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ATTUALITÀ
LUNEDÌ 4 FEBBRAIO 2019 CORRIERE DELLE ALPI
I nodi del governo
L’affondo di Toninelli «Gli ispettori al Brennero e l’A22 torni pubblica» Il ministro dei Trasporti deciso a nazionalizzare l’autostrada dopo il caos neve Ma gli enti locali hanno già l’85 per cento dell’arteria che va da Modena all’Austria Giacomo Galeazzi ROMA. In Rete sono virali da ve-
nerdì notte le immagini dei camion in panne al Brennero sotto la nevicata e delle centinaia di automobilisti costretti a trascorrere 15 ore fermi in autostrada. Ieri, alla paralisi lungo l’arteria alpina, si è aggiunta la polemica politica con Danilo Toninelli che prima annuncia che l’Autobrennero tornerà pubblica, poi quando le opposizioni e gli enti locali gli ribattono che lo è già all’85% si affida ad una seconda nota per precisare che la gestione dell’A22 sarà presto «totalmente pubblica», quindi «stop all’asfalto elettorale, ai clamorosi e ingiustificati dividendi». Insomma, concessionario sotto osservazione e “nazionalizzazione” come risposta immediata del governo all’ultimo weekend nero sull’autostrada del Brennero. All’indomani del blocco, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti invia, infatti, gli ispettori per verificare le misure di sicurezza e annuncia l’intenzione di togliere al concessionario la gestione della tratta. A stretto giro, però, arriva una raffica di dichiarazioni che gridano alla «ennesima gaffe»di Toninelli. E così in serata il ministro prova ad aggiustare il tiro: «Chi si
è ingrassato con la grande mangiatoia delle autostrade cercherà in tutti i modi di fermarmi, ma vado dritto per la mia strada e rimetterò a posto le cose, con infrastrutture meno care e più sicure». E puntualizza di aver parlato di rinnovo a una concessionaria «totalmente pubblica, come non lo è Autobrennero Spa». Ravvisa «nervosismo per dividendi ingiustificati» che invece «devono servire a sicurezza e pedaggi più equi». Il presidente della società di gestione dell’A22, Luigi Olivieri smorza i toni: «L’ispezione è un diritto del ministro ed è un nostro dovere rispondere alle richieste che gli ispettori faranno». Inoltre «l’ispezione verificherà il nostro operato: abbiamo fatto di tutto per tenere aperto il Brennero nonostante la concessione scaduta e in 48 ore siamo riusciti a ripristinare la normalità». Era stato Toninelli a richiamare l’attenzione sulla «concessione scaduta da anni», garantendo che «siamo a un passo da rinnovarla con una gestione totalmente pubblica e più conveniente per i territori e per chi viaggia». Intanto il Codacons chiede indennizzi per gli automobilisti e oggi presenterà in procura un esposto contro i conducenti dei Tir entrati in autostrada senza catene e gomme da
la situazione
La società si scusa con gli automobilisti «Fatto il possibile» «La società si scusa con tutta l’utenza per i gravi disagi che ha dovuto sopportare, in particolare, nella notte tra venerdì e sabato, ma ribadisce di avere fatto tutto quando in proprio potere per evitare i blocchi che si sono poi, purtroppo, verificati». Lo scrive in una nota l’Autobrennero, la società di gestione dell’A22. Che aggiunge che «i blocchi alla circolazione sono da attribuirsi a coloro che, ignorando l'ordinanza della Direzione tecnica che imponeva il divieto di transito ai veicoli sprovvisti di dotazione invernale, si sono ugualmente avventurati verso il passo». Luigi Olivieri, presidente di A22, dal canto suo ringrazia «200 dipendenti che si sono alternati nelle ultime 48 ore per far sì che la circolazione tornasse normale. Purtroppo – aggiunge – c’è stata una serie di circostanze straordinarie, ci dispiace molto per i disagi agli automobilisti». Il presidente dice anche di aver visto «con i miei occhi numerosi Tir con gomme lisce come nella F1». Ieri l'ultimo tratto della statale 12 del Brennero, quello tra colle Isarco e il valico di confine, è stata riaperta alle 14. Il traffico sull’A22 è rimasto intenso.
neve. Già sabato mattina Carlo Costa, direttore tecnico generale dell’A22, aveva attribuito ai camionisti non attrezzati la responsabilità del caos. Quindi ad aprire un nuovo fronte ieri è arrivata, in due tempi, la soluzione prospettata dal ministro. «Tra regioni, province autonome ed altri enti l’Autobrennero è già pubblica all’84,7%», ha subito protestato l’ex ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi. Per Raffaella Paita e Michele Anzaldi del Pd, Toninelli «incompetente e sciacallo, spara slogan e deve scusarsi». Michaela Biancofiore, coordinatrice di Forza Italia in Trentino Alto Adige, contesta a Toninelli di «voler attribuire la concessione a una nuova società A22 al 100% pubblica, ma gestita dagli stessi enti pubblici odierni ritenuti inefficienti e ai quali si invia un’ispezione: una partita di giro insomma». Nel frattempo la situazione sta faticosamente tornando alla normalità. Riattivata la circolazione al Brennero. In direzione nord tra Chiusa e Vipiteno ieri sera c’erano ancora decine di Tir a cavallo fra corsia ordinaria e quella di emergenza, in attesa di essere rimossi da mezzi speciali. E in montagna il pericolo valanghe è «forte» e cioè di livello 4 su una scala da 1 a 5. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Tra gli azionisti e il ministero mesi di braccio di ferro. L’amarezza del presidente: «Siamo sempre stati considerati un modello»
La regia dei cantieri a Roma e 800 milioni dietro lo scontro IL RETROSCENA
Gabriele De Stefani
B
rennerCorridor spa. Così si chiama la società già costituita, e a capitale interamente pubblico, che gli enti locali azionisti di Autobrennero sono pronti a rendere operativa per la gestione della A22. Che già ora peraltro - con il suo 84% in mano a Province e Comuni bolzanini, trentini, veronesi, mantovani, modenesi e reggiani - è ben lontana da un modello come quello di Aspi, grande nemico di Danilo Toninelli. Ma per partire a BrennerCorridor manca l’intesa tra i soci e il ministero sulle condizioni per l’affidamento diret-
to. Ed è su questa partita che si sta consumando il braccio di ferro tra gli enti locali – governati da Lega, Fi e Pd, ma nessuno da M5S – e il ministro, la cui uscita dunque viene letta in chiave più ampia dai diretti interessati: «Toninelli approfitta strumentalmente dei disagi di sabato per rilanciare la sua idea di nazionalizzare A22 ai danni degli enti locali – attacca Mattia Palazzi, membro del cda di Autobrennero e sindaco di Mantova –. Nel suo piano salterebbero opere per 800 milioni di euro e in più il ministro vuole portare nelle casse dello Stato tutti i dividendi realizzati dalla società negli ultimi quattro anni». Un tesoro, per i soci, da circa 160 milioni di euro. Due i punti che dividono Toninelli dagli enti locali so-
ci: il livello delle tariffe per i prossimi anni e la costituzione di una cabina di regia sugli investimenti che andrebbe spostata a Roma togliendo autonomia ai territori. Tradotto: circa 800 milioni di euro in meno per opere pubbliche realizzabili con i profitti realizzati da Autobrennero e ultima parola su ogni cantiere in mano a un rappresentante del ministero. Per enti locali storicamente ritenuti virtuosi come quelli del Trentino Alto-Adige, del Veneto, della Lombardia e dell’Emilia Romagna è uno schiaffo: «Da sessant’anni siamo considerati un modello e così ci era stato detto anche dopo la tragedia del ponte Morandi di Genova, davvero non capisco – allarga le braccia Luigi Olivieri, presidente
di A22 –. Credo sia opportuno ragionare più che polemizzare». Nello scorso novembre l’ultima puntata dello scontro, con la delibera del Cipe con cui è stato stabilito che i dividendi degli ultimi quattro anni (nei quali Autobrennero, con la vecchia concessione scaduta, ha lavorato in prorogatio) devono andare allo Stato. Gli enti locali hanno presentato ricorso, guidati dalla Provincia di Trento. Il cui presidente, Maurizio Fugatti, è leghista: sulla sponda del Carroccio contano in Autobrennero per salvare l’autonomia nella gestione di un’autostrada che distribuisce dividendi per quasi 40 milioni di euro all’anno. Ma fin qui a Roma la Lega non si è messa di traverso per bloccare la spinta alla nazionalizza-
sul volo per gli emirati
Fotografo regala al Papa T-shirt col ponte Morandi Francesco si commuove Un dono inaspettato, ma molto significativo, che ha commosso Papa Francesco. Il Pontefice si è emozionato quando, durante il volo che ieri lo ha portato ad Abu Dhabi, ha ricevuto dal fotografo dell’Ansa, il genovese Luca Zennaro, una lettera del sindaco Marco Bucci, una bandiera della città di Genova con la croce di San Giorgio e una maglietta con il Ponte Morandi, usata per le partite di beneficenza. Il Papa, dopo avere salutato tutti i giornalisti, si è nuovamente fermato a salutare il fotografo. «Gli ho chiesto una preghiera per Genova – dice Zennaro – Lui ha annuito e mi ha salutato».
zione di Toninelli, se è vero che la delega a quel Cipe che ha voluto la sottrazione dei dividendi è proprio nelle mani di Giancarlo Giorgetti. La cui mediazione, nelle scorse settimane, pareva aver portato a un’intesa quanto meno sui profitti arretrati da lasciare ai sedici enti locali. Ma l’accordo è durato lo spazio di poche ore, fino a quando Toninelli ha ribadito che «questi vogliono tenersi il bottino» e «sfruttare la gallina dalle uova d’oro». «Lui vuole usare quei soldi come arma di ricatto per farci accettare una concessione che avvantaggi il ministero – è lo sfogo a microfoni spenti dei vertici di Autobrennero – ma noi su questa partita non possiamo cedere. E tocca alla Lega darci una mano». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
LUNEDÌ 4 FEBBRAIO 2019 CORRIERE DELLE ALPI
REGIONE
A Trieste chiusa la tre giorni di Libera, prologo della Giornata delle vittime delle mafie programmata a Padova il 21 marzo
Il procuratore antimafia Cafiero De Raho «Al Nord infiltrazioni graduali e silenziose» IL DIBATTITO
Emily Menguzzato
N
el gennaio 1989, durante un incontro pubblico a Udine, il giudice Paolo Borsellino aveva espresso tutta la sua preoccupazione per la condotta criminale di personaggi locali insospettabili che agivano all’interno di un territorio come il Nordest, estremamente fertile per il riciclaggio di denaro sporco. A distanza di trent’anni, all’interno di Contromafiecorruzione, il convegno di tre giorni organizzato a Trieste da Libera conclusosi ieri, è stato ribadito ancora una volta, ma con una maggiore consapevolezza condivisa, come la presenza delle mafie nel Triveneto sia radicata. Ma non solo. Nella plenaria finale al Teatro Miela, è emerso anche come oggi, oltre a essere “una lavatrice” di soldi sporchi, il Nordest rappresenti una zona cruciale per l’azione delle mafie transnazionali. Come riportato dall’ultima
analisi annuale della Direzione Nazionale Antimafia, «la capacità delle mafie di costruire relazioni con la criminalità organizzata straniera per favorire i traffici illeciti attraverso i territori di confine rende strategico l’insediamento mafioso nel Nordest e costituisce un ulteriore elemento di allarme». Un rapporto, quello tra mafie italiane e gruppi stranieri, che è in costante evoluzione e tende ad apparire come un reciproco scambio di favori e servizi. I segnali della presenza dilagante si sono annidati per anni, silenziosamente, negli angoli più nascosti della pubblica amministrazione e dell’imprenditoria, creando un connubio tra mafia e corruzione pronto a inquinare tutti i settori dell’economia. Secondo gli ultimi dati della Dia, rispetto al riciclaggio, le operazioni sospette sono state 2642 in Veneto, 621 in Trentino-Alto Adige e 573 in Friuli Venezia Giulia. «La mafia non si è inabissata, si sta adattando- ha commentato Giuseppe Governale, direttore della Dia- C’è una doppia direttrice: il rafforzamento del territorio e l’espansione in altri territori. Le infil-
il governatore della sicilia
Musumeci: «Più soldi grazie all’autonomia? Servono anche al Sud» VENEZIA. Dal Sud arriva un nuovo segnale di insofferenza verso la trattativa sull’autonomia in cui sono impegnati Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna. Questa volta è il presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci, a manfare al governo e al Nord una specie di avvertimento. «Al governo nazionale e a Salvini chiedo di essere responsabili e prudenti – dice Musumeci in un’intervista pubblicata ieri da Rebubblica – Se mag-
Nello Musumeci
Da sinistra Giuseppe Governale, direttore della Direzione antimafia, Federico Cafiero De Raho, Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, don Ciotti e Lorenzo Frigerio, direttore di Libera informazione
trazioni sono un po’ come l’acqua: se c’è un ostacolo forte, deviano». Presente sul palco anche Federico Cafiero De Raho, Procuratore nazionale antimafia e Antiterrorismo. «Ancora oggi molti ritengono che Trieste sia un territorio immune o quasi – ha commentato – via via che saliamo verso Nord le mafie uti-
lizzano strumenti diversi: l’infiltrazione insidiosa, graduale e silenziosa nell’economia. Guardate a Trieste quanti ristoranti sono stati acquistati da mafiosi camorristi o ‘ndranghetisti – ha continuato –. Quando arrivano soldi che finiscono per acquistare attività economiche mi sembra evidente che quel reinvestimen-
giore autonomia del Nord vuol dire solo meno risorse per lo Stato e, quindi, anche per il Sud, allora dico: dateci in cambio gli investimenti che Rete ferrovie italiane e Anas non hanno mai fatto nel Meridione» La premessa è funzionale al cuore del problema, qullo delle risorse. «Per noi - osserva infatti Musumeci - la richiesta di federalismo del Nord non costituisce un pericolo e un problema: a patto che si chiarisca se si chiede autonomia su maggiori materie di competenza oppure solo per trattenere risorse. Se si parla soltanto di trattenere maggiori risorse, allora penso che ci sia il rischio di far saltare definitivamente un concetto scritto col sangue nella nostra Costituzione: quello secondo cui l'Italia è una e indivi-
sibile». Musumeci a questo punto invoca quella che lui stesso definisce «parità di trattamento». «Il Nord vuole più autonomia? Giusto, allora lo Stato investa al Sud come al Nord – aggiunge il governatore della Sicilia –. Perché da Roma a Firenze in treno si arriva in un'ora e mezza e per andare da Catania ad Agrigento oltre quattro ore? Perché un viadotto sulla Catania-Palermo crollato cinque anni fa forse sarà pronto nel 2020 mentre per il viadotto Morandi si parla di apertura già il prossimo anno? Io non temo l'autonomia del Nord – conclude Musumeci – chiedo però livelli minimi uguali per tutti: al Sud c'è un differenziale di cittadinanza e di servizi ai cittadini che lo Stato deve aiutare a colmare». —
to, indipendentemente dal risultato, denuncia la possibilità di muovere tanto denaro». Il Procuratore ha parlato anche della condizione dei migranti, spesso vittime delle mafie, e della precarietà dei loro paesi di origine. «Sono sottoposti a un regime a volte di vera e propria schiavitù, di torture, di guerre civili, con l’impos-
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Nel Veneto Banco farmaceutico sabato prossimo
Autostrade Venezia-Trieste riaperta dopo lavori notturni
Torna anche quest'anno in Veneto, come nel resto del Paese, la Giornata di raccolta del farmaco di Banco farmaceutico (sabato prossimo), iniziativa di solidarietà che punta a mettere a disposizione farmaci da banco (vendibili senza ricetta medica) alle persone e alle famiglie che non hanno la possibilità di acquistarli. In 450 farmacie aderenti chi lo desidererà potrà acquistare uno o più di questi medicinali che saranno consegnati a enti assistenziali convenzionati con Banco Farmaceutico per essere dati a persone indigenti.
È stata riaperta alle 11.30 di ieri l'autostrada A4, chiusa nella notte per una serie di lavori relativi alla realizzazione della terza corsia. La riapertura - informa Autovie - è avvenuta come previsto alle 10 in direzione Venezia, mentre in direzione Trieste, a causa del maltempo, è stata posticipata alle 11.30. Durante la notte è stato effettuato un ulteriore spostamento del traffico sulla nuova carreggiata nel tratto che attraversa i comuni di Rivignano Teor fino a Muzzana del Turgnano in carreggiata est (direzione Trieste).
FRANCESCO JORI
Zoppas chiama, ma il governo non verrà nel Nordest
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sibilità di portare avanti la loro vita. Il discorso migranti pare quasi diventato un discorso politico, tra chi è a favore e chi è contro il loro ingresso. Il tema è innanzitutto quello della solidarietà». Un tema che deve riguardare anche l’Onu e l’Europa. «La strada è lunga – chiosa don Luigi Ciotti, presidente di Liberaè importante dirci che i cambiamenti devono avvenire dal basso, quelli dei cuori e delle coscienze. Il prerequisito del cambiamento resta il coraggio della verità, il coraggio di guardare le cose in faccia». Ma anche la necessità di sostenere “il positivo” e le buone prassi. «Ci vuole un’assunzione di responsabilità, di umiltà e di disponibilità. Dobbiamo ripartire dalle relazioni e dalla conoscenza, sono le strade per crescere in umanità e in cultura – continua Ciotti – oggi viviamo in un sistema in cui la democrazia procede a sondaggi, alcuni pilotati, senza alcuna idea e disegno, lasciando che sia il consenso di volta a decidere la direzione. Questa è la morte della politica, il via libera ai veri spacciatori di illusioni, quelli esperti di slogan e semplificazioni». Spiragli e fessure in cui le mafie si insinuano facilmente. Contromafiecorruzione ha tracciato nuovi percorsi anche in vista del prossimo appuntamento a Nordest promosso da Libera il 21 marzo a Padova, dove si terrà la XXIV Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie.—
IN BREVE
IL COMMENTO
engo dopo il tiggì. Non è certo di questo tenore la risposta che Matteo Zoppas, presidente di Confindustria veneta, si aspetta all’invito rivolto al governo per venire a toccare di persona a Nordest l’impatto della crisi e l’urgenza di misure che la contrastino. Ma è a questa che dovrà rassegnarsi, suo malgrado: l’aria che tira (e non da oggi) nella politica all’italiana è mossa da ben altre priorità di quelle della vita reale. Prima
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le telecamere, tra un telegiornale e un talk-show dove esternare a nastro, poi le aziende: quel che conta è investire in visibilità, per riscuotere a breve gli interessi del consenso elettorale. E siccome tra pochi mesi si vota per l’Europa, il resto si metta in coda. Magari per ricominciare a perdere tempo, subito dopo, con le urne per le politiche; e via votando. Solo che il tempo sta scadendo, come spiegano concordi il Fondo monetario,
l’Europa, la Banca d’Italia, l’Istat, Confindustria, gli stessi uffici governativi e parlamentari. Tutti nemici, secondo il governo gialloverde, catalogati sotto l’etichetta di comodo dei misteriosi poteri occulti. Non solo negando l’evidenza, ma contrapponendole uno scenario idilliaco: il 2019 sarà l’anno del grande rilancio, non ci saranno manovre bis anzi quella attuale è un capolavoro («bellissima», l’ha definita il premier), la povertà verrà sconfitta, l’I-
talia diventerà il Paese di Bengodi. Dimenticando che quest’ultimo era in realtà una burla perpetrata ai danni di Calandrino: passi per un credulone isolato, difficile che funzioni a lungo con milioni di persone. Allora, sarebbe forse il caso di prendere sul serio l’invito a sperimentare un passaggio nel Nordest della realtà, tra Veneto e Friuli Venezia Giulia, a telecamere spente, per toccare con mano che lo sviluppo non si ottiene dispen-
sando mance elettorali, e per capire a fondo la tragica verità descritta da Zoppas: il rischio, a breve, di dover chiudere aziende non per incapacità degli imprenditori, ma «per eccesso di dignità». Solo gli ultras del tifo politico possono addebitare al governo attuale la responsabilità della crisi in atto, recessione inclusa: il contagio viene da lontano, e ne devono rispondere governi di ogni colore. Ma solo gli ultras della curva opposta possono nega-
re l’evidenza dei numeri, e sostenere che tutto va per il meglio; e nel frattempo cavarsela insultando l’arbitro di turno. La partita in cui è impegnato il Paese non è un normale turno di campionato, è una finale: sulla quale pesano macigni come un debito pubblico da brividi, una burocrazia ottusa, un pacchetto di mancate riforme in sonno da decenni. E non è con le arringhe dai balconi o con il presenzialismo ad oltranza che ci si libera da questi pesi: lo slogan “governo del cambiamento” non può ridursi a cambiarsi d’abito a seconda delle occasioni. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
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Primo Piano
Lunedì 4 Febbraio 2019 www.gazzettino.it
La riforma delle Regioni L’INTERVISTA segue dalla prima pagina
l sindaco di Milano, Giuseppe Sala, sostiene che quella dell’autonomia era un’idea forse giusta 20 anni fa, non oggi. «Le parole di Sala mi hanno stupito. Avendo ricevuto molto in termini di attenzione con l’Expò, forse Milano teme che questo venga messo in discussione, cosa che peraltro non ravvedo. Io penso che l’autonomia dovrebbe essere inquadrata in un processo più generale di riorganizzazione dello Stato, nel senso che non c’è solo l’autonomia del Veneto, ma anche una ricostruzione del ruolo delle altre Regioni, quelle cioè che l’autonomia per ora non l’hanno ancora chiesta. E poi un processo di autonomia diciamo conseguente, in primis alle Città metropolitane e poi ai Comuni. Quello dell’autonomia è un processo ampio e credo non arrestabile».
I
Però Sala dice che Milano non vuole farsi comandare dalla Regione. C’è questo rischio? «Ripeto: Sala mi ha stupito, io credo che Milano dall’autonomia possa avere solo benefici. Certo, il ruolo del capoluogo, della “città capitale” della Regione, è fondamentale. Per quanto riguarda il Veneto, penso che questo sia ben chiaro anche al nostro governatore, tanto è vero che l’altro giorno a proposito del contributo di accesso alla città di Venezia, Zaia ha parlato proprio del capoluogo della Regione». Appunto, Venezia vuole un’autonomia speciale?
«È UN PROCESSO AMPIO, RIGUARDERÀ ANCHE COMUNI E CITTÀ METROPOLITANE E SARÀ INARRESTABILE»
«Autonomia, battaglia di modernità per tutti» Brugnaro: «Sala sbaglia, ma il ruolo `«Se serve sono pronto a girare l’Italia della capitale di regione è importante» per spiegare a tutti che non è egoismo» `
HANNO DETTO
«Le Regioni vogliono più competenze o potere?» BEPPE SALA, SINDACO DI MILANO
«Meglio lo Stato centrale della Regione? Io dico di no» LUCA ZAIA, GOVERNATORE VENETO
«Intanto Venezia deve riappacificarsi col Veneto e il Veneto deve riappacificarsi con Venezia. Per troppi anni c’è stata una grande distanza tra i problemi di Venezia e il resto dei veneti, una non comprensione della specialità di questa città, così come da parte di Venezia c’è stata una distanza nei confronti delle politiche regionali». Quindi se un domani dovesse arrivare l’autonomia del Veneto, Venezia cosa si aspetterebbe? «Io toglierei il “se”: sono certissimo che l’autonomia arriverà. Mi ha convinto Zaia in primis, ma anche Salvini che ne fa una questione di tenuta del governo». Fanno bene a dire: autonomia o crisi di governo? «Io non ho la tessera della Lega in tasca, però mi sembra che
Torniamo a Venezia: in un Veneto autonomo cosa potrebbe reclamare? «Non c’è niente da reclamare, c’è semmai da valutare di riconoscere alla città capitale del Veneto, ma ribadisco assieme alla Regione, delle attività operative che sono necessarie qui e non altrove. Penso al porto, all’aeroporto, al Mose, alla laguna, tutte cose molto specifiche di questa città. Come la questione del turismo e la possibilità di poteri particolari ad esempio per limitare l’uso degli appartamenti a uso turistico. Sono convinto che assieme si
Europee, Berlusconi non correrà al Nord Berlusconi nella sua Lombardia - e nel resto del collegio Nord-Ovest, comprendente il Piemonte, la Liguria, la Val d’Aosta potrebbe non scendere in gara. «Ci stiamo ragionando», dicono appunto nell’entourage del Cavaliere. Poi, all’indomani delle Europee, l’intero quadro politico potrebbe essere terremotato. Ma una cosa è quasi certa: al posto del vecchio centrodestra con Berlusconi, Salvini farà
l’alleanza (anche generazionale) con Giorgia Meloni e con Giovanni Toti a loro volta uniti nel loro progetto che somiglia a una sorta di riedizione del Pdl con dentro sia la destra di Fratelli d’Italia sia i moderati del governatore ligure in uscita da Forza Italia, più pezzi di civismo e altre realtà. La Meloni, ma anche svariati leghisti, già chiamano questo intreccio tra salvinismo e altri gruppi «il nuovo centrodestra».
Sarebbero dei poteri in più per Venezia. «Più che poteri, potrebbero essere delle organizzazioni speciali. Ad esempio, quando sarà finito ci troveremo a gestire il Mose, perché è indubbio che la città dovrà essere all’interno della gestione delle dighe mobili, non potrà non essere presente. Ma c’è anche la partita dello sviluppo di Porto Marghera o il sistema universitario». Il vicepremier Salvini ha detto che l’intesa sull’autonomia del Veneto sarà firmata entro il 21 marzo. Se ci fosse un altro slittamento? «Detto che io non ho partecipato alle trattative che hanno portato a questo esecutivo, se lo dice Salvini che è uno due assi fondanti del governo bisogna credergli. Poi, per come la vedo io, non cambia niente se ci vuole un giorno più, l’importante è fare le cose bene e spiegare all’Italia che non c’è nessuna fuga in avanti, anzi, che stiamo proponendo un modello che può funzionare per tutti. L’autonomia è una bella battaglia per tutti noi e per l’Italia intera. Ritengo sia un fattore di modernità per il Paese e se ci sarà bisogno andrò in giro per l’Italia anch’io a spiegare che non c’è nulla di egoistico in tutto questo, ma è un progetto per un Paese più federalista. Bisogna avere il coraggio di cambiare quand’è il momento». Alda Vanzan
l’autonomia sia nel contratto di governo: se la volontà dei veneti che sono andati a votare al referendum non dovesse essere rispettata, non può che venire meno quel contratto».
Il centrodestra
MILANO Il vero problema del Cavaliere riguarda le Europee. Il leader azzurro sta ragionando, con i maggiorenti del partito, di non candidarsi in tutte le circoscrizioni. Un po’ per dare spazio anche ad altri big trainanti sui vari territori - Tajani per esempio lo è - e un po’ anche, come maliziosamente si fa notare in casa azzurra, per evitare il match elettorale diretto tra il Cavaliere e il Capitano che in questo momento è lanciatissimo. E così,
potranno trovare delle soluzioni nell’interesse non di qualcuno, ma di tutti».
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SINDACO Luigi Brugnaro
«L’INTESA ENTRO IL 21 MARZO? UN GIORNO IN PIÙ NON FA DIFFERENZA L’IMPORTANTE È FARE LE COSE BENE»
Zingaretti scuote il Pd: voltiamo pagina E Calenda apre: «Unità ancora possibile» LE PRIMARIE ROMA Si scalda, si appassiona, Nicola il governatore, e alla fine è una gran sudata, si vede pure dalla camicia. Alla convention del Pd chiamata a scremare i candidati per le primarie, un combattivo Zingaretti traccia la strada che dovrà portare i dem ai gazebo del 3 marzo. Sferza il governo, attacca Salvini e non fa sconti al M5S, «dobbiamo recuperare i voti che ci hanno preso, non allearci con loro, basta, mi sono stufato di ripetere che non cerco alleanze con Di Maio, imparassero a sconfiggerli quegli stessi che mi accusano di volermici alleare. Dobbiamo voltare pagina rispetto al passato».
IL DOCUMENTO SULL’EUROPA
Carlo Calenda (foto ANSA)
Uno Zingaretti inedito, battagliero, ma unitario all’interno, finanche nei confronti di Carlo Calenda, che con il suo manifesto per l’Europa non ha ancora trovato pace. «Se vuoi la pace, prepara la pace», gli suggerisce Zingaretti
storpiando il vecchio detto, come a dire: sei vuoi essere unitario, come dici, devi pure accettare critiche e suggerimenti. Parole che hanno alla fine contribuito a riportare la calma. Ma che fatica.
Di primo mattino Calenda apprende che gli europarlamentari uscenti hanno appena firmato un documento su Ue ed elezioni europee, testo che l’ex ministro giudica subito «in competizione» con il suo, talché parte lancia in resta: «Apprendo che, dietro suggerimento di Bettini, che sta con Zingaretti, i parlamentari del Pd a Strasburgo hanno stilato un testo, un’operazione contro di me, ne prendo atto, non si può combattere su dieci fronti». Calenda interviene poi alla convention dem, i toni e gli argomenti sono ancora accesi, ma la rottura sfiorata viene evitata. Un colloquio tra l’ex ministro e Zingaretti contribuisce a rasserenare gli animi, anche se la prospettiva non è affatto riappacificante. Il motivo? Calenda propunga l’andare oltre il Pd, vorrebbe un listone, un fronte che raggruppi tutti quelli che non ci stanno a seguire i populisti e il duo gialloverde, «ovunque mi presento, mi dicono che il problema è la presenza del Pd, c’è un problema di credibilità». Gli europarlamentari, e Zinga-
retti e quanti stanno con lui, non intendono, all’opposto, rinunciare al ruolo di architrave del Pd, e men che meno puntano a fronti anti sovranisti in cui il Pd non appaia, si nasconda o prenda le distanze dal Pse, la famosa lista «da Macron a Tsipras» appare di là da venire. Saranno tre, come da statuto e come da previsioni, i candidati che si contenderanno i consensi ai gazebo per diventare segretario. In apertura, Dal Moro legge i risultati delle votazioni nei circoli riservate ai soli iscritti, dai quali si apprende una notizia: gli aderenti al Pd sono attualmente 374 mila 786, dei quali è andato a votare poco più del 50 per cento. Tra i candidati non ammessi alla corsa finale, da segnalare due sotto endorsement: Francesco Boccia pro Zinga e l’unica donna in lizza, Maria Saladino, pro Martina. Da scongiuri la dichiarazione dell’altro outsider, Corallo: «Stiamo eleggendo il prossimo ex segretario». Combattivo, e unitario, anche l’intervento di Maurizio Martina, che si è presentato con una ma-
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Nicola Zingaretti e Maurizio Martina (foto LAPRESSE)
glietta esibita assieme a Richetti con su scritto «noi non dividiamo, noi sommiamo», e con l’attacco fuori dal Pd, contro Salvini, perorando la presentazione di una mozione di sfiducia nei confronti del ministro dell’Interno. Significativo invece l’endorsemente della prodiana Sandra Zampa pro Zingaretti: «Bene la nuova stagione da aprire nel Pd, bene Zingaretti, sto con lui». A un colpo d’occhio neanche troppo
difficile, si notavano vistose assenze in sala. A parte il capogruppo Marcucci, malato, tutti i renziani di peso o di ex peso non c’erano: Lotti, Guerini, Boschi, Giacomelli, Malpezzi, Morani, Rotta, Nannicini, Migliore, Romano, Bonafè, Fiano e altri brillavano per l’assenza, l’unico presente era il tesoriere Bonifazi, ma gli tocca, fa parte della presidenza. Nino Bertoloni Meli © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Provincia
Lunedì 4 Febbraio 2019 www.gazzettino.it
Olimpiadi delle Truppe Alpine di stanza a Misurina `Logistica ed eventi
collaterali sul lago e gare in Alta Pusteria AURONZO Sono arrivati in questi giorni in riva al lago di Misurina i primi container militari e il relativo personale per l’organizzazione logistica in vista di alcuni
eventi collaterali ai Campionati Sciistici delle Truppe Alpine conosciuti, anche come Ca.Sta o come Olimpiadi invernali in grigioverde, che si terranno, come vuole ormai la tradizione nella confinante Alta Pusteria, vale a dire in quel di Dobbiaco, San Candido e Sesto. Difatti Misurina ospiterà il 20 febbraio alle 11, nei pressi di Malga Rin Bianco, una prova di esercitazione tecnico-tattica. Il giorno successivo alle 18 sulla spianata del lago si svilupperà una
prova di esercitazione in collaborazione con il soccorso alpino. Il 22 febbraio alle 11 ci sarà invece l’esercitazione tecnico-tattica vera e propria, alla quale verranno invitati il Ministro della Difesa e il Capo di Stato Maggiore della Difesa. Lo stesso giorno alle 18 avrà luogo la spettacolare esercitazione delle squadre di soccorso alpino, che prevede anche un lancio di paracadutisti con atterraggio sul lago ghiacciato di Misurina. Tornano dunque le pen-
ne nere fra i Cadini e le Tre Cime di Lavaredo per le prove dimostrative che si erano svolte nel 2000. Alla manifestazione pusterese partecipano eserciti di paesi alleati e amici nello spirito di partnership per la Pace. Ci saranno il Centro addestramento alpino, il Reparto attività sportive per l’Italia, gruppi sportivi militari nazionali e di Stato, comandi Nato multinazionali, l’Associazione nazionale alpini. Il programma prevede le gare di slalom gigante, di
fondo, di biathlon, di scialpinismo, di pattuglia e dei plotoni, oltre alle prove collaterali di Misurina. Nel municipio di Auronzo non si nasconde l’ambizione di ospitare, magari nel 2021, l’intera manifestazione grigioverde a dimensione internazionale acquisita nel 1979 e organizzata dal Comando Truppe Alpine di Bolzano che si svolge, a parte le interruzioni per eventi bellici, da ben 87 anni. Del resto la Val d’Ansiei punta a ripetere la presenza della
totalità della manifestazione tenutasi nel 1990 dove Palus San Marco ospitò lo sci di fondo, il biathlon, le gare di pattuglia e dei plotoni, mentre Misurina quello alpino e l’area del Rifugio Auronzo con la forcella Longeres ai piedi delle Tre Cime di Lavaredo per l’esercitazione tattica. Ancor prima, nel 1947 Misurina è stata il teatro delle Gare Intereggimentali di sci delle Truppe Alpine note come Gista. Gianfranco Giuseppini
Filiera del legno: per l’ex regoliere «occasione persa» `Già vice presidente,
Buzzo Contin ricorda i progetti mai decollati SANTO STEFANO
SPECIE REINTRODOTTE L’esemplare fotografato da Marco Cesco Gaspare: «Era venerdì pomeriggio sul Canale di Visdende»
Ripreso un “lupo” solitario lungo la strada del Cianà La scatto del consigliere Cesco Fabbro `E i cacciatori chiedono subito conto è ora al vaglio della polizia provinciale «di quanto sta accadendo in Comelico» `
SAN PIETRO Immortalato in pieno giorno, lungo la strada del Cianà, che da ponte Cordevole, a Presenaio, sale in Val Visdende. Protagonista delle due straordinarie fotografie che tra sabato e ieri hanno fatto il giro di decine di cellulari, è un bellissimo esemplare di lupo grigio, con un’età tra 4-5 anni. Sembrano non esserci dubbi su quell’animale che campeggia al centro delle immagini, in mezzo alla neve, per nulla impaurito, tra alberi e rami. Autore degli scatti è Marco Cesco Fabbro, esperto, per professione e per passione, del territorio comeliano, in particolare della Val Visdende. «Le ho scattate venerdì pomeriggio – conferma il consigliere comunale di San Pietro, con delega all’agricoltura, ambiente e territorio –. Sicuramente questo, sul Canale di Visdende, era solo. La polizia provinciale è stata subito avvisata e ci dirà se veramente si tratta di un lupo». Anche se la stazza e le caratteristiche fisiche sembrano non lasciare molti dubbi. Dal mantello invernale lungo, denso e morbido, di colore appunto grigio variegato, si contraddistingue dagli altri membri del genere per il muso e le orecchie meno appuntite. Così dopo le voci e le testimonianze degli ultimi anni, alcune anche di un decennio, che
vogliono il territorio comeliano nuovamente abitato dai lupi, ora arriva la conferma fotografica. In molti, però, aspettano la “sentenza” della polizia provinciale. E resta in attesa di notizie certe, prima di rilasciare qualsiasi commento, anche il presidente della riserva di caccia di San Pietro, Emiliano Comis: «Attendo di essere informato dal personale di vigilanza in merito a quanto sta accadendo». Secondo alcune testimonianze pare che l’esemplare fotografato sia in giro da un anno, se non addirittura da un paio, e non sarebbe l’unico. Esisterebbe persino un branco, composto da quattro a sei animali. Come documentato da una fotografia, l’ultimo lupo ufficialmente abbattuto in Comelico, “reo” come gli altri di attaccare il bestiame, risale al luglio del 1931. Ma la sua presenza passata è rimasta nei toponimi ladini, come, per esempio, nel significativo “Landro dal loo” (cioè Grotta del lupo), sul monte Curiè, nel territorio comunale
LA SERA PRIMA DELL’AVVISTAMENTO TROVATI RESTI DI UN CAPRIOLO PREDATO VICINO AD UN’ABITAZIONE
di San Pietro. E proprio poco lontano da qui, un cittadino, una mattina, ha trovato i resti di un capriolo che, assenti la sera precedente, non lasciano alcun dubbio sulla loro origine: non esistono altri animali che predano in quel modo. Un altro cittadino, esattamente un anno fa, ha avvistato delle orme alla quota di 1.750 metri, dopo Costa
d’Antola, verso la malga Chiastellin, in Val Visdende. Un luogo di passaggio di selvaggina, come lo è quello lungo il Cianà. Dato per scontato che i lupi sono animali che si spostano velocemente, in grado di coprire molti chilometri in breve tempo, una domanda però si rincorre: quanti sono? Yvonne Toscani
Intesa tra Zaia e le Regole sui danni post maltempo CORTINA Il tema dei boschi abbattuti dal vento continua a tenere banco e lo farà ancora per molto tempo viste le enormi quantità di alberi schiantati che dovranno essere rimossi se si vorrà ridare un “volto” alle aree boschive. Ne hanno parlato le Regole e il governatore veneto Luca Zaia. «Ho incontrato il direttivo delle Regole d’Ampezzo, con il suo presidente Flavio Lancedelli e il segretario Stefano Lorenzi - riferisce il presidente Zaia -, che mi hanno consegnato un pro memoria sui drammatici temi del ciclone di fine ottobre e dei boschi schianta-
ti». Zaia afferma di aver preso «un preciso impegno a esaminare una per una le indicazioni ricevute e a metterle in atto, ovunque ciò risulti possibile, una volte che, ormai a breve termine, si renderanno disponibili i fondi statali». «Il pro memoria – informa il governatore – contiene precise richieste in termini di specifici finanziamenti a valere sul Piano di Sviluppo Rurale; della necessità, che condivido, di una stretta concertazione sui criteri di taglio degli alberi abbattuti e di disboscamento; e, più in generale, della necessità di incentivare gli investimenti per attività straordinarie nei parchi».
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Quelle occasioni perdute per la filiera del legno in Comelico. E’ con grande rammarico che l’ex vice presidente della Regola di Santo Stefano, Maurizio Buzzo Contin, assiste al dibattito che si sta svolgendo in varie sedi dopo il disastroso evento di fine ottobre, pensando a come sarebbe stata diversa la reazione, se fossero stati attuati i progetti che, nei primi anni Duemila, la Regola di Santo Stefano aveva messo in cantiere, putroppo senza trovare appoggi nè in Comelico, nè in Regione Veneto. «Si parla in questi mesi di “filiera del legno” - dice Buzzo Contin - e mi sembra che si voglia chiudere la stalla quando ormai i buoi sono scappati. La nostra amministrazione regoliera aveva studiato un piano di utilizzo del legname dal bosco alle prime lavorazioni, ma con la possibilità di produrre anche semilavorati e pannelli per la costruzione di case in legno. Si era anche individuata la località di Cima Gogna per la costruzione di una segheria, dove le Regole del Comelico, ma anche il Comune di Sappada ed eventuali altri Comuni del Centro Cadore, avrebbero dovuto conferire i loro tagli annuali, con una stima prevista di circa 30 mila metri all’anno. Ci eravamo mossi, assieme al consigliere regionale Guido
Trento, per verificare le esperienze in atto nella Val di Fiemme ed in alcune segherie dell’Austria. Quelli sarebbero stati gli anni giusti per avviare una filiera del legno in Cadore. Anche la costruzione di un impianto per il cippato, che avrebbe consentito il recupero di tanto legname che resta abbandonato nei boschi, sarebbe stato importante sia per il funzionamento della centrale a biomasse di Santo Stefano, sia per produrre energia elettrica da vendere all’Enel». Maurizio Buzzo Contin ora è un pensionato che non è più coinvolto nell’attività della Regola, ma rimarca la caratteristica del Comelico di essere la “valle delle occasioni perdute”. «Penso a quanti posti di lavoro avrebbero potuto crescere - afferma- intorno a queste attività e il recupero di professionalità da parte di tanti giovani nel settore del legno. Invece siamo qui a commentare e criticare le scelte di questo o quell’altro caporegola che svende il legname alle segherie austriache, o illuderci sulla costruzione di un impianto di cippato o di una centrale a biomasse per produrre corrente elettrica. Spero almeno che possa realizzarsi il progetto turistico del collegamento tra Padola e Sesto Pusteria». Lucio Eicher Clere
«AVEVAMO STUDIATO UN PIANO DI UTILIZZO DEL LEGNAME CON PROSPETTIVE DI NUOVO LAVORO: MAI ASCOLTATI»
DEL LUNEDÌ
il Quotidiano
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del NordEst
ANNO 133- N° 5
VENEZIA MESTRE
Lunedì 4 Febbraio 2019
Mestre Chiesa in campo per dire la sua sui grandi temi della città
L’intervista Bobby Solo: «Sanremo? Come la Befana, una festa tradizionale»
Calcio L’Inter sprofonda tra i fischi la Roma rimonta sul Milan: 1-1
Pittalis a pagina 12
Guidone a pag. V
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Da pagina 15 a pagina 18
Spari in strada, grave talento veneto del nuoto `Choc a Roma: Manuel rette a un distributore automati-
ferito dopo una rissa «Scambio di persona» «Ora vado a prendere la pistola, torno e gli sparo». Dalle parole ai fatti. Solo che chi ha aperto il fuoco per tre volte, sabato notte, in piazza Eschilo, alla periferia di Roma, probabilmente ha sbagliato la mira, non ha centrato il vero obiettivo o lo ha scambiato per Manuel Mateo Bortuzzo, promessa veneta 19enne del nuoto italiano, che stava acquistando le siga-
co all’angolo. Uno dei proiettili lo ha colpito nella parte destra del torace fermandosi all’altezza dell’undicesima vertebra. È caduto a terra, la fidanzata Martina era accanto a lui disperata: «In due su uno scooter, abbastanza lontani, gli hanno urlato contro, Manuel si è girato e gli hanno sparato. Mi sembra impossibile che sia capitato proprio a noi», ha ripetuto agli amici e agli agenti della Mobile che l’hanno interrogata per cinque ore, tre volte, anche con l’aiuto di una psicologa. Marani a pagina 2
Il colloquio
Il padre: «Non c’entra con quella lite si è solo trovato nel posto sbagliato»
FERITO Manuel Mateo Bortuzzo
«Mio figlio si è trovato nel posto sbagliato nel momento sbagliato. Non c’entra nulla con la rissa. È uno sportivo, un ragazzo perbene che stava semplicemente andando a mangiare qualcosa al pub con gli amici. C’è stato uno scambio di persona». I medici del San Camillo di Roma sono
appena riusciti ad estrarre il proiettile conficcato a pochi millimetri dalla spina dorsale di Manuel Mateo Bortuzzo quando suo padre Franco, riesce a proferire le prime parole: «Mio figlio ha subito tre interventi chirurgici». Beltrame a pagina 3
L’intervista
Brugnaro: «Stupito da Sala l’autonomia porta benefici»
VENETO Zaia e Brugnaro
Caos Brennero, arriva l’ispezione D
Alda Vanzan
Il ministro Toninelli: «Basta mangiatoie, sarà pubblica». Biancofiore (FI): «Lo è già per oltre l’84%»
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Il focus
Il dossier nascosto che salva la Tav Umberto Mancini l dossier, con tanto di verdetto negativo sulla Torino-Lione, è stato consegnato al ministero dei Trasporti il 9 gennaio scorso. Ottanta pagine di calcoli, tabelle e grafici che non danno scampo. E che il presidente della commissione costi-benefici, il professor Marco Ponti, ha fisicamente depositato nelle mani del ministro Toninelli. Non prima però di aver fatto trapelare che il giudizio è nettamente contrario al completamento dell’opera. Segue a pagina 5
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Dopo il caos scattano verifiche e polemiche. All’indomani dell’inferno bianco con migliaia di automobilisti intrappolati nell’autostrada del Brennero, scoppia un’altra bufera, ma stavolta è politica. «Vogliamo vederci chiaro sui disagi che si sono creati negli ultimi giorni sulla A22 - annuncia il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli - è già in corso un’ispezione per verificare che il concessionario sia intervenuto adeguatamente per garantire la sicurezza degli utenti». Poi il ministro ha ricordato che la concessione è già scaduta e ha annunciato «il rinnovo con una gestione totalmente pubblica». Perché «l’attuale concessionario, che in questi anni di proroga ha continuato a godere di ricchi profitti, ha fatto ricorso contro la rivoluzione che stiamo mettendo in atto». Ma Biancofiore (FI) attacca: «È già pubblica per quasi l’85%». Ianuale a pagina 8
Il duello. Caso Diciotti, i grillini tentano la trattativa sul no
Processo a Salvini, il M5s allunga i tempi TRATTATIVA Sfida M5s sul voto per l’autorizzazione al processo di Salvini.
ice che è «una battaglia per tutta l’Italia», «un fattore di modernità». Il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, condivide l’istanza di autonomia rafforzata di Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna, tanto da dirsi pronto «ad andare in giro per il paese a parlarne». «Perché dice - bisogna spiegare che non c’è nulla di egoistico in tutto questo, ma è un progetto per un Paese più federalista. Bisogna avere il coraggio di cambiare quand’è il momento». L’esatto contrario del suo collega di Milano, Beppe Sala, che invece ha contestato il processo di riforma in corso: “Un’idea forse giusta 20 anni fa, non oggi”, ha detto Sala. E ancora: “Milano non vuole farsi comandare dalla Regione”. Parole che hanno stupito il primo cittadino “fucsia” di Venezia: «Io credo che Milano dall’autonomia possa avere solo benefici». Brugnaro, lei ha votato al referendum sull’autonomia del Veneto il 22 ottobre 2017? «Sì, convintamente a favore. E sono ancora convinto».
Conti a pagina 6
Università e CdC, l’altolà della Corte dei Conti veneta Attorno alle Università e alle Camere di Commercio del Veneto ruota una galassia di 362 fra società, consorzi, spin-off, fondazioni, associazioni. Ma non tutte le partecipazioni si sono dimostrate necessarie ed efficienti, tant’è vero che la legge ha imposto l’approvazione di adeguati piani di razionalizzazione. Ma come procede l’attuazione di queste strategie? Molto a rilento, secondo la Corte dei Conti, che con la relazione depositata nei giorni scorsi, ha “bacchettato” gli enti pubblici. Pederiva a pagina 10
Passioni e Solitudini
Una salute migliore con la vitamina D Alessandra Graziottin olete avere una salute migliore? Accertatevi di avere buoni livelli di vitamina D nel sangue. Se è bassa, assumetela con costanza, seguendo le indicazioni di un medico (...) Segue a pagina 23
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REDAZIONE: via Torino 110 - 30172 Venezia Mestre - Tel. 041.665.111 ∆ “Ritratti Veneziani” Vol. 2 € 6,90* ∆ “Il Ponte di Rialto” € 12,90 (solo edizione Venezia)* ∆ “Calendario Barbanera 2019” € 2,90* - *Il prezzo degli abbinamenti è aggiuntivo al prezzo de “Il Gazzettino” e fino ad esaurimento. La promozione è valida solo per l’area della provincia di edizione. Spedizione in abbonamento postale: DL 353/’03 (conv. in L. n. 46 del 27/02/04) art. 1 comma 1, VE
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Le tensioni giallo-verdi
Tav, M5S all’attacco Salvini: niente scambi con il voto sulla Diciotti Di Maio: «Sconsiglio a Matteo `Il leader leghista: non siamo al di creare difficoltà al governo» mercato, io per l’Italia che va avanti `
LA GIORNATA ROMA L’unica mediazione possibile sulla Tav è un rinvio della decisione: avanza questa convinzione, nel governo giallover-
de. Ci si è spinti troppo oltre. A un passo dalla crisi. La evocano Luigi Di Maio e Matteo Salvini, ma anche Roberto Fico per il quale ci sono «molte» divergenze e «alcune» ragioni per stare insieme nel rispetto del contrat-
to di governo. Fra queste ragioni per Fico non c’è la politica attuale sui migranti. E Salvini coglie al volo l’occasione per replicare per le rime al presidente della Camera (e a tutto l’M5S): «Fico dice no a
tutto, tranne che agli sbarchi e ai processi. L’Italia ha bisogno di gente che costruisca, non che blocchi tutto». Sia come sia, in nome del contratto, Di Maio intende “riscuotere” il No alla Tav entro il mese
Il selfie di Matteo Salvini dall’Abruzzo
di febbraio: «Su questo tema non è possibile tornare indietro», concorda Fico, ricordando la battaglia storica del M5s al fianco dei No-Tav. Ma Matteo Salvini non può accettare un No «secco». E così sale la spinta dei mediatori leghisti perché il premier Giuseppe Conte sposti più in là la scelta, a dopo le europee. È un sentiero stretto, se si considera l’intreccio con l’altra partita incendiaria per il governo: il caso Diciotti. I grillini non escludono infatti il rinvio della scelta ma per ora premono sulla Tav, sapendo di avere in mano “l’arma”del voto del Senato sul processo al ministro dell’Interno: «Vedremo le carte poi decideremo sul voto», dice sibillino Di Maio. E Salvini sbotta: «Non è il mercato».
LA GRATICOLA «Per carità, nessuno scambio...», assicura Di Maio. Ma intanto tiene il vicepremier leghista sulla graticola: «Nella nostra storia mai abbiamo votato per un’immunità ma questa è un po’ diversa...». Di Maio è pronto a dettare la linea del No, non solo perché con il Sì sarebbe a rischio la tenuta del governo ma in discussione la sua linea politica sui migranti. Ma dalla base sale il pressing per il Sì. E, in nome della purezza di principi del M5s, anche Fico - senza entrare nel caso specifico - dice chiaro come la pensa: «Se arrivasse una richiesta nei
miei confronti pregherei la mia Camera di dare l’autorizzazione». Per le decisioni c’è ancora tempo. Tutto rinviato, probabilmente, a dopo il voto in Abruzzo di domenica prossima. Ma i due vicepremier dovranno vedersi quanto prima per un chiarimento. In gioco c’è il governo. Di Maio avverte Salvini di non insistere sul Sì alla Tav: «Non gli consiglio di creare tensioni...». E Salvini a Di Maio replica, in via indiretta ma molto chiara: «Mi consigliano di far cadere il governo ora che ho i sondaggi a favore. Io non li ascolto, ma le cose bisogna farle, non bloccarle». Fattori in grado d’innescare una crisi ce n’è più d’uno: non solo Tav e Diciotti, ma anche legittima difesa e autonomia regionale. Un pesante lavoro di mediazione, per il premier Conte. Che proverà a disinnescare a inizio settimana - un vertice a tre potrebbe tenersi tra lunedì sera e martedì - almeno il nodo della Consob. Se si riuscirà a sciogliere i problemi giuridici di incompatibilità, alla presidenza potrebbe essere indicato il ministro Paolo Savona: lo stesso Conte assumerebbe l’interim agli Affari europei fino alle europee (dopo, potrebbe esserci un rimpasto di governo) e M5s incasserebbe la nomina di Pasquale Tridico, fra i padri del reddito di cittadinanza, all’Inps. Diodato Pirone © RIPRODUZIONE RISERVATA
La polemica
Il Giulianova Calcio: giù le mani dalla maglia ROMA «A Giglie di Capitano ne abbiamo solo uno e il suo nome è Federico Del Grosso. Sempre e solo Forza Giulianova». È quanto si legge in un post su Facebook della squadra di calcio di Giulianova, che prende le distanze dalla scelta di Matteo Salvini di indossare ieri, a un comizio, la maglietta giallorossa. «Il Real Giulianova a nome del Presidente Luciano Bartolini, dei dirigenti e di tutti i suoi tesserati - si legge nel post - si dissocia da quanto accaduto nella giornata di ieri in occasione del comizio politico tenuto dal ministro Salvini nella Città di Giulianova. Occasione nella quale è stata fatta indossare, da politici locali, allo stesso Ministro, la maglia della nostra squadra del cuore. Premettendo che nulla abbiamo contro il ministro Salvini, ribadiamo con forza che non permettiamo a
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nessuno di strumentalizzare i nostri colori per fini politici. Le stesse persone che hanno ritenuto motivo di orgoglio far apparire la nostra maglia su tv e social non hanno mai sostenuto in alcun modo il calcio giuliese e ora vantano senso di appartenenza. I nostri colori e la nostra maglia hanno una storia gloriosa e un valore inestimabile per tutti i nostri tifosi e proprio per questo rivendichiamo il rispetto che non ci è stato dato. «La maglia è sacra!!!» © RIPRODUZIONE RISERVATA
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ATTUALITÀ
LUNEDÌ 4 FEBBRAIO 2019 IL MATTINO
I nodi del governo
L’affondo di Toninelli «Gli ispettori al Brennero e l’A22 torni pubblica» Il ministro dei Trasporti deciso a nazionalizzare l’autostrada dopo il caos neve Ma gli enti locali hanno già l’85 per cento dell’arteria che va da Modena all’Austria Giacomo Galeazzi ROMA. In Rete sono virali da ve-
nerdì notte le immagini dei camion in panne al Brennero sotto la nevicata e delle centinaia di automobilisti costretti a trascorrere 15 ore fermi in autostrada. Ieri, alla paralisi lungo l’arteria alpina, si è aggiunta la polemica politica con Danilo Toninelli che prima annuncia che l’Autobrennero tornerà pubblica, poi quando le opposizioni e gli enti locali gli ribattono che lo è già all’85% si affida ad una seconda nota per precisare che la gestione dell’A22 sarà presto «totalmente pubblica», quindi «stop all’asfalto elettorale, ai clamorosi e ingiustificati dividendi». Insomma, concessionario sotto osservazione e “nazionalizzazione” come risposta immediata del governo all’ultimo weekend nero sull’autostrada del Brennero. All’indomani del blocco, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti invia, infatti, gli ispettori per verificare le misure di sicurezza e annuncia l’intenzione di togliere al concessionario la gestione della tratta. A stretto giro, però, arriva una raffica di dichiarazioni che gridano alla «ennesima gaffe»di Toninelli. E così in serata il ministro prova ad aggiustare il tiro: «Chi si
è ingrassato con la grande mangiatoia delle autostrade cercherà in tutti i modi di fermarmi, ma vado dritto per la mia strada e rimetterò a posto le cose, con infrastrutture meno care e più sicure». E puntualizza di aver parlato di rinnovo a una concessionaria «totalmente pubblica, come non lo è Autobrennero Spa». Ravvisa «nervosismo per dividendi ingiustificati» che invece «devono servire a sicurezza e pedaggi più equi». Il presidente della società di gestione dell’A22, Luigi Olivieri smorza i toni: «L’ispezione è un diritto del ministro ed è un nostro dovere rispondere alle richieste che gli ispettori faranno». Inoltre «l’ispezione verificherà il nostro operato: abbiamo fatto di tutto per tenere aperto il Brennero nonostante la concessione scaduta e in 48 ore siamo riusciti a ripristinare la normalità». Era stato Toninelli a richiamare l’attenzione sulla «concessione scaduta da anni», garantendo che «siamo a un passo da rinnovarla con una gestione totalmente pubblica e più conveniente per i territori e per chi viaggia». Intanto il Codacons chiede indennizzi per gli automobilisti e oggi presenterà in procura un esposto contro i conducenti dei Tir entrati in autostrada senza catene e gomme da
la situazione
La società si scusa con gli automobilisti «Fatto il possibile» «La società si scusa con tutta l’utenza per i gravi disagi che ha dovuto sopportare, in particolare, nella notte tra venerdì e sabato, ma ribadisce di avere fatto tutto quando in proprio potere per evitare i blocchi che si sono poi, purtroppo, verificati». Lo scrive in una nota l’Autobrennero, la società di gestione dell’A22. Che aggiunge che «i blocchi alla circolazione sono da attribuirsi a coloro che, ignorando l'ordinanza della Direzione tecnica che imponeva il divieto di transito ai veicoli sprovvisti di dotazione invernale, si sono ugualmente avventurati verso il passo». Luigi Olivieri, presidente di A22, dal canto suo ringrazia «200 dipendenti che si sono alternati nelle ultime 48 ore per far sì che la circolazione tornasse normale. Purtroppo – aggiunge – c’è stata una serie di circostanze straordinarie, ci dispiace molto per i disagi agli automobilisti». Il presidente dice anche di aver visto «con i miei occhi numerosi Tir con gomme lisce come nella F1». Ieri l'ultimo tratto della statale 12 del Brennero, quello tra colle Isarco e il valico di confine, è stata riaperta alle 14. Il traffico sull’A22 è rimasto intenso.
neve. Già sabato mattina Carlo Costa, direttore tecnico generale dell’A22, aveva attribuito ai camionisti non attrezzati la responsabilità del caos. Quindi ad aprire un nuovo fronte ieri è arrivata, in due tempi, la soluzione prospettata dal ministro. «Tra regioni, province autonome ed altri enti l’Autobrennero è già pubblica all’84,7%», ha subito protestato l’ex ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi. Per Raffaella Paita e Michele Anzaldi del Pd, Toninelli «incompetente e sciacallo, spara slogan e deve scusarsi». Michaela Biancofiore, coordinatrice di Forza Italia in Trentino Alto Adige, contesta a Toninelli di «voler attribuire la concessione a una nuova società A22 al 100% pubblica, ma gestita dagli stessi enti pubblici odierni ritenuti inefficienti e ai quali si invia un’ispezione: una partita di giro insomma». Nel frattempo la situazione sta faticosamente tornando alla normalità. Riattivata la circolazione al Brennero. In direzione nord tra Chiusa e Vipiteno ieri sera c’erano ancora decine di Tir a cavallo fra corsia ordinaria e quella di emergenza, in attesa di essere rimossi da mezzi speciali. E in montagna il pericolo valanghe è «forte» e cioè di livello 4 su una scala da 1 a 5. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Tra gli azionisti e il ministero mesi di braccio di ferro. L’amarezza del presidente: «Siamo sempre stati considerati un modello»
La regia dei cantieri a Roma e 800 milioni dietro lo scontro IL RETROSCENA
Gabriele De Stefani
B
rennerCorridor spa. Così si chiama la società già costituita, e a capitale interamente pubblico, che gli enti locali azionisti di Autobrennero sono pronti a rendere operativa per la gestione della A22. Che già ora peraltro - con il suo 84% in mano a Province e Comuni bolzanini, trentini, veronesi, mantovani, modenesi e reggiani - è ben lontana da un modello come quello di Aspi, grande nemico di Danilo Toninelli. Ma per partire a BrennerCorridor manca l’intesa tra i soci e il ministero sulle condizioni per l’affidamento diret-
to. Ed è su questa partita che si sta consumando il braccio di ferro tra gli enti locali – governati da Lega, Fi e Pd, ma nessuno da M5S – e il ministro, la cui uscita dunque viene letta in chiave più ampia dai diretti interessati: «Toninelli approfitta strumentalmente dei disagi di sabato per rilanciare la sua idea di nazionalizzare A22 ai danni degli enti locali – attacca Mattia Palazzi, membro del cda di Autobrennero e sindaco di Mantova –. Nel suo piano salterebbero opere per 800 milioni di euro e in più il ministro vuole portare nelle casse dello Stato tutti i dividendi realizzati dalla società negli ultimi quattro anni». Un tesoro, per i soci, da circa 160 milioni di euro. Due i punti che dividono Toninelli dagli enti locali so-
ci: il livello delle tariffe per i prossimi anni e la costituzione di una cabina di regia sugli investimenti che andrebbe spostata a Roma togliendo autonomia ai territori. Tradotto: circa 800 milioni di euro in meno per opere pubbliche realizzabili con i profitti realizzati da Autobrennero e ultima parola su ogni cantiere in mano a un rappresentante del ministero. Per enti locali storicamente ritenuti virtuosi come quelli del Trentino Alto-Adige, del Veneto, della Lombardia e dell’Emilia Romagna è uno schiaffo: «Da sessant’anni siamo considerati un modello e così ci era stato detto anche dopo la tragedia del ponte Morandi di Genova, davvero non capisco – allarga le braccia Luigi Olivieri, presidente
di A22 –. Credo sia opportuno ragionare più che polemizzare». Nello scorso novembre l’ultima puntata dello scontro, con la delibera del Cipe con cui è stato stabilito che i dividendi degli ultimi quattro anni (nei quali Autobrennero, con la vecchia concessione scaduta, ha lavorato in prorogatio) devono andare allo Stato. Gli enti locali hanno presentato ricorso, guidati dalla Provincia di Trento. Il cui presidente, Maurizio Fugatti, è leghista: sulla sponda del Carroccio contano in Autobrennero per salvare l’autonomia nella gestione di un’autostrada che distribuisce dividendi per quasi 40 milioni di euro all’anno. Ma fin qui a Roma la Lega non si è messa di traverso per bloccare la spinta alla nazionalizza-
sul volo per gli emirati
Fotografo regala al Papa T-shirt col ponte Morandi Francesco si commuove Un dono inaspettato, ma molto significativo, che ha commosso Papa Francesco. Il Pontefice si è emozionato quando, durante il volo che ieri lo ha portato ad Abu Dhabi, ha ricevuto dal fotografo dell’Ansa, il genovese Luca Zennaro, una lettera del sindaco Marco Bucci, una bandiera della città di Genova con la croce di San Giorgio e una maglietta con il Ponte Morandi, usata per le partite di beneficenza. Il Papa, dopo avere salutato tutti i giornalisti, si è nuovamente fermato a salutare il fotografo. «Gli ho chiesto una preghiera per Genova – dice Zennaro – Lui ha annuito e mi ha salutato».
zione di Toninelli, se è vero che la delega a quel Cipe che ha voluto la sottrazione dei dividendi è proprio nelle mani di Giancarlo Giorgetti. La cui mediazione, nelle scorse settimane, pareva aver portato a un’intesa quanto meno sui profitti arretrati da lasciare ai sedici enti locali. Ma l’accordo è durato lo spazio di poche ore, fino a quando Toninelli ha ribadito che «questi vogliono tenersi il bottino» e «sfruttare la gallina dalle uova d’oro». «Lui vuole usare quei soldi come arma di ricatto per farci accettare una concessione che avvantaggi il ministero – è lo sfogo a microfoni spenti dei vertici di Autobrennero – ma noi su questa partita non possiamo cedere. E tocca alla Lega darci una mano». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
LUNEDÌ 4 FEBBRAIO 2019 IL MATTINO
REGIONE
l’impatto del turismo
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i dati del ministero
Venezia, ecco la tassa di sbarco E dal 2022 si dovrà prenotare Si parte il 1. maggio: imposta minima di 3 euro, fino a 10 nelle giornate “calde” Introito previsto almeno 30 milioni di euro. Esenzioni e deroghe allo studio chieste di esenzione arrivano dalle società turistiche del litorale. Approvata la delibera, il provvedimento comincerà il suo iter in commissione. Qui saranno esaminate le proposte di miglioramento e di modifica presentate dalle categorie e dalle forze politiche. L’approvazione in Consiglio comunale è prevista per il 26 febbraio. LE NAVI
Nei prossimi giorni arriverà a Ca’ Farsetti una delegazione degli armatori delle crociere. Si dovrà rendere operativa la modalità di riscossione della tassa a carico di ogni viaggiatore che sbarca a Venezia. È la parte più complicata. Sono in corso trattative fra le Ferrovie dello Stato e Ca’ Farsetti per rendere automatico il pagamento all’atto dell’acquisto del biglietto di viaggio. Il profilo del viaggiatore, registrato nei siti di Trenitalia, servirà per quantificare la tariffa dovuta. GRAN TURISMO
Il Carnevale è una delle manifestazion che attira a Venezia il maggior numero di turisti
Alberto Vitucci VENEZIA. Dal 1 gennaio 2022
per entrare a Venezia ci vorrà la prenotazione obbligatoria. Il sindaco Luigi Brugnaro lo annuncerà oggi al termine della seduta di giunta che dovrà dare il via alla delibera sul regolamento applicativo della nuova «tassa di sbarco». Non dovrà essere una gabella, dicono in Comune, ma l’avvio di un percorso che durerà tre anni. E alla fine avrà reso operativo il controllo dei flussi turistici. Non solo incassi, dunque. Ma
anche un modo per «tracciare» i visitatori e consentire una loro distribuzione nei vari periodi dell’anno. E per rispondere alle obiezioni di chi paventa che la nuova tassa, come la Ztl, finisca per essere uno strumento per far soldi e non per ridurre l’impatto del turismo, come chiede l’Unesco. DECORRENZA
La nuova tassa di sbarco, resa legge dello Stato dalla Finanziaria 2019, consiste nel pagamento di un contributo aggiuntivo per i visitatori che arrivano a Venezia. Sarà applicata
ai giornalieri, alternativa all’imposta di soggiorno che resta a carico di alberghi e bed and breakfast. Si pagherà a partire dal 1 maggio 2019. Contributo minimo sarà di 3 euro. Nei periodi caldi e da bollino rosso o nero si potrà arrivare anche a 10 euro. L’introito minimo per le casse comunali sarà di almeno 30 milioni di euro l’anno. ESENZIONI
Non pagheranno i residenti nel Veneto. E nemmeno i familiari dei Veneziani, chi viene a Venezia per lavoro. Altre ri-
Una parte consistente degli introiti della tassa di sbarco dovrà arrivare dai passeggeri dei Gran Turismo, i barconi che scaricano a San Marco turisti giornalieri provenienti dal Tronchetto, da Chioggia e dal litorale del Cavallino. Si sta lavorando per una riscossione a terra da parte degli addetti di Avm, in modo da rendere «indipendente» il pagamento per i viaggiatori. I RICORSI
Uno dei rischi maggiori della nuova tassa è quello che il progetto venga subito bloccato dai ricorsi di operatori e gruppi. Per questo il Comune ha affidato una consulenza legale all’avvocato Francesco Gianni dello studio legale Gianni Origoni Grippo Cappelli & Partners. Delibera e regolamento comunale saranno scritti anche seguendo le indicazioni dei legali. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Scuola, due record veneti poche iscrizioni ai licei molte agli istituti tecnici VENEZIA. Sul sito dell'Uffi-
cio scolastico regionale, guidato dalla nuova direttrice Augusta Celada, è stato pubblicato in questi giorni il bilancio del ministero dell'Istruzione relativo alle iscrizioni online agli istituti superiori, che si sono chiuse il 31 gennaio scorso. Per il Veneto c'è una notizia di rilievo. La nostra regione è risultata quella con meno iscritti ai licei e con più iscritti agli istituti tecnici. Nel Veneto la media di iscrizioni ai licei è di 45,7%, mentre quella nazionale è del 55,4%. In vetta c'è il Lazio( 68,6%) mentre la Sicilia, sempre nella classifica speciale dei licei, ha raggiunto quota 58,2%, ossia circa 13 punti percentuali in più del Veneto. Per quanto riguarda, invece, gli istituti tecnici, il Veneto si è classificato al primo posto con la media del 40 per cento, mentre a livello nazionale la media è del 31 per cento. Sempre il Veneto si è classificato al secondo posto, dopo il Friuli Venezia Giulia, con l'87%, nelle iscrizioni online in piena autonomia da parte dei genitori senza aver fatto ricorso alle segreterie delle scuole, ai patronati ed alle parrocchie. Tale dato è fermo, a livello nazionale, a 69,11%, mentre in Campania s'è fermato addirittura al 38,9%.
maltempo e Viabilità
San Pellegrino, pullman bloccati quattro ore di caos per il traffico PASSO SAN PELLEGRINO. Si
rompono le catene da neve e il pullman non riesce più ad andare avanti. E così altre cinque corriere, che lo seguono, restano in coda ferme sulla strada del passo San Pellegrino. Ed è caos traffico. Ci sono volute oltre quattro ore di intervento dei vigili del fuoco, dei mezzi di Veneto Strade e delle forze dell’ordine per riuscire a sbloccare la situazione.
Tutto nasce nella mattinata quando alcune auto, salendo al passo, entrano in collisione tra loro. Questo crea un rallentamento e una decina di pullman, che salgono dalla pianura per trasportare atleti appartenenti ad alcuni sci club, sono costretti a fermarsi. La situazione si sblocca, ma con la neve che scende copiosa e il peso stesso dei mezzi, le corriere faticano a ripartire. Le prime, forse per le di-
mensioni ridotte, ripartono, ma la quinta che si trova proprio in corrispondenza della massima pendenza della strada arranca e accelerando le catene montate sulle gomme si rompono. E così gli altri cinque pullman che seguono restano bloccati. La situazione è in stallo e allora verso le 14 scatta l’allarme della Prefettura. Nel frattempo i vigili del fuoco di Canale, Agordo e Caprile arriva-
La strada del passo San Pellegrino con una delle corriere coinvolte
In tutta Italia è cresciuta, seppure di poco, la scelta dei licei classici (dal 6,7% al 6,8%), mentre ha scelto lo scientifico il 25,5%. Un boom già registrato negli ultimi anni ed in particolare nei licei dove predominano gli indirizzi delle scienze applicate e dell'informatica. Bene anche le iscrizioni ai licei linguistici(9,3%), dove, in genere, si studiano tre lingue straniere, ai licei delle scienze umane (gli ex istituti magistrali) ed ai licei musicali (dallo 0,9% all'1%). Continua il calo delle iscrizioni agli istituti professionali, graditi solo dal 13,6% degli studenti, con meno 0,4% rispetto alle iscrizioni dell'anno scorso. Sul sito del dell'Ufficio scolastico regionale è stato pubblicato anche il dato relativo alla soddisfazione dei genitori per quanto riguarda l'obbligo di iscrivere i propri figli rigorosamente online. Il nuovo servizio è stato apprezzato dal 91,56 per cento degli utenti perchè questi ultimi lo hanno considerato un modo efficiente per evitare perdite di tempo a qualche sportello e anche perchè si è potuto utilizzarlo anche indipendentemente dagli orari di apertura degli uffici pubblici. — Felice Paduano BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
no sul posto, portando al seguito delle catene da neve da allestire sui pullman. Dal canto suo Veneto Strade provvede alla pulizia della strada spargendo il ghiaino e così soverso le 18 le corriere possono rimettersi in movimento e prendere la strada del ritorno verso la pianura. Un’altra emergenza ieri, a Cortina. Attorno alle 13.20 è scattato l’allarme per una valanga in Tofana, staccatasi probabilmente in forma spontanea proprio sotto il bordo della pista Tofanin: nessuno sciatore coinvolto. La valanga – 60 metri di fronte per 30 di lunghezza – è stata comunque bonificata dai soccorritori con il passaggio del cane, utilizzando Artva, Recco ed effettuando sondaggi. —