La Casa On/Off

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Compresse collana ideata e diretta da Francesco Trovato Comitato Scientifico Francesco Cacciatore Fabrizio Foti Paolo Giardiello Marta Magagnini Marella Santangelo

ISBN 978-88-6242-305-2 Prima edizione marzo 2018 © LetteraVentidue Edizioni © Paola Misino Tutti i diritti riservati Come si sa la riproduzione, anche parziale, è vietata. L'editore si augura, che avendo contenuto il costo del volume al minimo, i lettori siano stimolati ad acquistare una copia del libro piuttosto che spendere una somma quasi analoga per delle fotocopie. Anche perché il formato tascabile della collana è un invito a portare sempre con sé qualcosa da leggere, mentre ci si sposta durante la giornata. Cosa piuttosto scomoda se si pensa a un plico di fotocopie. Nel caso in cui fosse stato commesso qualche errore o omissione riguardo ai copyright delle illustrazioni saremo lieti di correggerlo nella prossima ristampa. Progetto grafico: Francesco Trovato LetteraVentidue Edizioni S.r.l. Corso Umberto I, 106 96100 Siracusa Web: www.letteraventidue.com Facebook: LetteraVentidue Edizioni Twitter: @letteraventidue Instagram: letteraventidue_edizioni


Paola Misino

La Casa On/Off Spazi dell'abitare produttivo


Ringraziamenti Questo libro contiene una serie di riflessioni sul tema del rapporto abitazione/lavoro declinate nella realtà contemporanea dell'edificio collettivo. In questi anni di ricerca ho raccolto diversi spunti dagli studi sull'evoluzione abitativa, e i piÚ fertili sono stati proprio quelli arrivati in maniera indiretta; per questo desidero ringraziare particolarmente Paola Veronica Dell'Aira per le tante chiacchierate e scambi di pensieri sull'architettura, nati davanti ad un caffè disimpegnato o durante le infinite accese discussioni, fatte in occasione di progetti da realizzare insieme. Un contributo altrettanto prezioso lo devo a Francesco Garofalo che mi ha sempre incoraggiato ad approfondire queste tematiche estendendole all'ambito dell'abitazione collettiva. Ringrazio infine Concetta Conte e Gabriella Testa che mi hanno aiutato per la raccolta del materiale sui progetti selezionati. Dedico questo libro a Francesco e a Tashi. I disegni dei progetti sono stati rieditati da Gabriella Testa.


Indice 7 Spazio, tempo, evento 11 Geografie del lavoro 23 Your office is where you are 27 Abitare lavorando 71 La casa on/off



Spazio, tempo, evento «Edifici ed intere parti di città vengono ora riutilizzati da nuove funzioni, da nuove attività, da nuovi e diversi gruppi sociali. Il mondo, non solo quello fisico, appare improvvisamente dotato di una grande “malleabilità” e contemporaneamente da grande “indeterminatezza”: ciò che da lungo tempo è stato pensato come residenza si dimostra infatti capace di essere ufficio; ciò che era fabbrica, luogo del lavoro, diviene residenza, luogo della ricerca o del divertimento, ciò che era centro della produzione e del potere diviene “vuoto”; le aree della povertà e dell'emarginazione divengono quartieri esclusivi, ricchi; l'architettura povera diviene monumento. Intere scale di preferenze di giudizi, di valori monetari e di valori posizionali, vengono sovvertite e rovesciate»1. Il cambiamento sociale dovuto all'uso consueto della rete in tutte le nostre attività, personali e non, è senza dubbio una delle questioni centrali del fenomeno culturale che fa da sfondo agli ultimi 30 anni: una 1. Secchi B., La costruzione del progetto urbanistico in “Casabella” n.528, Ottobre 1986.

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Geografie del progetto

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Uno dei motivi per cui amo molto la progettazione di interni dei luoghi di lavoro è che l'impatto sull'umanità è molto più potente rispetto ad avere a che fare con i gusci architettonici inerti o con l'abito decorativo esterno di un edificio. Non è più possibile pensare ad edifici a misura dei committenti, con esigenze altamente specifiche; le esigenze cambiano e quindi l'edificio stesso verrebbe compromesso dalla sua specificità» Clive Wilkinson, 2014.

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Clive Wilkinson, Intuit Marine Way Building, Mountail View (California) 2016.


Clive Wilkinson, Schizzi per la sede Google hedquarter, Mountail View (California) 2005 (in alto). Clive Wilkinson, Ropemaker, Londra 2011 (in basso).



Abitare lavorando «Siamo entrati in una nuova era, l'Era dell'Informazione. La rivoluzione dello spazio è una dimensione fondamentale del processo complessivo di trasformazione strutturale che sta avvenendo nella società. Si ha oggi bisogno di una nuova teoria delle forme e dei meccanismi spaziali, che si dimostri conforme al nuovo contesto tecnologico, sociale e spaziale in cui viviamo»1. In questa nuova logica sociale dell'organizzazione delle modalità e dei tempi del lavoro, il concetto di spazio ibrido oltrepassa la soglia dell'abitare ed entra in modo imprevisto nell'intimità della casa. Nelle previsioni dello smart working gran parte del lavoro da svolgere fuori dall'ufficio, viene sviluppato da casa, in connessione internet. In questo momento di passaggio, un'alta percentuale del personale dipendente, con contratti “tradizionali” si trova a vivere questo anomalo “ritorno a casa” in cui si mischiano attività dedicate alla famiglia o al tempo libero, con quelle di massima concentrazione e isolamento dedicati al lavoro. 1. Castells M., La nascità della società in rete, Università Bocconi, Milano, 2002.

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Casa del Chirurgo, Pompei, IV-III sec. a.C. (in alto). Casa di Diana, Ostia Antica, II sec. d.C. (in basso).


Le Corbusier, Maison Ozenfant, Parigi, 1922.



Le Corbusier, Casa/Studio Medico Currutchet, Buenos Aires, 1948-1955.



La casa on/off La rilettura degli elementi spaziali che caratterizzano le case produttive unifamiliari, introduce inevitabilmente alle questioni progettuali urgenti che riguardano l'unità casa/lavoro nell'edificio collettivo contemporaneo: la crescita di forme nuove di attività autonome insieme ai contratti di smart working, dichiarano la necessità sempre più diffusa di svolgere a casa tutto o buona parte del lavoro principale di reddito1. Ad oggi questa esigenza viene affrontata da parte degli abitanti attraverso adattamenti interni di spazi imprevisti, che ancora nella maggior parte dei casi sono esclusi dai programmi funzionali degli edifici abitativi di recente costruzione. Non esiste ancora di fatto un termine che possa dare l'idea di un unità in cui si abita e si produce. Gli studi più recenti hanno individuato in “workhome” un modo di vivere legato ad una condizione necessaria della società contemporanea. Ma, come fa notare Frances Holliss2, è uso comune cadere in un grande equivoco 1. ISTAT I tempi del lavoro in “Argomenti” n. 40. 2. Holliss F., Beyond live/work. The Architecture of home-based work ..., op. cit., p. 34.

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Herman Hertzberger, Diagoon Housing, Delft, 1967-1970. Le cellule abitative hanno al piano terra lo spazio per il lavoro che prospetta su una piazza urbana, interna all'organizzazione polifunzionale dell'edificio.


Donnybrook Quarter , Peter Barber Architects, Londra, 2006.



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