European Green Capitals

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BARBARA CAPPOCHIN INTERNATIONAL ARCHITECTURE BIENNIAL

th BARBARA CAPPOCHIN BARBARA CAPPOCHIN INTERNATIONALINTERNATIONAL ARCHITECTURE ARCHITECTURE BIENNIAL BIENNIAL SOTTO L’ALTO PATROCINIO

SOTTO L’ALTO PATROCINIO

PARLAMENTO europeo

CON IL PATROCINIO

CON IL PATROCINIO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Istituto Italiano di Cultura di Tokyo

Federazione Ordini Architetti P.P. e C. del Veneto

SOTTO L’ALTO PATROCINIO

ENTO europeo

ova

7

th

C.A.E. Consiglio Architetti Europa

MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO

UNION INTERNATIONALE DES ARCHITECTES INTERNATIONAL UNION OF ARCHITECTS

Ministero per i Beni e le Attività Culturali

PARLAMENTO europeo

Unione Internazionale Architetti

Confindustria Veneto

Università degli studi di Padova

CON IL PATROCINIO

C.A.E. Consiglio Architetti Europa MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO UNION INTERNATIONALE DES ARCHITECTES INTERNATIONAL UNION OF ARCHITECTS

Unione Internazionale Architetti

Ministero per i Beni e le Attività Culturali Confindustria Veneto

PARTNER ISTITUZIONALE

Università degli studi di Padova

FEDERAZIONE ITALIANA LAVORATORI COSTRUZIONI & AFFINI

Fenealuil Veneto

CGIL Veneto

PARTNERS ISTITUZIONALI

Istituto Italiano di Cultura di Tokyo Federazione Ordini Architetti P.P. e C. del Veneto

INU

Istituto Nazionale di Urbanistica

C.A.E. Consiglio Architetti Europa

VENETO UNION INTERNATIONALE DES ARCHITECTES INTERNATIONAL UNION OF ARCHITECTS

Istituto Italiano di Cultura di Tokyo

INU

Istituto Nazionale di Urbanistica

FEDERAZIONE ITALIANA LAVORATORI COSTRUZIONI & AFFINI

Unione Internazionale Architetti

VENETO

FEDERAZIONE ITALIANA LAVORATORI COSTRUZIONI & AFFINI

Fenealuil Veneto

Confindustria Veneto Legambiente ONLUS

VENETO

Istituto Nazionale di Urbanistica

Università Iuav di Venezia

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Federazione Ordini Architetti P.P. e C. del Veneto

Legambiente ONLUS

INU

Fenealuil Veneto

CGIL Veneto

Legambiente ONLUS

CGIL Veneto

Università Iuav di Venezia

ISBN 978-88-6242-224-6 PARTNERS ISTITUZIONALI Prima edizione Settembre 2017 First edition September 2017

È vietata la riproduzione, anche parziale, effettuata con qualsiasi mezzo, compresa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico. Per la legge italiana la fotocopia è lecita solo per uso personale purché non danneggi l’autore. Quindi ogni fotocopia che eviti l’acquisto di un libro è illecita e minaccia la sopravvivenza di un modo di trasmettere la conoscenza. Chi fotocopia un libro, chi mette a disposizione i mezzi per fotocopiare, chi comunque favorisce questa pratica commette un furto e opera ai danni della cultura. Nel caso in cui fosse stato commesso qualche errore o omissione riguardo ai copyrights delle illustrazioni saremo lieti di correggerlo nella prossima ristampa.

© 2017 LetteraVentidue Edizioni © 2017 Giuseppe Cappochin, Massimiliano Botti, Giovanni Furlan, Sergio Lironi © 2017 Texts and images: their authors

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Book design: Giuseppe Scirè Banchitta Text translation: Stephen Piccolo (ITA>ENG), Antonella Bergamin (ENG>ITA), Gunther Roth (DEU>ENG), Simona Simula (DEU>ITA), Massimiliano Botti (FRA>ITA) LetteraVentidue Edizioni Srl Corso Umberto I, 106 96100 Siracusa, Italy Web: www.letteraventidue.com Facebook: LetteraVentidue Edizioni Twitter: @letteraventidue Instagram: letteraventidue_edizioni


European Green Capitals Esperienze di rigenerazione urbana sostenibile Experiences of Sustainable Urban Regeneration a cura di / edited by

Giuseppe Cappochin, Massimiliano Botti, Giovanni Furlan, Sergio Lironi


INDICE CONTENTS

#01

Il valore immateriale della rigenerazione urbana The immaterial value of urban regeneration Massimiliano Botti

106

#02

Il Centre Hospitalier Universitaire (CHU) nell’Île de Nantes The Centre Hospitalier Universitaire (CHU) on Île de Nantes Massimiliano Botti

114

Il senso di un percorso di ricerca: "Superurbano", "Ecoquartieri", "European Green Capitals / EcoCités" The sense of a research project: “Superurbano” “EcoDistricts”, “European Green Capitals / EcoCités” Giuseppe Cappochin

7

Opportunità, modelli e buone pratiche Opportunities, models and good practices Antonio Finotti

11

Per una città a dimensione europea Towards a city with a European dimension Fernando Zilio

12

BRISTOL (Green Capital 2015)

123

Capitali Verdi d'Europa ed EcoCités. Strategie e metodi per la rigenerazione delle città European Green Capitals and EcoCités. Strategies and methods for urban regeneration Franco Biscossa, Massimiliano Botti, Giuseppe Cappochin, Giovanni Furlan, Sergio Lironi, Gloria Negri, Thomas Selmin

15

Come Bristol è diventata Capitale Verde d’Europa Bristol’s European Green Capital Journey Alex Minshull

#01

134

PARTE SECTION

LUBIANA / LJUBLIJANA (Green Capital 2016)

EUROPEAN GREEN CAPITALS

AMBURGO / HAMBURG (Green Capital 2011) Amburgo Capitale Verde d’Europa 2011 Hamburg European Green Capital 2011 Olaf Bartels

45

“HafenCity di Amburgo” Una visione che diventa realtà “HafenCity Hamburg” The vision becomes reality Dieter Polkowski

51

Il ruolo dell’IBA di Amburgo nello sviluppo della città The role of IBA Hamb urg in the development of the city Uli Hellweg

65

#01

#02

IBA Hamburg 2013. Il Weltquartier e il progetto Kosmopolis IBA Hamburg 2013. Weltquartier and Kosmopolis project Sergio Lironi

74

Spazi pubblici e disegno urbano ad HafenCity Public spaces and urban design at HafenCity Sergio Lironi

80

L’approccio di Lubiana Ljubljana approach Janez Koželj

143

Riflessioni sullo sviluppo urbano di Lubiana Reflections on urban development of Ljubljana Miran Gajšek

157

#01

Identità e riscoperta dell’impostazione storica della città Identity and rediscovery of the historical organisation of the city Franco Biscossa

166

#02

Mobilità nell’area metropolitana e accessibilità nella città di Lubiana Mobility in the metropolitan area and accessibility in the city of Ljubljana Valentina Andreazzo

171

ESSEN (Green Capital 2017)

NANTES (Green Capital 2013) Nantes Capitale Verde d’Europa 2013 Nantes European Green Capital 2013 Patrick Rimbert

Bristol: partecipazione, cultura e innovazione Bristol: participation, culture and innovation Giovanni Furlan

89

Il futuro dell’Europa dipende dalle nostre città future Europe’s future depends on our future cities Andreas Kipar

179

Il fiume Emscher e la riconversione ecologica della Ruhr The Emscher River and the ecological transformation of the Ruhr valley Martina Oldengott

193

#01

212

Emscher Park. Cultura, paesaggio ed ecologia come motori della riconversione economica Emscher Park. Culture, landscape and ecology as motors of economic conversion Sergio Lironi


PARTE SECTION

ECOCITÉS

GRENOBLE «Grenoble, Ville de demain» La piattaforma partecipativa della città di Grenoble «Grenoble, Ville de demain» The participatory platform of the city of Grenoble Cristophe Romero

221

#01

Il remodelage. Uno strumento per la rigenerazione del costruito The remodelage. A tool for the regeneration of buildings Massimiliano Botti

230

#02

L’ex “Caserne de Bonne”, il primo ecoquartiere di Francia The former “Caserne de Bonne” district, the first eco-district in France Gloria Negri

234

#03

Il quartiere Mistral. Prove di rigenerazione The Mistral district. Regeneration tests Gloria Negri

239

#04

Il quartiere La Villeneuve. Dall’utopia alla ricostruzione del tessuto urbano The Villeneuve district. From utopia to reconstruction of urban fabric Gloria Negri

244

PARTE SECTION

RESEARCH (ITALY)

Città micropolitana Micropolitan cities Marco Marcatili, Massimiliano Colombi / NOMISMA

252

Giacimenti semantici Semantic deposits Giancarlo Carnevale, Marina Montuori

261

Rigenerazione urbana e qualità insediativa: l’insegnamento di Amburgo Urban regeneration and settlement quality: the lesson of Hamburg Chiara Mazzoleni

272

Città del presente prossimo Cities of the near present Lorenzo Bellicini / CRESME

280

Agricoltura urbana e governo del territorio Urban Agriculture and Territorial Governance Viviana Ferrario, Sergio Lironi

287

Valorizzazione e competitività dei centri urbani, antidoto al consumo di suolo Enhancement and competitiveness of urban centers as antidote to Soil consumption Diego Zoppi

293

AUTORI / AUTHORS

299



Il senso di un percorso di ricerca: “Superurbano”, “Ecoquartieri”, “European Green Capitals / EcoCités” The sense of a research project: “Superurbano” “EcoDistricts”, “European Green Capitals / EcoCités” Giuseppe Cappochin

La pubblicazione di questo libro rappresenta l’atto conclusivo della settima edizione della Biennale Internazionale di Architettura Barbara Cappochin. Lo scorso 10 aprile, a Tokyo, con l’apertura delle iscrizioni all’ottava edizione del Premio Internazionale di Architettura ha infatti ufficialmente preso il via l’edizione 2017-2018. A partire dall’edizione 2011-2012 la Biennale dedica ampio spazio al tema delle città. La mostra “Superurbano” (ottobre 2011 – febbraio 2012) a Padova, a Palazzo della Ragione, e la relativa pubblicazione “Superurbano – sustainable urban regeneration” avevano l’obiettivo di dimostrare, con esempi virtuosi, che rigenerare una città non significa solamente intervenire sugli aspetti estetici del paesaggio urbano, ma “usare” l’architettura come indicazione di una trasformazione più profonda e radicale in grado di riportare l’uomo al centro del progetto urbano. Con la pubblicazione “Ecoquartieri”, a chiusura dell’edizione 2013-2014 della Biennale, è stata ampliata la ricerca ad alcune delle più significative esperienze di rigenerazione urbana realizzate in Europa (Copenhagen, Malmö, Helsinki, Friburgo, Marsiglia e Trento) arrivando a formulare, sulla scorta di queste esperienze, proposte concrete di indirizzi strategici, tradotti in un documento programmatico condiviso dalla Conferenza Nazionale degli Ordini degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori. L’edizione 2015-2016 ha poi ulteriormente ampliato questa ricerca passando dagli “Ecoquartieri” alle “Ecocittà”, analizzando, con sopralluoghi e conferenze, le esperienze di alcune Capitali Verdi d’Europa (Nantes, Amburgo, Essen, Lubiana e Bristol) ed EcoCité francesi. Partendo dalla consapevolezza che molte delle condizioni che hanno concorso al successo del processo di riconversione ecologica delle Capitali Verdi d’Europa, tra le quali, in particolare, la presenza di una forte leadership politica e tecnica e di un quadro istituzionale e di strumenti di governo del territorio in grado di rendere possibili interventi complessi, con una visione olistica, non settoriale su parti significative del territorio, sono difficilmente rintracciabili nella realtà del nostro Paese, questa pubblicazione

The publication of this book represents the final action of the 7th edition of the Barbara Cappochin International Architecture Biennial. On 10 April, in Tokyo, the registration launch for the 8th edition of the International Prize for Architecture marked the official start of the 2017-2018 edition. Starting with the 2011-2012 edition, the Biennial has devoted ample space to the theme of cities. The exhibition “Superurbano” (October 2011 – February 2012) in Padua, at Palazzo della Ragione, and the connected publication “Superurbano – Sustainable Urban Regeneration”, had the objective of demonstrating, with positive examples, that the regeneration of a city does not only mean intervention on the aesthetic aspects of the urban landscape, but also “using” architecture as the indicator of a deeper, more radical transformation that puts human beings back at the centre of the urban project. With the publication “Ecoquartieri” to conclude the 20132014 edition of the Biennial, the research extended to some of the most significant experiences of urban regeneration in Europe (Copenhagen, Malmö, Helsinki, Freiburg, Marseille and Trent), using them to formulate concrete proposals of strategic directions, translated into a programmatic document shared by the Conferenza Nazionale degli Ordini degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori. The 2015-2016 edition further expanded this research, passing from the “Eco-Districts” to the “Eco-Cities” to analyse, with excursions and conferences, the experiences of a number of European Green Capitals (Nantes, Hamburg, Essen, Ljubljana and Bristol) and French EcoCities. Starting with awareness of many of the conditions that have contributed to the success of the process of ecological conversion of the European Green Capitals, including (in particular) the presence of strong political and technical leadership and an institutional framework of tools of territorial governance capable of making complex interventions possible, with a holistic, non-sectorial vision of significant parts of the territory – factors

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40


PARTE SECTION

EUROPEAN GREEN CAPITALS

41


42


GREEN CAPITAL 2011

AMBURGO HAMBURG

Coordinate/Coordinates

53°33’55”N 10°00’05”E

Stato/Country

Germany

Altitudine/Elevation

6m

Superficie/Area

755,264 Km2

Abitanti/Population

1,787,408

Densità/Density

2.369,41/Km2

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01. HafenCity. Gli spazi pubblici lungo le rive dell’Elba / HafenCity. Public spaces along the banks of Elbe river. Š HafenCity Hamburg GmbH/Thomas Hampel

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Amburgo Capitale Verde d’Europa 2011

Hamburg European Green Capital 2011 Olaf Bartels

In Veneto, patria di Andrea Palladio e regione che ospita città come Padova, Vicenza o Venezia si è formata per così dire la cellula germinale che ha dato vita all’idea di una “città europea”. A Venezia si svolge ogni due anni la biennale di architettura. Aldo Rossi nel 1983, quindi più di 30 anni fa, le ha impresso un incipit fulminante. Il suo libro L’architettura della città ha rappresentato nel 1967 una delle opere più influenti, che ha convinto a ripensare la pianificazione dello sviluppo urbano. Il libro ha richiamato la nostra attenzione sulla città europea tradizionale e sulle sue attrattive estetiche. Se mi guardo intorno a Padova, Vicenza o Venezia, capisco cosa intendesse Rossi. Per questo motivo può apparire in qualche modo fuorviante raccontare di Amburgo proprio qui. Se considero Amburgo, anche io talvolta ho delle difficoltà a seguire le tesi di Aldo Rossi, anche se, nella propria argomentazione, fa sempre riferimento al Direttore Generale delle Costruzioni di Amburgo Fritz Schumacher (1869-1947), attivo in città negli anni Venti. Noi, purtroppo, non siamo più in grado di seguire la storia urbanistica di Amburgo con la stessa intensità con la quale in Italia è possibile leggere la storia di molti luoghi. Gli incendi, le distruzioni prodotte dalle guerre, le potenti mareggiate e la disattenzione culturale hanno determinato la scomparsa di buona parte delle caratteristiche costruttive storiche di Amburgo. Oggigiorno in città non abbiamo quasi più case che risalgano a più di 150 anni fa. Amburgo viene sempre reinventata secondo determinati intervalli temporali. Tuttavia, almeno nell’utilizzazione combinata dei quartieri risalenti all’epoca dello sviluppo industriale intensivo e del grande incremento demografico si può trovare un riferimento alla pianificazione dello sviluppo urbano attuale. È possibile sperimentare questo tipo di richiamo, sebbene non formale ma comunque strutturale, ad esempio nella HafenCity. Il ripensamento con il passaggio da una pianificazione strutturata in modo funzionale e soprattutto pensata per le auto alla pianificazione di una città complessa, con un utilizzo combinato, in cui si attui anche l’assunzione di una responsabilità sociale, almeno ad Amburgo si è appena compiuto. Possiamo sempre discutere sul fatto che questa trasformazione sia perseguita con sufficiente

The so-called nucleus of the idea of the “European City” was formed in Veneto, the home of Andrea Palladios, and the region of cities such as Padua, Vicenza or Venice. The Architecture Biennial is held every two years in Venice. In 1983, more than 30 years ago, Aldo Rossi gave it a spectacular opening. His book on The architecture of the City (L’architettura della citta) in 1967 was one of the most influential writings that led to a rethink of the town development planning. The book has guided our perception of the traditional European city and its aesthetic stimuli. I understand what Rossi meant when I look around in Padua, in Vicenza or Venice. At first it seems rather odd to report on Hamburg especially here. When I experience Hamburg then I sometimes have difficulty in coming to terms with Aldo Rossi’s arguments, even if Rossi, in his arguments, repeatedly refers to the Hamburg chief building director Fritz Schumacher (1869-1947) who was active here in the 1920s. We cannot comprehend the Hamburg town planning history as intensively as one can read the history of many cities in Italy. City fires, ravages of war, high floods and cultural disturbances have caused the historical building substance to disappear to a large extent. The city hardly has any buildings that are more than 150 years old. Thus, Hamburg has always been newly discovered in particular timely periods. But one has found a reference in the current city development at least in the mixture of uses of the districts from the time of intensive industrial development and high population growth. One can discover this reference – even if not formally, through structural examples in the HafenCity. The rethinking from the planning of a functional, structured and mainly car-oriented city to the planning of a complex, mixed-use city in which a social responsibility is also accepted is only now perhaps being carried out – at least in Hamburg. We are still debating whether this change is being carried out intensively enough but – and I can say this here far from home – a start has been made. In this, today we are again at a turning point and a marked

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#01

IBA Hamburg 2013. Il Weltquartier e il progetto Kosmopolis IBA Hamburg 2013. Weltquartier and Kosmopolis project Sergio Lironi

L’Esposizione Internazionale di Architettura IBA Hamburg 2013 ha concentrato i propri interventi nell’isola di Wilhelmsburg, a sud di HafenCity, con la finalità dichiarata di trasformare una anonima periferia, ambientalmente degradata e socialmente emarginata, in un dignitoso quartiere urbano dotato di una propria identità, di nuove centralità, di servizi, spazi comunitari e standard abitativi qualitativamente elevati e all’avanguardia da un punto di vista ecologico e tecnologico. Sulla base di un masterplan predisposto nel 2007 da Jo Coenen & Co. e da Agence Ter, attraverso un processo partecipativo che ha visto il coinvolgimento attivo degli abitanti, sono state definite le linee guida per i successivi concorsi di progettazione che hanno coinvolto 70 team multidisciplinari internazionali. I 60 progetti selezionati, per i quali sono stati investiti 100 milioni di euro pubblici e 240 milioni di euro privati, hanno fatto riferimento a tre temi chiave: • Città e cambiamenti climatici, un tema affrontato con una serie di edifici sperimentali realizzati nelle aree centrali dell’isola e con la riconversione di un ex bunker della seconda guerra mondiale e di una ex discarica in centrali per la produzione di energie rinnovabili a servizio del quartiere (Energiebunker Wilhelmsburg e Energieberg Georgswerder); • Metrozones, interventi finalizzati alla formazione di nuovi spazi e servizi di uso comunitario, tra i quali in particolare il nuovo centro Wilhelmsburg Mitte costituito da un continuum di spazi pubblici, serviti da una stazione metropolitana e attorno ai quali, oltre alle “case modello del XXI secolo”, si sono realizzati la nuova sede del Ministero dell’Ambiente e della Pianificazione Territoriale, un centro per anziani, un complesso di

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The International Building Exhibition IBA-Hamburg 2013 focused on the island of Wilhelmsburg, to the south of HafenCity, with the stated aim of transforming an anonymous suburb plagued by environmental and social deterioration into a dignified urban district with its own identity, new focal points, services, community spaces and high habitat standards, in the avant-garde from an ecological and technological standpoint. Based on a master plan prepared in 2007 by Jo Coenen & Co. and Agence Ter, through a process of participation involving the active contributions of the inhabitants, guidelines have been defined for subsequent design competitions involving 70 international multidisciplinary teams. The 60 selected projects, involving public investment of 100 million euros and private investment of 240 million, made reference to three key themes: • The city and climate changes, a theme approached with a series of experimental buildings in the central areas of the island, and the conversion of a former bunker from World War II and a former dump into plants for the production of renewable energy at the service of the district (Energiebunker Wilhelmsburg and Energieberg Georgswerder); • Metrozones, projects for the formation of new community spaces and services, especially the new centre Wilhelmsburg Mitte composed of a continuum of public spaces served by a metro station and surrounded by the “model homes of the 21st century”, the new headquarters of the Ministry of the Environment and Territorial Planning, a centre for senior citizens, a sports complex, a hotel and the Wälderhaus with the


HAMBURG

impianti sportivi, un albergo e la Wälderhaus con il Science Center Wald, centro di ricerca ed espositivo sui boschi e la natura, confinanti con un grande parco urbano; • Kosmopolis, progetti finalizzati all’inclusione sociale e al superamento delle diversità etniche e culturali in una realtà insediativa caratterizzata dalla presenza di famiglie provenienti da più di trenta paesi diversi. Tra i progetti connessi alle tematiche di Kosmopolis, particolarmente significativo risulta il recupero del Weltquartier, un insediamento popolare localizzato nella parte meridionale del distretto di Reiherstieg nei pressi dell’Energiebunker, a cui è oggi collegato con una rete di teleriscaldamento. Un quartiere di edilizia pubblica realizzato negli anni Trenta per i lavoratori del vicino porto, fortemente degradato anche a causa dell’alluvione che colpì negli anni Sessanta tutta l’isola di Wilhelmsburg e nel quale vivono oltre 1.700 persone, di cui circa il 60% di più o meno recente immigrazione. Il maggior numero delle famiglie proviene dalla Turchia (46%) e dal Centro e Sud Africa (14%),

Science Centre Wald, a research and exhibition centre on forests and nature, adjacent to a large urban park; • Kosmopolis, projects aimed at social inclusion and bridging of ethnic and cultural diversities in a settlement marked by the presence of families from more than 30 different countries. Among the projects linked to the themes of Kosmopolis, one particularly important initiative is the renewal of the Weltquartier, a working-class settlement in the southern part of the Reiherstieg district near the Energiebunker, now connected to a district heating network. This is a public housing development built in the 1930s for workers at the nearby port, an area seriously damaged due to the flood that struck the entire island of Wilhelmsburg in the 1960s. Over 1.700 persons live in the area, of which about 60% are more or less recent immigrants. Most of the families come from Turkey (46%) and Central and South Africa (14%), but there are also many families from the Maghreb and

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01. IBA Hamburg. I nuovi insediamenti residenziali / IBA Hamburg. The new settlements. © Sergio Lironi



GREEN CAPITAL 2013

NANTES

Coordinate/Coordinates

47°13’05”N 1°33’10”W

Stato/Country Altitudine/Elevation Superficie/Area Abitanti/Population Densità/Density

France 8 m s.l.m 65,19 Km2 292,718 4,500/Km2


01. ADH Architects, Jardin des Fonderies, Vista d’insieme/ ADH Architects, Jardin des Fonderies, Overview, 2009. Š Marc Lacoste

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Nantes Capitale Verde d’Europa 2013 Nantes European Green Capital 2013 Patrick Rimbert

Quando Nantes venne proclamata Capitale Verde d’Europa, fu il punto di arrivo di un lungo cammino in buona parte già percorso. Se Nantes ha partecipato alla competizione, è stato prima di tutto per mettere alla prova la sua radicata volontà di combinare qualità della vita, attenzione all’ambiente e crescita economica, per alzare l’asticella dell’impegno e mobilitare tutti gli attori sociali del suo territorio.

When Nantes was named European Green Capital, it was the arrival point of a long path of effort. If Nantes took part in the competition, it was first of all to test its deeply rooted desire to combine quality of life, environmental responsibility and economic growth, to raise the bar of commitment and to mobilise all the social players of its territory.

1. Assessing the path already taken Nantes is located near the Loire estuary, where the river reaches the Atlantic at Saint-Nazaire. This geographical position implies various problems, and offers an opportunity: that of building the metropolitan city and imagining the project around its river. In 2001, Nantes and 23 other municipalities decided to form a metropolis of 600,000 inhabitants, with forcefully coordinated environmental policies. Nantes Métropole, in collaboration with four other super-municipal entities (today there are six), set out to implement a Schéma de Cohérence Territoriale (SCoT of Nantes St-Nazaire), a tool covered by the legislation on Solidarité et au Renouvellement Urbaine (SRU), passed by Parliament in 2000. The objective was clear: to share rules that would be the same for each municipality, in a wider geographical context. To implement all this and make it concrete in terms of public policies, many ecosustainable initiatives were launched, taking care to involve all of the various players operating in the territories.

1. Valutare il cammino percorso Nantes sorge in prossimità dell’estuario della Loira, che si getta nell’Oceano Atlantico a Saint-Nazaire. Questa posizione geografica implica diversi problemi, e offre un’opportunità: quella di costruire la città metropolitana e immaginarne il progetto attorno al suo fiume. Nel 2001, Nantes e altri 23 comuni stabiliscono di formare una metropoli di 600.000 abitanti, le cui politiche ambientali siano fortemente integrate. Nantes Métropole decide, in collaborazione con altre quattro realtà sovra-comunali (oggi sono diventate sei) di mettere in atto uno Schéma de Cohérence Territoriale (SCoT de Nantes St-Nazaire), strumento previsto dalla legge relativa alla Solidarité et au Renouvellement Urbaine (SRU) e votato dal Parlamento nel 2000. L’obiettivo è chiaro: si tratta di condividere regole coerenti per ogni comune, nell’ambito di un perimetro geografico più ampio. Per mettere in opera tutto questo, e concretizzarlo nelle politiche pubbliche, sono state varate molte iniziative ecosostenibili, avendo cura di coinvolgere l’insieme degli attori operanti nei territori.

1.1. Agenda 21 of Nantes Métropole Agenda 21, a plan of actions for the 21st century, was enacted at the end of the Rio Earth Summit of 1992. This was a fundamental step for reflection on a territorial project based on the principles of sustainable growth. Its edition developed in Nantes, launched in 2004 in collaboration with 600 local participants, was approved in 2006 and revised in 2011. It has been one of the essential elements for the candidacy of the city as European Green Capital.

1.1. L’Agenda 21 di Nantes Métropole L’Agenda 21, un piano di azioni per il XXI secolo, fu adottata al termine del Summit della Terra di Rio de Janeiro del 1992 e si trattò di una tappa fondamentale per la riflessione su di un progetto di territorio che fosse fondato sui principi dello sviluppo sostenibile. La sua edizione elaborata a Nantes, lanciata nel 2004 in collaborazione con 600 attori sociali locali, è stata adottata nel 2006 e sottoposta a revisione nel 2011. Ha rappresentato uno degli elementi 89


Nantes

European Green Capitals

02. Nantes Métropole, Piano per la città policentrica / Nantes Métropole, Plan for the polycentric city. © Nantes Métropole Aménagement

essenziali per la candidatura della città a Capitale Verde d’Europa. Diagnosticare, valutare, condividere, mettere in atto un piano d’azione valido per dieci o quindici anni di sviluppo sostenibile: sono questi i punti principali dell’impegno di Nantes Métropole; per chiarirli, si prenderanno qui ad esempio alcune delle ventuno azioni previste dall’Agenda, per illustrare i cinque orientamenti cardine della sua versione nantese: ·· l’impegno nella salvaguardia del clima e del contesto naturale; ·· la costruzione di una città in cui prevalgano le “distanze brevi”; ·· la riduzione delle diseguaglianze sociali e la lotta contro tutte le forme di discriminazione; ·· lo sviluppo di un’economia sostenibile; ·· il coinvolgimento delle diverse parti sociali. Nell’ambito dell’Azione 1 il “Piano clima”, adottato nel 2007, riassume abbastanza bene lo spirito generale dell’intera operazione. Fissa come obiettivo il dimezzamento delle emissioni di CO2 entro il 2025. Il servizio telefonico Allô climat permette di orientare chi ne ha bisogno verso i servizi e le associazioni più utili: quindici operatori vengono in aiuto alle iniziative individuali e collettive nei campi sociale, economico e ambientale. L’Azione 2 ha creato un fondo di sostegno per gli operatori immobiliari sociali, per migliorare l’utilizzo delle energie rinnovabili

To diagnose, assess, share and implement a valid plan of action for 10 or 15 years of sustainable growth: this is the main thrust of the commitment of Nantes Métropole. To clarify it, we can look at some of the 21 actions included in the Agenda, illustrating the five key orientations of the Nantes version: ·· commitment to safeguard the climate and the natural context; ·· construction of a city with prevalently “short distances”; ·· reduction of social inequities and struggle against forms of discrimination; ·· development of a sustainable economy; ·· involvement of the various social parties. In the context of Action 1 the “Climate Plan” enacted in 2007 aptly sums up the general spirit of the whole operation. It sets the objective of halving CO2 emissions by 2025. The “Allô climat” telephone service provides orientation for those requiring it towards the most useful associations and services: fifteen operators can help with individual and collective initiatives in the social, economic and environmental fields. Action 2 created a support fund for social real estate operators to improve the use of renewable energy in new constructions and renovations of housing. The efficacy of this action became clear with the construction of the first positive energy building 90


Patrick Rimbert

Nantes European Green Capital 2013

in caso di nuova costruzione o ristrutturazione degli alloggi. L’efficacia di questa azione si è resa evidente con la costruzione del primo edificio a energia positiva da parte del promotore immobiliare sociale della municipalità di Nantes. L’Azione 4 ha costituito una guida degli eco-quartieri costruiti dall’insieme degli operatori nel campo delle costruzioni edili. Questo esperimento venne segnalato nel quadro del Call for Projects promosso nel 2009 dall’allora Ministero dell’ecologia. Tra i quindici progetti selezionati a livello nazionale, tre erano situati nel territorio di Nantes. L’Azione 5 ha riguardato il tema degli spostamenti e l’offerta di mobilità. Il Plan vélo e il Plan de mobilité d’entreprises (che permette una presa in carico parziale da parte delle imprese e della comunità metropolitana del costo degli abbonamenti per il trasporto pubblico) sono tra le azioni che hanno concretizzato questa Azione. Nel 2010, per la prima volta, il consiglio di Nantes Métropole ha votato un piano per il trasporto urbano 2010-2015 con una prospettiva di sviluppo fino al 2030. La giuria del premio Capitale Verde d’Europa ha ritenuto questa Azione tra le quattro

by a social real estate developer of the municipality of Nantes. Action 4 has produced a guide to the eco-districts built by the whole set of local developers. This experiment was selected in the context of the Call for Projects held in 2009 by the Ministry of Ecology. Among the 15 projects selected on a national level, three were located in the Nantes area. Action 5 addressed the theme of mobility. The “Plan Vélo” and the “Plan de mobilité d’entreprises” (which permits a partial assumption on the part of businesses and the metropolitan community of the cost of public transport subscriptions) are the initiatives that give concrete form to this Action. In 2010, for the first time, the council of Nantes Métropole voted for an urban transport plan 2010-2015, with an outlook for development until 2030. The jury of the European Green Capital award cited this Action as one of the four essential factors for the city’s candidacy. The commitment to reduce the use of pesticides by 95% (Action 6), reached in 2016, and the reduction by five kilos per inhabitant of domestic refuse production (Action 7) are other examples that illustrate the programme.

03. Île de Nantes. Progetto “Green Island 2”, interventi partecipativi / Île de Nantes. Project “Green Island 2”, participative interventions. © Nantes Métropole Aménagement/SAMOA

91


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GREEN CAPITAL 2015

BRISTOL

Coordinate/Coordinates

51°27’N 2°35’W

Stato/Country

England

Altitudine/Elevation

11 m

Superficie/Area

110 Km2

Abitanti/Population

449,300

Densità/Density

3,892/Km2

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01. Bristol Temple Quarter. HKR-Origin3, Complesso per uffici e commercio Anvil / The Anvil office building, 2017. © TPA/ HKR / Origin3

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Come Bristol è diventata Capitale Verde d’Europa

Bristol’s European Green Capital Journey Alex Minshull

Bristol: Dati statistici principali Con una popolazione di 442.500 abitanti, fa parte della Regione metropolitana dell’Inghilterra Occidentale insieme alla città di Bath che conta una popolazione complessiva di 1,2 milioni di abitanti. Si prevede che nel 2036 la popolazione della Regione metropolitana di Bristol toccherà i 530.000 abitanti. Bristol ha una popolazione di giovanissimi (19% al di sotto dei 16 anni) superiore e una popolazione di ultra sessantacinquenni (13%) inferiore a quelle delle altre grandi città inglesi. Bristol è una città dalla composizione diversificata nella quale vivono persone originarie di 180 paesi che parlano 91 lingue diverse. Il 78% della popolazione si definisce “inglese bianco”. Ulteriori informazioni su Bristol sono reperibili nel sito dell’amministrazione comunale: https://www.bristol.gov.uk/ statistics-census-information.

Bristol Some Key Statistics Population 442,500 and part of the West of England City Region including the City of Bath with a combined population of 1.2m people. The population of the City region is predicted to grow to 530,000 by 2036. Bristol’s population includes more children (19% <16 years old) and fewer people over 65 year of age (13%) than the other major English cities. Bristol is a diverse city with people living there who were born in 180 countries and speak 91 different languages. Some 78% of the population describe themselves as “White British”. More facts about Bristol can be found at on the city council website: https://www.bristol.gov.uk/statistics-census-information.

Bristol’s European Green Capital Journey Bristol is the leading green city in the UK and in 2003 set its self the ambition to become «a green capital in Europe – creating sustainable communities and improving the quality of life». This was several years before the award. In 2008 the leader of the City Council invited organisations from across all sector of the city to join a partnership to help bring about this goal, and so was formed the Bristol Green Capital Partnership. This partnership began with 12 organisations and rapidly grew to over 100. When the European Commission created the European Green Capital Award later in 2008 Bristol decided to apply. Bristol’s expectations were not to win the award but to learn from other cities, from the leading green cities in Europe and to improve the quality of life for the people of Bristol.

Come Bristol è diventata Capitale Verde Europea Bristol, che è la città inglese più verde, si era posta nel 2003 l’ambizioso obiettivo di diventare «una Capitale Verde d’Europa – capace di creare comunità sostenibili e di migliorare la qualità della vita». Questo è avvenuto diversi anni prima del premio. Nel 2008 il presidente del Consiglio comunale ha invitato le organizzazioni di tutti i settori della città a formare un partenariato volto a realizzare questo obiettivo: così è nata la Bristol Green Capital Partnership. Partito con 12 organizzazioni, il partenariato ha ben presto raggiunto le 100 organizzazioni partecipanti. Quando, nel 2008, la Commissione Europea ha creato il premio European Green Capital, Bristol ha deciso di candidarsi non certo perché si aspettasse di vincere ma per imparare qualcosa dalle altre città, dalle città europee all’avanguardia nelle politiche verdi, e per migliorare la qualità della vita dei suoi residenti.

Bristol reached the final of the Awards for 2010 and 2014 and was honoured to receive the Award of European Green Capital for 2015. This was a recognition of the city’s achievements and future plans and set the city the task of sharing its experiences with

Bristol è arrivata in finale nelle edizioni del premio del 2010 e del 2014 e ha avuto l’onore di aggiudicarsi il premio come Capitale Verde d’Europa nel 2015. 123


#01

Bristol: partecipazione, cultura e innovazione Bristol: participation, culture and innovation Giovanni Furlan

Uno degli obiettivi della città di Bristol è attrarre i giovani, generatori di ricchezza economica e sociale: l’energia, l’entusiasmo e l’impegno aiutano la città a rinnovarsi e a rigenerarne l’immagine contribuendo a creare posti di lavoro. Questo spinge la crescita economica e porta ricchezza per il futuro della città. Le varietà di opportunità di lavoro attirano sempre più persone e danno inizio a un ciclo positivo diventando ingranaggi fondamentali per il successo della città stessa, facendo da salvagente contro il declino delle industrie esistenti sul territorio. A Bristol vi è una forte correlazione tra l’alta percentuale di giovani creatori/innovatori e il tasso di crescita economica della città. Il Piano 20:20 Bristol è un’iniziativa per fare della città di Bristol una delle prime venti città attrattive europee. Le città globali come New York, Londra e Parigi hanno identità precise, ma qual è l’identità di Bristol? Bristol si è definito come un luogo diverso. La sua popolazione giovane ed energica produce una sensazione di città alternativa, le diverse comunità aiutano a mantenere un’atmosfera da “villaggio”. L’approccio è quello di capitalizzare la diversità della città, in quanto ciò dà enorme potenziale creativo spingendo la capacità dei residenti di innovare. Bristol oggi è un centro globale per la produzione di programmi di storia naturale, è un centro di artisti di strada, come Banksy, e ha una vivace scena artistica e culturale, supportata da un certo numero di agenzie nazionali e internazionali creative, tra cui Aardman Studios e Codsteaks. Ha anche uno dei più riusciti incubatori di piccole imprese in Europa come la Engine

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One of the main objectives of the city of Bristol is to attract young people, generators of economic and social wealth: their energy, enthusiasm and commitment help the city to be renewed and to regenerate its image, contributing to create jobs. This can be a driver of economic growth and bring wealth for the future of the city. The variety of the work opportunities attracts more and more people, triggering a positive cycle of interactions that are fundamental for the success of the city itself, while countering the effects of the decline of the existing industries in the territory. In Bristol there is a strong correlation between the high percentage of young creator/innovators and the economic growth rate of the city. The 20:20 Bristol plan is an initiative to make the city of Bristol one of the top 20 attractive European cities. Global cities like New York, London and Paris have precise identities; but what is the identity of Bristol? Bristol has defined itself as a different place. Its young and energetic population produces a sensation of an alternative city, while the various communities help it to conserve the atmosphere of a “village”. The approach is to capitalise on the city’s diversity, which brings enormous creative potential, nurturing the capacity of residents to produce innovation. Today Bristol is a global centre for the production of natural history programmes; it is a centre for street artists, like Banksy, and has a lively culture and art scene, supported by a certain number of national and international creative agencies, including Aardman Studios and Codsteaks. It also has one of the most successful small


BRISTOL

Shed, che funge da trampolino di idee per attività di successo. Coltivare nuove idee È importante coltivare una cultura della città che incoraggi e proponga nuove idee. Il lavoro di KPMG sul “Magnete Città” ha rilevato che uno dei metodi più efficaci per guidare questa cultura è quello di avere un’università competitiva con sede nella città. La disponibilità di un settore dell’istruzione forte, come le università, i collegi, le scuole, le comunità e i tirocini, significa che un’alta percentuale di residenti sarà colta e ambiziosa fornendo maggiore sostegno alle start-up. Molte aziende spin-off che possono portare a una nuova identità per la città provengono da università, in genere specializzate nella ricerca e nelle tecnologie emergenti. Ad esempio, a Pittsburgh l’università ha scelto di specializzarsi in informatica e robotica. La città ha costruito un grande edificio commerciale per entrambe le aziende che sono cresciute fuori delle imprese universitarie e della tecnologia come Google. Un fondo d’investimento è stato messo insieme per fornire

business incubators in Europe, the Engine Shed, which functions as a launching pad for successful entrepreneurial ideas. Cultivating new ideas It is important to nurture a culture of the city that encourages and suggests new ideas. The work of KPMG on “Magnet Cities” has shown that one of the most effective methods to guide this culture is that of having a competitive university located in the city. The availability of a strong education sector, including universities, colleges, schools, communities and internships, means that a high percentage of residents will be educated and ambitious, providing greater support of start-ups. Many spin-offs that can bring a new identity to the city come from universities, generally specializing in research and emerging technologies. For example, in Pittsburgh the university has chosen to specialise in data processing and robotics. The city has constructed a large commercial building for the companies that have grown out of university and technology

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01. Bristol Temple Quarter. Vista d’insieme / Overview. © City Design Group & Richard Carman LD


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GREEN CAPITAL 2016

LUBIANA

LJUBLJANA

Coordinate/Coordinates

46°03’20”N 14°30’30”E

Stato/Country

Slovenia

Altitudine/Elevation

295 m

Superficie/Area

163,8 Km2

Abitanti/Population

279,756

Densità/Density

1,708/Km2

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01. Sadar, Vuga, Kocbek, Dekleva, Gregorič, Krištof, Studen, Matić, Riqualificazione e pedonalizzazione della strada Slovenska / Slovenska main road re-arrangement. © STA

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L’approccio di Lubiana Ljubljana approach Janez Koželj

Lubiana ha ottenuto il titolo di Capitale Verde d’Europa 2016 in virtù dell’applicazione della “Visione strategica per la sostenibilità urbana 2025” basata su un approccio integrato alla gestione ambientale e dei cambiamenti radicali conseguiti nei trasporti con il passaggio da un modello principalmente automobilistico a quello improntato ad alternative ecologiche. La Commissione Europea ha riconosciuto che Lubiana ha realizzato il maggior numero di cambiamenti rilevanti in rapporto alla qualità della vita nel lasso di tempo più breve. I progressi che abbiamo realizzato dimostrano che, a dispetto delle dimensioni e risorse limitate, anche le città più piccole possono avere qualcosa da insegnare. Dimostrano anche che le città più piccole sono in grado di conseguire cambiamenti di entità rilevanti anche sul breve periodo. Per perseguire gli obiettivi dello sviluppo sostenibile stiamo applicando una strategia flessibile ed efficace fondata su una combinazione di sviluppo e riqualificazioni graduali dell'ambiente naturale, fisico, culturale e sociale della città. Progetti e provvedimenti sono stati adattati alle condizioni locali tenendo conto della capacità della comunità di accettare e sostenere i cambiamenti. Stiamo progressivamente introducendo diverse azioni trasformative sulla base di un orizzonte di programmazione a lungo termine. Invece di sviluppare modelli o altre simulazioni complesse per valutare preventivamente l’impatto delle misure sostenibili, abbiamo deciso di optare per un approccio sperimentale ai cambiamenti introducendo una serie di progetti-pilota. In altri termini, consideriamo la nostra città come un laboratorio vivente e la pianificazione dello sviluppo sostenibile come un’attività sperimentale applicata. In ogni caso, la città rappresenta la scala più pragmatica per la gestione della sostenibilità. Optando per soluzioni semplici, stiamo cercando di applicare la sostenibilità come un’attività pratica che necessita di convalida e sperimentazione in un contesto di vita reale. Esempi positivi e progetti-pilota di successo rappresentano un’ispirazione per la nostra esperienza di sostenibilità pratica oltre che l’opportunità di imparare dagli errori.

Ljubljana has been nominated Green Capital 2016 for implementation of the city’s sustainability strategic “Vision 2025” which follows an integrated approach to environmental management and for dramatically changed transportation from car dominated to eco-friendly alternatives. By the opinion of the European Commission Ljubljana has made the highest number of considerable changes with regard to quality of life in the shortest time. The progress we made, demonstrates that cities whenever modest in size and means have lessons to offer, too. It also shows that smaller cities can make a staggering amount of change happen in a short period of time. Following the goals of sustainable development we have been applying a flexible and effective strategy of piecemeal development and gradual improvements of the existing natural, physical, cultural and social environment in the city. The project and measures were accommodated to the local conditions taking into consideration the ability of the community to except and support changes. We have been introducing different transformative actions progressively incorporating the long term planning horizon. Instead of preparing models or other complicated simulations to estimate the impact of sustainable measures in advance, we decided to use experimental approach to changes by introducing various pilot projects. In otherwords, we consider our city as living laboratory and sustainable development planning as experimental and applied activity. However, the city is the most pragmatic scale from which to manage sustainability. By applying simple solutions we have been trying to apply sustainability as a practical activity to be validated and tested in a real-life context. Good examples and successful pilot projects are giving us inspiration for how to work with practical sustainability, as well as learning from mistakes. The city has been using the potential of public spaces as the catalyst that initiate, activate and support the regeneration of the historic city and the city centre. 143


03. Mappa del sistema Bus + Bike rental / Bus + Bike rental System. © www.lpp.si

urbani alla mobilità lenta negli strumenti di pianificazione. La città di Lubiana ha messo in campo numerose iniziative nell’arco di pochi anni. Nel 2007 la chiusura del centro storico al traffico veicolare ha permesso di migliorare la qualità dell’aria, nonché ha prodotto 100.000 mq di area pubblica pedonale dove attrarre persone per eventi sociali, culturali e sportivi. In particolare l’intervento di riqualificazione della Slovenska cesta ha realizzato 400 metri lineari di nuovo spazio pubblico, la piantumazione di 63 nuovi frassini, la riqualificazione dell’arredo urbano con attenzione agli spazi per eventi culturali, la progressiva riqualificazione dei fronti degli edifici con particolare attenzione alle funzioni pubbliche e al piano terra commerciale. Il sistema del trasporto pubblico prevede che nuovi autobus ibridi possano viaggiare in corsie preferenziali e negli incroci abbiano la precedenza per rendere efficiente il servizio, nelle aree pedonali un nuovo servizio di 12 mezzi

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vehicle traffic, improving air quality and generating 100,000 m2 of public pedestrian areas to attract people to social, cultural and sporting events. In particular, the renewal project for the Slovenska cesta has created 400 linear metres of new public space, with planting of 63 new ash trees, and improvement of urban furnishings with a special focus on cultural events. The building frontage has been gradually renovated, concentrating on public functions and shops on the ground level. The public transport system runs new hybrid buses on reserved lanes, with right of way at intersections, to make the service more efficient; in pedestrian zones, a new service using 12 electric vehicles – the so-called Kavalir – offers free mobility to citizens and tourists inside pedestrian or restricted areas. The urban layout of the city has permitted the construction of 220 kilometres of bicycle paths; since 2011, there is a Bicike LJ bike rental service operating 24 hours a day, 7 days a


LJUBLJANA elettrici, cosiddetti Kavalir, permette la mobilità gratuita di cittadini e turisti all’interno delle aree pedonali o con restrizioni. La conformazione urbana della città ha permesso la realizzazione di 220 chilometri di piste ciclabili, dal 2011 è presente un servizio di noleggio bici Bicike LJ disponibile 24 ore al giorno, sette giorni alla settimana. Il servizio mette a disposizione 300 biciclette e 600 spazi di parcheggio, in 31 stazioni in tutta la città. Si calcola che le postazioni di stallo siano a una distanza di 300-500 metri l’una dall’altra. Il servizio che ha avuto un notevole successo è usato soprattutto nell’arco della prima ora, nel quale è gratuito; si calcola che ogni bici sia usata mediamente 7,5 volte al giorno e che il 98% dei viaggi sia entro la prima ora di noleggio. La modernizzazione del sistema di trasporto pubblico anche attraverso l’uso di ITC ha permesso quasi di raddoppiare la percentuale di popolazione utilizzatrice del trasporto pubblico locale dal 2010 al 2014, raggiungendo il 34%. Per usufruire del servizio, self-service è sufficiente la sola registrazione tramite l’Urbana Smart City card, un servizio integrato di pagamento per differenti servizi urbani. L’intero sistema di mobilità, dal sistema di Park and Ride al singolo biglietto del bus, dal noleggio della bici ai servizi della biblioteca pubblica sono gestiti in un’unica modalità che agevola le soluzioni combinate di mobilità.

week. The service provides 300 bicycles and 600 parking places, at 31 stations around the city. The parking stations are located within a range of 300-500 meters from each other. The service has met with remarkable success and is utilised above all over the span of the first hour, which is free of charge. It is calculated that each bike is used 7.5 times per day, on average, and that 98% of the trips are during the first rental hour. The modernisation of the public transport system, also through the use of information technology, has made it possible to double the percentage of the population that uses local public transport from 2010 to 2014, reaching a level of 34%. To take advantage of this self-service system, users simply have to sign up for an Urbana Smart City card, an integrated system of payment for various urban services. The entire mobility system, the Park and Ride centres, individual bus tickets, bike rental and library services are organised in a single card, facilitating combinations of mobility solutions.

04. Trasporto pubblico elettrico e gratuito “Kavalir” / “Kavalir”: the free electric public transport system. © Sergio Lironi

BIBLIOGRAFIA/SITOGRAFIA • REGIONAL DEVELOPMENT AGENCY OF THE LJUBLJANA URBAN REGION (2010), Public transport in the Ljubljana urban region, NatašaPelko, Ljubljana. • KOŽELJ J.(2013), Slovenian Way, City of Ljubljana and Spirit Slovenia presentation at MIPIM 2013, Municipality of Ljubljana. • STANIČ I., ŠIMONOVIČ Z., KOŽELJ J. (2010), Sustainable Traffic Investment, Ljubljana City presentation on MIPIM 2010, MOL, Municipality of Ljubljana. • EUROPEAN COMMISSION, DIRECTORATE-GENERAL FOR THE ENVIRONMENT (2015), Ljubljana. European Green Capital 2016, European Union. • http://ec.europa.eu/environment/europeangreencapital/wp-content/uploads/2014/07/Ljubljana_2016_Pres-2low.pdf

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GREEN CAPITAL 2017

ESSEN

Coordinate/Coordinates

51°27’3’N 7°0’47’E

Stato/Country

Germany

Altitudine/Elevation

116 m

Superficie/Area

210,32 Km2

Abitanti/Population

582,624

Densità/Density

2,800/Km2

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01. Essen. Giochi per bambini nel Krupp Park / Playgrounds in Krupp Park. © Ralph Richter

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Il futuro dell’europa dipende dalle nostre cittá future

Europe’s future depends on our future cities Andreas Kipar

Le limitate possibilità di espansione delle città, che occupano terreni agricoli pregiati per poter realizzare nuova edificazione, e la crescente richiesta di aree verdi di alta qualità hanno fatto del tema della rigenerazione urbana il protagonista della pianificazione urbana sostenibile per le città contemporanee. La riconversione delle aree industriali porta alla densificazione del tessuto urbano e dunque a un minore consumo di terreni coltivabili e alla creazione di una città efficiente sulle brevi distanze. Questa tendenza

The cities’ limited possibilities of expansion, which consume precious agricultural land in order to realize new buildings, and the increasing request of qualitative green areas have turned the theme of urban regeneration into the protagonist of sustainable urban planning for contemporary cities. The reconversion of industrial areas leads to the densification of the urban fabric and thus to the reduction in the consumption of fertile ground and the creation of an efficient city on short distances. This trend has inaugurated a new urban stage which aligns with the transformation of the contemporary European landscape “from grey to green”3. August Forster and Hermann Kurth define the green city as an urban model for the future: “It

Da oltre cinquant’anni la struttura sociale, economica e demografica dell’Europa si trova a vivere un radicale processo di cambiamento che ha portato la maggioranza della popolazione a spostarsi nelle città dove oggi risiede oltre la metà dei cittadini europei. Anche tenendo conto di un possibile rallentamento di tale trasformazione, la percentuale di popolazione concentrata nelle aree urbane arriverà probabilmente a toccare l’80% nel 20501. L’Europa è un continente con una storia molto particolare oltre che un patrimonio importante da gestire. La problematica principale di questo patrimonio risiede nella dicotomia tra città tradizionale ad alta densità e regioni urbane disperse di recente sviluppo e di conseguenza dalla loro reazione all’espansione urbana, all’innovazione e alle questioni ambientali. In generale, la maggior parte della popolazione urbana europea risiede in città di medie dimensioni all’interno di regioni metropolitane che generano il 67% del PIL europeo2 e quindi rappresentano soggetti di primo piano per il futuro dell’intero continente. Il processo di post-industrializzazione ha interessato aree metropolitane che, pur avendo contesti molto diversi tra loro, sono state generalmente indotte a promuovere di recente politiche urbane indirizzate ai temi della rigenerazione sulla spinta della penuria di spazi, della domanda crescente di servizi pubblici e di verde oltre che da risorse economiche sempre più limitate. “Rigenerazione urbana” è lo slogan di uno sviluppo internazionale che non ricorre a un ulteriore consumo di suolo e che, come tale, è adeguato all’esigenza di definire, da parte delle città europee, un modello praticabile per il loro funzionamento futuro.

Europe has been facing a radical change of its social, economic and demographic structure over the past fifty years. This led the majority of the population to move into cities, where nowadays more than a half of European citizens live. Even though the speed of transformation had slowed down, in 2050 approximately 80% of the population will likely live in cities1. Europe is a continent with a very peculiar history as well as an important heritage to manage. The main challenge of this heritage arises from the dichotomy between high-density traditional city and recently developed scattered urban regions and consequently their reaction to urban growth, innovation and environmental issues. In general most of European urban population lives in medium-small size cities in metropolitan regions, which generate 67% of Europès GDP2: they are therefore key-player in the future of the entire continent. The post-industrialization process interested metropolitan areas with very different contexts, nevertheless due to lack of space, rising demand for public services and green as well as tight economical resources they all were led to shape recent urban policies on regeneration issues. “Urban regeneration” is the keyword for an international development without recourse to new spaces, thus suits the necessity of European cities toward the definition of a viable model to ensure their future functioning.

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PARTE SECTION

ECOCITÉS

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ECOCITÉS

GRENOBLE

Coordinate/Coordinates

45°12’01”N 5°43’20”E

Stato/Country

France

Altitudine/Elevation

212-500 m

Superficie/Area

18,44 Km2

Abitanti/Population

160.215

Densità/Density

8.800/Km2

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01. Quartiere Villeneuve-Arlequin. I lavori di riqualificazione dell’Ilot 40 / Villeneuve-Arlequin District. The redevelopment of the Ilot 40. Š Cristophe Romero

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«Grenoble, Ville de demain» La piattaforma partecipativa della città di Grenoble

«Grenoble, Ville de demain» The participatory platform of the city of Grenoble Christophe Romero

La riduzione delle risorse naturali così come di quelle finanziarie, i cambiamenti climatici, l’evoluzione demografica, la rivoluzione informatica, sono altrettanti temi impegnativi, sfide su scala globale che hanno particolari ricadute sulle città. Queste, che secondo l’OCSE nel 2050 accoglieranno circa il 75% della popolazione mondiale, sono chiamate a ricoprire il ruolo di attori essenziali della “transizione” della nostra società contemporanea verso un nuovo modello, i cui contorni restano a oggi ancora indefiniti. Di fronte a tutto ciò, e forte di un’attitudine all’innovazione che fa parte della sua tradizione, Grenoble ha lanciato nel 2015 il programma Grenoble, Ville de Demain, plateforme de partage et d’anticipation, allo scopo di mobilitare tutti gli attori sociali, tutti i talenti del suo territorio, per permettere alla città di compiere efficacemente la sua propria “transizione” verso una nuova forma di città “vivibile e sostenibile”.

The reduction of natural and financial resources, climate change, demographic evolution, the computer revolution… these are just some of the problematic challenges on a global scale that have particular repercussions on cities. According to OCSE, in 2050 cities will contain about 75% of the world’s population, acting as essential factors in the “transition” of our contemporary society towards a new model whose contours still remain vague today. Faced with all this, and relying on an aptitude for innovation that is part of its tradition, in 2015 Grenoble launched the programme Grenoble, Ville de Demain, plateforme de partage et d’anticipation, with the aim of mobilizing all the social players, all the talents of the territory, to allow the city to effectively make its “transition” towards a new form of “liveable and sustainable” city.

La piattaforma Grenoble, Ville de Demain Lo scopo di questa piattaforma partecipativa, aperta a tutti (cittadini, rappresentanti del mondo accademico, scientifico, economico, culturale, ecc.), è permettere alla città di ridefinire le strategie per costruire e condividere il bene comune. Per fare questo, la piattaforma ha a sua disposizione sei strumenti distinti, affinché ciascuno possa trovare il suo ruolo all’interno di questo percorso collettivo: • La Fabrique: è uno spazio per il dialogo e gli scambi tra amministratori pubblici, funzionari degli uffici comunali, esponenti del mondo economico, universitario, della società civile, ecc. La Fabrique permette di mettere a punto l’azione collettiva e di definire orientamenti e temi di riflessione propri del percorso Grenoble, Ville de Demain; • Gli Atelier: il loro obiettivo è rispondere alle domande che emergono dal confronto tra i vari settori della società civile, grazie a un processo di lavoro collettivo e partecipato che vede protagonisti i funzionari dei servizi pubblici, i partner universitari, economici ed esponenti della società civile; • La Communauté: per portare avanti una dinamica di scambi

The platform Grenoble, Ville de Demain The purpose of the platform of participation open to all (citizens, representatives of the academic, scientific, economic and cultural worlds, etc.) is to permit the city to redefine the strategies for the construction and sharing of a common asset. To do this, the platform can make use of six separate instruments, each with its own role inside this collective process: • The Fabrique: a space for dialogue and exchange between public administrators, municipal functionaries, exponents of the worlds of business, the universities and the civil society, etc. The Fabrique makes it possible to develop collective action and to define orientations and themes of reflection pertinent to the path of Grenoble, Ville de Demain. • The Ateliers: their objective is to respond to the demands emerging from the interaction of various sectors of the civil society, thanks to a process of participation and teamwork in which the protagonists are public service functionaries, university and economic partners, and exponents of the civil society. • The Communauté: to move forward with a dynamic of continuous exchanges among all the parties involved in the process,

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04. Quartiere Villeneuve-Arlequin. Progetto di rigenerazione urbana, fase 2014-2015 / Villeneuve-Arlequin District. Project of Urban regeneration, phase 20142015. © Ville de Grenoble

esigenze degli abitanti, per la ricollocazione nel mercato immobiliare della città. Con il contributo della popolazione, delle associazioni, condividendo le scelte progettuali con urbanisti, architetti, antropologi, sociologi, psicologi è stato concertato il programma di riqualificazione/sensibilizzazione. Gli interventi sull’Arlequin hanno previsto, grazie anche alla sua “resezione” per fare spazio al boulevard, l’aumento dei collegamenti verticali (scale esterne e ascensori) adeguatamente dimensionati ai fini della sicurezza, il miglioramento energetico, grazie a un programma d’interventi sulle facciate degli edifici, che garantisce la continuità abitativa: in tre giorni il muro perimetrale di un alloggio viene sezionato, rimosso, sostituito con una struttura adeguatamente isolata, dotata di infissi e impianti. È stato realizzato un nuovo parcheggio multipiano, di grande qualità architettonica, con attenzione alla sicurezza, frutto di un concorso di progettazione, che sostituirà le vecchie piastre-parcheggio poco sicure e degradate. La trasformazione urbana viene gestita dall’Etablissement publique foncier (che dipende dal Ministero delle finanze) il quale acquisisce la proprietà e, mediante promotori immobiliari, trasforma, riqualifica e vende gli alloggi. Giova ricordare che in Francia, per finanziare interventi che interessano il social-housing, è in vigore una trattenuta dell’1% sui salari.

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68 apartments have been demolished. The complex, resting on pilotis at ground level, without entrance lobbies, with a small number of shared stairwells connected directly to the public space, long narrow corridors leading to the apartments, emergency staircases with a width of 70 cm, and parking areas concentrated on low, dark slabs, required extensive intervention to come to terms with: - the problem of security; - reduction of consumption and waste in basic services (energy, water, etc.); - refurbishing of apartments based on the needs of the inhabitants, for repositioning on the real estate market of the city. With the contribution of the population and the associations, sharing in design choices with urban planners, architects, anthropologists, sociologists, psychologists, the programme of renewal and greater awareness has been a concerted effort. The modifications of the Arlequin, also thanks to its “dissection” to make room for the boulevard, called for an increase in the number of vertical connections (external staircases and lifts), adequately sized for safety and security, as well as energy improvements, thanks to a programme of intervention on the building facades, while guaranteeing continuity of residence: in three days the perimeter wall of an apartment was cut, removed, replaced with a suitably insulated structure, and outfitted with casements and physical plant elements. A new multi-level parking facility, of great architectural quality, has been completed, with a focus on security, as the result of a design competition, replacing the old parking slabs that were deteriorating and offered little security. The urban transformation has been managed by the Etablissement publique foncier (which reports to the Finance Ministry), which purchases properties, and through real estate developers transforms them, then selling the units. It is worth noting that in France, to finance social housing projects, a 1% withholding provision on salaries is in effect.


GRENOBLE

05. Quartiere Villeneuve-Arlequin. Progetto di rigenerazione urbana, fase 2014-2015. Il cuore della “crique” centrale riqualificato / Villeneuve-Arlequin District. Urban regeneration project, phase 2014-2015. Extension of the park from the public swimming pool towards the “crique” central. © Ville de Grenoble

06. Quartiere Villeneuve-Arlequin. GAP Architectes, Autosilo, 2015. Rendering di progetto / Villeneuve-Arlequin District. GAP Architectes, Parking, 2015. Render. © GAP Architectes

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PARTE SECTION

RESEARCH (ITALY)

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Città micropolitana Micropolitan cities

Marco Marcatili, Massimiliano Colombi / NOMISMA

Futuro in cerca di città: un nuovo approccio al fare economia e allo sviluppo urbano Ripensare lo sviluppo è indubbiamente una tentazione crescente che alimenta attese di ricette immediate attraverso rischiose soluzioni lowcost, last minute, con effetto immediato, più in sintonia con i tempi del consenso politico piuttosto che con quelli di una visione politica della città e del territorio. Costruire una visione del futuro, però, è una sfida della comunità e non può essere delegata solo alla politica o appaltata in definitiva ai tecnici. Nella consapevolezza che le traiettorie di sviluppo future non saranno più “autostrade” comode e ben visibili, ma “sentieri” impervi, tortuosi e spesso non riconoscibili immediatamente, nella complessa sfida di cogliere le “nuove economie in cerca di città” e di mettere in movimento “città in cerca di economie” ci sembra utile recuperare due “lezioni” che possono aiutare a condividere un rinnovato approccio al “fare economia”. La prima del sociologo Carlo Trigilia secondo cui, dopo l’era della crescita fondata sull’asse dei beni privati, lo sviluppo cresce quando migliora la capacità di produrre beni collettivi locali e quando aumenta la capacità di valorizzare beni comuni come risorsa e componente di una migliore qualità sociale. In un contesto economico sempre più relazionale e caratterizzato dalla cooperazione fra soggetti, “fare economia” dipende soprattutto dalla capacità di costruzione sociale dell’innovazione. Nella seconda lezione dell’economista Giacomo Becattini, il punto di partenza corretto dell’analisi produttiva dovrebbe essere che ogni luogo, per come l’ha forgiato madre natura e le vicende della sua storia, ha in ogni dato momento un suo grado di coralità produttiva, che si articola in mille figure istituzionali, sociali e culturali che costituiscono lo sfondo in senso antropologico da cui dipendono e su cui si proiettano le decisioni, anche economiche. È proprio in questo senso che colmare il “vuoto” o il “gap” delle nostre città è l’esito di una rinnovata coscienza di luogo e di una nuova relazione tra il con-vivere e il co-produrre, nella quale diventa determinante la capacità dei soggetti locali, individuali e

The future in search of a city: a new approach to economics and urban development Rethinking growth is undoubtedly a growing temptation that fuels expectations of instant formulae through risky lowcost, last minute solutions for immediate effect, more in tune with the timing of political consensus that that of a political vision of the city and the territory. To construct a vision of the future, however, is a challenge for communities, and it cannot be delegated only to politics, or definitively assigned to the technicians. Aware of the fact that the trajectories of future growth will no longer be convenient, clearly visible “highways” but rugged, twisting “trails” that are not always immediately recognizable, in the complex challenge of absorbing “new economies in search of cities” and of setting in motion “cities in search of economies” it might be useful to go back to two “lessons” that can help us to share a renewed approach to “making economies.” The first is that of the sociologist Carlo Trigilia, according to whom after the era of growth based on the axis of private assets, development takes place when the capacity to produce local collective assets improves, therefore augmenting the capacity to bring out the value of shared assets as a resource and component of better social quality. In an increasingly relational economic context marked by cooperation among subjects, “making economies” depends above all on the capacity for social construction of innovation. In the second lesson, that of the economist Giacomo Becattini, the correct starting point of productive analysis should be that every place, due to the way it has been shaped by nature and history, has its own degree of productive coordination in any given moment, organised in terms of a thousand institutional, social and cultural figures that constitute the backdrop, in an anthropological sense, on which decisions – also economic decisions – depend and are projected. It is precisely in this sense that bridging the “void” or “gap” of our cities is the result of a renewed awareness of place and a new relationship between

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collettivi, di cooperare attraverso accordi formali e informali per arricchire le economie esterne materiali e immateriali. Dimensione sociale [Carlo Trigilia] e coscienza del luogo [Giacomo Becattini] costituiscono i due elementi fondanti di un nuovo paradigma di interpretazione dello sviluppo urbano, ritenendo che non sarà dalla forza e dalla intuizione di un solo player che potrà emergere il “modello vincente” di intervento sulle città spesso “sottoutilizzate”, a volte “abbandonate”, altre volte addirittura “inagite”, piuttosto dalla capacità di co-produrre progetti complessi, di co-progettare politiche e di co-operare tra soggetti persino appartenenti a settori apparentemente diversi.

con-existing and co-producing, in which the capacity of local, individual and collective subjects to cooperate through formal and informal agreements to enrich material and immaterial external economies becomes decisive. The social dimension [Carlo Trigilia] and knowledge of place [Giacomo Becattini] constitute two founding factors of a new paradigm of interpretation of urban development, in the belief that the “winning model” of intervention on often “under-utilised” cities, at times “abandoned” or even “unenacted”, will not come from the force and intuition of a single player, but from the capacity to co-produce complex projects, to co-design policies and to co-operate even among subjects belonging to apparently different sectors.

Prospettiva italiana: città micropolitane e senseablecities Da una parte le aree interne e dall’altra le aree metropolitane sembrano essere le protagoniste principali dello scenario urbano del nostro Paese. Per le aree interne occorre riconoscere al lavoro dell’ex ministro Fabrizio Barca un merito speciale: avere individuato una “miniera” a cielo aperto che richiede una lettura approfondita delle specificità per pensare a politiche su misura ed evitare il circolo vizioso per cui dalle differenze si passi alle disuguaglianze. Nello stesso tempo una particolare attenzione è stata rivolta alle aree metropolitane attraverso un percorso che, con splendido spirito italico, individua quattordici realtà urbane che a volte chiedono uno sforzo per essere definite metropolitane in senso quantomeno europeo. Nell’ultimo decennio Antonio Calafati, economista urbano dell’Università Politecnica delle Marche e coordinatore del Dottorato internazionale in Studi urbani del Gran Sasso Science Institute, ha proposto una rilettura delle nostre realtà urbane individuando alcune “città in nuce”, ovvero sistemi urbani in cui un comune centroide funziona da catalizzatore per una rete di comuni limitrofi. In questo senso la vita reale delle persone forza il confine delle mura delle nostre città (confini amministrativi) e ridisegna una nuova mappa che però ancora oggi non evolve verso nuove forme di regolazione e di istituzionalizzazione. Un Sindaco che pensa di amministrare la città dei residenti, in realtà non riconosce chi in quella città arriva per ragioni di studio, di lavoro o per vivere il proprio tempo libero e quindi governa di fatto solo una porzione della vita reale. Si potrebbe affermare che molti Sindaci amministrano “città immaginarie”, ovvero città di cui non cogliendo i flussi sono pensate solo come stock. Così facendo si finisce per essere “Sindaci immaginari”, ovvero amministratori di una finzione che nel tempo sarà sempre meno capace di essere utile per la qualità della vita dei diversi city users, cioè coloro che vivono la città anche senza essere necessariamente residenti. A partire da quanto rileviamo dal nostro osservatorio di ricerca e di accompagnamento di diverse realtà urbane ci sembra utile arricchire l’atlante dello scenario urbano con un nuovo soggetto protagonista: la “città micropolitana”. Una realtà che potrebbe essere sintetizzata in tre caratteristiche: nella sua capacità di allargare le politiche di sviluppo a contesti, territoriali e amministrativi, a “geometrie variabili”; nella sua specificità di riconoscersi come contesto di produzione e non solo di buona qualità di vita, assumendo l’impegno di ricostruire le condizioni contestuali per attrarre i “nuovi produttori” (makers, creativi, startuppers,

The Italian perspective: micropolitan cities and senseable cities On the one hand, the internal areas, and on the other hand the metropolitan areas, seem to be the main protagonists of the urban scenario of our country. For the internal areas we need to acknowledge the special merits of the work of the former minister Fabrizio Barca: the identification of an open-air “mine” that requires in-depth analysis of specificities, to think about customised policies and to avoid the vicious circle in which from differences things shift to inequalities. At the same time, particular attention has been paid to the metropolitan areas through a path that with splendid Italian spirit identifies 14 urban realities that at times require some effort to be defined as metropolitan, at least in the European sense of the term. Over the last decade Antonio Calafati, urban economist at the Polytechnic University of the Marches and coordinator of the International Doctoral Programme in Urban Studies of the Gran Sasso Science Institute, has proposed a reinterpretation of our urban realities, identifying certain “in nuce” cities, namely urban systems in which a municipality centroid functions as a catalyst for a network of neighbouring municipalities. In this sense, the real life of people forces the boundary of the walls of our cities (administrative borders) and redesigns a new map that even today, however, does not evolve towards new forms of regulation and institutionalisation. A mayor who thinks about managing a city of residents actually does not recognise those who reach the city for reasons of education, work or leisure time, and therefore he governs, in practice, only a portion of real life. We might say that many mayors preside over “imaginary cities”, namely cities that are thought of only as “stock” since their flows have not been understood. By doing this, they wind up becoming “imaginary mayors”, i.e. administrators of a fiction that over time will become less and less capable of being useful for the quality of life of the various city users, namely those who experience the city without necessarily being residents. Starting with what we can perceive from our observatory of research and accompaniment of various urban realities, it seems useful to enrich the atlas of the urban scenario with a new protagonist subject: the “micropolitan city”. A reality that could be summed up in terms of three characteristics: its capacity to

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