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LUNEDÌ 28 GENNAIO 2019 CORRIERE DELLE ALPI
REGIONE
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morto a varese a 85 anni
Addio a Zamberletti: creò la Protezione civile L’omaggio del Nordest Fu commissario straordinario dopo il sisma in Friuli del 1976 Il saluto di Zaia. Fedriga: «Grazie per averci ridato speranza» VENEZIA. È morto l’altra sera a
Varese Giuseppe Zamberletti. Il padre della Protezione civile, 85 anni, da tempo malato, era ricoverato in ospedale. Angelo Borrelli, capo della Protezione civile, lo ricorda come «un amico, un maestro, una guida». Zamberletti è stato parlamentare della Democrazia Cristiana fin dal 1968 e si è sempre occupato di temi riguardanti la sicurezza dei cittadini. Ha legato il suo nome ai soccorsi e all'opera di ricostruzione soprattutto dopo il terremoto del Friuli del 1976 e quello in Irpinia e Basilicata del 1980, di qui il soprannome «Zorro». In occasione del terremoto del 1976 in Friuli, Zamberletti fu nominato Commissario straordinario per assicurare il coordinamento dei soccorsi. Nel 1980, a seguito del terremoto abbattutosi sulla Campania e
la Basilicata, la sua esperienza di Commissario Straordinario si ripete. L'esperienza maturata lo porta al convincimento che le calamità non possono essere fronteggiate solo con una attività di mero soccorso, ma possono essere previste, prevenute e mitigate nei loro effetti mediante l'operatività stabile di una struttura creata ad hoc. Così nel 1981 verrà incaricato dal Presidente della Repubblica, Sandro Pertini, di predisporre, quale alto commissario, gli strumenti organizzativi della nuova Protezione civile, e nel 1982, nominato Ministro per il coordinamento della protezione civile, diventa Capo del Dipartimento appena creato. «È il giorno - ricorda la Protezione civile - in cui, in Italia, si volta pagina nella gestione delle calamità sul territorio nazionale. Un percorso che termi-
la trattativa stato-regioni
Fontana sull’autonomia «Vertice con Salvini e Zaia ora bisogna chiudere» VENEZIA. «Avrò un importan-
te incontro sull'autonomia con Matteo Salvini e Luca Zaia». Lo annuncia con un post su Facebook il presidente della Lombardia Attilio Fontana. «Siamo arrivati all'atto finale - scrive Fontana - ora bisogna chiudere. Non possiamo accettare rinvii, adesso o mai più!». L’incontro dovrebbe tenersi oggi. La partita dell’autonomia sembra insomma a uno snodo importante, quello forse del chiarimento politico,
mentre il ministro Erika Stefani sabato a margine dell’inaugurazione dell’anno giudiziario del distretto veneto, a Venezia, aveva cercato di rassicurare sull’esito della trattativa Stato-Regioni. Nelle settimane scorse si sono susseguiti i tavoli tecnici presso i vari ministeri, e secondo il cronoprogramma a suo tempo ufficializzato dal premier Conte, il 15 febbraio prossimo dovrebbe essere diffusa la proposta del governo a Veneto, Lombardia ed
nerà con la legge 225 del 1992 che rappresenterà il traguardo di un progetto iniziato dieci anni prima». L'Italia darà l'addio a Zamberletti domani con funerali di Stato nella Basilica di San Vittore, a Varese. Ieri hanno espresso il proprio cordoglio, fra gli altri, il presidente della Repubblica Mattarella e la presidente del Senato Elisabetta Casellati. E anche dalla Regione Veneto è arrivato un forte omaggio. Per il governatore Luca Zaia, Zamberletti «fu un uomo di grande coraggio e lucidità, perché seppe fare dello slancio solidaristico una istituzione». Il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, ha affidato il suo saluto a un tweet: «Grazie per quello che hai fatto per la nostra terra, grazie per aver ridato speranza e futuro alla nostra gente». —
Giuseppe Zamberletti, creatore della Protezione civile
Emilia Romagna, le tre Regioni che si sono per ora sedute al tavolo del negoziato con Roma. Intanto ieri ancora scintille, dopo quelle di sabato, fra il governatore della Regione Veneto Luca Zaia e la senatrice pentastellata Paola Nugnes: «Noi vogliamo esattamente questo – dice Nugnes – che si rispetti la Costituzione. Non temiamo le autonomie se, e soltanto se, verranno attuate nei termini stabiliti dalla nostra Carta Costituente. Più chiaro così?». Paola Nugnes polemizza nuovamente con Zaia portando avanti i timori del Mezzogiorno circa l’eventuale riforma autonomistica: «È vero aggiunge Nugnes - sono solo una parlamentare e non un “decisore politico”, il leader di nessuno probabilmente, ma sono una dei parlamenta-
ri che dovrà votare l'accordo a maggioranza qualificata». Di nuovo piccata la risposta di Zaia: «La Costituzione, almeno quella che conosciamo noi, quella vigente, quella sulla cui base la nostra delegazione trattante ha elaborato la proposta di intesa per l'autonomia sottoposta al Governo, è pienamente rispettata e basata sull'articolo 116, terzo comma della Carta fondamentale. Altra Costituzione noi non conosciamo. Ci piacerebbe sapere quale Carta fondamentale maneggia l'on. Nugnes». Poi Zaia insiste: «L'onorevole Nugnes ci faccia sapere quale Costituzione vuole e si attrezzi a modificare quella vigente. Il resto sono parole al vento. Le ricordo – conclude – quanto disse don Sturzo, uomo del Sud: sono unitario ma impenitente federalista». —
nomina annunciata e ora imminente
Lanzarin dopo Coletto assessore alla Sanità VENEZIA. La decisione, larga-
mente prevista, è stata annunciata venerdì al gruppone leghista dal governatore Luca Zaia, che la formalizzerà nelle prossime ore. Sarà Manuela Lazzarin a raccogliere la “pesante” delega alla sanità vacante dopo le dimissione di Luca Coletto, migrato a Roma in vestedi sottosegretario alla Salute del Governo Conte. Lanzarin, bassanese, 47 anni, è l’attuale assessore regionale ai Servizi sociali: manterrà l’incarico - assumendo così la responsabilità dell’inte-
FRANCESCO JORI
IL COMMENTO
Il governatore senza rivali prepara la successione a se stesso aia III, uno e trino. Il presidente-padrone del Veneto prepara con largo anticipo la sua terza rielezione alla guida della Regione, spiazzando i suoi avversari esterni ma pure interni con due mosse a sorpresa: un annuncio a distanza di oltre un anno dal voto, premurandosi di far sapere che è stato concordato con Salvini; uno schema a tre punte che affianca al tandem vincente del 2015 (Lega-Lista Zaia) un “rassemblement” di sindaci
Z
ra programmazione sociosanitaria - mentre cederà le deleghe minori (edilizia di culto, flussi migratori, veneti nel mondo e minoranze linguistiche, attuazione programma, rapporti con il Consiglio del Veneto) ai colleghi di Giunta Federico Caner e Cristiano Corazzari. Il numero degli assessori a Palazzo Balbi scende così da 10 a 9, una soluzione che consente a Zaia di evitare (o almeno, rinviare) le tensioni “territoriali” tra i consiglieri della Lega a caccia di un posto al sole. —
non schierati ma comunque amici. Come dire: non ce ne sarà per nessuno, non per gli oppositori di sempre, ma neppure per gli alleati di sempre. Aprendo così la strada a cinque anni ispirati a una sapida battuta di Oscar Wilde: «Mi piace chiacchierare da solo. Fa risparmiare tempo ed evita discussioni». La nuova legge elettorale gli spiana la strada. La coalizione che superasse il 50 per cento otterrebbe 29 seggi in un consiglio ridotto dai 60 seg-
gi di ieri ai 51 di domani; ma anche solo a quota 40, i posti arriverebbero a 28. È un traguardo assolutamente alla portata di Zaia, che già nel 2015 arrivò a 41 sommando i voti leghisti con quelli della lista a lui intitolata; e che raccolse il 52 per cento con l’apporto di Forza Italia, Fratelli d’Italia e Indipendenza Noi Veneto. Ma visto l’andazzo attuale, neppure il traguardo della maggioranza assoluta con le sue tre sole liste gli è precluso: forzisti e democratici sono al-
lo sbando, per i grillini in Veneto non è mai tirata buona aria; tanto meno ora, con quel reddito di cittadinanza che da queste parti sta indigesto. Con la sua mossa, Zaia resta padrone assoluto del campo. In casa sua, dove riduce a capponi gli ambiziosi inquilini del pollaio interno che puntavano a subentrargli spedendolo in dorato esilio a Bruxelles. In territorio alleato, togliendosi il fastidio di dover trattare con i fantasmi di Forza Italia e con i turisti del cen-
trodestra pronti a trasmigrare da un seggio all’altro. Quanto agli altri due partner del futuro tridente, il governatore non avrà problemi: già nel 2015 la sua lista aveva sopravanzato quella ufficiale del Carroccio di cinque punti; stavolta il gap risulterà verosimilmente ancora più robusto; e non sarà certo la terza gamba dei sindaci collaterali a impensierirlo. Tutto questo pone peraltro un serio problema a quella che almeno nominalmente
dovrebbe essere l’opposizione. La volta scorsa, il centrosinistra raccolse uno striminzito 23 per cento, frutto quasi solo del magro 17 del Pd e del deludente 4 della lista Moretti. Nell’incerto e rissoso dopo-Renzi, i democratici appaiono se possibile ancora più evanescenti. L’anticipo di Zaia offre loro la chance di poter pensare per tempo a un’alternativa credibile, magari ispirata al modello-Padova, uno dei pochi vincenti in Veneto. Se invece, come sempre, decideranno all’ultimo, l’esito non potrà che essere conseguente: ultimi, più che mai.— BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
LUNEDÌ 28 GENNAIO 2019 CORRIERE DELLE ALPI
BELLUNO
9
il dopo alluvione
Boschi, un vertice con il mondo economico Il subcommissario Stella: «Ho ricevuto offerte di interventi per il recupero da parte di duecento imprese anche estere» BELLUNO. Nonostante il fred-
do e la neve, decine di imprese forestali sono al lavoro in Cadore ed in Comelico per ripulire i boschi. Ben 5 i cantieri nella sola Val Visdende. Le Regole di San Pietro di Cadore e di Santo Stefano hanno contrattato la Doriguzzi. «La Regione e i Comuni accompagnano questo percorso – conferma Fabrizio Stella, il soggetto attuatore del Commissariato –. Sono stato in Val Visdende anche sabato. Si lavorava a pieno ritmo. Ci sono 100 metri di strada da mettere in sicurezza ma ho assicurato le sindache che provvederemo rapidamente». Domani Stella sarà in Camera di Commercio, a Belluno, per incontrare i rappresentanti di tutte le categorie economiche, da Confindustria agli artigiani, ai commercianti, fino alle associazioni professionali. «Ho ricevuto un sacco di proposte e di offerte. Ho consigliato alla Camera di Commercio di promuovere un tavolo, per coordinarci – dice Stella –. Abbiamo già più di 200 imprese disponibili ad intervenire, tante sono provinciali, altre del Veneto, del resto d’Italia e anche
dall’estero» I sindaci nominati soggetti attuatori hanno dunque precisi punti di riferimento. «Qualcuno dice che non ce la fa? La Regione è pronta a sostenerlo. Si sappia, in ogni caso, che anche la vicina Provincia di Trento ha proceduto allo stesso modo, senza prima attendere le disponibilità come il Veneto ha fatto». Tra le prime richieste, quelle di Santo Stefano, San Pietro di Cadore, Pieve di Cadore, poi Vodo, Borca, San Vito, Cibiana, Val di Zoldo, San Tomaso. «Ci è parso “naturale” metterci in gioco – spiega Alessandra Buzzo, sindaco di Santo Stefano –, perché è giusto che decidiamo noi dei nostri boschi e della loro bonifica. Vogliamo o no, l’autonomia? Per la verità in Comelico possiamo contare sul contributo prezioso delle Regole, che hanno la gran parte della proprietà». Regole che hanno faticato, subito dopo l’emergenza, a trovare un accordo; d’altra parte la complessità dell’intervento era tutt’altro che facile da affrontare. La Regione e i Comuni sono riusciti a fare da collante. «E oggi – annota
Buzzo – si va avanti sparati. Il timore dei soldi? La stessa Regione ci ha tranquillizzato». Perfino ieri si sono visti camion attraversare “il canale” carichi di legname. L’intento è di fare il più in fretta possibile, prima della probabile sospensione per il gelo. «Per recuperare i 30 mila ettari di boschi schiantati – afferma Stella – abbiamo la più grande filiera del legno finora realizzata in Italia, referenziata sotto il profilo del credito e che costituisce una preziosa opportunità, non soltanto nella prospettiva di risolvere la situazione di emergenza, ma anche come supporto per lo sviluppo futuro delle zone colpite». Ma è evidente – aggiunge, e lo ripeterà domani in Camera di Commercio – per cogliere appieno questa opportunità i soggetti coinvolti dovrebbero presentarsi coesi per fare massa critica ed evitare la frammentazione dell’offerta. «Le possibilità di superare la situazione di crisi, evitando ricadute economiche, passano necessariamente attraverso un accordo da parte di tutti gli interlocutori» . — Francesco Dal Mas
Fabrizio Stella, subcommissario per il recupero dei boschi
l’8 febbraio
il gruppo a palazzo ferro fini
L’ora delle opportunità dopo la tempesta Vaia: un convegno a Belluno
Il Pd chiede un consiglio per capire se ci sono le risorse per i boschi
BELLUNO. Prima lo stupore
BELLUNO. Per far chiarezza
davanti all’ecatombe di alberi imposta ai nostri boschi dalla tempesta Vaia, poi la constatazione, paziente e dolorosa, degli immensi danni prodotti. Ora però è il momento della reazione, degli intenti comuni e delle strategie interdisciplinari e sinergiche. Ma qual è la capacità di risposta da parte della pubblica amministrazione, delle imprese e dell’intera società civile, di fronte ad un evento drammatico, forse inopinato, ma che in un futuro più o meno prossimo molto probabilmente si ripeterà, qui o altrove? Siamo in grado di valutare i danni, di rigenerare i boschi danneggiati, di non sprecare la massa di legname messa a nostra disposizione? A queste domande cercherà di dare esaurienti risposte la giornata di studio che si svolgerà l’8 febbraio in sala Dal Pont “Bianchi” di viale Fantuzzi, dalle 9.30, organizzata dalla Fondazione Angelini ed intitolata: «Tempesta Vaia: disastro o opportunità per le foreste del nord-est?». La prima sessione mattutina sarà dedicata all’impatto avuto dalla tempesta sulle foreste e sui servizi ecosistemici, con interventi di Chirici (SISEF, Università di Firenze), che presenterà
un rapporto sulla situazione, di Cesare Lasen (Fondazione Dolomiti Unesco), che proporrà delle riflessioni su paesaggio e valori naturalistici dopo la tempesta, e di Matteucci (Sisef, Cnr), che analizzerà le sfide dei cambiamenti climatici futuri per l’adattamento delle foreste colpite. Alle 11 inizierà la seconda sessione incentrata sulla gestione dell’emergenza e del legname, con interventi di Cavalli e Grigolato (Università di Padova) sui sistemi di utilizzazione del legname danneggiato, di Fioravanti (Sisef, Università di Firenze) e Zanuttini (Sisef, Università di Torino), su strategie di conservazione per la trasformazione tecnologica, e di Pettenella (Università di Padova e Fondazione Angelini). Alle 12 sarà la volta della terza sessione, dedicata a “Insegnamenti, prospettive e monitoraggio”. Il pomeriggio sarà dedicato alle riflessioni delle Comunità locali, con la partecipazione dei rappresentanti di varie regioni e province. Seguirà una discussione moderata da Cavalli, con interventidi enti, associazioni ambientaliste. Le conclusioni saranno affidate a Franco Manzato, sottosegretario. — Walter Musizza
sulla gestione dei boschi schiantati il Pd chiede la convocazione urgente di un consiglio regionale. «Vogliamo capire – anticipa Graziano Azzalin, consigliere regionale – se, al di là degli interventi cosiddetti di ‘somma urgenza’, ci sono risorse (e quante) per la pulizia dei boschi, perché i sindaci nominati ‘soggetti attuatori’ temono di dover anticipare somme di cui il loro Comune non dispone». Zaia ha assicurato
che sono in arrivo gli stanziamenti del Governo. «Ma quando?» insiste Azzalin. In questi tre mesi – precisa – si sono viste solo briciole, mentre le ditte forestali sono già al lavoro e vogliono essere pagate, perché in tanti casi non li ripaga il prezzo del legname. L’esponente dem ricorda che nelle prime settimane del post emergenza c’erano contratti da 37 euro il metro cubo, poi si è scesi irrimediabilmente a 13 euro. Quindi
solidarietà
Derby per un quadro all’asta di Villa Patt tra Riva Piller e De Carlo SEDICO. «Onorevole De Carlo,
l’opera del suo concittadino Andrea Toffoli è in buone mani». Derby per un quadro tra l’artista e il deputato. L’artista e insegnante di storia dell’arte Olga Riva Piller e il deputato (e sindaco di Calalzo) Luca De Carlo sono stati protagonisti di un curioso siparietto durante e dopo l’asta benefica che sabato ha consentito all’associazione Dolomitici
Olga Riva Piller
secondo Azzalin, «le preoccupazioni dei sindaci vanno comprese dalla Regione e non rigettate; Zaia deve mettersi a disposizione del territorio anziché rispondere in modo piccato». Azzalin plaude ai sindaci che si sono messi in gioco, ma non al governatore. «Il fatto che plauda ai sindaci parlando di autonomia è una vera presa in giro. Di quale autonomia parla, visto che lui per il Veneto la chiede a fronte di deleghe e soldi certi? L’ordinanza non dà alcun potere ai sindaci ma scarica addosso incombenze, rogne straordinarie per Comuni che faticano a chiudere i bilanci ordinari. Con quali ‘risorse proprie’, come è scritto nell’ordinanza, potranno svolgere le attività di ripristino del territorio e rimozione del legna-
me? Ha un bel coraggio a parlare, quando la Giunta Zaia non ha voluto stanziare un euro». Azzalin insieme al capogruppo Pd in Regione, Fracasso, chiede se i sindaci potranno agire ‘in deroga’ sulla base della vigenti normative di Protezione Civile. «È esattamente quello che avrebbe potuto fare la Regione, che ha invece scelto di lavarsene le mani. Infine - conclude- si commentando da sole le parole del direttore di Avepa, Stella che parla di un evento straordinario. È così anche per il Trentino, eppure la Provincia ha individuato strumenti, risorse e le modalità con cui metterli a disposizione dei Comuni, con un preciso Piano di azione, come chiesto dalla Protezione civile». — F.D.M
di far affluire al fondo Welfare della provincia oltre 21mila euro. È accaduto durante l’asta che un’opera del calaltino Andrea Toffoli, “La stria”, abbia catturato l’interesse sia di Riva che di De Carlo: proprio quando quest’ultimo sembrava essersela aggiudicata, però, l’artista che abita a Sappada ha rilanciato e si è aggiudicata il quadro (un encausto su tavola) per 150 euro, soffiandolo letteralmente al primo cittadino di Calalzo. «Spero che l’onorevole De Carlo non abbia sgradito questo mio gesto. Non avrei certo voluto sottrargli l’opera di un suo concittadino. Sappia che l’opera è in buone mani perché mi sento affettivamente legata a Calalzo e all’opera: mia nonna si chiamava Toffoli, pro-
prio come il giovane autore del quadro, ed era anche lei di Calalzo». Riva attribuisce all’opera un significato ancora più profondo. «Ricordo che molti decenni fa la famiglia Toffoli era famosa non soltanto nella nostra provincia, ma in tutta Italia per la sua fabbrica a Calalzo in cui realizzava giocattoli ed altri oggetti utilizzando il legno dei nostri boschi. Ecco, pertanto, che questo cognome, al quale sono molto legata, può sollecitare l’importanza di utilizzare le ricchezze del nostro territorio per ripartire». Olga Riva ha partecipato all’asta anche con una sua opera, un quadro che aveva una base di 400 euro ed è stato battuto per 500. — Nicola Pasuch
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Attualità
IL CASO hissà se l’effettiva formalizzazione della querela, prevista per oggi alla stazione dei carabinieri di Caprile (Alleghe), placherà le invettive della turista bresciana che da un paio di settimane su Facebook sta pesantemente attaccando il Veneto, messo in ginocchio dall’emergenza maltempo, e soprattutto Rocca Pietore, che di quel disastro è stata l’epicentro. Di sicuro finora il semplice annuncio dell’azione legale pare essere stato acqua fresca per la signora, che anzi ha cambiato profilo e ha continuato a seminare insulti, diventando un caso (largamente stigmatizzato) sulla piazza social. Per questo la denuncia firmata dal sindaco Andrea De Bernardin chiede anche l’oscuramento delle pagine web da cui grondano le offese.
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Lunedì 28 Gennaio 2019 www.gazzettino.it
Uragano, un diluvio di insulti E il sindaco querela la turista `Ingiurie contro i bellunesi, Zaia, il Prosecco Da giorni bresciana attacca su Facebook il Veneto in ginocchio: oggi via alla denuncia Il Comune di Rocca Pietore: oscurare i social `
Previsioni meteo
Altra settimana di freddo e neve
che neanche l’alluvione di tre mesi fa. Dopo che a prendere le distanze dalla sua concittadina è stato pure Stefano Tramonti, sindaco di Carpenedolo (attraverso un articolo del Gazzettino di Belluno, ora citato nell’atto predisposto dall’avvocato Antonio Prade), la signora ha allargato il raggio delle ingiurie attraverso il nuovo profilo “Laura Inti”. Il 20 gennaio, a commento di una propria foto sullo sfondo di un albero caduto, partiva infatti uno sprezzante assalto: «Zaia vuole denunciarmi ma insulto ancora gli agordini». Nella stessa giornata la donna sosteneva che l’Alto Adige fosse stato colpito dalla calamità dieci volte più del Veneto. E il 22 gennaio, riferisce De Bernardin alla Procura, la turista arrivava «a sbeffeggiare nuovamente il sistema di raccolta fondi per la ricostruzione adottato dalla Regione».
IL SEQUESTRO PREVENTIVO
IL PRIMO POST Il primo post era apparso lo scorso 12 gennaio sulla pagina Facebook del percorso naturalistico “I serrai di Sottoguda”, gioiello devastato dalla catastrofe del 29 ottobre. Al netto delle maiuscole (per intere frasi) e delle parolacce, Laura Internicola si rivolgeva così agli operatori locali: «Siete semplicemente indegni ed indecenti. A 3 mesi dalla frana e devastazione pensate solo a prendere i soldi del parcheggio, del trenino estivo e a pulire per terra in paese, canyon chiuso e alberi sulle strade lasciati a remengo. Popolazione di lazzaroni ed assistenzialisti. Ma piegate la schiena a lavorare, che vivete di questo e rendete il paradiso in cui state un inferno (...) E c’è gente che gli vuol pure dare soldi… Per cosa, quando la mentalità è marcia». Parole che
` Sarà una settimana fredda
LA DEVASTAZIONE E GLI INSULTI Una delle immagini-simbolo del disastro del 29 ottobre: il governatore Luca Zaia e il sindaco Andrea De Bernardin, al centro, sul cumulo di macerie che copre un edificio. A sinistra il primo dei post offensivi su Facebook
avevano scatenato una forte indignazione, non solo degli abitanti di Rocca Pietore ma anche del resto del Veneto, tanto che il governatore Luca Zaia aveva deciso di postare una propria dichiarazione, in cui si diceva esterrefatto delle offese e rimarcava gli sforzi dei bellunesi. Nel frattempo il profilo della donna, subissato di contatti da parte di
utenti infuriati, diventava chiuso. Non prima, però, di aver lanciato il testuale avviso: «Non accetto l’amicizia da sconosciuti, finitela di rompermi i c... (ma l’originale è esplicito, ndr.) e andate a lavorare, oltre a consumare l’ossigeno».
IL NUOVO NOME Da allora è stato un diluvio,
e segnata dal passaggio di altre perturbazioni quella che sta per cominciare, con il rischio di nevicate a quote molto basse mercoledì al nord e venerdì è atteso un nuovo e più intenso peggioramento. La perturbazione numero 10 del mese, in transito sul nostro Paese, oggi porterà ancora un po’ di piogge al Nordest, regioni tirreniche e basso versante tirrenico, con nevicate per lo più concentrate sulle zone montuose.
Qui si ferma la ricostruzione della querela, contenente pure l’istanza di «sequestro preventivo» dei profili Facebook. Ma nel frattempo sta proseguendo quella che secondo il Comune di Rocca Pietore e il suo legale è una probabile «diffamazione recata col mezzo della stampa». Negli ultimi due giorni sono comparse insolenze irriferibili nei confronti di Zaia, dei «lorsignori veneti», del Prosecco... Dopo averla annunciata invano, ora il sindaco De Bernardin depositerà la querela: «Tutte queste offese – spiega – sono state rivolte alla mia comunità nel momento peggiore della sua storia. Siamo tutti molto scossi e abbiamo tanti problemi da risolvere, per cui mi sembra che tanta cattiveria gratuita meriti di essere punita». Angela Pederiva © RIPRODUZIONE RISERVATAinfatti
Panama Giornata mondiale gioventù
IL LUTTO ROMA L’Italia darà l’addio martedì prossimo, 29 gennaio, con funerali di Stato presso la Basilica di San Vittore, a Varese, al padre della Protezione civile, Giuseppe Zamberletti, 85 anni, da tempo malato e ricoverato in ospedale. «Oggi la Protezione civile non perde solo il suo fondatore ma anche un amico, un maestro, una guida. Questo è stato in questi anni per tutti noi e per i tanti volontari italiani», ha detto ieri il capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, nel ricordarlo. Addolorato il capo dello Stato, Sergio Mattarella: «La scomparsa di Giuseppe Zamberletti mi addolora profondamente e, in questa ora, desidero esprimere alla sua famiglia il mio sentimento di vicinanza e la partecipazione affettuosa del popolo italiano al cordoglio. Il tratto cordiale, qualità riconosciuta della personalità di Zamberletti, ha rafforzato la sua capacità di dialogo e la naturale disposizione al servizio delle istituzioni e della comunità. Chiamato spesso in campo come l’uomo delle situazioni difficili, Zamberletti, nella sua lunga
È MORTO A 85 ANNI IL FONDATORE DELLA PROTEZIONE CIVILE: ORGANIZZÒ I SOCCORSI NEI TERREMOTI DEL ‘76 E 80
NELLA DC Mariano Rumor e Zamberletti (a dx e nel tondo) durante una direzione della Dc nel ‘78
Addio a Zamberletti, l’uomo della ricostruzione del Friuli attività parlamentare e di governo è stato uomo di realizzazioni concrete, proiettato alla costruzione di servizi più moderni ed efficienti, capace di coinvolgere le autonomie territoriali e le formazioni intermedie nell’opera del bene comune». «Esprimo il dolore mio e dell’ Istituzione che rappresento per la scomparsa di Giuseppe Zamberletti, personalità di capacità e autorevolezza che nella sua attività di senatore, deputato e uomo di governo seppe ricavare dalle emergenze progetti e politiche di notevole utilità per l’Italia intera», sono state le parole della presidente del Senato, Elisabetta Casellati. Cordoglio è stato espresso dal presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, dalla sindaca di Roma, Virginia
Raggi, dai Vigili del Fuoco e da esponenti di diverse aree politiche. Pierferdinando Casini lo ricorda come «un democratico cristiano tra i più intelligenti e preparati».
I SOCCORSI Zamberletti ha legato il suo nome ai soccorsi e all’opera di ricostruzione soprattutto dopo il terremoto del Friuli del 1976 e quello in Irpinia e Basilicata del 1980, di qui il soprannome «Zorro». Eletto infatti deputato nel 1968 ed a lungo parlamentare della Democrazia Cristiana, fu nominato Commissario straordinario in occasione del terremoti nel Friuli del 1976 e poi di quello in Campania e Basilicata del 1980, e divenne ministro per il coordinamento della Protezione civile nel 1981. In
Friuli Zamberletti si mosse in stretta connessione con le comunità locali ed avviò in breve un’opera di ricostruzione e uscita dall’emergenza. La morte del piccolo Alfredino Rampi nel pozzo di Vermicino nel 1981 e l’impreparazione che si manifestò in quella tragica occasione, spinse Giovanni Spadolini, presidente del Consiglio del tempo, a nominare un alto commissario per la protezione civile. Fu scelto proprio «mister Terremoto» che cercò di far tesoro del modello Friuli: un sistema dove strutture statali e nuclei di volontari, organizzati e distribuiti su tutto il territorio nazionale, fossero sempre pronti a collaborare. Zamberletti uscì di scena negli anni ‘90, con il tramonto della Dc. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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In settecentomila alla messa del Papa «Giovani, siate influencer del Signore» C’erano 700mila persone a Panama alla massa del Papa alla conclusione della Giornata Mondiale della Gioventù. Numeri imponenti per il piccolo Paese centroamericano, con appena 4 milioni di abitanti. «Cari giovani, non siete il futuro - ha detto - ma l’adesso di Dio. Siate influencer del Signore».
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Nordest
«RDC, IN VENETO DIFFICILMENTE APPLICABILE» L’assessore regionale al Lavoro Elena Donazzan stronca il reddito di cittadinanza: «Per il Veneto è ben difficilmente applicabile. Qui i “navigator” non servono, si rafforzino i Centri per l’impiego» Lunedì 28 Gennaio 2019 www.gazzettino.it
Magistrati e sedi, il piano per il Veneto Il ministero della Giustizia accoglie l’allarme della Corte d’Appello `Il sottosegretario: «Modello di efficienza, ora nuove assunzioni» Morrone: «Sostegno all’idea di una succursale di Venezia a Verona» Al distretto andrà una quota di toghe e amministrativi in arrivo `
IL CASO VENEZIA I numeri della Corte d’Appello di Venezia, con i suoi 529 fascicoli che gravano per ogni magistrato (contro una media nazionale di 386), sono sul tavolo del Governo. Dopo essere già risuonato all’inizio dell’anno, attraverso lo studio della Cgia inviato dalla Regione a Palazzo Chigi, l’allarme è stato rilanciato sabato all’inaugurazione dell’anno giudiziario. «La situazione del distretto veneto è alla nostra attenzione e, per quanto mi riguarda, avrà il mio sostegno l’ipotesi di attivare una sezione distaccata a Verona», annuncia Jacopo Morrone (Lega), sottosegretario alla Giustizia.
AL GOVERNO Jacopo Morrone
distaccate, come appunto in Veneto dove c’è una particolare necessità per la mole di lavoro notevole che pesa sui magistrati». Le parole della presidente Ines Maria Marini, secondo cui «la Corte di Venezia sarebbe un modello di efficienza se solo avesse le risorse umane di cui sono dotate, ad esempio, le Corti di Torino, di Milano e di Genova», hanno colpito Palazzo Piacentini. «Quella veneziana – evidenzia il leghista – è una realtà veramente efficiente. Penso ad esempio allo schema organizzativo adottato per smaltire i fascicoli arretrati in materia di protezione internazionale. Va fatto un plauso a questi magistrati,
Sul Gazzettino
che hanno dato la loro disponibilità a rimboccarsi le maniche ed accollarsi un carico di lavoro straordinario. Per questo li ringraziamo, nella convinzione però che questo deve essere uno sforzo limitato nel tempo, in quanto le carenze di organico devono trovare soluzioni strutturali».
I NUMERI
La prima pagina dell’edizione di ieri con la crisi della giustizia in Veneto
IL TAVOLO La richiesta di una succursale scaligera rispetto alla sede lagunare è pendente da tempo, anche sulla base del fatto che i ricorsi provenienti dalle province di Verona, Vicenza e Rovigo sono circa la metà di quelli presentati complessivamente alla Corte d’Appello di Venezia. Ma ora l’istanza è all’esame del ministero guidato da Alfonso Bonafede (M5s) e la sua concretizzazione comporterebbe un aumento di organico. «Non sono io a dover scegliere da solo – premette Morrone – ma assicuro che questa possibilità troverà il mio supporto al tavolo della geografia giudiziaria, convocato per valutare la riapertura di sedi chiuse o la formazione di sedi
IL LEGHISTA: «UN PLAUSO AI MAGISTRATI VENETI CHE SI SONO ACCOLLATI IL CARICO STRAORDINARIO PER SMALTIRE I FASCICOLI ARRETRATI IN LAGUNA»
La polemica
Botta e risposta tra Zaia e Nugnes sul processo per l’autonomia
Al riguardo il sottosegretario Morrone cita una serie di numeri per dimostrare l’impegno del ministero: «Per il 2019 il bilancio di previsione incrementa di oltre 324 milioni, rispetto al 2018, lo stanziamento per l’area della giustizia. Inoltre abbiamo predisposto un piano di assunzioni straordinario che prevede da quest’anno il reclutamento di 3.000 unità di personale amministrativo giudiziario e l’assunzione di quasi 1.000 magistrati. Di questi ultimi, i primi 256 entreranno in servizio a brevissimo, mentre gli altri arriveranno dal concorso bandito per maggio». Una quota sarà destinata anche al distretto veneto. «La ripartizione sarà definita dagli uffici in base alle necessità – afferma l’esponente dell’esecutivo – e chiaramente sarà dato prioritariamente respiro alle situazioni di maggiore difficoltà. Immaginiamo di vedere i primi benefìci di questa operazione nel giro di 6-8 mesi, ma nel frattempo contiamo di affrontare anche altri nodi, per esempio la revisione della riforma Orlando sui giudici onorari e di pace». Si tratta di un’altra questione particolarmente sentita in Veneto, dov’è stata anche presentata una mozione in Consiglio regionale sull’entità e sulla puntualità dei pagamenti a favore della categoria. «Abbiamo ereditato una situazione pesante, ma in questi sette mesi abbiamo iniziato un percorso e siamo determinati a proseguirlo», chiude il sottosegretario Morrone. Angela Pederiva
VENEZIA Continua il botta e risposta a distanza tra il governatore leghista del Veneto Luca Zaia e la senatrice del Movimento 5 Stelle Paola Nugnes sul tema dell’autonomia. «L’Italia è una e indivisibile», aveva detto la parlamentare commentando la lettera “ai cittadini del Sud” di Zaia. Al che Zaia aveva commentato: «L’autonomia è in Costituzione e non toglie niente al Sud». Aggiungendo: «Possiamo dirci fortunati che lei non sia la voce ufficiale dei 5 Stelle». Ieri il nuovo “scambio” di opinioni a colpi di comunicati stampa. Ha attaccato Nugnes: «Noi vogliamo che si rispetti la Costituzione». «È vero - ha poi aggiunto Nugnes - sono solo una parlamentare e non un “decisore politico”, ma sono una dei parlamentari che dovrà votare l’accordo a maggioranza qualificata». A stretto giro la replica di Zaia: «La Costituzione, almeno quella vigente, è pienamente rispettata. Ci piacerebbe sapere quale Carta fondamentale maneggia l’on. Nugnes. Per fortuna il vicepremier Di Maio, leader dei 5Stelle, e i ministri che stanno concorrendo alla stesura dell’intesa, leggono l’edizione aggiornata. E infatti non sollevano obiezioni, se non motivate ragioni tecniche che vengono affrontate e risolte al tavolo del negoziato».
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L’INAUGURAZIONE L’apertura dell’anno giudiziario per il Veneto si è tenuta sabato a Palazzo Grimani a Venezia
LA RELAZIONE VENEZIA Domani a Venezia la Regione farà il punto sullo stato di attuazione dei programmi cofinanziati, nel periodo 2014-2020, con il Fondo sociale europeo (Fse) a favore del lavoro, dello sviluppo e dell’inclusione. Ma intanto la Corte dei Conti ha pubblicato la relazione speciale, relativa al settennato 2007-2013, su irregolarità e frodi nell’ambito del Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr), che finanzia gli investimenti per l’occupazione promossi dalle imprese. «Risulta ancora un rilevante importo da recuperare pari a 1,3 milioni di euro», scrivono i giudici contabili a proposito del Veneto, dove complessivamente sono state riscontrate 163 anomalie colpose (ma nessun raggiro doloso) per un totale di 4,6 milioni.
I CONTROLLI Come riassunto dalla Sezione
I giudici contabili: «Fondi europei, ancora da recuperare 1,3 milioni» per gli affari comunitari e internazionali, in Veneto i controlli sono stati svolti in due fasi. Prima del pagamento sono state effettuate «le verifiche amministrative per ogni domanda di rimborso sul 100% della documentazione della spesa presentata a rendicontazione». Dopo la li-
ACCERTATI 163 CASI DI IRREGOLARITÀ RELATIVI AL PERIODO 2007-2013 NEI CONTRIBUTI FESR ALLE IMPRESE VENETE PER FAVORIRE IL LAVORO
quidazione delle somme, invece, è stato avviato un monitoraggio a campione (pari al 10%, cioè 665 operazioni) «per accertare che le spese dichiarate siano reali, in particolare con il riscontro dell’esistenza delle opere, dei beni/servizi oggetto del finanziamento e della loro conformità alle norme comunitarie e nazionali». Nell’attività sono stati impiegati 16 addetti, numero definito «significativo» dalla Corte, secondo cui la Regione dimostra così «una particolare attenzione ad un settore cruciale».
I RISULTATI Stando alla fotografia scattata dai magistrati, e aggiornata allo
scorso 5 dicembre, sono state rilevate irregolarità ma non frodi. Rispetto al totale, 130 sono di importo inferiore a 10.000 euro, 33 invece superano quel tetto (oltre cui scatta la segnalazione alla Commissione), Per quanto riguarda i casi sotto soglia, finora ne sono stati recuperati 40 per un ammontare di 610.000 euro: ne restano altri 90, per 962.000 euro. Quanto invece alle situazioni più rilevanti, sulla carta sarebbe stato da riportare in cassa circa 3 milioni, ma in realtà alla fine ne saranno incamerati solo 1,4, dal momento che ci sono interventi ritenuti non ammissibili al cofinanziamento comunitario e altri ritenuti non irregolari dopo
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I numeri
4,6
I milioni di euro a cui ammontano le anomalie
665
Le operazioni sottoposte ai controlli a campione
764
Il valore del programma Fse per il settennato 2014-2020
l’accoglimento dei relativi ricorsi da parte del Tribunale di Venezia. Su questo punto, però, la Corte dei Conti rivolge un rimprovero alla Regione: «Con riguardo ai casi definiti a seguito del contenzioso, non appare adeguatamente documentata la ragione per la quale siano stati abbandonati senza ricorrere in appello».
L’INCONTRO Intanto domattina al Palazzo Grandi Stazioni si terrà l’incontro sulle misure riguardanti l’inserimento professionale dei disoccupati e delle categorie sociali meno favorite, soprattutto attraverso iniziative di formazione. «Il programma operativo Fse – anticipa Elena Donazzan, assessore regionale al Lavoro – per il Veneto vale 764 milioni di euro, dei quali oltre la metà sono già stati spesi. Al centro del dibattito ci saranno le prospettive di sviluppo a breve e medio periodo». (a.pe.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
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LUNEDÌ 28 GENNAIO 2019 IL MATTINO
REGIONE
Gli alberi schiantati dal maltempo
Le foto aeree della Piana di Marcesina prima e dopo l’ondata di maltempo iniziata il 29 ottobre scorso. L’area si trova in gran parte nel Comune di Enego, nella parte Nordest dell'Altopiano dei Sette Comuni
Così i boschi veneti sono stati distrutti Le foto dal satellite mostrano il disastro Avepa e Regione all’opera per perimetrare le zone colpite «Mai accaduto qualcosa di simile, non ci sono modelli» VENEZIA. Chi è andato in mon-
tagna in questi mesi, non parliamo di chi ci vive, si è reso conto di persona dello sconquasso provocato nei boschi dalle trombe d’aria di fine ottobre. Quello che si vede è niente rispetto alle immagini dal satellite. La visione da terra è limitata, spesso il disastro è nascosto da cortine di alberi che si sono salvati. Dall’alto basta un colpo d’occhio per cogliere la vastità della distruzione: il paesaggio è cambiato, la montagna ha per-
so i connotati di prima, sembra un’altra. La fotointerpretazione delle aree disastrate, di cui forniamo un esempio in questa pagina, è il primo risultato del lavoro di perimetrazione delle aree boschive che la Regione si prepara a consegnare ai Comuni, a integrazione della cartografia esistente. L’ha realizzata il settore “Rilievo e opere agricolo-forestali” affidato a Fabrizio Stella, direttore di Avepa, uno di dirigenti che compongono lo stato maggiore che affianca Luca Zaia
nel post-emergenza. Una organizzazione complessa di “soggetti attuatori”. Gli ettari di bosco distrutti nel Veneto sono 30.000. Il vento li ha trasformati in milioni di metri cubi di legname schiantato. Collocati in posizioni spesso difficili, dove non si arriva con mezzi gommati ma solo con la teleferica. Di proprietà dei Comuni, delle Regole o di privati, che all’inizio cercavano un coordinamento, poi hanno cominciato a muoversi per conto proprio.
Fabrizio Stella ha girato come una trottola, da Strasburgo dove ha cercato di capire cosa fanno in Francia, al Trentino che può agire con servizi forestali autonomi, dal Cadore all’altopiano di Asiago, dall’Agordino al Comelico. «Il mio lavoro è perimetrare le zone colpite, calcolare la massa schiantata e mettere a punto uno strumento da offrire agli operatori in loco. Sono loro che conoscono meglio di chiunque altro il territorio. Un disastro di questa portata non era mai accaduto, non esistono modelli. I nostri dati incrociati con i loro piani boschivi consentiranno di semplificare il lavoro dei tecnici, delimitando le particelle forestali da mettere in vendita». Nella disgrazia non siamo gli unici. Al di là delle Alpi è successa la stessa cosa, ma il Nordest ha un vantaggio: finora è caduta poca neve. In Austria si misura a metri. Penalizza il turismo nostrano ma consente di lavorare nei boschi. «L’emergenza è dichiarata per un anno, ma i boschi vanno puliti entro l’estate», dice Stella. «Non possiamo lasciare le piante schiantate per terra, c’è il rischio che il bostrico, un insetto che attacca l’abete e prolifica da maggio a settembre, si diffonda sulla vegetazione scampata al disastro». Il presidente Zaia ha predi-
il disastro
L’ondata di maltempo Il maltempo che ha provocato gravissimi danni sulle montagne alpine e in particolare sulle Dolomiti, inizia il 29 ottobre e si protrae per vari giorni.
Soggetti attuatori In questi giorni il presidente del Veneto Luca Zaia ha predisposto un’ordinanza per nominare i sindaci “soggetti attuatori” per le operazioni di ripristino dei boschi. L’ordinanza ha provocato polemiche da parte di vari sindaci agordini, che non avevano chiesto quel ruolo. Poco prima la Regione era stata accusata di immobilismo.
I fondi stanziati La Regione Veneto ha fatto intanto ha fatto i conti sui fondi: per le opere urgenti, già spesi 50 milioni su un totale di 105 milioni preventivati.
In Regione 22 tecnici all’opera per fronteggiare l’emergenza mini, più altri 10 in regìa, assiste Luca Zaia, nominato commissario delegato all’emergenza dal governo Conte e dal capo della Protezione civile Angelo Borrelli (ordinanza 558 del 15 novembre 2018). È l’Air Force One di palazzo Balbi. La squadra dei 12 ha compiti operativi. Sono i «soggetti attuatori» cui è affidata la responsabilità di settori specifici. 1. Settore agricoltura e
aziende agricole: Gianluca Fregolet, della direzione ambiente caccia e pesca. 2. Settore ripristino coste: Salvatore Patti, capo della direzione operativa. 3. Settore difesa suolo: Parco Puiatti, direttore difesa suolo. 4. Settore ripristino idraulico e idrogeologico area di Belluno: Roberto Dall’Armi, capo del Genio civile di Belluno. 5. Settore ripristino idraulico e idrogeologico area di Vicenza: Mauro Roncada, capo del Ge-
nio civile di Vicenza. 6. Settore ripristino ambientale e forestale: Gianmaria Sommariva, direttore foreste. 7. Settore ripristino viabilità: Silvano Vernizzi, dg di Veneto Strade. 8. Settore rilievo e opere agricolo-forestali: Fabrizio Stella, direttore di Avepa. 9. Settore ripristino servizio idrico: Sergio Dalvit, direttore tecnico Bim Gsp, società di gestione acque di Belluno. 10. Settore rischio valanghe: Alberto Lucchetta, di-
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rettore Arpav. 11. Settore ripristino viabilità: Gabriella Manginelli, dell’Anas del Veneto, che affiancherà l’ingegner Vernizzi. 12. Settore pianificazione degli interventi: Nicola Dall’Acqua, direttore dell’Area tutela e sviluppo del territorio, con compiti di coordinamento degli undici “soggetti attuatori” e di collegamento coi vertici della giunta. I 10 in regìa costituiscono l’ufficio di supporto diretto del commissario delegato Luca Zaia. Sono una specie di stato maggiore, al comando dell’ingegner Alessandro De Sabbata, dirigente eventi calamitosi. Con lui lavorano altre 9 persone, alcune della sua direzione, altre in distacco. — R.M.
la squadra
VENEZIA. Una squadra di 12 uo-
sposto un’ordinanza per nominare i sindaci “soggetti attuatori” e cominciare a spendere anche nei lavori boschivi i 15 milioni stanziati «per l’attuazione dei primi interventi urgenti nel Veneto» dalla Protezione Civile nazionale lo scorso novembre. Consentirà ai sindaci di andare in deroga a decine di norme e sveltire le operazioni. I Comuni che hanno chiesto questo decentramento sono Pieve di Cadore, Roana, Enego, San Pietro di Cadore, Santo Stefano, San Tomaso Agordino, Gallio, Asiago, Vodo, Borca di Cadore e Cibiana. I rispettivi sindaci «potranno disporre la rimozione degli alberi abbattuti ubicati nel proprio territorio, qualunque ne sia la proprietà (regoliera, comunale o privata) nonché degli alberi di proprietà comunale eventualmente ricadenti nel territorio di altri comuni». Dovranno trasmettere a Stella i dati sulle particelle disboscate, le aste indette, i lotti assegnati, le quantità e il prezzo di vendita. Serviranno come documentazione per ottenere la copertura delle spese dalla Protezione Civile nazionale. Nel frattempo dovranno far fronte con risorse proprie. Sperando che ne abbiano. Mancano istruzioni nel caso contrario. — Renzo Mazzaro
I lavori di emergenza sui boschi schiantati dal maltempo
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LUNEDÌ 28 GENNAIO 2019 IL MATTINO
CITTADELLA - CAMPOSAMPIERO
cittadella
Manca la carta igienica in bagno Monta la protesta a Maternità All’ospedale neomamme sul piede di guerra, stesso disagio al Pronto Soccorso La replica dell’Usl 6: «Il servizio è appaltato a una ditta esterna, verificheremo» pà piuttosto irritato «Trovo però assurdo che una mamma che ha appena partorito si senta negare un rotolo di carta igienica. Quando mia moglie ha chiesto di averne perché non l’ha trovata, le è stato risposto che purtroppo mancava, di arrangiarsi. Le hanno pure raccomandato di non usare le salviette messe a disposizione per asciugarsi le mani, sennò vanno a intasare il water». Al marito premuroso non è rimasto che andare a comperarne una confezione e metterla a disposizione anche di altre donne. Dopo due giorni senza, giovedì la carta igienica è ricomparsa. Centellinata, tanto che nel giro di poche ore i servizi igienici della Maternità sono tornati ad essere sguarniti e così erano anche ieri.
Giusy Andreoli CITTADELLA. Ogni futura mamma negli ultimi giorni di attesa ha la borsa pronta con gli indumenti necessari alla degenza ospedaliera e il completino per il bebè appena nato. Deve però ricordarsi di mettere in valigia anche la carta igienica, se intende partorire all’ospedale di Cittadella, perché la struttura sanitaria ne è spesso sprovvista. LA SEGNALAZIONE
A segnalare la situazione che si è creata in un reparto particolare qual è quello della Maternità sono alcune puerpere, che si sono fatte portare in tutta fretta la carta igienica da casa. «Nulla da dire sul trattamento, ottimo, riservato alle neo mamme e sulla professionalità del personale: medici e infermieri sono davvero premurosi e cordiali, presenti ogni ora con passaggi frequenti nelle stanze» dichiara un pa-
IL DISAGIO
Il reparto neonatale di Cittadella
GRANTORTO. Sono 8. 157, 10 gli
grantorto
Assegno da 8 mila euro per le popolazioni venete colpite dal maltempo
La consegna dell’assegno solidale al governatore Zaia
carmignano di brenta
Oggi l’addio a Bueloni guida dello studio Gestic CARMIGNANO DI BRENTA. È venu-
to a mancare il titolare dello studio di progettazione tecnica Gestic di Pozzoleone. Silvio Bueloni, 58 anni, vicentino ma residente a Carmignano di Brenta in Via Martiri della Libertà, era molto conosciuto soprattutto a Pozzoleone dove da decenni guidava lo studio tecnico Gestic engineering dopo gli studi conseguito all’Euganeo d’Este. Allo stesso studio collabora anche la moglie Maya, insegnante di lingue,
Ieri, infatti, i dispensatori di carta igienica erano vuoti, al contrario di quelli delle salviette per le mani. «Ci siamo sentite veramente a disagio» confes-
Silvio Bueloni, aveva 58 anni
euro destinati alle popolazioni colpite dal maltempo. È quanto raccolto e donato dall’evento “Veneto Friends” targato Veneto Imbruttito, che si è svolto a Grantorto lo scorso dicembre. Due giorni di maratona solidale con spettacoli, esibizioni e musica che hanno visto la partecipazione di migliaia di spettatori. Nei giorni scorsi il sindaco Luciano Gavin con gli assessori Mauro Marcon e Antonio Miazzo e il presidente della Pro loco Giuseppe Marcon hanno incontrato il governatore Luca Zaia per la consegna dell’assegno. «Un orgoglio per Grantorto» ha detto il sindaco. «Questo è lo spirito solidale dei veneti», ha risposto Zaia. «Con l’occasione» ha concluso l’assessore Marcon «abbiamo collaudato l’area Filò per i grandi eventi». — P.PIL.
che presta consulenze con particolare riguardo ai rapporti con i paesi dell’area russa dov’è originaria. Bueloni è stato stroncato venerdì dalla malattia, che lo aveva colpito da poco in modo repentino e irreversibile. «Una brava persona» ricorda il sindaco Alessandro Bolis, anche se frequentava poco la comunità di Carmignano, avendo focalizzato i suoi interessi sul vicentino, da dove proveniva e dove lavorava. Lascia nel profondo dolore la moglie Maya con i figli Lorenzo, Amanda e Daniele, la mamma Loredana ed il fratello Marco. Il funerale sarà celebrato oggi alle 15 nella chiesa di Friola di Pozzoleone, dove ieri sera in tanti si sono riuniti per la recita del rosario. — Paola Pilotto
sano imbarazzate le degenti. «Insomma, a Cittadella c’è la piazzola per l’elisoccorso ma manca la carta igienica» nota il papà. Problemi ci sarebbero pure in una stanza dove il water è fuori uso da un mese anche se si è provato invano ad aggiustarlo. «Le pazienti usano il secchio d’acqua» è la testimonianza raccolta ieri. La stessa carenza di carta igienica si registra anche ai bagni al piano terra e al Pronto soccorso, come confermano alcune persone interpellate. «La mia bambina ha avuto bisogno del bagno al Pronto soccorso ma mancava la carta igienica» ha dichiarato un papà sabato sera «ho recuperato l’unico mezzo rotolo in un altro servizio». Dall’Usl 6 Euganea si fa filtrare una replica ufficiosa: «È una ditta esterna che si occupa delle pulizie dei servizi igienici, saranno fatte delle verifiche». L’APPALTO
In pratica il servizio è dato in appalto. Non è escluso che la decisione di razionare la fornitura possa avere un fondamento ragionevole. E cioè essere un rimedio verso l’approfittarsi da parte di gente che magari si fa la scorta a casa o lo sprecare in tempi in cui non è più consentito. «Però un conto è razionarla e un conto è lasciare un reparto per giorni senza carta igienica» è il commento del papà «Dopo le tasse che paghiamo avere la carta igienica almeno nel reparto Maternità lo si può pretendere? O finiremo come gli Usa che l’ospedale sarà solo per ricchi? ». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
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cittadella
Riparte il tour del sindaco tra i borghi e le frazioni CITTADELLA. Riprende a feb-
braio il tour del sindaco nelle frazioni e nei borghi di Cittadella. «L’iniziativa», spiega il primo cittadino, Luca Pierobon, «è pensata per chi ha difficoltà ad accedere al ricevimento settimanale in municipio, sia per problemi logistici o di orario». Sarà quindi possibile incontrare Pierobon nella propria fazione di residenza e discutere con lui di problemi, necessità o proposte. I cittadini saranno ricevuti uno ad uno, in ordine di arrivo, a partire dalle 18.30, nella sede che verrà comunicata tramite avvisi consegnati casa per casa nella settimana precedente l’incontro. Ecco il calendario: si parte il 6 febbraio a Santa Maria, per proseguire il 13 febbraio a Pozzetto, il 20 febbraio a Facca, il 27 febbraio a Santa Croce Bigolina, il 6 marzo a Ca’ Onorai, il 13 marzo a Laghi, il 20 marzo a Borgo Treviso, il 27 marzo a San Donato, il 3 aprile a Borgo Bassano, il 10 aprile in Borgo Padova e Ca’Correr, il 17 aprile a Battistei, per terminare l’8 maggio a Borgo Vicenza. — S.B.
cittadella
Le barriere della disabilità superate grazie alla musica Al via oggi al Patronato Pio X il progetto “Delfini” destinato ai ragazzi portatori di handicap che realizzeranno insieme un album di canzoni CITTADELLA. Un album musi-
cale pensato e realizzato da ragazzi disabili: a Cittadella prende il via oggi pomeriggio il progetto “Delfini”. In una decina si ritroveranno alle 15 al Patronato Pio X di Borgo Treviso e inizieranno ad abbozzare parole che poi verranno messe in musica, pensieri liberi ed emozioni che diventeranno canzoni. «La partecipazione è aperta a tutti, non solo a quei ragazzi che già frequentano centri diurni specifici. Si tratta di una bellissima iniziativa», sottolinea il sindaco Luca Pierobon, «e quindi speriamo che ci sia un’ampia adesione perché questi ragazzi meritano di esprimersi al meglio e farsi conoscere». “Delfini” prende forma grazie al contributo dell’associazione Airone, con il musicista Giorgio Buttazzo, ideatore del progetto, e con la volontaria Monica Berno, insegnante di sostegno al liceo Tito Lucrezio Caro. Il musicista e la prof avvicineranno i ragazzi al mondo della musica perché raccontino le loro storie personali. Da questo lavoro nasceranno un cd musicale ed un filmato sulle fasi di
Il sindaco Luca Pierobon con gli organizzatori del progetto
realizzazione del disco. «Si tratta di un progetto collaudato», osserva Buttazzo, che ha avuto l’opportunità anche di collaborare con il grande e indimenticato cantautore Pierangelo Bertoli. Immaginato e concretizzato già 20 anni fa a Modena, «il progetto ha dato grandi risultati sia in termini di autostima per i ragazzi che di sensibilizzazione nell’avvicinamento al mondo della disabilità, all’attivo abbiamo tre cd». E oggi si parte anche all’ombra delle mura: «Sono una decina i ragazzi che oggi si ritroveranno in Patronato, tre di loro arrivano dal liceo Caro. I valori dai quali partiamo per sviluppare il percorso sono quelli dell’inclusione
e socializzazione», aggiungono i responsabili dell’associazione Airone. La magia delle note per superare ogni ostacolo, per ribaltare la prospettiva e per vivere in pienezza attraverso l’arte: «Con i ragazzi l’album sarà realizzato a 360 gradi, loro mi daranno i pensieri, io seguirò l’arrangiamento, e poi gli aspetti della produzione, come la realizzazione della copertina, li seguiremo insieme», conclude il musicista, che sottolinea come per i giovanissimi autori «lo scrivere canzoni si è rivelato un potente nuovo veicolo che trasporta dall’interno all’esterno le angosce più profonde, le paure più sopite, le rabbie inespresse». Silvia Bergamin
LUNEDÌ 28 GENNAIO 2019 IL MATTINO
LETTERE E OPINIONI
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DITELO AL MATTINO Oslo senza auto entro tre anni, Padova faccia una scelta europea sto di bici elettriche e di conseguenza saranno realizzati 60 chilometri di piste ciclabili. Cosa ci ricordano queste notizie? Si può dire che si coglie più di un richiamo del programma di Arturo Lorenzoni, da candidato a sindaco di Padova? Ci sembra proprio che la ideologia di base sia la stessa e a questo punto è necessario fare una più ampia riflessione. L’insieme delle azioni dell’attuale giunta tende a realizzare l’idea di città priva di traffico e la trasformazione del tessuto sociale, con una popolazione nuova “educa-
IL DIBATTITO
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a Commissione europea ha proclamato Oslo Città verde 2019: entro tre anni la città conta di vietare il centro a tutte le auto private, comprese elettriche e ibride. Tutto lo Stato entro il 2030 sarà libero da energie fossili: in primavera sarà abolita gran parte dei parcheggi privati, le aree recuperate saranno destinate a parchi e luoghi di intrattenimento. Un piano di incentivi favorirà l’acqui-
LE LETTERE
ta” alla visione “ambiente-centrica”. Se i cittadini padovani non sono d’accordo con questa impostazione è necessario se ne rendano conto prima possibile, elaborino una strategia di interventi e manifestazioni che vadano a contrastare la linea politica dell’Amministrazione, che mettano in discussione la bontà del dorato isolamento che viene perseguito decisione dopo decisione. Bisogna superare il proprio particulare e allargare la nostra visione strategica. La giunta si richiama a politiche e programmi propugnati
LA FOTONOTIZIA
L’INTERVENTO
Delta del Po Trivellazioni mi aspetto il peggio Tre anni fa si tenne un referendum contro le trivellazioni non premiato dal quorum. La Regione Veneto si schiero compatta contro nuove estrazioni di idrocarburi che in passato avevano favorito il fenomeno della subsidenza nella zona del Delta del Po e, più in generale, in tutto il Polesine con abbassamenti del terreno sino a 4 metri creando problemi seri al territorio nato da bonifiche succedutesi nei secoli. Il governo di allora, Renzi presidente del Consiglio, era di segno opposto all’attuale e le forze politiche che ora sono subentrate, Lega e M5S, si esposero in modo forte e contrario a nuovi scempi estrattivi. Allora. Ora pare che le cose siano mutate e chi si opponeva pare guardare con favore, Lega, o con imbarazzata sottomissione all’alleato, M5S, al nuovo assalto delle compagnie estrattive. Si “sospendono” autorizzazioni per 18 mesi, ma non si nega con forza l’ipotesi di future estrazioni. La sequela di voltafaccia del M5S, che pure era stato deciso tra i contrari su tante questioni ambientali, in funzione della stabilità della poltrona fa temere il peggio. E pure il Delta del Po torna sotto minaccia. Parafrasando una pubblicità di qualche anno fa verrebbe da dire che “una trivella è per sempre”. Poca cultura ambientale e inesistente senso della difesa del bene collettivi sono il tratto comune di chi va a governare. Pazienza, non ci stanchiamo di difenderci. Fin che non ci faranno sprofondare ci opporremo alle politiche di convenienza di chi cambia idea a seconda della prospettiva politico-amministrativa che assume istituzionalmente. Perché a quelli come noi che non hanno interessi economici o politici fa da guida il bene comune e non facciamo sconti a nessuno. E i Governi passano, noi restiamo. Vanni Destro
dall’attuale Europa, proprio da questa bisogna partire per attuare il cambiamento nelle urne del prossimo maggio. Padova sta dentro il contesto europeo e si può ben sperare che tra tre anni anche le scelte elettorali comunali si modificheranno. Se cambiano le scelte politiche a Bruxelles per la realizzazione di una nuova idea di Europa, è probabile che anche a livello locale si ritorni a pensare a una città rispettosa di un vivere civile e armonico. D’altra parte rispettare il Creato, non significa sacrificare l’uomo. — Gianna Maria Filippi
MICHELE RUSSI
Migranti e shoah Finco non ha la cultura delle istituzioni
L cento studenti al don mazza
Il mondo del lavoro sale sul palcoscenico Cento studenti degli istituti Rolando da Piazzola, Enaip Veneto, De Nicola, liceo Duca D’Aosta sono stati i protagonisti del Teatro delle idee, occasione per scoprire o riscoprire, attraverso le tecniche teatrali, la conoscenza delle competenze trasversali richieste dal mondo del lavoro. L’iniziativa, nell’auditorium del Collegio universitario don Mazza, è stata promossa da Niuko Innovation & Knowledge società di formazione di Assindustria Venetocentro.
Governo Sempre e solo diritti ma i doveri? Gli slogan dell’attuale politica governativa mettono sempre al primo posto, i diritti: prima gli italiani, prima i veneti… in una forma sempre e molto maschilista. Chi ricorda e parla di doveri? In una società, in una comunità che si stanno disgregandosi si continua a parlare solo di diritti. Ecco allora che i tanti no alla chiusura dei porti, ai tanti no allo sbarco di donne e bambini, entrano nella mente delle persone tanto, da far pensare che non bisogna più soccorrere le persone che stanno naufragando in mare. Con il continuo richiamo ai diritti, stanno venendo meno gli obblighi di leggi umane, anche non scritte, che ci rammentano, che salvare le persone in mare è un dovere
e, come ci ricorda la Bibbia, nel racconto di Caino e Abele, sta ritornando un disimpegno umano tanto da far dire, come si giustificò Caino: ”Sono forse io il responsabile di mio fratello”? Credo che l’obbligo morale di una politica seria sia riprendere a parlare assieme ai diritti anche del principio di responsabilità e, dei valori della solidarietà. Elvio Beraldin Padova
La polemica Ma da chi ci stiamo difendendo? Leggo sui giornali che 4 ragazzi hanno la fedina penale sporca per aver torturato una gallina e il questore Fassari ha detto che si " tratta di disagio sociale che evidenzia fattori potenziali di condotte criminali". Non sono vegetariano ma condivido il
rispetto che la nostra civiltà ha verso i viventi. Orbene esporre al freddo e alle forti onde delle persone non è forse una tortura? "Vengano gli amici olandesi a prenderli" ha esclamato il ministro Toninelli. Si tratta delle stesse scene che abbiamo visto per la nave Diciotti. Il ministro Salvini dichiara di essere pronto al processo e si sente di aver difeso i confini dello Stato. Una difesa da chi? Da chi non ha nemmeno i vestiti per coprirsi? Mi pare ridicolo, tuttavia non so giudicare se tale difesa sia tale o si configuri come reato nell’esercizio della funzione di ministro, vedremo. Si auguri di non trovare giudici della stessa idea del questore citato. Non credo che avrà il coraggio di bypassare il verdetto del Senato invitando i suoi a esprimere parere favorevole all’autorizzazione a farsi processare. Graziano Burattin Due Carrare
La denuncia Fattura elettronica un vero caos Oltre un milione di imprese hanno dovuto adeguarsi alla novità (esenzioni per chi è in regime forfettario) che sta dando luogo a disagi. Troppi passaggi e intoppi dei server, oltre a poca chiarezza su cosa deve essere letto nella fattura elettronica. L'Agenzia delle Entrate non ha chiarito alcuni aspetti come per esempio gli articoli di legge obbligatori, che ora non si leggono più. Questo potrebbe creare in un eventuale di controllo sanzioni a carico delle aziende. Come non è vero che elimina il cartaceo, anzi. Perché il Governo ha deciso di introdurre la "caos fattura" visto che in Europa la fatturazione elettronica, semplice perché diversa, esiste solo in Portogallo? Decimo Pilotto Tombolo
a similitudine con cui il sindaco Sergio Giordani, accosta la tragedia dei migranti lasciati annegare nel Mare Nostrum alla deportazione degli Ebrei nei lager di Polonia e Germania, oltre che legittima, fotografa la crudele realtà di questi giorni. Invece la Lega, attraverso il suo capogruppo in Consiglio Regionale, Nicola Finco, innesca una polemica insensata, strumentalizzando le parole del sindaco che invoca “humana pietas” verso gente disperata venduta da carnefici mercanti lasciata affogare nella grande tomba del mare. Non hanno senso le accuse del capogruppo della Lega anche perché dovrebbe lui stesso “studiare” la storia dei migranti dalla deportazione in Babilonia ad altre disavventure del popolo Ebreo e quelli oppressi da dittature e mercanti disumani di persone. E la Lega dimostra di non avere “cultura” delle istituzioni affermando che il sindaco, non avendo frequentato le “scuole alte”, si è fatto scrivere il discorso pronunciato il 24 gennaio alla Sinagoga di Padova, da altri di scarsa intellettualità. Il consigliere regionale Finco dimostra poco “rispetto” dell’odiato avversario, che rappresenta, nella sua funzione di sindaco, la garanzia della democrazia. Il dirigente di partito deve saper coniugare i concetti di “rispetto”, “considerazione” dell’avversario, principi fondamentali di una classe politica che vuole governare il nostro Paese ricco di tradizioni democratiche, specie se questa stessa classe politica dirigente, si autoproclama portatrice di novità. I dirigenti della Lega non considerano che la Storia dei popoli, di quelli oppressi, perpetua la memoria delle loro sofferenze e le privazioni a cui sono sottoposti dall’inizio della civiltà. —