Le Tre VENEZIE • Anno XVI • 2009 • N. 100
Mensile • Anno XVI • N. 100 • 2009 • € 10,00
Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 art.1 comma 1 - DCB - Treviso
IL VENETO IN DALMAZIA
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I SSN 1724- 3009
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a Regione del Veneto ha adottato ben quindici anni fa la Legge regionale n. 15 del 7 aprile 1994 “Interventi per il recupero, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio culturale di origine veneta nell’Istria e nella Dalmazia”, un’importante strumento per la tutela del considerevole patrimonio culturale, storico e artistico, che queste terre hanno ricevuto in eredità dalla Serenissima Repubblica di Venezia. Ciò a riprova della chiara sensibilità della Regione nei confronti di quel glorioso passato e delle molteplici testimonianze da esso lasciate in quell’area. L’impegno così assunto si è consolidato nel corso degli anni, tanto che il fondo regionale, che annualmente viene destinato alla realizzazione delle numerose iniziative di valorizzazione e promozione culturale, ha registrato un progressivo incremento. I fatti, quindi, sono dimostrazione ineccepibile della crescente attenzione della Regione al mantenimento non solo dei tradizionali legami, culturali e linguistici, con le locali minoranze italiane, ma anche dei valori di amicizia e convivenza pacifica tra le popolazioni che vivono sulle due sponde dell’Adriatico. Dopo il primo numero monografico di questa rivista, dedicato ai risultati che la Legge regionale n. 15/1994 ha conseguito, a un decennio dalla sua introduzione soprattutto nella penisola istriana, si è ritenuto di dover dedicare questo secondo numero al territorio della costa dalmata, da Zara fino a Ragusa, e a quello delle isole, da Pago fino a Curzola, per tracciare un bilancio di quanto è stato fatto sinora o si potrà ancora fare in queste zone più periferiche, ma altrettanto importanti. A tale proposito, infatti, va ricordato che in Dalmazia si è ancora agli esordi nella sperimentazione di partenariati e di forme di collaborazione con le Istituzioni per la realizzazione di interventi di ampio respiro, e che un ruolo importante è rivestito dal saldo rapporto con l’Associazionismo della minoranza italiana, che nelle maggiori città dalmate svolge attività culturali che ne arricchiscono la vitalità sociale. La strada tracciata da questa Legge è dunque costellata di risultati positivi e la Regione del Veneto - tradizionalmente impegnata in quest’area anche sul fronte del “Programma di Cooperazione Transfrontaliera IPA Adriatico”, oltre che nel sostegno politico al cammino della Croazia verso l’ingresso nell’Unione Europea - auspica che le sinergie e le collaborazioni tra le Amministrazioni delle due sponde dell’Adriatico possano continuare a svilupparsi. È solo così, attraverso un processo di condivisione delle risorse e di sviluppo di azioni comuni su temi quali l’ambiente, l’innovazione, le reti tra istituzioni e i trasporti, che si potrà giungere a una coesione socio-economica sempre maggiore dell’intera area balcanica, che vede il mare Adriatico esercitare, come nei secoli scorsi, una fondamentale funzione di comunicazione e unificazione tra i popoli.
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Giancarlo Galan Presidente della Regione del Veneto
eneto, Istria e Dalmazia sono terre geograficamente e culturalmente vicine per quella eredità storica comune risalente ai secoli della gloriosa Serenissima Repubblica, che ha tramandato fino a noi un rilevante patrimonio architettonico, artistico e culturale di cui dobbiamo sentirci responsabili e tenuti quindi a salvaguardare e valorizzare, affinché possa giungere alle generazioni future. In questo sta il significato della Legge Regionale n. 15 del 1994, che ormai da quindici anni contribuisce concretamente al recupero e alla conservazione di questo patrimonio, mediante un fondo regionale annuale, finalizzato alla realizzazione di una vasta gamma di iniziative delle tipologie più diverse: dagli studi e pubblicazioni ai restauri, dalle produzioni di materiali audiovisivi e di spettacoli ai gemellaggi e ai corsi di lingua italiana e di idioma istro-veneto. Si tratta di interventi caratterizzati dal comune intento di ravvivare i tradizionali legami, anche linguistici, tra il Veneto e le minoranze italiane che vivono in Istria e Dalmazia e di affermare i valori di amicizia e convivenza pacifica tra le diverse culture, da sempre condivisi dalle popolazioni di queste aree, simbolicamente legate dal mare Adriatico su cui si affacciano. La Legge n. 15/1994, che si rivolge tra l’altro anche ad una vasta gamma di Associazioni ed Istituti culturali veneti, croati, sloveni e più recentemente montenegrini, è stata dunque uno dei primi strumenti che hanno permesso di ristabilire un dialogo su basi concrete tra le due sponde dell’Adriatico e di sviluppare proficue relazioni anche a livello di enti locali ed istituzioni: per la realizzazione di alcune iniziative di particolare rilievo, onerosità e complessità, infatti, la Regione del Veneto ha operato, ad esempio, in partenariato diretto con Istituzioni istriane. Va segnalato poi che nel corso di questi ultimi anni un crescente volume di risorse è stato destinato ad iniziative nell’area dalmata, a riprova di una particolare sensibilità ed attenzione della Regione del Veneto per la vitalità culturale delle popolazioni di lingua italiana delle maggiori città dalmate (da Zara a Spalato, ma anche da Sebenico a Ragusa) e delle isole (da Pago a Lesina e Curzola) e per il ricco patrimonio architettonico ed artistico di matrice veneta presente in questi luoghi. I rapporti con l’area dalmata, che inizialmente hanno registrato collaborazioni in ambito culturale, si sono poi estesi fino a portare ad un’intensa attività di scambio e condivisione di esperienze anche nei settori della formazione, della pesca e del turismo: sono state in tal modo poste anche le basi per la costituzione dell’Euroregione Adriatica, cui la Regione del Veneto ha dato un forte e convinto impulso, nella consapevolezza dell’importanza di una sempre più compiuta integrazione delle due sponde dell’Adriatico. Risulta così sempre più significativamente attuata la vocazione della Regione del Veneto a gettare, in questi luoghi, ponti tra un passato che continua a vivere in tante memorabili impronte lasciate dall’indelebile presenza di Venezia ed un futuro ormai prossimo, caratterizzato dall’appartenenza alla comune casa europea.
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Isi Coppola Assessore
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Sottile striscia di terra corrispondente al versante marittimo delle montagne balcaniche che costeggiano il mare Adriatico, la Dalmazia nelle sue alterne vicende storiche, ha da sempre mantenuto legami profondi con Venezia. Tutt’oggi, nelle diverse città e isole dalmate, vi si trovano segnali inconfondibili in palazzi, chiese, edifici tipicamente veneziani. Un percorso, questo, che non vuole esaurire le bellezze e le peculiarità di territori che dicono tanto della nostra cultura ed arte, ma una visione, frammentata ma efficace, di alcuni aspetti che richiamano l’arte veneziana in un contesto di natura selvaggia, incontaminata. Luoghi che tanto hanno da comunicare e che racchiudono parte della nostra storia.
Il Direttore Responsabile cav. Tonino Bortoletto
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Regione del Veneto
LE TRE VENEZIE Testata giornalistica multimediale di cultura, storia, arte e turismo Registrata al Tribunale di Treviso con il n. 936 in data 27.9.94 Iscritta al R.o.c. al n. 12479 già Registro Nazionale della Stampa Numero 100 Editore Le Tre Venezie Editoriale S.c. Iscrizione albo cooperative n. A155114 Direzione: Via Zermanese, 161, 31100 Treviso tel. +39 0422 348142 fax +39 0422 404807 indirizzo e-mail: letrevenezie@letrevenezie.com
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di Rachele Denon Poggi
di Renzo De’ Vidovich
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Le Tre Venezie on-line www.letrevenezie.com Direttore editoriale e Direttore responsabile Tonino Bortoletto Condirettore Valeria Bortoletto Redazione Marialuisa Bortoletto Leonardo Gambo Neva Gasparo Massimiliano Spolaore Via San Nicolò, 11 34100 Trieste Collaboratori scientifici Rachele Denon Poggi Renzo De’ Vidovich Giuseppe Franco Daria Garbin Adriano Ivancich Valentino Perin Lewis Trevisan Foto Le Tre Venezie Stampa Europrint srl Quinto di Treviso (TV) Un numero e 10,00 Arretrati e 20,00
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di Daria Garbin
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di Daria Garbin
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di Adriano Ivancich
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di Renzo De’ Vidovich
Spalato
Lesina
Curzola
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Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana
© Le Tre Venezie Tutti i diritti riservati.
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Rachele Denon Poggi
Isola ricca di storia
PAGO Chiamata in vari modi, nel corso dei secoli, protagonista di vicende alterne ma legata alla Serenissima.
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’isola di Pago è una delle maggiori isole dell’arcipelago settentrionale della Dalmazia, è abitata fin dalla preistoria da popolazioni mediterranee. Nel secondo millennio a. C. sono sostituite dalle tribù illiriche, dei Giapidi e dei Liburni. Nel II secolo a.C. i Romani occupano l’intera Dalmazia e lasciano nell’isola numerose tracce della loro presenza. L’isola assume, nei secoli, vari nomi quali: Kissa, Kessa (o anche Quessa). Plinio il Giovane la chiama Cissa; Costantino Porfirogenito la nomina Gissa ed infine Chissa. Appena in una Patente firmata del re croato Cressimiro IV dell’anno 1070 viene menzionata con il nome attuale. Vari sono stati i tentativi dei croati di occupare l’isola, ma sia gli zaratini che i veneziani si oppongono .
Nell’anno 1000 il doge Pietro Orseolo, nel corso della sua discesa in Dalmazia, allontana dall’isola i pirati narentani e croati e nel 1018 il doge Ottone Orseolo impedisce ai croati di impadronirsi delle saline che costituiscono un’importante risorsa economica per la popolazione. Successivamente Pago viene occupata dai croati, in quanto i Comuni dalmati nel 1074 chiedono al normanno Amico conte di Giovinazzo, di intervenire per combattere l’eresia scismatica croata. Nel 1117 il doge Ordelafo Faliero, nel corso della repressione di una rivolta scoppiata a Zara, occupa anche l’isola di Pago e nel 1174 la parte settentrionale dell’isola viene assegnata in feudo a Ruggero Morosini. Nel 1192 gli zaratini riconquistano l’isola e compiono
L’Isola di Pago al tramonto.
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Sotto, lunotto del portale d’ingresso della Cattedrale. Nella pagina seguente: la Cattedrale di Pago.
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gravi devastazioni e Venezia espelle gli invasori ed unisce al feudo dei Morosini anche la parte meridionale dell’isola. Gli zaratini continuano nei loro tentativi di riconquistare l’isola finché nel 1202 Pago viene occupata dai veneziani con l’appoggio dei Crociati. Qualche anno dopo però Zara saccheggia l’isola con l’appoggio degli ungheresi ed ottiene dai veneziani il ripristino dei sui antichi diritti sull’isola. Segue un periodo incerto e nel 1311 Zara appoggiata dagli ungheresi, preme sugli abitanti dell’isola che chiedono e ottengono un rettore veneziano. Zara, però, espugna ancora una volta Pago, incendia e rade al suolo Cissa, un importane caposaldo dell’isola. Solo nel 1313 i re ungheresi concedono agli isolani un’ampia autonomia. Nel 1345 gli abitanti di Pago assaltano a loro volta Zara con l’aiuto di Venezia. Scoppia una nuova guerra veneziano-ungherese ed i veneziani vengono sconfitti nel 1358; Pago viene nuovamente conquistata dagli zaratini che impongono loro gravi condizioni, ma re Ludovico I di Ungheria concede loro piena autonomia e Pago può godere dei diritti comunali alla pari delle altre città dalmate. Alla morte di Ludovico, Zara sopprime le libertà comuna-
li. Pago insorge e nomina un governo locale al quale partecipa anche il vescovo, ma Zara saccheggia nuovamente l’isola che si appella al re Sigismondo di Ungheria, che invia sul posto un proprio rappresentante. Seguono oscure vicende: due delegati del re di Ungheria vendono Pago a Zara, ma questa riesce ad impossessarsi dell’isola solo dopo aver ricevuto il consenso da Ladislao di Napoli, il quale vantava diritti reali sulla Dalmazia. La vendetta di Zara è atroce, imprigiona e tortura numerosi isolani e distrugge le saline e le coltivazioni. Nel 1409 l’isola ritorna sotto la protezione della Serenissima pur conservando la propria autonomia . Da quel momento la città segue le sorti della Repubblica veneta, fino alla sua fine nel 1797. L’isola gode di un clima è mediterraneo e la scarsa vegetazione è costituita in prevalenza da oliveti, sempreverdi, fichi e rosmarino L’aridità del suolo non permette grandi coltivazioni e la pastorizia è una delle principali attività dell’isola, infatti famoso è il formaggio di Pago (paški sir) mentre nel lato sudorientale dell’isola si trovano ancora importanti impianti per la produzione del sale.
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Renzo de’Vidovich
Zadar
ZARA Una capitale, alleata ma non succube della Serenissima.
Sotto, Zara, le rive. Nella pagina seguente: Porta Terraferma del Sanmichieli a Zara.
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dassa, Diadora, Jadra, Jadera, Zadra, Zara oggi Zadar era originariamente un’ isola, poco distante dalla costa, alla quale fu ben presto collegata. Risulta abitata fin dal Neolitico, come testimoniano importanti reperti trovati negli scavi a Puntamica e a Borgo Erizzo alla periferia della città, che sono conservati nel Museo archeologico, unitamente agli arredi di numerose tombe risalenti all’Età del bronzo e del ferro. Fonti storiche antiche sostengono che la città esistesse fin dal X secolo a.C. e l’Imperatore Costantino Porfirogenito sostiene che Zara era più antica di Roma. Diventa ben presto la città di riferimento delle popolazioni illiriche della costa, i Giapidi e soprattutto i Liburni, famosi navigatori che per primi adottarono il timone sulle navi dette Liburnae che svolsero un ruolo
importante nelle battaglie navali del re illirico-dalmata Demetrio di Faro e poi in quelle di Giulio Cesare e di Augusto. Con l’integrazione delle popolazioni illiriche nella cultura latina, la romana Jadera entra a far parte del Conventum di Scardona, città alle foci del fiume Tizio, oggi Cherca, poco distante dall’odierna Sebenico. I romani lasciano numerosi segni a testimonianza dell’importanza che la città rivestiva, tra i quali i resti di un imponente Foro romano, del Campidoglio, di vari monumenti come la Colonna di piazza delle Erbe, detta “infame” perché nel medioevo vi si legavano i malfattori per essere fustigati, e di numerosi capitelli, sarcofaghi, are sacre e basamenti finemente scolpiti. Dopo l’assassinio di Giulio Nepote, l’ultimo Imperatore romano d’Occidente e re di Dalmazia avvenuto nel 480 d.C. nell’odierna Spalato, Zara resiste alle invasio-
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La Fossa, il porticciolo antistante i bastioni veneti e la porta Terraferma.
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Le rovine romane delimitate dal Duomo.
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ni degli Avari e degli slavi del VII sec, grazie al poderoso sistema difensivo, allo spirito combattivo e all’attaccamento della sua popolazione alla civiltà ed alle leggi di Roma. La città non riesce, però, ad impedire che si stanzino nei territori vicini alcune popolazioni slave, ma mantiene la propria identità, le leggi e lo statuto civico perché può contare sull’ appoggio dell’Impero Romano d’Oriente e, successivamente, della Serenissima, quando Venezia sostituisce gradualmente Costantinopoli nell’Adriatico orientale. In Dalmazia non si avverte l’esistenza di un vero e proprio scontro tra veneziani e romani orientali e, in particolare, a Zara si percepisce la Serenissima come la continuatrice della romanità di stirpe italica e l’Impero d’Oriente come una romanità di stirpe greca anche se in Dalmazia si adotterà con riluttanza il termine “bizantino”, promosso dai corolingi desiderosi di attribuire l’esclusività della grande tradizione latina al loro Sacro Romano Impero, in realtà di stirpe germanica e quindi continentale. Zara è al centro tra gli scontri che vedono da una parte l’Impero romano d’Oriente e la Serenissima che rappresentano la civiltà mediterranea e, dall’altra parte, il Regno di Ungheria (che ha assoggettato i Regni di Croazia e di Slavonia) ed il SRI. Ambedue questi stati continentali utilizzano le popolazioni slave stanziate nelle campagne della Dalmazia per colpire le popolazioni illiriche, romane e venete della città. Gli atti di pirateria prevalentemente dovuti ad elementi slavi, si moltiplicano anche a Zara che, per poter svolgere tran-
quillamente i suoi traffici, è costretta a pagare pesanti tributi ai capi dei villaggi vicini. È ormai storicamente certo che dai tempi remoti dei pirati narentani a quelli più vicini dei pirati uscocchi, la pirateria fu costantemente protetta dagli stati continentali e combattuta da quelli mediterranei, dai romani orientali e soprattutto dai veneziani. Dopo l’anno 1000, lo scontro tra SRI ed Ungheria con Venezia diventa palese. I Franchi costituiscono un Ducato autonomo di Dalmazia con capitale Zara e da Venezia parte, il giorno della Sensa, una flotta che accoglierà gli spontanei atti di dedizione delle città dalmate, Zara compresa, che si era unita all’accorata generale richiesta di protezione. Colomano, il re di Ungheria che ha conquistato la Slavonia e la Croazia e una parte della Dalmazia, con l’eccezione di alcune città ed isole, nel 1107 non riesce a conquistare Zara, ma dopo aver prestato solenne giuramento di rispettare lo statuto e le libertà comunali viene ammesso in città. Non si contano gli atti di alleanza e le ragioni di discordia tra Zara, che si sente una capitale, e Venezia che ha la vocazione di sostituirsi all’Impero romano, nei primi tre secoli del secondo millennio. Zara chiede ripetutamente l’aiuto di Venezia, ma accetta spesso pressioni e condizionamenti ungheresi. Nel 1198 Enrico d’Ungheria trasferisce a Zara la sua corte che diventa la capitale di uno dei più importanti regni dell’Europa centro orientale. Le reazioni di Venezia non sono certo leggere e culmineranno il 24 novembre 1262 con il dirottamento su Zara della IV crociata.
Zara
La città viene espugnata ed il grande quadro di Andrea Vicentino nella sala del Maggior Consiglio del Palazzo Ducale testimonia la drammaticità dello scontro. I Crociati soggiornano in città per tutto l’inverno, rovinando e distruggendo ogni cosa e il Papa, indignato per le nefandezze compiute contro popolazioni cristiane in nome della Chiesa, scomunicherà, caso unico, i partecipanti della IV crociata. Dopo l’Atto di Dedizione di Zara a Venezia del 1409 e l’uscita dalla scena dalmata del Regno d’Ungheria, la città diventa definitivamente la “fedelissima di Venezia” ed inizia una sincera e proficua collaborazione della Serenissima con le città dalmate che saranno salvate dall’invasione turco-ottomana attuata via terra anche dopo la grande vittoria cristiana sull’Islam avvenuta a Lepanto nel 1571 che stabilisce l’egemonia cristiana sui mari. In questo periodo Zara diventa la capitale del secondo Regno di Dalmazia, un capolavoro della cultura veneta che riunisce in un’unica nazione dalmata le diverse popolazioni croate, serbe, morlacche, montenegrine, ecc a quelle di matrice latino-veneta, che trovano - pur nella diversità della lingua - un comune denominatore mediterraneo, occidentale, solare, universale e tollerante. Dalla collaborazione tra i popoli slavi e quelli di matrice latinoveneta, nasceranno opere d’arte di grande spessore ed un benessere diffuso, nonostante l’incombere del pericolo ottomano che costituisce, anzi, un collante formidabile per la nazione dalmata. Con la fine della Repubblica veneta, l’intero Regno di Dalmazia, dopo
la breve appartenenza al Regno d’Italia di Napoleone, sarà incluso nell’Impero austro-ungarico che svolgerà un’azione antitaliana facendo crollare, una dopo l’altra, le amministrazioni civiche in mano croata con la solo eccezione di Zara. Annessa al Regno d’Italia dopo la prima guerra mondiale subirà nel 1943/44, su istigazione dei partigiani di Tito, 54 bombardamenti aerei alleati che distruggeranno l’85% delle abitazioni costringendo all’esodo 80% della popolazione. Sono rimasti miracolosamente illesi i numerosi campanili di Zara e si sono potute restaurare le numerose chiese che ospitano un gran numero di opere d’arte di stile veneziano, che erano state messe al sicuro. Sotto le case distrutte dai bombardamenti sono spesso riemersi resti romani che hanno incrementato il patrimonio archeologico cittadino a cielo aperto. Tra le opere significate vanno annoverate La Chiesa di San Donato, considerata un simbolo cittadino, la Porta Terraferma di Michele Sanmichieli con i bastioni fortificati, il palazzo della Guardia e la Loggia civica di Giangirolamo Sanmichieli, la Porta Marina e numerose chiese tra le quali il Duomo, la Chiesa della Madonna della Salute, quella di San Simeone con l’arca d’argento contenente la salma del Profeta e la Chiesa ed il Convento di San Francesco. Tra le opere civili più significative ricordiamo il piccolo e grande Arsenale veneto, il Bovo D’Antona, i Cinque Pozzi, le Mura del porto ed un gran numero di strutture veneziane contrassegnate con leoni di San Marco di tutte le dimensioni.
Leone di San Marco in pietra, uno dei pochi con il libro aperto, poichè gli altri impugnano la spada, essendo Zara considerata zona di scontro.
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La chiesa di San Donato con il vicino campanile veneto. Nelle pagine seguenti: leoni di San Marco restaurati e pronti per essere ricollocati nei posti originali.
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Chiesa di Santa Maria.
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Il palazzo vescovile e la chiesa di Santa Maria. Nella pagina precedente: il duomo di Zara con il campanile veneto.
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La piazza dei cinque pozzi con il basamento del Bovo D’Antona.
Zara dall’alto.
Panoramica vicino Zara.
Panoramica vicino Zara.
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Rachele Denon Poggi
Dalmazia settentrionale
Sebenico Di netta impronta veneziana ne conserva tutt’oggi i tratti caratteristici.
Uno scorcio della riva di Sebenico. Nella pagina seguente: il Duomo dell’Orsini incluso dall’Unesco nel Patrimonio dell’Umanità.
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ittà della Dalmazia settentrionale sorge nell’alto medioevo, quando Scardona viene distrutta dai barbari, molti dei suoi abitanti trovano rifugio sull’estuario del fiume Tizio, che poi assumerà il nome di Cherca. In latino la località è detta Sibinicum, più tardi prevarrà la variante Sebenicum. Nell’anno 1000 è una delle prime città a chiedere la protezione del Doge di Venezia che nomina rettore della città Giovanni Cornaro. Nel 1107 Colomano, Re di Ungheria che si annette la Croazia e la Slavonia, si impossessa anche della piccola Sebenico, che però nel 1116 viene espugnata dal Doge Ordelaffo Falier. A fasi alterne la città passa dagli ungheresi ai veneziani. Dal 1155 al 1180 Sebenico è bizantina, ma solo nominalmente in quanto vi spadroneggiano i pirati slavi, che Venezia non riesce a contrastare. Nel 1270 le istituzioni comunali
ricevono un impulso decisivo dall’equilibrio raggiunto tra i poteri aristocratici e quello dei borghesi e dei popolani che approvano uno Statuto sul modello italiano. Quando i conti di Bribir i Subié diventa feudatari di un ampio territorio fra Nona ed Almissa ed esercitano una pesante tirannia molti sebenzani chiedono aiuto a Venezia, unica possibile alleata per conservare la loro libertà comunale e sviluppare i loro traffici commerciali. Quando nel 1307 eleggono il conte veneto Alvise Morosini, i Subié non si arrendono e fomentano discordie fra sebenzani e traurini; nel 1319 il bano Mladino II Subié assedia la città, ma la flotta veneziana accorre in soccorso e libera gli alleati. L’Atto di Dedizione di Sebenico viene solennemente sottoscritto il 1° marzo 1322 nel Palazzo ducale ed il 15 marzo ha luogo a Sebenico la fastosa cerimonia del giuramento di fedeltà.
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La piazza del Duomo. Nella pagina seguente: sopra, particolare del Duomo. Sotto, palazzo vescovile con reperti romani provenienti dalla vicina Scardona.
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Venezia difende efficacemente i sebenicensi sia dalle mire delle altre città dalmate che dai pirati ed i sebenzani aiutano Venezia contro i genovesi. La città continua ad essere minacciata dagli slavi dell’entroterra Venezia prende allora le difese della città il 4 ottobre 1343 si giunge ad una pace con le città vicine favorevole ai sebenzani, patrocinata da Venezia. Negli scontri tra Venezia e l’Ungheria, i sebenzani adottano un politica ondivaga e nel 1357 si sottomettono al bano ungherese: in cambio ottengono condizioni assai onorevoli e vantaggiose, con il tacito consenso veneziano, il 18 febbraio 1358, con la pace di Zara viene formalizzata la rinuncia di Venezia ai suoi diritti su Sebenico a favore dell’Ungheria. Nel 1412 i popolani conquistano il potere, espellendo i nobili filoungheresi e promettono fedeltà a Venezia. Il Senato veneto risponde positivamente ed il 30 ottobre 1412 si stipula un nuovo Atto di Dedizione, che i sebenzani hanno sempre rispettato anche quanto nel 1514 alcuni nobili si dichiarano fautori della Lega di Cambrai e sono subito espulsi. Non cessano, però, Le lotte contro i bani croati e solo con la pace di Praga del 1437 Sebenico diventa incontestabilmente veneziana fino al 1797. Come in tutte le città dalmate anche qui numerosi sono i monumenti, case e fortificazioni in stile veneto. L’imbocco del canale di San Antonio è dominato dal forte di San Niccolò costruito del Sanmichieli, le mura, in parte ancora visibili con qualche leone sfuggito alla distruzione, salgono dal mare e racchiudono la città in un triangolo.
Il celebre Duomo un vero gioiello dell’architettura tutto in marmo, dichiarato dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità la cui costruzione è iniziata nel 1431 voluto non solo dai sebenzani ma anche dai veneziani, è stato realizzato da Giorgio Orsini da Zara che all’epoca lavorava in Dalmazia e a Venezia. Dopo l’Atto di Dedizione a San Marco progredisce e si abbellisce. Rinnova le facciate di propri palazzi e le strade assumono uno stile che ricordano le calli veneziane. Grazie a Venezia, Sebenico diventa una delle città più importanti della Dalmazia, riesce a superare le diverse epidemie di peste che funestano le città medievali e a mantenere le proprie libertà comunali difendendosi dalle bellicose incursioni ottomane. La Serenissima ha un occhio di riguardo per questa città ed invia i più qualificati comandanti e ingegneri militari, che costruiscono poderose fortificazioni mai espugnate, come il forte Sant’Anna. L’stituzione di presidi sanitari contrastano validamente le epidemie e si provvede alla bonifica di numerosi appezzamenti di terreni paludosi del circondario. L’impronta veneziana è presente in tutta l’area sebenicense. Dopo la caduta di Venezia, Sebenico fino al 1805, insieme a tutto il resto della Dalmazia passa nei domini della Casa d’Austria, con una parentesi che inizia nel 1806 quando Napoleone include l’intero Regno di Dalmazia nel suo Regno d’Italia con capitale Milano, per poi ritornare, dopo il Congresso di Vienna, nel Regno di Dalmazia incluso nel nesso dell’Impero asburgico.
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La cupola del Duomo dell’Orsini. Nella pagina precedente: la chiesa dei Frati.
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Tragurium
Traù Al suo interno monumenti che sono veri e propri gioielli di architettura veneziana.
Panoramica della cittadina di Traù. Nella pagina seguente: il Duomo di Traù con il campanile veneto.
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ondata dei greci di Siracusa, Tragurion diventa colonia romana con il nome di Tragurium. Assume importanza dopo la distruzione della vicina Salona, allora capitale dell’Impero e seconda città dopo Roma, avvenuta da parte degli Avari nel VII sec. d.C, perché vi confluisce un gran numero di profughi salonitani che danno un forte impulso alle attività culturali, religiose e commerciali. Dopo Odoacre e Teodorico, che includono l’intero Regno di Dalmazia nel nascente Regno d’Italia fa parte dell’Impero romano d’Oriente. Dalla fine del IX secolo anche Traù, come gli altri centri costieri della Dalmazia e perfino alcuni importanti mercanti di Venezia, e sono costretti a pagare ai pirati narentani un tributo per garantirsi la libera navigazione e la circolazione delle merci. Dopo la spedizione veneziana in Dalmazia iniziata nell’anno 1000, i traurini accolgono festosamente la flotta veneta venuta a difenderli dai pirati che saranno presto sconfitti. Traù resta formalmente con Costanti-
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nopoli, ma nel 1064 è costretta con la forza a riconoscere la supremazia di Pietro Cresimiro, re dei croati sceso in Dalmazia per breve tempo. Nel 1075 si rivolge al conte normanno Amico di Giovinazzo per essere liberata dall’oppressione slava. Ma il doge Domenico Salvo interviene con una flotta consistente e costringe alla ritirata sia i normanni che i croati e l’8 febbraio 1076 la città sottoscrive un Atto di Dedizione a Venezia nel quale Traù garantisce che nessun suo cittadino darà aiuto in Dalmazia ai normanni o ad altri stranieri, pena la vita e la confisca dei beni. Dal 1076 al 1089 Traù fa parte del Regno di Dalmazia unito, per breve tempo, a quello di Croazia sotto l’egida della sovranità bizantina e del protettorato veneziano. Nel 1097 Colomano, re d’Ungheria, conquistata l’intera Croazia e si ripropone di isolare Costantinopoli, accerchiare Venezia ed impadronirsi della Dalmazia. Traù conferma, in forma iscritta, agli ambasciatori inviati per l’occasione a Venezia l’assolu-
traù
La sede dell’attuale municipio. Nella pagina seguente: portale del Radovano all’ingresso del Duomo, con il leone considerato una delle più riuscite opere d’arte.
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ta fedeltà ed il sostegno militare alla Serenissima. Nel 1107 a Colomano è riconosciuta obtorto collo la sovranità anche su Traù, alla quale, sono peraltro riservati alti privilegi e franchigie. Si apre, quindi un lungo oscuro, incerto e difficile periodo in cui la sovranità della città passa più volte a Venezia, all’Impero d’Oriente e all’Ungheria. Traù subisce l’onta del sacco da parte dei saraceni che ne distruggono le mura e le fortificazioni. Anche i conti croati Subic di Bribir fanno talvolta pesare sulla città un’insopportabile tirannia feudale fino a che, nel 1315 Traù si rivolge nuovamente a Venezia, che le restituisce la libertà. Per breve tempo la Serenissima è costretta a riconsegnarla al bano di Croazia. Il popolo di Traù, stanco di subire le più diverse prepotenze feudali, decide di sottoscrivere il 13 aprile 1322 un solenne Atto di Dedizione a Venezia firmato dai suoi delegati «spontaneamente, liberamente e in concordia, per il bene e il salutare stato della città»; alla presenza del Consiglio e del Comune di Venezia il doge Giovanni Soranzo concede notevoli privilegi alla città ed assicura il rispetto delle liberà comunali e dello statuto civico. Il 9 luglio 1357, ripetutamente assaltata dagli ungheresi, Traù è costretta a congedare il conte veneziano, ma non si arrende al nemico e nomina due podestà neutrali provenienti da altri stati italiani. Con la pace di Zara del 18 febbraio 1358 Venezia cede anche Traù a re Lodovico I, che impone forti limiti all’autonomia comunale e numerosi tributi. Nel 1378 la flotta vene-
ziana non riesce a riconquistare la città, presidiata dai genovesi alleati di Lodovico. Sommosse anti-ungheresi si verificano nel 1386 e 1387, ma la Città deve sottomettersi nel 1390, sia pure per breve tempo al re di Bosnia Tvrtko I e già nel 1393 il successore Stefano Dabiša la cede a Sigismondo d’Ungheria. Nel 1402 i traurini pagano a Ladislao d’Ungheria pesanti tributi ma riescono a evitare che costruisca un suo castello nel territorio comunale. La città viene, quindi, conquistata da Sigismondo e deve difendersi dalle prevaricazioni del suo rappresentante: il duca bosniaco Hervoje. Dopo la pace del 9 luglio 1409 tra Venezia e Ladislao, Traù resta assoggetta a Sigismondo che resiste agli attacchi veneziani anche in epoca successiva alla dedizione a Venezia di Sebenico avvenuta nel 1412. Infine, Il 22 giugno 1420 il presidio ungherese di Traù, si arrende dopo 16 giorni di assedio, alla flotta veneziana e da quel momento la città rimarrà fedele a Venezia per 377 anni fino al 1797, data funesta che segna la scomparsa della Serenissima. Per la su bellezza dai turisti è nominata, in Dalmazia, piccola Venezia. Infatti il turismo è certamente la maggior fonte di sostentamento per la città. Il suo centro storico risale al XIII secolo e comprende ben dieci chiese, tra cui la più famosa è quella di San Lorenzo. Tra i monumenti, tutti gioielli in stile veneziano, ricordiamo la Loggia pubblica, la loggia della Pescheria, il Castello del Carmelengo, il Maschio di san Marco, la Torre dell’Orologio, la Chiesa di San Nicola con l’annesso convento delle benedettine.
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CittĂ imperiale
Spalato Dal latino Salonae Palatium, in greco antico AspĂĄlathos, in veneto-dalmata Spalatro, in italiano Spalato, latino Spalatum, in croato Split.
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S
palato è la più grande e, con Zara, la più importante città della Dalmazia. Con i suoi 221,456 abitanti (2007) è capoluogo della Contea spalatino-dalmata, sede universitaria e arcivescovile. È nata dal ed intorno al palazzo di Diocleziano nel momento in cui Giovanni da Ravenna, il primo Arcivescovo di Spalato, vi trasferisce da Salona l’Arcivescovado, “ripulisce” il mausoleo imperiale dagli “idoli pagani”, lo consacra all’Assunta, vi colloca le reliquie dei martiri salonitani Doimo ed Anastasio e trasforma il tempio di Giove in Battistero di San Giovanni. Nel periodo tra il 285 ed il 305, sul posto dell’antico piccolo insediamento dei pescatori greci, Diocleziano costruisce il suo palazzo, opus quadratum simile al castrum accampamento militare roma-
Statua del vescovo Gregorio da Noma, opera dello scultore Ivan Mestrovic. Sullo sfondo le mura settentrionali del palazzo imperiale. La Porta Aurea, l’ingresso principale al palazzo situato sulle mura settentrionali. Da qui partiva la strada per Salona, seconda città dell’Impero romano. In alto il campanile di San Doimo.
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Scorcio sul Peristilio. In primo piano l’arcata di stile sirano, sullo sfondo il monumentale Protiro. Sulla sinistra, la facciata del palazzo gotico-rinascimentale Grisogono-Cipci. Nella pagina seguente: l’ingresso principale nel Palazzo, la Porta Aurea, immette sul Cardo della città. Nelle nicchie superiori stavano una volta le statue dei quattro tetrarchi, in quelle in basso le sculture di Giove e Giunone.
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no, alto 18m e spessa 2m, grande 216m (est ed ovest) x 175m (nord) x 181m (sud), rinforzato da vari torrioni quadrati e quattro porte, affiancate da torri a base ottagonale. Nel VII secolo d.C. gli abitanti della vicina Salona, già colonia greca e popolosa città romana seconda per grandezza nella Roma imperiale, per sfuggire alle incursioni degli Avari e degli Slavi, si rifugiano fra le mura del palazzo, fondando così la città di Spalatum. Forse il nome odierno della nuova città-palazzo deriva proprio dal latino palatium. Si susseguono i vari domini sulla città. Fa parte dell’Impero romano d’Oriente, all’interno del quale la città riesce a conservare una certa autonomia. Segue un breve capitolo del Regno Croato, diventato presto Regno Magiaro-Croato, nel contesto del quale la città mantiene l’autonomia comunale, ha pochi anni d’indipendenza, quindi fa parte per oltre quattro secoli dei domini della Repubblica di Venezia, che le lascia in eredità numerose vestigia. Dal crollo della Serenissima nel 1797 è all’interno del Regno d’Italia di Napoleone ed, infine, dal 1814 è governata dell’Impero Asburgico. L’Impero Ottomano invece non è mai riuscito a conquistarla. Durante il dominio della Casa di Vienna ed, in particolare dal 1848, cresce la diffidenza austriaca verso la componente italiana della popolazione della città vista come pericolo per l’integrità dell’Impero. Per questo motivo il Governo austriaco favorisce il formarsi della coscienza nazionale croata, l’apertura di scuole
in lingua croata, la chiusura di quelle italiane, il che unito all’affermarsi dei partiti croati porterà alla rapida diminuzione della componente italiana. L’influenza latina, dalmatoromana, veneta ed italiana persiste nei secoli grazie agli scambi commerciali. È forte l’influsso del mondo veneziano che tra l’altro comporterà il graduale passaggio dal dalmatico, dialetto romanzo neolatino, al veneto divenuto lingua franca del Mediterraneo orientale. Accanto ad un costante aumento della componente croata, la comunità italiana accresce anche grazie alle immigrazioni dalla penisola. Fino al periodo austriaco la situazione linguistica di Spalato è molto complessa e si divide per nazionalità e per classi sociali. Lingua ufficiale e della cultura è l’italiano, sostituito dal croato appena nel 1912 ed è utilizzato dall’aristocrazia e dall’alta borghesia, mentre la piccola borghesia e gli artigiani si esprimono prevalentemente in dialetto veneto. La popolazione croata è sostanzialmente bilingue, utilizzando il ciacavo, variante dialettale del croato, nell’ambito familiare e del piccolo commercio, ed il dialetto veneto (o l’italiano, a seconda del grado di istruzione) come lingua franca di comunicazione. A dispetto delle vicende storiche, nella città sopravvive ancor oggi una piccola ma radicata minoranza autoctona italiana che dai primi anni novanta si è costituita in Comunità degli Italiani. In città opera una sede della Dante Alighieri, molto attiva in ambito culturale, ed è istituito il Centro di Ricerche Culturali Dalmate tutelato dalla Regione Veneto che nel settembre del
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2009 inaugurerà il Liceo Informatico Linguistico Leo nardo da Vinci, con l’insegnamento anche in lingua italiana. Spalato è sede di un Consolato Italiano molto attivo nella tutela e valorizzazione della cultura e del patrimonio latino, veneto e italiano del territorio. Il Palazzo di Diocleziano e molti altri monumenti d’epoca romana e successive sono giunti intatti fino ai giorni nostri, come il peristilio, la porta Aurea, il tempio di Kybele e quello di Venere, la Chiesa di San Teodoro, quella di San Martino, numerosi palazzi nobiliari rinascimentali e palazzi pubblici costruiti in stile
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veneto. All’interno del Palazzo si trova la Cattedrale con il suo celebre campanile, costruito nel corso di 300 anni ed alto 60 m. Il Duomo, originariamente mausoleo dell’imperatore Diocleziano consacrato in chiesa nel VII secolo, deve il suo nome a San Doimo, protettore della città, che si celebra il 7 maggio. Le gallerie, situate sul lato conservato del Palazzo, ospitano numerose manifestazioni culturali, come le Serate di Diocleziano e vari festival di musica classica e sono la fedelissima copia del sovrastante appartamento imperiale, radicalmente trasformato nel corso dei seco-
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li. Nel pieno centro della città vi sono le terme con la propria fonte delle acque sulfuree curative utilizzate dallo stesso Diocleziano. Nella parte settentrionale del palazzo avevano i propri aqquartieramenti il personale e l’esercito, mentre la parte meridionale era riservata all’Imperatore. Era fornito di acquedotto che portava l’acqua dal fiume Giadro, in uso ancor’oggi. Nel palazzo funzionava anche una fabbrica di lana. Nel 480 qui venne assassinato l’ultimo Imperatore romano d’Occidente, Giulio Nepote. Il palazzo tardo antico è il più grande e meglio conservato nel mondo, dal 1979 parte del patrimonio mondiale dell’umanità dell’Unesco ed è l’unico edificio del suo genere ancora abitato, da ben 1700 anni. Il periodo d’oro della città inizia nel momento in cui la Serenissima, su spinta dell’ebreo spagnolo convertito al cristianesimo Daniele Rodriguez, fonda nel 1583 il Lazzaretto, e diventa scalo merci da e per l’Oriente, e tale rimane finché non passa sotto il dominio asburgico agli inizi dell’800. A Spalato sono legate molte personalità che si sono distinte nell’arco della storia. Ricordiamo alcuni di loro: Tommaso Arcidiacono (XIII sec., storico), Marco Marulo (XV sec. poeta ed umanista), arcivescovi Marc’Antonio de’Dominis e Stefano Cosmi (fondatore del Seminario – Ginnasio nel quale studieranno anche Niccolò Tommaseo, Ugo Foscolo, Francesco Carrara, Ivo Sanader), Francesco de’Suppè Demelli (XIX sec., compositore), Francesco Carrara (XIX sec., archeolo-
go), Francesco Lanza di Casalanza (XIX sec., medico, filosofo, podestà), Antonio Bajamonti (XIX sec., l’ultimo podestà italiano di Spalato), Giorgio Politeo (XIX sec., filosofo e pedagogo), Ercolano Salvi (XIX-XX sec., Senatore del Regno d’Italia), Lino Maupas (XIX-XX sec., venerabile), Giuseppe Lallich (XIX-XX sec., pittore), Francesco Rismondo (XIX-XX sec., Md’OVM), Antonio Tacconi (XX sec., Senatore del Regno d’Italia) Louis Cukela (XX sec., combattente della Grande guerra, pluridecorato da vari stati), Enzo Bettiza (scrittore), Ivo Sanader (primo ministro dell’odierna Croazia). La città è collegata oggi con il resto del mondo da un aeroporto. Dal porto si raggiungono le isole dalmate ed altre principali città come Ragusa, Zara, Fiume, Ancona e Pescara, quest’ultime due gemellate con la città. Dal 2005 Spalato è collegata con la rete autostradale croata. La zona è conosciuta anche per l’ottima offerta gastronomica della tipica cucina dalmata, leggera e genuina a base di pesce alla griglia o in brudetto, piovra sotto la campana, ma anche la mitica pastizada (carne) dalmata, il prosciutto crudo, l’agnello ed il rinomato e raro formaggio di Brazza, i croccanti crostoli dalmati, le fritule, la rosada ed il paradisetto, dolci tipici della zona, accompagnati dal prosecco, nome locale del passito vin santo. Famosi anche la grappa aromatizzata alle erbe, l’olio d’oliva di varie isole ed il miele di Solta, che andava spedito, secondo la storia, alla tavola di Napoleone.
Nella pagina precedente: i resti delle mura orientali. Il Decumano immette alla Porta Argentea e divide il palazzo in parte meridionale, legata all’imperatore ed in quella settentrionale riservata agli alloggi dei pretoriani. Sotto: il porto di Spalato visto dal campanile di San Doimo. In basso le mura meridionali con una serie di arcate della galleria o Criptoportico, che fungeva da passeggiata imperiale. Più in alto la capitaneria del porto.
Porto di Spalato con il monte Mariano sullo sfondo. Tra le case il Torrione del Castello veneziano, costruito tra il 1420 ed il 1481 per volontà del conte Marco Bondulmier con funzione di difesa contro i turchi. Il leone marciano nimbato andante del 1450-53 murato sul torrione è stato distrutto nel 1943. Sotto: la Chiesa ed il monastero di San Domenico, fondato nel 1245. Sullo sfondo la parte orientale della città . Nella pagina seguente: veduta del campanile romanico-gotico di San Doimo.
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La sfinge pilotica del XV secolo a.C. all’entrata nel mausoleo di Diocleziano, oggi la Chiesa di San Doimo. Sullo sfondo il palazzo Grisogono-Cipci. Nella pagina precedente: Protiro racchiude la parte meridionale del Peristilio e fungeva da entrata nel quartiere imperiale. Un portico con quattro colonne di granito con sopra un frontone, sopra il quale una volta vi era la statua di una quadriga.
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Madeira dell’Adriatico
Lesina In greco antico Pharos, in latino Pharia, in italiano Lesina, in veneto Liesena in dialetto croato locale Hvor o For. Faro di San Giorgio di Lesina situato sulla punta estrema della parte orientale dell’isola.
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L
esina è una delle isole più significative della Dalmazia centrale. È circondata dalle isole di Brazza, Torcola, Lissa e dall’arcipelago delle Spalmadori. Con i suoi 72 km di lunghezza ed una larghezza massima di 10,5 km è la seconda isola della Dalmazia centrale. Ha una superficie di circa 300 km2, uno sviluppo costiero di 254,2 km, un’altitudine massima di 628 m (il San Nicola) e conta 11.500 abitanti (dal censimento del 2001). Grazie ad un clima mite, con 2715 ore di sole all’anno e ad una ricca vegetazione mediterranea di palme, agavi, alloro, rosmarino, lavanda e salvia, Lesina è diventata un’ambìta meta turistica. I centri principali dell’isola sono Lèsina città (Hvar), Gelsa (Jelsa), Cittavecchia (Stari Grad), Verbosca (Vrboska) e San Giorgio (Sućuraj). Dal punto di vista amministrativo l’isola appartiene alla regione spalatino-dalmata. La città di Lesina è Sede dell’Arcidiocesi di Lesina, Brazza e Lissa. L’isola di Lesina ha una storia antica: abitata già nel 6000 a.C., tra il 3500 ed il 2500 a.C. diventa un centro d’artigianato e commercio, famosa per le sue ceramiche che spiccano per le decorazioni vivaci e gli ornamenti mediterranei. Risalgono a quest’epoca i ritrovamenti rupestri nella Grotta di Marco e in quella di Grabac, dove è stata rinvenuta la più antica raffigurazione di nave in Europa. La località di “Purkin kuk” è famosa per i megaliti. L’isola sarà abitata prima dagli Illiri poi colonizzata dai greci nel IV secolo a.C.. Saranno i greci dell’isola di Paros che nel 385, nel quarto anno dopo i 98.esimi Giochi olimpici, sul sito
dell’odierna Cittavecchia, su invito di Dionigi di Siracusa a fondare l’antica Pharos, l’unica colonia ionica nell’Adriatico. Non è da escludere la presenza di altri insediamenti greci sull’isola, specialmente sul posto dove sorge oggi Lesina città, che potrebbe aver dato luogo all’antica Dimos greco-illirica. Poco dopo il crollo di Siracusa, l’isola è inclusa nel dominio romano e dal 219 a.C. cambia nome in Pharia. In seguito allo sfascio dell’Impero romano d’Occidente, Lesina fa parte dei possedimenti dell’Impero d’Oriente. In questo periodo accresce la popolazione e si costruiscono numerose ville rustiche sull’agro storico e nelle parti orientali dell’isola. All’arrivo delle popolazioni slave, l’isola appartiene al Ducato di Narenta e cambia significativamente la composizione della popolazione. Segue il periodo del dominio croato di Pietro Crescimiro IV, poi quello dell’Impero romano d’Oriente, del Regno croato-ungherese. Nel 1331 il comune di Lesina, per mettere fine alle incursioni dei pirati di Almissa, chiede protezione al Leone di San Marco e dal 1420 entra a far parte della Serenissima a tutti gli effetti. Per quattro secoli Lesina sarà il prinicipale porto veneziano sulla costa orientale dell’Adriatico, conoscerà il periodo d’oro del proprio sviluppo, diventando uno dei centri della letteratura rinascimentale dalmata e costituirà uno dei quattro cenacoli letterari ai quali si formeranno numerosi intellettuali, poeti, scrittori, teologi e storici. Inoltre, fino alla comparsa delle navi a vapore, l’isola vanterà una propria flotta commerciale. In quel periodo sull’isola avranno sede i consolati di
Le bugne, costruzioni campestri in pietra a secco, abbondano in tutta la Dalmazia isolare e continentale. Nella pagina precedente: il paesaggio ancora intatto nei dintorni di San Giorgio. Sullo sfondo il monte Biokovo. Sotto: panorama visto da Lesina.
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Panoramica verso Gelsa. Il terreno carsico è ricoperto dalla fitta vegetazione mediterranea. Sullo sfondo l’isola della Brazza. Nella pagina seguente: la cattedrale di Santo Stefano, eretta nella città di Lesina tra il Cinque e il Settecento con l’elegante campanile cinquecentesco.
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Grecia, Panama, Stato della Chiesa e Regno di Napoli. Nel 1797, al crollo della Serenissima, entra a fa parte dell’Impero asburgico, nel 1806 viene inglobata nel Regno d’Italia di Napoleone e dal 1814 torna sotto la supremazia austriaca. Con il disfascimento dell’Impero austro-ungarico l’isola entra a far parte del Regno di Jugoslavia. Tali cambiamenti la condurranno ad una profonda crisi economica per cui l’isola si spopola con le emigrazioni verso le terre d’oltremare. Nel 1941 passa allo Stato nazionalista croato, dopo il 1945 farà parte della Jugoslavia e pi ancora, nel 1992, dello Stato indipendente di Croazia. Le genti venete vissero soprattutto nel capoluogo e a Cittavecchia. Una piccola minoranza si stabilì a Gelsa e ancora nel periodo asburgico la popolazione di lingua italiana costituiva la maggioranza nelle città di Lesina e Cittavecchia. Negli anni che seguirono la Grande Guerra, molta gente lasciò Lesina per destinazioni economicamente più ricche e con una forte identità italiana: Zara, le province giuliane, Fiume oppure la vicina Lagosta, unica tra le isole dalmate assegnata all’Italia dal Trattato di Rapallo. Si stemperano così le tradizione di lingua e cultura italiane soppiantate dai nuovi arrivi soprattutto di slavi dal continente o da altre isola. Ma qualche anno fa su Lesina è stata fondata una Comunità Italiana, voluta dai pochi connazionali autoctoni e da chi vanta nella prpria vicenda familiare anche radici italiane. L’isola ha dato all’Italia nel XIX secolo tre patrioti:
Francesco Boglich-Perasti, Felice Baylon e Luigi Machiedo. Nel 1879 combattivo rappresentate degli Italiani locali è Giovanni Botteri podestà e deputato di Cittavecchia, amico e collaboratore dell’ultimo podestà italiano di Spalato, Antonio Bajamonti. E poi Demetrio di Faro, leader degli illiri dell’epoca romana, il petrarchista dalmata Paolo Paladini che scrive il suo “Canzoniere” nel 1496, Michele Pellegrini, un altro petrarchista, Gian Francesco Biondi (1574 Lèsina - 1644 Aubonne, Berna, Svizzera), autore del primo romanzo italiano e Giovanni Soglian, provveditore agli studi nel periodo 1940-1943, fucilato nel 1943 a Spalato dai partigiani comunisti. Originario di Cittavecchia è don Simeone Gliubich, autore del Dizionario biografico degli uomini illustri della Dalmazia. Nel centro della piazza principale di Lesina città si trova la tipica vera da pozzo veneziana del 1529, restaurata nel 1780 e nel 1830. Sul lato settentrionale della piazza domina l’antico Arsenale, splendido esempio d’architettura dell’epoca, attivo già nel 1311 per soddisfare la necessità dei veneziani di disporre di un luogo adatto per la riparazione delle navi in mezzo all’Adriatico. Nel 1600 l’Arsenale conta trenta galere che stazionano a Lesina, la più importante base navale veneziana sull’Adriatico orientale e scalo per tutte le navi in transito per e da Levante. Sulla facciata posteriore dell’Arsenale, sopra la porta, spicca un leone con lo stemma del castello di Lesina, probabilmente opera di Gian Girolamo Sanmicheli. Nel 1612 Pietro Semitecolo, conte di Lesina fa rialzare di un piano
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La loggia rinascimentale di Gian Girolamo Sanmichieli con la torre dell’orologio del 1564. Nella pagina seguente: due grandi leoni marciani, provenienti dal Palazzo del Conte, murati sul fianco occidentale della Loggia. In fondo alla piazza di Santo Stefano, affacciato al mare, il monumentale arsenale veneto terminato nel 1611. Dal 1612 è stato annesso il più antico teatro comunale d’Europa.
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l’Arsenale e lo adatta alla funzione di teatro, creando così una delle prime sale teatrali comunali d’Europa, in uso fino al 1796. Nel 1455 i veneziani avevano iniziato la costruzione del porto per dare ricovero durante l’inverno alla propria flotta nell’Adriatico orientale. Sul lato nord orientale della piazza si trova la Torre dell’Orologio, costruita nel 1466 in stile tardo gotico, mentre accanto alla Torre vi è la Loggia civica, con sette arcate, costruita nel 1479 sul luogo di un’antica loggia e ricostruita tra il 1540 ed il 1550 da Sanmicheli in stile rinascimentale veneziano. Sarà restaurata ancora una volta nel 1906 da Simeone Marchi, maestro locale, che trasferisce i due grandi leoni marciani, dal demolito Palazzo del Conte, nel fianco occidentale della loggia. Altri palazzi importanti a Lesina città sono il Palazzo Gazzari (XVI secolo), l’incompiuto Palazzo degli Ettoreo (XV secolo), il Palazzo Paladini (XV secolo), il Palazzo Giaxa (1475) e, tra le numerose chiesette, la Cattedrale di San Stefano, santo protettore della città. Nel centro dell’isola si possono ammirare i resti di
numerose costruzioni illiriche e greche, tra le quali la più significativa è la fortificazione di Tor, risalente al IV – III secolo a.C. realizzata con grandi blocchi di pietra. A Civitavecchia, l’antica Pharos greca, una delle più belle costruzioni è senz’altro il sontuoso Palazzo Ettoreo, che il nobile umanista Pietro Ettoreo fa costruire sui propri disegni tra il 1520 ed il 1596. Sull’isola sorgono tantissime chiese, alcune conservano opere di importanti maestri veneziani quali Tintoretto, Veronese, Bellini ed altri. Nella bella stagione su Lesina fiorisce la lavanda che assume rilevanza economica per l’isola accanto alle altre colture agricole mediterranee e alla pesca. Ma lo sviluppo economico odierno poggia principalmente sul turismo. Importante anche la produzione del vino in parte su un terreno sabbioso che non fu interessato dalla filossera nell’800. I vitigni sulla parte meridionale dell’isola sono famosi per la varietà nota col nome di Plavac Mali, col quale si produce un vino rosso, mentre le zone centrali sono celebri per i vini bianchi.
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Una tipica e stretta calle di Lesina con una scalinata. Nella pagina precedente: sopra, la tipica vera da pozzo veneziana del 1529. Sotto, leone marciano “in molecaâ€? del 1475 tra due scudi gentilizi, su una vera da pozzo ottagonale a Lesina cittĂ .
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Il bastione centrale, una delle quattro forti del castello di Lesina, noto anche come Cittadella, “Fortizza” o Forte spagnolo. Poco al di sotto della cornice superiore, un leone marciano scolpito intorno al 1551. Nella pagina seguente: Scorcio sulla riva di Lesina dalla “Fortizza”.
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Panoramica dal Castello sulla baia, sullo sfondo l’Arcipelago delle isole Spalmadori.
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Il campanile di San Marco eretto nel 1550. Sullo sfondo la Chiesa di Santo Stefano.
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Il trafficato porto della città visto dal Forte Spagnolo. Sullo sfondo l’Arcipelago delle Spalmadori.
Panoramica della cittĂ sul porto.
Nella pagina seguente: scorcio sul porto, a destra il Campanile di San Marco.
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Le mura della cittĂ e il campanile di San Marco. Nella pagina precedente: una delle cinque porte sulle mura del Forte Spagnolo.
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Le mura merlate erette nel 1278 e la Cittadella eretta sui resti di un antico castelliere illirico.
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Uno scorcio sulla riva di Lesina. A sinistra l’Arsenale veneto e il campanile di San Marco in primo piano.
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Le bellissime insenature nascoste, il mare cristallino, i profumi di erbe aromatiche e il canto di cicale garantiscono la quiete e il riposo completo, lontano dai rumori della vita moderna.
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Faro sull’isolotto Pocogni Dol a due chilometri dalla città di Lesina.
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Korkyra Melaina
Curzola “Patria di Marco Polo”, è un’isola a misura d’uomo dalla bellezza selvaggia.
Panoramica dell’isola di Curzola dal mare.
L
a Storia di quest’isola coincide inizialmente con quella degli antichi illiri che popolano l’intera Dalmazia e i territori continentali fino alla Drina ed alla Sava. Il primo scritto ritrovato a Curzola è denominato Stele di Lumbarda, un frammento di lapide greca del IV sec. a. C. scoperta durante gli scavi del 1887 presso l’antico convento di S. Giovanni a Lumbarda, nei dintorni della città, che testimonia l’esistenza di un importante insediamento di mercanti greci.
Il nome più antico dell’isola è Korkyra Melaina, e poi in latino Korcira Nigra, che i naviganti le diedero perché appariva di colore scuro per la sua ricca vegetazione boschiva. I primi insediamenti Greci risalgono almeno al III sec. a. C. e sono seguiti da quelli, ben più corposi, dei Romani che imposero il loro dominio su tutta la Dalmazia, a prezzo di dure lotte con le tribù ed i principi il
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lirici: le guerre illiriche e dalmatiche che ebbero luogo nei due secoli che precedono la venuta di Cristo. Alla fine l’intero popolo illirico, in particolare quello della costa e delle isole, accetta la superiore cultura romana fino a diventarne un fiero difensore. Curzola entra a far parte del Regno latino di Dalmazia e resta per vari secoli in bilico tra il mondo latino e quello greco, che ha il soppravvento dopo la fine dell’Impero d’Occidente e che protegge l’isola dalle invasioni dei barbari. Dopo il VII d.C.,quando gli avari e gli slavi consolidano la loro presenza nei territorio continentale dei balcani e di parte della Dalmazia, le popolazioni croate dei narentani iniziano ad insediarsi anche a Curzola ed in alcune isole vicine della Dalmazia che mantengono la loro prevalente natura illirico-romana. Il pericolo
Curzola
islamico costituisce un elemento determinante per la nascita del secondo e medievale Regno di Dalmazia in cui le vari popolazioni slave si integrano con quelle di cultura latina, grazie alla saggia politica della Serenissima di Venezia che favorisce questo processo di aggregazione che da’ ottimi risultati genetici:la popolazione dalmata, per quanto riguarda l’aspetto fisico, è considerata tra le più belle del Mediterraneo. Nell’Isola ancor oggi si celebra con una danza guerriera dell’alleanza delle popolazioni curzolane con Venezia che la salvaguardano dall’invasione islamica. Dopo l’anno 1000, Venezia protegge Curzola e le altre isole dalmate dalle scorrerie delle flottiglie saracene, turche ed islamiche e dall’invasione del Regno d’Ungheria che abbandonerà l’intera Dalmazia appena nel 1409 dopo essersi insidiato anche a Curzola senza lasciare però segni duraturi negli usi e costumi isolani. Per ben quattro volte l’Isola di Curzola firmerà quattro distinti Atti di Dedizione a Venezia, perché la Serenissima non riuscirà prima del XIV sec. a proteggere l’Isola dagli sconvolgimenti politici del tempo. La più lunga e l’ultima presenza veneziana, dal 1420 al 1797, imprime a Curzola, la cultura, signorilità ed intraprendenza veneta e segna il carattere della popolazione che in gran parte si conserva ancor oggi. Geograficamente l’isola si estende con il suo asse maggiore da Ovest verso Est per una lunghezza di 50Km e la sua larghezza varia tra 5 e 8 Km. La città di Curzola si trova all’estremo est, dirim-
petto alla penisola di Sabbioncello e ad un monte alto quasi 1000 m che la pone al riparo dai venti di levante conferendole un clima mite per tutto l’anno. Una strada percorre in senso longitudinale l’intera isola collegando la città con i centri minori. Tutta l’isola è coperta da una lussureggiante vegetazione, da boschi di pini e pinastri, lecci e mirti, ginepri e corbezzoli. Le spiagge sono numerose, di diversa conformazione e di rara bellezza. L’isola è a misura d’uomo ed in qualunque parte ci si trovi non manca mai un panorama di natura incontaminata. Curzola offre al visitare molti splenditi edifici, frutto di una antica e originale architettura veneta. Tra questi la piazza antistante la cattedrale che costituiva un tempo il centro della città, posizionata nel lato sud della piazza. Risale al XIV secolo ed era originariamente costituita da tre navate con il campanile innestato su quella di sinistra, opera dell’italiano Correr, mentre i dei curzolani Marco Andrich e Marco Milich-Pavlovich aggiunsero sul fianco sinistro una quarta navata dedicata a san Rocco, con un pregevole altare barocco. La facciata della cattedrale, come tutto il complesso, riflette stili diversi che vanno da quello pugliese al gotico fiorito e al primo rinascimento. Il campanile risale al XII-XIV secolo per la parte inferiore che è molto semplice ma guadagnando altezza diventa sempre pin ricco ed ornato. Fu ultimato nel XV secole e vi lavorarono Marco Andrich, Rateo Braicovich e Rateo Ivancich. Nella cappella dell’altare settentrionale
Le mura di Curzola e le fortificazioni viste dal mare.
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Uno dei bastioni del sistema difensivo di Curzola.
La porta centrale fortificata che immette nel centro abitato. Nella pagina seguente: leoni con il libro aperto caratteristici in tempo di pace.
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Curzola
si vedono tre quadri del pittore veneziano Carlo Ridolfi, risalenti al l642. Alle spalle dello altare si ammira una grande pala del Tintoretto. Nell’absi de della navata meridionale si trova la più bella icona di Curzola, la Madonna di Badia del XIII secolo e una grande Annunciazione del Tintoretto. Di notevole valore architettonico il palazzo Ismaelis con il suo armonioso cortile rinascimentale dove si possono ammirare il pozzo, la scalinata e belle balconate disposte su due piani. Poco lontano troviamo palazzo Arneri con i bei potali al piano terreno ed al primo piano. Nel cortile in stile rinascimentale barocco vi è posta la cisterna con lo stemma di famiglia ed in una nicchia nel muro della facciata si trova il busto del generale veneziano Ugo Foscolo al quale in altro sito è dedicato anche un arco di trionfo. La scalinata che porta al piano superiore conferisce particolare fascino a ,questo cortile. Di notevole pregio le opere conservate nel bel palazzo che ospita il museo cittadino dove si possono vedere cimeli della storia cittadina. Fra tutti merita citare il calco dello Psefisma di Lumbarda. Una vista ai camminamenti delle mura e dei bastioni ci riporta a tempi molto antichi quando Curzola ricopriva una posizione di primo piano del sistema difensivo veneziano. Presso l’isola si svolse anche la nota battaglia di Curzola tra genovesi e veneziani l’8 settembre 1298 in cui Marco Polo rimase prigioniero dei genovesi. Nelle vicinanze della cattedrale di San Marco evangelista, si può visitare quella che viene fatta passare per la casa natale di Marco Polo.
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Antica chiesetta posta all’interno del centro abitato dell’isola. Nella pagina seguente: calle con gradoni che unisce il centro difensivo con la riva.
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Il Duomo di Curzola.
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Il portale principale del Duomo.
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Uno dei bastioni con i cannoni veneziani.
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Renzo de’Vidovich
Sorella e concorrente di Venezia
Ragusa Vicina a Venezia con il cuore ma commercialmente da sempre da essa divisa.
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Ragusa
L
a città di Ragusa sorge su un’isola con alte scogliere rocciose quando la città illirico-greco- romana di Epidauro viene distrutta da un maremoto definito in termini attuali una “zunami dell’Adriatico”. Vengono costruite delle possenti mura ed un castello, pervenuti intatti fino ai nostri giorni, perché non sono mai stati espugnati. La storia di Ragusa è simile a quella della Serenissima. Entra nell’Impero romano d’Oriente e la popolazione è dedita soprattutto alle attività marinare, armatoriali e commerciali grazie alle quali la città acquista sempre maggior importanza. Parallelamente a quanto avviene per Venezia, Ragusa vede allentare i propri rapporti con Costantinopoli e trova difficoltà nel contrastare le scorrerie dei pirati
narentani, per cui chiede il supporto di Venezia. La vita di questa città dipende da un abile equilibrio tra tre potenze che gravitano in quella zona: l’Impero d’Oriente, la Serenissima e l’Impero ottomano. L’abilità della diplomazia ragusea, i grandi mezzi finanziari di cui riesce a disporre, una flotta di prim’ordine, una moneta accettata da tutti i paesi del Mediterraneo e l’inespugnabilità delle proprie mura sono elementi che consentono a Ragusa di prosperare per molti secoli. Dopo la caduta dell’Impero romano d’Occidente diventa una repubblica indipendente con uno stemma dove campeggia la scritta Libertas. Il cuore è vicino a Venezia con la quale però è in attrito per ragioni di concorrenza commerciale, le leggi adottate sono quel-
Il porto di Ragusa.
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Ragusa
le dell’Impero romano d’Oriente considerato in Dalmazia il continuatore dell’Impero Romano d’Occidente, i mezzi finanziari provengono dai privilegi concessi dall’Impero ottomano che non riuscirà mai a privare la fiera Repubblica ragusea della libertà, dell’autonomia e dell’indipendenza. Per dividere i possedimenti dalmati di Venezia da quelli della Repubblica di Ragusa, l’Impero ottomano arriverà a costituire una striscia di pochi chilometri che oggi si chiamerebbe “zona cuscinetto”, tra i due confini per evitare i continui contrasti e zuffe tra i mercanti veneziani e raguesi. Questa striscia esiste ancor’oggi e crea non pochi problemi alla Dalmazia croata: per andare da Spalato a Ragusa è necessario attraversare un tratto di costa larga non più di tredici chilometri che sbocca nel porticciolo di Neum che è passato dall’Impero ottomano alla sovranità dell’attuale Bosnia Erzegovina, interrompendo la continuità territoriale della Dalmazia. E’ noto che, quando si è posto il problema di allungare l’ autostrada da Spalato a Ragusa, il Governo croato ha dovuto stanziare una somma cospicua per costituire un ponte tra la terraferma e la vicina penisola di Sabbioncello (Peljsak) suscitando le ire della Bosnia che teme che il ponte ostacoli l’entrate delle navi nel suo porto di Neum. La sottomissione ai turchi dei territori balcanici alle spalle di Ragusa, (gli attuali Bosnia Erzegovina, Montenegro e Serbia), inducono molte popolazioni slave a cercare riparo in Dalmazia e Ragusa concede ad un gruppo numeroso di fuggiaschi di soggiornare e vivere
nel bosco di querce (nell’antica lingua slava chiamato Dubrovo), con facoltà di entrare in città solo di giorno per espletare i lavori più umili. Non è chiaro se questa popolazione sia stato denominata Dubroni ed abbia dato il suo nome dal quarceto dove si era sistemata o abbia assunto il nome perché abitava dal querceto. Certo è che il Regno di Jugoslavia, sorto dopo la prima guerra mondiale, modifica il nome di Ragusa in Dubrovnik e tutt’ora vi è un inspiegabile divieto di chiamare questa città con il suo millenario nome Con il passare del tempo vengono ammessi in città molti dubroni e si celebrano non pochi matrimoni misti, ma la Repubblica di Ragusa inizialmente parla il Dalmatico un lingua illirico-romanza e fa propria la lingua italiana. Appena nel 1500 vi è traccia di un dialetto slavo-latino come è documentato dalla pubblicazione a Venezia, sempre molto liberale e comprensiva con la cultura slava, di alcuni libri ragusei scritti in linguaggio dalmattino. Ritornando ai rapporti Ragusa-Venezia, va ricordato che il 13 gennaio 1232 Ragusa sottoscrive solennemente l’Atto di Dedizione alla Serenissima ed un conte ed un arcivescovo veneziani stazionano nella città di San Biagio fino al 1358. Il XV e XVI sono secoli d’oro per Ragusa: funziona una zecca che conia monete di grande prestigio e diffusione a livello internazionale e, dopo la caduta dell’impero romano d’Oriente, pur dovendosi difendere dai turchi si ingrandisce, abbellendo i palazzi che hanno caratteristiche architettoniche molto simili ai palazzi veneziani, ospita molti fuggiaschi da
L’entrata a Gravosa, il porto moderno di Ragusa. Nella pagina precedente: una delle due porte che immette nello Stradun.
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Ragusa
Torre Menze, la più elevata del sistema difensivo. Nella pagina seguente: portale della chiesa dei Domenicani.
Costantinopoli, che apportano cultura ed esperienza politica e le navi ragusee, con il consenso degli spagnoli, arrivano fino alle Antille e alle Indie. Nel XVII secolo la città è invece colpita da incendi, terremoti, maremoti e pestilenze che decimano la popolazione e distruggono molte opere d’arte. Alcuni storici sostengono che un terremoto abbia spaccato letteralmente in due la rocca, creando una fenditura che i ragusei avrebbero colmano e utilizzato per allargare la splendido stradone principale ancor’oggi chiamato “stradun”. Regnanti di mezza Europa insieme al Papa ed al Doge, si adoperano affinché i tesori architettonici non
vadano dispersi e per difendere la città dall’invasione delle popolazioni slave confinanti. Ragusa deve difendersi anche dagli attacchi dei turchi e Venezia corre in aiuto della città consorella inviando il generale Cornaro che riesce a difenderla e salvarla. Sembra strano che il destino delle due città più potenti dell’Adriatico, spesso in concorrenza tra di loro, siano cosi simili: quando inizia la decadenza della Serenissima inizia anche quella della Repubblica di Ragusa e quanto nel 1797 cade definitivamente Venezia inizia anche la fine della Repubblica di San Biagio, decretata poco dopo dai francesi nel 1808.
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Chiesa di San Salvatore.
L’antico porto della repubblica marinara protetto dai bastioni e chiuso, all’ingresso, da una pesante catena.
Cannoni ragusei a difesa dell’entrata del porto.
Le torri nella panoramica della mura.
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La torre Menze ed uno scorcio delle possenti mura.
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Il bastione che protegge l’entrata al porto.
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Panoramica dai bastioni difensivi di Ragusa.
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Palazzo Sponza nello Stradun. Nella pagina seguente: Portale della chiesa di San Francesco nello Stradun.
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Panoramica dai bastioni difensivi di Ragusa.
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Gemellaggio con Regione Istriana: incontri culturali tra scuole dell’Istria e del Veneto
Regione Istriana (Croazia)
Gemellaggio tra il Comune di Motta di Livenza e quello di Cherso (Croazia)
Comune di Motta di Livenza (Treviso)
Gemellaggio tra il Comune di Carbonera e quello di Pago (Croazia)
Comune di Carbonera (Treviso)
PROGETTI ANNO 1998 INTERVENTI
BENEFICIARI
Ricerca storico – araldica sugli stemmi dei potestà veneti e famiglie nobili di Capodistria” (terza fase)
Centro di Ricerche Storiche di Rovigno (Croazia)
Ricerca archivistico - fotografica sulle opere storico - architettonico - urbanistiche di epoca veneta nelle cittadine istriane (terza fase)
Centro Ricerche Storiche di Rovigno (Croazia)
Pubblicazione degli atti di due Convegni su “L’area altoadriatica dal riformismo veneziano all’età napoleonica”.
Istituto per le Ricerche di Storia Sociale e Religiosa di Vicenza
Pubblicazione degli atti del Convegno “Sistemi di potere e poteri delle istituzioni”
Società Storica del Litorale di Capodistria (Slovenia)
Congresso internazionale di studi sulla storia del litorale adriatico dal titolo “L’Istria e la Dalmazia nel XIX secolo” e stampa atti
Dipartimento di Storia dell’Università di Padova
Pubblicazione del libro “La migrazione giuliano dalmata nel Veneto - Conseguenze sociali ed economiche”
Associazione Venezia Giulia e Dalmazia Comitato di Venezia
Completamento e pubblicazione della ricerca “Rocche e castelli in Istria dal Medioevo alla caduta della Repubblica Veneta”
Associazione Culturale Alcione di Marghera - Venezia
Ripubblicazione dell’opera “La Dalmazia nell’Arte Italiana Venti Secoli di Civiltà” di A. Dudan
Gemellaggio tra il Comune di Arcugnano e quello di Dignano (Croazia)
Comune di Arcugnano (Vicenza)
PROGETTI ANNO 1999 INTERVENTI
BENEFICIARI
Acquisto materiale per il completamento dell’impianto di traduzione simultanea
Comunità degli Italiani di Fiume (Croazia)
Realizzazione di corsi di lingua italiana
Comunità degli Italiani di Zara (Croazia)
Realizzazione dello spettacolo teatrale “Un bel dì vedremo, ovvero la storia della Butterfly di Puccini” del fiorentino Ruggero Rimini
Compagnia teatrale del Dramma Italiano di Fiume (Croazia)
Restauro delle strutture interne del Duomo di Pinguente
Parrocchia di Pinguente (Croazia)
Ricostruzione della vera da pozzo della Piazza Grande di Veglia
Città di Veglia (Croazia)
Restauro delle pitture murali nella chiesa di S. Rocco a Sovignacco
Città di Pinguente (Croazia)
Restauro di tre dipinti di scuola veneta del Museo Civico della Città di Rovigno
Museo Civico della Città di Rovigno (Croazia) Città di Rovigno (Croazia)
Restauro della sala del Consiglio Cittadino del palazzo pretorio di Rovigno e del suo affresco cinquecentesco
PROGETTI ANNO 2000 INTERVENTI
BENEFICIARI
Traduzione dal tedesco e pubblicazione de “Il Dalmatico”
Società Dalmata di Storia patria di Venezia
Acquisto di dotazioni tecniche per l’ufficio della sede della locale Comunità degli Italiani
Comunità degli italiani di Rovigno (Croazia)
Società Dalmata di Storia Patria di Venezia
Acquisto di dotazioni tecniche per l’ufficio e ristrutturazione dell’impianto elettrico
Realizzazione di corsi di lingua italiana e acquisto di libri per la biblioteca
Comunità degli Italiani di Zara (Croazia)
Restauro dell’entrata principale del Castello Morosini-Grimani
Scuola Media Superiore italiana di Rovigno (Croazia) Comunità degli Italiani di Sanvincenti (Croazia)
Realizzazione di corsi di lingua italiana e acquisto di libri
Comunità degli Italiani di Spalato (Croazia)
Realizzazione di corsi di lingua italiana
Comunità degli Italiani di Visignano (Croazia)
Collaborazione con l’Istituto Musicale S. Cecilia di Portogruaro per la realizzazione di incontri, concerti e corsi di perfezionamento musicale per gli allievi
Comunità degli Italiani di Verteneglio (Croazia)
Organizzazione di un concorso riservato agli alunni della scuola dell’obbligo dal titolo: “Gli elementi architettonici di esterni ed interni conservati ancora oggi nella tua città”.
Casa Editrice EDIT (redazione Arcobaleno) di Fiume (Croazia)
Comune di Lussino (Croazia)
Realizzazione di 200 cd e audiocassette per la trasmissione radiofonica “Conte e filastrocche di una volta”
Radio Koper Capodistria (Slovenia)
Restauro del torchio settecentesco situato nella frazione di Neresine Restauro di una tela di Antonio Zanchi e di una tela di Marco Ricci
Museo Civico della Città di Rovigno (Croazia)
Pubblicazione dell’opera “L’altra sponda adriatica: Istria, Dalmazia e Trieste 19181998: storia di una tragedia ignorata”
Francesco Piazza
Pubblicazione di un volume di componimenti poetici in dialetto zaratino di Raffaele Cecconi dal titolo “D… come Dalmata”
Scuola Dalmata dei SS. Giorgio e Trifone di Venezia
Continuazione del gemellaggio con Pago (iniziato nel 1999)
Comune di Carbonera (Treviso)
Realizzazione di corsi di lingua italiana e di attività culturali varie
Società “Dante Alighieri” di Zara (Croazia)
Pubblicazione del volume “La fanciulla con la stella d’oro - Fiabe Istriane”
Università Popolare di Spinea - Venezia
Restauro di sette dipinti della Pinacoteca Istriana
Museo Civico di Rovigno (Croazia)
Pubblicazione del libro “Il patito di S. Marco”
Associazione Culturale “Il Club di Venezia”
Regione Istriana (Croazia)
Pubblicazione del libro “La casa natale nel paese perduto”
Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia Comitato di Treviso
Realizzazione di una serie di incontri bilaterali tra scuole della Regione Veneto e della Regione Istriana
Comunità degli Italiani di Umago (Croazia)
Pubblicazione del libro “Racconti Spalatini” di A. Maria Tiberi
Casa editrice EDIT di Fiume (Croazia)
Realizzazione dell’inventario ed acquisto di arredi e attrezzature per la biblioteca e sala di lettura da allestire nella nuova sede della Comunità
Pubblicazione del catalogo e atlante “Piante e fiori dell’Istria” di Claudio Pericin
Centro di Ricerche Storiche di Rovigno (Croazia)
Realizzazione di cassette e CD per la trasmissione radiofonica “Piccole storie istriane”
Radio Koper Capodistria (Slovenia)
INTERVENTI
BENEFICIARI
Realizzazione di cassette e CD per la trasmissione radiofonica “Poeti, scrittori e artisti della Comunità italiana in Istria”
Radio Koper Capodistria (Slovenia)
Realizzazione della ricerca “Niccolò Tommaseo nei periodici dalmati, istriani e triestini dell’Ottocento e Novecento”.
Dipartimento di lingua e letteratura italiana della facoltà di lettere e filosofia dell’Università di Zara. (Croazia)
Realizzazione di due pubblicazioni: “Città di Carta/Papirnati Grad” e “Martin Muma”
Casa editrice EDIT di Fiume (Croazia)
Ricerca italo-croata “L’influsso della lingua veneziana sui dialetti della Dalmazia, con particolare riguardo per il dialetto della città di Spalato”
Società “Dante Alighieri” di Spalato (Croazia)
Acquisto di arredi espositivi per il Fondo della Famiglia Viskovic Realizzazione di un programma di collaborazione culturale con le città di Capodistria e Pola
Museo Civico di Perasto (Cattaro - Montenegro) Accademia dei Concordi di Rovigo
PROGETTI ANNO 2001
Studio sui portali e porte dell’ambito storico del Comune di Isola
Associazione Culturale e di Ricerca ”Mediterraneum” di Isola (Slovenia)
Pubblicazione dello studio storico “Bassorilievi araldici ed epigrafi di Capodistria”
Fameia Capodistriana di Trieste
Colloquio internazionale sul tema “Viabilità e rotte marittime nell’area veneto-istriana e dalmata in età moderna e contemporanea: l’eredità di Venezia”.
Dipartimento di Studi Storici e Politici dell’Università di Padova
Pubblicazione di una monografia sugli affreschi della Chiesa di San Barnabà a Visinada.
Regione Istriana (Croazia)
Organizzazione del convegno “Santuari, devozioni, e pellegrinaggi in area alto adriatica (sec. XIV-XVIII)”
Istituto per le ricerche di storia sociale e religiosa – Onlus di Vicenza
Pubblicazione del vocabolario del dialetto di Gallesano d’Istria.
Centro di Ricerche Storiche di Rovigno (Croazia)
Pubblicazione e diffusione di due numeri della rivista “Histria Terra” (n. 5 e 6)
Società Istriana di Archeologia e Storia patria di Trieste
Realizzazione della mostra a Venezia “I tesori della Croazia” e stampa del catalogo in lingua italiana e croata
Associazione Venetian Heritage Onlus di Venezia
Acquisto di libri in lingua italiana
Biblioteca civica dell’Università Popolare Aperta di Umago (Croazia)
Corsi di lingua italiana
Comunità degli Italiani di Zara (Croazia)
Acquisto di armadi espositivi per il museo scolastico e realizzazione di un catalogo fotografico dei vecchi mezzi didattici del laboratorio di scienze dell’Istituto.
Ginnasio “Gian Rinaldo Carli” di Capodistria (Slovenia)
Ricerca e pubblicazione “Caterina del Buso – Capodistria attraverso i soprannomi” di Lauro De Carli
Centro culturale “Gian Rinaldo Carli” di Trieste
Organizzazione di un corso di lingua italiana da tenersi a Neresine
Comunità degli Italiani di Lussinpiccolo (Croazia)
Restauro delle tombe Manzin e Manetti del Cimitero monumentale di Zara
Madrinato dalmatico per la conservazione del Cimitero monumentale di Zara (Padova)
Prosecuzione del restauro delle mura orientali del Castello Morosini-Grimani
Comune di Sanvincenti (Croazia)
Restauro di quattro tele della Pinacoteca istriana
Museo Civico di Rovigno (Croazia)
Restauro di alcune statue lignee di Valle Restauro del campanile della chiesa di S. Martino e S. Stefano di Momiano
PROGETTI ANNO 2003 INTERVENTI
BENEFICIARI
Restauro del dipinto settecentesco raffigurante il Castello di Momiano
Città di Buie (Croazia)
Restauro di sei sculture in legno policromo della Pinacoteca del Museo
Museo Civico di Rovigno (Croazia)
Pubblicazione degli atti del convegno scientifico: “I confini militari di Venezia e dell’Austria nell’età moderna. Genesi, struttura ed aspetti militari della difesa territoriale dalle Alpi all’Adriatico”
Comunità degli Italiani “G. Tartini” di Pirano (Slovenia)
Realizzazione di un ampio lavoro di ricerca nel campo dei beni librari ed artistici di origine veneta in Istria e Dalmazia.
Accademia dei Concordi di Rovigo
Realizzazione del programma annuale di lavoro della Società
Società “Dante Alighieri” di Zara (Croazia)
Progetto pluriennale denominato: “Affermazione della lingua e diffusione della cultura italiana”
ALIDA – Associazione Libera Italiani dell’Adriatico di Buie (Croazia) Comune di Cerreto (Croazia)
Regione Istriana (Croazia)
Restauro conservativo della chiesa parrocchiale “Beata Vergine Maria” del Comune di Cerreto
Comunità degli Italiani di Momiano (Croazia)
Restauro e risanamento delle mura cittadine di Montona
Comune di Montona (Croazia)
Restauro di un tratto delle antiche mura occidentali di Veglia
Città di Veglia (Croazia)
Convento francescano di Kamnik (Slovenia)
Realizzazione della guida in italiano “Vieni in Istria”, come frutto di una collaborazione tra scuole istriane.
Regione Istriana (Croazia)
Restauro dell’altare ligneo policromo di ambito artistico veneto, situato nell’abside della Chiesa di S. Anna a Capodistria Restauro della chiesetta di S. Giuseppe a Lussinpiccolo
Comunità degli Italiani di Lussinpiccolo (Croazia)
Realizzazione a Zara della mostra retrospettiva e catalogo del pittore zaratino F. Salghetti Drioli
“Galleria delle arti” del Museo Popolare di Zara (Croazia)
Corsi di lingua italiana
Comunità degli Italiani di Abbazia (Croazia)
Corsi di lingua italiana
Comunità degli Italiani di Zara (Croazia)
Pubblicazione del libro “Un girotondo di lecca lecca”
Casa Editrice EDIT di Fiume (Croazia)
Città di Rovigno (Croazia)
Realizzazione del libro “Leggende venetogiuliane”
Associazione Culturale “Alcione” di Marghera - Venezia
Corsi di dialetto rovignese e altre iniziative nell’ambito del più vasto progetto “Tutela e rivitalizzazione del dialetto rovignese” Realizzazione del Museo della Batana rovignese
Città di Rovigno (Croazia)
Acquisto di attrezzature per consentire la prosecuzione dei corsi di lingua italiana
Centro di perfezionamento lingue estere e traduzioni “Mediterraneo” di Fiume (Croazia)
Recupero e salvaguardia di usi, costumi e tradizioni del passato della zona di Umago
Associazione per la cultura e divertimento “Gaia” di Umago (Croazia)
Restauro del Leone di Draguccio, situato sulla parete del muro di cinta lato sud-ovest della piazza principale del paese di Draguccio
ALIDA – Associazione Libera Italiani dell’Adriatico di Buie (Croazia)
PROGETTI ANNO 2002 INTERVENTI
BENEFICIARI
Cinque borse di studio a favore di studenti universitari e neolaureati residenti in Istria, Dalmazia e Quarnero.
Associazione dei Dalmati Italiani nel Mondo – Libero Comune di Zara in esilio di Torreglia (Padova)
Restauro di due dipinti della Pinacoteca del Museo Civico di Rovigno
Museo Civico di Rovigno (Croazia)
Lavori di risanamento del tetto di Palazzo Spinotti-Morteani a Grisignana
Comune di Grisignana (Croazia)
Restauro delle parti della chiesa di Rozzo danneggiate da infiltrazioni di acqua piovana.
Ufficio Parrocchiale San Bartolomeo del Comune di Rozzo (Croazia)
Stage formativo a favore di due giovani istriani neolaureati in discipline artistiche
Regione Istriana (Croazia)
Restauro del Trittico ligneo di Paolo Campsa situato nella chiesa della Madonna delle Porte di Montona
Regione Istriana (Croazia)
Pubblicazione del libro “La poesia dialettale dalmata”
Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia – Comitato Provinciale di Venezia Società “Dante Alighieri” di Spalato (Croazia)
Rifacimento degli infissi della torre detta “Fortezza” di Cherso
Comunità degli Italiani di Cherso (Croazia)
Ricerca scientifica “le rappresentazioni teatrali a Spalato verso la fine del Governo della Serenissima”
Comune di Montona (Croazia)
Recupero di un fondo librario della Biblioteca Civica di Parenzo
Museo Civico di Parenzo (Croazia)
Restauro filologico dell’organo Callido del duomo di Santo Stefano di Montona Corsi di lingua italiana.
Comunità degli Italiani di Zara (Croazia)
Restauro della Cisterna della Piazza del borgo medievale di Visinada
Comunità degli Italiani di Visinada (Croazia)
Organizzazione del concorso: “Scegli un personaggio meritevole del passato che ha segnato la storia della tua città”.
Casa Editrice EDIT (redazione Arcobaleno) di Fiume (Croazia)
Pubblicazione degli Atti del simposio “La battaglia di Lepanto e l’Istria”
Comunità degli Italiani “G. Tartini” di Pirano (Slovenia)
PROGETTI ANNO 2004 INTERVENTI
BENEFICIARI
Pubblicazione del “Libro d’oro della comunità di Spalato” (volume II) sorta di codice diplomatico contenente documenti ufficiali dal 1600 al 1778 (quasi tutti in italiano)
Knjizevni Krug Spalato (Croazia)
Traduzione in lingua croata e pubblicazione dell’opera “Storia di Venezia”, pubblicata dalla casa editrice UTET, Torino, in tre volumi
Dipartimento di storia della Facoltà di filosofia di Pola
Ricerche storiche “Gli Italiani sotto le armi della Serenissima nella difesa della Dalmazia contro gli “Ottomani” e “Gli Italiani Carlo e Francesca Lanza, fondatori del primo museo archeologico a Spalato”
Comunità degli Italiani di Spalato (Croazia)
Pubblicazione di un bollettino della Comunità e corsi di lingua italiana
Comunità degli Italiani di Zara (Croazia)
Ricerca “Il dialetto fiumano, identità da conservare”
Comunità degli Italiani di Fiume
Progetto integrato di valorizzazione delle vestigia della Repubblica Serenissima nelle città di Cittanova e Umago (Croazia), in collaborazione con i Comuni di Rosolina e Porto Tolle e promozione turistica coordinata
Consorzio per lo Sviluppo del Polesine (Rovigo)
Ricerca per il recupero delle tradizioni e delle usanze relative al matrimonio istriano
Museo della città di Pisino (Croazia)
Pubblicazione del libro “Gli affreschi del Maestro Alberto a Valle d’Istria”
Errata corrige d.o.o. di Parenzo (Croazia)
PROGETTI ANNO 2005 INTERVENTI
BENEFICIARI
Ricerca e pubblicazione delle “Scintille” edite da Tommaseo a Venezia nel 1841 e delle “Scintille Istrice” rivolte alla Dalmazia
Centro interuniversitario di Studi Veneti di Venezia
Realizzazione e pubblicazione di due numeri (n. 7 e n. 8) della rivista “Histria Terra”, supplemento agli “Atti e Memorie”
Società istriana di Archeologia e Storia patria di Trieste
Corsi di lingua italiana
Comunità degli Italiani di Abbazia (Croazia)
Conferenze educative per i soci
Società Dante Alighieri di Zara (Croazia)
Ricerca storica “La vittoria veneta contro i Turchi nel 1715 nella fortezza di Sign, sulla frontiera veneto-turca, nel retroterra spalatino”
Comunità degli Italiani di Spalato (Croazia)
Acquisto di arredi per la scuola dell’infanzia della sezione periferica di Gallesano
Scuola dell’infanzia Peter Pan Dignano (Croazia)
Pubblicazioni varie e acquisto attrezzature d’ufficio
Società Dante Alighieri di Spalato (Croazia)
Acquisto attrezzature d’ufficio e mobilio indispensabile per la sede della neocostituita Comunità
Comunità degli Italiani di Cattaro (Montenegro)
Acquisto di materiale didattico multimediale per l’archivio informatico della cultura veneta in Istria
Associazione Libera Italiani dell’Adriatico - A.L.I.D.A. di Pola (Croazia)
Acquisto attrezzature informatiche
Comunità degli Italiani di Verteneglio (Croazia)
Attività della compagnia teatrale e del coro sorti in seno al settore cultura della comunità
Comunità degli italiani di Zara (Croazia)
Redazione, stampa e distribuzione del periodico dell’Associazione
Associazione Libera Italiani dell’Adriatico A.L.I.D.A. di Pola (Croazia)
Comunità degli Italiani di Pola (Croazia)
Intervento straordinario per l’acquisto di materiale per la sede della Comunità
Comunità degli Italiani di Spalato (Croazia)
Realizzazione della quarta edizione di “Arena International”, laboratori musicali per il perfezionamento degli allievi di Croazia, Slovenia e Italia
Intervento straordinario per l’acquisto di materiali e mobilio per il ripristino della sede della Comunità
Comunità degli Italiani di Zara (Croazia)
Restauro conservativo delle pareti del nartece, del portale romanico e della porta del battistero della cattedrale di S. Lorenzo a Traù
Associazione Venetian Heritage ONLUS
Intervento straordinario per la realizzazione di una scuola materna di lingua italiana a Zara
Comunità degli Italiani di Zara (Croazia)
Progetto “L’arsenale di Zara, promozione e recupero della memoria”
Marco Polo System g.e.i.e. Venezia
Restauo delle stanze della chiesa parrocchiale di Valle dedicata alla Visitazione della Beata Vergine Maria, per adibirle a museo.
Comunità degli Italiani di Valle (Croazia)
Completamento dei lavori di ristrutturazione della Torre del Capitano di Zara
Associazione di artisti accademici HADLU di Zara (Croazia)
Convento Francescano di Kamnik (Slovenia)
Restauro conservativo dei rilievi di alcuni leoni di San Marco in pietra, conservati nel lapidario del museo
Museo popolare di Zara
Restauro del dipinto su tela di Girolamo da Santacroce raffigurante “Madonna con Bambino e le Sante Maddalena, Apollonia, Lucia e Caterina”, situato nell’abside della chiesa di S.Anna Capodistria
Rifacimento della pavimentazione della piazza di San Servolo a Buie
Comune di Buie (Croazia)
Continuazione restauro dell’organo Callido della chiesa parrocchiale di Santo Stefano di Montona (seconda fase)
Comune di Montona (Croazia)
Restauro di quattro tombe in grave stato di degrado
Madrinato dalmatico per la conservazione del cimitero italiano di Zara (Padova) Museo popolare di Albona (Croazia)
Restauro della piazza del borgo medievale di Visinada (il campanile, la loggia, ecc.)
Comunità degli Italiani di Visinada (Croazia)
Restauro del dipinto collocato nella chiesa della Madonna di Fatima di Albona “L’albero di Jesse” di Antonio Moreschi
Archivio di Stato di Pisino (Croazia)
Continuazione del restauro e risanamento delle mura cittadine medievali di Montona (seconda fase)
Comune di Montona (Croazia)
Acquisto di nuove attrezzature per il restauro dei documenti storici Prosecuzione restauro di Palazzo Spinotti Morteani a Grisignana (seconda fase)
Comune di Grisignana (Croazia)
Comunità degli Italiani di Valle (Croazia)
Recupero della Riserva naturale del Pantan, complesso rinascimentale dei mulini fortificati
Associazione Croatia nostra di Zagabria (Croazia)
Restauro di reperti sacrali, paramenti sacri e tessuti, argenteria, statue lignee, libri del periodo veneziano ed altro materiale da esporre nel futuro museo ecclesiastico della chiesa parrocchiale di Valle Caterina”
Ristrutturazione e risanamento della cinta muraria e della torre cittadina
Città di Cittanova (Croazia)
Restauro dell’altare ligneo opera della bottega dell’artista veneziano Paolo Campsa, sito nella chiesa della Madonna della salute di Medolino
Regione Istriana - Assessorato alla Cultura, in collaborazione con la Sovrintendenza per i Beni culturali di Pola (Croazia)
Recupero del fondo librario della “Biblioteca civica di Parenzo” (seconda fase)
Museo civico di Parenzo (Croazia)
Restauro delle mura di cinta cittadine
Città di Veglia (Croazia) Fameia Capodistriana (Slovenia)
Restauro della loggia cittadina
Comune di Portole (Croazia)
Pubblicazione della Dogale di Nicolò Sagredo del 29 novembre 1675
Restauro delle stanze di Palazzo Bembo, adibite a sede delle Comunità e acquisto di attrezzature varie
Comunità degli Italiani di Valle (Croazia)
Realizzazione del libro “Arti e mestieri in Istria - Spigolature storiche”
Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia - Comitato provinciale di Venezia
Realizzazione dello spettacolo “Vaccaria” di Angelo Beolco, detto Ruzzante, per le platee di Dalmazia e delle capitali di Croazia e Slovenia
Compagnia del Dramma Italiano di Fiume (Croazia)
Realizzazione di un corso di dialetto rovignese in preparazione del concorso per ragazzi in età scolare “Favalando e la ruvignosa”
Scuola media superiore italiana di Rovigno (Croazia)
Ricerca e pubblicazione di ricette e tradizioni della cucina veneta risalenti all’anno 1000
Comunità degli Italiani di Zara (Croazia)
Redazione e stampa della monografia “la pietra d’Istria” da parte degli alunni della scuola
Scuola elementare italiana di Buie (Croazia)
Completamento del recupero conservativo dell’antico torchio di Neresine (seconda fase)
Comune di Lussinpiccolo (Croazia)
Lavori di sistemazione muraria della chiesa di S. Rocco del paese di Draguccio e acquisto di una campana
Comune di Cerreto (Croazia)
Ginnasio Gian Rinaldo Carli di Capodistria (Slovenia)
Restauro della chiesa di S. Lorenzo di Promontore di Pola
Realizzazione della monografia “La batana rovignese”
Città di Rovigno (Croazia)
Restauro della chiesetta di San Teodoro di Pinguente con acquisto di una campana
Pubblicazione del libro “Neresine, storia e tradizioni - una comunità tra due culture”
Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia - Comitato provinciale di Treviso
Realizzazione del progetto “il patrimonio culturale e la nuova sezione della lingua e letteratura italiana nella biblioteca del liceo I di Spalato”
Prva gimnazija - Liceo I di Spalato (Croazia)
Lavoro di documentazione fotografica del restauro dei leoni marciani del lapidario del Museo Popolare di Zara
Diocesi di Parenzo-Pola-Parrocchia di Promontore (Croazia) Associazione Libera Italiani dell’Adriatico di Pola (Croazia) Comunità degli Italiani di Zara (Croazia)
Pubblicazione del libro “I furbi e gli sciocchi (L’Istria che ride)” di Giacomo Scotti
EDIT Fiume (Croazia)
Ristampa della monografia della Comunità degli Italiani di Fiume “Italiani a Fiume” (1996)
Comunità degli Italiani di Fiume (Croazia)
Scambio culturale - gemellaggio tra i Comuni di Sanvincenti (Croazia) e Polesella (RO)
Comune di Polesella (Rovigo)
Progetto di seminari e workshop di formazione imprenditoriale e professionale rivolti alle Comunità degli Italiani dell’Istria e della Dalmazia
Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Rovigo
Contributo straordinario per la realizzazione delle molteplici attività culturali del neo-istituto Centro
Centro di Ricerche Culturali dalmate di Spalato (Croazia)
Sostegno alle spese sostenute per la realizzazione di alcuni concerti a Roma e nel Veneto
Società artistico culturale “Lino Mariani” di Pola (Croazia)
Progetto per gli alunni delle scuole del Veneto consistente in un’escursione culturale di studio nei luoghi storici dell’istria, da realizzarsi con l’attivazione di un treno a vapore da Pinguente
Associazione Libera Italiani dell’Adriatico A.L.I.D.A. di Pola (Croazia)
Realizzazione dello studio didattico - ricerca “Venezia e Venezia in Istria”
Pubblicazione di un libro di ricette venete
Comunità degli Italiani di Zara (Croazia)
Progetto “PSID - La Posta tra la Serenissima, l’Istria e la Dalmazia”
Istituto di Studi Storici Postali di Prato
Trasmissione radiofonica bisettimanale di Radio Spalato in lingua Italiana
Comunità degli Italiani di Spalato (Croazia)
Progetto integrato “La promozione dei beni culturali di origine veneta in Comuni dell’Istria e del Polesine per ampliarne la conoscienza e la visitazione”
Consorzio per lo Sviluppo del Polesine (Rovigo)
Pubblicazione della ricerca dedicata a “Vittore e Benedetto Carpaccio in Istria”
Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia - Comitato Provinciale di Venezia
Concerto per il 152.esimo anniversario della nascita del compositore istriano Antonio Smareglia
Società artistico culturale “Lino Mariani” di Pola (Croazia)
Pubblicazione di una monografia dedicata al pittore rinascimentale Bernardo Parentino (Parenzo 1437 - Vicenza 1531)
Casa Editrice Errata corrige di Fiume (Croazia)
Mostra sugli altari lignei delle chiese dell’Istria centrale (XVI - XIX secolo)
Università Popolare di Pisino - Museo della città di Pisino (Croazia) Comune di Mussolente (Vicenza)
Gemellaggio con la città istriana di Umago
PROGETTI ANNO 2006 INTERVENTI
PROGETTI ANNO 2007
BENEFICIARI
Lavoro di ricognizione, schedatura di fondi archivistici d’età veneziana presenti in istituti privati
Società Dalmata di Storia Patria di Roma
Acquisto di una libreria per la biblioteca
Comunità degli Italiani di Verteneglio (Croazia)
Corsi di lingua italiana
Comunità degli Italiani di Spalato (Croazia)
Corsi di lingua italiana
Comunità degli Italiani di Abbazia (Croazia)
Corsi di lingua italiana
Associazione Libera Italiani dell’Adriatico - A.L.I.D.A. di Buie (Croazia)
Corsi di lingua italiana
Comunità degli Italiani di Gambozzi (Croazia)
Realizzazione e pubblicazione del periodico di informazione della Comunità
Comunità degli Italiani di Zara (Croazia)
Corsi di lingua italiana
Comunità degli Italiani di Zara (Croazia)
Restauro della pala d’altare di S. Girolamo da Santa Croce, della chiesa dei Padri Minori di Neresine
Provincia Francescana di S. Girolamo di Zara
Restauro del dipinto “Sant’Antonio da Padova con Gesù Bambino”, della chiesa conventuale di Sant’Anna di Capodistria
Convento Francescano di S. Anna a Kamnik (Slovenia)
Restauro dell’organo della chiesa parrocchiale di S. Nicolò a Pisino
Comune di Pisino (Croazia)
Prosecuzione dei restauri della cinta muraria cittadina (seconda fase)
Città di Cittanova (Croazia)
Riparazione del parapetto esterno delle mura di cinta della Torre del Capitano di Zara
Associazione degli artisti accademici (HADLU) di Zara (Croazia)
Restauro dell’altare ligneo principale della chiesa di San Filippo Neri a Spalato
Oratorio S. Filippo Neri di Spalato (Croazia)
Continuazione del restauro della cinta muraria del XIII secolo di Montona (terza fase)
Comune di Montona (Croazia)
Risanamento del soffitto dipinto della chiesa parrocchiale di S. Stefano di Montona
Comune di Montona (Croazia)
Completamento dei lavori di risanamento della facciata e degli infissi del Palazzo Spinotti-Morteani a Grisignana (terza fase)
Comune di Grisignana (Croazia)
Restauro del Castello Contarini a Piemonte d’Istria
Comune di Grisignana (Croazia)
INTERVENTI
BENEFICIARI
Progetto di ricerca “Venezia e il controllo del territorio” - Per la catalogazione, il recupero e la valorizzazione dei beni culturali “minori” in Istria e Dalmazia Progetto di ricerca “Recupero e valorizzazione del patrimonio letterario manoscritto e a stampa in Veneto e in Italiano delle biblioteche zaratine. Inventario, catalogazione, descrizione, diffusione a stampa e on line degli schedari approntati e pubblicazione di alcuni dei più significativi testimoni” Progetto “Liturgia in figura e culto dei santi. Manoscritti miniati e carte d’archivio di area alto adriatica tra XII e XV secolo: un corpus informatico e un progetto di mostra”
Centro Studi Veneto Jacques Maritain
Fondo Provveditore di Clissa – Providur Klisa, 1662-1797, consistente in 13 buste, conservato presso l’Archivio di Stato di Spalato Progetto “Verteneglio ed il suo territorio in epoca veneziana (XIII-XVIII sec.)” Pubblicazione degli atti della tavola rotonda “Pirano-Venezia 1283-2003” dedicata al 720.mo anniversario della dedizione di Pirano alla Serenissima Corsi di dialetto fiumano-veneto e di lingua italiana Corsi di lingua italiana da tenersi nei comuni di Cerreto, Cepic, Susnjevica, Chersano e Zagabria Sostegno alla redazione, stampa e distribuzione del bollettino mensile “ALIDA Informa” Corso di lingua italiana Sostegno al periodico di informazione trimestrale della Comunità “La cicala zaratina” Corsi di lingua italiana Ufficio stampa di corrispondenza con la stampa internazionale, con quella italiana della Penisola (quali ad esempio La Voce del Popolo, TV Capodistria e radio locali. Intervento in Comune di Zara) Apertura e gestione della sede della Comunità Italiana di Lesina intitolata a Gian Francesco Biondi Acquisto materiali informatici e libri per la Casa veneta di Cattaro
Società Dalmata di Storia Patria di Roma
Università degli Studi di Padova Dipartimento di Italianistica
Università degli Studi di Padova Dipartimento di Storia delle Arti visive e della Musica
Comune di Verteneglio Società di Studi storici e geografici di Pirano Virtuale Stato Libero di Fiume Associazione Libera Italiani dell'Adriatico - A.L.I.D.A. di Buie Associazione Libera Italiani dell'Adriatico - A.L.I.D.A. di Buie Comunità degli Italiani di Gambozzi Comunità degli Italiani di Zara Comunità degli Italiani di Zara Centro Ricerche Culturali Dalmate
Centro Ricerche Culturali Dalmate Centro Ricerche Culturali Dalmate
INTERVENTI FINANZIATI DALLA REGIONE VENETO NELL’AMBITO DELLA L.R.N. 15/1994 PROGETTI ANNO 1994 INTERVENTI
BENEFICIARI
a) Ricerca archivistico - fotografica delle opere di epoca veneta a Isola, Pinguente, Albona, Grisignana, S. Lorenzo; b) Ricerca storico - araldica “Stemmi dei podestà veneti e delle famiglie notabili di Capodistria”; c) Ricerca per la stampa di un Dizionario fraseologico del dialetto veneto - istriano di Capodistria.
Centro di Ricerche Storiche di Rovigno (Croazia)
Sostegno all’asilo italiano di Albona
Comunità degli Italiani di Albona (Croazia)
Corso di lingua italiana a Visignano
Comune di Valdobbiadene (Treviso)
Collaborazione artistico culturale con l’Istituto musicale “S. Cecilia” di Portogruaro
Comunità degli Italiani di Verteneglio (Croazia)
Restauro del Palazzo Corner di Grisignana
Comune di Grisignana (Croazia)
Restauro della Torre dell’orologio del Comune di Cherso
Comune di Cherso (Croazia)
Restauro del Fondaco Veneto di Pinguente risalente al 1534
Comune di Pinguente (Croazia)
Restauro di Palazzo Morteani a Grisignana
Comune di Grisignana (Croazia)
Pubblicazione e diffusione di opere varie di autori in lingua italiana (Osvaldo Ramons, Ligio Zanini, Lucifero Martini, Nelida Milani, Mario Apollonio)
Casa editrice EDIT di Fiume (Croazia)
PROGETTI ANNO 1995 INTERVENTI
tura Istriana nella civiltà europea – Un contributo storico” di Francesco Semi
Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia - Comitato di Venezia
Publicazione degli atti del Convegno sull’illuminista istriano Gian Rinaldo Carli
Società Storica del Litorale di Capodistria (Slovenia)
Pubblicazione e diffusione del volume “Città di Carta / Papirnati Grad” a cura di Aljosa Puzar
Casa Editrice EDIT di Fiume (Croazia)
Realizzazione di corsi di lingua italiana a Visignano
Comunità degli Italiani di Visignano (Croazia)
Acquisizione di materiali didattici per la Scuola Media Superiore Italiana di Fiume
Unione Italiana di Fiume (Croazia)
Assegnazione di 5 borse di studio a studenti e neolaureati dell’Istria, del Quarnero e della Dalmazia per l’approfondimento dei propri studi sulla cultura italiana
Associazione Libero Comune di Zara in Esilio di Torreglia (Padova)
Premi di studio per lavori letterari e di ricerca sui rapporti tra l’Istria, la Dalmazia, il Quarnero e il Veneto
Unione Italiana di Fiume (Croazia)
Restauro della cinta muraria del comune di San Lorenzo del Pasenatico; collocazione del leone di San Marco e restauro della facciata del palazzo comunale di Montona
Regione Istriana (Croazia)
Diffusione nel Veneto delle riviste istriane “Panorama” e “La Battana”
Casa Editrice EDIT di Fiume (Croazia)
Promozione e diffusione della ricerca “Istria: dialetti e preistoria” a cura di Lauro De Carli
Fameia Capodistriana di Trieste
Realizzazione di quattro iniziative editoriali, tra cui la “Storia dell’Istria a fumetti”
Circolo di cultura istro-veneta “Istria” di Trieste
BENEFICIARI
Promozione e diffusione di 2 numeri della rivista “Histria Terra - Supplemento agli Atti e Memorie della Società Istriana di Archeologia e Storia Patria”
Società Istriana di Archeologia e Storia Patria di Trieste
Corsi di lingua italiana a Zara e Spalato
Associazione Libero Comune di Zara in Esilio di Torreglia (Padova)
Acquisto di attrezzature per un impianto di traduzione simultanea
Comunità degli Italiani di Fiume (Croazia)
Sostegno alle attività didattiche e culturali della Scuola elementare italiana di Buie e di alcune Comunità degli Italiani (Laurana, Lussinpiccolo e Dignano)
Unione Italiana di Fiume (Croazia)
Restauro della Torre merlata a Lussingrande
Comune di Lussino (Croazia)
Restauro del Palazzo Battiala - Lazzarini ad Albona
PROGETTI ANNO 1997 INTERVENTI
BENEFICIARI
Monitoraggio di beni cimiteriali nell’Istria slovena
I.R.C.I. - Istituto Regionale per la Cultura Istriana di Trieste
Studio e catalogazione del patrimonio veneto ad Albona
Comunità degli Italiani “Giuseppe Martinuzzi” di Albona (Croazia)
Pubblicazione e diffusione del volume che raccoglie gli Atti di cinque convegni riguardanti il tema “Etnie a confronto”
Associazione Culturale Alcione di Marghera (Venezia)
Trascrizione delle “Memorie sacre e profane dell’Istria”, prezioso manoscritto del dottor Prospero Petronio del 1680
Società Italiana di Ricerca di Capodistria (Slovenia)
Comune di Albona (Croazia)
Sostegno alle attività didattiche e culturali della Comunità Italiana di Draga di Moschiena
Comunità degli Italiani di Draga di Moschiena (Croazia)
Restauro della Casa Smareglia a Pola
Regione Istriana (Croazia)
Completamento dell’impianto di traduzione simultanea presso la sede della Comunità
Comunità degli Italiani di Fiume (Croazia)
Diffusione nel Veneto della rivista di cultura istriana “Jurina I Franina”
Casa editrice Libar od Grozda di Pola (Croazia)
Biblioteca Universitaria di Pola (Croazia)
Gemellaggio tra il Comune di Zané e quello di Pago (Croazia)
Comune di Zané (Vicenza)
Recupero conservativo di un fondo di volumi antichi della Biblioteca Universitaria di Pola
Unione Italiana di Fiume (Croazia)
Gemellaggio tra il Comune di Thiene e quello di Lussino (Croazia)
Comune di Thiene (Vicenza)
Tournée teatrale in Dalmazia della Compagnia del Dramma Italiano del Teatro “Ivan de Zajc” di Fiume
Gemellaggio tra la Regione Veneto e la Regione Istriana
Regione Istriana (Croazia)
Realizzazione della mostra e del relativo catalogo sui Castelli dell’Istria
Società Italiana di Ricerca di Capodistria (Slovenia)
Restauro della facciata della scuola elementare italiana di Buie
Scuola elementare italiana di Buie (Croazia)
Restauro dell’organo Callido del 1791 sito nella chiesa di S. Servolo di Buie
Città di Buie (Croazia)
Pubblicazione e diffusione di 2 nuovi numeri della rivista “Histria Terra Supplemento agli Atti e Memorie della Società Istriana di Archeologia e Storia Patria”
Società Istriana di Archeologia e Storia Patria di Trieste
Acquisizione di pubblicazioni per loro diffusione presso l’Università di Pola e presso scuole e Comunità della minoranza italiana
Unione Italiana di Fiume (Croazia)
PROGETTI ANNO 1996 INTERVENTI
BENEFICIARI
Ricerca storico – araldica “Stemmi di potestà veneti e delle famiglie notabili di Capodistria” (seconda fase)
Centro di Ricerche Storiche di Rovigno (Croazia)
Ricerca archivistico – fotografica sulle opere storico-architettonico-urbanistiche di epoca veneta delle cittadine istriane (seconda fase)
Centro di Ricerche Storiche di Rovigno (Croazia)
Ricerca sui Codici Morosini
Società Dalmata di Storia Patria di Venezia
Realizzazione della pubblicazione “La cul-
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Acquisto attrezzature per le due sezioni prescolari in lingua italiana della Scuola dell’infanzia di Dignano Restauro del ponte medievale all’entrata del centro storico di Parenzo, eretto probabilmente tra il XV-XVI secolo Restauro interno del campanile situato nella piazza di S. Servolo a Buie Restauro del tratto ancora incompiuto della cinta muraria di Veglia (l’ultimo quarto del versante orientale). Restauro della “Cisterna maggiore” (risalente al 1788/89) situata nella Città vecchia di Pinguente Restauro del campanile della Chiesa parrocchiale di San Ulrico risalente al XVII secolo, situata nel paese di Novacco Restauro del dipinto dell’altare di San Girolamo nella chiesa del Convento di S. Francesco. Si tratta di opera del pittore italiano Giambattista Pitteri, risalente al 1741 Restauro del dipinto ad olio su tela di Pietro Mera (1574-1644) raffigurante San Diego d’Alcalà guarisce il cieco (datato 1629) situato nella chiesa di S. Anna a Capodistria Continuazione del progetto di risanamento della cinta muraria cittadina, risalente al XIII secolo (tratto meridionale delle mura) Restauro dell’organo collocato sopra l’entrata principale della chiesa di S. Martino a S. Lorenzo. Si tratta di un organo probabilmente costruito intorno alla metà del Settecento da Petar Nakiç Restauro dell’altare ligneo di S. Giorgio nella chiesa di S. Lorenzo a Promontore di Pola Continuazione della realizzazione del progetto di restauro e risanamento delle mura cittadine medievali di Montona (IV tranche) Ricollocazione sul Forte San Nicolò del Leone Marciano a suo tempo rimosso, ma conservato negli scantinati del Comune di Sebenico Ripristino della targa con testo identico a quello sulla lapide rimossa e andata perduta, per ricordare la nascita di Nicolò Tommaseo da apporre sulla casa natale del grande scrittore Dalmata Ricostruzione di alcuni costumi e personaggi della tradizione culturale istriana, per l'estensione dell'esposizione del museo Progetto di pubblicazione della ricerca denominata "Omaggio a Giannantonio Paladini” Realizzazione di una pubblicazione intitolata “Tra Cherso e Lussino – Ricordi, Immagini, Sensazioni nella antica città di Ossero” Progetto “Stella Splendens”. Nell’ambito dei legami esistenti tra Arbe, San Marino e Venezia realizzazione di un lavoro di ricerca storica sulla vita colta e cortese nelle città medievali e musicologica sulla figura del compositore istriano Andrea Antico Lavoro di ricerca sul campo finalizzata alla catalogazione delle cisterne risalenti all’epoca del dominio veneziano, situate nel centro storico di Parenzo, con relativa pubblicazione di una monografia e allestimento di una mostra che illustri le varie fasi del progetto attraverso l’esposizione del materiale fotografico e illustrativo prodotto Progetto “La Compagnia de’cantori” di Francesco Spongia Ricerca sull'Arcivescovo, letterato e scienziato Marcantonio De Dominis. Intervento nel Comune di Arbe Ricerca per la mostra sul teatro Verdi di Zara e sua pubblicazione Lavoro di ricerca su altre 15 chiesette dei dintorni di Dignano con sua relativa pubblicazione Progetto editoriale "Il Veneto nella cultura Istro-Dalmata" Realizzazione del Convegno "La presenza di Venezia nelle Bocche di Cattaro e nel Montenegro" Progetto "Lingua italiana, Veneto e Venezia in Montenegro" Progetto "Venezia nei secoli in Istria-FiumeDalmazia"
Scuole dell’infanzia “Petar Pan” di Dignano Comune di Parenzo Comune di Buie Comune di Veglia Comune di Pinguente Comune di Cerreto Provincia Francescana di San Girolamo di Zara
Convento Francescano di S. Anna a Capodistria
Comune di Cittanova Comune di S. Lorenzo
Parrocchia di Promontore - Pola Comune di Montona
Centro Ricerche Culturali Dalmate Centro Ricerche Culturali Dalmate
Museo Etnografico dell’Istria di Pisino Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia - Comitato Provinciale di Venezia Associazione dei Dalmati Italiani nel Mondo – Libero Comune di Zara in esilio di Torreglia Il Convito Musicale di Farra di Soligo
Università Popolare di Parenzo - Museo Civico di Parenzo
Centro Europeo per la Cultura di Rovigno Centro Ricerche Culturali Dalmate Centro Ricerche Culturali Dalmate Scuola Elementare di Dignano Le Tre Venezie Editoriale Associazione Nazionale Dalmata di Roma Associazione Veneziani nel mondo Associazione Nazionale Congiunti dei Deportati Italiani in Jugoslavia
PROGETTI ANNO 2008 INTERVENTI
BENEFICIARI
Progetto editoriale "Venezia, Cattaro e il Montenegro" Acquisto n. 1000 copie del DVD relativo agli interventi realizzati dalla Regione del Veneto in Istria e Dalmazia ai sensi della L.R. n. 15/1994 Acquisto n. 500 copie del volume "Storia e vita di Ragusa" 1) Trasferimento della sede della Comunità presso il Museo marittimo; 2) organizzazione di dieci corsi di lingua italiana; 3) trasmissione in lingua italiana presso Radio Kotor; 4) progetto "Biblioteca Veneta", ecc Realizzazione del Convegno "Presenze della cultura popolare veneta in Istria, Quarnero e Dalmazia Progetto di ricerca SIDA 2 – Serenissima Istria Dalmazia Archivi Progetto di ricerca sulle condizioni economiche e politiche della fine del '700 in Istria, dal titolo "La fine della Serenissima e la tragedia di Isola: l'assassino dell'ultimo podestà, Nicolò Pizzamano"
Le Tre Venezie Editoriale
Gli scritti capodistriani di Pier Paolo Vergerio
Deputazione di Storia Patria per la Venezia Giulia Centro Ricerche Culturali Dalmate
Atti di dedizione delle città della Dalmazia, dell'Istria e di Trieste alla Serenissima Repubblica di Venezia Pubblicazione di Histria Terra (n.9 e n. 10) Supplemento degli atti e Memorie della Società Istriana di Archeologia e Storia Patria Attività culturali Interventi a favore delle biblioteche delle comunità italiane in Dalmazia di Zara, Spalato e Cattaro La Venezia di carta Corsi di Lingua Italiana Il restauro del crocifisso ligneo della chiesa di Santa Maria a Cittanova Progetto di restauro della cinta muraria di Cittanova Recupero - Restauro - Conservazione chiesa parrocchiale di San Michele Borutto - Istria Completamento dei lavori di restauro della chiesetta di San Teodoro nel Comune di Pinguente (II fase) Restauro dell'arco dei Balbi Rovigno Restauro del lapidario di Fianona Restauro del campanile della chiesa di Montona Restauro di palazzo Bettica (II fase e ristrutturazione facciata) Lavori di consolidamento di parte della cinta muraria del nucleo medievale di San Lorenzo Ristrutturazione-Restauro della torre veneziana (sec. XIII-XIV) sede del museo civico di Umago Recupero stemmi delle famiglie dignanesi Progetto Duecastelli: una città veneta abbandonata dell'Istria medioevale Restauro di parti della piazza del borgo medioevale di Visinada, ristrutturazione del campanile di Visinada (XVI secolo) La poesia dialettale istriana La storia dell'architettura militare veneziana attraverso le realizzazioni in Istria e Dalmazia www.venetia et histria.eu": incontro e scambio di esperienze tra giovani studenti istriani ed italiani, quale occasione per recuperare, attraverso la partecipazione congiunta a laboratori dialettali, un comune retaggio storico tra popolazioni Laboratorio di Canti Rovignesi (Bitinade) Gli ori veneti di Cattaro. Pubblicazione delle riproduzioni fotografiche dei tesori aurei esistenti nella Dalmazia Montenegrina Bollettino periodico "ALIDA notizie" La promozione dei Beni Architettonici nell'Alto Adriatico: le comuni radici della Venezianità Produzione CD audio di musica popolare Italiana in Istria
Associazione Cielo Terra Mare Editrice Santi Quaranta di Ferruccio Mazzariol Comunità degli Italiani del Montenegro
Fondazione Giorgio Cini onlus - Collana di Studi e Ricerche sulle Culture Popolari Venete Società Dalmata di Storia Patria di Roma Comunità degli Italiani "Pasquale Besenghi degli Ughi" - Associazione culturale e sportiva
Società Istriana di Archeologia e Storia Patria Comunità degli italiani di Zara C.D.M. Centro di Documentazione Multimediale della cultura giuliana istriana e dalmata - delegazione per il Veneto Ginnasio Gian Rinaldo Carli Società "Dante Alighieri" di Pola Regione Istriana, Assessorato all'educazione, la cultura e lo sport Comune di Cittanova Parrocchia di San Michele di Borutto A.L.I.D.A. - Associazione Libera Italiani dell'Adriatico Comune di Rovigno Comune di Chersano Comune di Montona Comune di Dignano Comune di San Lorenzo Museo civico di Umago Comunità degli italiani di Dignano Comune di Canfanaro Comunità degli italiani di Visinada Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia - Comitato Provinciale di Venezia Marco Polo System geie Scuola Media Superiore Italiana "Leonardo da Vinci"
Università Popolare Aperta della Città di Rovigno Centro Ricerche Culturali Dalmate
A.L.I.D.A. - Associazione Libera Italiani dell'Adriatico Consorzio per lo sviluppo del Polesine A.L.I.D.A. - Associazione Libera Italiani dell'Adriatico