Rassegna stampa del 21 gennaio 2018

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L'Economia del Corriere Nord Ovest

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Sole 24 Ore .professioni

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REGIONE

LUNEDÌ 21 GENNAIO 2019 IL MATTINO

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La sfida delle Regioni botta e risposta tra lega e m5s

la sentrice nugnes

Zaia: «Fraccaro conceda al Veneto la stessa autonomia di Trento»

«L’Italia non si divide e il Sud è già penalizzato»

Governatore polemico con il ministro che non replica. Berti: «La Stefani ha bocciato la legge delega» Albino Salmaso PADOVA. Luca Zaia non ci sta. Dopo aver lanciato l’appello al “popolo del Sud” con un protagonismo che ha oscurato i tweet e le dirette Facebook di Salvini, il “padre” dell’autonomia delle Regioni se la prende con il ministro grillino Riccardo Fraccaro, che lo la sommessamente criticato, con un’intervista al nostro giornale e alla Stampa: «Sicuramente la legge delega proposta da Zaia non è la strada migliore per garantire competenze e risorse. Vanno fatti salvi i principi della coesione nazionale e della tenuta dei conti pubblici», ha dichiarato Fraccaro, braccio destro di Luigi Di Maio, che con orgoglio ha poi tessuto le lodi del M5S: «Siamo noi ad aver spinto la Lega a fare meglio che in passato». In effetti, il governo Berlusconi Lega-FI del 2008-’11 con Zaia ministro dell’Agricoltura e Maroni, Bossi e Calderoli nella stanza dei bottoni ha sì approvato la legge 42 sul federalismo fiscale e i costi standard ma poi si è arenato, travolto dalla tempesta dello spread e dall’arrivo del premier Monti. La questione “autonomia delle regioni” è riesplosa con i referendum del 2017 e fa parte del contratto gialloverde, ma il braccio di ferro Lega-M5S prosegue senza esclusione di colpi, in base ai sondaggi. E ora che i grillini sono in caduta libera, hanno deciso di non porgere l’altra guancia ai “buffetti” di Salvini. Bevuto il caffè e letti i quotidiani, Zaia ieri ha preso carta e penna e replicato con tono assai piccato: «La legge delega non esiste, ma se il ministro Fraccaro ha idee migliori ce le spieghi. Così le conosceremo tutti, perché il nostro board scientifico fin qui è arrivato

Il ministro Riccardo Fraccaro

Luca Zaia ed Erika Stefani, alle loro spalle a sinistra Mario Bertolissi Jacopo Berti, leader M5S in Regione

Il presidente: «Se ha idee migliori lo dica Io ho già fatto richiesta dello statuto speciale» esclusivamente sulla base di una lettura della Costituzione che ha trovato fondamento in una sentenza della Consulta. Se Fraccaro intende dire che si può modificare la Costituzione, inserendo dopo le parole Trento e Bolzano anche la parola Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, dando così a tutti la piena autonomia che possiedono Trento e Bolzano, è bene sappia che questa proposta io l’ho fatta in tempi non sospetti e sono qui ad aspettarla a braccia aperte» dichiara il governatore della Lega. In effetti, nella proposta inviata agli ex premier Renzi e Gentiloni, Luca Zaia ha chie-

sto che al Veneto siano assegnate le 23 materie concorrenti previste dagli articoli 116 e 117 della Costituzione con la gestione diretta dei 9 decimi di Iva e Irpef per essere parificato al Trentino Alto Adige e colmare il gap con il Friuli. La richiesta è finita nel cassetto chiuso a chiave e sorte analoga avrà la pretesa di incassare i 70 miliardi di residuo fiscale che Veneto, Lombardia ed Emilia versano ogni anno al Mef per la felicità del ministro Tria. «Non si può fare o salta il Paese», dice Stefano Bonaccini, governatore dell’Emilia, più prudente e realista. Su cosa si tratta, allora, a Roma da otto mesi? Sul trasferimento di 23 materie, con Zaia che vuole gestire le concessioni delle autostrade per creare una holding a Nordest con Fedriga e Fugati, presidenti a Trieste e a Trento. E poi in ballo c’è il porto di Venezia, per

pellegrini replica al covepa

«La Pedemontana non si ferma e l’Iva non avrà alcun impatto» VENEZIA. Botta e risposta tra Covepa e Regione sulla Pedemontana, che non apre i battenti al traffico. «Il costo della superstrada ammonta a 2.258.000.000 di euro, invariati dal 2013; il costo dell'intero investimento comprensivo dell'opera, interessi del denaro, manutenzione ordinaria e straordinaria per i 39 anni di concessione e gestione nell’intero periodo è di 9 miliardi di euro; i flussi di traffico stimati

nel 2017 con le tariffe medie di 0,16 euro-chilometro per i veicoli leggeri e 0,30 euro per i veicoli pesanti è di 27.000 veicoli al giorno, contro 33.000 iniziali». L’ingegner Elisabetta Pellegrini, che guida la struttura di progetto della Superstrada Pedemontana Veneta ama parlare solo con i numeri cper replicare alle dichiarazioni del Covepa sul Terzo atto convenzionale. «Appare del tutto intuitivo

che nell'arco dei 39 anni il numero dei veicoli sia destinato a salire, in coerenza con il trend rilevato delle altre infrastrutture autostradali». Quanto a fisco e Iva, dichiara la Pellegrini, «pare che il Covepa abbia perso qualche puntata della vicenda. La Regione da subito ha ipotizzato la necessità di dover pagare l'Iva sia sul canone di disponibilità ma anche di doverla incassare sui pedaggi. Pertanto è subito emerso chia-

Il leader grillino: «Ora si procede per via ordinaria, la Regione ha corretto la strada» non parlare della scuola, con Veneto e Lombardia che pensano a graduatorie regionali per gli insegnanti. Si può fare? Il braccio di ferro continua, in attesa della convocazione a Palazzo Chigi il 15 febbraio. «Se parlando di legge delega il ministro Fraccaro si riferisce invece all’intesa» prosegue Zaia «si sappia che quest’ultima è pronta dai primi di ottobre, grazie all’ottimo lavoro svolto dal ministro Erika Stefani che l’ha consegnata al premier Conte. Una bozza d’intesa che deriva da una nostra proposta, costruita sulla base della Costituzione, e cioè comprensiva delle 23 materie pre-

ro che l'Iva avrebbe potuto essere annullata, considerato che le due somme in base alle stime si eguagliano. Per avere conferma di ciò - continua - la Regione, tramite lo studio Roedl&Partners ha proposto un interpello all'Agenzia delle Entrate già nel 2017. Nell'estate 2018 si è ottenuta la risposta positiva nel senso atteso: l'Iva, nel caso di Pedemontana, per la Regione non sarà un costo e non avrà alcun impatto come per un’azienda privata». Una seconda puntualizzazione riguarda i ricavi da traffico: «Il Covepa ne discute ancora, ma la Regione non ha aumentato le stime, bensì abbassato tali previsioni a 27.000 veicoli al giorno rispetto agli iniziali 33.000», precisa Pellegrini. «Si tratta ovviamente di

viste dalla legge fondamentale dello Stato. Se Fraccaro ha in mente un’autonomia ancora più forte, meglio lo dica subito o mai più», conclude Zaia. Il Veneto sarà mai parificato a Trento e Bolzano? Il ministro grillino con la delega ai Rapporti con il Parlamento, non vuole replicare e ha fatto scendere in campo Jacopo Berti, leader in consiglio regionale. «Il governatore Zaia conosce bene la proposta della legge delega perché è stato lui ad avanzarla a suo tempo. Questa ipotesi è stata scartata dallo stesso ministro Stefani, che ha annunciato di procedere invece per legge ordinaria. Noi vogliamo raccogliere le idee migliori, bene ha fatto quindi il ministro Fraccaro a ricordare che il Governo è unito sul tema e che il M5S è in prima linea nel sostegno dell’autonomia» dichiara Berti. «I cittadini sanno che manteniamo le promesse come con il reddito di cittadinanza o il blocco dell’aumento dell’Iva, con il Fondo per gli alluvionati alimentato con 2 milioni dei tagli ai nostri stipendi e i risarcimenti ai truffati delle banche con uno stanziamento di 1,5 miliardi di euro. Siamo certi che Zaia e il Veneto» conclude Berti, «otterranno il massimo grazie al lavoro del ministro Stefani e al sostegno del Governo». Insomma, il M5S tira il freno. Oggi il ministro Stefani incontra Tria al Mef per parlare della norma finanziaria e delle risorse per l’autonomia, ma il patto è chiaro: si parte dalla spesa storica a saldo zero, in attesa di quantificare i fabbisogni standard. Quanto alla legge con o senza delega, se mai verrà portata in Parlamento, dovrà essere approvata a maggioranza assoluta senza cambiare una sola virgola, come un voto di fiducia. —

PADOVA. «Caro governatore Luca Zaia, grazie per la sua appassionata lettera ai cittadini del Sud. È il segno di una presa di coscienza: non si può chiedere l'autonomia rafforzata per un territorio togliendo la parola a tutti gli altri. Ma ci eravamo illusi che ci avrebbe detto di più». Inizia così una lunga lettera della senatrice M5s Paola Nugnes in risposta all’appello di Zaia. Secondo la senatrice «basta guardare agli ultimi decenni per avere ragioni di una penalizzazione certa del Sud». Zaia non «har speso una parola sui criteri con cui si calcolano i fabbisogni e si assegnano i soldi. L’Italia è una e indivisibile pur riconoscendo le autonomie locali e adeguando i principi e i metodi della sua legislazione alle esigenze dell'autonomia. Nell’accordo preliminare del 28 febbraio 2018 tra il Governo Gentiloni e la sua Regione, - spiega - s'indica che per i fabbisogni standard si deve far riferimento, oltre che alla popolazione, al «gettito dei tributi maturato nel territorio regionale». Questo significa che per scuola, sanità e le altre 21 materie per le quali il Veneto chiede l'autonomia si pretende che il fabbisogno sia maggiore dove c'è più Pil. Non va bene. Si finisce per penalizzare chi è più svantaggiato». —

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Elisabetta Pellegrini

Paola Nugnes (M5S)

stime, verificabili ad opera ultimata e posta in esercizio. Ogni commento in merito risulta inconsistente ed inutile. Vale la pena constatare che Corte dei Conti e Autorità anticorruzione (Anac) non hanno rilevato nulla a riguardo». Si passa ai ricorsi. «Il 23 gennaio al Tar si discuterà il ricorso presentato da Salini-Impregilo» replica la direttrice Pellegrini. «Stupisce che il Covepa tifi per il ricorrente, se non come semplice espressione di puro spirito di contrarietà, quando è abbastanza evidente che gli obiettivi dei ricorrenti non collimano minimamente con quelli del comitato. Il Tar, qualora decidesse a favore di Salini-Impregilo, non potrà fermare Pedemontana». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI


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ATTUALITÀ

LUNEDÌ 21 GENNAIO 2019 CORRIERE DELLE ALPI

Lo scontro politico

Apertura di Di Maio sulle grandi opere per far digerire al Nord il no alla Tav Di Battista in tv difende Toninelli e lancia una stoccata a Benetton: «Massacrato perché ha parlato di revoca delle concessioni» ROMA. Ogni volta è Luigi Di Ma-

io a caricarsi la responsabilità della svolta, determinando una maturazione da movimento di piazza, partorito da un Vaffa, a partito di governo. Così è stato con l’euro, così è adesso con le grandi opere. Una transizione dolce figlia però di uno strappo traumatico. Il No alla Tav ha costretto a guardare in faccia la realtà produttiva del Nord, a cercare di interpretarne i bisogni e le richieste. Il M5S è finito in un angolo, sommerso dalla percezione che vede i grillini come i signor No, contro tutto per costituzione. Colpa anche dei troppi sì concessi alle mille campagne locali. No Tav, No Tap, No Muos, No Triv, No Dal Molin: dove c’era un No c’era il M5S. Da adesso non sarà più così. «Non possiamo passare per quelli che si oppongono a ogni infrastruttura. Ora siamo al governo, abbiamo responsabilità economiche. Abbiamo promesso una crescita che passa anche dalle grandi opere» è il ragionamento che è in corso tra Di Maio, i suoi collaboratori, ministri e sottosegretari del M5S. Tutti convinti che la svolta sia nelle cose, necessaria a contrastare lo storytelling sui grillini paladini del No e l’emorragia di voti al Nord. Secondo Di Maio il M5S deve darsi una regolata per dimostrare «che non è ideologicamente contro le grandi opere». E il messaggio che accompagnerà questo cambio di direzione è pronto: «Le grandi opere in passato hanno significato devastazione del territorio e corruzione. Per questo il M5S era contro. Da oggi non sarà più così, perché noi non siamo contro a prescindere, se si faranno rispettando l’ambiente e senza mazzette». Ovvio che il riferimento è alla Tav, sbandierata come esempio da non seguire, «perché devasta una valle e una montagna» e per-

ché, ha detto ieri Alessandro Di Battista su Raiuno, «qualcuno si è già steccato delle tangenti che ai tempi attuali hanno la forma più elegante delle consulenze». A Che Tempo che fa, Di Battista si è preso anche l’incarico di difendere Toninelli: «È stato massacrato dal sistema mediatico, ma per me c’è la mano di Benetton. È la mia opinione e me ne assumo la responsabilità. Da quando ha parlato di revoca della concessione ad Autostrade è stato massacrato». Ma sulle grandi opere, in piena campagna elettorale,

Il cambio di rotta serve a recuperare le distanze dalla Lega in vista delle urne Sì al rafforzamento degli scali Pisa-Firenze e della ferrovia Cremona -Mantova servirà ad accorciare le distanze dalla Lega, nella speranza di recuperare consenso nelle regioni settentrionali dove il M5S si è alienato la simpatia di aziende e imprenditori spaventati dall’immagine dei 5 Stelle come sabotatori di cantieri. A Di Maio l’arduo compito di rendere credibile l’ennesimo lifting di un movimento che sposava il mito della decrescita felice e oggi si ritrova di fronte alla sfida della crescita, obbligato a pompare di Pil il Paese per rendere sostenibili le misure economiche adottate. Ieri il presidente di Confindustria ha chiesto di offrire più cantieri all’Italia per combattere la recessione e dare una disponibilità di posti di lavoro per il reddito di cittadinanza che oggi non si vede.

Di Maio è pronto alla sfida: la svolta sulle grandi opere annunciata a breve sarà preceduta a giorni dal piano delle infrastrutture su cui sta lavorando Toninelli. Il leader cercherà di concentrare l’attenzione soprattutto a Nord, che si troverà orfano della Tav, pure per far digerire un No che ormai sembra imminente. Anche se dalle parti di Palazzo Chigi si registrano le perplessità di Giuseppe Conte, più possibilista sull’Alta velocità, solo un referendum potrebbe salvare Di Maio dalla rivolta annunciata nel M5S in caso di ok all’opera. Il piano di Toninelli prevede: il completamento della Asti Cuneo; i ponti sul fiume Po; il rafforzamento del polo aeroportuale Pisa-Firenze con nuovi collegamenti tra i due scali; il raddoppio della ferrovia Cremona Mantova, già nel contratto di Rfi (prima fase 2017-2021: 340 milioni di euro, seconda fase 2022-2026: 560 milioni). Ci sono poi le opere combattute per anni dai 5 Stelle, accolte per ragion di Stato. Il Terzo valico: Toninelli punterà molto sul trasporto su ferro che arriverà fino al porto di Genova e sul retroporto di Alessandria. E ancora il Mose, in fase di completamento, e la Pedemontana. Su quella veneta il ministro si limiterà a gestire la convenzione. Confermato invece il no a quella lombarda: «Perché costa troppo e non è sostenibile». Il piano del ministro conterrà anche le opere a Sud, dove non esiste uno scheletro infrastrutturale adeguato. La contro-campagna su Tav di Di Maio sarà affidata all’Alta velocità Napoli-Bari, mentre dal ministero promettono di sbloccare i lavori per l’autostrada Ragusa-Catania e per la statale 106 jonica in Calabria. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

l’accordo

Patto gialloverde sulle nomine Salvini vuole Zaia in Europa Al Carroccio Lega spetterebbe un Commissario Ue e spunta il nome del governatore veneto Il pressing M5S per Consob irrita il Colle. Ai grillini anche l’Inps

Alessandro Barbera ROMA. Dalle dimissioni di Ma-

rio Nava da presidente Consob per la presunta incompatibilità con la sua posizione di fun-

zionario europeo sono passati più di quattro mesi. Era il 13 settembre e il governo sembrava deciso a sostituirlo in fretta con una persona più gradita. Non è andata così: da tempo l’unico candidato è Marcello Minenna, dirigente Consob e per poche settimane assessore al Bilancio della giunta Raggi. Il M5S ha detto in tutti i modi di avere in lui l’unico nome possibile; stessa cosa ha fatto il leader leghista Matteo Salvini. Ep-

pure la decisione slitta giorno dopo giorno. Perché? A prima vista la ragione è nella procedura di nomina: al premier spetta proporla, il presidente della Repubblica la deve ratificare. Nei palazzi c’è chi punta il dito contro Giuseppe Conte, che nel frattempo si è reso più autonomo dai partiti, chi verso Sergio Mattarella. Più che per i rapporti coi Cinque Stelle, Mattarella nutre dubbi sul curriculum di Minen-

Il vicepremier Cinquestelle e ministro del Lavoro e dello Sviluppo economicop Luigi Di Maio

na, funzionario interno e dunque - ragionano al Quirinale senza l’autonomia necessaria. Non è un caso che il presidente, quando c’era da decidere la conferma di Ignazio Visco non avallò una promozione interna: dipendesse da lui, i vertici della autorità indipendenti andrebbero scelti all’esterno. Mattarella poi è irritatissimo per il pressing pubblico di un pezzo dei Cinque Stelle, un modo per metterlo in difficoltà e dare l’impressione di aver imposto al Quirinale il candidato: non un buon viatico per una poltrona in cui va garantita indipendenza dalla politica. Le ragioni che hanno finora impedito la nomina di Minenna sono però anche più squisitamente politiche e hanno a che vedere con altre due im-

portanti poltrone. Una è in scadenza, l’altra lo sarà a breve: la presidenza dell’Inps e quella di commissario europeo. Per la prima c’è un candidato naturale: Pasquale Tridico, docente di economia del lavoro, consigliere di Di Maio e padre del reddito di cittadinanza. La logica spartitoria vorrebbe che quella poltrona andasse alla Lega, ma Tridico sembra senza rivali. E non solo perché l’unico candidato con un curriculum adeguato - l’ex sottosegretario Alberto Brambilla - si è sfilato dopo essere entrato in rotta di collisione con la Lega. C’è di più: a Salvini l’unica poltrona che interessa davvero è quella di Bruxelles. Non è difficile capire il perché. Il leghista non fa mistero di voler portare il proprio cre-

do dentro le stanze comunitarie. Quella sarà la prima decisione da prendere il giorno dopo le elezioni, quando la Lega avrà conferma del sorpasso su M5S. Da settimane circolano nomi di possibili candidati tra i ministri in carica: Centinaio, Fontana o - se servisse una figura più neutra - Moavero. Ma secondo quanto riferiscono fonti ben informate il vero candidato di Salvini è un altro: il governatore del Veneto Luca Zaia. Salvini ha due ottime ragioni per preferirlo: è stato un efficace ministro dell’Agricoltura e soprattutto oggi è l’unico rivale politico dentro il Carroccio. Cinque anni a Bruxelles lo concentrerebbero su altri dossier. Magari proprio la politica agricola. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI


Cronaca 11

L'ARENA

Lunedì 21 Gennaio 2019

PARTITI. Ilcandidato alla segreteria Pdha incontratomilitanti edirigenti incittà: «Superatelenostre differenze»

Martina:«DalNord ilrilancio controidisastri del governo» Perl’exministro«un’alternativa nonesistesenzaunaforza riformista:LegaeM5Shanno indebitato per 50 miliardi il Paese» Enrico Santi

«La partita contro la Lega e il Movimento 5 Stelle è più importante delle nostre differenze interne e da questa terra, e da Verona, dove abbiamo fatto bene il nostro mestiere quando eravamo al governo, dobbiamo ripartire». Esordisce così Maurizio Martina, candidato alla segreteria del Pd, che ieri, alla bottiglieria Corsini, vicino al municipio, ha incontrato un centinaio tra militanti, simpatizzanti e dirigenti del partito. «C’è un Paese», continua, «che aspetta un’alternativa credibile e soprattutto al Nord sono evidenti le contraddizioni che stanno esplodendo nel governo gialloverde in campo sociale ed economico e sulle infrastrutture perché questo è un governo nemico del Nord, delle imprese e di una città come Verona». A nome degli altri componenti il comitato promotore della mozione Martina-Richetti, Simone Madinelli, Anna Maria Bigon, Valeria Per-

nice e Franca Rizzi, Andrea Magro ha accolto l’ex ministro sottolineando l’«ottima mattinata» per gli ultimi risultati nelle assemblee locali dove la mozione Martina conduce con il 45 per cento contro il 41,6 di Zingaretti, il 10,6 di Giachetti, il 2,1 di Saladino, lo 0,6 di Corallo e lo 0,1 di Boccia. «Pensiamo di avere idee vincenti per il rilancio del Pd» afferma Magro. Presenti anche tutti i parlamentari: Diego Zardini, Alessia Rotta, Vincenzo D’Arienzo e, più in disparte in quanto presidente nazionale della Commissione per il Congresso, Gianni Dal Moro, la consigliera regionale Orietta Salemi, il segretario cittadino Luigi Ugoli e il candidato unico alla segreteria provinciale Maurizio Facincani. «Per il Pd», continua Martina, «questo è un congresso decisivo. In troppi scommettono sulla nostra fine, ma non esiste alternativa senza un Pd rafforzato e con un coraggioso profilo riformista... Abbiamo ancora uno spazio enorme di lavoro e siamo un’alternativa senza se e sen-

Legambiente UnGreen NewDeal

FrancescoDonadi legge L’Arenaall’edicolaFiorato FOTO MARCHIORI

L’arrivodiCelentano aVeronetta,grandeevento

Treni ad alta velocità. La Giunta SboarinarilanciaconRoma.

L’asse economica è al nord, dove si produce ricchezza e la Tav è quindi necessaria in particolare per collegare Verona a Brescia e Padova.

Reddito di cittadinanza? Misura assistenziale, per Fratelli d'Italia,chepenalizzailnordchelavorae produce.

Il reddito di cittadinanza è una follia. Bisognerebbe semplicemente creare posti di lavoro detassando. Ilcentrodestra contrasta i negozi, già 16 in città, che vendono prodotti«light»della canapa.

Meglio la cannabis che l’eroina, soprattutto visto che si tratta di una sostanza vendu-

za ma al governo Lega-5 Stelle perché», sottolinea, «c’è una bella differenza tra noi, con il lavoro fatto in anni, e i disastri che stanno facendo loro. Ma insieme all’orgoglio c’è anche l’inquietudine per la sconfitta subita, per questo dobbiamo interrogarci sui nostri errori». Martina, davanti ai militanti, rivendica che nella sua corsa alla segreteria ha «unito le forze nella pluralità, superando rancori e nostalgie, perché non serve un pensiero omologato». Martina parla di rilancio

Stasera

EDICOLA& CAFFÈ

Francesco Donadi, universitario, compra L’Arena all’edicola Fiorato in via Cappello, di fronte alla Biblioteca Civica, e commenta le notizie.

Ilsenatore D’Arienzo,ilcandidato allasegreteria MaurizioMartina e AndreaMagro FOTO MARCHIORI

ta senza le caratteristiche che danno effetti «sballanti». Anchelamotoèlowcost.ÈquantoemersoalMotor Bike Expo.

La manifestazione è valida e molto bella. I residenti di Veronetta insorgono contro la pioggia di multe nel quartieree reclamano i posti auto negati per fare posto allo showdi Celentano.È d'accordo?

Le strade stanno diventando il parcheggio di chi ha più di un’auto e spesso pure di dimensioni ingombranti. La gente deve attrezzarsi con garage privati. L’arrivo di Adriano è un evento straordinario. Dirigenti supplenti per 18 anni. Oralo Statoli metteall'angolo.

Il sistema scolastico italiano deve diventare più serio, anche nella didattica. E i docenti in generale sono sottopagati per la mole di impegni che affrontano. • C. BAZ.

Oggi, alle 20.30, nella sede di Legambiente, in via Bertoni 4, si tiene la conferenza «Un Green New Deal, per salvare l'Europa, per cambiare il mondo». I relatori sono Lorenzo Albi di Legambiente, Michele Fiorillo, coordinamento nazionale DiEM25/Primavera Europea, Antonella Mascia, avvocato, già giurista alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo, e Stefano Zantedeschi della Fiom-Cgil del Veneto. Introduce Fabrizio Demattè, coordinatore DSC Verona 1- Diem25.official. Come si può cambiare l’Europa, creando un nuovo benessere condiviso e un nuovo patto tra cittadine e cittadini? Gli organizzatori rispondono con un New Deal Verde che ponga il nostro continente all’avanguardia della transizione produttiva ecologica, e creando milioni di nuovi posti di lavoro nell’economia e nella tecnologia verde. E come salvare il pianeta dal disastro? Si deve, rispondono, cambiare il mondo. E come fare politicamente? Valorizzando il municipalismo democratico e creando un movimento globale per la giustizia. S.C.

della sfida riformista, «senza riedizioni di esperienze ormai passate». E, sulla situazione generale del Paese, dice di vedere nubi fosche. «Siamo tecnicamente al ritorno della crisi nel nostro Paese e anziché mettere in sicurezza la nostra economia questo governo ci ha indebitati per 50 miliardi in due anni per operazioni propagandistiche che assomigliano pallidamente a quanto promesso. Ci saranno 4 miliardi di tasse in più per provvedimenti che sono la metà della metà di quanto promesso. Un esempio? La

quota 100 di Salvini richiede pur sempre 38 anni di contributi escludendo i settori lavorativi più complessi come gli edili, i lavoratori dell’agricoltura o delle piccole e medie imprese». Su questi temi, conclude Martina, «il Pd deve dare battaglia contro una destra pericolosa e i 5 stelle che hanno ceduto su tutto nei confronti di Salvini... Con loro, quindi, nessuna porta aperta, ma tanti loro elettori, e anche quelli della Lega si possono recuperare se il Pd sa fare un vero lavoro di svolta». •

AUTONOMIA. Ilgovernatorerilancialasfida

Zaia:«A Napoli perun confronto? Noicome il Sud»

E al ministro Fraccaro: «Percorso stilatoseguendolaCostituzione» «Andare a Napoli per un confronto sull’autonomia? Ben volentieri. E non come sfida. Perché io non ho fatto un progetto contro il Sud». Lo dice, in un’intervista al «Gazzettino», il governatore del Veneto Luca Zaia, il quale accoglie l’invito lanciatogli dal presidente di Confindustria Campania, Vito Grassi. E proprio a Grassi, alla sua richiesta di spiegare «perchè l’autonomia è utile a tutti», Zaia risponde: «Non è un modello Nord contro Sud, anzi mi piace l’idea che ci si possa confrontare su una questione civile e, sottolineo, legale». Difende poi la scelta di aver scritto una lettera «ai cittadini del Sud» su questo tema: «Ho fatto bene perché il dibattito da stucchevole si è elevato di qualità. Pensare che la soluzione all’autonomia del Nord sia il comitato “compro Nord“, così come al Sud hanno fatto il “compro Sud“, dicendo di boicottare ad esempio il prosecco, mi vien da ridere. Il punto cardine è che i cittadini devono essere al centro di questa azione». Zaia non nasconde la sua perplessità in merito alle affermazioni sul percorso autonomistico del ministro Riccardo Fraccaro, secondo al quale «sicuramente la legge

delega proposta da Zaia non è la strada migliore per garantire competenze e risorse». «Il ministro parla di legge delega e la legge delega non esiste», precisa. «Qui si parla del terzo comma dell’articolo 116 della Costituzione, di un’intesa che dobbiamo firmare con il Governo, di cui lui è un illustre rappresentante che conosce il significato dell’autonomia, vivendo ed essendo stato eletto nella Provincia autonoma di Trento». Zaia aggiunge: «Devo pertanto dedurne che se, parlando di legge delega, il ministro si riferisce invece all’intesa, si sappia che quest’ultima è pronta da mesi». Una bozza, sottolinea, che deriva «da una nostra proposta, costruita sulla base della Costituzione». Replica Jacopo Berti, consigliere regionale del M5S veneto: «Vogliamo raccogliere le idee migliori nell’interesse dei cittadini. E bene ha fatto Fraccaro a ricordare che il Governo è unito sul tema e che il M5S è in prima linea nel sostenere l’autonomia». «Con il modello che abbiamo in mente», aggiunge Berti, «tutti ne usciranno rafforzati, dalle fasce deboli alle aziende. Vogliamo un’autonomia forte e responsabile». •


Lunedì 21 Gennaio 2019

La Voce

DALL’ITALIA E DAL MONDO GIALLO A PARIGI

Studente di Ventimiglia trovato senza vita PARIGI (Francia) - Uno studente di 18 anni di Ventimiglia, Alessio Vinci, affidato da tempo alle cure del nonno, è stato trovato senza vita venerdì, in un cantiere edile di Parigi. La notizia si è presto diffusa fra agli amici più stretti, che da giorni lo cercavano a Torino dove frequentava l’università con un anno di anticipo. Alessio aveva infatti superato le selezioni per entrare alla facoltà di Ingegneria aerospaziale del Politecnico, piazzandosi tra i primi 40 candidati. Sulla vicenda restano diversi aspetti ad oggi senza spiegazione, a partire dal fatto di cosa ci facesse a Parigi. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Uccisa a martellate e bruciata confessa l’ex amante del marito BRESCIA - L’avrebbe uccisa a martellate e infine avrebbe tentato di far sparire il corpo bruciandolo. Ha confessato di aver ucciso la moglie del suo ex amante la donna fermata per l'omicidio di Stefania Crotti, la 42enne trovata carbonizzata venerdì scorso nelle campagne di Adro (Brescia) dopo che il marito ne aveva denunciato la scomparsa. Confermata dunque la pista passionale: dopo 5 ore di interrogatorio Chiara Alessandri ha fatto parziali ammissioni anche se i carabinieri stanno facendo ulteriori accertamenti. La rea confessa avrebbe smentito infatti di aver dato fuoco al cadavere.

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Redazione: piazza Garibaldi, 17 - Rovigo Tel. 0425.200.282 Fax 0425.422584 e-mail: nazionale@lavoce-nuova.it

METEO

Torna il grande gelo nevicate in tutto il nord

"Volevo solo un chiarimento" avrebbe ammesso Alessandri che aveva avuto una relazione con il marito di Crotti durante un periodo di separazione tra i due. Da alcuni mesi la coppia si era ricongiunta e aveva provato a rimettere insieme la famiglia. Secondo quanto ricostruito, l’ex amante avrebbe attirato la vittima in una trappola spingendo un amico a invitarla per una festa a sorpresa. Crotti, ignara, sarebbe andata all'appuntamento. A tu per tu con Alessandri, la donna avrebbe ingaggiato una discussione culminata nella lite violenta e nell’omicidio.

Masse d’aria gelida scenderanno da nord e valicheranno le Alpi dalla Valle del Rodano. Oltre al freddo ci sarà un deciso peggioramento delle condizioni con piogge, vento e soprattutto la neve che potrà cadere anche su molte aree di pianura. Queste le previsioni secondo Ilmeteo.it: la situazione si aggraverà tra domani e mercoledì e ulteriormente tra giovedì e venerdì. Correnti gelide porteranno nevicate in pianura su Toscana, Umbria, Marche anche a Firenze, e poi su tutto il nord. Neve a quote molto basse attesa pure fra Romagna e Marche, e su tutta la Liguria.

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MEDITERRANEO Altre 100 persone su un barcone in avaria dopo i 117 morti di venerdì

Migranti, un’emergenza infinita Di Maio: “Lacrime di coccodrillo dalla Francia”. Salvini: “I nostri porti restano chiusi” ROMA - Dopo il naufragio di venerdì scorso, quando al largo della Libia potrebbero essere annegate 117 persone (solo 3 i superstiti) ieri un altro barcone con 100 a bordo è risultato in avaria. Mentre la nave “Sea watch” dell’omonima Ong tedesca si ritrova, con 47 migranti salvati, nella stessa situazione di tre settimane fa: nessuno vuole concederle un porto di sbarco. Proprio come nelle settimane scorse il ministro dell’Interno, Matteo Salvini ha ribadito di “non essere mai stato” e “mai sarà complice dei trafficanti di esseri umani”, che “con i loro guadagni investono in armi e droga, e delle Ong che non rispettano regole e ordini”. Sui morti in mare vedo “molte lacrime di coccodrillo. Se vogliamo continuare a parlare di effetti continuiamo a parlare della retorica sui morti in mare, che ovviamente è una tragedia e hanno tutto il mio cordoglio”. Ma “io ho smesso di fare l’ipocrita parlando come gli altri solo degli effetti e ho deciso di cominciare a parlare delle cause”, ha rincarato il vicepremier Luigi di Maio parlando ad Avezzano, in provincia dell’Aquila. “Se oggi noi abbiamo della gente che parte dall’Africa è perché alcuni paesi europei con in testa la Francia non hanno mai smesso di colonizzare l’Africa - sostiene il leader politico del Movimento 5 stelle -. Ci sono decine di stati africani in cui la Francia stampa una propria moneta, il franco delle colonie, e con quella si finanzia il debito pubblico francese. Se la Francia non avesse le colonie africane, che sta impoverendo, sarebbe la 15esima forza

In mare Ripartono le traversate dalla Libia economica mondiale invece è tra le prime proprio grazie a quello che sta combinando in Africa”. Dunque secondo Di Maio “l’Ue dovrebbe sanzionare tutti quei Paesi come la Francia che stanno impoverendo gli stati africani e stanno facendo partire quelle persone: il luogo degli africani è in Africa e non in fondo al mare. Se vogliamo fermare le partenze iniziamo ad affrontare questo tema e anche all’Onu. Macron prima ci fa la morale e poi finanzia debito pubblico colonizzando l’Africa”. Parole pronunciate mentre si stava consuman-

VENETO Nuove scintille con la Lega

Senatrice M5s contesta l’autonomia “Caro Zaia, l’Italia è una e indivisibile” ROMA - “Caro governatore Luca Zaia, grazie per la sua lunga e appassionata lettera ai cittadini del Sud. È il segno di una presa di coscienza: non si può chiedere l’autonomia rafforzata per un territorio togliendo la parola a tutti gli altri. Ma ci eravamo illusi che ci avrebbe detto e documentato di più in quella lettera, o almeno che ci avrebbe detto finalmente qualcosa della proposta che state elaborando alquanto segretamente nelle stanze dei decisori e di cui il parlamento dovrà prendere solo atto, ratificando o meno”. Così la senatrice del Movimento 5 Stelle, Paola Nugnes, in una lettera indirizzata al governatore del Veneto relativamente al processo di autonomia di Veneto, Lombardia ed Emilia che dovrebbe scattare da fine marzo.

Secondo Nugnes “l’Italia è una e indivisibile, pur riconoscendo e promuovendo le autonomie locali, attuando nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo, adeguando i principi e i metodi della sua legislazione alle esigenze dell’autonomia e del decentramento”. Il presidente veneto, secondo la senatrice M5s, “si rivolge ad un sud che lei dice ‘non ha mai avuto diritto di parola’, diritto che mi sembra lei non sia però disposto a dargli, non aprendo alla discussione sulle autonomie e accelerando inspiegabilmente i tempi di una questione così importante per il Paese che invece andrebbe portata all’attenzione di tutti, dibattuta e sviscerata nella sua complessità”. © RIPRODUZIONE RISERVATA

do l’ennesima tragedia in mare: “Cerchiamo di restare in contatto con il barcone. Presto non riuscirò più a parlare perché sto congelando, ci ha detto uno dei migranti. Sono in preda al panico, la nostra squadra sta cercando di calmarli ma nell’ultima ora abbiamo sentito ripetutamente persone urlare. La situazione è disperata” ha rivelato sui social media “Alarm phone” che ha ricevuto le telefonate dei migranti sul barcone in avaria al largo di Misurata. “Sia la sala operativa di Roma sia quella di Malta ci rimandano alla guardia costiera di Tripoli come autorità in carica per il soccorso” ha spiegato l’organizzazione che mette a disposizione una linea telefonica diretta per segnalare imbarcazioni in difficoltà. Da qui l’appello: “Chiediamo al governo del nostro Paese di non impedire l’intervento della guardia costiera per salvare immediatamente le persone in mare. Siete informati di tutto da ore. Non potete dire che non sapevate” ha scritto poi Mediterranea, piattaforma delle associazioni italiane che si alterna sugli Sos nel Mediterraneo con altre Ong. Ma Salvini ha ribadito la linea della fermezza: “Qualcuno pensa che si cambia idea, in Italia non si cambia idea. Il ministro dell’Interno garantisce ordine, i porti rimangono chiusi, qualcuno andremo a prenderli in aereo. Ho qualche conto aperto con la Francia, ospita terroristi e assassini da qualche anno, lezioni da Macron non ne prendo”. © RIPRODUZIONE RISERVATA

ESTRADIZIONE PIÙ VICINA

Trenta nomi di latitanti sul tavolo del Viminale ROMA - Secondo quanto riferito dal Corriere della Sera e da fonti del Viminale, sono trenta i nomi di terroristi latitanti, 27 di sinistra e tre di destra sul tavolo del vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini. Si tratta dell’elenco aggiornato che Intelligence e Forze dell’Ordine hanno rielaborato dopo l’arresto di Cesare Battisti. Dei 30, 14 sono in Francia. Il governo italiano, su impulso di Salvini, è pronto a passi ufficiali per chiedere collaborazione ai Paesi che stanno ospitando i latitanti, a partire proprio da Parigi. L’obiettivo è assicurare i terroristi alla giustizia italiana. La presenza in Francia della maggior parte dei terroristi degli anni di Piombo è frutto della cosiddetta “dottrina Mitterrand” adottata nel 1982 dall’allora presidente socialista. Il capo dell’Eliseo del tempo si oppose a certi aspetti della legislazione anti-terrorismo approvata in Italia e soprattutto all’estradizione di persone imputate o condannate, ricercate per “atti di natura violenta ma d’ispirazione politica”, concedendo in pratica il diritto d’asilo. © RIPRODUZIONE RISERVATA

In breve Bomba in Irlanda del Nord

Rieccheggia l’Ira n BELFAST (Irlanda del Nord) - Un’autobomba è esplosa all’esterno del tribunale di Derry, in Irlanda del Nord. La deflagrazione è avvenuta sabato alle 21:15 e poco prima era giunta una segnalazione alla polizia locale sulla presenza dell’ordigno. Gli agenti sono riusciti a evacuare gli edifici circostanti, tra cui un hotel, prima dell’esplosione. L’attentato viene attribuito alla “nuova Ira”, una fazione repubblicana dissidente che non ha mai accettato gli accordi di pace del 1998 nella regione. Tutte le forze politiche nord-irlandesi, compreso lo Sinn Fein, il partito indipendentista, braccio politico dell’Ira durante i 30 anni di guerra civile, hanno subito condannato l’attentato.

Democratici contro Trump

Proposta bocciata n WASHINGTON (Usa) - “Nancy Pelosi e alcuni democratici hanno respinto la mia offerta ancora prima che parlassi. Non vedono crimini e droga, vedono solo le elezioni del 2020 - che non vinceranno”. Così il presidente Usa, Donald Trump, all’indomani della presentazione della sua proposta per porre fine allo shutdown, in cui ha offerto ai democratici delle tutele temporanee di tre anni per i cosiddetti dreamers e per i titolari di Tps (Temporary Protection Status), in cambio dei fondi per costruire il muro alla frontiera con il Messico.

In Siria

Raid di Israele n TEL AVIV (Israele) - “Continueremo a colpire l’arroccamento dell’Iran in Siria e chiunque provi a danneggiarci. Una politica che non cambia, sia se sono in Israele o in visita storica al Ciad”. Lo ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu con riferimento alle tensioni militari di ieri. Le forze armate siriane hanno affermato infatti di aver impedito un attacco aereo di Israele nel sud del Paese. Un’esplosione è avvenuta nei pressi della al-Motahalik al-Janobi, una delle più trafficate ed estese strade della Siria, a sud della capitale Damasco. L’Iron Dome, il sistema di difesa antimissili israeliano, ha intercettato un razzo lanciato contro le Alture del Golan. Israele, ufficialmente in stato di guerra con la Siria, occupa dal 1967 la maggior parte delle Alture del Golan, che ha annesso nel 1981.


Cronaca 15

IL GIORNALE DI VICENZA Lunedì 21 Gennaio 2019

LAPOLEMICA. Ilgovernatorerisponde aidubbidel ministroFraccaro

Duelloautonomia Zaiadifendel’iter «È costituzionale»

Dopolecontestazioni delCovepa

CantierePedemontana «L’Ivanonsaràuncosto» MercoledìilricorsoalTar

Ilrappresentantepentastellatohacriticato labozza «Non è la strada migliore per competenze e risorse» Lareplica: «Prontada mesi,dopo un grande lavoro» Alessia Zorzan

«Replico al ministro Fraccaro con serenità e con spirito costruttivo, perché da una sua dichiarazione nella quale afferma che “sicuramente la legge delega proposta da Zaia non è la strada migliore per garantire competenze e risorse” è difficile ricavare un’interpretazione autentica. E comunque lascia perplessi». Il tema è sempre quello dell’autonomia e la puntualizzazione arriva direttamente dal governatore del Veneto Luca Zaia in risposta alle affermazioni del ministro per i Rapporti con il Par-

lamento Riccardo Fraccaro rilasciate durante un’intervista a La Stampa. Il rappresentante del Movimento 5 Stelle, in riferimento alle rivendicazioni del Veneto in materia di autonomia ha precisato come: «Se si potrà fare dipenderà dalle intese complessive, sicuramente la legge delega proposta da Zaia non è la strada migliore per garantire competenze e risorse. Come governo del cambiamento stiamo facendo un lavoro senza precedenti sul tema. Il M5S è da sempre a favore dell’autonomia perché avvicina le decisioni ai cittadini. Naturalmente vanno fatti salvi i principi del-

Sepensa aqualcos’altro lodicaperrispetto diduemilioni emezzodiveneti LUCAZAIA GOVERNATOREDELVENETO

la coesione nazionale e della tenuta dei conti pubblici che sono alla base di ogni meccanismo di compartecipazione tributaria». Rapida la replica di Zaia, consapevole che quello dell’autonomia è tema sempre più caldo. «Prima di tutto la legge delega non esiste precisa il presidente -. Qui si parla esclusivamente del terzo comma dell’articolo 116 della Costituzione, e quindi di un’intesa che dobbiamo firmare con il Governo di cui lui è un illustre rappresentante, il quale, peraltro, ben conosce il valore e il significato dell’autonomia, vivendo ed essendo stato eletto in un territorio come la Provincia Autonoma di Trento». «Devo pertanto dedurne che se, parlando di legge delega, il Ministro si riferisce invece all’intesa si sappia che quest’ultima è pronta da mesi, dai primi di ottobre, grazie anche all’ottimo lavoro svolto dal ministro Stefani che l’ha consegnata al premier Conte. Una bozza

Lavoriincorso nel cantiere dellafuturaPedemontana. ARCHIVIO DallaRegione,per vocedella strutturadiprogettodellaSpv, direttadaElisabettaPellegrini, arrivaancheunarisposta alle dichiarazionidel Covepa-Coordinamento venetoPedemontana alternativainmerito al“Terzo attoconvenzionale(Tac)” per la realizzazioneegestione della superstrada.«Pare cheil Covepaabbiapersoqualche puntatadellavicenda - èla replica-.La Regionedasubito haipotizzatola necessità di doverpagarel’Iva sia sul canonedidisponibilità ma anchedidoverlaincassare sui pedaggi.Pertanto èsubito emersochiarochel’IVA avrebbepotuto essere annullata,considerato chele duesommein baseallestime si eguagliano.Dunque l’Iva, nel

casodellaPedemontana, perla Regionenonsarà uncosto, sarà “passante”,comeper unaazienda privata».Occhi anchesui ricavida traffico.«La Regionenonha aumentatole stime, bensì abbassatotaliprevisionia 27.000 veicoli/giorno rispetto agliiniziali previsti33.000veicoli/giorno.Si trattaovviamentedi stime, verificabilisolamenteadopera ultimataeposta inesercizio. Cortedei ContieAutorità anticorruzionenon hannorilevato nullariguardo».Infineun riferimentoai ricorsiinatto, dato chemercoledìal Tarsi discuterà quellopresentatodal gruppo SaliniImpregilo(contro l’affidamentoal consorzioSis).«Il Tarnonpotràcomunque fermare Pedemontana,equindi il Comitato nonpotràesseresoddisfatto». © RIPRODUZIONERISERVATA

SOLIDARIETÀ. Ilgesto raccontato da una baristadi piazza deiSignori edalle“penne nere”

La generosità di una scolaresca per piantare alberi in Altopiano Unaclassedelle elementari harinunciato allepaghettee allemance Roberto Luciani

Problema: se venti bambini mettono 1.104 monetine del valore di un centesimo in una cassettina per le offerte, quanti euro alla fine vi depositeranno? Risposta: 11 euro e 4 centesimi. Pochi? Macché, tantissimi e non solamente per la quantità in sé. Lo ha verificato di persona Sonia, titolare di un bar in piazza dei Signori, che poco prima dello scorso Natale si è vista improvvisamente invadere il proprio locale da una gioiosa e festosa scolaresca delle scuole elementari, composta da bambini e da bambine di 7 e 8 anni, accompagnata dalla propria maestra per fare il proprio dovere di cittadini del capoluogo. Mentre racconta la circostanza, una delle numerose iniziate organizzate immediatamente per aiutare l’Altopiano di Asiago flagellato pesantemente dal maltempo, alla barista vengono ancora i lucciconi: «Io, come altri 32 locali del centro storico, abbiamo portato avanti la raccolta di fondi assieme agli alpini di Vicenza per piantare nuovi alberi sulle nostre montagne al posto di quelli abbattuti dal vento e dal maltempo a no-

Alcunibambini contribuiscono alla raccoltadi fondiper aiutarel’Altopiano colpito dalmaltempo. LUCIANI

Lacifra

11,4

GLIEURO RACCOLTI DAIBIMBIDI 7E8ANNI

Ibambini diuna scuola elementarehanno donato leloro paghettee mance lasciandoleinun bar di piazzadei Signori.

vembre. Abbiamo una piccola cassetta per i clienti e, il giorno dopo l’uscita dell’articolo del giornale che annunciava l’iniziativa, ho avuto la sorpresa di questa visita. Uno spettacolo, mi creda. Tutti in fila per mettere le loro monetine, le loro “paghette”, nel nostro salvadanaio. Ero così estasiata e commossa che ho dimenticato di chiedere chi fossero, da quale scuola elementare provenissero».

La commerciante posegue: «Sono rimasta incantata a guardarli, mi sono goduta le loro espressioni convinte, di piccoli adulti, tutti felici di poter aiutare a piantare altri alberi. Ho avuto la fortuna di vivere in prima persona la magia del Natale». Felice, la signora ha poi telefonato alla sezione Ana di Vicenza “Monte Pasubio”, organizzatrice assieme agli esercenti di Confcommercio, della campagna di sensibilizzazione.

Il22 ottobre del2017ilreferendum perl’autonomiadelVeneto

d’intesa che deriva da una nostra proposta, comprensiva delle 23 materie che la costituzione prevede. Se Fraccaro, dalla sua autorevole posizione, fa queste affermazioni, significa forse che ha in mente qualcos’altro e se questo qualcos’altro è un’autonomia ancora più forte, meglio che lo dica subito o mai più, anche per rispetto all’impegno di tutti quelli che su questo progetto hanno lavorato: il nostro, quello dei ministri, in primis del ministro Stefani, e soprattutto di quasi due milioni e mezzo di veneti che sono andati alle urne per pre-

tendere l’autonomia e che stanno guardando con ansia e apprensione all’esito di questa storica iniziativa». «Se Fraccaro - conclude Zaia - intende dire che si può modificare la Costituzione, inserendo dopo le parole Trento e Bolzano anche la parola Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, dando così a tutti la piena autonomia che possiedono Trento e Bolzano, è bene che sappia che questa proposta io l’ho fatta in tempi non sospetti e quindi sono sempre qui ad aspettarla a braccia aperte». • © RIPRODUZIONERISERVATA

LA FUNZIONE. Domani al Patronato Leone XIII «Recatomi al bar – sottolinea il coordinatore Ezio Simonelli – ho cominciato a contare quel piccolo tesoretto e le assicuro che è venuto un coccolone anche a me, che pure ho la mia età e ne ho viste tante. Purtroppo questa me la sono persa. Da libro “Cuore” davvero, me la sono fatta raccontare due volte da Sonia». Undici euro che magari peseranno poco nel conteggio complessivo che sarà fatto a fine mese, ma che dal punto di vista simbolico è un tributo bellissimo e inaspettato alle nostre “penne nere”. Sottolinea, infatti, Simonelli: «Siamo molto orgogliosi della stima della gente, che ha donato quel che poteva dicendo sempre “do volentieri perché di voi mi fido”, ma che una maestra e tanti bambini si siano sentiti in dovere di partecipare alla nostra iniziativa, è un attestato di affetto che ci teniamo e personalmente mi tengo stretti». Per la cronaca e nell’attesa di raccogliere ed aprire le scatoline con le offerte, già in cassa più di 500 euro racimolati nelle due uscite della Fanfara storica, che ha cantato la “Stella” tra i negozi di corso Fogazzaro e corso Palladio l’8 e il 22 dicembre. E potrebbe pure non essere finita qui, giacché sono in corso contatti con la Fiera di Vicenza per organizzare un gazebo all’entrata di VicenzaOro 2019, in svolgimento fino a mercoledì. «Stiamo cercando di capire come organizzarci – sottolinea Luciano Cherobin, presidente della Sezione – però è un bel segno di sensibilità ed attenzione». • © RIPRODUZIONERISERVATA

Una messa inricordo didonDallaVecchia colonnadell’Engim Ilpadre giuseppinoèdeceduto inseguitoaun incidente stradale È ancora vivo il ricordo di don Renzo Dalla Vecchia, il padre giuseppino deceduto in seguito a un grave incidente e che a Thiene ha ricevuto l’estremo saluto in un duomo gremito di gente. Nato a Brendola nel 1944, perché i suoi erano sfollati durante la Seconda guerra mondiale ma vicentino doc (la sua famiglia abitava in via Volta nella parrocchia di San Marco) don Renzo è stato un assiduo discepolo dei giuseppini del Patronato Leone XIII. Da giovane fu capo scout alla “scuola” dei grandi Tullio Dal Ferro e Bruno Tonin. Proprio in questo clima don Renzo maturò la sua vocazione per i giovani, che lo vide presente anche in città negli anni Ottanta come colonna dell’Engim, accanto a tanti studenti che si preparavano al mondo del lavoro. Questo fu il suo campo di un’azione encomiabile, sempre tesa a incarnare il messaggio murialdino di un “bene fatto bene”, in tutte le varie sedi dove fu chiamato a dare il suo apporto prezioso e disinteressato, anche a livello dei vertici nazionali dell’Engim, l’ente nazionale giuseppini del Mu-

PadreRenzoDalla Vecchia

rialdo. E per ricordarlo, per fare tesoro del suo insegnamento di amico, di fratello e di padre, la comunità del Patronato Leone XIII e tanti amici di ieri e di questi ultimi anni, a distanza di una settimana dai funerali, domani alle 20.15 nella chiesa dell’istituto di contra’ Pusterla, si celebrerà una messa di grazie per il suo impegno profuso alla grande famiglia del Murialdo. Sarà un momento contraddistinto pure da alcune testimonianze di forte unità e di partecipazione comune, ancora una volta nel solco della scelta giuseppina. • M.P. © RIPRODUZIONERISERVATA


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