EXPECTATIONS Collana ideata e diretta da / Series created and curated by
Marina Montuori
La collana raccoglie i contributi di autori impegnati ad approfondire molteplici risvolti del progetto di architettura – ibrido, sinergico, integrato e empatico – attraverso pratiche di manipolazione e manutenzione dell’esistente in grado, da un lato, di ricucire i contesti urbani e, dall’altro, di operare risarcimenti di carattere ambientale, sociale e economico. Expectations vuole alimentare il dibattito culturale attraverso la divulgazione di ricerche che anticipano scenari di sviluppo urbano facendo affiorare le latenze che sfuggono allo sguardo monodisciplinare e approfondendo tematiche attinenti a differenti ambiti di applicazione: dalla storia, alla progettazione architettonica e strutturale, all’analisi tecnologica, alla produzione edilizia, al paesaggio e alla città. Le finalità scientifiche e culturali del progetto Expectations trovano riscontro anche nel pensiero di Alejandro Aravena, Premio Pritzker per l’Architettura nel 2016: «Bisogna offrire risposte con ciò che serve, abbandonando la sicurezza dell’irrilevanza e correndo il rischio della rilevanza.» Collana editoriale internazionale con obbligo del peer review (SSD A08 – Ingegneria Civile e Architettura) e in ottemperanza alle direttive del Consiglio Universitario Nazionale (CUN), dell’Agenzia Nazionale del sistema Universitario e della Ricerca (ANVUR) e della Valutazione Qualità della Ricerca (VQR). Peer Review per conto della direzione o di un membro della redazione e di un esperto esterno (clear peer review). This series showcases contributions by authors exploring the multiple implications of architectural projects – whether hybrid, synergic, combined or empathetic – through practices involving manipulation and maintenance of existing building stock, capable, on the one hand, of reconnecting urban contexts, – and on the other, of bringing about social, economic and environmental compensations. Expectations intends to promote the cultural debate by disseminating research that anticipates scenarios of urban development and brings forth latent aspects often eluding the mono-disciplinary approach as well as exploring themes related to different areas of application: from architectural history to architectural and structural design, from technological analysis to building production, landscape and the city. The scientific and cultural aims of the Expectations are also reflected the philosophy of Alejandro Aravena, winner of the Pritzker Architecture Prize for 2016: «We must provide answers with what is needed, leaving the safety of irrelevance and running the risk of relevance.» International editorial series with the obligation of peer reviews (Area A08 – Civil Engineering and Architecture and in compliance with the guidelines of the Italian National University Council (CUN), the National Agency for the Evaluation of the University and Research Systems (ANVUR) and the Evaluation of the Research Quality (VQR). Peer Review on behalf of the Editor’s Office or of a member of the editorial staff or of an external expert (clear peer review).
INDICE CONTENTS PARTE SECTION
SINERGIE INTERDISCIPLINARI INTERDISCIPLINARY SYNERGIES
E pluribus unum Marina Montuori
11
Per una cultura architettonica del remodelage For an architectural culture of remodelage Giulio Lupo
45
Il layer della non-permanenza The layer of non-permanence Massimiliano Botti
67
Necessità di accoppiare la riqualificazione energetica con interventi di consolidamento strutturale Need for coupling energy refurbishment with structural strengthening interventions Alessandra Marini, Chiara Passoni, Andrea Belleri, Francesca Feroldi, Marco Preti, Paolo Riva, Ezio Giuriani, Giovanni Angelo Plizzari
83
Il retrofit per l’edilizia sociale The retrofit for social housing Massimo Rossetti
117
Perduto nella transizione. Lo spazio aperto nell’edilizia sociale: tra annotazioni di suolo e strategie di rigenerazione Lost in transition. The open space in social housing: ground notations between regeneration strategies Filippo Orsini
135
Buone ragioni per fallire? Un settore riluttante Good reasons to fail? A reluctant field Angelo Luigi Camillo Ciribini
163
PARTE SECTION
MANOVRE DI ARCHITETTURA ADATTIVA ADAPTIVE ARCHITECTURE MANEUVERING
L’adattabilità dell’esistente The adaptability of existing building stock Barbara Angi
177
SMALL Case minime al quartiere San Bartolomeo. Storia, documenti e analisi “Minimal houses” in San Bartolomeo neighbourhood. History, documents and analysis Marco Danesi
203
Case minime al quartiere San Bartolomeo “Minimal houses” in San Bartolomeo neighbourhood
#01
Progetto Project Marco Danesi
220
MEDIUM Case multipiano al quartiere San Bartolomeo. Storia, documenti e analisi Multilevel houses in San Bartolomeo neighborhood. History, documents and analysis Alessandra Peroni L’ingegnerizzazione della strategia architettonica Engineering of the architectural strategy Giuliana Scuderi
243 267
Case multipiano al quartiere San Bartolomeo Multilevel houses in San Bartolomeo neighborhood
#02
Progetto Project Alessandra Peroni
282
#03
Progetto Project Viviana Damioli, Maurizio Dò
300
#04
Progetto Project Architettura e Composizione 2 - Corso + Laboratorio Architecture and Composition 2 - Course + Workshop
316
Case multipiano al quartiere Casazza Multilevel houses in Casazza neighborhood
#05
Progetto Project Stefano Abbatinali, Gianpiero Piccirilli
LARGE Il “caso San Polo”: vuoti decisionali. Rassegna stampa The “San Polo Case”: making loopholes. Press review
324
345
357 Valutazione di impatto economico e sociale degli interventi di retrofit: il “caso San Polo” Assessment of economic and social impact of retrofit plans on social housing: the “San Polo Case” Marco Marcatili, Johnny Marzialetti Torre Cimabue al quartiere San Polo Cimabue Tower in San Polo neighborhood
#06
Progetto Project Ilaria Napoli, Alice Saleri
380
Torre Tintoretto al quartiere San Polo Tintoretto Tower in San Polo neighborhood
#07
Progetto Project Claudia Buffoli
394
#08
Progetto Project Massimiliano Battisti
408
Bibliografia Bibliography
429
Autori Authors
439
01
PARTE SECTION INTERAZIONI DISCIPLINARI DISCIPLINARY INTERACTIONS
9
01. Claire Fontaine, P.I.G.S., (fiammiferi, muro in carton gesso, corridoio dissimulato, proiezione HD), dimensioni variabili / (matchsticks. plaster wall, concealed corridor, H.D. video projection, dimensions variable), 2011. Š Claire Fontaine
E pluribus unum Marina Montuori
Foreword ¶ Premessa I materiali raccolti in questo volume ¶ Rather than a comprehensive presnon intendono presentare in forma esaustiva gli esiti di una ricerca1, ma piuttosto privilegiare il racconto di esperimenti progettuali che hanno avuto occasioni di confronto con vincoli reali, compromessi da contesti politici, sociali, imprenditoriali, da limiti economici [01] e anche professionali ai vari livelli (da quelli più “alti” a quelli relativi alle competenze tecnologiche, alle attrezzature di cantiere, fino alle pratiche manuali). I lavori e i testi a corredo esprimono la volontà di individuare dispositivi progettuali interdisciplinari, che possano consentire il raggiungimento degli obiettivi di “rigenerazione integrata” (ai vari livelli: formale, funzionale, sociale, impiantistico, normativo, ecc.) di edifici residenziali (con particolare riferimento all’edilizia sociale) confrontandosi con le realtà dei contesti nazionali e internazionali. La somma di queste esperienze, la loro narrazione, consente di tracciare una mappa articolata di riflessioni e di accorgimenti che hanno a che vedere con le aree meno indagate del nostro lavoro, quelle che sfuggono alla manualistica e alle descrizioni dei capitolati
entation of the research's results1, the materials collected in this book are conceived to account for the design experiments derived from opportunities of approach to actual situations compromised by political, social, entrepreneurial problems, and by economic [01] and even professional issues at various levels (from the “highest” levels to technological expertise, building site facilities, and even manual labour). The designs and their accompanying texts express a pursuit of cross-disciplinary design instruments for the achievement of “combined regeneration” (at the formal, functional, social, plant, regulatory levels, etc.) for housing buildings (with particular regard to social housing) in a confrontation with actual case studies at the national and international level. All of these experiences and their account provide an articulated map of meditations and insights about those areas of our work that are seldom explored and addressed by manuals and specifications (that hypocritically use the self-absolving expression “everything should be made in ac-
11
Parte / Section 01
Interazioni disciplinari / Disciplinary interactions
Marina Montuori
E pluribus unum
(farisaicamente riassunte nella forma autoassolutoria de “il tutto eseguito a regola d’arte”). Siamo convinti che il contributo più utilizzabile, nel prossimo futuro, sarà proprio quello fornito da questo genere di considerazioni “laterali” che tengono d’occhio le insidie, i margini di imprecisione e di arbitrio, perché proprio in questi spazi non normati (non prescrivibili), da sempre, risiede la qualità dei manufatti. Di qualità si deve trattare, in fine, nei processi di rigenerazione e, come sappiamo, nulla è più aleatorio e sfuggente della “qualità”, irriducibile a un sistema ordinario di regole.2 [02]
cordance with best practice”). In the near future, we think the most useful contribution will come from this kind of “lateral” considerations that address the dangers and the space for imprecision and discretion, precisely because these unregulated (because they resist regulation) areas are invariably responsible for the quality of artifacts. Quality is the ultimate goal of regeneration but, as we know, nothing is more random and elusive than “quality” because it cannot be reduced to an ordinary system of rules.2 [02] Anatomy of a research We decided that some clear principles had to be established since a project (and therefore the research itself) is the labour-intensive result of endless compromises, choices (an therefore exclusions), complex assessments, and limitations. But, as it is even more the result of the balanced combination of several fields of knowledge, the solution cannot be a spontaneous invention (from the Latin invenire, or to find) but the result of a constant survey and recovery. Several studies have addressed similar issues over the years. The detailed bibliography at the end of this text lists the sources we used during a work that was designed to update and summarize such previous efforts. In agreement with the other “PRIN Research Unit” established in universities in center and south Italy, we initially decided to organize the work as a systematization of national-level “guidelines”: the prescriptions established as rules for
Anatomia di una ricerca Abbiamo ritenuto necessario, fissare dei capisaldi tenendo conto che un progetto (e pertanto la ricerca stessa) è il faticoso risultato di molti compromessi, di moltissime scelte (quindi di moltissime rinunce), di valutazioni complesse, di vincoli; ma prima ancora è il risultato di un equilibrato incrocio tra molte conoscenze. La soluzione non può essere dunque un’invenzione spontanea (in latino invenire vuol dire trovare), ma l’esito di un continuo indagare e ri-trovare. Esistono numerosi studi che hanno affrontato temi analoghi; un'accurata indagine bibliografica documenta, in appendice del presente volume, tale patrimonio di cui si è tenuto conto con il lavoro svolto, tendendo a operare una sintesi aggiornata. Inizialmente era stato deciso, in accordo con le altre “unità di ricerca PRIN” afferenti ad atenei dislocati nel centro e nel sud Italia, di finalizzare il lavoro alla messa a punto di “linee guida” a livello nazionale attraverso prescrizioni articolate per rego-
02. Jean Nouvel [AJN], Jean-Marie Duthilleul [AREP], Michel Cantal-Dupart [ACD], Atelier du Grand Paris. Esempio di articolazione dei tessuti urbani. Schema di densificazione / Atelier du Grand Paris. Example of urban fabric articulation. Diagram of densification (FR), 2011. © [AJN], [AREP], [ACD] 13
progetto / project
01. Atelier Castro Denissof Associés, Progetto di riabilitazione e trasformazione della Torre 27, quartiere Croix Blanche a Vigneux-sur-Seine / Project for the rehabilitation and transformation of Tower 27 in the Croix Blanche neighborhood in Vigneux-sur-Seine (FR), 2015. © Atelier Castro Denissof Associés
Per una cultura architettonica del remodelage
For an architectural culture of remodelage Giulio Lupo
Premessa Che la teoria del remodelage di Roland Castro nasca e maturi nel campo circoscritto del rinnovamento dei grandi complessi di alloggi sociali, i grands ensembles, è un’accezione alquanto restrittiva (Castro, Denissof, 2005). In realtà, il remodelage, cioè la trasformazione di edifici, anzi, di interi quartieri, attraverso interventi di recupero e messa in sicurezza delle strutture, di ammodernamento degli impianti, di variazione dei volumi, di modificazioni dei tipi edilizi, di cambiamento delle funzioni e di rimodellazione della forma e degli spazi aperti, interesserà sempre più il “pulviscolo di edifici” di cui sono composte le periferie urbane e diventerà col tempo una pratica sempre più ordinaria e diffusa, ovunque ci sia un costruito da rivalutare, sia esso un complesso di edilizia popolare o condomini isolati, o una parte di città da rigenerare (Montuori M., 2014). [01] Non è più possibile “abbandonare ciò che non funziona” e risolvere i problemi dell’obsolescenza e del degrado di intere parti di città costruendo nuovi edifici “subito accanto” nella logica della “città generica” descritta da Rem Koolhaas nel 1995.
Foreword The idea that Roland Castro’s theory of remodelage originated and matured in the limited field of the renovation of large social housing estates known as grands ensembles is rather restrictive (Castro, Denissof, 2005). In fact, remodelage, that is the transformation of buildings, or rather, of entire neighbourhoods through the recovery and securing of structures, plant modernization, changes in volumes, modification of building types, functional modifications and reshaping of both building forms and open spaces will increasingly affect the “myriad of buildings” composing the urban suburbs and, in time, will become an increasingly ordinary and widespread practice whenever there is the need to renovate a built environment, be it a social housing complex, an isolated condos or a part of the city (Montuori M., 2014). [01] It is no longer possible “to abandon what does not work” and resolve the problems of aging and degradation of entire urban neighbourhoods by constructing new buildings in the “immediate vicinity” according to the logic of the “generic city” 45
Il layer della non-permanenza1 The layer of non-permanence1 Massimiliano Botti
Gli edifici non sono permanenti. Le esigenze che li hanno fatti nascere mutano, la risposta al mutamento è spesso lenta. (Anche) la stratificazione di questi cambiamenti è la città come appare; il breve volgere della vita delle persone fa – a volte – dimenticare che la scena urbana fissa non è per nulla tale. Il patrimonio edilizio invecchia, spesso male, e questo suo invecchiare con poca dignità è uno dei segni percepibili della trasformazione. Che è economica, sociale, ecc. Su questo si può lavorare, senza camouflage superficiali che riguardino le sole prestazioni tecniche e implichino quindi variazioni formali epidermiche. [01] Senza soluzioni traumatiche e onerose (demolizione e sostituzione), che pure fanno parte dei percorsi di modificazione delle città. Limiteremo qui la riflessione agli edifici inseriti nel tessuto residenziale urbano, proponendo una strategia per renderli capaci di reagire al costante cambiamento da cui sono investiti. Riflessione leggendo la quale occorre, in filigrana, riandare alle immagini dei progetti che arricchiscono le pagine di questo volume e lo rendono un
Buildings are not permanent. The needs that originally gave rise to them can change, and the response to change is often slow. (Even) stratification of these changes represents the city as it appears; our short life spans sometimes cause us to forget that the urban landscape is far from fixed. The Italian housing stock is aging, often badly, and this “aging without dignity” is one of the obvious signs of various types of change. Economic, social, and other types of change. Such problems can be tackled without recurring to forms of camouflage that are often limited to technical performance and formal epidermal modifications [01], and without traumatic and costly solutions (demolition and replacement), which also represent approaches to the modification of the cities. Here, we will limit our reflections to residential buildings, proposing a strategy that will allow them to react to the constant changes affecting them. A reflection that can be better understood by looking at the images of projects that enhance the pages of this book, transforming it into a
01. CAUE, Petites Machines à Habiter. Ça va barder!, Catalogue d’exposition, Le Mans (FR), 2009. © CAUE de la Sarthe 67
174
02
PARTE SECTION MANOVRE DI ARCHITETTURA ADATTIVA ADAPTIVE ARCHITECTURE MANEUVERING PROGETTI DI RIGENERAZIONE INTEGRATA: DALLA PICCOLA ALLA GRANDE DIMENSIONE THE COMBINED REDEVELOPMENT: PROJECTS FROM SMALL TO LARGE SCALE
175
176
L’adattabilità dell’esistente
The adaptability of existing building stock Barbara Angi
Nei contesti metropolitani contemporanei esistono condizioni per il riuso delle risorse edilizie presenti – vani abitativi, spazi verdi, infrastrutture – che, come le materie prime, esigono trasformazioni mirate così da riconvertirle in un’ottica ecologica e reintrodurle negli attuali cicli produttivi di natura economica e sociale. Le pratiche della modificazione e della manutenzione del costruito costituiscono un’occasione per attivare potenzialità latenti, presenti all’interno delle città. Le proposte progettuali di riappropriazione degli spazi obsoleti e/o di aggiornamento di quelli ancora abitati devono garantire una qualità che è conseguenza di strategie specifiche e consapevoli. [01] La diffusione di un atteggiamento progettuale pragmatico per la rigenerazione in chiave olistica del patrimonio edilizio esistente ha visto nella partecipazione della Germania alla 13a Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia (2012) con la rassegna dal titolo Reduce/ Reuse/Recycle. Architecture as Resource, un
Many contemporary metropolitan contexts offer the necessary conditions for reuse of real estate – residential properties, green spaces, infrastructure – which, like raw materials, require targeted changes to be ecologically reconverted and reintroduced into existing economic and social production cycles. The practices of the modification and maintenance of existing building stock are an opportunity to activate latent potentialities present within cities. Project proposals of re-appropriation of obsolete spaces and / or updating of those still inhabited must guarantee a quality that is a result of targeted strategies and aware. [01] Germany’s participation in the 13th International Architecture Exhibition of the Venice Biennale (2012) with its Reduce/Reuse/Recycle. Architecture as Resource exhibition aroused great interest in the disciplinary field just as the pragmatic design approach to the holistic redevelopment of existing buildings was becoming increasingly widespread.
01. Frédéric Druot, Anne Lacaton & Jean-Philippe Vassal, PLUS. Les grands ensembles de logements, Territoire d’exception. Studio per la riqualificazione delle abitazioni / Study for the redevelopment of housing, (FR) 2004. © Frédéric Druot, Anne Lacaton & Jean-Philippe Vassal 177
S SMALL
Case basse Low houses
01. Il progetto originario delle unità abitative / The original project of housing units, 1953 - 1956. Š Archivio Comune Brescia 202
Case minime al quartiere San Bartolomeo Storia, documenti e analisi
“Minimal houses” in San Bartolomeo neighbourhood. History, documents and analysis Marco Danesi
Introduction After the end of Second World War, an estimated five thousand Istrian refugees came to Brescia. In the nineteen-fifties, work began on the San Bartolomeo neighbourhood, a project intended to address the housing needs of the immigrants.1 The site, initially a small settlement surrounded by non-built-up areas, would later be occupied by numerous complexes of social housing built by the Istituto Autonomo Case Popolari di Brescia (now known as ALER), which is currently responsible for the administration of the neighbourhood. The neighbourhood, which was located in the suburbs in the nineteen-fifties, is now in an an area characterized by strong urban development, and proximity to important services such as the Civil Hospital and University. It is also well connected to the town center by a new subway.
Introduzione Dopo la Seconda Guerra Mondiale, Brescia fu interessata da un flusso di esuli provenienti dall’Istria per un numero stimato di cinquemila persone.1 Con l’obiettivo di fronteggiare le esigenze abitative degli immigrati, negli anni Cinquanta presero il via i lavori per la realizzazione del quartiere di San Bartolomeo. L’insediamento, che da principio costituiva un piccolo nucleo abitato tra spazi completamente liberi, in seguito sarebbe stato caratterizzato da numerose espansioni di edilizia economico popolare a cura dell’Istituto Autonomo Case Popolari di Brescia (oggi ALER), attualmente responsabile della gestione del quartiere. L’area, che all’epoca della costruzione era in un contesto periferico, oggi si colloca in una zona a forte espansione urbana, caratterizzata dalla vicinanza a servizi di importanza rilevante, come gli Spedali Civili, il polo universitario e risulta anche ben collegata dalla nuova rete metropolitana. 203
M MEDIUM
Case multipiano Multilevel houses
01-02-03. L’esodo dei profughi giuliano dalmati / The exodus of Julian-Dalmatian refugees. © «Il Giornale», © Raffaele Giannone
242
Case multipiano al quartiere San Bartolomeo Storia, documenti e analisi Multilevel houses in San Bartolomeo neighborhood History, documents and analysis Alessandra Peroni
Alla fine della seconda guerra mondiale le comunità italiane insediate in Jugoslavia sono indotte alla fuga dalla politica jugoslava di snazionalizzazione dell’identità italiana, generando un flusso di esuli spesso additati come traditori fascisti che lasciavano il Paese per paura del regime di Tito. L’entità del fenomeno è stata a lungo oggetto di contesa sia perché manca una contabilità rigorosa e ufficiale degli esuli e sia a causa di questioni ideologiche che spesso tendono a sottostimare o sovrastimare i numeri per motivi propagandistici. Nel 1953 un’indagine promossa dall’Opera Nazionale per l’Assistenza ai Profughi Giuliani e Dalmati1 stima in circa 200.000 i profughi, così suddivisi: 201.440 esuli censiti, 150.627 reperiti, 23.124 segnalati ma non reperiti, 4.553 deceduti e 23.136 che hanno lasciato l’Italia. Una seconda e diversa rilevazione ad opera dello storico Raoul Pupo2 porta il numero totale a 350.000, sulla base della pubblicazione del 19693 di padre Flaminio Rocchi3, il quale aggiunge ai conteggi dell’Opera 50.000 non reperiti, 80.000 emigrati dall’Italia e 15.000 partiti dopo il 1958. [01-02-03] Nel 1986, infine, durante la seduta ro-
At the end of Second World War the Yugoslav policy of erasure of Italian identity induced the Italian communities settled in Yugoslavia to escape, generating a stream of exiles who were often branded as fascist traitors fleeing the country for fear of Tito’s regime. The true extent of the phenomenon has long been disputed. In part, because of the lack of accurate official documentation concerning the exiles, and in part, because, in the interest of ideologies, figures have often been either over- or under-estimated for propaganda purposes. In 1953 a survey sponsored by the Opera Nazionale per l’Assistenza ai Profughi Giuliani e Dalmati1 estimated that there were about 200.000 refugees, divided as follows: 201.440 refugees surveyed, 150.627 found, 23.124 reported but not found, 4.553 deceased and 23.136 who had left the Italy. A separate study carried out by the historian Raoul Pupo2 brings the total number to 350.000, on the basis of the work published by Padre Flaminio Rocchi in 19693, which adds to the figures of the Opera a further 50.000 not found, 80.000 who emigrated from Italy and 15.000 243
01. Alessandro Marini, Progetto di tesi di laurea, Corso di laurea specialistica in Ingegneria Edile-Architettura: Facciata adattiva per retrofit sismico e rigenerazione integrata di un edificio ALER in Via Livorno a Brescia. Relatore: Marina Montuori - Correlatori: Patrick Teuffel, Barbara Angi / Project thesis, Combined Bachelor and Master degree courses in Architectural Engineering: Adaptive façade for seismic retrofit and combined redevelopment of a ALER building on Via Livorno in Brescia. Supervisor: Marina Montuori - Assistant Supervisor: Patrick Teuffel, Barbara Angi. 2016. Š Alessandro Marini 266
L’ingegnerizzazione della strategia architettonica1 Engineering of the architectural strategy 1 Giuliana Scuderi
The realization of interventions of seismic retrofit, even more if combined2, requires adequate skills and knowledge of the technological and structural feasibility, considering not only the modification and the structural upgrading, but mainly the costs connected to construction and site management. Since the beginning, it is necessary to establish a correlation between the architectural approach and the efficiency of the technologies adopted, intended as the set of construction techniques, structural solutions and adoptable design strategies. One of the primary experiment adopted refers to the so-called “building exoskeletons”3 applied, in the key studies presented, to the social housing stock built after the Second World War, when simple masonry and the confined masonry are the most used structural typologies. In these constructions, designed for vertical loads and often unable to resist to seismic events, the evaluation of the structural behaviour is essential. In addition, the awareness of the necessity to preserve as much as possible of the existing structure and its materials is an important topic, in an optic of energy and resources saving.
La realizzazione di interventi di retrofit edilizio, ancor più se integrato2, richiede adeguate competenze e responsabilità di carattere tecnologico e di fattibilità ingegneristica, non solo dal punto di vista della modificazione e dell’adeguamento strutturale, ma soprattutto per quanto riguarda i costi delle attività di cantierizzazione e costruzione. Occorre fin dall’inizio stabilire una correlazione tra l’approccio architettonico e l’efficienza delle tecnologie impiegate, intese come l’insieme di tecniche costruttive, di soluzioni strutturali e delle strategie progettuali adottabili. [01] Uno dei principali esperimenti messi in campo si riferisce ai cosiddetti “esoscheletri adattivi”3 applicati, nei casi studio considerati, all’edilizia residenziale sociale del secondo dopoguerra, epoca in cui le tipologie strutturali di uso più frequente sono la muratura semplice e la muratura intelaiata. In questi manufatti è necessario determinare in primis le proprietà strutturali, trattandosi di edifici resistenti per carichi statici ma non progettati per resistere agli eventi sismici. A questo si aggiunge la consapevolezza della necessità di preservare quanto più possibile la struttura esistente con i suoi materiali, in un’ottica di rispar267
#02
Progetto: Case multipiano al quartiere San Bartolomeo Project: Multilevel houses in San Bartolomeo neighborhood Alessandra Peroni: Progetto di tesi di laurea, Corso di laurea specialistica in Ingegneria Edile-Architettura Relatore: Marina Montuori Correlatori: Barbara Angi, Fausto Minelli, Stefano Milani (TU Delft) Anno di costruzione: 1957 ProprietĂ : Privata, Comune di Brescia Localizzazione: Brescia Zona climatica: E Classe sismica: 2 Consumi energetici Prima della riqualificazione integrata: 165 kwh/m2 anno Dopo della riqualificazione integrata: 34,2 kwh/m2 anno
Stato di fatto / Current situation
Alessandra Peroni: Project thesis, Combined Bachelor and Master degree courses in Architectural Engineering Supervisor: Marina Montuori Assistant Supervisor: Barbara Angi, Fausto Minelli, Stefano Milani (TU Delft) Year built: 1957 Property: Private, Municipality of Brescia Location: Brescia Climate Zone: E Italian seismic class: 2 Energy consumption Before combined redevelopment: 165 kwh/m2 year After combined redevelopment: 34.2 kwh/m2 year
MEDIUM
Azioni per un progetto integrato di rigenerazione dell’esistente Actions for an combined redevelopment of the existing building stock
342
L
LARGE
Case alte High houses
343
Innesti botanici / Plant grafting. Š giardinaggio.it 356
Valutazione di impatto economico e sociale degli interventi di retrofit: il “caso San Polo”
Assessment of economic and social impact of retrofit plans on social housing: the “San Polo Case” Marco Marcatili, Johnny Marzialetti
Foreword The goal of the analysis presented in this text is to describe and measure the effects of a construction and energy retrofit plan on the buildings in the San Polo district in Brescia; an intervention that would deeply renew these housing towers both on an aesthetic level and in terms of energy performance, and would consequently introduce both low-income living units and spaces for service and offices. Since the refurbishment plan is still open to suggestions and indications about the buildings’ layout and offer of services to potential users, the first paragraph of the text reviews the results of statistic surveys carried out in some Italian urban areas about the preferences in terms of living accommodation and related services. The respondents’ feedback may offer the designers interesting insights about how to finalize the rehabilitation plan. The second paragraph offers some considerations about the macro-economic effects of refurbishment and energy efficiency investments in terms not just
Premessa L’obiettivo dell’analisi presentata in questo testo consiste nel descrivere e quantificare gli effetti derivanti da un intervento di riqualificazione edilizia ed energetica degli edifici ubicati nel quartiere San Polo di Brescia. I manufatti presi in considerazione sono gli edifici alti adibiti all’edilizia sociale che, attraverso il progetto in questione, dovrebbero beneficiare di un profondo rinnovamento, sia in termini estetici che di prestazioni energetiche, prevedendo non solo residenze per le persone in condizione di difficoltà reddituale, ma anche spazi dedicati a servizi e al terziario. Dal momento che il progetto di riqualificazione edilizia è ancora aperto a suggerimenti e indicazioni sulla configurazione e sull’offerta di servizi ai potenziali fruitori, nel primo paragrafo del capitolo si passano in rassegna le risultanze derivanti da indagini statistiche effettuate in alcune realtà cittadine italiane, in cui emergono le preferenze degli intervistati in merito all’abitare e ai servizi ad esso connessi; tali evidenze possono offrire spunti interessanti ai progettisti 357
#06
Progetto: Torre Cimabue al quartiere San Polo Project: Cimabue Tower in San Polo neighborhood Ilaria Napoli, Alice Saleri: Progetto di tesi di laurea, Corso di laurea specialistica in Ingegneria Edile-Architettura Relatore: Marina Montuori Correlatori: Barbara Angi, Alberto Arenghi, Roberta Bianchi Anno di costruzione: 1984 - 1987 Proprietà: ALER - Azienda Lombarda per l’Edilizia Residenziale Localizzazione: Brescia Zona climatica: E Classe sismica: 2 Consumi energetici Prima della riqualificazione integrata: 88,28 kwh/m2 anno Dopo la riqualificazione integrata: 37,37 kwh/m2 anno
Stato di fatto / Current situation
Ilaria Napoli, Alice Saleri: Project thesis, Combined Bachelor and Master degree courses in Architectural Engineering Supervisor: Marina Montuori Assistant Supervisor: Barbara Angi, Alberto Arenghi, Roberta Bianchi Year built: 1984 - 1987 Property: ALER - Azienda Lombarda per l’Edilizia Residenziale Location: Brescia Climate Zone: E Italian seismic class: 2 Energy consumption Before combined redevelopment: 88.28 kwh/m2 year After combined redevelopment: 37.27 kwh/m2 year
LARGE Stato di progetto / Project
disegno massificante che ignorava il valore della persona e tendeva a rendere sempre meno efficace quello della famiglia a favore di una visione comunitaria e quindi etero controllata»1, come testimonia la presenza di un cartello con la scritta “Benvenuti all’inferno”2. Altri punti a sfavore: la diceria che considera le torri “cattedrali nel deserto”3, o “cicatrici da far sparire”, o la tesi tutt’altro che accreditata che sancisce il fallimento di tutta l’edilizia sociale verticale. È paradossale come chi sostenga che le
tended to erode the value of the family in favor of a community vision controlled by others»1, as shown by the presence of a sign saying “Welcome to hell”2. Other criticisms describe the towers as “cathedrals in the desert”3 or “scars to be eliminated” or call upon the far from reliable theory establishing the failure of all high-rise social housing. Paradoxically, those who argue that the tall buildings are “an eyesore, isolated amidst manicured gardens”4 pretend not to know that the very existence 384
Stato di progetto: residenze per anziani Project: senior housing
case alte siano “un pugno nell’occhio, isolate in mezzo a giardini curati”4 finga di non sapere che tali giardini privati (pubblici e privati) siano garantiti proprio dalla presenza di questi grattacieli la cui riedificazione in altra forma verrebbe a privare la comunità proprio di quegli spazi fruibili. Vi è, infine, un problema legislativo: se infatti la legge impone che prima dell’abbattimento sia necessaria la vendita degli immobili, è troppo semplicistica la risposta di chi sostiene che la legge regionale rende
of these gardens (both public and private) is guaranteed by the presence of these high-rises. In fact, rebuilding these tower-blocks in any other form would deprive the community of those spaces. Finally, there is also a legislative problem: if the law requires the properties to be sold before demolition can take place, then claiming that regional law makes such sales excessively complicated is an excessively simplistic response. The aim of the study was to develop 385
#07
Progetto: Torre Tintoretto al quartiere San Polo Project:Tintoretto Tower in San Polo neighborhood Claudia Buffoli: Progetto di tesi di laurea, Corso di laurea specialistica in Ingegneria Edile-Architettura Relatore: Marina Montuori Correlatori: Barbara Angi, Silvana Segapeli (École Nationale Supérieure d’Architecture de St. Étienne) Anno di costruzione: 1984 - 1987 Proprietà: ALER - Azienda Lombarda per l’Edilizia Residenziale Localizzazione: Brescia Zona climatica: E Classe sismica: 2 Consumi energetici Prima della riqualificazione integrata: 88,28 kwh/m2 anno Dopo la riqualificazione integrata: 40 kwh/m2 anno
Stato di fatto / Current situation
Claudia Buffoli: Project thesis, Combined Bachelor and Master degree courses in Architectural Engineering Supervisor: Marina Montuori Assistant Supervisor: Barbara Angi, Silvana Segapeli (École Nationale Supérieure d’Architecture de St. Étienne) Year built: 1984 - 1987 Property: ALER - Azienda Lombarda per l’Edilizia Residenziale Location: Brescia Climate Zone: E Italian seismic class: 2 Energy consumption Before combined redevelopment: 88.28 kwh/m2 year After combined redevelopment: 40 kwh/m2 year
LARGE Stato di progetto: parete sud-est / Project: Southeast elevation
Parte / Section 02
Manovre di architettura adattiva / Adaptive architecture maneuvering
Nextoffice – Alireza Taghaboni, Sharifi-ha house, parete sud-est, i box adattabili / southeast elevation, the adaptable box. , Tehran (IR), 2013. © Nextoffice – Alireza Taghaboni
Il progetto: concept, strategie di intervento e scelte formali Per la torre Tintoretto si ritiene che la modularità e la morfologia della sua architettura siano i dati da cui partire. Bisogna inoltre sottolineare il suo carattere di “territorio d’eccezione”, come torre inserita in un tessuto urbano relativamente poco denso. Il “Judo Urbano”, così come definito da Roland Castro e Sophie Denissof nel celeberrimo (Re)Modeler - Métamorphoser (2005), opera in modo che ai suoi caratteri peculiari venga associata una valenza positiva. La modularità viene sfruttata per produrre varietà controllata, invece che monotonia. La morfologia non deve obbligare gli 400
to uses that transforms the user into the project’s new stakeholder. The project: concept, intervention strategies and formal choices The modularity and morphology of the building were to be the starting point for the Tintoretto project, which would also have to underline its “unique status” as a tower inserted in an urban fabric that was not particularly dense. “Urban Judo” – according to the definition coined by Roland Castro and Sophie Denissofin in their celebrated (Re)Modeler - Métamorphoser text (2005) – works by attributing a positive rather than a negative value
Claudia Buffoli
LARGE
Stato di progetto: prospetto sud-est / Project: southeast elevation 401
#08
Progetto: Torre Tintoretto al quartiere San Polo Project:Tintoretto Tower in San Polo neighborhood Massimiliano Battisti: Progetto di tesi di laurea, Corso di laurea specialistica in Ingegneria Edile-Architettura Relatore: Marina Montuori Correlatori: Barbara Angi, Sushant Verma (rat[LAB]-Research in Architecture & Technology, London) Anno di costruzione: 1984 - 1987 Proprietà: ALER - Azienda Lombarda per l’Edilizia Residenziale Localizzazione: Brescia Zona climatica: E Classe sismica: 2 Consumi energetici Prima della riqualificazione integrata: 88,28 kwh/m2 anno Dopo la riqualificazione integrata: 31 kwh/m2 anno
Stato di fatto / Current situation
Massimiliano Battisti: Project thesis, Combined Bachelor and Master degree courses in Architectural Engineering Supervisor: Marina Montuori Assistant Supervisor: Barbara Angi, Sushant Verma (rat[LAB]-Research in Architecture & Technology, London) Year built: 1984 - 1987 Property: ALER - Azienda Lombarda per l’Edilizia Residenziale Location: Brescia Climate Zone: E Italian seismic class: 2 Energy consumption Before combined redevelopment: 88.28 kwh/m2 year After combined redevelopment: 31 kwh/m2 year
LARGE
Studio per il sistema di louvres elastici, attuatore lineare monodirezionale singolo / Study for the system of elastic louvres linear, actuator unidirectional single
Stato di progetto: prospetto sud-est / Project: southeast elevation
Massimiliano Battisti
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quello del sistema globale. Per comporre il sistema risulta indispensabile definire, oltre alla forma geometrica, il tipo di cinematismo che permetterà di far muovere la pelle e che inciderà in maniera decisa sul costo della facciata. Ai fini della determinazione della forma, connessa al movimento del sistema locale, sono stati utilizzati prima modelli fisici sperimentali e, solo in seguito, i software di modellazione. Dagli esperimenti sui modelli è emersa una soluzione che è apparsa dotata di maggiori gradi di compatibilità, consistente nell’utilizzo di un sistema locale a louver8 elastici gestiti da un attuatore lineare monodirezionale singolo. Il sistema dovrà essere costituito da un materiale di natura polimerica a più livelli (individuato a titolo esemplificativo in un poliuretano elastico difeso dagli agenti atmosferici da due strati protettivi). L’attuatore sarà alimentato da energia elettrica mentre, dal punto di
In order to create the system, it is essential to define the geometric form as well as the kind of cinematic process that will make the skin dynamic and radically impact on the façade’s cost. In order to define the form, as connected to the movement of the local system, we used experimental physical models and, only subsequently, the modeling software. Experiments made on the models have led to the solution with the highest compatibility degree based on a local elastic louver system8 controlled by an individual mono-directional linear actuator and made of a multi-level polymeric material (for example, elastic polyurethane that provides two protective layers against the
Stato di progetto: parete sud-est Project: southeast façade
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