Rassegna stampa del 25 gennaio 2019

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DAL 1887

il Quotidiano

€ 1,20

y(7HB1C0*QKOOLQ( +}!”!#!$!\

del NordEst

ANNO 133- N° 21

VENEZIA MESTRE

Venerdì 25 Gennaio 2019

Venezia Stroncato da infarto choc in vaporetto

Tempo libero Come suona bene quel vecchio vinile A Pordenone la mostra-mercato

Calcio Club più ricchi, la Juve scivola fuori dalla “top 10” E il Real Madrid riconquista il primo posto Liviero a pagina 24

Marchiori a pagina 17

Munaro a pagina VII

www.gazzettino.it

Zaia: la Tav si farà, e fra un mese apre la Pedemontana `E sull’autonomia:

«Si chiude la partita o cade il governo» Angela Pederiva ì all’autonomia e sì alla Tav: secondo i sussurri di Palazzo, sarebbe questo il cambio di passo che Matteo Salvini pretende da Luigi Di Maio, per tenere in piedi l’alleanza tra Lega e Cinquestelle. Due “sì” che Luca Zaia non si limita a bisbigliare, ma afferma anzi ad alta

S

voce, ospite dell’assemblea generale di Confindustria dell’area metropolitana di Venezia e Rovigo. E già che c’è, intervistato da Roberto Papetti direttore del Gazzettino, il governatore ne aggiunge pure un terzo: sì alla Pedemontana, «perché vi annuncio che finalmente i privati si sono messi d’accordo e tra quattro settimane sarà aperto il primo tratto». L’agenda della Regione è fitta di scadenze. «Il 15 febbraio – ricorda Zaia – è la deadline per chiudere quella che definirei la roadshow tra i ministeri. Segue a pagina 5

Il caso

Brugnaro: ho ascoltato il governatore, a Venezia niente tassa di sbarco ai veneti La tassa di sbarco non si applicherà ai Veneti. Lo ha assicurato ieri in due occasioni il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, ribadendo che «Venezia è la capitale del Veneto». Ha accolto così l’invito pubblico del governatore Zaia. Il sindaco l’aveva detto ieri mattina all’incontro con i rap-

presentanti di Confcommercio dell’Unione metropolitana di Venezia. Brugnaro l’ha poi ripetuto di fronte agli imprenditori riuniti al porto turistico della Marittima a Venezia per l’assemblea generale annuale di Confindustria Venezia e Rovigo. Trevisan a pagina 5

Diciotti, il Tribunale dei ministri chiede l’autorizzazione a procedere. E il voto imbarazza il M5s

`

Il commento

Il blitz mette alla prova l’autonomia delle toghe Carlo Nordio a decisione del Tribunale dei ministri di Catania di chiedere al Senato l’autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini arriva inattesa, perché, dopo la motivata richiesta di archiviazione della locale Procura e l’assenza di fatti nuovi, la questione sembrava, almeno giuridicamente, risolta. Ora invece viene riaperta nel modo più incerto perché le sottostanti problematiche giuridiche sono complesse, e nel momento (...) Segue a pagina 27

L

Il miracolo di Alex, il trapianto è riuscito

INCONTRO Zaia con Marinese

Processo a Salvini, sfida in Senato Il tribunale dei ministri di Catania chiede di processare Salvini per la vicenda di nave Diciotti. La procura aveva chiesto l’archiviazione. «Sono colpevole, ma non si cambia. La politica sui migranti non la fanno i giudici», dice il ministro. Ma sul voto della Giunta per le autorizzazioni a procedere di Palazzo Madama c’è imbarazzo nel M5s. Una pattuglia di senatori si è già dichiarata favorevole all’autorizzazione ricordando quanto stabilito nel programma del Movimento. Il problema per Di Maio è che Salvini ne fa una questione politica: «Se come ministro dell’Interno non posso mettere in atto ciò che insieme abbiamo stabilito nel contratto di governo, si crea un precedente pericoloso». Intanto si apre un nuovo caso Sea Watch in navigazione verso Lampedusa a causa di un ciclone. Per Salvini, è una «ennesima provocazione». Errante e Conti alle pagine 2 e 3

La storia

Il mistero. Per chiarire i dubbi il pm ha dato 60 giorni a due esperti

Caso Sissy, pistola e pc al microscopio IL GIALLO Due consulenti per chiarire i misteri sulla morte dell’agente Sissy. Munaro a pagina 10

GUARIGIONE Alex, salvato da un trapianto di midollo

Mauro Evangelisti lex è un bimbo di 22 mesi che finalmente uscirà dalla camera isolata dell’ospedale Bambino Gesù e potrà vedere il sole. «Aspettiamo che si alzino le temperature - racconta il padre Paolo, 40 anni - e poi per la prima volta lo porteremo in un parco, qui a Roma. Quando sarà grande ad Alex chiederò di non fare nessuna marachella, altrimenti, visto che ora abbiamo lo stesso Dna, verranno a cercare me». Sì, perché Paolo ha donato il midollo osseo al figlio, salvandogli la vita. Alex è Alessandro Maria Montresor, il piccolo affetto da una rarissima malatia genetica, che ha commosso tutta l’Italia e che ha provocato una reazione di generosità perché a migliaia sono corsi a donare il midollo osseo. Ci furono lunghe code in tutta Italia, ma alla fine il donatore non compatibile non si è trovato. Ma un intervento, con una tecnica innovativa al Bambino Gesù, ha consentito di ricorrere alla donazione di uno dei genitori (...) Segue a pagina 11

A

Prosecco e Scrovegni, nomination Unesco La riunione di ieri a Roma del Consiglio direttivo della commissione nazionale Unesco per decidere le candidature italiane da inviare a Parigi ha avuto un esito a sorpresa. Passano all’unanimità “Le colline del Prosecco Conegliano-Valdobbiadene” per il 2019 ed insieme corre “Padova Urbs Picta. Giotto, la Cappella degli Scrovegni e i cicli pittorici del XIV secolo” per il 2020. Un risultato importante per il Veneto, cui si affianca la promozione delle Alpi Marittime, candidatura che vede l’Italia capofila con Francia e Principato di Monaco. Filini a pagina 13

L’intervista

Lino Banfi: «All’Unesco sosterrò il Prosecco ma per quelli come me serve il “Prograsso”» on mi sono ancora insediato e mi chiedete tutto dei siti Unesco, Madonna incoronéta, ho quelli delle Iene sotto casa che mi stanno braccando. Io mi devo preparare, abbiate pazienza!». Neppure due giorni dall’annuncio di Di Maio e nonno Libero si è trovato proiettato in un mondo di filari di vite, cappelle affrescate, foreste mediterranee, patrimoni archeologici. Sosterrà le due candidature ve-

«N RAPPRESENTANTE Lino Banfi, all’Unesco per l’Italia

nete Unesco? «Eh si, con grande convinzione. Anche se il prosecco non ha bisogno di me! È un vino internazionale, servito in ogni ristorante del mondo... quasi quasi lo preferisco allo champagne. A patto che non sia troppo bollicinéto. E posso fare una richiesta ai viticoltori veneti? Il pro-secco va bene per quelli che sono in linea, atletici, belli. Io che sono un po’ cicciottello vorrei il pro-grasso...». Filini a pagina 13

REDAZIONE: via Torino 110 - 30172 Venezia Mestre - Tel. 041.665.111 ∆ “Ritratti Veneziani” Vol. 2 € 6,90* ∆ “Il Ponte di Rialto” € 12,90 (solo edizione Venezia)* ∆ “Calendario Barbanera 2019” € 2,90* - *Il prezzo degli abbinamenti è aggiuntivo al prezzo de “Il Gazzettino” e fino ad esaurimento. La promozione è valida solo per l’area della provincia di edizione. Spedizione in abbonamento postale: DL 353/’03 (conv. in L. n. 46 del 27/02/04) art. 1 comma 1, VE

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ANNO 133- N° 21

VENEZIA MESTRE

Venerdì 25 Gennaio 2019

Venezia Stroncato da infarto choc in vaporetto

Tempo libero Come suona bene quel vecchio vinile A Pordenone la mostra-mercato

Calcio Club più ricchi, la Juve scivola fuori dalla “top 10” E il Real Madrid riconquista il primo posto Liviero a pagina 24

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Zaia: la Tav si farà, e fra un mese apre la Pedemontana `E sull’autonomia:

«Si chiude la partita o cade il governo» Angela Pederiva ì all’autonomia e sì alla Tav: secondo i sussurri di Palazzo, sarebbe questo il cambio di passo che Matteo Salvini pretende da Luigi Di Maio, per tenere in piedi l’alleanza tra Lega e Cinquestelle. Due “sì” che Luca Zaia non si limita a bisbigliare, ma afferma anzi ad alta

S

voce, ospite dell’assemblea generale di Confindustria dell’area metropolitana di Venezia e Rovigo. E già che c’è, intervistato da Roberto Papetti direttore del Gazzettino, il governatore ne aggiunge pure un terzo: sì alla Pedemontana, «perché vi annuncio che finalmente i privati si sono messi d’accordo e tra quattro settimane sarà aperto il primo tratto». L’agenda della Regione è fitta di scadenze. «Il 15 febbraio – ricorda Zaia – è la deadline per chiudere quella che definirei la roadshow tra i ministeri. Segue a pagina 5

Il caso

Brugnaro: ho ascoltato il governatore, a Venezia niente tassa di sbarco ai veneti La tassa di sbarco non si applicherà ai Veneti. Lo ha assicurato ieri in due occasioni il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, ribadendo che «Venezia è la capitale del Veneto». Ha accolto così l’invito pubblico del governatore Zaia. Il sindaco l’aveva detto ieri mattina all’incontro con i rap-

presentanti di Confcommercio dell’Unione metropolitana di Venezia. Brugnaro l’ha poi ripetuto di fronte agli imprenditori riuniti al porto turistico della Marittima a Venezia per l’assemblea generale annuale di Confindustria Venezia e Rovigo. Trevisan a pagina 5

Diciotti, il Tribunale dei ministri chiede l’autorizzazione a procedere. E il voto imbarazza il M5s

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Il commento

Il blitz mette alla prova l’autonomia delle toghe Carlo Nordio a decisione del Tribunale dei ministri di Catania di chiedere al Senato l’autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini arriva inattesa, perché, dopo la motivata richiesta di archiviazione della locale Procura e l’assenza di fatti nuovi, la questione sembrava, almeno giuridicamente, risolta. Ora invece viene riaperta nel modo più incerto perché le sottostanti problematiche giuridiche sono complesse, e nel momento (...) Segue a pagina 27

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Il miracolo di Alex, il trapianto è riuscito

INCONTRO Zaia con Marinese

Processo a Salvini, sfida in Senato Il tribunale dei ministri di Catania chiede di processare Salvini per la vicenda di nave Diciotti. La procura aveva chiesto l’archiviazione. «Sono colpevole, ma non si cambia. La politica sui migranti non la fanno i giudici», dice il ministro. Ma sul voto della Giunta per le autorizzazioni a procedere di Palazzo Madama c’è imbarazzo nel M5s. Una pattuglia di senatori si è già dichiarata favorevole all’autorizzazione ricordando quanto stabilito nel programma del Movimento. Il problema per Di Maio è che Salvini ne fa una questione politica: «Se come ministro dell’Interno non posso mettere in atto ciò che insieme abbiamo stabilito nel contratto di governo, si crea un precedente pericoloso». Intanto si apre un nuovo caso Sea Watch in navigazione verso Lampedusa a causa di un ciclone. Per Salvini, è una «ennesima provocazione». Errante e Conti alle pagine 2 e 3

La storia

Il mistero. Per chiarire i dubbi il pm ha dato 60 giorni a due esperti

Caso Sissy, pistola e pc al microscopio IL GIALLO Due consulenti per chiarire i misteri sulla morte dell’agente Sissy. Munaro a pagina 10

GUARIGIONE Alex, salvato da un trapianto di midollo

Mauro Evangelisti lex è un bimbo di 22 mesi che finalmente uscirà dalla camera isolata dell’ospedale Bambino Gesù e potrà vedere il sole. «Aspettiamo che si alzino le temperature - racconta il padre Paolo, 40 anni - e poi per la prima volta lo porteremo in un parco, qui a Roma. Quando sarà grande ad Alex chiederò di non fare nessuna marachella, altrimenti, visto che ora abbiamo lo stesso Dna, verranno a cercare me». Sì, perché Paolo ha donato il midollo osseo al figlio, salvandogli la vita. Alex è Alessandro Maria Montresor, il piccolo affetto da una rarissima malatia genetica, che ha commosso tutta l’Italia e che ha provocato una reazione di generosità perché a migliaia sono corsi a donare il midollo osseo. Ci furono lunghe code in tutta Italia, ma alla fine il donatore non compatibile non si è trovato. Ma un intervento, con una tecnica innovativa al Bambino Gesù, ha consentito di ricorrere alla donazione di uno dei genitori (...) Segue a pagina 11

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Prosecco e Scrovegni, nomination Unesco La riunione di ieri a Roma del Consiglio direttivo della commissione nazionale Unesco per decidere le candidature italiane da inviare a Parigi ha avuto un esito a sorpresa. Passano all’unanimità “Le colline del Prosecco Conegliano-Valdobbiadene” per il 2019 ed insieme corre “Padova Urbs Picta. Giotto, la Cappella degli Scrovegni e i cicli pittorici del XIV secolo” per il 2020. Un risultato importante per il Veneto, cui si affianca la promozione delle Alpi Marittime, candidatura che vede l’Italia capofila con Francia e Principato di Monaco. Filini a pagina 13

L’intervista

Lino Banfi: «All’Unesco sosterrò il Prosecco ma per quelli come me serve il “Prograsso”» on mi sono ancora insediato e mi chiedete tutto dei siti Unesco, Madonna incoronéta, ho quelli delle Iene sotto casa che mi stanno braccando. Io mi devo preparare, abbiate pazienza!». Neppure due giorni dall’annuncio di Di Maio e nonno Libero si è trovato proiettato in un mondo di filari di vite, cappelle affrescate, foreste mediterranee, patrimoni archeologici. Sosterrà le due candidature ve-

«N RAPPRESENTANTE Lino Banfi, all’Unesco per l’Italia

nete Unesco? «Eh si, con grande convinzione. Anche se il prosecco non ha bisogno di me! È un vino internazionale, servito in ogni ristorante del mondo... quasi quasi lo preferisco allo champagne. A patto che non sia troppo bollicinéto. E posso fare una richiesta ai viticoltori veneti? Il pro-secco va bene per quelli che sono in linea, atletici, belli. Io che sono un po’ cicciottello vorrei il pro-grasso...». Filini a pagina 13

REDAZIONE: via Torino 110 - 30172 Venezia Mestre - Tel. 041.665.111 ∆ “Ritratti Veneziani” Vol. 2 € 6,90* ∆ “Il Ponte di Rialto” € 12,90 (solo edizione Venezia)* ∆ “Calendario Barbanera 2019” € 2,90* - *Il prezzo degli abbinamenti è aggiuntivo al prezzo de “Il Gazzettino” e fino ad esaurimento. La promozione è valida solo per l’area della provincia di edizione. Spedizione in abbonamento postale: DL 353/’03 (conv. in L. n. 46 del 27/02/04) art. 1 comma 1, VE

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Nordest

INFLUENZA, NUMERI RECORD L’influenza in Veneto ha già raggiunto 138mila persone, 36.200 nell’ultima settimana. Il dato emerge dal quinto rapporto epidemiologico della Regione Venerdì 25 Gennaio 2019 www.gazzettino.it

Il Veneto rilancia: doppietta all’Unesco Il Consiglio direttivo ha accolto le due candidature avanzate: ` Zaia: «Un risultato importante che mi rende orgoglioso Colline del prosecco nel 2019, Padova e i suoi affreschi nel 2020 e ci qualifica come territorio dalle tante unicità culturali» `

LE LOCALITÀ VENEZIA Chi lo considerava un mero passaggio tecnico non aveva fatto bene i conti. La riunione di ieri a Roma del Consiglio direttivo della commissione nazionale Unesco per decidere le candidature italiane da inviare a Parigi ha avuto un esito che gli addetti ai lavori non ritengono affatto scontato. Passano all’unanimità Le colline del Prosecco Conegliano-Valdobbiadene per il 2019 ed insieme corre “Padova Urbs Picta. Giotto, la Cappella degli Scrovegni e i cicli pittorici del XIV secolo” per il 2020. Un risultato importante per il Veneto, cui si affianca la promozione delle Alpi Marittime, candidatura che vede l’Italia capofila con Francia e Principato di Monaco. La doppia candidatura è un obiettivo di prestigio per la Regione Veneto e amplia, grazie all’iscrizione nella World Heritage List dell’Unesco le potenzialità economiche e turistiche di una regione che ambisce ad accrescere il suo appeal (grazie anche al marchio the land of Venice) ben oltre Venezia. «Nel 2019 le colline del Prosecco Conegliano-Valdobbiadene, nel 2020 la Cappella degli Scrovegni: dal Consiglio direttivo della Commissione nazionale italiana per l’Unesco esce un risultato che mi rende particolarmente orgoglioso e felice: ben due candidature venete andranno a Parigi - afferma Luca Zaia -. Ora, pancia a terra e avanti verso un duplice obiettivo che ci qualifica e, spero ci qualificherà, come territorio dalle tante unicità culturali».

IL NUOVO TESTO Se “Padova e Giotto” rappresenta una positiva novità, è su

LE DUE PROPOSTE INVIATE A PARIGI PER CONCORRERE A DIVENTARE PATRIMONIO DELL’UMANITÀ

La scheda /1

La scheda /2

Paesaggio Conegliano-Valdobbiadene La «città dipinta» tra Giotto e il Santo TREVISO Le colline del Prosecco che sono candidate ad entrare a far parte del Patrimonio dell’umanità Unesco, sono le verdi terre della Docg, comprese tra Conegliano e Valdobbiadene, passando per Colle Umberto, Tarzo, Refrontolo, Solighetto, Farra di Soligo. Si tratta delle terre storicamente legate alla coltura, e alla cultura, della vite e del vino denominato Prosecco: e che nei secoli sono state plasmate dalle vigne e dalle cantine, arrivando ad

essere un paesaggio culturale unico, figlio dei vini che da secoli si fanno in questi territori: la Docg Conegliano-Valdobbiadene, la Docg Superiore di Cartizze, la Doc Refrontolo Passito, le due Doc Colli di Conegliano Bianco e Rosso. Qui la viticoltura è attestata sin dalla più remota antichità. Nel 1574 a Conegliano fu realizzata una fontana da cui sgorgava l’allegro bianco dei Colli, e già nel 1754 compare il nome di Prosecco.

PADOVA Fu il miglior affare di Enrico Scrovegni, nobilomo e “banchiere” padovano del Trecento. Affidata alla mano di Giotto, la cui presenza è documentata nel cantiere nei primi decenni del Trecento, la Cappella dove ancor oggi il corpo di Enrico riposa è celebrata in tutto il mondo come uno dei capolavori dell’arte occidentale. Ma insieme alla Cappella degli Scrovegni, Padova candida al Patrimonio Unesco altri sette siti nel centro storico,

che ne fanno un caso unico nella storia della pittura. Sono il duecentesco Palazzo della Ragione, con la sala pensile più grande del mondo, la Chiesa dei santi Filippo e Giacomo agli Eremitani, la cappella della Reggia carrarese, il Battistero della cattedrale, l’oratorio di San Giorgio e quello di San Michele, e infine la Basilica di sant’Antonio, meta di pellegrinaggi da tutto il mondo.

Treviso che gli occhi sono puntati. L’aspettativa è molta e il Governatore sottolinea il superlavoro dei tecnici. «Ringrazio tutti gli esperti e gli enti che, per conto del Veneto, hanno seguito e istruito i dossier che, in particolare per quanto riguarda le colline di Conegliano Valdobbiadene, arriverà a Parigi rafforzato dall’accoglimento e sviluppo delle ulteriori raccomandazioni che Icomos aveva avanzato». Se la novità riguarda il balzo in avanti di Padova, l’esito sul prosecco fa tirare un sospiro di sollievo. «Il consiglio direttivo – si legge in una nota della Commissione italiana – ha stabilito che la candidatura delle “Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene”, che il Comitato del Patrimonio Mondiale nell’agosto del 2018 aveva rinviato allo Stato proponente con alcune raccomandazioni al fine di migliorare il dossier di candidatura, è pronta per essere nuovamente sottoposta alla valutazione del Comitato del Patrimonio Mondiale 2019». L’esito positivo è dipeso in larga parte dalla riscrittura integrale del dossier a cura di Mauro Agnoletti, nuovo presidente del comitato scientifico, e del suo staff. Questa mattina il capo di gabinetto Fabio Gazzabin consegnerà il dossier originale alla segreteria dell’Unesco e una copia alla direzione Icomos. «Abbiamo atteso l’esito in silenzio perché vi era anche la possibilità che la commissione nazionale decidesse, dopo il rinvio di Abu Dhabi, di attendere un anno prima di ripromuovere le colline della Docg - ammette il presidente Innocente Nardi Oggi abbiamo la consapevolezza di aver compiuto un passo decisivo verso il riconoscimento». Elena Filini © RIPRODUZIONE RISERVATA

COMPLETAMENTE RISCRITTO IL DOSSIER SU TREVISO CHE ERA STATO IN PRECEDENZA RESPINTO

Banfi: «Fiero dell’incarico, sostengo Treviso e Padova» L’INTERVISTA «Non mi sono ancora insediato e mi chiedete tutto dei siti Unesco: Madonna incoronéta, ho quelli delle Iene sotto casa che mi stanno braccando. Io mi devo preparare, abbiate pazienza!». Neppure due giorni dall’annuncio di Luigi Di Maio e nonno Libero si è trovato proiettato in un mondo fatto di filari di vite, cappelle affrescate, foreste mediterranee, patrimoni archeologici. Sorridere, insomma, potrebbe non bastare. Pasquale Zagaria, alias Lino Banfi, alias Oronzo Canà dalla fiction sta planando in un universo meraviglioso, ma esigente. Un giorno dopo la sua nomina, càpita il primo atto ufficiale con la ratifica dei tre siti italiani che a Parigi concorreranno

al titolo di Patrimonio dell’Umanità. «Non posso e non voglio entrare nel merito di dossier che non conosco» ripete l’attore. Sì, ma il prosecco lo beve però. «Altroché, e mi piace da pazzi». È ancora felice della nomina alla luce delle polemiche? «Felicissimo. Ora sto barricato a casa, ma una cosa la voglio dire: sosterrò i prodotti italiani e l’Italia del sapore». Nel caso del prosecco è un’affermazione confortante. «Ma il prosecco non ha bisogno di me! È un vino internazionale, in ogni ristorante del mondo viene proposto come aperitivo. Lo trovo buonissimo, giovane, fresco. Dobbiamo riuscirci quest’anno, perché è un prodotto di valore e di successo. Ma posso fa-

re una richiesta ai viticoltori veneti?»

tizzato». Prosecco o champagne? «Sono due filosofie diverse. Il prosecco quasi quasi lo preferisco allo champagne. A patto che non sia troppo bollicinéto»

Prego... «Il pro-secco va bene per quelli che sono in linea, atletici, belli. Io che sono un po’ cicciottello e vorrei il pro-grasso. Magari due pianticine tanto per cominciare: un piccolo vitigno dedicato a chi ama le bollicine ma è un po’ sovrappeso. Sennò mi sento ghet-

«BUONO IL PRO-SECCO MA PER QUELLI CICCIOTTELLI COME ME BISOGNEREBBE FARE IL PRO-GRASSO»

Come commissario Unesco cosa le piacerebbe promuovere? «I gemellaggi alimentari tra Nord e Sud: le orecchiette con i ravioli, le olive taggiasche con le olive leccesi: magari una bella campagna con la foto mia e di Giovanni Rana. Io tengo i ravioli, lui le orecchiette. E scriviamo solo: due primi buoni».

L’ATTORE Lino Banfi

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Quale altro prodotto veneto le piace? «Il radicchio. Anni fa ho ricevuto il premio Radicchio D’oro, ricordo di aver fatto un itinerario a

Treviso. Ci tenevo perché una vostra grande artista lirica, Toti Dal Monte, ha sposato un tenore del mio paese, Canosa, Enzo De Muro Lomanto». Anche Padova è in corsa, con la cappella degli Scrovegni. «A Padova sono stato un paio di volte. Una città che dà una bella lezione di civiltà con la sua pulizia». Promette che sosterrà le due candidature venete Unesco? «Eh sì, con grande convinzione. Il Veneto ci insegna tante cose, anche come i comici possano fare cultura. Penso al mio grande amico Lino Toffolo: non solo un talento della risata, ma un grande attore». e.fil. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Economia

«IL DECRETO LEGGE SU CARIGE FAVORISCE IL RISANAMENTO DELLA BANCA» Anna Genovese Presidente vicario Consob

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«Zona franca tra Venezia e Rovigo per 2,4 miliardi di investimenti» Confindustria chiede all’esecutivo di sbloccare Marinese: «Potremmo creare un posto di lavoro ogni l’attuazione della “Zona Economica Speciale” 320mila euro impegnati. Ma la scadenza è a fine anno» `

L’ASSEMBLEA VENEZIA Il conto alla rovescia scorre inesorabilmente sul maxi-schermo allestito alla Stazione Marittima: 341 giorni, 5 ore, 25 minuti, 59 secondi (58, 57, 56...). È il tempo che manca al 31 dicembre 2019, scadenza fissata dalla normativa europea per l’attivazione di agevolazioni e supporti alle aziende di specifiche aree, ricomprese in un’unica Zona economica speciale. E così diventa inevitabilmente Zes la parola d’ordine dell’assemblea di Confindustria dell’area metropolitana di Venezia e Rovigo, determinata attraverso il presidente Vincenzo Marinese a dimostrare che davvero «il futuro è nelle nostre mani» come recita il titolo dell’evento, proponendo un piano industriale basato sull’idea che valorizzando 385 ettari di aree industriali attualmente improduttive collocate fra le due province, sia possibile generare 26.600 nuovi posti di lavoro e 2,4 miliardi di investimenti: ossigeno puro, nella ventata di recessione che va spirando.

LA PROPOSTA Illustrata nei dettagli tecnici da Marco Daviddi dell’advisor EY, la proposta riguarda i siti in cui «si potrebbe incentivare l’investimento d’impresa, conceden-

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do crediti d’imposta, esenzioni e riduzioni sui contributi previdenziali e assistenziali dei lavoratori, il tutto insieme a semplificazioni amministrative che rendano meno burocratica l’acquisizione delle autorizzazioni necessarie agli insediamenti produttivi». Traduce Marinese: «Potrebbe essere creato un posto di lavoro ogni 320.000 euro impegnati. Abbiamo stimato che l’importo necessario per coprire gli incentivi dello Stato è solo di 250 milioni di euro che, dal secondo anno, potrebbero sviluppare un gettito quattro volte superiore. Anche dal solo punto di vista del ritorno economico non esiste investimento con una tale redditività». I tempi però stringono, come ricorda il countdown: affinché la Regione possa attuare la Zes, bisogna che il Governo la istituisca con un provvedimento entro fine anno: «Come dire domani mattina», chiosa il numero uno degli Industriali veneziani e polesani.

IL RALLENTAMENTO Già, l’esecutivo. «Bisogna chiedersi – dice Vincenzo Boccia, presidente nazionale di Confindustria – quali sono i fini che il Governo si pone dopo la manovra economica. È evidentemente utile aprire un dibattito all’interno del Paese ed è opportuno che il Governo abbia un piano per non

IN SALA La platea degli imprenditori di Venezia e Rovigo riuniti ieri all’assise di Confindustria

ricorrere al deficit, ma aprire cantieri che creino nuovi posti di lavoro. C’è un rallentamento dell’economia globale e occorrono misure competitive: bisogna rimettere al centro il lavoro come obiettivo del Paese». E la Zes può essere una delle leve su cui agire: «La proposta avanzata è nello spirito di Confindustria: quello di fare proposte nell’interesse della comunità e dello sviluppo del Paese. Venezia è lo specchio dell’Italia e questo progetto ha un impatto sull’economia reale». Ma secondo Carlo Bo-

nomi, leader di Assolombarda, la previsione governativa di crescita dell’1,5% è ottimistica: «L’auspicio sarebbe di crescere anche del 2%, saremmo tutti contenti, purtroppo i numeri non stanno dando questa proiezione. Noi speriamo che si possa crescere dell’1,5%, ma è poco verosimile che si possa farlo in questo momento, con questa manovra, con questi interventi. Se mettiamo in campo dei nuovi strumenti e ridiamo fiducia agli imprenditori, può anche essere che raggiungiamo questo obiettivo, ma lo dob-

biamo fare subito». Ma questo territorio ha la forza di rimettersi in piedi, come evidenzia Renzo Simonato direttore di Intesa San Paolo per il Nordest: «Nei primi nove mesi dello scorso anno abbiamo erogato credito a medio e lungo termine per 5,2 miliardi e riportato in bonis da incaglio 1.750 aziende. Ben venga il piano industriale per Venezia Metropolitana, prevedendo azioni concrete per il rilancio di quest’area». Angela Pederiva

VENEZIA La sala al padiglione 103 del Venezia Terminal Passeggeri è gremita fino alle ultime file. Tutta imprenditoria, zero politica: al di là dei rappresentanti delle istituzioni (il sindaco Luigi Brugnaro, il governatore Luca Zaia, l’euro-presidente Antonio Tajani, tutti invitati ad intervenire dal palco), non c’è sfilata dei partiti alla Marittima, per quella che è sì l’assemblea generale della Confindustria territoriale, ma anche la vetrina del piano industriale per Venezia Metropolitana. Soprattutto non è presente alcun esponente del Governo gialloverde, un’assenza che inevitabilmente fa rumore, visti i chiassosi precedenti sull’asse imprese-esecutivo.

IL DIALOGO In qualità di padrone di casa,

il leader confindustriale Vincenzo Marinese parla con garbo e ironia: «Mi sembra che il ministro Di Maio in questo momento, per ragioni sue che posso anche condividere, sia più concentrato su altre iniziative. Vedo con piacere che gira l’Italia e l’Europa in macchina... Quando si vorrà confrontare con le proposte dell’industria, noi saremo ben felici di farlo. Non lo dico con spirito critico, ma costruttivo». Ma è possibile un dialogo sempre a distanza, sempre mediato da giornali e televisioni? «Il dialogo per definizione viene da due parti, uno parla e l’altro risponde, fino a quando si trova la sintesi – risponde Marinese. – Ovvio che sarebbe preferibile un contatto personale, ma non lo chiede il presidente Boccia o il presidente Marinese, lo chiede una classe produttiva importante, che porta 40 miliardi di attivo

nell’export a questo Paese, la cui produzione di fatto è la linfa vitale del nostro bilancio. Se il ministro sente tre imprenditori e dice che gli imprenditori vogliono una cosa, magari si sbaglia: conviene che si confronti con chi è stato scelto dagli imprenditori». Ma il presidente di Venezia-Rovigo non vuole farne una questione pentaleghista, per questo a proposito della Zona economia speciale, chiama in causa anche le responsabilità del centrosinistra: «Attualmente la legge italiana con-

TAJANI: «NON SERVE URLARE IN EUROPA, MEGLIO UNA COALIZIONE TRA IL FRONTE DEL SUD E I PAESI DELL’EST PER CAMBIARE GLI EQUILIBRI»

sente le Zes soltanto per le Regioni del Sud Italia. Il Governo precedente non ha voluto dare la possibilità di istituire le Zes al Nord, poiché concesse al Sud. Come se in questo Paese ci fosse un problema del Sud e del Nord o come se non fossimo tutti italiani. Come se non dovessimo fare squadra o come se avessimo tutti obiettivi diversi».

LA GUERRA La battaglia invece dev’essere combattuta da tutti, sottolinea l’azzurro Tajani, presidente del Parlamento Europeo: «L’Italia oggi dichiara guerra al mondo intero però è isolata. Non serve urlare, non serve fare dichiarazioni roboanti, ma serve contare di più al tavolo della politica e del confronto internazionale. Invece di parlare io organizzerei una coalizione del fronte del Sud che si può alleare al fronte dell’Est per andare poi

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Alitalia, così Fs punta a farla decollare con tre soci IL PIANO ROMA Trenta giorni ancora. Il cda delle Fs ha ottenuto un altro mese di tempo per mettere a punto la proposta destinata a offrire una chance di salvezza ad Alitalia: nuovi soci, nuovo progetto, dimensione globale. Dopo che mercoledì Lufthansa si è di fatto autoesclusa dalla gara, ribadendo di non avere alcuna intenzione di entrare in minoranza nel capitale della compagnia italiana e soprattutto non in partnership con il governo, alle Fs non resta che accelerare la trattativa con Delta Airlines che ha preteso e ottenuto di coinvolgere anche Air France-Klm, puntando soprattutto sulla componente olandese. Di là delle questioni di governance tuttora sul tavolo degli advisor - sebbene sia implicito che l’amministratore delegato della compagnia sarà espressione della maggioranza italiana mentre la guida operativa affidata agli americani restano alcuni nodi non proprio semplici da sciogliere. A cominciare dagli esuberi che, sebbene in numero decisamente minore rispetto alle pretese dei tedeschi, sono comunque un tema sul quale un punto fermo non è ancora stato trovato.

LA CRESCITA

a trattare con Francia e Germania per una Europa più equilibrata. È un grande mercato dove le imprese italiane esportano 250 miliardi di euro e un valore così alto significa che la nostra economia ha bisogno del mercato interno europeo». Il governatore Zaia cerca di stemperare la polemica: «È fondamentale ascoltare i territori, questa è la base di ogni forma di governo. Per quel che mi riguarda, gli imprenditori e i cittadini sono tutti ascoltati». A.Pe.

E se sui piani di crescita interna e di sviluppo globale le posizioni sono assai più vicine rispetto ai tagli drastici proposti da Lufthansa, ancora non sono chiari i pesi azionari. Assodato che Delta e AF-Klm avranno insieme il 40%, l’idea che Fs disponga del 20 o anche del 30% e il resto sia in mano a una cordata disomogenea lascia perplessi se l’obiettivo è di una partecipazione-presidio del sistema Paese. Di qui l’idea maturata in ambito governativo che Fs debba possedere almeno una quota pari a quella dei soci industriali, ovvero il 40%. Il resto sarà nelle mani del Tesoro, che avrebbe già deciso di convertire una parte (fino al 15%) del prestito-ponte da 900 milioni, e di qualche partecipata dello Stato sinergica all’attività della compagnia. Ma qual è la situazione attuale dei conti Alitalia? Posto che è opinione unanime che la gestione commissariale sia stata inappuntabile, i risultati dell’esercizio 2018 ne sono la prova ultima. I ricavi, in crescita per il secondo anno consecutivo e a parità di flotta, si sono incrementati del 6,9% superando abbondantemente 3 miliardi. Notevole il balzo delle vendite digitali, cresciute del 18,2% (del 27,6% rispetto al 2016). Naturalmente il bilancio chiude ancora in rosso, ma con una perdita dimezzata (154 milioni contro 312 nel 2017) e ridotta a un terzo rispetto al 2016. o.d.p.

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L’assenza del governo all’assemblea Gli industriali: «Concentrati su altro» IL RETROSCENA

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EUROPARLAMENTO Antonio Tajani


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Primo Piano

Venerdì 25 Gennaio 2019 www.gazzettino.it

L’assemblea di Confindustria IL CONFRONTO MESTRE Il sindaco Luigi Brugnaro dice che da sempre il suo motto è quello del titolo dell’assemblea annuale di Confindustria tenutasi ieri al terminal 103 di Marittima: «Il futuro è nelle nostre mani. Anzi nelle nostre e soprattutto in quelle dei giovani ai quali dico di restare a Porto Marghera, a Mestre, a Venezia, sarà la città che darà le migliori performance nel prossimo futuro». Ieri il primo cittadino di Venezia e della Città metropolitana è intervenuto dopo il presidente di Confindustria Venezia e Rovigo Vincenzo Marinese che l’aveva ringraziato per l’aiuto e gli aveva assicurato il pieno appoggio nell’organizzazione del Salone Nautico che finalmente torna in una sede degna, all’Arsenale. Con Brugnaro c’erano il governatore del Veneto Luca Zaia, il presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani, l’amministratore delegato di Fincantieri Giuseppe Bono, i presidenti di Assolombarda Carlo Bonomi e Veneto Matteo Zoppas, il presidente nazionale di Confindustria Vincenzo Boccia e il direttore regionale Veneto Friuli-Venezia Giulia e Trentino Alto Adige di Intesa Sanpaolo, Renzo Simonato che ha elogiato il Piano industriale di Confindustria Venezia e Rovigo: «È un progetto importante anche perché mette a sistema i diversi attori del territorio prevedendo azioni concrete per il rilancio di quest’area. Intesa Sanpaolo svolgerà il proprio ruolo di banca per l’economia reale, sostenendo progetti che prevedono crescita e occupazione».

L’”IMPRESA” COMUNE Il sindaco ha detto agli imprenditori giunti da ogni parte del territorio che il Comune di Venezia, al pari di quel che stanno facendo gli industriali, sta sviluppando un lavoro enorme, ricordando la riduzione del debito consolidato da 800 a 740 milioni di euro (efficientando il Comune e le società partecipate) che permetterà dal 2019 di ridurre la Tari ai cittadini e soprattutto ai negozi di vicinato che sono un presidio di sicurezza importante

RENZO SIMONATO (INTESA SAN PAOLO): «SIAMO PRONTI A SOSTENERE PROGETTI DI CRESCITA E OCCUPAZIONE»

IL CONVEGNO MARTELLAGO L’asse europeo per Marghera e il tema migranti: fermezza sì ma anche solidarietà tenendo conto delle nostre radici cristiane. Al convegno di ieri a Ca’ della Nave sulla “Europa che verrà” promosso da Politic@Informazione (oltre 300 persone in platea tra cui tanti politici), i due protagonisti più attesi, il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani, e il sindaco metropolitano Luigi Brungaro arrivano alla fine, “reduci” dall’assemblea di Confindustria. E il secondo attacca subito con un annuncio. «Si è parlato di una Zona Economica speciale, un investimento di 2,4 miliardi incentrato su Marghera e Rovigo, e Tajani su Marghera ci sta aiutando nei tavoli europei» ha esordito “l’europeista convinto” Brugnaro che poi, tra i vari, ha affrontato il tema dell’immigrazione, «che non è ineluttabile. I flussi vanno gestiti (il sindaco è per il blocco navale, ndr). È anche una questione di sicurezza e politica industriale perché, se non si è sicuri, non si

CONFINDUSTRIA I partecipanti all’assemblea e, sotto, un momento del dibattito moderato dal direttore del Gazzettino, Roberto Papetti

Sebastiano Casellati/Fotoattualità

Patto per lo sviluppo con banche e imprese Il sindaco: «Venezia sarà la città che darà più garanzie di progressi in futuro Ai giovani dico di crederci, vogliamo sviluppare aree a vocazione industriale» `

del territorio. «Tutto questo, assieme alla lotta al degrado, fa il paio con il rilancio economico della città: le fabbriche si sono messe in moto, l’Eni ha convertito la sua raffineria in bioraffineria costruendosi la possibilità di sfruttare l’olio fritto, uno dei maggiori inquinanti del mare, per produrre un additivo al combustibile, la Pilkington ha riaperto il suo stabilimento». A Confindustria ha detto che si devono «ascoltare sempre più i corpi intermedi della società e quindi anche gli imprenditori, difendendo il lavoro e rendendo efficiente la macchina dello Stato. Noi, per esempio, la burocrazia l’abbiamo già snellita a Venezia: avevamo 3.200 dipendenti, ora sono 2.700, tra cui 200 vigili

neo assunti».

VENEZIA SI MERITA LA ZES Sul Piano industriale e in particolare sulla richiesta al Governo di istituire una Zes, Zona economica speciale nell’area metropolitana, Brugnaro ha dato il pieno sostegno del Comune, e al Governo ha mandato a dire che, riguardo alla Zes, «è un nostro diritto sviluppare aree che sono prettamente di natura industriale e portuale. È un diritto di Venezia mettersi in moto e dei veneziani metropolitani avere un lavoro e un futuro per i giovani, e credo che ci verrà riconosciuto. D’altro canto i numeri stanno dimostrando che grandi investimenti si sono messi in moto, altri arriveranno e altri ancora sono alla finestra per capire cosa

La politica Il confronto a Martellago

Brugnaro e l’asse europeo con Tajani «Ci sta aiutando nei tavoli importanti» può pensare di attrarre investimenti». Ed è stato proprio questo l’argomento forse più sviluppato nell’intervento di Tajani. «L’Europa serve a tutelare i cittadini quando Stato, Regione o sindaci non sono in grado di farlo – ha premesso il presidente - Immigrazione, terrorismo, protezione delle frontiere e delle nostre produ-

IL DIBATTITO ORGANIZZATO A CA’ DELLA NAVE DA POLITIC@INFORMAZIONE TRA I TEMI TRATTATI ANCHE L’IMMIGRAZIONE

zioni dalla concorrenza sleale, penso ai prodotti cinesi, il lavoro: sono questioni che non possiamo affrontare da soli. Certo l’Europa deve essere diversa, a cominciare dalla gestione dei flussi migratori: nel 2050 in Africa ci saranno due miliardi e mezzo di abitanti, non possiamo accoglierli tutti. Dobbiamo fare in modo che possano vivere nelle loro terre». Tajani propone un piano Marshall di aiuti da parte dell’Europa di 50 miliardi dal 2021 al 2027 e pensa anche a una redistribuzione interna dei migranti, vedi in Angola, e a partnership con le nostre imprese, «ma non è una forma di neo-colonialismo». Tajani infatti ha battuto molto anche su sussidiarietà e solidarietà. «L’Europa

MARTELLAGO Il confronto tra Luigi Brugnaro, Antonio Tajani e il presidente nazionale delle Acli, Roberto Rossini

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sta avvenendo. Il porto sta andando benissimo e lo stiamo facendo con la nostra dignità e il nostro orgoglio, passo dopo passo. Abbiamo combattuto due guerre mondiali per difendere la libertà e la democrazia liberale e continueremo ad essere un presidio inflessibile». Elisio Trevisan © RIPRODUZIONE RISERVATA

«I GRANDI INVESTIMENTI SI SONO MESSI IN MOTO, ALTRI NE ARRIVERANNO IL PORTO VA BENE» ha garantito la pace, la libertà e al centro c’è sempre la persona. Anche sull’immigrazione occorre una linea della fermezza, ma non possiamo dimenticare che queste persone non fuggono dalle galere ma da violenze e guerre. Le radici dell’Europa sono cristiane, è la “croce” il comune denominatore di tutte le città europee: non possiamo andare in chiesa, batterci il petto, e poi rifiutarci di accogliere i siriani che fuggono dall’Isis». In conclusione, Tajani ammette che «l’Europa va cambiata, ma bisogna crederci: la Brexit stessa dimostra quanto sia dannoso uscire dall’Europa, alla Gran Bretagna senza accordo costerà il 9,3% del Pil. Allo stesso modo uscire dall’euro per l’Italia significherebbe un indebolimento enorme» ha concluso il presidente, sintetizzando la serata pro-Europa di Martellago, che ha visto anche gli interventi dei presidenti delle Acli nazionale, Roberto Rossini, e della neonata associazione organizzatrice, l’ex vicesindaco di casa Marco Garbin. Con relativi appelli al voto di maggio. (n.der.) © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Jesolo San Donà

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Nuovo ospedale, tocca ai sindaci Accolta la richiesta del primo cittadino di Musile, ` Il presidente Andrea Tamai annuncia che verrà Silvia Susanna, a pronunciarsi sulla struttura convocata al più presto la conferenza Sanità `

Caso foibe L’Anpi pensa di uscire da Assoarma JESOLO

SAN DONÀ Il tema dell’ospedale nuovo sarà trattato nella Conferenza dei sindaci sulla Sanità tra due settimane. Ad attivarsi è stata la sindaca di Musile Silvia Susanna che ieri ha inviato una specifica richiesta per avviare una valutazione sulla nuova struttura, accolta dal presidente della Conferenza Andrea Tamai, che garantisce: «tra due settimane sarà affrontato questo argomento».

IL PROGETTO Il progetto del nuovo ospedale è stato rilanciato di recente dal direttore generale dell’Ulss 4 Carlo Bramezza che ha invitato i sindaci a decidere sulla questione. Tra le ipotesi si è parlato di Caposile o Passarella, un punto equidistante per un ospedale che andrebbe a sostituire le strutture di San Donà e Jesolo. Susanna ieri mattina con una lettera ha presentato una richiesta formale per discutere della struttura e del futuro della sanità in Conferenza, dopo le esortazioni della deputata leghista Ketty Fogliani e del consigliere regionale Fabiano Barbisan (lista Zaia) pubblicate ieri sul Gazzettino. «Tramite la stampa locale – scrive Susanna - ho potuto apprezzare la disponibilità economica dell’Ulss 4 per la realizzazione di un nuovo ospedale. Ritengo che questo tema debba essere affrontato con urgenza in sede di Conferenza dei sindaci. Chiedo sia convocata per parlare in modo serio di questa opportunità per il territorio». Susanna, dunque, ha rotto gli indugi, per prima, «poiché - spiega su questo argomento tutti gli altri sindaci erano fermi. In passato questa opportunità non è stata colta, quando si parlava di ospedale unico del Veneto orientale.

LA DISCUSSIONE Ma le problematiche di allora sono state superate, è chiaro che non sarà eliminato il presidio di Portogruaro. Nonostante siano stati fatti numerosi investimenti e interventi, serve un nuovo ospedale per San Donà. La stes-

L’OPERA DOVRÁ SOSTITUIRE I NOSOCOMI DI JESOLO E SAN DONÁ SI TRATTA DI INDIVIDUARE LA ZONA IN CUI COSTRUIRLA

IN PENSIONE Il vecchio ospedale di San Donà di Piave dovrebbe essere sostituito da una nuova più efficiente struttura

sa ubicazione in centro città risponde ad esigenze esistenti in passato, quando il traffico era minore. Anche i parcheggi sono insufficienti, spesso si fa fatica a trovare posto. Servono strutture moderne da raggiungere in modo agevole, per questo l’argomento va affrontato quanto prima». L’incontro, dunque, verrà convocato dal presidente Tamai. «Avevamo parlato della questione lunedì scorso – precisa Tamai – con l’organo esecutivo della Conferenza composto dai sindaci Mirco Mestre di Eraclea, Maria Teresa Senatore di Portogruaro, Ada Toffolon di Annone Veneto, per San Donà era presente la vicesindaca Silvia Lasfanti. Viste le voci circolate tutti hanno concordato sull’opportunità di affrontare la questione nella prossima riunione, che sarà convocata a breve. In questi giorni sto contattando i sindaci della zona, per arrivare preparati e poterci esprimere sul tema in maniera più completa». Davide De Bortoli © RIPRODUZIONE RISERVATA

Con la semplificazione amministrativa certificati e documenti rapidi e gratuiti JESOLO Prosegue l’ azione di semplificazione amministrativa. La giunta ha approvato l’eliminazione dei diritti di segreteria che si applicano a certificati, documenti ed atti pubblici per il cui rilascio, fino ad oggi, era previsto da parte dei cittadini il pagamento di diritti, tasse o contributi. Tra i provvedimenti interessati dal procedimento ci sono atti di notorietà, nulla osta, nonché stati di famiglia e autenticazione di firme sia in carta semplice che soggetti ad imposte di bollo. In questo modo i cittadini potranno beneficiare di una riduzione nei tempi d’attesa per ottenere i documenti richiesti, assieme ad un risparmio economico legato all’abolizione dei costi che saranno variabili in

base al tipo di documento richiesto. I riscontri positivi non mancheranno nemmeno per gli uffici comunali che saranno in grado di migliorare la qualità del servizio erogato al cittadino, eliminando l’appesantimento burocratico dovuto, ad esempio, alla rendicontazione delle riscossioni. «La decisione di attuare questo ulteriore passaggio di semplificazione - spiega l’assessore ai Servizi demografici, Flavia Pastò

- guarda prima di tutto ai nostri cittadini e ad offrire loro un servizio più snello: è stato introdotto un modo più semplice per ottenere certificati, documenti e atti con un occhio anche ai costi. Per l’amministrazione pubblica, significa strizzare l’occhio alla riduzione della burocrazia a un miglioramento delle attività del personale. Tradotto significa servizi più semplici e più risparmio». Giuseppe Babbo

LA GIUNTA HA APPROVATO L’ELIMINAZIONE DEI DIRITTI DI SEGRETERIA SUGLI ATTI PUBBLICI

«I pennelli a mare in pineta bloccati dalla Regione» JESOLO «La realizzazione dei pennelli a mare in pineta non dipende dal Comune, ma è un intervento legato all’accordo tra Regione e i privati». Sviluppo urbanistico sempre in primo piano. Soprattutto dopo che il capogruppo della Lega Alberto Carli ha messo in discussione i tanti interventi avviati negli ultimi anni, confrontando i benefici pubblici ottenuti rispetto a quelli delle precedenti amministrazioni. Nel mirino anche il tanto atteso intervento di realizzazione dei quattro nuovi pennelli a mare nel tratto di spiaggia antistante la pineta, più volte annunciato ma non ancora avviato. «Il consigliere Carli dovrebbe sapere – risponde il sinda-

co Valerio Zoggia – che noi ci siamo fatti promotori di questa iniziativa che potrà essere attuata solo quando verrà formalizzato l’accordo tra la Regione e i privati. Speravamo che i tempi fossero più brevi, ma la Regione ha voluto avviare un nuovo accordo e richiedere una Valutazione di impatto ambientale. Ci auguriamo che l’opera possa essere avviata entro alcuni mesi». Per quanto riguarda i benefici pubblici ottenuti dal 2012 ad oggi, da quando l’attuale Amministrazione governa la città, il sindaco ha previsto che gli interventi avviati hanno permesso di ottenere opere pubbliche e benefici per un totale di 15 milioni di euro. «Circa un milione e 500 mila euro derivano dal progetto nell’ex colonia Stella Maris – dice sempre Zoggia - che

porterà al rifacimento della viabilità di quasi un chilometro di via Levantina compresa una pista ciclabile e la sistemazione del parcheggio e della viabilità fronte ospedale. Negli ultimi anni sono diminuiti i grandi interventi di riqualificazione degli “anni d’oro” ricordati da Carli: se vuole trovare la vera causa, vada a chiedere lumi alla Regione. La gran parte dei cantieri aperti in città, sono

IL SINDACO ZOGGIA REPLICA A CARLI, CAPOGRUPPO DELLA LEGA, SULLE QUESTIONI URBANISTICHE

SPIAGGIA Il litorale antistante la pineta di Jesolo

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infatti legati al Piano Casa, strumento introdotto dalla Regione che, pur incentivando gli investimenti con premi volumetrici, non prevede il beneficio pubblico. In città ci sono tanti cantieri dai quali il Comune non può ottenere alcunché. In Regione è in corso la revisione dello strumento». «Per quanto riguarda piazza Trieste – aggiunge l’assessore all’Urbanistica, Otello Bergamo il progetto, proposto da chi ha guidato la città qualche anno fa è naufragato. Noi ci siamo impegnati con una nuova proposta di riqualificazione che non ha potuto essere sviluppata perché uno dei soggetti privati coinvolti nel piano, ha sfruttato le norme regionali del Piano Casa che non prevedono beneficio pubblico». G.Bab.

Monumento ai Martiri delle Foibe, ancora nessun accordo sulla targa da apporre sulla statua. Dopo le polemiche dei giorni scorsi e la rimozione della targa che indicava “1920-1945”, inizialmente concordata da tutte le 11 associazioni aderenti ad AssoArma, la riunione di mercoledì sera non ha dato esito positivo. «Non c’è ancora nessun accordo – spiega Roberto Ambrosin, presidente dell’Anpi di Jesolo – ci sono alcune proposte che devono essere nuovamente valutate, anche da parte dell’artista che ha realizzato l’opera e per questo lunedì prossimo è stato convocato un nuovo incontro. Valuteremo la situazione, per quanto ci riguarda stiamo pensando di uscire da AssoArma, l’iniziale targa era stata condivisa da tutti, poi qualcuno ha inspiegabilmente cambiato idea». Il monumento verrà inaugurato il 10 febbraio, ma intanto a gettare ulteriore benzina sul fuoco ci pensa Alberto D’Andrea, responsabile del Pci Venezia: «Questa vicenda vede contrapposti Anpi, AssoArma e lo scultore - dice – noi non ci troviamo d’accordo con nessuno dei tre, come non ci troviamo d’accordo con la ricorrenza del “Giorno del ricordo” che ha avuto il senso di recuperare un concetto legato al revisionismo storico. Tutti i morti meritano il rispetto di chi resta e ognuno ha combattuto in nome di un ideale in cui credeva, ma la storia dice altro: invitiamo perciò le istituzioni jesolane a studiare la storia vera». G.Bab.

Jesolo Lavori socialmente utili, 7 nuovi assunti Sostegno alle persone in difficoltà attraverso programmi di inserimento in attività utili alla collettività. È il progetto “Lavori più utili per sé e la città”, promosso dalla Regione, che offre ai Comuni la possibilità di assumere fino a quindici persone svantaggiate da impiegare per iniziative di pubblica utilità con contratti della durata di sei mesi per venti ore settimanali. Il Comune di Jesolo si è attivato individuando sette persone cui assegnare l’attività di controllo del quartiere, suddivisa per tutte le frazioni. I cittadini sono stati assunti a partire dallo scorso 17 dicembre da parte di due cooperative sociali e tra le mansioni rientrano la segnalazione al servizio sociale di anomalie come lampioni non funzionanti, marciapiedi sconnessi, presenze di situazioni di disturbo e schiamazzi, eventualmente riscontrate nelle zone. Una volta comunicate, le anomalie sono trasmesse agli uffici di competenza con l’obiettivo di risolvere il problema. I sette operatori sono attivi dal lunedì alla domenica, dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 18, con possibili variazioni di orario in base alle necessità e sono riconoscibili per il giaccone giallo fosforescente che indossano con il relativo cartello di riferimento. G.Bab.


XIII

Agordino

IL PRESIDENTE FABIO LUCHETTA «Ci sono reali difficoltà che non ci fanno dormire sonni tranquilli. Oggi manderò una lettera a Venezia per conoscere tempistiche e modalità d’intervento»

Venerdì 25 Gennaio 2019 www.gazzettino.it

belluno@gazzettino.it

Alberi “schiantati” dal vento i sindaci sul piede di guerra `Nel mirino dei primi cittadini ci sono Una parte degli amministratori locali lamenta lentezze sulla bonifica dei boschi la Regione Veneto e l’agenzia Avepa `

Sviluppo turistico: nuovo consorzio “Val Fiorentina” `Il progetto coinvolge tantissime attrazioni sia spor-

le attività ricettive, commercio e artigiani

AGORDO SELVA DI CADORE

«Alberi abbattuti ma la Regione non interviene» e così i sindaci dell’Agordino chiedono di fare da soli senza che Venezia ci metta le mani. La richiesta di una parte dei primi cittadini è finita sul tavolo del presidente dell’Unione montana Fabio Luchetta. Pronte anche le critiche del Pd ma altrettanto la risposta del governatore Luca Zaia che ricorda le difficoltà nell’affrontare la gestione. Solo in Agordino ci sono, infatti, circa 750mila metri cubi di schianti.

Gli obiettivi della nascente società destinata a gestire la promozione turistica della Val Fiorentina sono chiari: allungare la stagione e trovare nuovi clienti “saltando” i portali di prenotazione internazionali. Cercando quindi di far lavorare di più alberghi e B&B ma anche, di riflesso, tutto l’indotto come bar, ristoranti, negozi. E pure falegnami ed elettricisti se, com’è intenzione, saranno coinvolte anche le seconde case “aprendole” al pubblico. Esperienze uniche di Dolomiti” è stato presentato ieri al Museo Cazzetta alla presenza del sindaco Silvia Cestaro e di vari operatori.

DALL’UNIONE MONTANA «Tra i primi cittadini c’è un po’ di malcontento - spiega Luchetta -, soprattutto in termini organizzativi. Vorrebbero avere più informazioni su modalità, tempistiche e procedure per dare soluzione a questa problematica. C’è chi si è proposto di occuparsene in prima persona, gestendosi autonomamente, chiedendo la specifica autorizzazione. Mentre fino a qualche tempo fa l’intenzione era di muoversi coralmente, seguendo anche le indicazioni dell’Università di Padova sulla base di uno studio commissionato dall’Unione ancora in tempi precedenti il 29 ottobre. Va detto infatti che mentre alcuni possono ritrovarsi a che fare con situazioni relativamente facili da affrontare, c’è chi invece se lo scorda di agire da solo, per i pericoli e i costi da affrontare (ad esempio Taibon, Rocca Pietore, Livinallongo, Rivamonte)». Ad ogni modo oggi il presidente Luchetta scriverà una lettera all’Avepa sottolineando le perplessità dei colleghi.

PD ALL’ATTACCO «I sindaci agordini hanno ragione e confermano i timori che abbiamo sempre avuto nei confronti di Venezia e del presidente Luca Zaia attacca il parlamentare Roger De Menech - Dopo l’ura-

IL PROGETTO GLI ALBERI SCHIANTATI Dopo l’uragano del 29 ottobre preoccupano i sindaci dell’Agordino

La replica del governatore Zaia

«Assicuro tutti che stiamo lavorando se c’è qualcuno più bravo mi chiami» «Capisco le preoccupazioni dei sindaci, ma è anche vero che ci sono 28mila ettari di alberi a terra e stiamo lavorando pancia a terra per risolvere i problemi. Se qualcuno ritiene di essere più bravo, che si faccia vivo, perché ho il potere di farlo soggetto attuatore». Così il presidente del Veneto Luca Zaia, sulle polemiche legate alla gestione post-maltempo. «Qualsiasi sindaco può diventare soggetto attuatore, ma poi si dovrebbe arrangiare», ha aggiunto. «Tra l’altro bisogna considerare il fatto che alcuni di quegli alberi

abbattuti - sottolinea l’assessore Gianpaolo Bottacin - fungono da paravalanghe e che fino al termine della primavera è bene che stiano dove sono. Rinvio invece decisamente al mittente le accuse di lentezza mosse dal Pd: quello stesso Pd che non ha saputo gestire l’emergenza del Centro Italia. Ad esempio a Montemonaco, in provincia di Ascoli, a distanza di anni c’è ancora l’asilo allestito temporaneamente dagli alpini di Auronzo. Prendere quindi lezione da queste persone ha del surreale».

gano di fine ottobre, nulla è stato fatto dalla Regione per rimuovere i milioni di alberi abbattuti. Oggi, oltre all’abbandono del territorio, emergono anche i rischi fitosanitari. Gli alberi caduti sono facilmente aggredibili da parassiti che poi possono contaminare i boschi e la flora ancora integri». Ma il deputato prosegue: «Ricordo che nessuna misura è stata varata dalla Regione, giunta o consiglio, per alleviare le popolazioni colpite o contribuire economicamente ai bilanci dei comuni che devono, da soli, provvedere a ripristinare la sicurezza e dove possibile rimuovere il legname da sentieri, boschi e vie pastorali. Da non trascurare, infine, le decine di imprese che nelle settimane successive al maltempo hanno lavorato giorno e notte per rimettere a posto strade, costruire scogliere, rimuovere macerie». Raffaella Gabrieli

«Io non so cucinare» così evade dai domiciliari `La fuga da casa

è costata al 78enne un anno di reclusione SELVA DI CADORE Era finito agli arresti domiciliari, dopo che in casa la polizia aveva scoperto che nascondeva una vera “Santa Barbara”. Ma Renato Gino Zuliani, 78 anni di Selva di Cadore, non ha resistito e è evaso da casa per andare a mangiare in un rifugio. «Non so cucinare», aveva detto ai carabinieri nel tentativo di dare una giustificazione. Ma non è bastato e ieri mattina, in Tribunale a Belluno, Zuliani è stato condannato a un anno di reclusione. La vicenda risale al 2013-2014,

quando il 78enne finì in manette a seguito di un blitz della polizia che scattò a luglio 2013. Gli agenti, entrati con cani addestrati per fiutare armi seguendo l’odore della polvere da sparo e dell’olio utilizzato per la pulizia, trovarono reperti bellici in ottimo stato di conservazione e perfettamente funzionante. Tra questi 4 bombe a mano a frammentazione della Prima Guerra Mondiale che non aveva denunciato. L’uomo probabilmente si è appropriato di residuati bellici della prima guerra mondiale trovati sui monti, teatro del conflitto. I proiettili venivano da lui svuotati della sostanza esplosiva che l’uomo si teneva oltre agli involucri. Per questa vicenda ha patteggiato la pena e ha chiuso così il procedimento. Ma la passione dell’anziano per le armi lo aveva

LE ARMI Che l’uomo aveva in casa

già messo nei guai. Era stato arrestato dai poliziotti della Squadra Mobile, che avevano ricevuto una segnalazione anonima, alla fine del gennaio 2012 e anche in quel caso aveva patteggiato. Ieri mattina però l’accusa era diversa: evasione. Dopo essere finito a Baldenich infatti nel luglio del 2013, venne messo ai domiciliari con la possibilità di uscire dalle 10 alle 12 per effettuare le spese. Quel giorno arrivarono i carabinieri per i controlli di routine nella sua abitazione e non trovarono nessuno. I militari di Caprile lo chiamarono al telefono e lui spiegò che era in un paese vicino a mangiare in un rifugio. «Sono uscito perché non so farmi da mangiare», disse. Ieri è arrivata inevitabilmente la condanna.

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Il percorso, la cui paternità è attribuibile a Giuseppe Romanelli, è partito alcuni mesi fa con un corso di formazione per gli operatori della valle. Da qui la collaborazione con Api Industria che ha consentito l’intercettazione di 40mila euro di fondi (a cui i privati dovrebbero aggiungerne 17mila) per dar vita a una sorta di start up dedicata, appunto, alla promozione turistica della vallata ai piedi del monte Pelmo. Il “prodotto” è ancora tutto da confezionare ma l’assetto giuridico che la società potrebbe assumere è quello di cooperativa a responsabilità limitata, a capitale aperto, con soci di vario tipo e obiettivi ad ampio spazio. «Nel senso migliore del termine - ha spiegato Antonio Zanon che sta elaborando lo statuto - Selva di Cadore e le zone contermini potrebbero diventare un villaggio turistico dalla variegata offerta ricettiva, dalle

AGORDO CORSI YOGA E PILATES AL VIA LE NUOVE LEZIONI Sono aperte le iscrizioni ai corsi di power yoga e di pilates con Serena De March. Il primo si terrà il venerdì alle 19.45 alle scuole elementari di Agordo, il secondo il lunedì alle 19.45 alle scuole medie sempre di Agordo. Corso di pilates anche a Rivamonte il lunedì alle 18. Le lezioni sono adatte sia ai principianti sia a chi già pratica le discipline. Per informazioni e prenotazioni telefonare all’insegnante al 3490065815.

AGORDO SEZIONE CLUB ALPINO RITORNANO LE GITE Il Cai di Agordo inaugura il 2019 con un’escursione invernale sul monte Zogo (m. 1394) sulla dorsale del Cesen-Col Visentin. Il percorso, di media difficoltà, avrà inizio dal borgo di Millies

tive che culturali, dagli ottimi ristoranti e rifugi. Ma aggiungendoci anche, via via nel tempo, iniziative innovative. Penso ad esempio all’opportunità data dal Prg di dar vita a coltivazioni di ortaggi in serra: ecco, perché non farlo vista la presenza di acqua, buona terra e ottima esposizione al sole? È nostra intenzione mettere in rete tutte queste valenze con l’obiettivo di “vendere” un pacchetto che includa molte opportunità di divertimento ma anche di relax e di buon cibo».

L’ANALISI «Analizzando arrivi e presenze in Val Fiorentina dal 2008 al 2017 - ha spiegato Enrico Belli, consulente marketing di Bizmaker - registriamo un calo ma non un tracollo. Siamo quindi in tempo per invertire la rotta e pensare a un progetto di rilancio con la promozione collettiva attraverso un nostro portale, i social network, le fiere internazionali e altro ancora. Destinatario del nostro lavoro sarà prevalentemente lo straniero, alla ricerca di emozioni uniche tra le Dolomiti». Per diventare socio fondatore si dovranno versare mille euro, per socio ordinario 500. I tempi stringono in quanto il bando prevede come termine maggio 2019. R.G.

LA PRESENTAZIONE Ieri a Selva di Cadore del nuovo Consorzio

di Segusino e spazierà su ampi panorami verso la Valbelluna e la pianura trevigiana. L’appuntamento è fissato per domenica 27 gennaio. Iscrizioni telefonando al 3806983040.

CENCENIGHE DOMANI FESTA AL NOF FILO’ LA GARA DI “SCARABOCIO” Nof Filò in festa, a Cencenighe, domani pomeriggio. Il palazzetto posizionato nel centro del paese accoglierà infatti la tradizionale gara di “scarabocio” (che in origine era prevista per domenica 20 gennaio ma poi posticipata per il lutto proclamato per la morte di Devis Baiolla). L’appuntamento è quindi alle 14. Le iscrizioni vengono raccolte nell’ufficio della Pro loco (0437591549) oppure poco prima dell’inizio della gara.


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REGIONE

Lo scontro politico L’ex ministro dell’Industria: «Non voterò alle primarie il 3 marzo ma ci sarà il mio Manifesto per l’Europa in tutti i gazebo del Pd»

lutamente squilibrato: non si possono regalare da 780 a 1300 euro al mese quando non li guadagna un operaio in 8 ore di lavoro. Tra un anno arriveranno le clausole di salvaguardia dell’Iva e a presentarci il conto saranno gli altri paesi dell’Europa». Cosa resta del programma Industria 4.0 che lei ha lanciato come ministro? «Lo hanno depotenziato e così è maturata l’idea che il governo gialloverde non è

Calenda: «Liti ridicole di Salvini e Di Maio con Macron e Merkel L’Italia resti in serie A» L’INTERVISTA

arlo Calenda con il manifesto “Siamo europei” ha lanciato una sfida che sta scompaginando vecchie e nuove alleanze del centrosinistra, in vista delle elezioni europee del 26 maggio. Sia Zingaretti che Martina sono costretti a inseguire il dibattito, con i “padri nobili” Romano Prodi ed Enrico Letta che danno consigli per arginare il fronte populista.

C

«Attorno al mio appello raccolte 150 mila adesioni di cittadini di diverso orientamento» Chi ha aderito al suo “manifesto”? «Abbiamo raccolto quasi 150 mila adesioni di cittadini di diverso orientamento politico, accomunati dall’idea che l’Italia deve restare in serie A in Europa, anche a costo di menare la mani contro Francia e Germania. Purtroppo c’è il rischio di retrocedere in B perché la crescita del Pil sta per finire e le finanze pubbliche sono traballanti». Il suo movimento può diventare la base per scegliere i candidati alle europee? «E’ presto per indicare strategie e nomi. Conta lo straordinario risultato: per la prima volta sta nascendo un movimento nella società civile per andare oltre i partiti. La pri-

ma tappa sarà la suddivisione per regioni e province dei sostenitori, in Veneto ricordo il ruolo svolto da Alberto Baban e Lepoldo Destro». Lei ha quasi più adesioni di quante ne abbia raccolte il Pd nelle assemblee per eleggere il nuovo segretario: è una sfida aperta a Zingaretti e a Martina? «Ho fatto una proposta: il 3 marzo portiamo il manifesto ai gazebo per non parlare solo di candidati, ma di programmi per superare il recinto Pd. Dalle primarie deve uscire un grande sostegno al manifesto per l’Europa. Tutti i candidati alla segreteria lo sostengono e trovo importanti le firme di Renzi, Gentiloni e Minniti». Lei quindi va a votare, ha cambiato idea dopo l’appello di Romano Prodi secondo cui manca un leader forte nel centrosinistra ? «Andrò di sicuro ai gazebo il 3 marzo, ma non voterò nessuno dei candidati perché tutti e 3 condividono il manifesto e non voglio rompere l’unità. Io sono pronto a candidarmi alle europee solo se le liste saranno fortemente innovative. Ho detto 50 volte no a un posto in Parlamento». La presidente Laura Boldrini chiede che nell’alleanza entri anche la sinistra, con Leu: lei è d’accordo? «Il mio limite è chiaro: non possiamo costruire liste con partiti che si alleano in Europa e poi in Italia si dividono perché vogliono governare con Lega e 5 Stelle. La malattia dell’Italia è il trasformi-

smo e dobbiamo invece pretendere coerenza. La Boldrini è stata eletta alla Camera e non credo giocherà la partita delle europee di maggio». Quindi porte chiuse anche a Forza Italia? «Certo. Tajani a Bruxelles difende l’Europa come presidente del Parlamento ma in Italia è succube di Salvini e lo implora ogni giorno di lasciare Di Maio per tornare al governo: spero che gli elettori capiscano questa farsa e abbandonino definitivamente Berlusconi. Molti loro elettori hanno sottoscritto il mio manifesto». Dobbiamo restare in serie A anche a costo di litigare con Francia e Germania: Di Maio e Salvini lo fanno tutti i giorni con Macron... «Sono polemiche costruire sul nulla. Io ho discusso tenacemente con Macron per costruire l’accordo Stx-Fincantieri e ho fatto una durissima

«Ho faticato a costruire l’intesa Stx-Fincantieri Il vero rischio si chiama recessione» battaglia con la Germania per bloccare l’invasione dei prodotti cinesi. Ma non si può inventare la storia del franco africano francese. Da quei paesi arrivano 9 mila immigrati. Nulla. Le affermazioni di Di Battista e Di Maio sono uscite lo stesso giorno in cui sono stati diffusi i dati sulla crescita economica, che sta

la sfida delle regioni

Autonomia, Stefani e Zaia: «Siamo in dirittura d’arrivo» Il ministro: «Un valore per tutti» Il governatore: «Tutto il governo saprà imprimere l’accelerazione giusta per concludere l’iter» Anche Fontana è ottimista VENEZIA. Autonomia delle re-

gioni, a Roma si lavora giorno e notte per tagliare il traguardo e Luca Zaia ricorda che la firma definitiva deve arrivare entro il 21 marzo dal premier Conte. Il ministro

Erika Stefani, durante una intervista a Tva, ha precisato che «ormai siano in dirittura d’arrivo e sarà una grande sfida per far lavorare tutti meglio. Sarebbe opportuno che anche i governatori del Sud cogliessero questa opportunità. Non vogliamo svantaggiare o avvantaggiare nessuno. L’eccessiva centralizzazione dei servizi ha prodotto l’aumento dei divari tra le di-

verse realtà regionali, quindi deve girare pagina», ha detto Stefani. Parole salutate da Luca Zaia con grande soddisfazione. «Giuste, alte e da sottolineare le parole dell’efficientissimo ministro Erika Stefani che sta lavorando senza risparmio e soluzione di continuità al complesso dossier dell’autonomia della Lombardia, dell’Emilia-Roma-

«Banfi all’Unesco? È un bravo attore ma non è il suo mestiere parlare d’arte»

L’ex ministro dell’Industria Carlo Calenda

domani all’università

Convegno a Padova Carlo Calenda, ex min istro dell’Industria, domani sarà all’università di Padova per partecipare al convegno "Democrazia e classi dirigenti" aperto alle 9 da una relazione di Luciano Violante, presidente emerito della Camera dei Deputati. Poi prenderà la parola Francesco Profumo, ex ministro Miur. In mattinata ci sarà l’intervento dell’ex presidente del consiglio Paolo Gentiloni mentre nel pomeriggio Carlo Calenda si confronterà con Giulio Tremonti; Stefano Lucchini di Intesa Sanpaolo e Gaetano Manfredi, presidente della Crui . A moderare la tavola rotonda sarà Maurizio Molinari, direttore de La Stampa. I lavori saranno aperti dal rettore del Bo Rosario Rizzuto.

rallentando. Sono operazioni mediatiche di distrazione di massa». Angela Merkel potrebbe passare la mano, in caso di sconfitta: lei non teme un dissolvimento dell’asse cattolico popolare-socialista che ha retto l’Ue? «L’uscita di scena della Merkel non è un pericolo ma un’oppportunità. Lei è una grande leader, ma il suo approccio è stato molto cauto e la Germania non ha contribuito all’avanzamento dell’Europa. Nel 2011 è stata bravissa a salvare il patto, ma la Merkel ha fatto benissimo gli interessi della sua Germania e meno quelli della Ue». Ma L’asse Francia-Germania soffoca gli altri Paesi o no?

gna e del Veneto. Ha ragione il ministro: l’autonomia è e sarà un valore per tutti. Per i cittadini che vedranno accorciare la catena della burocrazia, per le imprese che potranno lavorare con meno lacci e lacciuoli e accedere direttamente agli strumenti di agevolazione e alle procedure, alla politica perché dovrà dare prova di responsabilità, capacità di governo, rettitudine nella gestione delle risorse», afferma Zaia. «Siamo alle ultime fasi del countdown che porterà alla stesura dell’intesa prevista dall’articolo 116, terzo comma della Costituzione» conclude il governatore. «Sono certo che proprio in questa fase il ministro, ma anche tutto il Governo, sapranno impri-

«Sì. E proprio per questo l’Italia si deve alleare con la Commissione europea per limitare lo strapotere franco-tedesco, come ha sempre fatto. Litigare con i commissari non serve a nulla. Insultare Macron, la Merkel, Junker e Moscivici non porta da nessuna parte: i flussi di immigrazione si fermano con gli investimenti in Africa e l’Italia da sola non ce la potrà mai fare. Un grande paese non si governa su Facobook». Salvini e Di Maio puntano a vincere le elezioni a maggio per poi far saltare l’Ue. Che rischio si corre? «L’Italia corre un pericolo mortale perché siamo alle porte di una tempesta perfetta. La recessione avanza e il reddito di cittadinanza è asso-

pro-crescita ma di natura assistenziale. Siamo già in recessione tecnica come dice Bankitalia, nel prossimo trimestre sarà recessione reale. E lo si vede dalla dinamica degli investimenti in netta flessione perché la fiducia delle imprese è ai minimi storici». Se i populisti Di Maio e Salvini hanno vinto le elezioni, non sarà per colpa delle classi dirigenti che non hanno capito l’impatto dirompente della globalizzazione? «Certo. Gli errori sono enormi. Si è pensato che il mercato e l’innovazione tecnologica aggiustassero tutto da soli, senza più l’azione dei governi che invece resta fondamentale per ricomporre le fratture tra vincenti e perdenti, tra le categorie sociali protette e quelle relegate ai margini. Il mio libro “Orizzonti selvaggi” tratta questi temi: tutti noi abbiamo preso un’enorme cantonata. Va costruito un rapporto di fiducia con chi è stato sconfitto dalla globalizzazione. Però non possiamo accettare il messaggio di Lega-M5S secondo cui chi fatica, lavora, produce e si laurea fa parte dell'élite: no, questa è la gente che tiene in piedi l’Italia, che fatica tutti i giorni e va ringraziata. Altro che Lino Banfi». Lei non condivide la sua nomina all’Unesco? «Penso sia un bravissimo attore comico, ma quello non è il suo posto. Non sono snob e non mi risulta che Banfi abbia specializzazioni nei settori culturali». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

mere l’accelerazione giusta a un processo storico che ha visto il Veneto apripista di un cambiamento della forma repubblicana, dando finalmente concretezza al federalismo che era nelle intenzioni e negli atti dei padri costituenti». Convinto di arrivare al traguardo è anche Stefano Bonaccini, governatore dell’Emilia Romagna, che chiede il rispetto dei patti da parte del governo. Il più ottimista resta Attilio Fontana, della Lombardia. «Mi sembra che negli ultimi giorni le cose si stiano risolvendo. È chiaro che si tratta di una sostanziale modifica istituzionale importante. E quindi ci vuole la massima collaborazione». Il ministro Erika Stefani

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E mail belluno@corrierealpi.it Belluno Piazza Martiri, 26/b Centralino 0437/957.711 Fax 0437/957.750 Abbonamenti 800.860.356 Pubblicità 0437/942.967

BELLUNO polizia amministrativa

Armi e nulla osta quasi 50 revoche a fronte di 40 autorizzazioni Il questore Lucio Aprile e il dirigente Roberto Santucci hanno presentato l’attività. Immigrazione: 31 espulsioni Cristina Contento BELLUNO. Una cinquantina di dinieghi per uso di armi, da caccia o da tiro a volo, a fronte di 39 nulla osta per acquisti di armi, in gran parte presentati da collezionisti. È la stretta in materia di armi della polizia amministrativa diretta da Roberto Santucci, insieme ai provvedimenti del questore Lucio Aprile, emessi nel 2018. L’attività della Pasi varia dalle autorizzazioni per armi e esplosivi ai passaporti, polizia amministrativa, immigrazione (diretto da Grando). ARMI ED ESPLOSIVI

La polizia amministrativa ha rinnovato l’anno scorso 526 porti d’arma uso caccia, 399 per tiro a volo mentre sono stati 39 i nulla osta rilasciati per l’acquisto di armi (in gran parte di collezionisti). Sono stati 11 i nulla osta per l’acquisto di esplosivo e 10 per attività di “fuochino” (chi si occupa di esplosioni nei cantieri e di particolari lavori). La Pasi ha emesso anche 37 carte europee per il trasferimento di armi. Non sono mancati i dinieghi: 8 quelli per porto di fucile da caccia, 5 per porto di fucile tiro a volo; revocati altre 7 porti di fucile da caccia e 12 uso tiro a volo. La polizia ha disposto 13 sospensioni per porto di

Il questore Lucio Aprile e il dirigente della Pasi Roberto Santucci

fucile da caccia: provvedimenti che stanno dietro la caduta dei requisiti necessari. «Una cinquantina di provvedimenti, questi» sostiene il questore Lucio Aprile «che dimostrano che c’è molta attenzione da parte nostra in un settore molto particolare, su un territorio dove caccia e tiro a volo sono diffusi e dove ci sono persone che si muovono contro la caccia. Il ruolo della polizia è importante nel prevenire». Si aggiungono i ritiri: di 72 armi, di oltre 3000 munizioni e 27 detonatori, una miccia a lenta combustione. Due le denunce, 5 le sanzioni.

Un arresto per armi clandestine: un tipo aveva alterato il calibro del fucile, per poter usare vario munizionamento. NEGOZI

Non sono mancati i controlli della polizia amministrativa negli esercizi pubblici e nei negozi di vendita di armi. Due anche i rigetti di richieste di aperture di sale videolotterie, una delle quali per infiltrazioni mafiose (in via Vittorio Veneto). In questo senso, Tar e Consiglio di Stato hanno confermato il provvedimento del questore: la polizia aveva accertato collegamenti tra le persone ri-

chiedenti l’apertura della sala ed elementi riconosciuti e condannati per associazione mafiosa in Sicilia. PASSAPORTI

L’anno scorso ne sono stati rilasciati 4005, oltre a 310 nulla osta su richieste di questure e ambasciate e altri enti. Mille le richieste di accompagnamento di ragazzi sotto i 14 anni. I dinieghi sui passaporti sono stati 8, un decreto di ritiro del lasciapassare. IMMIGRAZIONE

Gli stranieri in provincia sono 11.365. La polizia amministrativa l’anno scorso ha operato anche sul rintraccio di stranieri in provincia o scarcerati. Ben 31 le espulsioni seguite: 6 con accompagnamento in frontiera, 8 ai centri di permanenza in vista dei rimpatri, 14 gli ordini di abbandonare il Bellunese; 3 le espulsioni con rimpatrio richiesto nei paesi di origine. Allontanati anche due comunitari: rumeni. Circa 3562 i permessi di soggiorno rilasciati: 885 di lungo periodo e 256 per motivi di famiglia. Con altri enti (come la Direzione provinciale del lavoro) si è provveduto anche a servizi coordinati per il rintraccio di clandestini. Un caso ha visto lo spostamento in Germania di un pakistano che, oltre ad aver chiesto asilo politico nel paese tedesco, l’aveva chiesto anche in Italia. «Con il fotosegnalamento abbiamo fatto le nostre verifiche e abbiamo scoperto che la richiesta era stata fatta anche in Germania», continuano il questore e Santucci. «Il nostro è stato uno dei primi casi in cui s’è applicato Dublino 3, articolo che ci ha consentito di spostare lo straniero in un Ctp in attesa delle formalità necessarie per la riammissione nel paese», dove è stata fatta la prima richiesta di asilo. Il pakistano andava rispedito in Germania ma di solito la burocrazia impiega mesi prima di formalizzare: l’averlo spostato nel Ctp di Bari, ha permesso che nel giro di un mese le carte fossero pronte. Un iter convalidato precedentemente dal giudice di pace. «Speriamo di aver introdotto un metodo positivo per il futuro nella trattazione di casi analoghi». —

elettrodotto

Gamba attacca «Zaia ha sbagliato doveva coinvolgere il nostro territorio» BELLUNO. «Zaia ha sbagliato. Avrebbe dovuto coinvolgere le istituzioni del territorio prima di firmare l’accordo con Terna». Non le manda a dire, Paolo Gamba, al presidente della Regione Veneto. Gamba conosce bene la vicenda del progetto Media valle del Piave, iniziata nel 2008 quando lui era assessore. E oggi giunta ad un accordo che lo fa andare su tutte le furie. «La Regione ha approvato una delibera in giunta nel 2015 in cui si impegnava a coinvolgere i territori nel percorso di rifacimento del progetto Media Valle del Piave. Ora però Zaia ha cambiato idea, come ha dichiarato lui stesso ha incontrato Terna senza dire nulla alle istituzioni bellunesi. E ha firmato un accordo che va anche bene per la parte bassa della regione, ma per il nostro territorio assolutamente no. Non ha coinvolto la Provincia, i sindaci, i cittadini. Saremo anche pochi quassù, ma abbiamo bisogno di politici che facciano il bene del nostro territorio, fragile e delicato». Gamba poi puntualizza alcuni aspetti. In primis il coinvolgimento del Comune di Limana nel tavolo convocato per oggi dal presidente della Provincia Roberto Padrin. «Limana deve esserci, le linee elettriche sono collegate. O forse qualcuno pensa che a Levego la linea si interrompa?». Poi il vulnus dell’interramento sotto il Piave. Si può? Non si può? «Ma certo che si può!», sbotta. «Se vengono buttati i cavi sul fondo dei mari e degli oceani, come fa il sindaco di Soverzene a dire che non si può interrare sotto un fiume? Per risolvere

i problemi di Ponte nelle Alpi e Soverzene ne è stato creato uno molto più grande in comune di Belluno, che va risolto». Gamba annuncia che sarà parte della battaglia, se il sindaco Massaro la porterà avanti, e conclude con un attacco alla Regione: «La Lega è passata sopra alle istituzioni del territorio, ha sbagliato. E bene fanno i sindaci dell’Agordino a protestare: qua si vedono solo proclami, quando ci sono molti problemi da risolvere». Intanto oggi a Palazzo Piloni Roberto Padrin chiama a raccolta amministratori e politici. Non ci sarà nessun rap-

Oggi a Palazzo Piloni il tavolo di confronto convocato da Padrin «Facciamo da regia» presentante della Regione, «per precedenti impegni», spiega il presidente della Provincia. Ci saranno i parlamentari (tranne Luca De Carlo e Paolo Saviane, anche loro impegnati), i sindaci interessati dal progetto Media Valle del Piave. «Con la Regione comunque mi incontrerò», continua Padrin. «Porterò le istanze dei territori, che usciranno anche dal tavolo di domani (oggi per chi legge, OES). La Provincia vuole fare da cabina di regia, perché bisogna avere una visione globale del problema delle reti elettriche, non fare interventi in singoli comuni». — Alessia Forzin BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

RISTORANTE DELLE ALPI


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Il dopo alluvione

«Nessun ritardo alcuni sindaci si muovono altri invece no» Il subcommissario Stella replica alle polemiche sui ritardi e loda chi ha scelto di farsi nominare soggetto attuatore Francesco Dal Mas AGORDO. «Tre mesi di ritardo? Ma quali? Ci sono sindaci che si sono mobilitati per tempo. E che sono già soggetti attuatori. Perché qualche loro collega dell’Agordino è rimasto alla finestra?». Nei giorni scorsi Fabrizio Stella, direttore Avepa, nella sua veste di subcommissario ai boschi schiantati, è stato preso di mira da alcuni sindaci dell’Agordino che gli imputano di aver perso tempo. Stella è tentato di rispondere con la polemica, ma si trattiene. E lo fa da tecnico. Dunque, Stella, i ritardi ci sono o no? «No, assolutamente. L’operazione è estremamente complessa. Abbiamo, nel solo Veneto, 30 mila ettari di bosco da rimuovere, per evitare che venga assalito dal bostrico (un parassita molto aggressivo soprattutto per gli abeti rossi, ndr). Dovevamo pianificare interventi efficaci e rapidi. Bene, ci sono sindaci che hanno avuto la pazienza di aspettare e che hanno chiesto di essere nominati soggetti attuatori per decidere loro come meglio intervenire». Il federalismo forestale, finalmente. Qual è stato il risultato? «Il presidente della Regione ha nominato l’altro ieri 11 soggetti attuatori nella persona di altrettanti sinda-

ci. Citiamo le sindache di San Pietro di Cadore e Santo Stefano di Cadore, che devono vedersela con un autentico disastro, quello della Val Visdende. E poi ci sono il sindaco di Pieve di Cadore e di San Tommaso Agordino. Nei prossimi giorni sarà la volta di San Vito di Cadore, di Cibiana, di Val di Zoldo e di Selva di Cadore. E altri loro colleghi

«Rimuovere gli alberi schiantati a ottobre è un’operazione lunga e complessa» dell’Altopiano di Asiago». Le donne sindaco, dunque, sono in prima fila? «Sono le più determinate. Se penso alla situazione in cui operano Casanova Borca di San Pietro e Buzzo di Santo Stefano, devo riconoscere che hanno dimostrato coraggio. Le relazioni non sono sempre facili tra le Regole ed i Comuni». Le Regole, appunto. C’è chi è andato avanti e chi ha preferito aspettare… «Sì, ma adesso, da Cortina alla Val Visdende, le Regole stanno operando efficacemente. Sono numerose le aste che sono già andate a buon termine. E non è che in Trentino, dove c’è più organizzazione nella gestione forestale, si sia andati meglio o più in fretta».

A quanto si vende, in questo momento, il legname schiantato al metro cubo? «Tra i 15 ed i 35 euro». È un po’ poco. «Attenzione, in Slovenia, Croazia, in Svizzera ed in altri Paesi vicini ci sono ben 53 milioni di metri cubi di legname che stanno facendo pressing sul mercato. E, in ogni caso, buona parte di questo legname è da brucio». Ma torniamo alle critiche dei sindaci dell’Agordino. Questi riportano fatti inoppugnabili. «Intanto mi lasci dire che alla riunione dell’altra sera non c’erano tutti i sindaci. E tra quelli che c’erano, alcuni ci hanno scritto prendendo le distanze dai colleghi. Io li invito a prendere l’esempio dai sindaci citati, quelli che hanno deciso di gestire in proprio quest’emergenza. Certo, noi siamo pronti a farci carico di ogni evenienza. Ma preferiremmo accompagnare quelli che accetteranno di diventare loro stessi soggetti attuatori. Ricordiamo, al riguardo, che avranno poteri in deroga per operare come fossero in stato di emergenza». D’accordo, ma i soldi? «È evidente che le risorse, appena arriveranno in Regione, saranno immediatamente redistribuite. Immediatamente, lo ripeto. E tutte».

Uno dei boschi schiantati in Agordino a causa dell’alluvione di fine ottobre

A proposito, avete calcolato quali somme serviranno per bonificare i boschi? «Ci vorranno 150 milioni solo di strade, di piste forestali. E, a questo riguardo, chi meglio del sindaco, nella sua veste di soggetto attuatore, potrà decidere dove è più opportuno aprire questi percorsi?». È vero che saranno necessari altri 250 milioni per mettere in sicurezza il territorio dalle frane? «Non è un settore di mia competenza. Mi risulta, però, che l’Arpav abbia quantificato la cifra in 300 milioni circa». I sindaci dicono che non sono in grado di fare tutto

selva di cadore

Cestaro si smarca: «Mi assumo la delega inutile combattere battaglie perse» La sindaca “assolve” la Regione e il subcommissario, imputando lo stallo ai colleghi agordini «Speravo che avremmo reagito da comunità unita» SELVA DI CADORE. Anche il sin-

daco di Selva di Cadore ha deciso di fare in proprio e di assumersi la delega di soggetto attuatore per il suo comune per il recupero del bosco. La prospettiva di una vallata che si muove unita per far

fronte all’emergenza data dai 643 mila metri cubi di legname a terra sembra tramontare. Dopo la decisione di fare da sé comunicata martedì sera in Unione montana dal sindaco di San Tomaso, Moreno De Val, arriva quella della collega di Selva di Cadore, Silvia Cestaro. «Ho appena comunicato che farò da soggetto attuatore», spiega, «ho aspettato due mesi e mezzo, adesso è ora di interveni-

re. Tra l’altro i boschi del comune di Selva danneggiati sono tutti sul versante cadorino e, da quella parte, i Comuni di San Vito e di Borca di Cadore hanno già deciso di diventare soggetti attuatori. Sul versante verso Alleghe, invece, non abbiamo grossi problemi». A differenza dei suoi colleghi agordini che martedì hanno duramente criticato il sub-commissario Fabrizio Stella e il presidente

della Regione, Luca Zaia, per l’inerzia dimostrata sulla questione del recupero del legname, Cestaro (che martedì era andata via prima della trattazione del punto) imputa lo stallo proprio agli enti agordini. «Speravo che l’Agordino prendesse in mano la cosa come una comunità unita», dice, «e così si potesse dare anche un segnale di unione. Ma non si può combattere battaglie perse. Ciò non toglie che

da soli. Che deve muoversi la Regione… «Non usi il plurale. Alcuni sindaci portano avanti questa problematica, i più assolutamente no». Tutte le zone di schianto saranno accessibili per la raccolta del legname schiantato e quindi per la sua successiva vendita? «Assolutamente no. Uno studio dell’Università di Padova, condotto in collaborazione anche con Luxottica, dimostra che su 650 mila metri cubi di legname caduto in Agordino, 150 mila metri cubi non sono recuperabili». Quanto tempo resta per fare pulizia? «Il bostrico ha pianificato

alcuni Comuni possano ancora operare insieme, se vogliono». Selva, però, non ci sarà perché per la pulizia del suo bosco si arrangerà. «Nel nostro caso», spiega Cestaro, «la Regola, a cui va il mio plauso, ha già pulito e venduto a ditte austriache buona parte del legname a prezzi discreti (30-35 euro al metro cubo). Resta da operare nella parte privata. Fra due mesi si deve iniziare e non è pensabile fare una riunione ogni 15 giorni per decidersi». Infine, per quanto riguarda la vendita del legname, Cestaro attenderà le proposte dell’Unione montana. «Se l’Uma ci darà i nomi di ditte disponibili», conclude, «non dirò di no». — Gianni Santomaso

il suo assalto sino a fine 2020. Lo certificano gli studi compiuti. Dalla primavera 2021 comincerà a dare l’assalto alle piante in piedi. Ecco perché le Regole del Cadore, del Comelico e di Cortina sono già all’opera. Ed ecco perché si sono mobilitati i sindaci, senza tentennamenti. Encomiabile, ad esempio, è il lavoro che si sta facendo in Val Visdende, dove i forestali sono all’opera anche in condizioni proibitive. Per dire come e quanto noi li assistiamo, abbiamo messo in sicurezza 100 metri della strada di accesso, un problema che ci avevano posto proprio i sindaci». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

de menech (Pd)

«Da Venezia nessun sostegno economico o pratico agli agordini» «I sindaci agordini hanno ragione e confermano i timori nei confronti di Venezia e del presidente Zaia. Dopo l’uragano di fine ottobre, nulla è stato fatto dalla Regione per rimuovere i milioni di alberi abbattuti», dice il deputato del Pd Roger De Menech. «Ricordo che nessuna misura è stata varata dalla Regione per alleviare le popolazioni colpite o contribuire ai bilanci dei comuni. Non la sospensione delle tasse, come il bollo auto, non contributi straordinari, non un programma di interventi. La finanziaria regionale è stata votata come se nulla fosse successo».


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PRIMO PIANO

VENERDÌ 25 GENNAIO 2019 IL MATTINO

Padova patrimonio dell’Umanità

Per l’Urbs Picta c’è il via libera «Sarà candidata nell’estate 2020» La commissione invia il dossier a Parigi per la valutazione In autunno l’ispezione Icomos. Niente derby con il Prosecco Claudio Malfitano PADOVA. Il plico è già in viag-

gio per Parigi. Finirà nelle mani di Massimo Riccardo, che dall’ottobre scorso è il rappresentante permanente dell’Italia all’Unesco. Sarà lui a depositarlo al “World Heritage Centre”, che si trova in Place de Fontenoy sulla rive gauche della capitale francese. Da quel momento partirà la corsa di “Padova Urbs Picta” per il riconoscimento di patrimonio dell’umanità. Il traguardo è fissato a luglio 2020, quando ci sarà il verdetto finale. Quello di ieri dunque non è un punto di arrivo, ma di inizio. E lo sa bene il sindaco Sergio Giordani: «Siamo un’eccellenza mondiale. Ora lo dimostreremo».

IL PERCORSO DI VERIFICA

Ma per fare di Padova la prima città al mondo con due siti Unesco (l’Orto Botanico lo è dal 1997) il percorso è ancora lungo. E con non poche insidie. Perché adesso, dopo che ieri il direttivo della commissione nazionale Unesco, presieduto da Franco Bernabè (non l’assemblea, dove è stato appena nominato Lino Banfi) ha deliberato l’inserimento di “Urbs Picta” nel ciclo di valutazione 2019 - 2020, inizia una fase di esame internazionale per la nostra città. Ci sarà prima la verifica di completezza del dossier, ma su questo la candidatura padovana ha provveduto a una

“pre-verifica” non ufficiale che ha dato esito positivo. Poi però il dossier finirà all’Icomos, l’organismo tecnico per la valutazione. Sarà ricevuto da una trentina di esperti che lo studieranno con calma da casa. Solo uno verrà a Padova a fare l’ispezione sullo stato di conservazione delle opere d’arte. Un lavoro lungo: l’ispezione è programmata il prossimo autunno. Poi anco-

Il sindaco Giordani «Siamo eccellenza per tutto il mondo E lo dimostreremo» ra una prova: alcuni di questi esperti convocheranno i rappresentanti della candidatura a Parigi per un “panel” con domande e risposte. Ora si lavorerà solo in inglese: “Padova Urbs picta. Giotto’s Scrovegni Chapel and Padua’s fourteenth-century fresco cycles” è il titolo del dossier. IL SEGNO DI UN SECOLO

A convincere i commissari dovrà essere il racconto di una città che per un secolo si è auto-rappresentata e si è celebrata sulle sue pareti. Una signoria, quella dei Carraresi, che ha chiamato artisti e letterati. E un precursore, Giotto, che ha fissato sulle pareti umide della Cappella degli Scrovegni il suo capolavoro più grande. Quel “Giudizio universa-

le” che richiama l’umanità al delicato equilibrio tra la vita terrena e l’ombra della morte. Un racconto lungo oltre 500 pagine corredate da più di 100 immagini per illustrare nel dettaglio l’«eccezionale valore universale» degli affreschi trecenteschi. Ma c’è anche un piano di gestione, cioè il documento tecnico che chiarisce come sarà l’amministrazione futura del sito Unesco. E che non limita il lavoro al traguardo del luglio 2020. Ma anzi, pone le basi per il futuro prossimo: a partire dal biglietto unico per gli 8 siti della candidatura. Oltre alla Cappella di Giotto ci sono: la chiesa degli Eremitani, il Palazzo della Ragione, il Battistero del Duomo, la Cappella della Reggia Carrarese, la Basilica del Santo, l’Oratorio di San Giorgio e quello di San Michele.

In alto la Cappella di Giotto, in basso a sinistra un particolare della Reggia Carrarese e a destra il Battistero

EVITATO IL DERBY

Una candidatura, dunque, che non si limita al lavoro dell’amministrazione (ben tre giunte in realtà l’hanno portata avanti, dal 2010 in avanti). È stata lunga e continua la collaborazione con Accademia Galileiana, Arca del Santo e Diocesi, con la consulenza scientifica del Ministero e dell’Università. Ed è stato, ad esempio, il centro linguistico d’ateneo a tradurre in perfetto inglese il dossier di candidatura. Così come le associazioni cinesi hanno collaborato a integrare la già corposa bibliografia con

le altre proposte

Sì alle Alpi Marittime Bocciata invece la Sila Per il riconoscimento 2019 il comitato italiano ha proposto la candidatura delle Colline del Prosecco e poi quella transnazionale delle Alpi Marittime (in collaborazione con Francia e Principato di Monaco). Si è ritirata invece la candidatura del Parco della Sila, che era stata bocciata appunto nel percorso di valutazione internazionale. Per il 2020 ci sarà anche la candidatura Great Spas of Europe, che raggruppa 7 diversi Paesi.

tutti i volumi scritti su Giotto in mandarino. Passaggi fondamentali perché il voto finale sarà condizionato dalla geo-politica. «Un grande lavoro di squadra che adesso proseguirà, con ancora maggiore impegno e convinzione – è il commento del sindaco Sergio Giordani – Siamo certi che la nostra candidatura ha tutte le carte in regola per superare anche questo giudizio. Sono felice per Padova, ma anche per il Veneto che vede confermata per il 2019 la candidatura di un’altra eccellenza della nostra terra, le colline del Pro-

le reazioni

«Un passo storico per la città Adesso vogliamo vincere» Coro unanime di soddisfazione L’assessore alla cultura Colasio e il governatore Luca Zaia «Siamo un territorio dalle tante unicità culturali» PADOVA. «È certamente un

passo decisivo e storico per la città». Non nasconde la soddisfazione l’assessore alla cultura Andrea Colasio, che inizia un lungo elenco di ringraziamenti che è impossibile ripor-

tare per intero. «Mi ricordo che l’idea nacque da un libro di Gigi Vasoin. È stata una grande cavalcata culturale, che ci permetterà di aumentare la nostra reputazione internazionale di grande città d’arte», spiega. Soddisfatto anche il governatore Luca Zaia che ringrazia tutto il governo e il ministero per aver portato avanti «ben due candidature venete». «Ora pancia a terra e

avanti verso un duplice obiettivo che ci qualifica e, spero ci qualificherà, come territorio dalle tante unicità culturali», conclude il governatore. «Vedere il Prosecco e i dipinti padovani di Giotto candidati a patrimonio Unesco è una grande soddisfazione per il nostro Paese. Voglio ringraziare pubblicamente il sottosegretario ai beni culturali Lucia Borgonzoni per il lavoro svolto. Vedere il paesaggio

Andrea Colasio, la dirigente Federica Franzoso e il sindaco Giordani

secco. La conferma, se mai ce ne fosse stato bisogno di quanto il nostro territorio sia davvero unico e speciale». Non ci sarà infatti il temuto “derby” con la candidatura trevigiana, fortemente sostenuta dal governatore Luca Zaia. Il Prosecco infatti sarà giudicato dal comitato mondiale al meeting di Baku in Azerbaigian, in programma dal prossimo 30 giugno al 10 luglio. Per “Urbs Picta” invece bisognerà aspettare l’estate 2020. È ancora sconosciuto il luogo verso cui decollerà l’aereo con la delegazione padovana. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

culturale delle colline del Valdobbiadene e il sito artistico della cappella degli Scrovegni di Padova che concorrono per diventare patrimonio culturale è un grande riconoscimento per il Veneto», ha aggiunto il ministro per gli affari regionali Erika Stefani. «Tifiamo per il Veneto, tifiamo per la cappella degli Scrovegni, per Padova e per le Colline di Conegliano e Valdobbiadene. Sono un biglietto da visita straordinario della nostra regione. Riconoscerle come patrimonio dell’umanità sarebbe un grande traguardo e motivo di orgoglio per la nostra regione e per l'Italia intera. La bellezza vincerà, siamo fiduciosi», ha aggiunto il senatore padovano dell’Udc Antonio De Poli. —


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Padova patrimonio dell’Umanità

Per l’Urbs Picta c’è il via libera «Sarà candidata nell’estate 2020» La commissione invia il dossier a Parigi per la valutazione In autunno l’ispezione Icomos. Niente derby con il Prosecco Claudio Malfitano PADOVA. Il plico è già in viag-

gio per Parigi. Finirà nelle mani di Massimo Riccardo, che dall’ottobre scorso è il rappresentante permanente dell’Italia all’Unesco. Sarà lui a depositarlo al “World Heritage Centre”, che si trova in Place de Fontenoy sulla rive gauche della capitale francese. Da quel momento partirà la corsa di “Padova Urbs Picta” per il riconoscimento di patrimonio dell’umanità. Il traguardo è fissato a luglio 2020, quando ci sarà il verdetto finale. Quello di ieri dunque non è un punto di arrivo, ma di inizio. E lo sa bene il sindaco Sergio Giordani: «Siamo un’eccellenza mondiale. Ora lo dimostreremo».

IL PERCORSO DI VERIFICA

Ma per fare di Padova la prima città al mondo con due siti Unesco (l’Orto Botanico lo è dal 1997) il percorso è ancora lungo. E con non poche insidie. Perché adesso, dopo che ieri il direttivo della commissione nazionale Unesco, presieduto da Franco Bernabè (non l’assemblea, dove è stato appena nominato Lino Banfi) ha deliberato l’inserimento di “Urbs Picta” nel ciclo di valutazione 2019 - 2020, inizia una fase di esame internazionale per la nostra città. Ci sarà prima la verifica di completezza del dossier, ma su questo la candidatura padovana ha provveduto a una

“pre-verifica” non ufficiale che ha dato esito positivo. Poi però il dossier finirà all’Icomos, l’organismo tecnico per la valutazione. Sarà ricevuto da una trentina di esperti che lo studieranno con calma da casa. Solo uno verrà a Padova a fare l’ispezione sullo stato di conservazione delle opere d’arte. Un lavoro lungo: l’ispezione è programmata il prossimo autunno. Poi anco-

Il sindaco Giordani «Siamo eccellenza per tutto il mondo E lo dimostreremo» ra una prova: alcuni di questi esperti convocheranno i rappresentanti della candidatura a Parigi per un “panel” con domande e risposte. Ora si lavorerà solo in inglese: “Padova Urbs picta. Giotto’s Scrovegni Chapel and Padua’s fourteenth-century fresco cycles” è il titolo del dossier. IL SEGNO DI UN SECOLO

A convincere i commissari dovrà essere il racconto di una città che per un secolo si è auto-rappresentata e si è celebrata sulle sue pareti. Una signoria, quella dei Carraresi, che ha chiamato artisti e letterati. E un precursore, Giotto, che ha fissato sulle pareti umide della Cappella degli Scrovegni il suo capolavoro più grande. Quel “Giudizio universa-

le” che richiama l’umanità al delicato equilibrio tra la vita terrena e l’ombra della morte. Un racconto lungo oltre 500 pagine corredate da più di 100 immagini per illustrare nel dettaglio l’«eccezionale valore universale» degli affreschi trecenteschi. Ma c’è anche un piano di gestione, cioè il documento tecnico che chiarisce come sarà l’amministrazione futura del sito Unesco. E che non limita il lavoro al traguardo del luglio 2020. Ma anzi, pone le basi per il futuro prossimo: a partire dal biglietto unico per gli 8 siti della candidatura. Oltre alla Cappella di Giotto ci sono: la chiesa degli Eremitani, il Palazzo della Ragione, il Battistero del Duomo, la Cappella della Reggia Carrarese, la Basilica del Santo, l’Oratorio di San Giorgio e quello di San Michele.

In alto la Cappella di Giotto, in basso a sinistra un particolare della Reggia Carrarese e a destra il Battistero

EVITATO IL DERBY

Una candidatura, dunque, che non si limita al lavoro dell’amministrazione (ben tre giunte in realtà l’hanno portata avanti, dal 2010 in avanti). È stata lunga e continua la collaborazione con Accademia Galileiana, Arca del Santo e Diocesi, con la consulenza scientifica del Ministero e dell’Università. Ed è stato, ad esempio, il centro linguistico d’ateneo a tradurre in perfetto inglese il dossier di candidatura. Così come le associazioni cinesi hanno collaborato a integrare la già corposa bibliografia con

le altre proposte

Sì alle Alpi Marittime Bocciata invece la Sila Per il riconoscimento 2019 il comitato italiano ha proposto la candidatura delle Colline del Prosecco e poi quella transnazionale delle Alpi Marittime (in collaborazione con Francia e Principato di Monaco). Si è ritirata invece la candidatura del Parco della Sila, che era stata bocciata appunto nel percorso di valutazione internazionale. Per il 2020 ci sarà anche la candidatura Great Spas of Europe, che raggruppa 7 diversi Paesi.

tutti i volumi scritti su Giotto in mandarino. Passaggi fondamentali perché il voto finale sarà condizionato dalla geo-politica. «Un grande lavoro di squadra che adesso proseguirà, con ancora maggiore impegno e convinzione – è il commento del sindaco Sergio Giordani – Siamo certi che la nostra candidatura ha tutte le carte in regola per superare anche questo giudizio. Sono felice per Padova, ma anche per il Veneto che vede confermata per il 2019 la candidatura di un’altra eccellenza della nostra terra, le colline del Pro-

le reazioni

«Un passo storico per la città Adesso vogliamo vincere» Coro unanime di soddisfazione L’assessore alla cultura Colasio e il governatore Luca Zaia «Siamo un territorio dalle tante unicità culturali» PADOVA. «È certamente un

passo decisivo e storico per la città». Non nasconde la soddisfazione l’assessore alla cultura Andrea Colasio, che inizia un lungo elenco di ringraziamenti che è impossibile ripor-

tare per intero. «Mi ricordo che l’idea nacque da un libro di Gigi Vasoin. È stata una grande cavalcata culturale, che ci permetterà di aumentare la nostra reputazione internazionale di grande città d’arte», spiega. Soddisfatto anche il governatore Luca Zaia che ringrazia tutto il governo e il ministero per aver portato avanti «ben due candidature venete». «Ora pancia a terra e

avanti verso un duplice obiettivo che ci qualifica e, spero ci qualificherà, come territorio dalle tante unicità culturali», conclude il governatore. «Vedere il Prosecco e i dipinti padovani di Giotto candidati a patrimonio Unesco è una grande soddisfazione per il nostro Paese. Voglio ringraziare pubblicamente il sottosegretario ai beni culturali Lucia Borgonzoni per il lavoro svolto. Vedere il paesaggio

Andrea Colasio, la dirigente Federica Franzoso e il sindaco Giordani

secco. La conferma, se mai ce ne fosse stato bisogno di quanto il nostro territorio sia davvero unico e speciale». Non ci sarà infatti il temuto “derby” con la candidatura trevigiana, fortemente sostenuta dal governatore Luca Zaia. Il Prosecco infatti sarà giudicato dal comitato mondiale al meeting di Baku in Azerbaigian, in programma dal prossimo 30 giugno al 10 luglio. Per “Urbs Picta” invece bisognerà aspettare l’estate 2020. È ancora sconosciuto il luogo verso cui decollerà l’aereo con la delegazione padovana. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

culturale delle colline del Valdobbiadene e il sito artistico della cappella degli Scrovegni di Padova che concorrono per diventare patrimonio culturale è un grande riconoscimento per il Veneto», ha aggiunto il ministro per gli affari regionali Erika Stefani. «Tifiamo per il Veneto, tifiamo per la cappella degli Scrovegni, per Padova e per le Colline di Conegliano e Valdobbiadene. Sono un biglietto da visita straordinario della nostra regione. Riconoscerle come patrimonio dell’umanità sarebbe un grande traguardo e motivo di orgoglio per la nostra regione e per l'Italia intera. La bellezza vincerà, siamo fiduciosi», ha aggiunto il senatore padovano dell’Udc Antonio De Poli. —


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VENERDÌ 25 GENNAIO 2019 LA NUOVA

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L’assemblea di Confindustria il presidente boccia

«Venezia specchio del Paese con proposte concrete» Crescita, sviluppo e occupazione: «La sfida è con i Paesi extra europei» Bono (Fincantieri): «Mancano persone, la bassa demografia è un problema»

Nicola Brillo VENEZIA. «Venezia diventa lo specchio del Paese con proposte concrete su come rilanciare l’area di Porto Marghera con crescita, sviluppo ed occupazione, è questo lo spirito di Confindustria, fare proposte concrete per lo sviluppo del territorio: la proposta di Venezia è la nostra». Vincenzo Boccia, presidente nazionale di Confindustria, ieri a Venezia era ospite all’assemblea generale della territoriale di Venezia e Rovigo al Terminal Passeggeri. «L’Italia sta registrando un rallentamento dell’economia del Paese, che va ricompensata con l’immediata apertura dei cantieri delle grandi opere, utilizzando risorse già stanziate», ha proseguito Boccia. «Per il rapporto tra Italia-Francia serve una diplomazia economica all’altezza: la sfida non è tra Paesi europei, ma extra europei». Il tema cruciale è quello dell’Europa, luogo ideale per discutere con le grandi potenze economiche come Usa e Cina, evitando «l’alibi della questione europea, per non risolvere le questioni italiane». Poi la discussione si sposta sull’autonomia per il Veneto: «È un percorso positivo, purché elemento di maggiore competitività. La clausola di supremazia rimane determinante in certi ambiti, come quello dell’energia, per cui l’autonomia va vista all’interno della questione italiana». Il presidente di Confindustria ricorda che «occorre evitare di costruire nuovi centralismi, e l’autonomia non deve essere merce di scambio che porti a non avere provvedimenti a favore dell’economia reale del Paese». Tra le critiche di Boc-

La platea all’assemblea, con Boccia e Marinese; sotto, Tajani con Zaia

FOTO INTERPRESS

cia al Governo le recenti misure introdotte contro 14 modelli di auto prodotte in Italia e la manovra economica «potenzialmente recessiva». Nella tavola rotonda Giuseppe Bono, presidente di Fincantieri, ricorda l’importanza del fattore umano per le aziende e la demografia piatta che sta vivendo il Veneto è una delle maggiori preoccupazioni: «Mancano le persone, se continua la bassa demografia, l’Italia ha un problema, per chi fa un’impresa è un argomento importante, è la questione principale». Bono appoggia Marinese nella proposta della Zes: «Dobbiamo concentrarci sul core business del

BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

territorio, serve un’alta specializzazione per vincere le sfide della globalizzazione». Un tema dell’assemblea è il nuovo triangolo economico Milano-Venezia-Bologna. Esiste una fabbrica diffusa tra Lombardia, Veneto ed Emilia, dove siamo stati capaci di sviluppare i fattori abilitanti dei diversi territori», dichiara Carlo Bonomi, presidente Assolombarda. Dobbiamo guardare alle “big cities” mondiali, che si sviluppano attorno a grandi competenze umane. Purtroppo il Paese parla di declino, io da imprenditore non li accetto, sono fuori dal nostro vocabolario. Dobbiamo investire sulla nostra storia,

lo sviluppo delle grandi aree e una nuova infrastruttura amministrativa». Bonomi appoggia la “Zes” di Marinese: «Questo piano industriale indica il futuro del proprio territorio» Per Renzo Simonato, direttore Veneto-Friuli-Trentino di Intesa Sanpaolo, «il piano industriale per Venezia metropolitana è un progetto importante perché mette a sistema i diversi attori del territorio prevedendo azioni concrete per il rilancio di quest’area. Intesa Sanpaolo svolgerà il proprio ruolo di banca per l’economia reale, sostenendo progetti che prevedono crescita e occupazione». —

il presidente della regione

Zaia: «Ecco un piano vincente per Porto Marghera» Il sindaco Brugnaro: «È un diritto dei cittadini avere un lavoro, i giovani veneziani restino qui, nasceranno nuove opportunità tecnologicamente avanzate» VENEZIA. «Venezia è una delle città più belle del mondo, non solo per vivere, ma anche per fare impresa, per la sua storia e la sua tecnologia». Il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro è uno degli ospiti dell’assemblea generale di Confindustria Venezia-Rovigo, al Terminal Passeggeri di Venezia. «È un di-

ritto dei veneziani metropolitani avere un lavoro, la proposta di Confindustria verrà riconosciuta dall’Italia e dall’Europa: investitori sono pronti a venire, altri hanno dichiarato la disponibilità», spiega Brugnaro. «Dico ai giovani veneziani di rimanere, qui nasceranno nuove opportunità economiche tecnologicamente avanzate in tema ambientale e non solo. Porto Marghera sta già lavorando in questo senso, si stanno mettendo in moto». A fianco di Confindustria Venezia-Rovigo per la realizza-

zione della zona economica speciale c’è la Regione Veneto. «Il piano promosso da Confindustria è interessante», spiega Luca Zaia, presidente della Regione, «entra a pieno titolo nelle nostre proposte per Porto Marghera, porterà qui investimenti e posti di lavoro». Poi una risposta a Boccia sulle competenze regionali richieste dell’energia: «Rispetto le opinioni di tutti, ma fa regola la Costituzione che elenca 23 materie, e noi chiediamo che ci siano tutte. In caso contrario, non firmerò. E anzi credo

che a quel punto sarebbe più semplice chiedere la modifica della Costituzione». «Noi vogliamo l’autonomia e questa sta prendendo forma come confermano, non ultime, le parole del ministro Stefani», sottolinea ancora Zaia. «E parlo volentieri anche ai cittadini del Sud: se oggi sono in difficoltà, la colpa è di qualche amministratore che non ha governato bene e non di chi oggi chiede l’autonomia». Zaia poi scommette sulla vittoria di Milano-Cortina per organizzare le olimpiadi invernali del

2026. Sulla nave Diciotti, invece, difende il ministro i degli Interni: «Salvini ha fatto il ministro e non il delinquente. Non ha commesso reati e mi sorprende che ci sia questo accanimento». Il presidente del Parlamento Ue, Antonio Tajani, è a Venezia, ma con l’attenzione anche alla questione del Venezuela. «Il presidente Juan Guaidó è l'unico interlocutore istituzionale in Venezuela perché è colui che gode della legittimità democratica», commenta Tajani, «sono in contatto con lui e

stiamo seguendo da vicino gli eventi in Venezuela». Poi, critiche al decreto di cittadinanza: «Quei 5 miliardi, meglio investirli per pagare i contributi dei giovani, per politiche a favore dei neoassunti oppure a sostegno degli espulsi dal mondo del lavoro». «La “Zes” a Venezia è un’opportunità che il governo deve approvare», conclude Tajani, « l’occupazione creata al nord farà bene a tutta l’Italia, anche ai giovani del Sud. È un’opportunità da cogliere assolutamente». — Nicola Brillo


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