Rassegna stampa del 31 gennaio 2019

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Giovedì 31 Gennaio 2019 Corriere del Veneto

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Belluno

NUMERI UTILI ComuneBelluno sportellodelcittadino VigiliUrbani

belluno@corriereveneto.it

0437913222 0437913520

Municipio 0437913111 0437216111 OspedaleBelluno 0437645111 OspedaleAgordo OspedaleP.diCadore 04353411

Tronchiabbattutida«Vaia» Nontuttiandrannorimossi «Istruzioni»dellaRegione:inalcunezonesarannopara-valanghe All’unanimità

Camera di Commercio Vicepresidente Nadia Zampol

BELLUNO È Nadia Zampol la nuova vice presidente della Camera di Commercio di TrevisoBelluno. Bellunese, impegnata nell’occhialeria, Zampol è stata eletta all’unanimità e succede a Paola Ricci. «Benvenuta alla nuova vicepresidente che mi affiancherà — ha commentato il presidente Mario Pozza (accanto a Zampol) — Lieto che la giunta abbia scelto una rappresentanza femminile, conoscitrice del Bellunese, il cui impegno è riconosciuto da tutto il sistema associativo. Zampol è vicepresidente della sezione Sipao di Confindustria BellunoDolomiti ed è consigliera Anfao con delega all’internazionalizzazione» . Ieri eletta anche Cinzia Bonan consigliera rappresentante dei sindacati. (D.P.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

Recupero del legname schiantato, ora ci sono le istruzioni della Regione. Lo aveva anticipato venerdì scorso Antonio Stella, direttore di Avepa (l’agenzia regionale per i pagamenti in agricoltura) e subcommissario all’emergenza con delega alle foreste: erano in fase di completamento le linee-guida approntate dai tecnici regionali per gestire recupero, stoccaggio e vendita dei milioni di metri cubi di alberi rimasti a terra dal 29 ottobre scorso per la tempesta «Vaia». Ieri il commissario straordinario Zaia ha diramato il documento che riguarda le procedure per l’utilizzo del legname schiantato, per il quale — è specificato — non occorrono autorizzazioni preventive. Le linee-guida specificano anche le nuove aree a rischio di valanghe individuate da Arpav (l’agenzia regionale per l’ambiente) ad Alleghe, Colle Santa Lucia, Livinallongo del Col di Lana, Rocca Pietore, San Tomaso Agordino, Zoppè di Cadore, Borca, Valle di Cadore, Canale d’Agordo, Calalzo, Cencenighe, Cibiana, Go-

BELLUNO

Gestione Alcuni tronchi tra quelli abbattutti dal maltempo

Aree a rischio Tanti comuni tra Agordino, Cadore e Feltrino

saldo, Rivamonte, Taibon, Sovramonte e Feltre, nelle quali è vietata l’asportazione del legname a terra, per la sua funzione protettrice dal rischio di valanghe. In arrivo anche 15 milioni di euro dal Piano di sviluppo rurale (Psr) per il ripristino dei boschi. Lo annuncia l’assessore regionale all’Agricoltura, Giuseppe Pan. «Abbiamo riorientato alcuni bandi per aiutare il ripristino del nostro patrimonio forestale — spiega l’assessore — I bandi verranno aperti a fine primavera, al

L’annuncio

Riapre domani il park «ex Moi» Il sindaco Massaro: tempi rispettati Riapre domani il parcheggio «ex Moi» in via Feltre, chiuso dal 27 dicembre dello scorso anno per lavori di sistemazione del piano terra. Cantiere chiuso in questi giorni e si sta lavorando per garantire la riapertura. «Siamo riusciti a rispettare i tempi previsti per l’intervento — spiega il sindaco, Jacopo Massaro —Ringrazio tutti i BELLUNO

Lavori finiti Resta chiusa la parte sopraelevata

coinvolti, dalla ditta che ha operato fino a Bellunum e agli uffici comunali, che hanno permesso di raggiungere questo obbiettivo. Abbiamo fatto tutto il possibile per ridurre al minimo i disagi per gli abbonati e per le attività di via Feltre, grazie anche ai parcheggi di supporto concessi per la sosta breve dall’Istituto Sperti e a Casa Polit e al supporto di

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termine delle operazioni di mappatura del territorio e di rilievo fotografico, quando le condizioni metereologiche consentiranno l’esatto censimento delle azioni locali». In arrivo anche 60 motoseghe, donate alle organizzazioni venete di Protezione civile — attive nel recupero del legname — da «Stiga», azienda leader nel giardinaggio, con sede a Castelfranco Veneto. Intanto i capigruppo di opposizione in consiglio regionale hanno formalizzato la richiesta di una seduta straordinaria col commissario straordinario Luca Zaia. «Per ora — spiegano le opposizioni — uniche risorse certe i 15 insufficienti milioni di euro stanziati dal governo, mentre nessuna certezza sulle azioni della Regione. Serve un quadro preciso del suo impegno». E mentre la Protezione civile dirama l’allerta meteo per il weekend (nevicate e venti forti) il Teatro Comunale di Belluno diventa il centro della solidarietà: successo per lo spettacolo «Giocando con Orlando», con Stefano Accorsi, in scena martedì sera grazie all’impegno di Fondazione «Teatri delle Dolomiti». Il ricavato, circa ottomila euro, sarà devoluto alla ricostruzione. E stasera si replica: sul palco del Comunale i ragazzi di «Belluno alza la voce», accompagnati da Elio e Rocco Tanica delle «Storie Tese», per uno spettacolo già «sold out» che raccoglierà fondi per la ricostruzione del parco di Lambioi. Moreno Gioli © RIPRODUZIONE RISERVATA

Bellunum con gli abbonamenti “speciali”, gratuiti a Lambioi e scontati a Metropolis, per i già abbonati dell’ex Moi». Si potranno quindi utilizzare gli stalli per la sosta breve dell’Istituto «Sperti» e di «Casa Polit» ancora oggi e domani. Poi, con la riapertura del parcheggio, la situazione tornerà alla normalità.Il costo dell’intervento è stato di 18 mila euro. I lavori non hanno interessato la parte sopraelevata, che resterà chiusa anche dopo la riapertura del parcheggio. (M.G.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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L’allarme

Usl, carenza medici Ne mancano 150 E il peggio in vista con «Quota 100» BELLUNO Usl 1, all’appello mancano 150 medici. La carenza di personale è l’emergenza più grave che la direzione strategica dell’azienda sanitaria «Dolomiti» si trova a dover affrontare e il direttore generale Adriano Rasi Caldogno ciclicamente rilancia l’allarme, per tenere accesi i riflettori su una situazione che rischia di diventare cronica se non verranno messe in atto soluzioni efficaci a un problema che non colpisce solo la montagna, ma tutta la sanità veneta. «Centocinquanta è il numero che ci servirebbe per garantire gli standard ottimali — spiega Rasi Caldogno — ma ce ne basterebbero anche meno per poter risolvere le situazioni più pesanti». Nel Bellunese le criticità colpiscono soprattutto Pediatria, Medicina interna, Pronto soccorso e Psichiatria. Per quest’ultima è andato deserto, per la seconda volta consecutiva, il concorso pubblico. L’Usl 1 è finora riuscita a tamponare l’emergenza grazie all’abnegazione del personale medico e agli accordi messi in Punti piedi con altre realtà. Dal 1 critici gennaio, ad esempio, ha preso Pediatria, il via la collaborazione con gli Medicina ospedali «Santobono» di Napoli e «Gaslini» di Genova, interna, che stanno «prestando» me- Pronto dici pediatri agli ospedali bel- soccorso lunesi. «Dobbiamo ringraziare le strutture che ci mettono a diposizione validi professionisti — spiega Rasi Caldogno — aiutandoci così a garantire il servizio». Nel 2018 l’Usl 1 ha indetto 61 concorsi e avviato 34 procedure di mobilità e ha già in programma alcune selezioni per il 2019 come, ad esempio, quelle per fisioterapista (con 436 candidati, a marzo), per ostetrica (677 candidati, a giugno) e per operatore socio-sanitario (Oss) dove i candidati sono 794. Molti i candidati anche al concorso per infermieri indetto dall’Usl 1 assieme alle aziende sanitarie di Vicenza e Bassano: in questo caso i candidati sono 3.180. Segno che la carenza di personale colpisce quasi esclusivamente i medici. In attesa delle decisioni legislative, l’Usl1 deve anche fare i conti con «Quota 100»: sono circa 40 i medici specialisti che, nel corso del 2019, potrebbero usufruire della finestra pensionistica approvata dal governo. M. G. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Una rapina in casa di coniugi anziani Maxi-furto in una casa a Cortina Malvivente «specializzata» stangata Un uomo agli arresti domiciliari Cinque anni di condanna a una donna di 57 anni con precedenti Indagato un 48enne residente in Alto Adige. Aveva un complice Aveva ingannato due novantenni, facendosi aprire la porta di casa e rubando soldi e gioielli. Ieri la stangata. Angela Saggese, 57enne originaria di Napoli e residente a Cassola (Vicenza), è stata condannata per rapina impropria a 5 anni di reclusione, 1.600 euro di multa e interdizione perpetua dai pubblici uffici. Una pena esemplare che ha tenuto conto anche dei numerosi precedenti a carico della donna specializzata in truffe agli anziani. Il 21 settembre 2012 il suo complice, tutt’ora sconosciuto alla Procura di Belluno, si presenta a casa dei due anziani nel capoluogo in via Medaglie d’Oro. «Ero fuori dal portone di casa — ha raccontato la vittima, ora vedova — Il signore voleva parlare con mio marito. Sono andata a chiamarlo, lui era in panificio e quando siaBELLUNO

mo tornati c’era anche una donna. Li abbiamo fatti accomodare». I due si dichiarano medici dell’Inps. Spiegano di avere il compito di sostituire le tessere sanitarie scadute alla modica cifra di 49 euro. Quando entrano in salotto scatta il piano criminale. L’uomo chiede di andare in bagno, la donna dice di avere sete. Ma è l’anziano ad accorgersi che i due estranei nascondono qualcosa di losco. Quando uno dei due viene trovato a rovistare in camera da letto la moglie va a chiamare il vicino, mentre lui sbarra la strada ai due malviventi che però lo spingono via facilmente e scappano con 400 euro in contanti e gioielli di poco valore. Le indagini della polizia sono lunghe. Viene coinvolta anche la Scientifica che analizza un bicchiere, un plico di 17 fogli, un altro plico pieghevole

di carta patinata e un porta libretto postale. Riescono a trovare delle impronte e a risalire alla donna schedata per un altro reato. Intanto eri mattina è cominciato il processo a Mustapha Maatouf e Mailoudi Nazih, marocchini di 44 e 47 anni, accusati di violenza sessuale ai danni della figlia di una loro amica. L’udienza è partita con l’audizione a porte chiuse della parte offesa, ora 19enne, che ha raccontato tra le lacrime gli abusi che avrebbe subito tra il 2005 e il 2006 e tra il 2009 e il 2010. «Mi colpirono molto le sue parole — ha raccontato la psicologa che seguì la ragazza — Mi disse che era rimasta male più dalla non risposta della madre alla sua richiesta di aiuto che dai fatti in sé». Davide Piol © RIPRODUZIONE RISERVATA

CORTINA D’AMPEZZO Rubò 3.000 euro di monili d’oro in una casa a Cortina: identificato e messo agli arresti domiciliari. La misura cautelare è scattata la scorsa settimana nei confronti di Mosè Help, 48enne residente in provincia di Bolzano, accusato di furto aggravato in concorso con il 42enne F.K. che rimane però a piede libero. I fatti risalgono al 6 luglio 2018 quando i due presero di mira un’abitazione ampezzana in località Ronco. Approfittando dell’assenza della proprietaria, Mosè si sarebbe intrufolato all’interno rubando gioielli per un valore di migliaia di euro. Quando la donna rincasò, verso le 18, non notò nulla di strano. Si accorse del furto solo e alle 21 quando salì al primo piano: le stanze erano a soqquadro e molti monili risultavano spariti. Le indagini con-

Gas recuperato Vigili del fuoco in azione

dotte dal comandante dei carabinieri Bernardo Gabrielli permisero di risalire a una targa e quindi a una Ford «Fiesta», già segnalata come mezzo usato da ignoti per un furto in località Fiames a Cortina nel maggio sempre dello scorso anno e che, proprio quel giorno, era stata avvistata nelle vicinanze della casa presa di mira. Grazie a queste informazio-

ni e alle tracce biologiche rinvenute sul luogo del furto, riconducibili a Mosè, i militari sono riusciti a identificare i due uomini. Intanto grandi disagi ieri sulla strada provinciale 641 all’altezza di Malga Ciapela. Un camion della «Beyfin» carico di Gpl ha avuto un guasto meccanico e si è dovuto fermare a lato della careggiata. I vigili del fuoco hanno travasato il gas. Sul posto anche il nucleo Nbcr (nucleare-biologico-chimicoradiologico) di Mestre. L’operazione dalle 11 del mattino alle 19 di sera con la conseguente chiusura della strada in quel tratto. Infine un 17enne investito da un auto sulle strisce pedonali davanti all’ospedale di Feltre. Dimesso già nel pomeriggio. D. P. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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GIOVEDÌ 31 GENNAIO 2019 CORRIERE DELLE ALPI

PRIMO PIANO

Il dopo alluvione - Le polemiche

Alberi abbattuti dal vento nei boschi dell’Altopiano di Asiago nell’immediatezza dell’ondata di maltempo dello scorso autunno

Boschi devastati, è allarme «Il Veneto ancora fermo» Zovi, ex comandante dei Forestali: Trento e Bolzano hanno avviato il recupero Sull’Altopiano di Asiago il disastro ha colpito il 50 per cento degli alberi Renzo Mazzaro PADOVA. Da un convegno scien-

tifico dedicato alla devastazione nell’area montana triveneta, tema attuale ma preso dal lato accademico, non t’aspetteresti l’arrivo di un forestale che la mette giù dura: «Tre metri oltre il confine del Veneto con il Trentino, il recupero dei boschi è partito subito dopo il disastro. Lo stesso è avvenuto a Bolzano. Con i contributi delle due Province, perché recuperare questi alberi costa di più, è difficile farsi strada nei boschi, servono macchinari appositi. Noi nell’Altopiano di Asiago ne abbiamo solo uno, che riesce a fare 100 metri cubi di legname al giorno. E vogliamo concludere entro due o tre anni? Mi rivolgo alla Regione: non ho ancora visto un aiuto concreto, materiale, tan-

gibile. Io faccio il forestale, non il politico, ma questo quesito lo devo porre: abbiamo milioni di ettari devastati, anche chi vive in pianura ha bisogno di questi boschi. La politica batta un colpo, non l’ho ancora sentito». Non è un intervento dal pubblico, è una relazione dal tavolo della presidenza. Siamo all’Accademia Galileiana, chi parla è Daniele Zovi, fino a due anni fa comandante triveneto del Corpo forestale dello Stato. E’ la seconda relazione della mattina, dopo quella di Cesare Lasen, già promotore oltre che presidente dal 1993 al 1998 del parco nazionale delle Dolomiti bellunesi. I due relatori si sono aiutati con immagini. Zovi ha portato un filmato girato dal parapendio, in un equilibrio funambolico si suppone, da Fabio Ambrosini

Il tavolo dei relatori e il pubblico del convegno di Padova

Bres, purtroppo assente (come assente era anche il professor Franco Viola, ideatore e anima del convegno). Vedere la devastazione da un’altezza di poche decine di metri, non ha niente a che fare con le immagini dal satellite che la Regione ha fornito in questi gior-

finanziamenti e procedure

Altri 15 milioni per il ripristino E Zaia diffonde le linee guida Nessuna autorizzazione preventiva per l’utilizzo del legname. Ma in alcune aree non sarà possibile portarlo via per motivi di sicurezza BELLUNO. Dopo i 40 milioni dei

fondi governativi, per i boschi del Veneto colpito dalla tempesta Vaia ci saranno a disposizione 15 milioni del Piano di sviluppo rurale (fondi europei). Ben 309 mila ettari di abeti ros-

si e bianchi, di faggi e larici, nonché di altre alberi, sono stati schiantati e vanno puliti e reimpiantati (là dove necessario). Si tratta di oltre 10 milioni di metri cubi di legname. I primi cantieri della “bonifica” si sono materializzati sul Cansiglio, tra le province di Treviso, Belluno e Pordenone, e sull’altopiano di Asiago. Già al lavoro anche in Val Visdende, nel Comelico e in Cadore, con ditte forestali italiane ed au-

striache, che operano anche in presenza di neve (almeno fino a 40 cm). Ieri sono arrivate le linee guida del Commissario delegato, Luca Zaia, a cui devono attenersi in particolare i sindaci che sono stati nominati “soggetti attuatori”, protagonisti di una sorta di federalismo forestale. «Le linee guida – riassume Fabrizio Stella, sub commissario – riguardano le procedure per l’utilizzazione del materia-

ni. Campomulo, Marcesina, Campo Cavallo, Roana, Val D’Assa, Asiago, Foza, il disastro scorre sotto i piedi, mentre il parapendio sfiora le punte degli abeti superstiti. Ciò non toglie che Feltre abbia avuto 20 milioni di danni, due terzi del verde urbano di-

le schiantato, per il quale non è richiesta nessun autorizzazione preventiva; le indicazioni per la vendita del materiale nelle proprietà pubbliche, che potrà essere effettuata in deroga dall’applicazione del vigente capitolato tecnico; le indicazioni per l’allestimento e la bonifica forestale delle aree schiantate (in particolare, la gestione dei residui di lavorazione e la gestione delle ceppaie sradicate e dei pendii ripidi)». Le linee guida specificano infine che soltanto in alcune aree dei comuni colpiti (Alleghe, Colle S. Lucia, Livinallongo del Col di Lana, Rocca Pietore, San Tomaso Agordino, Zoppè di Cadore, Borca di Cadore, Valle di Cadore, Canale d’Agordo, Calalzo di Cadore, Cence-

strutto, con foto di un disastro impressionante davanti all’ospedale. Cinque comuni in provincia di Belluno e quattro in provincia di Vicenza hanno più del 50% dei boschi distrutti. Sotto un vento di 200 km l’ora sono gli alberi più giovani che non hanno retto. L’80% dei danni subìti nel Primiero, per esempio, è da attribuire a boschi di impianto recente. Boschi di scarsa qualità, dice Lasen. E questo spiega perché i danni maggiori, concorda Zovi, sono stati inflitti all’Altopiano, dove i boschi sono stati ricostituiti dopo una guerra che ha visto un milione di persone vivere e morire in un territorio che oggi ne tiene 21mila. Tutti trincerandosi e scaldandosi con il legname del bosco. Oltre che bombardandolo. Nel Cadore la guerra è passata sulle cime, le piante hanno più di 200 anni. Sull’Altopiano è rimasto in piedi solo il 20% degli alberi. Dopo la guerra sono state messe a dimora un milione di piante, la più grande riforestazione avvenuta in Italia e forse in Europa. Purtroppo con tre errori: piantumazione rettilinea, che in natura non avviene; tutto abete rosso, che ha radici superficiali; tutte piante della stessa età. Errori che si sono capiti settant’anni dopo, all’epoca tutta l’Europa faceva così. «Ricostituire il bosco è operazione che va separata degli interventi di emergenza da affrontare subito», rileva Lasen. «Sullo scenario futuro bisogna riflettere. Evitare generalizzazioni e diversificare le piante, versante per versante». Zovi arriva al punto da ipotizzare per Monte Zebio «di togliere le piante cadute e lasciare che il bosco si arrangi». Ma intanto i prezzi del legname sono crollati: 15 euro a metro cubo, meno ancora, contro i 50 euro di pochi mesi fa. La politica raccoglierà l’appello di Zovi? Il dibattito di ieri non l’ha fatto. Raffaele Cavalli, docente alla facoltà di Agraria, uno dei relatori del pomeriggio, ci ha solo confermato la costituzione di una cordata di imprenditori, sotto il fondo di investimento F2i, interessati a pagare le spese di recupero del legname, facendosi dare in cambio le ramaglie da bruciare. E lasciando i fusti delle piante alla vendita. Ma a chi?—

cerimonia a mestre

Protezione civile la Stiga dona 61 motoseghe MESTRE. Sessantuno moto-

seghe di tre tipi, di un valore che va dai 250 ai 400 euro l'una. Sono state donate dal gruppo Stiga di Castelfranco alla Protezione Civile, come riconoscimento per il lavoro fatto per le popolazioni del Bellunese colpite dal maltempo. La consegna, ieri mattina, nella sede di Marghera della Protezione Civile. «La Stiga si trova a Castelfranco: per questo abbiamo avvertito la difficoltà in cui versava il Bellunese» spiega Franco Novello, vice presidente dell'azienda. «Noi ci occupiamo di prodotti per il giardinaggio e con questo regalo abbiamo voluto dire grazie alla Protezione Civile». La mattinata di ieri è stata anche l'occasione per fare il punto sulla situazione. «È tutto sotto controllo» rassicura l’assessore alla Protezione Civile Gianpaolo Bottacin. «Ci sono 172 cantieri aperti. Abbiamo iniziato con le situazioni a rischio, ma arriveremo ovunque, per tornare presto alla situazione preesistente. Abbiamo ricostruito in 23 giorni un acquedotto di 2,5 chilometri, a 1500 metri di quota». I fondi ora non sembrano essere un problema. «Li abbiamo. Gli iniziali 15 milioni, subito distribuiti tra i Comuni, i 150 milioni di questa settimana e ne arriveranno altri. In Italia, per fare dei lavori pubblici secondo le procedure determinate sono necessari anni, quindi abbiamo chiesto una serie di deroghe per velocizzare l'iter. Le normali condizioni di vita della popolazione sono state ripristinate subito. Ora stiamo intervenendo per sistemare il resto, ma ci sono opere che richiederanno un anno. Parliamo di un evento che ha causato oltre 1,5 miliardi di danni, investendo 118 Comuni». — Laura Berlinghieri

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nighe Agordino, Cibiana di Cadore, Gosaldo, Rivamonte, Taibon Agordino, Sovramonte, Feltre, Enego, Gallio, Rotzo), ben precisate e assolutamente delimitate con apposita cartografia da parte dell’Arpav, non sarà possibile l’asportazione. Ci sono aree infatti in cui le piante a terra possono

anche i 50 centimetri di neve e oltre. Aumenta, intanto, il budget per la bonifica dei boschi. Ulteriori 15 milioni. «I fondi del Psr (pari a 1169 milioni per il settennio 2014-2020) sono ormai a fine programmazione – afferma l’assessore regionale all’agricoltura, Giuseppe Pan –, tuttavia abbiano ritenuto opportuno cercare di offrire una ulteriore misura di sostegno. Abbiano pertanto “riorientato” i bandi a disposizione, privilegiando, per quanto possibile, gli interventi a sostegno del ripristino e del reimpianto nelle aree forestali montane, nonché quegli interventi innovativi che potranno agevolare la commercializzazione del legname abbattuto». Francesco Dal Mas

Oltre 300 mila ettari di abeti rossi e bianchi di faggi e larici vanno ripuliti e ripopolati avere una funzione protettrice degli abitati e della viabilità. È infatti il timore di queste ore, in presenza di precipitazioni che potrebbero raggiungere


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GIOVEDÌ 31 GENNAIO 2019 CORRIERE DELLE ALPI

REGIONE

Infrastrutture e autonomia

Toninelli: «Gli utili delle autostrade debbono restare nel territorio» Il ministro guarda con interesse alla holding pubblica di Zaia «I Benetton? Lavoro per ribaltare il sistema, più equità» Albino Salmaso

eterogenesi dei fini può mettere d’accordo due tenaci avversari come Danilo Toninelli e Luca Zaia: il ministro 5 Stelle delle Infrastrutture, dopo la tragedia di Genova, coltiva l’idea di rinegoziare le concessioni delle autostrade italiane, mentre il governatore leghista del Veneto punta a creare una holding a Nordest mettendo assieme Cav, Autovie Venete e Autobrennero, società con forte presenza pubblica. Il banco di prova si chiama “autonomia differenziata” e ieri a Roma c’è stato l’ennesimo incontro tra la delegazione del Veneto e quella del ministero delle Infrastrutture, che ha competenze su tre importanti materie che Zaia chiede di gestire, alla pari di Fontana, mentre Bonaccini è più prudente e realista. Si tratta dei punti 11, 12, 13 e in parte 15 dell’articolo 117 della Costituzione che regola le materie concorrenti. Il percorso è ancora molto lungo e la prima tappa è fissata il 15 febbraio a Roma, quando il premier Conte convocherà i governatori di Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna per consegnare loro le tre intese che dovranno essere firmate e poi approvate dal Parlamento. Ministro Toninelli, al punto 12 si parla di porti e aeroporti civili. La Regione Veneto vuole pieni poteri sulla laguna di Venezia e sul Marco Polo di Tessera, terzo scalo ita-

liano. Si può fare oppure no? «E’ possibile avviare un maggiore coinvolgimento degli enti territoriali in termini di progettazione e impulso ai piani di sviluppo aeroportuali, ma nella consapevolezza che solo il Piano nazionale aeroporti, che noi miglioreremo, consente quella visione di insieme in grado di garantire economie di scala e una crescita più robusta. Lo stesso vale per i porti: ri-

«Le strade tornate all’Anas? La riforma Delrio sulle Province è stata un disastro» teniamo corretta una maggiore presenza degli enti locali, ben consci che le Regioni hanno già competenze significative». Quali competenze possono essere cedute su queste materie? «Stiamo lavorando con la ministra Erika Stefani e il suo staff in piena condivisione di intenti. Alle Regioni andranno le funzioni più strettamente connesse alle specificità territoriali». Autostrade e grandi reti di trasporti. Zaia ha lanciato il polo autostradale a Nordest con Friuli e Trentino Alto Adige, regioni a guida leghista. Le concessioni sono in capo a Cav, Autovie Venete, AutoBrennero e al gruppo Abertis-Benetton. Lei condivide questa idea del polo pubbli-

co e come si può realizzare? «Siamo impegnati ad ampliare la gestione squisitamente pubblica della rete autostradale. Esattamente come già sta accadendo, ad esempio, con la A22 Autobrennero e l’A4, in modo da tenere gli utili sui territori e garantire tariffe eque a chi viaggia». Lei è ancora dell’idea di rinegoziare le concessioni autostradali con il gruppo Benetton? «Ho ereditato contratti tutti sbilanciati a favore dei privati. In più, riguardo a Genova, abbiamo visto un caso clamoroso e tragico di mancata manutenzione. Ovvio che ci stiamo impegnando per ribaltare il sistema e renderlo più equo. In questo senso, nel Decreto Emergenze è stata inserita una norma importante che porterà alla progressiva riduzione del costo dei pedaggi». A che punto siamo con l’ingresso di Anas in Veneto Strade e con la riclassificazione delle grandi arterie regionali che tornano in capo a Roma, dopo l’accordo del febbraio scorso? «La riforma delle Province dell’ex ministro Graziano Delrio è stata un tale disastro che oggi con Anas stiamo completando la prima fase di ritorno alla società delle strade che erano appannaggio degli enti intermedi. Parliamo, ad esempio, di 725 chilometri di arterie venete. E’ un percorso che si completerà con il parere delle commissioni parlamentari e un Dpcm, dopo il riesame da

le dichiarazioni in corte d’assise

Cavallini imputato per la strage «Quel giorno ero a Padova» A 39 anni dall’attentato di Bologna del 2 agosto 1980 l’imputato si professa innocente «Ero altrove, ora denuncerò le famiglie delle vittime» VENEZIA. A 39 anni dalla strage del 2 agosto 1980, che fece 85 morti e oltre 200 feriti, alla stazione di Bologna, Gilberto Cavallini, 66 anni, torna nel capoluogo miliano da imputato nel processo che lo vede accusato,

davanti alla Corte d'Assise, per concorso in quella strage, per cui sono già stati condannati in via definitiva Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini. Gilberto Cavallini, il “negro” come lo chiamavano nell’ambiente terroristico di estrema destra, sulle spalle ha diversi ergastoli e ha frequentato molto il Veneto. Abitava, negli anni Ottanta con la moglie a Treviso e qui oltre a com-

piere varie rapine ha partecipato all’omicidio, a Padova il 5 febbraio del 1981 al duplice omicidio dei carabinieri Enea Codotto e Luigi Maronese. E al Veneto è legato l’alibi che ieri ha portato in aula per ribattere che lui quella mattina dell’attentato era a Padova e non a Bologna, lui ha sostenuto che quel giorno lo ha trascorso prima a Padova a casa di un conoscente che non era Carlo Digilio, “zio Otto”, altro terrorista

Danilo Toninelli, ministro delle Infrastrutture, eletto con il M5S a Milano

parte del Consiglio superiore dei lavori pubblici. Tuttavia, un eventuale impulso della Regione potrà portare al trasferimento di ulteriori strade provinciali». Alta velocità ferroviaria: il vicepremier Di Maio ha fatto capire che il M5s è pronto a rivedere la propria posizioni sulle grandi opere. Lei pensa di sbloccare i lavori sulla tratta Brescia-Verona-Vicenza? E si deve procedere al raddoppio della linea con quattro binari, oppure no? «Premesso che non stiamo bloccando alcuna opera perché i cantieri proseguono sulla Brescia-Verona, si sta semplicemente effettuando una doverosa analisi costi-benefici che sarà conclusa a breve. L’obiettivo è sempre quello di migliorare il trasporto delle persone e delle merci in aree così importanti del Paese». Venezia attende il completamento del Mose, lei ha assicurato che i fondi verranno trovati. Le ultime paratoie sono state posate: a che pun-

to siamo? «Il Mose sarà purtroppo ricordato come uno dei peggiori scandali corruttivi della storia italiana. Tuttavia, trovandosi al 94% dello stato di realizzazione, va portato a termine in fretta e meglio di come lo abbiamo ereditato. Stiamo lavorando a una soluzione che riguarda non solo il completamento, ma anche la successiva gestione delle paratoie mobili in laguna». Sulle grandi navi che entrano nel bacino di San Marco chi deve decidere: il suo ministero d’intesa con il sindaco Brugnaro oppure la Regione che rivendica nuovi poteri? «Stiamo vagliando la soluzione migliore e più sostenibile per Venezia e i veneziani. Da troppi anni si discute di questo argomento senza arrivare a uno sbocco. Stiamo quindi stringendo su un paio di ipotesi che a breve condivideremo con i soggetti interessati e renderemo pubbliche». —

legato ai Nar del Lido di Venezia. Ieri in aula, prima che iniziassero le domande dei magistrati e dei vari avvocati è stato lui a leggere un documento con il quale attacca l’Associazione dei famigliari vittime della strage. «Mi riprometto di presentare denuncia per calunnia contro gli estensori della cosiddetta scheda Cavallini datata 22 maggio 2014, presente nel fascicolo della Procura, per le falsità e le gravi accuse ivi contenute», ha detto riferendosi a una parte dell'esposto dell'associazione, che diede il via alle nuove indagini. Paolo Bolognesi, il presidente dell’Associazione ha risposto che se lui querela loro rispondono con i documenti. L'ex Nar, l'ultimo del gruppo

ad essere arrestato, ora in carcere a Terni in regime di semilibertà, ha aggiunto: «Fin dall'immediatezza c'è stato il dogmatico convincimento che si trattasse di una strage fascista, di cui la mia presenza qua oggi è solo una tragica conseguenza. L'attentato fu subito decretato come fascista dal Sismi». Per lui, invece, la pista credibile è quella «palestinese». Cavallini dice: «Dopo l'inizio del processo è cominciato un tam tam mediatico per affermare prima che erano state trovate le prove dei pagamenti di Gelli al sottoscritto (sfido chiunque a produrle) e poi di essere stato un agente di Gladio. E per finire di avere avuto contatti con strani e equivoci personaggi che vanno dal cosiddetto “Faccia da mostro” a

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il premier conte

«L’autonomia deve salvare la coesione nazionale» Il governo lavora «seriamente» sull'autonomia di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna e il 15 febbraio incontrerà i 3 presidenti delle regioni, ma deve «salvaguardare la coesione nazionale e sociale». Lo dice il premier Giuseppe Conte, nella sede di Assolombarda e ricorda che la questione è nel contratto di governo. Ad aprire il dibattito Carlo Bonomi, presidente degli industriali. «ll modello dell’autonomia per i nostri territori non c’entra nulla con la secessione. E neppure con presunte sottrazioni di risorse al Sud Italia. L’attribuzione alla Lombardia delle risorse per il trasferimento di nuove funzioni è dovuta», ha concluso Bonomi. «C'è però un problema - ha replicato ionte dobbiamo evitare che su passaggi e competenze strategiche a livello nazionale ci sia la possibilità di conservare una visione strategica e un' efficacia operativa».

un certo Titta». A proposito di quel 2 agosto 1980 dice: «Quella mattina ero a Padova con Fioravanti, Mambro e Ciavardini, poi mi allontanai per incontrare un mio conoscente, detto “il Sub”, a cui dovevo far filettare delle armi, ma non intendo rivelare il nome. Tornai da loro dopo un'ora, un'ora e mezza o due». Cavallini ha negato che si trattasse di Carlo Digilio, l'armiere di Ordine Nuovo, segretario del poligono di tiro del Lido di Venezia e di essersi allontanato da Padova quel giorno per andare proprio al Lido. Per la prima volta, però, in maniera chiara, ha confermato che Digilio e “zio Otto” sono la stessa persona. — C.M. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI


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GIORNO&NOTTE Gli eventi nel Bellunese

Stefano Accorsi e l’Orlando Furioso portano 12mila euro per gli alluvionati Pubblico incantato dal grande attore su un palco privo di grandi scenografie e basato sulle sue capacità artistiche Fabrizio Ruffini BELLUNO. L’Orlando furioso di

Stefano Accorsi emoziona il Comunale e fa incassare almeno 12mila euro al botteghino nonostante il breve preavviso con il quale è stato messo in cartellone, grazie a una collaborazione tra la Fondazione teatri delle Dolomiti e Arteven. L’intero ricavato della serata sarà destinato alle popolazioni colpite dal maltempo dello scorso fine ottobre, al netto di iva e diritti Siae, che non si è riusciti a non pagare (per un totale di non meno del 20%). «I dati definitivi li avremo nei prossimi giorni, quando sapremo quanto è stato venduto da Arteven fuori da Belluno», commenta Renzo Poloni, presidente della fondazione, «è comunque un risultato ottimo, dato che era un fuori programma in un calendario già molto ricco». Sul palco, prima dell’attore bolognese, con Poloni sono saliti Pierluca Donin di Arteven, assieme al presidente della Provincia, Roberto Padrin e all’assessore Marco Perale. Tutti hanno sottolineato la spontaneità e l’importanza del gesto di Accorsi nel presentarsi a Belluno assieme ai tecnici dello spettacolo in forma assolutamente gratuita e vota-

ta esclusivamente alla raccolta di fondi. Il presidente Zaia, invece, non era presente e ha affidato a una lettera un messaggio letto da Poloni: «Mi faccio garante per ogni centesimo raccolto durante la serata affinché arrivi nelle zone colpite dalla tempesta». Durante il lungo monologo in rime ariostesche, Accorsi ha incantato il pubblico narrando delle gesta di Orlando, Angelica, Ruggiero e Bradamante, ricalcando l’essenza più pura di un teatro privo di grandi scenografie e basato sulla capacità dell’attore di mantenere alta l’attenzione del pubblico. Unica decorazione, infatti, erano alcuni cavalli in giostra realizzati dall’artista Mimmo Paladino, che ricordavano quelli sognati da un bambino o rappresentati in un arazzo variopinto, davanti al quale il cantastorie Accorsi ha portato per mano il pubblico alla scoperta di un sunto degli episodi più appassionanti dei 38.746 versi dell’opera di Ludovico Ariosto; saltellando sapientemente di scena in scena e spingendo gli spettatori a creare da sé una scenografia immaginaria fatta di tende, accampamenti, castelli, duelli, bestie terribili, foreste e fanciulle in pericolo. Merito doppio all’Accorsi teatrale va per il fatto di aver

l’assemblea

Rinnovato il consiglio della Pro loco Trichiana Martedì il presidente TRICHIANA. Sei nuovi volti nel

consiglio della Pro Loco trichianese, di cui quattro giovani al di sotto dei trentatre anni. Lunedì sera, in presenza dei soci si è infatti svolta nella sede municipale la prima assemblea per il rinnovo del direttivo, che ha registrato l’addio dei consiglieri Simone Zallot e Stefano De Martin, i quali hanno scelto di non ricandidarsi, e nel con-

L’assemblea della Pro loco

portato in scena lo spettacolo in versione “assolo”, senza cioè il supporto di Marco Baliani, regista e autore dei testi oltre che spalla di Accorsi in scena. Nonostante ciò, l’intero racconto è filato via senza mai annoiare e, soprattutto, rispettando gli inserti comici pensati per intervallare con una risata la travagliata avventura dei cavalieri cristiani e musulmani arsi e resi folli da amori contesi e raramente corrisposti, facendo risuonare le rime originali nell’italiano di Ariosto come fosse moderno, tanto da riuscire ad inserire anche alcuni riferimenti a fatti e personaggi dell’attualità italiana. Dopo circa un’ora e mezza di spettacolo, l’attore è stato atteso in sala da un nutrito gruppo di fan a caccia di una foto o di una stretta di mano, alla quale il prode Orlando non ha potuto sottrarsi, affrontando con il sorriso l’orda di pulzelle. «Dopo lo spettacolo ho avuto modo di parlare con Accorsi, che, oltre ad apprezzare la città, ha lodato il pubblico bellunese per la sua attenzione e la sua maturità nel seguire il monologo», conclude Poloni, «segno evidente della buona abitudine di andare spesso a teatro e incoraggiamento per vedere Accorsi ancora sul palco del Comunale in futuro». —

tempo anche l’ingresso di alcuni giovani, simboli della volontà dell’associazione di rinnovarsi puntando su forza fresche per il territorio. Dopo gli inziali ringraziamenti di rito, la serata è proseguita con la riconferma di tutti i consiglieri uscenti che avevano dato la disponibilità a proseguire il loro cammino all’interno della Pro Loco, la quale ha pertanto raggiunto un elevato numero, che si attesta a trentadue rappresentanti: il dato numerico è inoltre il più elevato che l’associazione abbia mai avuto. A tale dato va dato atto alla volontà di abbassare ulteriormente l’età media del gruppo, che dai sessant’anni del nucleo storico si attesta ora sui quarant’anni.

le immagini

L’Orlando Furioso riempie il Comunale La platea del teatro comunale di Belluno affollata per il monologo di Stefano Accorsi a favore delle zone alluvionate. Grande prestazione dell’artista impegnato nell’Orlando furioso.

Grande soddisfazione è stata espressa dai presenti così come dal presidente uscente De Bona, che hanno poi fornito le indicazioni sui prossimi impegni: il primo consiglio avrà luogo nella sede della Pro Loco nella serata di martedì 4 febbraio, durante la quale verrà eletto il nuovo presidente che avrà il compito di scegliersi i suoi più stretti collaboratori; il secondo passaggio prevede inoltre la definizione di tutti gli altri incarichi, dai segretari e non solo. Terminati gli impegni burocratici il giorno successivo l’associazione sarà operativa e pronta a varare i consueti appuntamenti e non solo che la attendono da qui al resto del 2019. — D.D.

teatro a castion

Don Chisciotte rivisitato dagli studenti delle medie BELLUNO. Anche quest’an-

no gli alunni di seconda della scuola media Zanon di Castion, al termine del loro percorso di laboratorio teatrale, porteranno in scena uno spettacolo diretti dal regista Bepi Santuzzo, che si è cimentato nella rivisitazione del Don Chisciotte di Cervantes, grande classico della letteratura mondiale. I ragazzi daranno corpo alle disavventure del “cavaliere dalla trista figura”, un

personaggio di sicuro effetto comico ma anche pieno di poesia, vittima della contrapposizione tra l’effettiva realtà e l’immaginario mondo cavalleresco in cui crede di vivere. Lo spettacolo, che ha visto la collaborazione con il liceo artistico Catullo per la realizzazione del fondale, si terrà in due serate, martedì e mercoledì alle 20.30 al teatro San Gaetano di Castion. —


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Primo Piano La scheda

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La data limite

Entro il 15 febbraio il Governo e le Regioni che ne hanno fatto richiesta devono definire i contorni per l’autonomia

Le materie delegate

Veneto e Lombardia hanno chiesto la competenza su 23 materie previste dall’articolo 116 della Costituzione. L’Emilia Romagna solo su 15

Le posizioni dei partiti

Il 15 novembre 2017 solo il Pd e Patrizia Bartelle (all’epoca M5s) non votarono la proposta con le 23 materie e i 9/10 di tasse.

Le tasse sul territorio

Dai 9/10 delle tasse si è passati nella pre-intesa con il Governo Gentiloni alla compartecipazione di uno o più tributi.

Giovedì 31 Gennaio 2019 www.gazzettino.it

«Autonomia, la bozza pronta per il 15 febbraio» Il premier Conte: rispetteremo gli impegni `Fontana: la volta buona per un’ottima riforma e salvaguarderemo la coesione nazionale Zaia accusa il Pd: era Renzi ad essere contrario `

LA CONFERMA VENEZIA Stavolta non ci saranno rinvii: il termine del 15 febbraio per la presentazione a Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna della bozza di intesa sull’autonomia, sarà rispettato. L’ha detto ieri, a Milano, il presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte. Che ha pure lanciato un messaggio al Sud: la coesione nazionale e sociale sarà salvaguardata. La scaletta annunciata a fine anno resta dunque immutata, come ha confermato il premier dopo l’incontro con il governatore della Lombardia, Attilio Fontana: «Abbiamo parlato soprattutto di autonomia, abbiamo confermato la determinazione a rispettare gli impegni del contratto di governo - ha detto Conte - Il progetto dell’autonomia per quanto ci riguarda va avanti, stiamo ancora completando a livello interno i vari passaggi e le varie valutazioni ma confidiamo di rispettare il termine che ci eravamo prefissati del 15 febbraio per arrivare a una bozza da discutere che mi consentirà di sedermi a un tavolo con i governatori interessati per discutere poi il passaggio finale, in modo da poter arrivare a un’intesa e ai passaggi successivi». «Questo governo - ha aggiunto Conte - vuole assoluta-

PROTAGONISTI Il premier Giuseppe Conte a Milano con il governatore della Lombarda Attilio Fontana. Sopra il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia

BONOMI: LE NOSTRE IMPRESE CI TENGONO. SCETTICO COTTARELLI: OLTRE UN CERTO LIVELLO SI RISCHIA LA DISGREGAZIONE

mente rispettare gli impegni, ovviamente dobbiamo lavorare, e lo dico per tranquillizzare tutto il paese, perché sia assicurata la coesione nazionale. Come premier devo farmi garante anche di questo aspetto. Ci sarà un rafforzamento dell’autonomia che nulla toglierà alle altre regioni».

LE REAZIONI Fiducioso il governatore Fontana: «Ritengo che questa sia veramente la volta in cui si riuscirà a fare un’ottima riforma. Abbiamo concordato che il lavoro che si sta facendo è a un ottimo punto di partenza. Siamo assolutamente d’accordo nell’impe-

gno che è stato assunto, dal governo più che da noi, di presentare una bozza dell’accordo entro il 15 di febbraio. Soprattutto il presidente del Consiglio ha ribadito la volontà di andare avanti con la massima determinazione su questo argomento». Da Cagliari, impegnato in un breve tour elettorale in vista delle elezioni regionali in Sardegna del 24 febbraio, il governatore del Veneto Luca Zaia ha accusato il Pd: «Dare l’autonomia al Veneto significa avere la certezza di un governo dall’altra parte che non metterà in discussione alcuna forma di autonomia. Non posso non ricordare che Matteo Renzi non voleva dare l’autonomia al Veneto e metteva in discussione anche quella di Trento, Bolzano e della Sardegna». Il sì all’autonomia - così come a Tav e Olimpiadi - è arrivato anche dagli industriali: «Quella dell’autonomia rafforzata richiesta dalla nostra Regione ha detto il presidente di Assolombarda, Carlo Bonomi - è una scelta alla quale le nostre imprese tengono molto». Intanto il ministro per il Sud, Barbara Lezzi, ha puntualizzato che sull’autonomia «il M5s non è affatto messo all’angolo», anzi «è parte attiva»: «L’autonomia rafforzata - ha detto - non mi preoccupa: il nostro faro sono il contratto di governo e le garanzie costituzionali». Qualche perplessità l’ha sollevata l’economista Carlo Cottarelli: «L’autonomia differenziata nuoce al Sud? Dipende da come viene scritta. L’idea del decentramento va bene, perché ognuno è responsabile delle proprie spese, ma oltre un certo livello si rischia di disgregare l’unità nazionale». Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA

Il M5s prende ancora le distanze dalla deputata vicentina

Dai No Vax ai negazionisti della Xylella, Cunial grillina isolata ROMA Prima i No Vax, adesso i negazionisti della Xylella. Protagonista sempre Sara Cunial, la deputata vicentina di Bassano del Grappa del Movimento 5 stelle. Dalla quale, anche adesso, il M5s prende le distanze. Una settimana fa Sara Cunial aveva organizzato un evento alla Camera dei deputati con un’associazione dichiaratamente No Vax, senza contraddittorio. E il M5s si era dissociato. Ieri Cunial ha prenotato una sala della Camera per una conferenza

LO SCONTRO ROMA Tav bloccata e maggioranza paralizzata. Lo scontro tra 5Stelle e Lega sull’Alta velocità Torino-Lione esplode anche in Parlamento. Il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli vieta a Marco Ponti, il presidente della commissione incaricata di analizzare i costi e i benefici dell’opera, di essere ascoltato alla Camera. E, sempre a Montecitorio, il voto sulle mozioni pro-Tav presentate da Pd e Forza Italia slitta a metà febbraio. La ragione: grillini e leghisti non sono stati in grado di raggiungere un’intesa sulla mozione di maggioranza. «Partiamo da posizioni inconciliabili, la sintesi è praticamente impossibile», riferisce una fonte che ha partecipato alla trattativa. In questo caos, domani Matteo Salvini andrà al cantiere di Chiomonte in Val di Susa per dire: «L’Alta velocità va fatta». Oltre a portare solidarietà agli agenti «oggetto di violenze» da parte dei No-Tav sostenuti per anni dai 5Stelle. Beppe Grillo in testa. A tenere banco ieri è stata la

stampa sulla Xylella, il batterio che sta mettendo in ginocchio l’olivicoltura pugliese. Immediata la reazione dei parlamentari M5s in commissione Agricoltura alla Camera: «Prendiamo le distanze dall’iniziativa della deputata Sara Cunial, che ha organizzato una conferenza stampa alla Camera dei deputati dal titolo “Xylella: un’emergenza democratica. Illegittimità e incostituzionalità dei provvedimenti”. Cunial ha prenotato la sala in completa

autonomia e a titolo personale, senza informare il Movimento 5 Stelle che, sulla questione Xylella ha aperto una indagine conoscitiva tuttora in corso presso la Commissione

Agricoltura della Camera e le cui audizioni hanno visto l’eterogenea partecipazione di stakeholder e rappresentanti dei diversi settori interessati». «La convocazione di questa conferenza stampa - prosegue la nota - che rappresenta una visione parziale e non condivisa sull’argomento si configura, pertanto, anche come una mancanza di rispetto nei confronti del lavoro parlamentare attualmente in corso». © RIPRODUZIONE RISERVATA

CONTESTATA Sara Cunial, deputata vicentina del Movimento 5 Stelle

VAL DI SUSA Il cantiere della Tav a Chiomonte (foto ANSA)

Caos Tav, Toninelli vieta l’audizione alla Camera decisione di Toninelli di vietare a Ponti di essere ascoltato dalla commissione Trasporti della Camera. Il presidente leghista, Alessandro Morelli, il 19 gennaio aveva udito Paolo Foietta, commissario straordinario per l’Alta velocità. Poi, su sollecitazione del presidente della Camera Roberto Fico, noto per la sua posizione contraria alla Tav, aveva convocato il tecnico di Toninelli. Ma il ministro ha imposto lo stop e Morelli non l’ha presa bene. Anzi. Ha subito scritto a Fico per stigmatizzare il comportamento dell’esponente grillino e in casa Lega si parla di «situazione comica, se non grottesca». Spiegazione: «Toninelli ha paura che venga nota

l’analisi costi-benefici ormai ferma da mesi al ministero dei Trasporti. Teme la reazione del Paese...».

LE GIUSTIFICAZIONI Il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture ha provato a spiegare il suo “no” in una lettera a

IL MINISTRO STOPPA L’INTERVENTO DEL CAPO DELLA COMMISSIONE SU COSTI E BENEFICI IRA DEL CARROCCIO PD E FI PROTESTANO

Morelli. Il senso: prima di poter rendere pubblica l’analisi costi-benefici di Ponti, questa deve essere condivisa con il governo francese e con la Commissione europea. «Questo passaggio avverrà entro la prima metà di febbraio». «Un altro rinvio, un altro modo per prendere tempo», hanno ringhiato i leghisti, mentre Pd, Forza Italia e FdI sono partite all’attacco. «Toninelli nasconde la fantomatica analisi perché ha paura della democrazia e della verità», ha tuonato Maurizio Lupi. «Forse siamo davanti a un segreto di Stato», hanno ironizzato Claudio Pedrazzini (FI) e Raffaella Paita (Pd). C’è però anche di più. A un cer-

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to punto si diffonde la notizia che domani, nelle stesse ore in cui Salvini sarà al cantiere di Chiomonte, la ministro francese ai Trasporti Elisabeth Borne avrà da Toninelli l’ormai ricercatissima e fantomatica analisi di Ponti. Ma il ministro corre a smentire, finendo per smentire se stesso, visto che nella lettera a Morelli aveva detto che il dossier sui costi-benefici sarebbe stato condiviso prima con la Francia e soltanto dopo illustrato in Parlamento.

LA RIVOLTA DEL NORD In tutto questo, il mondo imprenditoriale del Nord è in rivolta. Incontrando il premier Giuseppe Conte, il presidente dell’Assolom-

barda Carlo Bonomi non ha fatto giri di parole: «Non solo noi, ma anche tutte le altre associazioni di impresa e l’opinione pubblica chiede di sbloccare la Tav e le altri grandi opere pubbliche». Conte, immobilizzato dai 5Stelle, non ha potuto far altro che dribblare la questione, promettendo «entro metà febbraio un pacchetto di diversi miliardi per mettere in sicurezza le infrastrutture e il territorio». Che altro non è che l’ormai famoso piano straordinario di manutenzione delle reti di trasporto esistenti tanto caro a Toninelli & C. A.Gen. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Adria

LE PROTESTE Da anni si attende l’intervento lungo la striscia d’asfalto: prima c’era il velobox

Delta

Giovedì 31 Gennaio 2019 www.gazzettino.it

rovigo@gazzettino.it

Nuovo autovelox verso Cavarzere Il Comune ha fatto ripartire l’iter per ottenere da Veneto `Ma i residente lo vogliono vicino al nucleo abitato come Strade l’autorizzazione per la pericolosa “516 Piovese” deterrente, mentre potrebbe essere posizionato più lontano `

Bartelle: «Fallimento veneto per i treni»

ADRIA Riparte l’iter per l’autovelox fisso sulla strada regionale 516 Piovese Adria-Cavarzere, in stand by da oltre un anno. Gli uffici tecnici di palazzo Tassoni hanno fatto ripartire l’iter autorizzativo nei confronti di Veneto Strade, ente proprietario del nodo d’asfalto, per ottenere la concessione del suolo pubblico dove installare il misuratore di velocità. Se fino a qualche giorno fa la situazione di stallo preoccupava i residenti, che erano pronti a chiedere risposte e spiegazioni all’amministrazione Barbierato, stanchi della lunga attesa, ora i promotori sono pronti a dare battaglia se il misuratore di velocità, come sembrerebbe, non sarà installato nei pressi del nucleo abitato, come era previsto in un primo momento, ma spostato in un’area a scarsa densità abitativa.

ADRIA

IL MALUMORE Alcune dichiarazioni del mondo della politica locale, in base alle quale l’amministrazione comunale dovrebbe posizionare l’ autovelox fuori dall’area considerata a più alto tasso incidentalità, in un punto indicato dalla Prefettura, non sono state affatto ben accolte dai firmatari di una delle tante petizioni raccolte in questi anni, tanto che i residenti, da circa una decina di giorni si stanno organizzando per manifestare contro il Comune e la Prefettura se questa ipotesi si dovesse realizzare. Nonostante siano già stati cantierati da mesi gli allacciamenti elettrici e sia già stato posato un contatore in loco, l’operazione rischia di slittare ancora, dopo che era stata bloccata all’indomani della caduta della giunta Barbujani Ter.

STRADA A RISCHIO La postazione di rilevazione della velocità era stata prevista, su un nodo stradale notevolmente trafficato ed a forte rischio di incidentalità, esattamente al km 43+ 250 metri e doveva essere operativa in entrambe le direttri-

ADRIA Lungo la strada che conduce a Cavarzere sarà installato un autovelox come sull’arteria che conduce a Loreo e la Romea

ci di marcia. L’operazione si era era necessaria per porre in atto azioni volte a limitare la velocità dei veicoli che quotidianamente attraversano il tratto stradale e che costituiscono un grosso pericolo per la pubblica incolumità di tutti gli utenti della strada ed in particolare dei pedoni e dei ciclisti. Secondo l’ex esecutivo di palazzo Tassoni inoltre i controlli messi in atto in zona, con le pattuglie della Polizia Locale, non avrebbero permesso di ottenere un risultato omogeneo e continuo. Vi sarebbe stata inoltre l’esigenza di effettuare lo stesso tipo di attività dissuasiva anche nelle ore notturne quando gli agenti non sono in servizio soprattutto per tutelare l’incolumità delle persone e contenere i costi sociali connessi ai sinistri stradali. Le apparecchiature, se l’operazione sarà portata a compimento, dovrebbero essere noleggiate da As2, società che già gestisce l’autovelox fisso

sull’Adria -Loreo.

Adria

CITTADINI IN ATTESA

Il Soldanella ha confermato Lucchiari Daniele Lucchiari è stato confermato alla guida del coro Soldanella nel corso dell’assemblea ordinaria annuale del sodalizio corale

ADRIA Daniele Lucchiari

adriese che, fra i vari punti all’ordine del giorno relativi alle approvazioni delle relazioni del presidente, del direttore artistico e del segretario, aveva in scaletta il rinnovo delle cariche dirigenziali per il biennio 2019/2020. Oltre a Lucchiri faranno parte del nuovo organigramma societario Luciano Andriotti come vicepresidente: ed i consiglieri Carlo Braga, Luciano Pitteri, Oddone Sacchetto e Federico Simoni. Luciano Mori e Leno Marangoni fungeranno da revisori dei conti. Il segretario del coro sarà Luigi Casellato, mentre direttore artistico sarà il riconfermatissimo maestro Cristiano Roccato.

Da anni i residenti di località Pontinovi e delle limitrofe località Campelli, Bindola, Sabbioni, Campo, Passetto e Palazzina chiedono alla pubblica amministrazione, anche tramite petizioni, ogni provvedimento utile ad inibire la pericolosità di questo tratto stradale dove la velocità degli automobilisti ed i sorpassi azzardati sul lungo rettilineo hanno già provocato gravi incidenti stradali. Qualche anno fa in zona era stato anche installato un velobox dapprima bruciato e poi reso inagibile con vernice spray nera. Dopo che quel deterrente era stato rimosso, i veicoli avevano ricominciato a sfrecciare come prima, e forse più di prima, tanto che l’amministrazione comunale aveva pensato anche di riposizionare quel velobox, ma non se ne fece nulla. Guido Fraccon

Barbierato: «Csa, i vertici devono dimettersi» ADRIA Si è risolto in un nulla di fatto l’incontro tra il consiglio di amministrazione del Centro servizi anziani e l’amministrazione Barbierato. Mentre nuovi venti di guerra sindacali sono pronti ad abbattersi sulla struttura di riviera Sant’Andrea, il primo cittadino Omar Barbierato ha invitato nuovamente la presidente Sandra Passadore ed il suo staff a rassegnare le dimissioni. «Ci auguriamo che l’attuale cda e la presidente - spiega il sindaco vogliano cedere il passo ad un nuovo consiglio di amministrazione, figlio della volontà politica della maggioranza della città che, votandoci, ha espresso una chiara volontà di cambiamento

anche all’interno della casa di riposo. Dall’altra, non smetteremo di lavorare in tutti i modi per mettere in campo azioni e proposte, in base alla nostra competenza politico-amministrativa, per il bene degli ospiti anzitutto».

SFIDA AI CAPIGRUPPO Barbierato ed i suoi nei prossimi giorni incontreranno anche i capigruppo consiliari anche se la situazione molto difficilmente cambierà prima del 2020 quando in cui scadrà il mandato del cda. «Vedremo se i capigruppo saranno collaborativi per il bene degli ospiti. Al di la di possibili strumentalizzazioni politiche, la fotografia del Csa in questi ultimi anni rappresenta una situazione in cui lavoratori, ospi-

ti e loro familiari denunciano quotidianamente uno scontento, una delusione e una disillusione verso tutti i responsabili diretti e indiretti di questa situazione: cda, direttore, sindacati e politica. Noi amministratori non abbiamo mai cambiato idea sulla sfiducia politica verso Passadore, e chi in questi anni ha votato le scelte prettamente politiche dell’ente. Abbiamo chiesto

IL SINDACO SFIDA I CAPIGRUPPO: «VEDREMO SE SARANNO COLLABORATVI PER IL BENE DEGLI OSPITI»

un passo indietro alla presidente nel primo incontro avvenuto dopo il nostro insediamento».

«Il silenzio assordante del governatore Luca Zaia conferma il suo disinteresse per il Polesine. Quella di martedì è stata un’altra giornata insostenibile per i cittadini che fanno affidamento al trasporto pubblico ferroviario gestito da sistemi territoriali. La tratta Adria-Venezia si è contraddistinta per l’ennesima volta, da ritardi, soppressioni di treni, mancanza di avvisi in stazione e via internet». La consigliera regionale di Italia in Comune Patrizia Bartelle punta all’accento ancora una volta sulle disfunzioni della linea ferroviaria. «Il servizio informazioni, 800 366 766, non comunica informazioni precise - spiega - ed alla domanda “mi trovo alla stazione di Campagna Lupia e devo raggiungere Venezia” non risponde con precisione, non indica con chiarezza se i treni sono partiti da Adria oppure no o se il convoglio è stato sostituito con autobus e come fare per prenderlo. Un calvario».

SERVIZIO KO Bartelle, che era tra gli utenti che hanno tentato di utilizzare il servizio di trasporto pubblico, ha desistito ed ha raggiunto in auto Venezia. Qui ha denunciato nella sede della Regione il disservizio di Sistemi Territoriali. «L’episodio è la riprova del fallimento della politica dei trasporti pubblici. Sono anni che si segnalano disagi, disservizi e mancanza di informazione per i cittadini. Zaia dimostra di fatto di non considerare le problematiche dei cittadini polesani, veneti come gli altri abitanti delle province della nostra Regione. L’inserimento poi nel consiglio di amministrazione del leghista rosolinese Pako Massaro, nulla è valso per cambiare sensibilmente qualcosa a favore del Polesine».

LE IMPEGNATIVE

ADRIA Il Centro servizi anziani

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Da allora l’attuale amministrazione avrebbe cercato di intervenire sull’attuale situazione, attraverso un primo tavolo tecnico, sulla mancanza di impegnative (un problema in parte mitigato che però Passadore rivendica come un suo merito) e attraverso la nomina dei due consiglieri Simone Mori e Sabrina Visentini (quest’ultima su indicazione dei familiari degli ospiti, in assenza della costituzione del Comitato) che stanno portando avanti secondo il sindaco una azione importante di controllo e proposta. G. Fra.

ADRIA Treni a singhiozzo


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PRIMO PIANO

La crisi della sanità

Ospedali, fuga di medici al privato «Concorsi deserti Ora l’autonomia» Il dg Benazzi lancia l’allarme: «Mancano 183 figure all’Usl 2 In tantissimi attirati da Bolzano, lì vengono pagati il doppio» Valentina Calzavara TREVISO. Medici in fuga dal

pubblico, corteggiati dalle strutture private e sempre più attirati dalla provincia autonoma di Bolzano, dove si viene pagati il doppio. Il risultato è che nei sei ospedali della Marca mancano in tutto 118 specialisti, 29 operatori socio sanitari e 36 tra ortottisti, igienisti e tecnici di radiologia. «È una guerra trovarli, la Regione ci ha autorizzato ad assumere tutte le figure mancanti da noi richieste, il problema è che i

Le carenze più gravi riguardano le Ginecologie e le Rianimazioni concorsi vanno a vuoto perché non si presenta nessuno. La colpa è di una errata programmazione da parte del Ministero dell’istruzione, che non ha tenuto conto dei fabbisogni» sentenzia il direttore generale dell’Usl 2 Francesco Benazzi. Prima il collo di bottiglia del numero chiuso del percorso accademico, poi la strettoia delle poche borse di studio autorizzate per le specialità. Quindi la concorrenza di Bolzano e delle cliniche private, che possono pagare di più i camici bianchi. Negli ospedali dell’Alto Adige un medico percepisce in me-

dia 4.720 euro lordi al mese, mentre la busta paga dei colleghi veneti è ben più leggera: 2. 500 euro netti mensili. Come uscire dall’impasse? «L’unica strada possibile è l’autonomia del Veneto per gestire direttamente concorsi, budget per le borse di studio e incrementare i compensi» ribadisce il dg Benazzi, sottoscrivendo l’istanza che il governatore Zaia discuterà il prossimo 15 febbraio, data dell’incontro con il governo per affrontare la questione. LA PANORAMICA

Cifre alla mano le sofferenze più gravi nell’Usl 2 riguardano Ginecologia. L’azienda ha chiesto e ottenuto il via libera regionale per assumere 21 ginecologi, ma dopo la trafila dei bandi, è riuscita a reperirne solo 14. «Ne mancano all’appello ancora sette. Speriamo, tramite la neonata Azienda Zero che può attingere in tutto il Veneto, di completare la pianta organica» spiega il numero uno della sanità trevigiana. Ma non sarà affatto facile. «In tutto il Veneto servono oltre 200 ginecologi ma ogni anno dalle scuole di Padova e Verona ne vengono sfornati appena 40» aggiunge il dg. Un numero insufficiente, che scatena una lotta tra poveri, con le Usl locali pronte a “rubarsi” gli specialisti. Drammatico è anche l’ammanco di anestesisti negli ospedali della Marca: su 40 posizioni aperte, quelle coperte sono 27, gli altri 13 anestesisti non si trovano. Una criticità che a lungo andare ri-

i numeri

7 ginecologi Ammontano a 21 i ginecologi autorizzati dalla Regione, ma ad oggi l'Usl 2 è riuscita a reperirne solo 14

13 anestesisti Pesante anche l'ammanco di anestesisti negli ospedali della Marca: su 40 posizioni aperte, quelle coperte sono 27 ma gli altri 13 anestesisti non si riescono a trovare

9 radiologi Cercansi 25 radiologi, ma dopo la lunga trafila delle selezioni, ne sono stati arruolati 16, all'appello ne mancano ancora 9

5 neuropsichiatri infantili Sono messi a dura prova anche i reparti trevigiani che lavorano con l'infanzia. In Pediatria su 14 professionisti da assumere, l'azienda sanitaria ne ha trovati 13 e ne sta cercando uno. Non è riuscita invece a trovare 5 neuropsichiatri dell'età evolutiva

la ricaduta dell’epidemia stagionale

Influenza, reparti al collasso Nuova area per la degenza Per il pronto soccorso in arrivo una nuova gestione dei codici bianchi, l’utente potrà scegliere di recarsi alla struttura meno congestionata

Reparti di Medicina sottodimensionati rispetto al numero di accessi. Il bubbone è scoppiato con l’epidemia influenzale in corso, al punto da spingere l’Usl 2 a trovare una soluzione che verrà

presentata a febbraio. «Sarà l’uovo di Colombo, un qualcosa di unico nel suo genere», spiega il direttore generale Francesco Benazzi. Nessuna informazione in più al riguardo, ma l’ipotesi più accreditata è quella di una nuova area ospedaliera al Ca’Foncello, capace di fare da valvola di sfogo ai ricoveri, rimodulando posti letto e personale dedicato. Un correttivo necessario alla lu-

ce dei dati sull’occupazione dei letti che ormai sfiora il 110%, ciò significa che il numero di degenti sovrasta la capacità di assorbimento dei reparti. Cronica è ormai la tendenza a ricorrere ai letti in appoggio. Nell’arco di pochi anni i ricoveri in area medica al Ca’Foncello sono passati da circa 1400 a una media di 1800 l’anno. L’invecchiamento della popolazione e

schia di mettere in sofferenza le sale operatorie. È ancor più arduo rintracciare neuropsichiatri infantili: 5 posti disponibili ma zero candidati in lizza. Stessa sorte per la Medicina del Lavoro, un nuovo concorso verrà espletato a febbraio, mentre quello per individuare il primario sarà avviato a marzo. Otto caselle vuote in Oncologia, ma al momento ne sono state riempite solo 3. Dei 25 radiologi richiesti, l’Usl ne

sta cercando ancora 9. In Pediatria servono 14 professionisti, e ne manca ancora uno per raggiungere l’ottimo. Mosche bianche sono anche i medici di Pronto Soccorso: il reparto che un tempo veniva scelto dai neolaureati per la “gavetta” ha perduto l’appeal. «Siamo stati autorizzati ad assumerne 20, oltre a 5 extra turnover. Dopo due concorsi, i tempi indeterminati sono 12 mentre 8 medici hanno rifiuta-

to il posto fisso e lavorano in libera professione» aggiunge Benazzi. Un escamotage per essere liberi di andarsene in caso di offerta più allettante. Simile la situazione in Geriatria dove i 12 medici autorizzati sono stati tutti arruolati, ma un paio ha scelto di esercitare da libero professionista, pronto a lasciare alla prima occasione. Almeno in Cardiologia l’odissea è terminata, dopo un anno di ricerca i 10 medici previsti

l’allungamento dell’aspettativa di vita ha fatto lievitare i degenti over 70. «Nelle Medicine dell’ospedale di Treviso abbiamo 120 posti letto, ce ne servirebbero 150 in pianta stabile, il mese prossimo avvieremo e presenteremo la nuova sperimentazione», annuncia il dg Benazzi. Da rivedere è anche il tempo assistenziale che operatori socio sanitari e infermieri sono in grado di garantire ai pazienti in corsia. «Ad oggi il nostro personale riesce a coprire 160 minuti a paziente contro il 190 minuti previsti, stiamo provvedendo a nuove assunzioni», fanno sapere dalla direzione aziendale. Per soddisfare le necessità degli organici l’U-

sl 2 ha già chiesto e ottenuto dalla Regione 120 autorizzazioni per personale extra turnover (in tutto 63 infermieri e 57 operatori socio sanitari) in aggiunta rispetto alle sostituzioni per i pensionamenti. «Abbiamo coperto 97 posizioni in tutto» conclude Benazzi «e stiamo la-

rativa si sta mettendo a punto un sistema di gestione intelligente dei codici bianchi. Pannelli digitali con l’indicazione di quante persone sono in attesa nei vari Pronto soccorso trevigiani, in modo che l’utente non grave possa scegliere la struttura non solo in base alla vicinanza da casa, ma anche in virtù dei tempi di presa in carico. «Stiamo elaborando la piattaforma in aggiunta alla app telefonica» conferma il primario del reparto d’Urgenza Matteo Pistorello, «questa modalità di interazione con i cittadini rientra nell’ottica del miglioramento del servizio». — V.C.

Nell’arco di pochi anni i ricoveri sono passati da 1400 all’anno a una media di 1800 vorando per reperire i mancanti». Novità in vista anche per il Pronto soccorso che opera al ritmo di 350 accessi giornalieri. Nell’unità ope-

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PRIMO PIANO

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La crisi della sanità

L’Usl 2, come il resto delle aziende venete, non riescea reperire medici; moltissimi vengono assunti dal privato, che offre di più

sono stati tutti trovati. LA REPLICA AI SINDACATI

«Occorre essere chiari con i sindacati che ci attaccano, la programmazione regionale è ben fatta, le assunzioni sono sbloccate ma non riusciamo a trovare medici» sottolinea il dg in risposta alle critiche sollevate dalla Cgil. L’annosa emergenza delle piante organiche si somma in questo frangente con l’aumento dei ricoveri le-

gati all’influenza e con il personale decimato per malattia. «Non riusciamo a coprire le sostituzioni brevi perché servono almeno 50 giorni per le assunzioni, ci sono dei tempi tecnici che dobbiamo rispettare» conclude Benazzi «ma per risolvere la questione dei nostri 118 medici mancanti, non vedo altra strada se non quella dell’autonomia del Veneto: paroni a casa nostra». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

il concorso

la riforma del governo

Graduatoria per reperire personale del comparto

Ecco l’effetto “Quota 100” Un trevigiano su tre senza dottore di famiglia

Una boccata d’ossigeno è in arrivo per il personale infermieristico in cerca di occupazione. Ormai è agli sgoccioli il concorso per infermieri avviato lo scorso novembre con la prova scritta alla Zoppas Arena di Conegliano. I candidati iscritti all’esame erano in tutto 2323 per soli 4 posti da infermiere a tempo indeterminato in uno degli ospedali dell’Usl di Marca. Sono passati allo sbarramento di preselezione e scritto 1173 aspiranti che ora stanno procedendo con il test orale davanti alla commissione. Ma anche quanti non saranno tra i primi 4 fortunati con il posto fisso da 1400 euro al mese potranno ben sperare. «Entro il 2019 dovremo sostituire 165 infermieri tra malattie, maternità, congedi, e andremo a pescare dalla graduatori che si sarà formata grazie al concorso. E i nominativi dei professionisti idonei saranno a disposizione anche dei colleghi delle altre Usl», spiega il direttore generale dell’Usl 2 Francesco Benazzi. Se per i 4 che ce la faranno a staccare il biglietto dell’assunzione, sarà come vincere alla lotteria, per altri 700 infermieri resta quindi la speranza di essere inseriti nella graduatoria degli idonei, dove le aziende sanitarie andranno a reperire i professionisti per sostituire “a tempo” le assenze dei colleghi. Nella sola Usl 2 il grosso degli infermieri mancanti coinvolgerà in particolare le Aree Mediche e le Geriatrie. Come per i medici, anche nel campo infermieristico continuano le fughe, sia all’estero sia nelle regioni a statuto speciale, dove gli stipendi sono più alti. — V.C.

Il dg Benazzi e il responsabile delle Risorse umane Spampinato In tutta l’azienda sanitaria ci sono 142 professionisti che potrebbero usufruire delle nuove regole per la pensione «Attività a rischio affanno»

L’impatto della riforma delle pensioni non promette nulla di buono nelle corsie degli ospedali trevigiani. Il 2019 rischia di essere un anno nero. Da una parte l’emorragia in entrata dei giovani medici, dall’altra il rischio che Quota 100 vada ad accelerare l’uscita dei professionisti anziani, in particolare delle donne che potranno lasciare con 58 anni di età e 35 anni di contributi beneficiando dell’opzione donna. Una perdita numerica ma anche di un bagaglio di esperienze ancora in grado di contribuire all’eccellenza della sanità e alla formazione delle nuove leve. C’è dunque il pericolo che l’on-

data di pensionamenti mandi in affanno l’attività clinica e assistenziale a tutti i livelli: dai reparti ai consultori, passando per i pronto soccorso e la continuità assistenziale. «Abbiamo calcolato che in tutta l’Usl 2 ci sono 142 medici che avrebbero potenzialmente l’età per andare in pensione con Quota 100 che, al netto di al-

Pesanti le uscite previste anche tra infermieri e operatori sanitari tre opzioni, prevede un’età anagrafica non inferiore a 62 anni e un’anzianità contributiva non inferiore a 38 anni» spiega il dottor Filippo Spampinato, responsabile delle Risorse Umane dell’azienda sanitaria trevigiana. «La prospettiva di

una fuoriuscita massiccia ci preoccupa molto, ma ci aspettiamo che il fenomeno sia più contenuto tra i medici e, magari, più evidente tra coloro che svolgono i lavori più usuranti», aggiunge il direttore generale dell’Usl 2 Francesco Benazzi. Meno impattante, stando ai calcoli, il fenomeno del personale di comparto che potrebbe andare in quiescenza con Quota 100. «Stimiamo circa 40 dipendenti tra infermieri, operatori socio sanitari e amministrativi in tutta l’Usl 2 idonei a farne richiesta. Un numero nettamente inferiore rispetto ai medici, poiché c’è stato un maggiore ricambio generazionale e l’età media del personale si attesta oggi attorno ai 46 anni» prosegue il dirigente Spampinato. Vero è che proprio nell’ambito del personale di comparto si ipotizzano le fuoriuscite maggiori, visto il pesante carico lavorativo più volte denunciato dai sindacati trevigiani. Anche in questo ambito il più invogliato a optare per uno “scivolo anticipato” potrebbe essere il personale femminile, beneficiando dell’opzione donna. Guardando al territorio, invece, entro il 2023 circa 1. 400 dottori su 3. 758 iscritti all’Ordine dei Medici del capoluogo usciranno dalla professione. L’impatto interesserà anche i medici di medicina generale visto che per ogni 4 professionisti pronti a salutare la professione ce ne sarà solo uno disposto a subentrare. Secondo le proiezioni i 520 ambulatori rischiano di subire una pesante sforbiciata. Avanti di questo passo un trevigiano su 3 sarà senza medico. — V. C. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI


CONEGLIANO

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i GUai Del MUltiSala

Altre due settimane di stop Maschio: «Salvare il Méliès» Il vicesindaco parla di “fulmine a ciel sereno” per la vicenda del dissesto «Però contiamo che possa riaprire. E il Teatro Accademia non corre pericoli» si anni, fornisce un contributo ad Accademia Srl, proprietaria dello storico teatro. I CONTRIBUTI

Anche per questa stagione teatrale il contributo è stato di 120 mila euro, aumentabili di altri 20 mila quando sarà presentato il rendiconto. Al Comune viene garantita la disponibilità della struttura per venti giornate. Ad esempio il prossimo 20 febbraio è stato concesso il teatro alla Fondazione Bernardi, che ospiterà don Luigi Ciotti, presidente dell'Associazione Libera contro le mafie. Con il multisala Méliès non c'erano convenzioni e adesso si dovrà capire come si risolverà la procedura fallimentare.

il caSO

I resti di un “rito magico” CONEGLIANO. Ancora una volta in città (ero successo recentemente anche a Campolongo) sono spuntati i resti di uno strano rito (uova dipinte come volti, candele spezzate, monete): vudù o bravata? Il caso fa discutere il web.

ATTESA PER L’ASTA

Il cinema multisala Mélès, chiuso ormai da dieci giorni. Nel riquadro il vicesindaco Gaia Maschio CONEGLIANO. Le serrande al cinema Méliès di viale Matteotti sono destinate a rimanere abbassate per almeno altre due settimane. Mentre continuerà senza sosta l'attività del Teatro 'Accademia. Il patron è lo stesso, l'imprenditore Giorgio Fabris, ma le società ed i soci sono diversi. «Contiamo che la vicenda del Méliès si risolva velocemente perché è un servizio per la comunità - rassicura l'assessore alla cultura e vicesindaco Gaia Maschio - posso assicurare che comunque non ci saranno ripercussioni per l'attività

del Teatro Accademia». L'improvvisa chiusura del Méliès, a seguito del provvedimento del tribunale che ha messo all’asta i beni del fallimento Lampostil - praticamente tutte le attrezzature di cinema e la pizzeria, edifici a parte - ha fatto temere contraccolpi anche per l'Accademia. LE DIFFICOLTÀ

Anche in questo senso, cioè sul futuro del teatro di piazza Cima, è stata presentata un'interpellanza dal Partito Democratico con Isabella

Gianelloni. « Fare impresa oggi è difficile, ma l’affluenza al cinema indubbiamente c'era e anche un riscontro positivo da parte di tutto il territorio. Siamo profondamente dispiaciuti, è stato anche per noi un fulmine a ciel sereno spiega l'assessore alla cultura - in questi anni abbiamo avuto l'occasione di collaborare con Giorgio Fabris, che è una brava persona e un professionista, per noi anche l'attività del Teatro Accademia è un vanto a livello provinciale». Il Comune di Conegliano, come ormai già da diver-

Servono 400mila euro per riacquisire tutta l'attrezzatura, compresa quella di bar e pizzeria. Giorgio Fabris tenterà di riacquistare le attrezzature tramite la George Méliès srl, società che attualmente gestisce il multisala. Sul fronte abbonamenti, non sono previsti rimborsi al momento. Non sono state fornite comunicazioni ufficiali. Quanto a comunicazioni rivolte dalla proprietà al pubblico, tutto è fermo alla "Manutenzione straordinaria e problemi tecnici" dello scorso 22 gennaio. Attraverso l'unico canale di contatto, una mail, la risposta è che contano di riaprire le sale e quindi gli abbonamenti stipulati rimarranno utilizzabili. L'unica cosa che non è stata chiusa è la vendita degli abbonamenti attraverso il canale internet. E cresce la rabbia degli abbonati che temono di perdere sia i soldi che il cinema: «Speriamo che il Verdi di Vittorio Veneto possa considerare buono questo abbonamento» è l’auspicio di qualcuno. — Diego Bortolotto

GODEGA. "Non in nome mio": così Roberto Posocco, noto commerciante di Pianzano, ha raccolto l'appello di Andrea Camilleri e nei giorni scorsi affisso un cartello pro accoglienza sull'ingresso del suo storico negozio Posocco Tessuti in centro, nel paese di cui è originario il governatore Luca Zaia. «Stiamo entrando pericolosamente in un clima di paura, prepotenza e violenza - ha scritto il negoziante - la penso come Camilleri, i porti devo essere aperti a tutti. Non si tratta di stare o meno con Salvini, la posta in gioco è più alta: restare umani. La salvezza e la tutela delle vite umane devono avere la precedenza assoluta». (di.b.)

al cerletti

Progetto anti-bullismo dopo l’aggressione a una studentessa prevenzione rispetto al fenomeno del bullismo e del cyberbullismo: protagonisti gli alunni di una classe prima della scuola media Brustolon che nei giorni scorsi hanno partecipato al progetto denominato “Stop Bulling Express”. Un progetto gestito dall’Associazione Soprusi Stop «che nasce dalla consapevolezza che lo sviluppo di una competenza emoti-

Un cartello: «Aprite i porti»

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alla ScUOla BrUStOlON

CONEGLIANO. Un percorso di

Nel PaeSe Di Zaia

va e il conseguente incremento dell’empatia favoriscano un clima di classe positivo, dove i fenomeni di prevaricazione difficilmente si sviluppano e dove atteggiamenti prosociali possono contribuire a contrastarli sul nascere» fa sapere l’istituto comprensivo. Il percorso formativo avviato presso l’IC 3 di Conegliano e San Pietro di Feletto, è rivolto alle scuole secondarie di pri-

mo grado. «Attraverso giochi di ruolo e drammatizzazione i ragazzi imparano a riconoscere, comprendere ed esprimere le proprie ed altrui emozioni continua l’istituto - competenze indispensabili per sviluppare un’empatia nei confronti di vissuti spiacevoli o dolorosi, che si possono presentare anche nelle vittime di bullismo o cyberbullismo. E proprio la media Brustolon, un paio di mesi fa, era finita la centro delle cronache locali per l’aggressione di una ragazzina, finita all’ospedale, da parte di alcuni compagni di scuola, da lei “segnalati” ai docenti per l’uso del cellulare per fare filmati in classe. I responsabili sono stati sospesi, l’allieva ha ripreso a frequentare le lezioni. «I formato-

ri hanno portato i ragazzi a riflettere sulla responsabilità di ciascuno, attori o spettatori di prepotenze, e, ponendo l’attenzione sulla “maggioranza silenziosa degli spettatori” spiega l’istituto - hanno contribuito a sviluppare competenze di cittadinanza attiva e responsabile». L’azione si inserisce all’interno di una progettualità più ampia, voluta dalla dirigente scolastica Michela Possamai, rivolta agli studenti: in particolare le conferenze sul tema “I pericoli del Web”, un progetto sulla legalità, il progetto “Protetti in Rete”, finalizzato ad aumentare le competenze degli adolescenti e a prevenire i pericoli correlati al web e il progetto Cittadini digitali. —

Stima danni atmosferici una corso per esperti CONEGLIANO. Ritornano i corsi al Cerletti per diventare perito estimatore dei danni da maltempo e quello organizzato dall'Osservatorio interdisciplinare Conegliano "L'arte del casaro". Quello per diventare perito di avversità atmosferiche si svolgerà in diverse sedi in tutta Italia, tra le quali la scuola enologica Cerletti. Per partecipare alle lezioni va fatta richiesta attraverso il modulo presente nel sito dell'istituto. “L'arte del

casaro” si svolgerà a partire da marzo sempre al Cerletti, per informazioni dettagliate è possibile contattare la Oic alla mail: oiconegliano@ gmail.com. Saranno fornite le nozioni per avviare alla lavorazione artigianale dei prodotti derivati dal latte. In collaborazione con l'Usl 2 invece è stato programmato un mini approfondimento da 16 ore per chi opera nelle piccolo produzioni locali. — Di.B.


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