24-GEN-2019 Estratto da pag. 5 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 17 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 17 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 16 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 16 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 9 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 11 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 6 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 9 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 9 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 9 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 9 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 4 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 4 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 5 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 5 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 23 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 7 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 4 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 4 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 13 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 13 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 13 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 3 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 3 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 5 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 5 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 4 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 4 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 4 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 4 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 4 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 1 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 1 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 11 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 22 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 22 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 6 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 6 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 6 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 7 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 7 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 6 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 6 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 6 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 6 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 6 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 7 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 7 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 6 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 7 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 7 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 7 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 6 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 6 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 6 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 2 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 2 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 5 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 5 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 5 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 3 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 6 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 6 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 1 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 1 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 6 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 6 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 3 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 3 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 2 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 1 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 1 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 2 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 2 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 24 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 9 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 9 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 8 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 8 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 11 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 11 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 11 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 25 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 12 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 26 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 8 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 1 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 11 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 11 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 8 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 8 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 10 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 8 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 18 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 5 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 5 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 14 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 14 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 14 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 20 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 20 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 1 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 4 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 16 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 16 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 2 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 2 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
24-GEN-2019 Estratto da pag. 2 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
8
Attualità
Giovedì 24 Gennaio 2019 www.gazzettino.it
Muore a 14 anni dopo tre giorni di febbre alta per una miocardite
quando il ragazzo è arrivato al pronto soccorso la situazione era ormai compromessa. Non c’era più nulla da fare.
LA TRAGEDIA TREVIGNANO (TREVISO) Tre giorni di febbre alta e i classici sintomi dell’influenza. Non sembrava esserci nulla di strano. Nemmeno per i dottori del pronto soccorso di Montebelluna che lo avevano visitato sabato scorso, nè per il medico di base, ai quali i genitori del ragazzo, Luigi Martignago, 14enne di Musano di Trevignano, in provincia di Treviso, si sono rivolti lunedì mattina, preoccupati per le condizioni di salute del figlio. Poche ore dopo però la situazione è precipitata. Luigi, a metà pomeriggio, ha cominciato a dare di stomaco e il suo cuore ha sussultato a più riprese. Erano
degli attacchi cardiaci. È morto poco dopo in ospedale a Treviso. A tradirlo, stando alle prime ipotesi dei medici del Ca’ Foncello, è stata una miocardite di origine virale sviluppata come complicanza dell’influenza. Nessuno, a quanto pare, avrebbe potuto diagnosticarla preventivamente. L’usl ha comunque disposto ulteriori accertamenti clinici, già in corso, e domani verrà effettuata sul corpo del ragazzino l’autopsia.
FORTE E SANO Luigi non soffriva di alcuna patologia. Era un ragazzino forte e in salute, uno sportivo. Frequentava il primo anno del Centro di Formazione Professionale di
Fonte, suonava la chitarra e giocava a calcio. Era il portiere del Ponzano. Giovedì pomeriggio aveva partecipato all’allenamento. Aveva qualche linea di febbre ma aveva stretto i denti fino all’indomani, quando l’influenza lo aveva costretto a casa. Nulla di particolare. Sembrava una semplice influenza stagionale. Ma sabato i genitori, papà Giacinto e mamma Naomi, di origini giapponesi, hanno deciso di portarlo in pronto soccorso a Montebelluna. Sentivano in cuor loro che c’era qualcosa che non andava. Ma la diagnosi dei medici non è andata oltre il riscontro di un’influenza virale, da curare con qualche farmaco e tanto riposo. Lunedì mattina Luigi stava anco-
ASINTOMATICA
PORTIERE Luigi Martignago, il ragazzo morto dopo alcuni giorni di febbre alta
ra male, ma pure per il suo medico di base non c’era che aspettare il normale decorso della malattia. Sarebbe presto passato tutto. E invece, a metà pomeriggio, il 14enne ha cominciato ad accusare delle fitte al petto. «Stava malissimo - racconta papà Giacinto - e abbiamo chiamato il 118». Ma
IL RAGAZZO, CHE GIOCAVA A CALCIO, ERA STATO DIMESSO UNA PRIMA VOLTA DALL’OSPEDALE DI MONTEBELLUNA
IL DECRETO
La deputata e il Corvelva annunciano un incontro a Montecitorio L’Ordine dei medici: sospenderlo. E la ministra Grillo lo condanna `
VENEZIA Ci sarà davvero, oggi, nella sala stampa di Montecitorio, l’annunciata conferenza stampa del Corvelva, il Coordinamento Veneto per la Libertà delle Vaccinazioni? La sala viene concessa su semplice richiesta di un deputato, ed è sempre stata concessa a tutti. Ma stavolta è diverso. Perché ad aver prenotato la sala è la deputata bassanese Sara Cunial, le cui posizioni free-vax, per la «libertà vaccinale», sono note a tutti. E il tema della conferenza stampa sono analisi, fatte eseguire dal Corvelva da laboratori scientifici indipendenti, sulle sostanze contenute in alcuni vaccini. Apriti cielo. Ha cominciato un deputato siciliano del Pd, Michele Anzaldi, chiedendo l’intervento del presidente della Camera, Roberto Fico: «La Camera non può diventare palcoscenico della propaganda contro i vaccini s’indigna Anzaldi - Chi ha dato l’autorizzazione? Che c’entra il Corvelva con il Parlamento? Il presidente Fico intervenga al più presto, blocchi questa vergogna». Anzaldi e la collega pd Alessia Morani esortano addirittura i cronisti parlamentari a «disertare la conferenza stampa del Corvelva».
LA CENSURA Anche l’Ordine dei Medici si muove, e in una lettera a Fico chiede di «sospendere l’evento». L’ex ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, intima: «La ministra Grillo intervenga immediatamente sul presidente della Camera Fico per bloccare un evento che non è altro che disinforma-
IL PARTITO PRENDE LE DISTANZE «È UNA INIZIATIVA PERSONALE, NOI SIAMO FAVOREVOLI AI VACCINI»
zione e megafono per le posizioni no-vax». Ad essere messo in imbarazzo - ancora una volta - dalle posizioni free-vax della deputata veneta, è naturalmente il Movimento 5stelle, che già in campagna elettorale la sospese dalle liste per aver sostenuto che il vaccino anti-influenza per i bimbi è una pratica accostabile a un «genocidio», e la riammise dopo le scuse. L’ufficio stampa di Montecitorio dirama una nota, ricordando che la conferenza non si terrà nelle sale di rappresentanza, ma solo nella sala stampa, la quale, fa notare informalmente la presidenza della Camera, viene concessa ai deputati senza alcuna valutazione di merito sulle iniziative, e la concessione non è mai stata revocata. Un modo per far capire Fico non sarebbe favorevole a sospendere l’iniziativa, tanto che il presidente si prende subito le sue da Anzaldi: «Non faccia il Ponzio Pilato». La prima tra i 5stelle a prendere le distanze da Sara Cunial è la ministra della Salute Giulia Grillo: «Non so cosa vadano a raccontare ai cittadini e sono totalmente contraria a questi incontri fatti senza la controparte dell’Agenzia italiana del farmaco».
SCONFESSIONE
Poi è lo stesso Movimento Cinquestelle a sconfessare la deputata veneta: «Prendiamo le distanze dall’iniziativa della deputata Sara Cunial - dichiara Francesco D’Uva, capogruppo del Movimento 5 Stelle alla Camera - Cunial ha prenotato la sala in completa autonomia e a titolo personale, senza informare il MoVimento 5 Stelle, che sulle politiche vaccinali ha già avuto modo di chiarire la sua posizione. Abbiamo infatti detto più volte che il MoVimento 5 Stelle è favorevole alle vaccinazioni e chi, al suo interno, mette in dubbio il valore della scienza, non rispecchia il comune sentire». Anche Alessandra Moretti, consigliera regionale veneta del Pd, insiste per la cacciata dei no-vax da Montecitorio: «La Camera dei Deputati non può diven-
FREE-VAX La deputata Sara Cunial, di Bassano, storica esponente della “libertà vaccinale” e il presidente della Camera Roberto Fico
La sperimentazione su animali
Tumori, artrite e diabete: per batterli arrivano cavie con il Dna modificato Scimmie “fotocopia” col Dna modificato e topi dall’ereditarietà pilotata: sono gli ultimi nati nell’affollato zoo degli animali da laboratorio. Progettati a tavolino per facilitare lo studio di malattie umane complesse come tumori, artrite e diabete, sono stati ottenuti rispettivamente in Cina e in California grazie alla tecnica che taglia e incolla il Dna. Presentati sulle riviste National Science Review e Nature, promettono di mettere il turbo alla ricerca, riducendo costi e tempi delle sperimentazioni. «È un risultato molto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Danneggiati da trasfusioni, 15 milioni dalla Regione
No-vax alla Camera La veneta Cunial imbarazza i 5stelle IL CASO
«La probabilità che un ragazzo sano possa contrarre una miocardite virale è bassissima, sotto l’uno per cento - spiega Roberto Rigoli - direttore del reparto di Microbiologia del Ca’ Foncello ma sarà l’autopsia a chiarire cos’è successo. È difficilissimo accorgersi di una cosa del genere e quando il ragazzo si è presentato al pronto soccorso di Montebelluna non vi era in corso la miocardite. L’esame ha chiarito che era in corso un’influenza A del tipo H3N2: si è probabilmente sviluppata una forma particolarmente acuta che ha prodotto un’alterazione del battito». Alberto Beltrame
importante - sottolinea il genetista Giuseppe Novelli, rettore dell’Università di Roma Tor Vergata - perché finora non abbiamo mai avuto modelli animali adatti a studiare malattie multifattoriali: pensiamo ad esempio agli insuccessi registrati negli esperimenti fatti sui topi contro l’Alzheimer». Proprio questi fallimenti avevano spinto a intraprendere una via alternativa, «quella delle cellule staminali pluripotenti indotte (iPS), che permettono di ricreare la malattia in provetta usando le cellule dello stesso paziente per testare i farmaci più efficaci».
888eb37e-04a7-47f7-b5e2-75f62ee0e286
tare il palcoscenico per gli apprendisti stregoni e i seguaci delle loro pericolose teorie. L’incontro organizzato a Montecitorio deve essere assolutamente annullato, è inaccettabile ascoltare in Parlamento fake news o veri e propri deliri sull’abolizione dell’obbligatorietà e diritto alla libertà di cura. È grazie all’obbligatorietà che possiamo raggiungere l’immunità di gregge, fondamentale per tutelare i bambini immunodepressi o affetti da malattie ematologiche, che non possono essere vaccinati». «I Cinque Stelle dicono che la deputata Cunial ha agito a titolo personale? Bene intervengano con il ministro Grillo e il presidente della Camera Fico per cancellare questo incontro», conclude Moretti. Sa bene che sarebbe la prima volta: mai l’uso della sala stampa di Montecitorio è stato negato a un deputato in carica, quali che fossero le idee che propagandava. Alvise Fontanella © RIPRODUZIONE RISERVATA
VENEZIA La Regione Veneto, con decreto a firma del direttore regionale della sanità veneta Domenico Mantoan, ha dato mandato all’Azienda Zero di anticipare 15 milioni di euro di indennizzi statali dovuti a cittadini che hanno contratto danni gravi e irreversibili a seguito di trasfusioni. Ad essere interessate in Veneto sono 1330 pazienti che hanno contratto infezioni da Hiv o epatiti a seguito di trasfusioni di sacche di sangue infetto o di emoderivati contaminati. Tali persone hanno diritto a ricevere un assegno permanente dallo Stato a parziale risarcimento delle menomazioni irreversibili. «È una storia datata e dolorosissima che risale ancora agli ultimi decenni del secolo scorso - precisa il presidente del Veneto, Luca Zaia -. Ma in questa vicenda la Regione ha voluto essere sempre dalla parte dei cittadini, prima sollecitando con ogni mezzo l’erogazione di indennizzi statali, e poi decidendo di anticipare con soldi del proprio bilancio le somme dovute dallo Stato alle vittime. Una scelta sulla quale il Veneto ha condotto quasi un braccio di ferro con la Corte dei Conti e con il Governo per giungere ad un accordo nazionale tra Stato e Regioni e farsi così autorizzare a non far pagare alle vittime il conto amaro di un errore della sanità e dei ritardi del Ministero della Salute. La nostra - spiega - è stata una lunga battaglia di solidarietà e di responsabilità, intrapresa per alleviare, anche se in maniera parziale, i danni incommensurabili patiti da queste persone». Lo stanziamento deliberato è relativo agli indennizzi dovuti per il 2019. Lo scorso anno la Regione Veneto ha anticipato, sempre con i fondi della gestione accentrata del fondo sanitario regionale, 13.573.017 euro, per il pagamento di vitalizi ed arretrati a 1340 emotrasfusi. Nel 2017 la Regione Veneto ha anticipato 13.414.540 euro a 1363 emotrasfusi per il pagamento delle indennità previste dalla legge nazionale. A giugno 2016 furono pagati altri 14 milioni di euro a titolo di anticipo.
13
Nordest
LO SCENARIO VENEZIA Il 26 maggio si vota per il rinnovo del Parlamento europeo e probabilmente anche per le Amministrative che in Veneto interesseranno 326 Comuni su 563, di cui 20 con più di 15mila abitanti (ma nessun capoluogo). A neanche tre mesi dalla presentazione delle liste, la partita delle candidature è in alto mare. La Lega aspetta di capire cosa farà Luca Zaia, se resterà a Palazzo Balbi per ricandidarsi per l’ultimo mandato nel 2020 o se, come qualcuno vorrebbe, farà il capolista alle Europee, aprendo così il toto-governatore, anzi, toto-(bionda)-governatrice. Il Pd attende l’esito delle primarie del 3 marzo e non è un dettaglio da poco perché il capolista per la corsa per Bruxelles lo indica solitamente il segretario nazionale che, appunto, ancora non c’è. Nel frattempo Forza Italia si interroga se ha senso darsi da fare per mandare a Bruxelles probabilmente un solo eletto e cioè un bolzanino della Sudtiroler Volkspartei stante l’accordo raggiunto tra i due partiti. Il Movimento 5 Stelle non ha ancora reso noto le regole per candidarsi in Europa (il posto più ambito per i pentastellati, non c’è nemmeno l’obbligo di restituire parte dell’indennità), ma intanto pensa alle Comunali e organizza un incontro a Treviso il 2 febbraio, mentre i pizzarottiani di Italia in Comune lanciano l’Onda Verde con gli ambientalisti.
Giovedì 24 Gennaio 2019 www.gazzettino.it
Europee, Zaia “corteggiato” Pd, corsa a 5 per un posto Nella Lega, che punta a raddoppiare `Tra i dem in lizza Baretta, Fracasso, gli eletti, qualcuno lo vorrebbe capolista Variati e Moretti. O il “civico” Calò `
Verso il voto
PD Alessandra Moretti, tra i volti più presenti in tv, vorrebbe tornare in Europa. Nel 2014 aveva preso oltre 230mila voti
L’INCUBO AZZURRO
LEGHISTI Il governatore del Veneto Luca Zaia e il ministro agli Affari regionali Erika Stefani
FI Elisabetta Gardini rischia di scontare l’accordo con Spv. Gli azzurri però contano di arrivare all’11%
di amministratori) o ad accordi successivi in aula. Quanto al successore di Zaia sarebbe una rivoluzione, se non altro di genere: le favorite sono l’attuale ministro Erika Stefani, l’assessore al Sociale (e ad ore anche alla Sanità) Manuela Lanzarin, l’assessore ai Trasporti Elisa De Berti. Tutte e tre zaiane di ferro e stimate (curiosamente, tutte e tre bionde). Nel frattempo, al di là di quel che deciderà Zaia, la Lega sembra immersa in una palude: poche o nulle iniziative politiche, nessu-
FDI Maria Cristina Caretta, da poco eletta alla Camera. Giorgia Meloni vuole tutti i big in corsa per superare la soglia del 4%
I DILEMMI LEGHISTI Il quesito che tiene banco a Palazzo (e non solo) riguarda il governatore Luca Zaia. I rumors dicono che nella Lega qualcuno lo voglia capolista alle Europee nella circoscrizione Nordest (Veneto, Friuli, Trentino, Emilia Romagna), prima di tutto perché Zaia è una macchina da voti e la Lega vuole fare cappotto, in secondo luogo perché potrebbe poi entrare nell’esecutivo come commissario all’Agricoltura. Una partenza per Bruxelles del governatore che ovviamente nega - aprirebbe una serie di incognite nel 2020: senza Zaia difficilmente il Carroccio farà da solo il 40% in Regione Veneto, soglia minima per avere il premio di maggioranza, obbligando quindi il partito o a coalizioni elettorali come nel 2015 (che invece Zaia, se si ricandiderà, potrebbe disdegnare presentandosi con la lista della Lega, la sua personale e magari una terza
na indicazione su come saranno fatte le liste e scelti i candidati europei, zero dibattito interno. Un paradosso se si pensa che la Lega nel 2014 ha eletto due europarlamentari (Salvini e Tosi, che poi, dimessisi, hanno lasciato il posto a Mara Bizzotto e Lorenzo Fontana e quando quest’ultimo è diventato ministro è subentrato Giancarlo Scottà), mentre adesso la previsione è di farne 5/6 nella circoscrizione, di cui 3 o forse 4 solo in Veneto. È così che gli uscenti (a partire da Bizzotto, attivissima
sui social) ci contano, ma non direbbero no il presidente del consiglio regionale Roberto Ciambetti, Federico Caner (che è in Regione dal 2000, ora al quarto mandato pur da assessore esterno), forse lo stesso segretario Toni Da Re (dato però anche per papabile candidato sindaco a Vittorio Veneto), mentre i più spingerebbero per l’assessore Roberto “Bulldog” Marcato, volto noto in tutta la circoscrizione.
I TRAVAGLI DEM
Le primarie del Pd in Veneto GIACHETTI
MARTINA
Voti
%
BOCCIA
Voti
%
ZINGARETTI Voti
%
CORALLO
Voti
%
%
SALADINO
Voti
%
Voti
Forza Italia nel 2014, con il 14,7%, ha avuto due eletti, Elisabetta Gardini e Remo Sernagiotto (quest’ultimo passato con i Conservatori Riformisti di Fitto ora federati con Fratelli d’Italia), stavolta rischia di restare a secco. Avendo fatto l’accordo con la Sudtiroler Volkspartei, l’ultimo seggio della circoscrizione andrà alla minoranza linguistica, il che significa che se FI farà un solo eletto il seggio spetterà a un bolzanino. Gli azzurri, però, sono fiduciosi: un sondaggio ieri li dava all’8,4% rispetto al 5% di qualche mese fa e se arrivano all’11% sono convinti di eleggere due eurodeputati. Per inciso: lo stesso sondaggio dà la Lega al 42% nella circoscrizione e il M5s all’11%. Contano di fare un eletto i Fratelli d’Italia che, con Giorgia Meloni capolista, sono orientati a schierare non solo l’uscente Sernagiotto, ma tutti i cinque parlamentari De Luca, Maschio, Bertacco, Urso, Caretta e il capogruppo in Regione Sergio Berlato. Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA
Venezia
17,35
266
39,53
606
0,20
3
42,47
651
0,07
1
0,39
6
Belluno
13,22
30
45,81
104
0,44
1
39,21
89
1,32
3
0,00
0
Padova
9,05
111
49,31
605
0,33
4
40,83
501
0,16
2
0,33
4
Rovigo
6,22
39
26,95
169
30,94
194
34,93
219
0,80
5
0,16
1
Treviso
12,03
106
36,89
325
0,91
8
48,47
427
0,34
3
1,36
12
Verona
11,53
123
47,24
504
0,47
5
38,43
410
0,56
6
1,78
19
I NUMERI
Vicenza
13,01
103
41,29
327
0,76
6
41,41
328
2,90
23
0,63
5
VENEZIA Per il Pd quello in corso si annuncia come il congresso del record: negativo, perché secondo i dati ufficiali, fino alle 18 di ieri avevano votato poco più di 120mila iscritti. In tutta Italia. Tant’è che il partito ha fatto slittare a sabato il termine per il voto nelle sezioni. Anche nelle Venezie l’affluenza non esprime precisamente entusiasmo da parte dei tesserati Pd. Nell’intera provincia di Venezia, che ha le sue belle zone rosse storiche, hanno votato appena 1.500 persone, nel Bellunese poco più di 200, in tutto il Friuli circa 1.200. In tutto il Veneto, poco più di 6.000 tesserati votanti. Ciò nonostante, nell’assemblea nazionale del Pd il peso del Veneto e delle regioni del Nord crescerà, e chissà che non faccia del bene a un partito tradizionalmente legato allo zoccolo duro delle Regioni centrali “rosse”. Ex rosse, verreb-
TOTALE
12,24
778
41,55 2.640
3,48
221
41,31 2.625
0,68
43
0,74
47
I DEMOCRATICI ATTENDONO L’ESITO DELLE PRIMARIE. VERTICE A TREVISO DEL M5S PER LE COMUNALI
Opposto il ragionamento in casa del Pd che nel 2014 fece 6 eletti a Nordest tra cui Alessandra Moretti con il record di 230.814 preferenze (svanite l’anno successivo alle Regionali contro Zaia) e Flavio Zanonato. Stavolta la prospettiva è di eleggerne in tutta la circoscrizione 2, ben che vada 3, e visto che il capolista lo sceglie il segretario nazionale, che un eletto lo farà sicuramente l’Emilia Romagna (in corsa la vicepresidente della Regione Elisabetta Gualmini) e che l’uscente Paolo De Castro può contare sul sostegno del mondo agricolo, ai veneti restano poche possibilità, a meno che non facciano squadra e puntino su un solo, unico candidato. Chi? Circolano i nomi di Achille Variati, Stefano Fracasso, Pier Paolo Baretta e, da civico, Antonio Calò, il professore trevigiano diventato famoso per ospitare i profughi a casa. Ma c’è anche Alessandra Moretti che, presentissima nelle tv nazionali, viene data per autocandidata, oltre che per insolitamente “neutrale”: dopo l’addio di Minniti non ha ancora detto chi appoggia alle primarie tra Martina, Zingaretti, Giachetti. Tra l’altro non è detto che il Pd abbia una lista del Pd: potrebbe esserci un “listone” e in tal caso non è escluso un ritorno, come candidato, dell’ex dem ora LeU Zanonato.
REGGENTE Maurizio Martina
Martina e Zingaretti testa a testa in Veneto nelle primarie dem
AFFLUENZA BASSA ANCHE NEL NORDEST IN TUTTA ITALIA APPENA 123MILA ISCRITTI SONO ANDATI A VOTARE
be da dire: ed è proprio questo il motivo che ha fatto aumentare da 73 a 75 il numero di delegati veneti, da 158 a 168 quelli lombardi, e diminuire da 89 a 86 quelli dell’Emilia, da 81 a 75 quelli della Campania, da 65 a 60 quelli siciliani. Al Nord, solo il Friuli non aumenta i delegati: 20 erano e 20 saranno.
I CANDIDATI Per quanto riguarda i voti di lista, nel Veneto è un testa a testa tra Maurizio Martina, il “commissario” del dopo-Renzi, e Nicola Zingaretti, il nome “alternativo” e primo sceso in lizza. A livello regionale, tra i due balla uno zerovirgola: Martina 41,55% e Zingaretti 41,31%, che dati i numeri
7bb34b78-1a7a-4796-9748-9718955becf3
D’ANTICIPO Nicola Zingaretti
dell’affluenza, vale appena 15 voti di distacco. Martina è in vantaggio a Belluno (104 voti contro 89, 45% contro 39%), Padova (605 voti contro 501, 49% contro 41%) e Verona (504 voti contro 410, 47% contro 38%), mentre Zingaretti vince a Venezia (651 voti contro 606, 42% contro 40%), a Rovigo (219 contro 169, 35% contro 27%),
SE FORZA ITALIA ELEGGE UN SOLO PARLAMENTARE IL SEGGIO ANDRÀ A UN BOLZANINO. FDI SCHIERA TUTTI a Treviso (427 voti contro 325, 48% contro 37%) e a Vicenza per un solo voto (328 contro 327, sul 41% entrambi). In Friuli Venezia Giulia prevale nettamente Zingaretti, che supera la maggioranza assoluta con 630 voti, che gli valgono il 51,4% mentre Martina si ferma a 427 voti, il 34,8%. Notevole la performance dell’outsider, Roberto Giachetti, sceso in campo all’ultimo momento. Giachetti, dopo aver faticato a scrollarsi dalle spalle l’ombra di Renzi, pare aver convinto i delusi dalla “grande rinuncia” di Minniti, e spunta così anche nelle sezioni percentuali dignitose (12,2 in Veneto, 12,3 in Friuli). E ottiene nella capitale del Veneto il 22,4%. Gli altri candidati restano nelle Venezie sempre ampiamente sotto la soglia del 5% che vale l’ammissione alla seconda tornata del voto, quella dei simpatizzanti, che il 3 marzo deciderà il segretario. Al.F. © RIPRODUZIONE RISERVATA
27
LA NOTIZIA PIÙ LETTA SUL GAZZETTINO.IT
IL COMMENTO SUL GAZZETTINO.IT
Studente-calciatore di 14 anni muore in seguito a un’influenza Luigi, 14 anni, è morto per complicanze di un’influenza. Il giovane giocava a calcio e venerdì aveva accusato febbre alta, in ospedale era stato subito dimesso. Poi la miocardite e, l’altra sera, l’infarto
Allarme a Venezia: «Alcuni minori vivono da soli nelle case Ater» Certa gente non sa rispettare le regole del quieto vivere: per loro ci sono solo diritti, ma mai un dovere. Con la scusa della fragilità gli altri devono sopportare i soprusi di questi disadattati (elisefr)
Giovedì 24 Gennaio 2019 www.gazzettino.it
L’analisi
Parigi-Berlino asse che non ha mai portato nulla di buono Giulio Sapelli
segue dalla prima pagina
(...) quando quelle due grandi nazioni erano dirette da giganti come De Gaulle e Adenauer. La mossa del cavallo francese, allora, fu di rendere autonoma dalla Nato la force de frappe nucleare che proiettava la Francia nell’agone mondiale della guerra fredda aumentando il plusvalore politico dell’impegno atomico francese, mentre invece la Germania divisa altro non poteva fare che contare sulla benevolenza delle nazioni fondatrici dell’Europa per essere reintegrata nel novero delle potenze di medio raggio europeo. La caduta dell’Urss da un lato (un evento con il quale si fa i conti da molti anni ormai) e la Brexit dall’altro (un processo invece in corso e che ha al suo centro un ulteriore distacco del Regno Unito dalla potenza condivisa europea), collocano il Trattato di Aquisgrana di oggi in tutt’altra luce. La Germania, infatti, ha dal canto suo la necessità di trovare una proiezione internazionale del suo peso economico nell’arena mondiale. La Francia le offre due strumenti, con il Trattato. Il primo: un riconoscimento in sede Onu in cui si dovrebbe condividere (questo sarebbe l’irrealizzabile disegno) un seggio nel Consiglio di Sicurezza, sconvolgendo gli equilibri sanciti dalla fine della Seconda guerra mondiale. Il secondo: porre a disposizione della forza economica tedesca l’industria degli armamenti francesi, protesa sempre più al distacco dall’anglo-sfera in polemica sempre più marcata con gli Usa. Questi ultimi, infatti, sono il convitato di pietra del Trattato: essi non possono che essere infastiditi da una scelta simile, perché pone le basi per una disgregazione di fatto delle relazioni transatlantiche europee indebolendo il ruolo di comando americano con grande evidenza. Il tutto, naturalmente, nasconde una finzione: l’unico interlocutore possibile delle forze armate francesi non può essere e non è la Germania, ma il Regno Unito, e questo lo sa tutto il mondo della difesa e soprattutto lo sanno i Paesi dell’“Oriente europeo” (come li definì Timothy Garton Ash), ossia la Polonia (dove gli Usa stanno allestendo una base Nato di impressionante potenza) e gli Stati baltici e scandinavi che riconoscono nella Russia l’avversario geopolitico fondamentale. Anch’essi da questa alleanza franco-tedesca non possono che sentirsi minacciati e isolati. Un altro colpo, dunque, inferto all’unità europea: Francia e Germania si arroccano in una posizione di potenza invece che distribuire il peso
della potenza medesima tra tutti gli interlocutori del’Unione, contribuendo in tal modo all’indebolimento dell’Europa su scala globale. Non parliamo delle conseguenze dell’idea della condivisione franco-tedesca del seggio nel Consiglio di Sicurezza: la Cina non può non allarmarsi temendo che ciò costituisca un passo avanti nell’inclusione dell’India nel novero delle grandi potenze e la Russia non può che veder traditi i suoi disegni di rafforzare la sua posizione mondiale dopo la vittoria conseguita in Siria, con il suo ritorno in grande stile in un Mediterraneo sempre più contendibile. E ciò avviene non attraverso una “entente cordiale” europea, ma attraverso una decisa proiezione di potenza che non può non essere che anti-russa. L’Italia, in questo rapido mutare dei giochi di potenza, rimane immobile, incapace di esprimere quello che Dino Grandi chiamava il “peso determinante”, ossia il grado di potenza di cui è in grado di produrre una nazione non abbastanza forte da decidere motu proprio la propria politica estera, ma nel contempo abbastanza forte per potersi inserire nel gioco di potenza in atto (la lezione di Camillo Benso di Cavour, insuperabile stratega) districandosi volta a volta negli
equilibri esterni di potenza tra nazioni più potenti, così da perseguire i propri interessi e dar vita a un “peso determinante” nel contesto internazionale. È l’ora di esprimerlo, questo “peso determinante”. E per l’Italia esso si esprime solo mantenendo fermo l’asse del rapporto transatlantico contribuendo a fare di questo rapporto un tutto europeo e non frammentato o dimidiato. Da ciò deriva la difesa calma ma risoluta dei nostri interessi strategici: nella politica per la difesa, che è al centro del Trattato di Aquisgrana, essi sono innervati in un’alleanza di lungo periodo con le nazioni dell’anglo-sfera e non nei rapporti troppo a noi sfavorevoli tra le potenze europee, Francia e Germania in primis. Il Trattato di Aquisgrana confligge con i nostri interessi fondamentali, il nostro ”peso determinante”. In questo senso, infatti, il Trattato aggrava la nostra posizione internazionale perché accresce i nostri gradi di dipendenza subalterna nell’equilibrio europeo. Guai a seguire il corso degli eventi e, per esempio, nella politica per la difesa abbandonare l’asse di riferimento del Regno Unito. Scegliere la dominazione franco-tedesca come riferimento industriale sarebbe la fine della nostra politica di difesa come politica di mantenimento delle posizioni di potenza economica e diplomatica che ancora conserviamo a fatica nel Mediterraneo e nei Balcani. Occorre uno scatto di reni e di consapevolezza diplomatica di lungo respiro. Un respiro non demagogico o affannato e non condizionato, come invece accade in Germania e in Francia, per il prossimo agone elettorale europeo. © RIPRODUZIONE RISERVATA
La vignetta
Il commento
Dal soggiorno allo sbarco: tutti tassati e scontenti Sara Moretto* ome noto con il maxi-emendamento alla legge di Bilancio è stata data la possibilità al Comune di Venezia di introdurre un contributo di sbarco, in alternativa all’imposta di soggiorno, per chiunque arrivi in città senza pernottare. Un obolo che certamente porterà cifre consistenti nelle casse comunali e che mi auguro verrà impegnato per valorizzare il patrimonio storico e per potenziare i servizi pubblici, ma che a mio avviso non contribuirà in alcun modo ad una migliore gestione dei flussi turistici, vera questione aperta della città lagunare. Non dobbiamo dimenticare che l’unicità di Venezia non è da ricercare solo nello straordinario patrimonio artistico che custodisce, nel suo fascino e nella sua poetica di città costruita sull’acqua, nel suo ruolo di centro di scambi culturali e commerciali. Venezia è capoluogo di Regione e come tale è centro di servizi, quali il tribunale, l’università, gli uffici regionali e metropolitani. È dunque importante riflettere bene e a fondo su come si intende regolamentare l’applicazione di questa tassa di sbarco. Sul fronte turistico, il brand Venezia è utilizzato per promuovere anche le località del litorale. Da anni si sottolinea l’importanza di
un’offerta turistica territoriale, integrata. La costa veneta come unico ambito turistico in cui ogni località ha la sua specialità ma risponde agli stessi standard qualitativi in termini ambientali e ricettivi. Un’attenzione va quindi posta anche ai turisti del litorale, che pur alloggiando nelle strutture delle nostre spiagge potrebbero decidere di trascorrere una giornata a Venezia. Come verrebbero considerati? Chi paga già la tassa di soggiorno, fuori Comune sì ma pur sempre nello stesso ambito turistico, dovrà pagare comunque la tassa di sbarco? In attesa di vedere come il Comune di Venezia imposterà il nuovo regolamento, sottolineo il fallimento di questo Governo sul fronte turistico. Nel contratto tra Lega e Movimento 5 Stelle era prevista la creazione di un Ministero del Turismo e l’abolizione della tassa di soggiorno. Oggi ci troviamo senza Ministero, le cui competenze sono state assegnate, in maniera miope e improvvisata, al Ministero delle Politiche agricole, e con una tassa di soggiorno che non solo non è stata abolita ma ne è stata addirittura autorizzata la possibilità di aumento. E il turista che non paga questa tassa, a Venezia ma forse presto in altre città d’arte italiane, dovrà pagare la tassa di sbarco. Tutti tassati e scontenti. *deputata Pd
gno sociale. Continuiamo a considerare i coefficienti ISEE legati solo alle erogazioni dei sostegni aggiuntivi delle indennità di invalidità e di accompagnamento, la situazione patrimoniale di un disabile o della sua famiglia deve essere depurata dell’accantonamento al fondo indennità di licenziamento se assistito da un caregiver dipendente, o da un accantonamento prudenziale a titolo “pensionistico” se assistito da caregiver familiare. Si riconosca ai caregiver familiari un accantonamento pensionistico strutturato e gestito da un ente previdenziale, dando dignità e prospettive future a chi sacrifica una vita per accudire un suo familiare, e regaliamo loro un po’ di serenità implementando gli stanziamenti in favore della legge 112/2016 (Dopo di noi) e, sempre secondo quanto stabilito dall’articolo 16 del Contratto di Governo, le politiche per una
vita indipendente. Affidiamoci ancora una volta all’articolo 16 che prevede di evitare di pensionarci a vita, garantendo invece l’inclusione scolastica a tutti i livelli e conseguentemente un’applicazione sempre più estensiva della legge 68/99 relativa al collocamento delle categorie protette. L’evoluzione delle moderne tecnologie comunicative e la diffusione del telelavoro sono ormai in grado di trasformarci, per le aziende, da obbligo in opportunità, per lo Stato e/o le Regioni, da codici di costo a soggetti in grado di generare un reddito proprio. Le opportunità di lavoro non vanno date solamente a chi è seduto in un divano ma anche a chi lo è in una carrozzina. *componente direttivo associazione La Colonna Onlus e coordinatore Comitato Melograno
C
L’intervento
Indennità di invalidità e coefficienti Isee ecco cosa serve davvero a noi disabili Daniele Furlan* l reddito di cittadinanza è un provvedimento un po’ avulso da quella che è la cultura del popolo Veneto e delle genti del Nord in generale, e non potrebbe essere altrimenti se sin da piccolo in famiglia ti insegnano principi quali onestà, rettitudine eccetera ma soprattutto lavoro, lavoro, lavoro. Non a caso i big della Lega alle cene nostrane con i loro elettori si sentono spesso in dovere di giustificare tale concessione al M5S con il cambio il conseguimento di risultati quali la legge sulla sicurezza e l’immigrazio-
I
ne, l’abolizione della Fornero, prossimamente quella sulla legittima difesa e, si spera, l’agognata autonomia per la quale il presidente Zaia si sta spendendo molto anche a livello epistolare bypassando il governo e rivolgendosi direttamente ai cittadini del Sud. In tutto questo per noi disabili di positivo c’è che finalmente ci si è resi conto che € 280 mensili di indennità di invalidità sia al Sud che al Nord suonano quasi come un’offesa, che il reddito di cittadinanza così come impostato avrebbe pregiudicato le fami-
glie con disabili rispetto a quelle senza, tanto che Salvini sta portando avanti una trattativa in nostro nome e per conto. Ed è proprio su questo tema che vorrei sommessamente suggerire, visto che la presenza di un disabile è uno dei maggiori fattori di impoverimento di una famiglia, di non mescolare le cose complicando ulteriormente la vita di chi già la vive complicata di suo. Lasciamo perdere i coefficienti aggiuntivi per ogni disabile se poi devono essere conteggiati come indicatori reddituali in contrasto con quanto stabilito
dall’articolo 16 del Contratto di Governo. Atteniamoci a quanto previsto dal medesimo articolo che si prefigge di equiparare l’indennità di invalidità civile alla pensione sociale, anzi all’asse-
AI FAMILIARI CHE CI ACCUDISCONO SIA RICONOSCIUTO UN ACCANTONAMENTO PENSIONISTICO STRUTTURATO
ccee19b3-f3a3-452b-b4c9-b40e2f67db96
XXI
CONSIGLIO COMUNALE
Portogruaro
È stato chiesto al sindaco Senatore di prendere posizione contro gli attacchi del vicepresidente del Veneto e del sindaco di Fossalta di Piave Sensini
Giovedì 24 Gennaio 2019 www.gazzettino.it
mestrecronaca@gazzettino.it
Ospedale, scontro nella Lega La deputata Ketty Fogliani sul progetto sandonatese `Sulle stesse posizioni il consigliere regionale caro al collega di partito Forcolin: «È solo un’ipotesi» Barbisan: «Non si penalizzi il Portogruarese» `
Elettrodotto, M5S accusa il Comune: «Pochi fatti» PORTOGRUARO
PORTOGRUARO Sul nuovo ospedale la Lega portogruarese frena: «È solo una ipotesi». La deputata Ketty Fogliani e il consigliere regionale Fabiano Barbisan intervengono sul dibattito legato al nuovo ospedale nel sandonatese, contenendo l’entusiasmo del loro collega di partito, Gianluca Forcolin.
PERPLESSITA’ «Un ospedale nuovo? In Conferenza dei sindaci sanità – ha sottolineato Fogliani - non mi risulta se ne sia mai accennato. Per ora il tema è apparso solamente sui giornali, mentre è la Conferenza dei Sindaci sanità il soggetto istituzionale preposto ad esaminare questioni di tale portata per il territorio e a valutarne le conseguenze. Se il Sandonatese ha delle proposte da avanzare in materia sanitaria che non pregiudicano i progetti e le prospettive di sviluppo portogruaresi, allora ben vengano. La Conferenza dei sindaci ne discuterà e si aprirà il dibattito nell’interesse di tutti i cittadini del Veneto Orientale». Sulla stessa lunghezza d’onda anche il consigliere regionale Fabiano Barbisan, che ha evidenziato come la realizzazione di una nuova struttura che unisca due ospedali ed una casa di cura nel sandonatese è per ora «solo un’ipotesi». «Sulla vicenda – ha detto il consigliere Barbisan - mi pare si sia alzato un polverone sul nulla. Ad occuparsene deve essere la Conferenza dei Sindaci in quanto soggetto istituzionale riconosciuto e preposto ad esaminare e valutare le specifiche soluzioni. Quella di un’unica struttura sanitaria nell’area jesolana/sandonatese è una proposta meritevole di un adeguato confronto tra i sindaci e le rispettive comunità, tale però da non pregiudicare in alcun modo una realtà ospedaliera come quella di Portogruaro che rappresenta oggi un importante punto di riferimento, sulla qua-
SANITA’ Scontro interno alla lega sul progetto relativo alla creazione del nuovo ospedale sandonatese. In alto il Municipio
le l’Ulss e la Regione hanno investito e investiranno. Per lo più per un’area di confine come quella del Portogruarese dove, se non si presta la dovuta attenzione, si va a creare un notevole disagio tra la popolazione con un’insicurezza che porta inevitabilmente ad una fuga verso altri ospedali, soprattutto del vicino Friuli Venezia Giulia».
CONSIGLIO COMUNALE Del tema si è parlato anche al consiglio comunale di lunedì. Il consigliere dei Cinque Stelle, Claudio Fagotto, e il capogruppo di “Noi siamo Portogruaro” Giorgio Barro hanno chiesto al sindaco Senatore di prendere posizione contro gli attacchi, «offensivi verso il Portogruarese», del vicepresidente del Veneto Gianluca Forcolin e del sindaco di Fossalta di Piave Massimo
Sensini. Forcolin aveva invitato i sindaci del portogruarese a «non interferire nella scelta dell’ospedale nuovo» mentre Sensini li aveva criticati «per la loro ristretta e miope mentalità». «I sindaci – ha detto Senatore – hanno il dovere di garantire che il malato venga curato al meglio e che la famiglia possa essergli vicino. Non esiste più la logica del piccolo campanile. Anche noi abbiamo la necessità di interventi edilizi e i sindaci devono confrontarsi per una politica sanitaria di territorio. Gli stessi interventi economici che si vorrebbero fare nel Sandonatese andrebbero fatti nel Portogruarese. È con questa logica che dovremo ragionare in Conferenza Sanità». Teresa Infanti © RIPRODUZIONE RISERVATA
San Michele al Tagliamento
Vizzon: «L’amministrazione è ferma» SAN MICHELE «Nessun cantiere, l’amministrazione comunale è ferma». Lo ribadisce il consigliere comunale Giorgio Vizzon, che lamenta a San Michele al Tagliamento il blocco dei cantieri dei lavori pubblici in tutto il Comune. Nell’ultimo Consiglio comunale è stata discussa proprio l’interrogazione presentata dal Gruppo consiliare “Lista Vizzon” sul “Programma triennale dei lavori pubblici – annualità 2018”. «E’ emerso inconfutabilmente che nessuna delle opere pubbliche previste per l’anno 2018 è stata realizzata - spiega il cosigliere
di minoranza Giorgio Vizzon ciò, nonostante l’aumento del gettito dell’imposta di soggiorno e degli incassi derivanti dagli autovelox fissi che ne fornivano le relative coperture finanziarie». Vizzon si riferisce ai lavori pubblici che erano stati approvati con deliberazione n. 43 del 20 febbraio dello scorso anno per l’ allestimento del Faro di Bibione, la riqualificazione della sala congressi della delegazione comunale di Bibione, la realizzazione del primo stralcio della pista ciclabile su via Baseleghe. M.Cor.
Casa di riposo, la struttura al “Don Moschetta” CAORLE A due anni di distanza dall’approvazione della delibera da parte del consiglio comunale di Caorle, sta per essere definito il trasferimento dell’immobile che ospita la casa di riposo “Don Moschetta” all’omonima azienda speciale. Il fabbricato di proprietà del Comune di Caorle sarà ceduto gratuitamente all’azienda speciale Don Moschetta che già gestisce la struttura di ricovero per anziani e numerosi altri servizi per conto dell’amministrazione comunale. Sulla “Don Moschetta” graverà comunque la tassazione prevista per le operazioni di
cessione immobiliare che è stata quantificata in circa 130mila euro. Nel corso di una recente riunione del consiglio di amministrazione della Don Moschetta, il presidente del cda Giovanni Carrer ha annunciato che si prevede di completare entro marzo l’operazione che sgraverà l’azienda speciale dal pagamento del canone di locazione fino ad oggi corrisposto alle casse comunali. Sempre secondo quanto riferito da Carrer ai consiglieri, il trasferimento dovrebbe rendere più agevole il reperimento di fonti di finanziamento anche per l’esecuzione di lavori di straordinaria manutenzione da tempo in programma.
Un’altra novità che riguarda la Don Moschetta consiste nella volontà di aprire il campeggio comunale (altra struttura gestita dall’azienda speciale per conto del Comune) durante il periodo di Carnevale 2020. Questa ipotesi è stata formulata in seguito alla diffusione dei dati relativi alla presenze turistiche registrate durante le recenti festività natalizie. A questo proposito v a quindi ricordato che per la prima volta, infatti, il campeggio Santa Margherita è rimasto aperto dall’1 dicembre al 6 gennaio, ospitando circa 1500 persone di cui 279 la notte di Capodanno. Riccardo Coppo © RIPRODUZIONE RISERVATA
«Sull’elettrodotto di Portogruaro silenzio e zero fatti». Dopo la sottoscrizione dell’accordo di programma tra il governatore della Regione, Luca Zaia, e l’amministratore delegato di Terna, Luigi Ferraris, finalizzato a realizzare degli interventi straordinari per la sicurezza del sistema elettrico e lo sviluppo del territorio regionale, il Movimento Cinque Stelle va all’attacco degli amministratori leghisti di Portogruaro per non essere riusciti far valere la richiesta dell’interramento dell’elettrodotto di San Nicolò. Nell’accordo di programma spicca in particolare la realizzazione, in cavo interrato, dell’elettrodotto Dolo – Camin, per la quale anche la deputata portogruarese Ketty Fogliani si era fortemente spesa. «Nonostante la presenza a Portogruaro dell’ex vicesindaco e deputato leghista Fogliani, del consigliere regionale della Lega Barbisan, di un sindaco appoggiato dalla Lega, di tre consiglieri comunali, Zanutto, Barbisan e Furlanis, tutti della Lega, – ha detto il consigliere dei Cinque Stelle, Claudio Fagotto - Portogruaro non beneficerà dei contributi stanziati per l’interramento di molte linee nel Veneto per un valore complessivo di 1 miliardo. 20 anni di discussioni, di battaglie, di azioni anche eclatanti per tenere alta l’attenzione sulla vicenda dell’elettrodotto di San Nicolò, per liberare l’area da un vero e proprio freno allo sviluppo di quest’area portogruarese e sanare definitivamente la questione di salute e ambiente, e quando finalmente Terna si mette a discutere con i territori – ha aggiunto Fagotto - la voce di chi amministra Portogruaro è rimasta muta». Fagotto ha ricordato le numerose azioni di sollecito fatte al Comune, anche nel 2018, per risolvere la problematica che investe il quartiere e che interessa lo sviluppo di tutta la città. «Sono circa sette mesi – ha concluso Fagotto - che in Regione si parla di riorganizzazione delle linee elettriche e in tutto questo tempo il silenzio di questa amministrazione ha condannato la nostra città a restare ancora una volta ai margini della scena politica. Si poteva e si doveva fare molto di più. Abbiamo perso un’altra occasione e il problema resta ancora una volta irrisolto». T.I. © RIPRODUZIONE RISERVATA
CAORLE Il Comune ha ceduto gratuitamente la proprietà del centro “Don Moschetta”
9c0e5323-8704-44ee-bd71-a87f596b093e
FAGOTTO: «LA CITTA’ NON BENEFICERÀ DEI CONTRIBUTI PER L’INTERRAMENTO DI MOLTE LINEE NELLA REGIONE»
12
GIOVEDÌ 24 GENNAIO 2019 CORRIERE DELLE ALPI
REGIONE
La sfida delle Regioni
Bicamerale autonomia, il M5S beffa la Lega Il capogruppo in Regione Finco: «Avrei preferito un veneto alla presidenza». Il Pd: Conte ci deve consegnare le tre intese PADOVA. Semaforo rosso sulla strada dell’autonomia, con il M5S che beffa la Lega. Lo hanno acceso i 40 parlamentari della Bicamerale delle Regioni che, appena eletta presidente Emanuela Corda (M5s), hanno inviato al premier Conte e al ministro Stefani un messaggio chiaro: le tre bozze d’intesa con Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna prima di essere firmate vanno portate in Bicamerale e discusse perché il Parlamento non le può votare a scatola chiusa, come previsto dalla procedura. E due sono le sedi: la commissione Affari Costituzionali che ne può prendere visione ma senza modificare nemmeno una virgola e la Bicamerale delle Regioni, che invoca l’ esame e il dibattito preventivo sul testo, come sottolinea Diego Zardini, del Pd, eletto a Verona. «Il 15 febbraio indicato dal premier Conte per la sigla delle tre intese è alle porte e noi abbiamo il diritto-dovere di conoscere prima il testo che cambierà i rapporti tra lo Stato e le regioni più importanti del Nord. Non possiamo essere esautorati di ogni funzione» spiega Zardini. Con lui della squadra veneta sono stati nominati anche le senatrici Daniela Sbrollini (Pd), Roberta Toffanin (FI) e Sonia Fregolent (Lega) che svolgerà le funzioni di segretaria e deciderà il calendario dei lavori. I grillini esultano per aver battuto la Lega e bilanciato così il ruolo del ministro Erika Stefani: «Auguri di buon lavoro alla nuova presidente Corda, la Bicamerale avrà un ruolo centrale nei lavori del Parlamento su un tema importante come quello dell'autonomia locale che, nel rispetto della Costituzione, rimane un punto fondamentale nella gestione di tutte le politiche nazionali», dicono i parlamentari 5 stelle. Di segno opposto la lettura di Daniela Sbrollini: «Con l’elezione di Emanuela Corda alla presidenza della Commissione per le questioni regionali, temo che il Veneto debba aspettare ancora. Mi pare evidente che la maggioranza vo-
glia rallentare ancora di più le risposte sull’autonomia. La Bicamerale dovrà definire una migliore definizione del ruolo delle Province e degli enti locali più vicini ai cittadini, i comuni», conclude la Sbrollini. Diego Zardini aggiunge: «Ci sono le tre regioni più produttive d’Italia, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto pronte a firmare l’intesa per assumere in via esclusiva alcune competen-
no vax alla camera
Fico e Cunial sotto accusa I No-Vax entrano a Montecitorio e Roberto Fico finisce sotto accusa: «La presidenza della Camera non può farci nulla, la conferenza stampa prenotata da un deputato non è cancellabile. E non si può sindacare il merito della conferenza». Si chiude così una giornata in cui la terza carica dello Stato è chiamata in causa per l’iniziativa della deputata M5S, Sara Cunial, che si svolgerà oggi nella sala stampa del palazzo. Il Pd con Alessandra Moretti va all’attacco: «Fico deve fermare gli apprendisti stregoni e i seguaci delle loro pericolose teorie. Si insulta la Camera».
Emanuela Corda guiderà la commissione I dubbi di Zardini ze, come previsto dalla Costituzione del 2001. E molte altre regioni che hanno avviato la trattativa con lo Stato per arrivare al medesimo traguardo. Credo che in questo quadro la Commissione dovrà avere la capacità di entrare nel vivo delle questioni». Quanto tempo ci vorrà? Nicola Finco, capogruppo Lega in consiglio regionale, si fa interprete dei timori: «Avrei preferito che a capo della commissione incaricata di occuparsi dell’autonomia fosse posto un veneto, ma guardo il lato positivo: considerato che il M5S ha portato più intralcio che aiuto al percorso avviato dalla nostra Regione, mi auguro che questa sia l’occasione per capire che l’autonomia può essere una salvezza per l’intero Paese. Confido che sia la volta buona: considerando che la Sardegna stessa è una Regione a statuto speciale, mi auguro che la Corda abbia la sensibilità adatta per cogliere appieno la portata innovativa della riforma che noi chiediamo seguendo i dettami della Costituzione. E che capisca le esigenze dei 2,3 milioni di veneti che con il referendum 2017 hanno votato per ottenere il trasferimento e la gestione delle 23 materie previste dalla Carta costituzionale», conclude Finco — Albino Salmaso BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Luca Zaia con i parlamentari veneti. A guidare la Bicamerale sull’autonomia sarà la grillina Corda
incontro al mit a roma
Valdastico Nord, si riparte da zero Toninelli: progetto nuovo e condiviso La sentenza del Consiglio di Stato ha cancellato la delibera Cipe del 2012-13 Besenello ha vinto la battaglia Fugatti rilancia su Rovereto TRENTO. Valdastico Nord: tutto da rifare. Il Consiglio di Stato ha stabilito che l’autostrada non potrà sbucare a Besenello e ha bocciato la delibera del Cipe che autorizzava il progetto della A4 Holding Serenissima per completare l’arteria da Piovene Rocchette fino all’imbocco nell’Autobrenero nel comune della Vallagarina, da sempre contrario, con tanto di statua piantata sulla strada. Ieri a Roma negli uffici del ministroToninelli si è tenuto un vertice con lo staff del Mit, l’assessore veneto Eli-
sa De Berti e il suo omologo della provincia di Trento. Fiutata l’aria, i presidenti Zaia e Fugatti hanno declinato l’invito e alla fine del vertice è stato emesso questo comunicato: «Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha preso atto e sta approfondendo le conseguenze della decisione del Consiglio di Stato che ha annullato la delibera Cipe del 2013 e sostanzialmente azzerato il progetto della autostrada Valdastico Nord. L’incontro di natura tecnica è servito ad approfondire l’ipotesi di un progetto rispondente al dettato della sentenza, nonché a valutare una concessione già da tempo in regime di proroga. In particolare, il ministero Toninelli ha chiesto alla Regione Veneto e alla Pro-
malasanitÀ e indennizzi
La Regione anticipa 15 milioni ai veneti vittime di trasfusioni Zaia: il risarcimento spetta allo Stato ma nonostante i ritardi del ministero noi vogliamo alleviare il danno causato alle persone VENEZIA. Con un decreto a fir-
ma del direttore della sanità veneta Domenico Mantoan, la Regione ha dato mandato all’Azienda Zero di anticipare 15 milioni di euro di indennizzi statali dovuti a cittadini
che hanno contratto danni gravi e irreversibili a seguito di trasfusioni. Ad essere interessate sono 1330 pazienti veneti che hanno contratto infezioni da Hiv o epatiti a seguito di trasfusioni di sacche di sangue infetto o di emoderivati contaminati. In base alla legge 260 del 1992 e a specifiche sentenze della magistratura, tali persone hanno diritto a ricevere un assegno permanente dallo Stato a par-
ziale risarcimento delle menomazioni irreversibili riportate a causa di trasfusioni effettuate con partite di emoderivati non controllati. «È una storia datata e dolorosissima che risale agli ultimi decenni del secolo scorso», precisa il governatore Luca Zaia ma in questa vicenda la Regione ha voluto essere sempre dalla parte dei cittadini, prima sollecitando con ogni mezzo l’erogazione di
vincia autonoma di Trento di formalizzare e di trasmettere la nuova ipotesi progettuale su cui gli enti territoriali hanno dichiarato di aver trovato un sostanziale accordo», si legge nella nota del Mit. Cosa significa nel concreto? Un passo alla volta. L’iter che ha portato la Serenissima a forzare le tappe è partito l’8 agosto 2012 quando la Regione Veneto ha approvato i lavori sulla Valdastico Nord; il 18 marzo 2013 il Cipe ha dato il proprio benestare per la prosecuzione da Piovene Rocchette sino ai confini col Trentino. Ma il Consiglio di Stato, adesso, ha cancellato quel tratto che da Lastebasse avrebbe dovuto bucare la montagna a Folgaria e sbucare a Besenello.
Per evitare la clamorosa bocciatura e non fermare i progetti di A4 e A31, l’ex presidente Ugo Rossi aveva cambiato idea e trovato un’intesa con l’ex ministro Delrio e Zaia: la Valdastico Nord sarebbe sbucata a Levico-Caldonazzo sulla Valsugana, che è una superstrada. Peccato che Rossi abbia perso le elezioni e il nuovo presidente Maurizio Fugatti (Lega) le ha vinte con una promessa solenne: completare la Valdastico e farla sbucare a Rovereto o a Trento, ma non tra i vigneti di Besenello. Non si può. E Toninelli che con i 5 stelle è contrario alla Valdastico Nord, ieri ha detto: tornate al Mit solo con un progetto definitivo. — Al. Sal.
indennizzi statali, e poi decidendo di anticipare con soldi del proprio bilancio le somme dovute dallo Stato alle vittime. Una scelta sulla quale il Veneto ha condotto quasi un braccio di ferro con la Corte dei Conti e con il Governo per giungere ad un accordo nazionale tra Stato e Regioni
stata una lunga battaglia di solidarietà e di responsabilità, intrapresa per alleviare, anche se in maniera parziale, i danni incommensurabili patiti da queste persone». Lo stanziamento deliberato è relativo agli indennizzi dovuti per il 2019. Lo scorso anno l’amministrazione veneta ha anticipato, sempre con i fondi della gestione accentrata del fondo sanitario regionale, 13. 573. 017 euro, per il pagamento di vitalizi e arretrati a 1340 emotrasfusi. Nel 2017 la Regione Veneto ha anticipato 13. 414. 540 euro a 1363 emotrasfusi per il pagamento delle indennità previste dalla legge nazionale. A giugno 2016, infine, furono pagati altri 14 milioni di euro a titolo di anticipo. —
Sono circa 1330 le persone che hanno contratto infezioni, Hiv ed epatiti in ospedale
Emoderivati per le trasfusioni
e farsi così autorizzare a non far pagare alle vittime il conto amaro di un errore della sanità e dei ritardi del ministero della Salute. La nostra è
–
BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
10
IL GIORNALE DI VICENZA Giovedì 24 Gennaio 2019
VENETO
Telefono 0444.396.311 Fax 0444.396.333 | E-mail: veneto@ilgiornaledivicenza.it
EMERGENZA. LaRegioneel’Istituto superioredi sanitàstanno analizzandoleconcentrazioni
UovaepomodoriaiPfas Sugli alimenti una nuova valutazionedelrischio Le concentrazioni dei cibi in zona rossa vanno rilette allalucedelle nuovedosipiùrestrittive dell’Efsa: sipotrebbearrivareavietareolimitarneilconsumo Cristina Giacomuzzo
«Per uova, pesce, pomodori e polli della zona rossa che contengono Pfas va eseguita una nuova analisi del rischio alla luce delle nuove indicazioni di Efsa, l'Autorità europea per la sicurezza alimentare». Lo ha annunciato ieri Francesca Russo, responsabile della Direzione prevenzione e sicurezza alimentare della Regione, all’incontro che si è tenuto a Vicenza organizzato dall’Ordine dei giornalisti del Veneto (titolo: “I media e l’inquinamento dell’ambiente. Il caso Pfas”) a cui ha partecipato, tra gli altri, Luca Lucentini, direttore qualità dell’acqua e salute dell’Iss, Istituto superiore di sanità. IL QUADRO. La Regione ha da
tempo gli esiti delle concentrazioni di Pfas su cibi coltiva-
“
Letteraal ministeroperché valutiilimitia livellonazionale: siamotuttiesposti alivelliminimi
ti o allevati in zona rossa, la più esposta all’inquinamento. Ma da quel numero non si può capire se può far male o meno alla salute. Serve avere dei riferimenti, cioè le indicazioni di dosi giornaliere tollerabili (Tdi) per poter esprimere una valutazione. Finalmente queste indicazioni ci sono: le ha emesse a fine anno l’Efsa. Spiega Russo: «Sul tema dei Pfas abbiamo molti fronti aperti. Sul monitoraggio degli alimenti stiamo rifacendo in questi giorni la valutazione del rischio rispetto al database che avevamo a disposizione dei campionamenti dei cibi alla luce dei risultati di Efsa che ha emanato delle Tdi provvisorie. L’Autorità europea nella sua “opinion”, quindi per ora non è una direttiva, offre indicazioni importanti che sono più restrittive delle precedenti». A livello Ue, però, alcuni Paesi (Germania e Olanda) hanno chiesto di rivederle. E l’Efsa sta effettuando degli approfondimenti tecnici per dare poi una versione blindata. CAMPIONI O PROVVEDIMENTI.
«In attesa - continua Russo Regione e Iss stanno rivedendo la valutazione del rischio del paniere di alimenti per-
ché le Tdi sono più basse rispetto alle precedenti. A fine gennaio saremo in grado di capire se servirà effettuare dei nuovi campionamenti o emanare provvedimenti verso qualche alimento». Come, per esempio, il divieto di consumo del pesce pescato. La prima ordinanza è del 2017, quando sono state rilevate concentrazioni elevatissime di Pfas su esemplari di pesce. Nelle scorse settimane la Giunta ha prolungato il divieto per altri 6 mesi. «Questo in attesa della revisione del rischio su tutti gli alimenti», ha precisato Russo rispondendo alle accuse del Coordinamento “Acqua libera” dei giorni scorsi. LETTERA AL MINISTERO. «Nel
frattempo - conclude Russo abbiamo scritto al Ministero della Salute per sapere cosa intenda fare dopo il documento Efsa e per chiedere di superare la logica dei confini del Veneto, iper esposto ai Pfas. Quei nuovi dosaggi vanno letti nell’ottica di una valutazione alimentare nazionale visto che tutti noi, che non abitiamo in zona rossa, siamo esposti e contaminati da Pfas ad un livello minimo». •
Nuovibond permigliorare l’acquedotto Sono stati i primi in Italia. Ha funzionato ed entro il 2019 partirà la terza emissione di Hydrobond con Bei: con 200 milioni di euro in obbligazioni si punta ad ottenerne 600 per gli investimenti. È questo uno dei progetti di Viveracqua, il Consorzio di 12 gestori del servizio idrico pubblici tra Veneto e Friuli. Gestori che fin dal 2013 stanno affrontando l’emergenza Pfas. Ieri, al convegno organizzato dall’Ordine dei giornalisti del Veneto, era presente anche il presidente del Consorzio, Fabio Trolese. Ha spiegato come sia già stato definito il progetto che risolverà il problema inquinamento delle falde in modo definitivo: si metteranno in rete tutti gli acquedotti. Il primo passo serve per evitare i pozzi contaminati di Almisano. Su questo è già al lavoro il commissario governativo con 53 milioni di fondi statali.
© RIPRODUZIONERISERVATA
SABATOAPADOVA. Maxi-dibattito con“PadovaLegge” eUniversità
Gentiloni,Calenda,Tremonti eiltemadelleclassidirigenti PADOVA
L’avv.FabioPinelli
nei e all’avanguardia. E va respinta con fermezza l’idea che al merito, alla preparazione e alla professionalità si possano sostituire un finto sapere tuttologo e un consenso che è puramente virtuale, tanto più se quest’ultimo è guadagnato attraverso il web e le sue innegabili deviazioni: lì troppo spesso la condivisione diviene totalmente autoreferenziale, priva di autentico confronto, e quindi nel complesso dis-informativa».
più in politica: «Ma è veramente questa la realtà alla quale vogliamo arrenderci? Gli atenei italiani e la ricerca devono tornare al centro del dibattito pubblico». La mattina, con Ferruccio De Bortoli come moderatore, previsti interventi di Luciano Violante e la prof. Veronica De Romanis, l’ex premier Paolo Gentiloni, il rettore Rosario Rizzuto, Gennaro Sangiuliano direttore del Tg2 Rai. Il pomeriggio, con moderatore Maurizio Molinari (direttore de La Stampa) intervento dell’ex ministro Francesco Profumo e poi parola all’ex ministro Carlo Calenda, Stefano Lucchini manager di Intesa Sanpaolo, il prof. Gaetano Manfredi e l’ex ministro Giulio Tremonti. PadovaLegge coinsegnerà anche 5 borse di studio a studenti meritevoli. •
Analisidelsangue: si vaverso unanuova sperimentazioneper“ripulirlo” daiPfas
SANITÀ. Sivoglionobasi scientifiche perapplicare il metodoaiPfas
Plasmaferesipuliscisangue Verso lo studio sperimentale EArpavdovrà effettuare un’analisiapprofondita dellaqualitàdell’aria nella“zona arancione” La Regione non si arrende. E forte dei primi parziali risultati intende proseguire. «Stiamo cercando di avviare uno studio sperimentale su plasmaferesi e altri trattamenti per costruire le basi scientifiche per poter capire quali strumenti usare per eliminare dal sangue le grandi concentrazioni di Pfas», spiega Francesca Russo, responsabile della Direzione prevenzione e sicurezza alimentare della Regione, ieri a Vicenza per un incontro formativo dell’Ordine dei giornalisti. La plasmaferesi è comunemente usata come strumento meccanico terapeutico per separare il plasma da altre parti del sangue. La procedura in Veneto era già stata usa-
LADENUNCIA. DanieleGiordano della FpCgil
ta negli anni scorsi in via sperimentale per abbassare le concentrazioni di Pfas in soggetti super esposti e stava dando i risultati sperati. Nel dicembre del 2017, però, l’allora ministro alla Salute, Beatrice Lorenzin, bloccò tutto in attesa di approfondimenti. Da allora, però, nulla è più stato fatto. Con il nuovo governo la Regione è tornata alla carica per riavviare la procedura. La risposta ottenuta («Massima disponibilità a collaborare») non ha tuttavia ottenuto concretezza. Di qui la decisione di dare una base scientifica all’applicazione di una prassi nota, la plasmaferesi, per “lavare” dal sangue i Pfas, sostanze tossiche che vanno ad interferire sul sistema endocrino e non solo. Il progetto di ricerca è già stato steso e a breve sarà valutato dal Comitato etico e, se tutto filerà liscio, per metà an-
no si potrà avviare l’arruolamento dei volontari, cioè degli esposti con elevate concentrazioni di Pfas nel sangue. Intanto, proprio oggi si riunirà il team di scienziati che hanno vinto la gara indetta dal Coris per l’Area sanità sociale della Regione che dovrà determinare la relazione tra esposizione sistemica ai Pfas e tossicità e le conseguenze sui parametri endocrinologi. Da segnalare, infine, che nei giorni scorsi la Regione ha chiesto ad Arpav di avviare una nuova analisi sulla qualità dell’area della zona arancione, quella cioè dove l’acqua del rubinetto è sempre stata buona, ma rientra nel plume inquinato. Da una prima analisi effettuata negli anni scorsi non c’erano stati risultati rilevanti. Adesso si ritenta ampliando il panel delle sostanze da ricercare. • CRI.GIA. © RIPRODUZIONERISERVATA
L’INTERVENTO. A Radio24: «Giornate cruciali»
«La Finanziaria ritarda Zaia:«Sìall’autonomia le assunzioni sanitarie» Il termine è il 21 marzo»
«Ilconcorso èfisso per queipostiele graduatorie Le competenze - osservano gli organizzatori - sembrano nonsiscorrerannopiù non contare più nulla, tanto Mancaprogrammazione»
Pinelli:«Va ricostruitoun equilibrio tra il consenso e la competenza.Noalsapere tuttologodelleviedelweb»
È il tema delle “Classi dirigenti” quello proposto dalla nuova rassegna di incontri promossi dall’Associazione PadovaLegge (organizzato con l’Università di Padova e accreditato dall’Ordine degli avvocati) sabato, dalle 9.30, nella sala dei Giganti dell’ateneo in piazza Capitaniato, 3/5. «Il criterio della selezione della classe dirigente di un Paese - spiega il presidente di “PadovaLegge” avv. Fabio Pinelli - deve essere il prodotto della ricerca di una attento equilibrio tra consenso e competenza. Il percorso formativo e la preparazione che gli Atenei italiani sono in grado di offrire sono sicuramente ido-
Viveracqua
«Il governatore Luca Zaia sostiene che l’introduzione della quota 100 non sia la causa della mancanza dei medici? No, il problema è la mancanza di programmazione». Così Daniele Giordano, segretario generale della Fp Cgil del Veneto. E spiega: «Nella Legge di stabilità si definisce l’obbligo di bandire concorsi per il numero esatto dei posti che si vogliono ricoprire e non sarà più possibile usare le graduatorie per gli scorrimenti. Vuol dire che se le Ulss bandiranno un concorso per un infermiere ne potranno assumere uno solo e non potranno poi più usare quella graduatoria. Così facendo si opera una centralizzazione delle assunzioni obbligando le Ulss a prevedere ciò che non può essere previsto, come chi sceglie di licenziarsi, per
esempio. Il rischio è che questo sistema determini grandissimi problemi nelle assunzioni e periodi di veri e propri vuoti di personale perché sappiamo tutti i tempi che ci sono per mettere in piedi i concorsi. Riteniamo che questa operazione vada a gravare sia sui bilanci della Regione, che dovrà sostenere i costi per l’organizzazione dei concorsi, sia su tutti quei giovani, speranzosi di entrare nel nostro sistema sanitario, che pagano la tassa per accedere ai concorsi. Questa non può diventare uno strumento di finanziamento del sistema. Come Cgil riteniamo che la direzione sanità e sociale della Regione faccia bene a rendere pubblici i fabbisogni di personale della nostra regione e predisponga con urgenza le procedure concorsuali. Non possiamo che denunciare come i ritardi nelle assunzioni del nostro sistema sanitario non siano certo una nostra invenzione, ma una realtà». • © RIPRODUZIONERISERVATA
«Massimasolidarietàconle RegionidelSud,masonoin difficoltàoggi,quindinon dipendedaquesterichieste» VENEZIA
«Non rinunciamo a nessuna solidarietà e sussidiarietà con le Regioni del Sud. Ma va detto anche che se oggi sono in difficoltà, ciò avviene senza l’autonomia chiesta da Regioni come Veneto, Lombardia, Emilia. Se ad esempio a parità di spesa per la sanità ci sono Regioni che hanno servizi d’eccellenza e altre che fanno buchi ed esportano malati, è colpa di qualcuno che si è distratto quando doveva amministrare. O sbaglio?». Così il governatore Luca Zaia in diretta su Radio24. «Siamo ai giorni cruciali per l’intesa tra Veneto e Governo per l’autonomia: il ministro Erika Stefani sta chiudendo i dovuti passaggi delicati e doverosi con i Ministe-
LucaZaia edErika Stefani
ri», dice Zaia che ricorda che le 23 materie richieste sono quelle scritte in Costituzione. In che tempi? «C’è un termine chiaro - risponde Zaia - il 21 marzo, spesso ricordato anche dal vicepremier Matteo Salvini. Ma questa è una settimana cruciale. L’accordo passa attraverso l’analisi della nostra proposta presentata il 2 ottobre scorso e le risposte e osservazioni dei Ministeri. E in caso contrario al Governo verrebbe meno la sua mission perché è nel suo contratto. Il 15 febbraio è il termine per la fine della ricognizione tecnica delle osservazioni. Ma non è una questione di date: il passaggio è epocale, conta arrivarci». •
10
IL GIORNALE DI VICENZA Giovedì 24 Gennaio 2019
VENETO
Telefono 0444.396.311 Fax 0444.396.333 | E-mail: veneto@ilgiornaledivicenza.it
EMERGENZA. LaRegioneel’Istituto superioredi sanitàstanno analizzandoleconcentrazioni
UovaepomodoriaiPfas Sugli alimenti una nuova valutazionedelrischio Le concentrazioni dei cibi in zona rossa vanno rilette allalucedelle nuovedosipiùrestrittive dell’Efsa: sipotrebbearrivareavietareolimitarneilconsumo Cristina Giacomuzzo
«Per uova, pesce, pomodori e polli della zona rossa che contengono Pfas va eseguita una nuova analisi del rischio alla luce delle nuove indicazioni di Efsa, l'Autorità europea per la sicurezza alimentare». Lo ha annunciato ieri Francesca Russo, responsabile della Direzione prevenzione e sicurezza alimentare della Regione, all’incontro che si è tenuto a Vicenza organizzato dall’Ordine dei giornalisti del Veneto (titolo: “I media e l’inquinamento dell’ambiente. Il caso Pfas”) a cui ha partecipato, tra gli altri, Luca Lucentini, direttore qualità dell’acqua e salute dell’Iss, Istituto superiore di sanità. IL QUADRO. La Regione ha da
tempo gli esiti delle concentrazioni di Pfas su cibi coltiva-
“
Letteraal ministeroperché valutiilimitia livellonazionale: siamotuttiesposti alivelliminimi
ti o allevati in zona rossa, la più esposta all’inquinamento. Ma da quel numero non si può capire se può far male o meno alla salute. Serve avere dei riferimenti, cioè le indicazioni di dosi giornaliere tollerabili (Tdi) per poter esprimere una valutazione. Finalmente queste indicazioni ci sono: le ha emesse a fine anno l’Efsa. Spiega Russo: «Sul tema dei Pfas abbiamo molti fronti aperti. Sul monitoraggio degli alimenti stiamo rifacendo in questi giorni la valutazione del rischio rispetto al database che avevamo a disposizione dei campionamenti dei cibi alla luce dei risultati di Efsa che ha emanato delle Tdi provvisorie. L’Autorità europea nella sua “opinion”, quindi per ora non è una direttiva, offre indicazioni importanti che sono più restrittive delle precedenti». A livello Ue, però, alcuni Paesi (Germania e Olanda) hanno chiesto di rivederle. E l’Efsa sta effettuando degli approfondimenti tecnici per dare poi una versione blindata. CAMPIONI O PROVVEDIMENTI.
«In attesa - continua Russo Regione e Iss stanno rivedendo la valutazione del rischio del paniere di alimenti per-
ché le Tdi sono più basse rispetto alle precedenti. A fine gennaio saremo in grado di capire se servirà effettuare dei nuovi campionamenti o emanare provvedimenti verso qualche alimento». Come, per esempio, il divieto di consumo del pesce pescato. La prima ordinanza è del 2017, quando sono state rilevate concentrazioni elevatissime di Pfas su esemplari di pesce. Nelle scorse settimane la Giunta ha prolungato il divieto per altri 6 mesi. «Questo in attesa della revisione del rischio su tutti gli alimenti», ha precisato Russo rispondendo alle accuse del Coordinamento “Acqua libera” dei giorni scorsi. LETTERA AL MINISTERO. «Nel
frattempo - conclude Russo abbiamo scritto al Ministero della Salute per sapere cosa intenda fare dopo il documento Efsa e per chiedere di superare la logica dei confini del Veneto, iper esposto ai Pfas. Quei nuovi dosaggi vanno letti nell’ottica di una valutazione alimentare nazionale visto che tutti noi, che non abitiamo in zona rossa, siamo esposti e contaminati da Pfas ad un livello minimo». •
Nuovibond permigliorare l’acquedotto Sono stati i primi in Italia. Ha funzionato ed entro il 2019 partirà la terza emissione di Hydrobond con Bei: con 200 milioni di euro in obbligazioni si punta ad ottenerne 600 per gli investimenti. È questo uno dei progetti di Viveracqua, il Consorzio di 12 gestori del servizio idrico pubblici tra Veneto e Friuli. Gestori che fin dal 2013 stanno affrontando l’emergenza Pfas. Ieri, al convegno organizzato dall’Ordine dei giornalisti del Veneto, era presente anche il presidente del Consorzio, Fabio Trolese. Ha spiegato come sia già stato definito il progetto che risolverà il problema inquinamento delle falde in modo definitivo: si metteranno in rete tutti gli acquedotti. Il primo passo serve per evitare i pozzi contaminati di Almisano. Su questo è già al lavoro il commissario governativo con 53 milioni di fondi statali.
© RIPRODUZIONERISERVATA
SABATOAPADOVA. Maxi-dibattito con“PadovaLegge” eUniversità
Gentiloni,Calenda,Tremonti eiltemadelleclassidirigenti PADOVA
L’avv.FabioPinelli
nei e all’avanguardia. E va respinta con fermezza l’idea che al merito, alla preparazione e alla professionalità si possano sostituire un finto sapere tuttologo e un consenso che è puramente virtuale, tanto più se quest’ultimo è guadagnato attraverso il web e le sue innegabili deviazioni: lì troppo spesso la condivisione diviene totalmente autoreferenziale, priva di autentico confronto, e quindi nel complesso dis-informativa».
più in politica: «Ma è veramente questa la realtà alla quale vogliamo arrenderci? Gli atenei italiani e la ricerca devono tornare al centro del dibattito pubblico». La mattina, con Ferruccio De Bortoli come moderatore, previsti interventi di Luciano Violante e la prof. Veronica De Romanis, l’ex premier Paolo Gentiloni, il rettore Rosario Rizzuto, Gennaro Sangiuliano direttore del Tg2 Rai. Il pomeriggio, con moderatore Maurizio Molinari (direttore de La Stampa) intervento dell’ex ministro Francesco Profumo e poi parola all’ex ministro Carlo Calenda, Stefano Lucchini manager di Intesa Sanpaolo, il prof. Gaetano Manfredi e l’ex ministro Giulio Tremonti. PadovaLegge coinsegnerà anche 5 borse di studio a studenti meritevoli. •
Analisidelsangue: si vaverso unanuova sperimentazioneper“ripulirlo” daiPfas
SANITÀ. Sivoglionobasi scientifiche perapplicare il metodoaiPfas
Plasmaferesipuliscisangue Verso lo studio sperimentale EArpavdovrà effettuare un’analisiapprofondita dellaqualitàdell’aria nella“zona arancione” La Regione non si arrende. E forte dei primi parziali risultati intende proseguire. «Stiamo cercando di avviare uno studio sperimentale su plasmaferesi e altri trattamenti per costruire le basi scientifiche per poter capire quali strumenti usare per eliminare dal sangue le grandi concentrazioni di Pfas», spiega Francesca Russo, responsabile della Direzione prevenzione e sicurezza alimentare della Regione, ieri a Vicenza per un incontro formativo dell’Ordine dei giornalisti. La plasmaferesi è comunemente usata come strumento meccanico terapeutico per separare il plasma da altre parti del sangue. La procedura in Veneto era già stata usa-
LADENUNCIA. DanieleGiordano della FpCgil
ta negli anni scorsi in via sperimentale per abbassare le concentrazioni di Pfas in soggetti super esposti e stava dando i risultati sperati. Nel dicembre del 2017, però, l’allora ministro alla Salute, Beatrice Lorenzin, bloccò tutto in attesa di approfondimenti. Da allora, però, nulla è più stato fatto. Con il nuovo governo la Regione è tornata alla carica per riavviare la procedura. La risposta ottenuta («Massima disponibilità a collaborare») non ha tuttavia ottenuto concretezza. Di qui la decisione di dare una base scientifica all’applicazione di una prassi nota, la plasmaferesi, per “lavare” dal sangue i Pfas, sostanze tossiche che vanno ad interferire sul sistema endocrino e non solo. Il progetto di ricerca è già stato steso e a breve sarà valutato dal Comitato etico e, se tutto filerà liscio, per metà an-
no si potrà avviare l’arruolamento dei volontari, cioè degli esposti con elevate concentrazioni di Pfas nel sangue. Intanto, proprio oggi si riunirà il team di scienziati che hanno vinto la gara indetta dal Coris per l’Area sanità sociale della Regione che dovrà determinare la relazione tra esposizione sistemica ai Pfas e tossicità e le conseguenze sui parametri endocrinologi. Da segnalare, infine, che nei giorni scorsi la Regione ha chiesto ad Arpav di avviare una nuova analisi sulla qualità dell’area della zona arancione, quella cioè dove l’acqua del rubinetto è sempre stata buona, ma rientra nel plume inquinato. Da una prima analisi effettuata negli anni scorsi non c’erano stati risultati rilevanti. Adesso si ritenta ampliando il panel delle sostanze da ricercare. • CRI.GIA. © RIPRODUZIONERISERVATA
L’INTERVENTO. A Radio24: «Giornate cruciali»
«La Finanziaria ritarda Zaia:«Sìall’autonomia le assunzioni sanitarie» Il termine è il 21 marzo»
«Ilconcorso èfisso per queipostiele graduatorie Le competenze - osservano gli organizzatori - sembrano nonsiscorrerannopiù non contare più nulla, tanto Mancaprogrammazione»
Pinelli:«Va ricostruitoun equilibrio tra il consenso e la competenza.Noalsapere tuttologodelleviedelweb»
È il tema delle “Classi dirigenti” quello proposto dalla nuova rassegna di incontri promossi dall’Associazione PadovaLegge (organizzato con l’Università di Padova e accreditato dall’Ordine degli avvocati) sabato, dalle 9.30, nella sala dei Giganti dell’ateneo in piazza Capitaniato, 3/5. «Il criterio della selezione della classe dirigente di un Paese - spiega il presidente di “PadovaLegge” avv. Fabio Pinelli - deve essere il prodotto della ricerca di una attento equilibrio tra consenso e competenza. Il percorso formativo e la preparazione che gli Atenei italiani sono in grado di offrire sono sicuramente ido-
Viveracqua
«Il governatore Luca Zaia sostiene che l’introduzione della quota 100 non sia la causa della mancanza dei medici? No, il problema è la mancanza di programmazione». Così Daniele Giordano, segretario generale della Fp Cgil del Veneto. E spiega: «Nella Legge di stabilità si definisce l’obbligo di bandire concorsi per il numero esatto dei posti che si vogliono ricoprire e non sarà più possibile usare le graduatorie per gli scorrimenti. Vuol dire che se le Ulss bandiranno un concorso per un infermiere ne potranno assumere uno solo e non potranno poi più usare quella graduatoria. Così facendo si opera una centralizzazione delle assunzioni obbligando le Ulss a prevedere ciò che non può essere previsto, come chi sceglie di licenziarsi, per
esempio. Il rischio è che questo sistema determini grandissimi problemi nelle assunzioni e periodi di veri e propri vuoti di personale perché sappiamo tutti i tempi che ci sono per mettere in piedi i concorsi. Riteniamo che questa operazione vada a gravare sia sui bilanci della Regione, che dovrà sostenere i costi per l’organizzazione dei concorsi, sia su tutti quei giovani, speranzosi di entrare nel nostro sistema sanitario, che pagano la tassa per accedere ai concorsi. Questa non può diventare uno strumento di finanziamento del sistema. Come Cgil riteniamo che la direzione sanità e sociale della Regione faccia bene a rendere pubblici i fabbisogni di personale della nostra regione e predisponga con urgenza le procedure concorsuali. Non possiamo che denunciare come i ritardi nelle assunzioni del nostro sistema sanitario non siano certo una nostra invenzione, ma una realtà». • © RIPRODUZIONERISERVATA
«Massimasolidarietàconle RegionidelSud,masonoin difficoltàoggi,quindinon dipendedaquesterichieste» VENEZIA
«Non rinunciamo a nessuna solidarietà e sussidiarietà con le Regioni del Sud. Ma va detto anche che se oggi sono in difficoltà, ciò avviene senza l’autonomia chiesta da Regioni come Veneto, Lombardia, Emilia. Se ad esempio a parità di spesa per la sanità ci sono Regioni che hanno servizi d’eccellenza e altre che fanno buchi ed esportano malati, è colpa di qualcuno che si è distratto quando doveva amministrare. O sbaglio?». Così il governatore Luca Zaia in diretta su Radio24. «Siamo ai giorni cruciali per l’intesa tra Veneto e Governo per l’autonomia: il ministro Erika Stefani sta chiudendo i dovuti passaggi delicati e doverosi con i Ministe-
LucaZaia edErika Stefani
ri», dice Zaia che ricorda che le 23 materie richieste sono quelle scritte in Costituzione. In che tempi? «C’è un termine chiaro - risponde Zaia - il 21 marzo, spesso ricordato anche dal vicepremier Matteo Salvini. Ma questa è una settimana cruciale. L’accordo passa attraverso l’analisi della nostra proposta presentata il 2 ottobre scorso e le risposte e osservazioni dei Ministeri. E in caso contrario al Governo verrebbe meno la sua mission perché è nel suo contratto. Il 15 febbraio è il termine per la fine della ricognizione tecnica delle osservazioni. Ma non è una questione di date: il passaggio è epocale, conta arrivarci». •
14 MILA COPIE QUOTIDIANE E-MAIL E IN EDICOLA
AUTONOMIA, NOZZE E FICHI SECCHI
GIOVEDÌ 24 GENNAIO 2019 - NUMERO 2355 - ANNO 23 - Fondatore e direttore: ACHILLE OTTAVIANI - Aut. Trib. di Verona n° 41356 del 20/01/1997 - Editoriale Le Cronache srl Via Frattini 12/c - 37121 Verona - Telefono 045591316 - Fax 0458067557 - E-mail: redazione@tvverona.com - Stampa in proprio - Tutti i diritti RISERVATI
MENTRE SI ASPETTA LA DATA FATIDICA
SECONDO LE STIME DI BANKITALIA IL RESIDUO FISCALE CATULLO, I TRENTINI DEL VENETO AMMONTA A CIRCA 3,5 MILIARDI L’ANNO. VOGLIONO LA FERROVIA BEN LONTANI DUNQUE DAI 21 MILIARDI CHE ZAIA HA “APRIAMO UN TAVOLO” SCRITTO NEL SUO “PDL 43”. TRATTATIVA CON LA STEFANI I SOCI DELLA A22
“Se i consiglieri trentini vogliono prolungare la ferrovia fino a Dossobuono allora potrebbero spiegare alla cassaforte finanziaria di cui sono soci, la A22, che invece di spendere soldi in un nuovo casello, potrebbero investire in trasporto ferroviario, o almeno valutare quale delle due opzioni sia la più vantaggiosa per i rispettivi territori”. Lo sostengono per il gruppo consiliare comunale Pd Federico Benini, Elisa La Paglia, Stefano Vallani e per il gruppo consiliare provinciale Pd Stefano Ceschi. “Se il Brennero”, dicono, “deve essere il nuovo corridoio merci, non è più saggio investire i 3 miliardi della Valdastico Nord per le infrastrutture ferroviarie necessarie a collegare i vari territori lungo l’asse del Brennero, dal Lago al Catullo?”
OK
Stefano Ceschi
Mentre continua il tira e molla sulla fatidica data dell’autonomia, arriva la gelata di Bankitalia. Secondo l’istituto di via Marconi il residuo fiscale del Veneto al centro delle trattative con il governo gialloverde, ammonta circa a 3,5 miliardi. Una cifra ben lontana dai 21 miliardi che il governatore leghista Luca Zaia ha scritto sul “Pdl 43” con cui ha avviato la trattativa con il ministro degli Affari regionali, la leghista Erika Stefani. Alla base della richiesta c’è un dato: Veneto, Lombardia ed Emilia versano a Roma più di quanto ricevono in termini di servizi e investimenti, il cosiddetto ‘Residuo fiscale’. Con l’autonomia differenziata, le casse di queste tre amministrazioni diventerebbero più ricche. A tutto vantaggio dei cittadini, che usufruirebbero di trasporti pubblici più rapidi, di ospedali più efficienti e di asili distribuiti in ogni angolo del territorio. Per arrivare a questo risultato Veneto e Lombardia hanno promosso un referendum popolare.
Salvatore Mulas
Dopo 3 anni a capo della Prefettura è pronto per il nuovo incarico di capo del dipartimento dei Vigili del Fuoco del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile che prenderà ufficialmente il 4 febbraio.
I due leghisti Luca Zaia e Erika Stefani
Tanto che perfino l’ex premier, Paolo Gentiloni, sulla base del risultato elettorale, firmò un primo accordo, mai attuato, che teneva conto di due parametri per la distribuzione delle risorse nazionali: la popolazione residente e il gettito dei tributi maturati nel territorio regionale. Ma non sono tutte rose e fiori. Perché bisogna fare i conti con un Paese che ha profonde differenze al suo interno. E dove, in realtà, solo cinque Regioni,
KO
comprese le tre che fanno da apripista alla nuova versione del federalismo, presentano un residuo fiscale positivo. Del resto, le entrate fiscali sono più alte nelle aree dove c’è maggiore ricchezza: Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna producono il 40% del Pil nazionale. Il governo avrebbe dovuto fissare i fabbisogni e i costi standard per garantire i livelli minimi di assistenza su tutto il territorio nazionale.
Giulia Buccaro
Nessuno sconto per la 28enne veronese che resta in carcere. Secondo l’accusa ci sarebbe stato un pieno accordo con il marito quando hanno tenuto sotto sequestro una studentessa.
VAI SUL SITO CRONACADIVERONA.COM SEGUICI SUI SOCIAL