Solo brevi note per ringraziare gli amici Mario Pisani, Bruno Discepolo, Pasquale Belfiore e Carlo De Luca di aver accettato di introdurre me e i miei lavori qui raccontati. Con il loro supporto è diventato più facile credere nell'opportunità di non rimandare la raccolta ordinata di schizzi, disegni e immagini, cosa più volte accaduta in precedenza nonostante le tante sollecitazioni ad agire. Voglio qui anche mettere in evidenza che l'approccio scelto, non cronologico ma piuttosto per macro aree tipologiche, serve a dare una eguale attualità a tutti i lavori illustrati. Pur avendo tanto ancora da raccontare, la necessità di una sintesi che allontanasse lo spauracchio di una ennesima rinuncia non lo ha qui consentito. Oggi, invogliato però dal risultato raggiunto, ho un convinto proposito di farlo al più presto. Massimiliano Rendina
Indice
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Architetto in Terra di Lavoro di Mario Pisani Il tempo dell’attesa in Massimiliano Rendina di Pasquale Belfiore Il senso della misura di Bruno Discepolo Oltre la modernità di Carlo De Luca
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Otto case in tufo per agricoltori Casa a corte sul Volturno Aggregato di 10 alloggi sociali Casa sull’Appia antica Case nella piana campana Unità abitativa di 24 alloggi Case a strisce agli Annali dell’architettura Alloggi sociali in Irpinia Interno nella Capua antica
102 112 116 120 130 138 142 146 150 154
Quartiere sociale Piazza Etiopia Municipio in ex area militare Padiglione in area di sosta Centro terapeutico Ospedale in Zanzibar Parcheggio ipogeo Palazzo dello sport Camera di Commercio in brianza Edificio bancario
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Città della scienza Biblioteca della stazione Dohrn Giardino della Fondazione Martucci Scuola in Irpinia Scuola alla Romanina Scuola in Romagna Nuovi fronti del teatro comunale Totem alla Reggia 9 lauree alla XII Biennale
202 208 212 222
Aulario del vescovado Chiesa fuori le mura Chiesa di San Giovanni Paolo II Cappella ipogea
230 234
Escape from the City Chiesa del Sole Nascente
238 244
Regesto delle opere Bibliografia
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Opere e progetti Works and projects
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Casapulla, Caserta
41°4’24.52”N 14°17’20.82”E
Casa sull’Appia Antica House on Ancient Appia
Built: 1996 Client: Michele Maccariello Photos: Luigi Spina Collaborators: Cinzia Rosa, Alfonso Russo, Vega Raffone, Salvatore Peccerillo, Concetta Palmiero, Giovanni Nuzzolo, Gianfranco Racioppoli Awards and pubblications: d’architettura n. 27/2005
Scorcio dell’edificio dall’Appia Building view from Appia
Casa sull’Appia Antica
Chi conosce l’ager campanus sa bene che gran parte del tessuto agrario e urbano di questi luoghi pianificati dalla centuriazione di Capua, è orientato rigorosamente a nord, e pertanto non si meraviglia se nel nostro caso sia perfetta la coincidenza con essa. Una vera peculiarità posizionale, invece, sta nel fatto che i circa settanta metri della stringa di suolo della famiglia Maccariello, collegano tra loro lo strada allineata al fronte principale della Reggia di Caserta e la via Appia Antica. La casa sorge infatti su di un suolo, stretto e lungo, posto a cavallo tra le due più importanti arterie del territorio casertano. Utilizzando le volumetrie residue sviluppate dal giardino dell’edificio primi Novecento dello stesso proprietario, la casa si appoggia e combacia in larghezza (fino a diventarne, in qualche maniera, prolungamento e completamento) con la fronte cieca di un immobile moderno ad appartamenti che incombeva alta sull’area. Concordata una soluzione d’insieme che non prescindesse dal mascheramento del muro cieco e valutata l’oggettiva difficoltà di edificare sulla stretta area disponibile
stando nei limiti normativi, l’azione progettuale è stata nel suo corso sempre ispirata al principio un po’ dissacratorio del rispettare e assieme aggirare gli ostacoli propri di affacci, distanze, volumi, facendo sempre di esigenza virtù. Tre i prospetti e tre i lati della pianta rettangolare disponibili per aria, luce e vedute, mentre la parte addossata al confine cieco si configura come luogo ideale per scale, servizi, ingressi e connettivi. Quattro sono i livelli disponibili per le due abitazioni duplex che convivono nel piccolo edificio con al piano rialzato e al primo quella del committente, al secondo e al terzo quella destinato alla suocera. L’edificio ha un alto basamento di mattoncelli capuani realizzati a mano, da cui prosegue, avvolgendo facciata e sporti, un intonaco ruvido e chiaro. Sono bianchi gli infissi e le balaustre metalliche, d’acciaio le canne fumarie.
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Schizzo dell’ingresso Scorcio dal retro Entrance sketch Back view
Disegno al pastello del prospetto sud Southern elevation pastel drawing
Casa sull’Appia Antica
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S. Maria Capua Vetere, Caserta 41°4’30.84”N 14°15’12.58”E
Interno nella Capua antica Interiors in ancient Capua
Built: 2006 Client: Famiglia Rendina Photos: Antonio Calamo with Cinzia Rosa e Alfredo Di Lorenzo Collaborators: Cristina Rosamilia, Simona Enrico, Giuseppe Barbato
Veranda vista dall’ammezzato Veranda from the mezzanine
Interno nella Capua antica
L’interno di via Roma si trova all’ultimo piano di un palazzo ottocentesco evidentemente eclettico nel suo aspetto per chi lo osservi dalla strada. Da qui è poco distante il duomo a cinque navate di Santa Maria Maggiore attorno al quale è stata fondata la città di S. Maria Capua Vetere sulle rovine della Capua che ospitò Annibale e che edificò l’Anfiteatro Campano (secondo al solo Colosseo) sulle rovine di quello repubblicano di Spartaco. Il palazzo si trova nel cuore del centro storico della città ed è stato riammodernato alla fine dell’ottocento dagli allora suoi proprietari i Baroni Petitto, utilizzando gli stessi marmi della reggia Vanvitelliana e lo stile architettonico prevalente in quel periodo. Al secondo piano dell’unica grande scala marmorea, l’interno si svolge su tre piani spazialmente interconnessi grazie all’attuale intervento di spostamento di pesi e di totale alleggerimento cromatico e decorativo. Il solaio piano di copertura nel sottotetto impraticabile del secondo e ultimo piano, al di sopra del quale si sovrapponeva a completamento dell’antica
fabbrica un poco significativi tetto a falde in travi di legno, ferro, arcarecci e tegole, è stato tagliato ad ovest per una profondità di circa cinque metri e per la lunghezza dell’intero corpo di fabbrica, al fine di consentire il godimento da qualunque punto della casa della vista delle due verande liberty che ad ovest si aprono altère verso il cortile interno. L’altezza media di un uomo è stato il metro di misurazione del punto dove poter incidere con il taglio del solaio, subito poi ricostruito per la stessa lunghezza e medesimo peso, distanziato di circa un metro e mezzo dalle verande e circa due metri e cinquanta più in basso. Il risultato è una nuova e inattesa spazialità abitativa su tre livelli aperti, con ingresso a più altezze, un ammezzato strutturale di tre metri per quindici circa dotato di soggiorno, stanza autonoma e servizio igienico e un grande affaccio dal culmine della cascata di piani sulla complessità ottenuta. L’opera dimostra che accelerare la lettura dello spazio migliorata la vivibilità.
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Massimiliano Rendina | UnitĂ di luogo / Measure of the place
Viste della scala interna aperta Indoor stairs view
Interno nella Capua antica
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Teverola, Caserta
40°59’39.61”N 14°12’56.38”E
Padiglione in area di sosta Gas station pavilion
Built: 2018 Client: Ap Fuel di Stefano Graziano Photos: Mario Ferrara with Giuseppe Fantasia, Vincenzo Merola e Antonio Guarino, Michele Petrella, Francesco Iodice, Eduardo e Adolfo Cesaro (ferro) Pubblications: Area, 2019 n° 166+ eating out
Porzione del prospetto Front portion
Padiglione in area di sosta
Camminando per l’indistinta periferia casertana, come tante egualmente opache in italia, improvvisamente agli occhi si apre un qualcosa di inedito, di preciso, di chiaro, di elegante, di architettura. Si tratta del piccolo padiglione ristoro e servizi di un distributore di carburanti in via Fratte a Teverola, cinque minuti d’orologio da Aversa, sede collaudata del sistema dei dipartimenti tecnici dell’Università della Campania. Esso nasce da un connubio virtuoso; da un incontro cercato e voluto tra la proprietà e l’università, poi rifluito in una efficace convenzione tra le due parti; in quello che tecnicamente viene definito “conto terzi”. Al di là dell’opera certamente riuscita, dei particolari studiati e messi in forma, la vera lezione che questo piccolo manufatto consegna ad un territorio complesso come quello casertano è che un modo diverso di fare le cose esiste, e non solo in teoria. L’architettura può essere lì, a portata di mano, basta volerlo. La cosiddetta terza missione, quella che le università svolgono nell’interesse del territorio che le ospita, in questa esperienza trova la giusta dimensione.
Il padiglione è fatto con scatolari in ferro che compongono nello spazio un ritmo chiaro ed elegante di rapporti geometrici. Un’opera oscillante tra il linguaggio rigoroso e neutro di matrice miesiana e le sensibilità umanistiche proprie dell’autore. Ci sono architetture fatte di muri spessi, ombre profonde e altre, come questa, fatte di iterazioni, trasparenze, luci diffuse che irradiano nello spazio un’aura di magia. La volontà progettuale di lavorare su una doppia scatola, un contenitore ed un contenuto, è evidente. Quella esterna in ferro bianco e vetro, eterea e ricercata; quella interna in ferro nero e legno, molto presente nel suo saper restituire ovunque allo spazio un sapore caldo ed accogliente. La qualità del risultato raggiunto è il frutto di diverse intelligenze che hanno qui preso forma. La committenza, il progettista e gli artigiani che vi hanno lavorato con passione ed orgoglio.
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Esploso del corpo centrale Central block exploded axonometric Innesto dell’area ristorazione e servizi Angolo della boiserie Addition of the dining area and services Boiserie corner
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Pianta generale del piano terra General ground floor plan Profilo dell’edificio visto dal mare Building profile seen from the sea
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Tagli di luce dalla copertura Light cuts on the roof Fronte su Via Clanio Front on Clanio street Interno dell’aula liturgica Liturgical room interior Vista notturna del porticato d’accesso Entrance portico night view
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Chiesa di San Giovanni Paolo II
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