Dario Costi
CASA NEI TRE PAESAGGI fotografie di Jacopo Ferrari testi di Vincenzo Melluso e Simona Melli
UN CARAPACE SULLE COLLINE DI NUMANA Vincenzo Melluso
Preambolo La storia dell’architettura della modernità ci ricorda che il tema della casa si è offerto come straordinario campo di indagine e di sperimentazione intorno alla composizione dello spazio dell’abitare. Attraverso la piccola scala domestica si è molto spesso proceduto in una ricerca che è stata attenta, nella migliore tradizione, a tutte le questioni che attengono alla disciplina del progetto. Si può quindi affermare che l’architettura, certamente dal Novecento, ha trovato nel tema della casa l’occasione per disegnare un sorta di manifesto disciplinare di straordinaria ricchezza, per testimoniare l’idea di costruzione della forma rispetto ai bisogni dell’abitare e in relazione ai luoghi. Si sono così esplorati linguaggi e strategie insediative, si è indagato intorno a tutto quanto costituisce fondamento dell’architettura per l’uomo. Attraverso il progetto della casa, in particolare quella unifamiliare, si sono così prodotte – soprattutto attraverso la lezione dei Maestri – vere e proprie dichiarazioni programmatiche che rappresentano un importante e decisivo patrimonio di idee per la trasformazione delle nostre città e dell’intero paesaggio antropizzato. Le migliori esperienze del Moderno assumono allora un significato senza tempo, certamente ancora oggi utile per il progetto della contemporaneità. I movimenti attenti della testuggine Nell’autunno del 2014 raggiungo Numana, località sulla Costa Adriatica collocata a ridosso dello straordinario promontorio di Monte Conero. Un luogo che raccoglie numerose suggestioni e che si racconta attraverso tanti e variegati paesaggi. Certamente il mare, con il suo lungo orizzonte, ma anche la collina, con la sua campagna segnata ancora da estesi campi agricoli adagiati sugli altipiani a ridosso della costa.
Un paesaggio che suggerisce tante attenzioni, che ha certamente sollecitato e guidato nel tempo il modo di insediarsi nel territorio. In questo contesto Dario Costi e Simona Melli si sono cimentati in un progetto per una casa privata che si offriva, programmaticamente, come utile occasione per mettere insieme le idee e le riflessioni sviluppate dai due architetti parmigiani sin dai loro primi passi. Conosco infatti ormai da vari anni gli esiti del loro lavoro che ha trovato, nel tempo, occasioni diverse per misurarsi con tante questioni legate all’architettura nel suo farsi.
Oscar Niemeyer, Casa Niemeyer, Canoas, Rio de Janeiro, 1953
Il progetto della casa a Numana diventa quindi un passaggio significativo nella trama della loro ricerca architettonica che, dall’inizio, si è voluta con forza modulare trai temi tipologici e i caratteri del luogo, sia all’interno del paesaggio urbano, che in quello naturale. In questo senso la loro progressione, dentro il progetto, trova in quest’opera una sintesi interessante, raccogliendo certamente l’esperienza di alcuni Maestri della Modernità che hanno fatto del rapporto tra artificio/natura una chiave di interpretazione straordinaria, senza a priori concedere nulla all’uno rispetto all’atro, quanto valorizzando l’uno grazie all’altro. L’espressione migliore dell’architettura della Modernità ha trovato in questo dialogo/confronto una linfa di ispirazione straordinaria, capace di risultati che rappresentano ancora oggi un riferimento importante per l’abitare nel territorio, anche oltre il tema della casa. Guardando l’opera ormai compiuta di Costi e Melli, la memoria mi riporta in particolare ad alcune opere di Maestri del secolo scorso. Ricordarle può essere utile per rintracciare quei caratteri interpretativi del progetto di Numana che rappresentano elementi di valore nel modo di comporre un programma funzionale all’interno di un luogo, fonte di tante suggestioni e di numerosi temi. Il rimando allora a Casa Niemeyer, opera del grande Oscar nel paesaggio di Canoas, o alla Casa Ugalde di José Antonio Coderch a Caldes d’Estrac in Spagna, mi aiuta a fare una sintesi preziosa sulla capacità di interpretare le questioni in campo che si sono offerte ai due giovani progettisti per l’opera di Numana.
J. A. Coderch e M. Valls, Casa Ugalde, Caldes d’Estrac, Barcelona, 1951
Ricordo le prime impressioni durante la visita: l’impronta formale delle due opere di Niemeyer e Coderch mi è subito venuta in mente di fronte alla conformazione dell’architettura della casa. La sua sensibile articolazione mi ha fatto poi intravvedere un grande essere vivo, animato ma quasi fermo. La casa mi apparsa, infatti, come una grande testuggine adagiata tra la
progetto
E. N. Rogers, Esperienza dell’architettura, Einaudi, Torino 1958
I. Gardella, Villa Leenards, Laveno 1958-60, Schizzi di studio dell’impianto (archivio CSAC)
V. Melluso, Casa Dusenzky-Vitale, Valle d’Itria 2005-2010, Schizzo di studio
P. Culotta, Casa a Contrada Timparussa, CefalĂš 1978, Schizzi di studio (Archivio Culotta)
Viste del modello di inserimento nel paesaggio in scala 1:200
LA CASA COME UN ABITO DA INDOSSARE Dialogo tra Simona Melli e la padrona di casa
Non penso sia un problema di età ma di sensibilità e di cultura dell’abitare. Del resto voi avete seguito con fiducia gli architetti che avevate scelto.
Di certo, se ripenso alla partenza e rifletto sulla casa che abitiamo oggi comprendo che abbiamo maturato una nuova consapevolezza ma che abbiamo anche confermato modi di vivere di sempre. Ora apprezziamo la complessità che si nasconde dietro la semplicità di queste forme e ritroviamo in ogni angolo della casa le ragioni della sua disposizione semplicemente guardando fuori. Così ci siamo innamorati di questa casa che si muove tra le piante e guarda il paesaggio come fosse una grande crostaceo schiacciato su uno scoglio. Dentro questo guscio ritroviamo, però, una aspirazione di sempre che abbiamo già perseguito nella nostra abitazione principale.
Cartone
Forma e materia
Il rapporto con l’esterno è, così, un tema centrale del progetto ma anche una vostra abitudine…
Il giardino ed il paesaggio entrano nella casa interpretando la ricerca di un rapporto con l’esterno che è sempre stato un nostro obiettivo ovunque siamo stati. Se ci pensi anche a Bologna abbiamo allargato la casa primi Novecento che abitiamo con una grande veranda, come fosse una serra, che ospita il soggiorno e la vita della famiglia. Anche lì, pur in un giardino più piccolo, viviamo all’aperto pur essendo all’interno. Del resto abbiamo scelto questo luogo proprio per questo...
paesaggi