Compresse collana ideata e diretta da Francesco Trovato Comitato Scientifico Francesco Cacciatore Fabrizio Foti Paolo Giardiello Marta Magagnini Marella Santangelo
ISBN 978-88-6242-437-0 Prima edizione Giugno 2020 © LetteraVentidue Edizioni © Manuela Raitano Tutti i diritti riservati Come si sa la riproduzione, anche parziale, è vietata. L'editore si augura, che avendo contenuto il costo del volume al minimo, i lettori siano stimolati ad acquistare una copia del libro piuttosto che spendere una somma quasi analoga per delle fotocopie. Anche perché il formato tascabile della collana è un invito a portare sempre con sé qualcosa da leggere, mentre ci si sposta durante la giornata. Cosa piuttosto scomoda se si pensa a un plico di fotocopie. Le immagini in questo libro rispondono alla pratica del «fair use» (Copyright Act 17 U.S.C. 107) essendo finalizzate al commento storico critico e all'insegnamento. Nel caso in cui fosse stato commesso qualche errore o omissione riguardo ai copyrights delle illustrazioni rimaniamo a disposizione e saremo lieti di correggerlo nella prossima ristampa. Progetto grafico: Francesco Trovato Impaginazione: Martina Distefano LetteraVentidue Edizioni S.r.l. Via Luigi Spagna 50 P 96100 Siracusa www.letteraventidue.com
Manuela Raitano
La cittĂ storica un tempo era nuova Cinque considerazioni
Indice 9 Nota introduttiva 21 Sul nuovo 41 Sul museo 63 Sul giudizio di valore 83 Sul patrimonio 107 Sull’uso della storia 127 Breve riepilogo 131 Sulla responsabilità 143 Il rischio, infine 149 Bibliografia
Nota introduttiva Nei primi giorni del 2020, mentre chiudevo questo breve testo, una notizia minore richiamava la mia attenzione. L’episodio riguardava una coppia di turisti sloveni che aveva passeggiato in giro per le calli di Venezia tenendo al guinzaglio un paio di struzzi; due esemplari di nandù, per la precisione. Il fatto di cronaca aveva implicazioni di pubblica igiene e sicurezza e si concludeva banalmente, come era da aspettarsi, con una multa a carico dei turisti in questione. Tuttavia, la maggior parte dei siti che ne dava notizia si esprimeva con toni sdegnati, come se la bizzarra passeggiata dei due animali esotici fosse l’ennesimo clamoroso oltraggio perpetrato ai danni della città lagunare: «Venezia non è uno zoo», chiosava in particolare la pagina facebook Venezia non è Disneyland, e molte testate giornalistiche, ricalcando i toni dei commenti del social network, riportavano il titolo del gruppo in questione come summa riassuntiva del fatto. Continuando a cercare in rete, ho poi scoperto che la coppia di turisti è nota per girare con i due animali al seguito, e che i due struzzi sono già stati fotografati in altre città storiche europee, prima che a Venezia. Mai prima d’ora i loro padroni erano stati multati ma, soprattutto, mai prima d’ora la presenza degli struzzi era
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Un esemplare di nandĂš fotografato a Venezia, gennaio 2020
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stata veicolata, a livello comunicativo, come fosse un’offesa alla città. Ora, che si possa considerare vituperata Venezia in ragione della passeggiata incongrua di due struzzi, a fronte del mercimonio invadente delle innumerevoli bancarelle che ne ingombrano le calli, mi ha fatto sorridere di amara tenerezza. L’ho trovata una reazione a suo modo disarmante, ma comprensibile se consideriamo che origina dai commenti incrociati di cittadini costretti nelle morse di un turismo spersonalizzante. Mentre, al contrario, non trovo scusanti di fronte alla triste visione della scalinata di Trinità dei Monti, snaturata dopo che uno stolido regolamento di polizia urbana ha stabilito che sui suoi gradini è vietato sedersi1. A seguito di un’ordinanza, divenuta operativa nell’agosto 2019, sulla magnifica scalea urbana è infatti divenuto impossibile sostare: otto vigilantes preposti dal Comune di Roma hanno l’ordine di controllare che tale divieto venga rispettato, impartendo sanzioni ove mai qualcuno non volesse rispettare tale misera disposizione. Questa misura protettiva origina dalla comprensibile ansia di proteggere la materia fisica dell’opera, evitando che si possa consumare cibo sui gradini; tuttavia, essa non ne protegge il valore immateriale, deprivando l’opera di una delle principali sue ragioni di esistenza, 1. Il regolamento dispone il divieto di mangiare a ridosso dei monumenti, di bere attaccandosi ai nasoni delle fontane e di sedersi in prossimità dei monumenti. I suoi effetti non riguardano pertanto la sola scalinata di Trinità dei Monti, ma anche tutti i palazzi storici e le fontane monumentali di Roma, compresa la Fontana di Trevi, dove è proibito sedersi sui gradini che conducono alla vasca.
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Sul nuovo Noi veniamo, scrittori, pittori, scultori, architetti, amanti appassionati della bellezza fin qui intatta di Parigi, a protestare con tutte le nostre forze e con tutta la nostra indignazione […] in nome dell’arte e della storia francese minacciata, contro l’erezione, nel cuore della nostra capitale, dell’inutile e mostruosa Tour Eiffel […] Basta d'altra parte, per rendersi conto di cosa ci aspetta, immaginarsi una torre vertiginosamente ridicola, che domina Parigi come una gigantesca canna fumaria e che schiaccia, con la sua massa barbara: Notre-Dame, la Sainte Chapelle, la tour Saint Jaques, il Louvre, la dôme degli Invalides, l’Arc de Triomphe. Tutti i nostri monumenti umiliati, tutte le nostre architetture degradate, scompariranno in questo sogno stupefacente. E per vent’anni vedremo allungarsi sulla città intera, che freme ancora del genio dei secoli passati, come una macchia d'inchiostro, l'ombra odiosa dell'odiosa colonna di lamiera bullonata. (Testo tratto dalla Protestation des artistes contre la Tour de M. Eiffel, “Le Temps”, 14 febbraio 1887)1. 1. Per una lettura integrale del testo e per la lista completa dei sottoscrittori https://fr.wikisource.org/wiki/Protestation_des_artistes_contre_la_tour_ de_M._Eiffel_du_14_f%C3%A9vrier_1887 (anno di consultazione, 2019).
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Sul museo Ma quando col Neoclassicismo la tradizione del Rinascimento si spezzò, ecco sopravvenire la coscienza dell’opera d’arte come fatto di storia e di stile […] Questa coscienza storica del monumento, una volta acquisita alla nostra civiltà, non può più essere invalidata […] Non dunque una minore fiducia negli artisti di oggi, ma il necessario riconoscimento di uno status irreversibile della coscienza storica attuale ci impedisce di intervenire sui monumenti del passato altrimenti che con atti di consolidamento e di salvaguardia per la trasmissione al futuro. (Brandi, 1967)1 Le parole sopra riportate sono da prendere in grande considerazione, poiché descrivono una situazione nella quale siamo tuttora pienamente immersi. Quello «status irreversibile della coscienza che ci impedisce di intervenire sui monumenti del passato» è infatti una condizione mentale che affetta l’uomo contemporaneo, forse in misura ancora maggiore di quando lo stesso Brandi scriveva; tale condizione, che discende dall’aver preso 1. Brandi Cesare, L’inserzione del nuovo nel vecchio, in Brandi Cesare, Struttura e Architettura, 1967, Einaudi, Torino, 1975, pp. 313-314.
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Sul giudizio di valore Il valore contemporaneo ha le sue radici nel soddisfacimento dei bisogni naturali o intellettuali; nel primo caso parliamo […] di valore d’uso, nel secondo di valore artistico. A proposito del valore artistico bisogna distinguere tra il valore elementare o valore di novità, che è fondato sul carattere compiuto di un’opera or ora condotta a termine, e il valore artistico relativo, che è fondato sulla concordanza con il moderno kunstwollen. (Riegl, 1903)1 Il termine “valore”, come sappiamo, sta da sempre al centro delle discussioni teoriche della disciplina del restauro, mentre è molto meno presente nelle nostre discussioni, forse perché nel campo delle discipline progettuali l’atto del formulare un giudizio (che comunque precede l’atto del progettare) viene spesso concepito come un fatto personale, ineffabile e poco codificabile. L’avere poco frequentato il campo della discussione sui valori ha però comportato, soprattutto nel nostro paese, 1. Cfr. Riegl Alois, Il culto moderno dei monumenti, Vienna, 1903, oggi anche in Scarrocchia Sandro (a cura di), Alois Riegl: teoria e prassi della conservazione dei monumenti. Antologia di scritti, discorsi, rapporti 1898-1905, con una scelta di saggi critici, Clueb, Bologna, 1995
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