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MARTEDÌ 22 GENNAIO 2019 CORRIERE DELLE ALPI
REGIONE
inchiesta della finanza davanti al gip di vicenza
Appuntamento in hotel con l’auto blu Mantoan sotto accusa per peculato Domani l’udienza preliminare: incontro per una faccenda personale, il capo della Sanità rischia il giudizio Renzo Mazzaro VENEZIA. Quando si dice la sfortuna. Con l’auto di rappresentanza è andato a cacciarsi dentro un’inchiesta che la Guardia di Finanza stava facendo per altri motivi e soprattutto a carico di altri soggetti. Adesso rischia un rinvio a giudizio per peculato: uso dell’auto blu per motivi extraprofessionali. Oddìo, neanche un uso sperticato. Al contrario, una deviazione risibile rispetto al tragitto abituale, sì e no qualche chilometro, per andare con quel giro dell’oca imposto alle auto dall’uscita di Padova Est all’hotel Sheraton, dove aveva un appuntamento. Se andava a piedi dal casello faceva prima. L’incontro è durato a lungo e i finanzieri hanno accertato che si trattava senza dubbio di una faccenda privata. Con un particolare: la persona incontrata è agente di commercio di prodotti e attrezzature sanitarie. Anche il nostro si occupa
di sanità, anzi è il grande capo, dopo Luca Zaia si capisce: si tratta di Domenico Mantoan, direttore generale alla sanità e al sociale del Veneto. Sul reato la Guardia di Finanza è stata inflessibile: metri o chilometri poco importa, erano fatti personali, scatta la fattispecie prevista dall’articolo 314 cp. Non la pensa così il pubblico ministero, che non ci vede ombra di comportamento da sanzionare penalmente. Domani nell’udienza preliminare fissata davanti al gip a Vicenza chiederà l’archiviazione. Ma anche qui c’è (o c’era) un intoppo: il gip che se n’è occupato per primo non era d’accordo sull’archiviazione. Aveva fissato l’udienza per discuterne con il pm e la difesa, ma è passato ad altro incarico, l’udienza è slittata e domani si tiene davanti al successore. Che in realtà è il coordinatore dell’ufficio dei gip, Massimo Gerace. «Un magistrato esperto», lo definisce l’avvocato Piero Longo, difensore di Man-
Buonocore era nella commissione esaminatrice, undici i candidati, tra loro Dalla Vecchia. Il quale arriva terzo ed è convinto di aver scoperto perché: Buonocore aveva spifferato le domande, avvantaggiando il vincitore. Va detto che Buonocore aveva già un precedente simile: un anno prima era stato indagato in un concorso per l’assunzione del primario del laboratorio di analisi. Si chiama violazione del segreto d’ufficio. La Guardia di
L’alto burocrate della Regione Veneto vide agente di commercio di attrezzature sanitarie Domenico Mantoan, direttore generale alla Sanità del Veneto
toan. Costringiamo il professor Longo a ripassarsi il fascicolo, anche se ne ha poca voglia, per capire come l’auto di Mantoan è franata nell’inchiesta precedente. Siamo nel 2014, la Guardia di Finanza mette
nel mirino il direttore sanitario dell’ospedale San Bortolo di Vicenza, Francesco Buonocore. C’era stato un concorso per assumere il nuovo primario di cardiologia, reparto affidato in quel momento ad un reggente, Luigi Dalla Vecchia.
finanza sequestra le carte del concorso di cardiologia, perquisisce l’abitazione e l’ufficio del direttore sanitario. L’allora direttore generale dell’Usl 6 Ermanno Angonese lo sostituisce con un altro medico e salomonicamente avvia un pro-
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cedimento disciplinare nei confronti di Dalla Vecchia: si è comportato da bravo cittadino ma doveva parlare anche con lui, prima o dopo essersi rivolto alla magistratura. L’altro ribatte che il silenzio gliel’aveva imposto il magistrato, per non compromettere l’esito delle perquisizioni. Come sia finita tra di loro lo sapranno in ospedale. Angonese non è più direttore generale dell’Usl 6. Quanto a Buonocore non andava in cerca di scuse mettendosi in malattia: tanto bene non doveva stare perché è morto nell’ottobre 2017. Aveva 67 anni. Parce sepultis, con lui la giustizia non ha più conti aperti. Non con il “superstite” Mantoan, incappato nelle indagini perché da superiore di Buonocore aveva avuto qualche incontro con lui. Prassi normalissima, si suppone, ma per non sbagliare i finanzieri si erano messi a seguire anche la sua auto. Scoprendo la deviazione per l’albergo. Auto blu e autista sono pagati dalla Regione con i soldi dei contribuenti. La magistratura ha fatto sapere a Palazzo Balbi se la giunta regionale intende costituirsi parte civile. «E’ solo per questo motivo che sappiamo del procedimento», dice l’avvocato Ezio Zanon, «in quanto la magistratura ci aveva comunicato l’opposizione del pm all’archiviazione. L’imputazione non ci risulta, in questa fase la Regione resta a guardare». E se ci fosse un rinvio a giudizio? «Si faranno le valutazioni del caso». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
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del NordEst
ANNO 133- N° 18
VENEZIA MESTRE
Martedì 22 Gennaio 2019
Quarto Diverbio al bar Gli spacca calice in viso e lo sfregia: 50 punti di sutura
L’anniversario Cinquant’anni senza Comisso Nel suo archivio il ritratto privato
L’analisi
Noi, Parigi e le insidie del sovranismo a cinquestelle Marco Gervasoni er una curiosa concomitanza, probabilmente casuale, il giorno prima della firma del trattato di Aquisgrana tra Francia e Germania e il giorno stesso dell’audizione dell’ex fido Alexandre Benalla per una questione di passaporti falsi usati proprio in Africa, Macron ha fatto richiamare la nostra ambasciatrice. Tra l’altro, non dal ministro degli Esteri, come prassi, ma da quella degli Affari Europei, irritata per le affermazioni di Di Maio contro la politica africana di Parigi che, attraverso il franco Cfa, la moneta in uso nelle ex colonie francesi, sfrutterebbe le sue ex colonie. Prima di spiegare le ragioni che hanno spinto il governo francese a un tale gesto, diciamo che Di Maio ha ragione (o torto, secondo i detrattori) a metà. È vero, come sostengono molti uomini di Stato africani ed economisti, anche francesi, che il franco Cfa, creato nel 1939, quando i Paesi africani interessati erano ancora colonie francesi, avvantaggia gli importatori e le multinazionali d’Oltralpe. Le economie africane coinvolte, inoltre, crescono meno di altre di quell’area, invece dotate del pieno controllo della loro monete nazionali. Più in generale, il dominio francese sulla valuta di quei Paesi (meno pressante tuttavia da quando c’è l’euro) è un mezzo che ha sempre permesso di controllare la politica interna di Stati che, solo con molta buona volontà, si possono definire democratici. Continua a pagina 23
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Calcio Ronaldo sbaglia un rigore ma la Juve batte il Chievo 3-0 Tavosanis a pagina 18
Filini a pagina 15
Tamiello a pag. IV
www.gazzettino.it
M5S, strappo con la Francia Accuse di «colonialismo» da parte Di Maio `«Provocazioni vuote e irresponsabili» ira di Macron che convoca l’ambasciatrice Ma il vicepremier rilancia: «Faro di verità» `
«Dichiarazioni inaccettabili, aggressive e false»: Parigi risponde a Di Maio. E la risposta è dura, comunicata personalmente all’ambasciatrice d’Italia Teresa Castaldo, convocata ieri pomeriggio al ministero per gli Affari Europei. Ma Di Maio non s’impressiona, anzi rilancia le critiche alla Francia «coloniale». «La Francia è uno di quei paesi che stampando moneta per 14 stati impedisce lo sviluppo e contribuisce alla partenza dei profughi», ha ripetuto Di Maio ieri sera, riprendendo il filo del suo “j’accuse” di domenica contro il
Cfa, moneta erede del franco coloniale. «Non è un caso diplomatico, io credo sia tutto vero», ha rimarcato ieri, commentando la convocazione dell’ambasciatrice. «Se l’Europa in questo momento vuole avere un po’ di coraggio, deve avere la forza di affrontare il tema della decolonizzazione. Guardiamo in faccia anche le cause, non solo gli effetti dell’emigrazione. Ci sono autorevoli economisti in tutto il mondo che ne parlano. Noi abbiamo solo acceso un faro su una verità». Amoruso, Conti, Errante e Pierantozzi alle pagine 2 e 3
Il caso
Allarme Fmi: Italia e Brexit fattori di rischio globale E alla Cri di Padova bandiere a mezz’asta Bandiere a mezz’asta davanti alla sede della Croce Rossa di Padova: a lutto per le stragi nel canale di Sicilia. A pagina 3
Vicenza. La mamma ha tentato il suicidio: arrestata
Come già Bankitalia, anche il Fondo monetario internazionale taglia la crescita italiana 2019 allo 0,6%. E con il nodo spread-banche, la situazione italiana, insieme con Brexit, viene posta al primo punto
fra i principali fattori di rischio. Ma Tria, d’accordo con Salvini e Di Maio, attacca: «È l’Fmi che con le sue politiche rappresenta un rischio». Franzese, Gentili e Pompetti alle pagine 4 e 5
Cavi e linee interrate Patto da un miliardo tra Veneto e Terna Dolo-Camin, Cortina-Auronzo, Valle del Piave. Zaia e Ferraris: «Ascoltati i territori» `
Allatta la figlia poi la getta a terra: morta TRAGEDIA Il fiocco rosa davanti all’abitazione: la bimba era appena nata
Pozza a pagina 9
Intesa tra Regione Veneto e Terna per la sicurezza del sistema elettrico e lo sviluppo del territorio. Interventi per quasi 1 miliardo: dalla razionalizzazione della linea Venezia-Padova, con l’interramento dell’elettrodotto Dolo-Camin, al riassetto dell’alto Bellunese con un nuovo collegamento interrato tra Cortina e Auronzo, la razionalizzazione della media Valle del Piave e la stazione elettrica di Volpago. Zaia e Ferraris: «Ascoltati i territori». Vanzan a pagina 12
Veneto
Ai prof si dia del “lei” la Regione riscrive le regole delle scuole L’appello della Regione ai presidi: «Nei vostri regolamenti di istituto inserite anche le norme della buona educazione». Ianuale a pagina 11
Meteo
Il lutto
Maltempo a Nordest la neve in arrivo anche in pianura
L’impero fondato sui wafer, addio ad Armin Loacker
Il Nordest attende la prima nevicata dell’anno anche in pianura. È il senso del bollettino meteo emesso dal Centro della Protezione Civile del Veneto che ha dichiarato lo stato di attenzione dalle 18 di oggi alle 12 di giovedì su tutto il territorio regionale. Con la raccomandazione agli enti gestori di strade, autostrade e ferrovie di assumere ogni iniziativa per garantire la funzionalità e la sicurezza.
Armin Loacker, il “re dei wafer”, come era soprannominato da sempre, si è spento ieri a Bolzano all’età di 78 anni. Aveva trasformato - insieme alla sorella Christine - l’azienda dolciaria di famiglia in un impero commerciale con un fatturato di 335 milioni di euro ed esportazioni in 100 diversi Paesi nel mondo. Una storia fortunata quella dell’azienda tirolese che nasce da Alfons Loacker, il pasticcere austriaco capostipite della grande azienda e padre di Armin. Malfetano e Ottaviano a pagina 10
Bertevello a pagina 8
È un medicinale. Leggere attentamente il foglio illustrativo. Non somministrare al di sotto di 12 anni. Autorizzazione del 17/04/2018.
REDAZIONE: via Torino 110 - 30172 Venezia Mestre - Tel. 041.665.111 ∆ “Ritratti Veneziani” Vol. 2 € 6,90* ∆ “Il Ponte di Rialto” € 12,90 (solo edizione Venezia)* ∆ “Calendario Barbanera 2019” € 2,90* - *Il prezzo degli abbinamenti è aggiuntivo al prezzo de “Il Gazzettino” e fino ad esaurimento. La promozione è valida solo per l’area della provincia di edizione. Spedizione in abbonamento postale: DL 353/’03 (conv. in L. n. 46 del 27/02/04) art. 1 comma 1, VE
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Primo Piano
Martedì 22 Gennaio 2019 www.gazzettino.it
Elettrodotto, la svolta
Interrato assieme all’ascia di guerra L’accordo firmato ieri tra Regione Veneto e Terna salva il paesaggio `I 281 tralicci della linea attuale verranno smontati e non più sostituiti della Riviera del Brenta dopo anni di battaglie di sindaci e popolazioni Soddisfazione dei primi cittadini: «Ora anche il progetto per l’idrovia» `
LE REAZIONI RIVIERA DEL BRENTA La Regione Veneto e Terna hanno firmato l’accordo di programma per la sicurezza del sistema elettrico e lo sviluppo del territorio, che prevede anche un progetto che sta a cuore a tutta la Riviera del Brenta. L’annuncio è di quelli che riempie di gioia un territorio tutto, che per lunghi mesi si è battuto compatto senza un momento di ripensamento: l’elettrodotto sarà definitivamente interrato. Tira un sospiro di sollievo la Rivera coi suoi amministratori, i cittadini, i comitati. Da Vigonovo a Stra, passando per Camponogara, Fossò, Dolo e Mira la notizia ha fatto in poche ore il giro. E i primi a manifestare la propria soddisfazione sono proprio i sindaci dei 6 comuni rivieraschi toccati dal progetto di Terna. “E’ sicuramente una bella notizia, frutto del lavoro portato avanti da tantissime persone e dai comuni – commenta il sindaco di Mira, Marco Dori -. Non vediamo l’ora che inizino questi lavori, che hanno il pregio di rispettare sia la natura che lo sviluppo economico del nostro territorio. Va dato merito a Terna di aver preferito il dialogo allo scontro, accogliendo le istanze a beneficio di tutti”. Le trattative sono state lunghe, ma hanno visto tutti sempre reciprocamente disponibili al dialogo.
GRANDE COLLABORAZIONE Da ambo le parti si sono susseguite diverse proposte di modifiche al progetto iniziale, che prevedeva l’elettrodotto aereo, ma che utilizzava una tecnologia che in questi anni si stava dimostrando tutto sommato superata, come evidenzia la presidente della conferenza dei sindaci Caterina Cacciavillani, primo cittadino di Stra: “Nessuno ha mai detto no
DORI E GLI ALTRI CINQUE COLLEGHI: «DIAMO ATTO ALL’AZIENDA DI AVER PREFERITO IL DIALOGO ALLO SCONTRO» AMBIENTE MESTRE L’accordo di programma firmato ieri tra Regione del Veneto e Terna risolve finalmente problemi enormi nei rapporti con la cittadinanza. L’elettrodotto che taglia un angolo del Vallone Moranzani a Malcontenta, impedendo il completamento della discarica di fanghi della laguna e urbani, e del relativo parco pubblico che dovrà esservi costruito sopra, era già sulla buona strada per essere interrato ma il tratto Dolo-Camin, invece, era ancora molto lontano dallo scomparire alla vista dei residenti e dei turisti. Il progetto di Terna, infatti, prevedeva che il progetto di “Razionalizzazione della rete di alta tensione nelle aree di Venezia e Padova” avvenisse con tralicci alti 60 metri in mezzo alle ville storiche della Riviera del Brenta. Un colosso da 380 Kv che da Camin nel Padovano doveva arrivare fino a Fusina, passando appunto sopra al Vallone Moranzani. L’accordo firmato ieri dal governatore Luca Zaia e dall’amministratore delegato di Rete eletri-
all’elettrodotto e alla modernizzazione degli impianti, ma si voleva un progetto interrato. Non era una protesta, ma una proposta. L’accordo firmato è in linea con le nostre richieste che erano di salvaguardare l’ambiente ma anche lo sviluppo del territorio, utilizzando le tecnologie più avanzate, e mi sembra che questa sia proprio la direzione che Terna ha deciso di intraprendere. Sicuramente in questo ha aiutato lo studio tecnico finanziato dai nostri comuni”. Entusiasta la reazione di Andrea Danieletto, sindaco di Vigonovo, comune capofila della mobilitazione pro-elettrodotto interrato: “Grande soddisfazione! Ho sentito bene la conferma di Zaia, non è un atto dimostrativo, è un atto finale, è la certezza che verrà interrato. E’ la dimostrazione che la forza di tutto un territorio unito, tutti insieme, senza colore politico, trasversale, funziona e ha dato i risultati sperati. Uno dei prossimi impegni adesso è rimuovere i basamenti che sono stati posti sul nostro territorio da un decennio”. Danieletto ringrazia i sindaci per la loro partecipazione, le amministrazioni interessate che si sono rese disponibili a compartecipare alle spese tecniche e legali, gli altri comuni non direttamente toccati ma che hanno sempre supportato, i consiglieri metropolitani Massimo Calzavara e Alberto Polo, che si sono spesi con la provincia, i consiglieri regionali, ma soprattutto i cittadini che con i comitati hanno sempre tenuto alta l’attenzione fino all’ottenimento del risultato. “Tutti hanno trovato la massima condivisione nel metodo e nelle volontà espresse – conclude il sindaco di Dolo, Alberto Polo -. Adesso i residenti saranno più sereni. Chi doveva prendere le decisioni ha ascoltato l’istanza mossa istituzionalmente e dal territorio”. E sull’onda di questo successo i sindaci di Fossò e Camponogara, Federica Boscaro e Gianpietro Menin, si augurano che i lavori dell’interramento siano l’inizio della rivisitazione, da un punto di vista progettuale, anche dell’altra grande opera importante per il territorio della Riviera, l’idrovia. Sara Zanferrari © RIPRODUZIONE RISERVATA
SINDACI SODDISFATTI Una manifestazione dei primi cittadini che simbolicamente imbracciarono badili e vanghe per chiedere lo scavo
I Comitati quasi non ci credono: «Non ce l’aspettavamo» VIGONOVO Prosecco a gogò per festeggiare la notizia dell’interramento della linea elettrica da 380 Kv prevista lungo il percorso dell’idrovia Padova-Venezia. L’incontro precedentemente organizzato presso la grande sala del centro parrocchiale di Tombelle di Vigonovo dai gruppi “Elettrosotto– noelettrodottoaereo”, si è così tramutato ieri sera in una vera festa, alla quale hanno partecipato cittadini, comitati, amministratori pubblici della Riviera del Brenta, della Provincia e della Regione e finanche membri veneti del Parlamento nazionale di ogni fede politica. «Nessuno di noi si sarebbe mai aspettato una notizia del genere», evidenzia Gianluca Salmaso, “anima e core” dei vari comitati. Ieri mattina era presente in Regione quando Zaia ha dato l’annuncio dell’intesa si-
glata con Terna. «L’accordo è storico. Comunità, enti locali e grandi aziende potranno finalmente costruire insieme il futuro del territorio. Il successo è frutto dell’impegno di molti e della costanza con cui da oltre dieci anni ci confrontiamo con l’azienda elettrica nazionale e la politica». «Mi tremano ancora le gambe – dice Giorgio Martellato, del gruppo “Legambiente Sarmazza Vigonovo-Saonara” ora pensiamo a festeggiare ma nei prossimi giorni avremo un incontro con Terna per capire e discutere le modalità operative del nuovo progetto e le eventuali criticità, la dismissione delle vecchie linee e l’inserimento nel progetto di parco Sarmazza-idrovia, sul quale i comuni di Vigonovo e di Saonara (Pd) stanno già lavorando da tempo». «Dopo quasi dieci anni di lotte e di proteste Terna si è arresa e ci ha dato ascolto», aggiunge l’agronomo Ro-
IERI SERA FESTA A VIGONOVO DEI GRUPPI CHE SI SONO BATTUTI PER QUESTA SOLUZIONE «FRUTTO DI DIECI ANNI DI CONFRONTO SERRATO»
Le implicazioni Sorride pure Marghera
È fondamentale anche per il futuro del porto e per il parco di Malcontenta ca nazionale Luigi Ferraris stabilisce una volta per tutte che anche il tratto Dolo-Camin sarà interrato. Dopo che il Consiglio di Stato nel 2013 aveva bocciato il primo progetto con i tralicci in mezzo alla campagna e alle ville, la stessa Terna aveva ritirato il secondo (molto simile al primo)
a maggio del 2018 e il ministero dell’Ambiente lo aveva archiviato pochi giorni dopo. A settembre i senatori di Forza Italia del Veneto (Roberta Toffanin, Andrea Causin e Massimo Ferro) hanno chiesto al Governo l’impegno per l’interramento dell’opera.
COSTI E RISPARMI
BETTIN: «SI RIAVVIA IL MECCANISMO VIRTUOSO DEL VALLONE MORANZANI ORA COINVOLGERE LA POPOLAZIONE»
E allo stesso tempo la popolazione di Marghera e Malcontenta continuava a insistere perché anche il tratto finale veneziano fosse interrato, nonostante Terna continuasse a sostenere che i costi erano insostenibili e che, invece, il progetto era ed è tutt’ora necessario per ottimizzare il siste-
ma elettrico Veneto che presenta un deficit di risorse rispetto alla richiesta di energia pari a –41,5%, consentendo di ridurre le congestioni e di abbassare il costo della bolletta, con un risparmio per gli utenti di circa 40 milioni di euro l’anno, e un investimento di Terna di 900 milioni di euro dei quali 420 solo per il Dolo-Camin. A fine novembre dell’anno scorso Roberto Marcato, assessore regionale allo Sviluppo economico ed energia, incontrando la Municipalità di Marghera, aveva detto «mi auguro che, sotto l’albero, troveremo, da parte di Terna, un progetto ambientale significativo per l’interramento dell’elettrodotto nell’area del Val-
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lone Moranzani». Ed ora il presidente della Municipalità, Gianfranco Bettin, ricordando quelle parole afferma che finalmente «l’accordo dovrebbe consentire di riavviare il meccanismo virtuoso del progetto Vallone Moranzani, fermo ormai dal 2014». Sempre Bettin ha aggiunto che «ora si tratta di ripartire con il progetto partecipato che tante attese ha suscitato e che ha uno straordinario potenziale di rigenerazione ambientale ed economica, collegando lo smaltimento e il trattamento dei fanghi industriali a un piano di risanamento territoriale che risarcisca le comunità dei guasti subiti per decenni e di nuovo svi-
berto Bano, proprietario della settecentesca villa Sagredo a Vigonovo. E’ solo grazie ad un suo ricorso, basato su aspetti di compatibilità ambientale e di difesa della proprietà privata e presentato dall’esperto avvocato amministrativista di Stra Ivone Cacciavillani, se nel 2012 il primo progetto esecutivo di Terna per la realizzazione di una linea aerea fu bocciato da una sentenza del Consiglio di Stato. In tale occasione Roberto Bano aveva anche presentato una querela per falso contro il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia, reo, secondo lui, di aver affermato che i territori interessati dall’elettrodotto non sono soggetti a vincolo paesaggistico. Una vicenda ora completamente azzerata dal nuovo accordo di programma siglato ieri mattina tra Regione Veneto e Terna. Vittorino Compagno © RIPRODUZIONE RISERVATA
luppo sostenibile di cui c’è grande bisogno». Oltre all’aspetto ambientale, c’è dunque quello economico anche perché la discarica del Vallone Moranzani è fondamentale per permettere l’escavo dei canali portuali e il mantenimento della loro profondità indispensabile per far entrare le navi. Lo stesso amministratore delegato di Terna ieri ha ribadito che presto si apriranno i tavoli tecnici regionali e quindi anche i confronti con la popolazione per arrivare a un progetto il più partecipato possibile, anche per evitare nuovi rallentamenti e blocchi che impediscono all’opera di avanzare ormai da quasi dieci anni a questa parte. Il progetto ormai accantonato definitivamente prevedeva di demolire oltre 70 chilometri di vecchi elettrodotti, con l’abbattimento di 281 tralicci, ma parallelamente la costruzione di 22 chilometri e 200 metri di nuove linee, e alla fine i nuovi tralicci da 60 metri di altezza sarebbero stati 73. (e.t.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
MARTEDÌ 22 GENNAIO 2019 IL MATTINO
REGIONE
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La sfida delle Regioni
Il ministro Lezzi rassicura il Sud «L’autonomia non è il nemico» Sul blog delle stelle la risposta all’appello al dialogo di Zaia Stefani al Mef per valutare l’impatto della norma finanziaria PADOVA. «L’autonomia delle
regioni non allarga il divario Nord-Sud». Lo scrive sul Blog delle Stelle il ministro Barbara Lezzi, che alza bandiera bianca e archivia la polemica tra Luca Zaia e il ministro Riccardo Fraccaro, che ha ricordato al governatore del Veneto il principio cardine dell’intesa: la “coesione nazionale” non si tocca con le riserve di gettito Irpef e Iva. Vale a dire: il residuo fiscale resta al Mef. Una tempesta in un bicchier d’acqua perché Barbara Lezzi ha risposto a nome del governo all’appello che Zaia ha inviato al popolo del Mezzogiorno. «Tra le questioni irrisolte che ha lasciato in eredità la vecchia politica ce n’è una che mi riguarda in particolare: quella del divario tra il Nord e il Sud. Oggi alcuni affermano che questo divario avrebbe un nuovo nemico: l’autonomia rafforzata. Allarmismi, catastrofismi, notizie prive di fondamento oggettivo che alimentano la contrapposizione nel Paese e non favoriscono il dialogo sereno che alcune scelte pretendono» dice la Lezzi. «Rifiuto la logica secondo
cui il Sud dovrebbe restare, o sentirsi, un fratello minore perché ha tutti i presupposti – e non posso credere che ci siano ragioni per impedirlo – per esigere le stesse condizioni nel fare impresa e nell’accesso ai servizi che ci sono nel resto del Paese. Per questa ragione il percorso dell’autonomia rafforzata, un diritto per i cittadini delle Regioni che la richiedono, ci
Vertice tra il team del tesoro e quello degli Affari regionali Avanti con i negoziati sarà nel rispetto di tutti i principi costituzionali – compresi quelli in materia di coordinamento della finanza pubblica -, che rappresentano un perimetro invalicabile. Saranno pienamente rispettati il principio di solidarietà tra Regioni e saranno individuati e garantiti i Lep (Livelli essenziali di prestazione). Anche nel caso dell’autonomia rafforzata si tratta di intervenire con diligenza e attenzione per costruire un’Italia più
forte, unita e omogenea. Noi la questione intendiamo affrontarla di petto e abbiamo già cominciato con i contratti istituzionali di sviluppo, avviati a Foggia e con gli investimenti per le università del Sud. In Legge di bilancio ho inserito il vincolo di spesa del 34% della quota nazionale degli investimenti destinati al Sud, estesa anche al settore pubblico allargato: cioè ad Anas e Rfi» conclude la ministra Barbara Lezzi. Firmata la tregua tra Lega e M5S, si tratta quindi di attendere un paio di settimane prima di leggere le bozze d’ intesa che Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna firmeranno con il premier Giuseppe Conte il 15 febbraio. Sarà rispettata questa data? Difficile fare previsioni perché le fretta può portare fuori strada, con il rischio che qualche competenza ceduta “sbrigativamente” dallo Stato alle Regioni, possa essere impugnata al Tar, poi Consiglio di Stato per finire in Corte Costituzionale. Massima prudenza, predica il ministro Erika Stefani. Che ieri sera si è incontrata al Mef con i top manager del mi-
I ministri Danilo Toninelli ed Erika Stefani durante l’incontro sulle infrastrutture e l’autonomia
nistro Tria per valutare l’impatto della norma finanziaria: l’autonomia sarà a saldo zero, con la spesa storica trasferita da Roma a Venezia, Milano e Bologna. Ma il cambio di tesoreria avrà impatti sui bilanci dello Stato: la cessione delle 23 competenze al Veneto, con il personale della scuola, comporta il trasferimenti di 3 miliardi di euro dal Mef a Palazzo Balbi, di oltre 5 per la Lombardia e assai meno per l’Emilia Romagna che non vuole l’autonomia della scuola modello Trento. Al Mef si è discusso anche della nomina dei tecnici che dovranno formulare i costi standard, materia in cui eccelle Giampietro Brunello, ex presidente di Sose: ora ha passato la mano, ma la “scuola” veneta è tra le migliori. — Albino Salmaso BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
confartigianato veneto
Bonomo: «Il reddito di cittadinanza è un sostegno all’assistenzialismo» Il presidente va all’attacco del M5S e del governo «Gli unici effetti riguardano le assunzioni dei “navigator” nei centri per l’impiego” VENEZIA. Gli artigiani vanno
l’attacco del governo e del M5s sul reddito di cittadinanza : «Le imprese non devono diventare l’anello debole di una catena che sin dalla sua proposta abbiamo dichiarato non essere idonea per risolvere il problema occupazionale del nostro Paese. Se le attività produttive non operano in un contesto che permette loro di continuare a generare valore, non possono implementare gli organici e gli sgravi fiscali previsti per l’assunzione di be-
neficiari di reddito di cittadinanza non rappresenteranno di certo una leva attrattiva», afferma Agostino Bonomo, presidente di Confartigianato Veneto. «L’annuncio del professor Tridico, consigliere del ministro Di Maio, che vorrebbe dare priorità alle imprese con il bonus targato “reddito di cittadinanza” è un tentativo di correzione in corsa che conferma la natura di un provvedimento sbagliato, farraginoso, a carattere assistenziale. Premesso che mi auguro si possa trovare una modalità che aiuti le imprese ad assumere, quello che mi preoccupa è che queste non diventino l’ennesimo alibi per giustificare una scelta negativa», dice Bono-
il governatore della lombardia
Salvini e Fontana (Lega) «Si firma il 15 febbraio» ROMA. Matteo Salvini tira
dritto e ripete che la fase due del governo si aprirà con uno sguardo all’economia, il punto fermo sulla politica dell’immigrazione, la legittima difesa e l’autonomia delle regioni. «Non arretreremo di un millimetro, occorre difendere i nostri cavalli di battaglia», il ragionamento del vicepremier leghista. «Il Movimento 5 stelle soffre perché nei sondaggi noi siamo avanti ma è un errore se qualcuno punta a strappare», dice un sottosegretario
mo. «Una scelta sbagliata fin dal titolo, ma tale era la promessa elettorale. Dire a tutti coloro che nascono nel Paese che troveranno a disposizione un reddito connesso alla cittadinanza, al di là se a fronte di lavoro vero o finto, è stravolgere una realtà ed un sentimento di responsabilità che ha fin qui guidato e motivato generazioni di famiglie. Il reddito di cittadinanza rischia di non dare giustizia ai veri poveri, verso i quali l’esperimento del cosid-
«Se si voleva aiutare veramente i poveri bastava allargare il reddito d’inclusione»
Agostino Bonomo presidente di Confartigianato Veneto
detto reddito di inclusione, socialmente corretto fin dalla denominazione, aveva dimostrato di funzionare. Non vorremmo che i nuovi parametri finissero per relegare in second’ordine la realtà della povertà vera, quella meritoria di solidarietà sociale a carico del-
del Carroccio. Nel vertice convocato da Salvini si è deciso di costituire dei gruppi di lavoro e di stringere sui provvedimenti: non solo legittima difesa e autonomia, ma anche la riforma tributaria, il dossier sulla distribuzione dei tribunali per area geografica, misure per i piccoli comuni, la semplificazione negli appalti. Intantoa Milano il governatore della Lombardia Attilio Fontana continua a dire che il 15 febbraio il premier Conte deve firmare l’intesa.
le tasse che paghiamo», dice il presidente di Confartigianato. «Il reddito da lavoro ha bisogno che vi sia lavoro, che vi siano imprese disposte a generarlo, compresa la dimensione dell’auto imprenditorialità. Il reddito da lavoro chiede politiche di crescita, investimenti mirati, in settori che hanno propensione a crescere o meritori di investimenti pubblici, come ad esempio disposto in deroga al patto di stabilità con i piccoli contributi ai Comuni che devono fare manutenzioni e messa in sicurezza. Ha bisogno di un grande piano per il Mezzogiorno, dove turismo ed artigianato, ad esempio, hanno potenzialità da sviluppare. E invece si sta dicendo al Mezzogiorno che, se va bene, basta una spruzzata di assistenzialismo» scrive Bonomo. «A guardare i meccanismi previsti, si capisce che le assunzioni scatteranno solo nel settore pubblico con i “navigator” con il boom dei concorsi statali”, conclude Bonomo. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI