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INNOVAZIONE Investire nella sostenibilitĂ dei processi aziendali
Il Programma Spazio Alpino 2007-2013, unico nella sua dimensione politica e territoriale, comprende un’area di cooperazione transnazionale tra le regioni europee nell’area alpina e prealpina. Il Programma, che vede la partecipazione di attori nazionali, regionali e locali, imprese ed amministrazioni, ha l’obiettivo di migliorare il processo di integrazione territoriale, economica e sociale dei Paesi coinvolti e di contribuire alla coesione, alla stabilità ed alla competitività dell’area attraverso lo sviluppo di partenariati transnazionali ed azioni congiunte su questioni di importanza strategica, quali l’ambiente, i trasporti, lo sviluppo territoriale e l’innovazione. Questo volume è realizzato con carta patinata opaca certificata FSC - Forest Stewardship Council
eco INNOVAZIONE
ECO-INNOVAZIONE
Investire nella sostenibilità dei processi aziendali a cura di Marco Meggiolaro e Gioia Garavini Il progetto ALPSTAR “Toward Carbon Neutral Alps - Make Best Practice Minimum Standard” è cofinanziato dal Programma di Cooperazione Transnazionale Spazio Alpino 2007-2013.
Questa pubblicazione riflette le opinioni degli Autori. Le Autorità di Gestione del Programma Spazio Alpino 2007-2013 non possono essere in alcun modo ritenute responsabili dell’utilizzo delle informazioni in essa contenute.
Con la collaborazione di:
Via Baluardi, 57 - 44121 Ferrara ISBN 9 788890 247118
I contenuti della pubblicazione sono stati realizzati per conto della Regione del Veneto. Tutti i diritti sono riservati. Progetto grafico e impaginazione: Studio le Immagini, Ferrara Stampa: Italia Tipolitografia. Finito di stampare: Maggio 2014
eco INNOVAZIONE Premessa La riduzione degli impatti ambientali sta assumendo un ruolo sempre più strategico per le imprese che sono alla continua ricerca di nuove opportunità di crescita o segmenti di mercato per aumentare la propria competitività. Allo stesso modo, i consumatori sono sempre più attenti all’impatto ambientale dei prodotti e dei processi produttivi e orientano le proprie scelte di acquisto verso beni a ridotti impatti ambientali (anche noti come prodotti “verdi”). Le PMI, ovvero la spina dorsale dell’economia europea con circa 21 milioni di unità che forniscono lavoro a 90 milioni di persone, sono tra gli operatori economici più esposti alle incertezze del mercato energetico, in quanto soggetti vulnerabili e - spesso - poco preparati a reggere una maggiore incidenza del prezzo dell’energia e delle materie prime sui costi di produzione. Una recente inchiesta di Eurobarometro ha dimostrato che, paragonate alle grandi aziende, le PMI sono considerevolmente meno propense a intraprendere processi per il “greening” della catena produttiva (64% vs 82%) e a disporre di un sistema di gestione ambientale (25% vs 48%). Per rispondere alle nuove tendenze del mercato è necessario che le imprese manifattu-
riere evolvano il loro modello produttivo in linea con gli indirizzi a livello europeo. Una delle maggiori sfide lanciate dalla Commissione Europea nel documento programmatico denominato “Strategia Europea 2020” è promuovere un nuovo modello di crescita economica basato su una transizione dell’industria verso modelli produttivi a basso tenore di carbonio e rispettosi delle risorse naturali. Rappresenta, dunque, un’importante opportunità per il tessuto produttivo del Veneto - caratterizzato da PMI dinamiche e da significativi volumi esportativi - recepire proattivamente le indicazioni promosse a livello europeo, anticipando i futuri indirizzi normativi nel campo della sostenibilità ambientale, per tradurre al meglio gli sforzi economici e culturali effettuati in vantaggi competitivi sul mercato. Questo aspetto assume una grande importanza anche nell’ottica di una sempre maggior richiesta di prodotti “verdi” e a basso impatto ambientale da parte dei consumatori e delle grandi corporation. Per le imprese che operano in questi ambiti, ridisegnare il processo industriale in una prospettiva di eco-sostenibilità implica il mantenimento o la conquista di nuovi segmenti di mercato, e dunque, sopravvivenza e competitività.
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eco INNOVAZIONE
Innovare in sostenibilità rappresenta, dunque, un fattore strategico per rafforzare il posizionamento e l’appeal delle aziende sui mercati interni ed internazionali. Il progetto ALPSTAR, partendo da una sperimentazione su alcune aziende pilota venete, ne ha promosso il concetto, formulando scenari per incentivare i sistemi produttivi ad investire in eco-innovazione. Questa pubblicazione, partendo da alcuni casi concreti e dando la parola alle imprese stesse che hanno partecipato alle sperimentazioni di progetto, fornisce un primo approccio riguardo i benefici e le opportunità che gli strumenti di analisi di eco-innovazione sono in grado di determinare per migliorare la competitività e la sostenibilità delle imprese venete. Il gruppo di lavoro del progetto ALPSTAR
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eco INNOVAZIONE Indice PREMESSA SOMMARIO-IL PROGETTO DI ALPSTAR SCOPO DELLA PUBBLICAZIONE COME USARE QUESTA GUIDA COS’È L’ECO-INNOVAZIONE I VANTAGGI AD AVVIARE PERCORSI DI ECO-INNOVAZIONE RIPENSA AL TUO MODELLO D’IMPRESA STRUMENTI DI ANALISI INTERVENTI DI ECO-INNOVAZIONE STRUMENTI DI COMUNICAZIONE AMBIENTALE LA PAROLA ALLE IMPRESE SETTORE AGRO-ALIMENTARE SETTORE LEGNO-ARREDO SETTORE SIDERURGICO SETTORE PACKAGING SETTORE DELLA CHIMICA BIBLIOGRAFIA AUTORI/GRUPPO DI LAVORO
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Sommario - Il Progetto ALPSTAR L’obiettivo del progetto ALPSTAR, finanziato dai Fondi Strutturali nell’ambito del Programma di Cooperazione Transnazionale Spazio Alpino 2007-2013, è lo sviluppo di azioni dimostrative per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici e - nello specifico - per intraprendere strategie regionali per ridurre l’apporto di CO2 in diversi settori economici.
Nel quadro di sperimentazioni effettuate nelle 11 aree di progetto, la Regione del Veneto ha sviluppato un’azione pilota per stimolare processi di eco-innovazione presso le PMI, al fine di individuare possibili scenari di intervento per ridurre i consumi nelle diverse fasi industriali, nonché mitigare l’impatto ambientale complessivo dei cicli produttivi, in linea con gli obiettivi tematici previsti dalla Strategia EUROPA 2020. Partendo da un’analisi conoscitiva preliminare del settore produttivo veneto e dell’analisi delle emissioni di gas climalteranti ad esso associate, sono stati individuati alcuni settori produttivi ed aziende su cui focalizzare la successiva fase di analisi. Le aziende individuate per l’analisi - anche grazie all’azione di raccordo della Regione e delle associazioni di categoria - sono l’espressione di diversi settori produttivi chiave
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del Veneto (agroalimentare, siderurgico, chimica, manifatturiero, packaging), e presentano caratteristiche diverse per dimensioni, fatturato e mercati. L’auspicio è che la scelta delle imprese di dotarsi di strumenti efficaci per riprogettare in chiave “green” il processo produttivo possa innescare effetti di emulazione sia per la filiera produttiva di appartenenza, sia per le altre piccole aziende del territorio le quali - a causa della loro ridotta dimensione - scontano barriere conoscitive ed economiche nell’introdurre processi di analisi dei processi produttivi. Si tratta, con tutta evidenza, di un percorso attuabile nel medio periodo e che deve veder coinvolte le associazioni di categoria, le rappresentanze economiche e sociali, i centri di ricerca accreditati e la Pubblica Amministrazione nel ruolo di promotore di uno sviluppo industriale a basso tenore di carbonio. Sulla base delle informazioni raccolte in fase di sperimentazione, sono stati formulati indirizzi tecnici e programmatori per supportare la definizione di obiettivi di medio-lungo periodo per promuovere percorsi di eco-innovazione a livello d’impresa o reti d’impresa nel quadro della Programmazione Regione 2014-2020, fornendo così un supporto concreto alle imprese venete nel contribuire agli obiettivi europei del pacchetto Clima-Energia 20-20-20.
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FIGURA 1: i partner del Progetto ALPSTAR.
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Scopo della pubblicazione La presente guida vuole fornire un’introduzione pratica ed esaustiva al tema dell’eco-innovazione e della sue potenzialità per il sistema produttivo, in particolare per le Piccole e Medie Imprese (PMI). Perché si è scelto di indirizzare questa guida proprio alle PMI? Una prima motivazione è legata alla diffusione è l’importanza delle PMI per l’economia europea, nazionale e regionale. A livello europeo, esse costituiscono più del 99% delle aziende europee, coinvolgono tutti i settori produttivi (manifatturiero, industriale, terziario) e sono responsabili per i 2/3 dell’impiego privato e costituiscono circa il 60% del Pil europeo1. Questo dato è ancora più rilevante in Italia e a livello regionale dove le PMI nonostante rappresentino una percentuale prossima a quella europea (99,9%), hanno un numero di addetti coinvolti pari all’80% del totale contribuendo ad oltre il 71% del Pil nazionale. L’importanza e la capillarità delle PMI nel territorio comporta ovviamente anche impatti ambientali, si stima infatti che circa il 60-70% degli impatti ambientali a livello europeo sia riconducibile alle PMI. Ecco allora
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che incentivare l’eco-innovazione nelle PMI non può che portare ad enormi benefici futuri per la comunità. La seconda ragione per la quale l’eco-innovazione è davvero importante per le PMI consiste nel fatto che da agli imprenditori un’opportunità di mercato completamente nuova. Le aziende più piccole sono spesso meglio posizionate per identificare una nuova domanda di mercato e studiare un nuovo approccio. Diversamente dalle grandi compagnie, infatti, non sono vincolate alle vecchie tecnologie e non devono proteggere alcun mercato. Alcune piccole aziende che poi diventano grandi compagnie rivoluzionano l’intero mercato, ed è proprio questo lo scopo principale dell’eco-innovazione. Se consideriamo che la finalità degli imprenditori è rispondere alle domande del mercato e che proprio la domanda di prodotti “verdi” o sostenibili è in costante crescita, risulta evidente quanto l’eco-innovazione possa offrire enormi opportunità per le nuove aziende e le piccole realtà. Tuttavia spesso le piccole e medie imprese per questioni legate alla ridotta dimensione aziendale o per disponibilità di risorse, spesso non si sono dotate di figure specializzate in campo energetico-ambientale, a differenza di quelle di maggiori dimensione, e quindi
eco INNOVAZIONE
spesso non dispongono delle informazioni necessarie per avviare interventi per migliorare i propri processi e prodotti dal punto di vista ambientale. La presente guida non vuole fornire un’analisi dettagliata ed esaustiva di tutti gli aspetti relativi al tema dell’ecoinnovazione ma fornire una solida introduzione ai vari strumenti, metodologie ed interventi che possono essere intrapresi dalle aziende per aumentare la propria sostenibilità ambientale. Sulla base dei risultati emersi nell’ambito della sperimentazione con le imprese coinvolte nel progetto ALPSTAR, degli studi e le ricerche pregresse rivolte specificatamente alle PMI, la guida intende illustrare le differenti opportunità che l’eco-innovazione ha da offrire alle imprese che desiderano riconsiderare il proprio modello di business, sviluppare nuovi prodotti o tecnologie o migliorare i propri processi produttivi.
di eco-innovazione ma che in qualche modo sono interessarti a comprendere le potenzialità che questa tematica offre per il loro business e per sviluppare nuove strategie aziendali. Inoltre, orientare e supportare le PMI verso l’ecoinnovazione comporta non solo vantaggi economici ed ambientali per le imprese ma anche benefici complessivi per la comunità in quanto concorre a raggiungere gli ambiziosi obiettivi definiti dall’Unione Europea per contrastare alcune delle principali emergenze ambientali quali il riscaldamento globale, l’inquinamento, il consumo dei materiali e lo sfruttamento intensivo delle risorse.
La presente pubblicazione è quindi destinata a tutte le aziende che non hanno ancora intrapreso un percorso 1 Calogirou Constantinos, Stig Dying Sørensen, Peter Bjørn Larsen, Stella Alexopoulou et al. (2010) SMEs and the environment in the European Union, PLANET SA and Danish Technological Institute, Published by European Commission, DG Enterprise and Industry.
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Come usare questa guida La presente guida è divisa in sei sezioni principali rappresentate graficamente in figura 2. Il primo capitolo introduce il concetto di eco-innovazione, mentre nelle sezioni successive il focus è orientato sulle diverse fasi che un’azienda può decidere di intraprendere per valorizzare le proprie produzioni dal punto di vista ambientale, in particolare:
• Modello d’impresa e la value proposition; • Gli strumenti di analisi per quantificare gli impatti ambientali a livello di organizzazione o prodotto; • I possibili percorsi di intervento per ridurre gli impianti individuali; • Gli strumenti per comunicare alla propria clientela i risultati raggiunti in campo ambientale.
Infine, l’ultima sezione riporta la testimonianza delle aziende coinvolte nella sperimentazione del progetto. FIGURA 2: le sezioni della pubblicazione
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Value Proposition
Strumenti di Analisi
Interventi
Comunicazione
Imprese
eco INNOVAZIONE Eco-innovazione Prima di entrare nel cuore dei contenuti della pubblicazione, è opportuno soffermarsi sul concetto di eco-innovazione. Iniziamo subito con una definizione comunemente accettata del processo di eco-innovazione, ovvero una modalità di produzione o valorizzazione di un prodotto, processo produttivo/organizzativo o servizio, che risulti nuova per l’organizzazione (che la sviluppa o adotta) e, rispetto alle alternative disponibili, comporti una riduzione dell’inquinamento e dell’uso delle risorse nell’arco dell’intero ciclo di vita2. A tale definizione è strettamente collegato il concetto dell’analisi del ciclo di vita, ovvero una metodologia che concentra l’analisi non solo sugli impatti ambientali di un prodotto o di un servizio direttamente associati al sito produttivo ma dell’intero processo che porta alla realizzazione di un prodotto o servizio. Quindi, per semplificare, le fasi del ciclo di vita di un prodotto, schematizzate in figura, possono essere l’estrazione delle materie prime, la produzione, l’utilizzo del bene (particolarmente rilevante per gli oggetti che necessitano di energia elettrica o altre fonti di energia per il loro funzionamento), fino alla sua dismissione che può portare sia al riutilizzo sotto forma di materia (riciclaggio) o di energia (termovalorizzazione), sia alla trasformazione in rifiuto.
DISCARICA SMALTIMENTO RIUTILIZZO
RECUPERO MANTENIMENTO
MATERIA PRIMA PRODUZIONE UTILIZZO
RIFIUTO TRASPORTO
INSTALLAZIONE
FIGURA 3: le diverse fasi del ciclo di vita di un prodotto.
2 R. Kemp, P. Pearson (2008), Policy brief about measuring eco-innovation. Deliverable 17 of the project ME (Measuring eco-innovation).
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eco INNOVAZIONE Questo approccio di tipo estensivo è molto importante in quanto, se si considerasse un panorama troppo ristretto, si potrebbe arrivare a delle conclusioni distorte sugli impatti ambientali di un prodotto e non si avrebbero elementi sufficienti per intervenire efficacemente con azioni volte ad aumentare la sostenibilità ambientale. Tornando al concetto di eco-innovazione, nonostante si focalizzi su alcuni specifici aspetti che un’impresa intende ottimizzare, considera sempre gli impatti ambientali nell’ottica del ciclo di vita. Questo non vuol dire necessariamente ideare nuovi prodotti e fornire nuovi servizi, ma anche comprendere come contenere gli impatti ambientali nelle modalità con cui essi sono progettati, prodotti, utilizzati o riciclati.
Il fulcro del processo di eco-Innovazione è quello di sviluppare nuovi modelli di business che siano sia competitivi che rispettosi dell’ambiente riducendo l’intensità di risorse(materiali ed energetiche) necessarie alla realizzazione di prodotti o servizi.
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I VANTAGGI NELL’AVVIARE PERCORSI DI ECO-INNOVAZIONE Introdurre interventi di eco-innovazione presenta molteplici vantaggi per le imprese e per il territorio in termini sia economici che ambientali. Vediamone alcuni dei principali. • Creazione di un nuovo modello d’impresa Innanzitutto l’eco-innovazione rappresenta un importante strumento conoscitivo per l’impresa che, attraverso la fase di analisi, può identificare gli aspetti o le fasi del proprio processo produttivo più rilevanti dal punto di vista ambientale ai fini di un loro contenimento. Oltretutto, le imprese che introducono interventi di eco-innovazione sono all’origine di ulteriori benefici ambientali, in quanto migliorano i propri processi produttivi, incidono positivamente non solo sui loro fornitori ma anche su altri elementi della catena di valore - sia a monte che a valle - e generano innovazione. Un’impresa che integra ciò che viene definito “il concetto di ciclo di vita” nelle sue strategie e nei processi decisionali riduce al minimo l’impatto ambientale delle sue attività, direttamente e indirettamente. Ad esempio impatti che spesso non sono considerati dalle imprese, perché non direttamente associati al loro processo produttivo, sono quelli relativi alla filiera di approvvigionamento.
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100%
80%
80%
60%
60%
SUPPLY-CHAIN IMPACTS
40%
40%
20%
20%
FIGURA 4: il contributo degli impatti diretti a confronto con gli impatti associati alla filiera di approvvigionamento per diversi settori produttivi. FONTE: State of Green Business (2013).
• Nuove opportunità di mercato Il mercato mondiale dei beni e servizi “a bassa emissione di carbonio” e “ambientali” rappresenta uno dei mercati più interessanti ed in espansione negli ultimi anni. A livello mondiale nel 2012 è stato valutato pari a 4,2 trilioni dei quali il 21% rappresenta la quota dell’UE. In media questo mercato è cresciuto ad un tasso annuo del 4%, anche durante la recessione4, contribuendo così a rendere l’economia verde uno dei settori dal più forte potenziale di crescita in termini occupazionali.
Come si può notare nella figura 4 per alcuni settori produttivi (il settore agroalimentare, i servizi finanziari, media, ecc.), gli impatti delle operazioni direttamente gestite dalle aziende contribuiscano solo per una quota minore o uguale al 20% degli impatti ambientali dell’intera filiera3.
• Conformità a standard e legislazioni in campo ambientale Le aziende che eco-innovano i loro processi e prodotti lo fanno per rispondere ai vincoli legislativi e per il crescente numero di standard ambientali e sociali applicati a livello di settore produttivo da clienti strategici (ad es. GDO).
Oil & Gas
Chemicals
Basic & Resources
Healthcare
Construction & Materials
Travel & Leisure
Industrial Goods & Services
Automobiles & Parts
Retail
Insurance
Personal & Household Goods
Real Estate
Technology
Banks
Banks
Telecomm
Financial Services
0
Utilities
DIRECT IMPACTS Food & Beverage
• Contenimento dei costi aziendali Introdurre interventi per la riduzione dei propri impatti ambientali si traduce nel contenimento dell’uso di risorse materiali ed energetiche, nell’ottimizzazione della logistica di trasporto e nella riduzione del volume dei rifiuti. Tutto questo comporta benefici per le imprese riscontrabili in termini di contenimento dei costi.
© 2013 GreenBiz Group Inc. (www.greenbiz.com)
Percent Direct vs. Supply Chain Impacts by Super Sector
100%
0
3 State 4
of Green Business (2013). Department for Business, Innovations and Skills (2012) Low Carbon Environmental Goods and Services.
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Fasi del ciclo di vita Considerazioni ambientali
Estrazione delle Riduzione delle pressioni e degli impatti risorse sull’ambiente limitando l’estrazione delle risorse vergini e gli scarti. Produzione Utilizzo di un minor quantitativo di risorse inclusa l’energia. Utilizzo di materiali con minor impatti ambientali (materiali alternativi). Contenimento dell’inquinamento e dei rifiuti. Distribuzione Riduzione degli impatti, ad esempio, attraverso: migliore soluzioni di design, riuso e riciclo degli imballaggi, riduzione dei combustibili e dell’energia nelle fasi di trasporto e immagazzinamento. Uso Minor utilizzo di risorse, inclusi materiali, energia, suolo ed acqua. Ridurre l’inquinamento e i volumi di rifiuti.
Applicazioni a livello d’impresa Considerare risorse rinnovabili o secondarie (economia circolare). Riduzione dei costi aumentando l’efficienza di estrazione. Rispettare o anticipare le nuove normative in campo ambientale. Aumentare la reputazione aziendale (CSR). Riduzione dei costi di produzione migliorando l’efficienza energetica e dei materiali o attraverso la sostituzione dei materiali. Aumento del fatturato e dei profitti derivati dalle vendite di prodotti e servizi efficienti dal punto di vista dell’uso delle risorse. Rispettare o anticipare le nuove normative in campo ambientale (incluse quelle relative all’eco-design). Riduzione dei costi. Conformità normativa.
Passaggio della vendita di prodotti ai servizi (sharing, leasing, ecc.). Aumento della reputazione aziendale e del rapporto con i clienti. Rispettare o anticipare le nuove normative in campo ambientale.
Tabella 1: Come possono essere adottate misure di eco-innovazione nelle diverse fasi del ciclo di vita di un prodotto
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Value Proposition
Strumenti di Analisi
Interventi
Comunicazione
Imprese
Value Proposition Strumenti di analisi
Interventi di eco-innovazione
Strumenti di comunicazione ambientale
La parola alle imprese
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Value Proposition 1. Ripensa al tuo modello d’impresa Per mantenere o rafforzare la propria posizione sul mercato le aziende devono continuamente ripensare al proprio modello d’impresa. Innovare il proprio modello d’impresa è vitale per tutte le aziende e le organizzazioni per rimanere nel mercato o per avere vantaggi competitivi rispetto alla concorrenza, assicurando nel contempo la redditività economica o la sostenibilità finanziaria delle proprie operazioni. Ripensare al proprio modello di business non implica necessariamente la totale rivisitazione della propria value proposition - ovvero del pacchetto di prodotti e servizi che rappresenta un valore per un determinato segmento di clienti - ma può tradursi anche nel miglioramento dei processi produttivi o nella riconfigurazione della struttura organizzativa. Ma come si può integrare l’eco-innovazione nel proprio modello d’impresa? Introdurre principi di eco-innovazione nel proprio modello d’impresa vuole dire cambiare la logica, le modalità o i meccanismi con cui un’organizzazione offre valore per il cliente e crea i relativi profitti, riducendo nel contempo l’utilizzo di risorse naturali e limitando il rilascio di sostanze nocive nell’arco del proprio ciclo di vita. Tali principi possono essere applicati a livello di singola impresa con diverse modalità a seconda di quelli che pos-
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sono essere gli aspetti più rilevanti del processo produttivo e dei possibili sviluppi futuri del mercato di riferimento, quali ad esempio: • modifiche progressive o piccoli miglioramenti di un prodotto; • la riprogettazione apportando significativi cambiamenti in un prodotto, processo produttivo o nella struttura organizzativa; • la sostituzione del bene con prodotti similari che possono soddisfare i medesimi bisogni; • la creazione di prodotti o servizi totalmente nuovi sul mercato. Una domanda fondamentale per un’azienda che vuole innovarsi dal punto di vista ambientale è come offrire un bene o un servizio che sia redditizio dal punto di vista economico e che richieda un minor prelievo di risorse. Riflettere su come soddisfare questo bisogno fondamentale della clientela, sia essa di tipo industriale o il consumatore finale, è il primo passo per affrontare questa sfida.
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CHE DOMANDE PORSI • Quale valore vogliamo offrire ai nostri clienti? • Quali bisogni della clientela contribuiamo a soddisfare? • Quali sono le attività e le risorse chiave che possono aiutarci a offrire valore ai clienti (es. competenze, risorse, partnership strategiche)? • Quanto il nostro modello di business dipende dalla possibilità dell’azienda o dei nostri clienti di accedere e utilizzare risorse ed energia? • Possiamo considerare modalità alternative per soddisfare i bisogni della clientela (ad es. sevizi di leasing, sharing, ecc.)? DEFINISCI LE TUE PRIORITÀ Prima di avviare un percorso di eco-innovazione è bene focalizzare la propria attenzione sull’obiettivo che si vuole ottenere in modo da assicurarsi di avere tutti gli elementi necessari per raggiungerlo. Qual è il tuo team? Innanzitutto è importante definire il gruppo di lavoro “di sostenibilità ambientale” composto da figure chiave aziendali che conosco e gestiscono direttamente i processi e le attività dell’organizzazione. È importante includere nel team persone appartenenti a diversi sezioni dell’azienda,
responsabili della produzione e referenti che comprendono gli sviluppi futuri legislativi e del mercato. Quale obiettivo ti poni? Riunire ruoli aziendali con diverse competenze permette di avere un quadro completo di quali possono essere gli obiettivi che si pone l’azienda per la propria sostenibilità ambientale. A seconda del diverso grado degli interventi già effettuati dall’azienda in campo ambientale gli obiettivi possono essere suddivisi in tre livelli (figura 5):
Fase iniziale
Fase intermedia
Fase avanzata
Conoscere meglio la propria impresa
Identificare i fattori di rischio e le opportunità per la propria azienda connesse all’ambiente
Anticipare i bisogni e gli interessi della clientela e dei principali operatori economici
Definire e raggiungere target di prestazione ambientale per differenziarsi dalla concorrenza
Fornire prestazioni ambientali e prodotti innovativi che attraggano investimenti esteri e consentano all’azienda di valorizzare la propria immagine e favorirli come fornitori di prodotti e servizi
Migliorare l’efficienza per ridurre l’impatto ambientale e contenere i costi
FIGURA 5: gli obiettivi che si può porre un’azienda nel campo della sostenibilità ambientale.
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Strumenti di Analisi 2. Strumenti di analisi Gli strumenti oggi disponibili per analizzare e qualificare la propria produzione o il proprio marchio in termini ambientali, sono numerosi e diversificati, in modo da rispondere alle diverse esigenze e ai diversi obiettivi che caratterizzano ciascuna impresa. Di seguito si riportano quelli più diffusi, suddivisi per i due principali filoni: di processo e di prodotto/servizio. La scelta se privilegiare l’uno o l’altro filone, fermo restando la possibilità di un approccio integrato e del facile passaggio dall’uno all’altro, dipende dagli obiettivi che l’impresa si è posta. L’innovazione ambientale di processo porta ad una qualificazione dell’immagine aziendale e a facilitare i rapporti dell’impresa con i principali stakeholders ed il territorio. L’innovazione ambientale di prodotto/ servizio mira ad ottenere direttamente vantaggi competitivi sul mercato e si rivolge quindi ai clienti, siano essi gli acquirenti di una catena di subfornitura, il sistema produttivo, i consumatori finali e la Pubblica Amministrazione.
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INDIVIDUAZIONE PRIORITÀ AZIENDALI DEFINIZIONE STRATEGIA
PROCESSO PRODUTTIVO
) ) )
)
VALUE PREPOSITION
PRODOTTO
Sistemi di Gestione Ambientale (SGA)
Life Cycle Assessment (LCA)
Life Cycle Assessment (LCA)
Cleaner Technologies
Best Available Techniques
Eco-design
COMUNICAZIONE AMBIENTALE D’IMPRESA
COMUNICAZIONE AMBIENTALE DI PRODOTTO
Stakeholders PA Clienti Associazioni Cittadini
Mercato Utente finale Cliente intermedio PA -> GPP
) ) )
ANALISI
INTERVENTO
COMUNICAZIONE
FIGURA 6: percorsi di eco-innovazione a livello di processo produttivo e prodotto.
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eco INNOVAZIONE 2.1 Strumenti di analisi a livello di processo produttivo/organizzazione
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IL SISTEMA DI GESTIONE AMBIENTALE (EMAS ed ISO 14001) Cos’è? Il Sistema di Gestione Ambientale (SGA) è la parte del sistema di gestione aziendale complessivo che comprende la struttura organizzativa, le responsabilità, le prassi, le procedure, i processi e le risorse per definire ed attuare la Politica Ambientale di un’organizzazione. Le norme di riferimento per l’implementazione di un SGA sono il Regolamento (CE) 1221/2009 EMAS sull’adesione volontaria delle organizzazioni a un sistema comunitario di ecogestione e audit (EMAS) e la norma internazionale UNI EN ISO 14001:2004 “Sistemi di Gestione Ambientale - Requisiti e guida per l’uso”. Per chi è? Per tutte le organizzazioni di carattere industriale e non. A cosa serve un Sistema di Gestione Ambientale? Un Sistema di Gestione Ambientale permette di affrontare la tematica ambientale in parallelo al processo produttivo e/o di erogazione del servizio, realizzando una più efficiente gestione di tutti gli aspetti coinvolti (sia strettamente ambientali che tecnologici ed organizzativi), identificando, ove possibile, le opportunità di risparmio e razionalizzazione
(risorse naturali, materie prime ed ausiliarie, risorse idriche ed energetiche, ecc.) e garantendo il mantenimento delle conformità alle prescrizioni di legge e alle altre norme. L’implementazione di un SGA prevede un più trasparente rapporto con le parti interessate: in primo luogo è previsto un forte coinvolgimento del personale interno attraverso una continua attività di formazione e sensibilizzazione, in secondo luogo, con l’esterno attraverso la diffusione e/o comunicazione di informazioni utili a rendere noto l’impegno assunto con la Politica ambientale. I Sistemi di Gestione Ambientale, così come tutti i sistemi di qualità, si basano sul principio del miglioramento continuo attuato secondo il Ciclo di Deming costituito da quattro momenti principali (Plan, Do, Check e Act): • la pianificazione, ovvero la definizione degli obiettivi e degli interventi da intraprendere per le aree maggiormente critiche dal punto di vista ambientale (che sono state individuate attraverso l’esecuzione di un’analisi ambientale iniziale), ai fini del rispetto della politica ambientale dell’organizzazione, del miglioramento continuo delle prestazioni ambientali; • l’attuazione, ovvero, l’applicazione pratica dei vari elementi che costituiscono il sistema di gestione ambientale e le loro interazioni;
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Strumenti di Analisi
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• il controllo/riesame, ovvero, la verifica di quanto realizzato nel corso del tempo per valutarne la continua adeguatezza rispetto alla politica ambientale, agli obiettivi e traguardi, alle prescrizioni legali e alle altre prescrizioni e la necessità di apportare modifiche; • l’azione, ovvero, la messa in atto di misure idonee a migliorare in continuo la prestazione del sistema di gestione ambientale in base alle risultanze della verifica. LIFE CYCLE ASSESSMENT (LCA) Cos’è? La prima definizione di Life Cycle Assessment (LCA) è quella del SETAC (Society of Environmental Toxicology and Chemistry) nel 1993. Nel 1997 è pubblicata la norma internazionale ISO 14040, aggiornata nel 2006, che fornisce la seguente definizione del Life Cycle Assessment (valutazione del ciclo di vita): “compilazione e valutazione attraverso tutto il ciclo di vita dei flussi in entrata ed uscita, nonché i potenziali impatti ambientali, di un Sistema di prodotto”. Dove per ciclo di vita si intendono le fasi consecutive interconnesse di un sistema di prodotti, a partire dall’acquisizione di materie prime o dalla generazione di risorse naturali, fino allo smaltimento finale. La metodolo-
gia LCA è definita in tutte le sue fasi da standard (serie ISO 14040) che delineano la procedura da seguire per stilare uno studio di LCA e per definire la qualità dei dati utilizzati nello studio affinché sia chiaro e riproducibile. Per chi è? L’LCA si è dimostrato un utile strumento tecnico per le aziende e per le Pubbliche Amministrazioni, ma anche uno strumento d’informazione per il cittadino. In particolare, uno studio di LCA a livello di organizzazione si consiglia sia ad aziende collocate nella filiera di produzione come subfornitrici di processi o semilavorati non facilmente riconducibili ad un prodotto caratteristico sia ad aziende che producono un’ampia gamma di prodotti finiti. A cosa serve uno studio di LCA? Attraverso lo studio di LCA si individuano gli impatti ambientali potenziali associati ad un’organizzazione, un prodotto o un servizio e si identificano le fasi più rilevanti in termini d’impatti ambientali. È possibile così proporre interventi migliorativi che abbiano benefici a livello globale evitando azioni che, agendo su singoli step, favoriscano il trasferimento di impatti in altri compartimenti o in altre fasi. Applicata a livello di organizzazione, l’LCA permette di quantificare gli impatti ambientali connessi alle diverse attività gestite direttamente o indirettamente dall’organizzazione, includendo quindi la
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catena di approvvigionamento (dall’estrazione delle materie prime, alla produzione, all’uso e alla gestione finale dei rifiuti). CARBON FOOTPRINT DI ORGANIZZAZIONE Cos’è? L’impronta di carbonio (o carbon footprint) è la misura dell’ammontare totale delle emissioni di gas ad effetto serra causate direttamente o indirettamente da un individuo, un’organizzazione, un evento o un prodotto (Carbon Trust). Rispetto ad uno studio di LCA completo, la carbon footprint considera solo gli effetti sul cambiamento climatico, fornendo quindi indicazioni parziali dei potenziali impatti ambientali del processo, prodotto o servizio analizzato. Nel caso specifico della carbon footprint di organizzazione, tale strumento è normato a livello internazionale dalla ISO 14064.
nizzazione sul cambiamento climatico. Lo studio di carbon footprint può essere più o meno approfondito a seconda delle tipologie di emissioni considerate nell’analisi. A cosa serve uno studio di carbon footprint di organizzazione? Attraverso lo studio di carbon footprint si individuano gli impatti ambientali potenziali associati ad un’organizzazione sul cambiamento climatico e il contributo delle diverse categorie di emissioni sull’impatto complessivo dell’organizzazione. A seconda del grado di dettaglio dell’analisi, lo studio permette di quantificare gli impatti ambientali connessi alle diverse attività gestite direttamente o indirettamente dall’organizzazione (classificate come altre emissioni indirette), includendo quindi la catena di approvvigionamento.
Per chi è? È uno strumento che si adatta ad essere applicato a tutte le aziende che intendono avviare un percorso di eco-innovazione in quanto analizza gli impatti ambientali dell’orga-
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Strumenti di Analisi 2.2 Strumenti di analisi a livello di prodotto LIFE CYCLE ASSESSMENT (LCA) Per chi è ? Uno studio di LCA a livello di prodotto si consiglia ad aziende che intendono approfondire le conoscenze del proprio sistema produttivo ed avviare interventi di mirati di miglioramento delle performance ambientali a livello di prodotto. Rappresenta, inoltre, lo strumento di analisi da adottare per effettuare una Dichiarazione Ambientale sul prodotto (vedi sezione 3.2). La scelta dell’oggetto di analisi su cui focalizzare l’analisi dovrebbe essere orientata verso un prodotto di particolare interesse per il core business aziendale (prodotto di punta, lancio di un nuovo prodotto con specifiche caratteristiche ambientali, ecc.) per poter comunicare al meglio al proprio utente finale il percorso di eco-innovazione implementato. A cosa serve uno studio di LCA? Oltre alle motivazioni già esposte nella sezione 2.1, uno studio di LCA applicato ad un prodotto o servizio permette di identificare le fasi del ciclo di vita in cui si concentrano maggiormente le criticità ambientali. In questo modo è possibile proporre interventi migliorativi al fine di ottimizzare le risorse necessarie nella fase di intervento, massimizzando nel contempo i benefici ad essi associati. Uno studio di LCA può essere condotto anche in forma semplificata per effettuare uno studio di screening sull’inte-
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ro ciclo di vita di un prodotto o servizio al fine di identificare gli hot spot del sistema analizzato ed individuare le aree in cui è necessario intervenire con un’analisi più approfondita. L’LCA è un valido strumento tecnico di supporto per definire se e quanto un prodotto è “verde” ed è alla base di sistemi e strumenti quali ad esempio: • Etichette e dichiarazioni (Ecolabel, autodichiarazioni, Dichiarazioni Ambientali di Prodotto - DAP) i cui principi sono definiti nella ISO 14020; • Sistemi di Gestione Ambientale (EMAS, ISO 14001) • Life Cycle Costing (basato sullo stesso approccio dell’LCA ma utilizzando flussi economici). CARBON FOOTPRINT DI PRODOTTO Cos’è? La carbon footprint di prodotto considera le emissioni di gas ad effetto serra generate nell’arco dell’intero ciclo di vita del prodotto, dall’estrazione delle materie prime, passando per la fase di produzione, distribuzione, uso e smaltimento del bene e dei relativi imballaggi. I risultati dell’analisi sono espressi in tonnellate di CO2 equivalenti. Uno studio di carbon footprint di prodotto deve essere condotto secondo i requisiti stabiliti dalla norma ISO/TS ISO 14067 pubblicata nel 2013.
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eco INNOVAZIONE
Per chi è? È uno strumento che si adatta ad essere applicato a tutte le aziende che intendono avviare un percorso di eco-innovazione a livello di prodotto in quanto analizza gli impatti ambientali associati al prodotto solo sul cambiamento climatico. A cosa serve uno studio di carbon footprint di prodotto? La carbon footprint di prodotto consente di analizzare gli impatti nell’arco del ciclo di vita di un prodotto per un’unica categoria d’impatto: il riscaldamento globale. Nonostante quest’ultimo rappresenti attualmente una delle più grandi sfide ambientali, esistono altri problemi ambientali - quali ad esempio la scarsità di risorse naturali non rinnovabili, la perdita di biodiversità, ecc - che non sono presi in considerazione nel calcolo della carbon footprint. Pertanto un’azienda che vuole adottare interventi di miglioramento delle performance ambientali sul prodotto sulla base dei risultati dello studio di carbon footprint deve tener presente le limitazioni associate a questo strumento.
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Interventi di eco-innovazione
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aziende per ottimizzazione aspetti logistici
3. Interventi di eco-innovazione
Riutilizzo degli scarti internamente all’azienda
Non potendo essere esaustivi delle varie tipologie di interRiutilizzo degli scarti da parte di altre venti che possono essere introdotti a livello di processo profiliere produttive duttivo o di prodotto, si riportano di seguito i riferimenti ed una breve descrizione di guide tecniche o metodologie che possono essere adottate per effettuare interventi di eco-innovazione. Scelta di nuovi materiali con ridotto impatto ambientale
ZIONE LOGIS IZZA T TIM I TRASPORTO ICA T D MATERIE O PRI LE M L E DE
E DEGLI ION ZIONE AZ ODU ZZ I PR D Riutilizzo degli scarti da parte di altre filiere produttive
Valorizzazione energetica degli scarti
Riutilizzo degli scarti internamente all’azienda
Riduzione di volume/peso imballaggi
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Accordi con altre aziende per ottimizzazione aspetti logistici
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Accordi con altre aziende per ottimizzazione aspetti logistici
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Sostituzione macchinari con migliori prestazioni energetiche
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Installazione di impianti a ponte Acquisto di energia rinnovabile proveniente da fonti rinnovabili
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Gli interventi che possono essere adottati per tradurre i risultati emersi dalla fase di analisi in un effettivo miglioramento delle performance ambientali dell’organizzazione o del prodotto sono molteplici e si differenziano in funzione del diverso grado di intervento (risorse economiche e temporali). A titolo esemplificativo, si riportano gli interventi di contenimento degli impatti ambientali già avviati dalle imprese coinvolte nella sperimentazione del progetto ALPSTAR (figura 7 e 8).
Valorizzazione energetica degli scarti
Valorizzazione energetica degli scarti
Riutilizzo degli scarti internamente all’azienda
FIGURA 7-8: interventi di eco-innovazione realizzati dall’imprese coinvolte nel progetto ALPSTAR a livello di processo produttivo (a sx) e di prodotto (a dx).
eco INNOVAZIONE 3.1 Interventi a livello di processo produttivo
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CLEANER TECHNOLOGIES E BEST AVAILABLE TECHNIQUES (BAT) Cosa sono? Le tecnologie pulite (Cleaner Technologies), associate a corrette attività gestionali, costituiscono uno strumento per il miglioramento delle produzioni, per la riduzione degli impatti ambientali e la qualificazione di aree territoriali. Esse adottano misure di prevenzione dell’inquinamento ed implicano l’utilizzo delle “migliori tecniche disponibili” (BAT) che, come definite nella direttiva 96/61/CE, sono “la più efficiente e avanzata fase di sviluppo di attività e relativi metodi di esercizio indicanti l’idoneità pratica di determinate tecniche a costituire, in linea di massima, la base dei valori limite di emissione intesi ad evitare oppure, ove ciò si riveli impossibile, a ridurre in modo generale le emissioni e l’impatto sull’ambiente nel suo complesso”. Dove per “Tecniche” si intende sia le tecniche impiegate sia le modalità di progettazione, costruzione, manutenzione, esercizio e chiusura dell’impianto; “disponibili” sta ad indicare le tecniche sviluppate su una scala che ne consenta invece senta l’applicazione in condizioni economicamente e tecnicamente valide nell’ambito del pertinente comparto industriale.
Per chi sono? Per le imprese cui viene fornita la possibilità di rispettare adempimenti ambientali imposti dalle normative e che vedono premiata la ricerca del miglioramento continuo del potenziale tecnologico. A cosa servono? Gli impianti industriali (nuovi, ma anche quelli esistenti) nel richiedere l’autorizzazione all’esercizio, sono tenuti ad adottare le migliori tecnologie disponibili (BAT) al fine di eliminare, o qualora non fosse possibile, ridurre le emissioni in aria, acqua e suolo (comprese le misure relative ai rifiuti), per conseguire un livello elevato di protezione dell’ambiente nel suo complesso. Le BAT, infatti, riguardano tutti gli aspetti del funzionamento di un’industria che hanno impatti sui vari comparti ambientali. L’obiettivo generale di un approccio integrato deve essere quello di migliorare la gestione e il controllo dei processi industriali per garantire la tutela dell’ambiente adottando tutte le opportune misure di riduzione dell’inquinamento. L’applicazione delle BAT in ogni compartimento specifico può contribuire ad ottimizzare i consumi delle materie prime, idrici ed energetici ma anche minimizzare la quantità di rifiuti e delle emissioni.
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Interventi di eco-innovazione 3.2 Interventi a livello di prodotto ECO-DESIGN
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Che cos’è? L’eco-progettazione è la considerazione dei fattori ambientali nella progettazione e nello sviluppo di prodotti e servizi. L’eco-progettazione è inserita al pari di altri importanti requisiti che solitamente si considerano nei processi di progettazione come ad esempio la qualità, la legislazione, i costi, la funzionalità, la durabilità, l’ergonomica l’estetica ed i fattori di salute e sicurezza. Come risultato i prodotti di eco-progettazione sono innovativi, hanno migliori prestazioni ambientali e sono di qualità almeno pari allo standard di mercato. Gli standard internazionali specifici per l’ecodesign sono il rapporto tecnico UNI EN ISO/TR 14062:2007 e la UNI ISO 14006:2011. Per chi è? Per tutte le aziende che producono servizi e prodotti finiti, quindi indirizzati al mercato, o componenti e semilavorati. A cosa serve l’eco-progettazione? Le decisioni prese durante la progettazione di prodotti e servizi determinano largamente il loro impatto potenziale sull’ambiente. I materiali, la forma, il peso, i processi di produzione, la durata, ecc., sono aspetti cruciali che devono essere considerati in dettaglio per prevenire o minimizzare gli impatti dei prodotti e servizi finiti.
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L’eco-progettazione utilizza un approccio integrato nella relazione tra prodotti e servizi e l’ambiente su tre livelli:
• considera l’intero ciclo di vita del prodotto o servizio; • il prodotto è considerato come un sistema, in cui tutti gli elementi che servono ad un prodotto per sviluppare le sue funzioni (consumi , imballaggi, reti energetiche, ecc.) devono essere valutati; • viene utilizzato un approccio “multicriterio”, tutti i differenti impatti ambientali, che possono essere generati dal sistema prodotto durante il suo ciclo di vita, sono valutati in modo da evitare il trasferimento dell’impatto tra le diverse categorie d’impatto (ad esempio riduzione delle risorse, effetto serra, tossicità, ecc.) e tra le fasi del ciclo di vita. Questo approccio integrato facilita l’uso dell’eco-progettazione in combinazione con altri strumenti per l’eco-innovazione. Il processo di progettazione tradizionale può essere adottato nell’eco-progettazione inserendo alcuni semplici cambiamenti. La portata di questi cambiamenti dipende dagli obiettivi della propria azienda. Una panoramica di come si possano inserire criteri di eco-innovazione nella progettazione di un nuovo prodotto o nella sua riprogettazione sono riassunti in figura 9.
eco INNOVAZIONE
PROCESSI DI PROGETTAZIONE CONVENZIONALI Proposta e briefing
(Ri) Progettazione e sviluppo di prodotto/processo
Produzione
Lancio sul mercato
ASPETTI INNOVATIVI DEL PROCESSO DI ECO-INNOVAZIONE Valutazione delle esigenze ambientali Creazione di un gruppo di eco-progettazione Valutazione ambientale di un prodotto o servizio di riferimento Valutazione e selezione delle strategie di eco- progettazione
Comunicazione delle caratteristiche ambientali dei prodotti e servizi
Valutazione del processo di eco-progettazione e studio di nuove tecnologie
FIGURA 9: come includere criteri ambientali nelle diverse fasi di progettazione di un prodotto.
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Strumenti di comunicazione ambientale 4.1 Strumenti di comunicazione a livello di organizzazione
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DICHIARAZIONE AMBIENTALE Che cos’è? La Dichiarazione Ambientale è un documento che riassume al pubblico e ad altri soggetti interessati informazioni sull’impatto e sulle prestazioni ambientali dell’organizzazione nonché sul continuo miglioramento della prestazione ambientale. Rappresenta una parte obbligatoria dei Sistemi di Gestione Ambientale (SGA) secondo il regolamento EMAS e quindi un requisito fondamentale per la validazione di un SGA da parte di un verificatore. Generalmente la Dichiarazione Ambientale fa riferimento alle singole unità locale o sito dell’azienda. rappresenta una parte obbligatoria dei Sistemi di Gestione Ambientale (SGA) secondo il regolamento EMAS, e quindi un requisito fondamentale per la validazione di un SGA da parte di un verificatore. Per chi è? Per tutte le aziende che vogliono valorizzare il legame con il territorio.
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A cosa serve una Dichiarazione Ambientale? La Dichiarazione Ambientale deve fornire: • una chiara descrizione dell’azienda, una sintesi delle sue attività e dei suoi prodotti e servizi, nonché delle sue relazioni con le eventuali organizzazioni capo gruppo; • la Politica Ambientale dell’organizzazione e una breve illustrazione del suo Sistema di Gestione Ambientale; • una descrizione di tutti gli aspetti ambientali significativi, diretti e indiretti, che determinano impatti ambientali significativi dell’organizzazione e una spiegazione della natura degli impatti connessi a tali aspetti ed infine una descrizione degli obiettivi e dei target ambientali; • una sintesi dei dati disponibili sulle prestazioni dell’organizzazione rispetto ai suoi obiettivi e traguardi ambientali per quanto riguarda gli impatti ambientali significativi.
eco INNOVAZIONE 4.2 Strumenti di comunicazione a livello di prodotto LE ETICHETTE AMBIENTALI Negli ultimi anni si è registrato un grande interesse a livello europeo sui marchi di prodotto, la cui finalità principale è quella di fornire informazioni ai consumatori. Oltre a misure obbligatorie riguardanti principalmente aspetti di sicurezza dei prodotti, sono nati una serie di marchi nazionali di prodotto a carattere volontario mirati a fornire
informazioni di carattere ambientale. La norma UNI EN ISO 14020, che rappresenta il riferimento in materia, ha stabilito i principi guida per lo sviluppo e l’utilizzo di etichette e dichiarazioni ambientali. Lo standard ha definito tre principali categorie di etichette ambientali (tabella 2):
Standard di riferimento ETICHETTE DI I TIPO
UNI EN ISO 14024 – Etichette e dichiarazioni ambientali - Etichettatura ambientale di Tipo I Principi e procedure
ETICHETTE DI II TIPO
UNI EN ISO 14021 - Etichette e dichiarazioni ambientali - Asserzioni ambientali auto-dichiarate (etichettatura ambientale di Tipo II)
ETICHETTE DI III TIPO
UNI EN ISO 14025 - Etichette e dichiarazioni ambientali - Dichiarazioni ambientali di Tipo III Principi e procedure
Tabella 2: Gli standard di riferimento per lo sviluppo delle etichette ambientali
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Strumenti di comunicazione ambientale
ETICHETTE DI I TIPO
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Che cosa sono? Sono etichette multi-criterio che identificano i prodotti di eccellenza ambientale con ridotti impatti ambientali nell’intero ciclo di vita. Sono assegnate sulla base di specifici criteri di riconoscimento dell’eccellenza ambientale, diversi per ogni categoria di prodotti. Prevedono una convalida da parte di un verificatore accreditato.
Per chi sono? Sono rivolte a tutte le aziende che vogliano comunicare le performance ambientali dei propri prodotti o servizi, se rientranti nelle categorie per le quali sono stati messi a punto i criteri. A cosa servono? La principale funzione è comunicare al mercato l’eccellenza ambientale di un prodotto o servizio, fornendo ai consumatori informazioni di performance ambientali certificate e credibili in modo da stimolare la domanda. La loro adozione diventa, da un lato, uno strumento di comunicazione ambientale e, dall’altro, un’opportunità per l’azienda di migliorare la gestione ambientale dei propri prodotti/servizi, implementando criteri ecologici. Infine, in un’ottica di filiera o di Green Public Procurement (acquisti verdi), il possesso di tale etichettatura può servire a semplificare la dimostrazione del possesso dei requisiti richiesti da fornitori e acquirenti. AUTODICHIARAZIONI - ETICHETTE DI II TIPO
FIGURA 10: (a dx) il marchio europeo Ecolabel (a sx), il marchio tedesco “l’Angelo Blu” (al centro) e il marchio scandinavo “Nordic Swan” (a dx).
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Che cosa sono? Sono delle auto-dichiarazioni del produttore in merito alle caratteristiche ecologiche del prodotto. Non richiedono il rispetto di requisiti specifici e non prevedono la verifica di parte terza, ma le informazioni fornite devono comunque essere verificabili, esatte e pertinenti, come definito dalla ISO 14020, perché risultino attendibili per i consumatori.
eco INNOVAZIONE
Per chi sono? Sono utilizzabili da tutte le imprese che producono prodotti o erogano servizi direttamente al consumatore. A cosa servono? Queste tipologie di etichette sono state pensate per promuovere prodotti e sevizi in base alle caratteristiche “verdi” e per comunicare l’impegno dell’azienda verso l’ambiente. Permettono di rafforzare la percezione di qualità di prodotti/servizi e di comunicare indirettamente l’esistenza di una politica ambientale dell’azienda. Servono, inoltre, per comunicare azioni di eco-design: alcuni criteri ambientali e funzionali definiti per ottenere l’etichetta ecologica possono essere infatti il frutto di un’attività di ricerca sul prodotto per migliorarne alcuni aspetti dal punto di vista ambientale. Poiché la comunicazione veicolata tramite le etichette sia efficace, essa deve essere elaborata in modo tale da essere facilmente comprensibile concettualmente (ad es. il logo Möbius, il simbolo del riciclaggio) e apposta in modo visibile, in modo da funzionare da elemento attrattivo. FIGURA 11: Alcuni esempi di etichette di II tipo. A sx è rappresentato il simbolo del riciclaggio.
DICHIARAZIONI AMBIENTALI DI PRODOTTO (DAP) ETICHETTE DI III TIPO
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Che cosa sono? Le dichiarazioni ambientali di prodotto (o Environmental Product Declarations - EPD) sono strumenti che, basandosi sulla valutazione del ciclo di vita (LCA) ,permettono di qualificare e quantificare la prestazione ambientale complessiva di un prodotto/servizio, attraverso la comunicazione di informazioni oggettive, confrontabili e credibili. Tra i diversi sistemi di EPD, il più utilizzato e noto a livello internazionale è l’International EPD® System, di origine svedese, molto utilizzato anche in Italia, di cui DAP è l’acronimo italiano.
Per chi sono? Possono essere utilizzati da produttori che realizzano prodotto finiti e/o importatori o fornitori di prodotti intermedi. La DAP per la complessità e la completezza dei contenuti è nata come strumento di comunicazione business-to-business (B2B) ma può rappresentare il punto di partenza per sviluppare una comunicazione ambientale al consumatore avvalorata dall’ottenimento della certificazione. A cosa servono? Permettono alle aziende di divulgare informazioni ambientali relative ai propri prodotti indipendentemente dalla loro
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Strumenti di comunicazione ambientale
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natura e posizione nella filiera produttiva. Inoltre la DAP facilita il confronto tra prodotti/servizi attraverso parametri condivisi standardizzati, le regole di categoria di prodotto (Product Categories Rules).
I produttori possono usare le DAP come benchmark, per il posizionamento e le performance dei propri prodotti/ servizi, ma anche come sistema di controllo/selezione dei fornitori.
Altra importante caratteristica è quella di sensibilizzare e coinvolgere gli anelli della filiera, favorire il flusso di informazioni, favorire l’acquisto di prodotti EPD nelle organizzazioni certificate ISO/EMAS. Inoltre, permettono di accedere attraverso un canale preferenziale ai bandi di fornitura “verdi”, messi a punto dalla P.A., in un contesto di GPP.
FIGURA 12: il simbolo dell’intenational EPD® System.
eco INNOVAZIONE La parola alle imprese L’attività pilota svolta nell’ambito del progetto ALPSTAR ha avuto come finalità quella di avviare percorsi di eco-innovazione su un nucleo di 7 imprese, appartenenti a diversi settori produttivi rappresentativi del tessuto produttivo veneto. I percorsi sono stati modulati e adattati a seconda delle caratteristiche organizzative e produttive delle imprese e delle richieste del loro mercato di riferimento. Si riportano di seguito le testimonianze di alcune aziende che hanno partecipato al progetto.
Le aziende che hanno partecipato al progetto ALPSTAR: Francesco Barduca S.r.l. Via Piovega, 41/C 35010 Borgoricco (PD) Sito web: http://www.barduca.it Falegnameria Roncato S.r.l. Via G. Puccini, 9 - 35012 Camposampiero (PD) Sito web: http://www.falegnameriaroncato.com Gruppo editoriale Finegil S.p.A. - Divisione Nord Est Via Tommaseo, 65/B - 35131 Padova L.T. Lamiere Tagliate S.p.A. Via Cesare Battisti, 55 - 35010 Limena (Pd) Sito web: http://www.lamieretagliate.com/ Pedon S.p.A. Via del Progresso 32 - 36060 Molvena (VI) Sito web: www.pedon.it P.E.T. Engineering S.r.l. Via Celtica, 26/28 - Z.I. Ungheresca SUD 31020 San Vendemiano (TV) Sito web: http://www.petengineering.com/ Sirca S.p.A. Viale Roma 85,35010 S. Dono di Massanzago (PD) Sito web: http://www.sirca.it/
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Settore Agro-Alimentare
AZIENDA FRANCESCO BARDUCA S.R.L. L’azienda Barduca nasce come piccola realtà agricola alla fine degli anni ‘70, dal sogno di due giovani, Francesco Barduca e Rossi Anna Maria. Negli anni l’azienda agricola si espande, si attrezza per la produzione in serra, potenzia la commercializzazione e punta sui prodotti di quarta gamma già lavati e confezionati. Nasce cosi la Barduca S.r.l., che alla fine degli anni ’90 fa un’altra scelta fondamentale per la sua storia: la certificazione Biologica. Oggi l’azienda, che conta circa 40 ettari in produzione biologica a Borgoricco (PD) e una rete di selezionati fornitori, garantisce i suoi prodotti secondo salubrità e genuinità. Inoltre risponde alle esigenze di chi acquista fornendo prodotti pronti all’uso, già lavati e mondati, non perdendo di vista i valori della sostenibilità ambientale e sociale. I prodotti: l’azienda produce prodotti biologici e tradizionali quali insalate, spinaci ed erbe aromatiche sfusi, in ciotole, in vaschetta o in busta.
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ANALISI EFFETTUATA: analisi semplificata (vedi sezione 2.2) sulla rucola biologica confezionata in vaschette di plastica PET sigillata con film plastico termosaldabile. OBIETTIVO DELLO STUDIO: è stato analizzato il profilo ambientale del processo di lavorazione e confezionamento della rucola e valutati gli impatti ambientali associati ai diversi materiali che possono essere utilizzati per l’imballaggio primario del prodotto (plastica PET, plastica PET riciclata, cartone, bioplastica).
eco INNOVAZIONE L’ESPERIENZA NELL’AMBITO DEL PROGETTO ALPSTAR La parola a Francesco Barduca e Anna Maria Rossi AZIENDA FRANCESCO BARDUCA S.R.L. Quali sono le motivazioni che vi hanno spinto ad analizzare gli impatti del vostro prodotto? Un’azienda agricola che crede nella valorizzazione del proprio territorio e si rivolge ad un mercato anche Nord Europeo non può non interrogarsi sul suo impatto ambientale, sia per un’esigenza etica sia per la propria strategia commerciale. Quali sono i vantaggi che prevedete legati all’avvio di un percorso di eco-innovazione? Monitorare l’impatto ambientale significa anche individuare le criticità migliorabili, con benefici su tutta la produzione. Inoltre le persone che acquistano i nostri prodotti sono sensibili a queste tematiche: vogliamo dare voce a questa sensibilità anche nel nostro piccolo e rendere la nostra produzione sempre più ecosostenibile.
Che informazioni avete acquisito nell’ambito della sperimentazione del progetto ALPSTAR? La parte più interessante del progetto riguarda proprio lo studio effettuato sugli imballaggi. Dall’analisi è emerso che sostituendo le vaschette in polipropilene, che attualmente vengono utilizzate per il confezionamento di molti prodotti, con quelle in PET riciclato o in bioplastiche possiamo diminuire di molto il nostro impatto, in particolare sul fronte del cambiamento climatico. Un’altra importante riflessione è stata fatta sull’impatto dei nostri consumi elettrici, necessari alla fase di lavorazione e per il mantenimento della catena del freddo. Stiamo in tal senso valutando di ampliare la copertura di pannelli solari, già integrati nell’azienda agricola, anche sul tetto del sito di lavorazione per rispondere a questa esigenza con una maggiore percentuale di risorse rinnovabili.
Che requisiti in campo ambientale vi richiede il vostro mercato di riferimento? Il nostro mercato di riferimento chiede, oltre alle continue garanzie analitiche che comprovano la salubrità del nostro prodotto biologico, anche il medesimo rispetto per i siti produttivi. In campo ambientale inoltre è fondamentale la scelta delle risorse energetiche impiegate, la buona gestione logistica, l’impegno verso packaging sempre meno impattanti.
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Settore Agro-Alimentare
GRUPPO PEDON S.P.A. Fondata nel 1984 dai tre fratelli Pedon, come azienda distributiva all’ingrosso di prodotti alimentari, Pedon è oggi presente capillarmente in tutti i moderni canali distributivi, sia con prodotti a proprio marchio, sia come private label per la GDO con oltre 100 linee a marchio privato, ed oltre 3.000 referenze. Punto distintivo e di forza del Gruppo Pedon è la rete globale di approvvigionamento, presente in 15 Paesi nei 5 continenti, che tramite la divisione Acos riesce a garantire nel tempo elevati livelli qualitativi ed il controllo totale delle filiere di approvvigionamento. Il Gruppo Pedon con sede a Molvena (VI) è oggi è il punto di riferimento a livello mondiale per la lavorazione, il confezionamento e la distribuzione di legumi e cereali secchi. I prodotti: Le aree di business dell’azienda, oltre a quella predominante dei cereali e legumi secchi, si diversificano nei preparati per dolci, funghi secchi, alimenti biologici e senza glutine. ANALISI EFFETTUATA: analisi semplificata (vedi sezione 2.2) relativa a “C’è di buono - i 5 cereali italiani”, un misto di cereali (grano duro, orzo perlato, riso parboiled, farro perlato e avena decorticata) sottoposti a precottura mezzo vapore e/o aria calda e confezionati in atmosfera protettiva. OBIETTIVO DELLO STUDIO: è stato analizzato il profilo ambientale del processo di lavorazione finale e confezionamento del prodotto svolto nello stabilimento produttivo di Pedon a Molvena (VI).
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eco INNOVAZIONE L’ESPERIENZA NELL’AMBITO DEL PROGETTO ALPSTAR
Quali sono le motivazioni che vi hanno spinto ad analizzare gli impatti del vostro prodotto?
Come Azienda dobbiamo contribuire concretamente all’adozione di un modello di sviluppo sostenibile che, pur garantendo la soddisfazione dei bisogni dei consumatori, salvaguardia allo stesso tempo le risorse naturali e l’ambiente.
Come azienda siamo attenti a valutare gli impatti ambientali della nostre attività convinti che possiamo conciliare un modo di fare impresa con buone politiche per l’ambiente. Abbiamo già in essere delle politiche “green” applicate in varie fasi del nostro processo produttivo e nella nostra filiera di approvvigionamento quali ad esempio l’utilizzo per il trasporto delle materie prime via nave e rotaia e la riduzione al minimo degli imballaggi per il trasporto delle materie prime e del prodotto finito.
Che informazioni avete acquisito nell’ambito della sperimentazione del progetto ALPSTAR? Le informazioni acquisite hanno permesso all’Azienda di evidenziare punti critici lungo il processo produttivo in chiave ambientale. Attraverso l’analisi degli indicatori adottati andremo a valutare delle azioni correttive. Una prima azione correttiva sarà l’acquisto per lo stabilimento di Molvena di energia eolica e quindi da fonti rinnovabili abbattendo le emissioni di CO2.
La parola a Luca Zocca - MARKETING MANAGER GRUPPO PEDON S.P.A.
Quali sono i vantaggi che prevedete legati all’avvio di un percorso di eco-innovazione? Adottare politiche “green” come ad esempio una razionalizzazione degli imballi utilizzati riduce l’impatto ambientale e i costi produttivi. Inoltre, il consumatore è sempre più attento ai contenuti etici ed ambientali dei prodotti nel processo di acquisto e quindi sono sicuramente plus distintivi da perseguire per avvalorare i propri brand e l’immagine aziendale. Che requisiti in campo ambientale vi richiede il vostro mercato di riferimento?
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Settore Legno-Arredo
FALEGNANERIA RONCATO S.R.L. Il pregio, la cura, lo stile per la bellezza che si rivela nell’insieme e nel particolare, grazie a una creatività fedele alla natura del legno: è questa la filosofia della falegnameria Roncato, che dal 1957 lavora il legno con sapienza artigiana e grande passione. In oltre cinquant’anni di attività hanno visto la luce creazioni raffinate, pensate per una clientela esigente e abituata ad apprezzare le cose belle. Un mobile o un serramento Roncato ha sempre una lunga storia alle spalle, rigorosamente tramandata attraverso le generazioni. È’ un’autentica falegnameria artigiana, dove il legno è trattato con passione, per offrire il meglio.
I prodotti: La Falegnameria Roncato è in grado di realizzare un’ampia gamma di prodotti: serramenti per interni, per esterni e comunità, arredamento di grande pregio ed elevata qualità, creato su misura dei desideri del cliente, arredamento navale e restauro. L’attenzione meticolosa conduce alla creazione di soluzioni uniche, sempre personalizzate. ANALISI EFFETTUATA: analisi preliminare di supporto all’eco-design (vedi sezione 3.2) per uno dei prodotti più venduti dall’azienda: una finestra a un’anta-ribalta in hemlock e vetrocamera. OBIETTIVO DELLO STUDIO: sono stati analizzati i punti di forza e debolezza del prodotto rispetto ad un prodotto concorrente sul mercato al fine di fornire alcune strategie per la riprogettazione in chiave ambientale del prodotto.
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eco INNOVAZIONE L’ESPERIENZA NELL’AMBITO DEL PROGETTO ALPSTAR La parola a Renzo Roncato TITOLARE FALEGNAMERIA RONCATO S.R.L. Quali sono le motivazioni che vi hanno spinto ad analizzare gli impatti del vostro prodotto? Lavorando il legno, siamo sempre stati sensibili alle tematiche ambientali: da vent’anni l’impianto di riscaldamento di tutti gli ambienti lavorativi della nostra azienda funziona grazie al recupero di trucioli. Sia per il prodotti ad uso interno che esterno utilizziamo esclusivamente vernici ad acqua e ci occupiamo con attenzione del corretto smaltimento dei rifiuti.
Che informazioni avete acquisito nell’ambito della sperimentazione del progetto ALPSTAR? Abbiamo compreso di aver intrapreso in questi anni la strada giusta. Certo, abbiamo ancora aspetti da migliorare e ulteriori obiettivi da raggiungere, ma crediamo che continuare e perfezionare una produzione che rispetti l’ambiente sia una scelta imprescindibile per la nostra azienda.
Quali sono i vantaggi che prevedete legati all’avvio di un percorso di eco-innovazione? Venire incontro alle esigenze del cliente. Il nostro modo di operare è mettere in atto buone pratiche che favoriscano il rispetto della materia prima - il legno - e dei consumatori, sempre più sensibili e attenti alle tematiche del risparmio energetico e dell’attenzione all’ambiente. Che requisiti in campo ambientale vi richiede il vostro mercato di riferimento? Certamente oggi avere una certificazione ambientale rappresenta un importante biglietto da visita per un’azienda. il nostro prossimo obiettivo è conseguire la certificazione ISO 14001 che garantirebbe ai clienti i nostri elevati standard di qualità e il rispetto della materia prima, elementi che ci contraddistinguono da oltre cinquant’anni.
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Settore Siderurgico
L.T. LAMIERE TAGLIATE S.P.A. La società L.T. LAMIERE TAGLIATE, nata nel 1967 per iniziativa del Sig. Luigi Trevisan, è un centro di servizi che opera nel settore siderurgico fin dal 1967. Nel 1997 ha ottenuto la certificazione del proprio sistema qualità (attualmente è certificata UNI EN ISO 9001: 2008). La trasformazione in S.p.A nel 1981 ed il trasferimento in un nuovo stabilimento di mq 7000 coperti, segnano la concretizzazione di una nuova fase di sviluppo impostati dall’azienda. In parallelo l’acquisto di nuovi impianti (slitter) ad alta tecnologia e il costante impegno per la razionalizzazione ottimale delle risorse aziendali, hanno consentito un miglioramento della qualità del prodotto e del servizio offerto ai clienti, oltre alla conquista di nuove fette di mercato. I prodotti: La società è specializzata nella produzione di nastri, bandelle e coils decapati, a freddo e zincati, in un ampia gamma di spessori, larghezze e qualità, tutto in accordo alle vigenti norme europee. L’azienda rifornisce alcuni fra i maggiori gruppi industriali operanti nei settori dell’arredamento, elettrodomestici, automobilistico ed altri.
ANALISI EFFETTUATA: analisi preliminare di carbon footprint di organizzazione (vedi sezione 2.1) delle attività produttive svolte presso lo stabilimento produttivo di L.T. Lamiere Tagliate. OBIETTIVO DELLO STUDIO: valutazione degli impatti ambientali potenziali delle attività svolte dall’organizzazione sul clima a livello globale, espresse come tonnellate di CO2 equivalenti.
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eco INNOVAZIONE L’ESPERIENZA NELL’AMBITO DEL PROGETTO ALPSTAR La parola a Mauro Trevisan DIRETTORE GENERALE L.T. LAMIERE TAGLIATE S.P.A. Quali sono le motivazioni che vi hanno spinto ad analizzare gli impatti della vostra organizzazione? La valutazione degli impatti ambientali della nostra organizzazione produttiva non sono ancora una tematica particolarmente percepita dal nostro settore e dalla nostra clientela, tuttavia la nostra società ritiene che ognuno di noi può e deve contribuire a ridurre il proprio impatto sull’ambiente e con questo approccio abbiamo partecipato al progetto “ALPSTAR - Toward Carbon Neutral Alps”.
Abbiamo già mosso i primi passi in taI senso, scegliendo di acquistare energia elettrica prodotta esclusivamente da fonti rinnovabili, contribuendo così a ridurre le emissioni di gas ad effetto serra associate al nostro stabilimento di circa il 79%, secondo le prime stime effettuate nell’ambito del progetto.
Quali sono i vantaggi che prevedete legati all’avvio di un percorso di eco-innovazione? Prevediamo che i vantaggi per la nostra società, oltre che morali e di immagine, possano essere anche economici dato che ogni grado di consapevolezza ambientale influisce direttamente e indirettamente sui costi aziendali. Che informazioni avete acquisito nell’ambito della sperimentazione del progetto ALPSTAR? Le informazioni che abbiamo ottenuto nell’ambito dell’attività pilota del progetto ALPSTAR ci hanno permesso di acquisire alcuni spunti per avviare un’analisi più approfondita a livello di organizzazione a cui associare l’ottenimento della certificazione ambientale per comunicare all’esterno il percorso svolto.
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Settore Packaging
P.E.T. ENGINEERING S.R.L.
I prodotti:
Nata nel 1999, P.E.T. Engineering è specializzata nella progettazione e industrializzazione dei contenitori in PET. Per i suoi clienti, quali PepsiCo, Nestlé Waters, Norda, Carlsberg, Baltika, Heineken, Efes, AB InBev, Ferrero, Granarolo, Parmalat, è un interlocutore unico che sa coniugare il design con la sua industrializzazione, l’innovazione con il Made in Italy.
Evolight 1.5 l, grazie alla particolare struttura, ha pesi record: 18.9 g per la versione piatta e 22.5 g per la versione gasata. All’alleggerimento ha contribuito anche l’adozione del nuovo filetto 26/22, che può essere utilizzato sia per prodotti piatti che gasati con il vantaggio di poter utilizzare lo stesso contenitore per entrambe le tipologie di contenuto.
P.E.T. Engineering nel corso degli ultimi anni si è focalizzata nella progettazione di packaging eco-sostenibili, a basso impatto ambientale ma sempre di qualità e dalle eccellenti performance tecniche.
ANALISI EFFETTUATA: analisi di LCA semplificata (vedi sezione 2.1) per valutare i benefici ambientali associati ad un intervento di ammodernamento linee denominato “Processo Polaris”, che permette, con una soluzione a moduli, di aggiornare e rendere nuovamente performanti le soffiatrici datate. OBIETTIVO DELLO STUDIO: valutazione dei benefici ambientali associati all’introduzione del Processo Polaris.
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Evolight 0.5 l pesa solo 7.5 grammi, circa il 32% in meno rispetto al peso medio dei contenitori dello stesso formato attualmente sul mercato. Con un valore di full vertical top load (crash) superiore ai 300 N il contenitore si presenta infatti rigido e robusto nonostante il peso contenuto. Questo valore aumenta del 30% quando EvoLight viene sottoposta a riempimento con azoto.
eco INNOVAZIONE L’ESPERIENZA NELL’AMBITO DEL PROGETTO ALPSTAR La parola a Elisa Zanellato - MARKETING & COMMUNICATION MANAGER P.E.T. ENGINEERING S.R.L. Quali sono le motivazioni che vi hanno spinto ad analizzare gli impatti della vostra organizzazione? Crediamo fermamente che la difesa dell’ambiente sia un dovere a cui tutte le aziende dovrebbero votarsi e, per questo, ci impegniamo costantemente nella ricerca di materiali alternativi e nella progettazione di contenitori ultraleggeri che richiedano un minor impiego di materia plastica. Per noi è anche fondamentale dimostrare come il PET sia una alternativa valida all’utilizzo del vetro, materiale da sempre considerato più ecologico e naturale. Quali sono i vantaggi che prevedete legati all’avvio di un percorso di eco-innovazione? Fornire ai nostri clienti prodotti eco-sostenibili certificati garantisce loro un importante ritorno in termini di immagine presso i consumatori finali e, per noi, costituisce un importante vantaggio competitivo nei confronti dei nostri concorrenti.
nativi e siamo attualmente impegnati nel trovare il corretto equilibrio tra le performance meccaniche inferiori di questi materiali, l’usabilità e l’aspetto estetico. Che informazioni avete acquisito nell’ambito della sperimentazione del progetto ALPSTAR? Il risultato più importante conseguito è sicuramente la consapevolezza che i nostri progetti possono apportare un concreto e, soprattutto, misurabile apporto nella salvaguardia dell’ambiente in cui viviamo migliorando le tecnologie ed i processi utilizzati. Inoltre l’adozione del metodo LCA ci permette di far comprendere i vantaggi di adottare una soluzione rispetto ad un’altra, un materiale rispetto ad un altro.
Che requisiti in campo ambientale vi richiede il vostro mercato di riferimento? Il mercato ci richiede contenitori che non solo siano leggeri e che, di conseguenza, siano prodotti con minori quantità di materia prima ma che siano anche performanti e dotati di shelf-appeal. Siamo convinti che l’alleggerimento sia comunque stato spinto al limite, motivo per cui abbiamo cominciato a lavorare con i materiali alter-
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Settore Chimico
SIRCA S.P.A. Sirca S.p.A. nasce nel 1973 ed è presente nel mercato con i quattro brand Sirca, Polistuc, Technogel e D’AQUA. All’estero Sirca S.p.A. ha 3 aziende controllate e possiede partecipazioni in altre due aziende. I dipendenti sono 220 suddivisi nei due stabilimenti produttivi di Padova (190) e di Udine (30). I Laboratori di controllo qualità e R&S occupano una superficie di 2000 mq e impiegano 34 tecnici e 20 assistenti tecnici. Da anni la collaborazione con le Università ed in particolare con l’Università di Padova ha consentito una ricerca innovativa e di alto livello sia in termini impiantistici che di qualità del prodotto. La nostra mission è infatti orientata a proporre prodotti di altissima qualità, realizzati con le tecnologie più evolute e nel pieno rispetto dell’ambiente. I prodotti: La gamma Sirca comprende tutto ciò che serve a proteggere e verniciare il legno e i supporti alternativi impiegati nell’industria del mobile e dei suoi accessori. Con il marchio HPR Sirca produce resine poliestere insature, destinate all’impiego nel comparto “tecnologico”, mentre la gamma Sirca per il legno comprende prodotti specifici per cicli industriali ed artigianali che rispondono alle diverse problematiche di verniciatura dei mobili e dei loro componenti (cucine, sedie, infissi, ecc).
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ANALISI EFFETTUATA: analisi di LCA semplificata (vedi sezione 2.2) di una vernice a base acquosa per il trattamento degli infissi in legno di conifera e latifoglie da esterni. OBIETTIVO DELLO STUDIO: sono stati analizzati i principali impatti ambientali associati alle fasi di realizzazione del prodotto svolte nello stabilimento produttivo aziendale.
eco INNOVAZIONE L’ESPERIENZA NELL’AMBITO DEL PROGETTO ALPSTAR La parola a Gianni Marcato DIRETTORE GENERALE SIRCA S.P.A.
luppo vengono richiesti prodotti “tecnologicamente” meno avanzati ma con un’attenzione sempre crescente al tema ambientale.
Quali sono le motivazioni che vi hanno spinto ad analizzare gli impatti del vostro prodotto? Qualsiasi attività antropica ha un impatto ambientale, ma nel caso di un’azienda chimica, l’ambiente ha una valenza più che simbolica. La mission aziendale è quindi di ridurre al minimo l’impatto ambientale sia in termini di attività produttiva sia in termini del prodotto in fase di applicazione.
Che informazioni avete acquisito nell’ambito della sperimentazione del progetto ALPSTAR? Nel corso dell’analisi abbiamo apprezzato la capacità di sintesi e di schematizzazione del processo produttivo e del prodotto per mettere in evidenza i fattori che incidono in maniera significativa sull’impatto ambientale. Inoltre sono stati molto utili gli aggiornamenti sullo stato di avanzamento delle linee guida europee per la misurazione dell’impatto ambientale dei prodotti vernicianti forniti dai referenti tecnici dell’attività pilota.
Quali sono i vantaggi che prevedete legati all’avvio di un percorso di eco-innovazione? I vantaggi che ci si aspettano da un’attenta analisi ambientale sono molteplici: • riduzione mirata dell’impatto ambientale; • vantaggi economici in termini di riduzione degli scarti e ottimizzazione dei consumi; • miglioramento dell’immagine aziendale. Che requisiti in campo ambientale vi richiede il vostro mercato di riferimento? In linea generale le aree Europea/America del Nord hanno un approccio “green” e richiedono materiali performanti a ridotto impatto ambientale, in particolare vengono richiesti prodotti a basso contenuto di Sostanze Organiche Volatili. Per le aree in via di svi-
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Bibliografia AssoSCAI (2006) “Libro bianco per la competitività ambientale d’impresa”
ENEA (2007) “Eco-innovazione dei prodotti. Consigli pratici per le imprese”, settembre 2007
BARBERIO G., MORABITO R. (2013) Analisi e proposte del Gruppo di Lavoro 1 “Sviluppo dell’Eco-innovazione” degli Stati Generali della Green Economy in Energia, Ambiente e Innovazione num. 5/2013 pp: 4-15
EIO AND CFSD (2013) “Eco-innovate! A guide to eco-innovation for SMES and business coaches” Eco-innovation Observatory
CALOGIROU C. ET AL (2010) “SMEs and the environment in the European Union” PLANET SA and Danish Technological Institute, published by European Commission, DG Enterprise and Industries CARIANI R. (2013) “Eco-aree produttive - Guida all’eco-innovazione, alle politiche per la sostenibilità e ai progetti operativi delle Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate (APEA)” Edizioni Ambiente
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FLASH EUROBAROMETER (2011) “Attitudes of European entrepreneurs towards eco-innovation” FONDAZIONE SYMBOLA, UNIONCAMERE (2013) “Rapporto Greenitaly 2013 - Nutrire il futuro” OECD (2011) “Sustainable Manufacturing Toolkit - Seven Steps to Environmental Excellence” STARCKEY R. (1998) “Environmental Management Tools for SMEs: a handbook” European Environmental Agency
eco INNOVAZIONE Autori e gruppo di lavoro AUTORI Gioia Garavini, Alessandra Zamagni Ecoinnovazione S.r.l. è uno spin-off ENEA che offre servizi avanzati di analisi degli impatti ambientali di prodotti, servizi e sistemi con un approccio di ciclo di vita, e progetta modalità personalizzate sull’esigenze del cliente per una loro riduzione e per la comunicazione della qualità ambientale raggiunta. Michele Pelloso La Sezione Industria ed Artigianato della Regione del Veneto, si occupa dell’attivazione ed attuazione di politiche a sostegno delle imprese, in particolare PMI, anche cooperative, attraverso risorse proprie e per il tramite di operatori finanziari specializzati, della programmazione e gestione delle attività derivanti dall’attuazione delle leggi di settore e della definizione ed attuazione di misure agevolative per favorire l’accesso al credito delle imprese. Marco Meggiolaro EURIS S.r.l. da venticinque anni supporta la Pubblica Amministrazione ed il mondo imprenditoriale nel trasformare le opportunità offerte dalle politiche europee in progetti di ricerca ed innovazione industriale ed in investimenti per lo sviluppo di territori e regioni d’Europa.
GRUPPO DI LAVORO Michele Pelloso, Nadia Giaretta Regione del Veneto, Direzione Sezione Industria ed Artigianato Marco Meggiolaro, Antonello d’Auria, Eleonora Prataviera EURIS S.r.l. Alessandra Zamagni, Gioia Garavini Ecoinnovazione S.r.l., spin-off ENEA Sara Cortesi per Ecoinnovazione S.r.l. (assegnista di ricerca ENEA, Laboratorio LECOP)
Si ringrazia per la preziosa consulenza scientifica Paolo Masoni e Pier Luigi Porta, ENEA, Laboratorio LECOP. Si ringraziano, infine, le aziende che hanno partecipato alla sperimentazione: Falegnameria Roncato S.r.l. FINEGIL Editoriale S.p.A. Francesco Barduca S.r.l . L.T. Lamiere tagliate S.r.l. Pedon S.p.A. P.E.T. ENGINEERING S.r.l. Sirca S.p.A.
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Progetto finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma Spazio Alpino 2007-2013 www.alpstar-project.eu www.alpine-space.eu www.alpstar23maggio.wordpress.com
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