attacco. Tra le idee in piedi Quagliarella, pista che deve ancora trasformarsi in trattativa vera e propria, e Gomez, apprezzatissimo da Montella: in parziale contropartita per il Catania potrebbe esserci Ljajic, altrimenti è sempre aperta la pista Melazzi (Danubio).
Lichtsteiner
Klose
Diakite
Vidal
Hernanes All. Conte
ARRIVI Iaquinta (a) e Martinez (c, Cesena FP), Pazienza (c, FP), Asamoah (c) e Isla (c, Udinese), Giovinco (a, Parma), Leali (p, Brescia), Masi (d, Pro V.), Pogba (c, Man. Utd), Lucio (d, Inter) PARTENZE Borriello (a, Roma FP), Chibsah (c, Parma), Elia (c, Werder), Krasic (c, Fenerbahçe), Manninger (p), Grosso (d) e Del Piero (a, f.c.) OBIETTIVI Bocchetti (d, Rubin), Peluso (d, Atalanta), Andreolli (d, Chievo), Alves (d, Zenit), Llorente (a, Atl. Bilbao), Jovetic (a, Fiorentina) COSA MANCA Nei piani di Conte c’è un attaccante, anche perché qualcuno del reparto andrà via. Ma la priorità al momento è la difesa: serve un rinforzo sul centrosinistra.
Konko
All. PETKOVIC
ARRIVI Carrizo (p, Catania FP), Sculli (a, Genoa FP), Zarate (a, Inter FP), Cavanda (d, Bari FP), Floccari (a, Parma FP), Foggia (c, Samp FP), Ederson (c, Lione) PARTENZE Del Nero (c), Artipoli (d) e Makinwa (a, fine contratto) OBIETTIVI Hetemaj (c, Chievo), Mayuka (a. Young Boys), Xandao (d, Sporting), Sigthorsson (a, Ajax), Poulsen (d, Az Alkmaar), Pocognoli (d, Standard Liegi), Aogo (d, Amburgo), Granqvist (d, Genoa), Ziegler (d, Fenerbahçe), Pazienza (c, Udinese) COSA MANCA Tre pedine: un attaccante, un esterno difensivo eclettico e un centrale difensivo. E poi, se c’è l’occasione, un centrocampista in alternativa al terzetto titolare.
LUNEDÌ 13 AGOSTO 2012
AFFARI ALL’ESTERO
OK BRIGHI E SANTANA
Rodwell al City Psg-Benzema, Mou dice no
Torino, ora tutto su Cerci E davanti si va su Alfaro
Per Ranieri c’è Ocampos Il Liverpool su Dempsey BREGA-RUSSO
E finalmente anche il Manchester City ha battuto un colpo. I campioni d’Inghilterra si sono assicurati il centrocampista Rodwell (Everton, classe 1991) per 15 milioni di sterline. Inghilterra Il Qpr per rinforza-
re la difesa pensa a Gallas (Tottenham). L’Arsenal sta stringendo per avere Isco, fantasista del ’92 del Malaga. Si muove con decisione il Liverpool che per arrivare a Dempsey (Fulham) sarebbe disposto a mettere sul tavolo il cartellino di Adam oltre i soldi. Nomi altisonanti anche in zona Tottenham: una volta ceduto Modric (al Real Madrid?) si proverà ad andare su M’Vila del Rennes. Operazione complicatissima. Continua il pressing del Newcastle per Toivonen del Psv. Francia Il Psg dopo aver tenta-
to di portare a Parigi anche Balotelli (Mancini si è opposto), ci ha provato con Benzema. Leonardo intende regalare ad Ancelotti ancora una punta di altissimo livello e avrebbe spostato l’attenzione sul francese. La risposta di Mourinho è
Karim Benzema, 24 anni AFP
stata «no, grazie». In fin dei conti 40 milioni di euro non fanno la felicità. Siamo ai dettagli per Ocampos al Monaco: i dirigenti del River Plate e dei francesi si sono parlati, si attende solo l’ok definitivo del ragazzo che era stato seguito anche dal Napoli. Il Marsiglia cerca solidità in difesa e per questo ha chiesto informazioni al Siviglia su Spahic, difensore bosniaco in scadenza nel 2014. Varie Il Borussia Dortmund
per una volta va a caccia invece che piazzare i propri prodotti. Sulla lista della spesa è finito Afellay che il Barcellona valuta tra gli 8 e i 10 milioni di euro. Tra coloro che intendono lasciare Malaga c’è anche Demichelis: lo ha chiesto il River Plate e nonostante abbia ancora due anni di contratto con gli spagnoli starebbe valutando l’offerta. Il Deportivo La Coruna ha preso in prestito Camunas dal Villarreal.
TORINO Si ricomincia, oggi a Mondovì: terza e ultima tranche della preparazione, sabato è già Coppa Italia. Per il Torino è la settimana delle grandi alleanze e delle risposte di mercato. Le alleanze poggiano sui buoni rapporti con Fiorentina e Genoa. Non c’è più tempo per le attese, i colpi dell’ultima ora se mai restano legati ai preliminari di Champions dell’Udinese che con i granata tratta Pasquale e Barreto. Adesso però il Torino punta tutto su Cerci (la Fiorentina lo cede, si può fare sulla base della comproprietà) e parla col Genoa per vedere se può arrivare qualcuno tra Birsa, Jankovic e Biondini. Nel frattempo viva la pista Volta (Samp), per Pazienza c’è pure la Lazio, e in avanti spunta una nuova idea: sondaggio per Alfaro (Lazio), su cui però non molla il Chievo. Ad ogni modo, si ricomincia da Mondovì con due «acquisti»: Brighi, contratto depositato e condizioni accettabili, e Santana, atteso in gruppo dopo il lavoro senza palla per una contusione e successiva infiammazione al ginocchio. Si comincia con una certezza in più. Rispetto a un mese fa oggi Ventura può contare su un Bianchi ritrovato e decisivo in zona gol (nelle amichevoli c’è sempre il suo zampino) e un centrocampo nuovo di zecca che con Brighi e Gazzi sta trovando i giusti automatismi. I granata sono infatti imbattuti nelle amichevoli di qualità: due vittorie con Lazio e Getafe, due pareggi contro Siena e Novara. Mancheranno alla ripresa i nazionali: i portieri Gillet (Belgio) e Alfred Gomis (Under 20), oltre a Ogbonna.
Zuniga
MONTOLIVO Boateng
Abbiati
Abate
TISSONE
Romero
MAXI LOPEZ
Pegolo
Contini
PALERMO
PARMA 4-4-2
Mantovani
BRIENZA
CETTO
Donati
DE SILVESTRI
ESTIGARRIBIA All. FERRARA
ARRIVI Palombo (c) e Poli (c, Inter FP), Cacciatore (d, Varese FP), Tissone (c, Maiorca FP), M. Lopez (a, Milan), Maccarone (a, Empoli FP), De Silvestri (d, Fiorentina), Berni (p, Braga), Estigarribia (c, Juve) PARTENZE Foggia (c, Lazio FP), Pellé (a, Parma FP), Fornaroli (a, Panathinaikos), Gentsoglou (c, Livorno) OBIETTIVI Pazienza (c, Juve), Kasami (c, Fulham), Melazzi (a, Danubio), Maresca (c, Malaga), Ortiz (c, Olimpia) COSA MANCA Prima di tutto, un altro esterno d’attacco oltre a Estigarribia e un centrocampista di quantità. Inoltre, se si presenta l’occasione un difensore centrale. Poi il resto dipenderà dal mercato in uscita.
NETO
Lucarelli
Galloppa
Miccoli
UJKANI
Mirante Paletta
RIOS
Munoz
Pisano
Bertolo
PABON
Valdes AMAURI
Hernandez Zaccardo
All. SANNINO
PAROLO Biabiany
All. Donadoni
ARRIVI Benussi (p, Torino FP), Cetto (d, Lilla FP), Di Matteo (c, Lecce FP), Garcia (d, FP), Morganella (d) e Ujkani (p, Novara), Kurtic (c, Varese FP), Viola (c, Reggina), Brienza (c, Siena), Dybala (a, I. Cordoba), S. Sosa (a, Cerro L.), Rios (c, Chivas). PARTENZE Aguirregaray (d, M. Wand.), Silvestre (d, Inter), Bacinovic (c, Verona), Acquah (c, Parma), Viviano (p) e Della Rocca (c, Fiorentina), Balzaretti (d, Roma). OBIETTIVI Giorgi (c, Novara), Antonelli (d, Genoa), Ziegler (d, Fenerbahçe) COSA MANCA Il sostituto di Balzaretti a sinistra e un difensore centrale. Poi un esterno di centrocampo.
ARRIVI Pellé (a, Samp FP), Ninis (c, Panathinaikos), Pigliacelli (p, Roma), MacEachen (d, Penarol), Amauri (a, Fiorentina), Chibsah (c, Juve), Belfodil (a,Bologna), Vanzo (c, Tubize), Pabon (a, A. Nacional), Parolo (c, Cesena), Fideleff (d, Napoli), Acquah (c, Palermo), Rosi (c, Roma) PARTENZE Jonathan (c) e Mariga (c, Inter FP), Okaka (a, Roma FP), Floccari (a, Lazio FP), Ferrario (d, Lecce FP), Feltscher (d, Padova), Pereira (c, Roda), Giovinco (a, Juve), Valiani (c, Siena) OBIETTIVI Rolin (d, Nacional), Palombo (c, Samp), El Kaddouri (c, Brescia) COSA MANCA Un difensore centrale come alternativa a Paletta. E poi, una volta sistemato Modesto, un esterno sinistro con caratteristiche offensive.
PESCARA
ROMA 4-3-3
4-2-3-1
BALZARETTI
Balzano CELIK BLASI
Pjanic
Totti
De Rossi
DESTRO
BRADLEY
Lamela
CASTÀN
JONATHAS
Stekelenburg
BJARNASON COLUCCI
Burdisso WEISS
PIRIS
All. STROPPA
All. ZEMAN
ARRIVI Abbruscato (a, Vicenza), Cosic (d, Stella R.), Bjarnason (c, St. Liegi), Colucci (c, Cesena), Quintero (c, Envigado), Celik (a, Gais), Weiss (c, Espanyol), Perin (p, Padova), Ragusa (a, Reggina), Crescenzi (d, Crotone), Blasi (c, Lecce), Terlizzi (d, Varese), Jonathas (a, Brescia) PARTENZE Kone (c, Atalanta), Immobile (a, Genoa), Insigne (a, Napoli), Sansovini (a, Spezia), Ariatti (c, f.c.), Gessa (c, Cesena), Verratti (c, Psg) OBIETTIVI Rodriguez (c, M. Wanderers), Kozak (a, Lazio), Vossen (a, Genk), Foggia (c, Samp) COSA MANCA La squadra è praticamente definita, manca solo l’ultimo tassello: un bomber da oltre 10 gol. E verrà preso senza fretta.
ARRIVI Borriello (a, Juve), Okaka (a, Parma), J. Sergio (p, Lecce), Florenzi (c, Crotone), Guberti (c, Torino), Pizarro (c, City), Dodò (d) e Castan (d, Corinthians), Tachtsidis (c, Verona), Bumba (c, T. Mures), Bradley (c, Chievo), Piris (d, S Paolo), Destro (a, Siena), Balzaretti (d, Palermo) PARTENZE Cicinho (d, Recife), Kjaer (d, Wolfsburg), Cassetti (d, f.c.), Gago (c, Valencia), Viviani (c, Padova), Borini (a, Liverpool), Juan (d, Internacional), Greco (c, Olympiacos), Simplicio (c, Cerezo), Curci (p, Bologna), J. Angel (d, Real S.), Rosi (c, Parma) OBIETTIVI Torosidis (d, Olympiacos), Uvini (d, San Paolo), Lovren (d, Lione) COSA MANCA Un difensore centrale da prendere nel giro di pochi giorni e, se ci fosse l’occasione, un esterno destro basso. C’è da trovare una sistemazione a Perrotta e Borriello.
TORINO
UDINESE 4-2-4
Ogbonna
Calaiò
3-5-1-1
Armero
SANTANA GAZZI
All. COSMI
ARRIVI Dellafiore (d) e Paci (d, Novara), Rubin (d, Bologna), Valiani (a, Parma), Campagnolo (p, Catania), Verre (c, Roma), R. Rodriguez (c, Belgrano), Neto (d, Nacional M.) PARTENZE Brkic (p, Udinese FP), Giorgi (c, Novara FP), Rossettini (d, Cagliari), Brienza (c, Palermo), A. Rossi (d, Cesena), Codrea (c, f.c.), Gazzi (c, Torino), Destro (a, Roma) OBIETTIVI Caldirola (d, Brescia), Floccari (a, Parma), Rosina (c, Zenit), Scapuzzi (a, Man. City), Mesto (d, Genoa) COSA MANCA La prima urgenza è la punta che sostituisca Destro, magari anche con un’alternativa (Rosina è ad un passo). L’arrivo di Caldirola non è sufficiente: serve un altro centrale viste le squalifiche di Belmonte, Terzi e Vitiello.
Badu
Bianchi
GILLET
BRKIC Glik
Vergassola VALIANI
3-5-2
Gobbi
Domizzi
Bogdani Munari
All. Mazzarri
ARRIVI Insigne (a, Pescara FP), Rinaudo (d, Novara FP), Bariti (c, Vicenza), Gamberini (d) e Behrami (c, Fiorentina) PARTENZE Lavezzi (a, Psg), Fideleff (d, Parma) OBIETTIVI Armero (c, Udinese), Cissokho (d, Lione), Ocampos (a, River Plate), Uvini (d, San Paolo), Palombo (c, Inter), Wallace (d, Fluminense), Floccari (a, Parma), El Kaddouri (c, Brescia) COSA MANCA Dopo l’ acquisto di Gamberini la difesa è completa. Adesso si va a caccia di un esterno polivalente e di un vice Cavani che all’occorrenza faccia anche altro.
Masiello
D'Agostino
Gastaldello
Maggio
All. Allegri
PACI Rossini
Cavani
ARRIVI Gabriel (p, Cruzeiro), Acerbi (d, Chievo), Pazzagli (p) e Montolivo (c, Fiorentina), Constant (c, Genoa), Traoré (c, Nancy), Zapata (d, Villarreal) PARTENZE M. Lopez (a, Samp), Seedorf (c, Botafogo), Nesta (d, Montreal), Gattuso (c, Sion), Van Bommel (c, Psv), Aquilani (c, Fiorentina), Zambrotta (d) e Inzaghi (a, f.c.), Thiago Silva (d) e Ibrahimovic (a, Psg), Desole (d, Monza). OBIETTIVI Matri (a, Juve), Yanga Mbiwa (d, Montpellier), Kakà (c) e Diarra (c, Real) COSA MANCA Il sostituto di Ibra e magari un esterno a sinistra. Poi c’è il sogno Kakà.
RUBIN R. RODRIGUEZ
Pandev
Campagnaro
3-5-2
Eder
Inler BEHRAMI
Nocerino
CRESCENZI
Obiang
De Sanctis Cannavaro Pato
Bonera
TERLIZZI
Costa
Hamsik
Robinho
Capuano
SIENA
Britos
Emanuelson
ACERBI
© RIPRODUZIONE RISERVATA
4-3-3
3-5-1-1
4-3-1-2
Antonini
PERIN
SAMPDORIA
41
NAPOLI
MILAN
Francesco Bramardo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
LA GAZZETTA DELLO SPORT
Darmian
BRIGHI
Danilo
Meggiorini SANSONE All. Ventura
ARRIVI Gillet (p, Bologna), Brighi (c, Atalanta), Migliorini (d, Chieti), Sansone (a, Sassuolo), Santana (c, Cesena), Gazzi (c, Siena), Caceres (d, Maiorca), Rodriguez (d, Cesena) PARTENZE Iori (c, Cesena), Oduamadi (a, Varese), Benussi (p, Palermo), Coppola (p. Milan), Pasquato (a, Bologna), Guberti (c, Roma), Surraco (c, Udinese), Antenucci (a, Catania), Morello (p), Zavagno (d), Pratali (d) e Gasbarroni (c, f.c.) OBIETTIVI Pasqual (d, Udinese), Marchese (d, Catania), Biondini (c, Genoa), Pazienza (c, Udinese), Cauteruccio (a, Quilmes), Cerci (c, Fiorentina), Ljajic (c, Fiorentina), Barreto (a, Udinese) COSA MANCA Almeno quattro giocatori: un difensore, un centrocampista, un’alternativa sugli esterni e un attaccante.
Benatia
Pinzi
MURIEL Di Natale
Pereyra Basta
All. Guidolin
ARRIVI Silva (d, Novara FP), Angella (d, Reggina FP), Brkic (p, Siena FP), Muriel (a) e Obodo (c, Lecce FP), Faraoni (d, Inter), Forestieri (a, Bari FP), Mazzarani (c, Novara FP), Pawlowski (p, Lechia D.), Allan (c, Vasco), Willians (c, Flamengo), Heurtaux (d, Caen), Maicosuel (c, Botafogo) PARTENZE Pazienza (c, FP), Asamoah (c ) e Isla (c, Juve), Floro Flores (a) e Torje (c, Granada), Handanovic (p, Inter) OBIETTIVI Saponara (a, Empoli), Manninger (p, Juventus), Muralha (c, Flamengo), Aquino (c, Cruz Azul) COSA MANCA Un altro attaccante, in primis. Poi forse un secondo portiere esperto (finché non recupera Brkic gioca Pawlowski), e magari un’alternativa agli esterni (specie se parte Armero).
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LA GAZZETTA DELLO SPORT
LUNEDÌ 13 AGOSTO 2012
MONDO INGHILTERRA
Oh yes! Subito Mancini Il City vince il derby con Di Matteo I campioni stendono in rimonta l’euro-Chelsea nel Community Shield, la Supercoppa inglese
4
ALBO D’ORO Il Community Shield è l’equivalente inglese della nostra Supercoppa. La prima edizione si è giocata nel 1908. Ecco l’albo d’oro delle ultime quindici edizioni. 1998 Arsenal 1999 Arsenal 2000 Chelsea 2001 Liverpool 2002 Arsenal 2003 Manchester United 2004 Arsenal 2005 Chelsea 2006 Liverpool 2007 Manchester United 2008 Manchester United 2009 Chelsea 2010 Manchester United 2011 Manchester United 2012 Manchester City
CHELSEA MANCHESTER CITY
h
2 3
MIGLIORI
GIUDIZIO 7777 PRIMO TEMPO 1-0 MARCATORI Torres (Ch) al 40’ p.t.; Y. Touré (MC) all’8, Tevez (MC) al 14’, Nasri (MC) al 20’, Bertrand (Ch) al 35’ s.t. CHELSEA (4-2-3-1) Cech 5,5; Ivanovic 4, Luiz 5, Terry 5,5, Cole 5,5; Mikel 5, Lampard 5,5; Ramires 6, Mata 5 (dal 29’ s.t. Sturridge 5,5), Hazard 5 (dal 26’ s.t. Bertrand 6,5); Torres 6. PANCHINA Turnbull, Cahill, Essien, Meireles, Piazon. ALL. Di Matteo 5,5.
S Yaya Tourè È la pedina più importante del gioco del Manchester City. Dà la scossa alla squadra con un gran gol. Personalità da vendere.
MANCHESTER CITY (4-2-3-1) Pantilimon 5; Savic 5,5 (dal 1’ s.t. Clichy 6), Kompany 6,5, Zabaleta 6,5, Kolarov 6,5; Y.Touré 7, De Jong 7; Milner 7, Aguero 5, Nasri 6 (dal 32’ s.t. Silva sv); Tevez 7 (dal 43’ s.t. Dzeko sv). PANCHINA Johansen, K.Touré, Johnson, Razak. ALL. Mancini 7. ARBITRO Friend 5,5. ESPULSO Ivanovic al 42’ p.t. AMMONITI Ramires, Lampard, Cole e Mikel, Savic e Kompany per gioco scorretto, Pantilimon c.n.r. NOTE spettatori 36.394. Tiri in porta: 6-9. Tiri fuori: 3-4. Angoli 5-9. In fuorigioco: 0-1. Recuperi: 3’ nel p.t.; 4’ nel s.t.
Una vittoria anche italiana: ai piedi di Roberto Mancini c’è il trofeo. Nel gruppo dello staff del Manchester City si riconoscono anche il preparatore Ivan Carminati (ultimo a dx.), gli assistenti Angelo Gregucci (dietro Mancini) e Fausto Salsano (quarto da sin.) A. LIVERANI
DAL NOSTRO INVIATO
3
STEFANO BOLDRINI BIRMINGHAM (Inghilterra)
E tre. Avevamo lasciato il Manchester City sul podio a festeggiare il titolo inglese, atteso 44 anni, secondo trofeo dell’era-Mancini. Lo ritroviamo di nuovo con la medaglia al petto a celebrare la conquista della Supercoppa d’Inghilterra, con un 3-2 sul Chelsea meritato e logico. Meritato perché il City ha giocato meglio. Logico perché la superiorità numerica dal 42’ del primo tempo ha spianato la strada verso il successo, rimontando lo 0-1 firmato da Torres al 40’ e con tre colpi in 13 minuti: pareggio di Yaya Touré all'8’ della ripresa, poi il 2-1 spettacolare di Tevez al 14’, infine il tris di Nasri al 20’. La rete di Bertrand, figlia di una papera di Pantilimon,
I trofei vinti da Mancini alla guida del Manchester City: oltre a questo, Coppa d’Inghilterra e Premier League rende meno amara la sconfitta per i campioni d'Europa. Momento clou L’episodio chia-
ve è il fallaccio di Ivanovic su Kolarov, un’entrata durissima che avrebbe potuto spezzare la gamba all’esterno mancino del City: il cartellino rosso è sacrosanto. Salta tutto nella scacchiera di Di Matteo, perché la perdita del suo miglior difensore costringe l’allenatore italiano ad arretrare Ramires, perdendo la corsa del brasiliano. Il gol di Torres, appena due mi-
nuti prima, è stato un colpo di frusta ad una gara dove il City, sull’asse Yaya Touré-De Jong, ha giocato sicuramente meglio. La giornata storta di Aguero e il solito narcisismo di una squadra che talvolta esagera nell’autocompiacimento, hanno limitato la spinta propulsiva del City: una punizione di Tevez, un peccato di egoismo di Nasri e una capocciata di Kompany gli unici acuti. Da copione, alla prima occasione il Chelsea, che ha pensato solo a difendersi, ha fatto centro: apertura di Ramires, velo di Mata, botta di un rivitalizzato Torres: 1-0. Il tris Riecco l’ombra del calcio speculativo modello-Chelsea, ma l’espulsione di Ivanovic è un colpo di scena. Nell'intervallo, Mancini spedisce sotto la doccia Savic ed inserisce Cli-
chy al centro della difesa, dirottando Zabaleta a destra. La retroguardia del City è infatti in piena emergenza per le assenze di Lescott e Richards. Manca anche Barry, convalescente, mentre Balotelli, fermato da una congiuntivite, fa il pieno di autografi in tribuna: ormai è la rockstar del City. Yaya Touré dà la scossa: il suo destro è un colpo di biliardo. Il Chelsea sbanda e Tevez piazza una botta micidiale all'incrocio: l’argentino festeggia mostrando la maglietta con la scritta Fuerte Apache, una dedica al suo quartiere povero, ma fiero, di Buenos Aires. Il tris di Nasri arriva su cross di Kolarov. Non c’è più storia, anche se Pantilimon, in campo per i problemi alla schiena di Hart, regala il 3-2 a Bertrand. Aguero e Dzeko divorano il 4-2, il finale è un trionfo City, con Mancini
Rodwell Lo sceicco Mansour ricambia il terzo successo della sua era, regalando a Mancini il primo acquisto: prelevato dall' Everton il centrocampista Jack Rodwell, 21 anni, costo 15 milioni di sterline. Mancio lascia però intendere che non basta: «Rodwell è un giovane di talento, un buon investimento per il futuro». Il segnale è chiaro: serve altro per essere competitivi in Champions. Sarà invece difficile convincere Mancini a rinunciare a Tevez: tra i due è tornato il feeling. «Carlitos sta benissimo. Da diversi anni non svolgeva la preparazione estiva». Lo staff di Mancio si allarga: Angelo Gregucci è la new entry. Di Matteo difende Ivanovic: «Il fallo non era intenzionale».
BAYERN BORUSSIA DO.
2 1
GIUDIZIO 777 PRIMO TEMPO 2-0 MARCATORI Mandzukic (Ba) al 6’, Müller (Ba) all’11’ p.t.; Lewandowski (Bo) al 30’ s.t. BAYERN (4-2-3-1)Neuer; Lahm, J. Boateng, Dante, Can (dal 25’ s.t. Badstuber); Kroos, Luiz Gustavo; Robben (dal 40’ s.t. Shaqiri), Müller, Ribery (dal 35’ s.t. Timoshchuk); Mandzukic. PANCHINA Starke, Van Buyten, Weiser, Pizarro. ALLENATORE Heynckes BORUSSIA DORTMUND (4-2-3-1) Weidenfeller; Piszcek, Subotic, Hummels, Schmelzer; Leitner (dal 19’ s.t. Götze), Gündogan; Blaszczykowski (dal 26’ s.t. Schieber), Reus, Grosskreutz (dal 19’ s.t. Perisic); Lewandowski. PANCHINA Langerak, Santana, Amini. ALLENATORE Klopp ARBITRO Weiner NOTE spettatori 69 mila, ammoniti Luiz Gustavo (Ba), Can (Ba), Schmelzer (Bo), Mandzukic (Ba), Robben (Ba).
MONACO DI BAVIERA
Non sarà la Supercoppa, vinta ieri sera, a saldare immediatamente il conto con il Borussia Dortmund, però il successo del Bayern chiude una serie di cinque sconfitte consecutive e lancia un segnale ai bicampioni di Germania. Che non pensino, a Dortmund, che sia tutto facile come nelle ultime due stagioni. Mario Mandzukic, 26, a destra: subito in gol come Müller che lo segue ANSA Che fretta È così tanta la voglia
di rivincita che il Bayern nei primi 11 minuti piazza due colpi da k.o. La prima rete del neoacquisto Mandzukic, il croato ex Wolfsburg che all’Europeo segnò all’Italia, è propiziata da uno splendido assist di esterno destro di Ribery. Anche i centrali del Borussia però aiutano il sostituto di Gomez, facendo passare il cross del francese, così Mandzukic non perdona già
SUPERCOPPA PORTOGHESE
Anche il Porto comincia con un trionfo Basta un gol per stendere l’Academica LISBONA (m.m.d.s.) Nella gara che inaugura la stagione ufficiale, il Porto ha conquistato la Supercoppa del Portogallo battendo (1 0) a Aveiro l’Academica Coimbra. È la 19a vittoria, la quarta consecutiva, dei «dragoni». Il gol del successo è stato segnato di testa al 44’ s.t. dal neoacquisto colombiano Jackson Martinez.
Torres Sarà un’impressione, ma il gol sembra un punto di partenza per la sua rinascita. Lo spagnolo del Chelsea non si arrende mai.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Taccuino
GERMANIA SUCCESSO DEI BAVARESI DOPO CINQUE SCONFITTE DI FILA CONTRO IL DORTMUND
Il Bayern inizia con le rivincite e sfila la Supercoppa al Borussia
S
osannato dal suo popolo.
al minuto sei. Ne passano altri cinque e i gialloneri subiscono un contropiede a campo aperto fallendo la risalita per il fuorigioco. Robben, tenuto in gioco da Schmelzer, sprinta verso Weidenfeller ma non riesce a segnare: palo. Per fortuna del Bayern, nei paraggi c’è Müller che infila il raddoppio. Mancano Schweinsteiger, Gomez, Alaba e Contento: il Bayern non riesce a congelare la gara nella ripresa, quando il Borussia è superiore. Delle cinque palle gol pulite degli avversari (tre di Lewandowski, una Reus e Schieber) soltanto il destro del 2-1, sempre del polacco, supera Neuer. E nel finale un petto-braccio di Lahm fa gridare al rigore che non viene fischiato. I premi Il Borussia torna a Dort-
mund senza trofeo ma si può consolare con due premi ufficializzati ieri: il nuovo acquisto Marco Reus, preso dall’altro Borussia per 17,5 milioni, è stato eletto giocatore tedesco dell’anno. L’allenatore Jürgen Klopp invece ha vinto il premio per la sua categoria. La Bundesliga partirà venerdì 24 con Borussia Dortmund-Werder Brema. ritos © RIPRODUZIONE RISERVATA
CINA
Lippi riparte Primo a + 3 Vittoria in trasferta per il Guangzhou di Lippi e nuovo accen no di fuga: 3 2 sul campo dell’Hang zhou. In classifica, dopo 21 giorna te, ha 43 punti: +3 sullo Jangsu.
EURORIVALI
Il Vaslui pareggia con il Panduri Pari a reti bianche per il Va slui nella quarta giornata del cam pionato rumeno. Gli eurorivali dell' Inter hanno pareggiato 0 0 contro il Panduri .
IL CASO
Arbitro colpito denuncia Luisao LISBONA (m.m.d.s.) L’arbi tro tedesco Christian Fischer de nuncerà penalmente il capitano del Benfica, Luisao, che lo ha colpito facendolo cadere e facendogli per dere conoscenza per alcuni secon di, dopo che aveva mostrato il se condo cartellino giallo a un suo compagno in una amichevole di sputata sabato contro il Fortuna Dusseldorf.
LUNEDÌ 13 AGOSTO 2012
LA GAZZETTA DELLO SPORT
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COPPA ITALIA SECONDO TURNO
Gomez-Rivas: il Verona va Ma l’Entella è da applausi
IL TABELLONE SABATO ENTRANO IN SCENA LE SQUADRE DI A
L’Hellas è subito sotto, poi recupera Attacco ok, qualche problema in difesa Sabato un’altra sfida in Liguria: il Genoa ENTELLA-VERONA
2-3
MARCATORI Rosso (E) al 12', Rivas (V) al 24', Gomez (V) al 45' p.t.; Gomez (V) al 3', Rosso (E) all'8' s.t. ENTELLA (4-3-1-2) Paroni 5,5; Zampano 6,5, Bianchi 5,5 (dal 29' s.t. Cesar s.v.), Russo 6, Fantoni 6; Staiti 6, Hamlili 6 (dal 36' s.t. Pisanu s.v.), Volpe 6,5; Vannucchi 7; Garin 6 (29' s.t. Chiarabini sv), Rosso 7. (Conti, De Col, Cecchini, Marino). All. Prina 6,5. VERONA (4-1-4-1) Rafael 6; Crespo 6, Ceccarelli 6, Maietta 6, Fatic 6; Bacinovic 6 (dal 19' s.t. Laner 6); Grossi 6,5, Jorginho 7 (dal 37' Russo s.v.), Martinho 6,5, Rivas 6 (dal 1' s.t. Carrozza 6); Gomez 7. (Nicolas, Albertazzi, Verdun, Rosa). All. Mandorlini 6,5. ARBITRO Irrati di Pistoia 7. NOTE paganti 1.600 circa, incasso di 9.811 euro. Amm. Volpe, Bacinovic, Grossi, Maietta e Carrozza. Angoli 1-4.
ITALO VALLEBELLA CHIAVARI (Ge)
Calcio d'agosto, squadre ancora da registrare e assemblare, ma al Comunale di Chiavari (non si è giocato al Bentegodi per i lavori in corso) il divertimento non è mancato. L'Entella, fresca del ripescaggio in Prima divisione, ha spaventato il più quotato Verona aprendo e chiudendo le marcature. In mezzo più Verona: i gialloblù sono andati sotto, ma già alla fine del primo tempo avevano capovolto il risultato. Soffrendo però nel finale. Niente derby Passa il Verona,
dunque, che sabato tornerà in Liguria questa volta per affrontare il Genoa (a Chiavari qualcuno strizzava l'occhio all' eventuale derby) e Mandorlini può considerarsi soddisfatto. Il tecnico chiedeva ai suoi, prima di tutto, il risultato per acquisire la giusta mentalità ed è stato accontentato. Il gioco è arrivato a corrente alternata, ma la squadra ha mostrato anche cose interessanti. Specie in attacco le idee si vedono. Buone indicazioni da Gomez che ha segnato una doppietta e che è stato sostenuto dagli inserimenti dei centrocampisti Jorginho e Martinho
Emanuel Rivas, 29 anni GHIGLIONE
GDS
e dagli esterni Grossi e Rivas (Carrozza nella ripresa). L'attaccante argentino ha lavorato bene da prima punta e si è fatto trovare pronto in zona gol con un pallonetto a scavalcare Paroni in uscita e poi un perfetto colpo di testa sugli sviluppi di un angolo ad inizio secondo tempo. Il reparto che è sembrato più in sofferenza è stata la difesa. Che reazione L'Entella, nonostante alcune assenze, ha tenuto botta. Rosso in apertura di gara ha fulminato di testa Rafael. Poi il Verona ha preso campo. Il gol del pari di Rivas (pallonetto sottomisura) e la doppietta di Gomez sembravano aver chiuso il match. E invece è arrivato il 2-3 (diagonale di Rosso) e il finale è stato un crescendo. L'occasione più ghiotta al 32': girata da centro area a botta quasi sicura di Rosso e palla che è sbattuta sulla traversa. Vannucchi dietro alle punte ispira e promette di essere devastante in campionato. Bene Rosso in attacco e Zampano sull'esterno. In difesa, a sorpresa, un errore dell' esperto Bianchi (forse accecato dai riflettori, ha involontariamente ispirato di testa il primo gol di Gomez) ha permesso al Verona di passare in vantaggio. © RIPRODUZIONE RISERVATA
MERCATO SERIE B E LEGA PRO
Tiribocchi, c’è anche la Pro Varese-Carrozzieri: oggi il sì Petras verso il Cesena: Djokovic per il Lanciano. Idea Salernitana: arriva Cirillo? Simone Tiribocchi, 34 FOTOGRAMMA BINDA-D’ANGELO
Si inserisce anche la Pro Vercelli nella corsa a Tiribocchi: per la punta dell’Atalanta c’è lo Spezia in vantaggio (che aspetta anche il sì di Okaka), ma i piemontesi (oltre al Vicenza) sono pronti a inserirsi in caso di fumata nera con i liguri, che in difesa valutano anche Bernardini (Livorno). Trattative in B Carrozzieri al Va-
Moris Carrozzieri, 31 anni LAPRESSE
rese si può chiudere già oggi: contratto annuale con opzione per il secondo. Sempre oggi Cesena e Siena torneranno a parlare per Caldirola: i romagnoli chiedono un conguaglio oltre a
Sestu e in caso di cessione tornerebbero su Esposito (Lecce); sempre in difesa a Cesena può arrivare Petras (ex Grosseto) se parte uno tra Comotto e Ceccarelli; in uscita su Djokovic c’è il Lanciano, che può rimettere sotto contratto Sacillotto. Il Novara valuta Leandersson (Mjallby) e ha proposto uno scambio al Grosseto: Giovio in Piemonte, uno tra Lanteri e Gigliotti in Toscana. L’Ascoli aspetta Drame (Padova) e sonda per Rampi (Foligno, era al Livorno). L’Empoli continua a lavorare su Bondi, che dopo Ferragosto rescinderà col Sorrento. A Sas-
SERIE D
Oggi i calendari Oggi verso mezzogiorno saranno resi noti i calendari di serie D: sono 7 gironi da 18 squadre e 2 da 20 con novità come Foggia, Spal e Taranto.
suolo, oltre al ritorno di Boakye, si punta su uno tra Catellani (Catania), Ceravolo (Reggina) e Di Roberto (Cittadella). Tra i club in bilico tra la B e la Lega Pro, a Lecce tornerà Lepore (svincolato, era a Varese) e la Nocerina attende Tomi (ex Foggia). Lega Pro L’Entella valuta Alessandro (svincolato, ultimo anno tra Grosseto e Taranto). Il Sorrento stringe per Biondo (Vigor Lamezia). Il Cuneo tratta Rosseti (ex Monza) col Cesena. In Seconda il Venezia ha definito l’arrivo di Battaglia (Pro Vercelli). Il Bassano ingaggia il portiere David, ex Ancona, mentre la Salernitana pensa a Cirillo (svincolato dal Paok) e Coletti (ex Pergocrema). Mantova: perso Sonzogni (va in Bulgaria), per la panchina si va verso la permanenza di Frutti e per la squadra sono stati contattati Sereni (svincolato) e Pietribiasi (Carpi). © RIPRODUZIONE RISERVATA
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LA GAZZETTA DELLO SPORT
LUNEDÌ 13 AGOSTO 2012
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COPPA ITALIA SECONDO TURNO
Lo Spezia è già carico Entra Evacuo: è poker Sorrento travolto nella ripresa: il bomber in partenza ne fa 2 4-1
SPEZIA-SORRENTO
MARCATORE Benedetti (Sp) al 4', Evacuo (Sp) al 32', Basso (So) al 33', Sansovini (Sp) al 41', Evacuo (Sp) al 42' s.t. SPEZIA (4-3-1-2) Russo 6; Madonna 6, Schiavi 6,5, Benedetti 6,5, Garofalo 7; Bovo 6,5, Porcari 7, Lollo 6,5 (dal 39' p.t. Mandorlini 6); Crisetig 6 (dal 34' s.t. Rui s.v.); Sansovini 6,5, Pichlmann 6 (dal 24' s.t. Evacuo 7,5). (Iacobucci, Pasini, Izzillo, Bonelli). All. Serena 7. SORRENTO (4-3-3) Ambrosio 7; Balzano 5,5 (dal 34' s.t. Esposito s.v.), Nocentini 6, Di Nunzio 6, Bonomi 6; Beati 6,5, Zanetti 6, Greco 6 (dal 43' s.t. De Angelis s.v.); Vanin 5,5, Corsetti 6,5, Basso 7. (Varchetta, Breglia, Altobello, Natale, Mascolo). All. Bucaro 6. ARBITRO Pinzani di Empoli 6,5. NOTE paganti 3.308, incasso di 26.604,10 euro. Ammonito Porcari. Angoli 10-5.
MARCO MAGI LA SPEZIA
Un poker vincente davanti a 3.500 spettatori soddisfatti. Serve, però, il secondo tempo per decidere chi tra Spe-
Le reti Apre Benedetti al 4' che scarica in gol dopo un bel corner di Garofalo e un'indecisione di Pichlmann. Poi entra Evacuo e fa il bis al 32', toccando da un passo su rasoterra di Bovo dalla destra, dopo una bella azione corale. Il Sorrento si rialza con l'ex Basso che in contropiede fa secco Russo con una staffilata (33') a seguito di uno scambio con Corsetti. Gli ospiti cominciano a credere nella rimonta, si gettano in avanti alla ricerca di un pareggio che, diciamo la verità, non avrebbero (in quel momento) demeritato. Invece è Sansovini a sopire gli animi da posizione ravvicinata, di testa al 41', per lasciare poi ad Evacuo, un minuto più tardi, l'onore di chiudere il poker: controllo di sinistro poco fuori dall'area e destro secco su cui Ambrosio non riesce proprio ad arrivare. Mercato E alla fine, anche Sere-
L’attaccante Marco Sansovini, 32 anni, segna in tuffo TASSONE
zia e Sorrento disputerà il terzo turno di Coppa Italia con il Cagliari. Ed è la squadra di casa a festeggiare. Dopo una prima frazione molto equilibrata, nella quale spicca l'occasione di Sansovini (26') che spreca schiacciando in acrobazia all'interno dell'area piccola, dopo l'intervallo sono addirittura le cinque reti, quattro del-
le quali dai padroni di casa. E a segnare due di queste è stato Felice Evacuo, napoletano di Pompei, che ha le valigie in mano per essere ceduto. «Un grande professionista che conosce il suo valore e il suo ruolo — spiegherà a fine gara il d.s. Nelso Ricci — ha dimostrato di essere un giocatore vero, ma conosce il suo destino».
na lo ammette: «Il risultato forse è esagerato. Ci sono ancora delle cose che vanno sistemate, ma d'altra parte, essere a posto già il 12 agosto, sarebbe quasi un guaio. Vorrebbe dire crollare più avanti». E per il mercato, Ricci aggiunge: «Prenderemo due punte e un difensore centrale. Vogliamo un giovane con esperienza. Entro martedì vorrei dare a Serena un nuovo calciatore».
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LE SFIDE DI SABATO Il secondo turno di Coppa Italia è stato aperto sabato da tre anticipi: ecco i risultati e marcatori
Emozioni Novara Gonzalez in palla 4-3
NOVARA-LUMEZZANE
S Cesena Pro Vercelli 2-1 Lapadula (C) Di Piazza (PV) Graffiedi (C)
S Ternana Trapani 2-0 Alfageme Sinigaglia
MARCATORI autorete di Inglese (L) all’11’, Giorico (L) al 15’, Gonzalez (N) al 41’ p.t.; Piovaccari (N) al 1’, Marcolini (L) al 9’, Motta (N) al 14’, Kirilov (L) al 23’ s.t. NOVARA (4-3-1-2) Tonozzi 6; Ghiringhelli 6, Perticone 6, Lisuzzo 6 (dal 23’ p.t. Alhassan 6,5), Alborno 6; Marianini 6,5, Buzzegoli 7, Jensen 6 (dall’11’ s.t. Pesce 6); Motta 7 (dal 28’ s.t. Faragò s.v.); Piovaccari 6,5, Gonzalez 7. (Montipò, Lanteri, Libertazzi, Rubino). All. Tesser 6,5. LUMEZZANE (4-3-1-2) Vigorito 5,5; D'Ambrosio 5,5, Dametto 6 (dal 47’ s.t. Zamparo s.v.), Guagnetti 5,5, Possenti 6; Giorico 6,5, Marcolini 6,5, Sevieri 6 (dal 41’ s.t. Maccabiti s.v.); Baraye 6 (dal 18’ s.t. Samb 5,5); Inglese 5,5, Kirilov 6,5. (Coletta, Carlini, Faroni, Sabatucci). All. Festa 6. ARBITRO Baracani di Firenze 6. NOTE paganti 1.318, incasso di 15.057 euro. Ammonito Possenti. Angoli 4-2. GIUSEPPE MADDALUNO NOVARA
S Modena Alto Adige 2-0 Andelkovic Ardemagni
NOVARA-LUMEZZANE 4-3
Soffre ma vince il Novara, in assetto di piena emergenza dalla cintola in giù, a cominciare dai portieri. Botta e risposta in avvio: Inglese svirgola nella propria porta un corner di Gonzalez, poi Giorico impatta con un tiro a fil di palo. Paura per Lisuzzo poco dopo il 20’: esce per una botta alla caviglia e lascia il posto al debuttante Alhassan. Gonzalez trova il nuovo vantaggio al 41’, in avvio di ripresa è Piovaccari a firmare il tris; Marcolini su punizione accorcia, Motta ristabilisce le distanze cinque minuti dopo su assist di un buon Gonzalez. Kirilov accorcia con un bel tiro al volo, poi il Novara controlla fino al 90’.
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Lecce-Chieti 3-1
Perugia-Bari 4-1 d.t.s.
Reggina-Nocerina 1-0
Empoli-Vicenza 1-2
Livorno-Benevento 2-1
Sassuolo-Avellino 1-0
Avanti Lecce Ma che fatica con il Chieti
Crollo del Bari Perugia super con Fabinho
Ceravolo gol Cresce bene la Reggina
Va al Vicenza la rivincita del playout
Luci di testa per il Livorno in 11 contro 10
Troianiello! E il Sassuolo ritrova il gol
MARCATORI Corvia (L) su rigore al 38’, Capogna (C) al 39’ p.t.; Giacomazzi (L) al 34’, Jeda (L) al 44’ s.t. LECCE (4-3-3) Benassi 5,5; Diniz 6,5, Ferrario 5,5, Esposito 5, Mazzotta 6; Memushaj 5,5 (dal 18’ s.t. Falco 6,5), Giacomazzi 7,5, Delvecchio 6,5; Chiricò 6,5 (dal 36’ s.t. Bogliacino s.v.), Corvia 6,5 (42’ s.t. Pià s.v.) Jeda 6,5. (Petrachi, Romeo, Legittimo, Palumbo). All. Lerda 6,5. CHIETI (4-3-1-2) Feola 6; Bigoni 5,5, Pepe 6, Gigli 6, Gandelli 5,5; Del Pinto 6,5, Vitone 6 (dal 38’ s.t. Verna s.v.), Cardinali 6; Rinaldi 5,5 (dal 5’ s.t. Alessandro 5,5); De Sousa 6,5, Capogna 6,5 (dal 16’ s.t. Pedrocchi 5,5). (Ferrara, Cerbone, Barbone, Di Stefano). All. De Patre 6. ARBITRO Castrignanò di Brindisi 5. NOTE paganti 5.846, incasso di 24.613 euro. Ammoniti Bigoni, Gandelli e Pepe. Angoli 9 0.
(1-1 al 90’) MARCATORI Albadoro (B) al 42’,
28’ p.t.
MARCATORI autorete di Romeo (E) al 2’, Moro (E) al 18’, Maiorino (V) al 39’ s.t. EMPOLI (4-4-1-1) Dossena 5,5; Romeo 5, Tonelli 5, Ferreira 5,5, Regini 6 (dal 33’ s.t. Hysaj 6); Spinazzola 6 (dal 30’ s.t. Coralli s.v.), Moro 6,5, Valdifiori 6, Pucciarelli 6; Lazzari 6 (dal 41’ s.t. Guitto s.v.); Cori 6. (Pelagotti, Signorelli, Konate, Camillucci). All. Sarri 6. VICENZA (3-5-2) Pinsoglio 6; Brighenti 5,5, Martinelli 6, Pisano 6; Gavazzi 6,5, Mustacchio 6, Castiglia s.v. (dal 7’ p.t. Maiorino 6), Misuraca 6, Giani 5,5; Baclet 5,5 (dal 18’ s.t. Giacomelli 6), Minesso 6 (dal 28’ s.t. Imparato 5,5). (Cappa, Bastrini, Forò, Martitato). All. Breda 6. ARBITRO Velotto di Grosseto 6. NOTE spettatori 1.000 circa, paganti e incasso non comunicati. Ammoniti Moro e Brighenti. Angoli 7 3.
MARCATORI Dionisi (L) su rigore al 30’ p.t.; Germinale (B) all’8’, Luci (L) al 15’ s.t. LIVORNO (4-3-3) Mazzoni 5; Salviato 6, Ceccherini 6,5, Lambrughi 6, Gemiti 5,5; Luci 7 (dal 46’ s.t. Schiattarella s.v.), Molinelli 6, Belingheri 6,5 (dal 36’ s.t. Remedi 6); Siligardi 6,5 (dal 26’ s.t. Bigazzi 6), Paulinho 6, Dionisi 5,5. (Fiorillo, Meola, Di Bella, Dell’Agnello). All. Nicola 6,5. BENEVENTO (4-3-3) Gori 5; D’Anna 6, Siniscalchi 6,5, Rinaldi 6, Bolzan 5,5; Montiel 6 (dal 26’ s.t. Bonaiuto 5,5), Rajcic 6 (dal 12’ s.t. De Risio 6), Carotti 6,5; Mancosu 6, Germinale 6,5, Marchi 6 (dal 29’ p.t. Mancinelli 5,5). (Zullo, Pedrelli, Davì, Altinier). All. Martinez 6 (Imbriani assente). ARBITRO La Penna di Roma 6. NOTE paganti 1.593, incasso di 5.471 euro. Espulso Gori al 28’ p.t.; ammoniti Molinelli e Salviato. Angoli 5 3.
LECCE Serve un acuto di
Giacomazzi a 10’ dalla fine, per spingere il Lecce al terzo turno di Coppa. Il capitano inzucca nell’angolino un perfetto traversone di Falco, quando ormai si respira aria di supplementari. Qualificazione più dura del previsto, merito soprattutto del Chieti che per buona parte del primo tempo imbriglia il Lecce. La partita si accende nel giro di un minuto. Al 38’ Corvia sblocca il risultato su rigore, passano solo pochi secondi ed il Chieti pareggia con Capogna che approfitta di uno svarione di Esposito. Nella ripresa Lerda passa al 4 2 3 1 ed il Lecce spinge con più continuità, trovando nel finale anche il terzo sigillo di Jeda. Episodio curioso al 22’ della ripresa: l’arbitro Castrignanò ammonisce Gandelli, poi estrae il rosso credendo nel doppio giallo, ma si ravvede subito dell’errore e si scusa con una stretta di mano.
Clemente (P) al 43’ p.t.; Ciofani (P) al 7’ p.t.s.; Fabinho (P) al 4’ e all’8’ s.t.s. PERUGIA (4-2-3-1) Koprivec 6,5; Anania 6,5 (dal 1’ p.t.s. Ciofani 6,5), Cacioli 6,5, Lebran 6,5, Jefferson 6 (dal 31’ p.t. Russo 6,5); Esposito 6, Cenciarelli 6,5; Politano 7, Clemente 7, Rantier 6,5 (dal 14’ s.t. Fabinho 7,5); Tozzi Borsoi 6,5. (Giordano, Moscati, Benedetti, Carloto). All. Battistini 7. BARI (3-4-3) Pena 6; Ceppitelli 5,5, Borghese 6, Dos Santos 6,5; Sabelli 6,5, Romizi 6, Rivaldo 6 (dal 1’ s.t. Sciaudone 6), Defendi 6,5; Galano 6 (dal 19’ s.t. Iunco 6), Albadoro 6,5 (dal 38’ s.t. Ristovski 5,5), Caputo 5,5. (Pentimone, Grandolfo, Fedato, Altobello). All. Torrente 5. ARBITRO Giancola di Vasto 5,5. NOTE spettatori 3.000 circa, paganti e incasso nc. Espulsi Ceppitelli e Caputo al 34’ s.t.; ammoniti Rivaldo, Sabelli, Politano e Ceppitelli. Angoli 6 10. PERUGIA Il Perugia elimina il Bari (regalandosi la sfida con il Livorno) in un una notte indimenticabile per il «Curi». In vantaggio i pugliesi con un colpo di testa di Albadoro, su angolo di Rivaldo. Immediato il pari degli umbri, con Clemente, in presunta posizione di fuorigioco, è stato lesto a deviare un tiro in diagonale di Tozzi Borsoi. Al 34’ della ripresa l’arbitro ha punito con il rigore un contatto tra Ceppitelli (nell’occasione espulso per doppia ammonizione, al pari del compagno Caputo per proteste) e Tozzi Borsoi. Dal dischetto Clemente ha colpito il palo alla destra di Pena. Subito dopo l’incrocio dei pali colpito dall’altra parte da Romizi. Nei supplementari il Perugia ha dilagato ed ha trovato i gol di Ciofani ed una magnifica doppietta di Fabinho.
MARCATORE Ceravolo al REGGINA (3-4-1-2) Facchin 6 (dal 26’ s.t. Baiocco 6); Adejo 6, Freddi 7, Ely 6,5; Melara 6,5, Rizzo 6, Barillà 5,5, Di Bari 6; Sarno 7 (dal 29’ s.t. Hetemaj s.v.); Comi 6 (dal 16’ s.t. Bombagi 6), Ceravolo 6. (Burzigotti, Emerson, De Rose, Viola). All. Dionigi 6. NOCERINA (3-4-3) Russo 6; De Franco 5, Andelkovic 5,5 (dal 1’ s.t. Baldan 6), Di Maio 5,5; Garufo 6 (dal 26’ s.t. De Liguori 6), Corapi 6, Bruno 6, Sabatino 6 (dal 16’ s.t. Rizza 6); Schetter 6, Gavilan 6, Mazzeo 6. (Di Filippo, Chiosa, Russoni, Tulimieri). All. Auteri 6. ARBITRO Mariani di Aprilia 6. NOTE paganti 2.053, incasso di 15.727 euro. Ammoniti De Franco, Di Maio, Rizza, Adejo, Gavilan, Hetemaj, Barillà, Melara e Russo. Angoli 7 4. REGGIO CALABRIA Passa il turno
la Reggina, protagonista di una prova, tutto sommato, positiva. Le defezioni di Rizzato e D’Alessandro, hanno indotto Dionigi a schierare Di Bari a centrocampo, mentre il giovane Ely è stato utilizzato nelle retrovie. L’avvio di gara è stato favorevole agli amaranto che, al 28’, sono passati in vantaggio. Un pregevole assist di Sarno, ha permesso a capitan Ceravolo di presentarsi tutto solo davanti a Russo e di trafiggerlo con un preciso rasoterra. Dopo che la Reggina ha fallito diverse occasioni per raddoppiare, la Nocerina, al 37’ del secondo tempo, si è vista annullare un gol messo a segno da Gavilan, per sospetta posizione di fuorigioco dello stesso attaccante ospite. Nella parte finale dell’incontro, gli amaranto hanno badato solamente a mantenere lo striminzito vantaggio, pur se la sfida è scaduta di tono.
LIVORNO Un gol di Luci di testa EMPOLI (Fi) La vendetta si consuma a poco più di due mesi dalla finale di ritorno del playout per la salvezza: il Vicenza batte l'Empoli nel secondo turno eliminatorio di Coppa Italia: l’avversario di sabato è il Siena. I vincentini passano grazie a un autogol di Romeo (passaggio all'indietro fuori misura verso Dossena) e al gol decisivo di Maiorino, che si fa trovare pronto sulla respinta del portiere. Nel mezzo c'era stato il pareggio di Moro con una bordata dalla distanza deviata. Accade tutto nel secondo tempo, anche l'ennesimo infortunio al centravanti dell'Empoli Coralli, che nel finale, dopo essere entrato da non molto, esce dolorante. Per l’attaccante si tratta di un trauma distorsivo al ginocchio destro: si sospetta una rottura o uno stiramento del legamento collaterale.
Marco Errico
Antonello Menconi
Franco Pellicanò
Giacomo Cioni
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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dopo un quarto d’ora della ripresa regala il passaggio del turno al Livorno contro un Benevento che dopo 28 minuti si è trovato in dieci — espulso il portiere Gori per fallo da ultimo uomo su Paulinho — e sotto di un gol per il rigore trasformato da Dionisi. Ma i ragazzi di Martinez (Imbriani è in convalescenza dopo la broncopolmonite) non si sono persi d’animo e all’8’ della ripresa hanno trovato il pareggio con Germinale, anche per una dormita della difesa del Livorno. Poi ci ha pensato il capitano amaranto che ha raccolto un cross dalla sinistra di Gemiti e ha insaccato. Il Livorno ha confermato di essere sulla buona strada, anche se in attacco è mancato di cattiveria agonistica. Il Benevento ha fatto la sua figura, nonostante abbia giocato per oltre un’ora in inferiorità numerica. Francesco Foresi © RIPRODUZIONE RISERVATA
MARCATORE Troianiello al
27’ p.t. SASSUOLO (4-3-3) Pomini 7,5; Laverone 6, Bianco 6, Terranova 6, Longhi 6,5; Magnanelli 6,5, Bianchi 6,5, Missiroli 6; Troianiello 7 (dal 13’ s.t. Valeri 6), Pavoletti 6 (dal 35’ s.t. Falcinelli s.v.), Berardi 6,5 (dal 29’ s.t. Luppi s.v.). (Perilli, Troiano, Gazzola, Marzorati). All. Di Francesco 6. AVELLINO (4-4-2) Fumagalli 6; Bittante 6, Izzo 6, Giosa 6, Pezzella 5,5; Catania 6,5, Angiulli 6, Panatti 5,5 (dal 42’ p.t. D’Angelo 6), Millesi 6 (dal 16’ s.t. Herrera 6); Castaldo 5,5, De Angelis 5,5 (dal 26’ s.t. Biancolino 6). (Di Masi, Zappacosta, Fabbro, Massimo). All. Rastelli 6. ARBITRO Pairetto di Nichelino 6. NOTE paganti 611, incasso di 3.856 euro. Ammoniti Valeri e D’Angelo. Angoli 9 9. MODENA Dopo tre gare
amichevoli senza segnare (e con due reti al passivo), il Sassuolo ritrova il gol e la qualificazione contro un Avellino che ha comunque dato filo da torcere agli uomini di Di Francesco, che adesso nel prossimo turno trovano il Catania. Il gol che rompe l’equilibrio arriva quando una combinazione tra Bianchi e Pavoletti a destra premia l’inserimento sottomisura di Troianiello, che fa giustizia delle imprecisioni neroverdi: lo stesso Troianiello all’8’ ha fallito una grande occasione per il Sassuolo. L’Avellino ci ha provato, ma a spegnere le sue velleità ci ha pensato Pomini limitando Millesi (19’) e Catania (47’) nel primo tempo. Il Sassuolo nel secondo tempo ha legittimato il successo con una traversa di Terranova (22’) e con una condotta di gara più attenta, ma ha dovuto ringraziare ancora Pomini, decisivo su Catania proprio allo scadere. Stefano Fogliani © RIPRODUZIONE RISERVATA
LUNEDÌ 13 AGOSTO 2012
LA GAZZETTA DELLO SPORT
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COPPA ITALIA SECONDO TURNO
Cucchiaio Cremonese Il Brescia è in ritardo
PADOVA-PISA 6-4 DOPO I RIGORI
Il Padova a fatica con il Pisa in 10 PADOVA-PISA
Un rigore di Filippini rovina il ritorno allo stadio di Corioni BRESCIA-CREMONESE
1-2
(1-1 al 90’) MARCATORI Fietta (C) al 30' p.t.; And. Caracciolo (B) al 36' s.t.; Filippini (C) su rigore al 9' p.t.s. BRESCIA (3-4-1-2) Arcari 5; De Maio 5,5, Salamon 5,5, Ant. Caracciolo 6; Lasik 6, Kone 5,5, Budel 6, Scaglia 6 (dal 3' s.t.s. Martina Rini s.v.); Benali 5,5 (dal 33' s.t. Daprelà 6); Mitrovic 6,5 (dal 15' s.t. Picci 5), And. Caracciolo 6,5. (Cragno, Rosso, Finazzi, Nana). All. Calori 6. CREMONESE (4-3-3) Alfonso 6,5; Cangi 5,5, Moi 6, Visconti 5,5, Sales 6; Fietta 7 (dal 6' s.t.s. Sambugaro s.v.), Previtali 6,5, Magallanes 6; Marotta 6 (dal 12' s.t. Martinez 6), Djuric 6,5, Le Noci 6,5 (dal 20' s.t. Filippini 7). (Grillo, Giorgi, Tedeschi, Degeri). All. Brevi 7. ARBITRO Manganiello di Pinerolo 5,5. NOTE paganti 2.872, incasso di 10.560 euro. Espulsi Picci all'11' s.t.s. e Sales al 14' s.t.s.; ammoniti Cangi, Sales, Fietta, Arcari e Martinez. Angoli 7-10.
GIAN PAOLO LAFFRANCHI BRESCIA
Il nuovo Brescia va a sbattere subito. La Cremonese è un bel muro. L’impresa del Rigamonti è particolarmente gusto-
sa: un derby risolto dal cucchiaio su rigore di un bresciano, Alberto Filippini, felice di prendersi i fischi per il gol della vittoria. Ritorno Gino Corioni non mette-
va piede al Rigamonti da un anno, anche allora per la «prima» di coppa. Altra storia, quel 5-0 facile facile contro L’Aquila. Questa Cremonese è un’altra cosa. «Abbiamo perso contro una squadra collaudata di Lega Pro che punta alla B, ma se il Brescia è questo siamo rovinati», taglia corto il presidente. Servono rinforzi: Malonga (Cesena) può prendere il posto di El Kaddouri (vicino al Parma), ma un solo ritocco non può bastare. Sensazioni Calori schiera la miglior formazione possibile. La Cremonese è sfrontata e alla mezz’ora passa con una spettacolare triangolazione Fietta-Le Noci-Fietta, conclusa da un tocco volante a mezz’area. Il Bre-
(1-1 al 90’, 2-2 al 120’) MARCATORI Babacar (Pa) su rigore al 27’, Benedetti (Pi) al 46’ p.t.; Cutolo (Pa) al 15’ p.t.s.; Suagher (Pi) al 9’ s.t.s. PADOVA (3-5-2) Pelizzoli 7; Legati 6, Piccioni 6, Trevisan 6; Rispoli 6,5 (dal 26’ s.t. Jelenic 6), Zé Eduardo 6, De Vitis 6,5, Galli 6, Franco 6; Babacar 7 (11’ s.t. Granoche 6), Farias 6 (11’ s.t. Cutolo 7). (Silvestri, Osuji, Nwankwo, Drame). All. Pea 6. PISA (3-5-2) Sepe 6,5; Suagher 6,5, Colombini 5, Sabato 6; Rizzo 6 (dal 36’ s.t. Tulli 6), Fondi 6 (dal 1’ p.t.s. Rozzio 6), Mingazzini 6,5, Favasuli 6,5, Benedetti 6,5; Barberis 6 (dal 17’ s.t. Buscé 6), Perez 6,5. (Pugliesi, Carroccio, Simoncini, Gatto). All. Pane 6. ARBITRO Palazzino di Ciampino 6. NOTE paganti 1.492, incasso di 8.541 euro. Espulso Colombini al 26’ p.t; nessun ammonito. Angoli 11-1.
scia fatica tremendamente a trovare sbocchi. Al gol subito reagisce di rabbia. I cross di Scaglia, i lanci di Budel sono le uniche armi di un primo tempo col brivido in coda: altra incursione di Mitrovic, esterno della rete. Cambio Eppure è proprio Mitrovic a uscire nella ripresa: dentro Picci. Calori cerca il guizzo, ma il ritmo è troppo blando per fare male alla Cremonese. E’ Caracciolo, Andrea, a prendersi la punizione dal limite e a trasformarla con un tiro deviato dalla barriera. Si va ai supplementari. La Cremonese al 9’ ripassa: Arcari sbaglia l’uscita su Filippini, che lo castiga dal dischetto con lo scavino. Picci cerca il rigore del pari, Manganiello lo espelle: simulazione e doppia ammonizione, come per Sales poco dopo. Alla fine il disco rosso è solo per un Brescia da lavori in corso. La Cremonese si prepara per Palermo. © RIPRODUZIONE RISERVATA
6-4 dopo i rigori
ANDREA MORETTO PADOVA
Ci vogliono due ore di battaglia, i supplementari, i rigori, le parate di Pelizzoli perché il Padova guadagni la qualificazione. Alla fine il pubblico applaude anche il Pisa, vicino all'impresa: fatali, oltre gli errori dal dischetto di Sabato e Tulli, soprattutto l'inferiorità numerica per un'ora e mezza. L'episodio chiave al 26', quando Galli pesca in area Babacar, che viene steso da Colombini: rigore ed espulsione del difensore, con Babacar che realizza con tanto di cucchiaio. Il pareggio è di Benedetti con un bel diagonale da fuori area. Le emozioni più grosse sono nei supplementari: segna Cutolo, pareggia Suagher dopo palo di Tulli. Poi i rigori. Alberto Filippini, 25 anni, esulta dopo il rigore FOTOLIVE
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Grosseto-Carpi 1-3
Crotone-Lanciano 3-2
Varese-Pontisola 2-1
Ascoli-Portogruaro 2-1 d.t.s.
Juve Stabia-Frosinone 3-0
Cittadella-Carrarese 2-0
Carpi show Il Grosseto è disorientato
Guizzo Eramo per il Crotone Lanciano stop
Ebagua segna ma viene contestato
Ascoli avanti con difficoltà Rabbia Porto
Juve Stabia: bastano 46’ Frosinone k.o.
Di Carmine e Di Roberto: il Cittadella va
MARCATORI Sforzini (G) al 1’ p.t.; Kabine (C) al 7’, De Bode (C) al 21’, Di Gaudio al 48’ s.t. GROSSETO (3-4-2-1) Bremec 5,5; Padella 6, Olivi 6, Barba 6,5; Antonazzo 5,5, Ronaldo 4, Obodo 5,5, Som s.v. (dal 13’ p.t. Asante 6); Quadrini 5,5 (dall’8’ s.t. Calderoni 5,5), Esposito 5,5 (dal 16’ s.t. Curiale 5,5); Sforzini 6,5. (Lanni, Iorio, Giovio, Celjak). All. Moriero 5,5. CARPI (4-4-2) Sportiello 6; Letizia 6, Lollini 6,5, De Bode 6, Fusaro 6,5; Concas 6, Perini 6,5, Obeng 5,5 (dall’11’ s.t. Potenza 6,5), Di Gaudio 7; Arma 6, Kabine 6,5 (dal 35’ s.t. Pasciuti s.v.). (Guerci, Sperotto, Gagliolo, Poli, Cortesi). All. Tacchini Cioffi 7. ARBITRO Gavillucci di Latina 5. NOTE paganti 632, incasso di 6.197 euro. Espulso Ronaldo al 7’ p.t.; ammoniti Perini, De Bode, Kabine, Olivi, Di Gaudio e Sforzini. Angoli 6 3.
MARCATORI Testardi (L) al 4’, Caetano (C) su rigore al 16’ p.t.; Ciano (C) all’11’, Falcone (L) al 12’, Eramo (C) al 48’ s.t. CROTONE (4-2-3-1) Concetti 6; Matute 6, Addae 6,5, Abruzzese 6,5, Migliore 6,5; Eramo 7, Galardo 6,5; Ciano 7, Caetano 6,5, De Giorgio 6 (dal 31’ s.t. Torromino 6,5); Pettinari 6 (dal 21’ s.t. Gabionetta 6). (De Luca, Correia, Checcucci, Ligi, Maiello). All. Drago 6,5. LANCIANO (4-3-3) Aridità 6; Aquilani 5,5, Amenta 6, Rosania 6, Mammarella 6; Paghera 6 (dal 19’ s.t. Minotti 6), Di Cecco 6, Volpe 6; Falcone 6 (dal 34’ s.t. Almici s.v.), Testardi 6 (dal 15’ s.t. Zeytulaev 6,5), Turchi 6,5. (Amabile, Scrosta, Hottor, Minotti, Marceta). All. Gautieri 6. ARBITRO Di Bello di Brindisi 6. NOTE paganti 1.870, incasso di 9.007 euro. Ammoniti Matute, Paghera, Galardo, Ciano, Concetti Mammarella e Abruzzese. Angoli 5 6.
MARCATORI Risi (P) al 23’ p.t.; Ebagua (V) al 28’, Lazaar (V) al 36’ s.t. VARESE (4-4-2) Bressan 6; Pucino 5,5, Rea 4, Carrieri 5,5, Grillo 5 (dal 1’ s.t. Kink 5,5); Zecchin 6 (dal 30’ s.t. Lazaar 7), Corti 6, Filipe 5,5, Nadarevic 5; Ebagua 7, Martinetti 5 (dall’11’ s.t. Momenté 5,5). (Milan, Damonte, Fiamozzi, Eusepi). All. Castori 6. PONTISOLA (4-3-1-2) Monguzzi 6; Caffi 6, Nicolosi 6,5, Vanoncini 6,5, Bottini 6,5; Ruggeri 6,5, Stucchi 6,5 (dal 30’ s.t. Bulla s.v.), Augello 6,5 (dal 40’ s.t. Traini s.v.); Crotti 6,5; Salandra 7, Risi 7 (dal 16’ s.t. Rossetti 6). (Riboli, Tonolini, Perico, Rota). All. Porrini 6,5. ARBITRO Borriello di Mantova 7. NOTE paganti 1.168, incasso di 9.868 euro. Ammoniti Pucino, Corti ed Ebagua. Angoli 5 1.
(1-1 al 90’) MARCATORI Corazza (P) al 18’,
MARCATORI Zito al 16’, Acosty al 23', Danilevicius al 46’ p.t. JUVE STABIA (4-4-2) Seculin 6; Baldanzeddu 6, Maury 6, Scognamiglio 6, Dicuonzo 6; Acosty 7 (dal 17' s.t. Erpen 6), Mezavilla 6, Jidayi 6,5, Zito 7 (dal 35' s.t. Improta s.v.); Bruno 6,5, Danilevicius 6,5 (dal 26' s.t. Agyei 6). (Nocchi, Ciampi, Figliomeni, Vinci). All. Braglia 6,5. FROSINONE (4-3-3) Vaccarecci 6; Catacchini 5,5, Bertoncini 5, Biasi 6, Vitale 5,5; Bottone 6 (dal 38' p.t. Crescenzi 5,5), Gori 5,5 (dal 22' s.t. Lamantia 5,5), Frara 6; Rogero 5,5 (dal 1' s.t. Aurelio 5,5), Ganci 5,5, Paganini 5,5. (Fiorini, Frabotta, Del Duca, Gucher, Aurelio). All. Stellone 5. ARBITRO Roca di Foggia 6. NOTE paganti 3.618, incasso di 26.441 euro. Ammoniti Scognamiglio e Biasi. Angoli 7 3.
MARCATORI Di Carmine al 9’, Di Roberto al 40’ s.t. CITTADELLA (3-4-3) Cordaz 6; Sosa 6, Coly 6,5, Pellizzer 6; Ciancio 6, Baselli 6,5, Schiavon 6,5, Biraghi 6,5 (dal 29’ s.t. De Vito s.v.); Bellazzini 6,5, Di Carmine 6,5 (dal 37’ s.t. Perna 6,5), Maah 6 (dal 22’ s.t. Di Roberto 6,5). (Pierobon, Vitofrancesco, Branzani, Gasparetto). All. Foscarini 6,5. CARRARESE (4-3-3) Piscitelli 6; Corticchia 5,5, Benassi 5,5, De Paola 5,5, Pedrelli 5,5; Corrent 6,5, Venitucci 6 (dal 34’ s.t. Belcastro s.v.), Juan Cruz 6; Orlandi 6 (dal 17’ s.t. Giovinco 6), Merini 5,5, Mancuso 5,5 (dal 30’ s.t. Margiotta s.v.). (Cicioni, Bregliano, Trocar, Lorenzini). All. Sabatini 6. ARBITRO Ostinelli di Como 5,5. NOTE paganti 686, incasso di 3.383 euro. Ammoniti Sosa, Benassi, Merini, De Paola e Pedrelli. Angoli 8 2.
GROSSETO Due gol di testa su
calcio d’angolo e un gol in contropiede condannano il Grosseto alla sconfitta e all’eliminazione contro un vivace Carpi. In un clima di contestazione per la retrocessione decisa dalla Disciplinare (il presidente Camilli non era allo stadio), i maremmani, passati in vantaggio dopo appena 52’’ con un piatto destro di Sforzini sul servizio di Antonazzo, hanno pagato la frettolosa espulsione del brasiliano Ronaldo dopo 7’, che ha costretto Moriero a cambiare modulo. I toscani, dopo una prima frazione senza emozioni, hanno finito per pagare psicologicamente le vicende giudiziarie, mentre la compagine emiliana nella ripresa è salita di tono, trovando i due gol su corner ed il terzo con Di Guadio, che ha scartato Bremec, uscito quasi a centrocampo per fermare il contropiede. Maurizio Caldarelli © RIPRODUZIONE RISERVATA
CROTONE Vince il Crotone all’ultimo assalto quando il Lanciano pregustava i supplementari. Il cross di Torromino è delizioso per il piattone destro di Eramo che batte Aridità in pieno recupero. Gli ospiti sono passati in vantaggio al 4’: punizione di Mammarella nel cuore dell’area e Testardi è il più lesto a mettere in rete con un preciso diagonale di testa. Al 15’ fallo di Aquilanti su De Giorgio in piena area. Il penalty è trasformato da Caetano. Nella ripresa all’11’ il vantaggio di Ciano che sfrutta magistralmente una punizione dal limite. Immediato il pareggio dei abruzzesi con Falcone lesto a sfruttare una deviazione di Concetti su tiro di Turchi. Nel finale il gol vittoria. Luigi Saporito © RIPRODUZIONE RISERVATA
VARESE Deve sudare tanto il Varese per battere il Pontisola (serie D) e passare il turno nella serata che fa scoppiare il caso Ebagua. L’attaccante, appena rientrato in biancorosso, è stato al centro di un’aspra contestazione da parte degli ultrà, che non hanno ancora digerito alcune sue dichiarazioni risalenti ai playoff per la B di due anni fa. Gli insulti non hanno però bloccato Ebagua che ha permesso al Varese di rimontare il gol di Risi (a segno dopo un errore di Rea) con il destro del pari. Dopo la rete, il nigeriano è corso verso i contestatori che hanno ritirato gli striscioni e lasciato lo stadio in segno di protesta. Neppure il bel colpo di testa di Lazaar, che ha consegnato la qualificazione, ha calmato gli animi e dopo la gara gli ultrà si sono portati fuori dagli spogliatoi per continuare a beccare Ebagua, che a fine partita ha chiesto scusa per aver mostrato il dito medio ai tifosi durante la partita. Pare però che il club gli abbia promesso la cessione a breve. Filippo Brusa © RIPRODUZIONE RISERVATA
Scalise (A) al 34’ s.t.; Soncin (A) su rigore al 12’ p.t.s. ASCOLI (3-5-2) Guarna 6; Ricci 6, Peccarisi 6, Faisca 6; Scalise 6,5, Capece 6 (dal 31’ s.t. Falconieri 6), Di Donato 6, Hanine 5 (dal 17’ s.t. Colomba 6,5), Pasqualini 6; Zaza 7 (dal 9’ s.t.s. Fossati s.v.), Soncin 6. (Maurantonio, Prestia, Giallombardo, Gragnoli). All. Silva 6. PORTOGRUARO (4-3-1-2) Bavena 7,5; Pisani 6, Blondett 5,5, Moracci 6, Pondaco 6; Coppola 6, Martinelli 6 (dal 25' s.t. Herzan 6), Salzano 6; Cunico 6,5 (dal 32' s.t. Rolandone 6); Della Rocca 5,5 (dal 32' s.t. De Sena 5,5), Corazza 6. (Busatto, Franzoso, Magrassi, Zampano). All. Madonna 6. ARBITRO Abbattista di Molfetta 5,5. NOTE paganti 1.772, incasso di 11.913,50 euro. Espulsi Blondett al 10’ p.t.s. e il tecnico Madonna al 12' s.t.s.; ammonito Peccarisi. Angoli 13 6. ASCOLI PICENO L’Ascoli supera il Portogruaro solo dopo i tempi supplementari. Sono proprio gli uomini di Madonna a passare al 18’ della ripresa su azione di contropiede: Coppola colpisce il palo e Corazza, ben appostato, è rapido a ribadire in rete. L’Ascoli reagisce: Zaza cerca il pareggio in tutti i modi, ma non riesce a superare il portiere avversario Bavena. Ci riesce Scalise, al 34’, servito da Pasqualini. Falconieri insacca anche la rete del vantaggio, ma l’esordiente Abbattista annulla. Si va così ai tempi supplementari. A trovare il gol della vittoria è l’Ascoli, con Soncin, su calcio di rigore. Il Portogruaro, da parte sua, recrimina per un mani in area di Ricci, giudicato involontario.
CASTELLAMMARE DI STABIA (Na)
Cin cin di Coppa Italia per la Juve Stabia che stende il Frosinone e si guadagna l’affascinante passerella con la Sampdoria. I gialloblù, già in forma campionato, chiudono la pratica nel primo tempo. Dopo un palo di Bruno (12’) è Zito a portare in vantaggio i suoi al 16’ dopo un contropiede da manuale sull’asse Jidayi Danilevicius. Il raddoppio arriva 7’ più tardi con un sinistro dal limite di Acosty, leggermente deviato da Gori. I ciociari si mostrano incapaci di reagire e i padroni di casa calano il tris già nel recupero del primo tempo con il lituano Danilevicius, pronto ad insaccare di piatto un assist di Zito dalla sinistra. Nella ripresa la Juve Stabia si limita a controllare gli avversari, che si rendono per la prima volta pericolosi al 9’ con un colpo di testa di Paganini deviato da Seculin in angolo.
CITTADELLA (Pd) Un buon
Cittadella supera la Carrarese che raramente si è vista dalle parti di Cordaz. La squadra di Foscarini approda al terzo turno dove troverà la Ternana che sabato ha vinto 2 0 contro il Trapani. Gara subito nelle mani dei padroni di casa, intraprendenti soprattutto sugli esterni, dove un ispirato Maah e in particolar modo Bellazzini impegnano in più occasioni i difensori toscani. Dopo un primo tempo che regala poche emozioni — l’occasione migliore capita agli ospiti sui piedi di Orlandi, che però calcia sul fondo — nella ripresa il Cittadella diventa più incisivo trovando la via del gol. I padroni di casa passano al 9’ con un gran diagonale di Di Carmine, e raddoppiano al 40’ con il tocco di testa di Di Roberto (in partenza per Sassuolo?) da due passi. Una traversa per la Carrarese, un palo per il Cittadella nel computo delle occasioni.
Danilo Dionisi
Gianpaolo Esposito
Simone Prai
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LA GAZZETTA DELLO SPORT
LUNEDÌ 13 AGOSTO 2012
MOTO L’INTERVISTA
Biaggi senza freni «Perdere Rossi è una bella botta per la Ducati» «Vale ha fortuna, non ci sarà più Stoner! Io meglio di Phelps se centro il sesto titolo» PAOLO GOZZI
Max Biaggi sta preparando in spiaggia la volata che può valere il Mondiale Superbike. Nel mirino del pilota più longevo della moto c’è il sesto titolo di una carriera cominciata nel 1988. I piloti che batteva nel 1994, primo iride in 250, ora fanno le gare revival, Max invece è ancora sulla breccia, con la stessa Aprilia cui può regalare la 50ª corona. A dieci giorni dalla battaglia di Russia sull’inedito circuito di Mosca, Biaggi parla di tutto e di tutti. Di Valentino Rossi, della MotoGP, del rinnovo che ancora non arriva, del braccio di ferro con Marco Melandri.
«
Non mi ritiro se vinco il Mondiale Sulla rossa? Mai L’obiettivo è restare in Aprilia SUL FUTURO 41 ANNI E NON SENTIRLI
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In crisi con Eleonora? Fosse vero le riviste mi toglierebbero la pelle di dosso SUL GOSSIP È SPOSATO CON LA PEDRON
Jorge è uno dei più forti in MotoGP. Forse il più forte». Rossi può tornare grande?
«Non ne ho idea. Però è fortunato perché il prossimo anno mancherà Casey Stoner. Si è tolto un brutto pensiero ancor prima di cominciare». Rossi guiderà la Yamaha nel 2013. Alla Ducati che cosa succederà?
«Hanno preso una bella botta. Dovranno ripartire da zero». La Ducati deve rifondare in MotoGP e in Superbike lancerà un nuovo modello affidandosi (salvo sorprese…) a team privati. Biaggi sull’ambiziosa Panigale farebbe comodo.
«Rispondo semplicemente: la Ducati non è assolutamente nei miei piani. Se continuerò a correre con una marca italiana, sarà l’Aprilia».
Partiamo da Rossi, che ha lasciato la Ducati per tornare alla Yamaha.
«È brutto quando un campione cade a terra. Non so cosa gli riserverà il futuro. A Rossi non posso che fare i migliori auguri».
Il prossimo anno avrà 42 anni: mai balenata l’idea di smettere da vincente?
«Non ho pensato di smettere per un secondo. Andrò avanti, è una certezza assoluta». Biaggi che a 41 anni è leader del Mondiale dalla prima gara significa che i giovani devono farsi delle domande?
Lei è amico di Jorge Lorenzo. Come ha preso il ritorno di Rossi?
«Io lavoro sodo tutti i giorni, non mi risparmio. Alla mia età è tutto più difficile, ma io metto in pista sacrificio, devozione e lo stesso entusiasmo del primo giorno».
«Mi ha rivelato che sarebbe stato il suo nuovo compagno parecchie settimane fa». Le ha confessato se ha timori?
Il contratto con l’Aprilia scade a fine stagione il rinnovo ancora non c’è. A che punto siete?
«Non ha fatto alcun commento. In questo momento
2012
Max Biaggi, 41 anni, ha vinto quattro Mondiali 250 (1994-95-96-97) e uno Superbike nel 2010 ALEX PHOTO
«Mi piacerebbe finire la carriera con loro. È la priorità per la stima reciproca e l’affetto che mi legano a questa Casa. Quattro Mondiali vinti insieme non si dimenticano. Ma ci sono molte variabili in gioco». L’Aprilia ha chiesto una riduzione dell’ingaggio. È questo il problema?
«L’aspetto economico non è di sicuro quello più importante». Al Mugello è tornato nel paddock MotoGP dopo sette anni. Non solo per salutare Lorenzo ma anche per fiutare l’aria che tira. Biaggi contro Rossi farebbe scalpore. È vero che ha sul tavolo due offerte?
«Certe cose devono restare segrete. Come il voto». Parliamo di gossip. Due siti web hanno scritto che il rapporto tra lei ed Eleonora Pedron (showgirl ex Miss Italia) starebbe vacillando. È vero?
2011
Leader iridato Biaggi (Aprilia) comanda la Superbike con 274 punti grazie a 4 vittorie CANONERO
Capirossi in sella. Ma per un giorno Il 27 a Brno proverà Honda e Yamaha
Domenica il Motomondiale a Indy Sarà la prima di Valentino da...ex
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Dopo le tre settimane di pausa, domenica torna il Motomondiale con Valentino Rossi che si presenta ormai da separato in casa dalla Ducati dopo l’ufficializzazione del divorzio venerdì 10. Si correrà a Indianapolis e ci saranno anche Moto2 e Moto3 che sono ferme dal 15 luglio (GP d’Italia). Del circuito ovale la moto utilizza il rettilineo d’arrivo e parte della seconda curva sopraelevata, mentre il resto del tracciato è ricavato nella zona interna. Per
«Nelle corse non c’è niente di scontato, specie in Superbike dove le variabili in gioco sono tantissime e il livello di moto e avversari molto alto. Adesso la classifica è questa, tra un mese chi può dirlo?».
Hanno pesato anche gli errori che la squadra ha commesso in qualifica sia a Brno che Silverstone. Sfortuna o c’è qualcosa da rivedere?
«Siamo essere umani. La sfortuna c’entra, ma anche l’inesperienza: non dimenticate che io e questa squadra siamo insieme da pochi mesi». All’Olimpiade di Londra chi l’ha impressionata?
«Usain Bolt, lui è il top della velocità. Come si fa a non fare il suo nome?». Il sesto titolo di Biaggi sarebbe come le 22 medaglie del fenomeno Michael Phelps?
La Bmw di Melandri ora è superiore all’Aprilia. Avete margine per tornare davanti?
«E no! Il sesto titolo varrebbe molto di più. Lui è ancora giovanissimo, io ho quasi 42 anni!».
«La Bmw ci ha preso un po’ in
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Arriva il Mondiale Biaggi vince 10 GP e diventa il primo italiano a conquistare il titolo Superbike ALEX PHOTO
SI RIPARTE LA GARA DELLA MOTOGP ALLE 20
ruolo di collaudatore della rossa. La realtà, invece, è ben diversa: Loris, che ha smesso di correre a fine 2011, ha chiesto a Honda e Yamaha di provare le loro moto, come avrebbe dovuto fare a Valencia alla fine del Mondiale, prova poi cancellata per la tragedia di Marco Simoncelli a Sepang. L’operazione questa volta dovrebbe invece andare in porto il 27 agosto a Brno, il lunedì dopo la gara.
Due gare fa aveva 55 punti su Melandri, ora solo 10,5 con 200 ancora in palio. Che cosa succede?
contropiede. L’Aprilia non dimentichi che, per vincere, non può smettere di progredire».
2010
Numero 1 Era sul cupolino l’anno scorso, stagione chiusa al terzo posto con due vittorie ALEX PHOTO
TEST LORIS PREPARA LA TUTA
La foto che ha pubblicato su Twitter, dove indossa una tuta bianca su cui campeggia una enorme C rossa, ha scatenato immediatamente una serie di illazioni: «La nuova tuta è già pronta, tra qualche settimana proverò una MotoGP... Non vedo l’ora». Questa la frase di Loris Capirossi (che ieri festeggiava i 10 anni di matrimonio con Ingrid, auguri) ha fatto immaginare ai tifosi un suo possibile ritorno in sella alla Ducati, magari nel
«Non capisco da dove sia uscita fuori, forse qualche giornalista vive a casa mia e io non mi sono accorto. Ora sono in vacanza con Eleonora e i bimbi. Dico solo una cosa: vivo da vent’anni nel mirino delle riviste di gossip, se fossi davvero in crisi con Eleonora mi avrebbero spellato. Non è una notizia che sarebbe uscita su un sito web che nessuno conosce».
la differenza di fuso orario ( 6 ore rispetto all’Italia), prove e gare si disputeranno nei seguenti orari. Venerdì libere dalle 15.15 alle 21.55 con la MotoGP in pista alle 16.10 e 20.10. Sabato le qualifiche: alle 19 la Moto3, alle 20 la MotoGP e alle 21.10 la Moto2. Domenica alle 17 gara Moto3 (23 giri, 96,968 km), alle 18.20 gara Moto2 (26 giri, 109,616 km) e alle 20 MotoGP (28 giri, 118,048 km). Prove e gare saranno trasmesse in diretta su Italia 2 e Italia 1.
Taccuino SPEEDWAY
CROSS AMERICANO
La prima di Lindback
Domina Dungey
(i.m.) Antonio Lindback ha trionfato nel GP d’Italia, 8a prova del Mondiale speedway, che si è di sputata ieri a Terenzano (Udine). Lo svedese ha preceduto il russo Emil Sayfutdinov e il leader del campionato l’americano Greg Han cock che, con 111 punti, allunga su Nick Pedersen (Dan, 101) finito set timo. Il nostro Nicholas Covatti ha chiuso 15o. Per Lindback, 27 anni, che è di origini brasiliane e guida il motore italiano Gm, si tratta del pri mo successo in un GP iridato. Il 25 si corre a Cardiff (GB) .
(m.z.) Ryan Dungey, pilota uf ficiale della Ktm ha trionfato nella nona prova del campionato norda mericano di cross, centrando la settima vittoria nella classe 450. Il pilota statunitense ha così portato a 95 i punti di vantaggio sull’insegui tore, Mike Alessi (Suzuki), che è ter minato secondo davanti a Broc Ti ckle (Kawasaki). Nella classe 250 affermazione del leader Blake Bag gett (Kawasaki) che è riuscito a prevalere su Eli Tomac (Honda) e sugli ex iridati della Ktm Ken Roc zen e Marvin Musquin.
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LA GAZZETTA DELLO SPORT
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TUTTENOTIZIE & RISULTATI Ciclismo ULTIMA TAPPA DELL’ENECO TOUR: VINCE IL VENETO, BRILLA PURE CONTADOR
Ballan si esalta nelle sue Fiandre «Ora rivoglio la maglia azzurra» CLAUDIO GHISALBERTI
Grande colpo di Alessandro Ballan in Belgio. La vittoria nella Maldegem-Geraardsbergen, 7ª e ultima tappa dell’Eneco Tour — con un finale che con Tenbosse, Einkenmolen e tre passaggi sul Muro di Grammont assomigliava al Fiandre — vale triplo. Varrebbe già doppio perché quello dell’ex iridato è un successo annunciato. Lunedì, alla partenza della corsa, ci aveva dichiarato: «Voglio vincere la tappa di domenica. Quello è il mio percorso e io ho voglia di tornare a essere il Ballan del 2007, quello che volava sulle pietre». E che, appunto, in quella stagione vinse il Fiandre. Il valore aggiunto di questo trionfo è legato ai numeri. Nel 2012, in 114 giorni di corsa del calendario World Tour, tra gare a tappe e classiche, i corridori italiani prima di ieri avevano vinto solo 10 volte (di cui 7 in Italia), cioè meno del 9%. Ieri, sul terzo passaggio sul Muur, Ballan ha scaricato tutta la sua potenza. «L’ho preso a tutta, volevo spianarlo. In cima
ero solo, ma al traguardo mancavano 5 km. Ho visto che stava rientrando Boom, l’ho aspettato e ho preso fiato. Siamo andati subito d’accordo. L’arrivo era in salita sulle pietre, ai 150 metri l’ho saltato via». L’olandese si è così accontentato del 2˚ posto e della vittoria nella generale. Nuovi orizzonti Il successo, con
dedica alla figlia più piccola, Azzurra (« sabato ha compiuto 4 anni e volevo farle un rega-
lo»), apre nuovi orizzonti al 32enne veneto della Bmc. «Ora posso andare alla Vuelta (sabato il via da Pamplona, ndr) con più serenità. Questa vittoria è un bel biglietto da visita. Il mio obiettivo in Spagna è vincere una bella tappa mista e arrivare a Madrid in grande condizione perché rivoglio la maglia azzurra. Il percorso del Mondiale mi piace». Qualcuno a questo punto si potrebbe chiedere: «Ma Ballan non è coinvolto nell’inchiesta di Mantova?». Sì, asLa vittoria di Alessandro Ballan, 32 anni BETTINI
sieme a un’altra trentina di persone, ma finora la giustizia sportiva non ha preso provvedimenti a riguardo. E pure quella ordinaria è ben lontana dall’arrivare a una conclusione. A questo proposito, Renato Di Rocco, presidente della Federciclo, prima della partenza per Londra era stato chiaro: «Maglia azzurra vietata solo agli atleti sanzionati». E Alessandro non lo è. Tornando alla tappa di ieri, nella quale hanno brillato anche Marcato e Ulissi (5˚ e 6˚), grande impressione ha destato anche Alberto Contador che mai in carriera aveva affrontato percorsi di questo genere. Lo spagnolo ha chiuso 8,˚ a 6" da Ballan, lanciando un altro segnale importante in vista della Vuelta. «Alberto è un fuoriclasse, può far bene anche al Fiandre», ha concluso Ballan. Arrivo: 1. Alessandro BALLAN (Bmc) 184 km in 4.54’16", media 37,516; 2. Boom (Ola) a 2"; 3. Ventoso (Spa) a 6"; 4. Nuyens (Bel); 5. Marcato; 6. Ulissi; 8. Contador (Spa). Classifica finale: 1. Lars BOOM (Ola, Rabobank); 2. Chavanel (Fra) a 26"; 3. Terpstra (Ola) a 49"; 4. Contador (Spa) a 55"; 14. Nizzolo a 1’37". © RIPRODUZIONE RISERVATA
Ippica A MONS IN BELGIO
Golf NELLO US PGA
Baseball FINALE SCUDETTO. LA SERIE SI SPOSTA A RIMINI
Rapide allarga Ready lo infilza
McIlroy vince e torna numero 1
Fuoricampo di Ramos San Marino vola 2-0
Ready vince a Mons, in 2˚ piano il driver di Rapide, battuto FORNI
A Mons (Belgio) Ready Cash (F. Nivard) ringrazia Rapide Lebel e porta a casa in un ottimo 1.10.4 sui 2300 metri il GP de Wallonie. Il vincitore degli ultimi due Amérique ha infatti approfittato in retta del clamoroso allargamento del rivale, che ha concluso vicino allo steccato del parterre facendosi infilare dall’avversario. Terzo posto a Perlando. Già a Enghien, nel Prix de Washington, Rapide aveva allargato allo stesso modo, restando comunque davanti a tutti in 1.09.4 sul miglio. EXCELEBRATION OK A Deauville l’ex italiano Excelebration (Soumillon) ha vinto il Prix Le Marois (gr 1 m 1600) davanti a Cityscape ed Elusive Kate montata da Lanfranco Dettori.
Rory McIlroy ha vinto il 94˚ US PGA Championship, quarto e ultimo major stagionale, che si è svolto all'Ocean Course del Kiawah Island Golf Resort, a Kiawah Island nel South Carolina. Per il golfista nordirlandese, 23 anni, è il secondo successo in un major dopo lo Us Open dello scorso anno. McIlroy, che ha chiuso il torneo con 275 colpi (13 sotto il par), con questo successo torna numero 1 del mondo scavalcando l'inglese Luke Donald. Alle sue spalle si è piazzato l'inglese David Lynn. Solo 11˚ lo statunitense Tiger Woods. Francesco Molinari ha chiuso al 54˚ posto.
Rory McIlroy, 23 anni REUTERS
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SAN MARINO Basta un giro di mazza di Jairo Ramos al San Marino per andare a Rimini con mezzo scudetto in tasca. Gara-2 della finale per il titolo si è infatti risolta con un fuoricampo del mancino italovenezuelano che, con Duran in base (valida), al 1˚ inning ha spedito nella notte una palla esterna rimasta alta ad Enorbel Marquez. I romagnoli hanno provato a rientrare in partita, ma hanno trovato sulla loro strada il miglior Cooper della stagione. Contro Granados, invece, i Pirati hanno gettato al vento al sesto la più clamorosa occasione della partita: con due uomini in base ed un solo out, Persichina batte valido a destra; Santora trova il semaforo rosso in terza; non se ne accorge Maza, che supera la seconda base e prosegue la corsa, finendo per essere eliminato. La strada per il dodicesimo scudetto di Rimini diventa in salita, ma Catanoso non si arrende: «Proviamo a vincere giovedì, poi giochiamo una partita alla volta». Maurizio Caldarelli
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Atletica MIGLIANICO (m.m.) A Miglianico (Ch) nella 42a Miglianico Tour di 19 km vince Laura Giordano, che ripete il successo 2010. Nella gara maschile vince il keniano Tiongik. Uomini: 1. Tiongik (Ken) 54’02”, 2. Jaouad (Mar) 54’25”, 3. Kemei (Ken) 54’26”, 4. Tonui (Ken) 55’16”, 5. Marhnaoui (Mar) 56’07”, 6. D’ONOFRIO 56’19”, 7˚ RUTIGLIANO 58’02”. Donne: 1. GIORDANO 1.04’11”, 2. Samiri 1.05’40”, 3. MANCINI 1.07’11“.
Baseball Maestri in Giappone subito vincente Storico debutto e subito una grande prestazione per Alessandro Maestri nella Nippon Professional Baseball, la lega professionistica giapponese. Gli Orix Buffaloes lo hanno schierato come partente, ieri contro i Chiba Lotte Marines, una delle squadre più prestigiose della Lega. E il lanciatore azzurro ha subito impressionato: restando sul monte per 6.1 riprese, concedendo solo un punto agli avversari. La gara è finita 5-1 e Maestri è risultato lanciatore vincente. COPPA ITALIA (m.c.) Saranno Nettuno e Bologna a giocarsi nel prossimo weekend il secondo posto per le eliminatorie di Coppa Campioni. I laziali, che ospiteranno la semifinale di Coppa Italia, hanno chiuso in due gare con Grosseto, chiudendo al tie-break, mentre Bologna ha piegato Parma solo alla bella, con un fuoricampo da tre punti di De Donno. Coppa Italia, 2a fase, 1˚ turno: Danesi Nettuno-Montepaschi Grosseto 8-3, 5-4 (11˚); Unipol Bologna-Cariparma 2-1, 1-2, 4-0.
Basket Nazionale a Sassari Mercoledì l’esordio La Nazionale ha raggiunto ieri Sassari, dove mercoledì alle 20.30 giocherà contro il Portogallo la prima gara di qualificazione agli Europei del 2013. «Se vogliamo qualificarci dobbiamo in tutti i modi vincere la prima partita in casa. Loro hanno fatto bene nelle amichevoli ma noi, oltre alle nostre qualità sul campo, dobbiamo cercare di far valere anche il fattore campo», ha detto il c.t. Simone Pianigiani. I biglietti delle due gare del Pala Serradimigni (l’altra il 21 agosto con la Turchia) sono acquistabili su www.bestticket.it. AZZURRINI La Nazionale Under 18 di Andrea Capobianco comincia stasera la seconda fase degli Europei, dopo aver chiuso al secondo posto il girone della prima fase. L’Italia è stata inserita nel gruppo con Serbia (avversaria stasera), Spagna (domani) e Ucraina (mercoledì) che gioca alla Siemens Arena di Vilnius. MERCATO Roma ha ufficializzato l’annunciato ingaggio dell’ala-pivot polacca Olek Czyz, 22 anni, 204 cm. Doppio annuncio ad Avellino: oltre al lungo comunitario Ebi Ere, il cui accordo era stato annunciato dall’agenzia, è ufficiale anche l’ala serba Nikola Dragovic, 25 anni, 206 cm, dal 2010 a San Pietroburgo,
Ciclismo EUROPEI SU STRADA Agli Europei su strada di Goes (Ola), medaglia d’argento per la juniores Anna Zita Maria Stricker. La tricolore è stata battuta in volata dall’iridata britannica Lucy Garner, bronzo all’olandese Kirsten Koppens. Tra gli under 23, vittoria dello sloveno Jan Tratnik, davanti al lettone Andriz Flaksis e all’olandese Wouter Wippert. Nicola Ruffoni 5˚ e Niccolò Bonifazio 9˚.
Jairo Ramos, 41 anni MOROLLI/FIBS T&A SAN MARINO-RIMINI 2-0 RIMINI: Santora 6 (1/3), Maza 5 (1/3), Persichina 4 (1/3), Chiarini 9 (0/4), De Biase bd (1/4), Angrisano 2 (0/3), Suardi 7 (0/3), Spinelli 3 (0/3), Crociati 8 (1/3). S.MARINO: Bittar 6 (0/4), Avagnina 7 (2/4), Duran 8 (1/3), Ramos bd (1/3), Mazzuca 5 (0/2), Chapelli 9 (0/3), Imperiali 4 (2/3), Pantaleoni 5 (0/2), Reginato 2 (0/3). PUNTI: Rimini 000.000.000: 0 (5bv-0e); S.Marino 200.000.00x: 2 (6-1). LANCIATORI: Marquez (p.) 7rl-5so-1bb-6so, Pezzullo 1-1-0-0; Cooper (v.) 5.1-4-2-4, Granados 2.2-2-1-1, Da Silva (s.) 1-1-0-0. Fuoricampo: Ramos Gizzi (2p. al 1˚). Finale scudetto: S.Marino-Rimini 2-0 (8-5, 2-0). Gara3, gara4 ed gara5 da giovedì 16 a sabato 18/8 a Rimini; ev.gara6 e gara 7 venerdì 24 e sabato 25 agosto.
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Hockey ghiaccio VALPELLICE (m.l.) Il Valpellice ha ingaggiato il 33enne difensore statunitense Nick Anderson (ex Pontebba) e il 33enne attaccante oriundo Nate Di Casmirro (ex Bolzano e Val Pusteria).
Ippica OGGI MODENA QUINTE’ (ore 22.30, inizio 20.55). Stasera una volata per 16. Indichiamo Olimpic Kosmos (4), Osmaro Si (11), Orlof Starlight (15), Orizzonte Trio (16), Ofelia Jet (6), Olinesia (13). ANCHE Gal.: Corridonia (21.10). Tr.: Garigliano (20.35), Follonica (20.50).
Pallavolo A REGGIO EMILIA (f.c.) La Volley Tricolore Reggio Emilia ha ufficializzato il 27enne schiacciatore ucraino Andrii Diachkov, che ha avuto trascorsi in A-1 a Forlì, Modena e Latina. L’ingaggio di Dia-
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Testata registrata presso il tribunale di Milano n. 419 dell’1 settembre 1948 ISSN 1120-5067 CERTIFICATO ADS N. 7335 DEL 14-12-2011
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chkov, che salterà le prime gare di campionato in quanto il tesseramento è avvenuto oltre il termine previsto del 19 luglio, è avvenuto a seguito della rescissione consensuale del contratto con il martello hawaiiano Brad Lawson. MERCATO A-2 DONNE (f.c.) Casalmaggiore ha definito l’ingaggio della centrale 26enne Vittoria Repice, lo scorso anno nelle file del Mercato San Severino. Sala Consilina si è assicurata la 24enne schiacciatrice toscana Alice Lo Cascio.
Rugby Ghizzoni al rally travolge tre persone Serafino Ghizzoni, 57enne ex ala-estremo di L’Aquila e dell’Italia (60 caps tra il 1977 e il 1987) ieri è stato protagonista di un incidente nella cronoscalata «Svolte di Popoli» (Pescara): alla guida di una Honda Civic è finito fuori strada travolgendo un carabiniere, un commissario di percorso e uno spettatore. Il militare, G.P., di 42 anni, ha avuto le conseguenze peggiori: è stato operato alle gambe all’ospedale di Popoli. Ghizzoni è stato il primo a soccorrerlo, inserendogli un pezzo di legno in bocca per aiutarlo a respirare.
Sci nautico CLASSICHE (m.l.) Questi gli azzurrini convocati per gli Europei U14 e U17 discipline classiche (slalom, figure, salto e combinata) i a Maurik (Ola) dal 22 al 26 agosto. Under 14. Ragazzi: Bisetty, Grassi, Marenzi. Ragazze: Pirri. Under 17. Ragazzi: B. Caruso, E. Berio, A. Bagnoli, G. Pajni.
Softball CASERTA VA (m.c.) È il Caserta la 2a finalista, onore al Bologna che l’ha portata alla bella. Semifinale, gara 4. Caserta-Bologna 4-5 (8˚). Punti. Bologna 000.100.31: 5 (8bv-0e); Caserta 210.010.00: 4 (8-3). Lanc.: v. Gomez, p. Natti. Hr: Rolla (2p. al 1˚), Yacey (3p. al 7˚). Gara 5. Caserta-Bologna 8-1 (6˚). Punti. Bologna 100.000: 1 (3-1); Caserta 000.035: 8 (10-1). Lanc.: v. Selden, p. Gomez. Hr: Fiorio (3p. al 5˚), Wiginton (4p. al 6˚). Situazione: Caserta-Bologna 3-2 (13-2 al 5˚, 3-4, 7-1, 4-5 all'8˚, 8-1 al 6˚), La Loggia-Bollate 0-3 (1-2, 0-11 al 4˚, 0-8).Finale (1-8 ed ev. 9 settembre): Caserta-Bollate.
Tennis Toronto, sfida Djokovic-Gasquet Nole Djokovic ha battuto nettamente 6-4 6-1 il connazionale Janko Tipsarevic, qualificandosi per la finale del Masters 1000 di Toronto, che ha aperto la stagione sul cemento nordamericano in attesa degli US Open. Avversario all’ultimo atto il francese Richard Gasquet, che in semifinale ha battuto lo statunitense John Isner 7-6 (3) 6-3. A Toronto (Can, 3.218.700 $, cemento) uomini semifinali: Gasquet (Fra) b. Isner (Usa) 7-6 (3) 6-3, Djokovic (Ser) b. Tipsarevic (Ser) 6-4 6-1. FOGNINI AVANZA Fabio Fognini ha superato il 1˚ turno del tabellone di qualificazione del Masters 1000 sul cemento americano di Cincinnati, battendo il canadese Vasek Pospisil per 6-4 7-6 (5). C’è il francese Jeremy Chardy tra lui e il tabellone principale, a cui è invece ammesso direttamente Andreas Seppi, che al 1˚ turno troverà l’olandese Robin Haase.
Montreal, Vinci esce Na Li va in finale Roberta Vinci si è fermata nei quarti della «Rogers Cup» sul cemento di Montreal, cedendo 6-2 6-2 alla ceca Lucie Safarova, più riposata per aver giocato venerdì il match precedente. Roberta Vinci aveva invece battuto poche ore prima la tedesca Angelique Kerber in due set in un’ora e mezza di gioco. Safarova è stata poi battuta in semifinale dalla cinese Na Li, che ha così conquistato la finale. A Montreal (Can, 2.168.400 $, cemento) donne quarti: Safarova (R.Cec) b. VINCI 6-2 6-2, Na Li (Cina) b. Radwanska (Pol) 6-2 6-1, Kvitova (R.Cec) b. Paszek (Aut) 6-3 6-2 (7), Wozniacki (Dan) b. Wozniak (Can) 6-4 6-4. Semifinali: Na Li (Cina) b. Safarova (R.Cec) 3-6 6-3 7-5 .
Vela MONDIALE (r.ra.) Doppietta italiana al Mondiale Orc di Helsinki (135 scafi di 12 paesi): Enfant Terrible di Alberto Rossi (che bissa il successo 2011) e Scugnizza di Enzo De Blasio vincono il titolo nelle loro classi. Completa il successo azzurro il bronzo di Airis di Roberto Monti.
COLLATERALI *con Magic Manager e 11,19 - con Mag c+3 Card 2012 e 21,19 - con Tessera Mediaset Premium e 14,19 - con dvd Buon Compleanno Sic e 11.19 - con Soldatini d’Italia N. 62 e 11,19 - con Paperin k N. 28 e 11,19 - Capolavori delle grandi civiltà N. 25 e 11,19 - con Holly e Benji N. 24 e 11,19 - con War Movies N. 22 e 11,19 - con Alberto Sordi N. 33 e 11,19 - con Aerei Collection N. 18 e 14,19 - con Grande Alp nismo N. 15 e 12,19 - con Calciatori Panini La Raccolta Completa N. 15 e 6,19 - con la Grande Storia del Giro N. 13 e 8,19 - con Lup n N. 14 e 11,19 - con Grandi Club Raggi X N. 10 e 4,19 - con T-shirt Inv ncibili e 16,19 - con Le Stelle della NBA N. 8 e 6,19 - con Ferrari Rac ng N. 32 e 14,19 - con Libro Mond ale più bello e 14,19 con Adesso Fai da te N. 6 e 4,19 - con Spider-Man N. 6 e 11,19 - con Max e 3,50 PROMOZIONI Non vendibili separatamente nella provincia di Reggio Emilia (con esclusione di Sassuolo): La Gazzetta dello Sport e 1,00 + La Notizia Giornale di Reggio e 0,20. ARRETRATI Richiedeteli al vostro edicolante oppure ad A.S.E. Agenzia Servizi Editoriali - Tel. 02.99049970 - c/c p. n. 36248201. Il costo di un arretrato è pari al doppio del prezzo di copertina per l’Italia; il triplo per l’estero.
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LA GAZZETTA DELLO SPORT
LUNEDÌ 13 AGOSTO 2012
ALTRI MONDI
Il fatto del giorno
_aeroporti in tilt
DI GIORGIO DELL'ARTI gda@gazzetta.it
Chi aveva il volo Wind Jet perché paga due volte? I passeggeri ospitati dalle altre compagnie, ma non gratis: la low cost siciliana è quasi fallita e non le rimborserebbe. Caos e polemiche Abbiamo imparato una parola nuova, “riprotezione”. Significa questo: tu hai comprato un biglietto aereo per andare nella città X e il volo invece non parte. In questo caso hai diritto a essere “riprotetto”, cioè la compagnia è obbligata a metterti su un altro volo e a farti arrivare a destinazione senza ulteriori esborsi. Come mai questa parola è venuta d’attualità? Perché Wind Jet, piccola compagnia aerea di Antonino Pulvirenti, che i lettori di “Gazzetta” conoscono soprattutto come bravo presidente del Catania, ha cessato l’attività alla mezzanotte di sabato, parecchie migliaia di passeggeri sono rimaste a terra: ieri sera ad esempio è finita l’agonia di 200 israeliani che dopo più di 24 ore a Fiumicino sono ripartiti per Tel Aviv su un volo allestito ad hoc dalla Mistral. E da qui a ottobre ci sono 300 mila persone che hanno comprato un volo di cui non potranno usufruire.
1Dov’è il problema? A parte qualche fastidio logistico, hanno diritto alla riprotezione.
In teoria sì, in pratica no. È la stessa compagnia che deve riproteggere. Ma se la compagnia fallisce (come probabilmente accadrà)? Lei sa che cos’è un fallimento, vero?
2 Ne abbiamo parlato qualche volta. Protezione dei creditori, eccetera.
Cioè la compagnia fallisce quando non è più in grado di pagare i fornitori. Gli ultimi giorni di Wind Jet sono tipici: gli irlandesi gli hanno sequestrato un po’ di aerei che Pulvi-
LA SOCIETÀ HA UN BUCO ENORME, CENTINAIA DI LAVORATORI ORA SONO A RISCHIO
D’ARCO
renti aveva in leasing, i petrolieri non gli danno più il carburante perché non vogliono ingrossare il loro credito. I passeggeri rimasti a terra, nel caso si apra la procedura fallimentare, dovranno iscriversi nella lista dei creditori e il curatore nominato dal tribunale li escluderà sicuramente da ogni rimborso: devono avere troppo poco e i curatori tagliano in genere d’autorità i crediti del 60-70%. Uno dei soggetti della procedura fallimentare è il comitato dei creditori: i passeggeri, al loro interno, non avranno di sicuro nessuna voce in capitolo in questo organismo. La questione sarà tutta nelle mani dei padroni degli aerei, delle compagnie petrolifere, dei rappresentanti dei diritti aeroportuali eccetera. Crediti grossi, che valgono centinaia di migliaia di euro. In questo momento, la riprotezione per chi vuole raggiungere una meta nazionale vale 80 euro, compreso tutto. Per l’estero, per esempio Mosca, anche 250 euro. Non è cioè una vera riprotezione, perché il passeggero deve pagare di nuovo e non ha speranze sul vecchio esborso. D’altra parte di questi soccorsi si fanno carico altre compagnie, e non si vede perché dovrebbero intervenire gratis. Le associazioni dei consumatori gridano che deve pagare tutto l’Enac o il governo
e annunciano gigantesche class action.
3 I sindacati? Il curatore di un fallimento non ha alcun interesse alla salvezza dei posti di lavoro. Si occupa solo di chi deve avere dei soldi dal fallito e fa in modo (risponde del suo operato al tribunale) che tutti i creditori abbiano lo stesso trattamento. Dei lavoratori devono occuparsi i sindacati e i politici. Un grosso problema: 504 dipendenti e altri 300 posti creati nell’indotto. Alitalia, Wind Jet e i sindacati sono stati convocati dal ministro Passera per domani.
4 Perché Alitalia? Alitalia doveva comprarsi la compagnia di Pulvirenti. Avevano firmato lo scorso 13 aprile. Ma ci voleva il benestare dell’Antitrust e Pulvirenti doveva produrre una serie di certificazioni. L’Antitrust ha posto come condizione che Alitalia cedesse cinque coppie di slot sulle rotte Catania-Milano, Palermo-Milano e Catania-Roma e la cosa ad Alitalia non era piaciuta. Era stato raggiunto un nuovo accordo il 3 agosto, ma il 9 agosto Wind Jet ha inviato
IL CASO IL PRESIDENTE DELLA CAMERA QUERELA IL QUOTIDIANO: «NESSUN PRIVILEGIO»
«Ha un albergo da 80mila euro» Bufera su Fini, indaga il Viminale Libero svela: «Nove stanze tutta l’estate per la sua scorta» E ora la Cancellieri vuole una relazione Due anni fa la casa di Montecarlo, oggi l’albergo di Orbetello. Un’altra inchiesta giornalistica, dopo quella furibonda del Giornale nel 2010, scatena una caso politico attorno al presidente della Camera, Gianfranco Fini. Ieri il quoti-
diano Libero ha riferito di una prenotazione di nove stanze in un albergo di Orbetello (Grosseto) fatta dal leader di Fli per la sua scorta, per tutta la stagione estiva (due mesi e mezzo) con un prezzo record di 80mila euro. Il ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri, si è rivolta al capo della polizia, Antonio Manganelli, chiedendo «un’approfondita relazione» sul sistema di sicurezza previsto per lui. E lo stesso Fini, annunciando querela contro Libero, ha precisato: «Le modalità per garantire la mia sicurezza in ragio-
Gianfranco Fini, 60enne leader Fli AP
una lettera ad Alitalia in cui confermava di non essere in possesso della documentazione richiesta e il 10 agosto Alitalia dichiarava fallita la trattativa.
5 Non potrebbe essere una manfrina in cui i due si sono messi d’accordo? Guarda caso salta tutto alla vigilia di Ferragosto, momento in cui la domanda di trasporto aereo da e per la Sicilia dovrebbe essere al massimo... Qualcuno (l’Avia, organizzazione degli assistenti di volo) lo ha insinuato.
Potrebbe essere. I posti di lavoro sono una massa di manovra notevole sul piano politico. L’Enac avrebbe già dovuto togliere la licenza a Pulvirenti, ma questo provvedimento, atteso ancora ieri, non ci risulta arrivato. Gli slot (fasce orarie di decollo/atterraggio) di Wind Jet fanno gola, ma Alitalia, stando all’Antitrust, non potrà averli neanche dopo il fallimento. E allora? Delle cosiddette riprotezioni si sono fatti carico, oltre ad Alitalia (che da ieri effettua 20 voli speciali al giorno sulla Sicilia in orari notturni), anche Meridiana (16 voli aggiuntivi giornalieri da Catania), Livingston, Blue Panorama, Neos... È possibile che i giochi non siano affatto chiusi. ne della carica sono decise autonomamente dai competenti organismi del ministero degli Interni. Dal giorno in cui sono stato eletto non ho mai chiesto, né tanto meno ho mai usufruito di servizi diversi, e men che meno privilegiati e di favore». Sono insorti i fedelissimi del leader Fli, che hanno visto nell’attacco di Libero un bis della «macchina del fango» scatenata nel 2010. A fare il paragone il vicepresidente di Fli, Italo Bocchino: «È l’inevitabile conseguenza del ritorno in campo di Berlusconi. Sorprende anche che a guidare la nuova campagna diffamatoria sia lo stesso direttore Maurizio Belpietro scortato a spese dei contribuenti e la cui scorta fu protagonista di un falso attentato». A bacchettare Fini il leader de La Destra, Francesco Storace: «La sua è una toppa peggiore del buco».
A notizie
BENZINA GRATIS PER SBAGLIO
Tascabili Andava in ferie con la famiglia
Dà soccorso sull’A14 Travolto un poliziotto S Assalto a un distributore di Bergamo Sabato notte un distributore di carburante Total, a Treviolo (Bergamo), lungo l’ex statale Dalmine-Villa d’Almè ha erogato benzina gratis. Il titolare si era dimenticato di attivare il self service notturno e così le pompe erogavano benzina senza inserire denaro. Il passaparola è stato veloce: in poche ore una sessantina di automobilisti ha rubato circa 10 mila euro di carburante. Ma non la faranno franca: sono stati ripresi dalle telecamere e ora saranno denunciati per furto
È morto sotto gli occhi della moglie e dei figli di 4 e 14 anni, con cui andava in ferie, per fare il suo dovere di poliziotto e soccorrere altre persone coinvolte in un incidente nella carreggiata opposta a quella in cui viaggiava. Antonio Crisafulli, 50 anni, messinese, ispettore di polizia a Sesto San Giovanni (Mi) è stato ucciso da un’auto lungo l’A14 a Fano (PU): aveva scavalcato il guardrail in aiuto di tre turisti francesi (rimasti illesi), la cui auto si era ribaltata. Una vettura in transito prima l’ha schivato, poi, tamponata da un’altra, l’ha travolto. Nel tamponamento a catena successivo una famiglia svizzera composta da padre, madre e due figli è rimasta ferita non gravemente.
La provincia di Tabriz distrutta
Iran, sono almeno 300 le vittime del terremoto E le scosse continuano
Una donna si dispera nel villaggio di Bajebaj AP Continuano le scosse telluriche in Iran e cresce di ora in ora anche il numero delle vittime. I morti sono ormai 300. Gli ospedali sono strapieni, si contano almeno 5 mila feriti, I soccorritori riferiscono di «oltre mille villaggi colpiti» e di «16 mila persone che stanno ricevendo aiuti». Situazione drammatica. Il terremoto ha colpito sabato con due potenti scosse nella provincia di Tabriz, nel nord-ovest dell’Iran, al confine con l’Azerbaijan, radendo al suolo almeno quattro villaggi e si è ripetuto ieri con una nuova forte replica di magnitudo 5.1 seguita da decine di altre scosse minori. Tabriz, la principale città della zona, ha un milione e mezzo di abitanti ed è patrimonio dell’Unesco per il valore dei suoi monumenti. Un messaggio di solidarietà all’Iran è giunto anche dal ministro degli Esteri italiano, Giulio Terzi.
La guerra civile: ieri 90 morti
Siria, Aleppo resiste Uccisi due giornalisti Non c’è tregua per la Siria, sempre più dilaniata dai combattimenti fra i ribelli e le forze fedeli al regime. Ad Aleppo, per il quarto giorno consecutivo, l’artiglieria e l’aviazione hanno attaccato le posizioni degli insorti, che continuano a difendere le loro posizioni. A Damasco, invece, sono morti due giornalisti siriani, uno dell’agenzia ufficiale Sana e un altro del fronte dei ribelli. Solo nella giornata di ieri il bilancio fornito dagli attivisti parlava di 90 persone uccise in tutto il Paese. Nel frattempo, anche il fronte diplomatico per fermare le violenze ha subito una battuta d’arresto: la riunione dei ministri dei Paesi della Lega araba è stata rinviato.
È una lesbica dichiarata, ha 49 anni
Nell’esercito americano c’è il primo generale gay L’esercito americano ha il suo primo generale gay. Con una cerimonia al cimitero di Arlington, in Virginia, la colonnella Tammy Smith, 49 anni, è stata promossa a generale di brigata. A porle la stelletta sull’uniforme è stata proprio la compagna, Tracey Hepner. La Smith al momento è l’omosessuale dichiarata di grado più alto a servire l’esercito Usa. Tutto ciò arriva a meno di un anno dall’abolizione del «don’t ask, don’t tell», la convenzione che imponeva a quanti vestivano la divisa di non rivelare la propria omosessualità. Già lo scorso giugno il Pentagono ha ospitato il suo primo Gay Pride e ha permesso a tutti i militari gay di sfilare in uniforme a San Diego.
LUNEDÌ 13 AGOSTO 2012
L’ADDIO DI RONN MOSS
«Beautiful», Ridge lascia dopo 25 anni Ronn Moss, il «mascel lone» di «Beautiful», dice addio alla soap opera dopo 25 anni. L’attore americano, 60 anni,
Ilva, il gip ordina «Via il presidente» Interviene Monti
amatissimo per il personag gio di Ridge Forrester, a ottobre lascerà la storica serie della Cbs che proprio quest’anno ha festeg giato il 25˚ anniversario. Lo anti cipa la rivista «Entertainment Weekly»: alla base della decisione di Moss ci sarebbero problemi economici legati al contratto.
RE DEGLI INCASSI IN USA
Bourne subito primo Batman si fa da parte Batman perde quota. Il «Cavaliere oscuro Il ritorno», che per tre settimane è stato il re incontrastato del box office negli
PUGNO DURO MENO POTERE AI MILITARI
Revocato l’incarico della bonifica a Ferrante È scontro col governo: i ministri il 17 a Taranto
Abdel El-Sissi giura come ministro della Difesa davanti al presidente Morsi. Sotto un insorto islamista ucciso dall’esercito nel Sinai AFP
Deposto il capo dell’esercito Svolta in Egitto Gli operai dell’Ilva di Taranto all’ingresso dell’acciaieria: a rischio ci sono 11 mila posti di lavoro ANSA STEFANIA ANGELINI
Si complica la situazione all’Ilva. La questione che riguarda il futuro dello stabilimento siderurgico di Taranto diventa sempre di più uno scontro tra governo e magistrati. Ieri un altro colpo lo ha sferrato il giudice per le indagini preliminari, Patrizia Todisco, con un nuovo decreto che nei fatti togliere al gruppo Riva, i proprietari, ogni controllo sulla gestione degli impianti sotto sequestro. L’ordinanza — notificata sabato sera dai carabinieri del Noe di Lecce — revoca al presidente Bruno Ferrante l’incarico di curatore dello stabilimento. Era stato proprio il Tribunale del Riesame a nominare Ferrante garante dell’operazione di risanamento ambientale della fabbrica. Ma il gip ha rilevato un «conflitto di interesse» in questo ruolo: una considerazione che sarebbe maturata in seguito all’annuncio del ricorso dell’azienda al
secondo decreto del gip. Proprio venerdì, infatti, il giudice di Taranto aveva notificato un’ordinanza aggiuntiva in cui sollecitava la fabbrica a fermarsi per risanare gli impianti inquinanti. E in cui ribadiva che non c’è alcuna facoltà d’uso delle strutture a fini produttivi. Tutto questo, ancor prima che il Riesame depositasse le motivazioni del provvedimento con il quale, martedì scorso, ha confermato il sequestro dell’Ilva per «disastro ambientale». L’ispezione Ma quest’ultima iniziativa della magistratura di Taranto, interpretata come
«
Le ultime misure dei magistrati non tengono conto del lavoro svolto finora CORRADO CLINI MINISTRO DELL’AMBIENTE
le Foto New York, estrae un coltello La polizia spara e lo uccide
un’ulteriore passo verso la chiusura degli stabilimenti, non è piaciuta per niente al governo. E infatti fonti di Palazzo Chigi ieri hanno riferito che il premier, Mario Monti, è arrivato a ordinare un’ispezione all’Ilva. La missione dei ministri dell’Ambiente, della Giustizia e dello Sviluppo nel capoluogo pugliese sarebbe già fissata per venerdì. Nel frattempo, la Guardasigilli Paola Severino ha chiesto l’acquisizione delle carte del gip. Mentre il titolare dell’Ambiente Clini, attacca: «La decisione del gip è in aperto contrasto con il lavoro fatto finora dal ministero». Grande preoccupazione, adesso, per i lavoratori che temono uno stop imminente. Fonti sindacali confermano così nuove forme di mobilitazione: questa mattina, dopo l’incontro con il presidente Ferrante, gli operai usciranno dalla fabbrica e occuperanno le strade per protestare contro i provvedimenti del gip Todisco. © RIPRODUZIONE RISERVATA
d lafrase DEL GIORNO
ALTRI MONDI
Un intervento dalle imprevedibili conseguenze per il nuovo Egitto. Ieri il neo presidente Mohamed Morsi ha deciso di fare pulizia all’interno per togliere potere ai militari: ha rimosso il capo delle forze armate e ministro della Difesa, il maresciallo Hussein Tantawi che era rimasto al potere per 20 anni durante il regime di Hosni Mubarak: al suo posto il generale Abdel Fatah El-Sissi. Ma, soprattutto, Morsi ha deciso di cancellare per decreto la costituzione ad interim che concedeva ampi poteri ai membri dell’esercito. Nel dettaglio, ha abolito la dichiarazione costituzionale di giugno con la quale era stato privato di alcuni poteri prima di insediarsi. Era stata emessa il 17 giugno dal Consiglio Supremo delle Forze Armate, l’organismo presieduto da Tantawi che aveva assunto i poteri dopo la destituzione di Mubarak: sanciva che il neopresidente della repubblica non sarebbe stato più capo supremo delle forze armate. Morsi ha lavorato di gomito anche su altri cambi ai vertici nel Paese: un magistrato, Mahmoud Mekki, è stato nominato vicepresidente della repubblica. In più, il capo di stato maggiore della difesa e numero 2 del Consiglio Supremo della Difesa, generale Sami Anan, è stato rimosso e sostituito con il generale Sidki Sobhi. Per le nuove forze di sicurezza resta, comunque, da gestire l’emergenza Sinai: da martedì è stata infatti avviata una vasta operazione militare, dopo che militanti islamici hanno attaccato domenica scorsa una stazione di polizia nella zona uccidendo 16 agenti. Ieri, altro sangue: le forze di sicurezza egiziane hanno ucciso sette insorti islamisti, durante un attacco ad un covo di militanti in un villaggio, nel Sinai centrale.
AIUTI DA BCE? NON CI SERVONO «Non voglio fare paragoni con altri Paesi, ma oggi l’Italia è tra i Paesi più virtuosi del mondo e sicuramente d’Europa. Quindi non ci serve alcun aiuto dalla Bce per ripianare il deficit: abbiamo un surplus primario rilevante, l’anno prossimo avremo il pareggio di bilancio in termini strutturali»
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Usa e Canada, è stato superato da due nuove entrate: dal film d’azione «The Bourne Legacy» primo con 40,4 milioni di dollari incassati e dalla pellicola elettorale «The Campaign» (27.4 milioni), al secondo posto davanti all’ultimo della trilogia di Christopher Nolan (19,5 milioni).
tutta Salute DI MABEL BOCCHI
Da ricercatori californiani
Creata la zanzara col dna modificato contro la malaria Un gruppo di ricercatori dell’università della California è riuscito, dopo 20 anni, ad alterare e modificare il dna della «Anopheles Stephensi» in modo tale da creare delle colonie di zanzare incapaci di trasmettere la malaria. In questo modo si potranno pian piano debellare gli insetti responsabili della malattia, senza averne provocato l’estinzione e senza aver dovuto renderle sterili.
Le cellule si danneggiano
Uno studio spiega perché il sole provoca il cancro Quando i raggi Uv colpisco no l’Rna presente nelle cellule, l’organismo scatena una risposta infiammatoria che ha come obiet tivo l’eliminazione e la guarigione delle cellule danneggiate. Tuttavia, secondo uno studio americano, questo processo è imperfetto e può accadere che alcune cellule sane diventino cancerose. La scoperta potrebbe influenzare i trattamenti futuri di alcune patologie come la psoriasi.
VITTORIO GRILLI MINISTRO DELL’ECONOMIA A «LA REPUBBLICA»
Il test su 9 mila persone
Il cibo spazzatura aumenta il rischio di depressione Secondo un’indagine spa gnola, chi mangia cibo spazzatura ha il 51% di probabilità in più di cadere in depressione. Il sog getto tipo delineato dalla ricerca conduce una vita poco attiva, ha cattive abitudini alimentari, fuma e lavora più di 45 ore a settimana. Al campione preso in esame (8.964 volontari), inoltre, non era mai stata diagnosticata la depressione e non aveva mai fatto uso di antidepressivi.
Pochi gli effetti collaterali Far West sabato pomeriggio a New York, nella centralissima Times Square: la polizia ha ucciso un 51enne afroamericano, Darrius Kennedy. Fermato perché sembrava stesse fumando marijuana, l’uomo ha subito estratto un coltello (nella foto Ap in basso a destra) e lo ha agitato contro gli agenti. Molti hanno ripreso la scena con telefonini e videocamere (nella foto in alto, tratta da YouTube): l’uomo ha poi iniziato a correre seminando il panico in una delle piazze più affollate del mondo e urlando «Prendetemi, sparatemi, sparatemi». Dopo aver inizialmente usato per sei volte spray al peperoncino, gli agenti hanno sparato circa dieci pallottole: l’hanno colpito vicino alla 37ma strada e la Settima Avenue (nella foto Reuters in basso a sinistra il punto in cui l’uomo è stato ucciso). Kennedy è stato dichiarato morto 40 minuti dopo all’ospedale di Bellevue Center.
Anticoncezionali: presto in arrivo il gel per l’uomo Un team di esperti del Los Angeles Biomedical Research Institute, uno dei principali istituti di ricerca biomedica statunitensi, ha creato un gel anticoncezionale il cui contenuto a base di testosterone e progestinico sintetico, è in grado di dare un taglio netto al numero di spermatozoi attivi, riducendo il rischio che diano vita a gravidanze indesiderate. Il tutto con pochi, anzi pochissimi effetti collaterali.
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LUNEDÌ 13 AGOSTO 2012
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ALTRI MONDI Oroscopo
21/3 - 20/4
21/4 - 20/5
21/5 - 21/6
22/6 - 22/7
23/7 - 23/8
24/8 - 22/9
LE PAGELLE
Ariete 7+
Toro 7
Gemelli 8
Cancro 6,5
Leone 7,5
Vergine 7,5
DI ANTONIO CAPITANI
Tutto si movimenta, in vacanza e in città. Così siete (più) felici e contenti. Viaggi e colloqui riescono, l’ormone vi tenta, ma stenta.
Luna comoda. Nel senso che rende agevole il disbrigo degli impegni. E rilassante-suina la vacanza. Siete anche meno rottweiler. Bene.
La stanchezza avanza. Nel lavoro, soprattutto. La vita privata, però, conforta. E il sudombelico scambia opinioni con altri sudombelichi.
La compagine astrale incastra le circostanze nel modo giusto, voi ricavate soddisfazione da tutto ciò che fate. Fornicazione ludica.
Una maggiore stabilità può essere conquistata anche tramite un’innovazione: questo dice la Luna. Che porta fortuna. E magnificenze suine.
23/9 - 22/10
23/10 - 22/11
23/11 - 21/12
IL MIGLIORE La Luna aumenta il potenziale di fortuna già insito in Giove. Così, potete compiere imprese mirabilissime. Fornicazione golosa, letterally, anche.
22/12 - 20/1
21/1 - 19/2
20/2 - 20/3
Bilancia 7,5
Scorpione 7
Sagittario 5,5
Capricorno 6-
Acquario 7
Pesci 7+
Il lavoro impegna, la vacanza annoia. Però rigenera. Non siate polemici, comunque, reinventate le vostre giornate, anche sul piano suino.
Le energie ci sono. Insieme, però, a qualche paranoia legata al vostro fascino. Tranqui, siete phyghi da paura. E cuccate da paura.
I sentimenti prevalgono su tutto il resto. La serenità recupera molte tacche, vacanze, lavoro, sudombelico vi procurano mucho gusto.
Certe asprezze cessano. E voi recuperate buonumore, vigore, voglia di fare. Anche sul piano fornicatorio. Lavoro e vacanze beano.
La serenità è la tela di fondo delle vostre giornate vacanziere e metropolitane. Oggi spese necessarie ma azzeccate. E operosità sudombelicale.
ARTURO VIDAL
Gli altri esistono. E magari oggi vi passano simpaticamente il pelapatate sugli zebedei. Non permetteteglielo. E state su. Lavoro sottotono.
Il centrocampista cileno della Juventus è nato a Santiago del Cile il 22 maggio 1987. È alla sua seconda stagione in bianconero
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Televisioni in chiaro RAIUNO 9.00 10.10 12.00 13.30 14.10 15.10 17.00 17.15 18.00 18.50 20.00 20.30 21.20 23.05 0.15 0.45 0.50
TG 1 TELEFILM E STATE CON NOI IN TV TG1 DON MATTEO 7 CAPRI TG1 HEARTLAND IL COMMISSARIO REX REAZIONE A CATENA TELEGIORNALE TECHETECHETÈ LA VITTORIA DI LUKE Film NEL CUORE DELLA CINA TG1 CHE TEMPO FA SOTTOVOCE
RAIDUE
RAITRE
CARTONI ANIMATI TG2 TELEFILM TG2 MEDICINA 33 SENZA TRACCIA ARMY WIVES GUARDIA COSTIERA BLUE BLOODS 90210 TG2 TELEFILM TG2 SQUADRA SPECIALE COBRA 11 22.50 SUPERNATURAL 23.25 TG2 23.40 STRACULT IL MEGLIO DI 1.20 SORGENTE DI VITA
10.15 11.15 12.00 12.15 14.00 14.55
9.05 10.35 11.20 13.00 13.50 14.00 14.45 15.30 16.15 17.00 17.50 19.35 20.30 21.05
15.45 17.15 19.00 20.00 20.05 21.05 23.25 23.30 23.45 0.40
CANALE 5
RAI 150 ANNI AGENTE PEPPER TG TELEFILM TGR - TG3 LA CASA NELLA PRATERIA FANTOZZI CONTRO TUTTI GEOMAGAZINE 2012 TG3- TGR BLOB UN CASO PER DUE IL NOME DELLA ROSA Film TGR TG3 FIL LA MUSICA DI RAITRE
10.20 13.00 13.40 14.10 14.45
16.15 17.05 18.30 20.00 20.40 21.20 23.30 1.30 2.00 2.45
RETE 4
ITALIA 1
I CESARONI 3 TG5 BEAUTIFUL CENTOVETRINE UNA NUOVA FIDANZATA PER PAPÀ INNAMORARSI A... TG5 MINUTI LA RUOTA DELLA FORTUNA TG5 VELINE AMELIA Film UN SOFFIO PER LA FELICITÀ TG5 - NOTTE VELINE BOSTON LEGAL
8.40 10.30 12.25 13.40 14.10 14.35 15.00 15.55 16.45 17.40 18.30 19.25 21.10 0.40 1.35 2.30 2.45
CARTONI ANIMATI DAWSON'S CREEK STUDIO APERTO FUTURAMA I SIMPSON WHAT'S MY DESTINY DRAGON BALL GOSSIP GIRL GLEE TELEFILM LOVE BUGS STUDIO APERTO C.S.I. NEW YORK PLASTIK ULTRABELLEZZA ROOKIE BLUE NIP/TUCK STUDIO APERTO LA GIORNATA U-ZONE
9.50 10.50 11.30 12.00 12.55 16.05 16.50 16.55 18.55 19.35 20.10 21.10 23.55 1.40 2.40 4.45
MONK RICETTE DI FAMIGLIA TG4 PACIFIC BLUE TELEFILM MY LIFE ASPETTANDO DALLAS IL COMMISSARIO NAVARRO TG4 TEMPESTA D'AMORE SISKA THE KINGDOM Film IL CAVALIERE DI LAGARDERE TG4 NIGHT NEWS CASOTTO URSUS NELLA VALLE
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Gara 2 Da Silverstone, Regno Unito
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MOTOCICLISMO: SUPERBIKE
19.00 MOTOCICLISMO: SUPERBIKE
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Gara 1 Da Silverstone, Regno Unito
16 25
Torino 19 26
15 27
Milano
Venezia
19 29
Perugia
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20 30
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13
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MILANO
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ROMA
NAPOLI
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Neve
Mossi
PERUGIA
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Agitati
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Il sole oggi MILANO
ROMA
REGGIO CALABRIA
22
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ROMA
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TORINO
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Sorge
Tramonta
Sorge
Tramonta
TRIESTE
6:20
20:34
6:15
20:13
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VENEZIA
19
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«Questione di stile» di Stefano Arcobelli sullo scambio di frecciate tra Naomi Campbell e Federica Pellegrini
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Sulle regioni peninsulari nuovamente zone di sereno si alterneranno ad annuvolamenti con qualche rovescio o temporale maggiormente probabile sui monti e durante le ore pomeridiane. Su Sicilia e Sardegna invece ancora tanto sole.
Il cielo sarà in prevalenza sereno o poco nuvoloso, solo localmente si formeranno annuvolamenti di breve durata che però non daranno luogo a precipitazioni. Le temperature generalmente saranno prossime alle medie tipiche
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15.00 CALCIO: ATALANTA CESENA
In manette Johnson L’asso del football aggredisce la moglie
20 31
22 28
GENOVA
PALERMO
17° tappa Falzes/Pfalzen-Cortina d'Ampezzo
IL VIDEO
21.00 CALCIO: JUVENTUS NAPOLI
SPORTITALIA
CICLISMO: GIRO D'ITALIA
Grande equilibrio per i lettori del nostro sito che preferiscono di poco il successo della squadra di tiro con l’arco
Bologna Genova
Molto forti
Calmi
0.20 0.25 0.30
Quale oro azzurro all’Olimpiade è stato il piu bello?
16 30
Coperto
Temporali
23.00
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17 29
Forti
MARI
Serie A
In Sicilia e in Sardegna sereno o poco nuvoloso con caldo sopra la media. Sulle altre regioni temperature più normali con alternanza di zone di sereno e nuvole, che porteranno qualche pioggia o temporale più probabilmente sui monti. Trieste
Trento
20.00 20.30 21.10
CALCIO: JUVENTUS - PALERMO
Oggi
Aosta
7.30 7.50 8.30 9.33 11.30 12.30 13.30 14.10 15.45 18.05
Serie A
Gara 2 Da Silverstone, Regno Unito
Rovesci
Pioggia
8.00
Serie A
14.30 TENNIS: WTA MONTREAL 18.30 MOTOCICLISMO: SUPERBIKE
EUROSPORT 2
Serie A
Ieri
Nuvolo
Da Donington, Regno Unito
RAI SPORT 1
9.45
10.30 TENNIS: WTA MONTREAL 13.00 CICLISMO: TOUR DE BENELEUX
13.15 MOTOCICLISMO: SUPERBIKE
CALCIO: MILAN - PALERMO
A CURA DI
Da Donington, Regno Unito
12.30 MOTOCICLISMO: SUPERSPORT
CALCIO: BOLOGNA - INTER
GazzaMeteo
10.00 MOTOCICLISMO: SUPERSPORT
Gara 1 Da Silverstone, Regno Unito
Serie A
11.00 CALCIO: CHELSEA - NAPOLI
Gara 2 Da Silverstone, Regno Unito
11.45 MOTOCICLISMO: SUPERBIKE
Amichevole
1.30
MOTOCICLISMO: SUPERBIKE
9.00
EUROSPORT
IL SONDAGGIO
LA 7
22 28
L’Aquila 17 28
Campobasso
Bari
18 28
20 31
Napoli
Potenza
20 33
16 28
Cagliari
Catanzaro
23 34
16 32
Palermo
Reggio Calabria 20 34
24 39
Catania 24 32
Il sole domani MILANO
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Tramonta
Sorge
Tramonta
6:21
20:33
6:16
20:12
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LA GAZZETTA DELLO SPORT
LUNEDÌ 13 AGOSTO 2012
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GRAZIE. Roberto Cammarelle