NewsCinema Magazine - Febbraio 2015

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NEWSCINEMA 21 febbraio 2015

NewsCinema.it

Testata Giornalistica di Cinema e Serie Tv Mensile Febbraio 2015 ANNO II - N. 2 Registrazione Tribunale di Roma n.203/11 del 17 Giugno 2011

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Hanno collaborato a questo numero: Carlo Andriani Letizia Rogolino Alexia Altieri Francesca Coppola Eros Bosi

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MODAMENSILMENTE 12 gennaio 2015


Cinquanta Sfumature di Grigio IL FILM PIù DISCUSSO DELL’ANNO A cura di C.A.

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Si é tenuta al Festival del cinema di Berlino l’anteprima del film più atteso dell’anno: Cinquanta Sfumature di Grigio. Diretto da Sam Taylor-Johnson ed interpretato da Dakota Johnson, Jamie Dornan, Victor Rasuk, Marcia Gay Harden e Rita Ora, Cinquanta sfumature di grigio é l’adattamento cinematografico del best-seller di E.L. James, primo capitolo di una trilogia che ha venduto dal 2011 ad oggi oltre cento milioni di copie. Anastasia Steele (Dakota Johnson) é una brillante studentessa che, per fare un favore ad un’amica, si trova ad intervistare l’amministratore delegato della Grey Enterprises, Christian Grey (Jamie Dornan). L’uomo rimane colpito dalla purezza di Anastasia e decide di corteggiarla con regali costosi e viaggi extra-lusso. Ma quando i due iniziano a frequentarsi emerge il lato oscuro di Christian. Ed Anastasia si troverà a scegliere se perdere l’uomo della sua vita o subire per sempre le ‘estreme’ condizioni del contratto da firmare per diventare la signora Grey. É da oltre un anno che si parla dell’adattamento cinematografico di Cinquanta Sfumature di Grigio. Prima per via del casting infinito per trovare Christian Grey ed in seguito, per il mistero sulle tanto attese scene di sesso. Il chiacchiericcio generale ha fatto poi il resto trasformando il film di Sam Taylor-Johnson in un fenomeno pop prima ancora della sua uscita, prevista per il 12 febbraio, data strategicamente vicina all’inflazionatissimo San Valentino. Mai data é stata più azzeccata per un film come Cinquanta sfumature di grigio, un vero e proprio prodotto creato e confezionato per macinare milioni di dollari. Milioni che il film della Johnson incasserà al botteghino mondiale, lanciando Dornan e Johnson nello star system e dando vita ad una saga che infesterà i cinema per i successivi tre, quattro anni. Ma, lasciando da parte tutte le similitudini con la sopravvalutata saga di Twilight, Cinquanta sfumature di grigio non è poi così male purché lo si veda con la consapevolezza di quello che effettivamente e praticamente é, un pop porno. Un gioco di parole per descrivere un film che é piacevole più per la confezione che per l’opera in sé, praticamente inesistente. Come inesistente era il libro della James, nato come fan fiction di Twilight e divenuto inspiegabilmente un fenomeno mondiale. Ma quando ci sono dei protagonisti belli e magnetici come Dornan e Johnson, una regia da videoclip patinata, elegante e attenta ai dettagli (bellissima l’inquadratura finale) e una colonna sonora che vede cantanti del calibro di Beyonce, Ellie Goulding e Sia accompagnare le avventure sessuali e non di Christian Grey ed Anastasia Steele, il film funziona già di per sé. Perché é un film leggero e divertente e vola nonostante gli oltre 120 minuti di durata. Sul fronte porno poi il film della Johnson ripulisce in parte il più esplicito libro della James. E la scelta si rivela vincente perché le tanto attese scene di sesso si rivelano equilibrate ed eleganti, nonostante le immagini lascino ben poco spazio all’immaginazione. Un po’ meno vincente invece é la sceneggiatura di Kelly Marcel che tra battute fuori luogo, continui cambi di maglietta di Grey e momenti di struggimento emotivo poco credibili, fornisce un ricco materiale per uno Scary Movie 6 o per una parodia trash del duo Friedberg e Seltzer. Ma nonostante le prevedibilissime ed evidenti pecche Cinquanta sfumature di grigio si rivela il prodotto che tutti ci aspettavamo. Un film estremamente piacevole da guardare, sentire e gustare. Un guilty pleasure che tutti disprezzano ma che sotto sotto tutti vedono.

Sul sito www.newscinema.it trovate il trailer, le clip e altre curiosità sul film! 5


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JAMIE & DAKOTA


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Cinquanta Sfumature di Jamie Dornan L’irresistibile miliardario Christian Grey “Un casting lungo e sofferto per diventare la star rivelazione del 2015”

Ha battuto ai casting di Cinquanta sfumature di 2006 il debutto al cinema in Marie Antoinette di Sofia grigio attori del calibro di Matt Bomer, Charlie Coppola dove interpreta il sensuale conte svedese Hunnam e Ian Somerhalder. Di chi stiamo parlando? Hans Axel von Fersen. Nel 2008 prende parte a Ma ovviamente di Christian Grey. O meglio, di Shadows in the Sun e nel 2011 viene scelto per Jamie Dornan, l’attore che lo ha interpretato interpretare il cacciatore nella serie cult C’era una nell’attesissimo adattamento cinematografico diretto volta. Il successo è immediato. E così entra nel cast da Sam Taylor-Johnson. Cresciuto a Belfast, Jamie di The Fall accanto alla star di X-Files Gillian Dornan frequenta l’Università di Teesside ma subito Anderson, dove interpreta il serial killer Paul scopre la sua vena artistica tentando prima la Spector, ruolo per cui ottiene una nomination come carriera musicale, poi quella sportiva ed infine quella miglior attore 2014 ai BAFTA. Ma è il 24 ottobre 2013 di modello apparendo su giornali come GQ, Vogue, la data che segna la svolta nella carriera di Dornan. Attitude ed in spot pubblicitari di marchi del calibro Infatti dopo il ritiro improvviso del Sons of Anarchy di D&G, Armani, Dior, Calvin Klein e Levi’s. Ma la

carriera di modello gli sta stretta e così arriva nel

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Charlie Hunnam, è proprio Dornan a diventare il


NEWSCINEMA 21 febbraio 2015 Christian Grey del film più atteso del 2015, Cinquanta sfumature di grigio. Un film per cui Dornan si è allenato duramente con esercizi che gli hanno regalato la perfetta forma fisica che sfoggia nelle numerose scene di nudo del film e prove mentali che gli hanno permesso di capire la complessa personalità del suo personaggio. Ma tolte le camice di Grey, Jamie Dornan sarà in The 9th Life of Louis Drax di Alexandre Aja e nell progetto ancora senza titolo di John Wells al fianco di Bradley Cooper e Sienna Miller. Risultati che rendono Dornan la vera star di questo 2015.

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Cinquanta Sfumature di Dakota Johnson La bella e ingenua Anastasia Steele

I suoi genitori sono Don Johnson e Melanie jeans del marchio Mango. Nel 2010 inizia Griffith. Sua nonna è Tippi Hedren. E il suo patrigno ufficialmente la sua carriera d’attrice ottenendo è Antonio Banderas. Con questi geni è impossibile piccoli ruoli in film del calibro di The Social Network non diventare una star. Ed infatti la bella e brava di David Fincher ed in opere più pop come Beastly, Dakota Johnson grazie al ruolo di Anastasia 21 Jump Street e Need for Speed. Nel 2012 tenta poi la carta della tv interpretando Steele in Cinquanta sfumature di grigio ha finalmente debuttato nel mondo dello star system la protagonista della serie Ben and Kate, cancellata diventando subito una delle celebrità più in vista dopo una sola stagione. Ma è nel 2013 che arriva dell’anno. Ma la Johnson non è nuova al mondo finalmente il ruolo della sua vita, Anastasia Steele, dello spettacolo. Infatti nel 1999 all’età di dieci anni protagonista dell’adattamento cinematografico di appare nel debutto alla regia di Antonio Banderas Cinquanta sfumature di grigio della scrittrice E.L. Pazzi in Alabama e nel 2006 firma un contratto con la James. Un ruolo complesso per cui la Johnson si è IMG Models, diventando nel 2009 volto della linea letteralmente e praticamente denudata rubando in

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parte la scena al vero protagonista del film Jamie Dornan. E Hollywood si è accorta del talento della bella Johnson. Infatti dopo i due certi sequel di Cinquanta sfumature di grigio la Johnson sarà protagonista nel 2015 della commedia Chloe and Theo con Mira Sorvino, del drammatico Black Mass con Benedict Cumberbatch e del misterioso A Bigger Splash con Tilda Swinton. Non ci resta che attendere queste sue nuove performances per vedere se la Johnson riuscirà a cavalcare l’onda del successo di Cinquanta sfumature di grigio, dimostrando di non essere solo la bella ed innocente Anastasia Steele.


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JUPITER IL DESTINO DELL’UNIVERSO

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I registi di Matrix e Cloud Atlas tornano con una favola intergalattica di Carlo Andriani

Il 5 febbraio la Warner Bros. Pictures Italia distribuirà che la contrassegna come erede indiscussa di un in tutti i cinema italiani uno dei film più attesi del dono capace di alterare l’intero equilibrio del cosmo. 2015: Jupiter – Il Destino dell’Universo. Diretto da Ma i tre fratelli Abrasax (tra cui il candidato ai premi Andy e Lana Wachowski ed interpretato da Mila Oscar come miglior attore Eddie Redmayne) Kunis, Channing Tatum, Sean Bean, Eddie faranno di tutto per impossessarsi della eredità di Redmayne e Douglas Booth Jupiter – Il Destino Jupiter distruggendo una volta e per tutte la popolazione umana e rubando la risorsa più dell’Universo è una spettacolare avventura fantasy preziosa di sempre, il tempo. partorita dai creatori di Matrix e Cloud Atlas. Dopo il sottovalutato ed incompreso Cloud Atlas i Jupiter Jones (Mila Kunis) è una ragazza come fratelli Wachowski tornano all’action fantascientifico tante altre. Ha grandi sogni ma vive una realtà realizzando Jupiter – Il Destino dell’Universo, decisamente poco soddisfacente che la obbliga a spettacolare avventura interstellare che ricorda i fare la donna di servizio per arrivare a fine mese. classici del cinema di genere degli anni ’80. Quei Almeno fino a quando non incontra Caine film dominati da battaglie galattiche, eroi sensuali e (Channing Tatum), cacciatore ed ex-militare super cattivi in cui la trama costituiva solo l’1 per modificato geneticamente arrivato sulla Terra per cento di tutto il prodotto. E che in qualche modo mostrarle la sua vera natura ed il suo vero Jupiter – Il Destino dell’Universo, tra citazioni e destino. Jupiter possiede infatti la firma genetica

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“Nostalgia del cinema di fantascienza anni ’80”

semplice spirito nerd, rispolvera sviluppando più che un mondo un vero e proprio universo di colori, creature e navi spaziali. Ci sono gli eroi che non sanno di essere tali (la spaesata Jupiter interpretata da una spaesata Mila Kunis), gli eroi che sanno di essere eroi (è innegabile che Channing Tatum funzioni in qualsiasi cosa faccia), i villain sensuali e tremendamente cattivi (bravissimi Eddie Redmayne e Douglas Booth) e perfino i lucertoloni servitori che fanno tanto Super Mario Bros. Il tutto all’insegna di un 3D spettacolare ed immersivo che avvolge lo spettatore catapultandolo in un universo tanto ricco di dettagli quanto affascinante. Aspetti che rendono Jupiter – Il Destino dell’Universo un film perfettamente riuscito proprio perché sviluppato daiWachowski come parentesi “leggera” dopo i complicatissimi Matrix e Cloud

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Atlas di cui ritornano in minima parte gli intrecci filosofici e teorie da manga giapponese sulla coltivazione degli esseri umani. Ma il respiro è tutto diverso. Un po’ manga, un po’ cult anni ’80 con le sue battute fuori luogo ed un po’ già cult con l’incredibile vastità dell’universo e delle dinastie degli Abrasax, Jupiter – Il Destino dell’Universo è l’ennesima prova riuscita dei fratelli Wachowski. Due registi che riescono sempre a divertire ed affascinare gli spettatori con film action diversi da tutti gli altri.

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BERLINALE 2015 I momenti pi첫 importanti della 65째 edizione del Festival di Berlino, tra film e ospiti a cura di Redazione

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WIMWENDERS

Everything Will Be Fine,

la fiaba post-moderna sul senso di colpa di C.A.

É stato presentato fuori concorso alla amato praticamente da tutti. Ma quando 65 edizione del Festival Internazionale del investe uno dei due figli di Kate (Charlotte Cinema di Berlino il nuovo film di Wim Gainsbourg) uccidendolo, la sua vita Wenders: Every Thing Will Be Fine. Scritto cambia radicalmente. Chiude la storia con d a B j ø r n O l a f J o h a n n e s s e n e d Sara e si rinchiude nel senso di colpa, interpretato da James Franco, Charlotte prendendosi l’unica libertà di scrivere libri Gainsbourg, Rachel McAdams e Marie- su libri. Gli anni passano veloci e Tomas, dopo un lungo periodo di solitudine, cerca Josée Croze, Every Thing Will Be Fine é di ricostruirsi una vita con Ann (Marieuna fiaba post-moderna sul senso di colpa Josée Croze), nonostante il peso del suo e sulla guarigione, che neanche il tempo fardello non sia mai venuto meno. Sarà può sempre assicurare. Christopher (Robert Naylor), l’altro figlio di Tomas (James Franco) ha tutto nella Kate ormai adolescente, a riaprire la ferita vita. É uno scrittore brillante, é fidanzato di Tomas portandolo finalmente sulla con la bella Sara (Rachel McAdams) ed è strada di una lenta e difficile guarigione. Il

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NEWSCINEMA 12 gennaio 2015 regista de Il cielo sopra Berlino torna nella capitale apprezzabile la confezione di Everything Will Be tedesca per ricevere un meritatissimo Orso d’oro Fine, é proprio il contenuto a mancare di spessore. alla carriera e per presentare il suo nuovo film, Perché, alla fine del film, non si capisce pienamente Everything Will Be Fine, secondo esperimento con il senso dell’opera. E l’interpretazione monocorde di la tecnologia 3D dopo l’apprezzatissimo 3D Pina. James Franco e il ritmo spesso lento, fanno perdere Ma l’esperimento si può definire riuscito solo in più volte interesse allo spettatore, confuso da tanti parte. L’aspetto vincente diEverything Will Be Fine é elementi messi a caso e poco approfonditi. l’atmosfera sognante che si respira nel freddo ed

Come i deboli e poco sviluppati personaggi di

imploso universo di Tomas. Un universo reso dai i Sara e Kate, che sminuiscono le doti di due attrici fiocchi di neve, dal 3D avvolgente e dalle splendide del calibro di Rachel McAdams e Charlotte musiche di Alexandre Desplat poetico, quasi Gainsbourgh. O la regia del grande Wenders, qui più fiabesco. Come é vincente l’idea di sviluppare il film volte indeciso sulla direzione da dare al film per poi in un arco temporale lungo 12 anni, stratagemma approdare al più smielato dei finali. Aspetti che che consente allo spettatore di vedere l’evoluzione rendono Every Thing Will Be Fine uno di quei del lutto in Tomas, Kate e Christopher, tre persone pochissimi film che dividono la critica. Perché un po’ che per una tragica coincidenza si ritrovano a lottare lo si ama e un po’ lo si odia. Ma del resto questo é il rispettivamente con il senso di colpa e con la prezzo da pagare qando si vede un film d’autore. scomparsa di un figlio ed un fratello. Ma se é

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MODAMENSILMENTE 12 gennaio 2015

MR. HOLMES Ian McKellen, una nuova immagine di sherlock holmes

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di C.A.

E’ stato presentato fuori concorso alla 65° edizione del Festival Internazionale del Cinema di Berlino Mr. Holmes. Diretto da Bill Condon ed interpretato da Ian McKellen, Laura Linney, Milo Parker e Hiroyuki Sanada, Mr. Holmes vede il grande Ian McKellen portare sul grande schermo uno Sherlock Holmes alle prese con le difficoltà dei suoi 93 anni e i ricordi di un caso particolarmente arduo della sua carriera di investigatore. Sussex 1947. Sherlock Holmes (Ian McKellen) ha 93 anni e si è ritirato dalla attività di investigatore privato per trascorrere l’anzianità in una fattoria gestita dalla dolce ed a tratti impacciata Mrs. Munro (Laura Linney). Mentre scrive i suoi diari, si occupa delle api e lotta contro l’inevitabile deterioramento della sua mente Holmes riflette sulla sua vita. Una vita caratterizzata da incredibili eventi, viaggi in giro per il mondo ed alcuni dei casi di investigazione più difficili di Londra. Dimenticate completamente la saga pop creata da Guy Ritchie con protagonista Robert Downey Jr. perché Mr. Holmes è tutto fuorché un film di azione. Diretto da Bill Condon, che tutti ricordiamo per gli ultimi due scialbi Twilight, ma che in realtà ha nella filmografia capolavori del calibro di Chicago come sceneggiatore e Demoni e dei e Dreamgirls come regista, Mr. Holmes è un interessante spaccato di un lato inedito del celebre investigatore inglese, la sua anzianità. Perché dopotutto quando vediamo un eroe assistiamo sempre ai suoi momenti di gloria e non ci chiediamo mai quale potrà essere la sua esistenza una volta appeso il mantello. Qui poi, al posto del mantello, ci sarebbero addirittura il cappello e la pipa, almeno secondo le opere cinematografiche ispirate al celebre personaggio di Arthur Conan Doyle dall’alba dei tempi. Ma come ironicamente sostiene il Mr. Holmes di Ian McKellen questo Sherlock preferisce di gran lunga i sigari. E non ha neanche bisogno dello storico assistente Watson, felicemente sposato e totalmente eliminato da questa nuova versione della storia. Una storia tratta dal best-seller A slight trick of the mind di Mitch Cullin e sviluppata ad hoc sulla grande interpretazione di Ian McKellen. Un attore che dopo due personaggi iconici ed indimenticabili come Gandalf e Magneto è riuscito ancora una volta a regalare al grande pubblico una versione umana e proprio per questo decisamente più amabile dell’investigatore degli investigatori. Ma la grande interpretazione di Ian McKellen non è sufficiente a fare di Mr. Holmes un film riuscito. Perché la regia di Condon, perennemente indecisa tra il politically correct di stampo disneyano ed il film drammatico che affronta tematiche importanti, indebolisce Mr. Holmes rendendolo un’opera non catalogabile in nessun genere preciso e poco appetibile anche dal punto di vista mondiale. Ed è un gran peccato perché il gioco tra mito e realtà funziona bene e strappa più volte un sorriso di fronte alle espressioni di disapprovazione di Holmes mentre vede il personaggio da fumetto ispirato alle sue gesta. Gesta che nelle mani del banale e poco coinvolgente Bill Condon hanno l’unico pregio di essere compiute da un protagonista del calibro di Ian McKellen. L’unico attore su questa Terra in grado di trasformare Sherlock Holmes in un vecchietto scorbutico e tremendamente simpatico.

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QUEENOFTHEDESERT

Nicole Kidman è Gertrude Bell nel film di Werner Herzog di C.A.

Si è tenuta questa sera alla 65edizione lavorare per l’ambasciata inglese. Ma del Festival internazionale del cinema di l’incontro con il segretario dell’ambasciata Berlino l’anteprima ufficiale del nuovo film Henry Cadogan (James Franco) sconvolgerà scritto e diretto da Werner Herzog: Queen la sua vita trasformandola in una donna of the Desert. Interpretato da Nicole capace di confrontarsi con culture diverse Kidman, James Franco, Damian Lewis e ed affrontare terribili pericoli. Una donna che Robert Pattinson, Queen of the Desert dopo aver tracciato i confini tra la Giordania racconta la storia vera della scrittrice, e l’Iraq dopo il crollo dell’Impero Ottomano archeologa e agente segreto britannico segnerà gran parte della storia mondiale Gertrude Bell.

affermandosi come la versione femminile di

Gertrude Bell (Nicole Kidman) è una Lawrence d’Arabia. La star premio Oscar Nicole Kidman, la donna inglese diversa da tutte le altre. Non vuole cercare un marito e gli agi della sua drammatica ed avventurosa storia di famiglia borghese non le interessano più di Gertrude Bell ed il più importante

tanto. Così vola a Teheran dove inizia a esponente del Nuovo cinema tedesco

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in minima parte nei primi trenta minuti del film, vicini ad un classico melodramma vittoriano. Ma ci vuole ben poco perché l’impronta di Herzog cominci a tracciare la strada dei successivi 90 minuti di film, caratterizzati da momenti di stampo Werner Herzog. Delle tre variabili solo una è tipicamente herzoghiano come il presagio di morte totalmente inaspettata. Quella che vede il regista di incarnato dall’avvoltoio che assiste alla dichiarazione capolavori come Aguirre, furore di Dio, Cuore di d’amore di Sir Cadogan, e dalla novità del

vetro, Nosferatu ed Apocalisse nel deserto, dirigere personaggio interpretato da Nicole Kidman, prima un melò drammatico che ci saremmo aspettati da un eroina femminile dell’universo cinematografico di ben più tradizionale Ridley Scott. Eppure proprio Herzog. Il tutto in una cornice di stampo Herzog, uno di quei pochissimi autori estranei a chiaramente classico che ha come principale qualsiasi tipo di classificazione, questa volta si è ambientazione il deserto, come variabile

cimentato nel genere più inflazionato del cinema destabilizzante una ironia inaspettata e come protagonista una Nicole Kidman che annienta tutti gli americano, quello biografico.

Ed il risultato è Queen of the Desert, un intenso altri co-protagonisti (James Franco e Damian Lewis melodramma che racconta la vita di Gertrude Bell, sono più deboli del solito e Robert Pattinson ha un una vita talmente straordinaria ed avventurosa da ruolo talmente marginale da non poter essere meritare, prima o poi, una messa in scena considerato) regalando una ottima prova della cinematografica. Solo che non ci saremmo mai grande attrice che è. Aspetti che rendono Queen of

aspettati qualcosa di questo genere. Ed attenzione the Desert un biopic interessante proprio perché perché questa è tutto fuorché una critica al bizzarro inconsueto. Ed inconsueto proprio perché di Werner Queen of the Desert, un film riuscito proprio perché Herzog, l’unico regista in grado di regalare un biopic lontano dalle comuni logiche del biopic, seguite solo diverso da tutti gli altri e proprio per questo riuscito.

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ELIZABETHBANKS


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Love & Mercy, la reclusione di Brian Wilson dei Beach Boys di Letizia Rogolino

Alla 65° edizione del Festival di successo spensierato, passando gran Berlino 2015 è stato presentato in parte delle giornate con gli amici sulla anteprima il biopic Love & Mercy diretto spiaggia e alle numerose feste a bordo da Bill Pohlad, produttore dei recenti piscina, Brian viene stravolto da una serie successi 12 Anni Schiavo e Wild. Il di disturbi mentali che sconfinano nella cinema internazionale ha realizzato negli paranoia e nella schizofrenia, fino a fargli ultimi anni film biografici che raccontano perdere la strada e rinchiudendolo in la vita di un artista della musica da un solitudine nel suo mondo abitato da voci punto di vista diverso. Basti pensare al e suoni improvvisi. Love & Mercy si recente Jimi – All is By My Side o sofferma in particolare su due momenti l’originale Io Non sono Qui di Todd della vita dell’artista: la comparsa dei Haynes sulla figura di Bob Dylan. Come primi segni della sua malattia mentre in questi ultimi, Pohlad mette da parte la lavora all’album Pet Sounds, e l’incontro

solita ricetta di sesso, droga e rock ‘n roll, con Melinda (Elizabeth Banks), che poi per concentrare l’attenzione sulla storia diventa la sua seconda moglie, personale travagliata del protagonista, salvandolo dallo psichiatra manipolatore Brian Wilson, co-fondatore dei Beach Eugene Landy, interpretato da Paul Boys. Paul Dano ha passato ben sei mesi Giamatti. Si riconosce da subito lo stile di a studiare canto e pianoforte per Oren Moverman, che nel 2007 ha firmato interpretare l’anima artistica e creativa la sceneggiatura del film biograficoIo Non della famosa band americana degli anni Sono Qui. Infatti anche in Love & Mercy ’60, Brian Wilson. Dopo i primi anni di egli si muove lontano dall’autodistruzione

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NEWSCINEMA 21 febbraio 2015 sconsiderata delle rockstar, presentando non una Cusak che interpreta il Brian Wilson adulto, che mente creativa dipendente dalla droga e dall’alcool e lotta per uscire dalla sua condizione di reclusione. intento a continui atti di masochismo, ma un genio Il regista rende la musica vera protagonista del fragile, che non riesce a combattere da solo i film, raccontando una storia personale difficile che fantasmi di un passato doloroso e violento. viaggia su due binari temporali diversi. Se la Nonostante il suo innato talento per la musica, Brian sceneggiatura è lineare e coinvolgente, la regia è è un incompreso e cade vittima del Dr. Eugene poco convenzionale e coraggiosa, e regala fin dalla Landy, che si approfitta della sua condizione prima inquadratura un’emozione retrò che tocca le mentale per dominarlo e muoverlo come un corde emotive giuste per far vivere allo spettatore la burattino, per poter gestire il suo patrimonio condizione intensa del protagonista. Ad uno stile di ripresa moderno, Pohlad unisce scene girate come economico. Brian ha bisogno di aiuto per poter avere una la vecchia amata pellicola, donando al film un speranza di ritrovare l’amore e abbracciare aspetto estetico originale e intrigante. Love & Mercy è nuovamente la sua vita, e Melinda si rivela la sua un film che emoziona e permette di conoscere la unica speranza. Una donna testarda e innamorata, storia di un protagonista della musica internazionale che Elizabeth Banks porta sullo schermo in modo che ha composto canzoni rimaste nella storia, con le perfetto, con dolcezza e sentimento, lasciando da quali tante generazioni sono cresciute fino ad oggi. parte quei ruoli più appuntiti e ironici nei quali Una storia drammatica, una storia d’amore e una l’abbiamo vista fino ad oggi. Paul Dano conferma vena thriller che tengono vivo il ritmo del film, anche ancora una volta il suo talento, affiancato da John grazie alla colonna sonora imperdibile.

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KNIGHT OF CUPS

Il nuovo film di Terrence Malick

con Christian Bale e Natalie Portman di L.R.

E’ stato presentato in occasione “C’era una volta un giovane principe del Festival di Berlino 2015 il nuovo film di che il padre, il re d’Oriente, inviò in Egitto a Terrence Malick, Knight of Cups. Sembra cercare una perla. Ma, quando il principe passato il periodo in cui il regista fantasma, arrivò, la gente gli porse una tazza. Una che non partecipa mai alle occasioni volta bevuto, si dimenticò di essere il figlio pubbliche, impiegava anni per scegliere e del re, dimenticò anche la perla e cadde in sviluppare un progetto. Negli ultimi tempi, un sonno profondo“. Il padre di Rick era infatti, la sua ispirazione si è rilevata più solito leggere al figlio, ancora ragazzino, costante; basti pensare ai recenti The Tree questa storia. La strada per l’Oriente ora si of Life e To The Wonder. La critica e il trova di fronte a Rick. pubblico del festival tedesco però non Riuscirà a intraprenderla? In Knight of hanno apprezzato del tutto questo suo Cups troviamo Christian Bale nei panni di ritorno. Forse è meglio quando impiegava Rick, un ricco produttore cinematografico, anni prima di fare un film?

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distratto dal guadagno e dai piaceri superficiali, che circostanziali. Natalie Portman, Cate Blanchett, ha perso la direzione della sua vita. Frequenta tante Frida Pinto, Antonio Banderas e Imogene Poots donne diverse, mentre le poche relazioni importanti e altre presenze di un certo livello, sono semplici ed intense si disperdono nel tempo, trasformandosi meteore che ruotano intorno al personaggio di Bale, soltanto in meri ricordi. Il film è una continua regalando performance emozionanti ma di breve riflessione sugli errori, i rimpianti e la nostalgia per durata. quello che Rick aveva un tempo. Una nostalgia del Knight of Cups è una chiara auto-celebrazione passato pesante e soffocante, che non trova mai un del regista, che regala inquadrature suggestive e momento di luce, rendendo il film lento e poetiche, accompagnate da una musica romantica monocorde. La voce fuori campo presente e onirica, ma il risultato finale, a causa della dall’inizio alla fine, dà vita ad una serie di monologhi mancanza di una struttura narrativa solida, è un film interiori del personaggio di Bale, rendendo il ritmo noioso, triste e pesante, che non lascia molto del film piatto, noioso e drammaticamente spazio alla positività e ad una vera riflessione inconsistente. L’anima del progetto è più vicina ad costruttiva sull’evoluzione del protagonista. Forse è un video di arte sperimentale, in cui le immagini e la arrivato il momento per Malick tornare allo stile musica sono le vere protagoniste e la storia, così originale e magico di lavori precedenti come The come i dialoghi, passano in secondo piano. Con Tree of Life, per non cadere in opere autoreferenziali Bale come unica presenza invadente della storia, il che riducono la sua creatività particolare a semplice resto del cast è sprecato in poche situazioni esibizionismo artistico.

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Sguardi complici tra Robert Pattinson e Alessandra Mastronardi a Berlino Per Trenz Pruca

A Berlino la temperatura si è finalmente alzata dopo il gelo dei primi giorni di festival, ma anche la sala delle conferenze stampa all’interno del Grand Hotel Hyatt ha registrato un’ondata di calore, durante la presentazione del film Life di Simon Curtis, che racconta il rapporto tra il mitico James Dean e un fotografo della rivista Life, incaricato di seguirlo ovunque alla ricerca di un buon servizio. Sono infatti arrivati nella città tedesca gli interpreti del film, tra cui Robert Pattinson, Dane DeHaan e la nazionale Alessandra Mastronardi che, dopo la prima esperienza hollywoodiana con un ruolo nel film di Woody Allen To Rome With Love, torna a lavorare fuori dall’Italia nel ruolo della fidanzata di James Dean. Durante la conferenza stampa del film abbiamo rubato una serie di sguardi complici tra quest’ultima e l’ex vampiro di Twilight, che è presente alla Berlinale anche con il film Queen of The Desert nel quale recita al fianco di Nicole Kidman. Lungi da noi fare ipotesi affrettate, ma vi mostriamo di seguito una delle foto scattate oggi e fateci sapere cosa ne pensate. Alessandra potrebbe aver rubato il cuore del giovane talento, la cui carriera è in rapida ascesa? Commentate sulla nostra pagina Facebook e Twitter!

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IL SETTIMO FIGLIO Il fantasy diretto da Sergey Bodrov di L.R.

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NEWSCINEMA 21 febbraio 2015 Arriva nelle sale italiane il 19 Febbraio Il Settimo alla natura di videogioco che non lo rende Figlio, nuovo film fantasy diretto dal regista convincente per il grande schermo. Il cast è russo Sergej Bodrov e ispirato al romanzo sicuramente uno dei punti di forza del film, L’Apprendista del Mago di Joseph Delaney. Dai soprattutto per la figura di Julianne Moore nei produttori di Godzilla e 300 – L’alba di un Impero, Il Settimo Figlio si propone come un blockbuster di intrattenimento che attinge a diversi generi, ma

panni del villain principale carismatico e visivamente accattivante. Mentre non si comprende la scelta di far esprimere il personaggio del Mago di Jeff

fatica a funzionare. Durante un’epoca incantata, tra Bridges con un linguaggio incomprensibile e leggende e magia, l’ultimo discendente di un ordine caricaturale, che distoglie lo spettatore dai vari

mistico di guerrieri (il Premio Oscar Jeff Bridges) avvenimenti, rubando anche qualche sorriso fuori luogo. La storia, povera di originalità e pressochè intraprende la ricerca dell’ultimo Settimo Figlio (Ben ripetitiva, sembra fondere nello stesso calderone Barnes), l’eroe delle profezie nato con incredibili film come L’Apprendista Stregone e L’Ultimo dei poteri. Strappato dal suo tranquillo lavoro di Templari, entrambi flop alla presenza di Nicolas agricoltore, il giovane eroe si imbarca in un’audace avventura, accompagnato dal suo agguerrito Cage. E, se vogliamo rimanere in casa nostra, si mentore, per sconfiggere una misteriosa strega ed il avverte un chiaro eco della serie Fantaghirò, per suo esercito di assassini sovrannaturali a piede l’ambientazione, i costumi, ma anche per la struttura

libero nel loro regno. Tratto da una sceneggiatura di narrativa sullo stile di una fiction moderna. Il Settimo Charles Leavitt e Steve Knight e da una storia di Figlio è un film che si lascia vedere, animato da una buona dose di azione, numerose scene di Matt Greenberg, il film di Bodrov è ricco di effetti combattimento, esplosioni e riti magici che speciali e ha un buon ritmo sostenuto, ma più vicino catturano l’interesse estetico.

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NEWSCINEMA 21 febbraio 2015

“Un blockbuster di intrattenimento pretenzioso e caotico”

Ma, nel panorama del cinema fantasy di oggi, risulta un prodotto appena sufficiente, con una messa in scena debole e già vista, che sembra prendersi in giro da sola. Centrale anche una storia d’amore impossibile, come un Romeo e Giulietta in epoca medievale, che si sgretola per dialoghi banali e inconsistenti, che non coinvolgono affatto lo spettatore. Il regista di Mongol ha confezionato un film di intrattenimento pretenzioso e caotico, che abbandona una direzione chiara per perdersi tra i mille sentieri della favola, avventura, e mondo fantasy.

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Mortdecai JOHNNY DEPP E LA GENESI DI UN DANDY

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AL CINEMA DAL 19 FEBBRAIO

di Alexia Altieri

Dandy, “colui che segue, nell'abbigliamento e negli atteggiamenti, i dettami della moda, con compiaciuta raffinatezza”. Nessun’altra definizione potrebbe essere più rappresentativa per Charlie Mortdecai, vile mercante d’arte ed irresistibile bon vivant. È questa l’ennesima maschera di Johnny Depp che sottolinea compiaciuto: “Mi piace essere pagato per fare l’irriverente”. Basato sull’omonima serie di romanzi di Kyril Bonfiglioli, Mortdecai di David Koepp mescola commedia e spy story, ottenendo un film che risulta a tratti patinato, deliziosamente old fashioned e segnato da un umorismo raffinato, molto british. L’eclettico protagonista è un affabulatore aristocratico con un paio di baffi alla Poirot che sono, a loro volta, indiscussi protagonisti della pellicola, fonte di litigio con la moglie Johanna (Gwyneth Paltrow) e di rivalità con altri personaggi. Mortdecai è un concerto di cravatte di seta, panciotto, Rolls Royce e quadri di enorme valore scomparsi. In particolare, il protagonista verrà coinvolto nel furto di un capolavoro di Goya, che cela un codice segreto in grado di portare alla luce un tesoro nazista. Il plot ruota, quindi, intorno ad un singolo oggetto come, ad esempio, La Pantera Rosa (The Pink Panther, 1963) di Blake Edwards – dalla cui pellicola, Koepp sembra riprendere anche il gusto eccentrico ma elegante dei costumi di scena. Il personaggio di Johnny Depp, nonostante sia caricaturale e bizzarro come molte altre metamorfosi del divo, in questo film aderisce ad uno schema recitativo più codificato, rendendolo più credibile e meno surreale rispetto ad altre sue trasformazioni. L’eclettismo di Depp viene contenuto anche grazie ad un cast di comprimari con i fiocchi, tra cui sicuramente spicca la Paltrow, ma anche Ewan McGregor e Paul Bettany. I dialoghi frizzanti di questi riuscitissimi personaggi, e le situazioni tragicomiche in cui si immischiano, valgono già da soli il prezzo del biglietto!

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OSCAR 2015

NOMINATION

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ATTORI & ATTRICI La Notte degli Oscar 2015 si avvicina. Il 22 Febbraio a Los Angeles saranno consegnati le ambite statuette d’oro ai vincitori delle diverse categorie previste dall’ Academy. Come ogni anno, non sono mancate le polemiche per l’elenco delle nomination annunciate qualche settimana fa, che hanno sottovalutato film come Selma, Turner e Gone Girl, applauditi da pubblico e critica in tutto il mondo. Seguite la cerimonia in diretta streaming su www.newscinema.it MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA

MIGLIOR ATTRICE PROTAGONISTA

Benedict Cumberbatch

Julianne Moore

The Imitation Game

Still Alice

Eddie Redmayne

Marion Cotillard

La Teoria del Tutto

Due Giorni, Due Notti

Michael Keaton

Reese Whiterspoon

Birdman

Wild

Steve Carell

Rosemund Pike

Foxcatcher

Gone Gil - L’Amore Bugiardo

Bradley Cooper

Felicity Jones

American Sniper

La Teoria del Tutto

MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA

MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA

Robert Duvall The Judge

Patricia Arquette

Ethan Hawke Boyhood

Laura Dern

Edward Norton Birdman

Keira Knightley

Mark Ruffalo Foxcatcher

Emma Stone

J.K. Simmons Whiplash

Meryl Streep

Boyhood

Wild

The Imitation Game

Birdman

Meryl Streep


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MIGLIOR FILM American Sniper Birdman Boyhood The Grand Budapest Hotel The Imitation Game Selma La Teoria del Tutto Whiplash MIGLIOR CANZONE ORIGINALE Everything is Awesome, Lego Movie Glory, Selma Grateful, Behind the Lights I’m Not Going to Miss you, Glen Campbell Lost Stars, Begin Again EFFETTI SPECIALI Captain America: The Winter Soldier Dawn of the Planet of the Apes Guardians of the Galaxy Interstellar X:Men: Days of Future Past MIGLIOR DOCUMENTARIO Citizenfour Finding Vivian Maier Last Days in Vietnam The Salt of the Earth Virunga MIGLIOR MONTAGGIO American Sniper Boyhood Grand bUdapest hotel The Imitation Game Whiplash MONTAGGIO SONORO American Sniper Birdman The Hobbit: THe Battle of the Five Armies Interstellar Unbroken

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MIGLIOR SUONO American Sniper Birdman Interstellar Unbroken Whiplash

PRODUCTION DESIGN The Grand Budapest Hotel The Imitation Game Interstellar Into the Woods Mr. Turner CORTO LIVE ACTION Aya Boogalo and Graham Butter Lamp Parvaneh The Phone Call MIGLIOR CORTO D’ANIMAZIONE The Bigger Picture The Dam Keeper Feast Me and My Moulton A Single Life MIGLIOR FILM D’ANIMAZIONE Big Hero 6 The Boxtrolls How to Train Your Dragon 2 Song of the Sea The Tale of Princess Kaguya TRUCCO E CAPELLI Foxcatcher The Grand Budapest Hotel Guardians of the Galaxy COSTUMI The Grand Budapest Hotel Inherent Vice Into the Woods Maleficent Mr. Turner


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CINEMATOGRAPHY Birdman The Grand Budapest Hotel Ida Mr. Turner Unbroken

ORIGINAL SCORE The Grand Budapest Hotel The Imitation Game Interstellar Mr. Turner The Theory of Everything

SCENEGGIATURA NON ORIGINALE American Sniper The Imitation Game Inherent Vice The Theory of Everything Whiplash

MIGLIOR FILM STRANIERO Ida Leviathan Tangerines Timbuktu Wild Tales

SCENEGGIATURA ORIGINALE Birdman Boyhood Foxcatcher The Grand Budapest Hotel Nightcrawler

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MIGLIOR REGIA Wes Anderson, “The Grand Budapest Hotel” Alejandro Gonzalez Inarritu, “Birdman” Richard Linklater, “Boyhood” Morten Tyldum, The Imitation Game Bennett Miller, Foxcatcher


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ANTEPRIMA

CENERENTOLA


NEWSCINEMA 21 febbraio 2015

Il 12 marzo uscirà in tutti i cinema italiani l’adattamento cinematografico targato Walt Disney della fiaba diCenerentola. Diretto da Kenneth Branagh ed interpretato da Lily James, Cate Blanchett, Richard Madden, Helena Bonham Carter e Stellan Skarsgard, Cenerentola segue la scia del successo di Alice in Wonderland e Maleficent portando un’altra icona dei classici Disney al cinema. Cenerentola (Lily James) è una giovane fanciulla che, dopo l’improvvisa morte della madre, trascorre le sue giornate regalando gentilezze al prossimo e prendendosi cura della casa durante i lunghi viaggi del padre. Ma quando suo padre si risposa ed entrano a far parte delle loro vite la crudele Lady Tremaine (Cate Blanchett) e le sue due sciocche figlie Anastasia (Holliday Grainger) e Genoveffa (Sophie McShera) Cenerentola viene relegata alla stregua di una serva, rinchiusa in soffitta e accolta solo dai suoi amici topolini. Almeno fino al giorno in cui casualmente non incontra nel bosco uno straniero che si rivela essere il principe (Richard Madden) del regno che, rimasto affascinato dalla grazia di Cenerentola, organizza un ballo per ricongiungersi ad essa. Ballo a cui Lady Tremaine porta solo Anastasia e Genoveffa stracciando a Cenerentola il vestito e impedendole così di recarsi a palazzo. Ci penserà la fata madrina (Helena Bonham Carter) trasformando topi in cavalli, zucche in carrozze e lucertole in servitori a dare alla gentile Cenerentola la possibilità di rincontrare il principe. Anche se con un solo limite. La magia durerà solo fino allo scoccare della mezzanotte…

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Tim Burton, Robert Stromberg ed ora McKenna e Chris Weitz unita alla indiscutibile Kenneth Branagh. Grandi nomi quelli scelti eleganza della regia di Branagh hanno inserito dalla Disney per riportare inchiave live action tutti gli aspetti più rappresentativi della fiaba sugli schermi di tutto il mondo alcune tra le Disney senza mai eccedere nel kitsch e fiabe più celebri della casa di Topolino. Anche regalando così il migliore film Disney degli ultimi se da grandi nomi non sempre derivano grandi anni. Film che brilla grazie anche alla dolcezza film. Come dimostrato dal semi-riuscito Alice in della brava Lily James, alla perfidia della Wonderland di Tim Burton e dal poco a fuoco impeccabile Cate Blanchett ed alla goffaggine Maleficent, film che pur avendo tutte le carte in della divertente Helena Bonham Carter che regola per vincere la sfida dell’adattamento live dopo la Regina di Cuori torna in un classico action si sono rivelati alla fine mezze delusioni. Disney per interpretare la fata madrina, vero Ma per Cenerentola le cose sono andate ben personaggio cult dell’immaginario Disney. diversamente.

E tutto accompagnato da effetti speciali

E gran parte del merito va a Kenneth Branagh, sensazionali, incredibili scenografie di Dante regista di Frankenstein di Mary Shelley, Ferretti e costumi che catapultano lo spettatore Hamlet, Pene d’amor perdute e Thor, qui alle nella fiaba diretta da Wilfred Jackson, prese con la fiaba delle fiabe, Cenerentola. Hamilton Luske e Clyde Geronimi nel lontano Fiaba difficile da portare sul grande schermo 1950. Un classico che non smette di rimanere per via di una serie infinita di elementi ardui da tale e che ha avuto grazie all’impeccabile tocco rappresentare come gli amici topolini, il gatto di Kenneth Branagh la rappresentazione Lucifero o il tanto iconico Bibbidi-Bobbidi-Boo. cinematografica che meritava. Eppure l’ottima sceneggiatura di Aline Brosh

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NOI E LA GIULIA

La nuova commedia di Edardo Leo sulla generazione del Piano B di L.R.

“Una risata li seppellirà con la speranza che il piano Comprano un vecchio casale in campagna con il B guarisca i fallimenti” ha dichiarato Claudio sogno di ristrutturarlo e aprire un agriturismo con tutte Amendola durante la conferenza stampa di le carte in regola. Ma, dopo pochi giorni dall’inizio dei presentazione del film Noi e la Giulia, scritto e diretto lavori, bussa alla porta un camorrista che li minaccia chiedendogli soldi in cambio di protezione, da Edoardo Leo. Il regista romano torna nelle sale presentandogli i rischi di quel territorio. italiane dal 19 Febbraio, con l’adattamento Quando al gruppo si unisce Sergio, un cinematografico del simpatico romanzo di Fabio cinquantenne rivoluzionario ed Elisa, una giovane Bartolomei, intitolato Giulia 1300 e altri miracoli, per donna incinta un po’ fuori di testa, le cose prendono una commedia corale frizzante e divertente, forte di un una strana piega, che porta Diego, Fausto e Claudio a cast di alto livello che comprende Luca Argentero, resistere, portando avanti il loro progetto senza Carlo Buccirosso, Claudio Amendola, Stefano Fresi e abbandonare il sogno per paura. Edoardo Leo Anna Foglietta. Tre falliti che non si conoscono, alla conferma ancora una volta il suo talento nel raccontare

ricerca di un qualcosa che possa cambiare la loro vita storie coinvolgenti, che fanno sorridere ed emozionare, infelice e piatta, decidono di avviare un’attività insieme. rinnovando la struttura più classica della commedia

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italiana. La sceneggiatura scritta insieme a raccontato Amendola, mattatore del gruppo Marco Bonini, parte sicuramente dall’ottima insieme all’esilarante Buccirosso che riesce, base del libro al quale si ispira il film, ma riesce a anche in questa occasione, a regalare un tocco mantenere costante e dinamico il ritmo, grazie a di umorismo e simpatia naturale e decisiva. La dialoghi frizzanti e puntuali, e alla presenza di sceneggiatura brillante e lineare è cullata da un personaggi irresistibili e ricchi di particolari. “Io paesaggio magico e rilassante e da una colonna interpreto un italiano medio, un qualunquista. Se sonora suggestiva e romantica, che crea uno così lo metti in un posto dove i suoi amici un’atmosfera anni ’70. Lo stratagemma per cui si avverte all’improvviso nell’aria un brano di sono un nero, un camorrista e un comunista…è musica classica, proveniente dalla radio difettosa ovvio che succede qualcosa. Però volevo della macchina nascosta sottoterra, è un raccontare la storia di un sopruso quotidiano, che particolare che allontana questa commedia dal molti di noi accettano come narcotizzati, mentre realismo e permette allo spettatore di sognare qui i protagonisti dicono: “ora te la dò una pizza!” insieme ai protagonisti un mondo migliore, dove i ha spiegato Edoardo Leo.

sogni abbiano il giusto spazio per respirare e

Noi e la Giulia, infatti, è un film costruito aumentare la speranza. sui personaggi, che rispetto al libro hanno trovato Sulle orme di Ettore Scola, Edoardo Leo fa una caratterizzazione più definita e originale, che riflettere su tematiche socio-politiche li rende tutti interessanti e curiosi da conoscere. abbracciando una storia con la chiave del “Lo conosco bene Sergio, il suo dramma commediante, come lui stesso afferma: “Oggi interiore, la sua rabbia repressa, e le magliette fare commedia in Italia, serve a raccontare cosa che indossa sono le mie! Quando Edoardo mi ha ci succede. Matteo Garrone lo fa con l’occhio d’ detto di leggere il libro un po’ di tempo fa, mi autore, mentre io sono un commediante e voglio sono accorto subito che Sergio era molto simile a raccontare semplicemente una bella storia che me e ad alcuni miei amici. E’ stato importante per emozioni il pubblico. Affronto certi temi ma con la me fare questo personaggio, dargli l’autoironia, lente deformante della commedia“. quella parte comica nella sua serietà” ha

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Non Sposate le Mie Figlie

La commedia francese campione d’incassi di Letizia Rogolino

C’erano una volta un arabo, un cinese e un ebreo… successo con al centro il matrimonio e la vita di non è l’inizio di una delle classiche barzellette coppia, il film di De Chauveron conferma internazionali, ma la trama della nuova commedia nuovamente il talento dei francesi per la francese Non Sposate le mie Figlie, diretto da commedia, dai film con Dany Boon alla recente Philippe de Chauveron.

scoperta di Omar Sy.

Claude e Marie Verneuil sono una tranquilla coppia La ricetta sembra essere la stessa: equivoci, fughe, borghese cattolica e conservatrice che ha allevato ostacoli sulla strada delle relazioni personali e ben quattro figlie secondo i principi di tolleranza, sentimentali, colpi di scena e dialoghi acuti e integrazione e apertura mentale. Ma il destino li spigolosi, ricchi di humour e di momenti di pura mette a dura prova, quando ognuna delle ragazze genialità. Non sposate le mie figlie affronta il tema sposa un uomo di religione e origini diverse. La della differenza culturale e religiosa con il sorriso, in primogenita sposa un musulmano. La seconda toni leggeri ma non meno incisivi. Le riunioni a sceglie un ebreo e la terza un cinese. Ormai tutte le tavola e i confronti verbali tra Rachid, David, Chao loro speranze di assistere ad un tradizionale Ling e il capo famiglia Charles, interpretato da un matrimonio in chiesa vengono riposte sulla figlia bravissimo Christian Clavier, sono i momenti più minore che sembra aver incontrato finalmente un divertenti e imperdibili del film che conservano il bravo cattolico. Ricordando il più classico Indovina ritmo dinamico della narrazione, sostenuto da una chi viene a Cena? e percorrendo le linee guida di sceneggiatura lineare e priva di errori o ripetizioni. alcune delle commedie americane di maggior Una commedia spensierata ma intelligente, che

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intrattiene, ruba diversi sorrisi e fa sedersi insieme a tavola e chiacchierare riflettere sulla volatilitĂ di alcuni pregiudizi in allegria, scambiandosi le ricette dei e convinzioni che portano la societĂ su piatti caratteristici di ogni paese. strade sbagliate e grigie, invece di

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KINGSMAN: SECRET SERVICE

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NEWSCINEMA 12 gennaio 2015


di Carlo Andriani

Il 25 febbraio la 20h Century Fox distribuirà in tutti i cinema italiani Kingsman: Secret Service, il nuovo film diretto da Matthew Vaughn ed interpretato da Taron Egerton, Colin Firth, Samuel L. Jackson, Mark Strong e Michael Caine, una divertente spy story che racconta la storia di un’agenzia di spionaggio super segreta minacciata da un genio della tecnologia dalla mente distorta. Eggsy (Taron Egerton) è un diciassettenne allo sbando. Ha lasciato gli studi, non ha un lavoro e vive con un patrigno violento e pericoloso. Ha solo un oggetto di valore, una medaglietta lasciatagli dodici anni prima da un misterioso uomo in completo scuro accompagnata da un messaggio: se si fosse trovato nei guai avrebbe dovuto chiamare il numero telefonico impresso dietro la medaglietta. Così, finito in galera per l’ennesima bravata della sua vita, Eggsy decide di chiamare il numero e viene immediatamente raggiunto da Harry Hart (Colin Firth), una spia che lo inserisce tra i possibili nuovi membri della Kingsman, una organizzazione di intelligence super segreta. Nel frattempo il miliardario Richmond Valentine (Samuel L. Jackson), deluso da un mondo sempre meno ecologico, realizza un piano dalle conseguenze devastanti. Riusciranno i Kingsman a sventarlo? E soprattutto lo sbandato diciassettenne Eggsy ce la farà ad avere la meglio su suoi rivali e a conquistare l’ambita posizione presso la Kingsman?

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NEWSCINEMA 21 febbraio 2015 Dopo Kick-Ass e X-Men – L’inizio Matthew Vaughn protagonista Daniel Craig ed accentuati da Vaughn continua il suo rapporto con i fumetti adattando The in Kingsman: Secret Service, una pellicola che Secret Service, miniserie di sei numeri realizzata marca tratti fondamentali dei vecchi Bond come i insieme a Mark Millar per celebrare i maggiori film vestiti eleganti, i liquori invecchiati, le belle fanciulle e di spionaggio della storia del cinema, in primis perfino il super cattivo deciso a distruggere l’intero pianeta. Il tutto arricchito da personaggi bizzarri ovviamente gli 007 interpretati da Sean Connery. I titoli di testa ci introducono subito nell’atmosfera (fantastica la villain armata di “gambe” affilate), due giocosa e spensierata della pellicola che ironizza delle migliori sequenze d’azione degli ultimi anni ed sull’aspetto estremamente serioso degli ultimi film di alcune chicche di sceneggiatura veramente spionaggio, talmente lontani dalle opere originali da azzeccate. risultare tanto raffinati quanto completamente L’unico problema di Kingsman è che a tratti Vaughn estranei allo spirito dei “vecchi” 007. Film in cui non preme un po’ troppo il piede sull’acceleratore aveva importanza la verosimiglianza della trama o realizzando un paio di sequenze talmente forzate da dei momenti action; quello che premeva ai registi e privare il film di quel pizzico di eleganza in più che gli sceneggiatori originali di queste opere era divertire lo avrebbe solo giovato. Ma resta il fatto che spettatore intrattenendolo con atmosfere giocose, Kingsman: Secret Service nasce da un fumetto e bellissime fanciulle ed incredibili effetti speciali. quindi va preso per quello che è, un mega Aspetti trascurati dai vari Martin Campbell, Marc giocattolone che diverte e intrattiene regalando 130 Forster e Sam Mendes nella nuova saga con minuti di puro action in vecchio stile.

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INTERVISTA

Colin Firth, Taron Egerton e i mitici Take That a Roma: “Da piccoli tutti volevamo essere 007!” a cura di C.A.

Kingsman – Secret Service racconta la storia di Colin Firth: Certo, sognavo di essere un agente un’agenzia di spionaggio super segreta che recluta segreto. Abbiamo avuto un po’ tutti la fantasia di un ragazzo di strada (Taron Egerton) per farlo avere una missione segreta da compiere e un partecipare alla selezione del suo programma di cattivo da sconfiggere. addestramento sullo sfondo di una minaccia globale Durante il film viene usata la battuta “Non è quel portata avanti da un crudele (Samuel L. Jackson) tipo di film”. Secondo voi Kingsman che tipo di pazzo milionario. Abbiamo incontrato i protagonisti film è? del film diretto da Matthew Vaughn a Roma, Colin Firth: É un film di Matthew Vaughn ! Scherzi a accompagnati anche dai Take That Gary Barlow, parte Kingsman è una storia di fantasia che si lega ai Mark Owen e Howard Donald, autori del brano film di James Bond ma anche alla leggenda dei Get Ready For It, colonna sonora ufficiale del film. cavalieri della tavola rotonda. Inoltre non credo esista un’organizzazione di questo genere nella Ecco cosa ci hanno raccontato. Ha mai sognato di essere James Bond da realtà. Se esistesse ne sarei spaventato a morte. piccolo?

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NEWSCINEMA 21 febbraio 2015 Taron Egerton: É un film sullo stile dello 007 prima versione del film, una versione preliminare in interpretato da Roger Moore. Ritroviamo infatti in cui gran parte degli effetti speciali dovevano ancora Kingsmanl’aspetto cinematografico, teatrale e essere aggiunti. Ma è stato sufficiente per capire il ritmo del film. Ci siamo divertiti tantissimo. comico di quel tipo di spy story. Interpretando Kingsman vi siete sentiti più delle Il film apre una riflessione sulle nostre vere spie o dei personaggi di Kick-Ass?

dipendenze da internet e dai social networks.

Taron Egerton: Questo film non ha nessuna Siete spaventati o affascinati dalla tecnologia? intenzione di sembrare realistico. É molto stilizzato Taron Egerton: Dopo aver lavorato a questo film e teatrale e le scene di combattimento sono mi sono reso conto di molte cose. Ad esempio totalmente al di fuori della realtà. Kingsman va sono su Twitter e su Facebook e spesso passo il anche oltre il mondo di Bond, è qualcosa di tempo a leggere schifezze di cui non mi importa colorato, gioioso e divertente.

nulla. Eppure le leggo. Questo è un aspetto della

Colin Firth: Kingsman non attinge dalla realtà ma contemporaneità che un po’ mi spaventa. da altri film. Gioca con dei punti di riferimento Colin Firth: Non sono dipendente da Twitter o culturali e attinge anche da altri generi.

Facebook e non so nemmeno cosa sia un hashtag.

Mark Owen: Nel film ci sono tantissime coreografie Internet ha sicuramente un potere sociale enorme mozzafiato. Noi sono venti anni che facciamo e così i social networks. La connettività è come coreografie. Finalmente avete capito il nostro tutte le altre cose, ci sono aspetti positivi e altri negativi, si possono ad esempio girare film con lavoro. Come è stato sviluppare la colonna sonora di l’Iphone. Ma quando mi guardo in giro e vedo a Kingsman? Gary Barlow: Abbiamo già lavorato con Matthew Vaughn per Stardust e X-Men: L’inizio. Matthew ci ha chiamati lo scorso aprile e ci ha mostrato una

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Venezia, uno dei posti più belli del mondo, la gente non sollevare la testa dallo schermo mi accorgo dei lati negativi di questa realtà.


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Gary Barlow: Personalmente sono su Twitter e compostezza. Sono una persona tranquilla e trovo molto divertente vedere cosa fanno le composta, ma ogni tanto perdo anche io la persone. Taron eColin hanno ragione a sottolineare pazienza. Una delle più grandi gioie del mio lavoro è le problematiche di questa realtà. Ma io con mio esprimere determinati lati del mio carattere, a volte interpreto uomini che adorerei essere, altre volte figlio di 14 anni comunico tramite Whatsapp. Vede qualche connessione tra Kingsman ed i uomini che disprezzo. Si dice poi che gli inglesi non perdano mai la pazienza. Ma è solo un detto, è terribili attentati accaduti negli ultimi tempi? Colin Firth: Non faccio nessun tipo di collegamento sufficiente vedere una partita dell’Arsenal o andare ad un concerto dei Take That per accorgersi di o connessione tra Kingsman e la realtà. É normale vedere una cosa e collegarla ad un’altra sulla base questo. delle proprie esperienze personali. Lo facciamo tutti. Come vi siete allenati per le scene dei Quello che posso dire è che Kingsman è stato finito combattimenti? di girare molto più di un anno fa quando gran parte Colin Firth: Per me l’allenamento è stato molto di questi ultimi terribili eventi non erano ancora doloroso, per Taron molto meno. Mi sono allenato accaduti. Ma è normale che qualsiasi cosa si faccia circa sei mesi per tre ore al giorno. Il tipo di attività era più vicino alla danza che alle arti marziali. Questo abbia un effetto e risvegli qualcosa in noi. implica che se nella vita reale qualcuno volesse fare caratterizzazione dei personaggi molto netta. Ci a botte con me potrei mettermi solo a ballare. sono i cattivi e ci sono i buoni. Questo implica Taron Egerton: É stata molto dura, ci voleva un l’impossibilità di tracciare un parallelo tra la realtà e il fisico adatto per interpretare il mio ruolo. Mi sono Taron Egerton: Questo film presenta una

film.

allenato sempre, anche nel corso delle riprese. La

Cosa le fa perdere la calma?

cosa più difficile è stata arrampicarmi su una corda.

Colin Firth: La performance dell’Arsenal ha Oggi non sarei in grado di rifarlo, ma è stato contribuito parecchio ad influenzare la mia divertente.

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THE ICEMAN


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Michael Shannon è un sicario dall’anima corrotta e divisa in due di L.R.

Ariel Vromen, regista israeliano cresciuto negli quest’ultimo e al romanzo “The Iceman: The True Stati Uniti, ha presentato a Venezia 69 il suo film Story of a cold-blooded Killer” di Anthony Bruno e The Iceman all’interno della sezione Fuori il suo protagonista, interpretato magistralmente da Concorso. Con un cast d’eccezione che Michael Shannon ( Take Shelter) è un uomo con comprende Michael Shannon, Wynona Ryder, un’anima corrotta e divisa in due, con una Ray Liotta, Chris Evans e Danny A. Abeckaser, personalità dissociata-associata che lo consuma ha portato sul grande schermo la vera storia di giorno dopo giorno, offuscando il suo giudizio e i Richard Kuklinski, un assassino che ha ucciso un suoi sentimenti. Da una parte c’è il killer senza centinaio di persone, a partire dalla metà degli anni cuore che esegue senza rimorsi su commissione, ’60. Nato nel 1935 nel New Jersey, Kuklinski ebbe mentre dall’altra c’è il marito e il padre di una un’infanzia difficile, vittima di maltrattamenti da famiglia felice e affettuosa che vede in lui un saldo parte del padre che lo segnarono, trasformandolo punto di riferimento e non immagina nemmeno per in colui che i media statunitensi soprannominarono un attimo la sua natura buia e feroce. Kuklinski vive L’uomo di ghiaccio, poichè la sua prima vittima un conflitto interiore costante, dividendo in compartimenti stagni la sua identità, tra l’assenza e venne ritrovata in un frigorifero dopo due anni. Vromen racconta la storia di questo sicario la pienezza dei sentimenti nello stesso momento, spregiudicato, ispirandosi alla biografia di senza mezze misure. Michael Shannon ci regala

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“La natura duale di un killer tra lavoro e famiglia, sulle orme della serie tv Dexter”

l’ennesima performance coinvolgente, emozionante esperienze ed azioni, ma The Iceman rimane un buon e tangibile, fungendo da cardine di tutto il film, gangster movie, in cui anche se la trama risulta già mentre il ruolo ricoperto dalla Ryder non convince vista, la forza di Shannon come protagonista e il completamente. Il regista riesce a domandare agli fascino morboso di un’identità così ambigua e spettatori come sia possibile che un essere umano violenta lo rendono coinvolgente. La regia è viva una situazione interiore così intensa e duale, che dinamica e mantiene un ritmo dinamico e costante ricorda l’indole del protagonista della serie televisiva dall’inizio alla fine, con la predominanza di colori Dexter della Showtime. Il rischio di realizzare film su freddi e paesaggi metallici che rispecchiano il una storia vera di un uomo così, sta nella possibile protagonista e il suo vuoto di tutto, la sua freddezza celebrazione piuttosto che della condanna delle sue e finta pacatezza.

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WHIPLASH la musica tra sacrificio e follia A cura di C.A.


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Il 12 febbraio la Warner Bros. Entertainment Italia distribuirà in tutti i cinema italiani Whiplash, toccante film scritto e diretto da Damien Chazelle ed interpretato da Miles Teller, J.K. Simmons, Melissa Benoist, Paul Reisered e Austin Stowell. Candidato a ben 5 premi Oscar (miglior film, miglior attore non protagonista, miglior sceneggiatura non originale, miglior montaggio e miglior sonoro) Whiplash racconta la storia di un giovane ragazzo disposto a tutto per diventare uno dei migliori batteristi jazz della sua generazione. Andrew Neiman (Miles Teller) è un diciannovenne con un sogno: diventare un grande batterista jazz. Ma i sogni il più delle volte restano tali ed Andrew ha ben poche speranze di raggiungere il tanto agognato traguardo. Fino a quando non viene scoperto dal dispotico direttore d’orchestra Terence Fletcher (J.K. Simmons) che lo inserisce nella sua band. Questo piccolo successo instilla nel giovane ragazzo la mania della perfezione che lo aliena sempre di più dal mondo che lo circonda. Trascorre tutto il suo tempo a provare fino a farsi sanguinare le mani. Il tutto sotto le grida e gli isterismi di Fletcher, l’unico con cui Andrew mantiene una relazione, seppur conflittuale. Ma gli imprevisti sono dietro l’angolo. E il viaggio intrapreso da Andrew potrà diventare una discesa nella pazzia o un’ascesa tra i più grandi batteristi della musica jazz. Whiplash si apre con un lunghissimo piano sequenza di un ragazzo che suona la batteria. La musica è chiaramente jazz. E il ragazzo è ovviamente il protagonista della storia, Andrew Neiman, splendidamente interpretato dal semi-sconosciuto Miles Teller, capace di incarnare alla perfezione un giovane disposto a tutto per raggiungere il suo sogno. Sembrerebbe il classico film su un ragazzo ed il suo amore per la musica. Ma dopo pochi minuti viene introdotto il coprotagonista della pellicola, Terence Fletcher, interpretato dal candidato al premio Oscar J.K. Simmons e capiamo subito che la direzione presa da Whiplash è totalmente opposta a quella dei vari film per ragazzi usciti negli ultimi anni. Film che concentrano l’attenzione sugli aspetti positivi dell’essere artisti; aspetti decisamente poco caratteristici di un mondo competitivo ed a tratti spietato come quello dell’arte. Un mondo già analizzato, relativamente al settore della danza, dal grande Darren Aronofsky nel bellissimo Il Cigno Nero, vero e proprio cult del cinema a cui Whiplash in qualche modo si collega mostrando giovani disposti a farsi sanguinare le mani per provare senza alcun tipo di sosta. Un mondo popolato da figure dispotiche, autoritarie, violente ed intimidatorie come il Terence Fletcher interpretato dal grande J.K. Simmons che tutti ricordiamo per la sua divertente performance nella trilogia di Spiderman di Sam Raimi, qui alle prese con un personaggio complesso e duro, una sorta di Dottor House senza alcun tipo di ironia o dolcezza. Altra protagonista indiscussa del film è poi la musica jazz che accompagna Andrew per tutti e 110 i minuti di proiezione. Una musica per cultori che a lungo andare risulta indigesta rallentando il ritmo del film, già di per sé abbastanza lento a causa di una regia a tratti dispersiva e non sempre a fuoco. Mentre perfettamente a fuoco resta la grande alchimia tra Teller e Simmons, vero punto di forza di Whiplash, un film che lancia uno sguardo tanto inedito quanto interessante sugli aspetti più crudi e veri del mondo della musica.

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STAR WARS SELMA IL RISVEGLIO DELLA FORZA LA STRADA PER LA LIBERTà

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a cura di Letizia Rogolino

Al centro delle polemiche per l’esclusione dalle nomination degli Oscar 2015 di Ava DuVernay come regista e di David Oyelowo come Miglior Attore Protagonista, Selma – La Strada per la Libertà è stato presentato in anteprima alla 65° edizione del Festival di Berlino e sarà nelle sale italiane il prossimo 12 Febbraio. La regista afroamericana porta sullo schermo la sofferta marcia di protesta pacifica da Selma a Montgomery, in Alabama, guidata da Martin Luther King. Sotto il comando del rigido governatore George Wallace, interpretato da Tim Roth, si svela un lato degli Stati Uniti chiuso in se stesso e ostile verso la popolazione di colore dello Stato, alla quale vengono negati una serie di diritti civili fondamentali. Dopo aver ricevuto il Premio Nobel per la Pace all’inizio del film, la storia si concentra sulle tre marce organizzate da King e i suoi sostenitori nel 1965, per ottenere il diritto di voto per i neri americani, e la conseguente registrazione nelle liste elettorali, per sostenere un’integrazione, ancora frenata dai numerosi razzisti e segregazionisti del Sud. I tentativi di marciare, tuttavia, sono avvertiti dal governo americano come un atto rivoluzionario, richiamando la repressione sporca di sangue. Selma – La Strada per la Libertà è un film dal sapore biografico, che si fonda su una ricerca attenta e completa delle fonti e documenti dell’epoca e degli avvenimenti raccontati. Girato sui luoghi reali che hanno visto cadere e rialzarsi delle persone innocenti che combattevano soltanto per il loro diritto di cittadini americani, il film diAva DuVernay ripercorre un momento di storia che ha lasciato il segno, la crociata di

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Martin Luther King per l’idea di un mondo migliore che urla


NEWSCINEMA 21 febbraio 2015

La marcia pacifica di Martin Luther King per ottenere il diritto al voto dei neri americani unanime a favore dell’uguaglianza. David Oyelowo dall’ignoranza, che ha bisogno di essere raccontato porta sullo schermo l’uomo, il leader, e l’idealista e Selma – La Strada per la Libertà risponde anche a King con delicatezza e serietà, ma la regista sceglie tale scopo didattico. Ava DuVernay si avvale di un di presentare anche i lati più fragili del personaggio, cast notevole che, oltre all’ottimo protagonista, entrato nella storia come contraltare cristiano di comprende Tim Roth, Carmen Ejogo, Giovanni Malcom X, che alla non violenza preferiva invece Ribisi, Tom Wilkinson, Cuba Gooding Jr e Oprah un’ azione determinata e decisiva, anche usando Winfrey. Quest’ultima, anche produttrice del film, maniere anti-convenzionali. Il film non si limita a torna ad interpretare un piccolo ma fondamentale raccontare cronologicamente quanto accaduto sul ruolo in un film biografico, dopo il recente The Butler celebre Edmund Petts Bridge, ma svela i pensieri – Un Maggiordomo alla Casa Bianca al fianco di e i sogni di un uomo fortemente convinto dei Forest Whitaker. Lasciando da parte i paragoni con benefici della non violenza, diviso tra la famiglia e il i film del passato cinematografico che hanno dovere, fino alla tanto agognata firma di Johnson al raccontato i mille volti di Martin Luther King, questo Voting Right Act. Emozionante e toccante vedere i film è da vedere, non solo per un fine di dibattito filmati di repertorio misti alle classiche inquadrature storico e politico, ma per riflettere sugli errori del film, che permettono di vivere più intensamente dell’uomo e sulla forza d’animo e la dignità che la storia, portando lo spettatore vicino a quelle fanno scoppiare rivoluzioni e portano ad inevitabili persone che hanno vissuto atti di repressione, conseguenze, ma perseguono un indispensabile violenza non giustificata, solo per il colore della loro cambiamento che racchiude una incredibile pelle. Un momento storico investito dal sangue e speranza.

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A U T O M A T A 63


NEWSCINEMA 12 gennaio 2015

Arriverà il 26 Febbraio nelle sale italiane Automata, il nuovo film di Gabe Ibáñez ambientato in un futuro distopico in cui realtà e fantascienza sono due compagne di viaggio non del tutto ostili. Antonio Banderas è l’unico vero protagonista nei panni di Jacq Vaucan, un agente assicurativo intorno al quale si svolgono una serie di eventi che provano a delineare un’idea insolita e affascinante della teoria evolutiva, proponendo la visione di un futuro che sembra riportare alle origini della natura umana. Anno 2044. La Terra ormai sta andando verso la graduale desertificazione. L’umanità cerca faticosamente di sopravvivere a un ambiente sempre più ostile. La scomparsa della razza umana è appena cominciata, in bilico tra la lotta per la vita e l’avvento della morte. La tecnologia tenta di contrastare questo scenario di incertezza e paura con il primo androide quantistico, l’Automata Pilgrim 7000, progettato per alleviare la minaccia che incombe sulla società umana. Al declino della civiltà umana fa da contrappeso la rapida ascesa della ROC (Robotics Corporation), società leader nel campo dell’intelligenza robotica. Malgrado la morte a cui l’umanità è destinata, la società ha posto in essere rigidi protocolli di sicurezza per assicurare il controllo dell’uomo sugli androidi quantistici. L’agente assicurativo Jacq Vaucan (Antonio Banderas) è pagato per svolgere controlli di routine sui modelli difettosi di androidi: è così che inizia ad addentrarsi nei segreti e nelle vere intenzioni che si celano dietro gli Automata Pilgrim 7000. I sospetti di Jacq continuano ad alimentare il mistero – svelando una verità molto più scomoda e inquietante di qualunque robot. Automata alza il sipario sulla convivenza tra uomini e robot in una cultura e in un mondo plasmati, per antonomasia, sulla natura umana. Sono numerosi i film che hanno trattato questo argomento da ogni punto di vista. Abbiamo assistito alla rivolta dei robot in Io, Robot con Will Smith, abbiamo conosciuto la natura duplice dei famosi Transformers e gli amichevoli androidi di Star Wars. Immersi fin dalla prima scena in un’atmosfera futuristica che ricorda le tinte e i rumori di Blade Runner e Il Quinto Elemento, per la seconda metà del film siamo trasportati insieme al protagonista nel mezzo di un deserto arido e infinito, bianco e polveroso, dove si fanno strada gli spettri di un’umanità ormai condannata a morte, mentre i robot si organizzano per “vivere”. Il regista spagnolo non si lascia trasportare dalla tecnologia e dagli effetti speciali, che invece lasciano molto spazio al confronto relazionale tra i personaggi, ai ricordi e alle loro riflessioni sul

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futuro, indefinito e sempre più ignoto. Il protagonista, triste e confuso, cerca di assicurare la tranquillità alla sua famiglia, ma non ci riesce. Nonostante metta da parte la componente action, Automata mantiene un buon ritmo, sostenuto da una sceneggiatura lineare e semplice, che non nasconde particolari colpi di scena o idee originali. Infatti diverse situazioni risultano legate a facili stereotipi e sembrano un puzzle di altri film dello stesso genere, ma la vera debolezza del film è l’assenza di un villain definito e pericoloso. La natura umana come quella artificiale sembrano combattere costantemente tra bene e male all’interno di se stessi, ma difficilmente si riesce a delineare i loro ruoli all’interno della storia. Quelli etichettati come “cattivi” sono abbastanza marginali, pesando di conseguenza sul ruolo dell’ “eroe” che non dimostra particolari capacità o responsabilità per la riuscita del film. Tuttavia, con i suoi pregi e difetti, Automata è un film di fantascienza contaminato dal noir e dal thriller, che funziona come prodotto di intrattenimento. Tiene alla larga la noia e coinvolge lo spettatore nel dramma del protagonista, interpretato da un Antonio Banderas convincente e credibile. Interessante il suo rapporto con Cleo, un robot femminile che manifesta particolari abilità, e con il suo leader, deciso a costruire un nuovo mondo per la sua specie, lontano dagli esseri umani. Tra aria di complotto, segreti governativi, e lotta per la pura sopravvivenza, il film di Ibànez denuncia uno stile diverso e affascinante, con una sua poetica sospesa tra surreale e tangibile.

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NEWSCINEMA 21 febbraio 2015

SILVIOMUCCINO

Torna sul grande schermo come regista e interprete con “Le Leggi del Desiderio” di C.A.

É stato presentato questa mattina al cinema Medusa Giampaolo Letta, dal regista ed interprete Adriano di Roma il nuovo film scritto e diretto da Silvio Muccino e dagli altri interpreti Nicole Silvio Muccino: Le leggi del desiderio. Interpretato Grimaudo, Carla Signoris e Maurizio Mattioli. da Silvio Muccino, Nicole Grimaudo, Carla

Come siete arrivati a dirigere, produrre e

Signoris e Maurizio Mattioli Le leggi del desiderio distribuire Le leggi del desiderio? Silvio Muccino: Stavo sviluppando una storia racconta la storia del carismatico trainer motivazionale Giovanni Canton (Silvio Muccino), romantica ma mi mancava un radicamento con la considerato da alcuni un profeta e da altri un realtà di oggi. Un giorno Carla Vangelista è venuta cialtrone. Deciso a convincere tutti delle sue abilità da me e mi ha detto di aver trovato il mio nuovo Canton organizza un concorso per la selezione di personaggio, il life coach. Così ho cercato su persone che verranno portate da lui in sei mesi al youtube e ho trovato Anthony Robbins e ho capito raggiungimento dei loro più sfrenati desideri. Ma il il ruolo del life coach. In un momento di rapporto che si stabilirà tra il life coach e il terzetto smarrimento in cui molti non sanno come arrivare a produrrà effetti inaspettati nella vita di tutti loro. fine mese i life coach si propongono come Potete trovare qui sotto le dichiarazioni rilasciate dal coloro che hanno la risposta. produttore Marco Belardi, dal vice-presidente di

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“La gente ha bisogno di qualcuno che gli indichi la strada. Un tempo li chiamavano sciamani, ora life coach” Silvio Muccino

Marco Belardi: Silvio mi è sempre piaciuto

Carla Signoris: Facciamo corsi per cucinare ma

come regista. I suoi agenti mi hanno presentato la a volte quello che ci serve è proprio un corso per storia e mi sono innamorato subito del progetto e vivere. dell’incredibile energia e positività di Silvio. Quale è il suo desiderio più grande? Giampaolo Letta: Anche noi ci siamo fatti

Silvio Muccino: Il mio desiderio più grande è contagiare dalla grande energia di Silvio e abbiamo quello che sto vivendo in questo istante. L’idea di realizzato questo film con immenso piacere. Lo ritornare al cinema con un film in cui credo così tanto riteniamo un film ben riuscito. E proprio per questo e circondato da talenti straordinari come i abbiamo deciso di dargli una bella spinta protagonisti di questa storia è un sogno che si promozionale facendolo uscire in 400 copie. avvera. Non ho mai fatto un film in cui non credevo. Chi è il life coach?

Dopo Un altro mondo sentivo il bisogno di cambiare

Silvio Muccino: Il fenomeno del life coach è e di tornare con una storia diversa, volevo giocare un americano e noi italiani da esterofili lo abbiamo po’. A volte bisogna aspettare la storia giusta e poi è importato. Alcuni sono famosi come Roberto Re ma sempre importante trovare il giusto compagno di ce ne sono tanti. Il coaching poi è diventato una squadra. E senza Belardi e Medusa non sarei mai moda assoluta che prescinde dal life. La gente ha riuscito a realizzare questo film. bisogno che qualcuno gli indichi la strada. Un tempo Come è stato lavorare in questo film? li chiamavano sciamani, ora life coach.

Nicole Grimaudo: Ho vissuto su questo set una esperienza straordinaria e non ringrazierò mai

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NEWSCINEMA 21 febbraio 2015 Silvioabbastanza. É impossibile non amare la mia monumento. Tutto dipende da come ci rapportiamo Matilde, un ruolo raro che si trasforma nel corso del ad esso. film. La vita sul set era spettacolare, Silvio ci ha

Come sceglie i suoi ruoli?

guidato tantissimo, mi sono veramente sentita triste

Silvio Muccino: Scegliere è l’unico lusso che mi

quando sono finite le riprese. E poi ho sperimentato il concedo. Scelgo ruoli in cui sento di poter fare mio lato comico e ho riscoperto la bellezza di qualcosa anche se non sempre capita il ruolo giusto. recitare. La scrittura poi è qualcosa di incredibilmente Maurizio Mattioli: Sono quaranta anni che

stimolante. Adoro farmi nutrire dal talento dei

faccio commedie. Ma forse questa è quella che va protagonisti. Amo tutto del set ma soprattutto amo i più sotto pelle. Una commedia che mi ha permesso bravi attori perché quando gli attori sono bravi fanno di abbandonare la superficialità della battuta. E brillare il film. Ed il mio obiettivo era realizzare un Silvio essendo anche un bravissimo attore mi ha grande show. Volevo abbagliare il pubblico. dato ottime indicazioni su come interpretare il mio Il film ammicca a Cinquanta sfumature di personaggio. grigio? Carla Signoris: Su questo set mi sono sentita Silvio Muccino: L’idea di prendere il molto amata. Il film poi lancia un messaggio personaggio di Luciana e di andare a vedere il suo importante. L’importanza di amare noi stessi.

lato oscuro è stato fantastico. Cinquanta sfumature

Luca Ward: Non ho mai fatto un ruolo comico

di grigio è sicuramente un fenomeno di costume ma sempre parti da cattivo. Quindi quando ho fatto molto divertente. Quindi si, l’ammiccamento c’è il provino non ci credevo più di tanto. Ma quando stato. Silvio mi ha chiamato dicendomi di credere

Quale è il messaggio di questo film?

veramente nel ruolo abbiamo fatto un secondo provino e il suo entusiasmo mi ha permesso di

Silvio Muccino: Dobbiamo accettare, capire e

uscire dagli schemi classici dei miei vecchi personaggi. Il life coach è più un cialtrone o un profeta? Silvio Muccino: É ingiusto condannare persone che hanno qualcosa da dire ed è ingiusto farne un

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amare i nostri punti deboli. Le nostre imperfezioni rappresentano il nostro aspetto più bello. Le leggi del desiderio verrà distribuito da Medusa in tutti i cinema italiani il 26 febbraio 2015.


LE LEGGI DEL DESIDERIO

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NEWSCINEMA 21 febbraio 2015 Il 26 febbraio uscirà in tutti i cinema italiani il protagonista del nuovo film di Silvio Muccino. Un nuovo film scritto, diretto e interpretato da Silvio protagonista sopra le righe in linea con il nuovo Muccino: Le leggi del desiderio. Interpretato anche prodotto del regista del fiacco Parlami d’amore e del da Nicole Grimaudo, Carla Signoris e Maurizio riuscitissimo Un altro mondo qui alle prese con la Mattioli, Le leggi del desiderio è una brillante sua terza opera da regista. Opera che sin dalle commedia che analizza con lucidità i pregi e i difetti primissime scene purtroppo non convince. Perché l’idea del life coach sarebbe stata anche dei life couch. Giovanni Canton (Silvio Muccino) è un vincente se solo fosse stata sviluppata con carismatico trainer motivazionale che divide le maggiore attenzione e senza far intraprendere quasi platee. Alcuni lo odiano considerandolo un cialtrone, subito al film la direzione della classica storia altri lo venerano ritenendolo un profeta. Deciso a convincere tutti delle sue incredibili abilità Canton d’amore vista e rivista. Ma la sceneggiatura scritta a organizza un concorso in cui dimostrerà di quattro mani da Carla Vangelista e Silvio Muccino poter portare in soli sei mesi tre persone qualsiasi al preferisce spostare l’attenzione dalla divertente raggiungimento dei loro più sfrenati desideri. Ma il “trasformazione” dei concorrenti di Canton alle rapporto che si stabilirà tra il life coach e i tre allievi difficoltà di amare dello stesso, interpretato da un avrà degli effetti inaspettati nella vita di tutti loro, Silvio Muccino un po’ troppo compiaciuto e forse troppo impegnato a mettere su il suo grande show. soprattutto in quella di Canton. “I desideri dell’uomo muovono il mondo. E ogni Mentre gli altri protagonisti del film guidati da una bravissima Nicole Grimaudo e seguiti dal sempre giorno, per riuscire a ottenere l’oggetto del nostro divertente Maurizio Mattioli e dalla impeccabile desiderio, modifichiamo noi stessi e la nostra realtà”. Carla Signoris rappresentano l’aspetto più riuscito Queste sono le parole di Giovanni Canton, life coach

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del film regalando allo spettatore, in primis nella scena di seduzione del personaggio di Luca Ward, grandi risate. Risate accompagnate da una colonna sonora di stampo internazionale e da una confezione di tutto rispetto non supportata però da una sceneggiatura solida e quindi tendente complessivamente al banale. Ed è un peccato. Perché Muccino l’intuizione l’aveva avuta e nonostante il film fosse molto più difficile dei suoi precedenti avrebbe comunque potuto tirare su qualcosa di migliore dopo cinque lunghi anni di pausa. Ma noi rimaniamo ottimisti e confidiamo in una quarta opera che consenta a Muccino di sviluppare il suo potenziale da regista. E trovare una sceneggiatura migliore e abbandonare per una volta il ruolo di protagonista potrebbero essere le prime giuste mosse per confezionare un film che lo consacri veramente tra i registi più promettenti della sua generazione.


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ROMEO&JULIET

di Carlo Andriani

E’ stato presentato fuori concorso alla ottava amore e morte Romeo e Giulietta sfideranno le edizione del Festival Internazionale del Film di Roma dispotiche famiglie vivendo la più dolorosa, il nuovo adattamento di una delle storie d’amore più appassionante e coinvolgente storia d’amore di tutti appassionanti di tutti i tempi: Romeo & Juliet.

i tempi. Durante la conferenza stampa di

Diretto da Carlo Carlei e interpretato da Douglas presentazione del film Douglas Booth ci ha Booth, Hailee Steinfeld, Damian Lewis, Kodi raccontato la sua esperienza nei panni di Romeo: Interpretare Romeo è difficile, una esperienza che in Smit-McPhee, Ed Westwick e Paul Giamatti, qualche modo ti schiaccia. Ma questo Romeo & Romeo & Juliet racconta la storia delle nobili Juliet è un film nuovo, una storia nuova, un’opera famiglie dei Montecchi e dei Capuleti che da tempo immemore ricorrono ad ogni pretesto per molto personale. Io e Hailee eravamo giovanissimi e abbiamo cercato di dare il massimo giorno per darsi battaglia pubblicamente per le strade di giorno. Anche perché ho lavorato spesso nel Verona, sollevando il disappunto del principe mondo del cinema e questa esperienza mi ha (Stellan Skarsgard). Romeo (Douglas Booth), riavvicinato ai miei precedenti lavori teatrali. Ma erede dei Montecchi, è follemente innamorato della perché proprio Douglas Booth e Hailee Steinfield? bella Rosalina, così decide di infiltrarsi ad una festa A rispondere il regista Carlo Carlei: Ogni regista dei Capuleti per avvicinare la giovane donna. Ma quella notte Romeo incontra Giulietta (Hailee sceglie gli attori che reputa migliori, questo vale per ogni parte. Personalmente ho amato tutti gli attori Steinfield), erede dei Capuleti e inizia una romantica del mio cast: Douglas l’avevo visto nei suoi e passionale storia d’amore destinata a concludersi precedenti film e ho subito amato la sua nel peggiore dei modi. Tra duelli, scelte estreme,

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proprio di questo si tratta. Romeo & Juliet è un divertente, emozionante e coinvolgente affresco pop di una delle storie d’amore più importanti di tutti i tempi. L’impostazione rinascimentale, i bellissimi Douglas Booth e Hailee Steinfield (bucano lo schermo senza pronunciare neanche una parola), gli impeccabili Paul Giamatti, Stellan Skarsgard e Natascha McElhone, le splendide musiche di Abel Korzeniowski e l’ottima regia di Carlo Carlei (tra i pochissimi registi italiani a non sfigurare mai in produzioni internazionali) rendono Romeo & Juliet un film appassionante che pur non toccando le vette dell’adattamento di Luhrmann si distingue da altre opere simili conquistando lo spettatore. Non era facile raccontare nuovamente una delle storie più narrate della storia teatrale, cinematografica e televisiva. Eppure Carlei con la solita grazia che contraddistingue le sue opere (indimenticabile Fluke, il suo esordio americano interpretato da grandi attori del calibro di Matthew Modine, Nancy Travis, Eric naturalezza. E lo stesso vale per Hailee e gli altri Stoltz e Ron Perlman) è riuscito nell’intento di fantastici attori di questo film. Ovviamente ci vuole confezionareRomeo & Juliet nel migliore dei modi, un gran coraggio per mettere mano ad uno dei testi costruendo un film dinamico, emozionante e

più importanti di tutti i tempi, così ad assumersi assolutamente convincente. l’onere e l’onore è stato chiamato l’illustre Ovviamente le pecche ci sono. Carlei gioca spesso sceneggiatore di Downton Abbey Julian Fellowes: con i classici meccanismi delle brillanti serie Trasformare Shakespeare in sceneggiatura fa paura, televisive americane, compiendo a tratti scelte è ovvio, anche perché il mezzo cinematografico è forzate, ma questo non deve dare adito a ipocrisie. Il decisamente diverso da quello teatrale. Ma ogni manifesto, le musiche, il trailer e i bellissimi generazione ha riscritto Shakespeare e mai nessuna protagonisti di questa opera hanno da subito reso versione è stata esente da riscritture o trasformazioni. chiara la direzione di questo Romeo & Juliet, una In questo il mio compito non è stato poi così nuovo. direzione pop rivolta ai giovani di tutte le età. Quindi Ma il nostro obiettivo era raggiungere tutti. Questa è criticare Romeo & Juliet di essere un prodotto una delle storie più belle di tutti i tempi e valeva la commerciale oltreché ingiusto sarebbe anche pena riportarla ancora una volta sul grande schermo. assolutamente fuori luogo. Perché Romeo & Juliet Ovviamente abbiamo mantenuto tutti i migliori m a n t i e n e l e p ro m e s s e f a t t e d i v e r t e n d o , discorsi dell’opera originale ma l’obiettivo principale coinvolgendo ed emozionando dal primo all’ultimo era quello di regalare ai giovani un prodotto non minuto di proiezione. scolastico, ma emozionante e divertente…Perché

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VIZIO DI FORMA la storia hippie di paul thomas anderson A cura di Carlo Andriani

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JOAQUINPHOENIX

Il 26 febbraio verrà distribuito da Warner Bros. Pictures in tutti i cinema italiani il nuovo

Thomas Anderson, un interessante trip nella california hippie dei primissimi anni ’70

psichedelico film scritto e diretto da Paul Thomas

caratterizzato da humour, ritmo ed un pizzico di

Anderson: Vizio di forma. Ambientato nella

malinconia. Al centro di questo psichedelico trip

California degli anni ’70 ed interpretato da Joaquin

c’è ancora una volta lui, Joaquin Phoenix, l’attore

Phoenix, Josh Brolin, Owen Wilson, Katherine

più irriverente e controverso di Hollywood, qui alla sua seconda prova con Paul Thomas Anderson

Waterston e Reese Whiterspoon Vizio di forma è un brillante adattamento dell’omonimo libro di Thomas Pynchon che racconta per mezzo di una rotazione psichedelica del classico racconto

al fianco del compianto Philip Seymour Hoffman. Ma proprio a differenza della toccante storia di

poliziesco una bizzarra storia abitata da bizzarri

Freddie Quell che presentava un universo

personaggi. Larry “Doc” Sportello (Joaquin

popolato da soli volti maschili con l’unica

Phoenix) è un investigatore che, contattato dalla

eccezione della Peggy Dodd, interpretata da Amy

sua ex Shasta (Katherine Waterston) per risolvere il caso del suo nuovo fidanzato milionario, piomba in

Adams Vizio di forma regala un mondo corale in

un universo popolato da surfisti, truffatori, tossici,

bella e brava esordiente Katherine Waterston e

strozzini, detective ed una misteriosa entità

dalla sempre impeccabile Reese Whiterspoon,

conosciuta come Golden Fang.

due archetipi di donna che rendono l’opera complessivamente più intrigante e appassionante

Tratto dal settimo inadattabile libro di Thomas Pynchon Vizio di forma è il settimo film di Paul

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dopo l’apprezzatissimo The Master che lo vedeva

cui il fulcro di tutto è l’amore, rappresentato dalla

del bello ma decisamente freddo The Master.


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“Dopo l’applaudito The Master, il regista racconta una storia intrigante costruita intorno all’amore”

Tornano gli infiniti piano sequenza tanto cari ad perdersi è tanto facile quanto indispensabile. Perché Anderson e torna una caratterizzazione dell’opera non si può vedere un film come Vizio di forma ed estremamente raffinata in cui la fotografia, l’utilizzo aspettarsi un’opera razionale. delle musiche (le ballate di Neil Joung in primis visto Perché gran parte del fascino della cinematografia di che il personaggio interpretato da Joaquin Phoenix è Paul Thomas Anderson sta proprio nella intrigante proprio ispirato al cantautore e chitarrista canadese) irrazionalità della sua scrittura e della sua regia, e i riferimenti cinematografici al grande Robert arricchita qui da una improvvisa e inaspettata ironia Altman, di cui Anderson sembra essere l’unico che rende Vizio di forma un film che è impossibile indiscutibile erede, rendono l’universo di Doc non amare proprio per l’unicità della sua Sportello una bellissima spirale di 150 minuti in cui caratterizzazione.

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INTERVISTA

Paul Thomas Anderson e Joaquin Phoenix a Roma per presentare il nuovo film di L.R.

Il regista Paul Thomas Anderson e (Katherine Waterston) lo coinvolge in un l’attore Joaquin Phoenix sono venuti caso bizzarro che coinvolge ogni sorta di a Roma per presentare il nuovo film Vizio di personaggi, surfisti, traffichini, tossici e Forma, che sarà nelle sale italiane a partire rocker, uno strozzino assassino, detective dal 26 Febbraio 2015 distribuito dalla della LAPD, un musicista sax tenore che Warner Bros. Entrambi disponibili e lavora in incognito ed una misteriosa entità sorridenti, hanno incontrato la stampa conosciuta come Golden Fang, che italiana per raccontare la nascita dell’idea potrebbe essere solo una manovra per alla base del film, ispirato all’omonimo eludere il fisco messa in piedi da alcuni romanzo di Thomas Pynchon, e alcune dentisti. “Il protagonista è preso dalla curiosità direttamente dal set. Phoenix ricerca dell’ex fidanzata. Abbiamo interpreta lo stravagante Doc Sportello, amplificato quanto descritto nel libro. che, alla fine degli anni ’60, esercita il suo Sportello è confuso dai titoli dei giornali, ha lavoro nella Los Angeles degli anni difficoltà ad accettare la situazione e sente Settanta. Una visita inattesa della sua ex di dover fare qualcosa” spiega il regista alla

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stampa italiana presente, aggiungendo che “Dopo The Master, in cui non c’era alcun ruolo femminile, in questo film ce ne sono tanti e belli. Mi piaceva volto l’idea di un gruppo corale con tanti ruoli femminili. I personaggi devono essere in grado di raccontare la storia. Ho scelto di utilizzare la voce narrante nel film perchè mi permetteva di non mettere da parte o tagliare del materiale”. Strizzando l’occhio al noir classico, realizzando comunque un film di natura anti-convenzionale, Anderson punta molto sul cast, al centro del quale c’è un Joaquin Phoenix coinvolgente ed estremamente espressivo, accompagnato da talenti come Josh Brolin, Owen Wilson, Reese Witherspoon, e la scoperta Katherine Waterston. Ognuno di loro ha un ruolo

“Joaquin riesce a fare acrobazie con il viso. In Doc si insinuano la malinconia e la paranoia e molto dipende dall’attore che lo interpreta”. Paul Thomas Anderson

ben definito e fondamentale per il ritmo della storia, che, tra malinconia e humour, procede grazie ad una sceneggiatura lineare e una regia abbastanza classica nella forma, ma sperimentale dal punto di più classico possibile” ha spiegato Anderson, vista estetico. “Non volevo fare un film di citazioni e aggiungendo “In Doc si insinuano la malinconia e la riferimenti, anche perchè il film già presenta una paranoia e molto dipende anche da Joaquin che realtà sopra le righe, quindi dovevo girarlo nel modo riesce a fare acrobazie con il viso”.

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CINEMAHORROR

Carnival of Souls, il film caduto per decenni nell’oblio di Eros Bosi

Dei ragazzi durante una gara automobilistica, talmente avanti con i propri film che hanno avuto vanno fuori strada e precipitano in un fiume. L’unica parecchio successo. Ad esempio John Carpenter sopravvissuta è Mary (Candance Hilligoss). Dopo con Halloween nel 1978 stava agli anni ’90. Infatti fu l’incidente trova lavoro come suonatrice di organi in un successo clamoroso. Purtroppo Herk Harvey una chiesa. La vita di Mary verrà turbata da visioni di non ha avuto la fortuna di Carpenter. spettri che le appaiono. Questa è la trama di Harvey nel’62 stava magari alla fine degli anni Carnival of souls (Carnevale di anime) un b-movie ’90 dato che nel 1999 sono usciti film come Il Sesto del 1962, nonchè un capolavoro ingiustamente non Senso con Bruce Willis e Echi mortali con Kevin famoso. Il regista Herk Harvey (1924-1996) ha Bacon, che hanno entrambi a che fare con le diretto film che non hanno avuto successo. A apparizioni di fantasmi. Carnival of souls ha scoppio ritardato il titolo più noto della sua comunque fatto scuola col tempo. Ad esempio la filmografia è diventato proprio Carnival of souls, che scena dove gli spettri emergono dal fiume è stata con gli anni è stato rivalutato, nonostante il non omaggiata con gli zombi da George Romero in La successo a suo tempo. Molti registi stavano terra dei morti viventi (2005). Vari b-movie del

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“Il regista Herk Harvey non ha avuto la stessa fortuna di John Carpenter, ma questo b-movie del 1962 è un capolavoro sottovalutato”

1960/61 nonostante i budget bassi erano a colori, 1983, diretto da Thom Eberhardt, è molto simile a Carnival of souls essendo del 1962 in bianco e nero quella di Carnival of souls, solo che la protagonista può sembrare molto più vecchio, ma sta bene così invece di essere sopravvissuta ad un incidente perché rende l’atmosfera più tetra. Tra le altre scene automobilistico è l’unica che si è salvata da un di culto quando Mary è in automobile di notte e le disastro aereo. In Italia Carnival of souls è uscito in appare lo spettro (interpretato dallo stesso Herk dvd in lingua originale con i sottotitoli in italiano per Harvey) di fianco fuori dal finestrino. la Drive In Cult. Magari il finale è un po’ dato per scontato, ma il film gioca cosi bene sul mistero che non lo fa essere un difetto. L’attrice Candance Hilligoss, nata ad Huron (Dakota del sud)

il 14 agosto 1935, non è

diventata come poteva sembrare tra il 1962 e il 1964 un icona femminile dell’horror anni ’60 interpretando Carnival of souls e due anni dopo The Curse of the Living Corpse, ma non ha neanche proseguito la sua carriera. Sono infatti gli unici film della sua filmografia. La trama del film Ragnatela di morte del

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SERIE TV

THE STRAIN i vampiri di guillermo del toro tornano in tv a cura di Carlo Andriani

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Il 9 febbraio debutta in Italia la serie televisiva esistenza rendendoci umani. E quella forza è prodotta, sviluppata e diretta dal maestro del l’amore. Così si apre il pilot di The Strain, cinema fantasy-horror Guillermo Del Toro: primo interessante telefilm creato dal padre The Strain.

di capolavori del calibro di Blade 2, Il

Basata sull’omonimo romanzo di Del Toro e Labirinto del Fauno e l’attesissimo Crimson Chuck Hogan ed interpretata da Corey Peak, film che in qualche modo echeggiano Stoll, David Bradley, Mia Maestro, Kevin tutti in questo nuovo attesissimo prodotto Durand, Jonathan Hyde e Richard targato FX. Sammel, The Strain racconta la storia Tornano infatti le atmosfere gotiche, i colori dell’epidemiologo Ephraim Goodweather saturi e ovviamente i vampiri, frutto qui di un (Corey Stoll), chiamato ad investigare sul fenomeno molto più scientifico che caso di un aereo atterrato al John F. soprannaturale. Aspetti che agli appassionati Kennedy International Airport con centinaia di J.J. Abrams ricorderanno sicuramente il di cadaveri a bordo e solo quattro cult Fringe, in parte citato nell’ottimo prologo sopravvissuti. Ma la situazione degenera di questo The Strain, un telefilm che funziona quando i corpi iniziano a sparire dagli obitori proprio grazie alla sempre interessante dando vita ad una terribile minaccia che impronta visiva e narrativa di Del Toro e ad potrebbe sterminare l’umanità. Una volta un un David Bradley che regala il personaggio poeta disse che la fame può essere più riuscito dello show, Abraham Setrakian, facilmente saziata. Ma che c’è un’altra forza, che è impossibile non ricollegare allo storico un diverso tipo di fame che non può essere Abraham Van Helsing. estinta. Una forza che definisce la nostra

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“Tornano le atmosfere gotiche, i colori saturi e ovviamente i vampiri, frutto di un fenomeno più scientifico che soprannaturale”

A caratterizzare positivamente The Strain c’è poi l’interessante miscela di generi che lo contraddistinguono: The Strain infatti inizia come un horror, evolve come un poliziesco e sfocia in un fantasy contemporaneo in cui tutti i tasselli compongono un puzzle tanto avvincente quanto nuovo, nonostante l’argomento ultrainflazionato delle creature della notte. E il successo non è tardato ad arrivare, infatti i 4,5 milioni di spettatori americani che hanno seguito lo show hanno portato i creatori a rinnovare la serie per una imminente seconda stagione, composta come la precedente da tredici episodi. Quindi in attesa di vedere Crimson Peak al cinema gustiamoci la prima serie tv del maestro del genere gotico Guillermo Del Toro, in onda sul canale satellitare Fox dal 9 febbraio 2015.

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